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Ovidio

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• L’epos delle forme nelle Metamorfosi<br />

18<br />

La paura si riveste di immagini allusive della morte:<br />

• anima in naso;<br />

• stabam tamquam mortuus;<br />

• mori timore;<br />

• ut larva;<br />

• animam ebullivi;<br />

• oculi mortui;<br />

• operire oculos amplius non potui.<br />

L’intellexi («capii») finale sta a indicare che ormai si è creata la barriera, l’altro è<br />

un «diverso» da cui bisogna difendersi e con cui non si può dividere il pane: nec<br />

postea cum illo panem gustare potui. Non è più, dunque, un «compagno» in senso<br />

etimologico (cum+panis).<br />

Al racconto di Nicerote seguirà dopo poco quello di Trimalchione sulle streghe,<br />

in sintonia col tema del magico e dell’irrazionale, presente nel lupo mannaro.<br />

È interessante applicare al brano lo schema triadico di Bremond2 , secondo il quale la<br />

logica delle azioni del protagonista segue o un miglioramento possibile o un peggioramento<br />

o alterna miglioramento e peggioramento nella successione detta «testa/coda».<br />

Nel caso del personaggio del lupo mannaro abbiamo appunto un «testa/coda»:<br />

Trasformazione Processo Trasformazione<br />

da compiere di trasformazione compiuta<br />

da stato umano tempo e luoghi ritorno allo stato umano<br />

a stato animale rituali da quello animale<br />

arrivo della crisi manifestazione della crisi termine della crisi<br />

Questa alternanza, che si verifica nel licantropo, rappresenta simbolicamente un<br />

entrare e un uscire dalla conoscenza. Il viaggio di Nicerote e dell’amico non è<br />

altro, infatti, che l’avventura e il rischio legati alla conoscenza. Tale racconto di<br />

viaggio, del resto, è inserito nell’altro lungo viaggio che costituisce la trama del<br />

Satyricon tutto e, attraverso le molteplici vicende dei protagonisti, approda al<br />

mondo distorto e degradato di Crotone, città dei morti, simbolo di una società<br />

in sfacelo, qual era quella dell’epoca di Petronio.<br />

La crisi dell’uomo che si trasforma in lupo si configura, così, come una sorta di<br />

«viaggio», in cui l’individuo diventa «altro da sé», perde la propria identità conosciuta,<br />

per entrare in un’altra dimensione, scoprire l’ignoto che c’è dietro il noto,<br />

varcare, quindi, la «frontiera» che separa il sé dall’altro.<br />

In tal senso, il racconto di Petronio è la metafora della duplicità interiore, dello<br />

sdoppiamento di personalità. Quello che muta, invece, a seconda dei contesti è<br />

il modo con cui è sentito, valutato, considerato tale sdoppiamento: orrore per la<br />

bestialità dell’uomo, ammirazione per la sua forza sovrumana, curiosità per la<br />

stranezza del fenomeno o pietà, dolente malinconia per la creatura malata e sola,<br />

2 In AA.VV., L’analisi del racconto, Bompiani, Milano, 1969.<br />

<strong>Ovidio</strong>: Metamorfosi e trattatistica amorosa<br />

Estratto distribuito da Biblet

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