4 - Aeronautica Militare Italiana
4 - Aeronautica Militare Italiana
4 - Aeronautica Militare Italiana
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
F/J
Le incessanti piogge di Marzo hanno lentamente lasciato<br />
spazio ad un timido sole primaverile che ha iniziato<br />
a riscaldare le giornate ogni volta un po’ più a lungo. In<br />
una scuola civile si cominciano a programmare i giorni<br />
utili da marinare per godersi i primi anticipi d’estate; in<br />
una scuola militare si sfrutta il bel tempo intensificando<br />
le prove per il Giuramento e l’intero Istituto si mobilita<br />
per la riuscita dell’evento, fermandosi unicamente per<br />
lasciare spazio alla riflessione. Siamo allo sprint finale,<br />
quello in cui ogni muscolo va teso al raggiungimento<br />
dell’obiettivo e la possibilità di risparmiare le energie<br />
non va neanche presa in considerazione. Bisogna impegnarsi<br />
ogni giorno al massimo per potersi guardare la<br />
mattina nello specchio e dire “sto dando tutto me stesso<br />
per ottenere quello che voglio”; nonostante possa sembrare<br />
una motivazione e uno stimolo sufficienti, ultimamente<br />
mi sono resa conto che l’autoconvincimento e il<br />
conseguente profitto non lo siano affatto. Di fronte alle<br />
reali difficoltà e alle prove che la vita ci pone inaspetta-<br />
Numero 4 Marzo / Aprile<br />
Anno 2012/2013<br />
Sede: Viale dell’<strong>Aeronautica</strong>, 14 - 50144 Firenze<br />
Direttore Col. Claudio Icardi<br />
Vice Direttore Cap. Sergio Paparelli<br />
Capo Redattore All. Chiara Boccone<br />
All. Giuseppe Iannelli<br />
In Redazione All. Francesco A. Borello<br />
All. Lorenzo Giansante<br />
All. Roberto Giovanzanti<br />
All. Matteo Ingrosso<br />
All. Camilla Matrigali<br />
All. Tiziano Mazza<br />
All. Gabriele Tarascio<br />
Grafica & Impaginazione<br />
All. Giorgio Morbis<br />
L’Editoriale<br />
Le idee espresse in questo giornalino sono la libera manifestazione del solo pensiero degli allievi<br />
I<br />
tamente davanti, i voti scolastici e i giudizi militari non<br />
sono molto d’aiuto nell’affrontarle, se non sono sostenuti<br />
dalla sostanza. “E’ il carattere che dura, non la<br />
ricchezza. E’ il carattere che ci resta fedele e ci aiuta a<br />
sopportare i mali: l’ingiusta ricchezza, in mano a gente<br />
da poco, s’invola dalla casa, dopo breve splendore”, affermava<br />
Euripide nella tragedia Elettra, trasmettendo<br />
un messaggio universale e applicabile ad ogni aspetto<br />
della vita umana. Nel nostro caso, questa massima<br />
dovrebbe rappresentare un invito a crescere e a svilupparsi<br />
come alberi, ovvero trarre le energie per far<br />
maturare dei buoni frutti dall’humus delle proprie capacità,<br />
ma, prima di tutto, alimentare il proprio tronco,<br />
ossia il proprio carattere, per farlo diventare resistente<br />
e robusto; in tal modo, infatti, possiamo resistere persino<br />
a quelle tempeste così violente che fanno cadere<br />
tutti i frutti, mentre un tronco esile o marcio può spezzarsi<br />
anche soltanto per il peso delle sue stesse foglie.<br />
La Redazione<br />
la versione digitale del giornalino è presente<br />
on-line sul sito dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong><br />
www.aeronautica.difesa.it/douhet
1-2<br />
finalmente<br />
il ghibli<br />
3<br />
visita ai<br />
reparti<br />
4<br />
nella villa<br />
di d’annunzio<br />
5-6<br />
intervista al<br />
comandante<br />
7-8 11-14 17-18<br />
dietro<br />
l’angolo<br />
9-10<br />
thunderbirds<br />
interscuole<br />
15-16<br />
giovani<br />
ciceroni<br />
II<br />
non solo<br />
musica<br />
19-20<br />
gioca<br />
douhet
finalmente, il ghibli<br />
Emozioni e impressioni del corso che ha appena giurato<br />
Giovedì 11 Aprile si è svolto il giuramento del<br />
Corso Ghibli in piazza della Signoria. Dopo un<br />
lungo ed estenuante periodo di prove è giunto<br />
il momento che aspettavamo dall’inizio dell’anno,<br />
il coronamento di tutto il nostro impegno profuso in<br />
questi mesi. Non si può descrivere l’emozione che ci<br />
ha accompagnato in ogni momento, dalla preparazione<br />
fino a quando abbiamo gridato “Lo giuro!”. La<br />
mattina di quel fatidico giorno eravamo tesi ed euforici<br />
in vista di quello che avremmo fatto poco dopo.<br />
Nonostante questo grande di turbinio di sentimenti,<br />
tuttavia, siamo entrati in Piazza della Signoria senza<br />
esitazione, orgogliosi, e abbiamo mostrato il meglio<br />
di noi stessi. Il brivido che abbiamo percepito tutti<br />
nel momento in cui abbiamo stretto un così forte legame<br />
con il nostro Paese è difficile da esprimere: in<br />
quell’occasione ci siamo assunti un enorme carico di<br />
responsabilità e senso del dovere che porteremo per<br />
tutta la nostra vita futura, qualsiasi strada decideremo<br />
di intraprendere. La consegna del gagliardetto che ci<br />
rappresenta ci ha dato la possibilità di avere un simbolo<br />
da far sventolare sempre più in alto e un motto<br />
da gridare all’unisono: siamo le prime scintille di un<br />
futuro che sarà ricco di successi, le primae favillae<br />
1<br />
fati lucentis. Alla cerimonia di giuramento e battesimo<br />
del corso Ghibli hanno preso parte il Prefetto di<br />
Firenze, Luigi Varrata, il Sindaco della città, Matteo<br />
Renzi, il Capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>,<br />
Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa,<br />
il Vice Comandante delle Scuole dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>,<br />
Generale di Divisione Aerea Vitantonio Cormio,<br />
Autorità civili, militari e numerosi cittadini. La loro<br />
partecipazione e il loro grande coinvolgimento, unito<br />
a quello dei nostri familiari e dei nostri amici, è stato<br />
per noi uno stimolo e ci ha reso ancora più fieri di<br />
un impegno che non tutti prendono alla nostra età.<br />
Il Generale Preziosa, durante il suo intervento, ha affermato:<br />
“Siete in un momento formativo molto importante:<br />
questa scuola tenterà di darvi il metodo per il<br />
vostro futuro, avrete a disposizione i migliori formatori<br />
in termini di insegnanti della scuola pubblica e di militari<br />
per le attività proprie. Cercheranno di insegnarvi<br />
che da soli nella vita non si vince. Vi insegneranno che<br />
un’ala nella vita è in dotazione al singolo individuo, l’altra<br />
invece appartiene a chi vi sta vicino nella vita o nel<br />
lavoro. Solo in due, solo in squadra si riuscirà a volare.”<br />
Il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, a sua volta,<br />
ha dichiarato: “Le scuole militari hanno un’ambizione.
