Capitolo 85 Disturbi del metabolismo degli amminoacidi - Doctor33
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I reperti neurologici sono più evidenti nelle forme cblC e cblD.<br />
I pazienti con cblC sviluppano nei primi mesi di vita un defi -<br />
cit staturo-ponderale, letargia, disturbi <strong>del</strong>l’allattamento, ritardo<br />
mentale e convulsioni. Sono stati segnalati anche difetti a esordio<br />
tardivo, con improvvisa insorgenza di demenza e mielopatia.<br />
L’anemia megaloblastica è di comune riscontro. Nei liquidi<br />
corporei si nota un aumento da lieve a moderato <strong>del</strong>la concentrazione<br />
di acido metilmalonico e omocisteina. A differenza dei pazienti<br />
con omocistinuria classica, i livelli plasmatici di metionina<br />
risultano ridotti o normali. Non è presente iperammoniemia, né<br />
iperglicinemia. Nei primi due pazienti con cblF segnalati, i sintomi<br />
(disturbo <strong>del</strong>l’attattamento, ritardo di crescita e <strong>del</strong>lo sviluppo,<br />
stomatite persistente) si erano manifestati nelle prime 3 settimane<br />
di vita. Soltanto uno dei due presentava anemia megaloblastica<br />
e omocistinuria, mentre in entrambi si riscontrava una moderata<br />
acidemia metilmalonica. Uno dei pazienti, diagnosticato a 10<br />
anni di età, presentava sintomi suggestivi <strong>del</strong>l’artrite reumatoide,<br />
un’anomala pigmentazione cutanea ed encefalopatia. Nei pazienti<br />
con difetto cblF è stato notato un malassorbimento di vitamina<br />
B 12.<br />
L’esperienza nel trattamento di pazienti con i difetti cblC, cblD e<br />
cblF è ancora piuttosto limitata. Elevate dosi di idrossicobalamina<br />
(1-2 mg/die), in associazione a betaina (6-9 g/die), sembrano produrre<br />
un miglioramento biochimico, ma l’effetto clinico è minimo.<br />
Le complicanze più gravi nei pazienti con difetto cblC consistono<br />
in anemia emolitica inspiegabile, idrocefalo e insuffi cienza cardiaca<br />
congestiva. Il gene per cblC è localizzato sul cromosoma 1.<br />
I pazienti con difetto cblE e cblG non presentano acidemia<br />
metilmalonica (vedi <strong>Capitolo</strong> <strong>85</strong>.3).<br />
CH3FH4<br />
HOCH2FH4<br />
FH4<br />
FH4<br />
Piruvato<br />
Alanina<br />
CO 2 NH3<br />
Glicina<br />
Serina<br />
NKH*<br />
6<br />
Acido L-glicerico Idrossipiruvato<br />
Fruttosio<br />
Glucosio<br />
1<br />
Acidemia<br />
D-glicerica<br />
3<br />
Acido D-glicerico<br />
4<br />
8<br />
Acido 2-fosfo D-glicerico<br />
Colina<br />
Betaina<br />
Sarcosina<br />
Sarcosinemia<br />
Piruvato Alanina<br />
2<br />
Ossaluria tipo I<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>85</strong> ■ <strong>Disturbi</strong> <strong>del</strong> <strong>metabolismo</strong> <strong>degli</strong> <strong>amminoacidi</strong> ■ 571<br />
<strong>85</strong>.7 GLICINA Iraj Rezvani<br />
La glicina è un amminoacido non essenziale, sintetizzato prevalentemente<br />
dalla serina e dalla treonina. La principale via catabolica<br />
richiede il sistema di scissione <strong>del</strong>la glicina, per scindere il<br />
primo carbonio di glicina e convertirlo in diossido di carbonio<br />
(Fig. <strong>85</strong>-8). La proteina di scissione <strong>del</strong>la glicina, un multienzima<br />
mitocondriale, è composta da quattro proteine, codifi cate da<br />
differenti geni: la proteina P, la proteina H, la proteina T e la<br />
proteina L.<br />
IPERGLICINEMIA . Elevati livelli di glicina nei liquidi corporei si<br />
riscontrano nell’acidemia propionica e nell’acidemia metilmalonica,<br />
collettivamente defi nite iperglicinemia chetotica perché<br />
caratterizzate dall’insorgenza di episodi di grave acidosi e chetosi.<br />
La patogenesi <strong>del</strong>l’iperglicinemia in questi disturbi non è ancora<br />
<strong>del</strong> tutto chiara, ma in alcuni pazienti è stata dimostrata l’inibizione<br />
<strong>del</strong>l’enzima di scissione <strong>del</strong>la glicina da parte di vari acidi<br />
organici. L’espressione iperglicinemia non chetotica è riservata ai<br />
disturbi clinici causati dal defi cit genetico <strong>del</strong> sistema di scissione<br />
<strong>del</strong>la glicina (vedi Fig. <strong>85</strong>-8). In questi casi si ha l’iperglicinemia<br />
in assenza di chetosi.<br />
IPERGLICINEMIA NON CHETOTICA. Sono state identifi cate quattro<br />
forme di questa malattia, defi nite neonatale, infantile, a esordio<br />
tardivo e transitoria.<br />
Iperglicinemia neonatale . È la forma più comune di iperglicemia<br />
non chetotica (NKH, NonKetotic Hyperglycinemia). Le manifestazioni<br />
cliniche compaiono nei primi giorni di vita (tra 6 ore e 8<br />
Trimetilamina<br />
Trimetilamina-N-ossido<br />
Trimetilaminuria<br />
Piruvato<br />
Figura <strong>85</strong>-8. Vie metaboliche di glicina e acido glossilico . Enzimi: (1) enzima di scissione <strong>del</strong>la glicina; (2) alanina:gliossilato aminotrasferasi, (3) acido D-glicerico<br />
deidrogenasi, (4) glicerato chinasi, (5) trimetilamina ossidasi, (6) lattato deidrogenasi, (7) glicolato ossidasi, (8) sarcosina deidrogenasi. FH4, tetraidrofolato;<br />
NkH*, iperglicinemia non chetotica.<br />
Prolina<br />
Acido<br />
gliossilico<br />
6<br />
5<br />
Ossaluria tipo II<br />
3<br />
7<br />
Acido<br />
glicolico<br />
Acido ossalico Vitamina C<br />
Etilene<br />
glicol