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marzo 2012 - Parrocchia della Beata Vergine Immacolata in Longuelo

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periodico <strong>della</strong> comunità cristiana per il quartiere - n. 3 <strong>marzo</strong> <strong>2012</strong><br />

Più vivi che mai. Risorti


Anno IV - n. 3 MARZO <strong>2012</strong><br />

RESPONSABILE<br />

Massimo Maffioletti<br />

IN REDAZIONE<br />

Giovanni Berera<br />

Roberto Cremaschi<br />

Monica Ferrante<br />

Hianeya Lao<br />

Elio Longhi<br />

Stefania Lovat<br />

Manuela Malighetti<br />

Maria Elena Nardari<br />

Lorenzo Pagnoni<br />

Umberta Pezzoni<br />

Mario Ravasio<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Francesco Geremia, Maria Teresa<br />

Lecchi, gli animatori del<br />

gruppo ADO, Lorenzo Fiori, Brunella<br />

Conca, Sergio Dadda, Giuseppe<br />

Vitali<br />

Tiziana Fumagalli<br />

Roberto Micheletti<br />

FOTOGRAFIE<br />

GRAFICA<br />

IMPAGINAZIONE<br />

News Service<br />

www.newsservice.it<br />

STAMPA<br />

Litostampa Istituto grafico<br />

Via Corti, 51 - Bergamo<br />

IN COPERTINA<br />

Marc Chagall, La Resurrezione<br />

(1937-1948), Parigi<br />

periodico <strong>della</strong> comunità cristiana per il quartiere - n. 3 <strong>marzo</strong> <strong>2012</strong><br />

Più vivi che mai. Risorti<br />

LONGUELO COMUNITÀ<br />

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE<br />

DI BERGAMO N. 7 DEL 25/2/2009<br />

I N Q U E S T O N U M E R O<br />

le Scritture - diceva San Giro-<br />

«Ignorare<br />

lamo - significa non conoscere Gesù<br />

Cristo e qu<strong>in</strong>di significa lasciare che la<br />

propria fede manchi delle fondamenta». In<br />

effetti la Parola di Dio è ancora sconosciuta<br />

alla maggior parte dei cattolici e si fa sempre<br />

più largo la necessità<br />

di approfondirne<br />

la<br />

conoscenza.<br />

Numerose sono<br />

le esperienze<br />

positive al riguardo,<br />

anche<br />

a <strong>Longuelo</strong>: da<br />

circa vent’anni<br />

si sono susseguiti,<br />

nel nostro<br />

quartiere, ben<br />

nove gruppi di<br />

lettura cont<strong>in</strong>uata<br />

<strong>della</strong> Parola.<br />

Attualmente i gruppi biblici presenti sul<br />

territorio sono tre. La ricerca del senso <strong>della</strong><br />

vita, la voglia di avvic<strong>in</strong>are il mistero di Dio<br />

attraverso la sua storia nella storia umana, la<br />

necessità di comprendere meglio i passaggi<br />

<strong>della</strong> liturgia: questi sono alcuni aspetti che<br />

stimolano un credente a prendere (o riprendere)<br />

<strong>in</strong> mano le Sacre Scritture.<br />

Il dossier di questo numero di LC (da pag.<br />

11 a pag 22) nasce dal desiderio di estendere<br />

la riflessione alla comunità <strong>in</strong>tera, un bel<br />

Pasticceria gelateria<br />

Luigi Locatelli<br />

Caffè Bazz<strong>in</strong>i<br />

gelateria<br />

Ruggieri gioielleria<br />

Boss<strong>in</strong>i Bruno<br />

pf Banca Fideuram<br />

L’Artigiano tappezziere<br />

di Fabrizio Albani<br />

Ottica Elzi<br />

Marco De Mart<strong>in</strong>o<br />

Risparmio carburante<br />

modo per prepararsi a vivere la Settimana<br />

Santa.<br />

Nel resto del giornale, proseguiamo con<br />

la rubrica «Res Publica» a proporre alcune riflessioni<br />

d’attualità, a pag. 4-5, mentre nelle<br />

pag<strong>in</strong>e 6-7 presentiamo la proposta di un<br />

gruppo di cristianibergamaschi<br />

di ripensare<br />

alle radici del<br />

cattolicesimo<br />

democratico:<br />

alcuni degli <strong>in</strong>contri<br />

previsti si<br />

terranno nel<br />

nostro territorio.<br />

Un’altra occasione<br />

per recuperare<br />

il senso<br />

profondo di<br />

una testimonianza<br />

è il ricordo<br />

di padre David Maria Turoldo a vent’anni<br />

dalla morte (pag. 8-10). Come ogni anno,<br />

presentiamo (pag. 24-26) il bilancio economico<br />

<strong>della</strong> comunità: la riduzione delle entrate<br />

è un segnale significativo <strong>della</strong> crisi che<br />

tutti stiamo vivendo. Simpatico, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il resoconto<br />

<strong>della</strong> convivenza <strong>in</strong> oratorio dei nostri<br />

ADO: alle pag<strong>in</strong>e 27 e 28.<br />

Questo numero arriva <strong>in</strong> tutte le famiglie<br />

per augurarvi Buona Pasqua.<br />

La redazione<br />

Questo periodico esce con il contributo di:<br />

Credito Bergamasco<br />

Cesteria<br />

Mariani Roberto<br />

Perico<br />

merceria <strong>in</strong>timo<br />

Tabaccheria - edicola<br />

“Per.Ca.”<br />

Farmacia<br />

Conca Verde<br />

Scuolaufficio s.r.l.<br />

di Borgo Palazzo <strong>in</strong> Bergamo


La legge <strong>della</strong> Pasqua<br />

è già dentro la vita<br />

N<br />

o, credere a Pasqua non è/ giusta fede:/ troppo<br />

bello sei a Pasqua!/ Fede vera/ è al venerdì santo/<br />

quando tu non c’eri/ lassù!/ Quando non una eco/<br />

risponde/ al suo alto grido/ e a stento il Nulla/ dà forma/<br />

alla tua assenza». Turoldo era un poeta e - come disse Alda<br />

Mer<strong>in</strong>i - a un poeta non puoi chiedere sempre l’ortodossia.<br />

A vent’anni dalla morte la ricerca religiosa, travagliata,<br />

di questo <strong>in</strong>quieto Qohelet moderno che osa dare<br />

del «Tu» a Dio, rimane ancora viva. Il paradosso di una fede<br />

che nella vita non cerca scorciatoie <strong>in</strong> resurrezioni semplificatrici,<br />

quasi a voler dimenticare il grido del venerdì<br />

santo, è attualissimo. La Pasqua non cancella mai il venerdì<br />

santo. La morte spaventosamente violenta del figlio - di<br />

quel figlio - è il caso serio <strong>della</strong> fede. Della fede di quel figlio.<br />

Èdi noi uom<strong>in</strong>i, suoi contemporanei. Contemporanea<br />

a noi è la sua prova di fiducia. Contemporanea a lui è la<br />

passione di tante donne e uom<strong>in</strong>i che <strong>in</strong>contri nel cuore<br />

<strong>della</strong> vita (e per alcune vicende chiedo: qual è il segreto<br />

<strong>della</strong> loro fedeltà alla vita nonostante l’esperienza di vento<br />

contrario?). Tutti gli <strong>in</strong>terrogativi dell’uomo - a causa<br />

<strong>della</strong> morte di quel figlio - sono portati alla luce. Nemmeno<br />

Dio può scansarli. Per esempio: la presenza ossessiva<br />

del male come veleno che ammorba la creazione buona o<br />

il dubbio sulla bontà stessa del Creatore che «permette»<br />

una morte ignom<strong>in</strong>iosa; l’<strong>in</strong>sensatezza <strong>della</strong> vendetta<br />

umana o ancora la sofferenza sproporzionata e <strong>in</strong>giusta,<br />

l’<strong>in</strong>tollerabile dolore.<br />

Sull’altro piatto <strong>della</strong> bilancia pesa soltanto una manciata<br />

di piccoli semi di fiducia <strong>in</strong>crollabile: non sai nemmeno<br />

da dove viene a quel figlio la tenuta nella prova. Già,<br />

come tenere e resistere nella fiducia quando ti accorgi che<br />

il primo lontano che prometteva vic<strong>in</strong>anza, mentre la violenza<br />

degli uom<strong>in</strong>i si scatenava contro l’<strong>in</strong>nocente, è proprio<br />

Lui, Dio? Di questo dovremmo parlare ogni tanto noi<br />

uom<strong>in</strong>i, afflitti da preoccupazioni economiche e cont<strong>in</strong>uamente<br />

ripiegati sull’ombelico delle nostre esclusive<br />

realizzazioni o dei piccoli deliri di conquista. Può apparirvi<br />

strano, ma è la fede che ci fa umani. Solo la fede.<br />

Ha avuto ragione lui, quel figlio che ha percorso per tre<br />

anni la vicenda umana con l’<strong>in</strong>genuità di un sognatore,<br />

contrastando a muso duro non solo il mare <strong>in</strong> tempesta<br />

ma soprattutto la tentazione umana - troppo umana - a<br />

coltivare <strong>in</strong>vidie, vendette di sottobanco, fantasticando <strong>in</strong><br />

qualche angolo nascosto del cuore illusioni di potere e<br />

desideri di onnipotenza. Ha sfidato la subdola conv<strong>in</strong>zione<br />

che <strong>in</strong> fondo Dio sia soltanto un bieco buratt<strong>in</strong>aio che<br />

spegne la sua sete di vendetta con il sangue di quel figlio.<br />

Con il sangue di ogni uomo. Come se noi non contassimo<br />

nulla ai suoi grandi occhi di Padre e non fossimo da sempre<br />

figli suoi. Come se Dio - per dirla ancora alla Turoldo -<br />

EDITORIALE 3<br />

Piero Della<br />

Francesca,<br />

Resurrezione<br />

(1450-1463),<br />

Sansepolcro<br />

si comportasse con «div<strong>in</strong>a Indifferenza» e lasciasse imperare<br />

il Nulla nel mondo. Siamo piccoli uom<strong>in</strong>i, a tratti così<br />

aggrovigliati <strong>in</strong> pratici vizi quotidiani, passivi di fronte all’imbarbarimento<br />

dei rapporti, chiusi dentro le mura delle<br />

nostre <strong>in</strong>vidie e vogliuzze di piccolo cabotaggio, ma speriamo<br />

- ad alta voce - che a risorgere sia <strong>in</strong>nanzitutto la nostra<br />

fiducia <strong>in</strong> Dio e nell’uomo. Non ci risorgerà una resurrezione<br />

che piove dall’alto come un miracolo. Non è Pasqua<br />

questa. Risorgere è già dono dato all’uomo, a patto<br />

di una radicale fiducia nella vita e nel Padre. La fiducia spalancherà<br />

le porte <strong>della</strong> resurrezione. La fiducia: unica possibilità<br />

per disporci a fronteggiare il maligno e la morte.<br />

Scelta perdente? Può darsi. Noi, contemporanei di quel figlio,<br />

ci ost<strong>in</strong>iamo a stare sul suo lato perdente <strong>della</strong> vita. La<br />

legge di Pasqua sta già dentro la vita: il chicco di grano dà<br />

frutto se sprofonda <strong>in</strong> terra e accoglie <strong>in</strong> sé la morte. Quanto<br />

è paradossale il vangelo che <strong>in</strong>dossiamo e ci veste.<br />

Una comunità cristiana semplice come la nostra dovrebbe<br />

<strong>in</strong>nanzitutto accompagnare le persone dentro i loro<br />

camm<strong>in</strong>i sofferti o gioiosi, senza mai scavalcare i venerdì<br />

santi <strong>della</strong> vita ma aiutando a lasciar emergere il tesoro<br />

di fiducia che dimora nel cuore di ognuno. Sarebbe già un<br />

primo div<strong>in</strong>o risollevamento. È anche per questo che c’è la<br />

Chiesa - e siamo Chiesa: un impasto umile e fragile di donne<br />

e uom<strong>in</strong>i chiamati a essere fratelli, che punta tutto sull’apprezzamento<br />

di questa storia come luogo <strong>della</strong> nostra<br />

salvezza e <strong>della</strong> nostra promessa risurrezione. Una Pasqua<br />

così vorrei augurare - <strong>in</strong>sieme con don Paolo e don Giorgio<br />

- a ognuno di voi, cari amici. A tutti coloro che non conosco<br />

ancora. Ai lontani e ai vic<strong>in</strong>i.


COMMENTI & ATTUALITÀ<br />

«Res publica», le cose di tutti<br />

La spettacolarizzazione<br />

<strong>della</strong> violenza<br />

È difficile dist<strong>in</strong>guere tra la fiction e la<br />

realtà. Accanto a programmi di f<strong>in</strong>zione,<br />

come «Bones» o «C.S.I», troviamo la tv realtime<br />

di «Quarto Grado» che fa <strong>della</strong> violenza<br />

e dell’orrore uno spettacolo imperdibile,<br />

seducente. Fra gli uni e gli altri non<br />

c’è differenza, stesso modo di condurre le<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e soffermarsi sui dettagli macabri.<br />

Solo che nel secondo caso si tratta di<br />

vita vera. Si <strong>in</strong>dugia sui particolari più crudi:<br />

le ferite ritrovate sul corpo, il sangue sul<br />

luogo del delitto; se si tratta di una donna<br />

si <strong>in</strong>daga per capire se è stata abusata sessualmente,<br />

si dà conto di tracce di Dna trovato<br />

sotto le unghie, sui vestiti. Diventiamo<br />

tutti morbosi spettatori di un’<strong>in</strong>formazione<br />

che fa dell’omicidio di una persona -<br />

anche se si tratta di una ragazz<strong>in</strong>a di quattrodici anni - una vera<br />

e propria serie televisiva.<br />

Settimana dopo settimana veniamo aggiornati sulle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />

il volto <strong>della</strong> vittima ci diventa famigliare, ci sentiamo suoi<br />

parenti: ma il dolore non è nostro. Nostra è sola la curiosità e<br />

l’<strong>in</strong>solenza del voler saper tutto. Un corteo di tuttologi viene<br />

convocato a sentenziare, dare op<strong>in</strong>ioni, condannare o assolvere<br />

persone che esistono realmente, che hanno reali sentimenti,<br />

ai quali è successo qualcosa di terribile che nessun copione<br />

gli aveva rivelato <strong>in</strong> anticipo. Noi assistiamo, come le<br />

donne che sferruzzavano <strong>in</strong> piazza <strong>in</strong> attesa di vedere l’esecuzione<br />

<strong>della</strong> condanna a morte, sentendoci detective ai quali è<br />

consentito accusare, arrestare e processare. È importante considerare<br />

che l’unico approccio possibile <strong>in</strong> questi casi non è il<br />

voyeurismo, ma la pietà nei confronti di chi è vittima e di chi è<br />

carnefice. Questa pietà ci chiederebbe di volere fortemente<br />

che sia fatta giustizia, ma non da parte dal tribunale televisivo<br />

(magari con il televoto). Dietro ogni gesto efferato, con il quale<br />

prendiamo familiarità, ci sono vissuti reali con mondi di affetti,<br />

circoli di relazioni. Il giornalismo che si accanisce e pesca<br />

nel torbido è un’<strong>in</strong>sopportabile ulteriore violenza.<br />

u.p.<br />

È bello pagare le tasse?<br />

Secondo Tommaso Padoa Schioppa, m<strong>in</strong>istro dell’Economia<br />

del secondo governo Prodi, «dovremmo avere il coraggio di<br />

dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo<br />

di contribuire tutti <strong>in</strong>sieme a beni <strong>in</strong>dispensabili come la salute,<br />

la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente», parole che gli attirarono<br />

le critiche e gli sberleffi di una larga parte del mondo<br />

4<br />

Tommaso Padoa Schioppa La nave da crociera «Concordi<br />

politico e imprenditoriale. Le critiche erano ovviamente rivolte<br />

a quell’attributo, «bellissima», relativo all’azione di assolvere<br />

onestamente al proprio dovere di contribuenti, ma, <strong>in</strong> fondo <strong>in</strong><br />

fondo, volevano <strong>in</strong>dicare una chiara avversione alle tasse, viste<br />

come un’appropriazione <strong>in</strong>debita compiuta dallo Stato nei<br />

confronti di chi lavora e produce. Assai vic<strong>in</strong>o a questo punto<br />

di vista era anche la posizione del precedente Presidente del<br />

Consiglio, per il quale «pagare più del 50% di tasse giustifica<br />

moralmente l’evasione fiscale»: frase che ben rappresenta il<br />

disagio di tanta parte del ceto produttivo (lavoratori autonomi,<br />

commercianti, artigiani, partite IVA, ecc.) davanti alla dichiarazione<br />

dei redditi. Che <strong>in</strong> Italia i balzelli e le imposte, sia dirette<br />

che <strong>in</strong>dirette, siano a livello scand<strong>in</strong>avo è ormai noto da tempo,<br />

senza però che ci vengano assicurati i servizi tipici del Nord<br />

Europa; <strong>in</strong>oltre la tassazione colpisce <strong>in</strong> modo pesante il lavoro<br />

regolare, andando a caricare il costo di produzione e rendendo<br />

i nostri prodotti poco o per nulla competitivi nella sfida<br />

globale. Risulta così evidente che si impone la necessità di calmierare<br />

l’imposizione fiscale, sia sui s<strong>in</strong>goli che sulle imprese,<br />

ma questo <strong>in</strong>tento può avverarsi solamente se si allarga la base<br />

dei soggetti tassati, aumentando così il numero dei contribuenti<br />

onesti: <strong>in</strong> parole semplici, pagare tutti per pagare meno.<br />

Le recenti sortite, anche molto a effetto, <strong>della</strong> Guardia di F<strong>in</strong>anza<br />

<strong>in</strong> numerose località italiane (Bergamo compresa) vanno<br />

nella direzione di mostrare che lo Stato è ben deciso a perseguire<br />

i «furbi» e i disonesti, anche attraverso controlli <strong>in</strong>crociati<br />

tra redditi, proprietà e spese.<br />

In numerose nazioni, che stimiamo e che eleviamo a nostro<br />

modello, evadere le tasse è un grave crim<strong>in</strong>e, punito, oltre che<br />

dalla giustizia, anche dal discredito sociale, perché la costru-


» davanti all’Isola del Giglio Mario Monti<br />

zione del bene comune si basa sull’impegno di tutti, <strong>in</strong> funzione<br />

<strong>della</strong> propria capacità contributiva.<br />

Seguire il loro esempio è ormai <strong>in</strong>dispensabile, soprattutto<br />

<strong>in</strong> questi anni di «vacche magre»: è un obiettivo per tutti, da chi<br />

governa f<strong>in</strong>o al s<strong>in</strong>golo contribuente.<br />

e.l.<br />

Quanto è politico il governo tecnico<br />

Tecnico o politico? Dopo i primi 100 giorni del governo<br />

Monti, si può tirare un primo bilancio, che forse sgombra il<br />

campo dalla questione lessicale. Certamente Monti è stato<br />

chiamato da Napolitano <strong>in</strong> quanto tecnico di altissimo livello,<br />

tecnico dell’economia <strong>in</strong> una situazione di difficile crisi economica.<br />

Monti ha chiamato <strong>in</strong>torno a sé m<strong>in</strong>istri largamente tecnici,<br />

seppur non estranei alla politica. Ha una maggioranza <strong>in</strong><br />

Parlamento costitituita dai tre pr<strong>in</strong>cipali partiti (Pdl, Pd, Terzo<br />

Polo), qu<strong>in</strong>di totalmente politica. E sta governando. Qu<strong>in</strong>di facendo<br />

politica.<br />

Gli ultimi provvedimenti del governo «tecnico» rappresentano<br />

una sfida per un mondo «politico» piuttosto spaesato di<br />

fronte ad una novità che si conferma sempre più profonda. Cosa<br />

sta emergendo da queste scelte (si pensi, vado alla r<strong>in</strong>fusa,<br />

alle decisioni sulle pensioni, alla r<strong>in</strong>uncia alla candidatura di<br />

Roma alle Olimpiadi, alla conferma <strong>della</strong> TAV, alle disposizioni<br />

sui compensi dei manager di stato, f<strong>in</strong>o all’importantissimo decreto<br />

sulle liberalizzazioni....)? Sta emergendo che siamo di<br />

fronte ad un Governo che governa e a un Parlamento che svolge<br />

la funzione legislativa. La nuova considerazione dell’Europa<br />

nei confronti dell’Italia ne è la miglior prova (<strong>in</strong>sieme al concreto<br />

calo dello spread). Qu<strong>in</strong>di: la politica non è morta, il Par-<br />

COMMENTI & ATTUALITÀ<br />

Alcune righe su temi d’attualità. Riflessioni abbozzate <strong>in</strong> attesa di un pensiero<br />

più compiuto. Appunti per fare memoria su cose che ci riguardano...<br />

Le cose pubbliche. Quelle che sono di tutti senza essere proprietà di nessuno.<br />

Questo vuole essere questa rubrica, che di tanto <strong>in</strong> tanto uscirà su LC.<br />

5<br />

lamento fa il suo mestiere e, nel farlo, è il<br />

miglior alleato del Governo per far fronte alla<br />

crisi.<br />

Ma davanti al vasto consenso popolare<br />

che Monti registra, nonostante le decisioni<br />

molto impopolari che sta prendendo, i partiti<br />

devono fronteggiare una <strong>in</strong>eludibile e<br />

radicale questione di fondo: siamo davanti<br />

all’anti-politica o a una forma di altra-politica<br />

che rischia di spazzarli via, magari imponendo<br />

Monti come il candidato «necessario»<br />

alle prossime elezioni? La lunga ondata<br />

antipolitica, alimentata ogni giorno da<br />

scandali e debolezze del sistema dei partiti,<br />

non può occultare il fatto che l’Italia è un<br />

paese pieno di politica, reattivo <strong>in</strong> forme né<br />

populiste né qualunquiste. Ma quest’altra<br />

politica viene temuta dai partiti, che magari<br />

ne parlano e poi la tengono lontana, la<br />

trascurano, cont<strong>in</strong>uano ad abbandonarsi all’esorcismo del<br />

«non cedere ai movimenti», formula divenuta ormai l’emblema<br />

dell’immobilismo e dell’autoreferenzialità. Così stando le cose,<br />

potranno i partiti realizzare quel mutamento che tanti <strong>in</strong>vocano<br />

come <strong>in</strong>dispensabile? Quali i temi con i quali cimentarsi per<br />

l’auspicato ritorno a una seria elaborazione culturale, per mettere<br />

a punto programmi non raffazzonati? Il giurista Stefano<br />

Rodotà ne propone tre: i diritti fondamentali; i servizi pubblici;<br />

i limiti alla libertà d’ <strong>in</strong>iziativa economica privata. Dietro ciascuno<br />

di questi temi si trovano soggetti reali, <strong>in</strong>iziative concrete.<br />

Molti comuni e gruppi si adoperano ogni giorno perché trov<strong>in</strong>o<br />

effettivo riconoscimento i diritti degli immigrati, delle<br />

coppie di fatto, di quanti vogliono liberamente decidere sulla<br />

f<strong>in</strong>e <strong>della</strong> loro vita. La questione dei servizi è simboleggiata dal<br />

servizio idrico, dall’ acqua come bene comune: l’Italia è l’epicentro<br />

di un largo movimento, che ha visto ventisette milioni<br />

di elettori votare contro la privatizzazione dell’ acqua. Altrettanto<br />

<strong>in</strong>tensa è la discussione <strong>in</strong>torno ai limiti del mercato, accesissima<br />

<strong>in</strong>torno ai temi del lavoro e che vede l’ <strong>in</strong>quietante<br />

tentativo di cancellare l’articolo 41 <strong>della</strong> Costituzione che congiunge<br />

il decreto berlusconiano di luglio e il decreto «Cresci<br />

Italia», ponendo il problema se sia ancora possibile <strong>in</strong> economia<br />

una politica «costituzionale».<br />

Questa è l’ altra politica. E ciascuno di questi temi pone la<br />

questione di quale idea di società debba oggi sostenere l’azione<br />

politica. Saranno capaci questi partiti di rigenerarsi, come<br />

auspicato da Naplitano, entro la vic<strong>in</strong>a scadenza delle prossime<br />

elezioni? O Monti verrò richiamato <strong>in</strong> una def<strong>in</strong>itiva abdicazione<br />

del ruolo <strong>della</strong> politica?<br />

r.c.


