marzo 2012 - Parrocchia della Beata Vergine Immacolata in Longuelo
marzo 2012 - Parrocchia della Beata Vergine Immacolata in Longuelo
marzo 2012 - Parrocchia della Beata Vergine Immacolata in Longuelo
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periodico <strong>della</strong> comunità cristiana per il quartiere - n. 3 <strong>marzo</strong> <strong>2012</strong><br />
Più vivi che mai. Risorti
Anno IV - n. 3 MARZO <strong>2012</strong><br />
RESPONSABILE<br />
Massimo Maffioletti<br />
IN REDAZIONE<br />
Giovanni Berera<br />
Roberto Cremaschi<br />
Monica Ferrante<br />
Hianeya Lao<br />
Elio Longhi<br />
Stefania Lovat<br />
Manuela Malighetti<br />
Maria Elena Nardari<br />
Lorenzo Pagnoni<br />
Umberta Pezzoni<br />
Mario Ravasio<br />
HANNO COLLABORATO<br />
Francesco Geremia, Maria Teresa<br />
Lecchi, gli animatori del<br />
gruppo ADO, Lorenzo Fiori, Brunella<br />
Conca, Sergio Dadda, Giuseppe<br />
Vitali<br />
Tiziana Fumagalli<br />
Roberto Micheletti<br />
FOTOGRAFIE<br />
GRAFICA<br />
IMPAGINAZIONE<br />
News Service<br />
www.newsservice.it<br />
STAMPA<br />
Litostampa Istituto grafico<br />
Via Corti, 51 - Bergamo<br />
IN COPERTINA<br />
Marc Chagall, La Resurrezione<br />
(1937-1948), Parigi<br />
periodico <strong>della</strong> comunità cristiana per il quartiere - n. 3 <strong>marzo</strong> <strong>2012</strong><br />
Più vivi che mai. Risorti<br />
LONGUELO COMUNITÀ<br />
AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE<br />
DI BERGAMO N. 7 DEL 25/2/2009<br />
I N Q U E S T O N U M E R O<br />
le Scritture - diceva San Giro-<br />
«Ignorare<br />
lamo - significa non conoscere Gesù<br />
Cristo e qu<strong>in</strong>di significa lasciare che la<br />
propria fede manchi delle fondamenta». In<br />
effetti la Parola di Dio è ancora sconosciuta<br />
alla maggior parte dei cattolici e si fa sempre<br />
più largo la necessità<br />
di approfondirne<br />
la<br />
conoscenza.<br />
Numerose sono<br />
le esperienze<br />
positive al riguardo,<br />
anche<br />
a <strong>Longuelo</strong>: da<br />
circa vent’anni<br />
si sono susseguiti,<br />
nel nostro<br />
quartiere, ben<br />
nove gruppi di<br />
lettura cont<strong>in</strong>uata<br />
<strong>della</strong> Parola.<br />
Attualmente i gruppi biblici presenti sul<br />
territorio sono tre. La ricerca del senso <strong>della</strong><br />
vita, la voglia di avvic<strong>in</strong>are il mistero di Dio<br />
attraverso la sua storia nella storia umana, la<br />
necessità di comprendere meglio i passaggi<br />
<strong>della</strong> liturgia: questi sono alcuni aspetti che<br />
stimolano un credente a prendere (o riprendere)<br />
<strong>in</strong> mano le Sacre Scritture.<br />
Il dossier di questo numero di LC (da pag.<br />
11 a pag 22) nasce dal desiderio di estendere<br />
la riflessione alla comunità <strong>in</strong>tera, un bel<br />
Pasticceria gelateria<br />
Luigi Locatelli<br />
Caffè Bazz<strong>in</strong>i<br />
gelateria<br />
Ruggieri gioielleria<br />
Boss<strong>in</strong>i Bruno<br />
pf Banca Fideuram<br />
L’Artigiano tappezziere<br />
di Fabrizio Albani<br />
Ottica Elzi<br />
Marco De Mart<strong>in</strong>o<br />
Risparmio carburante<br />
modo per prepararsi a vivere la Settimana<br />
Santa.<br />
Nel resto del giornale, proseguiamo con<br />
la rubrica «Res Publica» a proporre alcune riflessioni<br />
d’attualità, a pag. 4-5, mentre nelle<br />
pag<strong>in</strong>e 6-7 presentiamo la proposta di un<br />
gruppo di cristianibergamaschi<br />
di ripensare<br />
alle radici del<br />
cattolicesimo<br />
democratico:<br />
alcuni degli <strong>in</strong>contri<br />
previsti si<br />
terranno nel<br />
nostro territorio.<br />
Un’altra occasione<br />
per recuperare<br />
il senso<br />
profondo di<br />
una testimonianza<br />
è il ricordo<br />
di padre David Maria Turoldo a vent’anni<br />
dalla morte (pag. 8-10). Come ogni anno,<br />
presentiamo (pag. 24-26) il bilancio economico<br />
<strong>della</strong> comunità: la riduzione delle entrate<br />
è un segnale significativo <strong>della</strong> crisi che<br />
tutti stiamo vivendo. Simpatico, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il resoconto<br />
<strong>della</strong> convivenza <strong>in</strong> oratorio dei nostri<br />
ADO: alle pag<strong>in</strong>e 27 e 28.<br />
Questo numero arriva <strong>in</strong> tutte le famiglie<br />
per augurarvi Buona Pasqua.<br />
La redazione<br />
Questo periodico esce con il contributo di:<br />
Credito Bergamasco<br />
Cesteria<br />
Mariani Roberto<br />
Perico<br />
merceria <strong>in</strong>timo<br />
Tabaccheria - edicola<br />
“Per.Ca.”<br />
Farmacia<br />
Conca Verde<br />
Scuolaufficio s.r.l.<br />
di Borgo Palazzo <strong>in</strong> Bergamo
La legge <strong>della</strong> Pasqua<br />
è già dentro la vita<br />
N<br />
o, credere a Pasqua non è/ giusta fede:/ troppo<br />
bello sei a Pasqua!/ Fede vera/ è al venerdì santo/<br />
quando tu non c’eri/ lassù!/ Quando non una eco/<br />
risponde/ al suo alto grido/ e a stento il Nulla/ dà forma/<br />
alla tua assenza». Turoldo era un poeta e - come disse Alda<br />
Mer<strong>in</strong>i - a un poeta non puoi chiedere sempre l’ortodossia.<br />
A vent’anni dalla morte la ricerca religiosa, travagliata,<br />
di questo <strong>in</strong>quieto Qohelet moderno che osa dare<br />
del «Tu» a Dio, rimane ancora viva. Il paradosso di una fede<br />
che nella vita non cerca scorciatoie <strong>in</strong> resurrezioni semplificatrici,<br />
quasi a voler dimenticare il grido del venerdì<br />
santo, è attualissimo. La Pasqua non cancella mai il venerdì<br />
santo. La morte spaventosamente violenta del figlio - di<br />
quel figlio - è il caso serio <strong>della</strong> fede. Della fede di quel figlio.<br />
Èdi noi uom<strong>in</strong>i, suoi contemporanei. Contemporanea<br />
a noi è la sua prova di fiducia. Contemporanea a lui è la<br />
passione di tante donne e uom<strong>in</strong>i che <strong>in</strong>contri nel cuore<br />
<strong>della</strong> vita (e per alcune vicende chiedo: qual è il segreto<br />
<strong>della</strong> loro fedeltà alla vita nonostante l’esperienza di vento<br />
contrario?). Tutti gli <strong>in</strong>terrogativi dell’uomo - a causa<br />
<strong>della</strong> morte di quel figlio - sono portati alla luce. Nemmeno<br />
Dio può scansarli. Per esempio: la presenza ossessiva<br />
del male come veleno che ammorba la creazione buona o<br />
il dubbio sulla bontà stessa del Creatore che «permette»<br />
una morte ignom<strong>in</strong>iosa; l’<strong>in</strong>sensatezza <strong>della</strong> vendetta<br />
umana o ancora la sofferenza sproporzionata e <strong>in</strong>giusta,<br />
l’<strong>in</strong>tollerabile dolore.<br />
Sull’altro piatto <strong>della</strong> bilancia pesa soltanto una manciata<br />
di piccoli semi di fiducia <strong>in</strong>crollabile: non sai nemmeno<br />
da dove viene a quel figlio la tenuta nella prova. Già,<br />
come tenere e resistere nella fiducia quando ti accorgi che<br />
il primo lontano che prometteva vic<strong>in</strong>anza, mentre la violenza<br />
degli uom<strong>in</strong>i si scatenava contro l’<strong>in</strong>nocente, è proprio<br />
Lui, Dio? Di questo dovremmo parlare ogni tanto noi<br />
uom<strong>in</strong>i, afflitti da preoccupazioni economiche e cont<strong>in</strong>uamente<br />
ripiegati sull’ombelico delle nostre esclusive<br />
realizzazioni o dei piccoli deliri di conquista. Può apparirvi<br />
strano, ma è la fede che ci fa umani. Solo la fede.<br />
Ha avuto ragione lui, quel figlio che ha percorso per tre<br />
anni la vicenda umana con l’<strong>in</strong>genuità di un sognatore,<br />
contrastando a muso duro non solo il mare <strong>in</strong> tempesta<br />
ma soprattutto la tentazione umana - troppo umana - a<br />
coltivare <strong>in</strong>vidie, vendette di sottobanco, fantasticando <strong>in</strong><br />
qualche angolo nascosto del cuore illusioni di potere e<br />
desideri di onnipotenza. Ha sfidato la subdola conv<strong>in</strong>zione<br />
che <strong>in</strong> fondo Dio sia soltanto un bieco buratt<strong>in</strong>aio che<br />
spegne la sua sete di vendetta con il sangue di quel figlio.<br />
Con il sangue di ogni uomo. Come se noi non contassimo<br />
nulla ai suoi grandi occhi di Padre e non fossimo da sempre<br />
figli suoi. Come se Dio - per dirla ancora alla Turoldo -<br />
EDITORIALE 3<br />
Piero Della<br />
Francesca,<br />
Resurrezione<br />
(1450-1463),<br />
Sansepolcro<br />
si comportasse con «div<strong>in</strong>a Indifferenza» e lasciasse imperare<br />
il Nulla nel mondo. Siamo piccoli uom<strong>in</strong>i, a tratti così<br />
aggrovigliati <strong>in</strong> pratici vizi quotidiani, passivi di fronte all’imbarbarimento<br />
dei rapporti, chiusi dentro le mura delle<br />
nostre <strong>in</strong>vidie e vogliuzze di piccolo cabotaggio, ma speriamo<br />
- ad alta voce - che a risorgere sia <strong>in</strong>nanzitutto la nostra<br />
fiducia <strong>in</strong> Dio e nell’uomo. Non ci risorgerà una resurrezione<br />
che piove dall’alto come un miracolo. Non è Pasqua<br />
questa. Risorgere è già dono dato all’uomo, a patto<br />
di una radicale fiducia nella vita e nel Padre. La fiducia spalancherà<br />
le porte <strong>della</strong> resurrezione. La fiducia: unica possibilità<br />
per disporci a fronteggiare il maligno e la morte.<br />
Scelta perdente? Può darsi. Noi, contemporanei di quel figlio,<br />
ci ost<strong>in</strong>iamo a stare sul suo lato perdente <strong>della</strong> vita. La<br />
legge di Pasqua sta già dentro la vita: il chicco di grano dà<br />
frutto se sprofonda <strong>in</strong> terra e accoglie <strong>in</strong> sé la morte. Quanto<br />
è paradossale il vangelo che <strong>in</strong>dossiamo e ci veste.<br />
Una comunità cristiana semplice come la nostra dovrebbe<br />
<strong>in</strong>nanzitutto accompagnare le persone dentro i loro<br />
camm<strong>in</strong>i sofferti o gioiosi, senza mai scavalcare i venerdì<br />
santi <strong>della</strong> vita ma aiutando a lasciar emergere il tesoro<br />
di fiducia che dimora nel cuore di ognuno. Sarebbe già un<br />
primo div<strong>in</strong>o risollevamento. È anche per questo che c’è la<br />
Chiesa - e siamo Chiesa: un impasto umile e fragile di donne<br />
e uom<strong>in</strong>i chiamati a essere fratelli, che punta tutto sull’apprezzamento<br />
di questa storia come luogo <strong>della</strong> nostra<br />
salvezza e <strong>della</strong> nostra promessa risurrezione. Una Pasqua<br />
così vorrei augurare - <strong>in</strong>sieme con don Paolo e don Giorgio<br />
- a ognuno di voi, cari amici. A tutti coloro che non conosco<br />
ancora. Ai lontani e ai vic<strong>in</strong>i.
COMMENTI & ATTUALITÀ<br />
«Res publica», le cose di tutti<br />
La spettacolarizzazione<br />
<strong>della</strong> violenza<br />
È difficile dist<strong>in</strong>guere tra la fiction e la<br />
realtà. Accanto a programmi di f<strong>in</strong>zione,<br />
come «Bones» o «C.S.I», troviamo la tv realtime<br />
di «Quarto Grado» che fa <strong>della</strong> violenza<br />
e dell’orrore uno spettacolo imperdibile,<br />
seducente. Fra gli uni e gli altri non<br />
c’è differenza, stesso modo di condurre le<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e soffermarsi sui dettagli macabri.<br />
Solo che nel secondo caso si tratta di<br />
vita vera. Si <strong>in</strong>dugia sui particolari più crudi:<br />
le ferite ritrovate sul corpo, il sangue sul<br />
luogo del delitto; se si tratta di una donna<br />
si <strong>in</strong>daga per capire se è stata abusata sessualmente,<br />
si dà conto di tracce di Dna trovato<br />
sotto le unghie, sui vestiti. Diventiamo<br />
tutti morbosi spettatori di un’<strong>in</strong>formazione<br />
che fa dell’omicidio di una persona -<br />
anche se si tratta di una ragazz<strong>in</strong>a di quattrodici anni - una vera<br />
e propria serie televisiva.<br />
Settimana dopo settimana veniamo aggiornati sulle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />
il volto <strong>della</strong> vittima ci diventa famigliare, ci sentiamo suoi<br />
parenti: ma il dolore non è nostro. Nostra è sola la curiosità e<br />
l’<strong>in</strong>solenza del voler saper tutto. Un corteo di tuttologi viene<br />
convocato a sentenziare, dare op<strong>in</strong>ioni, condannare o assolvere<br />
persone che esistono realmente, che hanno reali sentimenti,<br />
ai quali è successo qualcosa di terribile che nessun copione<br />
gli aveva rivelato <strong>in</strong> anticipo. Noi assistiamo, come le<br />
donne che sferruzzavano <strong>in</strong> piazza <strong>in</strong> attesa di vedere l’esecuzione<br />
<strong>della</strong> condanna a morte, sentendoci detective ai quali è<br />
consentito accusare, arrestare e processare. È importante considerare<br />
che l’unico approccio possibile <strong>in</strong> questi casi non è il<br />
voyeurismo, ma la pietà nei confronti di chi è vittima e di chi è<br />
carnefice. Questa pietà ci chiederebbe di volere fortemente<br />
che sia fatta giustizia, ma non da parte dal tribunale televisivo<br />
(magari con il televoto). Dietro ogni gesto efferato, con il quale<br />
prendiamo familiarità, ci sono vissuti reali con mondi di affetti,<br />
circoli di relazioni. Il giornalismo che si accanisce e pesca<br />
nel torbido è un’<strong>in</strong>sopportabile ulteriore violenza.<br />
u.p.<br />
È bello pagare le tasse?<br />
Secondo Tommaso Padoa Schioppa, m<strong>in</strong>istro dell’Economia<br />
del secondo governo Prodi, «dovremmo avere il coraggio di<br />
dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo<br />
di contribuire tutti <strong>in</strong>sieme a beni <strong>in</strong>dispensabili come la salute,<br />
la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente», parole che gli attirarono<br />
le critiche e gli sberleffi di una larga parte del mondo<br />
4<br />
Tommaso Padoa Schioppa La nave da crociera «Concordi<br />
politico e imprenditoriale. Le critiche erano ovviamente rivolte<br />
a quell’attributo, «bellissima», relativo all’azione di assolvere<br />
onestamente al proprio dovere di contribuenti, ma, <strong>in</strong> fondo <strong>in</strong><br />
fondo, volevano <strong>in</strong>dicare una chiara avversione alle tasse, viste<br />
come un’appropriazione <strong>in</strong>debita compiuta dallo Stato nei<br />
confronti di chi lavora e produce. Assai vic<strong>in</strong>o a questo punto<br />
di vista era anche la posizione del precedente Presidente del<br />
Consiglio, per il quale «pagare più del 50% di tasse giustifica<br />
moralmente l’evasione fiscale»: frase che ben rappresenta il<br />
disagio di tanta parte del ceto produttivo (lavoratori autonomi,<br />
commercianti, artigiani, partite IVA, ecc.) davanti alla dichiarazione<br />
dei redditi. Che <strong>in</strong> Italia i balzelli e le imposte, sia dirette<br />
che <strong>in</strong>dirette, siano a livello scand<strong>in</strong>avo è ormai noto da tempo,<br />
senza però che ci vengano assicurati i servizi tipici del Nord<br />
Europa; <strong>in</strong>oltre la tassazione colpisce <strong>in</strong> modo pesante il lavoro<br />
regolare, andando a caricare il costo di produzione e rendendo<br />
i nostri prodotti poco o per nulla competitivi nella sfida<br />
globale. Risulta così evidente che si impone la necessità di calmierare<br />
l’imposizione fiscale, sia sui s<strong>in</strong>goli che sulle imprese,<br />
ma questo <strong>in</strong>tento può avverarsi solamente se si allarga la base<br />
dei soggetti tassati, aumentando così il numero dei contribuenti<br />
onesti: <strong>in</strong> parole semplici, pagare tutti per pagare meno.<br />
Le recenti sortite, anche molto a effetto, <strong>della</strong> Guardia di F<strong>in</strong>anza<br />
<strong>in</strong> numerose località italiane (Bergamo compresa) vanno<br />
nella direzione di mostrare che lo Stato è ben deciso a perseguire<br />
i «furbi» e i disonesti, anche attraverso controlli <strong>in</strong>crociati<br />
tra redditi, proprietà e spese.<br />
In numerose nazioni, che stimiamo e che eleviamo a nostro<br />
modello, evadere le tasse è un grave crim<strong>in</strong>e, punito, oltre che<br />
dalla giustizia, anche dal discredito sociale, perché la costru-
» davanti all’Isola del Giglio Mario Monti<br />
zione del bene comune si basa sull’impegno di tutti, <strong>in</strong> funzione<br />
<strong>della</strong> propria capacità contributiva.<br />
Seguire il loro esempio è ormai <strong>in</strong>dispensabile, soprattutto<br />
<strong>in</strong> questi anni di «vacche magre»: è un obiettivo per tutti, da chi<br />
governa f<strong>in</strong>o al s<strong>in</strong>golo contribuente.<br />
e.l.<br />
Quanto è politico il governo tecnico<br />
Tecnico o politico? Dopo i primi 100 giorni del governo<br />
Monti, si può tirare un primo bilancio, che forse sgombra il<br />
campo dalla questione lessicale. Certamente Monti è stato<br />
chiamato da Napolitano <strong>in</strong> quanto tecnico di altissimo livello,<br />
tecnico dell’economia <strong>in</strong> una situazione di difficile crisi economica.<br />
Monti ha chiamato <strong>in</strong>torno a sé m<strong>in</strong>istri largamente tecnici,<br />
seppur non estranei alla politica. Ha una maggioranza <strong>in</strong><br />
Parlamento costitituita dai tre pr<strong>in</strong>cipali partiti (Pdl, Pd, Terzo<br />
Polo), qu<strong>in</strong>di totalmente politica. E sta governando. Qu<strong>in</strong>di facendo<br />
politica.<br />
Gli ultimi provvedimenti del governo «tecnico» rappresentano<br />
una sfida per un mondo «politico» piuttosto spaesato di<br />
fronte ad una novità che si conferma sempre più profonda. Cosa<br />
sta emergendo da queste scelte (si pensi, vado alla r<strong>in</strong>fusa,<br />
alle decisioni sulle pensioni, alla r<strong>in</strong>uncia alla candidatura di<br />
Roma alle Olimpiadi, alla conferma <strong>della</strong> TAV, alle disposizioni<br />
sui compensi dei manager di stato, f<strong>in</strong>o all’importantissimo decreto<br />
sulle liberalizzazioni....)? Sta emergendo che siamo di<br />
fronte ad un Governo che governa e a un Parlamento che svolge<br />
la funzione legislativa. La nuova considerazione dell’Europa<br />
nei confronti dell’Italia ne è la miglior prova (<strong>in</strong>sieme al concreto<br />
calo dello spread). Qu<strong>in</strong>di: la politica non è morta, il Par-<br />
COMMENTI & ATTUALITÀ<br />
Alcune righe su temi d’attualità. Riflessioni abbozzate <strong>in</strong> attesa di un pensiero<br />
più compiuto. Appunti per fare memoria su cose che ci riguardano...<br />
Le cose pubbliche. Quelle che sono di tutti senza essere proprietà di nessuno.<br />
Questo vuole essere questa rubrica, che di tanto <strong>in</strong> tanto uscirà su LC.<br />
5<br />
lamento fa il suo mestiere e, nel farlo, è il<br />
miglior alleato del Governo per far fronte alla<br />
crisi.<br />
Ma davanti al vasto consenso popolare<br />
che Monti registra, nonostante le decisioni<br />
molto impopolari che sta prendendo, i partiti<br />
devono fronteggiare una <strong>in</strong>eludibile e<br />
radicale questione di fondo: siamo davanti<br />
all’anti-politica o a una forma di altra-politica<br />
che rischia di spazzarli via, magari imponendo<br />
Monti come il candidato «necessario»<br />
alle prossime elezioni? La lunga ondata<br />
antipolitica, alimentata ogni giorno da<br />
scandali e debolezze del sistema dei partiti,<br />
non può occultare il fatto che l’Italia è un<br />
paese pieno di politica, reattivo <strong>in</strong> forme né<br />
populiste né qualunquiste. Ma quest’altra<br />
politica viene temuta dai partiti, che magari<br />
ne parlano e poi la tengono lontana, la<br />
trascurano, cont<strong>in</strong>uano ad abbandonarsi all’esorcismo del<br />
«non cedere ai movimenti», formula divenuta ormai l’emblema<br />
dell’immobilismo e dell’autoreferenzialità. Così stando le cose,<br />
potranno i partiti realizzare quel mutamento che tanti <strong>in</strong>vocano<br />
come <strong>in</strong>dispensabile? Quali i temi con i quali cimentarsi per<br />
l’auspicato ritorno a una seria elaborazione culturale, per mettere<br />
a punto programmi non raffazzonati? Il giurista Stefano<br />
Rodotà ne propone tre: i diritti fondamentali; i servizi pubblici;<br />
i limiti alla libertà d’ <strong>in</strong>iziativa economica privata. Dietro ciascuno<br />
di questi temi si trovano soggetti reali, <strong>in</strong>iziative concrete.<br />
Molti comuni e gruppi si adoperano ogni giorno perché trov<strong>in</strong>o<br />
effettivo riconoscimento i diritti degli immigrati, delle<br />
coppie di fatto, di quanti vogliono liberamente decidere sulla<br />
f<strong>in</strong>e <strong>della</strong> loro vita. La questione dei servizi è simboleggiata dal<br />
servizio idrico, dall’ acqua come bene comune: l’Italia è l’epicentro<br />
di un largo movimento, che ha visto ventisette milioni<br />
di elettori votare contro la privatizzazione dell’ acqua. Altrettanto<br />
<strong>in</strong>tensa è la discussione <strong>in</strong>torno ai limiti del mercato, accesissima<br />
<strong>in</strong>torno ai temi del lavoro e che vede l’ <strong>in</strong>quietante<br />
tentativo di cancellare l’articolo 41 <strong>della</strong> Costituzione che congiunge<br />
il decreto berlusconiano di luglio e il decreto «Cresci<br />
Italia», ponendo il problema se sia ancora possibile <strong>in</strong> economia<br />
una politica «costituzionale».<br />
Questa è l’ altra politica. E ciascuno di questi temi pone la<br />
questione di quale idea di società debba oggi sostenere l’azione<br />
politica. Saranno capaci questi partiti di rigenerarsi, come<br />
auspicato da Naplitano, entro la vic<strong>in</strong>a scadenza delle prossime<br />
elezioni? O Monti verrò richiamato <strong>in</strong> una def<strong>in</strong>itiva abdicazione<br />
del ruolo <strong>della</strong> politica?<br />
r.c.
