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i m p a t t o<br />

4 Marzo 2013 Anno I<br />

nuMero 1 4 Marzo 2013 Anno I<br />

PRIMO PIANO<br />

Gelo in Vaticano: <strong>il</strong><br />

Santo Padre si dimette<br />

dall’incarico. Ratzinger:<br />

sento <strong>il</strong> peso degli anni.<br />

Presto <strong>il</strong> conclave pag 4<br />

ECONOMIA<br />

Dopo le politiche<br />

tensione sui mercati.<br />

Moody’s minaccia rischio<br />

retrocessione per <strong>il</strong> debito<br />

italiano.<br />

MILANO - Ed intanto tra gli scandali<br />

di MPS e Finmeccanica, che<br />

destab<strong>il</strong>izzano la Borsa valori del<br />

capoluogo lombardo, Cairo cerca<br />

di comprare La7 pag 18<br />

SPORT<br />

Lo spettacolo calcistico<br />

dell’anno, resta solo una<br />

recita. Napoli - Juventus<br />

finisce 1 -1<br />

NAPOLI - Una partita maschia, nella<br />

bolgia di un San Paolo stracolmo.<br />

Le squadre alla lunga tendono<br />

ad annullarsi a vicenda, e non<br />

esprimo un buon gioco. Finisce con<br />

un giusto pareggio per 1- 1, con<br />

le marcature nel primo tempo di<br />

Chiellini e Inler pag 44<br />

Nasce <strong>Impatto</strong>, un settimanale<br />

di informazione libera. Il giornale<br />

uscirà gratuitamente e sarà un<br />

prodotto fac<strong>il</strong>e e per tutti. pag 2<br />

IL RE TORNA A NAPOLI<br />

Maradona sbarca in terra<br />

partenopea ed è subito festa per i<br />

tifosi. All’interno l’intervista esclusiva<br />

ad Angelo Pisani, avvocato del<br />

mitco “Pibe de oro”. pag 14<br />

Intato <strong>il</strong> cicalio del “Gr<strong>il</strong>lo” diventa un urlo<br />

nazionale. Il Movimento 5 stelle, guidato dal<br />

comico, diventa <strong>il</strong> primo partito d’Italia: a<br />

Montecitorio con <strong>il</strong> 25,55% dei consensi.<br />

Gli astenuti invece arrivano al 25,1%<br />

<strong>Impatto</strong> - settimanale di informazione laica, apartitica e libera<br />

Editore - Associazione “Il tempo senza orologio”<br />

www.impattosettimanale.it - 08119168073<br />

BER vs BER<br />

Bersani - Berlusconi: scontro al fotofinish<br />

ma non c'e' la maggioranza.<br />

Senza intese dell'ultima ora,<br />

rischio elezioni anticipate<br />

TesTaTa in aTTesa di regisTrazione c/o Tribunale<br />

INTERVISTA ESCLUSIVA<br />

I giovani e <strong>il</strong> loro rapporto<br />

con la notizia: parla <strong>il</strong><br />

Presidente nazionale<br />

dell’ordine dei giornalisti<br />

Enzo Iacopino. pag 3<br />

Elezioni politiche 2013<br />

6 pagine tutte dedicate<br />

agli eventuali scenari<br />

politici post elezioni. Tra<br />

politica interna ed estera,<br />

qual è <strong>il</strong> futuro del nostro<br />

Paese? pag 6


<strong>Impatto</strong>» l’apertura » pag. 2<br />

all’ interno<br />

di questo numero<br />

4 Marzo 2013 Anno 1<br />

MUSICA<br />

Max Gazzè a Napoli, dopo<br />

l’avventura di Sanremo,<br />

racconta <strong>il</strong> suo presente, <strong>il</strong><br />

suo passato e <strong>il</strong> suo futuro<br />

sia musicale che personale.<br />

pag. 38<br />

INSERTO LETTERARIO<br />

Inseme ad <strong>Impatto</strong><br />

anche l’inserto letterario:<br />

Feu<strong>il</strong>leton!<br />

Ogni sette giorni, questo<br />

contenitore<br />

omaggerà i nostri lettori di<br />

storie e narrazioni sempre<br />

ricche e creative<br />

pag. 50<br />

le vignette di Kevin Scauri<br />

di Guglielmo Pulcini<br />

Responsab<strong>il</strong>e Editoriale<br />

Quando decisi di fondare <strong>Impatto</strong> settimanale<br />

con un gruppo di amici di breve o lunga data, avevo<br />

in mente un tipo di giornale (ed anche una modalità<br />

di azienda editoriale) completamente diverso dagli<br />

standard classici dell’editoria.<br />

Quando mi venne in mente l’idea di <strong>Impatto</strong> ero<br />

desideroso di fondare un giornale che fosse basato<br />

innanzitutto sullo spirito di gruppo e sulla collaborazione<br />

tra tutti i membri del giornale (una redazione<br />

senza capi e senza padroni così come mi piace<br />

definirla). Un giornale che fosse sempre alla ricerca<br />

Elezioni 2013 (p.6)<br />

6 pagine tutte dedicate agli<br />

eventuali scenari politici post<br />

elezioni. Tra politica interna ed<br />

estera, qual è <strong>il</strong> futuro del nostro<br />

Paese?<br />

Il Papa si dimette (p.4)<br />

Gelo in Vaticano: <strong>il</strong> Santo Padre si<br />

dimette dall’incarico. Ratzinger:<br />

sento <strong>il</strong> peso degli anni. Presto <strong>il</strong><br />

conclave<br />

Nasce “<strong>Impatto</strong>”<br />

un settimale al<br />

servizio di tutti<br />

della notizia vera e capace allo stesso tempo di avvicinarsi<br />

ad un bacino di utenza molto giovan<strong>il</strong>e<br />

(anche grazie all’uso dei nuovi dispositivi mob<strong>il</strong>i ed<br />

ai social network).<br />

Avevo in mente una idea di redazione dove si incentivano<br />

le passione dei collaboratori, al contrario<br />

di smorzarle con articoli non inclini ai lori interessi<br />

personali.<br />

Avevo poi altresì congetturato un concetto di<br />

azienda editoriale etica, trasparente, incline a sostenere<br />

le opere socialmente ut<strong>il</strong>i e culturalmente positive.<br />

Un azienda che non fosse assoldata da partiti e<br />

da ricatti pubblici per avere qualche centesimo in più<br />

nella cassa … Insomma una redazione onesta e pulita,<br />

fatta di umano sacrificio più che di compromessi.<br />

Maradona a Napoli (p. 14)<br />

Maradona sbarca in terra partenopea<br />

ed è subito festa per i tifosi. All’interno<br />

l’intervista esclusiva ad Angelo Pisani,<br />

avvocato del mitco “Pibe de oro”.<br />

Notate: ho ut<strong>il</strong>izzato per tutto <strong>il</strong> tempo di questa<br />

apertura <strong>il</strong> imperfetto, non perché questa mia idea<br />

editoriale sia andata poi dispersa; ma perché, anzi, è<br />

stata messa tutta in pratica, e l’avete dinnanzi agli occhi:<br />

Benvenuti su <strong>Impatto</strong>, cari lettori!<br />

E grazie m<strong>il</strong>le a tutti coloro che hanno profuso<br />

impegno per rendere questo sogno una piccola oasi<br />

dell’editoria moderna!<br />

Il nostro impegno sarà quello di fornirvi ogni<br />

settimana un prodotto fruib<strong>il</strong>e, un contenitore pieno<br />

di notizie accertate e variegate. E specialmente un<br />

giornale del tutto gratuito apprezzab<strong>il</strong>e in qualsiasi<br />

momento della giornata.


La notte degli Oscar (p.24)<br />

Assegnati gli oscar. Vince Argo,<br />

Premiato anche Ben Affleck. Per le<br />

donne spunta Jennifer Lawrence,<br />

Premio anche a Tarantino<br />

Oscar Blanca (p.26)<br />

Il famoso architetto catalano sbarca a<br />

Napoli e ci spiega cosa sa fare o meno<br />

un architetto nel trasformare gli spazi<br />

in opere d’arte<br />

Quale è <strong>il</strong> vero<br />

futuro per<br />

l’informazione?<br />

Lucio Dalla (p.36)<br />

A settanta anni dalla sua nascita , e ad<br />

uno dalla sua improvvisa scomparsa Un<br />

viaggio musicale alla ricerca della vera<br />

essenza del grande maestro bolognese.<br />

Interviene <strong>il</strong> Presidente Enzo Iacopino in merito a<br />

come l’editoria attuale debba avvicinarsi ai giovani<br />

di Simona Ammendola<br />

malsana: pochi sono i giovani<br />

Giornalista<br />

che cercano un confronto tra le<br />

V<br />

varie notizie riportate per veri-<br />

a via via scemando sempre ficarne la credib<strong>il</strong>ità. Da qui un<br />

di più, <strong>il</strong> numero di giovani interminab<strong>il</strong>e giro di false in-<br />

che si approcciano con informazioni talvolta più dannose<br />

teresse e quotidianità al mondo della disinformazione stessa.<br />

giornalistico e di conseguenza A riguardo di quanto detto, è in-<br />

agli scenari della notizia. Ma tervenuto Enzo Iacopino, Presi-<br />

di chi sono le colpe di questo dente del Consiglio nazionale<br />

fenomeno? Sebbene si è abit- dell’Ordine dei giornalisti.<br />

uati a guardare sempre i giovani<br />

quali indifferenti e disinteressati, Quali sono, secondo Lei, le<br />

talvolta la colpa è della notizia cause di un così esiguo nume-<br />

stessa. Specialmente quando ro di giovani che si informano<br />

questa risulta essere poco dell’attualità che li circonda?<br />

fluida e dinamica, e raramente “Non sono convinto – spiega <strong>il</strong><br />

propensa a suscitare l’interesse Presidente - che i giovani non si<br />

giovan<strong>il</strong>e. E la conferma, di informino. E’ una comoda lettu-<br />

quanto detto, ci è data proprio ra di noi. Sono diversi i canali dai<br />

dall’evoluzione che <strong>il</strong> mondo quali attingono le informazioni.<br />

dell’informazione ha subito Il web, ad esempio, è un veicolo<br />

tramite <strong>il</strong> web. Internet infatti ha formidab<strong>il</strong>e che contiene anco-<br />

stravolto tempi e modalità per la ra troppi pericoli. Non ipotizzo,<br />

diffusione della notizia - prima sia chiaro, bavagli, ma qualche<br />

lunghi e ardui - ed ora rapidi e regola occorre. Basti pensare<br />

semplificati. Basta un semplice – continua Iacopino- che una<br />

“clic” e una qualsiasi notizia può notizia inserita nel web fa <strong>il</strong> giro<br />

arrivare agl’angoli più disparati del mondo in pochi attimi e<br />

del mondo. E’ anche vero, però, raggiunge potenzialmente m<strong>il</strong>-<br />

che spesso le notizie trasmesse ioni di persone. Se quella noti-<br />

in rete hanno un grado di atzia è falsa o sbagliata, la rettifica<br />

tendib<strong>il</strong>ità non sempre elevato. (ammesso venga fatta) arriverà<br />

E ciò comporta un’informazione a conoscenza di quanti avevano<br />

avuto la prima informazione? E’<br />

solo un esempio, per spiegarmi<br />

meglio e far capire che si possono<br />

rivendicare con maggior<br />

forza i diritti, se si è disposti ad<br />

onorare doveri”.<br />

Come potrebbe modificarsi<br />

l’informazione per far sì che i<br />

giovani possano avvicinarsi<br />

con maggiore attenzione ad<br />

essa?<br />

“Francamente non ho una ricetta.<br />

Posso partecipare con uno<br />

stato d’animo, ovvero la mia<br />

insoddisfazione per come viene<br />

fatta l’informazione oggi. La<br />

vita non può essere solo gossip<br />

(quello che io chiamo <strong>il</strong> “guardonismo”).<br />

Dietro i luccichii,<br />

c’è la vita di ogni giorno, fatta<br />

di fatica, sofferenza, rinunce,<br />

dolore e della gioia di vivere<br />

onestamente. Forse – conclude<br />

<strong>il</strong> Presidente- dovremmo dare<br />

più spazio a questo. Se non per<br />

senso morale (sarebbe bello<br />

fosse così), per calcolo: se <strong>il</strong> vecchio<br />

modello denuncia affanni,<br />

grazie soprattutto alle degenerazioni,<br />

proviamo a sperimentare<br />

<strong>il</strong> recupero dell’attenzione<br />

per le cose con le quali i cittadini<br />

si misurano ogni giorno.”<br />

impatto» l’apertura » pag. 3<br />

Il Fondo: Dopo le elezioni,<br />

stiamo attenti alla fine<br />

dell’Italia<br />

di Giorgio Nugnes<br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e<br />

on abbiamo vinto anche se siamo arrivati pri-<br />

” mi”. Cosi ha commentato Bersani <strong>il</strong> risultato<br />

Ndelle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.<br />

Il PDL dal canto suo festeggia fieramente <strong>il</strong> secondo<br />

posto, proclamandosi vero vincitore a pari merito con<br />

Gr<strong>il</strong>lo. Movimento 5 stelle invece arriva terzo rispetto<br />

alle altre coalizioni, ma è <strong>il</strong> primo partito alla camera:<br />

i gr<strong>il</strong>lini festeggiano autoproclamandosi veri vincitori.<br />

Peer Steinbrueck (Spd), probab<strong>il</strong>e successore della<br />

Merkel alla cancelleria tedesca, afferma: “Esterefatto<br />

dalla vittoria in Italia di due clown”. Ma i risultati elettorali<br />

sono frutto della decisione del popolo italiano<br />

che va rispettata, ricorda puntualmente Napolitano.<br />

Una scelta quindi che merita rispetto, ma che impone<br />

un’analisi. Quasi 8 m<strong>il</strong>ioni di italiani hanno votato per<br />

Berlusconi. Ancora. Mediaset\ Mediatrade, Rubygate,<br />

M<strong>il</strong>ls sono stati di colpo cancellati. La riforma scellerata<br />

dell’istruzione di colpo dimenticata. Legge emanata<br />

da un ministero alla cui guida c’era , ricordiamolo, la<br />

Gelmini; una luminare, capace di vedere cose che gli<br />

altri non possono vedere. Di trovare perfino un tunnel<br />

che dall’Abruzzo porta al Cern di Ginevra, permettendo<br />

ai neutrini di superare la velocità della luce. Un<br />

tunnel inventato, ma che nel comunicato ufficiale<br />

allora pubblicato costava pure 45 m<strong>il</strong>ioni di euro. Ma<br />

cosa importa se tali personaggi possono condannare<br />

all’estinzione l’istruzione pubblica, vera forza motrice<br />

di un paese, privandola già dei pochi fondi e concedendone<br />

invece all’università privata. La letterina con<br />

tanto di bollettino per ricevere <strong>il</strong> risarcimento dell’Imu<br />

fa contenti tutti. E la solita promessa di un tot di m<strong>il</strong>ioni<br />

di posti di lavoro fa <strong>il</strong> resto. Ma le leggi universali<br />

anche in Italia valgono, e tutti i nodi alla fine vengono<br />

al pettine. Berlusconi infatti, oltre a non perdere <strong>il</strong> vizio<br />

di vincere, sembra non perdere neanche quello di corrompere.<br />

I pm di Napoli giovedì infatti affermano che<br />

tra <strong>il</strong> 2007 e <strong>il</strong> 2008 <strong>il</strong> Cavaliere sborsò ben 3 m<strong>il</strong>ioni di<br />

euro per portare <strong>il</strong> senatore Sergio De Gregorio dalla<br />

sua parte e dare la spallata finale al già traballante<br />

governo Prodi. Le indagini, si spera, faranno <strong>il</strong> loro<br />

corso. Salvo legittimi impedimenti. Ma a far dimenticare<br />

tutto ciò, contribuisce anche l’avversario storico,<br />

<strong>il</strong> PD. Bersani e compagnia infatti sono impegnati da<br />

almeno dieci anni a dire semplicemente di essere<br />

migliori di Berlusconi, senza attaccarlo con i fatti (che<br />

abbondano). Inoltre sono talmente tanto impegnati<br />

nel demonizzare <strong>il</strong> nemico, che non provano neanche<br />

a spiegare agli elettori perché la propria candidatura<br />

gioverebbe al paese, inneggiando semplicemente al<br />

voto ut<strong>il</strong>e in nome della vittoria finale contro <strong>il</strong> nemico,<br />

che puntualmente non arriva. Ma la storia è mutevole;<br />

e in questo percorso da eterni nemici che li ha portati<br />

alle elezioni, l’ultimo anno invece li ha visti amici. Per<br />

sostenere infatti <strong>il</strong> governo tecnico di Monti, PD e PDL<br />

si sono alleati. Riforme delle pensioni, articolo 18 archiviato,<br />

tasse e ancora tasse. Ma guai a toccare i ceti<br />

alti o addirittura la casta. Tutto in nome di una austeriy<br />

dettata dall’Europa. Ma lacrime e sangue da sole non<br />

portano alla crescita. E di questo Monti se ne è accorto<br />

solo a fine legislatura, trasformandosi improvvisamente<br />

in un novello Robin Hood (un po’ invecchiato),<br />

che voleva proseguire la propria missione da salvatore<br />

della patria ben oltre <strong>il</strong> termine della legislatura tecnica.<br />

E da tutto questo è nato <strong>il</strong> movimento 5 stelle.<br />

Ma non ieri; Gr<strong>il</strong>lo infatti incomincia la propria antipolitica<br />

da lontano. Dal primo V-day del 2007. Da qui<br />

alle elezioni del 2013 la sua strada è stata lunga e non<br />

sempre coerente. All’inizio della sua avventura Gr<strong>il</strong>lo<br />

ha infatti cercato a più riprese un dialogo con <strong>il</strong> PD, trovando<br />

sempre però la porta chiusa. E’ arrivato perfino<br />

a chiedere di iscriversi al partito per poter partecipare<br />

alle primarie e diventare segretario. Ma ovviamente la<br />

sua richiesta è stata respinta. Se quindi anche Gr<strong>il</strong>lo ad<br />

un certo punto cambia rotta, risulta molto incoerente<br />

anche l’atteggiamento delle altre parti politiche. Per<br />

sei anni Gr<strong>il</strong>lo è stato osteggiato, insultato, ironizzato.<br />

Ed ora invece viene corteggiato da tutti in nome della<br />

governab<strong>il</strong>ità. O della poltrona. Ma <strong>il</strong> Gr<strong>il</strong>lo deve continuare<br />

la sua missione, e a discapito dei suoi gr<strong>il</strong>lini<br />

che nelle interviste dell’immediato post voto avevano<br />

mostrato posizioni più morbide, lui comanda e dice no<br />

alla fiducia. Il monito di questi due anni è stato di fare<br />

attenzione a non finire come la Grecia. Ora invece bisogna<br />

stare attenti alla fine dell’Italia.


<strong>Impatto</strong>» Primo Piano » pag. 4<br />

Il Papa<br />

Benedetto XVI<br />

si dimette<br />

di Mario Pellegrino<br />

Giornalista<br />

Teologo, grande intellettuale e persino ex aff<strong>il</strong>iato alla “Gioventù hitleriana”,<br />

Joseph Ratzinger, <strong>il</strong> 19 Apr<strong>il</strong>e 2005, divenne <strong>il</strong> nuovo papa della<br />

Chiesa Cattolica. Benedetto XVI, è questo <strong>il</strong> nome che scelse, si presentò<br />

come “un semplice ed um<strong>il</strong>e lavoratore nella vigna del Signore”, con<br />

l’obiettivo di sostituire quella matrice mondano-finanziaria, che aveva<br />

fortemente preso piede nel precedente pontificato del tanto amato<br />

Giovanni Paolo II, con una spiritualità di matrice teologica. Non è certo<br />

<strong>il</strong> risultato, ma lo sforzo, considerando l’inesperienza in materia, c’è stato.<br />

Il suo pontificato è stato fin da subito caratterizzato da posizioni rivoluzi-<br />

onarie (come quelle a<br />

favore del matrimonio per<br />

i preti o della scomunica<br />

ufficiale per i preti pedof<strong>il</strong>i)<br />

e non (perennemente<br />

contrario alla prof<strong>il</strong>assi ed<br />

a “coloro che praticano<br />

l’omosessualità”), ma soprattutto<br />

dai tanti scandali<br />

che hanno colpito anche<br />

direttamente <strong>il</strong> primo servo<br />

di Dio. Basti pensare al<br />

recente Vat<strong>il</strong>eaks, cioè la<br />

rapida fuga di documenti<br />

riservati vaticani dai quali<br />

sono trapelate notizie in<br />

merito alle lotte di potere<br />

all’interno del Vaticano e<br />

alcune irregolarità riguardo<br />

la gestione finanziaria dello<br />

Stato e l’applicazione delle<br />

normative antiriciclaggio.<br />

Fortunatamente <strong>il</strong> caso si<br />

è risolto con la condanna<br />

di Paolo Gabriele, aiutante<br />

di camera di Sua Santità,<br />

(successivamente graziato<br />

dallo stesso Ratzinger ),<br />

e di Claudio Sciarpelletti,<br />

dipendente della Segreteria<br />

di Stato, al quale ,analogamente,<br />

fu condonata la<br />

pena. Ma <strong>il</strong> motivo per cui,<br />

forse,tra qualche secolo ci<br />

si ricorderà di Benedetto<br />

XVI è la qualifica di papa<br />

emerito. “Le mie forze non<br />

sono più adatte ad esercitare<br />

in modo adeguato <strong>il</strong><br />

ministero”: queste le parole<br />

con le quali l’11 Febbraio<br />

scorso Ratzinger proclamò<br />

le sue dimissioni, poi ufficializzate<br />

giovedì 28 Febbraio<br />

alle 20 in punto. Il<br />

trasferimento nella sua<br />

residenza a Castel Gandolfo<br />

non è avvenuto senza<br />

le polemiche dei fedeli e<br />

senza le forti opposizioni<br />

tra i classici schieramenti:<br />

i contrari si appellano a<br />

motivazioni tradizionalistiche<br />

fondate prevalentemente<br />

sulla straordinarietà<br />

dell’evento, che non si<br />

verificava dalla rinuncia al<br />

pontificato di Celestino V<br />

(avvenuta nel XIII secolo);<br />

i favorevoli, viceversa,<br />

ne ammirano <strong>il</strong> carattere<br />

dell’um<strong>il</strong>tà, che <strong>il</strong> Papa<br />

mostra ponendosi sullo<br />

stesso piano dell’uomo<br />

quale è, e, di conseguenza,<br />

abbandonando l’aurea<br />

mistica che ciascun pontefice<br />

porta con sé. Ma ciò<br />

che i più scettici non comprendono<br />

sono le motivazioni<br />

della scelta: l’ormai<br />

ex papa si è giustificato<br />

ammettendo l’incapacità di<br />

governare <strong>il</strong> ministero a lui<br />

affidato per i problemi fisici<br />

che lo affliggono, come la<br />

fibr<strong>il</strong>lazione atriale cronica<br />

e la “stanchezza”, quasi ov


Papa Benedetto XVI, seduto nella<br />

Papa Mob<strong>il</strong>e. circondanto dai suoi<br />

fedeli.<br />

via per un uomo della sua età (compirà 86 anni <strong>il</strong><br />

prossimo Apr<strong>il</strong>e). Una scelta presa già da tempo,<br />

dunque, come ribadiscono <strong>il</strong> fratello Georg ed altri<br />

esponenti della Chiesa molto vicini a Ratzinger. Eppure,<br />

le dimissioni non possono essere dovute solo<br />

al tempo che passa: perché ,altrimenti, l’agonizzante<br />

Giovanni Paolo II avrebbe abbandonato <strong>il</strong> pontificato<br />

molto prima di mostrare al mondo le sue sofferenze,<br />

e, come tutti sappiamo (persino con oggettive<br />

motivazioni) non l’ha fatto. C’è chi afferma che, essendo<br />

<strong>il</strong> Vaticano la più potente centrale propulsiva<br />

dell’istruzione nel mondo ed <strong>il</strong> più ricco e diffuso<br />

consorzio finanziario privato mai esistito , le guerre<br />

ivi sv<strong>il</strong>uppatesi tra le diverse anime della struttura<br />

dell’ impresa-Vaticano hanno “in parte” influenzato<br />

lo stesso Ratzinger. Molti, inoltre, sanno che <strong>il</strong> nostro<br />

ex-pontefice si è fatto molti nemici attraverso la denuncia<br />

– con adeguata documentazione – dei nefasti<br />

grovigli della speculazione finanziaria internazionale<br />

e soprattutto con la critica all’austerity europea<br />

all’inizio di quest’anno. Non dimentichiamo peraltro<br />

i tanti d<strong>il</strong>emmi ai quali Ratzinger è stato chiamato ad<br />

affrontare nei quasi otto anni di pontificato: spiccano<br />

tra tutti i casi di pedof<strong>il</strong>ia del cardinale Mahony, arcivescovo<br />

emerito di Los Angeles, (che a suo tempo<br />

avrebbe coperto le malefatte di 120 preti pedof<strong>il</strong>i<br />

americani), e del cardinale O’Brien, che è stato de-<br />

nunciato da quattro sacerdoti per «rapporti inappropriati».<br />

Dunque, <strong>il</strong> papa potrebbe semplicemente<br />

aver deciso di scappare da quel mare di fango in cui<br />

nuotano i suoi “colleghi”, o è stato esplicitamente<br />

costretto dai capi (occulti) dell’amministrazione vaticana<br />

a farsi da parte ? Non è forse lo stesso Benedetto<br />

XVI che, nella sua ultima udienza in una Piazza<br />

San Pietro gremita da 150 m<strong>il</strong>a fedeli, constata che<br />

nei suoi anni di pontificato la barca della Chiesa ha<br />

dovuto navigare “acque contrarie”? Ovviamente<br />

non è detto che le dimissioni di Ratzinger nascondano<br />

tutte queste dietrologie: infatti secondo gli<br />

ottimisti vaticanensi europei, la Chiesa si prepara<br />

ad eleggere un papa più giovane, molto probab<strong>il</strong>mente<br />

sudamericano, e di sicuro schierato contro<br />

la finanza speculativa; in questo modo l’immagine<br />

della chiesa potrebbe risollevarsi e superare l’oscura<br />

serie di sfortunati eventi che l’hanno colpita in questi<br />

ultimi anni. Forse una modernizzazione apparente si<br />

è verificata con lo sbarco su Twitter del Sommo Pontefice<br />

poco tempo fa. Altri sono convinti, addirittura,<br />

che le dimissioni di una figura così idolatrata potrebbero<br />

ispirare alla medesima azione altre figure (ben<br />

più osteggiate) che influenzano gran parte della vita<br />

- e della televisione- italiana. Ma questa, più che una<br />

mera ipotesi, pare essere una vera e propria utopia.<br />

Fiat voluntas tua - sia fatta la tua volontà<br />

Certe immagini, che in altri<br />

contesti e tempi sarebbero<br />

forse estremamente banali,<br />

sono destinate a restare nella<br />

storia dell’umanità, proprio<br />

forse a causa della loro<br />

intrinseca semplicità. Di certo,<br />

i battenti di Castel Gandolfo<br />

che si chiudono, e la Guardia<br />

Svizzera che lascia <strong>il</strong> posto<br />

alla Gendarmeria Vaticana<br />

costituiscono una sequenza<br />

che resterà impressa nella<br />

nostra memoria. Perché, dalle<br />

20:00 del 28 Febbraio 2013, i<br />

fedeli cattolici non hanno più,<br />

almeno ufficialmente, un Papa,<br />

e non perché sia morto: era da<br />

sei secoli che non si vedevano<br />

le dimissioni di un Sommo<br />

Pontefice di Santa Romana<br />

Chiesa. L’ultima volta è stato<br />

Gregorio XII, nel XV secolo,<br />

anche se <strong>il</strong> più famoso tra tutti<br />

i “dimissionari” è Celestino V,<br />

che molti identificano in “colui<br />

che fece per v<strong>il</strong>tade <strong>il</strong> gran<br />

rifiuto” che Dante intravede<br />

nell’Antinferno tra gli Ignavi.<br />

Paradossalmente possiamo<br />

ritenerci “priv<strong>il</strong>egiati”, vista la<br />

rarità sorprendente con cui<br />

un evento sim<strong>il</strong>e avviene:<br />

e, proprio perché non è<br />

una cosa per noi fam<strong>il</strong>iare,<br />

gli interrogativi che ne<br />

conseguono sono fin troppi.<br />

Può un Papa, che viene<br />

ufficialmente eletto dai<br />

cardinali, “ispirati da Dio”, riuniti<br />

in conclave, lasciare <strong>il</strong> ministero<br />

petrino? Può <strong>il</strong> “vicario di<br />

Cristo in Terra” abbandonare<br />

la croce che <strong>il</strong> suo Signore ha<br />

deciso di affidargli? Bisogna<br />

però dire che <strong>il</strong> potere,<br />

quello terreno, non è una<br />

<strong>Impatto</strong>» Primo Piano » pag. 5<br />

Pensieri in P<strong>il</strong>lole<br />

Riflessioni<br />

made in<br />

Italy<br />

cosa da tutti: per esercitarlo<br />

al meglio bisogna avere un<br />

animo forte, degli obiettivi<br />

precisi, nonché carisma e<br />

leadership. E, forse, un ultra<br />

ottuagenario può rendersi<br />

conto che qualcuna di queste<br />

caratteristiche potrebbe<br />

mancargli, o quantomeno<br />

potrebbe ritenere che sia<br />

giunto <strong>il</strong> momento di farsi<br />

da parte. La titolatura papale<br />

è estremamente ricca di<br />

appellativi dal grande<br />

significato teologico, ma<br />

non dobbiamo dimenticarci<br />

che si tratta sempre di un<br />

uomo, affetto, come tutti noi,<br />

da dubbi, tentennamenti<br />

e quant’altro. Qualcuno ha<br />

parlato di una malattia del<br />

Santo Padre, qualcun altro<br />

intravede un “complotto” di<br />

matrice politica. C’è chi dice<br />

che Ratzinger avrebbe dovuto<br />

portare fino in fondo <strong>il</strong> suo<br />

ministero, criticando la sua<br />

“debolezza”, o “vigliaccheria”.<br />

Sinceramente non so dire<br />

cosa sia vero, e cosa no: a me<br />

piace vedere, tuttavia, un<br />

uomo provato dalla sua età<br />

che ha saggiamente deciso<br />

di ritirarsi a vita privata,<br />

magari auspicando l’avvenire<br />

di una personalità nuova e<br />

riformatrice, affinché la Chiesa<br />

Cattolica possa finalmente<br />

mettersi al passo con i tempi,<br />

abbandonando certe idee<br />

estremamente antiquate.<br />

E, oltretutto, se Dio gli ha<br />

permesso di farlo, allora credo<br />

che questo gesto non L’abbia<br />

contrariato più di tanto.<br />

Claudio Candia<br />

Conclave 2013: Elezioni a breve<br />

Dopo tre giorni di sede vacante a tener viva l’attenzione<br />

del mondo su Città del Vaticano c’è l’attesa per <strong>il</strong> Conclave,<br />

le cui date sembrano essere ancora incerte. Di<br />

norma i lavori per l’elezione del nuovo sommo pontefice<br />

si aprirebbero quindici giorni dopo l’inizio della<br />

sede vacante, ma la situazione straordinaria fa ricadere<br />

le ipotesi su una data ravvicinata, probab<strong>il</strong>mente quella<br />

del 10 marzo.Centoquindici i partecipanti provenienti da<br />

ogni parte del mondo e, come testimonia l’esperienza di<br />

Giovanni Paolo II – papa sconosciuto ai più al momento<br />

della sua elezione – le sorprese sono dietro l’angolo. Dieci<br />

i favoriti per la successione di Benedetto XVI. Di questi,<br />

tre i papab<strong>il</strong>i italiani: i cardinali Scola, Ravasi e Piacenza,<br />

gli esponenti di maggiore spicco nella chiesa italiana.<br />

Grande attenzione, tuttavia, ai cardinali sudamericani,<br />

espressione della fetta di fedeli più popolosa del mondo:<br />

circolano i nomi di Oscar Maradiagua, <strong>il</strong> “Wojtla del<br />

centroamerica”, di Odiro Pedro Scherer e dell’argentino<br />

Leonardo Sandri. L’ultimo gossip, riguarda, infine,<br />

l’elezione di un possib<strong>il</strong>e papa di colore: due i papab<strong>il</strong>i.<br />

Il primo, di origini nigeriane, Francis Arinze, <strong>il</strong> secondo<br />

invece, <strong>il</strong> ghanese Peter Appiah Turkson.Conclave discusso,<br />

quello di quest’anno, e non solo per le cause che<br />

lo hanno generato. Si decideranno le sorti di una Chiesa<br />

diversa rispetto a quella di otto anni fa, e chissà che<br />

l’istanza di cambiamento proveniente dalla politica non<br />

entri anche in Cappella Sistina? Secondo alcuni infatti la<br />

Chiesa si prepara ad eleggere un Papa più al passo coni<br />

i tempi ed attento alle tematiche finanziarie ed economiche.<br />

In questo modo l’immagine della chiesa potrebbe<br />

risollevarsi e superare l’oscura serie di sfortunati eventi<br />

che l’hanno colpita in questi ultimi anni.<br />

Marianna Rago


<strong>Impatto</strong>» Primo Piano » pag. 6<br />

Elezioni Politiche<br />

2013 alla fine trionfa<br />

la paralisi<br />

Le elezioni bloccano <strong>il</strong> Governo. Si pensa di<br />

tornare alle urne, ma serve riforma elettorale.<br />

di Gioia Majna<br />

Responsab<strong>il</strong>e di politica<br />

Elezioni politiche 2013, si<br />

è votato domenica 24 febbraio<br />

e lunedì 25. Eppure<br />

non si direbbe.<br />

Sì, perchè a sette giorni<br />

dalla chiusura dei seggi,<br />

tutto si sa benchè chi ne<br />

sia uscito effettivamente<br />

vincitore. Formalmente le<br />

redini del governo spettano<br />

alla coalizione del Partito<br />

Democratico che ha raccolto<br />

una vittoria al fotofinish tra<br />

Camera e Senato. Qui, però,<br />

<strong>il</strong> leader Bersani, con soli<br />

tre senatori di scarto dal<br />

centrodestra, è ben lungi<br />

dal festeggiare e infatti ammette<br />

. Un’Italia che<br />

va in tre direzioni diverse,<br />

dove l’avversario di sempre,<br />

<strong>il</strong> PDL, e l’incognita del<br />

Movimento 5 Stelle non lasciano<br />

presagire la possib<strong>il</strong>ità<br />

che si scenda fac<strong>il</strong>mente a<br />

compromessi e si mettano<br />

in atto quei provvedimenti<br />

che sappiano rispondere<br />

alle esigenze del paese e<br />

dell’Europa. L’osc<strong>il</strong>lazione dei<br />

mercati, infatti, non ha atteso<br />

a farsi sentire. Di riflesso <strong>il</strong><br />

Presidente della Repubblica<br />

Giorgio Napolitano, che in<br />

un potenziale clima di tensione<br />

non solo nazionale,<br />

ha voluto ribadire di come al<br />

momento l’Italia non sia un<br />

paese lasciato a sè stesso, essendo<br />

<strong>il</strong> Governo Monti ancora<br />

in carica fino al nuovo<br />

insediamento previsto per <strong>il</strong><br />

15 marzo.<br />

Tra i tanti scenari possib<strong>il</strong>i<br />

a breve-medio<br />

termine che in questi<br />

giorni stanno tenendo occupati<br />

buona parte dei media<br />

e dell’informazione, aleggia<br />

su tutti l’eventualità di un<br />

ritorno alle urne. Un’ipotesi<br />

che di per sè comporterebbe<br />

un’ulteriore complicazione<br />

già in partenza, ossia la decisione<br />

di adottare o meno<br />

un nuovo sistema elettorale.<br />

Sull’attuale legge, pas-<br />

sata agli archivi come Legge<br />

n.270/2005 si sono espressi<br />

molti esponenti politici, con<br />

bocciature e giudizi negativi<br />

provenienti da più parti e addirittura<br />

da chi quella modifica<br />

l’aveva voluta, portando<br />

infine l’opinione pubblica a<br />

conoscerla come Porcellum.<br />

Formulata dall’allora ministro<br />

Roberto Calderoli, ha<br />

sostituito le precedenti leggi<br />

del c.d. Mattarellum, reintroducendo<br />

di fatto in Italia<br />

<strong>il</strong> sistema proporzionale ed<br />

abolendo i collegi uninominali.<br />

Uno dei suoi aspetti<br />

fondamentali è la presenza<br />

di liste bloccate che non<br />

permettono all’elettore di<br />

indicare preferenze per uno<br />

o più candidati che invece<br />

sono scelti in separata sede<br />

dalle segreterie di parito.<br />

Alla Camera, un cospicuo<br />

premio di maggioranza (un<br />

minimo di 340 seggi su 618)<br />

è assegnato alla coalizione<br />

che raggiunge la maggioranza<br />

relativa su base nazionale,<br />

mentre al Senato<br />

tale ripartizione avviene<br />

rispetto ai voti collezionati<br />

nelle singole regioni. Tali<br />

seggi sono distribuiti in base<br />

a delle percentuali minime<br />

– altresì dette soglie di sbarramento<br />

– che ogni partito<br />

o lista è tenuto a superare<br />

con modalità diverse: <strong>il</strong> 4%<br />

se partito singolo, <strong>il</strong> 10% se<br />

in coalizione alla Camera<br />

dei Deputati; l’8% e <strong>il</strong> 20%<br />

rispettivamente al Senato.<br />

Nello specifico, le liste collegate<br />

ad una coalizione che<br />

ha superato <strong>il</strong> tetto prescritto,<br />

partecipano se superiori<br />

al 2% alla Camera e al 3% al<br />

Senato.<br />

Appare pertanto <strong>il</strong> quadro<br />

di un proporzionale ‘impuro’<br />

che se da un lato vuole<br />

favorire i singoli partiti,<br />

dall’altro determina come <strong>il</strong><br />

candidarsi in gruppo risulti<br />

di prioritaria importanza.<br />

Conseguenze immediate di<br />

tutto ciò sono un generale<br />

affievolimento delle dirette<br />

responsab<strong>il</strong>ità individuali<br />

ed <strong>il</strong> consolidarsi di un voto<br />

che verrebbe da definire<br />

sempre più a scatola chiusa;<br />

senza contare la tendenza<br />

ad alleanze posticce o trasformismi<br />

tra forze e singole<br />

personalità dichiaratesi puntualmente<br />

agli antipodi in<br />

campagna elettorale.<br />

Un generale desiderio di<br />

modifica di questa legge è<br />

stato espresso a più riprese<br />

da numerosi esponenti politici<br />

in carica e non, eppure<br />

è quantomento singolare<br />

come una tale faccenda –<br />

sicuramente non emersa da<br />

un giorno all’altro – non sia<br />

stata affrontata nei tempi<br />

e nei modi da chi dalla sua<br />

entrata in vigore nel dicembre<br />

2005 ne ha avuto la possib<strong>il</strong>ità.<br />

Oggi, in questo clima di<br />

confusione e imprevedib<strong>il</strong>ità,<br />

l’unica certezza sembra<br />

essere la volontà comune<br />

dei tre poli di adottare finalmente<br />

una riforma in tal<br />

senso, ma si tratterebbe di<br />

un procedimento complesso<br />

e delicato, <strong>il</strong> cui iter lo<br />

porterebbe a dover superare<br />

indenne <strong>il</strong> favore di due<br />

Camere, con tempistiche burocratiche<br />

e normative non<br />

immediate, oltre all’attesa<br />

della nomina di un nuovo<br />

Presidente della Repubblica.<br />

Nel 2012, in tempi non sospetti,<br />

l’ex presidente della<br />

Corte Costituzionale Gustavo<br />

Zagrebelsky vedeva una<br />

possib<strong>il</strong>e soluzione temporanea<br />

in un ritorno alla legge<br />

Mattarella <br />

scriveva, ma erano sei mesi<br />

fa e tale ipotesi sembrava irrealizzab<strong>il</strong>e<br />

già allora.<br />

È fac<strong>il</strong>e che le dichiarazioni<br />

dell’ultim’ora contraddiranno<br />

quelle della<br />

precedente, cosa auspicarsi<br />

dunque? Un voto che ne<br />

richiede immediatamente<br />

un altro è un girotondo destinato<br />

a ricalcare l’ultimo verso<br />

dell’omonima f<strong>il</strong>astrocca,<br />

avere la certezza che ciò non<br />

si ripeterà sarebbe già un<br />

punto di partenza.<br />

79.15%<br />

affluenza votanti<br />

CAMERA DEI DEPUTATI<br />

Chi siederà alla Camera<br />

Partiti Seggi<br />

Partito Democratico 292<br />

Sinistra Eco. Libertà 37<br />

Centro Democratico 6<br />

SVP 5<br />

Popolo delle libertà 97<br />

Lega Nord 18<br />

Fratelli d’Italia 9<br />

Movimento 5 stelle 108<br />

Scelta Civica Monti 37<br />

Unione di Centro 8<br />

Percentuale di Votazioni Camera<br />

Coalizioni/Partiti Perc. %<br />

Coalizione Cen. Sinistra 29.55<br />

Coalizione Cen. Destra 29.18<br />

Movimento 5 stelle 25.55<br />

Coalizione di Centro 10.56<br />

Rivoluzione Civ<strong>il</strong>e 2.25<br />

Fare per fermare declino 1.11<br />

Partito Comunista 0.26<br />

Forza Nuova 0.26<br />

Amnistia Giustizia Libertà 0.19<br />

Die Freiheitlichen 0.14<br />

Casa Pound 0.14<br />

Altri 0.81<br />

Voti ai partiti<br />

8.689.458<br />

M5S Il partito guidato dal Giuseppe<br />

Girllo, è <strong>il</strong> primo partito alla Camera dei<br />

deputati per numero di voti.<br />

8.644.523<br />

PD Il partito guidato dal segretario<br />

Pierluigi Bersani, è <strong>il</strong> secondo partito alla<br />

Camera dei deputati per numero di voti.<br />

7.332.972<br />

PDL Il partito guidato dal ex premier<br />

S<strong>il</strong>vio Berlusconi, è <strong>il</strong> terzo partito alla<br />

Camera dei deputati per numero di voti.<br />

Elettori: 46.905.154<br />

Votanti: 35.271.541<br />

Astenuti: 11.633.613<br />

Percentuale di astensione: circa 20 %<br />

ovvero 4 elettori su 20<br />

Largo agli sportitivi,<br />

per un Parlamento più<br />

dinamico.<br />

ROMA - Forte presenza<br />

di sportivi all’interno del<br />

nuovo Parlamento. In Senato<br />

entra la pluri campionessa<br />

olimpica, Josefa Idem (PD).<br />

Alla Camera tocca invece a<br />

Valentina Vezzali (Monti) e a<br />

Marco Marin (PDL).<br />

Tanti gli esclusi<br />

eccellenti dal nuovo<br />

Parlamento<br />

ROMA - Finite le elezioni,<br />

per tante facce nuove che<br />

arrivano tante facce storiche<br />

se ne vanno: Antonio di<br />

Pietro, Gianfranco Fini,<br />

Italo Bocchino, Bruno<br />

Tabacci, Giulia Buongiorno,<br />

Gianfranco Miccichè, Marco<br />

Pannella, Rocco Buttiglione,<br />

Francesco Storace, Guido<br />

Crosetto, Roberto Fiore e<br />

Paola Binetti.<br />

Futuro e libertà non<br />

ce la fa nè alla Camera<br />

nè al Senato. Fini resta<br />

fuori dai giochi.<br />

ROMA - Il mattatore<br />

dell’ultimo Governo<br />

Berlusconi, non è riuscito<br />

ad approdare alla Camera.<br />

Gianfranco Fini, capolista<br />

del FLI - fermanto da soli<br />

159.332 voti- non è riuscito<br />

ad ottenere alcun seggio.<br />

Intanto <strong>il</strong> Cavaliere<br />

scende in piazza<br />

contro la magistratura.<br />

MILANO - Dopo che <strong>il</strong> PDL ha<br />

lanciato l’urlo nei confronti<br />

di un “complotto della<br />

magistratura” architettato<br />

contro S<strong>il</strong>vio Berlusconi.<br />

Lo stesso ex premier, ha<br />

deciso di organizzare una<br />

manifestazione a Roma <strong>il</strong> 23<br />

Marzo, per combattere quello<br />

che lui ha definito come un<br />

“cancro” per <strong>il</strong> Paese.