Cercasi un f<strong>in</strong>e<br />

Un percorso di formazione alle<br />

radici del Cattolicesimo democratico<br />

Dopo i primi due <strong>in</strong>contri, dedicati a<br />

«Le radici storiche del Cattolicesimo<br />

democratico» (relatore Guido Formigoni)<br />

e a «Giuseppe Dossetti, l’uomo<br />

<strong>della</strong> Costituzione» (relatore Filippo<br />

Pizzolato), il ciclo prosegue con il seguente<br />

calendario:<br />

Pensare politicamente.<br />

Giuseppe Lazzati<br />

Incontro con Luigi Franco Pizzolato<br />

Lunedì 26 <strong>marzo</strong>, ore 20.45<br />

Oratorio del Villaggio degli Sposi<br />

Alla scuola di don Milani<br />

Incontro con Daniele Rocchetti<br />

Lunedi 16 aprile, ore 20.45<br />

Oratorio del Villaggio degli Sposi<br />

La Pira. L’attesa <strong>della</strong> povera gente<br />

Incontro con Ivo Lizzola<br />

Lunedì 23 aprile, ore 20.45<br />

Oratorio di <strong>Longuelo</strong><br />

La lezione politica di Moro<br />

Incontro con Franco Monaco<br />

Lunedì 7 maggio, ore 20.45<br />

Oratorio di <strong>Longuelo</strong><br />

6<br />

IN PRIMO PIANO<br />

Per ritornare a pensare<br />

politicamente<br />

Un manifesto e una proposta dei cattolici democratici<br />

Nel panorama politico attuale disagio e<br />

speranze attraversano il mondo cattolico<br />

italiano: disagio per una carenza di<br />

una rappresentatività ufficiale e speranze per<br />

una, perf<strong>in</strong>o enfatizzata, presenza di tanti s<strong>in</strong>goli<br />

suoi rappresentanti nel nuovo Governo.<br />

Con il desiderio di una più visibile presenza si<br />

accendono così <strong>in</strong> taluni, <strong>in</strong> maniera più passionale<br />

che critica, la nostalgia e la voglia di un<br />

protagonismo cattolico che diventi un «partito<br />

dei cattolici». Su queste attese è bene realisticamente<br />

riflettere facendo presente che oggi, a<br />

differenza che nel 1948, non esiste più il collante<br />

di un pericolo immediatamente percepito<br />

come sistemico (il timore <strong>della</strong> perdita <strong>della</strong><br />

libertà, civile e religiosa, ad opera del comunismo);<br />

che, a causa <strong>della</strong> secolarizzazione, si è ridotta<br />

la capacità <strong>della</strong> Chiesa gerarchica di<br />

orientare <strong>in</strong> senso unitario il voto <strong>della</strong> cattolicità<br />

italiana, essendo maturata nei Cattolici l’idea<br />

di una possibile pluralità di militanze politiche.<br />

Nemmeno quel partito «glorioso» (la DC),<br />

del resto, era unitario.<br />

La sua classe dirigente, che per lo più proveniva<br />

dal mondo cattolico, doveva tenere <strong>in</strong>sieme<br />

una galassia di diverse appartenenze, accomunate<br />

non da un giudizio politico comune,<br />

ma dalla paura - vera o <strong>in</strong>dotta - del pericolo si-<br />

<strong>Longuelo</strong> - Terrasanta: mostra sul Muro<br />

stemico di perdita <strong>della</strong> libertà. Una paura che<br />

ha fatto sempre più il gioco di una gestione<br />

moderata e conservativa <strong>della</strong> sua dottr<strong>in</strong>a sociale;<br />

che ha bloccato per 40 anni il r<strong>in</strong>novamento<br />

<strong>della</strong> classe dirigente, esponendola alla<br />

corruzione e rendendo <strong>in</strong>compiuta la democrazia.<br />

Ora, avviandosi alla f<strong>in</strong>e un ciclo politico<br />

critico, si tende a dare la colpa <strong>della</strong> sofferenza<br />

attuale <strong>della</strong> democrazia non all’anomalia populistica<br />

che si è <strong>in</strong>serita pesantemente nel sistema<br />

bipolare, ma alla logica bipolare stessa<br />

del sistema politico. E per superare questa crisi<br />

si crede che basti creare un centro dello schieramento<br />

bipolare, egemonizzato dai Cattolici,<br />

nella posizione di una astratta equidistanza a<br />

destra o a s<strong>in</strong>istra, identificando per lo più col<br />

moderatismo politico la nobile e avanzata dottr<strong>in</strong>a<br />

sociale cristiana.<br />

L’esaltazione per la riscoperta d’una presenza<br />

cattolica <strong>in</strong> politica rischia di trasformarsi<br />

nell’<strong>in</strong>vocazione antistorica ad una unità politica<br />

<strong>in</strong>differenziata, con l’illusione che essa non<br />

debba fare i conti con la differenziazione politica<br />

reale che si è consolidata ormai dentro il<br />

mondo cattolico stesso, <strong>in</strong> conformità agli altri<br />

Paesi occidentali.<br />

Proprio questa differenziazione esige però<br />

che si elabori <strong>in</strong> casa cattolica un corretto me-<br />

Il gruppo neonato «<strong>Longuelo</strong>-Terrasanta» propone per dopo Pasqua una serie di appuntamenti per sensibilizzare<br />

la comunità e il quartiere di <strong>Longuelo</strong> sui delicati rapporti tra arabi ed ebrei <strong>in</strong> Israele.<br />

Dopo la bancarella dei fiori del 18 <strong>marzo</strong> scorso, per «Una borsa di studio per Veronica» a sostegno degli studi<br />

di una ragazz<strong>in</strong>a palest<strong>in</strong>ese che abita a Gerusalemme (<strong>in</strong> collaborazione con una rete di famiglie arabo-cristiane<br />

che vivono <strong>in</strong> Gerusalemme e le Acli di Bergamo), un momento culturale.<br />

Dal 19 al 22 aprile mostra fotografica dedicata al conflitto israelo-palest<strong>in</strong>ese «Il Muro: frammenti di occupazione.<br />

Gl <strong>in</strong>sediamenti, il muro, i checkpo<strong>in</strong>t». La mostra sarà allestita con la collaborazione del Gruppo «Iabbok».<br />

Il gruppo Iabbok nasce nel 2010 nella prov<strong>in</strong>cia di Bergamo da un gruppo di giovani accomunati dalla<br />

fede cristiana e dalla passione per la non-violenza e i diritti umani. Il gruppo prende il nome da un piccolo torrente<br />

che scorre <strong>in</strong> Giordania e che Giacobbe ha attraversato lottando con Dio e riconciliandosi con suo fratello<br />

Esaù. (www.iabbok.com) Venerdì 20 aprile alle ore 20.45, presentazione del documento «Kairos Palest<strong>in</strong>a.<br />

Il grido dei cristiani <strong>in</strong> Terrsanta» a cura del gruppo «Iabbok». Domenica 22 aprile alle ore 11.45, sempre nella<br />

sede <strong>della</strong> mostra il gruppo degli adolescenti di <strong>Longuelo</strong> offrirà l’aperitivo dopo Messa a tutti i visitatori <strong>della</strong><br />

mostra. Le offerte raccolte saranno dest<strong>in</strong>ate al progetto «Una borsa di studio per Veronica».<br />

A breve comunicheremo anche il luogo e gli orari <strong>della</strong> mostra.


todo politico, la cui carenza si avverte anche<br />

nella notevole dose di imprecisione categoriale,<br />

come se mancasse -anche a navigati commentatori-<br />

una bussola per orientarsi nell’arcipelago<br />

cattolico. Significativo è lo scorretto impiego<br />

<strong>della</strong> categoria di «cattolici democratici»,<br />

che è per lo più usata come semplice congiunzione<br />

di un essere cattolico (appartenere alla<br />

Chiesa) e di un essere democratico (accettare le<br />

regole formali <strong>della</strong> democrazia), <strong>in</strong>dipendentemente<br />

dal metodo di elaborazione e di traduzione<br />

politica <strong>della</strong> dottr<strong>in</strong>a sociale <strong>della</strong><br />

Chiesa che il «cattolicesimo democratico» comporta.<br />

Perciò ad alcuni cattolici di Bergamo, laici ed<br />

ecclesiastici, che cercano di lavorare, secondo<br />

le proprie possibilità e responsabilità, per la formazione<br />

dei cittad<strong>in</strong>i e dei credenti, <strong>in</strong> un’azione<br />

coerente di formazione civile e pastorale,<br />

pare opportuno offrire ai giovani e riportare alla<br />

memoria dei più anziani le ragioni d’una presenza<br />

politica cattolica, cristianamente ispirata<br />

e pur rispettosa <strong>della</strong> laicità <strong>della</strong> costruzione<br />

<strong>della</strong> città dell’uomo. Intendiamo proporre la<br />

visione di quel «cattolicesimo democratico»,<br />

che si può dire che abbia segnato le stagioni<br />

più feconde <strong>della</strong> maturazione civile degli Italiani<br />

e <strong>della</strong> presenza dei Cattolici <strong>in</strong> politica. Riscoprire<br />

la sua vocazione specifica significa decl<strong>in</strong>are<br />

i pr<strong>in</strong>cipi <strong>della</strong> dottr<strong>in</strong>a sociale cristiana<br />

<strong>in</strong> un senso antropologico, cioè mostrare a tutti<br />

il loro carattere non dogmatico-confessionale,<br />

ma di promozione di tutti gli uom<strong>in</strong>i nella<br />

città di tutti. Sono le regole che hanno propiziato<br />

la nascita, così cristiana e pur così condivisa,<br />

<strong>della</strong> nostra Carta costituzionale e che sostanziano<br />

quella presenza dei Cristiani nel<br />

mondo, auspicata dal Concilio Vaticano II, <strong>in</strong><br />

particolare dalla Lumen Gentium e dalla Gaudium<br />

et Spes.<br />

Si ritiene che, <strong>in</strong> un tempo e <strong>in</strong> una società <strong>in</strong><br />

cui alcuni Cattolici coltivano prepotenti nostal-<br />

IN PRIMO PIANO 7<br />

Giuseppe Dossetti Aldo Moro Lorenzo Milani Giorgio La Pira<br />

gie egemoniche, f<strong>in</strong>o a diventare una lobby<br />

mondana, e altri non sanno decl<strong>in</strong>are <strong>in</strong> maniera<br />

partecipata e persuasiva le ragioni <strong>della</strong><br />

propria visione ideale, il Cattolicesimo democratico<br />

possa offrire un aiuto alla formazione<br />

dei Cattolici a pensare politicamente <strong>in</strong> vista di<br />

una qualità alta d’una politica che voglia costruire<br />

progressivamente la città nella direzione<br />

<strong>della</strong> pace sociale, attraverso il bene comune<br />

consensualmente costruito.<br />

Riteniamo che l’ospitalità data da nostre comunità<br />

cristiane a questo modo di pensare la<br />

presenza dei cattolici <strong>in</strong> politica sia un segno<br />

efficace non solo per la città, ma anche per la<br />

comunità stessa: sia nel suo sforzo di dare forza<br />

antropologica alla sua testimonianza di fede,<br />

sia nella sua capacità di dialogare con la società<br />

civile. La proposta che qui avanziamo presenterà,<br />

dopo una rievocazione s<strong>in</strong>tetica <strong>della</strong><br />

natura e <strong>della</strong> storia del Cattolicesimo democratico,<br />

alcune sue figure rappresentative,<br />

(Dossetti, Lazzati, La Pira, don Milani, Moro), agganciandole<br />

ad un problema specifico che<br />

hanno gestito secondo il metodo di quella cultura<br />

politica. In una rassegna di grandi rappresentanti<br />

dei Cattolici italiani <strong>in</strong> politica, anche<br />

altre personalità avrebbero potuto trovare posto:<br />

ma noi vogliamo qui illustrare la storia di<br />

una presenza, che rischia più di altre di andare<br />

perduta, perché non ha la potenza del potere<br />

né ama praticare la semplificazione dei problemi.<br />

E che però è forse la più appropriata a rispondere<br />

ai momenti critici <strong>della</strong> vita politica<br />

<strong>della</strong> nostra post-modernità.<br />

Ivo Lizzola Luigi Franco Pizzolato,<br />

Daniele Rocchetti Mirosa Servidati, don<br />

Sergio Colombo don Massimo Maffioletti,<br />

don Patrizio Moioli, Roberto Alfieri,<br />

Filippo Pizzolato, Giovanni Frigeni,<br />

Alessandro Giussani, Rosa Gelsom<strong>in</strong>o,<br />

Giorgio Lanzi,Giovanni Colombi, Mario<br />

Ghidoni, Paola Magni, Lucia Galimberti<br />

LC a quota 500<br />

ma siamo <strong>in</strong> calo<br />

Alla f<strong>in</strong>e di febbraio il totale degli abbonamenti<br />

è di 501, di cui 22 sono<br />

nuovi. Ma stiamo aspettando che altri<br />

63 siano r<strong>in</strong>novati. Hanno disdetto il<br />

loro abbonamento <strong>in</strong> 11, <strong>in</strong> 5 si sono<br />

trasferiti e non r<strong>in</strong>novando l’abbonamento<br />

così come una persona che si<br />

trova <strong>in</strong> casa di riposo. LC è uno strumento<br />

prezioso per comunicare.<br />

Tour <strong>in</strong> Sicilia<br />

organizzato dagli alp<strong>in</strong>i<br />

Il Gruppo degli alp<strong>in</strong>i di <strong>Longuelo</strong> organizza<br />

un tour <strong>in</strong> Sicilia dal 24 settembre<br />

al 1° ottobre. La gita prevede<br />

la visita di luoghi bellissimi: Palermo,<br />

Monreale, Agrigento, Etna, Noto, Siracusa,<br />

Taorm<strong>in</strong>a. Per <strong>in</strong>formazioni e<br />

prenotazioni rivolgersi al capogruppo<br />

(339.7672929). Le prenotazioni si ricevono<br />

f<strong>in</strong>o al 10 giugno salvo esaurimento<br />

posti.<br />

Lezioni d’<strong>in</strong>glese<br />

a buon prezzo<br />

Giuseppe Lazzati<br />

La signora Shara Aqu<strong>in</strong>o di «Casa a colori»<br />

<strong>in</strong> via <strong>Longuelo</strong> si rende disponibile<br />

per ripetizioni di <strong>in</strong>glese a prezzi<br />

moderati per studenti di scuole medie<br />

e superiori. Shara è laureata nel 2005<br />

<strong>in</strong> «Comunicazione visiva» (<strong>in</strong>dirizzo<br />

«illustrazione») a Ed<strong>in</strong>burgo <strong>in</strong> Gran<br />

Bretagna. I prezzi delle sue lezioni sono:<br />

15 euro all’ora per «conversation»,<br />

12 euro all’ora per studenti. Sconti per<br />

gruppetti di due o tre persone. Telefonare<br />

a 329.7873310.


Trent’anni<br />

a Fontanella<br />

1916 Il 22 novembre nasce a Coderno,<br />

<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Ud<strong>in</strong>e, Giuseppe<br />

(«Bepi il rosso» per i compagni), ultimo<br />

dei nove figli di Giambattista Turoldo<br />

e Anna di Lenarda.<br />

1934-40 A diciotto anni entra come<br />

novizio nel convento dei Servi di Santa<br />

Maria a Monte Berico; nel 1935<br />

emette la prima professione religiosa<br />

assumendo il nome di David Maria.<br />

1940-45 Compiuti gli studi filosofici e<br />

teologici è ord<strong>in</strong>ato sacerdote a Vicenza<br />

nel 1940. Nel 1941 viene mandato<br />

a Milano nel convento di S. Carlo. Qui<br />

partecipa alla resistenza e fonda con<br />

altri amici «L’Uomo», giornale clandest<strong>in</strong>o,<br />

dove pubblica anche le prime<br />

poesie, poi edite nella raccolta Io non<br />

ho mani (1948) Nel 1945 si laurea <strong>in</strong><br />

filosofia con la tesi Per una ontologia<br />

dell’uomo, diventando assistente di<br />

Gustavo Bontad<strong>in</strong>i a Urb<strong>in</strong>o. Dopo la<br />

Liberazione si reca nei campi di concentramento<br />

ad assistere i pochi sopravvissuti<br />

e a riportarli <strong>in</strong> Italia.<br />

1946-54 A Milano fonda, con Camillo<br />

De Piaz, il Centro culturale «Corsia dei<br />

Servi», diventa predicatore ufficiale <strong>in</strong><br />

Duomo (1943-1953) e si segnala per<br />

una costante attenzione ai più poveri.<br />

Collabora con don Carlo Gnocchi e poi<br />

con don Zeno Salt<strong>in</strong>i a Nomadelfia. A<br />

causa del suo co<strong>in</strong>volgimento <strong>in</strong> questa<br />

esperienza e delle sue prese di posizione<br />

<strong>in</strong> campo socio-politico gli viene<br />

imposto, alla f<strong>in</strong>e del 1952, di lasciare<br />

l’Italia. Incom<strong>in</strong>cia così il suo<br />

peregr<strong>in</strong>are: Innsbruck, G<strong>in</strong>evra, Parigi,<br />

Monaco di Baviera, Londra.<br />

1954-59 Per <strong>in</strong>teressamento degli<br />

amici, e del s<strong>in</strong>daco Giorgio La Pira, gli<br />

è permesso di rientrare a Firenze, dove<br />

riprende le <strong>in</strong>iziative «milanesi»: la<br />

8<br />

IL TESTIMONE<br />

Turoldo, il poeta <strong>in</strong>quieto<br />

che dava del Tu a Dio<br />

Il ricordo di un amico a vent’anni dalla morte di padre David Maria<br />

A vent’anni dalla morte di padre David Maria Turoldo (1916-1992), anche la nostra<br />

comunità ha pensato di fare memoria a un grande testimone del Novecento. Molti<br />

di noi hanno avuto l’opportunità di ascoltare le sue robuste omelie. Molti hanno<br />

apprezzato la sua alta poesia, travagliata, autenticamente religiosa. Abbiamo chiesto<br />

a padre Francesco Geremia, amico e compagno di viaggio per molti anni e oggi<br />

<strong>in</strong>sieme con padre Espedito D’Agost<strong>in</strong>i custode di quella memoria, di tracciare<br />

alcuni tratti salienti di Turoldo.<br />

La vita di padre Davide è racchiusa fra<br />

due date: 1916-1992. Nasce <strong>in</strong> piena<br />

prima guerra mondiale; compie gli studi<br />

durante il periodo fascista; viene ord<strong>in</strong>ato<br />

sacerdote durante la seconda guerra mondiale;<br />

esercita il suo sacerdozio nei primi anni<br />

quaranta a Milano dal ‘40 al ‘53 collaborando<br />

prima con la Resistenza e poi <strong>in</strong> attività culturali<br />

e sociali; viene poi esiliato <strong>in</strong> Austria e<br />

Svizzera, a Firenze dal ‘54 al ‘58 e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> Inghilterra<br />

e Canada f<strong>in</strong>o al ‘62; rientra <strong>in</strong> Italia<br />

all’<strong>in</strong>domani del Concilio Vaticano II e si stabilisce<br />

def<strong>in</strong>itivamente a Sotto il Monte a partire<br />

dal ‘63 f<strong>in</strong>o alla morte. La sua vita è attraversata<br />

e segnata dai grandi e tragici eventi<br />

del XX secolo.<br />

La prima guerra mondiale ci richiama la situazione<br />

dell’Europa dei primi decenni del<br />

secolo scossa da profondi e aspri mutamenti<br />

politici e sociali. Il Friuli, <strong>in</strong> particolare, sua terra<br />

d’orig<strong>in</strong>e, vive il dramma delle distruzioni<br />

belliche, la povertà, l’emigrazione forzata. Di<br />

questa situazione padre Davide darà testimonianza<br />

nel suo film Gli ultimi.<br />

Il periodo fascista, la tragedia immane <strong>della</strong><br />

seconda guerra mondiale, la resistenza scavano<br />

nella vita di padre Davide <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>delebile<br />

l’appassionata ricerca dei valori legati<br />

alla libertà, alla compassione, al dramma<br />

del male, alla solidarietà con tutti i perseguitati,<br />

al superamento delle barriere razziali, religiose,<br />

politiche e culturali. La sua poesia ne<br />

è un’eco vasta: basti rileggere le salmodie sulla<br />

Resistenza raccolte nel volume Ritorniamo<br />

ai giorni del rischio.<br />

Ma egli non è il poeta chiuso nel suo comodo<br />

rec<strong>in</strong>to: si lascia co<strong>in</strong>volgere attivamente<br />

e con forti rischi <strong>in</strong> più direzioni nel-


Quella voce che <strong>in</strong>cideva l’anima<br />

l’<strong>in</strong>tento di tracciare un camm<strong>in</strong>o di ricostruzione<br />

dell’uomo e <strong>della</strong> convivenza civile. Ricordo<br />

qui soltanto: L’uomo, giornale clandest<strong>in</strong>o<br />

durante la Resistenza; il sostegno all’esperienza<br />

di Nomadelfia di don Zeno; la creazione<br />

<strong>della</strong> Corsia dei Servi a Milano, luogo di<br />

ricerca e confronto culturale a livello europeo,<br />

di pubblicazioni di opere e prospettive<br />

nuove per Milano e l’Italia; la «messa <strong>della</strong> carità»;<br />

l’appoggio e la collaborazione con i<br />

paesi <strong>in</strong> via di sviluppo, con le popolazioni<br />

martoriate dalla guerra e dalle dittature lat<strong>in</strong>o-americane.<br />

