il riflesso di dante nella primavera di botticelli - Astroarte
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siano piuttosto Giove ("Giove” - scrive <strong>il</strong> Ficino – “ è la Grazia interme<strong>di</strong>a ed è misurata<br />
a noi in massimo grado”), <strong>il</strong> Sole e Venere, ciò che risulta determinante secondo <strong>il</strong><br />
f<strong>il</strong>osofo del neoplatonismo è che le tre stelle arrecano sempre come doni Gioia,<br />
Splendore e Freschezza, che sono appunto i nomi, tradotti dal greco, assegnati alle tre<br />
Grazie: rispettivamente Eufrosine, Aglaia e Talia.<br />
Pur sapendo che esiste tutta un’intera letteratura che si è a lungo occupata dei nomi<br />
greci delle Grazie, nel nostro caso si rivelerà molto ut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> fatto che Mars<strong>il</strong>io Ficino non<br />
solo ha tradotto i nomi delle Grazie, ma ne ha anche stab<strong>il</strong>ito i nessi con i principi<br />
cosmici. Si tratterà quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> definire la corrispondenza sinora <strong>di</strong>scussa, quella appunto<br />
tra le Grazie raffigurate dal Botticelli e i tre benefici pianeti Venere, Sole e Giove, in<br />
quanto tale corrispondenza può costituire la chiave <strong>di</strong> lettura per avvalorare la bontà<br />
dell'interpretazione della Primavera secondo <strong>il</strong> metodo astronomico. Proveremo dunque<br />
ad assecondare la lettura <strong>di</strong> Mars<strong>il</strong>io Ficino seguendo un criterio iconologico <strong>il</strong> più<br />
coerente possib<strong>il</strong>e.<br />
Se osserviamo i medaglioni al collo delle due fanciulle frontali (Talia a sinistra e<br />
Aglaia a destra), si può supporre che essi stiano a significare pianeti che br<strong>il</strong>lano <strong>di</strong> luce<br />
riflessa e, in questo caso, la terza fanciulla <strong>di</strong> spalle (Eufrosine) potrebbe essere<br />
identificata con <strong>il</strong> Sole. Considerando <strong>il</strong> fattore luminosità come <strong>di</strong>scriminate tra le due<br />
fanciulle frontali, Venere potrebbe essere rappresentata da Talia, la figura a sinistra<br />
vicino a Mercurio, in virtù del fatto che la sua maggiore luminosità rispetto alla<br />
fanciulla <strong>di</strong> destra pare essere in<strong>di</strong>cata dalla <strong>di</strong>mensione stessa del suo medaglione, che<br />
è appunto più grande <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Aglaia (fig. 15 e 16), la quale rappresenterà quin<strong>di</strong><br />
Giove. Ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Venere, inoltre, alcuni fiori del tipo eragrostide o "erba dell'amore"<br />
confermerebbero l'ipotesi, e si potrebbe ad<strong>di</strong>rittura far notare la somiglianza del volto <strong>di</strong><br />
questa Talia-Venere con quello della Venere della Nascita nell'altro <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong><br />
Botticelli. In base ai criteri in<strong>di</strong>viduati, dunque, le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Ficino sembrerebbero<br />
essere ulteriormente comprovate: Eufrosine-Gioia è <strong>il</strong> Sole al centro, Aglaia-Splendore<br />
è Giove a destra, e Talia-Freschezza è Venere a sinistra .<br />
Ammessa la corrispondenza fra le tre Grazie e i pianeti Venere, Sole e Giove,<br />
potremmo anche supporre che <strong>il</strong> cerchio formato dalle fanciulle <strong>nella</strong> loro danza<br />
rappresenti <strong>il</strong> cerchio dello Zo<strong>di</strong>aco 36 (fig. 17), e che <strong>il</strong> punto più alto <strong>di</strong> questo cerchiozo<strong>di</strong>aco<br />
- l’intrecciarsi delle mani <strong>di</strong> Talia e Aglaia - in<strong>di</strong>chi <strong>il</strong> Me<strong>di</strong>um Coeli 37 :<br />
36<br />
Lo Zo<strong>di</strong>aco è “la zona ideale della sfera celeste entro cui si trovano i percorsi apparenti del Sole, dei<br />
pianeti e della Luna, delimitata da due linee parallele all’eclittica a 8° <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza angolare dai due lati <strong>di</strong><br />
questa, contenente le do<strong>di</strong>ci costellazioni zo<strong>di</strong>acali” (Nuovo Zingarelli).<br />
37<br />
“ Me<strong>di</strong>um coeli è <strong>il</strong> punto in cui <strong>il</strong> meri<strong>di</strong>ano del luogo incontra l’eclittica ed è <strong>il</strong> punto dell’eclittica in<br />
cui si trova <strong>il</strong> Sole quando è mezzogiorno sul meri<strong>di</strong>ano. L’Ascendente corrisponde all’intersezione<br />
dell’eclittica con l’orizzonte orientale e figura come <strong>il</strong> punto zo<strong>di</strong>acale dell’eclittica che si innalza (da qui<br />
<strong>il</strong> termine <strong>di</strong> levata)” (Barbault, Trattato pratico <strong>di</strong> Astrologia, Astrolabio, 1979, p.24).<br />
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