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Pubblichiamo, di seguito, l’articolo<br />
pervenuto da UNUCI Piemonte,<br />
a firma del 1° Capitano Oreste<br />
Carosi della Sezione di Torino. È,<br />
questo, il secondo contributo che<br />
risponde alle molteplici esortazioni<br />
del Presidente Nazionale per<br />
continuare, ci auguriamo, una<br />
lunga serie di collaborazioni destinata<br />
ad arricchire la nostra <strong>rivista</strong>.<br />
Ringraziamo il Generale<br />
Platia per la sua azione di stimolo<br />
nei riguardi dei Soci ed esprimiamo<br />
un vivo apprezzamento all’autore<br />
dell’articolo, redatto in<br />
modo sintetico ma, al tempo<br />
stesso, esaustivo e attraente. Un<br />
episodio poco conosciuto, è vero,<br />
quello della battaglia dell’Assietta,<br />
ma molto significativo nel prefigurare eventi che avrebbero poi disegnato il nuovo assetto del Continente e<br />
dell’Italia, proiettando in Europa il piccolo Regno di Sardegna fra i protagonisti della politica internazionale. Nella<br />
storica battaglia rifulse il valore dei Granatieri, una delle più antiche specialità dell’Esercito Italiano.<br />
Ad. Al.<br />
Tanto interessante<br />
quanto poco conosciuta<br />
al di fuori dei<br />
libri di storia, questa battaglia<br />
ebbe luogo nell’ambito<br />
della guerra per la successione<br />
al trono d’Austria. Alla<br />
morte dell’Imperatore Carlo<br />
VI gli era succeduta la figlia<br />
Maria Teresa incontrando<br />
però l’opposizione di Francia,<br />
Spagna e Prussia che volevano<br />
mettere sul trono Carlo<br />
Alberto di Baviera. Contro<br />
questi l’Austria ebbe come<br />
alleati il Piemonte, l’Inghil- Maria Teresa d’Austria<br />
terra e l’Ungheria ed in tale<br />
scenario strategico ebbe luogo il tentativo francese d’invasione<br />
dei territori del Re di Sardegna Carlo Emanuele III, che però<br />
non si lasciò prendere alla sprovvista e si preparò validamente<br />
a resistere, come vedremo.<br />
I due fondovalle Susa e Chisone, passaggi obbligati per calare<br />
da ovest su Torino, sono stati sempre ed in diversa misura il<br />
punto di incontro e scontro tra Piemonte e regno di Francia. Nel<br />
1747 i piemontesi avevano sbarrato entrambi i varchi con po-<br />
derose opere fortificate: Fenestrelle in Val Chisone ed Exilles in<br />
Val di Susa, per citare le principali, tuttora esempi imponenti di<br />
architettura militare del passato. La displuviale che divideva le<br />
due valli era stata attrezzata con opere minori, facendo affidamento<br />
sull’aspra natura del suolo e sulla quota ragguardevole,<br />
intorno ai 2.500 metri, priva del tutto di vegetazione ed acqua.<br />
Quando gli alleati franco-spagnoli, o Gallispani come si legge<br />
nelle cronache del tempo, iniziarono il tentativo di intrusione dalla<br />
Riviera ligure e furono validamente respinti dagli austriaci del<br />
barone Letrun, il Duca affidò al capitano Vedani del Corpo degli<br />
Ingegneri militari piemontesi l’incarico di fortificare ulteriormente<br />
quella dorsale, prevedendo giustamente che il nemico, pur di non<br />
rischiare di esporsi alla minaccia delle due fortificazioni di Exilles<br />
e Fenestrelle, si sarebbe avventurato per quella via.<br />
Vedani in poco tempo costruì un campo trincerato tanto semplice<br />
quanto efficace, come si mostrò alla prova dei fatti, avendo<br />
cura di circondare i suoi apprestamenti con il segreto più assoluto,<br />
non fidando nella lealtà dei valligiani da troppo poco<br />
tempo divenuti sudditi del Ducato. Questo impedì al Cavaliere<br />
di Bellisle, ambizioso ma poco abile stratega fratello del Maresciallo<br />
di Francia, di adottare una linea di condotta capace di<br />
dargli la vittoria contro quelle che erroneamente sottostimava<br />
come truppe poco valide e soprattutto mal radicate sul terreno.<br />
Bellisle iniziò a sbagliare lasciando a valle i due cannoni di<br />
grosso calibro di cui disponeva, perché riteneva sufficienti i<br />
UNUCI 5/6<br />
Maggio/Giugno/Luglio/Agosto <strong>2010</strong> 11