"... Un unico possente grido si è levato nel cielo azzurro<br />
e tutti noi ci siamo legati in un vincolo indissolubile ..."<br />
E non è quella di formare bravi militari. Ma brave<br />
Donne e Uomini, bravi cittadini che sappiano<br />
fare propri i valori che contano, quelli che alla<br />
Douhet assimilerete. […] Abbiamo bisogno di<br />
Voi, siete il nuovo che avanza. Fateci sognare!”.<br />
Anche il Comandante della nostra Scuola,<br />
il Colonnello Claudio Icardi, si è rivolto<br />
direttamente a noi, dicendo: “A voi allievi<br />
vengono offerte sempre maggiori<br />
attività formative per accrescere le vostre<br />
capacità di analisi e critica ed acquisire competenze<br />
per le sfide che dovrete affrontare<br />
[…] Allievi del corso Ghibli, siamo fieri di voi”.<br />
2<br />
E’ con questo incoraggiamento che siamo<br />
pronti ad affrontare le sfide che ci riserva il<br />
destino, senza alcun timore, ma sempre con<br />
maggior determinazione e ambizione. Il traguardo<br />
del giuramento è in fondo solamente<br />
una tappa del nostro lungo cammino, le difficoltà<br />
ci saranno sempre e ne abbiamo una<br />
grande consapevolezza. Insieme, però, con il<br />
continuo contributo di ognuno e lo sguardo<br />
sempre rivolto a vette più alte, sappiamo non<br />
ci sono limiti a ciò a cui possiamo aspirare.<br />
All. Edoardo Bruno<br />
Focus ON
Nei giorni fra il 16 e il 20 aprile<br />
noi allievi del Corso Fides ci siamo<br />
recati in visita a tre stormi<br />
del nord Italia, più precisamente il 3°<br />
Stormo, il 6° Stormo e il 51° Stormo.<br />
Presso il 3° Stormo abbiamo avuto<br />
modo di sperimentare interessanti<br />
porzioni di addestramenti destinati<br />
al personale operativo AM, tra cui<br />
il corso di guida OFF ROAD, quello<br />
di guida sicura, il corso per il rilevamento<br />
e il riconoscimento degli IED.<br />
Il giorno successivo ci siamo recati al<br />
6° Stormo di Ghedi; la missione principale<br />
di questo Stormo è l’attacco di<br />
obiettivi al suolo che può essere svolto<br />
in due modi diversi: o mediante una<br />
missione di attacco pianificata e senza<br />
l’utilizzo di personale a terra oppure<br />
sotto forma di Close Air Support (CAS),<br />
in italiano Supporto Aereo Ravvicinato.<br />
Inoltre abbiamo potuto vedere da<br />
vicino un Tornado, analizzandone le<br />
parti, le quali ci venivano spiegate dal<br />
Comandante della Scuola, il Colonnello<br />
Icardi, assieme al Magg. Giuseppe<br />
Bellomo, comandante del 102° Gruppo<br />
del 6° Stormo; L’ultimo tappa della<br />
nostra visita è stata il 51° Stormo, che<br />
visita ai reparti<br />
Il Corso Fides al 3 o , 6 o e 51 o Stormo<br />
ha alcuni punti in comune con il 6°<br />
in quanto anche questo ha, fra i suoi<br />
compiti, il CAS. I compiti principali del<br />
51° Stormo, che ha in forza i velivoli<br />
AMX, sono la ricognizione, tramite<br />
pod fotografici montati sotto i velivoli,<br />
e il Close Air Support. Anche questo<br />
Stormo è stato davvero interessante<br />
in quanto ci ha fornito la cognizione<br />
di come l’<strong>Aeronautica</strong> non sia solo il<br />
singolo pilota che sale sulla macchina<br />
e compie la missione, ma sia in realtà<br />
tutto un meccanismo composto da<br />
uomini che contribuiscono in maniera<br />
fondamentale alla buona riuscita della<br />
missione: dall’ufficiale intelligence che<br />
fornisce al pilota tutte le informazioni<br />
di cui ha bisogno e con cui pianifica<br />
la missione, al personale addetto alla<br />
torre di controllo, passando per gli uomini<br />
che tengono i contatti a terra con<br />
il pilota e continuano a fornirgli in volo<br />
informazioni vitali, senza dimenticare<br />
tutti coloro che lavorano affinché il<br />
velivolo sia sempre al 100% delle sue<br />
potenzialità e sempre sicuro. Infine, la<br />
sera del 19 aprile, presso il Circolo Ufficiali<br />
del 3° Stormo si è ufficialmente<br />
concluso il viaggio d’istruzione. All’e-<br />
3<br />
vento, presieduto dal Comandante di<br />
Stormo, il Colonnello Marco Maistrello,<br />
erano presenti il Comandante della<br />
Scuola, il Procuratore <strong>Militare</strong> della Repubblica<br />
di Verona, Dott. Enrico Buttitta,<br />
il Dirigente dell’Ufficio Scolastico<br />
Regionale del Veneto, Dott. Stefano<br />
Quaglia e altre Autorità scolastiche, oltre<br />
a studenti appartenenti ad alcune<br />
scuole superiori di Verona e provincia.<br />
Spesso, all’interno della Scuola, ci<br />
viene ripetuto come la Douhet non<br />
sia l’<strong>Aeronautica</strong> operativa, tuttavia<br />
è una cosa estremamente difficile da<br />
comprendere senza conoscere reparti<br />
come quelli che abbiamo visitato;<br />
il sudore, la fatica, le soddisfazioni e<br />
anche la passione che si possono respirare<br />
nei reparti operativi rendono<br />
davvero l’idea di come sia straordinaria<br />
l’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>, di quale risorsa<br />
essa doti il Paese e di come tutti<br />
coloro che ogni giorno contribuiscono,<br />
anche stando a migliaia di chilometri<br />