Cercasi un f<strong>in</strong>e<br />
Un percorso di formazione alle<br />
radici del Cattolicesimo democratico<br />
Dopo i primi due <strong>in</strong>contri, dedicati a<br />
«Le radici storiche del Cattolicesimo<br />
democratico» (relatore Guido Formigoni)<br />
e a «Giuseppe Dossetti, l’uomo<br />
<strong>della</strong> Costituzione» (relatore Filippo<br />
Pizzolato), il ciclo prosegue con il seguente<br />
calendario:<br />
Pensare politicamente.<br />
Giuseppe Lazzati<br />
Incontro con Luigi Franco Pizzolato<br />
Lunedì 26 <strong>marzo</strong>, ore 20.45<br />
Oratorio del Villaggio degli Sposi<br />
Alla scuola di don Milani<br />
Incontro con Daniele Rocchetti<br />
Lunedi 16 aprile, ore 20.45<br />
Oratorio del Villaggio degli Sposi<br />
La Pira. L’attesa <strong>della</strong> povera gente<br />
Incontro con Ivo Lizzola<br />
Lunedì 23 aprile, ore 20.45<br />
Oratorio di <strong>Longuelo</strong><br />
La lezione politica di Moro<br />
Incontro con Franco Monaco<br />
Lunedì 7 maggio, ore 20.45<br />
Oratorio di <strong>Longuelo</strong><br />
6<br />
IN PRIMO PIANO<br />
Per ritornare a pensare<br />
politicamente<br />
Un manifesto e una proposta dei cattolici democratici<br />
Nel panorama politico attuale disagio e<br />
speranze attraversano il mondo cattolico<br />
italiano: disagio per una carenza di<br />
una rappresentatività ufficiale e speranze per<br />
una, perf<strong>in</strong>o enfatizzata, presenza di tanti s<strong>in</strong>goli<br />
suoi rappresentanti nel nuovo Governo.<br />
Con il desiderio di una più visibile presenza si<br />
accendono così <strong>in</strong> taluni, <strong>in</strong> maniera più passionale<br />
che critica, la nostalgia e la voglia di un<br />
protagonismo cattolico che diventi un «partito<br />
dei cattolici». Su queste attese è bene realisticamente<br />
riflettere facendo presente che oggi, a<br />
differenza che nel 1948, non esiste più il collante<br />
di un pericolo immediatamente percepito<br />
come sistemico (il timore <strong>della</strong> perdita <strong>della</strong><br />
libertà, civile e religiosa, ad opera del comunismo);<br />
che, a causa <strong>della</strong> secolarizzazione, si è ridotta<br />
la capacità <strong>della</strong> Chiesa gerarchica di<br />
orientare <strong>in</strong> senso unitario il voto <strong>della</strong> cattolicità<br />
italiana, essendo maturata nei Cattolici l’idea<br />
di una possibile pluralità di militanze politiche.<br />
Nemmeno quel partito «glorioso» (la DC),<br />
del resto, era unitario.<br />
La sua classe dirigente, che per lo più proveniva<br />
dal mondo cattolico, doveva tenere <strong>in</strong>sieme<br />
una galassia di diverse appartenenze, accomunate<br />
non da un giudizio politico comune,<br />
ma dalla paura - vera o <strong>in</strong>dotta - del pericolo si-<br />
<strong>Longuelo</strong> - Terrasanta: mostra sul Muro<br />
stemico di perdita <strong>della</strong> libertà. Una paura che<br />
ha fatto sempre più il gioco di una gestione<br />
moderata e conservativa <strong>della</strong> sua dottr<strong>in</strong>a sociale;<br />
che ha bloccato per 40 anni il r<strong>in</strong>novamento<br />
<strong>della</strong> classe dirigente, esponendola alla<br />
corruzione e rendendo <strong>in</strong>compiuta la democrazia.<br />
Ora, avviandosi alla f<strong>in</strong>e un ciclo politico<br />
critico, si tende a dare la colpa <strong>della</strong> sofferenza<br />
attuale <strong>della</strong> democrazia non all’anomalia populistica<br />
che si è <strong>in</strong>serita pesantemente nel sistema<br />
bipolare, ma alla logica bipolare stessa<br />
del sistema politico. E per superare questa crisi<br />
si crede che basti creare un centro dello schieramento<br />
bipolare, egemonizzato dai Cattolici,<br />
nella posizione di una astratta equidistanza a<br />
destra o a s<strong>in</strong>istra, identificando per lo più col<br />
moderatismo politico la nobile e avanzata dottr<strong>in</strong>a<br />
sociale cristiana.<br />
L’esaltazione per la riscoperta d’una presenza<br />
cattolica <strong>in</strong> politica rischia di trasformarsi<br />
nell’<strong>in</strong>vocazione antistorica ad una unità politica<br />
<strong>in</strong>differenziata, con l’illusione che essa non<br />
debba fare i conti con la differenziazione politica<br />
reale che si è consolidata ormai dentro il<br />
mondo cattolico stesso, <strong>in</strong> conformità agli altri<br />
Paesi occidentali.<br />
Proprio questa differenziazione esige però<br />
che si elabori <strong>in</strong> casa cattolica un corretto me-<br />
Il gruppo neonato «<strong>Longuelo</strong>-Terrasanta» propone per dopo Pasqua una serie di appuntamenti per sensibilizzare<br />
la comunità e il quartiere di <strong>Longuelo</strong> sui delicati rapporti tra arabi ed ebrei <strong>in</strong> Israele.<br />
Dopo la bancarella dei fiori del 18 <strong>marzo</strong> scorso, per «Una borsa di studio per Veronica» a sostegno degli studi<br />
di una ragazz<strong>in</strong>a palest<strong>in</strong>ese che abita a Gerusalemme (<strong>in</strong> collaborazione con una rete di famiglie arabo-cristiane<br />
che vivono <strong>in</strong> Gerusalemme e le Acli di Bergamo), un momento culturale.<br />
Dal 19 al 22 aprile mostra fotografica dedicata al conflitto israelo-palest<strong>in</strong>ese «Il Muro: frammenti di occupazione.<br />
Gl <strong>in</strong>sediamenti, il muro, i checkpo<strong>in</strong>t». La mostra sarà allestita con la collaborazione del Gruppo «Iabbok».<br />
Il gruppo Iabbok nasce nel 2010 nella prov<strong>in</strong>cia di Bergamo da un gruppo di giovani accomunati dalla<br />
fede cristiana e dalla passione per la non-violenza e i diritti umani. Il gruppo prende il nome da un piccolo torrente<br />
che scorre <strong>in</strong> Giordania e che Giacobbe ha attraversato lottando con Dio e riconciliandosi con suo fratello<br />
Esaù. (www.iabbok.com) Venerdì 20 aprile alle ore 20.45, presentazione del documento «Kairos Palest<strong>in</strong>a.<br />
Il grido dei cristiani <strong>in</strong> Terrsanta» a cura del gruppo «Iabbok». Domenica 22 aprile alle ore 11.45, sempre nella<br />
sede <strong>della</strong> mostra il gruppo degli adolescenti di <strong>Longuelo</strong> offrirà l’aperitivo dopo Messa a tutti i visitatori <strong>della</strong><br />
mostra. Le offerte raccolte saranno dest<strong>in</strong>ate al progetto «Una borsa di studio per Veronica».<br />
A breve comunicheremo anche il luogo e gli orari <strong>della</strong> mostra.
todo politico, la cui carenza si avverte anche<br />
nella notevole dose di imprecisione categoriale,<br />
come se mancasse -anche a navigati commentatori-<br />
una bussola per orientarsi nell’arcipelago<br />
cattolico. Significativo è lo scorretto impiego<br />
<strong>della</strong> categoria di «cattolici democratici»,<br />
che è per lo più usata come semplice congiunzione<br />
di un essere cattolico (appartenere alla<br />
Chiesa) e di un essere democratico (accettare le<br />
regole formali <strong>della</strong> democrazia), <strong>in</strong>dipendentemente<br />
dal metodo di elaborazione e di traduzione<br />
politica <strong>della</strong> dottr<strong>in</strong>a sociale <strong>della</strong><br />
Chiesa che il «cattolicesimo democratico» comporta.<br />
Perciò ad alcuni cattolici di Bergamo, laici ed<br />
ecclesiastici, che cercano di lavorare, secondo<br />
le proprie possibilità e responsabilità, per la formazione<br />
dei cittad<strong>in</strong>i e dei credenti, <strong>in</strong> un’azione<br />
coerente di formazione civile e pastorale,<br />
pare opportuno offrire ai giovani e riportare alla<br />
memoria dei più anziani le ragioni d’una presenza<br />
politica cattolica, cristianamente ispirata<br />
e pur rispettosa <strong>della</strong> laicità <strong>della</strong> costruzione<br />
<strong>della</strong> città dell’uomo. Intendiamo proporre la<br />
visione di quel «cattolicesimo democratico»,<br />
che si può dire che abbia segnato le stagioni<br />
più feconde <strong>della</strong> maturazione civile degli Italiani<br />
e <strong>della</strong> presenza dei Cattolici <strong>in</strong> politica. Riscoprire<br />
la sua vocazione specifica significa decl<strong>in</strong>are<br />
i pr<strong>in</strong>cipi <strong>della</strong> dottr<strong>in</strong>a sociale cristiana<br />
<strong>in</strong> un senso antropologico, cioè mostrare a tutti<br />
il loro carattere non dogmatico-confessionale,<br />
ma di promozione di tutti gli uom<strong>in</strong>i nella<br />
città di tutti. Sono le regole che hanno propiziato<br />
la nascita, così cristiana e pur così condivisa,<br />
<strong>della</strong> nostra Carta costituzionale e che sostanziano<br />
quella presenza dei Cristiani nel<br />
mondo, auspicata dal Concilio Vaticano II, <strong>in</strong><br />
particolare dalla Lumen Gentium e dalla Gaudium<br />
et Spes.<br />
Si ritiene che, <strong>in</strong> un tempo e <strong>in</strong> una società <strong>in</strong><br />
cui alcuni Cattolici coltivano prepotenti nostal-<br />
IN PRIMO PIANO 7<br />
Giuseppe Dossetti Aldo Moro Lorenzo Milani Giorgio La Pira<br />
gie egemoniche, f<strong>in</strong>o a diventare una lobby<br />
mondana, e altri non sanno decl<strong>in</strong>are <strong>in</strong> maniera<br />
partecipata e persuasiva le ragioni <strong>della</strong><br />
propria visione ideale, il Cattolicesimo democratico<br />
possa offrire un aiuto alla formazione<br />
dei Cattolici a pensare politicamente <strong>in</strong> vista di<br />
una qualità alta d’una politica che voglia costruire<br />
progressivamente la città nella direzione<br />
<strong>della</strong> pace sociale, attraverso il bene comune<br />
consensualmente costruito.<br />
Riteniamo che l’ospitalità data da nostre comunità<br />
cristiane a questo modo di pensare la<br />
presenza dei cattolici <strong>in</strong> politica sia un segno<br />
efficace non solo per la città, ma anche per la<br />
comunità stessa: sia nel suo sforzo di dare forza<br />
antropologica alla sua testimonianza di fede,<br />
sia nella sua capacità di dialogare con la società<br />
civile. La proposta che qui avanziamo presenterà,<br />
dopo una rievocazione s<strong>in</strong>tetica <strong>della</strong><br />
natura e <strong>della</strong> storia del Cattolicesimo democratico,<br />
alcune sue figure rappresentative,<br />
(Dossetti, Lazzati, La Pira, don Milani, Moro), agganciandole<br />
ad un problema specifico che<br />
hanno gestito secondo il metodo di quella cultura<br />
politica. In una rassegna di grandi rappresentanti<br />
dei Cattolici italiani <strong>in</strong> politica, anche<br />
altre personalità avrebbero potuto trovare posto:<br />
ma noi vogliamo qui illustrare la storia di<br />
una presenza, che rischia più di altre di andare<br />
perduta, perché non ha la potenza del potere<br />
né ama praticare la semplificazione dei problemi.<br />
E che però è forse la più appropriata a rispondere<br />
ai momenti critici <strong>della</strong> vita politica<br />
<strong>della</strong> nostra post-modernità.<br />
Ivo Lizzola Luigi Franco Pizzolato,<br />
Daniele Rocchetti Mirosa Servidati, don<br />
Sergio Colombo don Massimo Maffioletti,<br />
don Patrizio Moioli, Roberto Alfieri,<br />
Filippo Pizzolato, Giovanni Frigeni,<br />
Alessandro Giussani, Rosa Gelsom<strong>in</strong>o,<br />
Giorgio Lanzi,Giovanni Colombi, Mario<br />
Ghidoni, Paola Magni, Lucia Galimberti<br />
LC a quota 500<br />
ma siamo <strong>in</strong> calo<br />
Alla f<strong>in</strong>e di febbraio il totale degli abbonamenti<br />
è di 501, di cui 22 sono<br />
nuovi. Ma stiamo aspettando che altri<br />
63 siano r<strong>in</strong>novati. Hanno disdetto il<br />
loro abbonamento <strong>in</strong> 11, <strong>in</strong> 5 si sono<br />
trasferiti e non r<strong>in</strong>novando l’abbonamento<br />
così come una persona che si<br />
trova <strong>in</strong> casa di riposo. LC è uno strumento<br />
prezioso per comunicare.<br />
Tour <strong>in</strong> Sicilia<br />
organizzato dagli alp<strong>in</strong>i<br />
Il Gruppo degli alp<strong>in</strong>i di <strong>Longuelo</strong> organizza<br />
un tour <strong>in</strong> Sicilia dal 24 settembre<br />
al 1° ottobre. La gita prevede<br />
la visita di luoghi bellissimi: Palermo,<br />
Monreale, Agrigento, Etna, Noto, Siracusa,<br />
Taorm<strong>in</strong>a. Per <strong>in</strong>formazioni e<br />
prenotazioni rivolgersi al capogruppo<br />
(339.7672929). Le prenotazioni si ricevono<br />
f<strong>in</strong>o al 10 giugno salvo esaurimento<br />
posti.<br />
Lezioni d’<strong>in</strong>glese<br />
a buon prezzo<br />
Giuseppe Lazzati<br />
La signora Shara Aqu<strong>in</strong>o di «Casa a colori»<br />
<strong>in</strong> via <strong>Longuelo</strong> si rende disponibile<br />
per ripetizioni di <strong>in</strong>glese a prezzi<br />
moderati per studenti di scuole medie<br />
e superiori. Shara è laureata nel 2005<br />
<strong>in</strong> «Comunicazione visiva» (<strong>in</strong>dirizzo<br />
«illustrazione») a Ed<strong>in</strong>burgo <strong>in</strong> Gran<br />
Bretagna. I prezzi delle sue lezioni sono:<br />
15 euro all’ora per «conversation»,<br />
12 euro all’ora per studenti. Sconti per<br />
gruppetti di due o tre persone. Telefonare<br />
a 329.7873310.
Trent’anni<br />
a Fontanella<br />
1916 Il 22 novembre nasce a Coderno,<br />
<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Ud<strong>in</strong>e, Giuseppe<br />
(«Bepi il rosso» per i compagni), ultimo<br />
dei nove figli di Giambattista Turoldo<br />
e Anna di Lenarda.<br />
1934-40 A diciotto anni entra come<br />
novizio nel convento dei Servi di Santa<br />
Maria a Monte Berico; nel 1935<br />
emette la prima professione religiosa<br />
assumendo il nome di David Maria.<br />
1940-45 Compiuti gli studi filosofici e<br />
teologici è ord<strong>in</strong>ato sacerdote a Vicenza<br />
nel 1940. Nel 1941 viene mandato<br />
a Milano nel convento di S. Carlo. Qui<br />
partecipa alla resistenza e fonda con<br />
altri amici «L’Uomo», giornale clandest<strong>in</strong>o,<br />
dove pubblica anche le prime<br />
poesie, poi edite nella raccolta Io non<br />
ho mani (1948) Nel 1945 si laurea <strong>in</strong><br />
filosofia con la tesi Per una ontologia<br />
dell’uomo, diventando assistente di<br />
Gustavo Bontad<strong>in</strong>i a Urb<strong>in</strong>o. Dopo la<br />
Liberazione si reca nei campi di concentramento<br />
ad assistere i pochi sopravvissuti<br />
e a riportarli <strong>in</strong> Italia.<br />
1946-54 A Milano fonda, con Camillo<br />
De Piaz, il Centro culturale «Corsia dei<br />
Servi», diventa predicatore ufficiale <strong>in</strong><br />
Duomo (1943-1953) e si segnala per<br />
una costante attenzione ai più poveri.<br />
Collabora con don Carlo Gnocchi e poi<br />
con don Zeno Salt<strong>in</strong>i a Nomadelfia. A<br />
causa del suo co<strong>in</strong>volgimento <strong>in</strong> questa<br />
esperienza e delle sue prese di posizione<br />
<strong>in</strong> campo socio-politico gli viene<br />
imposto, alla f<strong>in</strong>e del 1952, di lasciare<br />
l’Italia. Incom<strong>in</strong>cia così il suo<br />
peregr<strong>in</strong>are: Innsbruck, G<strong>in</strong>evra, Parigi,<br />
Monaco di Baviera, Londra.<br />
1954-59 Per <strong>in</strong>teressamento degli<br />
amici, e del s<strong>in</strong>daco Giorgio La Pira, gli<br />
è permesso di rientrare a Firenze, dove<br />
riprende le <strong>in</strong>iziative «milanesi»: la<br />
8<br />
IL TESTIMONE<br />
Turoldo, il poeta <strong>in</strong>quieto<br />
che dava del Tu a Dio<br />
Il ricordo di un amico a vent’anni dalla morte di padre David Maria<br />
A vent’anni dalla morte di padre David Maria Turoldo (1916-1992), anche la nostra<br />
comunità ha pensato di fare memoria a un grande testimone del Novecento. Molti<br />
di noi hanno avuto l’opportunità di ascoltare le sue robuste omelie. Molti hanno<br />
apprezzato la sua alta poesia, travagliata, autenticamente religiosa. Abbiamo chiesto<br />
a padre Francesco Geremia, amico e compagno di viaggio per molti anni e oggi<br />
<strong>in</strong>sieme con padre Espedito D’Agost<strong>in</strong>i custode di quella memoria, di tracciare<br />
alcuni tratti salienti di Turoldo.<br />
La vita di padre Davide è racchiusa fra<br />
due date: 1916-1992. Nasce <strong>in</strong> piena<br />
prima guerra mondiale; compie gli studi<br />
durante il periodo fascista; viene ord<strong>in</strong>ato<br />
sacerdote durante la seconda guerra mondiale;<br />
esercita il suo sacerdozio nei primi anni<br />
quaranta a Milano dal ‘40 al ‘53 collaborando<br />
prima con la Resistenza e poi <strong>in</strong> attività culturali<br />
e sociali; viene poi esiliato <strong>in</strong> Austria e<br />
Svizzera, a Firenze dal ‘54 al ‘58 e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> Inghilterra<br />
e Canada f<strong>in</strong>o al ‘62; rientra <strong>in</strong> Italia<br />
all’<strong>in</strong>domani del Concilio Vaticano II e si stabilisce<br />
def<strong>in</strong>itivamente a Sotto il Monte a partire<br />
dal ‘63 f<strong>in</strong>o alla morte. La sua vita è attraversata<br />
e segnata dai grandi e tragici eventi<br />
del XX secolo.<br />
La prima guerra mondiale ci richiama la situazione<br />
dell’Europa dei primi decenni del<br />
secolo scossa da profondi e aspri mutamenti<br />
politici e sociali. Il Friuli, <strong>in</strong> particolare, sua terra<br />
d’orig<strong>in</strong>e, vive il dramma delle distruzioni<br />
belliche, la povertà, l’emigrazione forzata. Di<br />
questa situazione padre Davide darà testimonianza<br />
nel suo film Gli ultimi.<br />
Il periodo fascista, la tragedia immane <strong>della</strong><br />
seconda guerra mondiale, la resistenza scavano<br />
nella vita di padre Davide <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>delebile<br />
l’appassionata ricerca dei valori legati<br />
alla libertà, alla compassione, al dramma<br />
del male, alla solidarietà con tutti i perseguitati,<br />
al superamento delle barriere razziali, religiose,<br />
politiche e culturali. La sua poesia ne<br />
è un’eco vasta: basti rileggere le salmodie sulla<br />
Resistenza raccolte nel volume Ritorniamo<br />
ai giorni del rischio.<br />
Ma egli non è il poeta chiuso nel suo comodo<br />
rec<strong>in</strong>to: si lascia co<strong>in</strong>volgere attivamente<br />
e con forti rischi <strong>in</strong> più direzioni nel-
Quella voce che <strong>in</strong>cideva l’anima<br />
l’<strong>in</strong>tento di tracciare un camm<strong>in</strong>o di ricostruzione<br />
dell’uomo e <strong>della</strong> convivenza civile. Ricordo<br />
qui soltanto: L’uomo, giornale clandest<strong>in</strong>o<br />
durante la Resistenza; il sostegno all’esperienza<br />
di Nomadelfia di don Zeno; la creazione<br />
<strong>della</strong> Corsia dei Servi a Milano, luogo di<br />
ricerca e confronto culturale a livello europeo,<br />
di pubblicazioni di opere e prospettive<br />
nuove per Milano e l’Italia; la «messa <strong>della</strong> carità»;<br />