Sono appena un grappolo di esempi significativi<br />

a cui si dovrebbero aggiungere<br />

contatti personali, scritti sui quotidiani nazionali<br />

per le questioni più urgenti come la democrazia,<br />

i referendum sull’aborto e sul divorzio,<br />

il caso Moro, la corruzione morale e<br />

politica...<br />

La scelta di vita religiosa<br />

Non è comprensibile l’attività letteraria e<br />

d’impegno culturale e sociale senza valutare<br />

la sua appartenenza all’ord<strong>in</strong>e mendicante<br />

dei Servi di Maria e alla sua fede nutrita essenzialmente<br />

<strong>della</strong> parola biblica. In un volumetto<br />

<strong>in</strong>titolato Come i primi trovadori, padre<br />

IL TESTIMONE 9<br />

Conobbi padre Turoldo più di trenta anni fa. Andavo spesso ad assistere alla Messa e ad ascoltare le sue<br />

omelie a Fontanella di Sotto il Monte. Ricordo ancora,come fosse ora, la sua voce a volte rude e dura come<br />

le montagne del suo Friuli, a volte pacata, suadente, appassionata. Le sue parole erano sempre <strong>in</strong> difesa<br />

degli ultimi,dei perseguitati, contro lo sfruttamento e l’oppressione dei ricchi e dei potenti.Anni prima<br />

era stato <strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a e, a contatto con quella realtà, aveva sposato per sempre la causa dei poveri.<br />

Durante i suoi <strong>in</strong>terventi, non aveva mezze misure, la sua voce tuonava contro il sopruso e si faceva<br />

pacata, tenera, vibrante, quando ricordava gli umili, i poveri, le vittime <strong>in</strong>nocenti dell’<strong>in</strong>gordigia umana.<br />

Padre Davide era un uomo carismatico,un oratore, un grande poeta. Questi suoi doni rendevano le sue<br />

omelie <strong>in</strong>dimenticabili, la sua voce «<strong>in</strong>cideva» l’anima.Nel 1989 io fui colpita da un tumore maligno. In<br />

quello stesso periodo, anche a padre Davide fu diagnosticato un cancro al pancreas. Non appena fui <strong>in</strong> grado<br />

di muovermi, tornai su, all’abbazia di Sant’Egidio. Padre Turoldo, pur se molto provato dalla malattia,<br />

partecipava alla Messa e faceva, a fatica, una breve omelia. Che lezione di vita ho ricevuto da lui <strong>in</strong> quel<br />

tempo! Padre Davide era s<strong>in</strong>cero, non nascondeva la sua fatica, la sua sofferenza, ma il suo breve commento<br />

term<strong>in</strong>ava sempre con parole di speranza, di fiducia nella vita e di abbandono alla volontà del Padre.<br />

Io me ne stavo <strong>in</strong> un angolo e «bevevo» le sue parole che erano per me un balsamo, da lui imparavo<br />

ad accettare il male pur combattendolo. A volte uscivo dalla chiesa con le lacrime agli occhi e con il cuore<br />

pieno di riconoscenza.Pochi anni dopo padre Davide morì, con me il dest<strong>in</strong>o fu più clemente e, nonostante<br />

le previsioni <strong>in</strong>fauste, guarii. Durante la convalescenza <strong>in</strong> montagna, trascorsi un periodo particolarmente<br />

bello, anche perché sentivo le forze ritornare. La sera mio marito G<strong>in</strong>o e io ci sedevamo accanto al<br />

fuoco acceso e leggevamo passi del testo di meditazioni di Turoldo «Neanche Dio può stare solo». Queste<br />

letture così profonde ci aiutarono a conoscerci meglio e a camm<strong>in</strong>are spiritualmente <strong>in</strong>sieme. La presenza<br />

di padre Davide cont<strong>in</strong>uava a benedirci. Anche ora, dopo tanti anni, tengo sul tavol<strong>in</strong>o la raccolta delle<br />

sue poesie. A volte, dopo le fatiche <strong>della</strong> giornata, cerco di addormentarmi con le sue parole che toccano<br />

le corde più profonde dello spirito, risvegliando sensi e forze sopite. Grazie padre Davide<br />

Maria Teresa Lecchi<br />

Davide traccia stupendamente le figure dei<br />

primi sette padri dell’ord<strong>in</strong>e dei Servi, sorto<br />

nei primi anni del 1200 all’epoca di san Francesco.<br />

In particolare il piccolo gruppo dei frati<br />

di Santa Maria s’ispira all’ideale <strong>della</strong> «Donna»<br />

del dolce stil nuovo e dei trovadori provenzali,<br />

ideale fecondato dagli <strong>in</strong>flussi <strong>della</strong><br />

letteratura e dell’arte arabo-islamica giunte<br />

<strong>in</strong> Europa attraverso la Spagna. I movimenti<br />

religiosi riformisti dell’epoca, fra cui i nostri<br />

primi padri, identificano la «Donna» dei trovadori<br />

con Maria, la madre di Gesù, simbolo<br />

<strong>della</strong> genu<strong>in</strong>ità <strong>della</strong> testimonianza cristiana.<br />

Essa diventerà il paradigma <strong>della</strong> vita dei<br />

nuovi frati mendicanti: ideale di bellezza, di<br />

tenerezza, di amicizia con tutte le creature, di<br />

compassione, di creatività, di servizio.<br />

Ma <strong>in</strong> questa immag<strong>in</strong>e ideale <strong>della</strong> <strong>Verg<strong>in</strong>e</strong>,<br />

padre Davide troverà anche l’ispirazione,<br />

appunto perché segno <strong>della</strong> bellezza, <strong>della</strong><br />

compassione, del servizio, per l’amore e il rispetto<br />

per ogni forma artistica, per l’accoglienza<br />

e il dialogo con uom<strong>in</strong>i e donne di<br />

cultura e religione diverse, per la condivisione<br />

e l’aiuto a realtà umane sfigurate e sfruttate.<br />

La fedeltà a questo ideale «femm<strong>in</strong>ile»<br />

<strong>della</strong> fede lo porterà <strong>in</strong>evitabilmente a vivere<br />

il conflitto <strong>in</strong>sanabile con le strutture, autori-<br />

messa <strong>della</strong> carità, c<strong>in</strong>eforum, l’associazione<br />

«Amici dell’Annunziata», la<br />

rivista «Attesa del Regno». Dovrà riprendere,<br />

anche per <strong>in</strong>comprensioni<br />

con il friulano card<strong>in</strong>al Florit, il suo vagabondare.<br />

1959-62 Sono gli anni passati <strong>in</strong> Inghilterra,<br />

Stati Uniti, Canada, Messico,<br />

Sud Africa, sempre alla ricerca di<br />

un contatto vivo con gli «ultimi».<br />

1962-89 Rientrato <strong>in</strong> Italia, alla morte<br />

di Giovanni XXIII (1963) decide di<br />

stabilirsi a Sotto il Monte. Il vescovo di<br />

Bergamo, Clemente Gaddi, gli affida<br />

l’abbazia di S. Egidio a Fontanella, che<br />

ben presto diventa un importante<br />

centro di studi ecumenici. Padre David<br />

nel 1967 fonda la rivista «Servitium»<br />

e dà vita alla «Casa di Emmaus».<br />

Cont<strong>in</strong>ua l’attività di scrittore<br />

con poesie, raccolte <strong>in</strong> O sensi miei...<br />

Poesie 1948-1988 (1990), testi teatrali<br />

e saggi; l’attenzione e il gusto per<br />

la liturgia sono all’orig<strong>in</strong>e <strong>della</strong> traduzione<br />

dei Salmi (1973) e di Opere e<br />

giorni del Signore, <strong>in</strong> collaborazione<br />

con G. Ravasi (1989).<br />

1989-92 Scoperta di un tumore al<br />

pancreas. Incom<strong>in</strong>cia l’esistenza da<br />

«paziente» di Turoldo, attivo però f<strong>in</strong>o<br />

alla f<strong>in</strong>e. L’editore Garzanti pubblica<br />

nel 1991 Canti Ultimi e l’anno successivo<br />

Mie notti con Qohelet. Il 21 novembre<br />

1991 Turoldo riceve il Premio<br />

Lazzati; il card<strong>in</strong>ale Mart<strong>in</strong>i, consegnandoglielo,<br />

afferma che si tratta di<br />

attestato di gratitud<strong>in</strong>e e di stima, ma<br />

anche di un atto di riparazione.<br />

Muore a Milano la matt<strong>in</strong>a del 6 febbraio<br />

1992 ed è sepolto nel piccolo cimitero<br />

di Fontanella, frazione di Sotto<br />

il Monte Giovanni XXIII.<br />

È uscito <strong>in</strong> questi giorni la versione<br />

metrica di Turoldo dei Salmi e Cantici<br />

(ed. Servitium) con due Cd dei salmi<br />

cantati.


Preghiera a Fontanella<br />

venerdì 30 <strong>marzo</strong><br />

Venerdì 30 <strong>marzo</strong> faremo un momento<br />

di preghiera comunitaria a Fontanella<br />

di Sotto il Monte. Ore 18.00 partenza<br />

dal sagrato <strong>della</strong> chiesa parrocchiale.<br />

Arrivo a Fontanella. Sosta presso<br />

la tomba di David Maria Turoldo.<br />

Nell’abbazia di Sant’Egidio, meditazione<br />

di don Fabrizio Rigamonti, parroco<br />

di Botta di Sotto il Monte.<br />

Cena al sacco. A seguire, testimonianza<br />

e conversazione con padre Francesco<br />

Geremia dell’Ord<strong>in</strong>e dei Servi di<br />

Maria. Rientro verso le 22.30.<br />

In comunità abbiamo preparato un libretto<br />

che raccoglie alcuni testi di Turoldo.<br />

È disponibile anche sul sito <strong>della</strong><br />

nostra parrocchia: www.longuelo.it<br />

10<br />

IL TESTIMONE<br />

tà e norme civili ed ecclesiastiche.<br />

È per fedeltà alla Chiesa e all’uomo che<br />

spesso si farà «disobbediente» e subirà esili,<br />

accuse e disprezzo.<br />

Non va sottaciuto l’<strong>in</strong>comparabile contributo<br />

offerto da padre Davide alla Chiesa italiana<br />

con la sua vastissima produzione di <strong>in</strong>ni<br />

liturgici (oltre mille). I sette volumi di Chiesa<br />

che canta e il libro La nostra preghiera: liturgia<br />

dei giorni accostano padre Davide ai più grandi<br />

<strong>in</strong>nografi del mondo cristiano.<br />

Una fede totale e <strong>in</strong>quieta<br />

A documentazione <strong>della</strong> sua forte fede e<br />

dell’efficacia <strong>della</strong> sua <strong>in</strong>dimenticata predicazione,<br />

mi affido ad alcune sue confidenze e<br />

ad alcuni testi <strong>in</strong>clusi nel libro La nostra preghiera.<br />

Mi pare che la sua vicenda di uomo di<br />

fede sia legata a un’esperienza giovanile che<br />

egli stesso descrive <strong>in</strong> questi term<strong>in</strong>i: «La mia<br />

prima esperienza circa la Tr<strong>in</strong>ità risale a quando<br />

ero bamb<strong>in</strong>o... quel triangolo con quell’occhio<br />

nel centro dip<strong>in</strong>to sotto il soffitto <strong>della</strong><br />

nostra chiesa del paese... mi sentivo addosso<br />

quell’occhio e quel triangolo.<br />

Per tutta l’<strong>in</strong>fanzia non ho avuto altra immag<strong>in</strong>e<br />

più ossessiva: “Dio ti vede!”. A liberarmi<br />

è stato un santo, umile frate <strong>della</strong> Dalmazia:<br />

padre Leopoldo, un cappucc<strong>in</strong>o così piccolo<br />

che sembrava un nano... Ed era così sereno!<br />

Potevo avere 16 o 17 anni; ero <strong>in</strong> un<br />

giorno di “ritiro”; io andai da lui a confessarmi<br />

e gli dissi quello che poteva dire un collegiale<br />

(di allora); non ricordo neppure: le solite<br />

stupidagg<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>tessute secondo lo standard<br />

delle confessioni da collegio (di allora). Ricordo<br />

che padre Leopoldo mi lasciò dire senza<br />

mai <strong>in</strong>terrompermi; a un punto ebbi l’impressione<br />

che non mi ascoltasse neppure; alla f<strong>in</strong>e<br />

mi disse: “Senti, figliolo, ti do un consiglio:<br />

cerca di vedere Dio, tutto Dio (guarda che è<br />

difficile vedere tutto Dio: il Dio del giorno e<br />

<strong>della</strong> notte, <strong>della</strong> gioia e del dolore, del bene<br />

e dal male!) <strong>in</strong> tutti e dappertutto (anche vederlo<br />

<strong>in</strong> tutti è difficile: <strong>in</strong> quelli che ti vogliono<br />

bene e <strong>in</strong> quelli che ti fanno del male, che<br />

ti lodano o ti biasimano, oppure ti condannano,<br />

nei simpatici e negli antipatici!). Se riuscirai<br />

a vedere così, allora capirai molte cose,<br />

e tu sarai sempre sulla strada buona, la<br />

strada di Dio”. Poi mi benedisse... Non so cosa<br />

provai <strong>in</strong> quel momento: mi parve di sentirmi<br />

rompere di dosso quel triangolo e che l’occhio<br />

non mi guardasse più. Ricordo che com<strong>in</strong>ciai<br />

a guardare con occhi liberati le cose e<br />

i giorni e le facce degli uom<strong>in</strong>i: ero, anzi, tutto<br />

liberato».<br />

Ascoltiamolo <strong>in</strong> alcuni brani dei suoi <strong>in</strong>ni e<br />

preghiere: «Signore, per te solo io canto/ onde<br />

ascendere lassù/ dove solo tu sei,/ gioia<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita.// In gioia si muta il mio pianto/<br />

quando <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cio a <strong>in</strong>vocarti/ e solo di te<br />

godo,/ paurosa vertig<strong>in</strong>e.// Io sono la tua ombra,/<br />

sono il profondo disord<strong>in</strong>e/ e la mia<br />

mente è l’oscura lucciola/ nell’alto buio,// che<br />

cerca di te, <strong>in</strong>accessibile Luce;/ di te si affanna<br />

questo cuore/ conchiglia ripiena <strong>della</strong> tua<br />

eco,/ o <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito silenzio» (Per te solo io canto).<br />

È facile <strong>in</strong>tuire <strong>in</strong> questi versi di padre Davide<br />

l’<strong>in</strong>flusso dell’esperienza mistica cristiana<br />

e delle parole <strong>della</strong> Scrittura; ma è altrettanto<br />

evidente la sua apertura cosmica e storica<br />

che <strong>in</strong>clude ogni realtà del mondo e ogni<br />

espressione culturale e storica. Appare anche<br />

chiaro il suo affidarsi totalmente al mistero<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito di Dio: fede e fiducia maturate nel<br />

lento e faticoso camm<strong>in</strong>o degli anni e aff<strong>in</strong>atesi<br />

dentro difficoltà, contrasti e <strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>i<br />

persistenti. Non si potrebbe spiegare diversamente<br />

la sua cont<strong>in</strong>ua e <strong>in</strong>stancabile capacità<br />

di ripresa nonostante ostacoli, prove e<br />

delusioni di ogni genere, e neppure la sua<br />

<strong>in</strong>esauribile fiducia nell’uomo e nella vita. La<br />

testimonianza concreta del suo vivere, riconosciuta<br />

da molti f<strong>in</strong>o al term<strong>in</strong>e di una malattia<br />

molto dolorosa, rimane il documento<br />

più prezioso da lui lasciato a vantaggio di tutti.<br />

L’ultimo biglietto<br />

Un’ultima testimonianza è quella rimasta<br />

<strong>in</strong> un piccolo biglietto trovato nella sua camera<br />

dove è spirato il 6 febbraio 1992 e che<br />

r<strong>in</strong>nova ancora il dramma <strong>della</strong> fede vissuta<br />

con passione: «Vorrei scrivere <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio,<br />

per quello che ho da dire: o meglio prostrato<br />

a terra come certo doveva sentirsi il Cristo<br />

nell’orto degli Olivi. Non si sente diversamente<br />

il tedium vitae. E anch’io <strong>in</strong> questi giorni e<br />

lunghissime notti ho sentito il tedium vitae.<br />

Dire altro? No, è <strong>in</strong>utile, ci sono troppi scoraggiati<br />

nel mondo, e siamo tutti responsabili<br />

gli uni degli altri. Proprio <strong>in</strong> questi giorni il figlio<br />

diciassettenne di una mia amica si è suicidato,<br />

sparandosi un colpo di pistola: a 17<br />

anni! E però il dolore, la sofferenza ti ammazza<br />

<strong>in</strong> maniera ancora più crudele che non il<br />

suicidio; e questo malessere che non riesci a<br />

contenere. Descrivere tutte le parti dolenti?<br />

Tutte le fasi di spasimo? Impossibile; e per di<br />

più imprevedibili. Sarà necessario abituarsi:<br />

come si faccia Dio solo lo sa. Ad esempio, non<br />

è che mi sia assente la paura di impazzire. È<br />

così, ormai da mesi. Signore, abbi pietà di<br />

me».<br />

Francesco Geremia


L<br />

a pastorale biblica nella bergamasca si presenta sotto<br />

la forma di proposte diversificate che vengono accolte<br />

con favore dall’assemblea dei credenti. Il libro <strong>della</strong> Parola<br />

di Dio è ancora sconosciuto alla maggior parte dei cattolici<br />

e si fa sempre più largo la necessità di approfondirne la<br />

conoscenza: ignorare le Scritture, diceva San Girolamo, significa<br />

non conoscere Gesù Cristo e qu<strong>in</strong>di significa lasciare che<br />

la propria fede manchi delle fondamenta. Anche a <strong>Longuelo</strong><br />

esistono <strong>in</strong>iziative che permettono una conoscenza approfondita<br />

<strong>della</strong> Bibbia: da circa vent’anni si sono susseguiti, nel<br />

nostro quartiere, ben nove gruppi di lettura cont<strong>in</strong>uata <strong>della</strong><br />

Parola.<br />

Attualmente i gruppi biblici presenti sul territorio sono tre.<br />

La ricerca del senso <strong>della</strong> vita, la voglia di avvic<strong>in</strong>are il miste-<br />

Marc Chagall<br />

Marc Chagall (1887-1985), russo di<br />

Vitebsk, giunge a Parigi ad <strong>in</strong>izio<br />

secolo, dove conosce le avanguardie. È<br />

difficile <strong>in</strong>casellare l’arte di Chagall,<br />

artista transfugo e apolide, perché la<br />

sua peregr<strong>in</strong>azione nel mondo è<br />

caratterizzata da uno spirito ora<br />

magico ora onirico, da una grazia ora<br />

sacra ora profana. Sacro e profano<br />

sono i caratteri che si <strong>in</strong>trecciano<br />

nell’arte di Chagall: è un pittore sacro<br />

anche quando realizza opere di<br />

soggetto prosaico ed è un pittore<br />

profano anche quando narra le storie<br />

bibliche. Il filo conduttore <strong>della</strong> sue<br />

storie è l’amore, il quale unisce la sua<br />

arte <strong>in</strong> un mondo di fantasie e ricordi,<br />

il mondo di Chagall<br />

Re Davide, 1951<br />

Re David fa capol<strong>in</strong>o fra le opere<br />

di Chagall e una miriade di figure<br />

<strong>in</strong>terpretano altrettanti significati<br />

simbolici: nel dip<strong>in</strong>to c’è tutta la sua<br />

storia frammentata e ricomposta.<br />

C’è Israele, ma sembra Vitebsk città<br />

natale dell’artista, c’è Nathan<br />

il profeta, ma sembra un rabb<strong>in</strong>o<br />

del suo villaggio, c’è una<br />

donna-spirito che regge Salomone<br />

La Bibbia, perché leggerla ancora<br />

ro di Dio attraverso la sua storia nella storia umana, la necessità<br />

di comprendere meglio i passaggi <strong>della</strong> liturgia, la catechesi<br />

dei piccoli e degli adulti: questi sono alcuni aspetti che<br />

stimolano un credente a prendere (o riprendere) <strong>in</strong> mano le<br />

Sacre Scritture. In parrocchia si sono tentati quest’anno: un<br />

percorso di catechesi sulla Parola di Dio; una serata di Lectio<br />

Div<strong>in</strong>a nella quale la protagonista del nostro pregare è stata<br />

appunto la Parola; una preghiera nelle famiglie a partire da<br />

brani biblici. Questo dossier nasce dal desiderio di estendere<br />

la riflessione alla comunità <strong>in</strong>tera, nella speranza che le riflessioni<br />

di un biblista, di alcuni laici co<strong>in</strong>volti nella pastorale<br />

parrocchiale, di un ex <strong>in</strong>segnante promotore di importanti<br />

eventi biblici <strong>in</strong> città, possano risvegliare l’<strong>in</strong>teresse su un testo<br />

tanto venduto quanto poco letto: la Bibbia.