Pensieri in P<strong>il</strong>lole<br />

Riflessioni<br />

made in<br />

Italy<br />

Il Vincitore S<strong>il</strong>enzioso Cambiano le<br />

elezioni ma <strong>il</strong> partito degli astenuti<br />

è una costante: alla Camera <strong>il</strong> 20%<br />

mentre al Senato si arriva al 25 %<br />

di Claudio Candia<br />

La corsa agli scranni del parlamento si è conclusa da poco, con<br />

un risultato unico nella storia della Repubblica Italiana; le elezioni<br />

del Febbraio 2013 resteranno impresse nella nostra memoria e in<br />

quella dei posteri come un momento decisivo per <strong>il</strong> futuro dell’Italia.<br />

Riassumendo, S<strong>il</strong>vio Berlusconi, dato per morto dai suoi avversari,<br />

ha resistito fin troppo bene alla dura campagna elettorale, mentre<br />

<strong>il</strong> Movimento Cinque Stelle sembra decisamente affermarsi come <strong>il</strong><br />

primo partito italiano, nonostante gli infausti vaticini formulati dalle<br />

più svariate personalità politiche, ma anche giornalistiche. E, un po’<br />

come nel Macbeth, c’è chi si è basato su queste profezie, e si è ritrovato<br />

senza una maggioranza in parlamento (meno male che non<br />

hanno ucciso nessuno, almeno questa se la sono risparmiata).<br />

Questa volta, infatti, e come non mai, a fare la differenza è bastato<br />

davvero un pugno di voti: non si può, allora, non notare come <strong>il</strong> partito<br />

di gran lunga più gettonato sia stato quello assenteista, che ha<br />

raggiunto un abbondante 25% (<strong>il</strong> che significa, in soldoni, che un<br />

quarto degli aventi diritto, non si è recato alle urne).<br />

Un dato abbastanza inquietante, a dire la verità: i “muti consensi”<br />

donati a questo partito s<strong>il</strong>enzioso sono costantemente in aumento.<br />

Il che potrebbe rispecchiare la sempre minore fiducia riposta dal<br />

popolo italiano nelle sue Istituzioni; la voglia di cambiare, la fierezza<br />

nel sostenere un ideale, per quanto utopistico possa essere, <strong>il</strong> rispecchiarsi<br />

in un soggetto politico: tutti concetti che ci sembrano ormai<br />

estranei, appartenenti ad un passato remoto, quello in cui “comunisti”<br />

e “fascisti” si trucidavano a vicenda.<br />

Se quelli erano tempi bui, anni di piombo, questi sono gli anni<br />

grigi dell’indifferenza crescente, del “che me ne frega”. Oserei dire,<br />

con un po’ di amaro in bocca, che questo tempus malum è quello<br />

della rassegnazione. Si avverte un fallimento, su tutti i fronti, delle<br />

campagne allestite dai partiti, che indossano i pii e casti abiti della<br />

speranza e della morigeratezza, cercando in tutti i modi, e specialmente<br />

con zuccherose parole, di ingraziarsi quanta più gente è possib<strong>il</strong>e.<br />

E, se non riescono ad ottenere <strong>il</strong> piatto tutto per loro, si alleano<br />

con chi possono, pur di non perdere la tanto amata poltrona. Sarà<br />

anche una cosa nota, ma la sfiducia aumenta. E questo è negativo<br />

per l’intera collettività; non votare significa gettare la spugna, votarsi<br />

ad un s<strong>il</strong>enzio immob<strong>il</strong>e, girare le spalle al proprio dovere e sputare<br />

su un diritto duramente conquistato con sangue e sudore da parte<br />

dei nostri antenati. E, se questa vi può sembrare una vuota retorica,<br />

allora mettiamola in questi termini: i corrotti hanno già i loro voti. Li<br />

comprano, infatti! E costoro sicuramente andranno a votare: <strong>il</strong> nostro<br />

dovere morale, da cittadini onesti, è impedire a questi “soliti ignoti”<br />

di mantenerci nella melma in cui stiamo sprofondando, lentamente,<br />

ogni santo giorno.<br />

Abbiamo, dunque, un vero vincitore, che se ne sta in s<strong>il</strong>enzio e che<br />

non parteciperà alle consultazioni con <strong>il</strong> Presidente della Repubblica<br />

per decidere le sorti della Nazione e del suo prossimo governo, in<br />

questa XVII legislatura, benché dovrebbe avere una gran bella voce<br />

in capitolo. Un muto trionfo, simbolo di un tremendo disagio che, se<br />

non sarà adeguatamente combattuto, segnerà <strong>il</strong> nostro lento e inesorab<strong>il</strong>e<br />

declino.<br />

75,11%<br />

affluenza votanti<br />

SENATO<br />

Chi siederà al Senato<br />

Partiti Seggi<br />

Partito Democratico 105<br />

Sinistra Eco. Libertà 7<br />

Il Megafono (Crocetta) 1<br />

Popolo delle libertà 98<br />

Lega Nord 17<br />

Movimento 5 stelle 54<br />

Scelta Civica Monti 18<br />

Percentuale di Votazioni Senato<br />

Coalizioni/Partiti Perc. %<br />

Coalizione Cen. Sinistra 31.63<br />

Coalizione Cen. Destra 30.72<br />

Movimento 5 stelle 23.79<br />

Scelta Civica Monti 9.13<br />

Rivoluzione Civ<strong>il</strong>e 1.79<br />

Fare per fermare declino 0.90<br />

Partito Comunista 0.37<br />

Forza Nuova 0.26<br />

Amnistia Giustizia Libertà 0.20<br />

Fiamma Tricolore 0.17<br />

Io Amo l’Italia 0.13<br />

Altri 0.91<br />

Voti ai partiti<br />

8.400.161<br />

PD Il partito guidato dal segretario<br />

Pierluigi Bersani, è <strong>il</strong> primo partito al<br />

Senato per numero di voti.<br />

7.285.850<br />

M5S Il partito guidato da Giuseppe<br />

Gr<strong>il</strong>lo, è <strong>il</strong> secondo partito al Senato<br />

per numero di voti.<br />

6.829.587<br />

PDL Il partito guidato dal ex premier<br />

S<strong>il</strong>vio Berlusconi, è <strong>il</strong> terzo partito al<br />

Senato per numero di voti.<br />

Elettori: 42.270.824<br />

Votanti: 31.751.350<br />

Astenuti: 11.119.474<br />

24.89%<br />

PERCENTUALE DI ASTENZIONE<br />

Votazione al Senato<br />

Le elezioni all’estero<br />

Partiti Seggi<br />

Partito Democratico 5<br />

Con Monti per l’Italia 2<br />

Popolo delle Libertà 1<br />

Mov.Ass.Italiani Estero 1<br />

Movimento 5 stelle 1<br />

USEI 1<br />

3.149.501<br />

ELETTORI I dati sono<br />

computati su una<br />

divisione in 4 sezioni dei<br />

seggi italiani all’estero<br />

948.067<br />

VOTANTI La percentuale<br />

definitiva dei votanti tra<br />

gli elettori all’estero è<br />

del 30.10%<br />

2.200.984<br />

ASTENUTI La<br />

percentuale definitiva di<br />

astenuti tra gli elettori<br />

all’estero, è di circa<br />

del 70%<br />

<strong>Impatto</strong>» Primo Piano » pag. 7<br />

Chi siederà alla Camera<br />

Percentuale di Votazioni Camera<br />

Coalizioni/Partiti Perc. %<br />

Partito Democratico 29.32<br />

Con Monti per l’Italia 18.39<br />

Popolo delle Libertà 14.84<br />

Mov.Ass.Italiani Estero 14.30<br />

Movimento 5 stelle 9.67<br />

USEI 4.48<br />

Italiani per la Libertà 2.26<br />

Sinistra Eco. Libertà 1.76<br />

Altri 4.98<br />

3.494.687<br />

ELETTORI I dati sono computati<br />

su una divisione in 4 sezioni dei<br />

seggi italiani all’estero<br />

1.039.725<br />

VOTANTI La percentuale definitiva<br />

dei votanti tra gli elettori all’estero<br />

è del 29.75%<br />

2.454.962<br />

ASTENUTI La percentuale<br />

definitiva di astenuti tra gli elettori<br />

all’estero, è di circa del 70%<br />

Chi siederà al Senato<br />

Partiti Seggi<br />

Partito Democratico 4<br />

Con Monti per l’Italia 1<br />

Mov.Ass.Italiani Estero 1<br />

Percentuale di Votazioni Senato<br />

Coalizioni/Partiti Perc. %<br />

Partito Democratico 30.69<br />

Con Monti per l’Italia 19.81<br />

Popolo delle Libertà 15.19<br />

Mov.Ass.Italiani Estero 13.43<br />

Movimento 5 stelle 10.00<br />

USEI 4.26<br />

Italiani per la Libertà 1.70<br />

Rivoluzione Civ<strong>il</strong>e 1.57<br />

Altri 3.35


<strong>Impatto</strong>» Politica Interna» pag. 8<br />

Coalizione di<br />

Centrosinistra<br />

Nonostante <strong>il</strong> favore dei<br />

pronostici, la coalizione<br />

capeggiata dal Pd ottiene<br />

una vittoria di Pirro con una<br />

maggioranza assoluta alla<br />

Camera grazie al premio<br />

di maggioranza (cfr. Legge<br />

Calderoli), ma fermandosi<br />

per <strong>il</strong> Senato solo a quella<br />

relativa, con 123 seggi su 315.<br />

Una vittoria ancor più<br />

mut<strong>il</strong>ata se si considera <strong>il</strong> 37%<br />

ottenuto nel 2008 dal solo<br />

Partito Democratico senza<br />

rientrare in alcuna coalizione.<br />

Tale esito negativo ha radici<br />

profonde che risalgono al<br />

dicembre 2011 quando<br />

<strong>il</strong> Partito Democratico ha<br />

votato la fiducia al governo<br />

Monti appoggiando i suoi<br />

emendamenti e disegni di<br />

legge. Inoltre, a differenza<br />

degli schieramenti<br />

concorrenti che hanno<br />

basato la propria campagna<br />

elettorale sulle 'grandi<br />

promesse', la formazione di<br />

centrosinistra non ha puntato<br />

su un consolidamento del<br />

consenso, adagiandosi bensì<br />

su una vittoria annunciata.<br />

Un altro fattore che ha pesato<br />

su tutti i partiti “tradizionali”è<br />

stato lo tsunami di Beppe<br />

Gr<strong>il</strong>lo, <strong>il</strong> quale, partendo da<br />

relativo outsider, si è imposto<br />

sulla scena nazionale<br />

ottenendo apprezzamento<br />

da schieramenti anche<br />

contrapposti. Un'ondata<br />

pronosticata dai media,<br />

ma sottovalutata e mal<br />

fronteggiata da Bersani,<br />

che invece di porre degli<br />

argini ha minimizzato <strong>il</strong><br />

fenomeno Gr<strong>il</strong>lo senza<br />

attaccarlo sugli effettivi punti<br />

del programma del M5S; al<br />

contrario, l'unica posizione<br />

presa dal suo partito in<br />

merito al possib<strong>il</strong>e successo<br />

del Movimento è risultata<br />

l'ipotesi di un'eventuale<br />

alleanza post-voto con<br />

Mario Monti, perdendo<br />

probab<strong>il</strong>mente un'altra<br />

bella fetta di voti. Anche<br />

lo scandalo Montepaschi,<br />

infine, di certo non ha aiutato<br />

a r<strong>il</strong>anciare l'immagine di un<br />

partito che faceva della sua<br />

(presunta) incorruttib<strong>il</strong>ità <strong>il</strong><br />

proprio cavallo di battaglia.<br />

Coalizione di<br />

Centrodestra<br />

Il PDL, nonostante un<br />

importante calo dei<br />

consensi rispetto al 2008,<br />

ha comunque ribaltato<br />

quanto atteso dai pronostici,<br />

affermandosi al secondo<br />

posto e sfiorando la vittoria<br />

finale. Una rimonta così<br />

clamorosa si può riassumere<br />

e semplificare nella figura<br />

del leader Berlusconi.<br />

Questi, dapprima posto in<br />

secondo piano nell’ottica<br />

delle primarie, è tornato<br />

prepotentemente sulla<br />

scena, focalizzando<br />

l’attenzione mediatica<br />

su di sé, cercando di<br />

monopolizzare <strong>il</strong> piccolo<br />

schermo con la sua presenza<br />

e le sue dichiarazioni. Il ritorno<br />

in campo del Cavaliere ha<br />

ricompattato un PDL allo<br />

sbando, improntando la<br />

propria campagna elettorale<br />

su toni forti, accompagnati<br />

come di consueto da<br />

grandi promesse. Un<br />

voto di pancia, dunque,<br />

da quella parte d’Italia<br />

che – vuoi per rinnovata<br />

fedeltà, vuoi per timore di<br />

un’alternativa soventemente<br />

demonizzata – si è affidata<br />

a chi ha celebrato un forte<br />

abbassamento del cuneo<br />

fiscale, la restituzione<br />

dell’IMU e la creazione dei<br />

soliti quattro m<strong>il</strong>ioni di posti<br />

di lavoro. L’alleato di sempre,<br />

la Lega Nord, a scapito di una<br />

cospicua perdita d’elettorato<br />

che è costata più di 4 punti<br />

percentuali in meno, è<br />

riuscita nell’unico obbiettivo<br />

preposto: porre Maroni alla<br />

presidenza della Lombardia<br />

per completare <strong>il</strong> mosaico<br />

leghista dopo Piemonte e<br />

Veneto, sognando così la<br />

Macroregione.<br />

Movimento<br />

5 Stelle<br />

Un successo andato ben<br />

oltre le più rosee aspettative,<br />

affermando <strong>il</strong> Movimento<br />

come primo partito alla<br />

Camera. Una vittoria<br />

ottenuta cavalcando la<br />

sempre più crescente rabbia<br />

popolare nei confronti<br />

della ‘vecchia politica’,<br />

apertamente osteggiata dal<br />

leader Gr<strong>il</strong>lo come la casta da<br />

distruggere. Una campagna<br />

elettorale lunghissima partita<br />

dai precedenti successi<br />

elettorali di Parma e Sic<strong>il</strong>ia.<br />

Toni anche qui molto forti,<br />

una sistematica assenza dai<br />

media b<strong>il</strong>anciata da comizi e<br />

interventi su tutto <strong>il</strong> territorio<br />

hanno caratterizzato lo<br />

Tsunami Tour che ha visto<br />

protagonista Beppe Gr<strong>il</strong>lo ed<br />

<strong>il</strong> suo camper. Un consenso<br />

probab<strong>il</strong>mente anche troppo<br />

elevato per un movimento<br />

che si era predisposto<br />

come forza d’opposizione<br />

e che invece adesso dovrà<br />

ridimensionarsi e rivedere <strong>il</strong><br />

proprio modus operandi in<br />

quanto primo partito.<br />

DESATIRIBUS<br />

di Fabio Delle Donne<br />

A seguito dei risultati elettorali<br />

avremo <strong>il</strong> Parlamento piu'<br />

giovane e con piu'donne di sempre.<br />

Berlusconi e' gia' in fibr<strong>il</strong>lazione:“<br />

"No a nuove elezioni!"“<br />

Scelta Civica per<br />

Monti<br />

Anche la coalizione<br />

capeggiata dall’uscente<br />

Presidente del Consiglio non<br />

ha rispettato le aspettative<br />

previste, seppur in misura<br />

non eccezionale. Un 10 %<br />

circa di consenso nazionale<br />

che ha pagato <strong>il</strong> prezzo<br />

di essere comunque<br />

considerato come <strong>il</strong><br />

principale artefice delle<br />

ultime riforme d’austerity<br />

lacrime e sangue che hanno<br />

aggravato una condizione<br />

sociale già non felice, nel<br />

nome di un un pareggio di<br />

b<strong>il</strong>ancio ma senza crescita.<br />

Il non ottenuto successo<br />

alle urne è figlio anche di<br />

alleanze infrut<strong>tuo</strong>se con<br />

elementi come Casini e<br />

Fini che non hanno dato<br />

quasi alcun contributo alla<br />

formazione. Va comunque<br />

sottolineato come <strong>il</strong> percorso<br />

politico di Mario Monti, da<br />

tecnocrate dalla personalità<br />

super partes “quasi costretto”<br />

ad intervenire per <strong>il</strong> bene del<br />

paese a politico tradizionale<br />

lanciatosi alla corsa per <strong>il</strong><br />

potere, non abbia infine<br />

convinto.<br />

Focus: I partiti pre e post elezione<br />

di giorgio nugnes e marco aFFINito<br />

Rivoluzione Civ<strong>il</strong>e<br />

& Fare<br />

Entrambi gli schieramenti<br />

non sono riusciti a superare<br />

<strong>il</strong> 4%, quota di sbarramento<br />

necessaria all’ottenimento di<br />

seggi in Parlamento.<br />

La coalizione capeggiata da<br />

Antonio Ingroia, posizionata<br />

alla sinistra di un PD con <strong>il</strong><br />

quale non c’è stato dialogo,<br />

a fronte di un programma<br />

abbastanza definito, non<br />

ha intercettato quello che<br />

riteneva <strong>il</strong> proprio bacino<br />

elettorale, schiacciato dalla<br />

chiamata al voto ut<strong>il</strong>e del PD<br />

e l’ascesa del Movimento 5<br />

Stelle.<br />

Dal canto suo, Oscar<br />

Giannino – e di riflesso <strong>il</strong> suo<br />

partito – che già non contava<br />

grandi sostenitori, ha<br />

accusato <strong>il</strong> colpo definitivo<br />

dalla diffusione della notizia<br />

dell’infondatezza del suo<br />

titolo accademico.<br />

Futuro PD<br />

E se la nuova<br />

strategia fosse <strong>il</strong><br />

ritorno di Matteo<br />

Renzi?


Il semestre bianco Napolitano con le mani<br />

legate, si pensa già al suo successore<br />

Così <strong>il</strong> Presidente<br />

della Repubblica Giorgio Napolitano, da<br />

Berlino si è espresso sulle voci che lo vedevano<br />

protagonista di un possib<strong>il</strong>e seguito<br />

nel suo mandato, per ovviare ad una realtà<br />

politica in pieno stallo. Il quasi novantenne<br />

Capo dello Stato, infatti, si trova alla soglia di<br />

scadenza dei suoi ultimi sei mesi di mandato,<br />

un periodo istituzionalmente conosciuto<br />

come ‘semestre bianco’ che si chiuderà <strong>il</strong> 15<br />

marzo. In questa fase conclusiva, Napolitano<br />

non può esercitare <strong>il</strong> potere di scioglimento<br />

delle Camere, sottostando al secondo comma<br />

dell’articolo 88 della Costituzione che<br />

si esprime a tal proposito, fatta salve per<br />

l’eventualità prevista da un emendamento<br />

del 1991 che disciplina <strong>il</strong> caso di una sovrapposizione<br />

di eventi con la fine naturale della<br />

legislatura. Sarà dunque compito del nuovo<br />

Presidente entrante esprimersi nel merito e<br />

valutare l’operato di Camera e Senato, laddove,<br />

però, è evidente che sarà proprio lo<br />

stesso Parlamento (più i rappresentanti delle<br />

Un bar di paese, o forse di città. Due uomini<br />

adulti, o forse entrambi giovani. Sul tavolino<br />

due caffè appena consumati. Un passaggio di<br />

mano: <strong>il</strong> fac-sim<strong>il</strong>e che riproduce <strong>il</strong> partito su<br />

cui mettere la brava croce. Tu non ti preoccupare:<br />

entri dentro, scrivi come devi, fotografi<br />

col cellulare, poi vieni qua e avrai questo o<br />

quello. Bene o male può essere andata così,<br />

in più parti del Paese: una vicenda mascherata<br />

da episodio che scivola nella quotidianità.<br />

Ma che in realtà, è un grave reato: voto<br />

di scambio. Denunciò Saviano, giorni fa su<br />

Twitter, riportando le segnalazioni che aveva<br />

ricevuto: a Quarto un voto per 2 kg di mozzarella;<br />

a Maddaloni una X vale 20 euro di benzina.<br />

Nei giorni successivi si è scoperto anche<br />

un sistema di premiazione progressiva. “Al<br />

quinto,sesto si può ottenere una lavatrice o<br />

un telefonino”,denuncia ancora l’autore di<br />

FIRENZE - Per Pier Luigi Bersani sono ore diffic<strong>il</strong>i.<br />

L’esponente del PD in meno di due settimane ha visto<br />

la propria immagine spostarsi da quella di incontrastato<br />

vincitore e futuro Presidente del Consiglio, a<br />

soggetto messo in discussione addirittura come leader<br />

del proprio partito. Il tentativo non troppo velato di<br />

apertura a Gr<strong>il</strong>lo e <strong>il</strong> suo movimento, richiamando la<br />

politica tutta ad un “gesto di responsab<strong>il</strong>ità” non ha<br />

ottenuto <strong>il</strong> risultato sperato, ed anzi, adesso i rapporti<br />

col comico genovese sembrano essersi solo inaspriti.<br />

Gr<strong>il</strong>lo lo accusa di star compiendo una ai danni dei neoeletti deputati del M5S e <strong>il</strong><br />

turp<strong>il</strong>oquio è presto servito. Il netto rifiuto ha riportato<br />

nel PD la discussione a concentrarsi sul suo interno<br />

Regioni) con tutte le sue attuali difficoltà, a<br />

dover nominare <strong>il</strong> successore di Napolitano.<br />

In un vero e proprio ‘Toto-Quirinale’ in continuo<br />

aggiornamento, la tendenza principale<br />

pare essere quella di una figura che possa<br />

segnare una discontinuità con <strong>il</strong> costituito,<br />

attraverso una presidenza a conduzione<br />

femmin<strong>il</strong>e. Molti i nomi della potenziale<br />

prima donna a Capo dello Stato italiano, si<br />

va da Anna Finocchiaro per <strong>il</strong> PD alla radicale<br />

Emma Bonino, ma in particolare a far<br />

strada sembra quello di Anna Maria Cancellieri,<br />

ministro dell’Interno del governo Monti.<br />

Sono emersi chiaramente anche nomi più<br />

tradizionali come Romano Prodi, Giuliano<br />

Amato e per <strong>il</strong> PDL Ignazio Visco (governatore<br />

di Bankitalia), ma c’è chi come Beppe<br />

Gr<strong>il</strong>lo ha auspicato una cesura ancora più<br />

netta che trascende dalla novità di genere,<br />

suggerenedo Dario Fo. Tuttavia è ancora<br />

presto per scommettere su uno o l’altro,<br />

poichè prima di allora <strong>il</strong> Parlamento dovrà<br />

confrontarsi su un’altra tappa programmatica<br />

dall’esito non scontato: l’elezione dei<br />

nuovi presidenti di Camera e Senato. Gio. Maj.<br />

Caos alle urne Saviano twitta e lancia<br />

l’allarme: attenzione ai “voti di scambio”<br />

“Gomorra”. Manco fosse un gioco a premi del<br />

benzinaio di fiducia. Questo sistema sotterraneo<br />

è andato col tempo rafforzandosi. Le ragioni<br />

non stanno semplicemente nell’eterna<br />

collusione tra politica e malaffare, che ha<br />

distrutto l’etica e mistificato <strong>il</strong> sistema di valori<br />

d’Italia e in particolare del Mezzogiorno.<br />

O meglio, non solo. Ad oggi, anche a causa<br />

dei continui scandali, la gente è dis<strong>il</strong>lusa, ha<br />

sfiducia nelle istituzioni. Oggi un voto vale<br />

l’altro. Chiedere di votare per Tizio o Caio diventa<br />

sim<strong>il</strong>e a chiedere un passaggio a casa,<br />

un piacere qualsiasi. L’art. 48 della Costituzione<br />

recita“Il voto è eguale, libero, e segreto.<br />

Il suo esercizio è un dovere civico.”Mettere<br />

quella croce non ci è solo riconosciuto, è un<br />

esercizio di civ<strong>il</strong>tà: davanti ai due caffè, al bar,<br />

c’è solo una risposta da dare al commensale:<br />

“No, grazie”.<br />

Regna <strong>il</strong> caos, ad oggi,<br />

dopo l’esito impressionante<br />

di queste votazioni:<br />

l’Italia è frammentata ,<br />

nelle idee come nei voti. Così,<br />

pur avendo la coalizione di<br />

centro-sinistra la maggioranza<br />

assoluta alla Camera,<br />

al Senato gode di una maggioranza<br />

solo relativa: insufficiente<br />

per legiferare. Negli<br />

ultimi giorni diverse sono<br />

state le ipoitesi di alleanze.<br />

Sfumata l’ipotesi di un “governissimo”<br />

(intesa Pd-Pdl),<br />

Bersani ha aperto le porte<br />

al M5S, ricevendo un secco<br />

“no all’inciucio” da Gr<strong>il</strong>lo,<br />

che ha bollato <strong>il</strong> tentativo di<br />

conc<strong>il</strong>iazione a sinistra come<br />

“mercato delle vacche”. E qua<br />

i gr<strong>il</strong>lini si spaccano. Sul blog<br />

del comico genovese si può<br />

notare una fazione ligia ai<br />

diktat di Gr<strong>il</strong>lo: si votano solo<br />

gli emendamenti che <strong>il</strong> movimento<br />

vede positivi come<br />

l’abolizione del finanziamento<br />

pubblico ai partiti, taglio<br />

dei parlamentari e così via.<br />

Dunque una fiducia relativa<br />

ai democratici. L’altra fazione<br />

degli attivisti a cinque stelle<br />

guarderebbe con favore a<br />

un’ipotesi di intesa stab<strong>il</strong>e<br />

con Bersani, che pur dice di<br />

avere l’accordo con qualche<br />

senatore gr<strong>il</strong>lino, per evitare<br />

<strong>il</strong> collasso e nuove elezioni<br />

a breve. Che sarebbe poi<br />

l’ultima spiaggia. Sì, perché<br />

andare di nuovo alle urne<br />

comporterebbe altri costi,<br />

ma soprattutto nuovi problemi,<br />

causati dal celeberrimo<br />

“porcellum”, che nonostante<br />

la sua conclamata bruttura<br />

e inefficacia, vige da ben 8<br />

anni. Evidentemente, questo<br />

sistema elettorale, ha ricevuto<br />

<strong>il</strong> tacito consenso di tutte<br />

le forze avvicendatesi finora.<br />

Nuove elezioni, quindi, che<br />

potrebbero addirittura peggiorare<br />

le cose. Altra ipotesi<br />

paventatasi negli ultimi giorni:<br />

si cambia la legge elettorale<br />

e si rivota, teoria prospettata<br />

dall’ex leader Berlusconi.<br />

E ancora: prorogatio della<br />

per un piano di riserva. Una strategia che prenderebbe<br />

<strong>il</strong> nome di Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze,<br />

sebbene battuto da Bersani alle primarie, sarebbe ora<br />

sicuramente un risorsa per dare un segnale importante<br />

di rinnovamento nel partito. Questi, dal canto<br />

suo, al momento ha preferito non compromettersi ancora,<br />

tenendosi a distanza da prematuri incarichi da<br />

premier, ma consapevole di essere l’unico dei suoi a<br />

poter sperare di contrastare <strong>il</strong> consenso di Gr<strong>il</strong>lo e far<br />

aprire contemporaneamente una porta a centrodestra.<br />

Renzi quindi non si sb<strong>il</strong>ancia e attende lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

degli eventi con un occhio aperto all’eventualità di<br />

elezioni anticipate a giugno o novembre.<br />

G.M.<br />

<strong>Impatto</strong>» Politica Interna» pag. 9<br />

Il post elezioni, la solita<br />

domanda: Chi governerà l’Italia?<br />

fiducia a Monti,restando d<br />

fatto ancora senza esecutivo,<br />

come successo in Belgio<br />

qualche anno fa, dove<br />

si rimase senza governo per<br />

ben 535 giorni. Periodo dove<br />

si registrò un’ampia ripresa<br />

dell’economia nazionale,<br />

poiché lo stato di necessità<br />

del paese costrinse i partiti<br />

a trovare armonia e fare<br />

le leggi necessarie. Ma allora<br />

quanto tempo si dovrà aspettare<br />

per avere un nuovo<br />

leader e un nuovo esecutivo?<br />

La Costituzione recita che entro<br />

venti giorni dal voto deve<br />

avvenire la prima riunione<br />

delle Camere rinnovate e le<br />

elezioni dei presidenti a maggioranza<br />

(per i primi tre scrutini<br />

dei 2/3 , poi serve la maggioranza<br />

assoluta). Dunque,<br />

assegnate queste cariche,<br />

si potrà procedere alle consultazioni<br />

per la nomina del<br />

Presidente del Consiglio.<br />

Probab<strong>il</strong>e data: 21 Marzo.<br />

Al di fuori delle dispute di<br />

palazzo si percepisce ad oggi<br />

tra gli italiani in attesa di un<br />

nuovo governo(quale che sia<br />

la sua formazione effettiva) la<br />

paura di una situazione di crisi<br />

che aprirebbe scenari sim<strong>il</strong>i<br />

a quelli vistisi recentemente<br />

in Grecia. Davanti alle accuse<br />

piovute in questi giorni<br />

dai principali leader europei<br />

su di un’Italia che sembra<br />

poter restare a lungo senza<br />

guida, Napolitano ha fatto<br />

la voce grossa:“L’Italia non è<br />

un paese allo sbando”. Gesto,<br />

questo, molto apprezzato sia<br />

dai politici, sia dai cittadini.<br />

E poi, venerdì ha <strong>tuo</strong>nato:<br />

“Serve un governo, troveremo<br />

una soluzione”, come<br />

a voler fare superare le beghe<br />

partitiche per uscire da<br />

questo quadro così controverso.<br />

Un monito, quello del<br />

capo dello Stato, che sembra<br />

uno sprono trasversale a<br />

raccogliere e unire i cocci di<br />

un’Italia,ancora oggi frammentata.<br />

Nelle idee come nei<br />

voti.<br />

Matteo Piscitelli


<strong>Impatto</strong>» Politica Estera» pag. 10<br />

FATE GIRARE1!1 <strong>il</strong> successo di Beppe Gr<strong>il</strong>lo,<br />

spiegato in dieci semplici punti<br />

Come ha fatto un<br />

clown (così lo ha soprannominano<br />

l’Economist) a<br />

ottenere le preferenze di<br />

un quarto dell’elettorato<br />

italiano? Idee banali, vecchie<br />

e insulse non valgono<br />

come giustificazione;<br />

Gr<strong>il</strong>lo, ovviamente, ha<br />

guadagnato consensi alla<br />

maniera di qualsiasi demagogo:<br />

comunicando.<br />

Ecco, in 10 punti, le<br />

strategie di Marketing<br />

che hanno portato <strong>il</strong><br />

Movimento 5 stelle al<br />

successo:<br />

1 Gente vs Ka$ta: con la<br />

nascita del governo tecnico,<br />

in cui tutte le maggiori<br />

forze politiche erano<br />

unite a sostegno di Monti,<br />

Gr<strong>il</strong>lo ha potuto sv<strong>il</strong>uppare<br />

una retorica di tipo<br />

«Noi contro Loro, gli altri<br />

sono tutti uguali», raccogliendo<br />

così consensi<br />

da tutti i cittadini avversi<br />

all’austerity e delusi dai<br />

partiti tradizionali.<br />

2 Extended Ka$ta: Il<br />

M5S, come ogni movimento<br />

di matrice populistica,<br />

non rivolge la sua<br />

proposta a una determinata<br />

classe sociale, ma<br />

a un grumo indefinito,<br />

da collettivizzare contro<br />

un nemico comune,<br />

la Casta. Attualmente i<br />

nemici del popolo sono<br />

identificab<strong>il</strong>i ne: I partiti,<br />

I Mass Media, i giornalisti<br />

italiani, l’apparato statale<br />

e le banche. Tutte queste<br />

istituzioni vengono attaccate<br />

sistematicamente<br />

attraverso semplici storie<br />

degne della peggior Barbara<br />

d’Urso, narrazioni in<br />

cui si contrappongono,<br />

tipicamente, <strong>il</strong> giusto e<br />

indifeso contro <strong>il</strong> cattivo<br />

e potente.<br />

3 Siamo <strong>il</strong> futuro, siete<br />

morti: con la nascita<br />

del governo Monti e la<br />

lentezza della politica<br />

tradizionale nel rinnovarsi,<br />

Gr<strong>il</strong>lo ha potuto<br />

coagulare attorno a sé un<br />

elettorato vasto e poli-<br />

morfo: i delusi della sinistra<br />

riformista; i delusi del<br />

sogno Berlusconiano; i<br />

movimenti antieuropeisti<br />

e no-equitalia. Mondi che<br />

s’incrociano tutti in una<br />

sola idea, distruggere e<br />

ricominciare d’accapo.<br />

Questo è anche <strong>il</strong> motivo<br />

per cui <strong>il</strong> M5S non<br />

si alleerà mai con nessuno,<br />

nonostante <strong>il</strong> paese<br />

viaggi nuovamente verso<br />

condizioni critiche.<br />

4 Nazionalsocialismo<br />

is the way: I punti del<br />

programma gr<strong>il</strong>lino sono<br />

banali e contraddittori.<br />

Ciò li rende ragionevoli<br />

e di fac<strong>il</strong>e comprensione<br />

per molti elettori.<br />

Il M5S prende a casaccio<br />

proposte d’estrema<br />

destra e sinistra, tenendo<br />

insieme tutto <strong>il</strong> suo<br />

elettorato attraverso la<br />

promessa del Cambiamento<br />

radicale, con cui<br />

vengono celate tutte le<br />

contraddizioni insite nel<br />

movimento. Così nello<br />

stesso programma riescono<br />

a convivere la<br />

proposta di ridimensionare<br />

i sindacati (ah, i tempi<br />

del fascismo); <strong>il</strong> no allo<br />

Ius Soli; e utopie tipiche<br />

di certa sinistra quali <strong>il</strong><br />

reddito di cittadinanza<br />

(promesso addirittura<br />

a 3 zeri, 1000 euro!) e<br />

l’abolizione del precariato<br />

per legge.<br />

5 I media li usiamo<br />

alle nostre condizioni:<br />

I Gr<strong>il</strong>lini, nonostante si<br />

rifiutino di r<strong>il</strong>asciare dichiarazioni<br />

ai giornalisti,<br />

approfittano della legge<br />

sulla Par Condicio per<br />

apparire ugualmente in<br />

TV, dove lasciano passare<br />

solo le informazioni e i<br />

volti a loro più congeniali.<br />

6 Gr<strong>il</strong>lo come Mourinho:<br />

E <strong>il</strong> volto più congeniale,<br />

data la manica di<br />

gr<strong>il</strong>lini incompetenti che<br />

negli ultimi giorni sono<br />

stati sbeffeggiati sul web,<br />

è sicuramente quello di<br />

Gr<strong>il</strong>lo, che distribuisce al<br />

Conforme<br />

a chi?<br />

conforme<br />

a cosa?<br />

movimento tutti i suoi<br />

pregi (uno vale uno, tutti<br />

sono Gr<strong>il</strong>lo) e attrae su di<br />

sé le contraddizioni e gli<br />

errori comuni (incapacità,<br />

tendenze antidemocratiche),configurandosi<br />

dunque come volto,<br />

leader, responsab<strong>il</strong>e e calamita<br />

del partito.<br />

7 Primi sul Web: Chi<br />

crede che <strong>il</strong> successo di<br />

Beppe Gr<strong>il</strong>lo sia un miracolo<br />

dovuto al caso si<br />

sbaglia di grosso. Dietro<br />

la piattaforma web del<br />

comico ci sono investimenti<br />

enormi, che si<br />

traducono in pagine sui<br />

social network, canali<br />

streaming, e un blog visitatissimo.<br />

8 Internet come la TV: Il<br />

blog di Beppe Gr<strong>il</strong>lo, durante<br />

la campagna elettorale<br />

ha offerto un vero<br />

e proprio palinsesto fatto<br />

di decine di post giornalieri,<br />

video in streaming,<br />

dirette serali dei<br />

comizi, tutti fac<strong>il</strong>mente<br />

raggiungib<strong>il</strong>i e condivisib<strong>il</strong>i<br />

dalla base . A moltiplicare<br />

l’effetto virale ha<br />

inoltre contribuito l’idea<br />

(falsa) che tutto nascesse<br />

gratuitamente, spinto<br />

soltanto dal volontariato<br />

e dall’attivismo.<br />

9 La politica del comunicato<br />

stampa: La linea di<br />

partito non la fa <strong>il</strong> movimento,<br />

ma Gr<strong>il</strong>lo, e chi è<br />

contrario vada affanculo.<br />

In questo modo si è sostenuta<br />

una coerenza<br />

naturalmente estranea a<br />

qualsiasi altro partito.<br />

10 Il blog: Nel sito di<br />

Gr<strong>il</strong>lo convivono i suoi<br />

post, quelli (selezionati)<br />

della sua base, e le opinioni<br />

di alcune personalità<br />

in linea con <strong>il</strong> comico.<br />

Così si crea una falsa idea<br />

di partecipazione e di<br />

discussione, che amplia<br />

<strong>il</strong> consenso attorno alle<br />

linee programmatiche<br />

del partito.<br />

L’Europa, in particolare Germania e<br />

Ingh<strong>il</strong>terra, reagisce – con più dubbi che<br />

certezze – ai risultati delle elezioni politiche<br />

in Italia. Mentre oltreoceano tutto tace.<br />

g.b.<br />

di Davide Nudo<br />

Giornalista<br />

La domanda se la sono<br />

posta un po’ tutti dopo le<br />

elezioni: si riuscirà a non<br />

fare la fine della Grecia? In<br />

vista del possib<strong>il</strong>e governo<br />

di minoranza – tutt’ora presente<br />

ad Atene – anche nel<br />

nostro Paese, l’Europa dà<br />

i suoi pareri, in particolar<br />

modo Germania e Ingh<strong>il</strong>terra.<br />

Quello che più ha<br />

suscitato scalpore è stato<br />

<strong>il</strong> commento di Peer Steinbrück<br />

(SPD) che si è detto<br />

“inorridito dalla vittoria<br />

di due clown”, alludendo<br />

chiaramente a S<strong>il</strong>vio Berlusconi<br />

(PdL) e Beppe Gr<strong>il</strong>lo<br />

(M5S). Tale commento ha<br />

suscitato l’ira di Napolitano<br />

che ha cancellato l’incontro<br />

con <strong>il</strong> socialdemocratico in<br />

quanto non vi erano più le<br />

Peer Steinbrück (Amburgo, 10 gennaio 1947) è<br />

un politico tedesco. È <strong>il</strong> candidato cancelliere del<br />

Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) alle<br />

elezioni federali tedesche del 2013. Non è nuovo<br />

a gaffe internazionali<br />

condizioni dopo le considerazioni<br />

fuori luogo, esigendo<br />

rispetto e riserbo. Peer<br />

Steinbrück non è certo un<br />

uomo uscito dal nulla che<br />

ha generato, tra le altre cose,<br />

reazioni sim<strong>il</strong>i su queste<br />

elezioni politiche: candidato<br />

alla cancelleria per <strong>il</strong><br />

socialdemocratici tedeschi,<br />

viene considerato la parte<br />

“centrista” del SPD; dal 2005<br />

al 2009 ha coperto <strong>il</strong> ruolo<br />

di ministro delle finanze nel<br />

primo governo Merkel, criticando<br />

fortemente le scelte<br />

economiche – definite<br />

keynessiane – attuate in<br />

Gran Bretagna. Considerato<br />

<strong>il</strong> suo operato in quel periodo,<br />

svolse un buon lavoro<br />

a parte l’opinione di considerare<br />

la crisi economica interna<br />

agli Stati Uniti per poi<br />

ut<strong>il</strong>izzare soldi pubblici per<br />

salvare una società finanziaria<br />

tedesca sull’orlo del fal-<br />

limento. È anche conosciuto<br />

per <strong>il</strong> modo diretto, e spesso<br />

indelicato, nell’esprimere<br />

le proprie opinioni. Ma al<br />

di là dell’offesa personale<br />

che può aver recato, e di<br />

un eventuale difficoltà di<br />

comunicazione con i possib<strong>il</strong>i<br />

interlocutori futuri, vi è<br />

una paura che si cela dietro<br />

l’offesa e l’indelicatezza,<br />

condivisa in gran parte<br />

da tutti i politici tedeschi:<br />

quello di Gr<strong>il</strong>lo e Berlusconi<br />

è un populismo collaudato<br />

a dovere e i tedeschi, conoscendo<br />

l’andamento della<br />

politica italiana degli ultimi<br />

vent’anni basandosi sul secondo,<br />

non ci hanno pensato<br />

molto per come potrebbero<br />

andare le cose con entrambi<br />

e in questo particolare<br />

periodo storico. Che per<br />

essere del tutto oggettivi,<br />

escludendo Napolitano da<br />

tale discorso per quanto


detto in precedenza sulla raccolta di gaffe fatte negli<br />

anni da Steinbrück, non ci si può lamentare di ricevere<br />

un’offesa dalla terra della “culona inchiavab<strong>il</strong>e”.<br />

A buon intenditor... Se la Germania si preoccupa per<br />

le eventuali conseguenze di un governo gestito da<br />

clown, l’Ingh<strong>il</strong>terra amplia la questione ut<strong>il</strong>izzando le<br />