dalle persone che amano, al suo buon<br />
funzionamento rendano un servizio<br />
estremamente importante all’Italia.<br />
All. Federico Lagrasta
nella villa di d’annunzio<br />
Durante il viaggio di istruzione in Veneto il Corso Fides<br />
si è recato in visita al Vittoriale degli Italiani<br />
Il Vittoriale degli Italiani ha costituito una suggestiva<br />
tappa per noi allievi del Corso Fides durante<br />
la visita istruzionale nel Nord - Est della Penisola.<br />
La Prioria, primo monumento in cui ci siamo<br />
addentrati, era il nucleo residenziale originario<br />
acquistato dal poeta vate, così chiamata<br />
poichè la sua facciata fu realizzata su<br />
modello di quella del Palazzo dei Priori ad Arezzo.<br />
Le sue stanze sono meravigliose custodie per<br />
un pululare di oggetti dal potere immaginifico<br />
e fortemente evocativo. Il collezionismo trova<br />
in D’Annunzio un’ alta espressione: quadri,<br />
sculture,libri, manufatti di ogni sorta affollano<br />
le sale secondo una disposizione in gruppi<br />
tematici. Ricorrenti sono le manifatture di<br />
ispirazione michelangiolesca: D’Annunzio infatti<br />
avvertiva nel suo intimo un’affinità elettiva<br />
di genio con l’eccelso artista fiorentino.<br />
L’ambiente che più ha eccitato la nostra immaginazione<br />
è stato l’Officina, tempio consacrato<br />
alla Cultura. L’angusto ingresso, che ci ha obbligati<br />
ad un reverenziale inchino al cospetto del<br />
Sapere, ci ha introdotti in uno spazio affollato<br />
di copie di importantissime opere dell’antichità<br />
classica ed ellenistica e del Rinascimento fiorentino,<br />
circondate da una fitta schiera di volumi.<br />
Terminato il percorso all’interno della Prioria ecco<br />
pronto ad accoglierci palazzo Schifamondo, residenza<br />
concepita dal poeta (lo suggerisce lo stesso<br />
4<br />
nome, ispirato a quello della villa estense “Schifanoia”)<br />
come rifugio dal viver mondano a favore di<br />
un solitario raccoglimento: lo stile qui diviene più<br />
sobrio in assonanza con la funzione dell’edificio. Si<br />
passa così dall’eclettismo tardo ottocentesco alla<br />
novecentesca art deco , in sale caratterizzate prevalentemente<br />
da una colorazione gialla, rossa e<br />
blu, tratta da quella della bandiera della tanto agognata<br />
Fiume, e da un’architettura in cui riecheggia<br />
quella delle navi da crociera. Oggi sede di una<br />
mostra permanente dedicata alla figura di “D’Annunzio<br />
Eroe”, ci ha permesso di venire a contatto<br />
con una collezione di divise e oggetto d’epoca per<br />
noi molto significativi, poichè correlati al mondo<br />
militare e in particolare alla Regia <strong>Aeronautica</strong>.<br />
A conclusione del percorso museale abbiamo attraversato<br />
i meandri del sepolcro monumentale<br />
di D’Annunzio e delle personalità a lui vicine in<br />
vita, fatto realizzare su modello delle descrizioni<br />
dantesche dei gironi infernali e, dulcis in fundo,<br />
affacciandoci dalla prua della nave Puglia<br />
abbiamo goduto di un ricco panorama in cui<br />
si spiegavano tutte le meraviglie del Giardino.<br />
Meraviglioso esempio del “viver inimitabile” del<br />
poeta, il vittoriale costituisce l’oggettivazione<br />
dell’ideale estetico che, tematizzato nel romanzo<br />
Il Piacere, fu leightmotiv della sua esistenza tutta:<br />
“fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”.<br />
All. Domenico Tota<br />
Focus ON
intervista al comandante<br />
Comandante,<br />
quali sono le Sue impressioni,<br />
ad oggi, relativamente alla<br />
Dirigenza Scolastica ed al Comando<br />
della Scuola <strong>Militare</strong><br />
<strong>Aeronautica</strong> “Giulio Douhet”?<br />
Come sapete ho questo “doppio<br />
cappello”: Comandante<br />
della Scuola ma anche e soprattutto<br />
Dirigente Scolastico.<br />
Come ufficiale dell’AM, dopo<br />
27 anni di servizio ero pronto<br />
per svolgere un ruolo di comando<br />
e di conseguenza è stata<br />
una piacevole sorpresa ri-<br />
Rivolgiamo al Col. Claudio Icardi alcune domande<br />
a termine del Suo primo anno di comando<br />
trovarmi preside di una scuola<br />
del Ministero dell’Istruzione.<br />
Come ci si sente? Sicuramente<br />
responsabili e partecipi<br />
della vostra crescita<br />
e del vostro futuro.<br />
Pensa che questo incarico<br />
possa rappresentare per Lei<br />
una significativa esperienza<br />
umana e professionale?<br />
Certamente si possono trarre<br />
grandi soddisfazioni. Anche se<br />
l’attività è completamente diversa<br />
da quella di un reparto<br />
operativo, riesce ad essere in-<br />
5<br />
calzante allo stesso modo perché<br />
bisogna seguire le esigenze<br />
di voi giovani, cercando di allargare<br />
lo spazio delle possibilità<br />
che vi sono offerte. Questo<br />
permette di giocare sulla fantasia,<br />
di poter creare e guardare<br />
al futuro: fornire nuove<br />
e stimolanti opportunità. Sul<br />
lato umano, invece, è decisamente<br />
toccante avere un rapporto<br />
con voi ragazzi: raggiungendo<br />
il vostro spirito si può<br />
fare molto, instaurando un<br />
rapporto profondo e proficuo.
