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Capitolo 85 Disturbi del metabolismo degli amminoacidi - Doctor33

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sui livelli plasmatici di omocisteina e sono stati presi in considerazione<br />

come potenziali fattori di rischio per un’ampia gamma<br />

di patologie, tra cui i difetti congeniti, la malattia vascolare, il<br />

cancro, il morbo di Alzheimer. Tali polimorfi smi sembrano infl uire<br />

anche sulla probabilità di sopravvivenza in caso di leucemia.<br />

I dati più attendibili attualmente a disposizione suggeriscono un<br />

ruolo <strong>del</strong> polimorfi smo 677C T come fattore di rischio nei<br />

difetti <strong>del</strong> tubo neurale. Benché il test clinico per il polimorfi smo<br />

sia disponibile, il suo valore predittivo nei singoli individui non è<br />

ancora stato determinato. È stato tentato il trattamento dei defi cit<br />

gravi di MTHFR con una combinazione di acido folico, vitamina<br />

B6, vitamina B12 e metionina, o con betaina . Il trattamento precoce<br />

con quest’ultima sembra il più effi cace.<br />

Il disturbo si trasmette con modalità autosomica recessiva;<br />

il gene per l’enzima è stato localizzato sul cromosoma 1p36.3.<br />

Sono state segnalate diverse mutazioni patogenetiche. La diagnosi<br />

prenatale è realizzata misurando l’attività <strong>del</strong>l’enzima MTHFR in<br />

colture di villi coriali o amniociti, mediante analisi di linkage <strong>del</strong>le<br />

famiglie informative o analisi <strong>del</strong> DNA <strong>del</strong>la mutazione.<br />

IPERMETIONINEMIA . L’ipermetioninemia secondaria insorge in<br />

presenza di malattia epatica, tirosinemia di tipo I e omocistinuria<br />

classica. Dal momento che è stata riscontrata anche in<br />

lattanti prematuri (e alcuni nati a termine) che ricevevano una<br />

dieta a elevato contenuto proteico, è ipotizzabile che il disturbo<br />

sia il risultato di un ritardo nella maturazione <strong>del</strong>l’enzima<br />

metionina adenosiltrasferasi. Di solito l’anomalia si risolve con<br />

la riduzione <strong>del</strong>l’apporto proteico. In alcuni pazienti è stata<br />

segnalata la presenza di ipermetioninemia primaria, causata da<br />

un defi cit <strong>del</strong>la metionina adenosiltrasferasi epatica (vedi Fig.<br />

<strong>85</strong>-3). La maggior parte di questi pazienti è stata diagnosticata<br />

nel periodo neonatale grazie allo screening per l’omocistinuria.<br />

Gli individui colpiti con attività enzimatica residua restano<br />

asintomatici per tutta la vita, malgrado la persistenza <strong>del</strong>l’ipermetioninemia.<br />

Alcuni lamentano alito cattivo (con caratteristico<br />

odore di cavolo bollito). Un ridotto numero di pazienti con<br />

defi cit enzimatico completo presenta anomalie neurologiche collegate<br />

alla demielinizzazione (ritardo mentale, distonia, disprassia).<br />

Il gene per la metionina adenosiltrasferasi è localizzato sul<br />

cromosoma 10q22; sono state identifi cate diverse mutazioni<br />

patogenetiche. Anche il defi cit di glicina N-metiltrasferasi può<br />

causare ipermetioninemia isolata.<br />

CISTATIONINEMIA (CISTATIONINURIA ). La cistationinuria secondaria<br />

insorge in pazienti con defi cit di vitamina B6 o B12, malattia<br />

epatica (in particolare il danno causato dalla galattosemia), tireotossicosi,<br />

epatoblastoma, neuroblastoma, ganglioblastoma o<br />

difetti <strong>del</strong>la rimetilazione a omocisteina. Il defi cit di cistationasi<br />

provoca una grave cistationinuria e una cistationinemia da lieve<br />

a moderata; normalmente la cistationina non è rilevabile nel sangue.<br />

Il defi cit di questo enzima si trasmette con modalità autosomica<br />

recessiva e la sua prevalenza è stimata a 1/14 000 di nati vivi.<br />

I soggetti colpiti presentano un’ampia gamma di manifestazioni<br />

cliniche. La mancanza di un quadro clinico coerente e la presenza<br />

<strong>del</strong>la cistationinuria in un certo numero di individui normali<br />

suggerisce che il defi cit di cistationasi sia privo di un signifi cato<br />

clinico. Per la maggior parte, i casi segnalati rispondono alla somministrazione<br />

orale di elevate dosi di vitamina B 6 (100 mg/die).<br />

È opportuno instaurare il trattamento non appena formulata la<br />

diagnosi, anche se la sua effi cacia resta da dimostrare. Il gene che<br />

codifi ca per la cistationasi è localizzato sul cromosoma 16.<br />

<strong>85</strong>.4 CISTEINA/CISTINA Iraj Rezvani<br />

La cisteina è un amminoacido non essenziale contenente zolfo,<br />

sintetizzato dalla metionina (vedi Fig. <strong>85</strong>-3). In presenza di ossigeno,<br />

due molecole di cisteina sono ossidate, per formare la<br />

cistina. I due più comuni disturbi <strong>del</strong> <strong>metabolismo</strong> di cisteina/<br />

cistina, la cistinuria e la cistinosi, sono affrontati altrove (vedi<br />

Capitoli 547 e 529.3).<br />

<strong>Capitolo</strong> <strong>85</strong> ■ <strong>Disturbi</strong> <strong>del</strong> <strong>metabolismo</strong> <strong>degli</strong> <strong>amminoacidi</strong> ■ 561<br />