12<br />

IL BIBLISTA<br />

Dio desidera parlare con l’uomo<br />

A<br />

lla domanda «che cos’è la Bibbia?»<br />

non possiamo rispondere<br />

che <strong>in</strong> una maniera unica: la Bibbia<br />

è parola di Dio e parola degli uom<strong>in</strong>i.<br />

È quest’espressione un’<strong>in</strong>dicazione fondamentale<br />

che basa la sua forza sulla<br />

congiunzione «e». Il grande rischio di<br />

sempre è <strong>in</strong>fatti quello di assolutizzare<br />

uno dei due aspetti. Capita <strong>in</strong>fatti spesso<br />

di <strong>in</strong>contrare persone che hanno un’altissima<br />

concezione <strong>della</strong> Bibbia, ma anche<br />

costoro - tutti preoccupati di difendere<br />

il testo biblico - f<strong>in</strong>iscono per offrire<br />

un servizio poco adeguato all’annuncio<br />

del suo messaggio. Parlando <strong>in</strong>fatti <strong>della</strong><br />

Bibbia come di una parola esclusivamente<br />

div<strong>in</strong>a sp<strong>in</strong>gono quasi ad una lettura<br />

solo a memoria di determ<strong>in</strong>ati testi<br />

che non deve essere sostenuta da nessun<br />

tipo di comprensione (il messaggio<br />

è div<strong>in</strong>o, troppo elevato per essere compreso).<br />

Il testo si riduce ad un elenco di<br />

cose da fare e il lettore a un mero esecutore<br />

di quanto prescritto. È la classica riduzione<br />

legalista <strong>della</strong> Bibbia, che viene<br />

Chi è<br />

Don Lorenzo Flori, biblista, è<br />

prete diocesano dal 2003;<br />

ha cont<strong>in</strong>uato gli studi al<br />

Pontificio Istituto Biblico di<br />

Roma e li ha conclusi a Fribourg<br />

<strong>in</strong> Svizzera nel 2011<br />

con una tesi di dottorato sull’ironia<br />

giovannea. Insegna<br />

greco, Antico Testamento e<br />

Introduzione al Vangelo di<br />

Giovanni presso il Sem<strong>in</strong>ario<br />

diocesano.<br />

Collabora alla pastorale biblica<br />

conducendo <strong>in</strong>contri<br />

alla Scuola <strong>della</strong> Parola e<br />

giornate di studio per animatori<br />

di gruppi biblici.<br />

La creazione dell’uomo (stampa),<br />

1931/39-1952/57<br />

Negli anni trenta Chagall lavora<br />

per l’editore e collezionista<br />

Ambroise Vollard, per il quale<br />

realizza le acqueforti che<br />

illustrano i libri dell’Antico<br />

Testamento <strong>della</strong> Bibbia (la<br />

Torah e i libri dei Profeti). Più<br />

tardi scriverà: «F<strong>in</strong> dalla mia<br />

giov<strong>in</strong>ezza sono stato<br />

affasc<strong>in</strong>ato dalla Bibbia. Mi è<br />

sempre sembrato e mi sembra<br />

ancora la più grande fonte di<br />

poesia di tutti i tempi»<br />

La creazione dell’uomo, 1956<br />

Nel 1955 Chagall <strong>in</strong>izia <strong>in</strong> forma<br />

organica un nuovo ciclo di opere<br />

di soggetto biblico<br />

(sull’esperienza del lavoro su<br />

carta commissionatogli prima<br />

da Vollard), che confluiranno nel<br />

Museo Nazionale del Messaggio<br />

Biblico di Nizza, a lui dedicato.<br />

Il dip<strong>in</strong>to riprende l’iconografia<br />

dell’<strong>in</strong>cisione precedente con<br />

Adamo portato fra le braccia<br />

dell’angelo, ma si aggiunge la<br />

girandola di forme e colori <strong>della</strong><br />

Creazione<br />

così identificata tout court al Decalogo,<br />

ridotto a sua volta all’ord<strong>in</strong>e di non bestemmiare<br />

e di andare a messa. Purtroppo<br />

tali persone fuggiranno <strong>in</strong>orridite<br />

ogni discussione sull’orig<strong>in</strong>e del testo,<br />

sul suo senso, sull’importanza <strong>della</strong> conoscenza<br />

di queste scritture per comprendere<br />

Gesù. Nella loro mentalità anche<br />

Gesù è un essere totalmente div<strong>in</strong>o<br />

che non ha dovuto imparare nulla nella<br />

sua vita terrena grazie a una rivelazione<br />

diretta col Padre. A tale gruppo di persone<br />

ovviamente si oppone chi <strong>in</strong>tende la<br />

Bibbia soltanto come parole di uom<strong>in</strong>i:<br />

d’altronde, con tutte quelle guerre, battaglie,<br />

violenze non si può certo pensare<br />

che Dio si sia <strong>in</strong>trufolato <strong>in</strong> testi così rozzi<br />

e banali!<br />

Come abbiamo provato a chiarire con<br />

questi due esempi volutamente estremizzati,<br />

capiamo subito quanta strada ci<br />

sia ancora da compiere all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong><br />

Chiesa cattolica per mettere veramente<br />

al centro il suo tesoro più grande, quello<br />

del Vangelo, che certamente non è ridu-


Resistenza, 1937/48<br />

Nel 1937 Chagall realizza<br />

un’opera, Rivoluzione, che sei<br />

anni dopo taglia, formando un<br />

trittico con Resistenza,<br />

Resurrezione e Liberazione.<br />

I colori violenti qui descrivono<br />

il dramma che sta attraversando<br />

l’Europa <strong>in</strong> quegli anni. Il luogo<br />

rappresentato è Vitebsk, la città<br />

natale del pittore, emblema del<br />

martirio del mondo ebraico.<br />

Il Cristo che patisce <strong>in</strong> croce è ora<br />

simbolo di un dolore straziante<br />

e <strong>in</strong>sensato<br />

Resurrezione, 1937/48<br />

Ne La Resurrezione, pannello<br />

centrale del trittico, campeggia<br />

ancora la figura del Crocifisso,<br />

ma qui la tavolozza è più<br />

lum<strong>in</strong>osa: un bianco azzurrato,<br />

come un lenzuolo, sale<br />

coprendo la folla, bilanciando il<br />

rosso <strong>in</strong>fuocato del cielo. C’è una<br />

figura a testa <strong>in</strong> giù lungo la<br />

croce: è il pittore che si ritrae<br />

come uno spirito nell’atto di<br />

dip<strong>in</strong>gere il Cristo sofferente<br />

cibile a una pura conoscenza mnemonica delle Scritture,<br />

ma che non può neanche esulare da queste senza le<br />

quali non comprendiamo veramente Gesù e neanche i<br />

segni sacramentali e la vita pastorale che, realmente, ce<br />

lo fanno <strong>in</strong>contrare ancora oggi.<br />

Perché dobbiamo leggere la Bibbia? Prima di tutto<br />

leggiamo la Bibbia perché essa è un regalo che ci è stato<br />

fatto; può piacere o no, può esserci<br />

più o meno simpatica, ma è lo stru-<br />

“<br />

mento <strong>in</strong>elim<strong>in</strong>abile che la tradizione<br />

ha scelto per trasmettere il Vangelo. Secondo,<br />

leggiamo la Bibbia perché essa<br />

ci fa entrare <strong>in</strong> una cultura dell’amore<br />

di Dio; condividiamo questo tesoro con<br />

i nostri fratelli ebrei che da sempre legano<br />

la loro identità a una bellissima<br />

teologia dell’elezione: Dio ama tutti gli<br />

uom<strong>in</strong>i, ma ha cercato anche un rapporto<br />

più diretto, non estatico né platonico<br />

con un gruppo di loro, aff<strong>in</strong>ché<br />

la loro benedizione fosse un segno per<br />

tutti. Dio ci ha scelto e ci ama nonostante<br />

tutti i nostri peccati, le nostre<br />

<strong>in</strong>fedeltà, la nostra piccolezza. Leggere<br />

la Bibbia è dunque un atto di fede che ci trasforma già<br />

prima di ogni approccio moralistico. Si entra <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong><br />

una nuova logica, perché scopriamo che umano e div<strong>in</strong>o<br />

<strong>in</strong> qualche modo si <strong>in</strong>contrano e si relazionano tra di<br />

loro. Questa mentalità trasforma i nostri concetti di Dio<br />

e di uomo. Infatti scopriamo che Dio non è un’entità metafisica<br />

lontana dalla storia; anzi, cerca di mettersi <strong>in</strong> co-<br />

Nutri il tuo<br />

ventre e riempi<br />

le tue viscere<br />

con questo rotolo<br />

che ti porgo.<br />

Io lo mangiai:<br />

fu per la mia bocca<br />

dolce come il miele<br />

Ezechiele<br />

13<br />

municazione con l’uomo da sempre. Prendiamo per<br />

esempio l’<strong>in</strong>cipit <strong>della</strong> lettera agli Ebrei: «Dio, che aveva<br />

già parlato nei tempi antichi molte volte e <strong>in</strong> diversi modi<br />

ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, <strong>in</strong> questi<br />

giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito<br />

erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha<br />

fatto anche il mondo» (Eb 1,1)<br />

Qualcuno potrebbe ritenere poco<br />

degno di Dio questo sforzo cont<strong>in</strong>uo<br />

di parlare all’uomo, ma già questo è un<br />

grande <strong>in</strong>segnamento biblico: il nostro<br />

è un dio appassionato all’uomo, da<br />

sempre lo cerca e con lui vuole str<strong>in</strong>gere<br />

alleanza. Un testo emblematico <strong>in</strong><br />

questo caso è il capitolo nove di Genesi,<br />

dove l’arcobaleno viene descritto<br />

come il segno di questa alleanza tra<br />

Dio e l’uomo: un patto <strong>in</strong> cui non si<br />

chiede nulla all’uomo ma nel quale Dio<br />

”<br />

promette un amore fedele e non più<br />

vendicativo, impegnandosi a non colpire<br />

più l’umanità con il diluvio.<br />

Il testo <strong>della</strong> lettera agli Ebrei ci permette<br />

anche di cogliere l’importanza<br />

<strong>della</strong> categoria <strong>della</strong> mediazione che, come quella dell’alleanza,<br />

è centrale nel testo biblico. Dio non parla direttamente,<br />

ma «attraverso» qualcuno, o meglio «<strong>in</strong>»<br />

qualcuno (così <strong>in</strong>fatti è nel testo greco). L’uomo non<br />

può pretendere di avere un <strong>in</strong>contro diretto con Dio. Il<br />

testo biblico resta per eccellenza il testo che garantisce<br />

l’alterità di Dio: Dio non si può vedere, come attesta d’al-


14<br />

tronde anche il Vangelo di Giovanni («Dio nessuno l’ha<br />

mai visto» Gv 1,18). Eppure, proprio Lui, si vuole manifestare<br />

e lo fa attraverso dei fedeli servitori, i profeti che<br />

non sono dei semplici esecutori: la lettera gli Ebrei pone<br />

<strong>in</strong> parallelo che Dio si sia rivelato «<strong>in</strong>» Gesù con il fatto<br />

che abbia parlato «nelle» storie dei profeti. Come ha<br />

detto bene il Concilio Vaticano II <strong>in</strong> un documento conciliare<br />

divenuto fondamentale: «Per la<br />

composizione dei libri sacri, Dio scelse<br />

e si servì di uom<strong>in</strong>i nel possesso delle<br />

“<br />

loro facoltà e capacità, aff<strong>in</strong>ché, agendo<br />

Egli <strong>in</strong> essi e per loro mezzo, scrivessero,<br />

come veri autori, tutte e soltanto<br />

quelle cose che egli voleva fossero<br />

scritte» (Dei Verbum III,11).La Bibbia<br />

dunque ci <strong>in</strong>segna che non possiamo<br />

sc<strong>in</strong>dere il div<strong>in</strong>o dall’umano; nella storia<br />

degli uom<strong>in</strong>i Dio <strong>in</strong> verità ci parla, e<br />

riconoscerlo nella storia biblica ci serve<br />

per riconoscerlo nella nostra vita presente.<br />

L’ispirazione biblica ci dice che<br />

Dio ha sicuramente parlato <strong>in</strong> Mosé, <strong>in</strong><br />

Geremia, nei profeti f<strong>in</strong>o alla rivelazione<br />

più piena <strong>in</strong> Gesù; noi oggi non possiamo<br />

vantare la stessa categoria di ispirazione ma non<br />

possiamo escludere che Dio anche oggi, come allora, ci<br />

parli. Di certo lo fa ancora attraverso quegli antichi testi.<br />

Bisogna dunque pensare che Dio abbia voluto tutte<br />

queste guerre, tutte queste violenze, tutto questo spargimento<br />

di sangue che ritroviamo spesso nei testi biblici?<br />

Il testo <strong>in</strong> verità ci dice che Dio ci parla attraverso<br />

Meravigliosi<br />

sono i tuoi<br />

<strong>in</strong>segnamenti: per<br />

questo li custodisco.<br />

La rivelazione delle<br />

tue parole illum<strong>in</strong>a,<br />

dona <strong>in</strong>telligenza<br />

ai semplici<br />

Salmo 119<br />

Liberazione, 1937/52<br />

Ultimo dei pannelli del trittico,<br />

Liberazione ha un’<strong>in</strong>tonazione<br />

calda, la stessa che deriva dal<br />

tema ora protagonista: l’amore.<br />

Questo, secondo Chagall, alla<br />

f<strong>in</strong>e ha la meglio sull’odio, come<br />

la gioia sul dolore e la vita sulla<br />

morte. La conclusione a cui<br />

sembra giungere Chagall è<br />

rassicurante e consolatoria<br />

L’uomo guidato dall’Eterno<br />

(stampa), 1931/39-1952/57<br />

Due figure occupano per <strong>in</strong>tero<br />

la composizione: un uomo<br />

barbuto e vestito, a destra, e una<br />

figura alata, a s<strong>in</strong>istra. Questa ha<br />

un volto femm<strong>in</strong>ile: sembra la<br />

donna-angelo (con le sembianze<br />

<strong>della</strong> moglie defunta Bella) che<br />

conduce l’uomo-Chagall.<br />

L’angelo camm<strong>in</strong>a avanti sicuro,<br />

ma volge la testa <strong>in</strong>dietro per<br />

farsi riconoscere<br />

quei testi, che <strong>in</strong> quei testi, per quanto «troppo umani»<br />

Dio ha un messaggio universale valido ancora oggi che<br />

anche per il futuro. Anche <strong>in</strong> questo caso ci viene <strong>in</strong> aiuto<br />

la Dei Verbum, al cap. III, 13: «Possiamo apprendere l’<strong>in</strong>effabile<br />

benignità di Dio e quanto Egli, sollecito e provvido<br />

nei riguardi <strong>della</strong> nostra natura, abbia contemperato<br />

il suo parlare». In questo modo, il concilio Vaticano<br />

II è riuscito a salvare l’antica tradizione<br />

che voleva Dio come l’autore dei testi<br />

biblici legandola allo stesso tempo alla<br />

debole realtà <strong>della</strong> parola biblica spesso<br />

molto, molto, molto umana. Tutto<br />

questo non si mostra come una deformazione<br />

<strong>della</strong> verità div<strong>in</strong>a ma anzi come<br />

un segno del suo amore: d’altronde<br />

il modello delle Scritture si adegua<br />

<strong>in</strong> questo modo al modello cristologico<br />

<strong>in</strong> cui natura umana e natura div<strong>in</strong>a<br />

sono perfettamente unite senza che<br />

”<br />

una snaturi l’altra. Dunque l’apporto<br />

del Concilio è stato veramente fondamentale<br />

perché ha di fatto risolto le<br />

antiche diatribe legate all’<strong>in</strong>erranza<br />

(cioè la conv<strong>in</strong>zione, giusta, che non ci<br />

potevano essere errori nella Bibbia) fornendo le categorie<br />

concettuali adeguate per capire quale sia la verità<br />

del testo biblico: si tratta <strong>in</strong> fondo di quel lungo percorso<br />

che già Galileo aveva cercato di <strong>in</strong>dicare dicendo<br />

che la Bibbia non ci <strong>in</strong>segnava come va il cielo, ma come<br />

si va <strong>in</strong> cielo. Imparare a cercare nei testi biblici quella<br />

verità (magari non scientifica) che Dio ha voluto tra-


Esodo, 1952/66<br />

Esodo rappresenta la fuga del<br />

popolo ebraico: dall’uscita<br />

dall’Egitto descritta dalla Bibbia,<br />

al pogrom di <strong>in</strong>izio Novecento,<br />

per arrivare all’ultimo esodo<br />

durante la Seconda Guerra<br />

Mondiale. Al centro <strong>della</strong> massa<br />

di ebrei erranti campeggia la<br />

figura del Cristo <strong>in</strong> croce, al<br />

contempo simbolo <strong>della</strong><br />

religione cristiana ed emblema<br />

di tutto il popolo ebraico<br />

Il passaggio del Mar Rosso, 1955<br />

Ideale prosecuzione di Esodo,<br />

Passaggio del Mar Rosso si<br />

contrappone al primo per<br />

schema compositivo, scelta<br />

cromatica e per significato<br />

simbolico. Impostato su un<br />

impianto conico, al vertice del<br />

quale campeggia una figura<br />

alata di bianco vestita (l’angelo<br />

del Signore che <strong>in</strong>dica la via<br />

<strong>della</strong> speranza), il dip<strong>in</strong>to ha una<br />

tavolozza equilibrata: i toni<br />

freddi dello sfondo sono<br />

bilanciati dai gialli e i rossi delle<br />

figure <strong>in</strong> primo piano<br />

smetterci richiede un lungo percorso e un serio camm<strong>in</strong>o<br />

da parte del lettore. Il Concilio ha esortato a tradurre<br />

e a trasmettere la Bibbia ovunque («È necessario che<br />

i fedeli abbiano largo accesso la sacra scrittura», Dei Verbum<br />

VI, 22). Ma questo comporta anche un impegno<br />

dei pastori a formare cristiani capaci di aprire il testo biblico.<br />

Molti di questi «maestri» chiedono ai biblisti strumenti<br />

speciali, complesse spiegazioni<br />

etimologiche, approfondite ricerche <strong>in</strong><br />

“<br />

più volumi. Tutto questo materiale è sicuramente<br />

<strong>in</strong>teressante ma bisogna ricordare<br />

che la Bibbia è stata scritta per<br />

gente che probabilmente non poteva<br />

avere a disposizione tutti questi strumenti.<br />

La Bibbia stessa <strong>in</strong>segna che l’<strong>in</strong>izio<br />

<strong>della</strong> sapienza è il timore di Dio: il<br />

Sal 111, dice: «Santo e terribile il suo<br />

nome. Pr<strong>in</strong>cipio <strong>della</strong> saggezza è il timore<br />

del Signore, saggio è colui che gli<br />

è fedele; la lode del Signore è senza f<strong>in</strong>e».<br />

È attraverso il timore di Dio che riusciamo<br />

a giungere a una comprensione<br />

di quale sia la verità del testo biblico.<br />

Il timor di Dio non va <strong>in</strong>tenso però<br />

con le nostre categorie, <strong>in</strong>fatti non ha nulla a che fare<br />

con un certo pietismo che evita i testi biblici più difficili,<br />

nega ogni domanda che qualcuno può sollevare tutto<br />

preoccupato di difendere apologeticamente ogni<br />

versetto del testo.<br />

Nel versetto sopra citato, il timore di Dio si lega alla<br />

santità del suo nome, cioè al riconoscere la diversità<br />

Tutta la<br />

scrittura, ispirata<br />

da Dio, è anche utile<br />

per <strong>in</strong>segnare,<br />

conv<strong>in</strong>cere,<br />

correggere ed<br />

educare<br />

nella giustizia<br />

San Paolo<br />

15<br />

abissale tra noi e Dio; <strong>in</strong>oltre fonda la nostra lode per<br />

lui, mentre se noi temiamo, nel senso che abbiamo paura<br />

di qualcuno, difficilmente poniamo questo sentimento<br />

come la base per lodarlo. Il timor di Dio dunque<br />

non è paura come conferma bene anche quest’altro<br />

versetto: «Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà<br />

sussistere? Ma presso di te è il perdono: perciò avremo<br />

il tuo timore» (Sal 130). Qui addirittura<br />

il timore viene dal fatto di essere<br />

perdonati, esattamente l’opposto <strong>della</strong><br />

paura.<br />

Entrare nel testo biblico significa allora<br />

entrare nello stesso Spirito di questi<br />

autori per lasciarci trasformare da<br />

esso f<strong>in</strong>o a diventare uom<strong>in</strong>i dotati del<br />

«timor di Dio», disposti dunque ad<br />

ascoltare la Parola che lui ci rivolge.<br />

Questo <strong>in</strong>contro con il suo messaggio<br />

potrà a volte essere sconvolgente, co-<br />

”<br />

me avviene per Abramo al quale il Signore<br />

prima fa grandi promesse e poi<br />

chiede <strong>in</strong>vece di sacrificare suo figlio<br />

(Gen 22). Il lettore biblico (come Abramo)<br />

impara così, confrontandosi con la<br />

sua fede, a volte consolante, a volte drammatica, a stare<br />

<strong>in</strong>sieme a Dio <strong>in</strong> ogni situazione per giungere a vedere<br />

il mondo <strong>in</strong>tero con occhi diversi, con lo sguardo di<br />

un Altro che, unico, può dare un senso magnifico e <strong>in</strong>aspettato<br />

alle vicende, anche le più tristi, che la storia ci<br />

propone.<br />

Lorenzo Flori


16<br />

BIBBIA E LITURGIA<br />

Spezzare il pane <strong>della</strong> Parola<br />

I<br />

n una delle sue catechesi Papa Benedetto sottol<strong>in</strong>eava:<br />

«Molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di<br />

essa una conoscenza molto limitata e superficiale» e<br />

certamente è un’affermazione condivisibile; per molti di<br />

noi l’<strong>in</strong>contro con la Parola di Dio si limita al suo ascolto <strong>in</strong><br />

chiesa, durante la Messa domenicale o feriale, ma dimentichiamo<br />

che solo una maggiore <strong>in</strong>teriorizzazione di questo<br />

ricco testo ci può aiutare a comprendere e a vivere meglio<br />

sia la nostra vita spirituale che la stessa partecipazione attiva<br />

all’Eucaristia. Che relazione esiste tra la Bibbia e la Liturgia<br />

e cosa c’entra con la nostra vita? Come si legge nella<br />

costituzione conciliare sulla Liturgia, la Sacrosantum<br />

Concilium: «Massima è l’importanza <strong>della</strong> Sacra scrittura<br />

nella celebrazione liturgica. Da essa <strong>in</strong>fatti vengono tratte<br />

le letture da spiegare nell’omelia e i salmi da cantare, del<br />

suo spirito sono permeate le orazioni e gli <strong>in</strong>ni liturgici, e<br />

da essa prendono significato le azioni e i segni». C’è dunque<br />

uno stretto legame tra Bibbia e Liturgia: la Messa ha un<br />

fondamento biblico, e allo stesso tempo la Liturgia <strong>della</strong><br />

Parola prepara il fedele alla Liturgia Eucaristica, all’<strong>in</strong>contro<br />

con Gesù vivo e vero. Attraverso la Parola, detta e ascoltata,<br />

Dio si rivela a noi, entra nel nostro vissuto quotidiano e<br />

noi ci riconosciamo <strong>in</strong> quella Parola. Ma l’evento di rivelazione<br />

chiede una risposta: la Parola, <strong>in</strong>fatti, è per sua natura<br />

dialogica, necessita di essere stata capita e stabilisce un<br />

Mosè riceve le tavole <strong>della</strong> Legge,<br />

1950/52<br />

Mosè <strong>in</strong> volo giunge a toccare le<br />

tavole, che gli vengono porte da<br />

Dio attraverso una nuvola. Gli<br />

Ebrei, ai lati del dip<strong>in</strong>to,<br />

assistono con il capo levato:<br />

sembrano formiche che<br />

s’arrampicano lungo la cornice,<br />

affollando i contorni di una<br />

scena stranamente ariosa. Il<br />

giallo marezzato di blu <strong>in</strong>fonde<br />

alla scena una calda luce dorata<br />

Il profeta Geremia, 1968<br />

Il dip<strong>in</strong>to rappresenta un punto<br />

di arrivo del ciclo biblico per la<br />

tecnica pittorica: all’<strong>in</strong>izio del<br />

secolo Chagall conteneva il<br />

colore entro l<strong>in</strong>ee di contorno<br />

def<strong>in</strong>ite e marcate; ora <strong>in</strong>vece lo<br />

sfalda, facendolo uscire dalle<br />

forme e costruendo i volumi<br />

attraverso macchie cromatiche,<br />

dando vita alla sua personale<br />

<strong>in</strong>terpretazione del tachisme (da<br />

tache, macchia)<br />

legame di comunione tra coloro che parlano. Chiede non<br />

solo obbedienza, ma fede, conversione, speranza. In questo<br />

modo dell’evento di rivelazione fa parte non solo la Parola<br />

di Dio, ma anche la parola dell’uomo che accoglie consapevolmente<br />

e liberamente la rivelazione di Dio. Quanto<br />

più la Parola è ascoltata e <strong>in</strong>teriorizzata, tanto più i sacramenti<br />

possono essere maggiormente compresi; viceversa,<br />

se la Parola è ignota o malamente ascoltata, i sacramenti<br />

diventano oscuri, ambigui e questo processo porta anche<br />

alla disaffezione che si avverte sempre più nei confronti<br />

<strong>della</strong> messa; la Parola, perché sia <strong>in</strong>contro efficace e personale<br />

con Gesù, deve essere sperimentata nei sacramenti,<br />

altrimenti resterebbe qualcosa di <strong>in</strong>visibile e ultimamente<br />

<strong>in</strong>conoscibile. Questo è quanto la Liturgia <strong>della</strong> Parola mette<br />