l’appoggio e la collaborazione con i<br />
paesi <strong>in</strong> via di sviluppo, con le popolazioni<br />
martoriate dalla guerra e dalle dittature lat<strong>in</strong>o-americane.<br />
Sono appena un grappolo di esempi significativi<br />
a cui si dovrebbero aggiungere<br />
contatti personali, scritti sui quotidiani nazionali<br />
per le questioni più urgenti come la democrazia,<br />
i referendum sull’aborto e sul divorzio,<br />
il caso Moro, la corruzione morale e<br />
politica...<br />
La scelta di vita religiosa<br />
Non è comprensibile l’attività letteraria e<br />
d’impegno culturale e sociale senza valutare<br />
la sua appartenenza all’ord<strong>in</strong>e mendicante<br />
dei Servi di Maria e alla sua fede nutrita essenzialmente<br />
<strong>della</strong> parola biblica. In un volumetto<br />
<strong>in</strong>titolato Come i primi trovadori, padre<br />
IL TESTIMONE 9<br />
Conobbi padre Turoldo più di trenta anni fa. Andavo spesso ad assistere alla Messa e ad ascoltare le sue<br />
omelie a Fontanella di Sotto il Monte. Ricordo ancora,come fosse ora, la sua voce a volte rude e dura come<br />
le montagne del suo Friuli, a volte pacata, suadente, appassionata. Le sue parole erano sempre <strong>in</strong> difesa<br />
degli ultimi,dei perseguitati, contro lo sfruttamento e l’oppressione dei ricchi e dei potenti.Anni prima<br />
era stato <strong>in</strong> America Lat<strong>in</strong>a e, a contatto con quella realtà, aveva sposato per sempre la causa dei poveri.<br />
Durante i suoi <strong>in</strong>terventi, non aveva mezze misure, la sua voce tuonava contro il sopruso e si faceva<br />
pacata, tenera, vibrante, quando ricordava gli umili, i poveri, le vittime <strong>in</strong>nocenti dell’<strong>in</strong>gordigia umana.<br />
Padre Davide era un uomo carismatico,un oratore, un grande poeta. Questi suoi doni rendevano le sue<br />
omelie <strong>in</strong>dimenticabili, la sua voce «<strong>in</strong>cideva» l’anima.Nel 1989 io fui colpita da un tumore maligno. In<br />
quello stesso periodo, anche a padre Davide fu diagnosticato un cancro al pancreas. Non appena fui <strong>in</strong> grado<br />
di muovermi, tornai su, all’abbazia di Sant’Egidio. Padre Turoldo, pur se molto provato dalla malattia,<br />
partecipava alla Messa e faceva, a fatica, una breve omelia. Che lezione di vita ho ricevuto da lui <strong>in</strong> quel<br />
tempo! Padre Davide era s<strong>in</strong>cero, non nascondeva la sua fatica, la sua sofferenza, ma il suo breve commento<br />
term<strong>in</strong>ava sempre con parole di speranza, di fiducia nella vita e di abbandono alla volontà del Padre.<br />
Io me ne stavo <strong>in</strong> un angolo e «bevevo» le sue parole che erano per me un balsamo, da lui imparavo<br />
ad accettare il male pur combattendolo. A volte uscivo dalla chiesa con le lacrime agli occhi e con il cuore<br />
pieno di riconoscenza.Pochi anni dopo padre Davide morì, con me il dest<strong>in</strong>o fu più clemente e, nonostante<br />
le previsioni <strong>in</strong>fauste, guarii. Durante la convalescenza <strong>in</strong> montagna, trascorsi un periodo particolarmente<br />
bello, anche perché sentivo le forze ritornare. La sera mio marito G<strong>in</strong>o e io ci sedevamo accanto al<br />
fuoco acceso e leggevamo passi del testo di meditazioni di Turoldo «Neanche Dio può stare solo». Queste<br />
letture così profonde ci aiutarono a conoscerci meglio e a camm<strong>in</strong>are spiritualmente <strong>in</strong>sieme. La presenza<br />
di padre Davide cont<strong>in</strong>uava a benedirci. Anche ora, dopo tanti anni, tengo sul tavol<strong>in</strong>o la raccolta delle<br />
sue poesie. A volte, dopo le fatiche <strong>della</strong> giornata, cerco di addormentarmi con le sue parole che toccano<br />
le corde più profonde dello spirito, risvegliando sensi e forze sopite. Grazie padre Davide<br />
Maria Teresa Lecchi<br />
Davide traccia stupendamente le figure dei<br />
primi sette padri dell’ord<strong>in</strong>e dei Servi, sorto<br />
nei primi anni del 1200 all’epoca di san Francesco.<br />
In particolare il piccolo gruppo dei frati<br />
di Santa Maria s’ispira all’ideale <strong>della</strong> «Donna»<br />
del dolce stil nuovo e dei trovadori provenzali,<br />
ideale fecondato dagli <strong>in</strong>flussi <strong>della</strong><br />
letteratura e dell’arte arabo-islamica giunte<br />
<strong>in</strong> Europa attraverso la Spagna. I movimenti<br />
religiosi riformisti dell’epoca, fra cui i nostri<br />
primi padri, identificano la «Donna» dei trovadori<br />
con Maria, la madre di Gesù, simbolo<br />
<strong>della</strong> genu<strong>in</strong>ità <strong>della</strong> testimonianza cristiana.<br />
Essa diventerà il paradigma <strong>della</strong> vita dei<br />
nuovi frati mendicanti: ideale di bellezza, di<br />
tenerezza, di amicizia con tutte le creature, di<br />
compassione, di creatività, di servizio.<br />
Ma <strong>in</strong> questa immag<strong>in</strong>e ideale <strong>della</strong> <strong>Verg<strong>in</strong>e</strong>,<br />
padre Davide troverà anche l’ispirazione,<br />
appunto perché segno <strong>della</strong> bellezza, <strong>della</strong><br />
compassione, del servizio, per l’amore e il rispetto<br />
per ogni forma artistica, per l’accoglienza<br />
e il dialogo con uom<strong>in</strong>i e donne di<br />
cultura e religione diverse, per la condivisione<br />
e l’aiuto a realtà umane sfigurate e sfruttate.<br />
La fedeltà a questo ideale «femm<strong>in</strong>ile»<br />
<strong>della</strong> fede lo porterà <strong>in</strong>evitabilmente a vivere<br />
il conflitto <strong>in</strong>sanabile con le strutture, autori-<br />
messa <strong>della</strong> carità, c<strong>in</strong>eforum, l’associazione<br />
«Amici dell’Annunziata», la<br />
rivista «Attesa del Regno». Dovrà riprendere,<br />
anche per <strong>in</strong>comprensioni<br />
con il friulano card<strong>in</strong>al Florit, il suo vagabondare.<br />
1959-62 Sono gli anni passati <strong>in</strong> Inghilterra,<br />
Stati Uniti, Canada, Messico,<br />
Sud Africa, sempre alla ricerca di<br />
un contatto vivo con gli «ultimi».<br />
1962-89 Rientrato <strong>in</strong> Italia, alla morte<br />
di Giovanni XXIII (1963) decide di<br />
stabilirsi a Sotto il Monte. Il vescovo di<br />
Bergamo, Clemente Gaddi, gli affida<br />
l’abbazia di S. Egidio a Fontanella, che<br />
ben presto diventa un importante<br />
centro di studi ecumenici. Padre David<br />
nel 1967 fonda la rivista «Servitium»<br />
e dà vita alla «Casa di Emmaus».<br />
Cont<strong>in</strong>ua l’attività di scrittore<br />
con poesie, raccolte <strong>in</strong> O sensi miei...<br />
Poesie 1948-1988 (1990), testi teatrali<br />
e saggi; l’attenzione e il gusto per<br />
la liturgia sono all’orig<strong>in</strong>e <strong>della</strong> traduzione<br />
dei Salmi (1973) e di Opere e<br />
giorni del Signore, <strong>in</strong> collaborazione<br />
con G. Ravasi (1989).<br />
1989-92 Scoperta di un tumore al<br />
pancreas. Incom<strong>in</strong>cia l’esistenza da<br />
«paziente» di Turoldo, attivo però f<strong>in</strong>o<br />
alla f<strong>in</strong>e. L’editore Garzanti pubblica<br />
nel 1991 Canti Ultimi e l’anno successivo<br />
Mie notti con Qohelet. Il 21 novembre<br />
1991 Turoldo riceve il Premio<br />
Lazzati; il card<strong>in</strong>ale Mart<strong>in</strong>i, consegnandoglielo,<br />
afferma che si tratta di<br />
attestato di gratitud<strong>in</strong>e e di stima, ma<br />
anche di un atto di riparazione.<br />
Muore a Milano la matt<strong>in</strong>a del 6 febbraio<br />
1992 ed è sepolto nel piccolo cimitero<br />
di Fontanella, frazione di Sotto<br />
il Monte Giovanni XXIII.<br />
È uscito <strong>in</strong> questi giorni la versione<br />
metrica di Turoldo dei Salmi e Cantici<br />
(ed. Servitium) con due Cd dei salmi<br />
cantati.
Preghiera a Fontanella<br />
venerdì 30 <strong>marzo</strong><br />
Venerdì 30 <strong>marzo</strong> faremo un momento<br />
di preghiera comunitaria a Fontanella<br />
di Sotto il Monte. Ore 18.00 partenza<br />
dal sagrato <strong>della</strong> chiesa parrocchiale.<br />
Arrivo a Fontanella. Sosta presso<br />
la tomba di David Maria Turoldo.<br />
Nell’abbazia di Sant’Egidio, meditazione<br />
di don Fabrizio Rigamonti, parroco<br />
di Botta di Sotto il Monte.<br />
Cena al sacco. A seguire, testimonianza<br />
e conversazione con padre Francesco<br />
Geremia dell’Ord<strong>in</strong>e dei Servi di<br />
Maria. Rientro verso le 22.30.<br />
In comunità abbiamo preparato un libretto<br />
che raccoglie alcuni testi di Turoldo.<br />
È disponibile anche sul sito <strong>della</strong><br />
nostra parrocchia: www.longuelo.it<br />
10<br />
IL TESTIMONE<br />
tà e norme civili ed ecclesiastiche.<br />
È per fedeltà alla Chiesa e all’uomo che<br />
spesso si farà «disobbediente» e subirà esili,<br />
accuse e disprezzo.<br />
Non va sottaciuto l’<strong>in</strong>comparabile contributo<br />
offerto da padre Davide alla Chiesa italiana<br />
con la sua vastissima produzione di <strong>in</strong>ni<br />
liturgici (oltre mille). I sette volumi di Chiesa<br />
che canta e il libro La nostra preghiera: liturgia<br />
dei giorni accostano padre Davide ai più grandi<br />
<strong>in</strong>nografi del mondo cristiano.<br />
Una fede totale e <strong>in</strong>quieta<br />
A documentazione <strong>della</strong> sua forte fede e<br />
dell’efficacia <strong>della</strong> sua <strong>in</strong>dimenticata predicazione,<br />
mi affido ad alcune sue confidenze e<br />
ad alcuni testi <strong>in</strong>clusi nel libro La nostra preghiera.<br />
Mi pare che la sua vicenda di uomo di<br />
fede sia legata a un’esperienza giovanile che<br />
egli stesso descrive <strong>in</strong> questi term<strong>in</strong>i: «La mia<br />
prima esperienza circa la Tr<strong>in</strong>ità risale a quando<br />
ero bamb<strong>in</strong>o... quel triangolo con quell’occhio<br />
nel centro dip<strong>in</strong>to sotto il soffitto <strong>della</strong><br />
nostra chiesa del paese... mi sentivo addosso<br />
quell’occhio e quel triangolo.<br />
Per tutta l’<strong>in</strong>fanzia non ho avuto altra immag<strong>in</strong>e<br />
più ossessiva: “Dio ti vede!”. A liberarmi<br />
è stato un santo, umile frate <strong>della</strong> Dalmazia:<br />
padre Leopoldo, un cappucc<strong>in</strong>o così piccolo<br />
che sembrava un nano... Ed era così sereno!<br />
Potevo avere 16 o 17 anni; ero <strong>in</strong> un<br />
giorno di “ritiro”; io andai da lui a confessarmi<br />
e gli dissi quello che poteva dire un collegiale<br />
(di allora); non ricordo neppure: le solite<br />
stupidagg<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>tessute secondo lo standard<br />
delle confessioni da collegio (di allora). Ricordo<br />
che padre Leopoldo mi lasciò dire senza<br />
mai <strong>in</strong>terrompermi; a un punto ebbi l’impressione<br />
che non mi ascoltasse neppure; alla f<strong>in</strong>e<br />
mi disse: “Senti, figliolo, ti do un consiglio:<br />
cerca di vedere Dio, tutto Dio (guarda che è<br />
difficile vedere tutto Dio: il Dio del giorno e<br />
<strong>della</strong> notte, <strong>della</strong> gioia e del dolore, del bene<br />
e dal male!) <strong>in</strong> tutti e dappertutto (anche vederlo<br />
<strong>in</strong> tutti è difficile: <strong>in</strong> quelli che ti vogliono<br />
bene e <strong>in</strong> quelli che ti fanno del male, che<br />
ti lodano o ti biasimano, oppure ti condannano,<br />
nei simpatici e negli antipatici!). Se riuscirai<br />
a vedere così, allora capirai molte cose,<br />
e tu sarai sempre sulla strada buona, la<br />
strada di Dio”. Poi mi benedisse... Non so cosa<br />
provai <strong>in</strong> quel momento: mi parve di sentirmi<br />
rompere di dosso quel triangolo e che l’occhio<br />
non mi guardasse più. Ricordo che com<strong>in</strong>ciai<br />
a guardare con occhi liberati le cose e<br />
i giorni e le facce degli uom<strong>in</strong>i: ero, anzi, tutto<br />
liberato».<br />
Ascoltiamolo <strong>in</strong> alcuni brani dei suoi <strong>in</strong>ni e<br />
preghiere: «Signore, per te solo io canto/ onde<br />
ascendere lassù/ dove solo tu sei,/ gioia<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita.// In gioia si muta il mio pianto/<br />
quando <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cio a <strong>in</strong>vocarti/ e solo di te<br />
godo,/ paurosa vertig<strong>in</strong>e.// Io sono la tua ombra,/<br />
sono il profondo disord<strong>in</strong>e/ e la mia<br />
mente è l’oscura lucciola/ nell’alto buio,// che<br />
cerca di te, <strong>in</strong>accessibile Luce;/ di te si affanna<br />
questo cuore/ conchiglia ripiena <strong>della</strong> tua<br />
eco,/ o <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito silenzio» (Per te solo io canto).<br />
È facile <strong>in</strong>tuire <strong>in</strong> questi versi di padre Davide<br />
l’<strong>in</strong>flusso dell’esperienza mistica cristiana<br />
e delle parole <strong>della</strong> Scrittura; ma è altrettanto<br />
evidente la sua apertura cosmica e storica<br />
che <strong>in</strong>clude ogni realtà del mondo e ogni<br />
espressione culturale e storica. Appare anche<br />
chiaro il suo affidarsi totalmente al mistero<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito di Dio: fede e fiducia maturate nel<br />
lento e faticoso camm<strong>in</strong>o degli anni e aff<strong>in</strong>atesi<br />
dentro difficoltà, contrasti e <strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>i<br />
persistenti. Non si potrebbe spiegare diversamente<br />
la sua cont<strong>in</strong>ua e <strong>in</strong>stancabile capacità<br />
di ripresa nonostante ostacoli, prove e<br />
delusioni di ogni genere, e neppure la sua<br />
<strong>in</strong>esauribile fiducia nell’uomo e nella vita. La<br />
testimonianza concreta del suo vivere, riconosciuta<br />
da molti f<strong>in</strong>o al term<strong>in</strong>e di una malattia<br />
molto dolorosa, rimane il documento<br />
più prezioso da lui lasciato a vantaggio di tutti.<br />
L’ultimo biglietto<br />
Un’ultima testimonianza è quella rimasta<br />
<strong>in</strong> un piccolo biglietto trovato nella sua camera<br />
dove è spirato il 6 febbraio 1992 e che<br />
r<strong>in</strong>nova ancora il dramma <strong>della</strong> fede vissuta<br />
con passione: «Vorrei scrivere <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio,<br />
per quello che ho da dire: o meglio prostrato<br />
a terra come certo doveva sentirsi il Cristo<br />
nell’orto degli Olivi. Non si sente diversamente<br />
il tedium vitae. E anch’io <strong>in</strong> questi giorni e<br />
lunghissime notti ho sentito il tedium vitae.<br />
Dire altro? No, è <strong>in</strong>utile, ci sono troppi scoraggiati<br />
nel mondo, e siamo tutti responsabili<br />
gli uni degli altri. Proprio <strong>in</strong> questi giorni il figlio<br />
diciassettenne di una mia amica si è suicidato,<br />
sparandosi un colpo di pistola: a 17<br />
anni! E però il dolore, la sofferenza ti ammazza<br />
<strong>in</strong> maniera ancora più crudele che non il<br />
suicidio; e questo malessere che non riesci a<br />
contenere. Descrivere tutte le parti dolenti?<br />
Tutte le fasi di spasimo? Impossibile; e per di<br />
più imprevedibili. Sarà necessario abituarsi:<br />
come si faccia Dio solo lo sa. Ad esempio, non<br />
è che mi sia assente la paura di impazzire. È<br />
così, ormai da mesi. Signore, abbi pietà di<br />
me».<br />
Francesco Geremia
L<br />
a pastorale biblica nella bergamasca si presenta sotto<br />
la forma di proposte diversificate che vengono accolte<br />
con favore dall’assemblea dei credenti. Il libro <strong>della</strong> Parola<br />
di Dio è ancora sconosciuto alla maggior parte dei cattolici<br />
e si fa sempre più largo la necessità di approfondirne la<br />
conoscenza: ignorare le Scritture, diceva San Girolamo, significa<br />
non conoscere Gesù Cristo e qu<strong>in</strong>di significa lasciare che<br />
la propria fede manchi delle fondamenta. Anche a <strong>Longuelo</strong><br />
esistono <strong>in</strong>iziative che permettono una conoscenza approfondita<br />
<strong>della</strong> Bibbia: da circa vent’anni si sono susseguiti, nel<br />
nostro quartiere, ben nove gruppi di lettura cont<strong>in</strong>uata <strong>della</strong><br />
Parola.<br />
Attualmente i gruppi biblici presenti sul territorio sono tre.<br />
La ricerca del senso <strong>della</strong> vita, la voglia di avvic<strong>in</strong>are il miste-<br />
Marc Chagall<br />
Marc Chagall (1887-1985), russo di<br />
Vitebsk, giunge a Parigi ad <strong>in</strong>izio<br />
secolo, dove conosce le avanguardie. È<br />
difficile <strong>in</strong>casellare l’arte di Chagall,<br />
artista transfugo e apolide, perché la<br />
sua peregr<strong>in</strong>azione nel mondo è<br />
caratterizzata da uno spirito ora<br />
magico ora onirico, da una grazia ora<br />
sacra ora profana. Sacro e profano<br />
sono i caratteri che si <strong>in</strong>trecciano<br />
nell’arte di Chagall: è un pittore sacro<br />
anche quando realizza opere di<br />
soggetto prosaico ed è un pittore<br />
profano anche quando narra le storie<br />
bibliche. Il filo conduttore <strong>della</strong> sue<br />
storie è l’amore, il quale unisce la sua<br />
arte <strong>in</strong> un mondo di fantasie e ricordi,<br />
il mondo di Chagall<br />
Re Davide, 1951<br />
Re David fa capol<strong>in</strong>o fra le opere<br />
di Chagall e una miriade di figure<br />
<strong>in</strong>terpretano altrettanti significati<br />
simbolici: nel dip<strong>in</strong>to c’è tutta la sua<br />
storia frammentata e ricomposta.<br />
C’è Israele, ma sembra Vitebsk città<br />
natale dell’artista, c’è Nathan<br />
il profeta, ma sembra un rabb<strong>in</strong>o<br />
del suo villaggio, c’è una<br />
donna-spirito che regge Salomone<br />
La Bibbia, perché leggerla ancora<br />
ro di Dio attraverso la sua storia nella storia umana, la necessità<br />
di comprendere meglio i passaggi <strong>della</strong> liturgia, la catechesi<br />
dei piccoli e degli adulti: questi sono alcuni aspetti che<br />
stimolano un credente a prendere (o riprendere) <strong>in</strong> mano le<br />
Sacre Scritture. In parrocchia si sono tentati quest’anno: un<br />
percorso di catechesi sulla Parola di Dio; una serata di Lectio<br />
Div<strong>in</strong>a nella quale la protagonista del nostro pregare è stata<br />
appunto la Parola; una preghiera nelle famiglie a partire da<br />
brani biblici. Questo dossier nasce dal desiderio di estendere<br />
la riflessione alla comunità <strong>in</strong>tera, nella speranza che le riflessioni<br />
di un biblista, di alcuni laici co<strong>in</strong>volti nella pastorale<br />
parrocchiale, di un ex <strong>in</strong>segnante promotore di importanti<br />
eventi biblici <strong>in</strong> città, possano risvegliare l’<strong>in</strong>teresse su un testo<br />
tanto venduto quanto poco letto: la Bibbia.
