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Prefazione
Nicola Pasqualicchio, Università di Verona
Ho insegnato al Marconi per diciassette anni. Ci sono entrato con il timore pregiudiziale,
credo non raro negli insegnanti di lettere, che in un istituto tecnico la mia preparazione
umanistica e i miei interessi culturali sarebbero andati in buona parte sprecati. Ne
sono uscito, dopo una bella porzione di vita, con il patrimonio di un’esperienza insostituibile
sotto tutti i profili: didattico, culturale, umano; un’esperienza della quale faccio
quotidianamente tesoro, oggi, nel mio insegnamento universitario, che se ottiene, come
ho la presunzione di credere, dei risultati apprezzabili, lo deve certamente anche a ciò
che ho imparato dai miei alunni e dai miei colleghi del Marconi.
Uno degli elementi che hanno reso così arricchenti quegli anni è stato un diffuso
senso di collaborazione, di progettualità condivisa, la voglia di molti di offrire occasioni
formative, sul piano culturale e umano, che andassero al di là degli ordinari adempimenti
curricolari. Non voglio mitizzare né generalizzare: zone di resistenza, chiusure
nell’individualismo, pigrizie inamovibili esistono ovunque, e non sono dunque mancate
nemmeno nella nostra scuola (e io stesso non mi sentirei di dichiararmene del tutto
innocente). Ma lo “spirito generale” andava in un’altra direzione, facendo senza dubbio
del Marconi una delle scuole più propositive della città. Era un atteggiamento che si
poteva cogliere e produceva frutti a più livelli: in singoli coordinamenti di materia, in
iniziative di carattere interdisciplinare, nella realizzazione di numerose “aree di progetto”,
nei rapporti della scuola con il territorio, nelle iniziative di coinvolgimento delle
famiglie nelle attività della scuola.
Proprio su questo sfondo si collocano i progetti che l’istituto organizza e realizza
da molti anni nell’area dell’orientamento, in un settore, cioè, che se ha un’importanza
pratica evidente in una scuola il cui sbocco, oltre e più che l’università, è il mondo lavorativo,
rivela però in modo crescente la sua indispensabilità formativa come percorso
di educazione all’analisi delle potenzialità personali in vista della scelta di un futuro
consapevolmente progettato. Quanta più cura e quante più risorse una scuola dedica
all’orientamento, tanto più qualificato è il livello della sua offerta formativa globale: che
non può mai essere soltanto la trasmissione sommatoria di abilità specifiche orientate
alla preparazione professionale, dovendo innanzitutto strutturarsi come un processo organico
mirato alla formazione della persona, all’acquisizione della consapevolezza dei
propri limiti, delle proprie doti, delle proprie responsabilità da parte del cittadino che, al
termine della scuola superiore, fa il suo effettivo ingresso nella società degli adulti. Sono
temi e obiettivi che il Marconi tiene in primo piano nella propria offerta formativa; e che
stanno particolarmente a cuore ad Alfio Meci, che da sempre intende il proprio lavoro,
anzi (credo di poterlo dire senza enfasi o retorica) la propria missione di insegnante, al
di là delle competenze specifiche trasmesse dalla sua disciplina, come formazione di
nuovi cittadini, socialmente ed eticamente responsabili.
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