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Capitolo 85 Disturbi del metabolismo degli amminoacidi - Doctor33

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direzione e sintetizza questi composti in una reazione inversa<br />

(Fig. <strong>85</strong>-7).<br />

Le manifestazioni cliniche sono piuttosto variabili e spaziano<br />

dalla forma asintomatica nell’adulto a gravi episodi di acidosi<br />

nelle prime settimane di vita. I bambini colpiti presentano episodi<br />

intermittenti di chetosi e acidosi apparentemente inspiegabili,<br />

che solitamente si verifi cano dopo un’infezione intercorrente e<br />

rispondono rapidamente a una terapia endovenosa con liquidi o<br />

bicarbonato. Durante gli attacchi può presentarsi anche iperammoniemia<br />

da lieve a moderata. In casi isolati sono state segnalate<br />

sia ipoglicemia sia iperglicemia. Il bambino può risultare <strong>del</strong><br />

tutto asintomatico tra un episodio e l’altro e riesce a tollerare<br />

una dieta con apporto proteico normale. Lo sviluppo mentale è<br />

normale nella maggior parte dei casi. Gli episodi possono essere<br />

erroneamente diagnosticati come un avvelenamento da salicilato,<br />

a causa <strong>del</strong>le similitudini tra i reperti clinici e per l’interferenza<br />

<strong>degli</strong> elevati livelli ematici di acetoacetato con il metodo colorimetrico<br />

al salicilato.<br />

I reperti di laboratorio durante gli attacchi acuti includono acidosi,<br />

chetosi e iperammoniemia. L’urina contiene grandi quantità<br />

di 2-metilacetoacetato (e il suo prodotto <strong>del</strong>la decarbossilazione,<br />

il butanone ), 2-metil-3-idrossibutirato e tiglilglicina . Concentrazioni<br />

più basse di questi metaboliti urinari persistono durante i<br />

periodi di apparente remissione dei sintomi. Può essere presente<br />

anche una lieve iperglicinemia. I reperti clinici e biochimici andrebbero<br />

differenziati da quelli evidenziabili nel caso di acidemia<br />

propionica o metilmalonica (vedi oltre). La diagnosi può essere<br />

stabilita mediante test enzimatico su colture di fi broblasti o identifi<br />

cazione <strong>del</strong> gene mutante.<br />

Il trattamento <strong>degli</strong> episodi acuti prevede idratazione e infusione<br />

di bicarbonato per correggere l’acidosi, mentre per lo<br />

stato catabolico può essere usata una soluzione di glucosio al<br />

10% con gli elettroliti appropriati e lipidi endovena. La terapia<br />

a lungo termine prevede la restrizione <strong>del</strong>l’assunzione di proteine<br />

(1-2 g/kg/die). Si raccomanda anche la somministrazione orale di<br />

L-carnitina (50-100 mg/kg/die) per prevenire un defi cit secondario<br />

di carnitina. La prognosi a lungo termine sembra favorevole<br />

e questi pazienti sono in grado di condurre una vita normale. Tre<br />

dei pazienti segnalati hanno terminato il liceo e uno si è iscritto<br />

all’università, pure se le anomale concentrazioni dei metaboliti<br />

nei liquidi corporei permanevano in tutti loro. Sono state inoltre<br />

descritte gravidanze con esito positivo sia per la mamma sia per<br />

il bambino.<br />

La patogenesi <strong>del</strong>la chetosi in questo disturbo non è ancora<br />

stata chiarita, perché in presenza di tale defi cit enzimatico ci si<br />

aspetterebbe piuttosto una compromissione <strong>del</strong>la formazione di<br />

chetoni (vedi Fig. <strong>85</strong>-7). È ipotizzabile che l’acetoacetil CoA in<br />

eccesso prodotto da altre fonti venga usato come substrato per la<br />

sintesi di 3-idrossi-3-metilglutaril (HMG, Hydroxy MethylGlutaryl)<br />

CoA nel fegato.<br />

Questo disturbo è ereditato con modalità autosomica recessiva.<br />

La sua prevalenza potrebbe risultare superiore a quella stimata<br />

attualmente. Il tasso più elevato si riscontra in Tunisia. Il gene<br />

(ACAT1) per questo enzima (T 2) è localizzato sul cromosoma<br />

11q22.3-23.1.<br />

DEFICIT DI ACETOACETIL COA TIOLASI CITOSOLICA . Questo enzima<br />

catalizza la produzione citosolica di acetoacetil CoA da due moli<br />

di acetil CoA (vedi Fig. <strong>85</strong>-7). L’acetoacetil CoA citosolico è il<br />

precursore <strong>del</strong>la sintesi <strong>del</strong> colesterolo epatico. L’acetoacetil CoA<br />

tiolasi citosolica è un enzima completamente diverso dalla tiolasi<br />

mitocondriale (vedi sopra e Fig. <strong>85</strong>-4). Le manifestazioni cliniche<br />

in questa rara forma di defi cit enzimatico sono simili a quelle<br />

riscontrate nei pazienti con acidemia mevalonica (vedi oltre).<br />

Nei primi mesi di vita si manifestano un ritardo <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

grave e progressivo, una ipotonia e un movimento coreoatetoidi.<br />

I reperti di laboratorio sono aspecifi ci; nel sangue e nelle urine<br />

è possibile riscontrare elevati livelli di lattato, piruvato, acetoacetato<br />

e 3-idrossibutirato, tuttavia un paziente presentava una<br />

concentrazione normale di acetoacetato e 3-idrossibutirato. La<br />

diagnosi può essere stabilita dimostrando la presenza di un defi cit<br />

<strong>Capitolo</strong> <strong>85</strong> ■ <strong>Disturbi</strong> <strong>del</strong> <strong>metabolismo</strong> <strong>degli</strong> <strong>amminoacidi</strong> ■ 567<br />