12<br />
IL BIBLISTA<br />
Dio desidera parlare con l’uomo<br />
A<br />
lla domanda «che cos’è la Bibbia?»<br />
non possiamo rispondere<br />
che <strong>in</strong> una maniera unica: la Bibbia<br />
è parola di Dio e parola degli uom<strong>in</strong>i.<br />
È quest’espressione un’<strong>in</strong>dicazione fondamentale<br />
che basa la sua forza sulla<br />
congiunzione «e». Il grande rischio di<br />
sempre è <strong>in</strong>fatti quello di assolutizzare<br />
uno dei due aspetti. Capita <strong>in</strong>fatti spesso<br />
di <strong>in</strong>contrare persone che hanno un’altissima<br />
concezione <strong>della</strong> Bibbia, ma anche<br />
costoro - tutti preoccupati di difendere<br />
il testo biblico - f<strong>in</strong>iscono per offrire<br />
un servizio poco adeguato all’annuncio<br />
del suo messaggio. Parlando <strong>in</strong>fatti <strong>della</strong><br />
Bibbia come di una parola esclusivamente<br />
div<strong>in</strong>a sp<strong>in</strong>gono quasi ad una lettura<br />
solo a memoria di determ<strong>in</strong>ati testi<br />
che non deve essere sostenuta da nessun<br />
tipo di comprensione (il messaggio<br />
è div<strong>in</strong>o, troppo elevato per essere compreso).<br />
Il testo si riduce ad un elenco di<br />
cose da fare e il lettore a un mero esecutore<br />
di quanto prescritto. È la classica riduzione<br />
legalista <strong>della</strong> Bibbia, che viene<br />
Chi è<br />
Don Lorenzo Flori, biblista, è<br />
prete diocesano dal 2003;<br />
ha cont<strong>in</strong>uato gli studi al<br />
Pontificio Istituto Biblico di<br />
Roma e li ha conclusi a Fribourg<br />
<strong>in</strong> Svizzera nel 2011<br />
con una tesi di dottorato sull’ironia<br />
giovannea. Insegna<br />
greco, Antico Testamento e<br />
Introduzione al Vangelo di<br />
Giovanni presso il Sem<strong>in</strong>ario<br />
diocesano.<br />
Collabora alla pastorale biblica<br />
conducendo <strong>in</strong>contri<br />
alla Scuola <strong>della</strong> Parola e<br />
giornate di studio per animatori<br />
di gruppi biblici.<br />
La creazione dell’uomo (stampa),<br />
1931/39-1952/57<br />
Negli anni trenta Chagall lavora<br />
per l’editore e collezionista<br />
Ambroise Vollard, per il quale<br />
realizza le acqueforti che<br />
illustrano i libri dell’Antico<br />
Testamento <strong>della</strong> Bibbia (la<br />
Torah e i libri dei Profeti). Più<br />
tardi scriverà: «F<strong>in</strong> dalla mia<br />
giov<strong>in</strong>ezza sono stato<br />
affasc<strong>in</strong>ato dalla Bibbia. Mi è<br />
sempre sembrato e mi sembra<br />
ancora la più grande fonte di<br />
poesia di tutti i tempi»<br />
La creazione dell’uomo, 1956<br />
Nel 1955 Chagall <strong>in</strong>izia <strong>in</strong> forma<br />
organica un nuovo ciclo di opere<br />
di soggetto biblico<br />
(sull’esperienza del lavoro su<br />
carta commissionatogli prima<br />
da Vollard), che confluiranno nel<br />
Museo Nazionale del Messaggio<br />
Biblico di Nizza, a lui dedicato.<br />
Il dip<strong>in</strong>to riprende l’iconografia<br />
dell’<strong>in</strong>cisione precedente con<br />
Adamo portato fra le braccia<br />
dell’angelo, ma si aggiunge la<br />
girandola di forme e colori <strong>della</strong><br />
Creazione<br />
così identificata tout court al Decalogo,<br />
ridotto a sua volta all’ord<strong>in</strong>e di non bestemmiare<br />
e di andare a messa. Purtroppo<br />
tali persone fuggiranno <strong>in</strong>orridite<br />
ogni discussione sull’orig<strong>in</strong>e del testo,<br />
sul suo senso, sull’importanza <strong>della</strong> conoscenza<br />
di queste scritture per comprendere<br />
Gesù. Nella loro mentalità anche<br />
Gesù è un essere totalmente div<strong>in</strong>o<br />
che non ha dovuto imparare nulla nella<br />
sua vita terrena grazie a una rivelazione<br />
diretta col Padre. A tale gruppo di persone<br />
ovviamente si oppone chi <strong>in</strong>tende la<br />
Bibbia soltanto come parole di uom<strong>in</strong>i:<br />
d’altronde, con tutte quelle guerre, battaglie,<br />
violenze non si può certo pensare<br />
che Dio si sia <strong>in</strong>trufolato <strong>in</strong> testi così rozzi<br />
e banali!<br />
Come abbiamo provato a chiarire con<br />
questi due esempi volutamente estremizzati,<br />
capiamo subito quanta strada ci<br />
sia ancora da compiere all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong><br />
Chiesa cattolica per mettere veramente<br />
al centro il suo tesoro più grande, quello<br />
del Vangelo, che certamente non è ridu-
Resistenza, 1937/48<br />
Nel 1937 Chagall realizza<br />
un’opera, Rivoluzione, che sei<br />
anni dopo taglia, formando un<br />
trittico con Resistenza,<br />
Resurrezione e Liberazione.<br />
I colori violenti qui descrivono<br />
il dramma che sta attraversando<br />
l’Europa <strong>in</strong> quegli anni. Il luogo<br />
rappresentato è Vitebsk, la città<br />
natale del pittore, emblema del<br />
martirio del mondo ebraico.<br />
Il Cristo che patisce <strong>in</strong> croce è ora<br />
simbolo di un dolore straziante<br />
e <strong>in</strong>sensato<br />
Resurrezione, 1937/48<br />
Ne La Resurrezione, pannello<br />
centrale del trittico, campeggia<br />
ancora la figura del Crocifisso,<br />
ma qui la tavolozza è più<br />
lum<strong>in</strong>osa: un bianco azzurrato,<br />
come un lenzuolo, sale<br />
coprendo la folla, bilanciando il<br />
rosso <strong>in</strong>fuocato del cielo. C’è una<br />
figura a testa <strong>in</strong> giù lungo la<br />
croce: è il pittore che si ritrae<br />
come uno spirito nell’atto di<br />
dip<strong>in</strong>gere il Cristo sofferente<br />
cibile a una pura conoscenza mnemonica delle Scritture,<br />
ma che non può neanche esulare da queste senza le<br />
quali non comprendiamo veramente Gesù e neanche i<br />
segni sacramentali e la vita pastorale che, realmente, ce<br />
lo fanno <strong>in</strong>contrare ancora oggi.<br />
Perché dobbiamo leggere la Bibbia? Prima di tutto<br />
leggiamo la Bibbia perché essa è un regalo che ci è stato<br />
fatto; può piacere o no, può esserci<br />
più o meno simpatica, ma è lo stru-<br />
“<br />
mento <strong>in</strong>elim<strong>in</strong>abile che la tradizione<br />
ha scelto per trasmettere il Vangelo. Secondo,<br />
leggiamo la Bibbia perché essa<br />
ci fa entrare <strong>in</strong> una cultura dell’amore<br />
di Dio; condividiamo questo tesoro con<br />
i nostri fratelli ebrei che da sempre legano<br />
la loro identità a una bellissima<br />
teologia dell’elezione: Dio ama tutti gli<br />
uom<strong>in</strong>i, ma ha cercato anche un rapporto<br />
più diretto, non estatico né platonico<br />
con un gruppo di loro, aff<strong>in</strong>ché<br />
la loro benedizione fosse un segno per<br />
tutti. Dio ci ha scelto e ci ama nonostante<br />
tutti i nostri peccati, le nostre<br />
<strong>in</strong>fedeltà, la nostra piccolezza. Leggere<br />
la Bibbia è dunque un atto di fede che ci trasforma già<br />
prima di ogni approccio moralistico. Si entra <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong><br />
una nuova logica, perché scopriamo che umano e div<strong>in</strong>o<br />
<strong>in</strong> qualche modo si <strong>in</strong>contrano e si relazionano tra di<br />
loro. Questa mentalità trasforma i nostri concetti di Dio<br />
e di uomo. Infatti scopriamo che Dio non è un’entità metafisica<br />
lontana dalla storia; anzi, cerca di mettersi <strong>in</strong> co-<br />
Nutri il tuo<br />
ventre e riempi<br />
le tue viscere<br />
con questo rotolo<br />
che ti porgo.<br />
Io lo mangiai:<br />
fu per la mia bocca<br />
dolce come il miele<br />
Ezechiele<br />
13<br />
municazione con l’uomo da sempre. Prendiamo per<br />
esempio l’<strong>in</strong>cipit <strong>della</strong> lettera agli Ebrei: «Dio, che aveva<br />
già parlato nei tempi antichi molte volte e <strong>in</strong> diversi modi<br />
ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, <strong>in</strong> questi<br />
giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito<br />
erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha<br />
fatto anche il mondo» (Eb 1,1)<br />
Qualcuno potrebbe ritenere poco<br />
degno di Dio questo sforzo cont<strong>in</strong>uo<br />
di parlare all’uomo, ma già questo è un<br />
grande <strong>in</strong>segnamento biblico: il nostro<br />
è un dio appassionato all’uomo, da<br />
sempre lo cerca e con lui vuole str<strong>in</strong>gere<br />
alleanza. Un testo emblematico <strong>in</strong><br />
questo caso è il capitolo nove di Genesi,<br />
dove l’arcobaleno viene descritto<br />
come il segno di questa alleanza tra<br />
Dio e l’uomo: un patto <strong>in</strong> cui non si<br />
chiede nulla all’uomo ma nel quale Dio<br />
”<br />
promette un amore fedele e non più<br />
vendicativo, impegnandosi a non colpire<br />
più l’umanità con il diluvio.<br />
Il testo <strong>della</strong> lettera agli Ebrei ci permette<br />
anche di cogliere l’importanza<br />
<strong>della</strong> categoria <strong>della</strong> mediazione che, come quella dell’alleanza,<br />
è centrale nel testo biblico. Dio non parla direttamente,<br />
ma «attraverso» qualcuno, o meglio «<strong>in</strong>»<br />
qualcuno (così <strong>in</strong>fatti è nel testo greco). L’uomo non<br />
può pretendere di avere un <strong>in</strong>contro diretto con Dio. Il<br />
testo biblico resta per eccellenza il testo che garantisce<br />
l’alterità di Dio: Dio non si può vedere, come attesta d’al-
14<br />
tronde anche il Vangelo di Giovanni («Dio nessuno l’ha<br />
mai visto» Gv 1,18). Eppure, proprio Lui, si vuole manifestare<br />
e lo fa attraverso dei fedeli servitori, i profeti che<br />
non sono dei semplici esecutori: la lettera gli Ebrei pone<br />
<strong>in</strong> parallelo che Dio si sia rivelato «<strong>in</strong>» Gesù con il fatto<br />
che abbia parlato «nelle» storie dei profeti. Come ha<br />
detto bene il Concilio Vaticano II <strong>in</strong> un documento conciliare<br />
divenuto fondamentale: «Per la<br />
composizione dei libri sacri, Dio scelse<br />
e si servì di uom<strong>in</strong>i nel possesso delle<br />
“<br />
loro facoltà e capacità, aff<strong>in</strong>ché, agendo<br />
Egli <strong>in</strong> essi e per loro mezzo, scrivessero,<br />
come veri autori, tutte e soltanto<br />
quelle cose che egli voleva fossero<br />
scritte» (Dei Verbum III,11).La Bibbia<br />
dunque ci <strong>in</strong>segna che non possiamo<br />
sc<strong>in</strong>dere il div<strong>in</strong>o dall’umano; nella storia<br />
degli uom<strong>in</strong>i Dio <strong>in</strong> verità ci parla, e<br />
riconoscerlo nella storia biblica ci serve<br />
per riconoscerlo nella nostra vita presente.<br />
L’ispirazione biblica ci dice che<br />
Dio ha sicuramente parlato <strong>in</strong> Mosé, <strong>in</strong><br />
Geremia, nei profeti f<strong>in</strong>o alla rivelazione<br />
più piena <strong>in</strong> Gesù; noi oggi non possiamo<br />
vantare la stessa categoria di ispirazione ma non<br />
possiamo escludere che Dio anche oggi, come allora, ci<br />
parli. Di certo lo fa ancora attraverso quegli antichi testi.<br />
Bisogna dunque pensare che Dio abbia voluto tutte<br />
queste guerre, tutte queste violenze, tutto questo spargimento<br />
di sangue che ritroviamo spesso nei testi biblici?<br />
Il testo <strong>in</strong> verità ci dice che Dio ci parla attraverso<br />
Meravigliosi<br />
sono i tuoi<br />
<strong>in</strong>segnamenti: per<br />
questo li custodisco.<br />
La rivelazione delle<br />
tue parole illum<strong>in</strong>a,<br />
dona <strong>in</strong>telligenza<br />
ai semplici<br />
Salmo 119<br />
Liberazione, 1937/52<br />
Ultimo dei pannelli del trittico,<br />
Liberazione ha un’<strong>in</strong>tonazione<br />
calda, la stessa che deriva dal<br />
tema ora protagonista: l’amore.<br />
Questo, secondo Chagall, alla<br />
f<strong>in</strong>e ha la meglio sull’odio, come<br />
la gioia sul dolore e la vita sulla<br />
morte. La conclusione a cui<br />
sembra giungere Chagall è<br />
rassicurante e consolatoria<br />
L’uomo guidato dall’Eterno<br />
(stampa), 1931/39-1952/57<br />
Due figure occupano per <strong>in</strong>tero<br />
la composizione: un uomo<br />
barbuto e vestito, a destra, e una<br />
figura alata, a s<strong>in</strong>istra. Questa ha<br />
un volto femm<strong>in</strong>ile: sembra la<br />
donna-angelo (con le sembianze<br />
<strong>della</strong> moglie defunta Bella) che<br />
conduce l’uomo-Chagall.<br />
L’angelo camm<strong>in</strong>a avanti sicuro,<br />
ma volge la testa <strong>in</strong>dietro per<br />
farsi riconoscere<br />
quei testi, che <strong>in</strong> quei testi, per quanto «troppo umani»<br />
Dio ha un messaggio universale valido ancora oggi che<br />
anche per il futuro. Anche <strong>in</strong> questo caso ci viene <strong>in</strong> aiuto<br />
la Dei Verbum, al cap. III, 13: «Possiamo apprendere l’<strong>in</strong>effabile<br />
benignità di Dio e quanto Egli, sollecito e provvido<br />
nei riguardi <strong>della</strong> nostra natura, abbia contemperato<br />
il suo parlare». In questo modo, il concilio Vaticano<br />
II è riuscito a salvare l’antica tradizione<br />
che voleva Dio come l’autore dei testi<br />
biblici legandola allo stesso tempo alla<br />
debole realtà <strong>della</strong> parola biblica spesso<br />
molto, molto, molto umana. Tutto<br />
questo non si mostra come una deformazione<br />
<strong>della</strong> verità div<strong>in</strong>a ma anzi come<br />
un segno del suo amore: d’altronde<br />
il modello delle Scritture si adegua<br />
<strong>in</strong> questo modo al modello cristologico<br />
<strong>in</strong> cui natura umana e natura div<strong>in</strong>a<br />
sono perfettamente unite senza che<br />
”<br />
una snaturi l’altra. Dunque l’apporto<br />
del Concilio è stato veramente fondamentale<br />
perché ha di fatto risolto le<br />
antiche diatribe legate all’<strong>in</strong>erranza<br />
(cioè la conv<strong>in</strong>zione, giusta, che non ci<br />
potevano essere errori nella Bibbia) fornendo le categorie<br />
concettuali adeguate per capire quale sia la verità<br />
del testo biblico: si tratta <strong>in</strong> fondo di quel lungo percorso<br />
che già Galileo aveva cercato di <strong>in</strong>dicare dicendo<br />
che la Bibbia non ci <strong>in</strong>segnava come va il cielo, ma come<br />
si va <strong>in</strong> cielo. Imparare a cercare nei testi biblici quella<br />
verità (magari non scientifica) che Dio ha voluto tra-
Esodo, 1952/66<br />
Esodo rappresenta la fuga del<br />
popolo ebraico: dall’uscita<br />
dall’Egitto descritta dalla Bibbia,<br />
al pogrom di <strong>in</strong>izio Novecento,<br />
per arrivare all’ultimo esodo<br />
durante la Seconda Guerra<br />
Mondiale. Al centro <strong>della</strong> massa<br />
di ebrei erranti campeggia la<br />
figura del Cristo <strong>in</strong> croce, al<br />
contempo simbolo <strong>della</strong><br />
religione cristiana ed emblema<br />
di tutto il popolo ebraico<br />
Il passaggio del Mar Rosso, 1955<br />
Ideale prosecuzione di Esodo,<br />
Passaggio del Mar Rosso si<br />
contrappone al primo per<br />
schema compositivo, scelta<br />
cromatica e per significato<br />
simbolico. Impostato su un<br />
impianto conico, al vertice del<br />
quale campeggia una figura<br />
alata di bianco vestita (l’angelo<br />
del Signore che <strong>in</strong>dica la via<br />
<strong>della</strong> speranza), il dip<strong>in</strong>to ha una<br />
tavolozza equilibrata: i toni<br />
freddi dello sfondo sono<br />
bilanciati dai gialli e i rossi delle<br />
figure <strong>in</strong> primo piano<br />
smetterci richiede un lungo percorso e un serio camm<strong>in</strong>o<br />
da parte del lettore. Il Concilio ha esortato a tradurre<br />
e a trasmettere la Bibbia ovunque («È necessario che<br />
i fedeli abbiano largo accesso la sacra scrittura», Dei Verbum<br />
VI, 22). Ma questo comporta anche un impegno<br />
dei pastori a formare cristiani capaci di aprire il testo biblico.<br />
Molti di questi «maestri» chiedono ai biblisti strumenti<br />
speciali, complesse spiegazioni<br />
etimologiche, approfondite ricerche <strong>in</strong><br />
“<br />
più volumi. Tutto questo materiale è sicuramente<br />
<strong>in</strong>teressante ma bisogna ricordare<br />
che la Bibbia è stata scritta per<br />
gente che probabilmente non poteva<br />
avere a disposizione tutti questi strumenti.<br />
La Bibbia stessa <strong>in</strong>segna che l’<strong>in</strong>izio<br />
<strong>della</strong> sapienza è il timore di Dio: il<br />
Sal 111, dice: «Santo e terribile il suo<br />
nome. Pr<strong>in</strong>cipio <strong>della</strong> saggezza è il timore<br />
del Signore, saggio è colui che gli<br />
è fedele; la lode del Signore è senza f<strong>in</strong>e».<br />
È attraverso il timore di Dio che riusciamo<br />
a giungere a una comprensione<br />
di quale sia la verità del testo biblico.<br />
Il timor di Dio non va <strong>in</strong>tenso però<br />
con le nostre categorie, <strong>in</strong>fatti non ha nulla a che fare<br />
con un certo pietismo che evita i testi biblici più difficili,<br />
nega ogni domanda che qualcuno può sollevare tutto<br />
preoccupato di difendere apologeticamente ogni<br />
versetto del testo.<br />
Nel versetto sopra citato, il timore di Dio si lega alla<br />
santità del suo nome, cioè al riconoscere la diversità<br />
Tutta la<br />
scrittura, ispirata<br />
da Dio, è anche utile<br />
per <strong>in</strong>segnare,<br />
conv<strong>in</strong>cere,<br />
correggere ed<br />
educare<br />
nella giustizia<br />
San Paolo<br />
15<br />
abissale tra noi e Dio; <strong>in</strong>oltre fonda la nostra lode per<br />
lui, mentre se noi temiamo, nel senso che abbiamo paura<br />
di qualcuno, difficilmente poniamo questo sentimento<br />
come la base per lodarlo. Il timor di Dio dunque<br />
non è paura come conferma bene anche quest’altro<br />
versetto: «Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà<br />
sussistere? Ma presso di te è il perdono: perciò avremo<br />
il tuo timore» (Sal 130). Qui addirittura<br />
il timore viene dal fatto di essere<br />
perdonati, esattamente l’opposto <strong>della</strong><br />
paura.<br />
Entrare nel testo biblico significa allora<br />
entrare nello stesso Spirito di questi<br />
autori per lasciarci trasformare da<br />
esso f<strong>in</strong>o a diventare uom<strong>in</strong>i dotati del<br />
«timor di Dio», disposti dunque ad<br />
ascoltare la Parola che lui ci rivolge.<br />
Questo <strong>in</strong>contro con il suo messaggio<br />
potrà a volte essere sconvolgente, co-<br />
”<br />
me avviene per Abramo al quale il Signore<br />
prima fa grandi promesse e poi<br />
chiede <strong>in</strong>vece di sacrificare suo figlio<br />
(Gen 22). Il lettore biblico (come Abramo)<br />
impara così, confrontandosi con la<br />
sua fede, a volte consolante, a volte drammatica, a stare<br />
<strong>in</strong>sieme a Dio <strong>in</strong> ogni situazione per giungere a vedere<br />
il mondo <strong>in</strong>tero con occhi diversi, con lo sguardo di<br />
un Altro che, unico, può dare un senso magnifico e <strong>in</strong>aspettato<br />
alle vicende, anche le più tristi, che la storia ci<br />
propone.<br />
Lorenzo Flori
16<br />
BIBBIA E LITURGIA<br />
Spezzare il pane <strong>della</strong> Parola<br />
I<br />
n una delle sue catechesi Papa Benedetto sottol<strong>in</strong>eava:<br />
«Molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di<br />
essa una conoscenza molto limitata e superficiale» e<br />
certamente è un’affermazione condivisibile; per molti di<br />
noi l’<strong>in</strong>contro con la Parola di Dio si limita al suo ascolto <strong>in</strong><br />
chiesa, durante la Messa domenicale o feriale, ma dimentichiamo<br />
che solo una maggiore <strong>in</strong>teriorizzazione di questo<br />
ricco testo ci può aiutare a comprendere e a vivere meglio<br />
sia la nostra vita spirituale che la stessa partecipazione attiva<br />
all’Eucaristia. Che relazione esiste tra la Bibbia e la Liturgia<br />
e cosa c’entra con la nostra vita? Come si legge nella<br />
costituzione conciliare sulla Liturgia, la Sacrosantum<br />
Concilium: «Massima è l’importanza <strong>della</strong> Sacra scrittura<br />
nella celebrazione liturgica. Da essa <strong>in</strong>fatti vengono tratte<br />
le letture da spiegare nell’omelia e i salmi da cantare, del<br />
suo spirito sono permeate le orazioni e gli <strong>in</strong>ni liturgici, e<br />
da essa prendono significato le azioni e i segni». C’è dunque<br />
uno stretto legame tra Bibbia e Liturgia: la Messa ha un<br />
fondamento biblico, e allo stesso tempo la Liturgia <strong>della</strong><br />
Parola prepara il fedele alla Liturgia Eucaristica, all’<strong>in</strong>contro<br />
con Gesù vivo e vero. Attraverso la Parola, detta e ascoltata,<br />
Dio si rivela a noi, entra nel nostro vissuto quotidiano e<br />
noi ci riconosciamo <strong>in</strong> quella Parola. Ma l’evento di rivelazione<br />
chiede una risposta: la Parola, <strong>in</strong>fatti, è per sua natura<br />
dialogica, necessita di essere stata capita e stabilisce un<br />
Mosè riceve le tavole <strong>della</strong> Legge,<br />
1950/52<br />
Mosè <strong>in</strong> volo giunge a toccare le<br />
tavole, che gli vengono porte da<br />
Dio attraverso una nuvola. Gli<br />
Ebrei, ai lati del dip<strong>in</strong>to,<br />
assistono con il capo levato:<br />
sembrano formiche che<br />
s’arrampicano lungo la cornice,<br />
affollando i contorni di una<br />
scena stranamente ariosa. Il<br />
giallo marezzato di blu <strong>in</strong>fonde<br />
alla scena una calda luce dorata<br />
Il profeta Geremia, 1968<br />
Il dip<strong>in</strong>to rappresenta un punto<br />
di arrivo del ciclo biblico per la<br />
tecnica pittorica: all’<strong>in</strong>izio del<br />
secolo Chagall conteneva il<br />
colore entro l<strong>in</strong>ee di contorno<br />
def<strong>in</strong>ite e marcate; ora <strong>in</strong>vece lo<br />
sfalda, facendolo uscire dalle<br />
forme e costruendo i volumi<br />
attraverso macchie cromatiche,<br />
dando vita alla sua personale<br />
<strong>in</strong>terpretazione del tachisme (da<br />
tache, macchia)<br />
legame di comunione tra coloro che parlano. Chiede non<br />
solo obbedienza, ma fede, conversione, speranza. In questo<br />
modo dell’evento di rivelazione fa parte non solo la Parola<br />
di Dio, ma anche la parola dell’uomo che accoglie consapevolmente<br />
e liberamente la rivelazione di Dio. Quanto<br />
più la Parola è ascoltata e <strong>in</strong>teriorizzata, tanto più i sacramenti<br />
possono essere maggiormente compresi; viceversa,<br />
se la Parola è ignota o malamente ascoltata, i sacramenti<br />
diventano oscuri, ambigui e questo processo porta anche<br />
alla disaffezione che si avverte sempre più nei confronti<br />
<strong>della</strong> messa; la Parola, perché sia <strong>in</strong>contro efficace e personale<br />
con Gesù, deve essere sperimentata nei sacramenti,<br />
altrimenti resterebbe qualcosa di <strong>in</strong>visibile e ultimamente<br />
<strong>in</strong>conoscibile. Questo è quanto la Liturgia <strong>della</strong> Parola mette<br />
<strong>in</strong> moto durante la celebrazione eucaristica, e se questa<br />
esperienza veramente ci tocca da vic<strong>in</strong>o non ci può certo<br />
lasciare <strong>in</strong>differenti. Term<strong>in</strong>ata la Messa e usciti dalla chiesa,<br />
che cosa ne facciamo di quella Parola, nelle nostre relazioni,<br />
<strong>in</strong> famiglia, sul lavoro, ovunque, per alimentare la nostra<br />
fede e il nostro essere profondamente cristiani? Quella<br />
Parola non smette di esserci, né c’è solo come «bussola»<br />
per le scelte, ma è un rapporto cont<strong>in</strong>uo con Dio che ci <strong>in</strong>terpella<br />
e ci chiede una risposta, un’azione concreta nella<br />
nostra vita, alla luce del suo ascolto e rivelazione.<br />
Sergio Dadda
La arca di Noè (stampa)<br />
Dopo La creazione dell’uomo,<br />
Chagall compone L’arca di Noè,<br />
omettendo gli episodi <strong>della</strong><br />
Genesi ben più famosi e<br />
rappresentati dagli altri artisti.<br />
Qui viene raffigurato il patriarca<br />
nell’atto di liberare la colomba<br />
dall’Arca. Immancabili il gallo<br />
(simbolo di speranza) e la capra<br />
(<strong>in</strong>carnazione <strong>della</strong> vittima<br />
sacrificale)<br />
La vocazione di Ezechiele (stampa)<br />
1931/39-1952/57<br />
Ultima immag<strong>in</strong>e che illustra la<br />
Bibbia di Chagall, la Vocazione<br />
di Ezechiele rappresenta l’a e l’?<br />
del testo sacro: la Bibbia del<br />
pittore f<strong>in</strong>isce con la lettura<br />
<strong>della</strong> Bibbia stessa; il profeta<br />
(come ciascuno dei credenti) è<br />
chiamato a mettere <strong>in</strong> pratica e a<br />
meditare (<strong>in</strong> quest’ord<strong>in</strong>e) il<br />