"... Siete all'apice della crescita,<br />
sfruttate il tempo per scoprire il vostro talento ..."<br />
Quali prospettive intravede per noi giovani<br />
che abbiamo scelto questo percorso<br />
così particolare e impegnativo?<br />
Vi faccio innanzitutto una raccomandazione:<br />
non focalizzatevi su un futuro<br />
troppo lontano, altrimenti potreste correre<br />
il rischio di ricevere delusioni oppure<br />
fare una scelta incompleta. Adesso<br />
siete all’apice della vostra crescita, per<br />
questo vi consiglio di capitalizzare questo<br />
periodo e sfruttare il tempo che avete<br />
cercando di ottenere ciò che può offrirvi<br />
la società. Scoprite il vostro talento<br />
e seguitelo: in questo modo arricchirete<br />
la vostra conoscenza. Da parte mia c’è<br />
il rischio di indirizzarvi verso scelte non<br />
concordi con il vostro futuro. Cercate,<br />
quindi, di tenere a mente: tanta curiosità<br />
per avere sempre voglia di scoprire.<br />
Possiamo chiederLe dei consigli?<br />
Cosa si sente di suggerirci?<br />
La scuola potrebbe sembrarvi ristretta e<br />
INTERVISTE<br />
chiusa, ma cerca di offrirvi sempre più<br />
possibilità: si rafforzano i progetti già<br />
esistenti e se ne aggiungono altri per<br />
realizzare un ambiente il più possibile<br />
piacevole e stimolante per voi. Questa è<br />
una scuola sia militare che aeronautica:<br />
tutti i giorni avete modo di sperimentare<br />
la vita militare con alcune caratteristiche<br />
fondamentali di quella aeronautica:<br />
la flessibilità, per mettere in discussione<br />
le proprie idee e quindi vincere con<br />
agilità la repulsione al cambiamento,<br />
che è sempre un ostacolo difficile da superare;<br />
la professionalità, capacità che,<br />
alimentata dalla curiosità, si realizza<br />
attraverso un impegno e un approfondimento<br />
continui. Così volano gli aerei<br />
e così si muove l’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>.<br />
All. Matteo Ingrosso<br />
All. Gabriele Tarascio<br />
All. Tiziano Mazza<br />
6
dietro l’angolo<br />
Curiosità, fatti di cronaca e avvenimenti di attualità<br />
provenienti da tutto il mondo<br />
RICERCA: PER SCOPRIRE NUOVI MONDI<br />
E SALVAGUARDARE IL NOSTRO<br />
Grazie alle osservazioni fatte dal centro di<br />
ricerche Ames della Nasa, guidate dall’americano<br />
William Borucki, tramite l’utilizzo<br />
del telescopio spaziale Kepler, sono stati scoperti i<br />
pianeti più simili al nostro, mai identificati sino ad<br />
oggi. Si tratterebbe di due “sosia” della Terra situati<br />
nella Via Lattea a una distanza dalla stella Kepler-62<br />
che rende possibile la presenza di acqua liquida<br />
nonché il formarsi della vita. Scoperti grazie<br />
alla tecnica dei transiti, che analizza le fluttuazioni<br />
nella luminosità di una stella nel momento in cui<br />
un pianeta le passa davanti, eclissandola parzialmente,<br />
i due pianeti ricevono dalla stella un flusso<br />
di luce simile a quello che Venere e Marte ricevono<br />
dal Sole e questo lascia supporre che possano<br />
ospitare un’atmosfera e acqua liquida.<br />
Analizzando le dimensioni di questi pianeti insieme<br />
alla loro distanza dalla stella, i ricercatori hanno<br />
ipotizzato, infatti, che i due pianeti potrebbero<br />
avere nella loro atmosfera gas come azoto, anidri-<br />
7<br />
de carbonica e acqua.<br />
Kepler-62e e Kepler-62f, così sono stati denominati<br />
i due pianeti in questione, si trovano in un<br />
sistema di cinque mondi extrasolari nato intorno<br />
alla stella Kepler-62, molto simile al nostro Sole,<br />
distante da noi circa 2.000/3.000 anni luce, e hanno<br />
raggi rispettivamente 1,61 e 1,41 volte il raggio<br />
della Terra.<br />
La scoperta, annunciata ufficialmente nella rivista<br />
Science, è stata così commentata dall’astronomo<br />
Raffaele Gratton, dell’Osservatorio di Padova<br />
dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf):<br />
“Il risultato mostra che i pianeti simili alla Terra<br />
esistono e che vale la pena continuare a condurre<br />
questo tipo di ricerche […]. Scopo ultimo di queste<br />
ricerche è capire se ci sono probabilità che questi<br />
sistemi ospitino la vita e magari trovarne le testimonianze”.<br />
All. Gabriele Tarascio
"... Il risultato mostra che i pianeti simili alla Terra esistono<br />
e che vale la pena continuare a condurre questo tipo di ricerche ...."<br />
Colto in flagrante nel mezzo della sua<br />
“semplice” reazione chimica mentre<br />
distruggeva il nostro amico O 3 ,<br />
il Bromo è stato scoperto da un gruppo di<br />
ricercatori statunitensi coordinato dall'Università<br />
di Purdue che ha pubblicato i risultati<br />
sulla rivista Nature Geoscience.<br />
Con l'arrivo della primavera polare le<br />
concentrazioni di ozono negli strati bassi<br />
dell'atmosfera tendono a ridursi fino a<br />
scomparire, mentre aumentano parallelamente<br />
i livelli dei composti del bromo.<br />
Ma da dove proviene? Questa la domanda<br />
che ha animato la vasta campagna di analisi<br />
sulle distese di neve in Alaska al termine<br />
della quale i ricercatori statunitensi hanno<br />
verificato per la prima volta che la sorgente<br />
di bromo sarebbe la neve stessa: il suo<br />
scioglimento nella stagione primaverile porterebbe<br />
alla liberazione di molecole Br2 che,<br />
attraverso una complessa reazione, portano<br />
alla distruzione delle molecole di ozono.<br />
DAL MONDO<br />
MONDO<br />
All. Gabriele Tarascio<br />
DAL<br />
8
thunderbirds<br />
Air demonstration squadron of the United States Air Force<br />
The Thunderbirds are based at Nellis AFB in Las<br />
Vegas, Nevada. They tour the United States and<br />
much of the world, performing aerobatic formation<br />
and solo flying in specially marked aircraft. The<br />
name is taken from the legendary creature that appears<br />
in the mythology of several indigenous North American<br />
cultures. They are the fastest flying (multiple jet)<br />
flight demonstration team in the world.<br />
Officers serve a two-year assignment with the squadron,<br />
while enlisted personnel serve three to four years.<br />
As the squadron performs no more than 88 air demonstrations<br />
each year, replacements must be trained<br />
for about half of the team each year, in order to provide<br />
a constant mix of experience. The Thunderbirds<br />
typically perform during air show season, from March<br />
to November of each year. The months in between are<br />
the training season, where new pilots hone their skills<br />
and mesh with the rest of the team to ensure safe, flawless<br />
performances for the upcoming year. They start<br />
out by flying in two-seat F-16D models, allowing a veteran<br />
Thunderbird to join them as they train. But once<br />
they’ve passed a series of checks and inspections, they<br />
must demonstrate to Thunderbird 1 and the team that<br />
9<br />
they’re ready to fly in the Diamond formation on their<br />
own. In addition to their air demonstration responsibilities,<br />
the Thunderbirds are part of the USAF combat<br />
force and if required, can be rapidly integrated into an<br />
operational fighter unit. After six months training in an<br />
unofficial status, the Thunderbirds were activated on<br />
May 25, 1953 as the 3600th Air Demonstration Team<br />
at Luke AFB, just west of Phoenix, Texas. They were officially<br />
activated as the USAF Air Demonstration Squadron<br />
on February 13, 1967.<br />
The Thunderbirds also carry on the lineage of the 30th<br />
Bombardment Squadron, with which they were consolidated<br />
on September 19, 1985.The 30th was originally<br />
known as the 30th Aero Squadron, and was established<br />
on June 13, 1917 to serve in France during World War I.<br />
The squadron was later reconstituted and redesignated<br />
the 30th Bomb Squadron of the 19th Bomb Group, and<br />
saw combat in the Pacific theater during World War II<br />
as both a B-17 Flying Fortress and B-29 Superfortress<br />
squadron, and in the Korean War flying the B-29. It then<br />
became a component of the Strategic Air Command,<br />
equipped with B-47 Stratojet and B-52 Stratofortress<br />
bombers before its inactivation in 1963.
