Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Alla cortese attenzione del Generale di Squadra Aerea Giovanni Tricomi<br />
Tramutola lì 26/<strong>06</strong>/<strong>2010</strong><br />
Il sottoscritto Fortunato Alessandro, in qualità di fratello del Capitano dei Paracadutisti Antonio Fortunato, deceduto insieme a<br />
cinque commilitoni a Kabul (Afghanistan) il 17/09/2009 in seguito ad un attentato terroristico contro i militari Italiani, ringrazia<br />
l’UNIONE NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D’ITALIA e, in particolare, il Presidente Nazionale Generale Giovanni Tricomi<br />
per avermi concesso l’opportunità di coinvolgermi nella vostra Unione come Socio.<br />
Alla base della mia decisione di far parte della vostra “grande famiglia”, vi è la piena condivisione dei vostri ideali, ma anche di<br />
mio fratello, ovvero l’adoperarsi per le persone più deboli e portare in quei popoli oppressi libertà e pace, ideali che da noi si<br />
danno per scontato, mentre lì sono una vera e propria utopia.<br />
Ringrazio vivamente con orgoglio per avermi concesso l’opportunità di far parte della vostra grande Famiglia.<br />
Con Affetto<br />
Fortunato Alessandro<br />
Soldati<br />
Mi chiamo Sorbara Domenico (tess. 560751), iscritto all’UNUCI<br />
dal 1965, cioè da quando ho terminato il mio Servizio di Complemento<br />
dopo aver frequentato il 36° AUC presso le Scuole della<br />
Motorizzazione alla Cecchignola in Roma.<br />
Oggi, dopo aver vinto la più dura delle mie battaglie, quella contro<br />
un tumore maligno, durata circa due anni, sono tornato gradualmente<br />
alla vita di tutti i giorni, quella con gli altri, e nel riprendere<br />
le mie cose di sempre, ho trovato la graditissima sorpresa, nella<br />
nostra <strong>rivista</strong> culturale, della petizione della Presidenza nazionale<br />
per la proposta di legge C1045. Mi sono affrettato di conseguenza<br />
a spedire la Raccomandata A.R. alla Camera dei Deputati, come<br />
suggerito. Vorrei fare un ringraziamento particolare al Gen. Vincenzo<br />
Ruggieri che leggo promotore della petizione in argomento.<br />
Ciò premesso, tenevo particolarmente a farla partecipe di un mio<br />
ricordo. In questi due anni di “letargo” fisico ho avuto modo di<br />
tornare indietro nel tempo per ricordare e apprezzare ancor di più<br />
le cose belle della mia vita. Nelle notti insonni dell’ospedale ho<br />
percorso a ritroso, come in una sorta di moviola, anche la mia<br />
breve vita militare. Dopo il corso fui mandato a Udine, presso la<br />
Brigata Julia; una sera fui comandato responsabile di autocolonna<br />
a Tolmezzo per il trasporto di un gruppo di alpini con relativi muli<br />
(non avevo mai visto muli così enormi!). Era il dicembre del 1964,<br />
di sera circa le 22.00, pioveva e nevicava insieme, i miei anfibi<br />
erano piuttosto malconci. Penetrava nei miei calzini acqua mista a<br />
fango e neve e sentivo i piedi gelarsi progressivamente, confesso<br />
che mi nascosi dietro un CM50 e mi misi a piangere in silenzio.<br />
L’indomani in caserma (Berghinz) scrissi una lettera a mia madre<br />
e oltre a raccontarle l’accaduto le dedicai una poesia che mi era<br />
venuta in mente quella sera. Pensavo ai nostri soldati in Russia<br />
che avevano conosciuto la vera neve e il vero gelo (c’era anche<br />
mio zio che non è più tornato a casa).<br />
SOLDATI<br />
Corrono sulla neve / i giorni dei soldati, / impronte che restano<br />
dietro, / orme / che diventano ricordi / che il vento non sa cancellare.<br />
/ Orme in fila, / una dietro l’altra, / una accanto all’altra. / Orme<br />
piccole, / orme grandi, / orme di donna, / orme di bimbi. / Pen-<br />
UNUCI 5/6<br />
38 Maggio/Giugno/Luglio/Agosto <strong>2010</strong><br />
sieri / induriti dal gelo, / ombre / che si allungano al sole, / in fila /<br />
come alberi spenti / e che restano dietro. / Ricordi / che il vento<br />
non sa cancellare / e i soldati si volgono / indietro a guardare.<br />
Le scrivo tutto questo perché sono contento di aver ritrovato nelle<br />
cose lasciate da mia madre questa poesia e questo ricordo che<br />
avevo rimosso da tempo dalla mia mente, presi come siamo dalla<br />
vita frenetica di oggi. Non le dico l’emozione di aver letto quella<br />
lettera e quella poesia di più di 45 anni fa.<br />
La saluto amichevolmente.<br />
S.Ten. Sorbara Domenico.<br />
Gentile Tenente Sorbara,<br />
rispondo con piacere alla sua lettera e pubblico volentieri la poesia<br />
che mi ha inviato. Ho voluto accostarla ad una immagine che mi è<br />
molto cara e che avevo già pubblicato anni fa quando dirigevo<br />
“Quadrante”- Rivista delle Forze Armate Italiane ora soppressa.<br />
Un’immagine emblematica delle sofferenze dei nostri Soldati nell’immane<br />
tragedia del primo conflitto mondiale. Non ha bisogno di<br />
commenti, vuole essere solo un omaggio a quei Caduti e a tutti gli<br />
altri che non sono tornati e hanno lasciato, indelebili, le loro tracce<br />
sulla neve o sulle sabbie dei deserti e, soprattutto nei nostri cuori.<br />
La ringrazio e le formulo i più sentiti auguri per la sua salute e per<br />
la sua attività.