messaggio div<strong>in</strong>o<br />
BIBBIA E CATECHESI<br />
L’esperienza che educa all’<strong>in</strong>contro<br />
D<br />
alla Scrittura noi sappiamo che l’uomo è stato<br />
creato <strong>in</strong> Gesù Cristo; per questo resta <strong>in</strong>evitabilmente<br />
legato a Lui nel quale può trovare il senso<br />
del suo esistere. «Egli (Gesù Cristo) è immag<strong>in</strong>e del Dio <strong>in</strong>visibile,generato<br />
prima di ogni creatura; poiché per mezzo<br />
di Lui sono state create tutte le cose, quelle visibili e quelle<br />
<strong>in</strong>visibili: Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui<br />
e <strong>in</strong> vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono<br />
<strong>in</strong> Lui». (Col 1,15-17). Nel Nuovo Testamento viene<br />
fatta all’uomo la proposta di vivere l’esistenza umana, prima<br />
«con» e qu<strong>in</strong>di «come» Gesù Cristo. Lo strumento utilizzato<br />
per proporre questo modo di vivere è la catechesi<br />
che è il far risuonare la Parola di Dio dentro la vita delle persone,<br />
riproducendola cont<strong>in</strong>uamente e rendendola più <strong>in</strong>tima<br />
allo spirito dell’uomo. La catechesi è lo strumento che<br />
rende possibile la conoscenza più profonda di Gesù Cristo<br />
e qu<strong>in</strong>di di Dio. La «conoscenza» nel pensiero biblico è soprattutto<br />
la capacità di fare esperienza di Dio. Da questo si<br />
deduce che la proposta catechistica va rivolta soprattutto<br />
ai giovani e agli adulti, cioè alle persone che liberamente<br />
dispongono <strong>della</strong> loro vita <strong>in</strong> rapporto alla chiamata alla<br />
fede. Solo così l’ord<strong>in</strong>e <strong>della</strong> comunicazione non «salirà»<br />
dai bamb<strong>in</strong>i agli adulti, ma «scenderà» dagli adulti ai bamb<strong>in</strong>i.<br />
Il loro orientamento all’<strong>in</strong>contro col Signore sarà così<br />
mediato <strong>in</strong> modo essenziale dai genitori che sono i primi<br />
17<br />
testimoni ed educatori dell’esperienza cristiana. Essi saranno<br />
sostenuti dalla Chiesa, <strong>in</strong> modo particolare dalla comunità<br />
parrocchiale, per trasmettere ai figli soprattutto la<br />
bellezza dell’affidare a Dio la propria vita, dentro le esperienze<br />
quotidiane <strong>della</strong> famiglia, <strong>della</strong> preghiera, dell’amicizia,<br />
<strong>della</strong> scuola, del gioco, <strong>della</strong> partecipazione alla Messa<br />
e dentro l’esperienza dell’oratorio. Mi domando allora<br />
perché i genitori che <strong>in</strong>dirizzano i loro figli al catechismo<br />
dell’<strong>in</strong>iziazione non partecip<strong>in</strong>o agli <strong>in</strong>contri settimanali<br />
<strong>della</strong> catechesi per poi essere essi stessi catechisti dei loro<br />
figli? Uno degli attori <strong>della</strong> catechesi è il catechista. Ogni<br />
catechista deve lasciar parlare la Bibbia per ciò che dice,<br />
non per ciò che vorrebbe che dicesse. È importante <strong>in</strong>contrarne<br />
la novità senza assimilarla al «già noto», al «l’ho<br />
già sentito»: bisogna lasciare che i testi parl<strong>in</strong>o sempre. Un<br />
testo antico come il Deuteronomio ci aiuta a scoprire l’azione<br />
educativa di Dio per il suo popolo e lo sottoponiamo<br />
all’attenzione del lettore come contributo <strong>della</strong> Scrittura al<br />
discorso catechistico. «Egli lo trovò <strong>in</strong> terra deserta, <strong>in</strong> una<br />
landa di ululati solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì<br />
come pupilla del suo occhio. Come un’aquila che veglia la<br />
sua nidiata, che vola sopra i suoi nati. Egli spiegò le ali e lo<br />
prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore lo guidò da solo,<br />
non c’era con lui alcun dio straniero». (Dt 32,10-12)<br />
Giuseppe Vitali
18<br />
IL PROFESSORE<br />
«La Bibbia? Va scelta con coraggio»<br />
I<br />
nterpellato per la nostra <strong>in</strong>tervista riguardo<br />
al libro <strong>della</strong> Parola di Dio, il<br />
professor Vertova, risponde subito<br />
con disponibilità ed entusiasmo. R<strong>in</strong>grazia<br />
per la fiducia che gli accordiamo, ma<br />
siamo noi a r<strong>in</strong>graziare lui per l’aiuto che<br />
ci dà nella riflessione del nostro dossier.<br />
Professor Vertova, quando e perché<br />
è nato il suo <strong>in</strong>teresse per la Bibbia e<br />
che tipo di approccio sente più vic<strong>in</strong>o<br />
nei confronti del libro <strong>della</strong> Parola di<br />
Dio: culturale, filosofico, religioso?<br />
«Il mio <strong>in</strong>teresse per la Bibbia è <strong>in</strong>izialmente<br />
nato da esigenze <strong>della</strong> mia esperienza<br />
di fede, qu<strong>in</strong>di dalla mia famiglia e<br />
dalle comunità <strong>in</strong> cui sono cresciuto (San<br />
Giorgio, Fuci, comunità di San Fermo). Poi<br />
anche la mia passione culturale mi ha<br />
sp<strong>in</strong>to e accompagnato <strong>in</strong> questa direzione<br />
e non mi è stato difficile verificare negli<br />
anni come la biblioteca biblica costituisca<br />
una riserva (<strong>in</strong>esauribile!) di sorprese,<br />
sia sul piano <strong>della</strong> riflessione personale,<br />
sia dal punto di vista letterario».<br />
Il suo <strong>in</strong>teresse personale è sfociato<br />
Chi è<br />
Gian Gabriele Vertova è <strong>in</strong>segnante<br />
di Lettere, da poco <strong>in</strong><br />
pensione. Ma nella sua <strong>in</strong>tensa<br />
vita (è stato tra l’altro<br />
assessore alla cultura e vices<strong>in</strong>daco<br />
di Bergamo, e tra i<br />
fondatori <strong>della</strong> comunità di<br />
San Fermo e <strong>della</strong> Fondazione<br />
Serughetti La Porta ) si è<br />
occupato molto di Bibbia.<br />
Leggendola da credente e<br />
proponendola da <strong>in</strong>tellettuale.<br />
Tra le ultime <strong>in</strong>iziative,<br />
«Effetto Bibbia», promosso<br />
con la Diocesi e altre associazioni,<br />
e il movimento «Bibbia<br />
e scuola».<br />
Giobbe, 1975<br />
Opera tarda del pittore, non<br />
appartiene al ciclo del Message<br />
Biblique di Nizza. Qui Giobbe<br />
<strong>in</strong>carna, come già aveva fatto il<br />
Crocifisso <strong>in</strong> altre opere, il<br />
dolore e la sofferenza del<br />
popolo ebraico e lo fa con la<br />
forza dell’umiltà. Defilato e<br />
ricurvo è il profeta, come tenui<br />
sono i colori, rischiarati da un<br />
biancore che è luce epifanica<br />
Re David <strong>in</strong> blu, 1968<br />
Il re Davide è rappresentato<br />
mentre suona la cetra e si libra<br />
nel cielo notturno di una città.<br />
La curva del suo corpo sembra<br />
tracciare l’arco <strong>della</strong> volta<br />
celeste: è lo stesso personaggio<br />
che costituisce la s<strong>in</strong>tesi del<br />
creato, sommando <strong>in</strong> sé il cielo,<br />
le stelle, i campi fioriti, la luce e<br />
le tenebre<br />
<strong>in</strong> una serie di <strong>in</strong>iziative che, da ancora<br />
prima che la diocesi si preoccupasse di<br />
portare avanti una pastorale biblica,<br />
promuovono la conoscenza <strong>della</strong> Bibbia:<br />
ce ne vuole parlare?<br />
«Conosco i docenti di Bibbia <strong>della</strong> nostra<br />
diocesi, tutti con una preparazione<br />
maggiore <strong>della</strong> mia, che <strong>in</strong> fondo è quella<br />
di un dilettante, ma non mi pare di aver<br />
rilevato grandi differenze nella lettura dal<br />
punto di vista metodologico: sono, come<br />
me, non fondamentalisti. Penso che la<br />
differenza (anche per me, che cont<strong>in</strong>uo a<br />
leggere la Bibbia pure all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> comunità<br />
di fede) derivi dal gruppo <strong>in</strong> cui<br />
avviene la lettura: un conto è un luogo<br />
laico (la scuola, la T.U. <strong>della</strong> Cgil, il dibattito<br />
pubblico. ecc. ), un conto è la comunità<br />
di fede. Certo, dalla mia sensibilità letteraria<br />
deriva l’attenzione alla storia degli<br />
effetti, alle ricadute dei testi nelle varie<br />
epoche, che magari suggeriscono nuovi<br />
percorsi di lettura. Ma “lettura laica”non è<br />
antagonista a quella “credente” , significa<br />
accostarsi alla Bibbia semplicemente co-
Il sacrificio di Isacco, 1960/66<br />
Un Isacco di colore giallo è<br />
riverso nudo su una palizzata;<br />
Abramo, dalla tonalità rosso<br />
fuoco, brandisce un coltello,<br />
pronto a sacrificare il figlio,<br />
quando irrompe un angelo blu<br />
dall’alto, a fermarlo: il fatto<br />
concreto violento e brutale è<br />
tratteggiato con colori caldi e<br />
affocati, il div<strong>in</strong>o e l’atemporale<br />
sono <strong>in</strong>vece costruiti con le<br />
tonalità più fredde dei blu<br />
e dei verdi<br />
Il cantico dei cantici, 1960<br />
Il rosso e le sue variazioni tonali<br />
dom<strong>in</strong>ano la composizione, <strong>in</strong><br />
cui come sempre volteggiano<br />
case, persone e animali: non<br />
esiste la forza di gravità nelle<br />
opere di Chagall, come non<br />
esiste la regola <strong>della</strong><br />
proporzione; i colori non<br />
rappresentano la realtà<br />
oggettiva, ma quella <strong>in</strong>teriore<br />
dell’artista e lo spazio è un’entità<br />
fluida e irreale. Il Cantico dei<br />
cantici rappresenta la metafora<br />
dell’alleanza fra il Signore e il<br />
suo popolo<br />
me testo, senza obbligatoriamente sentirmi<br />
<strong>in</strong>terpellato sul piano <strong>della</strong> fede. La<br />
Bibbia è teologia, ma anche antropologia,<br />
esprime una ricerca secolare del senso<br />
<strong>della</strong> vita che <strong>in</strong>teressa tutti, anche chi<br />
crede di non poter accettare la conv<strong>in</strong>zione<br />
che Dio parli all’uomo. Tra l’altro l’approccio<br />
laico non è <strong>in</strong> opposizione, ma<br />
può essere utile a quello confessionale.<br />
Infatti per capire il messaggio devo prima<br />
di tutto capire il testo. Un testo che, come<br />
ama ripetere Enzo Bianchi, contiene la parola<br />
di Dio, ma non è che sia parola di Dio<br />
<strong>in</strong> tutte le parole che scrive! Naturalmente,<br />
se voglio evitare ogni fra<strong>in</strong>tendimento,<br />
non posso dimenticare l’<strong>in</strong>tenzione dell’autore<br />
e la dest<strong>in</strong>azione dell’opera: devo<br />
cioè sempre tener presente che l’autore<br />
scrive con <strong>in</strong>tenzioni religiose, che il testo<br />
letto per secoli come testo sacro e che ci<br />
è giunto perché trasmesso dalle tradizioni<br />
delle comunità religiose. Semplicemente<br />
per il lettore non cristiano e non<br />
ebreo non si tratta di un “messaggio rivelato”».<br />
Quanto ha da dare e da dire la Bibbia<br />
all’uomo moderno? È un testo importante<br />
solo per chi si professa credente?<br />
«Per l’uomo <strong>della</strong> modernità non è<br />
sempre chiara l’importanza <strong>della</strong> Bibbia,<br />
ma questo è frutto di ignoranza, non è so-<br />
Scuola <strong>della</strong><br />
Parola<br />
Dal 1994 è attiva a<br />
Bergamo la Scuola <strong>della</strong><br />
Parola, organizzata<br />
dall’Ufficio diocesano per<br />
l’Apostolato biblico, <strong>in</strong><br />
collaborazione con i biblisti<br />
del Sem<strong>in</strong>ario. Si svolge il<br />
mercoledì sera da ottobre a<br />
febbraio presso la «Casa<br />
del Giovane» di via<br />
Gavazzeni ed offre uno<br />
sguardo su entrambi i<br />
Testamenti con le chiavi<br />
ermeneutiche<br />
<strong>in</strong>dispensabili per la lettura<br />
e la comprensione dei testi.<br />
Animatori<br />
biblici<br />
Poiché <strong>in</strong> molte parrocchie<br />
sono attivi numerosi<br />
gruppi di lettura e<br />
meditazione <strong>della</strong> Bibbia, è<br />
attiva anche la Scuola per<br />
Animatori dei Gruppi<br />
biblici, aperta, comunque,<br />
a tutti coloro che, pur non<br />
operando nella pastorale<br />
biblica, desiderano<br />
approfondire la lettura<br />
<strong>della</strong> Bibbia. La scuola<br />
19<br />
lo l’effetto <strong>della</strong> secolarizzazione (o <strong>della</strong><br />
censura <strong>in</strong> campo cattolico dopo il Concilio<br />
di Trento). L’uomo moderno consapevole<br />
sa che per costruire il futuro ha bisogno<br />
di conoscere e di <strong>in</strong>terpretare il passato,<br />
soprattutto quello che è stato decisivo<br />
nella sua storia. Dal punto di vista l<strong>in</strong>guistico<br />
la Bibbia é “immenso vocabolario”,<br />
anche se non sempre ce ne accorgiamo<br />
(“il frutto proibito”, “la pazienza di<br />
Giobbe”, “una voce nel deserto”, “sei un<br />
Giuda”, “Il figliol prodigo”). Tullio de Mauro<br />
ripete che se dal 1970 ad oggi le l<strong>in</strong>gue<br />
scritte nel mondo sono passate da 700 a<br />
2500, questo è dovuto alla traduzioni <strong>della</strong><br />
Bibbia operata dalle varie Chiese. La<br />
Bibbia è “atlante iconografico” (Chagall):<br />
non è possibile comprendere la storia dell’arte<br />
dell’Occidente senza la Bibbia. L’ethos<br />
del mondo occidentale, è costruito<br />
<strong>in</strong> buona parte, anche se non solamente,<br />
sulla Bibbia, (l’idea di storia e la sua “desacralizzazione”;<br />
l’idea di libertà e responsabilità<br />
dell’uomo; l’idea che il male e il dolore<br />
sono rimediabili; l’idea che possa esserci<br />
giustizia nel mondo o addirittura<br />
amore dis<strong>in</strong>teressato ...) L’Esodo è “la prima<br />
descrizione <strong>della</strong> politica rivoluzionaria”<br />
(M. Walzer). La Bibbia è il grande codice,<br />
da lì la letteratura dell’Occidente si è<br />
generata. Giacomo Leopardi affiancava la
20<br />
Bibbia alle opere altrettanto immortali di<br />
Omero come uno dei due “gran fonti dello<br />
scrivere, se non altro perché, essendo i<br />
più antichi, sono i più vic<strong>in</strong>i alla natura, sola<br />
fonte del bello, del grande, <strong>della</strong> vita,<br />
<strong>della</strong> varietà”».<br />
Quanto è stato importante nel creare<br />
- se ci sono state - variazioni nella coscienza<br />
e conoscenza <strong>della</strong> Bibbia il<br />
Concilio Vaticano II? La Dei Verbum, con<br />
la sua grande raccomandazione di restituire<br />
la Bibbia al popolo di Dio (non<br />
solo al clero) - ha di fatto prodotto<br />
qualche effetto sulle grandi masse?<br />
«La mia vita è stata molto condizionata<br />
dallo “spirito” del Vaticano II, che sottol<strong>in</strong>eò<br />
l’importanza decisiva <strong>della</strong> “riappropriazione”<br />
<strong>della</strong> Bibbia, sia nella dimensione<br />
<strong>della</strong> ricerca personale, sia <strong>in</strong> quella<br />
comunitaria. Ma anche ai tempi del Concilio,<br />
noi <strong>della</strong> Fuci litigavamo con chi preferiva<br />
leggere le opere del proprio fondatore.<br />
Ritengo ancora oggi che la conv<strong>in</strong>zione<br />
<strong>della</strong> centralità <strong>della</strong> Bibbia (assieme<br />
all’immag<strong>in</strong>e s<strong>in</strong>odale <strong>della</strong> Chiesa, all’ecumenismo<br />
e al dialogo con tutti) rappresenti<br />
la l<strong>in</strong>ea di dist<strong>in</strong>zione nelle parrocchie,<br />
comunità, movimenti fra i conciliari<br />
e quelli pre o anti Vaticano II. In questi<br />
decenni dal Vaticano II ho visto molto<br />
impegno con il fiorire di tanti gruppi di<br />
prevede sia lezioni frontali,<br />
che lavori di gruppo con<br />
esercizi metodologici su<br />
brani scelti.<br />
Lettura<br />
cont<strong>in</strong>ua<br />
Da circa 40 anni sono attivi<br />
<strong>in</strong> tutta la prov<strong>in</strong>cia i<br />
Gruppi di lettura cont<strong>in</strong>ua<br />
<strong>della</strong> Parola di Dio, che,<br />
come enuncia la<br />
def<strong>in</strong>izione, si impegnano<br />
a leggere <strong>in</strong> maniera<br />
sistematica tutta la Sacra<br />
Scrittura. Il lavoro dura da<br />
otto a dieci anni.<br />
Caratteristica di questi<br />
Gruppi, circa una<br />
quarant<strong>in</strong>a sparsi <strong>in</strong> tutta<br />
la prov<strong>in</strong>cia, è la laicità: i<br />
conduttori sono tutti laici,<br />
formatisi e assistiti, però,<br />
dai biblisti del Sem<strong>in</strong>ario<br />
cittad<strong>in</strong>o.<br />
Cultura biblica<br />
Il Comitato per la cultura<br />
biblica costituitosi all’<strong>in</strong>izio<br />
del 2006, è espressione di<br />
una variegata<br />
aggregazione di centri<br />
culturali (Centro Culturale<br />
delle Grazie e San<br />
L’<strong>in</strong>contro di Abramo e i tre angeli,<br />
1960/66<br />
La composizione è<br />
spiccatamente orizzontale,<br />
seguendo la direttrice delle tre<br />
figure alate <strong>in</strong> primo piano.<br />
Queste emergono potenti, con<br />
le loro ali chiare, dallo sfondo<br />
rosso <strong>in</strong>fuocato. Esse<br />
rappresentano i messaggeri<br />
<strong>della</strong> parola div<strong>in</strong>a, ma <strong>in</strong> questo<br />
caso anche i latori del verbo<br />
pittorico: sono l’elemento di<br />
connessione fra lo spettatore e<br />
l’arte di Chagall<br />
La guerra, 1943<br />
Come una sorta di ex-voto, il<br />
dip<strong>in</strong>to riassume le atrocità<br />
<strong>della</strong> guerra perpetrate su<br />
Vitebsk, di cui Chagall sente<br />
parlare, più che vivere: la strada<br />
è <strong>in</strong>ondata di sangue, i morti<br />
giacciono per la strada, il cielo è<br />
solcato dai bagliori delle fiamme<br />
che si levano dai tetti, gli animali<br />
atterriti rovesciano i carri. Non<br />
rimane che la fuga, la stessa<br />
<strong>in</strong>trapresa dall’ebreo errante con<br />
la bisaccia sulla spalla<br />
lettura e di scuole <strong>della</strong> parola. Se questi<br />
importanti risultati consigliano di essere<br />
ottimisti, talvolta ho l’impressione che sia<br />
calata la sp<strong>in</strong>ta alla riappropriazione da<br />
parte dei laici, anche perché non è cresciuta<br />
l’idea che la chiesa siamo tutti (solo<br />
per la pigrizia dei laici o perché così si salva<br />
meglio il ruolo dei m<strong>in</strong>isteri tradizionali<br />
<strong>della</strong> Chiesa?). Del resto anche l’<strong>in</strong>formazione<br />
sui media (e più <strong>in</strong> quelli laici che<br />
<strong>in</strong> quelli cattolici!) cont<strong>in</strong>ua a rimandare<br />
l’idea che la Chiesa (e le questioni religiose)<br />
sono il papa e le gerarchie».<br />
Perché la Bibbia, m<strong>in</strong>iera di generi<br />
letterari, fonte storica irr<strong>in</strong>unciabile,<br />
fondamento <strong>della</strong> nostra cultura occidentale<br />
non è ancora attivamente <strong>in</strong>serita<br />
nei programmi di letteratura o filosofia<br />
<strong>della</strong> nostra scuola, come sono<br />
<strong>in</strong>vece <strong>in</strong>serite le opere dei classici greci<br />
e lat<strong>in</strong>i?<br />
«A ragione o a torto io mi sono sempre<br />
sentito un <strong>in</strong>segnante e un educatore.<br />
Questa mia vocazione per l’impegno educativo<br />
mi ha sp<strong>in</strong>to a cercare di trasmettere,<br />
nei miei limiti e per quanto mi è stato<br />
possibile, la ricchezza dell’eredità biblica:<br />
mi dispiace che ancora oggi molti <strong>in</strong>tellettuali<br />
del nostro paese pens<strong>in</strong>o, per<br />
puro pregiudizio frutto di ignoranza, che<br />
la Bibbia sia poco <strong>in</strong>teressante e roba da
La guerra, 1964<br />
Molti sono stati i dip<strong>in</strong>ti aventi<br />
per soggetto la guerra, che il<br />
pittore ha conosciuto (è morto<br />
all’età di 97 anni nel 1985),<br />
essendo sopravvissuto a due<br />
conflitti mondiali e ad una<br />
rivoluzione. Qui la guerra è<br />
rappresentata dalle fiamme che<br />
distruggono un paese e<br />
<strong>in</strong>nalzano colonne di nero fumo<br />
nel cielo, oscurato dalle tenebre<br />
<strong>della</strong> ragione. Una gigantesca<br />
capra bianca sembra avere però<br />
la meglio, offrendo riparo ai<br />
poveri fuggitivi<br />
L’occhio verde, 1926/44<br />
Il dip<strong>in</strong>to viene realizzato<br />
durante gli anni <strong>della</strong> guerra, ma<br />
l’<strong>in</strong>tonazione è serena e pacata:<br />
nella verde notte di un villaggio<br />
contad<strong>in</strong>o, una donna sta<br />
mungendo una mucca blu che<br />
ride. Gli animali nell’aia e le case<br />
sgangherate sono protette da<br />
uno spalancato occhio vigile:<br />
tutto è calmo, tutto è al sicuro,<br />
lontani sono i clangori delle<br />
armi<br />
preti. E sono conv<strong>in</strong>to che sia un diritto<br />
delle nuove generazioni quello di non essere<br />
defraudate di tale ricchezza culturale,<br />
<strong>in</strong>dipendentemente dalle opzioni personali<br />
di fede e dalle appartenenze. Per questo<br />
da ormai 25 anni faccio parte di quel<br />
movimento (capofila l’associazione nazionale<br />
aconfessionale Biblia) che <strong>in</strong>siste per<br />
la presenza <strong>della</strong> Bibbia nelle normali discipl<strong>in</strong>e<br />
scolastiche. C’è stato anche nel<br />
2010 un protocollo d’<strong>in</strong>tesa fra il m<strong>in</strong>istero<br />
<strong>della</strong> Pubblica Istruzione e Biblia e ne è<br />
nato il piccolo movimento Bibbia e scuola<br />
(BeS) che propone corsi di aggiornamento,<br />
convegni, esperienze didattiche, sp<strong>in</strong>gendo<br />
perché si cre<strong>in</strong>o piccole reti di confronto<br />
e sperimentazioni didattiche (sul<br />
sito www. Bes.biblia.org la documentazione<br />
del lavoro che si sta sviluppando).<br />
Qualche piccolo risultato c’è, ma non è il<br />
caso di essere trionfalisti, anche perché <strong>in</strong><br />
questi mesi la scuola vive un momento<br />
difficile per quanto riguarda le risorse<br />
economiche e il r<strong>in</strong>novamento: le sperimentazioni<br />
sono state tagliate e da anni<br />
l’aggiornamento dei docenti non è né garantito<br />
né obbligatorio».<br />
Quale comportamento pensa che<br />
dovrebbero avere le comunità cristiane<br />
nei confronti del loro testo fondamentale?<br />
Ha suggerimenti da dare, <strong>in</strong><br />
Bartolomeo, Centro<br />
Culturale Protestante,<br />
Fondazione Serughetti La<br />
Porta), di istituzioni<br />
pubbliche (Biblioteca<br />
Angelo Mai), librerie<br />
(Libreria Buona Stampa),<br />
istituti museali (Museo<br />
Bernareggi), organismi<br />
diocesani (Ufficio per<br />
l’Apostolato biblico <strong>della</strong><br />
Diocesi di Bergamo) e<br />
dell’associazionismo (ACLI,<br />
Gruppi di lettura cont<strong>in</strong>ua<br />
<strong>della</strong> Parola di Dio).<br />
EffettoBibbia<br />
«EffettoBibbia, libri e testi<br />
fra storia e riletture» è<br />
un’<strong>in</strong>iziativa caratterizzata<br />
da una serie di proposte, il<br />
cui scopo è di mostrare<br />
come la Bibbia cont<strong>in</strong>ui a<br />
<strong>in</strong>terrogare l’essere umano,<br />
al di là <strong>della</strong> sua<br />
appartenenza etnica,<br />
culturale o religiosa. Per<br />
approfondimenti sulle<br />
edizioni precedenti il sito è<br />
www.effettobibbia.it. La<br />
qu<strong>in</strong>ta edizione (che si<br />
terrà dal 5 al 20 maggio<br />
<strong>2012</strong>) avrà come tema «Ieri<br />
era oggi, oggi è già<br />
domani: Bibbia e futuro».<br />
21<br />
base ale sue osservazioni, rispetto ad<br />
una pastorale biblica dignitosa e realmente<br />
abbordabile da chiunque?<br />
«Sappiamo che c’è sempre più scarsità<br />
di tempo per tutti, qu<strong>in</strong>di non si può usare<br />
il criterio dell’aggiungere la Bibbia a<br />
tutto il resto, bisogna avere il coraggio di<br />
“scegliere la Bibbia”, sostituendo altro.<br />
Con umiltà, avanzo due proposte: sviluppare<br />
l’abitud<strong>in</strong>e a spiegare con pazienza<br />
e semplicità i testi biblici di lettura<br />
sempre (e non solo il Vangelo) alla Messa<br />
domenicale, senza alcuna eccezione; siccome<br />
i testi biblici non sono sempre facili,<br />
ma soprattutto secoli di censura <strong>della</strong><br />
Bibbia l’hanno resa lontana, bisogna<br />
ogni tanto compiere qualche gesto di<br />
rottura rispetto alla tradizione, anche<br />
quella <strong>della</strong> religiosità popolare (ad<br />
esempio stabilire che per quest’anno il<br />
mese di maggio il triduo al patrono vedrà<br />
presentati e discussi testi biblici). Bisogna<br />
predicare cont<strong>in</strong>uamente che la Bibbia è<br />
diritto/dovere di tutti ed è la prima condizione<br />
per poter essere conv<strong>in</strong>ti membri<br />
<strong>della</strong> comunità cristiana. Suggerisco di<br />
trasformare <strong>in</strong> slogan l’antico detto<br />
ebraico che 70 sono i sensi delle Scritture,<br />
ma che se uno non le legge, manca il<br />
71! E per tutta l’eternità».<br />
u.p.