<strong>in</strong> moto durante la celebrazione eucaristica, e se questa<br />

esperienza veramente ci tocca da vic<strong>in</strong>o non ci può certo<br />

lasciare <strong>in</strong>differenti. Term<strong>in</strong>ata la Messa e usciti dalla chiesa,<br />

che cosa ne facciamo di quella Parola, nelle nostre relazioni,<br />

<strong>in</strong> famiglia, sul lavoro, ovunque, per alimentare la nostra<br />

fede e il nostro essere profondamente cristiani? Quella<br />

Parola non smette di esserci, né c’è solo come «bussola»<br />

per le scelte, ma è un rapporto cont<strong>in</strong>uo con Dio che ci <strong>in</strong>terpella<br />

e ci chiede una risposta, un’azione concreta nella<br />

nostra vita, alla luce del suo ascolto e rivelazione.<br />

Sergio Dadda


La arca di Noè (stampa)<br />

Dopo La creazione dell’uomo,<br />

Chagall compone L’arca di Noè,<br />

omettendo gli episodi <strong>della</strong><br />

Genesi ben più famosi e<br />

rappresentati dagli altri artisti.<br />

Qui viene raffigurato il patriarca<br />

nell’atto di liberare la colomba<br />

dall’Arca. Immancabili il gallo<br />

(simbolo di speranza) e la capra<br />

(<strong>in</strong>carnazione <strong>della</strong> vittima<br />

sacrificale)<br />

La vocazione di Ezechiele (stampa)<br />

1931/39-1952/57<br />

Ultima immag<strong>in</strong>e che illustra la<br />

Bibbia di Chagall, la Vocazione<br />

di Ezechiele rappresenta l’a e l’?<br />

del testo sacro: la Bibbia del<br />

pittore f<strong>in</strong>isce con la lettura<br />

<strong>della</strong> Bibbia stessa; il profeta<br />

(come ciascuno dei credenti) è<br />

chiamato a mettere <strong>in</strong> pratica e a<br />

meditare (<strong>in</strong> quest’ord<strong>in</strong>e) il<br />

messaggio div<strong>in</strong>o<br />

BIBBIA E CATECHESI<br />

L’esperienza che educa all’<strong>in</strong>contro<br />

D<br />

alla Scrittura noi sappiamo che l’uomo è stato<br />

creato <strong>in</strong> Gesù Cristo; per questo resta <strong>in</strong>evitabilmente<br />

legato a Lui nel quale può trovare il senso<br />

del suo esistere. «Egli (Gesù Cristo) è immag<strong>in</strong>e del Dio <strong>in</strong>visibile,generato<br />

prima di ogni creatura; poiché per mezzo<br />

di Lui sono state create tutte le cose, quelle visibili e quelle<br />

<strong>in</strong>visibili: Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui<br />

e <strong>in</strong> vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono<br />

<strong>in</strong> Lui». (Col 1,15-17). Nel Nuovo Testamento viene<br />

fatta all’uomo la proposta di vivere l’esistenza umana, prima<br />

«con» e qu<strong>in</strong>di «come» Gesù Cristo. Lo strumento utilizzato<br />

per proporre questo modo di vivere è la catechesi<br />

che è il far risuonare la Parola di Dio dentro la vita delle persone,<br />

riproducendola cont<strong>in</strong>uamente e rendendola più <strong>in</strong>tima<br />

allo spirito dell’uomo. La catechesi è lo strumento che<br />

rende possibile la conoscenza più profonda di Gesù Cristo<br />

e qu<strong>in</strong>di di Dio. La «conoscenza» nel pensiero biblico è soprattutto<br />

la capacità di fare esperienza di Dio. Da questo si<br />

deduce che la proposta catechistica va rivolta soprattutto<br />

ai giovani e agli adulti, cioè alle persone che liberamente<br />

dispongono <strong>della</strong> loro vita <strong>in</strong> rapporto alla chiamata alla<br />

fede. Solo così l’ord<strong>in</strong>e <strong>della</strong> comunicazione non «salirà»<br />

dai bamb<strong>in</strong>i agli adulti, ma «scenderà» dagli adulti ai bamb<strong>in</strong>i.<br />

Il loro orientamento all’<strong>in</strong>contro col Signore sarà così<br />

mediato <strong>in</strong> modo essenziale dai genitori che sono i primi<br />

17<br />

testimoni ed educatori dell’esperienza cristiana. Essi saranno<br />

sostenuti dalla Chiesa, <strong>in</strong> modo particolare dalla comunità<br />

parrocchiale, per trasmettere ai figli soprattutto la<br />

bellezza dell’affidare a Dio la propria vita, dentro le esperienze<br />

quotidiane <strong>della</strong> famiglia, <strong>della</strong> preghiera, dell’amicizia,<br />

<strong>della</strong> scuola, del gioco, <strong>della</strong> partecipazione alla Messa<br />

e dentro l’esperienza dell’oratorio. Mi domando allora<br />

perché i genitori che <strong>in</strong>dirizzano i loro figli al catechismo<br />

dell’<strong>in</strong>iziazione non partecip<strong>in</strong>o agli <strong>in</strong>contri settimanali<br />

<strong>della</strong> catechesi per poi essere essi stessi catechisti dei loro<br />

figli? Uno degli attori <strong>della</strong> catechesi è il catechista. Ogni<br />

catechista deve lasciar parlare la Bibbia per ciò che dice,<br />

non per ciò che vorrebbe che dicesse. È importante <strong>in</strong>contrarne<br />

la novità senza assimilarla al «già noto», al «l’ho<br />

già sentito»: bisogna lasciare che i testi parl<strong>in</strong>o sempre. Un<br />

testo antico come il Deuteronomio ci aiuta a scoprire l’azione<br />

educativa di Dio per il suo popolo e lo sottoponiamo<br />

all’attenzione del lettore come contributo <strong>della</strong> Scrittura al<br />

discorso catechistico. «Egli lo trovò <strong>in</strong> terra deserta, <strong>in</strong> una<br />

landa di ululati solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì<br />

come pupilla del suo occhio. Come un’aquila che veglia la<br />

sua nidiata, che vola sopra i suoi nati. Egli spiegò le ali e lo<br />

prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore lo guidò da solo,<br />

non c’era con lui alcun dio straniero». (Dt 32,10-12)<br />

Giuseppe Vitali


18<br />

IL PROFESSORE<br />

«La Bibbia? Va scelta con coraggio»<br />

I<br />

nterpellato per la nostra <strong>in</strong>tervista riguardo<br />

al libro <strong>della</strong> Parola di Dio, il<br />

professor Vertova, risponde subito<br />

con disponibilità ed entusiasmo. R<strong>in</strong>grazia<br />

per la fiducia che gli accordiamo, ma<br />

siamo noi a r<strong>in</strong>graziare lui per l’aiuto che<br />

ci dà nella riflessione del nostro dossier.<br />

Professor Vertova, quando e perché<br />

è nato il suo <strong>in</strong>teresse per la Bibbia e<br />

che tipo di approccio sente più vic<strong>in</strong>o<br />

nei confronti del libro <strong>della</strong> Parola di<br />

Dio: culturale, filosofico, religioso?<br />

«Il mio <strong>in</strong>teresse per la Bibbia è <strong>in</strong>izialmente<br />

nato da esigenze <strong>della</strong> mia esperienza<br />

di fede, qu<strong>in</strong>di dalla mia famiglia e<br />

dalle comunità <strong>in</strong> cui sono cresciuto (San<br />

Giorgio, Fuci, comunità di San Fermo). Poi<br />

anche la mia passione culturale mi ha<br />

sp<strong>in</strong>to e accompagnato <strong>in</strong> questa direzione<br />

e non mi è stato difficile verificare negli<br />

anni come la biblioteca biblica costituisca<br />

una riserva (<strong>in</strong>esauribile!) di sorprese,<br />

sia sul piano <strong>della</strong> riflessione personale,<br />

sia dal punto di vista letterario».<br />

Il suo <strong>in</strong>teresse personale è sfociato<br />

Chi è<br />

Gian Gabriele Vertova è <strong>in</strong>segnante<br />

di Lettere, da poco <strong>in</strong><br />

pensione. Ma nella sua <strong>in</strong>tensa<br />

vita (è stato tra l’altro<br />

assessore alla cultura e vices<strong>in</strong>daco<br />

di Bergamo, e tra i<br />

fondatori <strong>della</strong> comunità di<br />

San Fermo e <strong>della</strong> Fondazione<br />

Serughetti La Porta ) si è<br />

occupato molto di Bibbia.<br />

Leggendola da credente e<br />

proponendola da <strong>in</strong>tellettuale.<br />

Tra le ultime <strong>in</strong>iziative,<br />

«Effetto Bibbia», promosso<br />

con la Diocesi e altre associazioni,<br />

e il movimento «Bibbia<br />

e scuola».<br />

Giobbe, 1975<br />

Opera tarda del pittore, non<br />

appartiene al ciclo del Message<br />

Biblique di Nizza. Qui Giobbe<br />

<strong>in</strong>carna, come già aveva fatto il<br />

Crocifisso <strong>in</strong> altre opere, il<br />

dolore e la sofferenza del<br />

popolo ebraico e lo fa con la<br />

forza dell’umiltà. Defilato e<br />

ricurvo è il profeta, come tenui<br />

sono i colori, rischiarati da un<br />

biancore che è luce epifanica<br />

Re David <strong>in</strong> blu, 1968<br />

Il re Davide è rappresentato<br />

mentre suona la cetra e si libra<br />

nel cielo notturno di una città.<br />

La curva del suo corpo sembra<br />

tracciare l’arco <strong>della</strong> volta<br />

celeste: è lo stesso personaggio<br />

che costituisce la s<strong>in</strong>tesi del<br />

creato, sommando <strong>in</strong> sé il cielo,<br />

le stelle, i campi fioriti, la luce e<br />

le tenebre<br />

<strong>in</strong> una serie di <strong>in</strong>iziative che, da ancora<br />

prima che la diocesi si preoccupasse di<br />

portare avanti una pastorale biblica,<br />

promuovono la conoscenza <strong>della</strong> Bibbia:<br />

ce ne vuole parlare?<br />

«Conosco i docenti di Bibbia <strong>della</strong> nostra<br />

diocesi, tutti con una preparazione<br />

maggiore <strong>della</strong> mia, che <strong>in</strong> fondo è quella<br />

di un dilettante, ma non mi pare di aver<br />

rilevato grandi differenze nella lettura dal<br />

punto di vista metodologico: sono, come<br />

me, non fondamentalisti. Penso che la<br />

differenza (anche per me, che cont<strong>in</strong>uo a<br />

leggere la Bibbia pure all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> comunità<br />

di fede) derivi dal gruppo <strong>in</strong> cui<br />

avviene la lettura: un conto è un luogo<br />

laico (la scuola, la T.U. <strong>della</strong> Cgil, il dibattito<br />

pubblico. ecc. ), un conto è la comunità<br />

di fede. Certo, dalla mia sensibilità letteraria<br />

deriva l’attenzione alla storia degli<br />

effetti, alle ricadute dei testi nelle varie<br />

epoche, che magari suggeriscono nuovi<br />

percorsi di lettura. Ma “lettura laica”non è<br />

antagonista a quella “credente” , significa<br />

accostarsi alla Bibbia semplicemente co-


Il sacrificio di Isacco, 1960/66<br />

Un Isacco di colore giallo è<br />

riverso nudo su una palizzata;<br />

Abramo, dalla tonalità rosso<br />

fuoco, brandisce un coltello,<br />

pronto a sacrificare il figlio,<br />

quando irrompe un angelo blu<br />

dall’alto, a fermarlo: il fatto<br />

concreto violento e brutale è<br />

tratteggiato con colori caldi e<br />

affocati, il div<strong>in</strong>o e l’atemporale<br />

sono <strong>in</strong>vece costruiti con le<br />

tonalità più fredde dei blu<br />

e dei verdi<br />

Il cantico dei cantici, 1960<br />

Il rosso e le sue variazioni tonali<br />

dom<strong>in</strong>ano la composizione, <strong>in</strong><br />

cui come sempre volteggiano<br />

case, persone e animali: non<br />

esiste la forza di gravità nelle<br />

opere di Chagall, come non<br />

esiste la regola <strong>della</strong><br />

proporzione; i colori non<br />

rappresentano la realtà<br />

oggettiva, ma quella <strong>in</strong>teriore<br />

dell’artista e lo spazio è un’entità<br />

fluida e irreale. Il Cantico dei<br />

cantici rappresenta la metafora<br />

dell’alleanza fra il Signore e il<br />

suo popolo<br />

me testo, senza obbligatoriamente sentirmi<br />

<strong>in</strong>terpellato sul piano <strong>della</strong> fede. La<br />

Bibbia è teologia, ma anche antropologia,<br />

esprime una ricerca secolare del senso<br />

<strong>della</strong> vita che <strong>in</strong>teressa tutti, anche chi<br />

crede di non poter accettare la conv<strong>in</strong>zione<br />

che Dio parli all’uomo. Tra l’altro l’approccio<br />

laico non è <strong>in</strong> opposizione, ma<br />

può essere utile a quello confessionale.<br />

Infatti per capire il messaggio devo prima<br />

di tutto capire il testo. Un testo che, come<br />

ama ripetere Enzo Bianchi, contiene la parola<br />

di Dio, ma non è che sia parola di Dio<br />

<strong>in</strong> tutte le parole che scrive! Naturalmente,<br />

se voglio evitare ogni fra<strong>in</strong>tendimento,<br />

non posso dimenticare l’<strong>in</strong>tenzione dell’autore<br />

e la dest<strong>in</strong>azione dell’opera: devo<br />

cioè sempre tener presente che l’autore<br />

scrive con <strong>in</strong>tenzioni religiose, che il testo<br />

letto per secoli come testo sacro e che ci<br />

è giunto perché trasmesso dalle tradizioni<br />

delle comunità religiose. Semplicemente<br />

per il lettore non cristiano e non<br />

ebreo non si tratta di un “messaggio rivelato”».<br />

Quanto ha da dare e da dire la Bibbia<br />

all’uomo moderno? È un testo importante<br />

solo per chi si professa credente?<br />

«Per l’uomo <strong>della</strong> modernità non è<br />

sempre chiara l’importanza <strong>della</strong> Bibbia,<br />

ma questo è frutto di ignoranza, non è so-<br />

Scuola <strong>della</strong><br />

Parola<br />

Dal 1994 è attiva a<br />

Bergamo la Scuola <strong>della</strong><br />

Parola, organizzata<br />

dall’Ufficio diocesano per<br />

l’Apostolato biblico, <strong>in</strong><br />

collaborazione con i biblisti<br />

del Sem<strong>in</strong>ario. Si svolge il<br />

mercoledì sera da ottobre a<br />

febbraio presso la «Casa<br />

del Giovane» di via<br />

Gavazzeni ed offre uno<br />

sguardo su entrambi i<br />

Testamenti con le chiavi<br />

ermeneutiche<br />

<strong>in</strong>dispensabili per la lettura<br />

e la comprensione dei testi.<br />

Animatori<br />

biblici<br />

Poiché <strong>in</strong> molte parrocchie<br />

sono attivi numerosi<br />

gruppi di lettura e<br />

meditazione <strong>della</strong> Bibbia, è<br />

attiva anche la Scuola per<br />

Animatori dei Gruppi<br />

biblici, aperta, comunque,<br />

a tutti coloro che, pur non<br />

operando nella pastorale<br />

biblica, desiderano<br />

approfondire la lettura<br />

<strong>della</strong> Bibbia. La scuola<br />

19<br />

lo l’effetto <strong>della</strong> secolarizzazione (o <strong>della</strong><br />

censura <strong>in</strong> campo cattolico dopo il Concilio<br />

di Trento). L’uomo moderno consapevole<br />

sa che per costruire il futuro ha bisogno<br />

di conoscere e di <strong>in</strong>terpretare il passato,<br />

soprattutto quello che è stato decisivo<br />

nella sua storia. Dal punto di vista l<strong>in</strong>guistico<br />

la Bibbia é “immenso vocabolario”,<br />

anche se non sempre ce ne accorgiamo<br />

(“il frutto proibito”, “la pazienza di<br />

Giobbe”, “una voce nel deserto”, “sei un<br />

Giuda”, “Il figliol prodigo”). Tullio de Mauro<br />

ripete che se dal 1970 ad oggi le l<strong>in</strong>gue<br />

scritte nel mondo sono passate da 700 a<br />

2500, questo è dovuto alla traduzioni <strong>della</strong><br />

Bibbia operata dalle varie Chiese. La<br />

Bibbia è “atlante iconografico” (Chagall):<br />

non è possibile comprendere la storia dell’arte<br />

dell’Occidente senza la Bibbia. L’ethos<br />

del mondo occidentale, è costruito<br />

<strong>in</strong> buona parte, anche se non solamente,<br />

sulla Bibbia, (l’idea di storia e la sua “desacralizzazione”;<br />

l’idea di libertà e responsabilità<br />

dell’uomo; l’idea che il male e il dolore<br />

sono rimediabili; l’idea che possa esserci<br />

giustizia nel mondo o addirittura<br />

amore dis<strong>in</strong>teressato ...) L’Esodo è “la prima<br />

descrizione <strong>della</strong> politica rivoluzionaria”<br />

(M. Walzer). La Bibbia è il grande codice,<br />

da lì la letteratura dell’Occidente si è<br />

generata. Giacomo Leopardi affiancava la


20<br />

Bibbia alle opere altrettanto immortali di<br />

Omero come uno dei due “gran fonti dello<br />

scrivere, se non altro perché, essendo i<br />

più antichi, sono i più vic<strong>in</strong>i alla natura, sola<br />

fonte del bello, del grande, <strong>della</strong> vita,<br />

<strong>della</strong> varietà”».<br />

Quanto è stato importante nel creare<br />

- se ci sono state - variazioni nella coscienza<br />

e conoscenza <strong>della</strong> Bibbia il<br />

Concilio Vaticano II? La Dei Verbum, con<br />

la sua grande raccomandazione di restituire<br />

la Bibbia al popolo di Dio (non<br />

solo al clero) - ha di fatto prodotto<br />

qualche effetto sulle grandi masse?<br />

«La mia vita è stata molto condizionata<br />

dallo “spirito” del Vaticano II, che sottol<strong>in</strong>eò<br />

l’importanza decisiva <strong>della</strong> “riappropriazione”<br />

<strong>della</strong> Bibbia, sia nella dimensione<br />

<strong>della</strong> ricerca personale, sia <strong>in</strong> quella<br />

comunitaria. Ma anche ai tempi del Concilio,<br />

noi <strong>della</strong> Fuci litigavamo con chi preferiva<br />

leggere le opere del proprio fondatore.<br />

Ritengo ancora oggi che la conv<strong>in</strong>zione<br />

<strong>della</strong> centralità <strong>della</strong> Bibbia (assieme<br />

all’immag<strong>in</strong>e s<strong>in</strong>odale <strong>della</strong> Chiesa, all’ecumenismo<br />

e al dialogo con tutti) rappresenti<br />

la l<strong>in</strong>ea di dist<strong>in</strong>zione nelle parrocchie,<br />

comunità, movimenti fra i conciliari<br />

e quelli pre o anti Vaticano II. In questi<br />

decenni dal Vaticano II ho visto molto<br />

impegno con il fiorire di tanti gruppi di<br />

prevede sia lezioni frontali,<br />

che lavori di gruppo con<br />

esercizi metodologici su<br />

brani scelti.<br />

Lettura<br />

cont<strong>in</strong>ua<br />

Da circa 40 anni sono attivi<br />

<strong>in</strong> tutta la prov<strong>in</strong>cia i<br />

Gruppi di lettura cont<strong>in</strong>ua<br />

<strong>della</strong> Parola di Dio, che,<br />

come enuncia la<br />

def<strong>in</strong>izione, si impegnano<br />

a leggere <strong>in</strong> maniera<br />

sistematica tutta la Sacra<br />

Scrittura. Il lavoro dura da<br />

otto a dieci anni.<br />

Caratteristica di questi<br />

Gruppi, circa una<br />

quarant<strong>in</strong>a sparsi <strong>in</strong> tutta<br />

la prov<strong>in</strong>cia, è la laicità: i<br />

conduttori sono tutti laici,<br />

formatisi e assistiti, però,<br />

dai biblisti del Sem<strong>in</strong>ario<br />

cittad<strong>in</strong>o.<br />

Cultura biblica<br />

Il Comitato per la cultura<br />

biblica costituitosi all’<strong>in</strong>izio<br />

del 2006, è espressione di<br />

una variegata<br />

aggregazione di centri<br />

culturali (Centro Culturale<br />

delle Grazie e San<br />

L’<strong>in</strong>contro di Abramo e i tre angeli,<br />

1960/66<br />

La composizione è<br />

spiccatamente orizzontale,<br />

seguendo la direttrice delle tre<br />

figure alate <strong>in</strong> primo piano.<br />

Queste emergono potenti, con<br />

le loro ali chiare, dallo sfondo<br />

rosso <strong>in</strong>fuocato. Esse<br />

rappresentano i messaggeri<br />

<strong>della</strong> parola div<strong>in</strong>a, ma <strong>in</strong> questo<br />

caso anche i latori del verbo<br />

pittorico: sono l’elemento di<br />

connessione fra lo spettatore e<br />

l’arte di Chagall<br />

La guerra, 1943<br />

Come una sorta di ex-voto, il<br />

dip<strong>in</strong>to riassume le atrocità<br />

<strong>della</strong> guerra perpetrate su<br />

Vitebsk, di cui Chagall sente<br />

parlare, più che vivere: la strada<br />

è <strong>in</strong>ondata di sangue, i morti<br />

giacciono per la strada, il cielo è<br />

solcato dai bagliori delle fiamme<br />

che si levano dai tetti, gli animali<br />

atterriti rovesciano i carri. Non<br />

rimane che la fuga, la stessa<br />

<strong>in</strong>trapresa dall’ebreo errante con<br />

la bisaccia sulla spalla<br />

lettura e di scuole <strong>della</strong> parola. Se questi<br />

importanti risultati consigliano di essere<br />

ottimisti, talvolta ho l’impressione che sia<br />

calata la sp<strong>in</strong>ta alla riappropriazione da<br />

parte dei laici, anche perché non è cresciuta<br />

l’idea che la chiesa siamo tutti (solo<br />

per la pigrizia dei laici o perché così si salva<br />

meglio il ruolo dei m<strong>in</strong>isteri tradizionali<br />

<strong>della</strong> Chiesa?). Del resto anche l’<strong>in</strong>formazione<br />

sui media (e più <strong>in</strong> quelli laici che<br />

<strong>in</strong> quelli cattolici!) cont<strong>in</strong>ua a rimandare<br />

l’idea che la Chiesa (e le questioni religiose)<br />

sono il papa e le gerarchie».<br />

Perché la Bibbia, m<strong>in</strong>iera di generi<br />

letterari, fonte storica irr<strong>in</strong>unciabile,<br />

fondamento <strong>della</strong> nostra cultura occidentale<br />

non è ancora attivamente <strong>in</strong>serita<br />

nei programmi di letteratura o filosofia<br />

<strong>della</strong> nostra scuola, come sono<br />

<strong>in</strong>vece <strong>in</strong>serite le opere dei classici greci<br />

e lat<strong>in</strong>i?<br />

«A ragione o a torto io mi sono sempre<br />

sentito un <strong>in</strong>segnante e un educatore.<br />

Questa mia vocazione per l’impegno educativo<br />

mi ha sp<strong>in</strong>to a cercare di trasmettere,<br />

nei miei limiti e per quanto mi è stato<br />

possibile, la ricchezza dell’eredità biblica:<br />

mi dispiace che ancora oggi molti <strong>in</strong>tellettuali<br />

del nostro paese pens<strong>in</strong>o, per<br />

puro pregiudizio frutto di ignoranza, che<br />

la Bibbia sia poco <strong>in</strong>teressante e roba da


La guerra, 1964<br />

Molti sono stati i dip<strong>in</strong>ti aventi<br />

per soggetto la guerra, che il<br />

pittore ha conosciuto (è morto<br />

all’età di 97 anni nel 1985),<br />

essendo sopravvissuto a due<br />

conflitti mondiali e ad una<br />

rivoluzione. Qui la guerra è<br />

rappresentata dalle fiamme che<br />

distruggono un paese e<br />

<strong>in</strong>nalzano colonne di nero fumo<br />

nel cielo, oscurato dalle tenebre<br />

<strong>della</strong> ragione. Una gigantesca<br />

capra bianca sembra avere però<br />

la meglio, offrendo riparo ai<br />

poveri fuggitivi<br />

L’occhio verde, 1926/44<br />

Il dip<strong>in</strong>to viene realizzato<br />

durante gli anni <strong>della</strong> guerra, ma<br />

l’<strong>in</strong>tonazione è serena e pacata:<br />

nella verde notte di un villaggio<br />

contad<strong>in</strong>o, una donna sta<br />

mungendo una mucca blu che<br />

ride. Gli animali nell’aia e le case<br />

sgangherate sono protette da<br />

uno spalancato occhio vigile:<br />

tutto è calmo, tutto è al sicuro,<br />

lontani sono i clangori delle<br />

armi<br />

preti. E sono conv<strong>in</strong>to che sia un diritto<br />

delle nuove generazioni quello di non essere<br />

defraudate di tale ricchezza culturale,<br />

<strong>in</strong>dipendentemente dalle opzioni personali<br />

di fede e dalle appartenenze. Per questo<br />

da ormai 25 anni faccio parte di quel<br />

movimento (capofila l’associazione nazionale<br />

aconfessionale Biblia) che <strong>in</strong>siste per<br />

la presenza <strong>della</strong> Bibbia nelle normali discipl<strong>in</strong>e<br />

scolastiche. C’è stato anche nel<br />

2010 un protocollo d’<strong>in</strong>tesa fra il m<strong>in</strong>istero<br />