"... Aim High... Fly-Fight-Win ...."<br />
In 1983 the team switched to the F-16A Fighting<br />
Falcon. The team sat out the 1982 airshow season<br />
and spent that year retraining and transitioning<br />
over to the new aircraft to ready themselves<br />
for the 1983 season. In rebuilding the<br />
Thunderbird Team, the Air Force recruited previous<br />
Thunderbird pilots, qualified each in the<br />
F-16A, and had them begin by flying “two-ship”<br />
maneuvers, then expanded the program one<br />
airplane at a time up to the full six airplanes.<br />
The team continues to fly the F-16, having swi-<br />
tched from the F-16A to the F-16C in 1992.<br />
Only a few minor modifications differentiate a<br />
Thunderbird from an operational F-16C. These<br />
include the replacement of the 20 mm cannon<br />
and ammunition drum with a smoke-generating<br />
system, including its plumbing and control switches,<br />
the removal of the jet fuel starter exhaust<br />
door, and the application of the Thunderbirds’<br />
glossy red, white, and blue polyurethane paint<br />
scheme.<br />
All. Roberto Giovanzanti<br />
DAL MONDO<br />
10 DAL MONDO
Dal 28 Febbraio al 3 Marzo,<br />
la Scuola ha partecipato<br />
alla 6^ edizione dei Giochi<br />
Interscuole Militari, ospitata<br />
quest’anno dalla Scuola <strong>Militare</strong><br />
“Nunziatella” di Napoli. Oltre alla<br />
rappresentativa della scuola ospitante<br />
napoletana e della Douhet,<br />
il torneo ha visto la partecipazione<br />
delle altre scuole Militari italiane,<br />
la “Teuliè” di Milano ed il<br />
“Morosini” di Venezia. Il torneo,<br />
che si svolge ogni due anni, è risultato<br />
da subito avvincente in<br />
ogni sua fase.<br />
Innanzitutto la nostra rappresentativa,<br />
composta da 49 atleti-allievi,<br />
accompagnati dagli istruttori<br />
e dagli ufficiali, dopo tanti e<br />
duri allenamenti nelle diverse discipline,<br />
è arrivata a Napoli, animata<br />
da un enorme entusiasmo<br />
e dalla convinzione di essere una<br />
interscuole<br />
pallavolo<br />
squadra vera, forte ed unita con<br />
tanta voglia di vincere! Ebbene<br />
si, in aggiunta a quanto molti sostengano<br />
citando “l’importante<br />
è partecipare“ del celebrato de<br />
Coubertin, siamo partiti con la<br />
ferma determinazione di mettercela<br />
veramente tutta per vincere,<br />
con lealtà e sportività.<br />
L’agonismo, infatti, spinge sempre<br />
e comunque gli atleti a dare<br />
il massimo di sé, a superare se<br />
stessi ed i propri limiti per ambire<br />
ai massimi livelli della competizione.<br />
E così è stato anche per<br />
noi. E, come già accaduto in altre<br />
occasioni, legate al mondo sportivo<br />
e non, questa esperienza ci ha<br />
nuovamente messo in gioco ed ha<br />
rappresentato una nuova opportunità<br />
per noi tutti per fare squadra<br />
nel vero senso della parola.<br />
Ci siamo sentiti veramente uniti<br />
11<br />
attraverso le fortissime emozioni<br />
che insieme abbiamo vissuto.<br />
Abbiamo condiviso la tensione<br />
per ogni gara da affrontare e la<br />
gioia della tanto sospirata vittoria.<br />
Per ognuno che ha vinto, tutta<br />
la squadra ha vinto, ma a tutti<br />
quelli che hanno perso, tutta la<br />
squadra è riuscita, con gioia ed<br />
entusiasmo, ad addolcire l’amaro<br />
della sconfitta. La prima giornata<br />
è stata completamente assorbita<br />
dal torneo di pallavolo, che ci ha<br />
visti, purtroppo, uscire sconfitti<br />
da tutte le partite, ma rinsaldati<br />
nel desiderio di impegnarci ancora<br />
di più nelle successive competizioni.<br />
Le partite si sono svolte<br />
presso il Palabarbuto di Napoli,<br />
che si è sentito scuotere fino alle<br />
fondamenta per l’entusiasmo delle<br />
tifoserie.<br />
All. Gianluca Nappo
E’ stato solo un terzo posto<br />
quello ottenuto dall<br />
a s q u a d r a d i b a s k e t .<br />
Il cammino della nostra<br />
squadra è stato difficile: a<br />
gennaio abbiamo iniziato<br />
gli allenamenti e le prestazioni<br />
erano mediocri,<br />
ma, dopo soli due mesi, il<br />
gruppo è totalmente cambiato<br />
e durante il torneo<br />
abbiamo dimostrato di<br />
e s s e r e u n a v e r a s q u a d r a .<br />
Nei tre incontri disputati<br />
abbiamo commesso alcuni<br />
errori, poivhè eravamo<br />
inferiori tecnicamente<br />
rispetto alle altre squadre.<br />
Tuttavia ci ha distinto<br />
la voglia di dare sempre<br />
il meglio di noi per<br />
un obiettivo comune, che<br />
però nella prima partita<br />
è stata un po’ frenata<br />
dalla paura di sbagliare e<br />
dalla tensione. Purtroppo<br />
anche noi non siamo riusciti<br />
ad esultare in campo<br />
a l l a f i n e d e l p r i m o m a t c h .<br />
La situazione non è cambiata<br />
di molto il giorno<br />
seguente nella partita disputata<br />
contro la Teuliè:<br />
riuscivamo ad attaccare<br />
ma non a difendere e così<br />
Basket<br />
abbiamo accumulato uno<br />
svantaggio di dieci punti<br />
nell’arco del primo tempo.<br />
Ma l’intervallo di metà partita<br />
è stato determinante:<br />
il coach Marcheselli che ci<br />
ha ricordato che non avevamo<br />
niente da perdere e<br />
solamente tanto da vincere.<br />
La squadra è così tornata<br />