22<br />
G<br />
ià nell’antico Israele si pregava con<br />
la Parola e si ascoltava la Parola<br />
nella preghiera. Generazioni di cristiani<br />
hanno cont<strong>in</strong>uato a pregare così,<br />
senza cedere a una pietà non biblica e non<br />
riconoscente la signoria assoluta <strong>della</strong> Parola<br />
nella vita di preghiera <strong>della</strong> Chiesa.<br />
Tutti i Padri <strong>della</strong> Chiesa d’oriente e d’occidente<br />
hanno praticato il metodo <strong>della</strong> lectio<br />
div<strong>in</strong>a, <strong>in</strong>vitando i fedeli a fare altrettanto<br />
nelle loro case e consegnandoci i loro<br />
splendidi commenti. Con l’andar dei secoli,<br />
però il metodo è un po’ cambiato, anche<br />
se non è cambiata la scelta del luogo,<br />
che deve essere di solitud<strong>in</strong>e e di silenzio.<br />
Le tre fasi <strong>della</strong> lectio prevedono questi<br />
passaggi: leggi, medita, prega. Leggi e che<br />
la lettura sia ascolto e l’ascolto divenga obbedienza.<br />
Non dobbiamo avere fretta, perché<br />
la lettura si fa per l’ascolto. È Dio che<br />
parla e la lectio è solo un mezzo per giungere<br />
all’ascolto. «Ascolta Israele!» è sempre<br />
il grido di Dio che deve salire dal testo a<br />
noi. Medita: cosa significa? Certamente significa<br />
approfondire il messaggio letto che<br />
La passeggiata, 1917/18<br />
Manifesto <strong>della</strong> felicità, La<br />
passeggiata è l’espressione<br />
dell’amore di Chagall per la<br />
prima moglie Bella, compagna,<br />
mo<strong>della</strong> e musa ispiratrice f<strong>in</strong>o<br />
all’anno <strong>della</strong> sua morte, nel<br />
1944. Il corpo di lei leggero si<br />
libra nell’aria, trattenuto dalla<br />
presa del compagno, radioso di<br />
gioia. Questi <strong>in</strong> mano tiene un<br />
uccello, motore dell’energia<br />
sprigionata nel volo<br />
La Famiglia, 1975/76<br />
Alla prima e amatissima moglie<br />
Bella, morta nel 1944, ne segue<br />
una seconda, Vavà, altrettanto<br />
amata e fonte <strong>in</strong>esauribile<br />
d’ispirazione, come ne La<br />
famiglia. Qui la donna con <strong>in</strong><br />
braccio un bamb<strong>in</strong>o è proprio<br />
Vavà, simbolo <strong>della</strong> femm<strong>in</strong>ilità<br />
e <strong>della</strong> fertilità, <strong>in</strong>carnazione di<br />
una Madonna <strong>in</strong> trono benevola<br />
e protettrice<br />
LA LECTIO DIVINA<br />
La Scrittura pregata giorno per giorno<br />
Il pittore<br />
<strong>della</strong> parola<br />
Nella nostra città da diversi<br />
anni Don Carlo Tarant<strong>in</strong>i<br />
sta seguendo, con il<br />
metodo <strong>della</strong> «Lectio<br />
Div<strong>in</strong>a», alcuni gruppi di<br />
preghiera e accoglie presso<br />
l’Oasi Maria <strong>Immacolata</strong> di<br />
Scanzo chiunque desideri<br />
condividere il proprio<br />
camm<strong>in</strong>o esistenziale alla<br />
luce <strong>della</strong> Parola. Ha<br />
<strong>in</strong>iziato a proporre il<br />
metodo dal 1992 a diverse<br />
comunità ecclesiali<br />
diocesane. Al momento<br />
segue una vent<strong>in</strong>a di<br />
gruppi decl<strong>in</strong>ando il<br />
metodo secondo i<br />
momenti tradizionali <strong>della</strong><br />
lectio: rum<strong>in</strong>atio,<br />
meditatio e contemplatio.<br />
Chi volesse saperne di più -<br />
può trovare date e<br />
contenuto degli <strong>in</strong>contri sul<br />
suo sito <strong>in</strong>ternet<br />
www.carlotarant<strong>in</strong>i.it<br />
Dio ci vuol comunicare. Occorre dunque<br />
uno sforzo, una fatica, perché la lettura deve<br />
diventare riflessione attenta e profonda. Certo<br />
un tempo, imparando la Scrittura a memoria,<br />
il cristiano era facilitato nella riflessione<br />
ripetendo nel cuore con estrema facilità<br />
la Parola ascoltata o letta. Tuttavia anche oggi<br />
noi dobbiamo consacrarci alla riflessione<br />
<strong>in</strong> base alla nostra cultura, alle capacità e ai<br />
mezzi <strong>in</strong>tellettuali che possediamo. Prega, e<br />
allora parliamo a Dio, rispondiamo a Lui, ai<br />
suoi <strong>in</strong>viti, agli appelli, alle ispirazioni, ai richiami,<br />
ai messaggi che ci ha rivolto nella Parola,<br />
compresa attraverso lo Spirito santo.<br />
Non fermiamoci più alla riflessione, ma entriamo<br />
<strong>in</strong> dialogo e parliamo come un amico<br />
parla con il suo amico (Dt 34,10). Non cerchiamo<br />
più di conformare i nostri pensieri ai<br />
suoi ma cerchiamo Lui. Non facciamo pettegolezzi<br />
spirituali, ma parliamo a Lui con fiducia<br />
e senza timore, lontano da ogni sguardo<br />
su noi stessi, lasciando libere le capacità<br />
creative di sensibilità, di emotività, di evocazione<br />
per metterle al servizio del Signore.<br />
Brunella Conca
LA NOSTRA COMUNITÀ 23<br />
Diario di un parroco di periferia<br />
Convivenza <strong>in</strong> oratorio<br />
e la fede degli ado<br />
Sono sopravvissuto. Non agli ado ma alle<br />
notti <strong>in</strong> sacco a pelo. Ormai non ho più l’età da<br />
Camel Adventure. E poi, diciamola tutta, sono<br />
gli ado - i maschietti - a reggere le mie sfuriate<br />
serali per «costr<strong>in</strong>gere» il sonno a luce spenta<br />
(con tanto di ritiro preventivo di cellulari). Ma<br />
quello che mi sembra rilevante notare è che<br />
questi ragazzi hanno domande toste da rivolgerti.<br />
Te le buttano lì contropelo quando meno<br />
te le aspetti: perché andare a Messa? Perché<br />
proprio lì se Dio lo posso «contattare» <strong>in</strong> qualsiasi<br />
angolo <strong>della</strong> mia vita? Perché la Chiesa e<br />
cosa c’entra con il mio rapporto con Dio? Interrogativi<br />
che mi sembrava fossero soltanto conservati<br />
<strong>in</strong> formaldeide (come i quarti di mucca<br />
di quel matto totale di Damien Hirst) e <strong>in</strong>vece<br />
escono belli pimpanti dal cil<strong>in</strong>dro delle loro giovani<br />
coscienze. È il tempo del si fanno le cose<br />
solo perché si capiscono o perché ci si crede. In<br />
nome di un’autenticità: perché fare una cosa <strong>in</strong><br />
cui non credo? Vagli a spiegare che è sensato fare<br />
cose anche quando non se ne capisce tutta la<br />
profondità o quella realtà è percepita distante,<br />
lontana... Poi, c’è un’altra cosa che affasc<strong>in</strong>a di<br />
questi adolescenti: la richiesta al mondo adulto<br />
di autenticità e verità. Senza mezze misure. A<br />
volte la loro è una schiettezza urticante. Ma non<br />
ci fa poi male. A noi adulti, dico. O no?<br />
I nonni attenti<br />
di Evagrio Pontico<br />
Non sono sicurissimo, ma non dovrei nemmeno<br />
essere troppo lontano dalla verità se affermo<br />
che prima di questa quaresima il nome di<br />
Evagrio Pontico non era mai approdato <strong>in</strong> terra<br />
longuelese risuonando nell’elegante aula assembleare<br />
<strong>della</strong> nostra antica parrocchiale (magari<br />
i monaci di Ast<strong>in</strong>o lo conoscevano. Sì, loro<br />
sì, ma noi?).<br />
Un monaco del IV secolo, sconosciutissimo ai<br />
più. Ne avevo sentito parlare da giovane prete e<br />
mi affasc<strong>in</strong>ò la sua lotta totale agli spiriti malvagi<br />
che <strong>in</strong>fastidiscono il camm<strong>in</strong>o di perfezione<br />
dell’uomo. Sono otto, per la precisione. Sì, perché<br />
è di questo che stiamo parlando. In questa<br />
Quaresima, dedicata al tema delle virtù, abbiamo<br />
rispolverato l’antichissimo «Trattato prati-<br />
co» che il monaco del Ponto aveva scritto per<br />
suggerire quasi una regola di vita monastica a<br />
chi voleva <strong>in</strong>traprendere la via perfetta del cristianesimo.<br />
Con l’<strong>in</strong>tento appunto di suggerire<br />
un metodo per <strong>in</strong>card<strong>in</strong>are lo spirito umano su<br />
un fulcro roccioso e allontanare i demoni tentatori.<br />
Sarà anche del IV secolo ma è di un’attualità<br />
impressionante. Piuttosto, si rimane sempre<br />
stupiti dai nostri nonni. L’assemblea dei giorni<br />
feriali - salvo qualche eccezione - è tendenzialmente<br />
di nonne e nonni. Ma è commovente vederli<br />
ascoltare un testo così fuori moda eppure<br />
così vic<strong>in</strong>o alla sensibilità moderna. È commovente<br />
vedere persone non più giovani con il desiderio<br />
<strong>della</strong> ricerca. Che non è un lusso. Ma<br />
un’esigenza concretissima.<br />
Formazione politica<br />
educazione cristiana<br />
Solitamente quando <strong>in</strong> una comunità di cristiani<br />
si accenna alla parola «politica» basta la<br />
«p» per risvegliare quell’urticante sensazione<br />
che si voglia, sotto sotto, fare <strong>della</strong> chiesa un<br />
pulpito per chissà quali dichiarazioni programmatiche.<br />
Ritorna la vecchia tentazione di pensare<br />
che la Chiesa possa scompag<strong>in</strong>are le <strong>in</strong>tenzioni<br />
di voto dei suoi fedeli. Il collateralismo di<br />
certa Dc post-bellica o alcuni <strong>in</strong>terventi <strong>della</strong> regia<br />
episcopale <strong>in</strong> questi ultimi qu<strong>in</strong>dici/venti<br />
anni hanno dato la sensazione di voler orientare<br />
i credenti. Non nascondiamolo: la tentazione<br />
c’è stata ed è stata magari a volte assecondata.<br />
Anche noi <strong>in</strong> comunità, a volte, ci permettiamo<br />
di <strong>in</strong>trodurre il discorso politico: è responsabilità<br />
di ogni coscienza credente.<br />
Non mi è mai sembrato scandaloso accennare<br />
ai fedeli il giudizio cristiano sulla realtà e fornire<br />
alcuni criteri di valutazione delle stagioni<br />
politiche che si stanno vivendo e alternando.<br />
Anzi, mi pare proprio che sia un compito squisitamente<br />
ecclesiale aiutare, e aiutarci, a capire<br />
questi nostri tempi turbolenti. Senza pretese<br />
veritative. Consapevoli che l’unità dei cattolici è<br />
una stagione esaurita e che gli stessi sono da<br />
tempo spalmati su tutto lo spettro partitico. I<br />
credenti possono esercitare una sp<strong>in</strong>ta propulsiva,<br />
a patto che accett<strong>in</strong>o di entrare nell’agorà<br />
politica, che è sempre luogo di mediazione e<br />
servizio all’uomo e alla città di tutti.<br />
Ecumenismo a scacchi<br />
Ne sono uscito a pezzi. Una domenica<br />
pomeriggio sono stato sfidato da padre<br />
Gheorghe. A scacchi. Io spavaldamente<br />
ho accettato l’<strong>in</strong>vito. Figurati:<br />
sono soltanto rumeni, mica russi! E <strong>in</strong>vece<br />
mi sono trovato davanti a un diretto<br />
discendente di Karpov e di Kasparov.<br />
Con tanto di barba (e se fosse<br />
stata la barba la causa <strong>della</strong> solenne<br />
debacle? Le mosse si nascondevano lì,<br />
me lo sentivo).Le sconfitte non si raccontano.<br />
Una mossa sbagliata subito<br />
all’<strong>in</strong>izio, un prematuro arrocco di Re,<br />
la perdita di un pedone decisivo e la<br />
scacchiera ha <strong>in</strong>iziato a vorticare mentre<br />
l’amico ortodosso mi portava a<br />
spasso f<strong>in</strong>o allo scacco matto. Mezz’ora<br />
di nightmare.Da dimenticare. Un<br />
cattolico battuto da un ortodosso fervente.<br />
La magia delle icone ha v<strong>in</strong>to<br />
sulla passione per il contemporaneo<br />
del parroco di periferia. Ho provato a<br />
reagire: qui ci vuole un sussulto d’orgoglio<br />
cattolico. Se il dialogo ecumenico<br />
deve cont<strong>in</strong>uare, allora è da lì,<br />
dagli scacchi che deve com<strong>in</strong>ciare.<br />
Macché dialoghi <strong>in</strong>terconfessionali,<br />
macché disquisizioni teologiche. No,<br />
qui bisogna ripartire dai fondamentali<br />
nobilissimi: gli scacchi. Ho messo <strong>in</strong><br />
campo la mia migliore strategia: don<br />
Paolo. Lui sì, che ci capisce di torri e alfieri.<br />
E, poi, vediamo come andrà a f<strong>in</strong>ire.<br />
Il guanto è gettato.