<strong>della</strong> Pubblica Istruzione e Biblia e ne è<br />

nato il piccolo movimento Bibbia e scuola<br />

(BeS) che propone corsi di aggiornamento,<br />

convegni, esperienze didattiche, sp<strong>in</strong>gendo<br />

perché si cre<strong>in</strong>o piccole reti di confronto<br />

e sperimentazioni didattiche (sul<br />

sito www. Bes.biblia.org la documentazione<br />

del lavoro che si sta sviluppando).<br />

Qualche piccolo risultato c’è, ma non è il<br />

caso di essere trionfalisti, anche perché <strong>in</strong><br />

questi mesi la scuola vive un momento<br />

difficile per quanto riguarda le risorse<br />

economiche e il r<strong>in</strong>novamento: le sperimentazioni<br />

sono state tagliate e da anni<br />

l’aggiornamento dei docenti non è né garantito<br />

né obbligatorio».<br />

Quale comportamento pensa che<br />

dovrebbero avere le comunità cristiane<br />

nei confronti del loro testo fondamentale?<br />

Ha suggerimenti da dare, <strong>in</strong><br />

Bartolomeo, Centro<br />

Culturale Protestante,<br />

Fondazione Serughetti La<br />

Porta), di istituzioni<br />

pubbliche (Biblioteca<br />

Angelo Mai), librerie<br />

(Libreria Buona Stampa),<br />

istituti museali (Museo<br />

Bernareggi), organismi<br />

diocesani (Ufficio per<br />

l’Apostolato biblico <strong>della</strong><br />

Diocesi di Bergamo) e<br />

dell’associazionismo (ACLI,<br />

Gruppi di lettura cont<strong>in</strong>ua<br />

<strong>della</strong> Parola di Dio).<br />

EffettoBibbia<br />

«EffettoBibbia, libri e testi<br />

fra storia e riletture» è<br />

un’<strong>in</strong>iziativa caratterizzata<br />

da una serie di proposte, il<br />

cui scopo è di mostrare<br />

come la Bibbia cont<strong>in</strong>ui a<br />

<strong>in</strong>terrogare l’essere umano,<br />

al di là <strong>della</strong> sua<br />

appartenenza etnica,<br />

culturale o religiosa. Per<br />

approfondimenti sulle<br />

edizioni precedenti il sito è<br />

www.effettobibbia.it. La<br />

qu<strong>in</strong>ta edizione (che si<br />

terrà dal 5 al 20 maggio<br />

<strong>2012</strong>) avrà come tema «Ieri<br />

era oggi, oggi è già<br />

domani: Bibbia e futuro».<br />

21<br />

base ale sue osservazioni, rispetto ad<br />

una pastorale biblica dignitosa e realmente<br />

abbordabile da chiunque?<br />

«Sappiamo che c’è sempre più scarsità<br />

di tempo per tutti, qu<strong>in</strong>di non si può usare<br />

il criterio dell’aggiungere la Bibbia a<br />

tutto il resto, bisogna avere il coraggio di<br />

“scegliere la Bibbia”, sostituendo altro.<br />

Con umiltà, avanzo due proposte: sviluppare<br />

l’abitud<strong>in</strong>e a spiegare con pazienza<br />

e semplicità i testi biblici di lettura<br />

sempre (e non solo il Vangelo) alla Messa<br />

domenicale, senza alcuna eccezione; siccome<br />

i testi biblici non sono sempre facili,<br />

ma soprattutto secoli di censura <strong>della</strong><br />

Bibbia l’hanno resa lontana, bisogna<br />

ogni tanto compiere qualche gesto di<br />

rottura rispetto alla tradizione, anche<br />

quella <strong>della</strong> religiosità popolare (ad<br />

esempio stabilire che per quest’anno il<br />

mese di maggio il triduo al patrono vedrà<br />

presentati e discussi testi biblici). Bisogna<br />

predicare cont<strong>in</strong>uamente che la Bibbia è<br />

diritto/dovere di tutti ed è la prima condizione<br />

per poter essere conv<strong>in</strong>ti membri<br />

<strong>della</strong> comunità cristiana. Suggerisco di<br />

trasformare <strong>in</strong> slogan l’antico detto<br />

ebraico che 70 sono i sensi delle Scritture,<br />

ma che se uno non le legge, manca il<br />

71! E per tutta l’eternità».<br />

u.p.


22<br />

G<br />

ià nell’antico Israele si pregava con<br />

la Parola e si ascoltava la Parola<br />

nella preghiera. Generazioni di cristiani<br />

hanno cont<strong>in</strong>uato a pregare così,<br />

senza cedere a una pietà non biblica e non<br />

riconoscente la signoria assoluta <strong>della</strong> Parola<br />

nella vita di preghiera <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Tutti i Padri <strong>della</strong> Chiesa d’oriente e d’occidente<br />

hanno praticato il metodo <strong>della</strong> lectio<br />

div<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>vitando i fedeli a fare altrettanto<br />

nelle loro case e consegnandoci i loro<br />

splendidi commenti. Con l’andar dei secoli,<br />

però il metodo è un po’ cambiato, anche<br />

se non è cambiata la scelta del luogo,<br />

che deve essere di solitud<strong>in</strong>e e di silenzio.<br />

Le tre fasi <strong>della</strong> lectio prevedono questi<br />

passaggi: leggi, medita, prega. Leggi e che<br />

la lettura sia ascolto e l’ascolto divenga obbedienza.<br />

Non dobbiamo avere fretta, perché<br />

la lettura si fa per l’ascolto. È Dio che<br />

parla e la lectio è solo un mezzo per giungere<br />

all’ascolto. «Ascolta Israele!» è sempre<br />

il grido di Dio che deve salire dal testo a<br />

noi. Medita: cosa significa? Certamente significa<br />

approfondire il messaggio letto che<br />

La passeggiata, 1917/18<br />

Manifesto <strong>della</strong> felicità, La<br />

passeggiata è l’espressione<br />

dell’amore di Chagall per la<br />

prima moglie Bella, compagna,<br />

mo<strong>della</strong> e musa ispiratrice f<strong>in</strong>o<br />

all’anno <strong>della</strong> sua morte, nel<br />

1944. Il corpo di lei leggero si<br />

libra nell’aria, trattenuto dalla<br />

presa del compagno, radioso di<br />

gioia. Questi <strong>in</strong> mano tiene un<br />

uccello, motore dell’energia<br />

sprigionata nel volo<br />

La Famiglia, 1975/76<br />

Alla prima e amatissima moglie<br />

Bella, morta nel 1944, ne segue<br />

una seconda, Vavà, altrettanto<br />

amata e fonte <strong>in</strong>esauribile<br />

d’ispirazione, come ne La<br />

famiglia. Qui la donna con <strong>in</strong><br />

braccio un bamb<strong>in</strong>o è proprio<br />

Vavà, simbolo <strong>della</strong> femm<strong>in</strong>ilità<br />

e <strong>della</strong> fertilità, <strong>in</strong>carnazione di<br />

una Madonna <strong>in</strong> trono benevola<br />

e protettrice<br />

LA LECTIO DIVINA<br />

La Scrittura pregata giorno per giorno<br />

Il pittore<br />

<strong>della</strong> parola<br />

Nella nostra città da diversi<br />

anni Don Carlo Tarant<strong>in</strong>i<br />

sta seguendo, con il<br />

metodo <strong>della</strong> «Lectio<br />

Div<strong>in</strong>a», alcuni gruppi di<br />

preghiera e accoglie presso<br />

l’Oasi Maria <strong>Immacolata</strong> di<br />

Scanzo chiunque desideri<br />

condividere il proprio<br />

camm<strong>in</strong>o esistenziale alla<br />

luce <strong>della</strong> Parola. Ha<br />

<strong>in</strong>iziato a proporre il<br />

metodo dal 1992 a diverse<br />

comunità ecclesiali<br />

diocesane. Al momento<br />

segue una vent<strong>in</strong>a di<br />

gruppi decl<strong>in</strong>ando il<br />

metodo secondo i<br />

momenti tradizionali <strong>della</strong><br />

lectio: rum<strong>in</strong>atio,<br />

meditatio e contemplatio.<br />

Chi volesse saperne di più -<br />

può trovare date e<br />

contenuto degli <strong>in</strong>contri sul<br />

suo sito <strong>in</strong>ternet<br />

www.carlotarant<strong>in</strong>i.it<br />

Dio ci vuol comunicare. Occorre dunque<br />

uno sforzo, una fatica, perché la lettura deve<br />

diventare riflessione attenta e profonda. Certo<br />

un tempo, imparando la Scrittura a memoria,<br />

il cristiano era facilitato nella riflessione<br />

ripetendo nel cuore con estrema facilità<br />

la Parola ascoltata o letta. Tuttavia anche oggi<br />

noi dobbiamo consacrarci alla riflessione<br />

<strong>in</strong> base alla nostra cultura, alle capacità e ai<br />

mezzi <strong>in</strong>tellettuali che possediamo. Prega, e<br />

allora parliamo a Dio, rispondiamo a Lui, ai<br />

suoi <strong>in</strong>viti, agli appelli, alle ispirazioni, ai richiami,<br />

ai messaggi che ci ha rivolto nella Parola,<br />

compresa attraverso lo Spirito santo.<br />

Non fermiamoci più alla riflessione, ma entriamo<br />

<strong>in</strong> dialogo e parliamo come un amico<br />

parla con il suo amico (Dt 34,10). Non cerchiamo<br />

più di conformare i nostri pensieri ai<br />

suoi ma cerchiamo Lui. Non facciamo pettegolezzi<br />

spirituali, ma parliamo a Lui con fiducia<br />

e senza timore, lontano da ogni sguardo<br />

su noi stessi, lasciando libere le capacità<br />

creative di sensibilità, di emotività, di evocazione<br />

per metterle al servizio del Signore.<br />

Brunella Conca


LA NOSTRA COMUNITÀ 23<br />

Diario di un parroco di periferia<br />

Convivenza <strong>in</strong> oratorio<br />

e la fede degli ado<br />

Sono sopravvissuto. Non agli ado ma alle<br />

notti <strong>in</strong> sacco a pelo. Ormai non ho più l’età da<br />

Camel Adventure. E poi, diciamola tutta, sono<br />

gli ado - i maschietti - a reggere le mie sfuriate<br />

serali per «costr<strong>in</strong>gere» il sonno a luce spenta<br />

(con tanto di ritiro preventivo di cellulari). Ma<br />

quello che mi sembra rilevante notare è che<br />

questi ragazzi hanno domande toste da rivolgerti.<br />

Te le buttano lì contropelo quando meno<br />

te le aspetti: perché andare a Messa? Perché<br />

proprio lì se Dio lo posso «contattare» <strong>in</strong> qualsiasi<br />

angolo <strong>della</strong> mia vita? Perché la Chiesa e<br />

cosa c’entra con il mio rapporto con Dio? Interrogativi<br />

che mi sembrava fossero soltanto conservati<br />

<strong>in</strong> formaldeide (come i quarti di mucca<br />

di quel matto totale di Damien Hirst) e <strong>in</strong>vece<br />

escono belli pimpanti dal cil<strong>in</strong>dro delle loro giovani<br />

coscienze. È il tempo del si fanno le cose<br />

solo perché si capiscono o perché ci si crede. In<br />

nome di un’autenticità: perché fare una cosa <strong>in</strong><br />

cui non credo? Vagli a spiegare che è sensato fare<br />

cose anche quando non se ne capisce tutta la<br />

profondità o quella realtà è percepita distante,<br />

lontana... Poi, c’è un’altra cosa che affasc<strong>in</strong>a di<br />

questi adolescenti: la richiesta al mondo adulto<br />

di autenticità e verità. Senza mezze misure. A<br />

volte la loro è una schiettezza urticante. Ma non<br />

ci fa poi male. A noi adulti, dico. O no?<br />

I nonni attenti<br />

di Evagrio Pontico<br />

Non sono sicurissimo, ma non dovrei nemmeno<br />

essere troppo lontano dalla verità se affermo<br />

che prima di questa quaresima il nome di<br />

Evagrio Pontico non era mai approdato <strong>in</strong> terra<br />

longuelese risuonando nell’elegante aula assembleare<br />

<strong>della</strong> nostra antica parrocchiale (magari<br />

i monaci di Ast<strong>in</strong>o lo conoscevano. Sì, loro<br />

sì, ma noi?).<br />

Un monaco del IV secolo, sconosciutissimo ai<br />

più. Ne avevo sentito parlare da giovane prete e<br />

mi affasc<strong>in</strong>ò la sua lotta totale agli spiriti malvagi<br />

che <strong>in</strong>fastidiscono il camm<strong>in</strong>o di perfezione<br />

dell’uomo. Sono otto, per la precisione. Sì, perché<br />

è di questo che stiamo parlando. In questa<br />

Quaresima, dedicata al tema delle virtù, abbiamo<br />

rispolverato l’antichissimo «Trattato prati-<br />

co» che il monaco del Ponto aveva scritto per<br />

suggerire quasi una regola di vita monastica a<br />

chi voleva <strong>in</strong>traprendere la via perfetta del cristianesimo.<br />

Con l’<strong>in</strong>tento appunto di suggerire<br />

un metodo per <strong>in</strong>card<strong>in</strong>are lo spirito umano su<br />

un fulcro roccioso e allontanare i demoni tentatori.<br />

Sarà anche del IV secolo ma è di un’attualità<br />

impressionante. Piuttosto, si rimane sempre<br />

stupiti dai nostri nonni. L’assemblea dei giorni<br />

feriali - salvo qualche eccezione - è tendenzialmente<br />

di nonne e nonni. Ma è commovente vederli<br />

ascoltare un testo così fuori moda eppure<br />

così vic<strong>in</strong>o alla sensibilità moderna. È commovente<br />

vedere persone non più giovani con il desiderio<br />

<strong>della</strong> ricerca. Che non è un lusso. Ma<br />

un’esigenza concretissima.<br />

Formazione politica<br />

educazione cristiana<br />

Solitamente quando <strong>in</strong> una comunità di cristiani<br />

si accenna alla parola «politica» basta la<br />

«p» per risvegliare quell’urticante sensazione<br />

che si voglia, sotto sotto, fare <strong>della</strong> chiesa un<br />

pulpito per chissà quali dichiarazioni programmatiche.<br />

Ritorna la vecchia tentazione di pensare<br />

che la Chiesa possa scompag<strong>in</strong>are le <strong>in</strong>tenzioni<br />

di voto dei suoi fedeli. Il collateralismo di<br />

certa Dc post-bellica o alcuni <strong>in</strong>terventi <strong>della</strong> regia<br />

episcopale <strong>in</strong> questi ultimi qu<strong>in</strong>dici/venti<br />

anni hanno dato la sensazione di voler orientare<br />

i credenti. Non nascondiamolo: la tentazione<br />

c’è stata ed è stata magari a volte assecondata.<br />

Anche noi <strong>in</strong> comunità, a volte, ci permettiamo<br />

di <strong>in</strong>trodurre il discorso politico: è responsabilità<br />

di ogni coscienza credente.<br />

Non mi è mai sembrato scandaloso accennare<br />

ai fedeli il giudizio cristiano sulla realtà e fornire<br />

alcuni criteri di valutazione delle stagioni<br />

politiche che si stanno vivendo e alternando.<br />

Anzi, mi pare proprio che sia un compito squisitamente<br />

ecclesiale aiutare, e aiutarci, a capire<br />

questi nostri tempi turbolenti. Senza pretese<br />

veritative. Consapevoli che l’unità dei cattolici è<br />

una stagione esaurita e che gli stessi sono da<br />

tempo spalmati su tutto lo spettro partitico. I<br />

credenti possono esercitare una sp<strong>in</strong>ta propulsiva,<br />

a patto che accett<strong>in</strong>o di entrare nell’agorà<br />

politica, che è sempre luogo di mediazione e<br />

servizio all’uomo e alla città di tutti.<br />

Ecumenismo a scacchi<br />

Ne sono uscito a pezzi. Una domenica<br />

pomeriggio sono stato sfidato da padre<br />

Gheorghe. A scacchi. Io spavaldamente<br />

ho accettato l’<strong>in</strong>vito. Figurati:<br />

sono soltanto rumeni, mica russi! E <strong>in</strong>vece<br />

mi sono trovato davanti a un diretto<br />

discendente di Karpov e di Kasparov.<br />

Con tanto di barba (e se fosse<br />

stata la barba la causa <strong>della</strong> solenne<br />

debacle? Le mosse si nascondevano lì,<br />

me lo sentivo).Le sconfitte non si raccontano.<br />

Una mossa sbagliata subito<br />

all’<strong>in</strong>izio, un prematuro arrocco di Re,<br />

la perdita di un pedone decisivo e la<br />

scacchiera ha <strong>in</strong>iziato a vorticare mentre<br />

l’amico ortodosso mi portava a<br />

spasso f<strong>in</strong>o allo scacco matto. Mezz’ora<br />

di nightmare.Da dimenticare. Un<br />

cattolico battuto da un ortodosso fervente.<br />

La magia delle icone ha v<strong>in</strong>to<br />

sulla passione per il contemporaneo<br />

del parroco di periferia. Ho provato a<br />

reagire: qui ci vuole un sussulto d’orgoglio<br />

cattolico. Se il dialogo ecumenico<br />

deve cont<strong>in</strong>uare, allora è da lì,<br />

dagli scacchi che deve com<strong>in</strong>ciare.<br />

Macché dialoghi <strong>in</strong>terconfessionali,<br />

macché disquisizioni teologiche. No,<br />

qui bisogna ripartire dai fondamentali<br />

nobilissimi: gli scacchi. Ho messo <strong>in</strong><br />

campo la mia migliore strategia: don<br />

Paolo. Lui sì, che ci capisce di torri e alfieri.<br />

E, poi, vediamo come andrà a f<strong>in</strong>ire.<br />

Il guanto è gettato.