in campo con animo<br />
nuovo e formata, proprio<br />
come urlava il tifo, da “cinque<br />
leoni” che non hanno<br />
fatto altro che correre e in<br />
un solo minuto siamo riusciti<br />
a recuperare lo svantaggio<br />
e a portarci avanti<br />
di qualche punto fino alla<br />
fine della partita. Al fischio<br />
finale dell’arbitro tutta la<br />
scuola è scesa in campo<br />
a festeggiare la vittoria:<br />
è stato come liberarsi da<br />
un grande peso. Infatti,<br />
nell’ultimo match siamo<br />
entrati in campo sempre<br />
concentrati ma anche molto<br />
sereni, pur sapendo che<br />
stavamo per affrontare la<br />
squadra più preparata del<br />
torneo: il Morosini, vincitore<br />
della competizione,<br />
che si era imposto sulle<br />
altre due squadre con un<br />
12<br />
grande vantaggio. Noi invece<br />
siamo riusciti a tenere<br />
testa agli avversari<br />
fino alla fine dell’incontro.<br />
Sicuramente quest’esperienza<br />
ci permetterà di<br />
migliorare ancora in vista<br />
del prossimo appuntamento<br />
a Milano fra due anni.<br />
All. Antonio Rossi<br />
ESPERIENZE
Anche in questa edizione<br />
del Torneo Interscuole,<br />
la squadra di atletica<br />
della nostra Scuola ha lasciato<br />
il segno, conquistando la coppa<br />
della disciplina, nonostante<br />
la grande tensione e il tempo<br />
avverso (è stata infatti l’unica<br />
giornata senza il sole!). Grazie<br />
all’appoggio dato dal tifo,<br />
e non solo, abbiamo sfruttato<br />
al massimo le nostre capacità,<br />
raggiungendo il podio in<br />
ogni specialità. In particolare<br />
atletica<br />
nei 100 m. maschili si è classificato<br />
1° l’All. Marco Plebiscito<br />
e 2° l’All. Alberto Betti; nei<br />
100 m. femminili si è classificata<br />
al 2° posto l’All. Daniela<br />
Albertin, mentre nei 1000 m.<br />
maschili abbiamo conquistato<br />
il 2° con l’All. Andrea Iachini;<br />
Ci siamo quindi aggiudicati il<br />
2° posto nei 1000 m. femminili<br />
con l’All. Benedetta De Salve e<br />
un 3° e 4° ex – equo nel salto<br />
in alto con gli allievi Francesco<br />
Cosmani e Gianluca Nappo.<br />
13<br />
Concluse le gare individuali è<br />
giunto il momento culminante<br />
e più atteso della giornata: la<br />
staffetta 4x100, che ci ha definitivamente<br />
assicurato il primo<br />
posto. Così, stanchi ma soddisfatti<br />
per la vittoria, siamo tornati<br />
in Accademia confidando<br />
nell’ultima e decisiva sfida che<br />
si sarebbe tenuta il giorno seguente:<br />
il nuoto.<br />
All. Daniela Albertin<br />
All. Matteo Forasassi
L’ultima giornata del VI Torneo<br />
Interscuole Militari è<br />
stata dedicata alle gare di<br />
nuoto. Tutte le squadre si<br />
sono raccolte al completo<br />
per sostenere e spronare<br />
la propria rappresentativa,<br />
consapevoli che quest’ultima<br />
giornata avrebbe decretato<br />
il vincitore del trofeo.<br />
La Scuola <strong>Militare</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
G. Douhet, come ormai<br />
consuetudine, è riuscita a<br />
distinguersi bene in questa<br />
specialità, portando a casa<br />
numerosi successi e guada-<br />
nuoto<br />
gnando un soddisfacente 2°<br />
posto complessivo. Abbiamo,<br />
innanzitutto, conquistato<br />
per merito dell’All. Ludovico<br />
Massafra il 1° posto nel<br />
dorso e nel delfino, quindi il<br />
3° posto nello stile con l’All.<br />
Lorenzo Salvatori e la medaglia<br />
di bronzo nella rana,<br />
vinta dall’All. Manfredi Cartocci.<br />
Le gare si sono concluse<br />
con la staffetta 4x66,<br />
in cui abbiamo raggiunto<br />
un soddisfacente 2° posto.<br />
E così, anche questa avventura<br />
è terminata. Sia-<br />
14<br />
mo ritornati a Firenze con<br />
le nostre medaglie ma, soprattutto,<br />
con la certezza<br />
di essere riusciti nell’intento<br />
di aver formato una vera<br />
squadra. Siamo riusciti a<br />
sfruttare questo momento<br />
di aggregazione come ulteriore<br />
occasione per cementare<br />
l’unione di ragazze<br />
e ragazzi che condividono<br />
quotidianamente la speranza<br />
e la fatica di costruire lealmente<br />
il proprio futuro.<br />
All. Giorgio Morbis<br />
ESPERIENZE
Allievi della Douhet<br />
giovani ciceroni<br />
Fantastiche giornate vissute da noi allievi durante il fine settimana<br />
Tra le tante esperienze<br />
della Scuola <strong>Militare</strong><br />
Douhet, non poteva<br />
mancare la partecipazione degli<br />
allievi alle giornate del FAI.<br />
La nostra collaborazione con<br />
l’interessante iniziativa culturale<br />
si è svolta sabato e domenica<br />
23 e 24 marzo. L’attività<br />
ha interessato tutti e tre i corsi<br />
e si è svolta presso la sede<br />
dell’Istituto di Scienze Militari<br />
Aeronautiche, nel cuore del<br />
parco delle Cascine e presso il<br />
museo Stibbert. Due peculiari<br />
realtà artistiche del territorio<br />
fiorentino; in particolare, il<br />
museo Stibbert è molto importante<br />
per le collezioni di armi,<br />
arredi di gusto impero, nonchè<br />
opere pittoriche. Il fondatore<br />
di questo museo era un collezionista<br />
di fine ‘800 di nome<br />
Friedrik Stibbert, figlio di un<br />
colonnello inglese, che continuò<br />
a coltivare la passione del<br />