DEFICIT DELLA SOLFITO OSSIDASI ( DEFICIT DEL COFATTORE MOLIB-<br />

DENO). Nell’ultima tappa <strong>del</strong> <strong>metabolismo</strong> <strong>del</strong>la cisteina, il solfi to<br />

è ossidato a solfato dalla solfi to ossidasi e questo è escreto nelle<br />

urine (vedi Fig. <strong>85</strong>-3). L’enzima richiede un complesso molibdeno-pterina<br />

chiamato cofattore molibdeno, il quale è necessario<br />

anche per la funzione di altri due enzimi: la xantina deidrogenasi<br />

(che ossida la xantina e l’ipoxantina in acido urico) e l’aldeide<br />

ossidasi . Tre enzimi, codifi cati da tre geni differenti localizzati sui<br />

cromosomi 14q24, 6p21.3 e 5q11, sono coinvolti nella sintesi<br />

<strong>del</strong> cofattore e il defi cit di uno qualsiasi di questi enzimi causa il<br />

defi cit <strong>del</strong> cofattore, con fenotipo identico. La maggior parte dei<br />

pazienti ai quali era stato inizialmente diagnosticato un defi cit<br />

<strong>del</strong>la solfi to ossidasi è risultata invece affetta da un defi cit <strong>del</strong><br />

cofattore. Entrambe le condizioni sono trasmesse con modalità<br />

autosomica recessiva.<br />

I defi cit <strong>del</strong>l’enzima e <strong>del</strong> cofattore provocano manifestazioni<br />

cliniche identiche. A qualche settimana dalla nascita si può riscontrare<br />

vomito, rifi uto <strong>del</strong>l’allattamento, convulsioni gravi e<br />

intrattabili (toniche, cloniche, miocloniche) e grave ritardo <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo. La dislocazione bilaterale <strong>del</strong> cristallino è un reperto<br />

comune nei pazienti che sopravvivono al periodo neonatale.<br />

Questi bambini eliminano attraverso le urine grandi quantità<br />

di solfi to, tiosolfato, S-sulfocisteina, xantina e ipoxantina. I livelli<br />

sierici e urinari di acido urico e la concentrazione urinaria di<br />

solfato risultano invece diminuiti. Lo screening e le misurazioni<br />

quantitative <strong>del</strong> solfi to andrebbero effettuati utilizzando urina<br />

fresca, perché l’ossidazione a temperatura ambiente può produrre<br />

falsi negativi.<br />

La diagnosi è confermata dalla misura <strong>del</strong>la solfi to ossidasi e<br />

<strong>del</strong> cofattore molibdeno su fi broblasti e biopsia epatica. La diagnosi<br />

prenatale è possibile esaminando l’attività <strong>del</strong>la solfi to ossidasi<br />

in colture di cellule amniotiche o campioni di villi coriali.<br />

Non è disponibile alcun trattamento effi cace e la maggior parte<br />

dei pazienti muore entro i primi due anni di vita. La prevalenza<br />

dei due disturbi non è nota.<br />

<strong>85</strong>.5 TRIPTOFANO Iraj Rezvani<br />

Il triptofano è un amminoacido essenziale e un precursore <strong>del</strong>l’acido<br />

nicotinico e <strong>del</strong>la serotonina (Fig. <strong>85</strong>-5). Sono stati segnalati<br />

diversi presunti defi cit dei vari enzimi coinvolti nel catabolismo<br />

<strong>del</strong> triptofano, ma nessuna entità clinica distinta è fi nora emersa.<br />

La malattia di Hartnup causa disturbi di assorbimento <strong>del</strong><br />

triptofano.<br />

MALATTIA DI HARTNUP . Questo disturbo autosomico recessivo,<br />

che ha preso il nome dalla prima famiglia in cui è stato descritto,<br />

consiste in un difetto nel trasporto di <strong>amminoacidi</strong> monoaminomonocarbossilici<br />

(<strong>amminoacidi</strong> neutri) da parte <strong>del</strong>la<br />

mucosa intestinale o dei tubuli renali. Nella maggior parte dei<br />

casi i bambini con malattia di Hartnup restano asintomatici. La<br />

principale manifestazione clinica nei rari pazienti sintomatici è<br />

la fotosensibilità cutanea. Una moderata esposizione al sole è<br />

suffi ciente a provocare arrossamento ed esposizioni prolungate<br />

possono causare eruzioni cutanee simili alla pellagra, talvolta<br />

pruriginose. Può comparire anche un eczema cronico. Le alterazioni<br />

cutanee sono state segnalate già in neonati di soli 10 giorni.<br />

Alcuni pazienti possono presentare atassia intermittente, che si<br />

manifesta con andatura instabile e a base allargata e che può<br />

protrarsi per alcuni giorni, sebbene di solito si risolva spontaneamente.<br />

Lo sviluppo mentale è generalmente normale, anche se<br />

due membri <strong>del</strong>la prima famiglia segnalata presentavano ritardo<br />

mentale. Sono state osservate alterazioni psicologiche episodiche<br />

solitamente associate agli attacchi di atassia, come irritabilità,<br />

instabilità emotiva, depressione e tendenze al suicidio. In alcuni<br />

pazienti si riscontra bassa statura e glossite atrofi ca.<br />

La maggior parte dei bambini che hanno ricevuto la diagnosi<br />

di malattia di Hartnup in seguito allo screening neonatale è rimasta<br />

asintomatica. Ciò indica che altri fattori sono implicati nella<br />

patogenesi dei sintomi clinici.

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