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Settembre 2008 - Cronache Cilentane

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cronache cilentane riflessioni<br />

14<br />

settembre <strong>2008</strong><br />

Magica costa: un quadro di Rosanna Esposito<br />

Credere vuol dire che ha fede,<br />

come chi è ricco vuol dire che ha<br />

Euro.<br />

Credere non a immaginazioni o<br />

a cose astratte, ma a cose concrete<br />

ed esistenti ed è innanzitutto<br />

fidarsi di Dio e affidarsi a Lui.<br />

La fede è paragonata alla luce<br />

che illumina facendo vedere e<br />

capire le cose.<br />

Da dove viene la fede? La fede è<br />

un dono di Dio. E Dio a chi lo da?<br />

Gesù dice: " Padre, ti ringrazio<br />

perché queste cose le hai rivelate<br />

ai semplici e agli ignoranti e le hai<br />

nascoste ai sapienti e ai superbi".<br />

Quindi Dio illumina la mente ai<br />

semplici e agli ignoranti. Naturalmente<br />

chi vuole il dono della fede<br />

deve riconoscersi per quello che si<br />

è, ricordando quello che saggiamente<br />

è scritto davanti al cimitero<br />

di Gibilmanna sopra Cefalù in Sicilia:<br />

" O uomo, perché insuperbirti<br />

tanto? Pensa che sei polvere di<br />

camposanto".<br />

Vantaggi della fede? Sono innu-<br />

La pietra della vita<br />

Pietra tagliente<br />

rotola<br />

nel fiume della vita;<br />

e tra anse placide<br />

e precipizi vertiginosi<br />

mi trovo levigato<br />

come pietra antica di fiume:<br />

sempre più piccola.<br />

Sempre più piccola.<br />

Granello di sabbia:<br />

avrò finito<br />

la corsa della vita.<br />

Chi crede?<br />

Paolo Mariani<br />

di don Angelo Romanelli<br />

merevoli.<br />

Oltre alla salvezza dell'anima,<br />

sulla terra si godono di tanti benefici.<br />

Ricordo il fatto di sant'Isidoro<br />

di Siviglia: era contadino ed era<br />

sempre contento. Lavorava e cantava.<br />

Un suo vicino invece sempre<br />

a lamentarsi, sempre scontento<br />

(ora non pioveva, ora il grano non<br />

era come lo voleva e sempre piagnistei).<br />

E, indispettito, un giorno<br />

domandò ad Isidoro: "Perché sei<br />

sempre allegro?". Sant'Isidoro<br />

rispose: "Io prendo e accetto con<br />

gratitudine tutto quello che il<br />

Signore mo manda. A voi vanno<br />

tutte le cose storte, perché volete<br />

sempre a tutte le occasioni insegnare<br />

a Dio quello che deve fare:<br />

Signore, fate piovere, mandate un<br />

po' di neve, ecc. Io invece lascio<br />

fare a Dio, che sa fare meglio di<br />

me. Egli è sapientissimo, io invece<br />

sono un povero ignorante. Mi fido<br />

di Lui, ho fiducia in Lui".<br />

Ecco la fede.<br />

Appello al Presidente della Repubblica, al Prefetto, alle Autorità locali<br />

Acciaroli: non è mai troppo tardi<br />

L’atto eroico di Giuseppe Pisani non è stato mai riconosciuto dallo Stato italiano<br />