padre verso l’armamentario<br />
bellico. Di particolare importanza<br />
le armature di molteplici<br />
epoche storiche, decorate in<br />
vari modi e provenienti da ogni<br />
parte del mondo. Le numerose<br />
stanze del museo sono tappezzate<br />
da quadri che rispecchiano<br />
il gusto del collezionista.<br />
Un pezzo di grande valore storico<br />
è il mantello indossato da<br />
Napoleone Bonaparte in occasione<br />
della sua coronazione a<br />
re d’Italia nel 1805. La nostra<br />
15<br />
partecipazione prevedeva la<br />
conoscenza dei beni artistici<br />
della struttura per poter fare<br />
da ciceroni ai visitatori, accorsi<br />
a migliaia. Si è trattato<br />
di un’iniziativa che all’inizio ci<br />
sembrava di difficile realizzazione,<br />
sia per l’iniziale imbarazzo,<br />
dovuto all’inesperienza<br />
in questo tipo di attività, sia<br />
per la mole di conoscenze da<br />
assimilare in breve tempo; nonostante<br />
le preoccupazioni iniziali<br />
si è rivelata un’avventura:<br />
eravamo così tanto coinvolti<br />
che, nonostante la stanchezza,<br />
ci è dispiaciuto che il turno<br />
fosse già finito.<br />
All. Francesco A. Borello
"... Nonostante le preoccupazioni iniziali<br />
si è rivelata un'avventura interessante ..."<br />
Noi allievi della IV A, invece, abbiamo<br />
collaborato coi colleghi della III A e<br />
III C per illustrare, nelle giornate FAI,<br />
le bellezze, ai più sconosciute, di quello<br />
che era l' Istituto di Formazione Della Regia<br />
<strong>Aeronautica</strong>, ora ISMA, e nota a Firenze<br />
come "Scuola di Guerra Aerea". Spesso gli<br />
impegni che riempiono le nostre giornate ci<br />
impediscono di cogliere le bellezze del luogo<br />
in cui viviamo, che abbiamo visitato interamente<br />
la prima volta durante il nostro<br />
"apprendistato da ciceroni", accompagnati<br />
dalla nostra insegnante di storia dell’arte,<br />
la prof.ssa Federica Chiacchia, che ci ha fornito<br />
un supporto costante sia nella preparazione<br />
dell' evento che durante le visite.<br />
In particolare, abbiamo iniziato con lei<br />
una fase di preparazione che non si è limitata<br />
alle opere di Raffaele Fagnoni, architetto<br />
che ha curato la costruzione dell'<br />
Istituto, ma che ha trattato, in linea generale,<br />
di tutta l' epoca razionalista, permettendoci<br />
di comprendere meglio lo stile<br />
dell’artista. Inoltre la Direzione Studi<br />
ci ha fornito gli elementi di studio. Finita<br />
la fase delle lezioni è iniziata quella dello<br />
studio individuale ci sono stati mostrati<br />
angoli della base che finora non avevamo<br />
mai avuto l' opportunità di vedere, tra<br />
16<br />
cui la meravigliosa "Palazzina Comando",<br />
simbolo dell’intero complesso, dandoci<br />
l' opportunità di provare a descriverli.<br />
Il giorno tanto atteso finalmente arriva.<br />
Alle ore 10 iniziano a partire i primi gruppi,<br />
formati da due allievi e circa 30 visitatori,<br />
tra cui compare, nascosto tra la folla,<br />
qualche ufficiale venuto ad assistere<br />
all'esposizione dei suoi allievi, di cui è sicuramente<br />
rimasto soddisfatto, accompagnato<br />
dalla professoressa, che ha potuto<br />
ammirare il frutto del suo duro lavoro.<br />
A supporto di noi allievi si affiancavano i<br />
fedelissimi dell' Associazione Arma <strong>Aeronautica</strong>,<br />
che si sono divertiti ad ascoltarci<br />
e ad approfondire le nostre spiegazioni<br />
con la loro esperienza alla SGA.<br />
Dopo due giorni di visite i cancelli dell'I-<br />
SMA vengono nuovamente chiusi al pubblico,<br />
e i ciceroni sono stati soddisfatti del<br />
gran numero di visitatori. La giornata FAI<br />
è finalmente conclusa. A cena i ciceroni<br />
dell'ISMA e quelli dello Stibbert si scambiano<br />
le loro impressioni e raccontano le<br />
loro giornate, tanto dure quanto emozionanti,<br />
e ognuno spera di poter rivivere<br />
quest'esperienza, magari a ruoli invertiti.<br />
All Salvatore De Simone<br />
ESPERIENZE
non solo musica<br />
Dalla musica alla letteratura: un viaggio attraverso l'arte<br />
“Venuto al mondo”<br />
di Margaret Mazzantini<br />
Un viaggio di risposte o solamente di ricordi, un<br />
amore senza regole che nasce quando meno te<br />
lo aspetti, una maternità ricercata e negata; e<br />
ancora una guerra tra fratelli, tra uomini di una stessa<br />
nazione, con il dolore e la volontà di rinascita perché<br />
solo così si può andare avanti: questo e altro ancora è<br />
“Venuto al mondo”, il romanzo di Margaret Mazzantini.<br />
In esso l’autrice non si limita a focalizzare su temi<br />
molto discussi, ma che ancora richiedono attenzione<br />
(come la guerra, la fecondazione assistita eccetera);<br />
l’autrice si ripropone, infatti, di trasmetterci le emozioni<br />
di ogni singolo personaggio costituendo un filo<br />
diretto tra noi e i suoi pensieri. Certamente colpiscono<br />
alcune riflessioni sviluppate dalla scrittrice che aderiscono<br />
al complesso caratteriale e comportamentale<br />
dei suoi personaggi principali o secondari, proposti a<br />
noi sia nelle loro debolezze che nei punti di forza:<br />
“L’aria è bianca. Il proiettile ha raggiunto la nuca, il<br />