elezioni politiche di quest’anno come catalizzatore<br />

per <strong>il</strong> vero problema, dove <strong>il</strong> paese teutonico ha trovato<br />

terrore nel parlarne: lo sfaldamento dell’Unione<br />

Europea. Scrive l’Economist che <strong>il</strong> pericolo è più di<br />

stagnazione che di rottura, ma l’UE ha reso chiaro<br />

in queste settimane l’intezione di non trovare punti<br />

d’accordo seri per riforme salvatrici: la Francia fa dietrofront;<br />

Spagna, Portogallo e Grecia non sono ora<br />

come ora nelle condizioni di frenare l’andamento<br />

della crisi e l’Italia, ultima speranza per l’oltremanica<br />

dopo la caduta del Governo Berlusconi, addirittura rifiuta<br />

non solo <strong>il</strong> consiglio sulla austerity da applicare<br />

durante <strong>il</strong> Governo Monti, ma rifiuta anche l’agenda<br />

di riforme per risanare in minima parte la recessione<br />

economica. Se finora è toccato agli stati mediterranei,<br />

non mancherà poco che questa crisi raggiungerà<br />

anche Berlino e Londra. Guardandola sotto<br />

un’ottica pessimistica, i primi segni ci sono già stati<br />

anni prima. E considerando scontata la risposta alla<br />

domanda fatta in partenza che, a meno di miracoli,<br />

sarà comunque “No”; mi pongo io una domanda,<br />

sperando di trovare una risposta tra queste righe: in<br />

tutto questo, gli Stati Uniti che fine hanno fatto se<br />

consideriamo le parole di cooperazione e supporto,<br />

qualsiasi partito fosse salito al potere, dette poco prima<br />

delle elezioni da Barack Obama? Probab<strong>il</strong>mente<br />

la questione principale che preoccupa adesso la Casa<br />

Bianca è la lenta avanzata della Cina che si sta trasformando<br />

in un vento travolgente e pericoloso per<br />

l’intera economia statunitense e l’occhio teso ora sul<br />

Maghreb che, nonostante i tumulti, rimane la zona<br />

con <strong>il</strong> tasso di crescita economica più alto riscontrato<br />

in questi anni di recessione. Non a caso <strong>il</strong> segretario<br />

John Kerry in questi giorni si è recato in Egitto come<br />

prima missione in Medio Oriente. La situazione non<br />

è delle migliori, in generale per l’Europa, nel particolare<br />

per l’Italia, la quale rispecchia totalmente<br />

non una crisi economica, ma anzitutto una crisi e<br />

una spaccatura di ideali e consapevolezza mediante<br />

queste ultime elezioni. Io non critico affatto <strong>il</strong> M5S<br />

e non me la sento di criticare Gr<strong>il</strong>lo per <strong>il</strong> suo populismo<br />

come è potuto sembrare precedentemente.<br />

La mia è una semplice constatazione del fatto che i<br />

gr<strong>il</strong>lini potranno metterci tutta la buona volontà e<br />

sicuramente faranno molto per questo Paese, ma<br />

devono trovare una concretezza nella scelta delle<br />

riforme che, vedendo alcuni punti del programma<br />

del movimento, mi è sembrata non riscontrab<strong>il</strong>e<br />

<strong>Impatto</strong>» Politica Estera» pag. 11<br />

minimamente. Serve pragmatismo per portare fuori<br />

l’Italia da questa situazione che rischia di far collassare<br />

non solo noi, ma anche l’intera UE in uno scenario<br />

che potrebbe ricordare quello abbastanza recente<br />

della crisi economica in Giappone, senza addurre<br />

scenari già visti e più terrib<strong>il</strong>i. Un grande caos governa<br />

chi dovrebbe prendere decisioni nei momenti<br />

diffic<strong>il</strong>i, e spesso in questi casi mi ritornano in mente<br />

alcuni versi di una canzone dei CCCP, che lasciano<br />

sempre con l’amaro in bocca: Va peggio, va meglio?<br />

Non so dire, non lo so.<br />

Gli USA in crisi. Obama perplesso<br />

Washington- L’America è in forte crisi e dovrà fare molti<br />

tagli. A comunicarlo è <strong>il</strong> presidente Obama: ““Ritengo che<br />

possiamo e dobbiamo sostituire” i tagli alla spesa con un<br />

“approccio b<strong>il</strong>anciato”. Ha affermato <strong>il</strong> presidente americano<br />

Barack Obama, sottolineando che questa è la strada da<br />

seguire per ridurre <strong>il</strong> deficit senza dover licenziare. “Noi<br />

siamo l’America, non passiamo da una crisi a un’altra crisi”.<br />

“Non tutti sentiranno i tagli automatici alla spesa subito, ma<br />

avranno un impatto reale: molte famiglie della classe media<br />

vedranno la loro vita cambiare in modo significativo”. I tagli<br />

automatici alla spesa Usa entrano dunque ufficialmente in<br />

vigore. Il presidente americano Barack Obama ha firmato<br />

<strong>il</strong> decreto che fa scattare gli 85 m<strong>il</strong>iardi di dollari di tagli alla<br />

spesa solo fino a settembre.


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<strong>Impatto</strong>» Attualità » pag. 14<br />

Il ritorno del RE!<br />

Diego Maradona<br />

sbarca a Napoli<br />

Il mitico “Diez”<br />

accolto da<br />

migliaia di tifosi<br />

partenopei<br />

in festa<br />

di Ciro Cuozzo<br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e di Calcionapoletano.it<br />

In molti ricorderanno questo 25 febbraio.<br />

Nel giorno in cui l’Italia scopre di<br />

essere instab<strong>il</strong>e più che mai, Napoli ritrova<br />

<strong>il</strong> suo re. Diego Armando Maradona<br />

è tornato. Da chiarire c’è la querelle col<br />

fisco italiano. Ballano quaranta m<strong>il</strong>ioni<br />

che Diego è tenuto a dare (almeno per<br />

<strong>il</strong> momento) all’agenzia dell’entrate per<br />

l’evasione commessa dall’1985 al ‘91.<br />

Sbarcato a Roma all’ora di pranzo dopo<br />

un volo proveniente da Dubai, <strong>il</strong> campione<br />

argentino arriva a Napoli nel pomeriggio<br />

dove ad attenderlo c’è <strong>il</strong> calore dei<br />

tifosi partenopei. Il traffico si paralizza<br />

già sulla tangenziale quando l’auto dove<br />

viaggia Maradona viene riconosciuta e<br />

in un certo senso ‘accompagnata’ lungo<br />

<strong>il</strong> percorso. Insieme al suo legale Angelo<br />

Pisani, Diego decide di annullare<br />

una delle tappe in programma. Niente<br />

Scampia (troppo problematico fare un<br />

giro) e dritti all’Hotel Royal Continental<br />

su quel lungomare ‘liberato’ da de Magistris.<br />

Anche lì ad attenderlo ci sono centinaia<br />

di tifosi. Maradona con un po’ di<br />

fatica dribbla tutti e si rifugia nella suite<br />

all’ultimo piano dove assiste al pareggio<br />

del Napoli a Udine. Dopo la partita, ci<br />

sono gli amici di una volta ad attenderlo<br />

nel ristorante di Giuseppe Bruscolotti, <strong>il</strong><br />

‘10 maggio 87’, data del primo storico<br />

scudetto partenopeo. All’arrivo ci sono<br />

i cronisti e Diego concede qualche battuta.<br />

“Sono felice di essere tornato qui.<br />

Contro l’Udinese gli azzurri meritavano<br />

di vincere. Peccato, così la Juve si allontana”.<br />

Mentre l’argentino mangia, fuori la<br />

folla cresce col passare dei minuti. Tanti i<br />

curiosi in cerca di uno scatto in una serata<br />

ricca di amarcord per Maradona. Nel<br />

ristorante pos<strong>il</strong>lipino Diego rivede tanti<br />

amici. C’è lo storico massaggiatore Salvatore<br />

Carmando, c’è Gianni Aiello, l’autista<br />

personale di una volta. C’è <strong>il</strong> baronetto<br />

Gianni Improta, che abita a pochi passi.<br />

All’uscita la folla è in delirio e Diego è<br />

costretto agli straordinari. Testa bassa e<br />

via veloce verso la macchina.<br />

Intanto sul lungomare una folla di<br />

curiosi attendeva <strong>il</strong> suo rientro. Maradona<br />

questa volta non delude. Rientra<br />

nel parcheggio interno dell’hotel, torna<br />

nella sua suite e si affaccia per un saluto.<br />

La stanza è all’ultimo piano ma una volta<br />

fuori al balcone della sua stanza la gente<br />

lo riconosce subito. Diego regala belle<br />

parole. “Io non mi vendo, io sono napoletano”.<br />

Impressionante <strong>il</strong> boato dei circa<br />

50 tifosi presenti all’esterno dell’albergo.<br />

Subito partono i cori per osannarlo.<br />

Maradona sembra gradirli, li ascolta per<br />

un po’ poi si congeda e augura la buona<br />

notte. “Il re è tornato” continuano a cantare<br />

i tifosi. Come dagli torto.


El Pibe de oro: riabbraccia la sua<br />

Napoli con una conferenza stampa<br />

di Angela Sinopoli<br />

Inviata<br />

Qualche k<strong>il</strong>o in più, capelli meno<br />

selvaggi e barba bianca. Ma negli<br />

occhi Diego Armando Maradona<br />

ha sempre l’aria da campione<br />

ribelle che ha fatto sognare i SUOI<br />

Partenopei.<br />

El Pibe de Oro, el Diez, D10S è di<br />

nuovo, finalmente, a Napoli!<br />

Sala Masaniello, nel pieno centro<br />

storico di una città in delirio: Diego<br />

è riuscito ad attraversare la folla;<br />

è molto emozionato e si avvia<br />

alla postazione accompagnato<br />

dai suoi avvocati Angelo Scala e<br />

Angelo Pisani, che parla per primo.<br />

Il discorso è incentrato sul Fisco<br />

e sulla battaglia che Maradona<br />

da anni è costretto ad affrontare,<br />

sentendosi gravare sulle spalle<br />

accuse di ogni tipo. Il microfono<br />

passa a Scala, <strong>il</strong> quale afferma<br />

che Diego firmerà un’istanza di<br />

autotutela per chiedere all’autorità<br />

amministrativa di riguardare le<br />

carte e scrutarne per bene ogni<br />

dettaglio, in modo da far venire la<br />

verità a galla.<br />

L’attenzione però è tutta sul Pibe,<br />

che dopo poco prende parola<br />

e riserva una caloroso saluto a<br />

tutti coloro che sono lì per lui;<br />

poi riprende <strong>il</strong> discorso del fisco:<br />

“Mi sono giocato la vita in ogni<br />

partita. Dico alla giustizia italiana:<br />

non dovete avercela con me.”<br />

Diego si sente ferito, ma tutto<br />

sommato crede nella giustizia<br />

e si sente confortato dall’affetto<br />

che i Napoletani continuano a<br />

riservargli: lui continuerà lottare<br />

per poter ancora respirare l’aria<br />

della sua città adottiva. Prosegue<br />

smentendo le voci che lo vedevano<br />

presto ospite di de Laurentiis e del<br />

sindaco de Magistris, e si lascia<br />

sfuggire anche qualche commento<br />

sul campionato: “Il Napoli deve<br />

stare a caccia della Juve, non è più<br />

forte ma abituata a vincere. Arriva<br />

una volta in area e fa due gol”.<br />

Inoltre chiarisce la sua posizione<br />

nei riguardi della SSC Napoli: non<br />

è (almeno non ancora) in previsione<br />

nessun incarico nella società.<br />

Quando gli viene chiesto un parere<br />

sui paragoni che vengono fatti tra<br />

lui e i grandi del calcio, dichiara<br />

di essere seccato dal continuo<br />

confronto con Pelè, ma è anzi<br />

divertito da quelli fatti con Messi e<br />

Cavani.<br />

Il solito Diego, prima di congedarsi,<br />

lancia divertito una provocazione in<br />

risposta a tante domande postegli<br />

sul suo valore attuale come<br />

giocatore: “Se Pastore vale 45<br />

m<strong>il</strong>ioni, allora io non avrei prezzo,<br />

sarei impagab<strong>il</strong>e.”<br />

Infine ringrazia i giornalisti per <strong>il</strong><br />

rispetto mostratogli e <strong>il</strong> popolo di<br />

cui è beniamino, ancora una volta,<br />

per le emozioni dategli anche dopo<br />

così tanti anni.<br />

EL DIEGO è TORNATO!<br />

Esclusiva, Parla Pisani:<br />

l’avvocato di Maradona,<br />

ci racconta <strong>il</strong> ritorno<br />

Innanzitutto, professor Pisani, questa<br />

vittoria di Maradona sul fisco italiano<br />

può essere un segnale anche per gli<br />

altri contribuenti?<br />

“Ciò che è accaduto a Diego,<br />

rispecchia pienamente la<br />

condizione di molti altri<br />

contribuenti, e dunque è nostro<br />

dovere difendere loro come<br />

abbiamo difeso lui. Lo Stato deve<br />

iniziare a capire che aumentare<br />

smisuratamente le tasse non è un<br />

beneficio per l’economia del Paese.<br />

Attenzione però, le tasse sono<br />

comunque cosa giusta e vanno<br />

pagate sempre con operazioni<br />

trasparenti. Nel caso di Maradona<br />

più che una vittoria di Diego contro<br />

<strong>il</strong> Fisco, parlerei di una vittoria della<br />

Giustizia. Su Diego si era creata<br />

una gogna mediatica pietrificata,<br />

che gli ha attribuito per anni ed anni<br />

- in maniera del tutto ingiustificata -<br />

<strong>il</strong> titolo di evasore fiscale. Oggi però<br />

abbiamo finalmente dimostrato<br />

che non era vero nulla. Spero che<br />

questo caso serva da esempio a<br />

tutte le persone che si trovano nella<br />

stessa condizione: se si è vittime<br />

di uno sbaglio bisogna sempre<br />

difendersi e chiarire!”<br />

Avvocato, come è rimasto Diego<br />

Armando Maradona dell’accoglienza<br />

dei tanti tifosi napoletani?<br />

<strong>Impatto</strong>» Attualità » pag. 15<br />

tutti i video del ritorno di Maradona sul sito www.angelopisani.it<br />

“Come al solito Diego è rimasto<br />

estremamente contento di aver<br />

respirato l’aria di Napoli. Amore,<br />

affetto, stima ... i tifosi lo hanno<br />

riempito di sentimento e calore<br />

e lui è rimasto molto soddisfatto.<br />

Purtroppo allo stesso tempo<br />

molti giornalisti l’hanno assalito,<br />

anche con violenza, e gli hanno<br />

reso diffic<strong>il</strong>e circolare. Ma nel<br />

complesso Maradona è rimasto<br />

stupefatto ancora una volta<br />

dall’ambiente partenopeo, tanto<br />

che ha ringraziato pubblicamente<br />

da un lato la magistratura e le forze<br />

dell’ordine, e dall’altro i numerosi<br />

tifosi educati, che per ore ed<br />

ore, instancab<strong>il</strong>mente, gli hanno<br />

regalato cori e tanto affetto”.<br />

Presidente Pisani, vedremo ancora<br />

Diego a Napoli?<br />

“Sono sicuro che Maradona<br />

tornerà prestissimo qui. Lui ama<br />

l’Italia e Napoli è la sua seconda<br />

casa. Qui è circondato da amore<br />

ed affetto. Spero che presto si<br />

possa organizzare un incontro<br />

con <strong>il</strong> presidente della SSC Napoli,<br />

Aurelio De Laurentiis, per vedere se<br />

ci sono margini per un ingresso in<br />

società di Diego Armando. Lui ci<br />

terrebbe molto!”<br />

Guglielmo Pulcini


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<strong>Impatto</strong>» Economia» pag. 18<br />

Dopo le urne,<br />

l’Italia si confronta<br />

con <strong>il</strong> mercato del<br />

debito pubblico. C’è<br />

ottimismo ma gli<br />

addetti frenano!<br />

Moody’s: l’Italia ha bisogno stab<strong>il</strong>ità. Senza<br />

un governo, anche se temporaneo, lo Spread<br />

continuerà a salire e <strong>il</strong> debito pubblico italiano<br />

retrocederà sempre più<br />

di Guglielmo Pulcini<br />

Responsab<strong>il</strong>e Editoriale<br />

In una politica sempre di più succube delle<br />

vicende economiche nazionali, e specialmente<br />

internazionali, credere che le politiche<br />

non avrebbero avuto ripercussioni sul<br />

mercato finanziario nazionale sarebbe stato<br />

da folli.<br />

A poche ore dal definitivo conteggio delle<br />

schede, Piazza Affari, si è infatti trovata a<br />

fare immediatamente i conti con <strong>il</strong> mercato<br />

del debito.<br />

Ma nonostante le previsione poco floride, i<br />

dati che sono presto pervenuti da M<strong>il</strong>ano,<br />

hanno ben presto dimostrato che - nonostante<br />

tutto - <strong>il</strong> mercato ha retto discretamente<br />

bene l’impatto.<br />

Infatti, nella seconda giornata post elettiva<br />

– che molti esperti del settore hanno ben<br />

presto definito al “cardiopalma” - Il ministero<br />

del Tesoro è riuscito a collocare sul mercato<br />

tutti i 6 m<strong>il</strong>iardi e mezzo di titoli (a 5 e<br />

10 anni) del debito pubblico italiano.<br />

Un’asta di titoli che però ha fatto comunque<br />

registrare un netto aumento della percezione<br />

del “rischio default per l’Italia” da parte<br />

degli investitori.<br />

(Evento comunque altamente ed ampiamente<br />

prevedib<strong>il</strong>e dato l’incerto risultato<br />

con cui le votazioni si sono concluse).<br />

Una crescita della percezione del rischio,<br />

che però non ha fatto calare la richiesta<br />

dei titoli. Anzi a fine giornata i dati hanno<br />

dimostrato come la domanda sia stata superiore<br />

all’offerta.<br />

Un quadro quindi discretamente incoraggiante,<br />

che però gli addetti del settore hanno<br />

subito frenato, facendo notare come alla<br />

lunga, una assenza di solida e strutturata<br />

stab<strong>il</strong>ità, non avrebbe fatto reggere all’Italia<br />

<strong>il</strong> confronto con i mercati internazionali.<br />

I titoli comunque ancora oggi restano <strong>il</strong> perfetto<br />

riflesso dell’andamento dello spread<br />

(Btp – Bund), <strong>il</strong> quale nei giorni successivi al<br />

voto, è stato in forte ascesa.<br />

Tanto che nell’ultima settimana, anche <strong>il</strong><br />

mercato secondario dei Btp ha fatto registrare<br />

tantissime osc<strong>il</strong>lazioni, specialmente<br />

nei titoli a lunga scadenza.<br />

Tuttavia la domanda degli economisti dopo<br />

questa prima settimana è rimasta del tutto<br />

immutata: In un quadro così discretamente<br />

strutturato, come si può presentare <strong>il</strong> “domani<br />

del mercato italiano”? Sulla faccenda è<br />

intervenuta prontamente, l’agenzia di ranking,<br />

Moody’s che in una nota ufficiale, ha<br />

sottolineato come la prolungata assenza<br />

di un governo – anche se temporaneo o di<br />

scopo – causerà ulteriori segnali negativi<br />

per lo spread, i Btp e Piazza Affari. E di questo<br />

passo – ha concluso la società di ricerche<br />

finanziarie – <strong>il</strong> debito pubblico italiano sarà<br />

presto di nuovo a rischio di retrocessione.<br />

Compravendita La7: dopo <strong>il</strong><br />

momento di impasse, tutti le remore<br />

sembrano risolversi. Cairo e<br />

Telecom molto vicini all’accordo<br />

Bernabè sembra arroccarsi per difendere la proprietà<br />

dei multiplex, Cairo dal canto suo fa richieste a TIMedia.<br />

Limate le distanze si procederà all’acquisto.<br />

Talky underline in this box here Unt praessit<br />

lor se dolorraesto exeraequip nFaccumsa<br />

ndrerat. Ut velit am euguer sim vulla<br />

facinc<strong>il</strong>lan hent lortis dolobor<br />

Talky underline in this box here Unt praessit lor se<br />

dolorraesto exeraequip nFaccumsa ndrerat. Ut<br />

velit am euguer sim vulla obor<br />

Ed intanto Fitch<br />

declassa Fiat<br />

Fitch, celebre agenzia di rating,<br />

con una nota ufficiale ha<br />

notificato <strong>il</strong> declassamento<br />

dei titoli Fiat a medio lungo<br />

termine a titoli “BB-” (confermando<br />

invece la classe “B”<br />

per quelli a breve termine). Il<br />

downgrade - per l’agenzia di<br />

NY City - riflette una palese<br />

debolezza delle performance<br />

economiche che la Fiat ha<br />

conseguito senza la Chrysler,<br />

specialmente in Europa.<br />

Secondo Fitch, inoltre<br />

l’ultimo piano strategico<br />

della azienda torinese è soggetto<br />

a rischi di esecuzione e<br />

richiederà tanti anni prima di<br />

dare risultati.<br />

g.p.<br />

Tangenti e corruzioni:<br />

Crolla Finmeccanica<br />

Sembra senza tregua lo<br />

scenario economico italiano.<br />

Dopo <strong>il</strong> caso Mps scoppia <strong>il</strong> caso<br />

Finmeccanica. Il 12 febbraio<br />

Giuseppe Orsi, presidente e<br />

amministratore delegato del<br />

primo gruppo industriale italiano<br />

operante nel settore delle alte<br />

tecnologie, viene arrestato con<br />

l’accusa di riciclaggio, concussione<br />

e corruzione internazionale. In<br />

particolar modo Orsi avrebbe<br />

favorito tangenti pari a 51 m<strong>il</strong>ioni<br />

per la vendita di 12 elicotteri al<br />

governo indiano. Quella delle<br />

tangenti risulta essere per Orsi una<br />

vera e propria “f<strong>il</strong>osofia aziendale”<br />

protrattasi nel tempo e non quindi<br />

un singolo episodio. Tanto che<br />

all’indomani del suo arresto Orsi<br />

ho dichiarato – in un colloquio<br />

con <strong>il</strong> suo avvocato Ennio Amodio<br />

nel carcere di Busto Arsizio- “Ho<br />

agito per <strong>il</strong> bene dell’azienda” e<br />

MILANO - Dovrebbe sbloccarsi nelle prossime ore la<br />

trattativa che sancirà <strong>il</strong> passaggio di consegna di La7<br />

dal gruppo Telecom alla Cairo Communications. Il<br />

lungo e tormentato processo di vendita del terzo polo<br />

televisivo italiano, iniziato lo scorso giugno e che va<br />

avanti dallo scorso 6 dicembre, sembra aver trovato<br />

infatti un punto di svolta. Urbano Cairo, noto patron<br />

della squadra granata di Torino, e già da anni editore di<br />

Magazine e concessionario di pubblicità, ha superato<br />

la concorrenza del fondo di “private equity” guidato<br />

da Claudio Sposito. Cairo – che era comunque<br />

sembrato sempre titubante sull’effettivo acquisto di<br />

La7 – sembra invece aver sciolto definitivamente ogni<br />

remora. E nonostante l’ormai scaduta esclusiva per<br />

l’acquisto che gli era stata concessa dal consiglio della<br />

Telecom Italia Media fino al 18 febbraio, <strong>il</strong> proprietario<br />

del Torino è dato vicinissimo all’acquisto del settimo


continua riferendosi al carcere come “una<br />

prova sofferta”. La notizia dell’arresto ha<br />

avuto profonde ripercussioni sul titolo azionario<br />

che ha perso fin da subito <strong>il</strong> 7.3% .<br />

Ma <strong>il</strong> caso Finmeccanica continua a sollevare<br />

polemiche con l’arrivo del nuovo<br />

amministratore delegato Alessandro Pansa.<br />

Dalle prime ricostruzioni appare infatti che<br />

Pansa abbia concesso, sotto forma di contratti<br />

fittizi, 400-500m<strong>il</strong>a euro a Lisa Lowenstein,<br />

ex moglie di Vittorio Gr<strong>il</strong>li, ministro<br />

dell’economia e socio di maggioranza del<br />

gruppo. Ma la notizia che desta più scalpore<br />

fa riferimento agli ambigui rapporti tra Giuseppe<br />

Orsi e Roberto Maroni, segretario<br />

federale di Lega Nord. Dalle intercettazioni<br />

telefoniche e dalle prime indagini risulta<br />

che, in virtù della vendita dei 12 elicotteri<br />

all’India, fosse previsto un maxi compenso<br />

di 41 m<strong>il</strong>ioni per Guido Ralph Haschke, intermediario<br />

italo-svizzero che ha agevolato<br />

le trattative con <strong>il</strong> governo indiano. I 41<br />

m<strong>il</strong>ioni sono poi lievitati a 51 in seguito ad<br />

un netto rifiuto del mediatore di veder diminuire<br />

di 10 m<strong>il</strong>ioni <strong>il</strong> suo compenso in favore<br />

di Michel Christian, altro mediatore impegnato<br />

nello scandalo. Il denaro ricevuto<br />

da Christian sarebbe poi stato rigirato allo<br />

canale. Bernabè, attuale dirigente Telecom, è<br />

comunque ostinato a trattenere in azienda i<br />

multiplex, i quali secondo <strong>il</strong> manager di Vipiterno<br />

hanno un valore maggiore rispetto a quello che<br />

gli riconosce <strong>il</strong> mercato. La partita per la cessione<br />

definitiva, dunque non si giocherà sul terreno del<br />

multiplex ma sulla probab<strong>il</strong>e accettazione delle<br />

richieste fatte da Cairo alla compagnia telefonica<br />

italiana. L’imprenditore di Masio, sembra infatti<br />

aver chiesto alla attuale proprietà di La7 di<br />

pagare le perdite della tv fino all’esecuzione<br />

del contratto (prevista per metà giugno), di<br />

farsi carico di un buon numero di dipendenti, di<br />

annullare gli attuali debiti intercompany (circa 60<br />

m<strong>il</strong>ioni) e di maggiorare la cassa di ben 59 m<strong>il</strong>ioni.<br />

Nelle clausole finali del contratto, resterà poi da<br />

definire per quanto tempo Cairo sarà obbligato a<br />

stesso Orsi per disobbligarsi con <strong>il</strong> Carroccio<br />

<strong>il</strong> quale avrebbe appoggiato, Maroni in primis,<br />

la sua candidatura a presidente e amministratore<br />

delegato di Finmeccanica. In<br />

particolare in un’intercettazione, dopo aver<br />

ottenuto i ringraziamenti per aver spinto la<br />

sua nomina, Maroni fa riferimento ad Orsi<br />

quale “l’uomo giusto” per poter reggere <strong>il</strong><br />

peso di una tale responsab<strong>il</strong>ità. L’esponente<br />

delle Lega ha fin da subito negato ogni insinuazione<br />

riferendosi all’accaduto come<br />

“ipotesi fuori dal mondo”. Ma le indiscrezioni<br />

continuano ad essere tante: Quindici, gli<br />

anni che legano l’amicizia tra Orsi e Maroni<br />

e di conseguenza i rapporti tra le rispettive<br />

famiglie. La moglie dell’ex ministro<br />

dell’interno, Em<strong>il</strong>ia Macchi, dopo 25 anni<br />

di servizio all’Aermacchi, società controllata<br />

da Finmeccanica, è divenuta dirigente<br />

di una nuova società ,Alenia Aermacchi,<br />

facente capo al medesimo gruppo. Tutte<br />

queste complicazioni non hanno fatto altro<br />

che aggravare <strong>il</strong> titolo Finmeccanica <strong>il</strong> quale<br />