24<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ<br />
I soldi <strong>della</strong> comunità<br />
Il rendiconto annuale delle f<strong>in</strong>anze <strong>della</strong> nostra parrocchia<br />
Ed eccoci al consueto appuntamento annuale con i<br />
rendiconti <strong>della</strong> nostra parrocchia. Un atto dovuto<br />
nel segno <strong>della</strong> trasparenza e <strong>della</strong> fraternità. La<br />
parrocchia è casa di tutti i cristiani che la vivono. Qui segnaliamo<br />
brevemente quelle che sono le criticità che si<br />
sono evidenziate durante il trascorso 2011 e puntualizziamo<br />
le pr<strong>in</strong>cipali spese che dobbiamo affrontare. Pubblichiamo<br />
i due rendiconti base, quello <strong>della</strong> parrocchia<br />
e quello dell’oratorio (che, precisiamo, è solo una voce a<br />
parte, perché corposa, ma non è un’altra cosa rispetto alla<br />
parrocchia), <strong>in</strong>tegrati dal prospetto dei debiti ancora <strong>in</strong><br />
essere. Questi ultimi non sono compresi nei due rendiconti<br />
non essendo ancora state saldate le rispettive voci<br />
di spesa. Infatti, i due rendiconti ci <strong>in</strong>formano di quante<br />
sono state le entrate e le uscite di somme di denaro registrate<br />
per l’attività <strong>della</strong> parrocchia e dell’oratorio solo<br />
nell’anno 2011.<br />
Le cause del disavanzo<br />
Il rendiconto economico, che la parrocchia ogni anno<br />
deposita pubblicamente presso la curia di Bergamo, è<br />
costruito sulla base di quanto qui vi rendicontiamo. Partiamo<br />
dal dato più significativo che immediatamente<br />
notiamo nel rendiconto <strong>della</strong> parrocchia: il disavanzo<br />
dell’anno 2011 pari a euro 33.337,18 euro (che comunque<br />
è migliore rispetto ai 44.152,33 euro di disavanzo<br />
prodotto nel 2010). Questo è figlio di una prima causa: la<br />
contrazione complessiva dell’attività parrocchiale che rispetto<br />
all’anno 2010 ha visto una generale riduzione <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i di valori assoluti, soprattutto delle entrate. Per <strong>in</strong>tenderci,<br />
un paio di esempi: le entrate relative alla voce<br />
«carità» nell’anno 2010 erano pari a euro 42.703,40, nel<br />
2011 sono state di euro 23.605,00 (è una voce importante<br />
per una comunità di cristiani che vuole essere attenta<br />
alle vecchie e nuove povertà del territorio; un esempio: i<br />
ragazzi extracomunitari africani ospiti provvisoriamente<br />
presso l’ex «Biplano» partecipano all’attività calcistica<br />
che vi si svolge con sistematicità sul campo r<strong>in</strong>novato<br />
dietro la chiesa a costo zero: anche questa è una scelta);<br />
così come le entrate nel 2010 relative alle offerte straord<strong>in</strong>arie<br />
(sostanzialmente buste Natale/Pasqua) erano pari<br />
a euro 53.989,21, nel 2011 sono scese a euro 33.510,65.<br />
E figlio anche di una seconda lampante ragione: il fatto<br />
che le s<strong>in</strong>gole attività non sono ancora <strong>in</strong> grado di au-<br />
Per la raccolta dei modelli CUD<br />
tomantenersi: per tutte valga il dato significativo delle<br />
entrate per le attività parrocchiali pari a euro 23.457,00<br />
a fronte di uscite <strong>della</strong> stessa natura pari a euro<br />
32.385,99. Anche la parrocchia subisce la crisi economica.<br />
L’oratorio<br />
L’altro prospetto, cioè il rendiconto dell’oratorio, che è<br />
parte fondamentale di quello parrocchiale, peggiora la<br />
situazione. Da notare la voce relativa alle spese generali<br />
che comprende utenze da imputarsi <strong>in</strong> misura significativa<br />
proprio all’attività oratoriale, che qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>cide ben<br />
oltre la semplice somma algebrica che si ricava dalla differenza<br />
tra le entrate e uscite tipiche (95.629,21 euro entrate<br />
meno 99.513,67 uscite = - 3.884,46 di disavanzo).<br />
Alcuni <strong>in</strong>terventi straord<strong>in</strong>ari hanno poi <strong>in</strong>teressato il trascorso<br />
anno. Fra tutti ricordiamo la sostituzione delle caldaie<br />
<strong>in</strong> oratorio e il rifacimento del parcheggio antistante<br />
la casa parrocchiale: <strong>in</strong>terventi necessari che non potevano<br />
più essere r<strong>in</strong>viati. Questi <strong>in</strong>terventi, non essendo<br />
stati a oggi completamente pagati, implicano che il loro<br />
saldo lo si possa leggere solo nel prospetto dei debiti<br />
verso fornitori ancora <strong>in</strong> essere. Questo significa che ai<br />
33.337,18 euro di disavanzo 2011 e ai debiti 2010 ci trasc<strong>in</strong>iamo<br />
nell’anno <strong>2012</strong> anche tutti i debiti evidenziati<br />
nel prospetto relativo ai fornitori. Complessivamente al<br />
nostro stato debitorio f<strong>in</strong>ale pari a euro 192.724,11 vanno<br />
sommati i debiti verso fornitori pari a circa 89.000,00<br />
euro per avere idea di quanto si debba ancora f<strong>in</strong>ire di<br />
pagare e cioè circa 280.000,00 euro.<br />
Lo sforzo e la generosità di tutti<br />
Si chiede a questo punto un momento d’attenzione e<br />
riflessione da parte di tutti per poter fronteggiare le necessità<br />
evidenziate. Non lasciamo che la crisi paralizzi<br />
l’attività comunitaria e sforziamoci tutti di pensare e<br />
operare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i concreti per superare questo momento<br />
di difficoltà, perché il disavanzo possa essere presto<br />
riassorbito. Auspichiamo da parte di tutta la comunità<br />
un segnale positivo, quale segno concreto di appartenenza<br />
alla stessa. Non siamo ancora <strong>in</strong> grado di dire alla<br />
comunità eventuali scelte future circa la chiesa nuova<br />
che presenta alcune criticità strutturali.<br />
La commissione economica<br />
I valori <strong>della</strong> chiesa si diffondono anche con un gesto: la tua firma è importante! CON L’OTTO PER MILLE ALLA CHIESA CAT-<br />
TOLICA PUOI FARE MOLTO PER TANTI. N.B.: il referente riceve <strong>in</strong> casa parrocchiale il LUNEDI’ e il VENERDI’ dalle 16 alle 18
RENDICONTO PARROCCHIA 2011<br />
ENTRATE<br />
Carità 23.605,00<br />
Missioni diocesane e universali, sem<strong>in</strong>ario, 5.805,00<br />
Ospedale Palest<strong>in</strong>a 2.565, don Cassera 4.000 6.565,00<br />
Elemos<strong>in</strong>e (festive, feriali e lum<strong>in</strong>i) 38.769,50<br />
Offerte per il Culto (Battesimi, Cresime, Matrimoni, 32.184,00<br />
Prime Comunioni, Funerali, <strong>in</strong>tenzioni di Messe)<br />
Offerte straord<strong>in</strong>arie (buste Natale, buste Pasqua, 33.510,65<br />
varie pro chiesa)<br />
Proventi f<strong>in</strong>anziari 78,93<br />
<strong>Longuelo</strong> Comunità (bollett<strong>in</strong>o parrocchiale) 20.330,00<br />
(abbonamenti 16,530 e sponsor 3.800)<br />
Attività parrocchiali (visite culturali 12.027, 23.457,00<br />
progetto Pilota 5.000, vendita pubblicazioni: valle<br />
Aur<strong>in</strong>a - Terra Santa - Catalogo foto avvento 1.079, ecc.)<br />
Pellegr<strong>in</strong>aggio Terra Santa 73.260,00<br />
Oratorio 95.629,21<br />
Totale entrate 353.194,29<br />
Disavanzo (perdita) esercizio corrente 33.337,18<br />
Totale a pareggio 386.531,47<br />
Il disavanzo dell’esercizio corrente è di 33.337,18 euro.<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ 25<br />
La situazione negativa al 31 dicembre 2010 era di 159.386,93 euro.<br />
(Mutuo 77.238,03 euro più debiti verso banca 81.193,78 euro; TFR 965,12 euro)<br />
USCITE<br />
Carità 13.418,85<br />
Offerte S. Messe e missionari 2.570,00<br />
Missioni diocesane e universali, Sem<strong>in</strong>ario 5.805,00<br />
Tributi verso Curia 6.234,00<br />
Spese per il culto (tutto ciò che serve per 15.052,14<br />
le celebrazioni, il decoro delle 2 chiese, confessioni, ecc.)<br />
Collaboratrice domestica 14.174,76<br />
Assicurazioni (due chiese, due case e oratorio) 2.851,00<br />
Oneri f<strong>in</strong>anziari 3.139,98<br />
Manutenzioni ord<strong>in</strong>arie 10.525,97<br />
Manutenzione straord<strong>in</strong>aria 26.000,00<br />
(acc. caldaie oratorio)<br />
Spese generali (utenze per la gestione 53.947,56<br />
di due chiese, due case, oratorio e compenso<br />
geom. per visure catastali)<br />
Imposte e tasse 5.497,15<br />
<strong>Longuelo</strong> Comunità (bollett<strong>in</strong>o parrocchiale) 21.915,40<br />
Attività parrocchiali (visite culturali 12.297,50, 32.385,99<br />
stampa pubblicazioni: Calendario Past - Valle Aur<strong>in</strong>a e<br />
Terra Santa 5000, Buona Stampa - Paol<strong>in</strong>e,<br />
Abbonamenti a riviste)<br />
Lo stato debitorio al 31 dicembre 2011 è di 192.724,11 euro.<br />
(Mutuo 57.619,80 euro più debiti verso banca 133.009,64 euro; TFR 2.094,67 euro)<br />
Pellegr<strong>in</strong>aggio Terra Santa 73.500,00<br />
Oratorio 99.513,67<br />
Totale uscite 386.531,47<br />
Totale a pareggio 386.531,47
26<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ<br />
RENDICONTO ORATORIO 2011<br />
ENTRATE<br />
Catechesi 5.664,62<br />
Gestione bar 8.952,52<br />
Centro Ricreativo Estivo 12.683,50<br />
Festa S. Antonio pesca di beneficienza 43.643,07<br />
Offerte uso campo calcio 14.121,00<br />
Attività diverse (utilizzo ambienti riunioni 10.564,50<br />
condom<strong>in</strong>iali, feste di compleanno, battesimi,<br />
Alp<strong>in</strong>i, Ala- Non, ecc)<br />
Totale 95.629,21<br />
L’economia <strong>della</strong> comunità<br />
Parlare dei soldi <strong>della</strong> parrocchia non è<br />
mai facile. Vengono subito <strong>in</strong> mente molte<br />
persone che stanno facendo davvero fatica.<br />
In comunità ogni tanto bussa qualcuno<br />
a dire che il lavoro non ce l’ha più: andare<br />
avanti con dignità è molto arduo per qualcuno.<br />
La voce <strong>della</strong> carità nel nostro rendiconto<br />
annuale è consistente, proprio grazie<br />
alla generosità delle persone che si fidano<br />
<strong>della</strong> comunità stessa. Non è un dato<br />
QUADRO DEBITI VERSO FORNITORI<br />
scontato <strong>in</strong> tempo di crisi economica. Il<br />
Centro di primo ascolto vaglia seriamente<br />
e attentamente prima di dare dei soldi a<br />
qualcuno. È importante che <strong>in</strong> comunità si<br />
costruisca una sensibilità verso chi è più<br />
nel bisogno. Ma la comunità, come spesso<br />
diciamo, è anche un grande cantiere. Una<br />
famiglia con tutti i suoi bisogni e le sue necessità.<br />
Possiamo fare fronte a questi bisogni<br />
solo se si costruisce una reale colla-<br />
USCITE<br />
Catechesi 4.596,50<br />
Gestione bar 6.818,26<br />
Centro Ricreativo Estivo 14.275,67<br />
Festa S. Antonio pesca di beneficienza 29.040,20<br />
Campo calcio (escluso mutuo) 30.331,10<br />
Attività diverse (manutenzione ambienti, 14.452,13<br />
pulizie, vigilanza attività ricreative, manutenz.<br />
macch<strong>in</strong>e ufficio, ADSL, spese bancarie)<br />
Totale 99.513,67<br />
borazione. Dobbiamo tenere sveglie sempre<br />
due attenzioni: la vita <strong>della</strong> comunità<br />
(con le sue strutture) e l’attenzione ai poveri.<br />
Dal rendiconto non deve sparire la voce<br />
<strong>della</strong> carità: sarebbe un impoverimento<br />
per tutti. Nello stesso tempo sappiamo<br />
che dobbiamo far crescere il senso di<br />
un’appartenenza. Soprattutto <strong>in</strong> un quartiere<br />
come il nostro che tutto sommato è<br />
appena nato.<br />
Saldo caldaie oratorio 20.940,00<br />
Sistemazione parcheggio, marciapiedi casa parrocchiale, sarac<strong>in</strong>esca garage 38.000,00<br />
Da aggiungere: IVA al 21% 7.980,00<br />
Da versare per partite di giro 11.565,00<br />
Panch<strong>in</strong>e campo calcio 3.800,00<br />
Varie fatture di piccoli importi 6.676,85<br />
TOTALE 88.961,85
In silenzio per ascoltare<br />
Un week-end di convivenza con le giovani famiglie<br />
La famiglia è una risorsa importante per<br />
la comunità parrocchiale - che è chiesa<br />
<strong>in</strong> mezzo alle case - non solo per le attività<br />
che può svolgere ma soprattutto «con il<br />
suo stesso esistere, <strong>in</strong> quanto stato particolare<br />
di vita cristiana» (cfr. Orientamenti del S<strong>in</strong>odo).<br />
Potremmo utilizzare queste parole (di<br />
una certa responsabilità per chi le riceve!) per<br />
esprimere il significato del percorso proposto<br />
per il terzo anno consecutivo alle giovani coppie<br />
e famiglie <strong>della</strong> comunità. Un calendario<br />
di sette <strong>in</strong>contri distribuiti<br />
nell’arco dell’anno<br />
per dirci <strong>in</strong><br />
che modo <strong>in</strong> famiglia<br />
si gioca l’umanità<br />
dell’uomo e come,<br />
<strong>in</strong> questo complicato<br />
<strong>in</strong>treccio di<br />
relazioni ed equilibri,<br />
la «buona notizia»<br />
del Vangelo<br />
può <strong>in</strong>contrare la<br />
nostra vita familiare.<br />
Non è una ricerca<br />
facile e immediata.<br />
Quest’anno, co<strong>in</strong>volgendo<br />
una dozz<strong>in</strong>a di famiglie, abbiamo<br />
provato a decl<strong>in</strong>arla attorno ai tempi che la<br />
famiglia si trova a gestire e armonizzare con<br />
grande fatica. Il tempo del lavoro, dei figli, <strong>della</strong><br />
festa, del riposo, il tempo da dedicare alla<br />
coppia e...il tempo del silenzio, <strong>della</strong> preghiera.<br />
Il più difficile da ri-trovare nelle nostre case<br />
e il più impegnativo da vivere.<br />
La ricerca «del silenzio perduto» ha condotto<br />
<strong>in</strong> alta Valle Brembana, a Piazzatorre, lo<br />
scorso 18 e 19 febbraio, una dec<strong>in</strong>a di famiglie<br />
per vivere una convivenza <strong>in</strong> puro stile familiare<br />
e cercare di capire come fare esperienza<br />
di questo tempo prezioso e fecondo. «Quando<br />
si parla di silenzio, bisogna <strong>in</strong>tendere subito<br />
che esso è fondamentalmente un’esperienza,<br />
ovvero un vissuto reale e concreto...<br />
poi a partire dall’esperienza vissuta, il silenzio<br />
può diventare argomento di discussione o di<br />
ricerca; ma è solo la sua esperienza che ci può<br />
<strong>in</strong>segnare» (D<strong>in</strong>ajara Doju Freire, monaca<br />
Zen). Anche noi, nel nostro piccolo e semplice<br />
contesto familiare, abbiamo cercato di vivere<br />
un’esperienza di silenzio. In un primo<br />
momento, <strong>in</strong>sieme ai bamb<strong>in</strong>i e ai ragazzi, il<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ 27<br />
silenzio era necessario per ascoltare e saper riconoscere<br />
i diversi tipi di suoni e rumori: la<br />
pioggia, il vento, il rumore dei passi nelle pozzanghere!<br />
Il frutto dell’ascolto è stato poi <strong>in</strong>terpretato<br />
artisticamente da ogni famiglia<br />
con l’aiuto di colori, plastil<strong>in</strong>a e tanta fantasia.<br />
Successivamente i genitori hanno vissuto per<br />
trenta m<strong>in</strong>uti (troppi?) un’esperienza di silenzio,<br />
<strong>in</strong>trodotti dalle parole tratte dal libro di<br />
Enzo Bianchi «Ogni cosa alla sua stagione».<br />
Alcune riflessioni raccolte al term<strong>in</strong>e dell’esperienza<br />
ci raccontano<br />
come è stato<br />
vissuto questo momento.<br />
«Fare silenzio<br />
non è semplicemente<br />
non parlare,<br />
ma è spegnere tutti<br />
i pensieri che si r<strong>in</strong>corrono<br />
nella testa.<br />
Questa è la cosa più<br />
difficile». Il silenzio è<br />
stato vissuto «come<br />
spazio per accogliere<br />
ciò che proviamo,<br />
come tempo per fare<br />
uscire ciò che <strong>in</strong><br />
noi fa rumore e distrae». Il silenzio diventa «il<br />
luogo dell’abbandonarsi» dove «ho sentito<br />
tanta pace nel cuore. Sarei andato avanti ancora<br />
volentieri». Occorre anche «coltivare il silenzio,<br />
che non è vuoto assordante, ma pienezza<br />
che va scoperta». La matt<strong>in</strong>a <strong>della</strong> domenica<br />
è stata dedicata alla condivisione dell’esperienza<br />
vissuta e alla riflessione-testimonianza<br />
rispetto alla fatica di vivere il tempo<br />
del silenzio e <strong>della</strong> preghiera <strong>in</strong> famiglia, nella<br />
coppia. La riflessione che trova l’accordo<br />
del gruppo è che non è immediato e naturale<br />
fare spazio al silenzio. È importante <strong>in</strong>nanzitutto<br />
capire i ritmi <strong>della</strong> propria vita familiare,<br />
stare su cose concrete e darsi degli «strumenti<br />
di lavoro»: un tempo ben def<strong>in</strong>ito, un testo,<br />
un foglio bianco, alcune parole antiche e<br />
nuove e un’attenzione alla vita nella sua quotidianità<br />
che faccia da sfondo ai nostri gesti.<br />
Così facendo, forse, quel silenzio, che <strong>in</strong>izialmente<br />
spaventa, può diventare il luogo dove<br />
tornare per ricordarci chi siamo e trasformarsi<br />
<strong>in</strong> spazio per accogliere l’altro, spazio di<br />
gratuità, cioè preghiera.<br />
Monica Ferrante<br />
Gita di Pasquetta<br />
sul monte Misma<br />
Gita di Pasquetta per le famiglie il Lunedì<br />
dell’Angelo, 9 aprile. Partenza alle<br />
ore 9.00 dal parcheggio <strong>della</strong> chiesa<br />
parrocchiale di <strong>Longuelo</strong> per Pradalunga<br />
(Valle Seriana). Da Pradalunga<br />
si sale <strong>in</strong> auto verso il santuario<br />
<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Forcella. Da qui a<br />
piedi per l’antichissima chies<strong>in</strong>a di<br />
Santa Maria del Misma (824 slm). Il<br />
sentiero è comodo e facile. Circa un’oretta<br />
a piedi senza strappi. Si pranza<br />
al sacco. Per chi vuole, nel pomeriggio<br />
si punta alla vetta del monte Misma.
Pellegr<strong>in</strong>aggio<br />
di Quaresima<br />
Domenica 11 <strong>marzo</strong> si è svolto il pellegr<strong>in</strong>aggio<br />
ad Alzano Lombardo. La<br />
proposta, rivolta a tutta la comunità,<br />
è stata pensata soprattutto per le famiglie<br />
dei ragazzi <strong>della</strong> catechesi come<br />
piacevole opportunità da mettere<br />
a calendario e da trascorrere per condividere<br />
un tempo di festa, una domenica<br />
dal taglio più culturale per conoscere<br />
luoghi a noi vic<strong>in</strong>i, ma ricchi di<br />
sorprese.<br />
Alzano Lombardo, oltre ad avere dato<br />
i natali al nostro don Giorgio, ci ha rivelato<br />
nella sua modesta normalità di<br />
paese di <strong>in</strong>izio valle un’“anima artistica”<br />
di tutto rispetto e valore. In s<strong>in</strong>tonia<br />
con il percorso di Quaresima che ci<br />
vede riflettere sulle virtù, abbiamo visitato<br />
le sagrestie <strong>della</strong> Basilica di San<br />
Mart<strong>in</strong>o, dove si trova un gruppo ligneo<br />
realizzato dalla bottega dei Fantoni<br />
e dei Caniana verso la f<strong>in</strong>e del<br />
1600. Oltre ad ammirare la maestria<br />
con cui gli artisti e gli artigiani dell’epoca<br />
hanno saputo armonizzare materiali<br />
diversi come stucco, legno e<br />
marmo, è stato molto <strong>in</strong>teressante conoscere<br />
le diverse funzioni delle tre<br />
sagrestie. Nel loro <strong>in</strong>sieme le sagrestie<br />
poste <strong>in</strong> successione sono state concepite<br />
per accompagnare il percorso<br />
di fede che va dalla piazza, luogo di ritrovo<br />
<strong>della</strong> gente, al cuore <strong>della</strong> chiesa,<br />
<strong>in</strong> prossimità dell’altare maggiore.<br />
Un luogo qu<strong>in</strong>di di passaggio e di mediazione<br />
fra spazio esterno e <strong>in</strong>terno,<br />
fra il tempo <strong>della</strong> vita degli uom<strong>in</strong>i e il<br />
tempo liturgico e rituale del culto. La<br />
seconda sagrestia, quella che ci ha<br />
fatto rimanere a bocca aperta, era il<br />
luogo di raccoglimento e preghiera riservato<br />
esclusivamente al clero. Tre lati<br />
sono rivestiti dai bancali - i cosid-<br />
28<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ<br />
AbitiAMO l’oratorio<br />
seconda edizione<br />
La convivenza degli adolescenti di <strong>in</strong>izio febbraio<br />
Son stati giorni che han lasciato il segno<br />
e stare al mondo è già di più un impegno».<br />
Rubiamo questi versi a Ligabue,<br />
tanto amato dagli adolescenti, perché ci sembrano<br />
fare una buona s<strong>in</strong>tesi dell’ esperienza<br />
di convivenza vissuta <strong>in</strong> oratorio dal 9 al 12<br />
febbraio scorso.<br />
«Son stati giorni che han lasciato il segno»<br />
<strong>in</strong> tutti i sensi; già, perché fare famiglia <strong>in</strong> ventic<strong>in</strong>que<br />
può essere esaltante e divertente, stimolante<br />
e <strong>in</strong>teressante ma <strong>in</strong>sieme faticoso e<br />
un po’ stressante e vivere la quotidianità<br />
(scuola, lavoro, studio, relax) r<strong>in</strong>unciando ai<br />
nostri spazi e alle nostre abitud<strong>in</strong>i è stato un<br />
po’un banco di prova. Brillantemente superata!<br />
Da giovedì a domenica, per quattro giorni<br />
e tre notti l’oratorio è diventato la nostra casa,<br />
che - si sa - non è un granché ma che ci è sembrato<br />
così ospitale, così accogliente, così nostro,<br />
da farsi scusare tutte le sue magagne e<br />
imperfezioni. Merito anche di mamme e papà<br />
attenti e disponibili che, con preziosi gesti di<br />
cura, hanno pulito, lavato, cuc<strong>in</strong>ato (magnificamente<br />
e abbondantemente!) rendendo la<br />
nostra convivenza anche un po’ vacanza.<br />
Siamo ripartiti dalla domanda che ci ha ac-<br />
compagnato nel nostro pellegr<strong>in</strong>aggio ad Assisi<br />
- che cosa voglio fare <strong>della</strong> mia vita? - <strong>in</strong>terrogativo<br />
rivolto a chi, con entusiasmo e passione,<br />
ci ha raccontato la propria scelta, la propria<br />
storia, regalandoci emozioni forti, s<strong>in</strong>cere,<br />
umane.<br />
Fabio, educatore di strada, ci ha <strong>in</strong>trodotti<br />
con immag<strong>in</strong>i e parole nel mondo dei senzatetto<br />
e dei poveri, che trovano un pasto caldo<br />
alla mensa <strong>della</strong> stazione. Volti segnati ma anche<br />
sereni, che mettono <strong>in</strong> crisi le nostre assolute<br />
certezze riguardo a buoni e cattivi, a<br />
lazzaroni e operosi. Dopo Fabio (al quale abbiamo<br />
promesso di dare una mano alla mensa<br />
per tre domeniche da qui all’ estate) si è<br />
raccontato Andrea, tatuato dalla testa ai piedi,<br />
uno che sulla strada ha vissuto davvero, ha<br />
conosciuto la droga e tre anni fa ha deciso<br />
con coraggio e determ<strong>in</strong>azione di «togliersi la<br />
maschera» e di ritrovare se stesso facendo un<br />
duro percorso <strong>in</strong> comunità terapeutica. Una<br />
puntata allo Spazio Polaresco dove ci hanno<br />
presentato, con entusiasmo e passione, le<br />
svariate possibilità aggregative, culturali, formative<br />
e ricreative che il Comune di Bergamo<br />
propone ai giovani. Abbiamo <strong>in</strong>travisto <strong>in</strong>te-
Dopo Pasqua, tempo di sacramenti<br />
ressanti occasioni di collaborazione nel nostro<br />
quartiere anche per i nostri adolescenti,<br />
anche se ancora da mettere a punto e da condividere.<br />
Venerdì sera è stata la volta dei nostri<br />
preti. Don Giorgio e don Paolo ci hanno raccontato<br />
<strong>della</strong> loro scelta di servizio, <strong>della</strong> loro<br />
vocazione, affrontando il fuoco di fila delle<br />
domande dei ragazzi che a tutti i costi volevano<br />
capire e farsi spiegare ciò che <strong>in</strong> fondo<br />
anche per i nostri don non può che restare <strong>in</strong><br />
parte un mistero. Don Massimo, presente, forte<br />
<strong>della</strong> propria esperienza e maturità, annuiva<br />
e approvava <strong>in</strong> silenzio...<br />
Sabato, seratona clou: <strong>in</strong> compagnia e con<br />
l’aiuto di un gruppo scout (Bergamo 5°), composto<br />
<strong>in</strong> parte da giovani longuelesi, abbiamo<br />
preparato un fantastico aperitivo per i genitori<br />
e allestito il carro per la festa di Carnevale<br />
del giorno dopo. Piacevolissima sorpresa<br />
la s<strong>in</strong>ergia e la complicità creatasi da subito<br />
tra i giovani, i solerti scouts e i nostri adolescenti!<br />
La sera, sistemata <strong>in</strong> un battibaleno, la<br />
sala <strong>della</strong> comunità è diventata piazza per gli<br />
immancabili bans, giochi, canti e preghiera di<br />
f<strong>in</strong>e giornata.<br />
Due parole sul «rito» <strong>della</strong> tisana pre-nanna<br />
vale la pena spenderle. Diventata magicamente<br />
«buona» per tutti, la calda bevanda rilassante<br />
ci ha regalato un momento di <strong>in</strong>timità,<br />
desiderato e apprezzato per ritrovare un<br />
po’ di calma, abbandonando i ritmi <strong>in</strong>tensi<br />
<strong>della</strong> giornata e predisponendoci un po’ più<br />
dolcemente a separarci, maschi e femm<strong>in</strong>e,<br />
nelle rispettive camerate e a consegnarci al<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ 29<br />
La Pasqua <strong>in</strong>augura nelle nostre comunità cristiane il tempo dei sacramenti. I sacramenti sono il frutto<br />
più evidente <strong>della</strong> buona saluta di una Chiesa, perché sono il segno tangibile di una salvezza. Ecco perché<br />
anche nella nostra comunità si è fatta questa scelta pastorale che con fedeltà cont<strong>in</strong>uiamo a mantenere.<br />
Perf<strong>in</strong>o con le prime confessioni dei bamb<strong>in</strong>i: abbiamo <strong>in</strong>serito il loro primo <strong>in</strong>contro con il Dio<br />
<strong>della</strong> misericordia e l’abbraccio dei fratelli proprio nella Messa domenicale <strong>della</strong> comunità.<br />
15 aprile celebrazione <strong>in</strong> ricordo dei battesimi. Sono <strong>in</strong>vitati alla Messa <strong>della</strong> comunità (10.30)<br />
tutte le famiglie che hanno battezzato il bamb<strong>in</strong>o dalla Pasqua scorsa <strong>in</strong> poi. Nel pomeriggio<br />
<strong>in</strong>vitiamo <strong>in</strong> oratorio i genitori dei bimbi battezzati negli ultimi tre/quattro anni.<br />
22 aprile Prime confessioni alle 9.30. Alle 10.30 la comunità si unisce per cont<strong>in</strong>uare la celebrazione.<br />
29 aprile Prime comunioni alle 10.30<br />
6 maggio Cresime alle 10.30. Il sacramento sarà amm<strong>in</strong>istrato da monsignor Maurizio Gervasoni, delegato<br />
del vescovo per la formazione del popolo cristiano. I ragazzi (18 aprile), i genitori e i<br />
padr<strong>in</strong>i (19 aprile) <strong>in</strong>contreranno il delegato del vescovo.<br />
13 maggio Anniversari di matrimonio alle 10.30. Solitamente si solennizzano i cosiddetti anniversari<br />
pieni: 5/10/15/20/25 etc. Le coppie di sposi sono <strong>in</strong>vitate già f<strong>in</strong> d’ora.<br />
26 maggio Ord<strong>in</strong>azione presbiterale di don Giorgio Carobbio alle 17.00 <strong>in</strong> Duomo <strong>in</strong> Città Alta. Quest’anno<br />
abbiamo la fortuna di poter ospitare anche il sacramento dell’ord<strong>in</strong>e. Don Giorgio<br />
celebrerà la sua prima Messa <strong>in</strong> comunità domenica 3 giugno. Venerdì 1° giugno i ragazzi<br />
<strong>della</strong> catechesi faranno con lui un pellegr<strong>in</strong>aggio a un santuario mariano.<br />
sonno, che è un po’ come morire (come ama<br />
ricordarci il nostro parroco).<br />
In mezzo a tutto ciò, decisamente sopra<br />
tutto ciò, chi ci è stato, chi s’è lasciato co<strong>in</strong>volgere<br />
<strong>in</strong> questa piccola ma <strong>in</strong>tensa avventura,<br />
esprimendo emozioni, costruendo relazioni,<br />
str<strong>in</strong>gendo più amicizia, facendo esperienza<br />
di mettersi al servizio (si veda l’energica e<br />
provvidenziale spalata di neve sul piazzale<br />
dell’ oratorio da parte di adulti e adolescenti<br />
<strong>in</strong>sieme) è tornato a casa, alla sua casa, un po’<br />
diverso, un po’ più stanco e rauco forse, ma<br />
contento e un po’ più consapevole che «stare<br />
al mondo è già di più anche impegno».<br />
Per queste motivazioni non possiamo che<br />
<strong>in</strong>coraggiare i «nostri» ragazzi a cont<strong>in</strong>uare a<br />
voler buttarsi <strong>in</strong> esperienze di questo tipo. È<br />
così che riusciremo a fare gruppo, a creare<br />
quella sana amicizia che è capacità di condivisione<br />
del quotidiano e di vita vissuta! La motivazione<br />
di fondo è sempre la stessa e ci piace<br />
che sia rimasta come «titolo» <strong>della</strong> convivenza<br />
anche <strong>in</strong> questa seconda edizione: abitiAMO<br />
l’oratorio. Sì, speriamo proprio questo,<br />
che il nostro oratorio sia più abitato, più amato,<br />
per essere veramente luogo d’<strong>in</strong>contro fra<br />
le generazioni. Il «collante» - che, a oggi, manca<br />
nel nostro oratorio - capace di amalgamare<br />
queste generazioni sarà proprio un gruppo<br />
di adolescenti/giovani desiderosi di sporcarsi<br />
le mani <strong>in</strong> questi spazi di umanità ed essere<br />
testimoni per i coetanei che vivono nel quartiere.<br />
Gli animatori del gruppo ADO<br />
detti credenz<strong>in</strong>i - opera di due prestigiose<br />
botteghe: i Fantoni e I Caniana.<br />
I primi realizzarono nell’<strong>in</strong>taglio di noce<br />
e di bosso le figure di martiri, le virtù<br />
e le narrazioni; i secondi, <strong>in</strong>tarsiatori,<br />
crearono con i colori del legno un<br />
ricamo immag<strong>in</strong>ario di forme e figure.<br />
Alle pareti molte esortazioni ai doveri<br />
ecclesiali, con l’<strong>in</strong>vito - abbastanza<br />
esplicito! - ad un annuncio coerente<br />
con la Parola e ad una testimonianza<br />
coraggiosa sull’esempio dei martiri.<br />
Dall’atmosfera seicentesca delle sagrestie<br />
un breve spostamento a piedi<br />
ci ha fatto compiere un salto temporale<br />
di ben tre secoli, portandoci <strong>in</strong> un<br />
altro luogo d’arte, con forma e contenuti<br />
ben diversi ma - se è possibile azzardare<br />
un’analogia - con il medesimo<br />
desiderio di esprimere l’umana ricerca<br />
<strong>in</strong>torno ai grandi perché <strong>della</strong> vita.<br />
Siamo arrivati all’ALT, acronimo di Arte,<br />
Lavoro, Territorio. Si tratta di un<br />
nuovo spazio espositivo di arte contemporanea,<br />
ricavato nell’ex-cementificio<br />
Italcementi. Un luogo voluto<br />
dai collezionisti/imprenditori Tullio<br />
Leggeri ed Elena Radici, pensato per<br />
divulgare e sperimentare l’arte contemporanea,<br />
ritenuta ancora (nonostante<br />
forti perplessità) un mezzo<br />
valido per comprendere e <strong>in</strong>terpretare<br />
la nostra epoca “post-moderna”.<br />
Guidati da Stefania Lovat, che ha faticato<br />
non poco ha farci digerire il significato<br />
di alcune “opere d’arte”, abbiamo<br />
cercato di aprire piccoli varchi allo<br />
scetticismo diffuso nei confronti di<br />
buona parte del l<strong>in</strong>guaggio artistico<br />
attuale. Bamb<strong>in</strong>i e ragazzi, con molta<br />
più facilità, hanno accolto con entusiasmo<br />
il percorso pensato appositamente<br />
per loro. Qualche spiraglio c’è<br />
stato anche tra gli adulti...Siamo<br />
pronti per la prossima <strong>in</strong>cursione artistica.
Indirizzi e telefoni<br />
Parroco<br />
Don Massimo Maffioletti<br />
Via Mattioli, 57<br />
Tel. e Fax 035.256151<br />
Cell. 335.7680767<br />
Vicario parrocchiale<br />
Don Paolo Carrara<br />
Via Mattioli, 57<br />
Tel. e Fax 035.256151<br />
Oratorio<br />
Via <strong>Longuelo</strong>, 39<br />
Tel. 035.259020<br />
oratorio@longuelo.it<br />
Segreteria parrocchiale<br />
e dell’oratorio<br />
Orari d’apertura:<br />
da lunedì a venerdì<br />
10,00 - 12,00 e 16,00 - 18,30<br />
sabato 10,00 - 12,00<br />
parrocchia_longuelo@libero.it<br />
Centro Ascolto<br />
Riservato ai residenti<br />
del quartiere<br />
Via Mattioli, 57<br />
Tel. 035.402336<br />
Orari di apertura e ascolto:<br />
lunedì 16,00 - 17,00<br />
martedì 16,00 - 17,00<br />
mercoledì 9,30 - 10,30<br />
giovedì 16,00 - 17,00<br />
Sito parrocchiale<br />
www.longuelo.it<br />
Newsletter parocchiale<br />
Iscriversi con una e-mail a parrocchia_longuelo@libero.it<br />
Madonna del Bosco<br />
Tel. 035.403131<br />
Orario delle Messe<br />
Chiesa parrocchiale<br />
Giorni festivi:<br />
ore 8,00 -10,30 - 18,30<br />
Sabato e vigilia di festa:<br />
ore 18,30<br />
Antica parrocchiale<br />
Giorni feriali, da lunedì<br />
a venerdì: ore 18,00<br />
Orario delle Confessioni<br />
Sabato dalle 17,30 alle 18,15<br />
Domenica dalle 9,45 alle 10,30<br />
e dalle 17,30 alle 18,15<br />
30<br />
LA NOSTRA COMUNITÀ<br />
Risorti <strong>in</strong> Cristo<br />
Dopo un mese di ricovero alle<br />
cl<strong>in</strong>iche Humanitas Gavazzeni<br />
di Bergamo è morto Roberto<br />
Rigamonti, marito di<br />
Concetta, una delle signore<br />
che fa accoglienza nella segreteria<br />
<strong>della</strong> casa parrocchiale.<br />
Era il mercoledì delle Ceneri, 22 febbraio.<br />
Roberto era nato a Genova 69 anni fa, il<br />
10 aprile del 1942. Il 20 aprile del 1968 sposa<br />
Concetta Gabriele. Abitano a <strong>Longuelo</strong> da subito,<br />
<strong>in</strong> via Mattioli 53, dove nascono Marco<br />
Andrea e Rom<strong>in</strong>a. Roberto ha lavorato vendendo<br />
<strong>in</strong> proprio compressori d’aria. Sapeva<br />
fare di tutto e aveva una passione per i tren<strong>in</strong>i<br />
e l’areomodellismo. Le nipot<strong>in</strong>e per Natale gli<br />
avevano mandato un biglietto con scritto<br />
«Nonno aggiustattutto». I funerali sono stati<br />
celebrati il 24 febbraio. Un abbraccio a Concetta<br />
da parte <strong>della</strong> comunità. E un profondo<br />
senso di gratitud<strong>in</strong>e.<br />
Il 23 febbraio è morta ai Riuniti<br />
di Bergamo la signora<br />
Silvia Dezza di anni 88. Era<br />
nata il 4 <strong>marzo</strong> del 1923 a<br />
Mozzo. Nel ‘48 aveva sposato<br />
Gianfranco Ferrari. Prati-<br />
Raccolta alimentare e cassonetto giallo<br />
RACCOLTA ALIMENTARE<br />
PER IL CENTRO ASCOLTO<br />
Dalla qu<strong>in</strong>ta domenica di Quaresima (25 <strong>marzo</strong>) si<br />
è pensato di avviare - una volta al mese, <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza<br />
con la raccolta per il fondo di solidarietà -<br />
una raccolta di alimenti di prima necessità per i bisognosi<br />
che bussano al Centro Ascolto (a fianco<br />
<strong>della</strong> segreteria <strong>della</strong> casa parrocchiale). Un po’ come<br />
già succede a Natale.<br />
I generi di prima necessità di cui si ha maggior bisogno<br />
sono: latte UHT, olio, zucchero, far<strong>in</strong>a bianca,<br />
caffè, the, biscotti.<br />
Gli alimenti possono essere consegnati la domenica<br />
stessa quando si viene a Messa, oppure quando<br />
i bamb<strong>in</strong>i e i ragazzi vengono alla catechesi o ancora<br />
durante gli orari di apertura del Centro Ascol-<br />
camente longuelese da sempre, Silvia ha abitato<br />
la gran parte <strong>della</strong> sua vita <strong>in</strong> via <strong>Longuelo</strong><br />
244. La famiglia si arricchisce dei tre figli: Mariangela,<br />
Carlo e Loredana. È una donna che ha<br />
lavorato moltissimo nella sua vita, <strong>in</strong>nanzitutto<br />
come operaia allo «stabilimento delle coperte»<br />
<strong>in</strong> Bergamo. Amava molto anche lavorare<br />
con la sua macch<strong>in</strong>a per cucire, rigorosamente<br />
a pedale.Ultimamente la vedevo <strong>in</strong> giro per<br />
<strong>Longuelo</strong> e spessissimo anche <strong>in</strong> chiesa, per la<br />
Messa e per una visita personale alla Madonna.<br />
I funerali sono stati celebrati il 25 febbraio e il<br />
suo corpo riposa nel cimitero di Bergamo.<br />
Il 4 <strong>marzo</strong> si è spenta nella<br />
casa di cura di via Gleno la signora<br />
Maria Ronzoni di anni<br />
86. Era nata a Zanica il 16<br />
<strong>marzo</strong> 1924. Si era sposata<br />
immediatamente dopo la<br />
guerra con L<strong>in</strong>o Bug<strong>in</strong>i. Non<br />
aveva figli e ha sempre fatto la casal<strong>in</strong>ga. Ha<br />
abitato <strong>in</strong> via Perosi f<strong>in</strong>o a quattro anni, f<strong>in</strong>o a<br />
quando cioè non si è trasferita al Gleno. I funerali<br />
sono stati celebrati proprio nella casa di cura<br />
cittad<strong>in</strong>a il 6 <strong>marzo</strong> dal cappellano don Dante<br />
Palazzi. Il suo corpo riposa al cimitero di Bergamo.<br />
to (vedi LC per gli orari). Comunque, basta suonare<br />
<strong>in</strong> casa parrocchiale. Inoltre segnaliamo altri articoli<br />
richiesti: armadio per cameretta bimbi e per<br />
camera matrimoniale, aspirapolvere, frigorifero,<br />
bicicletta da uomo, salviette per il bagno, lenzuola.<br />
CASSONETTO GIALLO<br />
IN ORATORIO<br />
Il cassonetto <strong>della</strong> Caritas che si trova all’oratorio<br />
non è ancora entrato nelle abitud<strong>in</strong>i del quartiere.<br />
Ricordiamo che si possono portare i vestiti (solo i<br />
vestiti, per cortesia) negli orari di apertura dell’oratorio<br />
e cioè nei pomeriggi dalle 16.30 alle 18.30.<br />
Anche la domenica, eventualmente.
Cortona, è di nuovo vacanza <strong>in</strong>sieme<br />
Estate <strong>in</strong> famiglia: per questo terzo anno abbiamo deciso di darci alla cultura e alla... meditazione!<br />
QUANDO: dal 28 luglio al 4 agosto <strong>2012</strong><br />
DOVE: a Cortona <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Arezzo, <strong>in</strong> una zona artisticamente<br />
e storicamente ricchissima, a cavallo fra la Toscana e l’Umbria.<br />
PER CHI: è una vacanza rivolta pr<strong>in</strong>cipalmente alle famiglie, ma<br />
aperta a chiunque abbia voglia di trascorrere una settimana di vacanza<br />
di comunità, nello stile <strong>della</strong> condivisione del tempo e dell’esperienza.<br />
ALLOGGIO: pensione completa presso «Casa Betania», antica residenza<br />
per religiose, ristrutturata e adattata per accogliere gruppi,<br />
<strong>in</strong> coll<strong>in</strong>a a pochi m<strong>in</strong>uti dal centro storico di Cortona.<br />
COSA PENSIAMO DI FARE: alternare momenti di gestione libera,<br />
con uscite <strong>in</strong> pisc<strong>in</strong>a e passeggiate (ad esempio sulle sponde del vic<strong>in</strong>o<br />
lago Trasimeno), a momenti di spiritualità e cultura. Camm<strong>in</strong>are<br />
sulle orme lasciate da Francesco, vissuto a pochi chilometri di<br />
distanza, ad Assisi e nell’area attorno a Perugia, sarà una priorità. Il<br />
programma propone la visita ai luoghi classici dove il santo trascorse<br />
la sua vita, mettendo <strong>in</strong> conto una possibile giornata di spi-<br />
ritualità familiare all’eremo «Le Celle» (dove Francesco ha scritto il<br />
suo Testamento) o nel monastero di Sant’Antimo (dove c’è una bellissima<br />
comunità di monaci francesi, dentro la cornice di un affasc<strong>in</strong>ante<br />
complesso romanico), ma non esclude una puntat<strong>in</strong>a alla<br />
città di Arezzo per buttare un occhio su Piero <strong>della</strong> Francesca e il suo<br />
ciclo <strong>della</strong> Leggenda <strong>della</strong> Vera Croce, o a Città di Castello per mettere<br />
il naso nell’opera di Alberto Burri (1915 - 1995), maestro dell’arte<br />
povera.<br />
QUANTO COSTA? Le quote sono:<br />
42 euro a notte per gli adulti<br />
37 euro a notte per i ragazzi dai 6 ai 12 anni<br />
35 euro a notte per i bamb<strong>in</strong>i dai 4 ai 6 anni<br />
Soggiorno gratuito per i bamb<strong>in</strong>i con meno di tre anni<br />
PER SAPERNE DI PIÙ: per ulteriori <strong>in</strong>formazioni rispetto alla vacanza<br />
e per iscrivervi vi chiediamo di prendere appuntamento con la<br />
segreteria parrocchiale telefonando allo 035-256151 nei giorni e<br />
negli orari di apertura.Le iscrizioni si ricevono da lunedì 30 gennaio<br />
a sabato 5 maggio con versamento di una caparra di 50 euro a persona.<br />
La partecipazione massima prevista è di 50 persone.
Settimana Santa <strong>in</strong> comunità<br />
Bottega Fantoni<br />
La virtù <strong>della</strong> Fede<br />
Sacrestie <strong>della</strong> basilica<br />
di Alzano Maggiore<br />
INIZIO DELLA SETTIMANA SANTA<br />
1 aprile Domenica delle Palme nella Passione del Signore<br />
Messe come di domenica: 8.00 | 10.30 | 18.30<br />
10.00: ritrovo presso l’oratorio <strong>in</strong> via <strong>Longuelo</strong>, benedizione degli olivi,<br />
processione verso la chiesa parrocchiale, Messa alle 10.30. Lettura <strong>della</strong><br />
Passione del Signore secondo Matteo (<strong>in</strong> caso di pioggia ritrovo <strong>in</strong> chiesa<br />
parrocchiale ore 10.15)<br />
15.00: Buona Pasqua a tutti i nonni, momento di preghiera nell’antica<br />
parrocchiale e scambio di auguri <strong>in</strong> oratorio<br />
2 aprile Lunedì Santo: Messa 18.00 nell’antica parrocchiale<br />
Celebrazione comunitaria <strong>della</strong> riconciliazione per adolescenti,<br />
giovani e adulti <strong>in</strong> chiesa parrocchiale 20.45<br />
3 aprile Martedì Santo: Messa 18.00 nell’antica parrocchiale<br />
4 aprile Mercoledì Santo: Messa 18.00 nell’antica parrocchiale<br />
TRIDUO PASQUALE<br />
5 aprile Giovedì Santo: da oggi f<strong>in</strong>o a Pasqua, tutte<br />
le celebrazioni <strong>in</strong> chiesa parrocchiale<br />
8.00: preghiera delle lodi<br />
9.20: Messa del Crisma (<strong>in</strong> Duomo)<br />
15.00: momento di preghiera <strong>in</strong> ricordo <strong>della</strong> Cena del Signore<br />
per bamb<strong>in</strong>i e ragazzi<br />
20.45: celebrazione <strong>della</strong> CENA DEL SIGNORE. Lavanda dei piedi<br />
Confessori disponibili: 16.00 | 18.00<br />
6 aprile Venerdì Santo: magro digiuno. Giornata di adorazione al Cenacolo<br />
8.00: Ufficio delle Letture<br />
15.00: azione liturgica nella PASSIONE DEL SIGNORE<br />
cui sono <strong>in</strong>vitati bamb<strong>in</strong>i e ragazzi<br />
20.45: processione verso l’antica parrocchiale. Partenza dal sagrato <strong>della</strong><br />
chiesa parrocchiale, Via Mattioli f<strong>in</strong>o al crocifisso di via Strada Vecchia, via<br />
S. Matteo <strong>della</strong> Benaglia, cappell<strong>in</strong>a dell’Addolorata, via S. Mart<strong>in</strong>o <strong>della</strong><br />
Pigrizia, antica parrocchiale<br />
Confessori disponibili 9.00 | 11.00 e 16.00 | 18.00<br />
7 aprile Sabato Santo: giornata di adorazione al Cristo morto<br />
8.00: Ufficio delle Letture<br />
15.00: momento di preghiera per bamb<strong>in</strong>i e ragazzi<br />
21.00: VEGLIA PASQUALE e Messa di Pasqua<br />
(non c’è la Messa festiva <strong>della</strong> vigilia alle 18.30)<br />
Confessori disponibili 9.00 | 11.00 e 16.00 | 18.00<br />
PASQUA DI RESURREZIONE<br />
8 aprile Domenica di Resurrezione<br />
Orario festivo: Messe 8.00 | 10.30 | 18.30. Durante la Messa delle 10.30<br />
benedizione delle uova pasquali<br />
9 aprile Lunedì dell’Angelo: si celebra soltanto la Messa delle 10.30.<br />
Gita comunitaria di Pasquetta alla chiesetta di Santa Maria del Misma<br />
(Pradalunga, Valle Seriana). Partenza ore 9.00 dal piazzale davanti<br />
alla casa parrocchiale.<br />
* In occasione <strong>della</strong> Pasqua viene distribuito <strong>in</strong> tutte le famiglie il giornale <strong>Longuelo</strong> Comunità con la busta-dono<br />
GRAZIE per la generosità con cui tante famiglie mostrano la loro vic<strong>in</strong>anza alla Comunità