nell’attività <strong>del</strong>la tiolasi citosolica su biopsia epatica, fi broblasti<br />

in coltura o analisi <strong>del</strong> DNA. Non è disponibile alcun trattamento<br />

effi cace. Il gene di questo disturbo è localizzato sul cromosoma<br />

6q25.3-q26.<br />

Defi cit di 3-idrossi 3-metilglutaril (HMG) CoA sintasi . Questo enzima<br />

catalizza la sintesi, nei mitocondri, di HMG-CoA a partire<br />

dall’acetoacetil CoA. Si tratta di una tappa critica <strong>del</strong>la sintesi dei<br />

chetoni nel fegato (vedi Fig. <strong>85</strong>-7). È stato segnalato un numero<br />

molto ridotto di pazienti con questo defi cit e l’esordio e l’esito<br />

<strong>del</strong>la malattia risultavano simili nelle totalità dei casi. L’età di<br />

presentazione era compresa tra 18 mesi e 6 anni, con tutti i<br />

bambini asintomatici fi no all’insorgenza <strong>del</strong>l’episodio acuto e<br />

in seguito normali dopo la sua conclusione (fatta eccezione per<br />

una lieve epatomegalia con infi ltrazione adiposa). In nessuno<br />

dei pazienti si era verifi cato un secondo episodio, probabilmente<br />

grazie alle misure preventive adottate per evitare il digiuno prolungato<br />

durante periodi di malattia successivi. L’epatomegalia<br />

era riscontrata nella totalità dei pazienti. I reperti di laboratorio<br />

includevano ipoglicemia, acidosi con chetosi lieve o assente, alterazioni<br />

<strong>del</strong>la funzione epatica e una grave aciduria dicarbossilica.<br />

I reperti clinici e di laboratorio sono facilmente confondibili con<br />

quelli dei pazienti con difetti <strong>del</strong> <strong>metabolismo</strong> <strong>degli</strong> acidi grassi<br />

(vedi <strong>Capitolo</strong> 86.1) ma, a differenza di questi ultimi, i pazienti<br />

con defi cit di HMG-CoA sintetasi hanno concentrazioni ematiche<br />

di acilcarnitina coniugata nella norma. In questi soggetti, le<br />

anomalie cliniche e metaboliche precedentemente descritte sono<br />

scatenate dal digiuno.<br />

Il trattamento consiste nel garantire un apporto calorico adeguato<br />

e nell’evitare prolungati periodi di digiuno. Non è necessaria<br />

la riduzione <strong>del</strong>l’apporto proteico.<br />

Il difetto è ereditato con modalità autosomica recessiva. Il<br />

gene è localizzato sul cromosoma 1p13-p12; sono state identifi<br />

cate diverse mutazioni patogenetiche. La presenza di questo<br />

defi cit, probabilmente più comune di quanto risulti attualmente,<br />

andrebbe sospettata in tutti i bambini con ipoglicemia a<br />

digiuno.<br />

ACIDURIA 3-IDROSSI-3-METILGLUTARICA . Questa malattia è dovuta<br />

a un defi cit di HMG-CoA liasi (vedi Fig. <strong>85</strong>-4), l’enzima limitante<br />

che catalizza la conversione di HMG-CoA in acetoacetato<br />

nella chetogenesi (vedi Fig. <strong>85</strong>-7).<br />

Sul piano clinico oltre il 60% dei pazienti diviene sintomatico<br />

tra i 3 e gli 11 mesi, mentre il 30% circa sviluppa i<br />

sintomi nei primi giorni di vita. È stato segnalato il caso di<br />

un bambino rimasto asintomatico fi no ai 15 anni. Episodi di<br />

vomito, grave ipoglicemia, ipotonia, acidosi con chetosi lieve o<br />

assente e deidratazione, si verifi cano spesso durante uno stato<br />

catabolico come il digiuno o un’infezione intercorrente, possono<br />

condurre rapidamente a letargia, atassia e coma. L’epatomegalia<br />

è comune. Queste manifestazioni possono essere<br />

erroneamente diagnosticate come sindrome di Reye o defi cit<br />

di acil CoA deidrogenasi a catena media (MCAD). I pazienti<br />

sono solitamente asintomatici fra un attacco e l’altro. È stato<br />

segnalato il caso di un bambino di 7 mesi deceduto durante<br />

una malattia febbrile a causa di una cardiomiopatia acuta. Lo<br />

sviluppo è solitamente normale, ma in pazienti con prolungati<br />

episodi di ipoglicemia sono stati riscontrati ritardo mentale e<br />

convulsioni, associati ad anomalie <strong>del</strong>la sostanza bianca (evidenziabili<br />

con la RM).<br />

I reperti di laboratorio includono ipoglicemia, iperammoniemia<br />

da moderata a grave e acidosi. La chetosi è lieve o assente<br />

(vedi Fig. <strong>85</strong>-7). Si riscontra un notevole aumento <strong>del</strong>l’escrezione<br />

urinaria di acido 3-idrossi-3-metilglutarico e di altri metaboliti<br />

intermedi prossimali <strong>del</strong> catabolismo <strong>del</strong>la leucina (acidi 3-metilglutaconico<br />

e 3-idrossiisovalerico). Questi acidi organici sono<br />

escreti nelle urine come carnitina coniugata, causando un defi cit<br />

secondario di carnitina. Durante gli attacchi acuti, anche i livelli<br />

<strong>degli</strong> acidi glutarico e adipico possono risultare aumentati nelle<br />

urine. La diagnosi è confermata mediante misurazione <strong>del</strong>l’attività<br />

enzimatica su amniociti in coltura, biopsia dei villi coriali o<br />

analisi <strong>del</strong> DNA.

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