viaggia in forte ribasso e perde in circa due<br />

settimana <strong>il</strong> 20% del proprio valore. Sulla<br />

vicenda, intanto, indagano i Pm di Busto<br />

Arsizio.<br />

Simona Ammendola<br />

C<br />

non rivendere La7 (salvo ulteriori penali in favore<br />

di Telecom) e quale riduzione di prezzo sarà fatta<br />

in favore di Cairo, qualora l’Agcom decidesse di<br />

togliere La7 dal settimo canale. Questi dettagli<br />

saranno comunque definiti solo nelle battute finali<br />

e a seguito del cda già convocato da TIMedia.<br />

La situazione resta comunque monitorata sia<br />

dalla borsa affari di M<strong>il</strong>ano, che già nelle scorse<br />

settimane ha assistito a forti osc<strong>il</strong>lazioni delle<br />

S.p.A. che stanno preparando lo scambio e sia<br />

dai tanti giornalisti e portatori di interesse, in<br />

apprensione per un eventuale cambio drastico<br />

di linea editoria del un canale, che negli ultimi<br />

anni si è fatto promotore di una televisione libera,<br />

ricca di contenuti informativi e satirici. Gug.Pul.<br />

opertine e giornali<br />

in queste settimane,<br />

nonostante i m<strong>il</strong>le ac-<br />

cadimenti cruciali per la<br />

nostra nazione, come ad esempio<br />

le elezioni politiche o<br />

l’abdicazione del Pontefice,<br />

sono stati riempiti da titoli<br />

clamorosi sullo scandalo<br />

Monte dei Paschi di Siena.<br />

Tra le figure principalmente<br />

coinvolte ci sono l’ex presidente<br />

Giuseppe Mussari, l’ex<br />

direttore generale Antonio<br />

Vigni, l’ex capo dell’Area finanza<br />

Gianluca Baldassarri<br />

e <strong>il</strong> suo vice Alessandro Toccafondi.<br />

Ma cosa c’è davvero dietro<br />

al disastro della più antica<br />

banca del mondo in attività?<br />

Quali sono state le decisioni<br />

che hanno portato ad un terremoto<br />

nei piani alti di Rocca<br />

Salimbeni?<br />

Dalle indagini è emerso<br />

che durante la gestione di<br />

Giuseppe Mussari nel 2009<br />

<strong>il</strong> debito è stato spalmato nel<br />

tempo per contenere anche<br />

le perdite dovute all’acquisto<br />

di derivati considerati “tossici”,<br />

cioè investimenti ad alto<br />

rischio che non sono andati a<br />

buon fine. Tra questi <strong>il</strong> titolo<br />

“Alexandria” presente in un<br />

contratto segreto risalente al<br />

Luglio 2009 scritto in inglese<br />

ed occultato in una cassaforte.<br />

Altro tassello importante<br />

a generare <strong>il</strong> crollo di questo<br />

istituto è stato l’acquisizione<br />

suicida di Antonveneta<br />

nonostante le «criticità»<br />

sconsigliassero di comprare<br />

dagli spagnoli del Banco di<br />

Santander, e per giunta a un<br />

prezzo sovrastimato: tre m<strong>il</strong>iardi<br />

in più di quanto pagato<br />

dalla banca spagnola due<br />

mesi prima.<br />

Giuseppe Mussari, Antonio<br />

Vigni e Gianluca Baldassarri<br />

sono stati quindi indagati<br />

per i reati di associazione<br />

a delinquere, aggiotaggio,<br />

false comunicazioni, turbativa,<br />

truffa, appropriazione<br />

indebita, ostacolo alla Vig<strong>il</strong>anza<br />

e manipolazione del<br />

mercato.<br />

Per correre in soccorso alla<br />

crisi di questa banca sono<br />

stati emessi dei Monti Bond<br />

per un importo di 4,071 m<strong>il</strong>iardi<br />

di euro, precisando che<br />

dell’ammontare complessivo<br />

1,9 m<strong>il</strong>iardi sono destinati<br />

all’integrale sostituzione dei<br />

<strong>Impatto</strong>» Economia» pag. 19<br />

Non si ferma lo scandalo Mps<br />

I contribuenti si scagliano<br />

contro i Monti Bond: Aiutano la<br />

banca con i soldi dell’Imu!<br />

Mps si difende: è solo un presito al 9% annuo.<br />

Intanto i giudici continuano le indagini<br />

Tremonti Bond già emessi<br />

dalla banca senese nel 2009,<br />

mentre 171 m<strong>il</strong>ioni, con data<br />

di godimento 1 luglio 2013,<br />

sono stati emessi a titolo<br />

di pagamento anticipato al<br />

ministero dell’Economia degli<br />

interessi maturati sino al<br />

31 dicembre 2012 sui Tremonti<br />

Bond, in considerazione<br />

del fatto che <strong>il</strong> risultato di<br />

esercizio della banca al 31<br />

dicembre 2012 non evidenzierà<br />

un dato positivo.<br />

Ma nei giorni successivi<br />

agli arresti si è scatenata<br />

una vera e propria polemica<br />

sull’Imu, che per alcuni<br />

sarebbe stata incassata dal<br />

Mps attraverso i Monti-bond.<br />

Un artefatto, per cui lo Stato<br />

avrebbe ut<strong>il</strong>izzato i 3,9 m<strong>il</strong>iardi<br />

incassati da questa tassa,<br />

prestandoli all’isti<strong>tuo</strong> senese.<br />

La banca però attraverso<br />

Facebook ha dichiarato:<br />

“L’Imu è una tassa che lo Stato<br />

italiano ha incassato e che<br />

va a coprire spese e debito<br />

pubblico. Il finanziamento<br />

che viene fatto a Montepaschi<br />

è un finanziamento che<br />

ha un rendimento del 9%,<br />

quindi molto alto, e che nei<br />

nostri obiettivi verrà reso allo<br />

Stato grazie alla nostra capacità<br />

di generare capitale”.<br />

Queste affermazioni non<br />

sono bastate però al Codacons<br />

che proprio negli<br />

ultimi giorni ha avviato una<br />

battaglia al Tar del Lazio per<br />

la sospensione ed <strong>il</strong> successivo<br />

annullamento dei Monti<br />

Bond in favore dell’istituto.<br />

Una vicenda quindi ancora<br />

aperta e in attesa di nuove<br />

rivelazion, attese per le prossime<br />

settimane.<br />

Antonello d’Occhio<br />

Giuseppe Mussari<br />

Nato a Catanzaro <strong>il</strong> 20 luglio 1962<br />

Ex presidente Monte dei Paschi di Siena


<strong>Impatto</strong>» Notizie dall’Italia» pag. 20<br />

Il Cavaliere ancora alle<br />

prese con i guai giudiziari:<br />

Woodcock lo chiama in<br />

aula. Ingenti “mazzette” al<br />

ex senatore De Gregorio<br />

NAPOLI – Una nuova<br />

inchiesta, condotta dal pool di<br />

magistrati partenopei guidato<br />

da Henry John Woodcock<br />

e Vincenzo Piscitelli, si<br />

presenta al cospetto del<br />

Cavaliere come un novello<br />

“Convitato di Pietra”:<br />

proprio in un momento<br />

così delicato, quale quello<br />

attuale, in cui la formazione<br />

parlamentare non è affatto<br />

favorevole alla formazione<br />

di un governo stab<strong>il</strong>e, l’ex<br />

senatore De Gregorio,<br />

<strong>il</strong> cui passaggio dalla<br />

maggioranza all’opposizione<br />

fu determinante nella caduta<br />

del sofferto Prodi II nel<br />

2007, ha parlato ai pm di<br />

certe “mazzette” del valore<br />

di 200/300 m<strong>il</strong>a euro per<br />

un totale complessivo di<br />

circa 3 m<strong>il</strong>ioni di euro, di<br />

cui uno versato nelle casse<br />

dell’Associazione “Italiani nel<br />

Mondo”, che fa capo proprio<br />

a De Gregorio, e altri due<br />

pagati in nero, “gent<strong>il</strong>mente<br />

donati” dal Cavaliere proprio<br />

per assicurarsi la spallata<br />

definitiva all’esecutivo della<br />

XV legislatura.<br />

L’inchiesta appare sim<strong>il</strong>e a<br />

quella su cui aveva lavorato<br />

la Procura di Roma, già<br />

insospettitasi temporibus <strong>il</strong>lis<br />

per questo voltafaccia “alla<br />

savoiarda maniera”; tuttavia,<br />

la Cassazione ha deciso che<br />

queste due indagini «sono<br />

diverse e non sovrapponib<strong>il</strong>i».<br />

L’ex premier, dunque, ha<br />

ricevuto un avviso di garanzia<br />

e si dovrà recare a Napoli per<br />

l’interrogatorio con le accuse<br />

di corruzione e finanziamento<br />

<strong>il</strong>lecito a partiti. L’altro grande<br />

indagato dell’inchiesta<br />

partenopea è Walter Lavitola,<br />

ex direttore dell’”Avanti”,<br />

che avrebbe intrattenuto una<br />

sospetta corrispondenza con<br />

Berlusconi, riferendosi ad una<br />

compravendita di senatori. Si<br />

parla anche di una cassetta di<br />

sicurezza, depositata al MPS,<br />

che conterrebbe le tracce di<br />

tali pagamenti.<br />

Molteplici sono state le<br />

reazioni alla notizia: <strong>il</strong><br />

Segretario del PDL, Angelino<br />

Alfano, ha già annunciato<br />

una grande manifestazione<br />

in piazza a sostegno «della<br />

sovranità del PDL e della<br />

democrazia italiana».<br />

Claudio Candia<br />

Emanuela Orlandi<br />

Un mistero sempre<br />

più oscuro: è la<br />

figlia di Giovanni<br />

Paolo II?<br />

di Angela Sinopoli<br />

Responsab<strong>il</strong>e dell’inserto letterario<br />

Dal Bras<strong>il</strong>e con furore arriva Luis Rocha<br />

e getta un ordigno di dimensioni bibliche,<br />

che - per l’appunto - va ad infittire<br />

ancor <strong>il</strong> caso Orlandi: Emanuela è la<br />

figlia naturale di Papa Giovanni Paolo II?<br />

E’ bene ricordare che <strong>il</strong> caso Orlandi è<br />

ad oggi una delle più oscure pagine<br />

della cronaca nera italiana ed ha visto<br />

un susseguirsi di ricerche e di ipotesi<br />

che non hanno mai portato ad una risposta<br />

concreta.<br />

Forse perché non si vuole giungere a<br />

nulla di concreto? Perché è scomodo<br />

a qualcosa o qualcuno? Forse perché<br />

Emanuela è figlia di un commesso della<br />

Prefettura della Casa Pontificia … o<br />

forse no: Emanuela sarebbe addirittura<br />

la figlia segreta di Papa Wojtyla?<br />

Ecco l’ennesima teoria degna d’esser<br />

scritturata per una pellicola cinematografica.<br />

Quando Emanuela non era ancora un<br />

caso mediatico, era una quindicenne<br />

studentessa di musica presso un istituto<br />

in piazza sant’Apollinare a Roma e<br />

la tragica mattina del 22 giugno dell’83<br />

avrebbe incontrato un uomo, probab<strong>il</strong>mente<br />

<strong>il</strong> suo rapitore, alla guida di una<br />

BMW verde che le proponeva un lavoro<br />

di vendita di prodotti di bellezza per<br />

la nota casa cosmetica Avon, offrendo<br />

una paga decisamente alta (circa<br />

375.000 delle vecchie lire). Intorno alle<br />

19,00, la ragazza avrebbe telefonato a<br />

casa per riferire la proposta. Questo fu<br />

l’ultimo contatto tra Emanuela e la sua<br />

famiglia. Fu successivamente avvistata<br />

da vari testimoni e tutte le dichiarazioni<br />

fatte agli inquirenti vertevano su un<br />

fattore comune che non pareva affatto<br />

essere una coincidenza: Emanuela fu<br />

vista infatti in compagnia di un uomo<br />

probab<strong>il</strong>mente sui 35, con una BMW<br />

scura metallizzata.<br />

L’identikit dell’uomo fornito dai vari<br />

testimoni, ricordava le caratteristiche<br />

somatiche di “Renatino”, al secolo Enrico<br />

de Pedis, criminale della mala capitolina<br />

e storico capo della potente organizzazione<br />

criminale Romana “Banda<br />

della Magliana”. Eppure le indagini<br />

scartarono presto l’ipotesi di sequestro<br />

per conto del della Magliana, in quanto<br />

Renatino era considerato latitante<br />

all’estero; un riscontro più dettagliato<br />

in merito non fu condotto, almeno non<br />

subito.<br />

Dopo l’ipotesi della “scappatella” adolescenziale,<br />

e soprattutto a seguito<br />

di alcune telefonate ricevute dalla<br />

famiglia Orlandi, le ricerche si intensificarono<br />

e addirittura Papa Giovanni<br />

Paolo II, nell’angelus del 3 luglio 1983,<br />

rivolse un appello a favore di Ema-<br />

nuela, ufficializzando per la prima volta<br />

l’ipotesi del sequestro.<br />

(Che sia questo, per Rocha, <strong>il</strong> grande<br />

indizio che porta all’elaborazione della<br />

sua contorta tesi?)<br />

In ogni caso, due giorni più tardi giunse<br />

una chiamata alla sala stampa vaticana:<br />

un uomo dallo spiccato accento anglosassone,<br />

subito ribattezzato “Amerikano”,<br />

proponeva lo scambio di Mehmet<br />

Ali Ağca, colui che sparò al Papa 2<br />

anni prima, con Emanuela, affermando<br />

che la Orlandi era nelle mani dei “Lupi<br />

Grigi” (pista successivamente scongiurata<br />

da un ex pentito della Magliana).<br />

Inoltre, secondo alcuni tabloid,<br />

l‘Amerikano sarebbe stato identificato<br />

nella persona di monsignor Marcinkus,<br />

all’epoca presidente dell’IOR (banca<br />

vaticana).<br />

Un’ulteriore svolta si ebbe nel 2005: la<br />

redazione del programma “Chi l’ha visto?”<br />

fu più volte minacciata dopo una<br />

telefonata anonima ricevuta in diretta,<br />

in cui veniva affermato che la risoluzione<br />

del caso si trovava nella Bas<strong>il</strong>ica di<br />

Sant’Apollinare: lì vi era sepolto <strong>il</strong> capo<br />

della Magliana, Enrico de Pedis.<br />

Con le dichiarazioni dell’ex moglie di<br />

Renatino, Sabrina Minardi, che vedono<br />

incastrare i malavitosi ed affermano<br />

la morte certa di Emanuela, confermata<br />

anche dal pentito Antonio Mancini,<br />

<strong>il</strong> caso si riapre definitivamente,<br />

lasciando spazio alle più disparate<br />

congetture da parte dei media e da<br />

numerose personalità di spicco del<br />

Vaticano e non. L’esorcista Padre Amorth<br />

persegue la tesi della pedof<strong>il</strong>ia ecclesiastica;<br />

<strong>il</strong> redattore de “l’Espresso”,<br />

Pino Nicotri, dopo “Mistero Vaticano”<br />

del 2002, nel 2009 pubblica “Emanuela<br />

Orlandi – La verità”, sovvertendo ogni<br />

tesi precedentemente dichiarata, con<br />

l’affermazione che Emanuela sarebbe<br />

morta in Vaticano <strong>il</strong> giorno stesso della<br />

scomparsa, dopo un rapporto sessuale<br />

con una figura importante nella gerarchia<br />

ecclesiastica.<br />

La teoria di Rocha, tra tutte le altre<br />

elaborate, sembra essere parecchio in<br />

b<strong>il</strong>ico: neanche Pietro Orlandi, fratello<br />

di Emanuela, ha minimamente creduto<br />

ad una parola del povero Luis.<br />

Rocha che peraltro ha scelto di pubblicare<br />

“A F<strong>il</strong>ha do Papa” solo in Bras<strong>il</strong>e,<br />

forse per non imbattersi nella rabbia<br />

della scrittrice e fotografa romana<br />

Roberta Hidalgo, autrice dell’ “Affaire<br />

Emanuela Orlandi”, la quale aveva affidato<br />

proprio al collega naturalizzato<br />

Carioca <strong>il</strong> suo manoscritto, prima di<br />

pubblicarlo in autonomia. Che Rocha<br />

si sia appropriato del materiale della<br />

sua collega e ci abbia montato su una<br />

storia?<br />

Restiamo in attesa di ulteriori sv<strong>il</strong>uppi.<br />

Flash News<br />

La Nutella fa Boom nei<br />

paesi in crescita.<br />

ALBA - La crema alle<br />

nocciole più famosa al<br />

mondo, sta spopolando tra<br />

i paesi in crescita. A dirlo<br />

sono i dati della Ferrero,<br />

che sottolineano come<br />

nell’ultimo anno <strong>il</strong> mercato<br />

della Nutella sia stato trainato<br />

dalle nazioni in ascesa.<br />

Libia, l’Eni ferma <strong>il</strong> gas<br />

verso l’Italia<br />

TRIPOLI - Viene confermata<br />

dalla Libia, la scelta presa<br />

dall’Eni di interrompere la<br />

produzione e l’esportazione<br />

di gas verso l’impianto<br />

sic<strong>il</strong>iano di Gela. La decisione<br />

è stata presa per motivi di<br />

sicurezza a seguito a scontri<br />

a fuoco fra m<strong>il</strong>izie locali<br />

nell’area dell’impianto di<br />

produzione di gas della<br />

Mellitah O<strong>il</strong> & Gas, joint<br />

venture paritetica fra Noc<br />

ed Eni.<br />

Dramma nel mondo<br />

della musica:<br />

scomparso a 95 anni<br />

<strong>il</strong> maestro Trovajoli<br />

ROMA - E’ stato trovato<br />

senza vita, a 95 anni,<br />

<strong>il</strong> maestro Armando<br />

Trovajoli. Il compositore<br />

durante la sua carriera ha<br />

lavorato con grandi jazzisti<br />

(Armstrong, Ellington e<br />

M<strong>il</strong>es) ed ha composto<br />

famose colonne sonore sia<br />

per f<strong>il</strong>m che per teatro.<br />

Nel contenzioso con<br />

Apple, la magistratura<br />

fa sconti a Samsung<br />

SAN FRANCISCO - Un<br />

ulteriore colpo inflitto alla<br />

Apple. Il giudice distrettuale<br />

Lucy Koh ha infatti annullato<br />

parte del risarcimento da<br />

oltre 1 m<strong>il</strong>iardo di dollari<br />

che Samsung era stata<br />

condannata a pagare<br />

all’azienda di Cupertino,<br />

tagliandolo di ben 450<br />

m<strong>il</strong>ioni di dollari.


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Problema inquinamento in Cina<br />

Il Governo di Pechino pone <strong>il</strong> segreto di stato<br />

sulle documentazioni. Zhengwei: “è una<br />

decisione del tutto infondata!”<br />

Dopo aver ammesso l’esistenza<br />

dei cosiddetti “v<strong>il</strong>laggi del cancro”,<br />

la situazione ambientale<br />

cinese fa ancora notizia.<br />

Nelle ultime ore infatti è rimbalzata<br />

ai doveri della cronaca,<br />

l’apposizione del segreto<br />

di Stato da parte del governo<br />

di Pechino sull’ultima indagine<br />

(effettuata nel 2010) in merito<br />

all’inquinamento del suolo.<br />

A quanto pare, infatti, pochi<br />

giorni fa l’avvocato Don Zhengwei<br />

ha chiesto di poter visualizzare<br />

i risultati di questa inchiesta<br />

e <strong>il</strong> ministero dell’Ambiente<br />

ha fatto sapere che ne saranno<br />

diffusi solo alcuni dettagli,<br />

perchè sullo studio è stato<br />

posto <strong>il</strong> segreto di Stato. Non<br />

si è fatta attendere la reazione<br />

dell’avvocato che subito ha dichiarato<br />

al South China Morning<br />

Post:<br />

“La risposta del Ministero è infondata,<br />

perchè le norme sulla<br />

diffusione di informazioni governative<br />

consentono la pubblicazione<br />

dei cosiddetti segreti<br />

nazionali se questi sono<br />

di interesse pubblico. Il ministero<br />

dell’ambiente ha diffuso<br />

informazioni in tempo reale<br />

sull’inquinamento atmosferico<br />

anche se l’aria di Pechino non<br />

era così male <strong>il</strong> mese scorso.<br />

Al contrario, l’inquinamento<br />

del suolo è un segreto di Stato.<br />

Questo vuol dire che la terra è<br />

molto più inquinata dell’aria?”.<br />

Questa domanda non avrà<br />

sicuramente una risposta, almeno<br />

in breve tempo, ma è<br />

comunque assolutamente legittima,<br />

considerato che non si<br />

ha una minima idea di quanto<br />

possa essere davvero inquinato<br />

<strong>il</strong> suolo cinese. Inoltre appare<br />

paradossale che <strong>il</strong> Governo<br />

della Cina avvii apertamente<br />

una ricerca senza poi successivamente<br />

rendere noti i risultati.<br />

Dagli ultimi dati ufficiali, sappiamo<br />

solo che nel 2006 <strong>il</strong> 10%<br />

delle terre agricole cinesi risultava<br />

inquinata ed inadatta a<br />

qualsiasi tipo di coltura. In più,<br />

sempre in quell’anno, <strong>il</strong> Governo<br />

confermò che 12 m<strong>il</strong>ioni<br />

di tonnellate di cereali venivano<br />

contaminati da metalli pesanti<br />

ogni anno.<br />

Tuttavia secondo alcuni studi<br />

indipendenti, la situazione attuale<br />

potrebbe essere molto<br />

peggiore con almeno i due<br />

quinti della terra avvelenati da<br />

arsenico e metalli pesanti. Sarà<br />

questo <strong>il</strong> motivo per <strong>il</strong> quale<br />

l’amministrazione Cinese non<br />

vuole divulgare i nuovi dati<br />

emersi? Non ci resta che ipotizzare,<br />

magari in attesa di qualche<br />

dietro front da parte del<br />

Governo della Cina.<br />

Antonello d’Occhio<br />

Dalla favola alla tragedia. A fare notizia non<br />

sono più le sue imprese sportive, Pistorius<br />

uccide la sua compagna: è Femminicidio?<br />

A pochi mesi dalla nascita ha subito<br />

un’amputazione ad entrambe le gambe<br />

a causa di una grave malformazione,<br />

ma questo non è servito a fermarlo.<br />

Anzi, del superamento delle difficoltà<br />

ha fatto <strong>il</strong> suo credo ed è riuscito a diventare<br />

un campione destinato a restare<br />

nella storia.<br />

Una perseveranza che l’ho a reso capace<br />

di correre grazie a delle protesi in<br />

fibra di carbonio, fino a vincere numerose<br />

gare che l’hanno portato poi ad<br />

essere <strong>il</strong> primo disab<strong>il</strong>e a partecipare<br />

alle Olimpiadi, battendo così anche chi<br />

affermava che fosse avvantaggiato rispetto<br />

a un normodotato, proprio grazie<br />

a quelle protesi.<br />

E se si aggiunge poi che l’anno scorso<br />

è stato inserito nella lista delle cento<br />

persone più influenti del pianeta dalla<br />

celebre rivista Time e che, per di più,<br />

era fidanzato con la modella sudafricana,<br />

Reeva Steenkamp, allora potrebbe<br />

quasi sembrare uno di quei copioni<br />

commoventi che Hollywood ama tanto<br />

raccontare. Il protagonista sfortunato<br />

che riesce ad ottenere <strong>il</strong> suo riscatto<br />

dalla vita fino a diventare un eroe<br />

moderno, tutto perfetto insomma. Ma<br />

quella che sembrava una favola, non<br />

si è conclusa con la scritta “e vissero<br />

tutti felici e contenti” che noi, figli di<br />

Walt Disney, siamo abituati a leggere<br />

prima dei titoli di coda. Bensì con un<br />

omicidio.<br />

Per la precisione, un femminicidio.<br />

L’ennesimo.<br />

La sera del 14 febbraio - che per ironia<br />

della sorte è San Valentino, festa degli<br />

innamorati - dalla casa dell’atleta, Oscar<br />

Pistorius, si sono sentiti dei colpi<br />

d’arma da fuoco. Spari che hanno<br />

<strong>Impatto</strong>» Notizie dal Mondo» pag. 21<br />

messo fine alla vita di Reeva. Dopo<br />

l’accaduto, è stato proprio <strong>il</strong> corridore<br />

a dare l’allarme, dichiarando poi alla<br />

polizia locale di aver sparato credendo<br />

che fosse entrato un ladro nella sua<br />

abitazione.<br />

Versione dei fatti che è risultata però<br />

sin dall’inizio troppo artificiosa. La residenza<br />

dell’atleta infatti è in una zona<br />

d’élite di Johannesburg, un’area quindi<br />

altamente sorvegliata e con basse<br />

probab<strong>il</strong>ità di furto in abitazione. Inoltre<br />

la teoria dell’autodifesa non regge se<br />

si considerano i quattro colpi sparati.<br />

Si parla quindi di omicidio premeditato.<br />

Ma qual è <strong>il</strong> movente? Le teorie sono<br />

varie; quelle più accreditate sono due.<br />

La prime vuole Pistorius nei panni del<br />

fidanzato geloso di un possib<strong>il</strong>e tradimento<br />

della modella, oppure secondo<br />

le notizie più recenti, Pistorius avrebbe<br />

sparato dopo aver appreso la notizia<br />

che la Steenkamp fosse incinta.<br />

Qualsiasi sia <strong>il</strong> movente, uccidere resta<br />

comunque l’atto più aberrante che<br />

un essere umano possa compiere.<br />

Quando le vittime poi sono le donne<br />

(che sempre più spesso vengono uccise<br />

da uomini di cui si fidano, e che<br />

magari amano anche) allora la tragedia<br />

diventa ancora più forte. Un uomo che<br />

uccide una donna – magari la propria<br />

metà - non dimostra di essere forte;<br />

non è <strong>il</strong> maschio alfa, e ne tanto meno<br />

può pensare che l’anima ed <strong>il</strong> corpo di<br />

quella donna sia di sua proprietà.<br />

Ma soprattutto non è un uomo. È un<br />

mostro.<br />

Helda Tassi


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<strong>Impatto</strong>» Cultura & Spettacolo» pag. 24<br />

Come ogni anno: tutto in una notte<br />

“and the Oscar goes to...”<br />

By L<strong>il</strong>iana Squ<strong>il</strong>lacciotti<br />

Responsab<strong>il</strong>e Cultura e Spettacolo<br />

«Assomiglia proprio a mio zio Oscar!».<br />

Questa sembrerebbe essere stata la frase<br />

esclamata da Margaret Herrick, impiegata<br />

all’Academy of Motion Picture Arts and<br />

Sciences, che sarebbe valsa <strong>il</strong> nomignolo<br />

alla statuetta di 35cm più famosa del mondo<br />

(cinematografico, e non). Quella stessa<br />

statuetta che, con la sua placcatura d’oro<br />

a 24 carati e tutto quello che rappresenta,<br />

dal 1929 riesce a mettere in piedi un meccanismo<br />

che da vita al fenomeno più patinato<br />

del pianeta. I riflettori si accendono<br />

per una sola notte, in cui tutti sembrano<br />

risplendere più del solito (e, ad Hollywood,<br />

non è cosa semplice), ma <strong>il</strong> “fenomeno<br />

Oscar” è come <strong>il</strong> Natale … si gusta ogni<br />

attimo dell’attesa, ogni pronostico, ogni<br />

indiscrezione, per non parlare dei tanto<br />

amati-odiati rumors ... perché, si sa, “bene<br />

o male, purché se ne parli”, e la gente di<br />

Hollywood su questo mantra ci ha costruito<br />

una carriera. Allora ben vengano le<br />

dirette dal red-carpet, ben vengano i “toto-accompagnatice”<br />

di Clooney, e i fiumi<br />

di parole spesi sui vari Dior-Armani-Prada,<br />

fanno parte del pacchetto, e ce li teniamo<br />

stretti, a patto che restino fuori dal Dolby<br />

Theatre, perché lì poi le cose si fanno serie.<br />

L’annuncio delle nomination è stato<br />

fatto <strong>il</strong> 10 gennaio scorso, da Seth Mac-<br />

Farlane e dall’attrice Emma Stone. Proprio<br />

MacFarlane (creatore de “I Griffin” e regista<br />

di “Ted”) è stato scelto per la prima volta<br />

come presentatore dell’evento, incarico<br />

che ha spesso messo in difficoltà personaggi<br />

del calibro di David Letterman, ma<br />

che MacFarlane nel complesso, ha saputo<br />

gestire. La scelta, può essere stata sicuramente<br />

“azzardata”, data la comicità sopra<br />

le righe di MacFarlane che può non piacere<br />

proprio a tutti, e un esempio, sono<br />

state le reazioni alla canzoncina “We saw<br />

your boobs” cantata dal presentatore e<br />

dedicata alle protagoniste delle scene<br />

di nudo femmin<strong>il</strong>e più famose dello star<br />

system. Risultato, visi scioccati di Naomi<br />

Watts e Charlize Theron in sala e <strong>tuo</strong>ni (e<br />

tweet) dalla rete da parte di Jane Fonda e<br />

Lena Dunham. Anche in questo caso però,<br />

“bene o male, purché se ne parli”, l’ABC<br />

porta a casa l’edizione con <strong>il</strong> più alto share<br />

degli ultimi tre anni e MacFarlane, dal<br />

canto suo, dopo aver dimostrato di saper<br />

cantare e ballare discretamente (oltre che<br />

provocare) tweetta un politicamente corretto<br />

“Credo che questa sia una di quelle<br />

cose che vuoi fare una sola volta nella vita”<br />

come risposta ai canonici “Lo rifaresti?”.<br />

Nel 2013, oltre a cadere l’85° com-<br />

pleanno dello “zio” Oscar, spegne anche<br />

le 50 candeline la saga di James Bond per<br />

celebrare la quale si sono esibite sul palco<br />

Shirley Bassey con “Goldfinger”, e Adele<br />

con “Skyfall” canzone tratta dall’ultimo<br />

f<strong>il</strong>m della saga. Proprio “Skyfall” è valsa<br />

ad Adele l’Oscar per la “Miglior canzone”,<br />

premio che arriva come coronamento dei<br />

due anni d’oro della cantante britannica,<br />

e come ennesima conferma (qualora ce<br />

ne fosse bisogno) del suo immenso talento.<br />

Tanta emozione per la neomamma<br />

e tanto, tanto merito. Le esibizioni canore<br />

non sono mancate in questa edizione degli<br />

Academy, si sono susseguite sul palco<br />

anche Jennifer Hudson, Catherine Zeta-<br />

Jones e la sempreverde Barbara Streisand.<br />

Degna di nota è anche l’esibizione di Charlize<br />

Theron che, sulle note di “The Way You<br />

Look Tonight”, da sfoggio delle proprie<br />

ab<strong>il</strong>ità di ballerina e, in coppia con Channing<br />

Tatum, rievoca la Hollywood anni ’30.<br />

E tra un’esibizione e l’altra si arriva, finalmente,<br />

alla consegna delle tanto agognate<br />

statuette. L’annuncio del premio più<br />

importante, quello al “Miglior f<strong>il</strong>m”, viene<br />

lasciato nelle mani della frist lady Michelle<br />

Obama che, in diretta dalla Casa Bianca,<br />

con la perfezione e la sobrietà alle quali ci<br />

ha abituato, pronuncia la famosa frase di<br />

rito “And the Oscar goes to…”, e l’Oscar, in<br />

questo caso, va ad “Argo” diretto, prodotto<br />

e interpretato da un redivivo e visib<strong>il</strong>mente<br />

emozionato Ben Affleck che sale sul<br />

palco accompagnato da George Clooney<br />

e Grant Heslov (produttori, insieme a lui,<br />

del f<strong>il</strong>m). “And I am, because of so many of<br />

you who are here tonight, because of this<br />

Academy, because of so many wonderful<br />

people who extended themselves to me<br />

when they had nothing to benefit from it<br />

in Hollywood.”, queste le parole del discorso<br />

di ringraziamento di Affleck (pronunciate<br />

con la velocità di uno sciogl<strong>il</strong>ingua), un<br />

“grazie” a tutte quelle persone che gli sono<br />

rimaste vicine in un momento veramente<br />

buio della sua carriera. La città degli angeli,<br />

forse, è più umana di quanto si possa immaginare.<br />

Crollo e rinascita. Il f<strong>il</strong>m viene<br />

premiato anche per <strong>il</strong> “Miglior montaggio”<br />

e per la “Miglior sceneggiatura non originale”.<br />

Il premio per la “Migior sceneggiatura<br />

originale” va invece a “Mister” Tarantino,<br />

premiato da Dustin Hoffman e Charlize<br />

Theron, per “Django Unchained”. Lo stesso<br />

f<strong>il</strong>m regala la seconda statuetta in tre anni<br />

a Christoph Waltz come “Miglior attore<br />

non protagonista” (la prima l’ha ottenuta<br />

nel 2010 con “Inglourious Basterds”, firm-<br />

ato sempre Tarantino), che durante <strong>il</strong> suo<br />

momento sul palco, emozionato ma sempre<br />

molto sobrio ed elegante, ringrazia tra<br />

gli altri <strong>il</strong> suo personaggio (<strong>il</strong> Dr. Schultz) e<br />

colui che l’ha creato. “My unlimited gratitude<br />

goes to Dr. King Schultz. That is, of<br />

course, to the creator and the creator of his<br />

awe-inspiring world – Quentin Tarentino.”.<br />

Come spesso accade, pronostici e aspettative<br />

lasciano <strong>il</strong> tempo che trovano, e anche<br />

in questo caso <strong>il</strong> superfavorito “Lincoln” di<br />

Spielberg, nonostante le numerose nominations,<br />

non fa incetta di premi, ma ne<br />

guadagna uno capace di far entrare Daniel<br />

Day-Lewis direttamente nell’Olimpo dei<br />

record, con tre statuette all’attivo come<br />

“Miglior attore protagonista” (le altre due<br />

sono datate 1990 con “Il mio piede sinistro”<br />

e 2007 con “Il petroliere”). Ed è proprio<br />

Day-Lewis a rendersi protagonista di un divertente<br />

siparietto in coppia con un altro<br />

mostro sacro dell’ Accademy, Meryl Streep,<br />

durante la premiazione: “I had actually<br />

been committed to play Margaret Thatcher.<br />

And Meryl was Steven’s first choice for<br />

Lincoln.”. Il gioco delle parti. E dopo aver<br />

parlato di cadute metaforiche con Affleck,<br />

parliamo di quella reale di Jennifer Lawrence,<br />

che nel suo splendido (ma poco<br />

pratico) Dior inciampa sulle scale mentre<br />

va a ritirare l’Oscar come “Miglior attrice<br />

protagonista” per “Il lato positivo”. 22 anni,<br />

la più giovane a ricevere una statuetta in<br />

quella categoria, tanta tenerezza. Standing<br />

ovation. “Thank you. You guys are just<br />

standing up because you feel bad that<br />

I fell and that’s really embarrassing but<br />

thank you.”. Ancora donne sul palco, a ritirare<br />

<strong>il</strong> premio come “Migliore attrice non<br />

protagonista” è Anne Hathaway per “Les<br />

Misèrables”. L’attrice che ha vinto <strong>il</strong> premio<br />

per aver interpretato Fantine, subito dopo<br />

la premiazione ha cominciato ad attirarsi<br />

numerose critiche da quelli che ormai<br />

sono stati soprannominati “Hatha-haters”,<br />

l’accusa è di “poca emozione” dimostrata<br />

ed un discorso che sapeva di finto. La finezza,<br />

spesso, non paga. Last but not least,<br />

<strong>il</strong> premio alla “Miglior regia” va ad Ang Lee<br />

per <strong>il</strong> suo “Vita di Pi”, <strong>il</strong> regista ringrazia <strong>il</strong><br />

“Dio del cinema”. Namastè.<br />

Il 24 febbraio è passato, ma proprio<br />

come <strong>il</strong> Natale, la notte degli Oscar lascia<br />

negli occhi un pizzico di quello scint<strong>il</strong>lio,<br />

che, tra un anno, puntuale, sarà pronto per<br />

riaccendersi.<br />

tutti i<br />

premi<br />

Miglior f<strong>il</strong>m: Argo di Ben<br />

Affleck<br />

Migliore attrice<br />

protagonista: Jennifer<br />

Lawrence per Il lato positivo<br />

Miglior attore protagonista:<br />

Daniel Day-Lewis per<br />

Lincoln<br />

Migliore attrice non<br />

protagonista: Anne<br />

Hathaway per Les<br />

Misèrables<br />

Migliore attore non<br />

protagonista: Christoph<br />

Waltz per Django<br />

Unchained<br />

Miglior regista: Ang Lee per<br />

Vita di Pi<br />

Migliore sceneggiatura<br />

originale: Quentin Tarantino<br />

per Django Unchained<br />

Migliore sceneggiatura non<br />

originale: Chris Terrio per<br />

Argo<br />

Miglior f<strong>il</strong>m in lingua<br />

straniera: Amour di Michael<br />

Haneke (Austria)<br />

Miglior f<strong>il</strong>m d’animazione:<br />

Ribelle - The Brave di<br />

Mark Andrews e Brenda<br />

Chapman<br />

Miglior fotografia: Claudio<br />

Miranda (Vita di Pi)<br />

Migliori effetti speciali: B<strong>il</strong>l<br />

Westenhofer, Gu<strong>il</strong>laume<br />

Rocheron, Erik-Jan De Boer<br />

e Donald R. Elliott (Vita di Pi)<br />

Migliori costumi: Jacqueline<br />

Durran (Anna Karenina )<br />

Miglior montaggio: W<strong>il</strong>liam<br />

Goldenberg (Argo)<br />

Miglior sonoro: Andy<br />

Nelson, Mark Paterson<br />

e Simon Hayes (Les<br />

Misérables)<br />

Miglior montaggio sonoro:<br />

Per Hallberg e Karen Baker<br />

Landers (Skyfall) e Paul N.J.<br />

Ottosson (Zero Dark Thirty )<br />

Migliori trucco e<br />

acconciatura: Lisa Westcott<br />

e Julie Dartnell (Les<br />

Misérables)<br />

Migliore colonna sonora:<br />

Mychael Danna (Vita di Pi)<br />

Miglior canzone originale:<br />

Adele Adkins e Paul<br />

Epworth (Skyfall)<br />

Miglior scenografia: Rick<br />

Carter e Jim Erickson<br />

(Lincoln)<br />

Miglior cortometraggio:<br />

Curfew di Shawn<br />

Christensen<br />

Miglior cortometraggio<br />

animato: Paperman di John<br />

Kahrs<br />

Migliore documentario:<br />

Searching for Sugar Man di<br />

Malik Bendjelloul e Simon<br />

Chinn<br />

Migliore cortometraggio<br />

documentario: Inocente di<br />

Sean Fine e Andrea Nix Fine


La meccanica di un<br />

Icaro (dalle ali solide)<br />

un omaggio al maestro Kubrick<br />

Se mai qualcuno dovesse sentire l’esigenza,<br />

per un improvviso amore verso la sintesi, di<br />

racchiudere la vita di un personaggio come<br />

Kubrick tra le due virgolette di una citazione,<br />

bhè, quella citazione non potrebbe essere di<br />

nessuno se non di Kubrick stesso, e dovrebbe<br />

suonare più o meno in questo modo: . E<br />

questo particolare Icaro della cinematografia<br />

mondiale, ha abbandonato cera e piume fin<br />

dall’adolescenza, quando all’età di soli 17 anni,<br />

uno scatto ad un edicolante rattristato per la<br />

morte di Roosevelt gli vale, <strong>il</strong> 20 giugno 1945,<br />

la prima pubblicazione sulla rivista Look, per la<br />

quale lavorerà a contratto per i seguenti cinque<br />

anni. Il materiale di quel periodo è stato recentemente<br />

ut<strong>il</strong>izzato per diverse mostre, la descrizione<br />

delle quali alludeva ad un “mondo ritrovato”,<br />

in realtà, in ogni singolo f<strong>il</strong>m di Kubrick<br />

risulta diffic<strong>il</strong>e non carpire l’immenso amore per<br />

l’arte della fotografia. Un plauso e un grazie a<br />

chi ha permesso che la visione della nascita di<br />

quell’amore fosse alla portata di tutti. Il 1949<br />

invece, segna la data di inizio di un altro amore,<br />

quello che durerà tutta una vita: <strong>il</strong> cinema.<br />

Dirige i primi due cortometraggi, “Day of<br />

the flight” (un documentario sulla giornata<br />

del pug<strong>il</strong>e Walter Cartier) e “Flying Padre” (la<br />

giornata di un prete messicano che sorvola la<br />

propria parrocchia con un aereo da turismo).<br />

A partire dal 1953 si avvicina al mondo dei<br />

lungometraggi, firmando poi (dopo aver girato<br />

“Paura e desiderio” e “Il bacio dell’assassino”)<br />

nel 1955 un contratto con la United Artists.<br />

Già nel 1956 però decide di unirsi in società<br />

con <strong>il</strong> produttore James B. Harris. E’ durante<br />

questi anni che <strong>il</strong> nome di Kubrick si impone<br />

definitivamente agli occhi di pubblico e<br />

critica, grazie soprattutto alla trasposizione<br />

cinematografica di “Orizzonti di gloria”, finanziato<br />

ed interpretato da Kirk Douglas. Sarà lo<br />

stesso Douglas nel 1959 ad offrirgli la regia di<br />

“Spartacus”, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m ottiene un grande successo<br />

(quattro premi Oscar all’attivo), ma per Kubrick<br />

non poter avere carta bianca su ogni fase della<br />

produzione è motivo di insofferenza che lo<br />

porterà a non vivere un buon rapporto con lo<br />

stesso Douglas. L’esperienza di “Spartacus”, è<br />

ciò indirizza <strong>il</strong> regista ad allontanarsi, almeno<br />

materialmente, dall’industria cinematografica<br />

hollywoodiana, con la quale continuerà ad<br />

avere un rapporto costante di odio e amore. Si<br />

trasferisce in Ingh<strong>il</strong>terra, sua patria d’adozione.<br />

A partire dal 1962 si susseguono quei titoli noti<br />

anche ad un profano e che si sono incasellati<br />

perfettamente in quell’enorme mosaico che<br />

è la storia del cinema. Proprio <strong>il</strong> ’62 è l’anno<br />

di “Lolita” per la cui sceneggiatura Kubrick si<br />

avvale dell’aiuto dell’autore del libro, Vladimir<br />

Nabokov. Il f<strong>il</strong>m, dopo una lunga serie di traf<strong>il</strong>e<br />

dovute alla censura, debutta al Loew’s Theatre e<br />

al Murray H<strong>il</strong>l, debutto a cui la protagonista Sue<br />

Lyon non può assistere perché troppo giovane<br />

per vedere <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m a cui ha lavorato!. Il potere del<br />

perbenismo. Le critiche sono tiepide, e Kubrick<br />

in un’intervista al Positif del ’68 dichiara: “Se<br />

Lolita è un fallimento, è imputab<strong>il</strong>e solo alla<br />

mancanza di erotismo” alludendo, ovviamente,<br />

ai tagli imposti dalla censura. L’anno successivo<br />

è quello di un altro capolavoro caustico<br />

e provocatorio: “Il Dottor Stranamore, ovvero:<br />

come imparai a non preoccuparmi e ad amare<br />

la bomba”. Siamo in piena Guerra Fredda, <strong>il</strong><br />

pericolo dell’atomica si manifesta spesso come<br />

una vera e propria nevrosi e Kubrick decide<br />

di affrontare l’argomento con una commedia<br />

satirica: “[…]cosa vi potrebbe essere di più<br />

assurdo dell’idea di due superpotenze che decidono<br />

di spazzare via ogni forma di vita umana<br />

a causa di un banale incidente, alimentato da<br />

divergenze politiche che tra un centinaio di<br />

anni sembreranno tanto prive di senso quanto<br />

oggi a noi le dispute teologiche medioevali?”<br />

(Stanley Kubrick Directs, 1971). Il f<strong>il</strong>m debutta al<br />

Victoria Theatre, ed è accolto da ottime critiche.<br />

Cinque anni dopo, <strong>il</strong> 3 apr<strong>il</strong>e del 1968 è <strong>il</strong> momento<br />

della prima mondiale di “2001:Odissea<br />

nello spazio” al cinema Loew’s di New York. La<br />

serata è un fiasco, in molti abbandonano la sala<br />

prima della fine del f<strong>il</strong>m. Spesso, i capolavori,<br />

si percepiscono solo con <strong>il</strong> “senno di poi”. Il<br />

progetto immediatamente successivo avrebbe<br />

dovuto riguardare la vita di Napoleone, ma<br />

a causa di un f<strong>il</strong>m uscito poco prima che si<br />

occupava della stessa tematica, venne abbandonato.<br />

Il 1971 è l’anno in cui vede la luce <strong>il</strong><br />

f<strong>il</strong>m forse più famoso di Kubrick, quello a cui un<br />

po’ tutti associano <strong>il</strong> nome del regista, “Arancia<br />

meccanica”. Le critiche sulla violenza gratuita si<br />

sprecano, in realtà, la violenza in “Arancia meccanica<br />

“ è tutto, fuorché gratuita. In Ingh<strong>il</strong>terra<br />

<strong>il</strong> f<strong>il</strong>m viene addirittura ritirato dalle sale, nonostante<br />

<strong>il</strong> notevole successo. Nel ’75 è la volta<br />

di “Barry Lyndon”. Una delle caratteristiche che<br />

più colpiscono di Kubrick è la sua capacità di<br />

saper affrontare quasi ogni genere di f<strong>il</strong>m che<br />

decide di voler proiettare sul grande schermo.<br />

Ad ulteriore conferma di ciò, nel 1980 approda<br />

nelle sale “Shining”, abbattendo anche la barriera<br />

dell’Horror, le critiche anche in questo<br />

caso si dividono, c’è chi inneggia al capolavoro<br />

e chi alla distruzione di un romanzo. Ai posteri<br />

l’ardua sentenza. E se “Shining” è la prima volta<br />

di Kubrick con l’horror, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m che lo segue, nel<br />

1987, segna la quarta ed ultima volta in cui <strong>il</strong><br />

regista si confronta con <strong>il</strong> tema della guerra:<br />

“Full Metal Jacket”, le critiche, in questo caso,<br />

sono positivamente unanimi. “Eyes Wide Shut”,<br />

è l’ultimo f<strong>il</strong>m di Kubrick, che muore <strong>il</strong> 7 marzo<br />

1999 prima dell’uscita nelle sale.<br />

Guardare alla vita di Kubrick attraverso i suoi<br />

f<strong>il</strong>m, le sue fotografie e i suoi progetti (anche<br />

quelli non realizzati) è una di quelle famose<br />

“conditio sine qua non” che ti si impongono in<br />

maniera così naturale, da rasentare la banalità.<br />

Non si può trascendere dall’obiettivo (che<br />

sia esso di una macchina fotografica o di una<br />

macchina da presa) con cui ha guardato e ha<br />

rappresentato <strong>il</strong> mondo che lo circondava,<br />

quel mondo che ancora oggi ci circonda, forse<br />

sempre uguale a se stesso. Avvicinarsi a quel<br />

mondo equivale a calarsi in una dimensione se<br />

non nettamente parallela, quanto meno “altra”<br />

rispetto a quella a cui siamo abituati a rapportarci.<br />

Il mondo di Kubrick è un mondo fatto di<br />

poche parole, è un mondo fatto di immagini<br />

e musiche spesso discordanti tra loro, ma che,<br />

in quel contrasto, lasciano <strong>il</strong> tempo di pensare,<br />

di riflettere. Quel mondo è un continuo<br />

richiamo alle opere d’arte, è una continua e<br />

maniacale attenzione alla luce, alla prospettiva,<br />

all’<strong>il</strong>luminazione, è l’importanza dei tempi lunghi,<br />

è l’importanza dello scarnificare le grandi<br />

ideologie per scoprire che non fanno altro che<br />

poggiarsi sulla banalità dell’essere umano che<br />

continuamente minaccia se stesso e i propri sim<strong>il</strong>i.<br />

E’ <strong>il</strong> comprendere che, in fondo, la violenza<br />

non è gratuita, ma giustificata dalla società<br />

in cui viviamo e la differenza risiede solo nel<br />

senso di colpa, è <strong>il</strong> rendersi conto che spesso<br />

una guerra la si combatte prima nella propria<br />

mente, e che forse non saremo mai abbastanza<br />

preparati per combatterla, è l’accettare con serenità<br />

che esiste l’amore e che esiste l’erotismo,<br />

e che spesso vivono scissi l’uno dall’altro. E’ volare<br />

alto, con la consapevolezza di aver costruito<br />

ali solide.<br />

L<strong>il</strong>iana Squ<strong>il</strong>lacciotti<br />

<strong>Impatto</strong>» Cultura & Spettacolo» pag. 25<br />

Tumulti e sconcerto generale, l’Antico<br />

Testamento è in errata corrige, ritirate tutte<br />

le copie in vendita. Ultime dall’Eden: la corte<br />

dichiara Caino innocente. Josè Saramago<br />

chiamato a deporre al processo del più famoso<br />

fratricida della storia, in favore del dello stesso.<br />

<br />

[Caino, J. Saramago]<br />

Così suggerisce <strong>il</strong> premio<br />

Nobel per la Letteratura al biblico<br />

fratricida Caino, personaggio<br />

principale del suo ultimo<br />

romanzo, quasi a volerlo risollevare<br />

dagli altalenanti rimorsi<br />

di coscienza per aver ucciso <strong>il</strong><br />

fratello Abele. Ormai è fatta, gli<br />

dice, adesso non resta che pulire<br />

la macchia sul bavero della<br />

coscienza, e non sentirti più in<br />

colpa, se è vero che esiste un<br />

Dio al di sopra di tutto doveva<br />

essere lui ad impedirti di compiere<br />

un atto così riprovevole.<br />

Con una spaventosa elasticità<br />

Saramago sposta Caino da<br />

una vicenda biblica all’altra,<br />

impegnandolo in una lotta<br />

continua ed estenuante contro<br />

l’arrogante divinità che vuole<br />

imporsi su di lui. Caino è la<br />

cacciata dall’Eden, è Eva che<br />

finge pudore nello scoprirsi<br />

nuda, è un Abele dispettoso<br />

ed un assassinio giustificato, è<br />

una L<strong>il</strong>ith promiscua che a tutti<br />

preferisce lui, sono gli Angeli<br />

erculei che fungono da stupida<br />

manovalanza per la divinità,<br />

sono i bambini innocenti di<br />

Sodoma arrostiti dal fuoco divino,<br />

è una L<strong>il</strong>ith penelopesca<br />

che lo attenderà con un figlio<br />

già cresciuto, sono tanti piccoli<br />

cechi, tanti piccoli sordi<br />

fedeli al dio delle loro disgrazie,<br />

sono i viaggi nel tempo ora<br />

con Noè, ora con Abramo, ora<br />

con Giobbe. Caino è <strong>il</strong> rovescio<br />

della medaglia, un altro punto<br />

di vista, si oserebbe dire più intimo<br />

e più terreno, è <strong>il</strong> punto di<br />

vista di un uomo che subisce<br />

una minuta disfatta per mano<br />

di un Dio contraddittorio ed<br />

ingiusto, tutt’altro che paterno<br />

nei confronti dei suoi presunti<br />

figli al punto di lasciarli, per<br />

scommessa, nelle mani di un<br />

certo Satana giocherellone.<br />

Che <strong>il</strong> lettore si armi di un buon<br />

senso dell’humour e di quel<br />

tanto d’attenzione che basti<br />

per seguire i personalissimi<br />

discorsi diretti che l’autore inserisce<br />

nel racconto a mo’ di<br />

flussi di coscienza comunitari,<br />

privi di punteggiatura, fatta eccezione<br />

per virgole e punti, discorsi<br />

che sembrano inscenarsi<br />

dinanzi al lettore stesso, come<br />

se si dovesse girar la testa per<br />

seguire gli arguti e taglienti botta<br />

e risposta dei personaggi.<br />

José Saramago, <strong>il</strong>lustre nonché<br />

vivacissimo esponente di<br />

un genere letterario tutt’altro<br />

che antiquato, si colloca<br />

dunque con estrema destrezza<br />

tra le mani dei curiosi che<br />

vogliano leggerlo nella sua<br />

prosa talvolta imbarazzante e<br />

spesso provocatoria, ma comunque<br />

tra le più fert<strong>il</strong>i degli<br />

ultimi decenni.<br />

Carmen Specchio<br />

A 10 anni dalla tragica scomparsa, <strong>il</strong><br />

ricordo: Ciao Albertone<br />

Roma - Era la fine di febbraio del 2003 quando uno dei più<br />

grandi attori italiani di sempre se ne andava. Alberto Sordi<br />

ormai non c’è più, ma la sua eredità culturare ed artistica<br />

non si è certo ancora esaurita. Ed oggi, <strong>il</strong> decennale della<br />

sua scomparsa, non è solo un momento di ricordo, ma<br />

anche un momento di ringraziamento. Un ringraziamento<br />

che va all’Alberto Sordi attore ed uomo. Capace con le sue<br />

maschere - perfettamente costruite sugli stereotipi di un<br />

Italia che cresceva rapidamente - di far ridere ed allo stesso<br />

tempo riflettere. Un patrimonio che ancora oggi resta intatto<br />

e rimarrà integro per tante generazioni.