bambino è caduto a faccia sotto. Gli altri scappano, lasciano<br />
gli slittini e corrono come conigli spaventati. Il<br />
cecchino torna sul luogo, butta un occhio sulle orme<br />
rimaste. Gli piace quel silenzio, quando controlla il suo<br />
lavoro, quando restano soli lui e il suo centro. Controlla<br />
il foro sulla nuca, perfetto. Il bersaglio piccolo è morto<br />
sul colpo, non è nemmeno scivolato un po’ sui gomiti.<br />
Il cecchino non ha bisogno di sprecare altri colpi per<br />
finirlo. E’ come sparare sui conigli, sorride. Poi la crosta<br />
della faccia si indurisce e resta quel misero stupore,<br />
quello del diavolo che guarda se stesso.”<br />
In assoluto le descrizioni della guerra rimangono maggiormente<br />
impresse per la normalità con la quale la<br />
Mazzantini le presenta: il leggero distacco che lei impone<br />
tra scena e lettori permette di visualizzare le<br />
stesse scene come dall’alto, mentre noi, consapevoli o<br />
no di ciò che sta per accadere, raggeliamo davanti alla<br />
sua immediatezza; proprio in questo modo, infatti, ci<br />
leghiamo ancora di più alla vicenda, ma soprattutto ai<br />
personaggi.<br />
E’ molto penetrante, poi, il ruolo che alcuni mestieri,<br />
al mondo d’oggi spesso considerati ‘di relativa importanza’,<br />
ricoprono nella trattazione. Attraverso Diego,<br />
giovane fotografo genovese, e Gojko, poeta sarajevita,<br />
l’autrice sembra affermare che il mezzo più efficace per<br />
trasmettere la violenza e gli orrori della guerra sia l’arte:<br />
infatti, in onore e in ricordo dell’artista italiano, verrà<br />
17<br />
organizzata una mostra con tutte le sue opere scattate<br />
durante la guerra. Le poesie del serbo, invece, variano<br />
a seconda del periodo in cui sono state scritte: passano<br />
dalla disillusione iniziale, data dall’età del bosniaco,<br />
non più giovanissima, ma comunque spensierata, fino<br />
alla presa di coscienza dello stesso durante e dopo la<br />
guerra riguardo alle aberrazioni che l’essere umano e<br />
la sua natura malvagia possono compiere; toccano nel<br />
profondo per la semplicità e la concretezza degli argomenti<br />
che trattano. Ne è chiaro esempio l’epigrafe che<br />
Gojko fa incidere sulla lapide della sorella e della madre<br />
morte insieme durante un bombardamento:<br />
Tieni un capo del filo, / con l’altro capo in mano / io<br />
correrò nel mondo /. E se dovessi perdermi / tu, mammina<br />
mia, tira.
"... How many times must the cannon balls fly...<br />
Before they're forever banned? The answer is blowin' in the wind ..."<br />
BLOWIN IN THE WIND<br />
BOB DYLAN<br />
How many roads must a man walk down<br />
Before you call him a man?<br />
Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail<br />
Before she sleeps in the sand?<br />
Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls<br />
fly<br />
Before they’re forever banned?<br />
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,<br />
The answer is blowin’ in the wind.<br />
How many times must a man look up<br />
Before he can see the sky?<br />
Yes, ‘n’ how many ears must one man have<br />
Before he can hear people cry?<br />
Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows<br />
That too many people have died?<br />
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,<br />
The answer is blowin’ in the wind.<br />
How many years can a mountain exist<br />
Before it’s washed to the sea?<br />
Yes, ‘n’ how many years can some people exist<br />
Before they’re allowed to be free?<br />
Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,<br />
Pretending he just doesn’t see?<br />
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,<br />
The answer is blowin’ in the wind.<br />
18<br />
Da un’altra epoca, da un altro contesto, proviene<br />
il seguente brano di Bob Dylan, Blowin’ the<br />
wind, celebre canzone scritta nel 1962. Il contenuto,<br />
esplicitamente pacifista e antimilitarista,<br />
denuncia un mondo insensibile ai temi sociali,<br />
in quanto impegnato soltanto in una guerra di<br />
posizione e nella ricerca di quei valori personalistici,<br />
propri del liberismo, emblematicamente<br />
personificati dal mito del “self-made man”; in<br />
ciò in fondo, continua Dylan, sta il senso bieco<br />
dell’uomo e della sua condizione, della sua incapacità<br />
di respingere nella testa e nel cuore ogni<br />
forma di angheria e di sopraffazione. Al tempo<br />
stesso, in Blowin’ in the wind, Bob Dylan rileva<br />
ancora una flebile e lontana speranza per un<br />
mondo di giustizia e di pace, straordinariamente<br />
esemplificata dalla frase “How many roads<br />
must a man walk down before you call him a<br />
man?”, ossia “Quante strade deve percorrere un<br />
uomo prima di essere chiamato uomo?”.<br />
All. Camilla Matrigali<br />
All. Lucrezia Pitoni<br />
SVAGO
gioca douhet<br />
Per concludere, dieci minuti di pausa<br />
con un passatempo a tema Douhet e la vignetta del mese<br />
9 3 5 8 4 1<br />
1 9<br />
7 9<br />
4 3 8 7 6<br />
1 4<br />
2 9 3 1 8<br />
9 4<br />
6 2<br />
5 9 1 2 6 4<br />
Rebus (5,2,6)<br />
19<br />
7 4<br />
5 2 8<br />
4 3 6 9<br />
9 8<br />
5 4 2 3<br />
4 5<br />
1 7 6 4<br />
6 4 3<br />
2 5
20<br />
SVAGO
www.aeronautica.difesa.it/douhet