24<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ<br />

I soldi <strong>della</strong> comunità<br />

Il rendiconto annuale delle f<strong>in</strong>anze <strong>della</strong> nostra parrocchia<br />

Ed eccoci al consueto appuntamento annuale con i<br />

rendiconti <strong>della</strong> nostra parrocchia. Un atto dovuto<br />

nel segno <strong>della</strong> trasparenza e <strong>della</strong> fraternità. La<br />

parrocchia è casa di tutti i cristiani che la vivono. Qui segnaliamo<br />

brevemente quelle che sono le criticità che si<br />

sono evidenziate durante il trascorso 2011 e puntualizziamo<br />

le pr<strong>in</strong>cipali spese che dobbiamo affrontare. Pubblichiamo<br />

i due rendiconti base, quello <strong>della</strong> parrocchia<br />

e quello dell’oratorio (che, precisiamo, è solo una voce a<br />

parte, perché corposa, ma non è un’altra cosa rispetto alla<br />

parrocchia), <strong>in</strong>tegrati dal prospetto dei debiti ancora <strong>in</strong><br />

essere. Questi ultimi non sono compresi nei due rendiconti<br />

non essendo ancora state saldate le rispettive voci<br />

di spesa. Infatti, i due rendiconti ci <strong>in</strong>formano di quante<br />

sono state le entrate e le uscite di somme di denaro registrate<br />

per l’attività <strong>della</strong> parrocchia e dell’oratorio solo<br />

nell’anno 2011.<br />

Le cause del disavanzo<br />

Il rendiconto economico, che la parrocchia ogni anno<br />

deposita pubblicamente presso la curia di Bergamo, è<br />

costruito sulla base di quanto qui vi rendicontiamo. Partiamo<br />

dal dato più significativo che immediatamente<br />

notiamo nel rendiconto <strong>della</strong> parrocchia: il disavanzo<br />

dell’anno 2011 pari a euro 33.337,18 euro (che comunque<br />

è migliore rispetto ai 44.152,33 euro di disavanzo<br />

prodotto nel 2010). Questo è figlio di una prima causa: la<br />

contrazione complessiva dell’attività parrocchiale che rispetto<br />

all’anno 2010 ha visto una generale riduzione <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i di valori assoluti, soprattutto delle entrate. Per <strong>in</strong>tenderci,<br />

un paio di esempi: le entrate relative alla voce<br />

«carità» nell’anno 2010 erano pari a euro 42.703,40, nel<br />

2011 sono state di euro 23.605,00 (è una voce importante<br />

per una comunità di cristiani che vuole essere attenta<br />

alle vecchie e nuove povertà del territorio; un esempio: i<br />

ragazzi extracomunitari africani ospiti provvisoriamente<br />

presso l’ex «Biplano» partecipano all’attività calcistica<br />

che vi si svolge con sistematicità sul campo r<strong>in</strong>novato<br />

dietro la chiesa a costo zero: anche questa è una scelta);<br />

così come le entrate nel 2010 relative alle offerte straord<strong>in</strong>arie<br />

(sostanzialmente buste Natale/Pasqua) erano pari<br />

a euro 53.989,21, nel 2011 sono scese a euro 33.510,65.<br />

E figlio anche di una seconda lampante ragione: il fatto<br />

che le s<strong>in</strong>gole attività non sono ancora <strong>in</strong> grado di au-<br />

Per la raccolta dei modelli CUD<br />

tomantenersi: per tutte valga il dato significativo delle<br />

entrate per le attività parrocchiali pari a euro 23.457,00<br />

a fronte di uscite <strong>della</strong> stessa natura pari a euro<br />

32.385,99. Anche la parrocchia subisce la crisi economica.<br />

L’oratorio<br />

L’altro prospetto, cioè il rendiconto dell’oratorio, che è<br />

parte fondamentale di quello parrocchiale, peggiora la<br />

situazione. Da notare la voce relativa alle spese generali<br />

che comprende utenze da imputarsi <strong>in</strong> misura significativa<br />

proprio all’attività oratoriale, che qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>cide ben<br />

oltre la semplice somma algebrica che si ricava dalla differenza<br />

tra le entrate e uscite tipiche (95.629,21 euro entrate<br />

meno 99.513,67 uscite = - 3.884,46 di disavanzo).<br />

Alcuni <strong>in</strong>terventi straord<strong>in</strong>ari hanno poi <strong>in</strong>teressato il trascorso<br />

anno. Fra tutti ricordiamo la sostituzione delle caldaie<br />

<strong>in</strong> oratorio e il rifacimento del parcheggio antistante<br />

la casa parrocchiale: <strong>in</strong>terventi necessari che non potevano<br />

più essere r<strong>in</strong>viati. Questi <strong>in</strong>terventi, non essendo<br />

stati a oggi completamente pagati, implicano che il loro<br />

saldo lo si possa leggere solo nel prospetto dei debiti<br />

verso fornitori ancora <strong>in</strong> essere. Questo significa che ai<br />

33.337,18 euro di disavanzo 2011 e ai debiti 2010 ci trasc<strong>in</strong>iamo<br />

nell’anno <strong>2012</strong> anche tutti i debiti evidenziati<br />

nel prospetto relativo ai fornitori. Complessivamente al<br />

nostro stato debitorio f<strong>in</strong>ale pari a euro 192.724,11 vanno<br />

sommati i debiti verso fornitori pari a circa 89.000,00<br />

euro per avere idea di quanto si debba ancora f<strong>in</strong>ire di<br />

pagare e cioè circa 280.000,00 euro.<br />

Lo sforzo e la generosità di tutti<br />

Si chiede a questo punto un momento d’attenzione e<br />

riflessione da parte di tutti per poter fronteggiare le necessità<br />

evidenziate. Non lasciamo che la crisi paralizzi<br />

l’attività comunitaria e sforziamoci tutti di pensare e<br />

operare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i concreti per superare questo momento<br />

di difficoltà, perché il disavanzo possa essere presto<br />

riassorbito. Auspichiamo da parte di tutta la comunità<br />

un segnale positivo, quale segno concreto di appartenenza<br />

alla stessa. Non siamo ancora <strong>in</strong> grado di dire alla<br />

comunità eventuali scelte future circa la chiesa nuova<br />

che presenta alcune criticità strutturali.<br />

La commissione economica<br />

I valori <strong>della</strong> chiesa si diffondono anche con un gesto: la tua firma è importante! CON L’OTTO PER MILLE ALLA CHIESA CAT-<br />

TOLICA PUOI FARE MOLTO PER TANTI. N.B.: il referente riceve <strong>in</strong> casa parrocchiale il LUNEDI’ e il VENERDI’ dalle 16 alle 18


RENDICONTO PARROCCHIA 2011<br />

ENTRATE<br />

Carità 23.605,00<br />

Missioni diocesane e universali, sem<strong>in</strong>ario, 5.805,00<br />

Ospedale Palest<strong>in</strong>a 2.565, don Cassera 4.000 6.565,00<br />

Elemos<strong>in</strong>e (festive, feriali e lum<strong>in</strong>i) 38.769,50<br />

Offerte per il Culto (Battesimi, Cresime, Matrimoni, 32.184,00<br />

Prime Comunioni, Funerali, <strong>in</strong>tenzioni di Messe)<br />

Offerte straord<strong>in</strong>arie (buste Natale, buste Pasqua, 33.510,65<br />

varie pro chiesa)<br />

Proventi f<strong>in</strong>anziari 78,93<br />

<strong>Longuelo</strong> Comunità (bollett<strong>in</strong>o parrocchiale) 20.330,00<br />

(abbonamenti 16,530 e sponsor 3.800)<br />

Attività parrocchiali (visite culturali 12.027, 23.457,00<br />

progetto Pilota 5.000, vendita pubblicazioni: valle<br />

Aur<strong>in</strong>a - Terra Santa - Catalogo foto avvento 1.079, ecc.)<br />

Pellegr<strong>in</strong>aggio Terra Santa 73.260,00<br />

Oratorio 95.629,21<br />

Totale entrate 353.194,29<br />

Disavanzo (perdita) esercizio corrente 33.337,18<br />

Totale a pareggio 386.531,47<br />

Il disavanzo dell’esercizio corrente è di 33.337,18 euro.<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ 25<br />

La situazione negativa al 31 dicembre 2010 era di 159.386,93 euro.<br />

(Mutuo 77.238,03 euro più debiti verso banca 81.193,78 euro; TFR 965,12 euro)<br />

USCITE<br />

Carità 13.418,85<br />

Offerte S. Messe e missionari 2.570,00<br />

Missioni diocesane e universali, Sem<strong>in</strong>ario 5.805,00<br />

Tributi verso Curia 6.234,00<br />

Spese per il culto (tutto ciò che serve per 15.052,14<br />

le celebrazioni, il decoro delle 2 chiese, confessioni, ecc.)<br />

Collaboratrice domestica 14.174,76<br />

Assicurazioni (due chiese, due case e oratorio) 2.851,00<br />

Oneri f<strong>in</strong>anziari 3.139,98<br />

Manutenzioni ord<strong>in</strong>arie 10.525,97<br />

Manutenzione straord<strong>in</strong>aria 26.000,00<br />

(acc. caldaie oratorio)<br />

Spese generali (utenze per la gestione 53.947,56<br />

di due chiese, due case, oratorio e compenso<br />

geom. per visure catastali)<br />

Imposte e tasse 5.497,15<br />

<strong>Longuelo</strong> Comunità (bollett<strong>in</strong>o parrocchiale) 21.915,40<br />

Attività parrocchiali (visite culturali 12.297,50, 32.385,99<br />

stampa pubblicazioni: Calendario Past - Valle Aur<strong>in</strong>a e<br />

Terra Santa 5000, Buona Stampa - Paol<strong>in</strong>e,<br />

Abbonamenti a riviste)<br />

Lo stato debitorio al 31 dicembre 2011 è di 192.724,11 euro.<br />

(Mutuo 57.619,80 euro più debiti verso banca 133.009,64 euro; TFR 2.094,67 euro)<br />

Pellegr<strong>in</strong>aggio Terra Santa 73.500,00<br />

Oratorio 99.513,67<br />

Totale uscite 386.531,47<br />

Totale a pareggio 386.531,47


26<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ<br />

RENDICONTO ORATORIO 2011<br />

ENTRATE<br />

Catechesi 5.664,62<br />

Gestione bar 8.952,52<br />

Centro Ricreativo Estivo 12.683,50<br />

Festa S. Antonio pesca di beneficienza 43.643,07<br />

Offerte uso campo calcio 14.121,00<br />

Attività diverse (utilizzo ambienti riunioni 10.564,50<br />

condom<strong>in</strong>iali, feste di compleanno, battesimi,<br />

Alp<strong>in</strong>i, Ala- Non, ecc)<br />

Totale 95.629,21<br />

L’economia <strong>della</strong> comunità<br />

Parlare dei soldi <strong>della</strong> parrocchia non è<br />

mai facile. Vengono subito <strong>in</strong> mente molte<br />

persone che stanno facendo davvero fatica.<br />

In comunità ogni tanto bussa qualcuno<br />

a dire che il lavoro non ce l’ha più: andare<br />

avanti con dignità è molto arduo per qualcuno.<br />

La voce <strong>della</strong> carità nel nostro rendiconto<br />

annuale è consistente, proprio grazie<br />

alla generosità delle persone che si fidano<br />

<strong>della</strong> comunità stessa. Non è un dato<br />

QUADRO DEBITI VERSO FORNITORI<br />

scontato <strong>in</strong> tempo di crisi economica. Il<br />

Centro di primo ascolto vaglia seriamente<br />

e attentamente prima di dare dei soldi a<br />

qualcuno. È importante che <strong>in</strong> comunità si<br />

costruisca una sensibilità verso chi è più<br />

nel bisogno. Ma la comunità, come spesso<br />

diciamo, è anche un grande cantiere. Una<br />

famiglia con tutti i suoi bisogni e le sue necessità.<br />

Possiamo fare fronte a questi bisogni<br />

solo se si costruisce una reale colla-<br />

USCITE<br />

Catechesi 4.596,50<br />

Gestione bar 6.818,26<br />

Centro Ricreativo Estivo 14.275,67<br />

Festa S. Antonio pesca di beneficienza 29.040,20<br />

Campo calcio (escluso mutuo) 30.331,10<br />

Attività diverse (manutenzione ambienti, 14.452,13<br />

pulizie, vigilanza attività ricreative, manutenz.<br />

macch<strong>in</strong>e ufficio, ADSL, spese bancarie)<br />

Totale 99.513,67<br />

borazione. Dobbiamo tenere sveglie sempre<br />

due attenzioni: la vita <strong>della</strong> comunità<br />

(con le sue strutture) e l’attenzione ai poveri.<br />

Dal rendiconto non deve sparire la voce<br />

<strong>della</strong> carità: sarebbe un impoverimento<br />

per tutti. Nello stesso tempo sappiamo<br />

che dobbiamo far crescere il senso di<br />

un’appartenenza. Soprattutto <strong>in</strong> un quartiere<br />

come il nostro che tutto sommato è<br />

appena nato.<br />

Saldo caldaie oratorio 20.940,00<br />

Sistemazione parcheggio, marciapiedi casa parrocchiale, sarac<strong>in</strong>esca garage 38.000,00<br />

Da aggiungere: IVA al 21% 7.980,00<br />

Da versare per partite di giro 11.565,00<br />

Panch<strong>in</strong>e campo calcio 3.800,00<br />

Varie fatture di piccoli importi 6.676,85<br />

TOTALE 88.961,85


In silenzio per ascoltare<br />

Un week-end di convivenza con le giovani famiglie<br />

La famiglia è una risorsa importante per<br />

la comunità parrocchiale - che è chiesa<br />

<strong>in</strong> mezzo alle case - non solo per le attività<br />

che può svolgere ma soprattutto «con il<br />

suo stesso esistere, <strong>in</strong> quanto stato particolare<br />

di vita cristiana» (cfr. Orientamenti del S<strong>in</strong>odo).<br />

Potremmo utilizzare queste parole (di<br />

una certa responsabilità per chi le riceve!) per<br />

esprimere il significato del percorso proposto<br />

per il terzo anno consecutivo alle giovani coppie<br />

e famiglie <strong>della</strong> comunità. Un calendario<br />

di sette <strong>in</strong>contri distribuiti<br />

nell’arco dell’anno<br />

per dirci <strong>in</strong><br />

che modo <strong>in</strong> famiglia<br />

si gioca l’umanità<br />

dell’uomo e come,<br />

<strong>in</strong> questo complicato<br />

<strong>in</strong>treccio di<br />

relazioni ed equilibri,<br />

la «buona notizia»<br />

del Vangelo<br />

può <strong>in</strong>contrare la<br />

nostra vita familiare.<br />

Non è una ricerca<br />

facile e immediata.<br />

Quest’anno, co<strong>in</strong>volgendo<br />

una dozz<strong>in</strong>a di famiglie, abbiamo<br />

provato a decl<strong>in</strong>arla attorno ai tempi che la<br />

famiglia si trova a gestire e armonizzare con<br />

grande fatica. Il tempo del lavoro, dei figli, <strong>della</strong><br />

festa, del riposo, il tempo da dedicare alla<br />

coppia e...il tempo del silenzio, <strong>della</strong> preghiera.<br />

Il più difficile da ri-trovare nelle nostre case<br />

e il più impegnativo da vivere.<br />

La ricerca «del silenzio perduto» ha condotto<br />

<strong>in</strong> alta Valle Brembana, a Piazzatorre, lo<br />

scorso 18 e 19 febbraio, una dec<strong>in</strong>a di famiglie<br />

per vivere una convivenza <strong>in</strong> puro stile familiare<br />

e cercare di capire come fare esperienza<br />

di questo tempo prezioso e fecondo. «Quando<br />

si parla di silenzio, bisogna <strong>in</strong>tendere subito<br />

che esso è fondamentalmente un’esperienza,<br />

ovvero un vissuto reale e concreto...<br />

poi a partire dall’esperienza vissuta, il silenzio<br />

può diventare argomento di discussione o di<br />

ricerca; ma è solo la sua esperienza che ci può<br />

<strong>in</strong>segnare» (D<strong>in</strong>ajara Doju Freire, monaca<br />

Zen). Anche noi, nel nostro piccolo e semplice<br />

contesto familiare, abbiamo cercato di vivere<br />

un’esperienza di silenzio. In un primo<br />

momento, <strong>in</strong>sieme ai bamb<strong>in</strong>i e ai ragazzi, il<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ 27<br />

silenzio era necessario per ascoltare e saper riconoscere<br />

i diversi tipi di suoni e rumori: la<br />

pioggia, il vento, il rumore dei passi nelle pozzanghere!<br />

Il frutto dell’ascolto è stato poi <strong>in</strong>terpretato<br />

artisticamente da ogni famiglia<br />

con l’aiuto di colori, plastil<strong>in</strong>a e tanta fantasia.<br />

Successivamente i genitori hanno vissuto per<br />

trenta m<strong>in</strong>uti (troppi?) un’esperienza di silenzio,<br />

<strong>in</strong>trodotti dalle parole tratte dal libro di<br />

Enzo Bianchi «Ogni cosa alla sua stagione».<br />

Alcune riflessioni raccolte al term<strong>in</strong>e dell’esperienza<br />

ci raccontano<br />

come è stato<br />

vissuto questo momento.<br />

«Fare silenzio<br />

non è semplicemente<br />

non parlare,<br />

ma è spegnere tutti<br />

i pensieri che si r<strong>in</strong>corrono<br />

nella testa.<br />

Questa è la cosa più<br />

difficile». Il silenzio è<br />

stato vissuto «come<br />

spazio per accogliere<br />

ciò che proviamo,<br />

come tempo per fare<br />

uscire ciò che <strong>in</strong><br />

noi fa rumore e distrae». Il silenzio diventa «il<br />

luogo dell’abbandonarsi» dove «ho sentito<br />

tanta pace nel cuore. Sarei andato avanti ancora<br />

volentieri». Occorre anche «coltivare il silenzio,<br />

che non è vuoto assordante, ma pienezza<br />

che va scoperta». La matt<strong>in</strong>a <strong>della</strong> domenica<br />

è stata dedicata alla condivisione dell’esperienza<br />

vissuta e alla riflessione-testimonianza<br />

rispetto alla fatica di vivere il tempo<br />

del silenzio e <strong>della</strong> preghiera <strong>in</strong> famiglia, nella<br />

coppia. La riflessione che trova l’accordo<br />

del gruppo è che non è immediato e naturale<br />

fare spazio al silenzio. È importante <strong>in</strong>nanzitutto<br />

capire i ritmi <strong>della</strong> propria vita familiare,<br />

stare su cose concrete e darsi degli «strumenti<br />

di lavoro»: un tempo ben def<strong>in</strong>ito, un testo,<br />

un foglio bianco, alcune parole antiche e<br />

nuove e un’attenzione alla vita nella sua quotidianità<br />

che faccia da sfondo ai nostri gesti.<br />

Così facendo, forse, quel silenzio, che <strong>in</strong>izialmente<br />

spaventa, può diventare il luogo dove<br />

tornare per ricordarci chi siamo e trasformarsi<br />

<strong>in</strong> spazio per accogliere l’altro, spazio di<br />

gratuità, cioè preghiera.<br />

Monica Ferrante<br />

Gita di Pasquetta<br />

sul monte Misma<br />

Gita di Pasquetta per le famiglie il Lunedì<br />

dell’Angelo, 9 aprile. Partenza alle<br />

ore 9.00 dal parcheggio <strong>della</strong> chiesa<br />

parrocchiale di <strong>Longuelo</strong> per Pradalunga<br />

(Valle Seriana). Da Pradalunga<br />

si sale <strong>in</strong> auto verso il santuario<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Forcella. Da qui a<br />

piedi per l’antichissima chies<strong>in</strong>a di<br />

Santa Maria del Misma (824 slm). Il<br />

sentiero è comodo e facile. Circa un’oretta<br />

a piedi senza strappi. Si pranza<br />

al sacco. Per chi vuole, nel pomeriggio<br />

si punta alla vetta del monte Misma.


Pellegr<strong>in</strong>aggio<br />

di Quaresima<br />

Domenica 11 <strong>marzo</strong> si è svolto il pellegr<strong>in</strong>aggio<br />

ad Alzano Lombardo. La<br />

proposta, rivolta a tutta la comunità,<br />

è stata pensata soprattutto per le famiglie<br />

dei ragazzi <strong>della</strong> catechesi come<br />

piacevole opportunità da mettere<br />

a calendario e da trascorrere per condividere<br />

un tempo di festa, una domenica<br />

dal taglio più culturale per conoscere<br />

luoghi a noi vic<strong>in</strong>i, ma ricchi di<br />

sorprese.<br />

Alzano Lombardo, oltre ad avere dato<br />

i natali al nostro don Giorgio, ci ha rivelato<br />

nella sua modesta normalità di<br />

paese di <strong>in</strong>izio valle un’“anima artistica”<br />

di tutto rispetto e valore. In s<strong>in</strong>tonia<br />

con il percorso di Quaresima che ci<br />

vede riflettere sulle virtù, abbiamo visitato<br />

le sagrestie <strong>della</strong> Basilica di San<br />

Mart<strong>in</strong>o, dove si trova un gruppo ligneo<br />

realizzato dalla bottega dei Fantoni<br />

e dei Caniana verso la f<strong>in</strong>e del<br />

1600. Oltre ad ammirare la maestria<br />

con cui gli artisti e gli artigiani dell’epoca<br />

hanno saputo armonizzare materiali<br />

diversi come stucco, legno e<br />

marmo, è stato molto <strong>in</strong>teressante conoscere<br />

le diverse funzioni delle tre<br />

sagrestie. Nel loro <strong>in</strong>sieme le sagrestie<br />

poste <strong>in</strong> successione sono state concepite<br />

per accompagnare il percorso<br />

di fede che va dalla piazza, luogo di ritrovo<br />

<strong>della</strong> gente, al cuore <strong>della</strong> chiesa,<br />

<strong>in</strong> prossimità dell’altare maggiore.<br />

Un luogo qu<strong>in</strong>di di passaggio e di mediazione<br />

fra spazio esterno e <strong>in</strong>terno,<br />

fra il tempo <strong>della</strong> vita degli uom<strong>in</strong>i e il<br />

tempo liturgico e rituale del culto. La<br />

seconda sagrestia, quella che ci ha<br />

fatto rimanere a bocca aperta, era il<br />

luogo di raccoglimento e preghiera riservato<br />

esclusivamente al clero. Tre lati<br />

sono rivestiti dai bancali - i cosid-<br />

28<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ<br />

AbitiAMO l’oratorio<br />

seconda edizione<br />

La convivenza degli adolescenti di <strong>in</strong>izio febbraio<br />

Son stati giorni che han lasciato il segno<br />

e stare al mondo è già di più un impegno».<br />

Rubiamo questi versi a Ligabue,<br />

tanto amato dagli adolescenti, perché ci sembrano<br />

fare una buona s<strong>in</strong>tesi dell’ esperienza<br />

di convivenza vissuta <strong>in</strong> oratorio dal 9 al 12<br />

febbraio scorso.<br />

«Son stati giorni che han lasciato il segno»<br />

<strong>in</strong> tutti i sensi; già, perché fare famiglia <strong>in</strong> ventic<strong>in</strong>que<br />

può essere esaltante e divertente, stimolante<br />

e <strong>in</strong>teressante ma <strong>in</strong>sieme faticoso e<br />

un po’ stressante e vivere la quotidianità<br />

(scuola, lavoro, studio, relax) r<strong>in</strong>unciando ai<br />

nostri spazi e alle nostre abitud<strong>in</strong>i è stato un<br />

po’un banco di prova. Brillantemente superata!<br />

Da giovedì a domenica, per quattro giorni<br />

e tre notti l’oratorio è diventato la nostra casa,<br />

che - si sa - non è un granché ma che ci è sembrato<br />

così ospitale, così accogliente, così nostro,<br />

da farsi scusare tutte le sue magagne e<br />

imperfezioni. Merito anche di mamme e papà<br />

attenti e disponibili che, con preziosi gesti di<br />

cura, hanno pulito, lavato, cuc<strong>in</strong>ato (magnificamente<br />

e abbondantemente!) rendendo la<br />

nostra convivenza anche un po’ vacanza.<br />

Siamo ripartiti dalla domanda che ci ha ac-<br />

compagnato nel nostro pellegr<strong>in</strong>aggio ad Assisi<br />

- che cosa voglio fare <strong>della</strong> mia vita? - <strong>in</strong>terrogativo<br />

rivolto a chi, con entusiasmo e passione,<br />

ci ha raccontato la propria scelta, la propria<br />

storia, regalandoci emozioni forti, s<strong>in</strong>cere,<br />

umane.<br />

Fabio, educatore di strada, ci ha <strong>in</strong>trodotti<br />

con immag<strong>in</strong>i e parole nel mondo dei senzatetto<br />

e dei poveri, che trovano un pasto caldo<br />

alla mensa <strong>della</strong> stazione. Volti segnati ma anche<br />

sereni, che mettono <strong>in</strong> crisi le nostre assolute<br />

certezze riguardo a buoni e cattivi, a<br />

lazzaroni e operosi. Dopo Fabio (al quale abbiamo<br />

promesso di dare una mano alla mensa<br />

per tre domeniche da qui all’ estate) si è<br />

raccontato Andrea, tatuato dalla testa ai piedi,<br />

uno che sulla strada ha vissuto davvero, ha<br />

conosciuto la droga e tre anni fa ha deciso<br />

con coraggio e determ<strong>in</strong>azione di «togliersi la<br />

maschera» e di ritrovare se stesso facendo un<br />

duro percorso <strong>in</strong> comunità terapeutica. Una<br />

puntata allo Spazio Polaresco dove ci hanno<br />

presentato, con entusiasmo e passione, le<br />

svariate possibilità aggregative, culturali, formative<br />

e ricreative che il Comune di Bergamo<br />

propone ai giovani. Abbiamo <strong>in</strong>travisto <strong>in</strong>te-


Dopo Pasqua, tempo di sacramenti<br />

ressanti occasioni di collaborazione nel nostro<br />

quartiere anche per i nostri adolescenti,<br />

anche se ancora da mettere a punto e da condividere.<br />

Venerdì sera è stata la volta dei nostri<br />

preti. Don Giorgio e don Paolo ci hanno raccontato<br />

<strong>della</strong> loro scelta di servizio, <strong>della</strong> loro<br />

vocazione, affrontando il fuoco di fila delle<br />

domande dei ragazzi che a tutti i costi volevano<br />

capire e farsi spiegare ciò che <strong>in</strong> fondo<br />

anche per i nostri don non può che restare <strong>in</strong><br />

parte un mistero. Don Massimo, presente, forte<br />

<strong>della</strong> propria esperienza e maturità, annuiva<br />

e approvava <strong>in</strong> silenzio...<br />

Sabato, seratona clou: <strong>in</strong> compagnia e con<br />

l’aiuto di un gruppo scout (Bergamo 5°), composto<br />

<strong>in</strong> parte da giovani longuelesi, abbiamo<br />

preparato un fantastico aperitivo per i genitori<br />

e allestito il carro per la festa di Carnevale<br />

del giorno dopo. Piacevolissima sorpresa<br />

la s<strong>in</strong>ergia e la complicità creatasi da subito<br />

tra i giovani, i solerti scouts e i nostri adolescenti!<br />

La sera, sistemata <strong>in</strong> un battibaleno, la<br />

sala <strong>della</strong> comunità è diventata piazza per gli<br />

immancabili bans, giochi, canti e preghiera di<br />

f<strong>in</strong>e giornata.<br />

Due parole sul «rito» <strong>della</strong> tisana pre-nanna<br />

vale la pena spenderle. Diventata magicamente<br />

«buona» per tutti, la calda bevanda rilassante<br />

ci ha regalato un momento di <strong>in</strong>timità,<br />

desiderato e apprezzato per ritrovare un<br />

po’ di calma, abbandonando i ritmi <strong>in</strong>tensi<br />

<strong>della</strong> giornata e predisponendoci un po’ più<br />

dolcemente a separarci, maschi e femm<strong>in</strong>e,<br />

nelle rispettive camerate e a consegnarci al<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ 29<br />

La Pasqua <strong>in</strong>augura nelle nostre comunità cristiane il tempo dei sacramenti. I sacramenti sono il frutto<br />

più evidente <strong>della</strong> buona saluta di una Chiesa, perché sono il segno tangibile di una salvezza. Ecco perché<br />

anche nella nostra comunità si è fatta questa scelta pastorale che con fedeltà cont<strong>in</strong>uiamo a mantenere.<br />

Perf<strong>in</strong>o con le prime confessioni dei bamb<strong>in</strong>i: abbiamo <strong>in</strong>serito il loro primo <strong>in</strong>contro con il Dio<br />

<strong>della</strong> misericordia e l’abbraccio dei fratelli proprio nella Messa domenicale <strong>della</strong> comunità.<br />

15 aprile celebrazione <strong>in</strong> ricordo dei battesimi. Sono <strong>in</strong>vitati alla Messa <strong>della</strong> comunità (10.30)<br />

tutte le famiglie che hanno battezzato il bamb<strong>in</strong>o dalla Pasqua scorsa <strong>in</strong> poi. Nel pomeriggio<br />

<strong>in</strong>vitiamo <strong>in</strong> oratorio i genitori dei bimbi battezzati negli ultimi tre/quattro anni.<br />

22 aprile Prime confessioni alle 9.30. Alle 10.30 la comunità si unisce per cont<strong>in</strong>uare la celebrazione.<br />

29 aprile Prime comunioni alle 10.30<br />

6 maggio Cresime alle 10.30. Il sacramento sarà amm<strong>in</strong>istrato da monsignor Maurizio Gervasoni, delegato<br />

del vescovo per la formazione del popolo cristiano. I ragazzi (18 aprile), i genitori e i<br />

padr<strong>in</strong>i (19 aprile) <strong>in</strong>contreranno il delegato del vescovo.<br />

13 maggio Anniversari di matrimonio alle 10.30. Solitamente si solennizzano i cosiddetti anniversari<br />

pieni: 5/10/15/20/25 etc. Le coppie di sposi sono <strong>in</strong>vitate già f<strong>in</strong> d’ora.<br />

26 maggio Ord<strong>in</strong>azione presbiterale di don Giorgio Carobbio alle 17.00 <strong>in</strong> Duomo <strong>in</strong> Città Alta. Quest’anno<br />

abbiamo la fortuna di poter ospitare anche il sacramento dell’ord<strong>in</strong>e. Don Giorgio<br />

celebrerà la sua prima Messa <strong>in</strong> comunità domenica 3 giugno. Venerdì 1° giugno i ragazzi<br />

<strong>della</strong> catechesi faranno con lui un pellegr<strong>in</strong>aggio a un santuario mariano.<br />

sonno, che è un po’ come morire (come ama<br />

ricordarci il nostro parroco).<br />

In mezzo a tutto ciò, decisamente sopra<br />

tutto ciò, chi ci è stato, chi s’è lasciato co<strong>in</strong>volgere<br />

<strong>in</strong> questa piccola ma <strong>in</strong>tensa avventura,<br />

esprimendo emozioni, costruendo relazioni,<br />

str<strong>in</strong>gendo più amicizia, facendo esperienza<br />

di mettersi al servizio (si veda l’energica e<br />

provvidenziale spalata di neve sul piazzale<br />

dell’ oratorio da parte di adulti e adolescenti<br />

<strong>in</strong>sieme) è tornato a casa, alla sua casa, un po’<br />

diverso, un po’ più stanco e rauco forse, ma<br />

contento e un po’ più consapevole che «stare<br />

al mondo è già di più anche impegno».<br />

Per queste motivazioni non possiamo che<br />

<strong>in</strong>coraggiare i «nostri» ragazzi a cont<strong>in</strong>uare a<br />

voler buttarsi <strong>in</strong> esperienze di questo tipo. È<br />

così che riusciremo a fare gruppo, a creare<br />

quella sana amicizia che è capacità di condivisione<br />

del quotidiano e di vita vissuta! La motivazione<br />

di fondo è sempre la stessa e ci piace<br />

che sia rimasta come «titolo» <strong>della</strong> convivenza<br />

anche <strong>in</strong> questa seconda edizione: abitiAMO<br />

l’oratorio. Sì, speriamo proprio questo,<br />

che il nostro oratorio sia più abitato, più amato,<br />

per essere veramente luogo d’<strong>in</strong>contro fra<br />

le generazioni. Il «collante» - che, a oggi, manca<br />

nel nostro oratorio - capace di amalgamare<br />

queste generazioni sarà proprio un gruppo<br />

di adolescenti/giovani desiderosi di sporcarsi<br />

le mani <strong>in</strong> questi spazi di umanità ed essere<br />

testimoni per i coetanei che vivono nel quartiere.<br />

Gli animatori del gruppo ADO<br />

detti credenz<strong>in</strong>i - opera di due prestigiose<br />

botteghe: i Fantoni e I Caniana.<br />

I primi realizzarono nell’<strong>in</strong>taglio di noce<br />

e di bosso le figure di martiri, le virtù<br />

e le narrazioni; i secondi, <strong>in</strong>tarsiatori,<br />

crearono con i colori del legno un<br />

ricamo immag<strong>in</strong>ario di forme e figure.<br />

Alle pareti molte esortazioni ai doveri<br />

ecclesiali, con l’<strong>in</strong>vito - abbastanza<br />

esplicito! - ad un annuncio coerente<br />

con la Parola e ad una testimonianza<br />

coraggiosa sull’esempio dei martiri.<br />

Dall’atmosfera seicentesca delle sagrestie<br />

un breve spostamento a piedi<br />

ci ha fatto compiere un salto temporale<br />

di ben tre secoli, portandoci <strong>in</strong> un<br />

altro luogo d’arte, con forma e contenuti<br />

ben diversi ma - se è possibile azzardare<br />

un’analogia - con il medesimo<br />

desiderio di esprimere l’umana ricerca<br />

<strong>in</strong>torno ai grandi perché <strong>della</strong> vita.<br />

Siamo arrivati all’ALT, acronimo di Arte,<br />

Lavoro, Territorio. Si tratta di un<br />

nuovo spazio espositivo di arte contemporanea,<br />

ricavato nell’ex-cementificio<br />

Italcementi. Un luogo voluto<br />

dai collezionisti/imprenditori Tullio<br />

Leggeri ed Elena Radici, pensato per<br />

divulgare e sperimentare l’arte contemporanea,<br />

ritenuta ancora (nonostante<br />

forti perplessità) un mezzo<br />

valido per comprendere e <strong>in</strong>terpretare<br />

la nostra epoca “post-moderna”.<br />

Guidati da Stefania Lovat, che ha faticato<br />

non poco ha farci digerire il significato<br />

di alcune “opere d’arte”, abbiamo<br />

cercato di aprire piccoli varchi allo<br />

scetticismo diffuso nei confronti di<br />

buona parte del l<strong>in</strong>guaggio artistico<br />

attuale. Bamb<strong>in</strong>i e ragazzi, con molta<br />

più facilità, hanno accolto con entusiasmo<br />

il percorso pensato appositamente<br />

per loro. Qualche spiraglio c’è<br />

stato anche tra gli adulti...Siamo<br />

pronti per la prossima <strong>in</strong>cursione artistica.


Indirizzi e telefoni<br />

Parroco<br />

Don Massimo Maffioletti<br />

Via Mattioli, 57<br />

Tel. e Fax 035.256151<br />

Cell. 335.7680767<br />

Vicario parrocchiale<br />

Don Paolo Carrara<br />

Via Mattioli, 57<br />

Tel. e Fax 035.256151<br />

Oratorio<br />

Via <strong>Longuelo</strong>, 39<br />

Tel. 035.259020<br />

oratorio@longuelo.it<br />

Segreteria parrocchiale<br />

e dell’oratorio<br />

Orari d’apertura:<br />

da lunedì a venerdì<br />

10,00 - 12,00 e 16,00 - 18,30<br />

sabato 10,00 - 12,00<br />

parrocchia_longuelo@libero.it<br />

Centro Ascolto<br />

Riservato ai residenti<br />

del quartiere<br />

Via Mattioli, 57<br />

Tel. 035.402336<br />

Orari di apertura e ascolto:<br />

lunedì 16,00 - 17,00<br />

martedì 16,00 - 17,00<br />

mercoledì 9,30 - 10,30<br />

giovedì 16,00 - 17,00<br />

Sito parrocchiale<br />

www.longuelo.it<br />

Newsletter parocchiale<br />

Iscriversi con una e-mail a parrocchia_longuelo@libero.it<br />

Madonna del Bosco<br />

Tel. 035.403131<br />

Orario delle Messe<br />

Chiesa parrocchiale<br />

Giorni festivi:<br />

ore 8,00 -10,30 - 18,30<br />

Sabato e vigilia di festa:<br />

ore 18,30<br />

Antica parrocchiale<br />

Giorni feriali, da lunedì<br />

a venerdì: ore 18,00<br />

Orario delle Confessioni<br />

Sabato dalle 17,30 alle 18,15<br />

Domenica dalle 9,45 alle 10,30<br />

e dalle 17,30 alle 18,15<br />

30<br />

LA NOSTRA COMUNITÀ<br />

Risorti <strong>in</strong> Cristo<br />

Dopo un mese di ricovero alle<br />

cl<strong>in</strong>iche Humanitas Gavazzeni<br />

di Bergamo è morto Roberto<br />

Rigamonti, marito di<br />

Concetta, una delle signore<br />

che fa accoglienza nella segreteria<br />

<strong>della</strong> casa parrocchiale.<br />

Era il mercoledì delle Ceneri, 22 febbraio.<br />

Roberto era nato a Genova 69 anni fa, il<br />

10 aprile del 1942. Il 20 aprile del 1968 sposa<br />

Concetta Gabriele. Abitano a <strong>Longuelo</strong> da subito,<br />

<strong>in</strong> via Mattioli 53, dove nascono Marco<br />

Andrea e Rom<strong>in</strong>a. Roberto ha lavorato vendendo<br />

<strong>in</strong> proprio compressori d’aria. Sapeva<br />

fare di tutto e aveva una passione per i tren<strong>in</strong>i<br />

e l’areomodellismo. Le nipot<strong>in</strong>e per Natale gli<br />

avevano mandato un biglietto con scritto<br />

«Nonno aggiustattutto». I funerali sono stati<br />

celebrati il 24 febbraio. Un abbraccio a Concetta<br />

da parte <strong>della</strong> comunità. E un profondo<br />

senso di gratitud<strong>in</strong>e.<br />

Il 23 febbraio è morta ai Riuniti<br />

di Bergamo la signora<br />

Silvia Dezza di anni 88. Era<br />

nata il 4 <strong>marzo</strong> del 1923 a<br />

Mozzo. Nel ‘48 aveva sposato<br />

Gianfranco Ferrari. Prati-<br />

Raccolta alimentare e cassonetto giallo<br />

RACCOLTA ALIMENTARE<br />

PER IL CENTRO ASCOLTO<br />

Dalla qu<strong>in</strong>ta domenica di Quaresima (25 <strong>marzo</strong>) si<br />

è pensato di avviare - una volta al mese, <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza<br />

con la raccolta per il fondo di solidarietà -<br />

una raccolta di alimenti di prima necessità per i bisognosi<br />

che bussano al Centro Ascolto (a fianco<br />

<strong>della</strong> segreteria <strong>della</strong> casa parrocchiale). Un po’ come<br />

già succede a Natale.<br />

I generi di prima necessità di cui si ha maggior bisogno<br />

sono: latte UHT, olio, zucchero, far<strong>in</strong>a bianca,<br />

caffè, the, biscotti.<br />

Gli alimenti possono essere consegnati la domenica<br />

stessa quando si viene a Messa, oppure quando<br />

i bamb<strong>in</strong>i e i ragazzi vengono alla catechesi o ancora<br />

durante gli orari di apertura del Centro Ascol-<br />

camente longuelese da sempre, Silvia ha abitato<br />

la gran parte <strong>della</strong> sua vita <strong>in</strong> via <strong>Longuelo</strong><br />

244. La famiglia si arricchisce dei tre figli: Mariangela,<br />

Carlo e Loredana. È una donna che ha<br />

lavorato moltissimo nella sua vita, <strong>in</strong>nanzitutto<br />

come operaia allo «stabilimento delle coperte»<br />

<strong>in</strong> Bergamo. Amava molto anche lavorare<br />

con la sua macch<strong>in</strong>a per cucire, rigorosamente<br />

a pedale.Ultimamente la vedevo <strong>in</strong> giro per<br />

<strong>Longuelo</strong> e spessissimo anche <strong>in</strong> chiesa, per la<br />

Messa e per una visita personale alla Madonna.<br />

I funerali sono stati celebrati il 25 febbraio e il<br />

suo corpo riposa nel cimitero di Bergamo.<br />

Il 4 <strong>marzo</strong> si è spenta nella<br />

casa di cura di via Gleno la signora<br />

Maria Ronzoni di anni<br />

86. Era nata a Zanica il 16<br />

<strong>marzo</strong> 1924. Si era sposata<br />

immediatamente dopo la<br />

guerra con L<strong>in</strong>o Bug<strong>in</strong>i. Non<br />

aveva figli e ha sempre fatto la casal<strong>in</strong>ga. Ha<br />

abitato <strong>in</strong> via Perosi f<strong>in</strong>o a quattro anni, f<strong>in</strong>o a<br />

quando cioè non si è trasferita al Gleno. I funerali<br />

sono stati celebrati proprio nella casa di cura<br />

cittad<strong>in</strong>a il 6 <strong>marzo</strong> dal cappellano don Dante<br />

Palazzi. Il suo corpo riposa al cimitero di Bergamo.<br />

to (vedi LC per gli orari). Comunque, basta suonare<br />

<strong>in</strong> casa parrocchiale. Inoltre segnaliamo altri articoli<br />

richiesti: armadio per cameretta bimbi e per<br />

camera matrimoniale, aspirapolvere, frigorifero,<br />

bicicletta da uomo, salviette per il bagno, lenzuola.<br />

CASSONETTO GIALLO<br />

IN ORATORIO<br />

Il cassonetto <strong>della</strong> Caritas che si trova all’oratorio<br />

non è ancora entrato nelle abitud<strong>in</strong>i del quartiere.<br />

Ricordiamo che si possono portare i vestiti (solo i<br />

vestiti, per cortesia) negli orari di apertura dell’oratorio<br />

e cioè nei pomeriggi dalle 16.30 alle 18.30.<br />

Anche la domenica, eventualmente.


Cortona, è di nuovo vacanza <strong>in</strong>sieme<br />

Estate <strong>in</strong> famiglia: per questo terzo anno abbiamo deciso di darci alla cultura e alla... meditazione!<br />

QUANDO: dal 28 luglio al 4 agosto <strong>2012</strong><br />

DOVE: a Cortona <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Arezzo, <strong>in</strong> una zona artisticamente<br />

e storicamente ricchissima, a cavallo fra la Toscana e l’Umbria.<br />

PER CHI: è una vacanza rivolta pr<strong>in</strong>cipalmente alle famiglie, ma<br />

aperta a chiunque abbia voglia di trascorrere una settimana di vacanza<br />

di comunità, nello stile <strong>della</strong> condivisione del tempo e dell’esperienza.<br />

ALLOGGIO: pensione completa presso «Casa Betania», antica residenza<br />

per religiose, ristrutturata e adattata per accogliere gruppi,<br />

<strong>in</strong> coll<strong>in</strong>a a pochi m<strong>in</strong>uti dal centro storico di Cortona.<br />

COSA PENSIAMO DI FARE: alternare momenti di gestione libera,<br />

con uscite <strong>in</strong> pisc<strong>in</strong>a e passeggiate (ad esempio sulle sponde del vic<strong>in</strong>o<br />

lago Trasimeno), a momenti di spiritualità e cultura. Camm<strong>in</strong>are<br />

sulle orme lasciate da Francesco, vissuto a pochi chilometri di<br />

distanza, ad Assisi e nell’area attorno a Perugia, sarà una priorità. Il<br />

programma propone la visita ai luoghi classici dove il santo trascorse<br />

la sua vita, mettendo <strong>in</strong> conto una possibile giornata di spi-<br />

ritualità familiare all’eremo «Le Celle» (dove Francesco ha scritto il<br />

suo Testamento) o nel monastero di Sant’Antimo (dove c’è una bellissima<br />

comunità di monaci francesi, dentro la cornice di un affasc<strong>in</strong>ante<br />

complesso romanico), ma non esclude una puntat<strong>in</strong>a alla<br />

città di Arezzo per buttare un occhio su Piero <strong>della</strong> Francesca e il suo<br />

ciclo <strong>della</strong> Leggenda <strong>della</strong> Vera Croce, o a Città di Castello per mettere<br />

il naso nell’opera di Alberto Burri (1915 - 1995), maestro dell’arte<br />

povera.<br />

QUANTO COSTA? Le quote sono:<br />

42 euro a notte per gli adulti<br />

37 euro a notte per i ragazzi dai 6 ai 12 anni<br />

35 euro a notte per i bamb<strong>in</strong>i dai 4 ai 6 anni<br />

Soggiorno gratuito per i bamb<strong>in</strong>i con meno di tre anni<br />

PER SAPERNE DI PIÙ: per ulteriori <strong>in</strong>formazioni rispetto alla vacanza<br />

e per iscrivervi vi chiediamo di prendere appuntamento con la<br />

segreteria parrocchiale telefonando allo 035-256151 nei giorni e<br />

negli orari di apertura.Le iscrizioni si ricevono da lunedì 30 gennaio<br />

a sabato 5 maggio con versamento di una caparra di 50 euro a persona.<br />

La partecipazione massima prevista è di 50 persone.


Settimana Santa <strong>in</strong> comunità<br />

Bottega Fantoni<br />

La virtù <strong>della</strong> Fede<br />

Sacrestie <strong>della</strong> basilica<br />

di Alzano Maggiore<br />

INIZIO DELLA SETTIMANA SANTA<br />

1 aprile Domenica delle Palme nella Passione del Signore<br />

Messe come di domenica: 8.00 | 10.30 | 18.30<br />

10.00: ritrovo presso l’oratorio <strong>in</strong> via <strong>Longuelo</strong>, benedizione degli olivi,<br />

processione verso la chiesa parrocchiale, Messa alle 10.30. Lettura <strong>della</strong><br />

Passione del Signore secondo Matteo (<strong>in</strong> caso di pioggia ritrovo <strong>in</strong> chiesa<br />

parrocchiale ore 10.15)<br />

15.00: Buona Pasqua a tutti i nonni, momento di preghiera nell’antica<br />

parrocchiale e scambio di auguri <strong>in</strong> oratorio<br />

2 aprile Lunedì Santo: Messa 18.00 nell’antica parrocchiale<br />

Celebrazione comunitaria <strong>della</strong> riconciliazione per adolescenti,<br />

giovani e adulti <strong>in</strong> chiesa parrocchiale 20.45<br />

3 aprile Martedì Santo: Messa 18.00 nell’antica parrocchiale<br />

4 aprile Mercoledì Santo: Messa 18.00 nell’antica parrocchiale<br />

TRIDUO PASQUALE<br />

5 aprile Giovedì Santo: da oggi f<strong>in</strong>o a Pasqua, tutte<br />

le celebrazioni <strong>in</strong> chiesa parrocchiale<br />

8.00: preghiera delle lodi<br />

9.20: Messa del Crisma (<strong>in</strong> Duomo)<br />

15.00: momento di preghiera <strong>in</strong> ricordo <strong>della</strong> Cena del Signore<br />

per bamb<strong>in</strong>i e ragazzi<br />

20.45: celebrazione <strong>della</strong> CENA DEL SIGNORE. Lavanda dei piedi<br />

Confessori disponibili: 16.00 | 18.00<br />

6 aprile Venerdì Santo: magro digiuno. Giornata di adorazione al Cenacolo<br />

8.00: Ufficio delle Letture<br />

15.00: azione liturgica nella PASSIONE DEL SIGNORE<br />

cui sono <strong>in</strong>vitati bamb<strong>in</strong>i e ragazzi<br />

20.45: processione verso l’antica parrocchiale. Partenza dal sagrato <strong>della</strong><br />

chiesa parrocchiale, Via Mattioli f<strong>in</strong>o al crocifisso di via Strada Vecchia, via<br />

S. Matteo <strong>della</strong> Benaglia, cappell<strong>in</strong>a dell’Addolorata, via S. Mart<strong>in</strong>o <strong>della</strong><br />

Pigrizia, antica parrocchiale<br />

Confessori disponibili 9.00 | 11.00 e 16.00 | 18.00<br />

7 aprile Sabato Santo: giornata di adorazione al Cristo morto<br />

8.00: Ufficio delle Letture<br />

15.00: momento di preghiera per bamb<strong>in</strong>i e ragazzi<br />

21.00: VEGLIA PASQUALE e Messa di Pasqua<br />

(non c’è la Messa festiva <strong>della</strong> vigilia alle 18.30)<br />

Confessori disponibili 9.00 | 11.00 e 16.00 | 18.00<br />

PASQUA DI RESURREZIONE<br />

8 aprile Domenica di Resurrezione<br />

Orario festivo: Messe 8.00 | 10.30 | 18.30. Durante la Messa delle 10.30<br />

benedizione delle uova pasquali<br />

9 aprile Lunedì dell’Angelo: si celebra soltanto la Messa delle 10.30.<br />

Gita comunitaria di Pasquetta alla chiesetta di Santa Maria del Misma<br />

(Pradalunga, Valle Seriana). Partenza ore 9.00 dal piazzale davanti<br />

alla casa parrocchiale.<br />

* In occasione <strong>della</strong> Pasqua viene distribuito <strong>in</strong> tutte le famiglie il giornale <strong>Longuelo</strong> Comunità con la busta-dono<br />

GRAZIE per la generosità con cui tante famiglie mostrano la loro vic<strong>in</strong>anza alla Comunità

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