<strong>Impatto</strong>» Arte & Design » pag. 26<br />

A lezione da<br />

Óscar Tusquets<br />

Blanca Il designer<br />

spagnolo ospite<br />

alla Federico II<br />

Dopo la fantastica progettazione della<br />

stazione di Toledo L’architetto Catalano<br />

torna a Napoli alla facoltà di Ingegneria<br />

di Andrea Casolare e Luigi Patacca<br />

inviati<br />

Quando <strong>il</strong> “The Da<strong>il</strong>y Telegraph”, qualche<br />

mese fa nominò la stazione di Toledo<br />

come la più bella d’Europa, <strong>il</strong> popolo<br />

napoletano, notoriamente abituato ai<br />

quotidiani disservizi dei mezzi pubblici,<br />

rimase quasi basito.<br />

Ma dietro a questa stupenda opera<br />

(fatta di semplici giochi architettonici<br />

uniti da una eccellente disposizioni<br />

delle luci) non molti sanno che vi è uno<br />

dei designer più bravi ed estrosi che <strong>il</strong><br />

nostro mondo abbia mai visto, ovvero<br />

Oscar Tusquets Blanca.<br />

E proprio l’architetto catalano qualche<br />

giorno fa è ritornato nella città partenopea,<br />

per discutere un convegno (tenutosi<br />

alla facoltà di ingegneria della<br />

Federico II) riguardante le condizioni<br />

strutturali delle metropolitane di Napoli.<br />

Durante la kermesse sono intervenuti<br />

anche altri famosi architetti ed <strong>il</strong> Magnifico<br />

Rettore dell’Università, <strong>il</strong> prof.<br />

Massimo Marrelli. Mentre tutto <strong>il</strong> dibattito<br />

è stato moderato da Alessandro<br />

Barbano, direttore de Il Mattino. Riportiamo<br />

qui di seguito i passaggi principali.<br />

“Perché viene costruita una metropolitana?<br />

– ha introdotto così <strong>il</strong> dibattito <strong>il</strong><br />

Rettore Marrelli – Essa in effetti si basa<br />

sul collegamento tra due punti. E ciò<br />

che ci interessa è non solo collegare<br />

questi punti ma anche come collegarli.<br />

La metropolitana di Napoli ha un numero<br />

di nodi esiguo, e quindi rispetto<br />

ai collegamenti delle altre città è una<br />

minirete”.<br />

“Il concetto di metropolitana – ha<br />

proseguito Barbano – ha dentro di<br />

sé un grande spirito di democrazia.<br />

La democrazia è offrire ad ogni cittadino<br />

pari possib<strong>il</strong>ità, e quindi una rete<br />

che consente lo spostamento veloce<br />

può essere considerata una forma di<br />

democrazia. Alla funzionalità poi, specialmente<br />

in una città come Napoli, va<br />

collegato <strong>il</strong> concetto di estetica. Entrare<br />

oggi nella stazione di Toledo è come<br />

proiettarsi nel futuro. La qualificazione<br />

dello spazio urbano quindi diventa<br />

qualità di vita che si qualifica proprio<br />

attraverso quell’arte che cambia <strong>il</strong> destino<br />

di una comunità”.<br />

“Quando arrivai a progettare questa<br />

stazione - <strong>il</strong>lustra Blanca - trovai davanti<br />

a me un grosso buco scavato. Rimanendo<br />

affascinato da questa grossa<br />

trivellazione iniziai a costruire <strong>il</strong> mio<br />

progetto in modo tale da poter collegare<br />

la metropolitana con la sommità<br />

di questo buco per mezzo di un cratere.<br />

Nella progettazione tra l’altro mi sono<br />

affidato anche all’aus<strong>il</strong>io di numerosi<br />

artisti. Io amo la luce, ma gli architetti<br />

di luce ne capiscono ben poco e quindi<br />

hanno bisogno dell’aiuto di fotografi<br />

e scenografi. Oggi tutto l’ambiente<br />

si regge su questo gioco di luci, amplificato<br />

ancor di più dagli specchi che<br />

sono stati messi al posto delle pubblicità<br />

nello spazio antistante i binari.<br />

Oggi dicono che questa sia un opera<br />

d’arte - ha concluso Blanca - se lo è, è<br />

un opera d’arte in movimento e fatta su<br />

misura per i tanti napoletani che quotidianamente<br />

l’affollano”.


Sony svela: ecco la PS4<br />

Dovrebbe uscire in concomitanza delle prossime feste natalizie<br />

Il 20 Febbraio scorso, alle nostre ore 24.00, si è svolto <strong>il</strong> PlayStation<br />

Meeting 2013. E le precedenti voci di corridoio e indiscrezioni trapelate si<br />

sono rivelate esatte: È stata annunciata la PlayStation 4. Dovrebbe uscire<br />

nell’invero del 2013, in concomitanza con le festività Natalizie, al prezzo di<br />

circa 320 euro. Tuttavia è stato presentato solo <strong>il</strong> nuovo Joypad, mentre la<br />

console stessa rimane ancora confinata nella segretezza degli uffici Sony.<br />

Non sarebbe la prima volta, nel mondo videoludico, che un<br />

prodotto del genere subisca ritardi e la sua assenza a tale evento<br />

preoccupa sui reali tempi di attesa per vederla nei negozi.<br />

Per quanto riguarda la parte tecnica ci sarà ovviamente un incremento<br />

generale delle prestazioni come ci hanno già abituati per ogni cambio<br />

di generazione. Forse la novità più r<strong>il</strong>evante da questo punto di vista<br />

è l’intenzione da parte della società nipponica di azzerare i tempi di<br />

caricamento dei giochi digitali, ovvero <strong>scarica</strong>ti ed installati direttamente<br />

sull’hard disk della macchina. Analoga è anche la novità del poter<br />

iniziare a giocare un titolo prima di averlo <strong>scarica</strong>to completamente e<br />

continuare a divertirsi con esso man mano che <strong>il</strong> download prosegue.<br />

Tutto questo si può racchiudere nell’idea generale del colosso giapponese<br />

del volere rendere l’esperienza del giocatore più immediata possib<strong>il</strong>e.<br />

Ma possiamo trovare <strong>il</strong> suo vero punto forte, che la distinguerebbe<br />

dalle rivali, su l’attenzione del tutto particolare per <strong>il</strong> social. Tanto che sul<br />

nuovo controller sarà presente un tasto SHARE con <strong>il</strong> quale potremmo<br />

mandare direttamente in streaming la nostra partita per amici o curiosi<br />

o acquisire f<strong>il</strong>mati e immagini da condividere sui social networks. Sarà<br />

dunque possib<strong>il</strong>e vedere ed interagire live con altri utenti, addirittura<br />

suggerendogli cosa fare o avvertendoli di un nemico alle spalle di cui<br />

magari non si erano accorti. Oltre alle dirette potremo anche visionare<br />

e commentare video o foto caricati da altri, magari osservando uno più<br />

bravo all’opera per migliorare le nostre ab<strong>il</strong>ità, o semplicemente curiosare.<br />

Altra novità allettante sarà quella di poter chiedere aiuto agli amici, in determinati<br />

Dopo mesi di attesa i principali operatori hanno<br />

permesso di usufruire delle nuove reti ultra veloci<br />

LTE. Di cosa si tratta? LTE sta per Long Term<br />

Evolution ed é una nuova tecnologia di rete che<br />

permette di raggiungere velocità sorprendenti<br />

sia in download che in upload, con picchi anche<br />

di 100 Mbps. Fino ad un mese fa l’unico operatore<br />

italiano che aveva adeguato le sue linee<br />

per <strong>il</strong> nuovo standard era Vodafone, adesso<br />

si sono uniti anche Tim e Tre Italia. Per poter<br />

funzionare la nuova rete 4G ha bisogno, naturalmente,<br />

di un dispositivo che sia in grado di<br />

supportare tale tecnologia e per adesso, a parte<br />

alcune chiavette, gli unici dispositivi dotati di<br />

LTE sono l’iPhone 5, l’iPad 4 e l’iPad mini, oltre<br />

al Samsung Galaxy SIII e i Galaxy Tab, <strong>il</strong> Nokia<br />

Lumia 920 e l’HTC One XL. La copertura di rete,<br />

tuttavia, ancora non abbraccia l’intero paese,<br />

dovremo quindi aspettare ancora un po’ prima<br />

di trovare abbastanza linea in un’Italia dove, a<br />

volte, si fa fatica anche ad avere <strong>il</strong> 3G. Occorre<br />

specificare, comunque, che LTE e 4G sono due<br />

cose distinte, <strong>il</strong> termine 4G é stato ut<strong>il</strong>izzato<br />

per entrambe le cose per motivi puramente di<br />

marketing, ma le due sigle hanno due significati<br />

diversi. LTE può essere definito come un pre-<br />

4G, <strong>il</strong> 4G invece è ancora in via di sv<strong>il</strong>uppo e<br />

permetterà di avere una velocità in download di<br />

3,3 Gbps: per adesso pura fantascienza.<br />

I test dei vari utenti finora sembrano molto soddisfacenti.<br />

Alcuni in pieno centro a M<strong>il</strong>ano e a<br />

Roma vantano una velocità in download intorno<br />

ai 40 mbps con un upload di 12 mega e una<br />

latenza intorno al 26. Anche chi sta in periferia,<br />

dove la copertura scarseggia e <strong>il</strong> segnale non è<br />

al massimo, si ritiene piuttosto soddisfatto: la<br />

velocità si aggira intorno ai 16 mbps in download<br />

e i 6 in upload. I risultati più soddisfacenti,<br />

comunque, sono stati raggiunti con un download<br />

di 60 mbps e un upload di 22 mega. Tutti<br />

questi dati sono stati condotti ut<strong>il</strong>izzando le<br />

linee di Vodafone. E per quanto riguarda <strong>il</strong> rapporto<br />

con la batteria dei cellulari? L’ut<strong>il</strong>izzo di<br />

tecnologia LTE a quanto pare consuma parecchia<br />

energia, ancora di più del 3G. Ne verranno<br />

quindi a soffrire tutti gli ut<strong>il</strong>izzatori di iPhone, i<br />

quali lamentano una scarsa durata praticamente<br />

da sempre. Passiamo infine al prezzo:<br />

è evidente che questo nuovo servizio non sarà<br />

gratuito, per quanto riguarda Vodafone, infatti,<br />

per poterlo ut<strong>il</strong>izzare andranno aggiunti 10 euro<br />

al proprio abbonamento, non proprio economico.<br />

Farà ben sperare Tre Italia che di solito offre<br />

tariffe molto vantaggiose ai propri utenti pur di<br />

superare compagnie come Vodafone e Tim. Per<br />

quanto riguarda <strong>il</strong> traffico di rete infine, c’è da<br />

aggiungere che i clienti che non hanno un piano<br />

dati con almeno 2 Gb di internet al mese<br />

<strong>Impatto</strong>» Scienze & Tecnologia» pag. 27<br />

giochi, per sconfiggere un determinato boss, combattendolo insieme, facendosi<br />

portare armi e risorse oppure con un supporto strategico, tutto in tempo reale.<br />

Benvenuti SHARE (vedi sopra) e OPTIONS (questo sostituirà e ingloberà le<br />

funzioni dei precedenti START e SELECT). Benvenuta barra LED luminosa,<br />

veicolo di info preziose come <strong>il</strong>luminarsi di un colore corrispondente al<br />

personaggio in uso o lampeggiare quando colpiti, oltre a migliorare <strong>il</strong><br />

riconoscimento del gamepad da parte della nuova fotocamera Dual, di<br />

una precisione senza precedenti e con un nuovo sistema di ricezione suoni<br />

potenziato. Benvenuto ingresso audio per collegare l’headset dalle ottime<br />

prestazioni che sarà incluso nella confezione al lancio della console. E benvenuto<br />

touchpad frontale, con l’intenzione di ampliare l’interazione tra utente e gioco.<br />

Tutto questo, ed oltre, è <strong>il</strong> nuovo DualShock 4, <strong>il</strong> nuovo controller per PS4.<br />

Per concludere: Tante novità, e molti pure i giochi presentati all’evento, che, alla<br />

fine della giostra, lasciando per un attimo da parte le varie innovazioni, sono<br />

da sempre quello che contano. Quindi incrociamo le dita e speriamo ci offrano<br />

ancora del sano divertimento sfrenato come con i vecchi Crash o Spyro.<br />

Kevin Scauri<br />

Italia: arriva anche<br />

qui <strong>il</strong> 4G LTE<br />

farebbero meglio a rinunciare a LTE o almeno<br />

aumentare <strong>il</strong> traffico disponib<strong>il</strong>e, altrimenti <strong>il</strong><br />

gioco non vale la candela.<br />

Cam<strong>il</strong>lo Piscitelli


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<strong>Impatto</strong>» Gastronomia » pag. 30<br />

Nella città del caffè<br />

un paradiso del tè<br />

a metà tra<br />

tradizione e novità<br />

Il primo tea shop partenopeo,<br />

Qualcosaditè, ci apre le sue porte.<br />

Antonella, Giuseppe e Gianluca portano<br />

quotidianamente la cultura del tè a Napoli<br />

di Guglielmo Pulcini<br />

responsab<strong>il</strong>e editoriale<br />

“Ah, che bellu cafè, sulo a Napule ‘o<br />

sanno fa’ e nisciuno se spiega pecché è ‘na<br />

vera specialità! Ah, che bellu cafè sulo a<br />

Napule ‘o sanno fa’ e accussì s’è spiegato ‘o<br />

pecché ca pe’ tutta a jurnata ‘na tazza, poi<br />

‘n’ata, s’accatta, se scarfa, se beve ‘o cafè.”<br />

Così cantava Domenico Modugno nella<br />

celebre canzone “O’ccafè!”, per esaltare e<br />

legare ancor di più questo liquido nero alla<br />

storia ed alla tradizione partenopea. Quale<br />

italiano infatti, almeno una volta nella vita,<br />

pensando al caffè, non ha pensato anche<br />

a Napoli? Eppure chi l’avrebbe mai detto,<br />

chi ci avrebbe mai scommesso che proprio<br />

nella città del caffè, sarebbe potuto nascere<br />

un piccolo paradiso, del suo più acerrimo<br />

rivale proveniente dall’est, ovvero <strong>il</strong> tè.<br />

Qualcosaditè, <strong>il</strong> primo tea shop partenopeo,<br />

nasce su intuizione di Antonella,<br />

Giuseppe e Gianluca, che con grande pazienza<br />

e spirito di iniziativa, hanno cercato<br />

di importare a Napoli la cultura del tè, allestendo<br />

più che un negozio, un vero e proprio<br />

tempio dove alla tradizionale vendita<br />

delle varie tipologie di foglia viene aggiunta<br />

anche la spiegazione sulla storia e sulle<br />

qualità di queste ultime.<br />

“L’idea di importare <strong>il</strong> tè nella nostra<br />

città – spiega Antonella – ci è venuta quattro<br />

anni fa durante un viaggio ad Instabul.<br />

Là ovviamente <strong>il</strong> tè lo vendono dappertutto,<br />

ed anche quando cammini per strada<br />

c’è sempre un punto dove puoi bere <strong>il</strong> tè.<br />

Tornando in Italia, a Napoli, nonostante la<br />

cultura della nostra città non fosse minimamente<br />

legata alla storia del tè, abbiamo<br />

deciso di proseguire fermamente in questo<br />

nostro progetto.<br />

Nei primi tempi quasi nessuno ci credeva<br />

in questa idea, ma con <strong>il</strong> tempo fortunatamente<br />

ha iniziato a funzionare sempre<br />

meglio”. “Quando iniziammo ovviamente<br />

– continua ad <strong>il</strong>lustrare Antonella – non<br />

essendoci grande domanda di mercato,<br />

dovemmo scegliere i gusti, in base alle nos-<br />

le friTelle<br />

La ricetta della<br />

settimana<br />

tre inclinazioni personali. Poi con <strong>il</strong> tempo<br />

siamo riuscirti a ritagliarci un nostro spazio<br />

di mercato, e quindi adesso non solo orientiamo<br />

la selezione delle foglie che abbiamo<br />

in negozio, in base alle nostre conoscenze<br />

ed alle nostre esperienze, ma anche in funzione<br />

della domanda di mercato e ai gusti<br />

della nostra clientela. Quando si tratta un<br />

prodotto così pregiato e ricercato, ovviamente<br />

si punta sempre a soddisfare la clientela<br />

sia dal punto di vista della qualità, e<br />

sia dal punto di vista della scrematura del<br />

prezzo”.<br />

Un volta entrati nel punto shop poi, non<br />

si viene solo colpiti dai prodotti venduti, ma<br />

anche dalla capacita che questo piccolo negozio<br />

ha nell’unire la tradizione (in particolar<br />

modo quella orientale) all’innovazione.<br />

E’ come se si venisse catapultati in un velocissimo<br />

volo geografico viaggiando però<br />

sulle note olfattive che riescono a regalare<br />

i tè.<br />

“I nostri tè – delinea Antonella – vengono<br />

specialmente dalla parte orientale<br />

del globo. (Ovviamente Cina, Giappone<br />

ed India, la fanno da padrona oltre che<br />

nella cultura del tè anche nella diffusione di<br />

quest’ultimo a livello mondiale n.d.r.) Oggi<br />

nel nostro negozio abbiamo sia tè puri che<br />

tè confezionati, ma nonostante ciò <strong>il</strong> nostro<br />

livello di ricerca si mantiene sempre molto<br />

alto, e siamo sempre alla ricerca di nuovi<br />

tè, ed ultimamente anche alla ricerca di<br />

spezie”.<br />

“Negli ultimi tempi <strong>il</strong> tè maggiormente<br />

richiesto è <strong>il</strong> Pu’er, per via di una lunga letteratura<br />

che declama le sue eccellenti capacità<br />

in materia di metabolismo, e lotta<br />

contro <strong>il</strong> colesterolo dannoso. Io personalmente<br />

– conclude Antonella – mi sento di<br />

consigliare di più i tè verdi in quanto oltre<br />

ad essere un tè per tutte le età, grazie ai loro<br />

effetti antiossidanti, fanno anche molto<br />

bene all’organismo”.<br />

La missione di Qualcosaditè, non si<br />

estrinseca però, solo nella vendita della<br />

preziosa bevanda orientale, ma prosegue<br />

di Martina Borgnino<br />

TEMPO DI ESECUZIONE:<br />

1 ora (più <strong>il</strong> tempo di riposo)<br />

DIFFICOLTA’ MEDIA<br />

INGREDIENTI PER 6-8 PERSONE<br />

800g di mele<br />

5 cucchiai di zucchero<br />

<strong>il</strong> succo di 1 limone<br />

1 pizzico di cannella<br />

3 cucchiai di maraschino<br />

olio di semi di arachidi<br />

per friggere<br />

“ Qui alla frontiera<br />

cadono le foglie,<br />

e benchè i vicini<br />

siano tutti barbari<br />

e tu, tu sia a m<strong>il</strong>le<br />

miglia di distanza,<br />

sul tavolo ci sono<br />

sempre due<br />

tazze.”<br />

Dinastia Tang<br />

618 d.C. - 906 d.C .<br />

Anonimo<br />

zucchero a velo<br />

PROCEDIMENTO<br />

1) Per la pastella:180g di farina, 2<br />

uova; 30g di burro, 2dl di vino; 25 g di<br />

zucchero; 1 pizzico di sale<br />

In un recipiente, mescolare la farina<br />

con i <strong>tuo</strong>rli, <strong>il</strong> burro fuso e lo zucchero.<br />

Aggiungere poi <strong>il</strong> vino (bianco) e lasciare<br />

riposare l’impasto – in un luogo tiepido –<br />

per almeno un ora.<br />

2) Sbucciare le mele e tagliarle a rondelle<br />

(spessore di 1/2) cm. Metterle in una<br />

anche con l’organizzazione di corsi<br />

(anche monotematici) per approfondire<br />

meglio la storia, la cultura e<br />

la tradizione di questa bevanda, attraverso<br />

la degustazione guidata di<br />

quest’ultima.<br />

Di seguito riportiamo la data del<br />

prossimo corso di degustazione di<br />

base:<br />

Il nuovo corso base di degustazione<br />

partirà <strong>il</strong> giorno 5 Marzo presso <strong>il</strong><br />

Garage delle Carrozze di Palazzo<br />

Venezia, in via benedetto croce, 60,<br />

Napoli.<br />

E le date del corso saranno<br />

- Martedi 5 Marzo<br />

- Giovedi 7 Marzo<br />

- Sabato 9 Marzo<br />

Durante <strong>il</strong> corso saranno affrontate<br />

numerose tipologie di te. E le<br />

lezioni saranno tenute dall’esperto<br />

Tea Tester Giustino Catalano.<br />

Per ulteriori informazioni<br />

Facebook: Qualcosadite<br />

info@qualcosadite. com - 0815523158<br />

terrina ed irrorarle con <strong>il</strong> succo di limone<br />

ed <strong>il</strong> maraschino. Ricopritele poi con lo<br />

zucchero a velo e la cannella e lasciatele<br />

riposare per 30 minuti.<br />

3) Montare a neve ferma gli albumi<br />

con un pizzico di sale e mescolarli<br />

delicatamente alla pastella. Scolate<br />

bene le mele, passate nella pastella<br />

e frigetele nell’olio caldo girandole di<br />

tanto in tanto. Asciugatele poi su carta<br />

assorbete e spargetele con zucchero a<br />

velo. Buon Appetito!


Libri da gustare<br />

Con la mente,con <strong>il</strong> cuore<br />

...e con <strong>il</strong> palato<br />

di Eleonora Baluci - Un ingrediente,<br />

un profumo, un sapore...tutto in<br />

un libro può richiamare un piatto<br />

della cucina italiana o estera. Ogni<br />

settimana vi proporrò una lettura<br />

diversa, accompagnata da una<br />

ricetta che proverò per voi.<br />

Oggi vi presento un libro ambientato<br />

nella mia terra; scommettiamo<br />

che non appena terminata l’ultima<br />

pagina correrete a mettervi ai<br />

fornelli con l’acquolina in bocca? Vi<br />

anticipo solo che si tratta del piatto<br />

sic<strong>il</strong>iano per eccellenza!<br />

Gli Arancini di Montalbano<br />

(Andrea Cam<strong>il</strong>leri)<br />

Due attori in pensione che mettono<br />

in scena la propria morte, <strong>il</strong> furto<br />

di una scatola di tappi di birra, un<br />

matrimonio che “non s’ha da fare”,<br />

cinque donne rapinate all’uscita<br />

dalla chiesa, un anziano pastore<br />

scomparso nel nulla: questi sono<br />

solo alcuni dei protagonisti dei<br />

venti racconti nati dalla penna di<br />

Cam<strong>il</strong>leri.<br />

Venti storie intrise dei profumi, dei<br />

colori, dell’atmosfera della Sic<strong>il</strong>ia.<br />

Venti casi da risolvere in cui sono<br />

destinate a vincere sempre la<br />

furbizia, la sagacia, l’esperienza del<br />

nostro caro commissario di Vigata:<br />

Salvo Montalbano.<br />

Ovviamente Montalbano è sempre<br />

circondato dalla storica fidanzata<br />

Livia, dalla svedese Ingrid,<br />

compagna di scorribande, da Fazio<br />

col suo “complesso dell’anagrafe”,<br />

Nella foto a lato, Domenico<br />

Modugno mentre interpreta<br />

“Nel blu dipinto di blu”,<br />

canzone - vincitrice del<br />

Festival di Sanremo nel<br />

1958, - ed ancora oggi tra le<br />

più famose al mondo<br />

Nella foto in basso,<br />

un’instantanea di Lucio Dalla,<br />

durante uno dei suoi viaggi<br />

nella amata Napoli<br />

da Mimì Augello, sempre a caccia di<br />

belle “fimmine” e dall’insostituib<strong>il</strong>e<br />

Catarella che, per la prima volta,<br />

sarà decisivo per la risoluzione di<br />

un giallo e avrà l’onore di andare<br />

ad ammanettare “di pirsona<br />

pirsonalmenti” l’assassino.<br />

Nell’ultimo racconto poi i<br />

protagonisti diventano proprio loro:<br />

gli arancini.<br />

E se a prepararli è la fedele<br />

“cammarera” Adelina, <strong>il</strong><br />

commissario non potrà trovare<br />

modo migliore di festeggiare <strong>il</strong><br />

Capodanno.<br />

Per concludere una particolare<br />

menzione va al fotografo bagherese<br />

Ferdinando Scianna che, con le sue<br />

magnifiche foto in bianco e nero,<br />

arricchisce l’edizione <strong>il</strong>lustrata del<br />

testo.<br />

I soggetti immortalati dall’obiettivo?<br />

naturalmente i sic<strong>il</strong>iani!<br />

Eleonora Baluci<br />

Messinese, laureata in Giornalismo e<br />

cultura editoriale.<br />

Le sue più grandi passioni? leggere e<br />

cucinare!<br />

L’abbinamento<br />

imperfetto. Vino<br />

e Mozzarella,<br />

una lunga storia<br />

di amore ed odio.<br />

NAPOLI - Sono anni che<br />

sommelier ed addetti al settore<br />

culinario si interrogano su un<br />

semplice ma intricato quesito:<br />

Quale vino va abbinato con la<br />

mozzarella?<br />

Perché paradossalmente<br />

questi due magnifici sapori<br />

della tradizione nostrana non<br />

hanno mai goduto di una storia<br />

d’amore così forte, anzi.<br />

Tanto che nonostante la datata<br />

e lunga letteratura su quale<br />

sia <strong>il</strong> miglior abbinamento,<br />

tutte le riserve ancora non si<br />

sono sciolte, e molti sommelier<br />

continuano a rimanere fermi<br />

sulle loro posizioni.<br />

C’è chi dice Greco di Tufo,<br />

Fiano di Avellino o Asprinio<br />

doc di Aversa, altri vanno sui<br />

rossi e suggeriscono un Ischia<br />

Rosso Per’e Palummo o un<br />

Gran Furore, c’è chi addirittura<br />

– ignorando <strong>il</strong> vecchio principio<br />

della attiguità territoriale – ha<br />

sfornato accostamenti con<br />

Sauvignon o Champagne.<br />

In merito all’argomento<br />

è intervenuto Franco De<br />

Luca, vice delegato di AIS<br />

Napoli. “Quando si parla di<br />

abbinamento Mozzarella –<br />

Vino, noi sommelier, partiamo<br />

guardando prima <strong>il</strong> derivato<br />

del latte e solo dopo <strong>il</strong> nostro<br />

amato derivato dell’uva. In<br />

effetti quando parliamo di<br />

Mozzarella (rigorosamente di<br />

bufala n.d.r.) dobbiamo vedere<br />

se ci riferiamo a quella aversana<br />

o a quella battipagliese.<br />

In entrambi casi, essendo<br />

mozzarelle di bufala, avremmo<br />

un buon grado di grassezza<br />

che va stemperato assieme<br />

a vini con un buon grado di<br />

acidità, magari spumanti. Nel<br />

caso si tratti dell’aversana,<br />

personalmente consiglierei<br />

un Asprinio d’Aversa doc,<br />

magari spumantizzato con<br />

metodo champenoise (exp.<br />

Cantine Borboni o Grotta<br />

del sole). Se invece si tratta<br />

della battipagliese consiglio<br />

un Fiano spumantizzato con<br />

metodo Charmat, come <strong>il</strong> Selim<br />

dell’azienda De conc<strong>il</strong>iis”<br />

Gug.Pul.<br />

<strong>Impatto</strong>» Gastronomia » pag. 31<br />

L’oro verde della<br />

Sic<strong>il</strong>ia parliamo<br />

del pistacchio<br />

di Bronte DOP<br />

Il 26 febbraio scorso si è celebrato<br />

<strong>il</strong> World Pistachio Day, una giornata<br />

per ricordare questo meraviglioso<br />

seme verde.<br />

Voglio presentarne però una particolare<br />

qualità, dal caratteristico<br />

colore verde br<strong>il</strong>lante, che viene<br />

coltivata nei comuni di Bronte,<br />

Adrano e Biancav<strong>il</strong>la, nella provincia<br />

di Catania: <strong>il</strong> pistacchio di<br />

Bronte Dop.<br />

I suoi arbusti, che non superano<br />

i 6 metri di altezza, crescono tra<br />

i 400 e i 900 m, abbarbicati sulle<br />

rocce laviche.<br />

Infatti è grazie al fert<strong>il</strong>issimo terreno<br />

lavico che queste piante<br />

hanno bisogno di poche attenzioni<br />

e poca acqua, elemento indispensab<strong>il</strong>e<br />

in una terra dove regna<br />

spesso la siccità.<br />

La raccolta del pistacchio avviene<br />

rigorosamente a mano nel mese<br />

di settembre, ad anni alternati;<br />

infatti la pianta ha bisogno di un<br />

anno di riposo, periodo in cui le<br />

sue gemme vengono asportate<br />

per far crescere semi rigogliosi<br />

l’anno seguente, la cosiddetta<br />

“potatura verde”.<br />

Nel periodo della raccolta tutto <strong>il</strong><br />

paese si reca nei “lochi”, i pistacchieti,<br />

e, arrampicandosi sulle<br />

rocce laviche, stacca i semi “a cocciu<br />

a cocciu”, ad uno ad uno, raccogliendoli<br />

in sacche di tela.<br />

I sic<strong>il</strong>iani chiamano “frastucara”<br />

la pianta e “frastuca” <strong>il</strong> suo seme,<br />

termini che derivano dall’arabo<br />

“frastuch”. E furono proprio gli arabi,<br />

attorno al 900 a.C., ad iniziare<br />

la coltivazione di questo prezioso<br />

seme in Sic<strong>il</strong>ia, comprendendone<br />

le potenzialità; oggi tale prodotto<br />

rappresenta la principale fonte<br />

economica del territorio, con i<br />

suoi oltre 3000 ettari di coltivazioni.<br />

Purtroppo <strong>il</strong> pistacchio di Bronte,<br />

nonostante abbia ricevuto nel<br />

2009 la Denominazione di Origine<br />

Protetta, non è molto diffuso nel<br />

resto dell’Italia.<br />

Basta pensare che circa l’80%<br />

della sua produzione viene esportata<br />

all’estero, mentre nel nostro<br />

paese si preferisce consumare <strong>il</strong><br />

prodotto che proviene da Turchia,<br />

Iran, Israele e California, meno<br />

pregiato e saporito ma anche<br />

molto meno costoso.<br />

Con i pistacchi è possib<strong>il</strong>e preparare<br />

le più svariate ricette: dalle<br />

preparazioni di carne al rinomato<br />

pesto, con cui condire la pasta o<br />

farcire le lasagne, passando per la<br />

crema dolce spalmab<strong>il</strong>e, i biscotti,<br />

i cannoli e la torta Fedora, un dolce<br />

tipico sic<strong>il</strong>iano a base di pan di<br />

spagna e crema di ricotta.<br />

Inoltre essi sono ricchi di vitamina<br />

E, di betacarotene, di luteina, potente<br />

antiossidante, e di fitosteroli<br />

che abbassano <strong>il</strong> livello di colesterolo<br />

nel sangue.<br />

Sarebbe ora quindi di riscoprire<br />

questo “oro verde”!<br />

Ele.Bal.<br />

Arancini sic<strong>il</strong>iani<br />

Ingredienti per circa 22 arancini: 1 kg di riso Roma,2 bustine di zafferano,300 gr<br />

di macinato di bovino,500 gr di passata di pomodoro,100 gr di piselli,150 gr di<br />

mortadella,150 gr di emmental; pangrattato,acqua e farina per la panatura<br />

La sera prima mettete a bollire <strong>il</strong> riso, in una pentola con acqua salata pari al doppio dell’altezza<br />

del riso. A metà cottura aggiungete un bicchierino d’acqua dove avrete sciolto lo zafferano e<br />

mescolate. Quando è ancora al dente e l’acqua si sarà ritirata del tutto, spegnete <strong>il</strong> fuoco. Il<br />

giorno dopo preparate <strong>il</strong> ragù con carne macinata e passata di pomodoro; deve essere ben<br />

ristretto. Aggiungete i piselli lessati e la mortadella a cubetti. Per formare l’arancino prendete un<br />

pugno di riso e spalmatelo sulla mano inumidita, formando uno strato di circa 1 cm. Al centro<br />

mettete un cucchiaio di ragù e qualche cubetto di emmental. Chiudete la mano, richiudendo<br />

l’arancino su sé stesso e dategli la forma che volete. Ricoprite l’arancino con una pastella<br />

abbastanza densa formata da acqua e farina e poi passatelo nel pangrattato. numiditevi<br />

nuovamente la mano e ricominciate. Friggeteli immersi nell’olio bollente e serviteli caldi.


<strong>Impatto</strong>» Costume & Società » pag. 32<br />

Le diversità linguistiche<br />

interviene la prof.ssa<br />

Monika Pelz<br />

Arabo e cinese<br />

le lingue del<br />

persente e<br />

sopratutto del<br />

futuro<br />

di Claudia Marino<br />

Giornalista<br />

“La torre fu costruita con l’intenzione<br />

di arrivare al cielo e, dunque, a Dio”. Secondo<br />

<strong>il</strong> racconto biblico, all’epoca gli<br />

uomini parlavano tutti la medesima lingua<br />

e volevano arrivare al cielo per farsi<br />

un gran nome e non essere dispersi su<br />

tutta la Terra come Dio gli aveva comandato.<br />

Ma Dio – osservando <strong>il</strong> loro intento<br />

- creò scompiglio nelle genti e, facendo in<br />

modo che le persone parlassero lingue<br />

diverse e non si capissero più, impedì che<br />

la costruzione della torre venisse portata<br />

a termine.<br />

Cosa ci insegna dunque l’episodio della<br />

costruzione della Torre di Babele?<br />

Se da un lato esso rappresenta la<br />

confusione dei linguaggi lanciata da<br />

Dio, dall’altro costituisce anche la benedizione<br />

di questa diversità di lingue,<br />

indispensab<strong>il</strong>e per l’esistenza stessa<br />

dell’uomo.<br />

La storia difatti ci narra che tante volte<br />

l’uomo ha sognato di trovare un unico<br />

vero linguaggio che desse appagamento<br />

al suo delirio di potenza, ma (fortunatamente)<br />

ogni volta che quest’ultimo vi ha<br />

provato, <strong>il</strong> suo progetto è crollato miseramente.<br />

È evidente infatti che - nonostante<br />

la fatica che costa far comprendere e<br />

tradurre differenti lingue - la diversità di<br />

linguaggio è comunque uno dei beni più<br />

preziosi che abbiamo. In quanto finché<br />

ci sarà qualcuno che parla un lessico differente<br />

dal nostro e che vede le cose in<br />

modo diverso noi, potremo essere certi di<br />

poter godere ancora della libertà.<br />

Il linguaggio è <strong>il</strong> ponte comunicativo<br />

attraverso <strong>il</strong> quale culture e popoli si uniscono.<br />

È grazie ad esso se le differenze tra<br />

religioni, tra <strong>il</strong> bianco e <strong>il</strong> nero, cessano di<br />

esistere per qualche istante.<br />

Ma non solo. Il linguaggio è anche<br />

parte della nostra quotidianità, è ciò che<br />

ci permette di esprimere le nostre emozioni,<br />

i nostri sentimenti, le nostre paure, la<br />

nostra gioia: è una strada a doppio senso<br />

che dovrebbe essere abbracciata e non<br />

ignorata. Essere capaci di comunicare<br />

è ciò che divide l’essere umano da una<br />

bestia. Il linguaggio universale è come un<br />

grande spartito e ogni lingua del mondo<br />

è una nota che lo accompagna.<br />

Le lingue neolatine (come <strong>il</strong> francese,<br />

lo spagnolo, <strong>il</strong> portoghese, l’italiano ed <strong>il</strong><br />

rumeno) così come quelle germaniche<br />

(l’inglese, <strong>il</strong> tedesco e l’olandese) sono<br />

tutte lingue che hanno qualcosa da<br />

offrire,qualcosa da far conoscere,qualcosa<br />

per cui vale la pena lasciarsi affascinare.<br />

Man mano che si studiano non<br />

sembrano poi nemmeno così tanto diverse.<br />

Dovremmo guardare tutti oltre<br />

l’apparenza, così come nella vita anche<br />

nelle lingue: non c’è niente che non possa<br />

essere imparato o capito, niente che sia<br />

degno di essere abbandonato.<br />

Tuttavia non possiamo nemmeno nascondere<br />

che le lingue del domani, o forse<br />

già del nostro presente, siano ormai soltanto<br />

due: <strong>il</strong> cinese e l’arabo.<br />

Da un lato, la lingua con <strong>il</strong> numero<br />

più alto di madrelingua nel mondo e,<br />

dall’altro, la lingua dell’Oro Nero, <strong>il</strong> petrolio.<br />

L’importanza della lingua cinese non<br />

è altro che <strong>il</strong> riflesso di una presenza d<strong>il</strong>agante<br />

di suoi madrelingua nell’Occidente<br />

e negli affari: <strong>il</strong> mercato cinese infatti è<br />

<strong>il</strong> più grande mercato in crescita, anche<br />

nell’attuale momento di crisi. Un idioma<br />

che, anche se diffic<strong>il</strong>e da imparare, resta<br />

estremamente affascinante.<br />

L’arabo invece, oltre ad essere una lingua<br />

antichissima, gioca anche un ruolo<br />

fondamentale nella fede islamica: i musulmani<br />

difatti credono che l’arabo - es


sendo stato insegnato ad Adamo<br />

nel giardino dell’Eden - possa essere<br />

la madre di tutte le lingue del<br />

mondo,<br />

L’arabo, inoltre, è stato fortemente<br />

richiesto e studiato anche<br />

da parte della CIA e dell’FBI per vai<br />

dei conflitti in corso tra Iraq e Afghanistan.<br />

L’importante ruolo che<br />

ricoprono le lingue è quindi invisib<strong>il</strong>e<br />

agli occhi, ma importantissimo<br />

per <strong>il</strong> futuro di nazioni e cittadini.<br />

Ogni lingua è l’immagine speculare<br />

di un paese ma soprattutto<br />

di una cultura. Le incomprensioni<br />

linguistiche hanno portato talvolta<br />

a disagi, odi, persino a guerre: bisogna<br />

aprirsi senza paura ad un<br />

mondo ormai in continua evoluzione,<br />

multietnico e quindi plur<strong>il</strong>inguistico.<br />

Sull’argomento è intervenuta<br />

anche la professoressa Monika<br />

Pelz, direttrice della Scuola Superiore<br />

per Mediatori Linguistici di Pisa,<br />

dichiarando: >.<br />

TOP FIVE<br />

19,7%<br />

INGLESE<br />

L’inglese ancora oggi risulta<br />

essere la lingua più parlata<br />

al mondo. La sua forza<br />

nasce dalla sua semplicità<br />

sia per lo studio che per la<br />

comprensione.<br />

17,3%<br />

CINESE MANDARINO<br />

Il mandarino è la seconda<br />

lingua più parlata al mondo,<br />

per via dei numerosi<br />

madrelingua in tutto <strong>il</strong><br />

mondo.<br />

12,9%<br />

HINDI - URDU<br />

Un paese in forte crescita<br />

trascina con se anche<br />

la sua lingua: è questo <strong>il</strong><br />

destino delle lingue indiane.<br />

7,2%<br />

SPAGNOLO<br />

Ha dalla sua parte una forza<br />

storica: è stata la lingua<br />

esportata in sud america<br />

dei conquistatores.<br />

6,7%<br />

ARABO<br />

La lingua degli islamici ma<br />

soprattutto la lingua dell’oro<br />

nero. Gli scambi di petrolio<br />

sono contrattati in arabo.<br />

“Ti Lovvo x sempre


<strong>Impatto</strong>» Costume & Società » pag. 34<br />

The watchman<br />

stiamo sempre sul<br />

chi vive!<br />

di Aniello Sangermano -<br />

<br />

Il riferimento al grande<br />

Massimo Troisi è d’obbligo<br />

ed emblematico. Comunità,<br />

vita comune, società. Ma<br />

come si vive in società?<br />

Entra in gioco, così, la parola<br />

‘costume’, termine che deriva<br />

dal latino: ‘consuetudo’,<br />

cioè consuetudine. Strano<br />

che a una parola che suscita<br />

suggestioni tanto piatte in una<br />

mente fervida, si coniughino<br />

i significati e le immagini<br />

più varie, quelle proprie del<br />

comportamento umano. Tanto<br />

più se l’uomo si trova nella<br />

collettività. In linea di massima<br />

chi di noi non si conforma a<br />

una buona e affidab<strong>il</strong>e norma<br />

comune, qualora si trovi in<br />

questo campo minato che è<br />

la società odierna? La cosa<br />

interessante, tuttavia, è che<br />

queste condotte cambiano<br />

e si evolvono nel tempo,<br />

nelle situazioni. Quante<br />

volte abbiamo guardato<br />

vecchi f<strong>il</strong>mati, fotografie e<br />

ci siamo ritrovati a ridere<br />

di noi stessi...La sfera<br />

emotiva, altresì, influisce<br />

sulle nostre azioni: in fin dei<br />

conti anche un “granduomo”<br />

può vac<strong>il</strong>lare davanti a<br />

una bella donna. Spesso<br />

cadiamo nella contraddizione<br />

“forti con i deboli, deboli<br />

con i forti”; osc<strong>il</strong>liamo tra<br />

la massima coerenza e<br />

momenti di impasse critico;<br />

la verità talvolta nella società<br />

occidentale risulta scomoda<br />

e si ricorre al mezzuccio della<br />

bugia a fin di bene o peggio<br />

al ripudio della realtà. Quanti<br />

imbarazzi, quanti pensieri<br />

rendiamo taciti, quante<br />

pulsioni...<strong>il</strong> tutto nel sacro<br />

nome del quieto vivere. “Ogni<br />

uomo mente, ma dategli una<br />

maschera e sarà sincero”<br />

verrebbe da dire. Una buona<br />

maschera solitamente è la<br />

moda, <strong>il</strong> trend, anche se in<br />

società spesso vince chi ha<br />

la maschera più variopinta,<br />

ovvero la personalità. Chi<br />

vi scrive intende svelarvi<br />

qualche piccola verità, ald<strong>il</strong>à<br />

di qualsivoglia convenzione;<br />

non indagheremo solo tal<br />

genere di questioni, ma<br />

parleremo anche del valore e<br />

della gioia del vivere assieme.<br />

Unisco i gent<strong>il</strong>i lettori in un<br />

abbraccio con la speranza, nei<br />

prossimi numeri, di catturarne<br />

l’attenzione e di stupirli. Stay<br />

tuned!<br />

Sneak Peek<br />

Bocconi di<br />

quotidianità<br />

Under o Over?<br />

un rotolo di carta igienica può mai<br />

dirci chi siamo?<br />

di Alessandro Sica<br />

che tale disposizione renda più fac<strong>il</strong>e<br />

Rubricista<br />

l’individuazione dell’estremità del rotolo<br />

e lo tenga inoltre a maggior distanza<br />

L<br />

dal muro, evitando così l’antigienico<br />

’8 Dicembre 1857, nella sua casa di trasferimento di germi. I partigiani<br />

New York City, l’americano Joseph dell’under, invece, sostengono che tale<br />

Gayetty inventò <strong>il</strong> primo rotolo di orientamento conferisca al rotolo un<br />

carta igienica della storia. Certo non aspetto di maggiore pulizia, riducendo<br />

poteva immaginare che quell’involto di inoltre <strong>il</strong> rischio che bimbi, mici o altri<br />

carta bianca e morbida sarebbe diven- animali domestici srotolino completatato<br />

ben presto oggetto di una discusmente <strong>il</strong> rotolo. L’esito della battaglia è<br />

sione infervorante. Con circa 600.000 invero impietoso: solo <strong>il</strong> 30% delle per-<br />

risultati su Google e numerosi gruppi sone preferisce l’under.<br />

su Facebook, infatti, “ <strong>il</strong> grande dibattito<br />

della carta igienica”, come è stato battezzato<br />

da qualcuno, è senza alcun dubbio<br />

una delle questioni più controverse dei<br />

nostri tempi. Tutto ruota intorno ad una<br />

semplice domanda: come deve essere<br />

posizionato <strong>il</strong> rotolo di carta igienica<br />

sull’apposito supporto? Ovvero: la carta<br />

deve rotolare sopra <strong>il</strong> rotolo (over) oppure<br />

scorrere da sotto (under) ?<br />

Joseph Gayetty<br />

inventore della carta igienica<br />

Se state pensando che sia una questione<br />

di poco conto sarete costretti a<br />

ricredervi. I numeri rendono bene la<br />

portata del fenomeno: studi statistici<br />

affermano che circa <strong>il</strong> 50% delle persone<br />

fa attenzione all’orientamento<br />

della carta igienica nel proprio bagno<br />

e ben <strong>il</strong> 20% modifica l’orientamento<br />

della carta quando quest’ultima è<br />

disposta (secondo <strong>il</strong> loro parere) nel<br />

verso sbagliato. La situazione assume<br />

connotati drammatici quando scopriamo<br />

che addirittura 1 persona su 5<br />

è letteralmente infastidita dal vedere<br />

<strong>il</strong> rotolo posizionato nel modo errato<br />

e che a soffrirne sono in prevalenza<br />

gli uomini. La conseguenza? Esistono<br />

di fatto due distinti schieramenti che,<br />

come eserciti in battaglia, difendono <strong>il</strong><br />

proprio orientamento (under vs. over)<br />

con argomentazioni più o meno convincenti.<br />

Gli ultras dell’over ritengono<br />

Alessandro Sica<br />

Studente di economia, scrittore per hobby,<br />

vomerese di nascita. Dice di non prendersi<br />

troppo sul serio... dunque non fatelo nemmeno voi.<br />

La versione in lingua inglese di Wikipedia<br />

dedica una lunga e ricca pagina al<br />

problema. E’ proprio leggendola che<br />

apprendiamo che fiorfiore di psicologi,<br />

accademici e sociologi hanno studiato<br />

a fondo la questione giungendo a conclusioni<br />

sbalorditive. Per esempio, la<br />

terapista oltre che consulente di una<br />

marca americana di carta igienica, G<strong>il</strong>da<br />

Carle, sostiene: «Se preferisci “over”,<br />

sei una persona determinata, amante<br />

dell’ordine e delle responsab<strong>il</strong>ità; se invece<br />

preferisci “under” sei un tipo r<strong>il</strong>assato<br />

e affidab<strong>il</strong>e, alla ricerca di relazioni<br />

con solide basi; se infine non te ne importa<br />

poi così tanto, allora sei qualcuno<br />

che preferisce minimizzare i conflitti ed<br />

è sempre pronto ad esplorare nuove<br />

situazioni ».<br />

La spiegazione sembra calzare ma è<br />

chiaro che la soluzione definitiva al<br />

problema è ancora lontana. Insomma,<br />

<strong>il</strong> dibattito continua.<br />

L’orientamento della carta igienica è infatti<br />

ancora oggi citato come una delle<br />

potenziali cause di litigio nelle coppie<br />

sposate e pare possa generare tensioni<br />

anche sul posto di lavoro.<br />

Insomma, <strong>il</strong> dibattito continua. E secondo<br />

voi? Qual è l’unico e solo corretto<br />

orientamento della carta igienica – over<br />

o under ?<br />

Sapevi che?<br />

Il mercato della carta<br />

igienica in Europa vale 8,5<br />

m<strong>il</strong>iardi di euro e rappresenta<br />

<strong>il</strong> 26% del consumo<br />

mondiale. Ogni europeo<br />

ne consuma in media<br />

13 kg ogni anno, per un<br />

consumo totale nell’intera<br />

Europa pari a 5,5 m<strong>il</strong>ioni di<br />

tonnellate o 22 m<strong>il</strong>iardi di<br />

rotoli complessivi. Ciò corrisponde<br />

ad un consumo<br />

globale di circa 21 m<strong>il</strong>ioni<br />

di tonnellate (84 m<strong>il</strong>iardi di<br />

rotoli) per tutto <strong>il</strong> Pianeta.<br />

Questa produzione richiede<br />

perciò complessivamente<br />

<strong>il</strong> consumo di circa<br />

42~52 m<strong>il</strong>ioni di tonnellate<br />

di legname per anno,<br />

corrispondenti a circa<br />

400-500 m<strong>il</strong>ioni di alberi di<br />

medie dimensioniabbattuti<br />

ogni anno per questo<br />

consumo. *<br />

84 mld<br />

di rotoli sono usati<br />

ogni anno, sulla Terra<br />

* informazioni tratte da<br />

it.wikipedia.org<br />

“I guai sono<br />

come i fogli<br />

di carta<br />

igienica: ne<br />

prendi uno,<br />

ne vengono<br />

dieci”<br />

Aforismi<br />

Carta igienica e guai<br />

Woody Allen


Boom delle “e-sig”. Ma quali sono i benefici ed i<br />

rischi, di questi nuovi apparecchi elettronici?<br />

E’ sul mercato da qualche mese,<br />

ma la mania della sigaretta<br />

elettronica è già scoppiata. I negozi<br />

che la vendono si espandono<br />

ormai a macchia d’olio e se ne può<br />

trovare uno ad ogni angolo sia<br />

nelle grandi città che nei piccoli<br />

centri di provincia. Tanti fumatori<br />

- a quanto pare si parla di centinaia<br />

di migliaia di italiani – già ce<br />

l’hanno e la ut<strong>il</strong>izzano dappertutto.<br />

Dai più grandi fino ai giovani<br />

nelle scuole, non se ne servono<br />

più come terapia anti-fumo, ma<br />

come status quo, simbolo di una<br />

nuova moda. Tanto che se sia o<br />

meno un valido rimedio contro <strong>il</strong><br />

vizio del fumo tradizionale è ancora<br />

presto per dirlo. Quello che è<br />

certo invece, è da un lato l’ascesa<br />

di un business m<strong>il</strong>ionario per chi le<br />

smercia e dall’altro, di riflesso, un<br />

drastico calo di vendite dei “vecchi”<br />

pacchetti di sigarette, a danno<br />

di società multinazionali, Stato e<br />

tabaccai.<br />

Tra l’altro le case produttrici sembrano<br />

aver pensato proprio a tutto.<br />

Se ne possono trovare di ogni<br />

tipo, dall’elegante al casual, e di<br />

tutti i gusti, dal brandy alla nocciola.<br />

Divenute quindi un fenomeno<br />

di tendenza, <strong>il</strong> rischio crescente<br />

è quello di diffondere <strong>il</strong> vizio del<br />

fumo anche tra gli adolescenti.<br />

Perché pur essendo elettroniche,<br />

le “e-cig” in molti casi contengono<br />

nicotina, una sostanza comunque<br />

dannosa per l’organismo. Al fine di<br />

evitare tale pericolo una recente<br />

disposizione del Ministero della<br />

Salute ne ha quindi vietato l’uso ai<br />

minori di 16 anni. Ma sono davvero<br />

una valida e “sana” alternativa<br />

alle vecchie sigarette?<br />

Se parliamo di prezzi, <strong>il</strong> vantaggio<br />

è chiaro: i kit venduti dai commercianti<br />

hanno un costo che osc<strong>il</strong>la<br />

tra i 30 e gli 80 euro. Mentre un fumatore<br />

che consuma in media un<br />

pacchetto al giorno spende circa<br />

150 euro in un mese, e 1800 in un<br />

anno. Chi sceglie la strada della<br />

sigaretta elettronica paga nel peggiore<br />

dei casi circa 120 euro per <strong>il</strong><br />

primo mese. Ma dal secondo mese<br />

in poi la spesa cala vistosamente,<br />

e l’esborso annuale si attesta intorno<br />

ai 450 euro.<br />

Il fenomeno, nonostante continui<br />

a spopolare, è ancora poco studiato.<br />

Il vapore acqueo contenuto<br />

non è evidentemente un problema,<br />

ma ciò che desta maggiore<br />

perplessità resta comunque la<br />

nicotina, contenuta nella buona<br />

parte di questi dispositivi elettronici.<br />

Tale sostanza, pur non essendo<br />

tossica, crea una forte dipendenza<br />

psichica nella maggior parte dei<br />

soggetti esposti. Ma i rischi per la<br />

salute, soprattutto quelli derivanti<br />

da patologie oncologiche, sono<br />

minori rispetto al tradizionale<br />

fumo di tabacco. E la cosa è evidente,<br />

non essendovi contenuti<br />

nei vapori residui di combustione<br />

sostanze come catrame, benzene<br />

ed idrocarburi. Ma al momento<br />

studi specifici sulla pericolosità<br />

delle sostanze inalate non sono<br />

stati condotti e quindi non resta<br />

che aspettare.<br />

Lorenzo Turriziani<br />

Passare dal corpo che ho, al corpo che sono<br />

Le travolgenti capacità dello sport di ricomporre le crepe dell’animo<br />

di Annachiara Cammarata<br />

Giornalista<br />

Nell’immaginario collettivo lo sport<br />

è considerato come quella attività fisica<br />

compiuta da atleti professionisti o individui<br />

smaniosi di quel fisico prestante (punto<br />

di forza durante lunghe passeggiate sul<br />

bagnasciuga o semplicemente motivo di<br />

vanto con i propri amici negli spogliatoi).<br />

Ed in effetti è proprio questo che in un primo<br />

momento ognuno pensa dell’attività<br />

fisica; è la bellezza esteriore <strong>il</strong> primo obiettivo<br />

che qualunque “principiante” si pone<br />

nel momento più tormentato della propria<br />

esistenza: l’iscrizione in palestra. Ma quanto<br />

spesso capita di chiederci cosa realmente<br />

rappresenti lo sport nella nostra vita?<br />

Quanto la pratica sportiva possa influire<br />

nel frenetico quotidiano di un individuo ?<br />

La risposta, che inizialmente potrebbe risultare<br />

soggettiva , inizia a delinearsi nelle<br />

forme di un pensiero piuttosto comune<br />

nel momento in cui vengono considerati<br />

periodi durante i quali fratture nell’anima,<br />

rabbia, tristezza portano a un sentito bisogno<br />

di una breve e apparentemente<br />

banale seduta di jogging o di una partita<br />

di calcio tra amici , che si rivelano capaci di<br />

risollevare <strong>il</strong> nostro umore. Biologicamente<br />

parlando, l’attività fisica aumenta <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ascio<br />

di endorfine, sostanze chimiche prodotte<br />

dal cervello , annoveranti tra le proprie<br />

capacità quella di regolare l’umore, influendo<br />

positivamente sullo stato d’animo,<br />

rispondendo a proprietà fisiologiche di<br />

tipo analgesico ed eccitante paragonab<strong>il</strong>i<br />

a quelle dell’oppio o della morfina. La<br />

potenza riab<strong>il</strong>itativa dello sport non è af-<br />

<strong>Impatto</strong>» Costume & Società » pag. 35<br />

fatto una scoperta moderna, già gli antichi<br />

possedevano una concezione dell’uomo<br />

incentrata sull’unitarietà mente-corpo.<br />

Ansia e stress risultano infatti alleviati da<br />

piacevoli e non ineluttab<strong>il</strong>mente impegnativi<br />

momenti di attività fisica, spesso<br />

seguiti da una presa di coscienza sempre<br />

più forte circa la necessità di inserimento,<br />

nel proprio quotidiano, di “impegni” sportivi<br />

sempre meno sporadici , capaci di benefici<br />

psicofisici riscontrab<strong>il</strong>i in maniera ragguardevole<br />

in una serenità maggiore nel<br />

conseguimento dei propri impegni e nella<br />

sensazione di sentire <strong>il</strong> proprio corpo come<br />

proprio , plasmarlo e migliorarlo. Passare<br />

dal corpo che si possiede a quello che si è<br />

consapevoli di essere, come affermato da<br />

un ex tossicodipendente della comunità<br />

riab<strong>il</strong>itativa di Trapani, le cui abitudini radicalmente<br />

mutate a favore di uno st<strong>il</strong>e di<br />

vita sano e all’insegna dello sport e del gioco<br />

di squadra si sono dimostrate antidoto<br />

efficace contro una logorante dipendenza.<br />

E’ qui che lo sport si riscopre come riscatto<br />

sociale squisitamente pulito e valido contro<br />

i processi di una chiusura psicologica<br />

da parte dei giovani nei confronti dell’<br />

“altro”. Ne ha parlato anche l’edizione europea<br />

del New York Times del 4 Dicembre,<br />

dedicando all’argomento un’inchiesta di<br />

Paul Scott, che , dopo aver sentito i pareri<br />

di diversi psicologi e direttori di programmi<br />

di recupero per tossici e alcolisti, li ha sintetizzati<br />

affermando « L’attività fisica è <strong>il</strong><br />

perfetto antidoto contro le dipendenze.<br />

I comuni hobby non bastano. Lavorare a<br />

maglia è una buona cosa ma non tocca le<br />

fratture dello spirito e del fisico umani. La<br />

corsa lo fa».


<strong>Impatto</strong>» Musica » pag. 36<br />

Un tributo al<br />

maestro Lucio Dalla<br />

Tra i porticati e<br />

la Luna<br />

Storia di uno dei più eccentrici cantautori<br />

Italiani. Dal Jazz alla musica popolare, un<br />

omaggio a 40 anni di poesia nel segno di<br />

una sorridente malinconia.<br />

di Gennaro Battista<br />

responsab<strong>il</strong>e di musica e recensioni<br />

Ricordo ancora quando, da bambino,<br />

andavo in macchina con mio<br />

padre, nello stereo la cassetta di<br />

«com’è profondo <strong>il</strong> mare». Adoravo tutto<br />

di quell’album; le musiche, popolari,<br />

di quelle che anche se suonano vecchie<br />

ti piacciono, perché le senti parte<br />

di te, della tua storia, anche se sei solo<br />

un bambino. E poi i testi, così surreali<br />

e veri, racconti che, ascoltati, assumevano<br />

forme nitidissime.<br />

La musica di Lucio ha accompagnato<br />

intere generazioni, si è fatta simbolo<br />

di un’Italia oggi scomparsa tra le spire<br />

della modernità, austera e puritana, del<br />

rabbuiarsi delle città e dei loro luoghi:<br />

piazze, vicoli, baretti, ammazzati dai<br />

coprifuoco imposti dai comuni, dalle<br />

connessioni veloci, da una crisi economica<br />

che toglie speranze e la voglia<br />

d’uscir di casa.<br />

Era <strong>il</strong> 1972 quando portò al festival di<br />

Sanremo «Piazza Grande», vero e proprio<br />

manifesto della sua poetica, una<br />

lirica fatta di pezzenti, prostitute, vite<br />

semplici e disperate, abissi neri ma ingenui.<br />

Piccolo e um<strong>il</strong>e capolavoro, uno<br />

specchio del suo autore; Dalla, che in<br />

un intervista del 2001, diceva a proposito<br />

«È solo una canzone. Io non sono<br />

di quelli che hanno bisogno di sentirsi<br />

definire poeti, le canzoni non hanno a<br />

che vedere con la poesia, hanno una<br />

loro autonomia. L’argomento era aggregante<br />

al di là della forma musicale,<br />

si prestava ad una fruizione popolare.»<br />

Ma la poesia è ben lontana dai nomi esotici<br />

e dalle figure impossib<strong>il</strong>i, e le figure<br />

delle sue canzoni sgelano <strong>il</strong> cuore, allo<br />

stesso modo dei limoni della famosa<br />

poesia (e invettiva) di Montale.<br />

E infatti l’anno dopo, è <strong>il</strong> 1973, Lucio<br />

comincia a collaborare con Roberto<br />

Roversi, poeta e intellettuale Marxista,<br />

amico di Pasolini (che morirà brutal-<br />

Al diavolo<br />

<strong>il</strong> gr<strong>il</strong>lo parlante<br />

mente assassinato soltanto due anni<br />

dopo), partorendo con lui alcuni dei<br />

dischi più visionari di quegli anni, tra<br />

arrangiamenti che ammiccano al Jazz<br />

e alla musica popolare em<strong>il</strong>iana, e testi<br />

politici, duri, permeati però sempre da<br />

quell’ironia e da quel gusto libertino tipiche<br />

del cantautore.<br />

Una profonda stima lo lega al poeta:<br />

«da Roversi ho imparato tutto, a scrivere<br />

da solo le mie parole, ma sopra<br />

ogni altra cosa l’emozione pura. Perché<br />

quello esprimeva Roversi nonostante<br />

volesse consegnare al pubblico italiano<br />

una canzone civ<strong>il</strong>e.» Ed è forse proprio<br />

grazie all’esperienza vissuta insieme<br />

a lui che Dalla, autonomamente, tra <strong>il</strong><br />

1977 e <strong>il</strong> 1980, partorisce i suoi tre capolavori:<br />

<strong>il</strong> già citato «com’è profondo<br />

<strong>il</strong> mare», «Lucio Dalla» e «Dalla», pietre<br />

m<strong>il</strong>iari della discografia Italiana. Storie<br />

intense, profonde, piene di solitudine,<br />

malinconia, speranze sognanti e piangenti.<br />

Seguono anni di declino, interrotti<br />

forse, nel 1986, dall’album «Dallamericaruso»,<br />

in cui esprime <strong>il</strong> suo amore per<br />

<strong>il</strong> Mezzogiorno e la cultura Napoletana,<br />

con un intenso omaggio alla figura del<br />

lirico Caruso. Un amore irrazionale,<br />

verace, che trova radici nella sua infanzia,<br />

quando nel ’53 prese a passare<br />

le estati sulle isole Tremiti: «È stato durante<br />

queste vacanze da emigrante alla<br />

rovescia, che è avvenuta in me la spaccatura<br />

tra due diversi modi di vivere.<br />

Così oggi mi ritrovo con due anime:<br />

quella nordica (ordinata, efficiente, futurib<strong>il</strong>e,<br />

perfezionista, esigente verso<br />

sé e verso gli altri) e quella meridionale<br />

(disordinata, brada, sensuale, onirica,<br />

mistica). È nel Sud, comunque, che<br />

sono diventato religioso. Di una religiosità<br />

forsennata, irrazionale, pagana».<br />

Dio, la fede, la sacralità, è stato trascurato<br />

volutamente questo tema, sottolineando<br />

l’amore per <strong>il</strong> profano, perché<br />

la dicotomia risultasse più evidente. In<br />

di Helda Tassi - Il clima delle elezioni<br />

è quantomeno infuocato e basta una<br />

canzone dal titolo equivoco a far scattare<br />

le polemiche sul mondo di Youtube.<br />

Ecco cosa è successo pochi giorni<br />

prima delle Elezioni Politiche, quando -<br />

in piena par condicio - sul canale ufficiale<br />

di Edoardo Bennato è comparso un<br />

video che inevitab<strong>il</strong>mente ha scatenato<br />

l’indignazione dei gr<strong>il</strong>lini più convinti e le<br />

approvazioni di coloro che trovano nelle<br />

parole di Gr<strong>il</strong>lo solo delle belle utopie.<br />

“Ma sì, è la vita<br />

che finisce, ma<br />

lui non ci pensò<br />

poi tanto,<br />

anzi si sentiva<br />

già felice e<br />

ricominciò<br />

<strong>il</strong> suo canto”<br />

Lucio Dalla<br />

DallAmeriCaruso 1986<br />

Caruso<br />

A sorprendere sono soprattutto i<br />

commenti, dei veri e propri dibattiti<br />

politici in cui ognuno dice la sua, dando<br />

così sfogo a un’Italia che, per citare<br />

Fazio, è avvelenata.<br />

Se è vero infatti che la premessa era<br />

presentare una delle quattro nuove<br />

canzoni che faranno parte del musical<br />

“Pinocchio, <strong>il</strong> Paese dei Balocchi”, è<br />

anche vero che <strong>il</strong> cantautore partenopeo<br />

è famoso per canzonette dal significato<br />

non proprio nascosto. Così, dopo la<br />

Lucio Dalla vivevano entrambe le<br />

anime, Apollo e Dioniso, <strong>il</strong>luminazione<br />

e disperazione. Ed è forse<br />

proprio la forza della fede che<br />

gli permetteva d’amare <strong>il</strong> mondo<br />

fatto di piccole felicità e grandi<br />

disastri che usava cantare.<br />

Una spaccatura apparentemente<br />

profondissima, e che però Dalla<br />

riesce a dissolvere con una semplicità<br />

disarmante, riuscendo in<br />

uno dei più nob<strong>il</strong>i e intricati problemi<br />

che un uomo si può porre,<br />

congiungere gli opposti. Lo fa nei<br />

versi di 4 Marzo 1943, la sua canzone<br />

più famosa, quella del Gesù<br />

bambino, ragazzino cresciuto<br />

nella miseria del dopoguerra, tra<br />

morti di fame e puttane, respirando<br />

l’aria del porto.<br />

Tre personaggi per un nome, <strong>il</strong><br />

bambino della canzone, Cristo, e<br />

Dalla stesso.<br />

4 Marzo 1943, è infatti la sua data<br />

di nascita, <strong>il</strong> giorno in cui, 70 anni<br />

dopo, verranno celebrati i suoi funerali,<br />

un anno prima del giorno in<br />

cui pubblichiamo questo tributo.<br />

satira di alcune canzoni come “Affacciati<br />

Affacciati” censurata per l’invettiva<br />

contro <strong>il</strong> Vaticano, ecco che adesso<br />

canta “al diavolo <strong>il</strong> gr<strong>il</strong>lo parlante che<br />

parla a tutta la gente, che parla e vende<br />

parole” e fa di nuovo parlare di sè.<br />

Che questa canzone sia ispirata al gr<strong>il</strong>lo<br />

parlante collodiano o sia riferita al Gr<strong>il</strong>lo<br />

delle piazze, è l’ennesima esortazione<br />

di Bennato ad avere dubbi. Perchè in<br />

fondo, ogni favola e’ un gioco ed e’ vera<br />

soltanto a meta’.


di Guglielmo Pulcini - Quando nel<br />

1958, la giuria del Festival di Sanremo<br />

decise di fare entrare in gara “Nel blu,<br />

dipinto di blu” (scritta da Migliacci)<br />

con ben 99 voti su 100, i maggiori<br />

cantanti del momento si rifiutarono<br />

categoricamente di interpretarla<br />

dicendo: “è una canzone che non<br />

sta né in cielo, né in terra”. La stessa<br />

commissione quindi decise di affidarla<br />

a Domenico Modugno (co-autore<br />

e musicante dell’inedito) ed ad un<br />

giovane debuttante: Jonny Dorelli.<br />

“Nel blu, dipinto di blu”, pur partendo<br />

già sconfitta dai pronostici, tuttavia<br />

nell’ultima serata non solo stravince<br />

ma rivoluziona completamente i<br />

modi ed <strong>il</strong> gusto della musica italiana.<br />

Sul palcoscenico del Festival infatti<br />

Modugno osa fare ciò che mai<br />

nessun altro aveva mai fatto: durante<br />

<strong>il</strong> ritornello, interpreta <strong>il</strong> testo non solo<br />

con la voce ma anche con i gesti.<br />

Aprendo improvvisamente le braccia,<br />

<strong>il</strong> cantante di Polignano a Mare,<br />

sembra voler spiccare <strong>il</strong> volo verso un<br />

Nella foto a lato, Domenico<br />

Modugno mentre interpreta<br />

“Nel blu dipinto di blu”,<br />

canzone - vincitrice del<br />

Festival di Sanremo nel<br />

1958, - ed ancora oggi tra le<br />

più famose al mondo<br />

Nella foto in basso,<br />

un’instantanea di Lucio Dalla,<br />

durante uno dei suoi viaggi<br />

nella amata Napoli<br />

Nel blu dipinto di blu: <strong>il</strong> capolavoro di<br />

Modugno, sarebbe mai stato interpretato oggi?<br />

Brani Posizione<br />

L’essenziale - Marco Mengoni 1<br />

One Day - Asaf avidan<br />

2<br />

Se si potesse non morire - Modà 3<br />

I follow rivers - Lykke lì<br />

4<br />

Ho hey - The lumineers<br />

5<br />

La canzone Mononota - Elio 6<br />

qualcosa di astratto: inafferrab<strong>il</strong>e sia<br />

per l’artista e sia per la platea che lo<br />

sta osservando. Mimì con quel gesto<br />

istintivo ma simbolico era riuscito a<br />

rappresentare in pochi secondi tutto un<br />

mondo che cambiava, un universo che<br />

correva verso un futuro inafferrab<strong>il</strong>e,<br />

ma comunque tanto vicino a divenire<br />

realtà. I progetti della Nasa, <strong>il</strong> televisore,<br />

<strong>il</strong> frigorifero, l’emancipazione femmin<strong>il</strong>e<br />

e la Fiat che produce le 500 e le<br />

600: tutto <strong>il</strong> mondo intorno a “Nel<br />

blu, dipinto di blu” sembra respirare<br />

aria di ottimismo e d’apertura. Aria<br />

da “Boom Economico”. Ma oggi<br />

in un mondo costruito sulle parole<br />

austerity, fallimento e crisi, Menico<br />

come l’avrebbe interpretata “Volare”?<br />

Avrebbe cercato di spiccare <strong>il</strong> volo<br />

verso un futuro migliore o sarebbe<br />

stato lì a guardare <strong>il</strong> pubblico a braccia<br />

conserte? La risposta non la sappiamo<br />

dare, ma probab<strong>il</strong>mente, Modugno,<br />

al nostro quesito, avrebbe comunque<br />

risposto: “Ma come non ti accorgi di<br />

quanto <strong>il</strong> mondo sia Meraviglioso?”<br />

Hit Parade Brani Hit Parade Album<br />

Album Posizione<br />

Gioia - Modà<br />

Un posto nel mondo - Chiara<br />

Passione - Andrea Bocelli<br />

Backup the best - Jovanotti<br />

Sun - Mario Biondi<br />

Guerra e pace - Fabri Fibra<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

Iceage direttamente<br />

dalla Danimarca,<br />

<strong>il</strong> pesante suono<br />

scandinavo, si consacra<br />

come nuova realtà della<br />

musica indipendente.<br />

di Ciro Rezzuto - Non potevano<br />

rimanere così a lungo nascosti<br />

nei club danesi gli Iceage, band<br />

di spessore artistico tanto quanto<br />

basta per diventare una realtà<br />

della musica indipendente. Nel<br />

non lontano 2011 <strong>il</strong> debutto<br />

“New Brigade” si guadagnò<br />

l’attenzione della critica, un<br />

album punk-rock nei tempi<br />

recenti è abbastanza insolito, e<br />

soprattutto quel suono di chitarra<br />

pesante così “scandinavo”<br />

rendeva questi quattro ragazzi<br />

tra i 18 e i 20 anni una promessa.<br />

Promessa mantenuta nel secondo<br />

lavoro “You’re Nothing” che,<br />

se possib<strong>il</strong>e, è riuscito ancora<br />

meglio del predecessore. In<br />

questo secondo album <strong>il</strong> punto<br />

di riferimento è senza dubbio al<br />

post-punk della California anni<br />

’80: un pezzo come “In Haze”<br />

potrebbe tranqu<strong>il</strong>lamente far<br />

parte delle migliori composizioni<br />

degli Adolescents. Ma sarebbe<br />

riduttivo parlare di quest’album<br />

come un album punk, <strong>il</strong> quale<br />

genere è solo <strong>il</strong> fulcro di un<br />

suono molto più articolato: la<br />

vena dark è quella che si nota<br />

al primo ascolto, ed “Everything<br />

Drifts” è la chiara dimostrazione<br />

di questa affermazione, traccia<br />

che insieme a “Wounded Hearts”<br />

ricorda vagamente i Bauhaus di<br />

“In The Flat Field”; impossib<strong>il</strong>e<br />

non riconoscere <strong>il</strong> suono vicino al<br />

trash metal nelle tracce di coda<br />

“Rodfæstet”, “Awake” e la traccia<br />

omonima “You’re Nothing”; vicina<br />

al punk-pop invece “Morals”.<br />

Molto più punk britannico l’inizio<br />

dell’album: diretto, veloce e<br />

distorto. “Ecstasy” apre la scena<br />

con ritmo incalzante per arrivare a<br />

“Coalition”, la traccia più riuscita<br />

dell’album: un riff di chitarra<br />

martellante, <strong>il</strong> grido disperato<br />

di Elias Bender Rønnenfelt che<br />

esordisce con un “...Shake Us”.<br />

Ed è proprio la voce del cantante<br />

poco più che ventenne a rendere<br />

l’intera composizione valida fino<br />

in fondo, a volte coperta troppo<br />

dal suono, ma sempre chiara<br />

a descrivere lo stato d’animo<br />

dei protagonisti, che sia rabbia<br />

o dolore. L’album è rumoroso<br />

(forse troppo per i tempi recenti),<br />

irruento e diretto (fastidioso per<br />

chi è abituato alla musica “non<br />

pesante”) ma gli Iceage hanno<br />

fatto un lavoro con i fiocchi.<br />

<strong>Impatto</strong>» Musica » pag. 37<br />

Marco Mengoni<br />

<strong>il</strong> figlio del<br />

Talent...o, è<br />

pronto a correre!<br />

di Gianfranco Fuscio - Marco<br />

Mengoni a soli ventiquattro anni<br />

è già etichettato come la New<br />

Reality della musica italiana. Un<br />

talento indiscusso, confermato<br />

ancor di più dalla recente vittoria<br />

nel Festival di Sanremo, con la<br />

canzone “l’Essenziale” (firmata<br />

Casalino/DeBenedittis/Mengoni)<br />

preferita - nella serata d’apertura -<br />

all’altro brano in gara, “Bellissimo”,<br />

composto invece dalla Nannini.<br />

Due pezzi completamente differenti,<br />

nei quali allo st<strong>il</strong>e rock<br />

(onnipresente nelle musiche della<br />

cantautrice e finemente costruito<br />

sulle doti vocali del cantante di<br />

Ronciglione) si è contrapposta<br />

una melodia più “soft”, capace di<br />

creare una perfetta sintonia tra la<br />

voce dell’artista ed <strong>il</strong> testo. Un mix<br />

tra parole “essenziali “ e musica<br />

orecchiab<strong>il</strong>e che sta garantendo<br />

al brano anche un ottimo successo<br />

nell’ambiente radiofonico.<br />

“Essenziale” - che potrebbe essere<br />

definito come una moderna<br />

poesia d’amore, in tradizionale<br />

st<strong>il</strong>e “sanremese” - in pochi giorni<br />

ha già spopolato nelle vendite (dal<br />

21 febbraio è già disco d’oro) e sul<br />

web (dove risultano oltre 4 m<strong>il</strong>ioni<br />

di visualizzazioni). Tuttavia per <strong>il</strong><br />

nuovo album “#PRONTOACOR-<br />

RERE”, i tanti fan del cantante ex<br />

XFactor dovranno aspettare fino<br />

al 19 Marzo. Ma <strong>il</strong> tripudio sanremese<br />

dell’artista di Viterbo, non si è<br />

fermato soltanto al nuovo inedito.<br />

Difatti Mengoni, prima ha riscosso<br />

numerosi consensi, riproponendo<br />

– nella serata Sanremo Story – <strong>il</strong><br />

brano “Ciao amore ciao” di Luigi<br />

Tenco (esaltando l’intera platea e<br />

lasciando entusiasta la famiglia<br />

stessa dell’autore, che lo ha<br />

elogiato per la commovente interpretazione);<br />

mentre nell’ultima<br />

serata invece, le performance del<br />

cantante, sono state incoraggiate<br />

ancor di più da un’ulteriore c<strong>il</strong>iegina<br />

sulla torta: difatti sarà proprio<br />

<strong>il</strong> vincitore di Sanremo a portare<br />

in alto i colori italiani all’Eurosong<br />

Festival che si svolgerà a Malmöe<br />

nella seconda settimana di Maggio.<br />

Nuove soddisfazioni, quindi,<br />

per <strong>il</strong> primo artista italiano, capace<br />

già di aggiudicarsi <strong>il</strong> titolo di Best<br />

Italian Artist e Best European Act<br />

agli MTV Awards nel 2010. Maturato<br />

ancor di più grazie a questa<br />

ulteriore esperienza, adesso<br />

Marco Mengoni, sarà maggiormente<br />

motivato ad accattivare<br />

non solo <strong>il</strong> suo pubblico affezionato,<br />

ma anche quelle persone<br />

che lo continuano ad etichettare<br />

come “figlio del Talent”. La nuova e<br />

più grande sfida, di questo prodigioso<br />

artista, sarà infatti quella<br />

di convincere questi ultimi che<br />

da giovane promessa (vincitore<br />

della terza edizione di X Factor) è<br />

finalmente diventato una realtà<br />

splendente della musica italiana.<br />

Musica: <strong>il</strong> download <strong>il</strong>legale è in forte calo<br />

NEW YORK - Negli Stati Uniti <strong>il</strong> download <strong>il</strong>legale dei brani<br />

mp3 continua a calare. Secondo una ricerca dell’istituto Npd,<br />

nel 2012 la quantità di canzoni <strong>scarica</strong>te dalla rete è diminuito<br />

del 26% rispetto al 2005, anno in cui ci fu <strong>il</strong> picco. Le cause di tale<br />

diminuzioni sarebbero attribuib<strong>il</strong>i da un lato al fenomeno dello<br />

streaming audio (anche su Youtube) e dall’altro alla chiusura di<br />

numerose piattaforme peer-to-peer (come Limewire).


<strong>Impatto</strong>» Musica » pag. 38<br />

Max Gazzè dopo<br />

l’avventura sanremese,<br />

l’incontro con Napoli<br />

Il cantautore<br />

romano parla<br />

del suo passato,<br />

presente e futuro<br />

di Gennaro Battista e Ciro Rezzuto<br />

Inviati<br />

Max Gazzé si attesta ormai da anni<br />

come uno dei più vir<strong>tuo</strong>si cantautori italiani<br />

contemporanei. Una bravura ed una<br />

capacità innovativa comprovate ancor di<br />

più anche dalla sua recente partecipazione<br />

al festival di Sanremo con due brani<br />

inediti: Sotto Casa, che dà <strong>il</strong> titolo anche<br />

al suo nuovo album, e I Tuoi Maledettissimi<br />

impegni.<br />

Gazzè anche questa volta si è riproposto<br />

all’esigente pubblico italiano con un<br />

disco bello, complesso e ricco in spunti<br />

diversi. Un album che, negli scorsi giorni,<br />

è stato raccontato dallo stesso autore ad<br />

una piazza così eterogenea come quella<br />

partenopea.<br />

Riportiamo, di seguito, le dichiarazioni<br />

più interessanti r<strong>il</strong>asciate dal<br />

cantautore romano.<br />

Max, come hai scelto i brani da<br />

portare al festival?<br />

I brani che ho portato a Sanremo costituivano<br />

la dimensione più ironica e vivace<br />

del disco, quest’anno al festival volevo<br />

andarci così, non sono mai stato un tipo<br />

troppo serio.<br />

Sotto Casa mi permetteva d’esser<br />

teatrale: si pensi alla performance del<br />

Sabato, con l’occhio di cristallo... che poi<br />

anticipa <strong>il</strong> videoclip, con un predicatore<br />

surreale, aulico, gassmaniano.<br />

I <strong>tuo</strong>i maledettissimi impegni, invece,<br />

anche se non è arrivata in finale, è un<br />

brano armonicamente bellissimo, mi piace<br />

ogni volta che lo ascolto. Sono quelle<br />

canzoni che ti lasciano quel saporino, ti<br />

invitano a pensare, e non stancano. Spero<br />

non venga dimenticata, merita davvero.<br />

Sotto casa affronta <strong>il</strong> tema della<br />

incomunicab<strong>il</strong>ità interreligiosa, ciò<br />

mi riporta all’ultima canzone del disco,<br />

l’amore di L<strong>il</strong>ith... un <strong>tuo</strong> vecchio<br />

brano si intitola La favola di Adamo<br />

ed Eva.<br />

Insomma, la religione t’interessa?<br />

È una lunga storia! tutto nasce da una<br />

curiosità, quand’ero diciottenne andavo<br />

in giro a leggere testi provenienti da culture<br />

e mondi diversi, anche perché a scuola<br />

lo facevo poco. Ho frequentato la scuola<br />

Europea, di matrice laica. Così la mia<br />

curiosità mi portava a indagare certi percorsi<br />

spirituali, ma non perché cercassi la<br />

religione, più che altro cercavo l’origine di<br />

quello che sapevo da bambino, che non<br />

coincideva con la mia visione, di allora,<br />

del mondo. Così ho scoperto moltissime<br />

scritture, tra cui i rotoli del mar Morto, e<br />

ho trovato tante cose interessanti, soprattutto<br />

quando si parla degli Esseni, di un<br />

cristianesimo molto antico, diverso da<br />

quello canonico... per farla breve, ho scoperto<br />

che tutte le religioni provengono<br />

da uno stesso luogo, una stessa fonte,<br />

sono come una storia sempre uguale ma<br />

con protagonisti diversi. Ciò rende quasi<br />

un nonsense lo scontro tra mondi e culture<br />

religiose. Il papa quando si è dimesso<br />

ha detto «aprite la porta al dialogo»,<br />

perché è importante l’apertura, bisogna<br />

sopprimere tutte le chiusure, e parlo<br />

anche delle remore sull’omosessualità.<br />

Sotto casa in fondo parla di questo, di una<br />

porta che deve aprirsi.<br />

Tra i brani del <strong>tuo</strong> album ce n’è<br />

uno, atto di forza, che sembra quasi<br />

una suite. Questa canzone racconta<br />

di uno stupro, ma è molto più che<br />

una banale canzone di denuncia,<br />

anzi è un tentativo di introspezione<br />

profondissimo.<br />

E’ vero, noi (<strong>il</strong> brano è stato scritto a<br />

quattro mani con <strong>il</strong> fratello Francesco<br />

ndr) non tentiamo di descrivere un fatto<br />

fisico; c’è <strong>il</strong> tentativo, forse vano, ma ecco,<br />

forse, poetico, di descrivere uno stato


d’animo, una sensazione, una percezione di<br />

ciò che accade, dopo un evento così drammatico.<br />

La canzone la trovo interessante proprio<br />

per <strong>il</strong> modo in cui è stata fatta, per come<br />

musica e parole si fondono... qui non si parla<br />

di ritornelli e struttura, la musica è reazione<br />

pura al testo. In fondo la parola è già suono,<br />

un’armonia può distruggere o accompagnare<br />

<strong>il</strong> suono della parola. E a me piace fare<br />

entrambe le cose, monto e smonto la musica<br />

quasi come fosse un mob<strong>il</strong>etto IKEA! Anche<br />

se ritengo che la musica dev’esser bella sia<br />

di cuore che di testa: esiste una parola giapponese<br />

che indica tutte e due le cose assieme...<br />

ma non me la ricordo! (ride) La musica<br />

sta tutta lì, è un linguaggio che veicola<br />

condizioni emotive, e poi significati.<br />

Nel disco ci sono diverse canzoni<br />

d’amore, con le sue diverse facce: E<br />

tu vai via, Buon Compleanno, e poi<br />

La mia libertà, che sembra voler segnare<br />

un nuovo inizio. Quanto le canzoni<br />

sono personali, e quanto invece<br />

ti condizionano gli amici, i f<strong>il</strong>m, i libri,<br />

l’immaginazione?<br />

Tutte le canzoni sono personali, raccontano<br />

storie accadute a me, o osservate,<br />

o sognate, poi ognuno vive quello che c’è<br />

scritto secondo la propria esperienza, e non<br />

è necessario dare una collocazione esatta a<br />

ogni sensazione, malinconia, sofferenza. E tu<br />

vai via è un urlo di sofferenza. Su La mia libertà,<br />

a me piace dire spesso che <strong>il</strong> concetto<br />

di libertà è non resistere ai cambiamenti, saperli<br />

cogliere, accettarli, elaborarli, superarli,<br />

la vera libertà è questa... E in questo brano<br />

c’è quasi una resa dei conti di fronte a un<br />

rapporto che sta finendo, è più concettuale,<br />

ma non riguarda soltanto l’amore: anche<br />

nell’amicizia accade di cambiare, si procede<br />

in direzioni sim<strong>il</strong>i, ci si comprende, e poi ti accorgi<br />

che la persona con cui hai passato un<br />

sacco di anni non è più la stessa persona, o<br />

forse tu non sei più la stessa persona... non<br />

è fac<strong>il</strong>e realizzare che non ci sia più niente,<br />

come diceva Oscar W<strong>il</strong>de, l’amore è eterno<br />

finché dura, bisogna accettare anche questo.<br />

Bisogna saper perdere, diceva qualcuno...<br />

<strong>il</strong> <strong>tuo</strong> prossimo tour parte<br />

dall’Europa?<br />

Sì, parto da Berlino, poi sarò un po’ in tutta<br />

Europa, ho a cuore soprattutto Bruxelles,<br />

dove andavo a scuola, e ci sono i miei vecchi<br />

amici. So già che visiterò di nuovo tutti<br />

quei baretti, quei tuguri con 3800 tipi di birra<br />

diverse... che io ho frequentato tutti, i tipi di<br />

birra intendo... A me piace moltissimo come<br />

luogo, è piccolo, si lascia vivere, poi là sono<br />

cresciuto musicalmente; mi mettevo <strong>il</strong> basso<br />

in spalla e andavo a suonare qualsiasi cosa,<br />

jazz, musica sudamericana, suonai persino la<br />

Lambada con Kaoma, io italiano in mezzo a<br />

11 bras<strong>il</strong>iani! Poi ho suonato con molti gruppi<br />

inglesi, e pure con un gruppo di Teheran... tra<br />

i miei ricordi c’è un gruppo Punk con cui non<br />

son mai riuscito a finire un concerto! Il cantante<br />

beveva molto prima di esibirsi, mentre<br />

<strong>il</strong> chitarrista aveva l’abitudine di mettere al<br />

massimo i suoi amplificatori, enormi, alla Led<br />

Zeppelin, in locali minuscoli, suonava fortissimo!<br />

Dovevo mettere al massimo anch’io,<br />

che pure se suonava male l’importante è che<br />

ti vibravano le palle. E infatti <strong>il</strong> cantante si<br />

sentiva suonare dentro e sveniva! Dei 30 concerti<br />

che facevamo in un anno, ne finivamo 2<br />

o 3. Quando non suonavo con loro, suonavo<br />

invece nei Jazz Club cose molto Jazz, molto<br />

Lounge. Sono bei ricordi.<br />

Ti sono rimaste le eco di quegli anni?<br />

Mi sono rimasti soprattutto gli iraniani,<br />

fecero un disco tra i Pink Floyd e la musica<br />

persiana tradizionale, una cosa stranissima<br />

che conservo ancora su cassetta. Dovrò farla<br />

convertire in formato CD.<br />

Insomma, the strange side of the<br />

moon! Max, concludiamo questo dialogo<br />

con una curiosità... qual è la canzone<br />

a cui sei più legato?<br />

Per motivi mnemonici sono legato a<br />

molte canzoni. Quando penso a Vento<br />

d’estate mi ricordo tutto un periodo, la nascita<br />

di mio figlio, <strong>il</strong> tour con Niccolò (Fabi<br />

ndr)... ricordo di quell’estate quand’ero al<br />

Festivalbar, e alle 6 del mattino mi chiamò<br />

mia moglie dicendo «ho rotto le acque», così<br />

dovetti fuggir via, ci tenevo moltissimo, corsi<br />

a prender l’aereo, che non poteva partire a<br />

causa del cane di una signora, finii per inghiottirlo.<br />

Ma arrivai in tempo! La stessa cosa<br />

è successa con Il timido ubriaco, ero sempre<br />

al festivalbar, all’isola d’Elba, mi feci portare a<br />

terra dalla capitaneria di porto, <strong>il</strong> mare era a<br />

forza diciotto, vomitai ovunque. Ogni canzone<br />

è legata a qualcosa, anche a ricordi meno<br />

belli... Il mio matrimonio è durato tanti anni,<br />

e Mentre dormi la scrissi in uno dei periodi di<br />

sofferenza più forti... ma fa niente, ben vengano<br />

le sofferenze, anche se alcune non si<br />

possono mai accettare, se possono dare più<br />

luce, vigore, e aiutare ad apprezzare meglio<br />

le gioie che verranno!<br />

Nel riquadro Max Gazzè che autografa <strong>il</strong><br />

suo nuovo album al responsab<strong>il</strong>e di musica<br />

dell’<strong>Impatto</strong>, Gennaro Battista<br />

<strong>Impatto</strong>»Musica» pag. 39<br />

Nelle foto una panoramica di Max Gazzè<br />

all’ultimo festival di San Remo, nel<br />

quale ha presentato Sotto Casa e I <strong>tuo</strong>i<br />

maledettissimi impegni<br />

Nella foto a sinistra l’immagine di lancio<br />

dell’album Sotto casa, contentente<br />

l’omonimo brano al suo interno<br />

CENNI BIOGRAFICI<br />

Max Gazzè Max Gazzè,<br />

è nato a Roma <strong>il</strong> 6 luglio<br />

1967, ma ha trascorso la<br />

sua infanzia e l’adolescenza<br />

in Belgio. Innamorato della<br />

musica, si dedica al basso<br />

elettrico e inizia, giovanissimo<br />

la sua carriera di cantautore,<br />

esibendosi, già a quattordici<br />

anni nei locali di Bruxelles.<br />

Max Gazzè per anni si<br />

impegna nello studio del<br />

basso, sperimentando ed<br />

assim<strong>il</strong>ando st<strong>il</strong>i diversi, jazz,<br />

soul, progressive rock, ska<br />

e new wave. Nell’autunno<br />

del 1997 esce <strong>il</strong> singolo Cara<br />

Valentina. Nel 1998 la sua<br />

canzone Vento d’estate,<br />

cantata assieme a Niccolò<br />

Fabi, vince l’edizione di<br />

quell’anno di Un disco<br />

per l’estate. I due singoli<br />

anticipano <strong>il</strong> secondo album,<br />

La favola di Adamo ed Eva<br />

Nel febbraio 1999 Max<br />

partecipa al Festival di<br />

Sanremo nella categoria<br />

“Giovani” con <strong>il</strong> brano Una<br />

musica può fare. Nell’estate<br />

del 2000 partecipa anche<br />

al Festivalbar con Il timido<br />

ubriaco. Negli anni successivi<br />

si segnalano alcune<br />

collaborazioni con Daniele<br />

S<strong>il</strong>vestri. Nel 2008 torna a<br />

Sanremo con <strong>il</strong> successo<br />

<strong>il</strong> solito sesso. Nel 2010 si<br />

cimenta come attore insieme<br />

a Rocco Papaleo. Nel 2013<br />

partecipa ancora una volta a<br />

Sanremo con due brani inediti


<strong>Impatto</strong>» Il Mondo » pag. 40<br />

L’intervista itinerante<br />

cosa fanno? cosa pensano<br />

di noi gli italiani all’estero?<br />

Federica Stefanelli<br />

Laureta in lingue<br />

vive adesso in<br />

Francia<br />

di Giorgio Nugnes<br />

Direttore responsab<strong>il</strong>e<br />

Federica Stefanelli, appena laureatasi<br />

alla specialistica in Lingue, culture e letterature<br />

moderne europee alla Federico<br />

II, da sei mesi vive in Francia<br />

Ciao Federica, cosa ti ha spinto a<br />

trasferirti ?<br />

La voglia di mettermi in discussione,<br />

di crescere, di capire cosa vuol dire vivere<br />

veramente da sola. Inoltre l’idea di poter<br />

fare ciò in Francia, paese che mi ha affascinato<br />

da sempre, ha contribuito in maniera<br />

decisiva.<br />

Dove vivi precisamente? Come ti<br />

trovi?<br />

Io vivo a Chambéry, la capitale della<br />

Savoia. Unica sede università in Savoia, è<br />

una piccola cittadina molto ricca. Quindi<br />

le mie prime difficoltà sono state appunto<br />

<strong>il</strong> passare da una metropoli caotica<br />

come quella partenopea ad un piccolo<br />

centro; ritmi di vita molto differenti, legati<br />

anche alle differenze del clima che essendo<br />

più rigido, limita determinati comportamenti<br />

ed abitudini. Per esempio gli orari<br />

dei negozi sono dalle 07 alle 12 e dalle<br />

13.30 alle 18, e quindi mi costringono a<br />

svolgere i miei acquisti con una fretta a<br />

cui non sono abituata.<br />

Cosa fai in Francia?<br />

Ufficialmente sono assistente di lingua<br />

vivente straniera.<br />

E nello specifico come svolgi <strong>il</strong><br />

<strong>tuo</strong> lavoro?<br />

Aiuto gli insegnanti di italiano (ovviamente<br />

francofoni) nel dare una visione<br />

attuale dell’Italia.<br />

Quindi lavori nella scuola. Come<br />

funziona <strong>il</strong> sistema scolastico<br />

francese?<br />

Io lavoro alle superiori, che qui durano<br />

3 anni, dai 14 ai 17 anni dell’alunno (mentre<br />

le medie durano 5 anni). Le strutture<br />

scolastiche sono enormi, meglio delle<br />

nostre università. Le lezioni cominciano<br />

alle 8 e terminano orientativamente alle<br />

17. Ma <strong>il</strong> sistema è completamente diverso<br />

dal nostro. Infatti lo studente può<br />

scegliere <strong>il</strong> curriculum da seguire (come<br />

le nostre università) e ha quindi vari corsi<br />

opzionali. Dalle 12 e 30 alle 13 e 30 si va in<br />

pausa pranzo. Tutte le scuole sono dotate<br />

della “cantina”, <strong>il</strong> nostro refettorio. I francesi<br />

danno molta importanza al cibo. Infatti<br />

sono addirittura proibiti agli studenti<br />

i distributori automatici, che con le loro<br />

merendine e patatine devierebbero i ragazzi<br />

dalla corretta alimentazione prevista<br />

dal ministero. I ragazzi durante questo<br />

spacco sono completamente liberi. Possono<br />

anche decidere di andare a casa,<br />

per poi riprendere le lezioni. Un aspetto<br />

importante da sottolineare, è che le scuole<br />

sono poche e quindi raccolgono bacini<br />

d’utenza molti ampi. Ecco quindi che<br />

in ogni scuola ci sono parecchi studenti<br />

che abitano lontano e vivono in stanze<br />

all’interno delle stessa struttura scolastica.<br />

Tutto questo determina nei giovani<br />

francesi un carattere fortemente autonomo,<br />

anche per la mancanza della classe<br />

intesa alla maniera italiana, come un luogo<br />

dove creare un importante rapporto<br />

di amicizia con uno stesso gruppo di coetanei.<br />

Per <strong>il</strong> post superiori, i ragazzi possono<br />

scegliere di frequentare le università,<br />

ma non mancano i ragazzi che decidono<br />

di fermarsi. Infatti una delle scuole in cui<br />

lavoro io e paragonab<strong>il</strong>e ad un nostro<br />

istituto alberghiero, la scuola organizza<br />

stage completamente pagati della durata<br />

anche di tre mesi (spesso anche con<br />

destinazione in Italia) in ristoranti e hotel<br />

stranieri per preparare i ragazzi al futuro<br />

mondo del lavoro. Per quanto riguarda<br />

l’aspetto educativo, nelle scuole vige<br />

un ambiente molto formale e serio. Per<br />

quanto riguarda <strong>il</strong> piano più strettamente


formativo, a mio parere le scuole<br />

italiane sono nettamente migliori.<br />

La preparazione che ti danno in Italia<br />

è molto superiore. Inoltre una cosa<br />

che ho scoperto è che in Francia<br />

(come nel resto d’Europa) quasi tutte<br />

le verifiche sono scritte; l’orale come<br />

forma di valutazione è una pratica<br />

prettamente italiana. Di conseguenza<br />

i ragazzi non sono molto abituati<br />

a parlare. Per questi motivi infatti gli<br />

italiani sono molto ben voluti nelle<br />

scuole e nelle università.<br />

Cosa pensano i francesi della<br />

propria classe politica?<br />

I francesi sono molto attenti alla<br />

propria società. E appena qualcosa<br />

non va bene, fanno subito sciopero,<br />

chiamato da loro “grève”. Ci tengono<br />

molto per i loro diritti e quindi si fanno<br />

sentire. Inoltre sono molto fiscali,<br />

molto formali. La macchina statale è<br />

morto forte, controllando in maniera<br />

molto precisa <strong>il</strong> cittadino. Un esempio<br />

che mi salta in mente è <strong>il</strong> sistema<br />

sanitario, dove ogni farmaco deve<br />

essere prescritto. Oppure per esempio,<br />

anche per avere una semplice<br />

scheda telefonica, bisogna stipulare<br />

obbligatoriamente un contratto, per<br />

<strong>il</strong> quale è necessario <strong>il</strong> possesso di un<br />

conto corrente attivo. In definitiva,<br />

quasi tutto funziona e quindi non<br />

c’è un malcontento cosi manifestato<br />

come in Italia, dove per sentire qualche<br />

lamentela sui disservizi oppure<br />

sulla nostra classe dirigente, basta<br />

semplicemente scendere in strada<br />

ed ascoltare.<br />

E quindi per l’appunto, cosa<br />

pensano i francesi degli italiani<br />

e della politica italiana?<br />

Berlusconi è completamente deriso.<br />

Io sono partita prima delle elezioni<br />

per discutere la tesi di laurea, e<br />

le persone mi prendevano in giro<br />

auspicando una nuova vittoria del<br />

cavaliere. Ah, giusto per informazione,<br />

la pratica del Bunga Bunga ha<br />

superato le Alpi. I francesi hanno<br />

una cattiva opinione anche di Beppe<br />

Gr<strong>il</strong>lo, considerandolo una sorta di<br />

saltimbanco, che agita le folle senza<br />

però poter offrire validi contenuti.<br />

In generale, nonostante ciò, hanno<br />

una buona opinione dell’Italia. Purtroppo<br />

però solo di una parte. Infatti<br />

anche in Francia possiedono una<br />

brutta immagine del sud del nostro<br />

paese, percependolo come più arretrato<br />

rispetto al nord. La colpa, secondo<br />

me, è dei media che monopolizzano<br />

l’attenzione riguardante <strong>il</strong><br />

sud solo per notizie spiacevoli. Nello<br />

specifico, per quanto riguarda Napoli<br />

si parla solo di mafia (per loro non<br />

c’è differenza tra camorra, mafia o<br />

‘ndragheta) e spazzatura (notizia che<br />

è arrivata con molto scalpore in Francia).<br />

Uno dei compiti a me assegnato<br />

infatti è proprio quello di rompere<br />

questi stereotipi.<br />

Hai in mente di tornare in Italia?<br />

Quando?<br />

Il mio contratto scade <strong>il</strong> 30 apr<strong>il</strong>e<br />

e ancora non ho deciso cosa fare.<br />

Perché nonostante ami la mia città<br />

e <strong>il</strong> mio paese, la situazione lavorativa<br />

francese è molto migliore e sono<br />

indecisa quindi se tornare in Italia<br />

o restare in Francia per un avvenire<br />

migliore.<br />

NO PASA NADA<br />

<strong>Impatto</strong>» Il Mondo» pag. 41<br />

L’obiettivo della rubrica "No pasa nada" è quello di concedere un punto<br />

di vista innovativo e critico sulla società che ci circonda. Di settimana in<br />

settimana, tratteremo argomenti sim<strong>il</strong>i o molto diversi tra loro, proponendo<br />

una panoramica a 360 gradi. Politica interna, cronaca, costume e società,<br />

politica estera o guerre. A volo d'uccello, ci muoveremo dai grandi temi globali<br />

come la fame del mondo, ai problemi di una realtà circoscritta come quella<br />

napoletana. Vi racconteremo cosa succede nel nostro parlamento, parleremo<br />

di economia o di scienze. Il f<strong>il</strong>o rosso che collegherà tutti questi argomenti<br />

sarà la loro importanza contrapposta al s<strong>il</strong>enzio più o meno condiviso<br />

dell'opinione pubblica, oppure dell'assenza di risposte delle istituzioni nazionali<br />

o sovranazionali messe in discussione. Esempi lampanti possono esser <strong>il</strong><br />

disinteresse totale del mondo occidentale verso la miseria della realtà africana,<br />

con gli appelli della Fao sugli altissimi dati di mortalità che vengono però<br />

lasciati nel vuoto. L'infinito conflitto ebraico-palestinese con i continui soprusi<br />

dell'esercito israeliano e lo stato decennale d'assedio in cui versa la striscia di<br />

Gaza, con gli abitanti che vivono al limite delle condizioni di decenza umana,<br />

nella totale passività dell'Onu che neanche riconosce questo stato di cose.<br />

Oppure temi di nascita più recente, come la guerra civ<strong>il</strong>e in Siria che imperversa<br />

ormai da quasi due anni, con l'ultimo massacro di giovedì scorso di più di 70<br />

persone (tra cui bambini) da parte delle m<strong>il</strong>izie fedeli al presidente nella città<br />

di Aleppo. Il titolo della nostra rubrica infatti, proveniente da un espressione<br />

tipica della lingua spagnola che significa "non fa niente", lascia intendere<br />

l'approccio a questi problemi con la logica tutta occidentale del lasciar passare<br />

inosservato questi temi che in realtà sono gravi e pericolosi per <strong>il</strong> nostro vivere.<br />

Temi attuali, passati e probab<strong>il</strong>i scenari futuri che meritano la dovuta attenzione.<br />

Racconteremo per fare notizia. E per far si che per cose di gravità colossali, non<br />

possa valere più l'espressione "No pasa nada". Giorgio Nugnes


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<strong>Impatto</strong>» Sport » pag. 44<br />

Scontro al Vertice Juve<br />

e Napoli, si annullano<br />

a vicenda. Finisce 1 - 1<br />

Il Big Match della<br />

giornata conclude<br />

con un deludente<br />

pareggio<br />

di Marco D’Arienzo<br />

Inviato<br />

A conti fatti, la tanto attesa e chiacchierata<br />

supersfida del San Paolo che<br />

doveva cambiare le sorti della stagione,<br />

consegna alla storia del campionato uno<br />

scenario del tutto immutato. Juventus<br />

capolista, e Napoli lontano sempre sei<br />

punti. Un pareggio che vale due punti<br />

per i campioni in carica (Bianconeri in<br />

vantaggio anche negli scontri diretti,<br />

a pari punti vincerebbero loro), e che<br />

ne vale forse mezzo per gli azzurri, apparsi<br />

poco br<strong>il</strong>lanti soprattutto nel primo<br />

tempo. Alla fine <strong>il</strong> vincitore, se ce n’è uno,<br />

è Antonio Conte, uscito indenne dalla<br />

bufera del San Paolo e consapevole di<br />

avere davanti a se un vantaggio diffic<strong>il</strong>e<br />

da compromettere nelle restanti undici<br />

partite. La chiave del match sta tutta nella<br />

posizione di Giovinco che, in particolar<br />

modo nel primo tempo ed in fase di non<br />

possesso palla, si è praticamente annullato<br />

per infastidire Inler e fare pressione sui<br />

difensori avversari, bloccando sul nascere<br />

la manovra del Napoli. Un lavoro sporco<br />

prezioso, quasi al pari di quello svolto da<br />

tutto <strong>il</strong> centrocampo juventino. Dall’altra<br />

parte, invece, Pirlo ha sempre troppo<br />

spazio davanti a se per <strong>il</strong>luminare <strong>il</strong> gioco<br />

e questo, si sa, può essere un’arma letale<br />

a favore dei bianconeri. E’ proprio dal<br />

piedino magico del bresciano che sboccia<br />

l’assist per <strong>il</strong> gol di Chiellini al decimo<br />

del primo tempo. L’inizio dei padroni di<br />

casa era stato molto promettente, con<br />

un pressing quasi asfissiante sui portatori<br />

di palla avversari. Poi, arriva la beffa<br />

ed iniziano i problemi. Il vantaggio ospite<br />

è una vera e propria doccia gelata per i<br />

partenopei, che da quel momento in poi<br />

si disuniscono e rischiano di subire <strong>il</strong> raddoppio.<br />

C’è bisogno di un miracolo di De<br />

Sanctis su Vucinic per salvare <strong>il</strong> risultato.<br />

I problemi, però, stanno tutti nella metà<br />

campo difensiva. Il pallone transita spesso<br />

nei piedi dei tre centrali di difesa, ed<br />

<strong>il</strong> centrocampo azzurro sembra quasi inesistente<br />

al cospetto di quello juventino.<br />

Cavani lotta e scalcia in avanti, ma non<br />

è accompagnato a dovere, mentre Pandev<br />

e Maggio sembrano due pesci fuor<br />

d’acqua. Solo la giocata di un singolo può<br />

sbloccare la situazione, ed arriva puntuale<br />

a fine primo tempo con la solita prodezza<br />

di Inler da fuori area. Il boato del<br />

San Paolo (gremito fino all’inverosim<strong>il</strong>e<br />

per l’occasione, con la curva di una coreografia<br />

da spezzare <strong>il</strong> fiato all’ingresso delle<br />

squadre) scalda i cuori azzurri in vista di<br />

una ripresa d’assalto. Gli animi si surriscaldano:<br />

Cavani e Chiellini se le danno<br />

di santa ragione, con l’uruguayano che<br />

rif<strong>il</strong>ando all’avversario una gomitata in<br />

pieno volto, rischia <strong>il</strong> rosso diretto. Al ritorno<br />

in campo Mazzarri inserisce Dzema<strong>il</strong>i<br />

al posto di Britos, cercando di colmare<br />

l’handicap a centrocampo almeno dal<br />

punto di vista numerico, e mette Hamsik<br />

a presidiare Pirlo cercando di contrastare<br />

la manovra degli avversari. E’ certamente<br />

un altro Napoli, è certamente un’altra partita.<br />

Hamsik due volte, Inler e Dzema<strong>il</strong>i: le<br />

occasioni arrivano (quella capitata sul<br />

piede dello svizzero è addirittura clamorosa),<br />

ma <strong>il</strong> vantaggio no. Conte fa qualche<br />

passo indietro, rafforzando ancora di più<br />

<strong>il</strong> centrocampo con l’ingresso in campo<br />

di Pogba e tenendo come unico riferimento<br />

in avanti Matri, in campo al posto<br />

di Giovinco. L’offensiva finale azzurra<br />

non porta i risultati sperati, e la Juventus<br />

porta a casa <strong>il</strong> punto che desiderava per<br />

mantenere intatto <strong>il</strong> vantaggio in classifica.<br />

Tra le f<strong>il</strong>a azzurre, nonostante i primi<br />

quarantacinque minuti quasi regalati agli<br />

avversari, non mancano i rimpianti per<br />

l’ennesima occasione gettata al vento<br />

per riaprire <strong>il</strong> campionato. L’impressione<br />

è che le sostituzioni di Maggio e Pandev<br />

potevano avvenire un po’ prima, fosse<br />

solo per dare più freschezza alla squadra.<br />

Non mancano, e non poteva essere altrimenti,<br />

le polemiche arbitrali: manca un<br />

rosso a Cavani (e quanto meno un giallo<br />

a Chiellini), e probab<strong>il</strong>mente anche un<br />

rigore al Napoli nel secondo tempo per<br />

la trattenuta in aria di rigore su Pandev.


Ai fin dei conti, però, nessun episodio<br />

eclatante. Vince di sicuro <strong>il</strong> tifo azzurro,<br />

quello pulito ed onesto. Quello capace<br />

di mettere in piedi una suggestiva<br />

raffigurazione del Vesuvio, in una coreografia<br />

che ha riportato alla mente<br />

quel meraviglioso TI AMO che fu realizzato<br />

nell’ultima partita casalinga giocata<br />

in serie B, contro <strong>il</strong> Lecce. Perde, però,<br />

chi si fa riconoscere per alcune pietre<br />

gettate verso <strong>il</strong> pullman bianconero<br />

all’ingresso dello stadio e quei tifosi ospiti<br />

che creano disordini con la polizia e<br />

sfasciano macchine prima di salire sugli<br />

spalti. I soliti idioti che non mancano<br />

mai e che fanno male al calcio, insomma.<br />

Napoli-Juventus: la sfida continua.<br />

Mancano undici partite al termine del<br />

campionato ed è doveroso provarci ancora.<br />

Nonostante bisogni guardarsi alle<br />

spalle dalla grande rimonta del M<strong>il</strong>an,<br />

per difendere un secondo posto che<br />

sarebbe prezioso anche in ottica preparazione<br />

per <strong>il</strong> prossimo anno.<br />

De Sanctis: 6 Il pirata si dimostra<br />

sempre attento e preciso.<br />

Britos: 3.5 Largamente insufficiente.<br />

La prestazione dell’uruguaiano, lascia<br />

solo Chiellini sull’1-0 bianconero.<br />

Cannavaro: 6 Bene <strong>il</strong> capitano, soprattutto<br />

nella ripresa.<br />

Campagnaro: 6.5 Grintoso come<br />

sempre e pieno di iniziativa.<br />

Maggio:5.5 Meno br<strong>il</strong>lante del solito<br />

messo in difficoltà da Peluso più volte.<br />

Behrami: 7.5 Il migliore in campo. Una<br />

sola parola: eccezionale.<br />

Inler: 6 Meritata sufficienza per aver<br />

portato la squadra sull’1-1.<br />

Zuniga: 5.5 Duello a viso aperto con<br />

Lichtsteiner per <strong>il</strong> colombiano,ma lo<br />

svizzero non lo molla mai.<br />

Hamsik:6.5 L’unico entrato in partita<br />

dal 1’. Hamsik c’è.<br />

Pandev:5 Parte in quarta dopo un<br />

minuto,ma la sua partita termina lì.<br />

Cavani:4 Completamente assente <strong>il</strong><br />

Matador. La gomitata a Chiellini non<br />

era proprio necessaria.<br />

Dzema<strong>il</strong>i: 4.5 Grande amarezza per <strong>il</strong><br />

goal del vantaggio clamorosamente<br />

sbagliato a porta spalancata.<br />

Insigne:5.5 Purtroppo non riesce a<br />

dare la svolta decisiva.<br />

Le Pagelle<br />

di Claudia Marino<br />

Napoli Juventus<br />

Buffon: 6,5 Abbastanza bene,un po’<br />

meno bene la respinta sul tiro di<br />

Hamsik che procura la chiara occasione<br />

da goal di Dzema<strong>il</strong>i.<br />

Barzagli: 6,5 In piena forma <strong>il</strong> difensore<br />

della nazionale che non sbaglia<br />

un intervento.<br />

Bonucci: 5.5 Mezzo punto in meno<br />

alla sufficienza per la capocciata/assist<br />

sul tiro di Inler.<br />

Chiellini: 7 La roccaforte della<br />

Juve,trova <strong>il</strong> goal di testa al 9’.<br />

Lichtsteiner: 6,5 Una macchina da<br />

guerra svizzera sulla fascia destra.<br />

Vidal: 6 Molto bene nei primi 45’ ma<br />

poi sparisce nel secondo tempo.<br />

Pirlo: 6 Un po’ sottotono ma è lui che<br />

crea l’assist per <strong>il</strong> goal di Chiellini.<br />

Marchisio: 5 Non proprio in forma <strong>il</strong><br />

centrocampista juventino,zero<br />

ispirazione.<br />

Peluso: 6,5 Molto bene nella copertura<br />

su Maggio.<br />

Vucinic: 4,5. Invisib<strong>il</strong>e. Sbaglia goal e<br />

passaggi.<br />

Giovinco: 5 Dinamico e attivo,ma non<br />

riesce a concretizzare.<br />

<strong>Impatto</strong>»Sport» pag. 45<br />

NAPOLI - JUVE 1-1<br />

Formazione Napoli: De<br />

Sanctis, Campagnaro,<br />

Cannavaro, Britos (1st.<br />

Dzema<strong>il</strong>i) Maggio, Inler<br />

(39 st. Armero) Behrami,<br />

Zuniga, Hamsik, Pandev<br />

(22 st. Insigne), Cavani<br />

Panchina: Rosati, Rolando,<br />

Gamberini, Mesto,<br />

Donadel, El Kaddouri,<br />

Calaiò<br />

Allenatore: Mazzarri<br />

Formazione Juventus:<br />

Buffon, Barzagli, Bonucci,<br />

Chiellini, Lichsteiner, Vidal,<br />

Pirlo, Marchisi (45 st.<br />

Padoin), Peluso, Vucinic<br />

(41 st Pogba), Giovinco (29<br />

st. Matri)<br />

Panchina: Rubinho,<br />

Storari, Asamoah,<br />

Marrone, Giaccherini, Isla,<br />

Quagliarella<br />

Allenatore: Conte<br />

Arbrito: Orsato (Schio)<br />

Assistenti: Tonolino,<br />

Cariolato, De Marco, Celi,<br />

Niccolai.<br />

Ammoniti: Vidal, Cavani,<br />

Behrami, Zuniga, Peluso,<br />

Cannavaro<br />

Reti: 10 pt Chiellini, 43<br />

pt Inler<br />

Spettatori: 58.143<br />

Incasso: 2.815.220.06 €


<strong>Impatto</strong>» Sport » pag. 46<br />

Finisce la 27<br />

giornata della Serie<br />

A Tim protagonista<br />

assoluto: M<strong>il</strong>an!<br />

Juventus e Napoli bloccate dal pari del San<br />

Paolo. I rossoneri travolgono i laziali. Inter<br />

all’ultimo fiato. Fiorentina <strong>il</strong> sogno Europa<br />

sempre più vicino.<br />

di Aldo Santullo<br />

responsab<strong>il</strong>e sport<br />

Siamo alla 27.ma giornata del campionato<br />

di Serie A, più precisamente alla 9.na<br />

giornata di ritorno. L’indussa partita di cartello:<br />

<strong>il</strong> “Friday Night Big Match” tra Napoli<br />

e Juventus, definita la “partita scudetto”, e<br />

che quindi avrebbe dovuto garantire spettacolo<br />

e divertimento. In parte è stato, ma<br />

purtroppo ci sono anche stati episodi poco<br />

gradevoli e non consoni al bel gioco del<br />

calcio. Partita terminata 1-1, con le squadre<br />

che si dividono <strong>il</strong> bottino e con la Juventus<br />

si avvicina sempre più al suo obiettivo scudetto.<br />

Altro match importante del palinsesto<br />

M<strong>il</strong>an-Lazio, partita valevole per <strong>il</strong> terzo<br />

posto, Rossoneri che vengono da un buon<br />

momento, mentre i biancocelesti vengono<br />

da un periodo altalenante, Partita bella ,<br />

divertente che si mette subito bene per i<br />

rossoneri a causa della rapida espulsione<br />

di un giocatore avversario (Candreva) che<br />

ha garantito al M<strong>il</strong>an superiorità numerica<br />

e quindi ha spianato la strada verso la vittoria.<br />

Passiamo ora al match dell’ora di pranzo<br />

della domenica, tra Torino e Palermo, sulle<br />

carta due buone squadre, ma con due situazioni<br />

opposte. Se da un lato i “Granata”<br />

godono di una situazione di classifica soddisfacente,<br />

i “Rosanero”, dall’altro, stanno<br />

vivendo la stagione più diffic<strong>il</strong>e degli ultimi<br />

dieci anni. Il match non regala nulla, nessuna<br />

emozione se non qualche scaramuccia<br />

di gioco, ma <strong>il</strong> risultato è un brutto pareggio.<br />

Nel pomeriggio si sono disputati Bologna<br />

Cagliari: partita vivace da parte di<br />

entrambe le squadre,ma i padroni di casa<br />

hanno avuto la marcia in più ed hanno blindato<br />

<strong>il</strong> risultato dopo 20’ del primo tempo,<br />

portando a casa tre punti fondamentali,<br />

Fiorentina Chievo, partita che sulla carta<br />

sembra scontata - i viola molto più forti affrontano<br />

<strong>il</strong> “Piccolo Chievo” - e invece fino<br />

al 78’ di gioco <strong>il</strong> risultato è stato in b<strong>il</strong>ico, ma<br />

M<strong>il</strong>an 3-0 Lazio<br />

M<strong>il</strong>an: Abbiati, Abate, Zapata<br />

(Zaccardo 46’) Yepes, De Sciglio,<br />

Flamini, Ambrosini, Montolivo, K.P.<br />

Boateng (Robino 78) El Shaarawy,<br />

Pazzini (Niang 68’).<br />

Lazio: Marchetti, Pereirinha. (Cana<br />

46’ ), Biava, Dias, Radu, Gonzales,<br />

Hernanes (Ederson 70’), Candreva<br />

, C.Ledesma, Lulic, Floccari (Saha<br />

78’ )<br />

Marcatori : Pazzini 40’(M),<br />

K.P.Boateng 44’ (M)’ , Pazzini 60’ (M)<br />

poi con un pizzico di fortuna la Fiorentina<br />

ha la meglio e con i tre punti può ancora<br />

sognare l’Europa.<br />

Pescara e Udinese: i friulani portano<br />

a casa tre punti fac<strong>il</strong>i contro <strong>il</strong> fanalino di<br />

coda, che purtroppo ha <strong>il</strong> demerito di svegliarsi<br />

sempre dopo e di non disporre di un<br />

bagaglio tecnico sufficiente per contrastare<br />

la maggior parte delle squadre avversarie.<br />

Partita dove c’è poco da dire, se non per<br />

rimproverare l’Udinese colpevole di non essere<br />

riuscita a chiudere <strong>il</strong> match nonostante<br />

le molteplici occasioni avute.<br />

Sampdoria e Parma si affrontano nel<br />

classico match tra squadre ben messe in<br />

classifica che godono una “salvezza tranqu<strong>il</strong>la”<br />

senza ambire a chissà quali traguardi.<br />

Match infatti poco arrembante, e privo<br />

di emozioni. Basti pensare che <strong>il</strong> primo<br />

tiro in porta arriva al 43’ del primo tempo.<br />

Blucerchiati che trovano <strong>il</strong> gol del vantaggio<br />

solo grazie al portiere avversario che<br />

sbaglia <strong>il</strong> tempo dell’uscita e si fa anticipare<br />

dall’attaccante doriano che di testa appoggia<br />

in rete.<br />

Arriviamo poi allo scontro salvezza tra<br />

Siena e Atalanta, molti bookmakers davano<br />

quasi per scontata la vittoria del Siena,<br />

poiché la sua diretta avversaria ha sempre<br />

faticato a fare risultato fuori casa. Ed invece<br />

in questo caso i bergamaschi sono stati più<br />

“affamati” e grazie ad uno strepitoso Jack<br />

Bonaventura (che sigla una doppietta) portano<br />

a casa tre punti fondamentali. I quali<br />

sicuramente danno ulteriori stimoli per<br />

concludere al meglio <strong>il</strong> campionato.<br />

Eccoci poi arrivati al Big match domenicale<br />

delle ore 15, Catania-Inter, partita dai<br />

due volti, un primo tempo spettacolare<br />

da parte dei sic<strong>il</strong>iani che chiudono in vantaggio<br />

per 2-0. Ma come <strong>il</strong> calcio spesso<br />

insegna: se non chiudi la partita poi vieni<br />

punito. Ed infatti l’Inter nel secondo tempo<br />

è un’altra squadra, trascinata da “El Trenza<br />

Palacio” riesce a recuperare e poi ribaltare <strong>il</strong><br />

doppio svantaggio, chiudendo <strong>il</strong> match sul<br />

2-3 per i nerazzurri. Grande merito dell’Inter<br />

che ha avuto la forza di reagire, ma ancor<br />

Ammonizioni : Yepes (M),<br />

K.P.Boateng (M), Pazzini (M), Biava<br />

(L), Radu (L)<br />

Espulsioni : Candreva (L)<br />

Roma 3 - 1 Genoa<br />

Roma : Stekelenburg; Piris, Burdisso,<br />

Romagnoli; Torosidis, De Rossi,<br />

Pjanic (Bradley 39’ ), Balzaretti<br />

(Marquinho 56’ ), Lamela, Totti;<br />

Osvaldo (Perrotta 81’ )<br />

Genoa : Frey; Bovo, Portanova,<br />

Moretti, Pisano (M.Rigoni 72’ ),<br />

Fonte Ufficiale<br />

Serie A Tim<br />

Kucka, Tozser (Immob<strong>il</strong>e 62’ ), Vargas,<br />

Antonelli; Bertolacci (Jorquera 62’)<br />

Borriello.<br />

Marcatori : Totti rig 16’ (R), Borriello<br />

rig 42’ (G) , Romagnoli 56’ (R) ,<br />

Perrotta 86’ (R)<br />

Ammonizioni :!Burdisso (R), Lamela<br />

(R), Totti (R) , Bradley (R), J.M Vargas<br />

(G) Pisano (G)<br />

Espulsioni : Kucka (G)<br />

Catania 2 - 3 Inter<br />

Francesco Totti scrive la storia<br />

arrivando, con la 225 rete, al<br />

secondo posto nella classifica<br />

marcatori della Serie A<br />

Risultati 27.ma giornata<br />

Bologna 3-0 Cagliari<br />

Catania 2-3 Inter<br />

Fiorentina 2-1 Chievo<br />

Napoli 1-1 Juventus<br />

M<strong>il</strong>an 3-0 Lazio<br />

Pescara 0-1 Udinese<br />

Roma 3-1 Genoa<br />

Sampdoria 1-0 Parma<br />

Siena 0-2 Atalanta<br />

Torino 0-0 Palermo<br />

Catania: Andujar, Alvarez, Rolin,<br />

più grande deve essere <strong>il</strong> rimprovero<br />

per <strong>il</strong> Catania che non ha saputo chiudere<br />

e controllare <strong>il</strong> match.<br />

Chiudiamo la nostra analisi con<br />

<strong>il</strong> match delle 20.45, quello disputatosi<br />

all’Olimpico di Roma, tra Roma<br />

e Genoa. Un bel match vivace, entrambe<br />

le squadre hanno dato <strong>il</strong><br />

massimo, ed alla fine i padroni di<br />

casa hanno portato a casa i tre punti,<br />

allungando così la loro striscia positiva.<br />

Per <strong>il</strong> Genoa nulla da rimproverare<br />

perché ha disputato una discreta<br />

gara mettendo a anche più volte in<br />

difficoltà la retroguardia giallorossa!<br />

Appuntamento alla settimana prossima<br />

con la 10 giornata di ritorno :<br />

Venerdi 8 Marzo 20,45.<br />

Genoa - M<strong>il</strong>an<br />

Sabato 9 Marzo 20,45.<br />

Udinese -Roma<br />

Domenica 10 Marzo<br />

12.30. Atalanta -Pescara<br />

15.00. Cagliari - Sampdoria<br />

Chievo - Napoli<br />

Juventus - Catania<br />

Palermo - Siena<br />

Parma - Torino<br />

20.45. Inter - Bologna<br />

Lazio - Fiorentina<br />

Spolli, Marchese, Biagianti (Almiron<br />

77’), Lodi, Izco, Gomez, Castro,<br />

Bergessio (Cani 85’ )<br />

Inter: Handanovic, Zanetti, Chivu,<br />

Juan Jesus, Pereira, Kuzmanovic<br />

(Stankovic 47’ ) Gargano, Guarin<br />

(Cambiasso 77’) Schelotto, Rocchi<br />

(Palacio 47’ ) Alvarez.<br />

Marcatori : Bergessio 7’ (C),<br />

Marchese 19’ (C), Alcarez 52’ (I),<br />

Palacio 70’ (I), Palacio 92’ (I)<br />

Ammonizioni : P.Avarez, Rolin,<br />

Bergessio, Cani (C) S.Handanovic e<br />

Schelotto (I)


Ippica<br />

Ancora diffic<strong>il</strong>e la situazione<br />

dell’ippodromo d’Agnano<br />

LA CLASSIFICA<br />

Juventus 58<br />

Napoli 53<br />

M<strong>il</strong>an 48<br />

Inter 47<br />

Lazio 47<br />

Fiorentina 45<br />

Roma 43<br />

Catania 42<br />

Udinese 40<br />

Sampdoria 35<br />

Bologna 32<br />

Torino 32<br />

Parma 32<br />

Cagliari 31<br />

Atalanta 30<br />

Chievo 29<br />

Genoa 26<br />

Siena 21<br />

Palermo 21<br />

Pescara 21<br />

NAPOLI - Le difficoltà dell’ippodromo di Agnano, sono divenute ormai una<br />

interminab<strong>il</strong>e storia circolare, una di quelle storie in cui quando stai per arrivare<br />

ad una fine, interviene un qualche evento a creare un nuovo inizio.Nelle ultime<br />

settimane attorno alla storica struttura dell’ippica partenopea si erano inseguite<br />

voci prima di fallimento, poi di r<strong>il</strong>ancio ed ancora dopo di fallimento, che<br />

avevano continuato a rendere l’ambiente sempre più turbolento. Lo scorso<br />

giovedì un numeroso manipoli di adetti al settore - spazienti ancor di più dai<br />

tardivi rimborsi dell’ASSI che saranno d<strong>il</strong>azioni in tre anni - si è recato dal<br />

sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, per chiedere la definitiva rottura con<br />

Gaetano Papalia e l’immediato r<strong>il</strong>ancio della struttura. Sul piatto della b<strong>il</strong>ancia<br />

non c’è solo <strong>il</strong> destino dell’impianto ma vi è anche la Lotteria di maggio -<br />

premio che ha fatto la storia di Agnano - e che rischia di essere trasferito in<br />

altra sede quest’anno. Intanto nell’ambiente sono iniziati a circolare anche<br />

i nomi dei papab<strong>il</strong>i nuovi proprietari dell’ippodromo: Pierluigi, Luca e Mario<br />

d’Angelo proprietari dell’Ippodromo di Cosma e Damiano e dell’Allevamento<br />

Garigliano, Aldo Migliaccio, campione del mondo di vela. Due proprietarii<br />

napoletani Antonio Somma, scuderia Bivans, Massimo Torchia, scuderia di<br />

galoppo (Chimax) concessionario di auto e imbarcazioni di lusso e Michele<br />

Gugliano proprietario del ristorante “Mimì alla Ferrovia” e di Libeccio Grif<br />

che vinse <strong>il</strong> Lotteria 2011. Enzo Giordano, ben noto proprietario di Varenne,<br />

probab<strong>il</strong>mente farà parte del consiglio Amministrativo. Intanto per scongiurare<br />

la totale immob<strong>il</strong>izzazione delle scuderie, i cavalli napoletani nel frattempo<br />

stanno continuando a correre sia a Foggia che ad Aversa, una soluzione che se<br />

da un lato impone delle spese aggiuntive ai proprietari, dall’altro riesce a non<br />

congelare del tutto <strong>il</strong> panorama delle corse ippiche nella regione Campania.<br />

gug.pul.<br />

Torino (4-2-4): G<strong>il</strong>let; Darmian (d’Ambrosio 80’)<br />

Glik, Rodriguez, Masiello; Vives (Santana 56’ )<br />

Gazzi; Cerci, Bianchi, Barreto (Meggiorini 71’ ),<br />

Brighi .<br />

Palermo (3-4-1-2): Sorrentino; Munoz, Von<br />

Bergen, Garcia; Morganella (Dybala 84’ ), Rios,<br />

Kurtic, Dossena; Ilicic; Boselli (Miccoli 48’ )<br />

Fabbrini (Fòrmica 69’ )<br />

Ammonizioni : Cerci Vives (T), Von bergen e<br />

Kurtic (P)<br />

Bologna (4-2-3-1): Curci; Garics Sorensen,<br />

Cherubin, Morleo; Perez, Taider; Kone<br />

(Christodoulopoulos 56’ ) Diamanti (Moscardelli<br />

75’ ) Gabbiadini (Pasquato 86’ )G<strong>il</strong>ardino<br />

Cagliari (4-3-1-2): Agazzi; Pisano, Rossettini,<br />

Astori, Ariaudo; Dessena, Conti, Nainggolan;<br />

Ekdal ( Cossu 58’ ); Sau (Nenè 74’ ), Ibarbo<br />

(Pin<strong>il</strong>la 56’)<br />

Marcatori : Taider 5’ (B), Diamanti 15 (B) ,<br />

Pasquato 90’ (B)<br />

Ammonizioni : Diamanti, Kone (B),<br />

Dessena,Conti,Nainggolan,Sau e Pin<strong>il</strong>la (C)<br />

Espulsioni : F.Pisano (C)<br />

Pescara (5-3-2): Pelizzoli, Balzano, Cosic,<br />

Bocchetti, Capuano, Zauri; Blasi (Quintero 68’<br />

), Cascione, Bjarnason; Caprari (Weiss 47’ )<br />

Abbruscato ( Sculli 55’ )<br />

Eventualità di<br />

fine anno,<br />

ecco <strong>il</strong> valzer<br />

delle panchine<br />

Arrivati a oltre metà stagione<br />

come la tradizione impone non<br />

si può non fare una proiezione<br />

sull’eventuale valzer di panchine a<br />

cui si assisterà a fine stagione.<br />

Tutto dovrebbe partire dall’addio<br />

di Stramaccioni all’Inter. “Strama<br />

bene bene” nonostante la vittoria<br />

di ieri, sembra destinato a salutare<br />

l’ambiente nero azzuro, ed al suo<br />

posto potrebbe arrivare Walter<br />

Mazzarri. L’attuale allenatore<br />

del Napoli che non ha ancora<br />

rinnovato con la squadra azzurra.<br />

Il patron De Laurentiis lo vorrebbe<br />

a vita, ma lui al contrario si<br />

dichiara stanco della vita da<br />

allenatore. L’Inter rimane quindi<br />

alla finestra. Eventuali alternative<br />

rimarrebbero quelle del Cholo<br />

Simeone (gradito anche dal<br />

Napoli), Walter Zenga (in cerca di<br />

una avventura europea per <strong>il</strong> dopo<br />

emirati) ed <strong>il</strong> sogno Marcelo Bielsa<br />

quasi sicuramente irraggiungib<strong>il</strong>e.<br />

Sull’altra sponda di M<strong>il</strong>ano,<br />

Allegri che era dato in b<strong>il</strong>ico già<br />

da inizio stagione, sembra invece<br />

convincere ogni giorno di più<br />

l’attuale dirigenza rossonera.<br />

Anche se non è detta l’ultima su<br />

una sua possib<strong>il</strong>e permanenza.<br />

L’allenatore potrebbe essere<br />

tentato dall’avventura Napoli (di<br />

cui è stato già giocatore). Al suo<br />

posto potrebbe sedere Tassotti<br />

(soluzione interna), Montella,<br />

Spalletti (qualora rompesse<br />

<strong>il</strong> rapporto con lo Zenith) o<br />

Ancellotti, ormai dato partente dal<br />

un PSG follemente innamorato di<br />

Mourinho.<br />

Altro nome caldo per la serie<br />

A è quello di Maran, l’attuale<br />

tecnico del Catania sta facendo<br />

benissimo, ed è corteggiatissimo<br />

dalle Big della Serie A. Napoli<br />

in testa (che pensa anche alla<br />

soluzione interna Frustalupi),<br />

più dietro Fiorentina (in caso di<br />

partenza di Montella) e Roma.<br />

La città capitolina, guidata<br />

dal traghettatore Andreazzoli<br />

(che potrebbe anche essere<br />

riconfermato a fine stagione)<br />

sta pensando per la prossima<br />

panchina proprio a Stramaccioni<br />

(che già conosce bene l’ambiente)<br />

ed a Montella (idolo della tifoseria<br />

rossogialla). Qualora <strong>il</strong> Catania<br />

si ritrovasse senza Maran si<br />

fionderebbe su Sannino, a spasso<br />

dopo l’avventura con <strong>il</strong> Palermo.<br />

Anche se <strong>il</strong> presidente Pulvirenti,<br />

ha già iniziato a corteggiare<br />

Cambiasso per una futura carriera<br />

da allenatore. Capitolo diffic<strong>il</strong>e<br />

anche quello di Antonio Conte,<br />

l’attuale allenatore della Juve<br />

scudettata, è l’indiscusso idolo<br />

della tifoseria, ma a fine anno le<br />

Big europee (Chelsea, Manchester<br />

United e City o Real Madrid)<br />

potrebbero essere interessate<br />

al gritoso allenatore di Lecce.<br />

La Juve in quel caso potrebbe<br />

affidarsi a Carlo Ancellotti o a<br />

Roberto Mancini, quest’ultimo<br />

molto apprezzato anche dalla<br />

dirigenza dei galacticos.<br />

Ennio Gr<strong>il</strong>letto<br />

Udinese (3-5-1-1): Brkic; Heurtaux, Dan<strong>il</strong>o,<br />

Domizzi; G.S<strong>il</strong>va, Pereyra, Allan, Badu,<br />

Maicosuel, Muriel (C.Toro 69’ ), Di Natale (Merkel<br />

85’ )<br />

Ammonizioni : Bjarnason (P) , Muriel (U)<br />

Fiorentina: Viviano, Tomovic, Gonzalo Rodriguez,<br />

Compper, Pasqual; Aqu<strong>il</strong>ani, Pizarro, Borja<br />

Valero, Ljajic (Romulo 46’ ), Jovetic (Larrondo 63’<br />

), Toni (Miglliaccio 85’ )<br />

Chievo: Puggioni, Dainelli, Andreolli, Guana<br />

(Luciano 67’), Seymour, Jokic (Dramè 70’),<br />

Rigoni, Frey, Paloschi, Acerbi( Kofie 30’), Thereau<br />

Marcatori : Pasqual 4’ (F). Kofiè 37’ (C) ,<br />

<strong>Impatto</strong>» Sport » pag. 47<br />

Le prime tre di<br />

Serie A Le<br />

posizioni sul<br />

mercato<br />

Napoli<br />

Mazzarri sembra voler rinnovare<br />

<strong>il</strong> contratto, ma alle sue pretese:<br />

3.5 mln a stagione, con la garanzia<br />

di un peso maggiore nelle<br />

decisioni di mercato, <strong>il</strong> Napoli<br />

non sembra starci. Capitolo<br />

portiere: i nomi caldi sono Perin,<br />

Consigli e Marchetti, ma Lotito si<br />

sa, è sempre cliente rognoso, e<br />

con <strong>il</strong> futuro di De Sanctis tutto<br />

da stab<strong>il</strong>ire, nulla è ancora ben<br />

chiaro. Le ipotesi comunque sono<br />

due o prendere Perin ,nonostante<br />

la richiesta del Genoa si piuttosto<br />

alta (8 mln per la comproprietà),<br />

con De Sanctis a fare da chioccia<br />

o prendere Marchetti e Consigli<br />

per sostituire definitivamente un<br />

De Sanctis che a fine stagione si<br />

vedrebbe scavalcato pienamente<br />

nella gerarchia.<br />

M<strong>il</strong>an<br />

Dopo la dipartita dei senatori,<br />

El Shaarawy, classe 92 si carica <strong>il</strong><br />

diavolo sulle spalle con i suoi 16<br />

gol. Con l’arrivo di altri giovani<br />

come Niang, Galliani ha inaugurato<br />

una nuova linea verde. Dopo<br />

aver chiuso Saponara (dall’Empoli<br />

per 4mln), <strong>il</strong> M<strong>il</strong>an a giugno si<br />

fionderà su Perin e Kucka, operazioni<br />

figlie dell’ottimo rapporto<br />

col presidente rossoblu Preziosi;<br />

occhio però anche a Quintero e<br />

Weiss del Pescara. Per la difesa<br />

pista concreta è Ogbonna, da<br />

molti ritenuto <strong>il</strong> vero erede<br />

di Nesta. Da non dimenticare<br />

l’affare Mastour fenomeno classe<br />

98’(chiedere ad El Shaarawy)<br />

acquistato dalla Reggiana ad<br />

agosto, ed ora sotto le direttive di<br />

mister Inzaghi. Insomma un diavolo<br />

cosi verde non lo vedevamo<br />

da tempo.<br />

Juventus<br />

Centrato <strong>il</strong> colpo Llorente, la Juve<br />

si guarda intorno e continua a<br />

sondare <strong>il</strong> mercato in cerca del<br />

tanto chiacchierato top player.<br />

Nelle ultime ore è tornato prepotentemente<br />

di moda (ma lo<br />

è sempre stato) <strong>il</strong> nome di Luis<br />

Suarez, attaccante uruguaiano in<br />

forza al Liverpool. Ma la concorrenza<br />

è forte: Real Madrid e Bayern<br />

(in particolare) sono le rivali<br />

più temib<strong>il</strong>i. Fatto sta che i Reds<br />

non lo cedono per meno di 25<br />

m<strong>il</strong>ioni. Sfuma (apparentemente)<br />

la pista Verratti; stando alle parole<br />

del procuratore Donato Di Campli<br />

“Né M<strong>il</strong>an e Juve compreranno<br />

Verratti. Marco resta a Parigi.”<br />

Sul fronte cessioni pare che <strong>il</strong><br />

Manchester City sia sulle tracce di<br />

Pogba. Secondo <strong>il</strong> “Sunday People”<br />

<strong>il</strong> club inglese starebbe pensando<br />

ad un’offerta per riportare<br />

in Premier <strong>il</strong> talento francese, con<br />

Raiola sempre pronto a fiutare <strong>il</strong><br />

gran colpo.<br />

Aniello Sangermano<br />

Larrondo 78’ (F)<br />

Ammonizioni : Aqu<strong>il</strong>ani , Piazarro (F) , L.Rigoni<br />

(C)<br />

Siena: Pegolo; Texeira, Terlizzi, Felipe; Belmonte<br />

(Bogdani 47’ ), Bolzoni, Della Rocca, Rubin;<br />

Rosina, Sestu (Agra 67’ ); Emeghara ( Paolucci<br />

74’ )<br />

Atalanta: Consigli; Raimondi, Stendardo,<br />

Lucchini, Del Grosso; Giorgi (Canini 57’)<br />

Carmona (Radovanovic 79’ ) Biondini,<br />

Bonaventura; Livaja (Brienza 71’ ) Denis<br />

Marcatori : Bonaventura 3’ e 69’ (A)<br />

Ammonizioni : Raimondi,Carmona e Canini (A)


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<strong>Impatto</strong>» Feu<strong>il</strong>leton » pag. 50<br />

The only reason for<br />

the existence of a<br />

novel is that it does<br />

attempt to represent life<br />

(Henry James - 1884)<br />

LA LIBERTA’<br />

(citazione della settimana)<br />

Andai nei boschi perché volevo<br />

vivere con saggezza e in profondità<br />

e succhiare tutto <strong>il</strong> midollo della vita,<br />

sbaragliare tutto ciò che non era vita<br />

e non scoprire in punto di morte che<br />

non ero vissuto.<br />

Henry David Thoreau<br />

di Guglielmo Pulcini<br />

PARTE I<br />

Londra - Whitechapel, Venerdi’ 2 Novembre 1888.<br />

O h<br />

mio Dio! ... iniziò a gridare Kimberly a più non<br />

posso!<br />

“Cosa accade dolcezza?” replicò del tutto<br />

disinteressatamente Victoria, che oramai forte della<br />

sua ultraventennale carriera da marciapiede, era<br />

solita rimanere del tutto impassib<strong>il</strong>e dinnanzi alle farlocche<br />

esclamazioni di quelle che lei stessa definiva:<br />

“giovani sgallettate d<strong>il</strong>ettanti!”.<br />

D’altro canto se per molte <strong>il</strong> mestiere della meretrice<br />

non era nient’altro che un modo per vivere, o quantomeno<br />

per sopravvivere, per Victoria no! Fare la<br />

prostituta per lei era una vocazione!<br />

Victoria non vendeva solo <strong>il</strong> suo corpo al migliore<br />

offerente delle gelide strade londinesi; insieme a<br />

questo lei vendeva integralmente anche la sua passionalità.<br />

Anzi era forse proprio questo eccesso di<br />

trasporto a renderla capace di offrire a tutti i suoi<br />

clienti emozioni incredib<strong>il</strong>i! Emozioni inequiparab<strong>il</strong>i!<br />

Emozioni mistiche!<br />

“Victoria non ci potrai credere! Questa notte ne ha<br />

uccisa un’altra! È sconvolgente! È scritto sul giornale!”<br />

incalzò Kimberly con voce sempre più inquieta.<br />

Kimberly era la più giovane del gruppo, ma di certo<br />

non la più sprovveduta. La bella diciottenne, bionda<br />

con gli occhi azzurri, aveva frequentato le scuole primarie<br />

in giovane età, e sapeva benissimo leggere,<br />

scrivere e contare. Tanto che era lei stessa a tenere<br />

la cassa del piccolo bordello che su intuizione di<br />

Victoria era nato da pochi anni in uno dei peggiori<br />

sobborghi di Londra. La giovane Kim, come la chiamavano<br />

i suoi clienti più affezionati, aveva sempre<br />

sognato per lei una carriera da attrice di teatro, ma<br />

trovatasi orfana a soli dieci anni, sotto l’ala protettiva<br />

della “saggia” Victoria si era data al mestiere più<br />

antico del mondo. Anche lei, dunque, mercificava le<br />

sue grazie, ma al contrario delle altre lo faceva con<br />

grande st<strong>il</strong>e ed eleganza. I suoi bustini e i suoi corpetti<br />

erano di importazione francese, le sue vestaglie<br />

di pura seta portavano con loro <strong>il</strong> nome della grande<br />

Venezia, i suoi deliziosi profumi erano fiorentini,<br />

mentre le sue bevande invece erano esclusivamente<br />

indiane. Insieme alle sue capacità intellettive e alla<br />

sua spiccata tendenza ad una esasperata raffinatez-<br />

Feu<strong>il</strong>leton!<br />

Inserto letterario<br />

del settimanale<br />

<strong>Impatto</strong><br />

Ogni sette giorni, Feu<strong>il</strong>leton!<br />

omaggerà i nostri lettori di storie e<br />

narrazioni sempre ricche e creative<br />

Tre prostitute in cerca di gestore<br />

ovvero la strana e misteriosa storia di<br />

Victoria, Kimberly e Claudie<br />

za, però Kim aveva da sempre portato con se anche<br />

quello che per Victoria era <strong>il</strong> brutto vizio di leggere <strong>il</strong><br />

giornale ogni mattina. La maitresse infatti le rimproverava<br />

sempre: “Meno sappiamo e meglio stiamo!”,<br />

ma Kimberly alla cronaca mondana londinese non<br />

poteva proprio rinunciare; anche se in effetti, oggi<br />

non l’aveva fatta sobbalzare <strong>il</strong> nuovo fidanzato<br />

della duchessa di Canterbury - che tra l’altro, per<br />

dovere di cronaca, era ed è un assiduo frequentatore<br />

del bordello - ma <strong>il</strong> suo timore era stato frutto<br />

dell’eloquente e lugubre titolo in prima pagina.<br />

“LO SQUARTATORE COLPISCE ANCORA!”<br />

“Ne ha squartata un’altra?” domandò Claudie, accennando<br />

un sorriso sarcastico.<br />

“Si! Ne è morta un’altra delle nostre! E cosa hai tanto<br />

da ridere? <strong>il</strong> fatto qui è diventato serio!” sottolineò<br />

prontamente Kimberly, alquanto infastidita.<br />

“Sorrido, perché l’importante è che non abbia squartato<br />

me!” rintuzzò freddamente Claudie, lasciando<br />

sgomente e basite la piccola Kim e la maitresse<br />

Victoria.<br />

“Ragazze qui c’è veramente poco da ridere!” disse<br />

Victoria con <strong>il</strong> tipico tono da leader che da sempre<br />

l’aveva caratterizzata.<br />

“Io rido quanto mi pare e piace, oca!” esclamò<br />

fragorosamente l’acida entraineuse, punzecchiando<br />

la proprietaria della casa di tolleranza.<br />

Il sarcasmo di Claudie, era difatti tra i più spudorati<br />

e pungenti fra tutti quelli in circolazione. La prostituta<br />

originaria del sobborgo di Jacob’s Island, era un<br />

personaggio smisuratamente enigmatico. Da sempre<br />

mal vista sia da Kim che da Victoria, era divenuta<br />

però nel tempo l’attrazione principale dell’intera baracca,<br />

tanto da rendere floride le casse della medesima.<br />

Claudie in realtà non aveva mai battuto per soldi -<br />

anzi avendo ereditato in giovane età un cospicuo<br />

patrimonio da parte di un lontano zio materno, non<br />

ne avrebbe avuto <strong>il</strong> minimo bisogno - ma si era da<br />

sempre prostituita per avidità! Per divertimento! Per<br />

la smania di possedere ed essere posseduta allo<br />

stesso tempo!<br />

Giravano voci incontrollate sul suo conto nelle<br />

peggiori osterie dei sobborghi di Londra. In molti<br />

dicevano che avesse violentato lei stessa un uomo<br />

all’età di sedici anni, altri raccontavano che avesse<br />

trascorso un interna notte con l’erede al trono di<br />

Ingh<strong>il</strong>terra e che al mattino lo stesso fosse rimasto<br />

totalmente impotente a causa di un completo sfinimento<br />

sessuale, altri ancora la ritenevano una strega<br />

capace di potentissime fatture, i puritani invece la<br />

consideravano la moglie di Satana scesa in terra per<br />

portare <strong>il</strong> male e <strong>il</strong> peccato in tutta Londra, o forse<br />

in tutto <strong>il</strong> mondo, e la usavano come esempio per<br />

redarguire le loro giovani figlie costrette alla continua<br />

preghiera e alla più totale castità.<br />

Tutto sommato, nel bene ma soprattutto nel male, <strong>il</strong><br />

nome di Claudie e la sua fama erano note in quasi<br />

tutta Londra.<br />

“Dobbiamo trovare una soluzione a questo grosso<br />

problema! Io ho paura! Ormai fare <strong>il</strong> mestiere della<br />

prostituta non è più sicuro come una volta!” gridò<br />

Kim ormai pervasa da ansie e paure incontrollate e<br />

incontrollab<strong>il</strong>i.<br />

“Calma Kim! Dovremmo certamente adottare un<br />

giusto espediente e alla svelta! Dovremmo essere<br />

capaci di proteggerci, in modo da riportare a casa la<br />

pelle e <strong>il</strong> guadagno!” ratificò Victoria con tono perentorio<br />

ed estremamente concitato.<br />

“Perché non troviamo un gestore?” intervenne<br />

Claudie, con un’aria a metà tra la presa in giro e la<br />

sfida.<br />

“Ecco! Esatto! Un gestore è proprio quello che ci<br />

vorrebbe! Ma non un gestore unico per tutte, ma<br />

tre gestori: uno per ognuna di noi, in modo tale che<br />

ciascuno possa proteggerci dagli assassini e anche<br />

dai clienti disonesti! Uomini capaci di curare i nostri<br />

interessi e capaci di rispondere bene alle nostre<br />

esigenze professionali!” esclamò soddisfatta Victoria;<br />

coadiuvata dalla piccola Kim, che balzando in<br />

piedi dalla pacchiana poltrona di velluto rosa, asserì<br />

festante: “Lo vedi che quando vuoi sei un genio,<br />

Claudie!”<br />

Questa volta anche <strong>il</strong> sarcasmo aveva remato contro<br />

l’enigmatica ragazza di Jacob’s Island.<br />

L’indomani apparve così alla tredicesima pagina del<br />

giornale di Londra, in basso a destra un curioso annuncio<br />

che recitava: “Tre prostitute hanno l’urgente<br />

necessità di trovare tre gestori. Uomini capaci di<br />

proteggerle da qualsiasi inconveniente del mestiere.<br />

Per chiunque fosse interessato al lavoro e a maggiori<br />

dettagli sul compenso: recarsi presso la casa<br />

chiusa di Victoria Huxley, <strong>il</strong> prossimo martedì alle ore<br />

quattro del pomeriggio”.<br />

Oramai Victoria, Claudie e Kimberly erano: 3 prostitute<br />

in cerca di gestore!<br />

Continua nel prossimo numero<br />

Al salon di rue des M<br />

Henri de Toulouse-L<br />

1895 -Musée Toulou


oulins<br />

autrec<br />

se-Lautrec<br />

M<br />

di Claudio Candia<br />

PARTE I<br />

ark aspettava con ansia l’arrivo degli altri ragazzi.<br />

I suoi finalmente se n’erano andati e la<br />

grande casa era libera. La notte di Halloween,<br />

ah, che notte magica! La notte dove <strong>il</strong> sott<strong>il</strong>e confine<br />

tra <strong>il</strong> mondo dei morti e quello dei vivi si assottigliava<br />

così tanto che sarebbe stato impossib<strong>il</strong>e fermare la<br />

loro strisciante avanzata dalle ombre senza tempo fino<br />

ai viali <strong>il</strong>luminati delle cittadine d’ogni dove…<br />

Avevano già bussato due creaturine indifese per <strong>il</strong><br />

solito “dolcetto o scherzetto”… si era divertito un<br />

mondo a spaventarle! Dopo tutto, <strong>il</strong> suo costume da<br />

vampiro era a dir poco perfetto: aveva curato nel dettaglio<br />

ogni minimo, lugubre particolare con cura così<br />

eccessiva da tenerlo impegnato tre o quattro ore. Sua<br />

madre gli aveva dato di matto e pure pesantemente;<br />

poi se n’era uscita col fidanzato, con quello sguardo<br />

di minaccia che solo con suo figlio era in grado di<br />

sfornare.<br />

D’un tratto bussarono alla porta. Dalla sua camera,<br />

al secondo piano della casa, Mark scese le scale<br />

ornate di addobbi mortuari: Halloween per lui era la<br />

festa antica del sangue e della notte oscura, non un<br />

carnevale di zucche colorate e dolcetti zuccherosi.<br />

La paura doveva essere l’ingrediente fondamentale<br />

di quella festa, la sua preferita tra tutte quelle che si<br />

celebrano al mondo.<br />

Un senso di inquietudine lo prese mentre si avvicinava<br />

alla porta d’ingresso. Aveva udito <strong>il</strong> latrato di un<br />

grosso cane, prima, e visto un corvo appollaiato sul<br />

ramo del grosso albero nel giardino che arrivava fin<br />

sotto la sua finestra. Era ormai giunto al pomello dorato:<br />

al di là del vetro si scorgeva una figura umana,<br />

ma non si capiva chi fosse. Non appena ebbe aperto,<br />

un qualcosa di nero gli saltò addosso con un terrificante<br />

grido, emesso da una gola non umana; su<br />

di lui, con i suoi artigli, una terrificante creatura della<br />

notte …<br />

«Dai Josh, smett<strong>il</strong>a adesso!» disse Mark, riuscendo a<br />

liberarsi dalla presa del suo amico. L’altro scoppiò a<br />

ridere. «Stasera sei a dir poco bellissimo… » gli disse<br />

mentre si alzava.<br />

Josh e Mark erano amici da tanto tempo, si poteva<br />

dire fin dalla nascita, e frequentavano la scuola superiore<br />

della loro cittadina. Era alto, al contrario di<br />

Mark, bassino invero, dai capelli biondo scuro e gli<br />

occhi color ambra. Di carnagione chiara, era magro<br />

ma aveva una buona presa. Era un bel ragazzo,<br />

l’unico suo difettuccio era l’apparecchio che portava<br />

da quando aveva 10 anni, che gli era valso <strong>il</strong> soprannome<br />

di “zanna d’argento”. Avrebbe dovuto portarlo<br />

per almeno un altro anno. Mark invece aveva i capelli<br />

neri e lisci che gli incorniciavano la faccia pallida.<br />

Aveva due occhi verdi che risultavano ingranditi dagli<br />

occhiali che perennemente portava: senza di quelli,<br />

non vedeva ad un palmo dal naso. Erano tutti e due<br />

vestiti da vampiri: <strong>il</strong> tema della serata sarebbe stato<br />

quello. Dopo tutto, erano proprio loro due gli organizzatori:<br />

avevano sempre avuto questa “passione” in<br />

comune, quella per i vampiri. Avevano letto e r<strong>il</strong>etto<br />

“Dracula” di Bram Stoker e tantissimi altri libri; non<br />

c’era f<strong>il</strong>m horror sui non-morti succhiasangue che<br />

non avessero visto e rivisto più di chiunque altro nel<br />

giro di molte e molte miglia, forse probab<strong>il</strong>mente di<br />

tutto lo stato.<br />

In quel momento, <strong>il</strong> campanello suono’<br />

ancora. Erano finalmente arrivati gli altri:<br />

c’era Katrina, la zarina di tutte le Russie,<br />

cosi’ com’era stata ribattezzata dai ragazzi<br />

del luogo, sia per le sue origini russe e sia<br />

perché si atteggiava come un’aristocratica<br />

(decaduta); al suo seguito c’erano le tre<br />

ochette sue amiche, una presenza meravigliosa,<br />

per carita’, ma non piu’ ut<strong>il</strong>e di un<br />

bel soprammob<strong>il</strong>e. Mark le aveva invitate<br />

perche’ in fondo gli piacevano – era duro,<br />

l’ammetteva a sé stesso, sopportare le<br />

loro fut<strong>il</strong>i chiacchiere, pero’…<br />

C’era anche Carl, <strong>il</strong> secchione della classe, sapeva<br />

di tutto e di più e mai si stancava di star chino sui<br />

libri a studiare; aveva dei capelli rossicci e delle lentiggini<br />

che risaltavano sulla pallidissima carnagione.<br />

Era basso e mingherlino, i buffi occhiali mezzi rotti da<br />

un pugno di Bart Corrigan, <strong>il</strong> bullo della scuola, una<br />

emerita testina, come amavano definirlo. Dietro di lui<br />

Kevin e Jacob, i due simpaticoni della scuola, entrambi<br />

membri della squadra di hockey sul ghiaccio.<br />

Infine c’era Angelica, graziosa ragazzina dall’hobby<br />

della pittura. Era molto sensib<strong>il</strong>e, dolce, e per avere<br />

diciassette anni riusciva ancora a serbare l’innocenza<br />

<strong>Impatto</strong>» Feu<strong>il</strong>leton » pag. 51<br />

Dracula in una rappresentazione cinematografica<br />

Macchie Nere<br />

ebbe tutto inizio ad una<br />

normale festa di Hallowen<br />

propria delle ragazzine. Nonostante fosse davvero<br />

carina, aveva rifiutato le avances di molti ragazzi.<br />

Josh era follemente innamorato di lei, e ogni volta<br />

che la vedeva <strong>il</strong> cuore iniziava ad ingranare la quarta<br />

e partire a tutta velocità.<br />

E poi c’era un ragazzo. Era alto, più alto di Josh, slanciato<br />

e ben proporzionato, dalla carnagione bianca<br />

come la neve e i capelli biondo cenere. Gli occhi,<br />

grigi e lucenti come l’acciaio, osservavano la casa in<br />

modo quasi circospetto. Era vestito di nero e <strong>il</strong> suo<br />

travestimento da vampiro consisteva nell’essersi<br />

creato delle grosse occhiaie con una sorta di carboncino<br />

e un po’ di sangue dipinto accanto alla bocca<br />

con del rossetto. C’era però qualcosa, un dettaglio<br />

evidentemente ben nascosto, che gli conferiva un aspetto<br />

inquietante, che lo faceva sembrare addirittura<br />

vero. Non appena i loro occhi si incrociarono, Mark<br />

avvertì un sussulto e un brivido gelido corrergli dietro<br />

la schiena. Per un attimo, una irrazionale, maledetta<br />

paura lo strinse nella sua morsa d’acciaio, impedendogli<br />

persino <strong>il</strong> respiro. Che cosa gli prendeva?<br />

«Ciao Mark – disse Angelica – ti presento Greg, <strong>il</strong> mio<br />

nuovo vicino di casa, si è trasferito proprio oggi dal<br />

Montana … mi sono permessa di invitarlo alla festa<br />

per fargli conoscere un po’ di gente … »<br />

«Hai fatto bene ad invitarlo … tanto piacere di conoscerti,<br />

io sono Mark … »<br />

«Molto piacere di conoscerti, io sono Greg» rispose <strong>il</strong><br />

ragazzo, sorridendo e restando fermo sull’uscio.<br />

«Dai su, entra … non stare lì impalato» disse Mark<br />

Subito <strong>il</strong> giovane entrò in casa e <strong>il</strong> padroncino chiuse<br />

la porta, proprio mentre gli sembrò che qualcosa, tra<br />

gli alberi al di là della strada, si stesse muovendo.<br />

«Mettetevi in soggiorno, sto arrivando» esclamò<br />

mentre la riapriva. Uscì fuori e scese i tre gradini che<br />

lo separavano da terra. Eccolo di nuovo, qualcosa si<br />

muoveva tra gli alberi … non riusciva a vedere bene<br />

cosa fosse. D’un tratto, dai fitti cespugli sbucò fuori<br />

un cane. Era grosso, forse era un rottwe<strong>il</strong>er, ma da lì<br />

non poteva vederlo bene. Per un attimo gli sembrò<br />

che i suoi occhi fossero <strong>il</strong>luminati da un bagliore rossiccio<br />

… In quel momento una macchina sfrecciò a<br />

tutta velocità sull’asfalto e, in meno di un secondo, <strong>il</strong><br />

cane era scomparso con un latrato. In alto, nel cielo,<br />

la luna bianca <strong>il</strong>luminava la notte tetra...<br />

Continua nel prossimo numero


<strong>Impatto</strong>» Feu<strong>il</strong>leton » pag. 52<br />

La st<strong>il</strong>ografica<br />

Lei, adesso, avrebbe potuto<br />

scrivere per sempre ...<br />

di Angela M.C. Sinopoli<br />

INTEGRALE<br />

L<br />

a st<strong>il</strong>ografica macchiò <strong>il</strong> foglio prim’ancora che<br />

lei iniziasse a scrivere. Lei lo faceva tutte le sere,<br />

prima di andare a dormire. Sedeva alla scrivania,<br />

sulla sedia della nonna, quella in legno intagliato con<br />

<strong>il</strong> cuscino rosso, e si abbandonava al suo mondo.<br />

La st<strong>il</strong>ografica però quella sera macchiò <strong>il</strong> foglio.<br />

L’ultimo foglio che le era rimasto. Aveva riempito<br />

ogni piccola superficie cartacea della sua stanza,<br />

aveva scritto ogni dettaglio della sua vita con una<br />

raffinatezza unica, quasi sublime. La st<strong>il</strong>ografica<br />

macchiò <strong>il</strong> foglio e lei si arrabbiò molto. Non voleva<br />

rinunciare a scrivere proprio<br />

quella sera, ne aveva bisogno.<br />

Era stata una giornataccia, era<br />

stanca, mortalmente spossata<br />

dalla malattia che avanzava. La<br />

stava logorando, eppure non si<br />

dava per vinta: si trascinò davanti<br />

alla sua piccola libreria in<br />

cerca di un altro lembo di foglio<br />

su cui scarabocchiare i suoi<br />

pensieri: raccolse le sue forze e<br />

quasi piroettò al ripiano superiore,<br />

estraendo <strong>il</strong> suo blocchetto<br />

“magico”, la fonte di ogni sua<br />

ispirazione: i racconti di sua<br />

nonna . Lì, ammassati insieme a<br />

questi, vi erano tutti i suoi lavori,<br />

le sue incantevoli storie scritte<br />

da quand’era bambina. Dalla<br />

fodera in tronco di quercia,<br />

però, cadde un mucchio di coriandoli.<br />

Si alzò di scatto, vibrante di rabbia e si recò, a stenti,<br />

in cucina: la mamma era ai fornelli come al solito,<br />

intenta a preparare chissà quale intruglio da servire<br />

alla famiglia per cena; <strong>il</strong> padre stava acquattato in s<strong>il</strong>enzio<br />

nello studio, come un gatto tacito, chino sulle<br />

sue carte a lavorare; la sorellina era davanti al caminetto<br />

a giocare con <strong>il</strong> suo pony di pezza: un adorab<strong>il</strong>e<br />

cavallino di un beige tenue con una criniera di<br />

spugna color avorio. Il rumore del s<strong>il</strong>enzio era assai<br />

fastidioso. Aveva un non so che di sinistro, interrotto<br />

a tratti dal movimento scomposto della piccola, o da<br />

qualche suo tenero gridolino.<br />

Lei irruppe in quell’assordante s<strong>il</strong>enzio, penna alla<br />

mano e foglio stropicciato stretto nel pugno sinistro.<br />

Non proferì parola: la mamma era molto severa, non<br />

tollerava domande di nessun genere, non sopportava<br />

toni agitati, si inviperiva per ogni tipo di argomentazione<br />

che le andasse contro, e soprattutto detestava<br />

la passione della sua figliola per la scrittura.<br />

La frustrazione della sua malattia le diede al cervello,<br />

farneticava di notte e brontolava di giorno.<br />

Sgomenta, la fanciulla si avvicinò alla madre, muovendo<br />

sinuosamente la sua lunga treccia. Fece per<br />

domandarle <strong>il</strong> perché delle sue amate storie ridotte<br />

in brandelli, ma subito le fu rif<strong>il</strong>ato un ceffone. Uno<br />

di quelli che riecheggiavano nel lungo corridoio e si<br />

spalmavano contro <strong>il</strong> p<strong>il</strong>astro in fondo alla casa. Una<br />

lacrima le solcò <strong>il</strong> viso. Un’altra quasi si incagliò nei<br />

suoi occhi lividi, provati dalla malattia. Poi le rigò la<br />

sua smunta guancia. E caddero poi a frotte e lei si<br />

strinse in sé, gettò <strong>il</strong> foglio a terra e corse in camera.<br />

O meglio ci provò, ma finì per ruzzolare sul pavimento.<br />

Si aggrappò al pomello della porta d’entrata<br />

della sua stanza e si rialzò. Vi rimase chiusa dentro<br />

per ore.<br />

Nessuno riuscì mai a diagnosticare da cosa era affetta.<br />

Le sue cart<strong>il</strong>agini erano ridotte a pezzi e le continue<br />

influenze le provocarono una brutta polmonite.<br />

Non vi erano cure, avrebbe dovuto solo aspettare,<br />

non si sa nemmeno bene cosa. La madre incolpava<br />

quella “maledetta” stanza: vi rimaneva chiusa<br />

per ore senza mai cacciar naso fuori dalla finestra,<br />

dimenticando perfino di mangiare. Passava le ore<br />

ad “oziare”, a “vomitare assurdità su pezzi di carta<br />

straccia, invece di occupare <strong>il</strong> suo tempo a cucire<br />

camicie e capellini, come tutte le sue coetanee”.<br />

Umidità e digiuno probab<strong>il</strong>mente la resero frag<strong>il</strong>e,<br />

ancor più es<strong>il</strong>e di com’era. Il pallore era ormai sempre<br />

più evidente, e i suoi occhioni castani, di quelli<br />

che ricordano la bellezza delle foglie d’autunno, erano<br />

ormai spenti. Le sue labbra rosee non si <strong>il</strong>luminavano<br />

di un sorriso da molto tempo. Eppure era così<br />

leggiadra che pareva danzare quando si muoveva,<br />

nonostante fosse stremata da qualcosa di ignoto.<br />

Avrebbe scritto sul suo lenzuolo. Stappò delicatamente<br />

la sua st<strong>il</strong>ografica, questa volta non macchiò<br />

nulla, e iniziò assennatamente a mettere nero su<br />

bianco ogni diavoleria che le passava per la testa.<br />

Scrisse un racconto intero. Poi un altro e un altro ancora.<br />

Proiettava su quel lenzuolo tutto ciò che la sua<br />

immaginazione le offriva. Finì per ricoprire l’intera<br />

superficie, ripose <strong>il</strong> lenzuolo nella stanza da scrittura<br />

e se ne andò a dormire quasi soddisfatta,tentando<br />

di dimenticare che sua madre aveva strappato ogni<br />

sua storia, ogni suo lavoro. Avrebbe voluto ucciderla.<br />

La pioggia imperversava fuori dalla finestra e lei<br />

quella mattina si svegliò di malumore: aveva sognato<br />

che qualcuno le aveva distrutto i suoi sogni e che<br />

sua madre imprecava contro di lei, come d’altronde,<br />

avrebbe fatto di sicuro anche quel giorno. Strisciò<br />

verso la solita libreria nella sua solita stanza, dove<br />

aveva conservato <strong>il</strong> lenzuolo la sera precedente. La<br />

sedia era ribaltata. Fece per avvicinarsi e si bloccò:<br />

la madre giaceva riversa sulle maioliche antiche.<br />

La pioggia continuava a scrosciare tra gli alberi,<br />

nella viuzza dirimpetto, dietro la sua nuca.<br />

Lei non capiva cosa fosse successo e non aveva<br />

<strong>il</strong> coraggio di avvicinarsi per sincerarsi delle condizioni<br />

della mamma. Era lì attonita, inerme, come<br />

un fuscello in balia di una tempesta. Era spaventata,<br />

spaesata. Rivolse lo sguardo alla sua amata libreria:<br />

tutto perfettamente pulito e in ordine, come adorava<br />

conservare le sue cose. Eccetto per una macchia di<br />

sangue sulla parete adiacente. Ne aveva una uguale<br />

sulla sua elegante sottana. Poi si guardò le mani<br />

con occhi vitrei: le dita sott<strong>il</strong>i, raggrinzite dal freddo,<br />

erano anch’esse impiastricciate di quello stesso vermiglio<br />

spento. Un passo indietro.<br />

Un brivido le attraversò la<br />

schiena, la finestra era aperta.<br />

La pioggia era davvero diventata<br />

insopportab<strong>il</strong>e. Sembrava<br />

non volesse smettere mai.<br />

Un altro passo indietro. Il vestito<br />

di seta le si scostò dalla<br />

spalla.<br />

Un altro passo indietro. Ciuffetti<br />

di capelli si ribellarono dal<br />

nero corvino della sua treccia<br />

e le volteggiarono sul volto.<br />

Un altro passo indietro. La<br />

st<strong>il</strong>ografica era a terra, senza<br />

tappo.<br />

Un ultimo passo indietro. