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rivista 05/06 2010 - Unuci

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Pubblichiamo, di seguito, l’articolo<br />

pervenuto da UNUCI Piemonte,<br />

a firma del 1° Capitano Oreste<br />

Carosi della Sezione di Torino. È,<br />

questo, il secondo contributo che<br />

risponde alle molteplici esortazioni<br />

del Presidente Nazionale per<br />

continuare, ci auguriamo, una<br />

lunga serie di collaborazioni destinata<br />

ad arricchire la nostra <strong>rivista</strong>.<br />

Ringraziamo il Generale<br />

Platia per la sua azione di stimolo<br />

nei riguardi dei Soci ed esprimiamo<br />

un vivo apprezzamento all’autore<br />

dell’articolo, redatto in<br />

modo sintetico ma, al tempo<br />

stesso, esaustivo e attraente. Un<br />

episodio poco conosciuto, è vero,<br />

quello della battaglia dell’Assietta,<br />

ma molto significativo nel prefigurare eventi che avrebbero poi disegnato il nuovo assetto del Continente e<br />

dell’Italia, proiettando in Europa il piccolo Regno di Sardegna fra i protagonisti della politica internazionale. Nella<br />

storica battaglia rifulse il valore dei Granatieri, una delle più antiche specialità dell’Esercito Italiano.<br />

Ad. Al.<br />

Tanto interessante<br />

quanto poco conosciuta<br />

al di fuori dei<br />

libri di storia, questa battaglia<br />

ebbe luogo nell’ambito<br />

della guerra per la successione<br />

al trono d’Austria. Alla<br />

morte dell’Imperatore Carlo<br />

VI gli era succeduta la figlia<br />

Maria Teresa incontrando<br />

però l’opposizione di Francia,<br />

Spagna e Prussia che volevano<br />

mettere sul trono Carlo<br />

Alberto di Baviera. Contro<br />

questi l’Austria ebbe come<br />

alleati il Piemonte, l’Inghil- Maria Teresa d’Austria<br />

terra e l’Ungheria ed in tale<br />

scenario strategico ebbe luogo il tentativo francese d’invasione<br />

dei territori del Re di Sardegna Carlo Emanuele III, che però<br />

non si lasciò prendere alla sprovvista e si preparò validamente<br />

a resistere, come vedremo.<br />

I due fondovalle Susa e Chisone, passaggi obbligati per calare<br />

da ovest su Torino, sono stati sempre ed in diversa misura il<br />

punto di incontro e scontro tra Piemonte e regno di Francia. Nel<br />

1747 i piemontesi avevano sbarrato entrambi i varchi con po-<br />

derose opere fortificate: Fenestrelle in Val Chisone ed Exilles in<br />

Val di Susa, per citare le principali, tuttora esempi imponenti di<br />

architettura militare del passato. La displuviale che divideva le<br />

due valli era stata attrezzata con opere minori, facendo affidamento<br />

sull’aspra natura del suolo e sulla quota ragguardevole,<br />

intorno ai 2.500 metri, priva del tutto di vegetazione ed acqua.<br />

Quando gli alleati franco-spagnoli, o Gallispani come si legge<br />

nelle cronache del tempo, iniziarono il tentativo di intrusione dalla<br />

Riviera ligure e furono validamente respinti dagli austriaci del<br />

barone Letrun, il Duca affidò al capitano Vedani del Corpo degli<br />

Ingegneri militari piemontesi l’incarico di fortificare ulteriormente<br />

quella dorsale, prevedendo giustamente che il nemico, pur di non<br />

rischiare di esporsi alla minaccia delle due fortificazioni di Exilles<br />

e Fenestrelle, si sarebbe avventurato per quella via.<br />

Vedani in poco tempo costruì un campo trincerato tanto semplice<br />

quanto efficace, come si mostrò alla prova dei fatti, avendo<br />

cura di circondare i suoi apprestamenti con il segreto più assoluto,<br />

non fidando nella lealtà dei valligiani da troppo poco<br />

tempo divenuti sudditi del Ducato. Questo impedì al Cavaliere<br />

di Bellisle, ambizioso ma poco abile stratega fratello del Maresciallo<br />

di Francia, di adottare una linea di condotta capace di<br />

dargli la vittoria contro quelle che erroneamente sottostimava<br />

come truppe poco valide e soprattutto mal radicate sul terreno.<br />

Bellisle iniziò a sbagliare lasciando a valle i due cannoni di<br />

grosso calibro di cui disponeva, perché riteneva sufficienti i<br />

UNUCI 5/6<br />

Maggio/Giugno/Luglio/Agosto <strong>2010</strong> 11

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