Cara Redazione,<br />

chi ti scrive è un tuo ottantaquattrenne<br />

affezionato lettore, per cu mi permetto<br />

di darti dei tu. Sono nato a Celso, ma<br />

da oltre 60 anni vivo a Roma. Alcuni<br />

mesi fa, quando hai dato notizia della<br />

morte di Nicola Pisani, ho ricordato la triste<br />

vicenda che lo rese orfano di padre<br />

nel 1944.<br />

E con piacere ho potuto leggere l'articolo<br />

sulla vicenda di suo padre pubblicato<br />

nel numero di luglio-agosto scorso.<br />

Voglio anch'io ricordare quei fatti.<br />

L'Italia, in regime di occupazione, stava<br />

vivendo un pauroso degrado politico,<br />

morale ed economico, a seguito della<br />

disastrosa sconfitta militare dell'anno<br />

precedente. Fu proprio durante un pomeriggio<br />

dell'agosto '44 che giunsero ad<br />

Acciaroli su una camionetta un gruppo di<br />

soldati marocchini armati di tutto punto,<br />

sebbene in libera uscita e nonostante il<br />

fatto che nel territorio occupato mai si<br />

fosse manifestata ostilità alcuna verso gli<br />

occupanti, che anzi erano considerati<br />

liberatori.<br />

I sopraggiunti mostrarono subito la<br />

loro arroganza e prepotenza, abbandonandosi<br />

a violenze contro le persone e le<br />

cose; a quanto si diceva nella zona, pretendevano<br />

venissero loro messe a disposizione<br />

bevande alcoliche e qualche donna<br />

per dare sfogo alla loro smodata e<br />

bestiale libidine sessuale, nota a quel<br />

tempo a causa delle ripetute violenze<br />

perpetrate. Addirittura invalse il termine<br />

"marocchinata", sinonimo di donna violentata<br />

da soldati di colore, ancora diffusamente<br />

usato nel frusinate, le cui popolazioni,<br />

all'inizio della primavera del '44,<br />

ebbero la sfortuna di essere impattate<br />

per prime dalle avanzanti truppe marocchine.<br />

A manifestare il proprio disappunto ?<br />

senza peraltro alcun genere di strumento<br />

cruento ? fu il signor Giuseppe Pisani,<br />

padre di Nicola.<br />

All'intervento legittimo del dignitoso<br />

cittadino, i militari reagirono freddandolo<br />

con una scarica di arma automatica e<br />

abbandonandone il corpo martoriato nell'abbondante<br />

polvere della strada. Infine<br />

si dileguarono.<br />

A prescindere da un qual si voglia pregiudizio,<br />

il comportamento di Giuseppe<br />

Pisani fu senz'altro eroico. Egli spese la<br />

sua vita per riscattare la dignità offesa,<br />

non solo dei diretti aggrediti ma anche<br />

dell'intera comunità di Acciaroli.<br />

Inoltre il suo intervento, compiuto nella<br />

piena consapevolezza di rischiare la<br />

propria vita e la serenità dei suoi cari,<br />

impedì che l'ignobile aggressione venisse<br />

portata ad ulteriori e più gravi conseguenze,<br />

visto che si aveva a che fare con<br />

soggetti senza scrupoli e privi di qualsiasi<br />

freno inibitorio. A questo punto ritengo<br />

doveroso chiarire che, ricordando il<br />

triste episodio, non intendo affatto criminalizzare<br />

o screditare tutte le truppe<br />

marocchine che operarono in Italia. Sono<br />

ben consapevole che lo sparuto numero<br />

di militari responsabili è da annoverare<br />

fra le poche mele marce, che purtroppo<br />

si trovano in tutti i contesti umani.<br />

Non sono a conoscenza degli sviluppi<br />

giudiziari della dolorosa vicenda; so però<br />

che lo Stato concesse a suo tempo la<br />

pensione di guerra alla vedova Pisani e<br />

ai suoi figli minori rimasti orfani.<br />

Altro non fece lo Stato, che avrebbe<br />

potuto almeno concedere al caduto, su<br />

proposta dei pro tempore signor Prefetto<br />

di Salerno? o chi per esso? un'adeguata<br />

ricompensa al valore civile alla memoria.<br />

Il riconoscere il grande valore morale e<br />

civile dell'eroico gesto di Giuseppe Pisani<br />

avrebbe sicuramente attenuato il dolore<br />

dei suoi congiunti.<br />

Per sopperire a tutto ciò, bene farebbe,<br />

a mio avviso l'attuale Prefetto ? la<br />

cui capacità professionale e sensibilità<br />

umana sono ben note ? a rimediare a ciò<br />

che il suo predecessore, forse non informato<br />

adeguatamente, non fece. Del<br />

resto, non di rado apprendiamo dai mass<br />

media come il nostro caro Presidente<br />

della Repubblica conceda ricompense al<br />

valore connesse ad episodi avvenuti molti<br />

anni addietro.<br />

Non mi risulta che a livello locale sia<br />

stato fatto alcunché per ricordare lo sfortunato<br />

Giuseppe Pisani. Neanche il suo<br />

nome appare su quella lapide posta sulla<br />

parete della chiesa parrocchiale dí Pollica,<br />

lapide murata a cura del Comune, per<br />

ricordare i militari caduti durante il<br />

secondo conflitto: il fatto che Pisani fosse<br />

in abito civile, penso non sia un buon<br />

motivo per escluderlo dalla memoria dei<br />

suoi concittadini, e non solo. La connessione<br />

della sua morte al conflitto è più<br />

che evidente. Ma se per assurdo non<br />

bastasse, è sufficiente richiamarsi alla<br />

pensione di guerra ? sottolineo di guerra<br />

? concessa dallo Stato.<br />

Sarebbe più che giusto se l'attuale<br />

Amministrazione Comunale di Pollica<br />

ponesse in essere una qualche iniziativa<br />

alla memoria, magari intitolando al Pisani<br />

una via, un lungomare o una delle<br />

tante strutture pubbliche realizzate in<br />

questi ultimi decenni.<br />

Neanche la pur prolifica editoria cilentana<br />

ha mai speso un rigo per far conoscere<br />

il triste episodio, anche se bisogna<br />

riconoscere che per motivi più o meno<br />

reconditi il fatto venne già a suo tempo<br />

seppellito nel dimenticatoio.<br />

Ho avuto modo di sentire al telefono<br />

la figlia di Giuseppe, che sta conducendo<br />

da anni la stia battaglia. Mi ha chiesto<br />

consigli su dove e come poter reperire<br />

ulteriori elementi sulla vicenda.<br />

Desidero girare questa ricerca anche<br />

alla mia cara redazione: potrebbero<br />

ancora essere in vita persone che ricordano<br />

o che hanno sentito parlare dell'episodio,<br />

si potrebbe cercare documentazione<br />

presso la Stazione dei Carabinieri<br />

di Pollica, presso la Cancelleria del Tribunale<br />

di Vallo, presso le Biblioteche<br />

Nazionali che ai sensi della legge n.374<br />

dell'8/2/1939 devono conservate qualsiasi<br />

tipo di pubblicazione (sembra che a<br />

Salerno nel '44 uscisse il quotidiano "Il<br />

Risorgimento" ).<br />

Sono un poliziotto in pensione e potrei<br />

ben svolgere tali ricerche, ma dal 2000<br />

un ictus, che mi colpì proprio a Celso, mi<br />

ha bloccato su una sedia a rotelle, senza<br />

però togliermi la voglia di leggere, di<br />

scrivere, di vivere.<br />

Sperando che tu voglia concedere<br />

ospitalità alla mia voce, voglio concludere<br />

citando quel saggio motto di Bertold<br />

Brecht "Beati quei popoli che non hanno<br />

bisogno di eroi".<br />

Saluti affettuosi dal tuo affezionato<br />

lettore<br />

Alfonso Sodano.

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