20.06.2013 Views

Ovidio

Ovidio

Ovidio

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Estratto distribuito da Biblet<br />

• L’epos delle forme nelle Metamorfosi<br />

chiusa nel cerchio irraggiungibile del suo mistero, «segno» di ribellione ad un<br />

mondo falso, fatto di sole apparenze.<br />

In Petronio, quindi, la licantropia si inscrive nel significato di tutto il romanzo, quale<br />

la rappresentazione del mondo rovesciato dei valori romani al tempo di Nerone.<br />

Se si considera, invece, la figura del lupo mannaro come espressione di un passaggio<br />

dallo stato di cultura (uomo) a quello di natura (lupo) e, poi ancora, un ritorno allo<br />

stato di cultura (uomo), si può cogliere in questa metamorfosi un significato antropologico.<br />

Rappresenterebbe, infatti, la testimonianza di antichi rituali, forse di carattere<br />

iniziatico, che accompagnavano il momento di ingresso nella pubertà.<br />

L’acqua, il fango, il sangue, che compaiono in tutti i racconti, sia letterari che<br />

folkloristici, sono gli elementi tipici della purificazione rituale. Il lupo, d’altro<br />

canto, era animale diffuso nell’area geografica europea, per cui assume un<br />

significato ambiguo, insieme negativo e positivo: è espressione del male e<br />

rappresenta il demoniaco, perché minaccia la comunità (si pensi allo spauracchio<br />

del lupo cattivo o alla fiaba di Cappuccetto Rosso); è espressione del bene,<br />

invece, in quanto dotato di una forza superiore e di un potere eccezionale.<br />

Dominarlo significava poterlo inserire nel contesto della civiltà, cioè «convertirlo».<br />

Così, nelle leggende medioevali i santi (S. Francesco, S. Domenico ecc.) riescono<br />

a volgere, convertire (cum-verto) la sua natura bestiale in comportamento umano,<br />

riportando la vittoria sul nemico, come «eroi» sorretti dalla potenza divina. Il cane<br />

lupo, fedele al padrone più di tutte le altre razze, rappresenta, appunto, questo<br />

conflitto natura/cultura ormai risolto. Nel licantropo, invece, le due connotazioni<br />

opposte, cultura/natura, ordine/disordine, umanità/bestialità, continuano a convivere<br />

in modo inquietante, suscitando un’ambigua reazione: orrore per il suo<br />

comportamento bestiale, ammirazione per il suo potere sovrumano.<br />

Non a caso la tradizione folklorica riferisce che i contadini non sparano mai ad<br />

un lupo, perché temono che in esso si nasconda un uomo.<br />

La trasformazione che subisce il lupo mannaro nelle notti di plenilunio, rappresenta<br />

un «passaggio», quindi, verso territori sconosciuti in cui l’io sperimenta<br />

quello che l’antropologo René Girard definisce il «doppio mostruoso», la scissione<br />

tra il «sé» e l’«altro da sé», e «il soggetto sembra obbedire ad una forza venuta<br />

dall’esterno» (La violenza e il sacro, Adelphi Edizioni, Milano, 1986).<br />

Il «viaggio» del licantropo si configura, pertanto, ancora come un viaggio verso la<br />

conoscenza, con la dolorosa rottura del consueto che ogni conoscenza comporta.<br />

Si ha così questo tipo di schema:<br />

LICANTROPIA<br />

Crisi<br />

consorzio umano, perdita di identità, mondo soprannaturale,<br />

spazio noto passaggio e varco spazi esterni, ignoto,<br />

della «frontiera», visione nuova e profonda<br />

morte dell’io delle cose, comprensione<br />

diversa<br />

Petronio: monimenta, silvas (bosco), solitudine<br />

via, villam, domum,<br />

lecto ecc.<br />

Estratto della pubblicazione<br />

<strong>Ovidio</strong>: Metamorfosi e trattatistica amorosa<br />

19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!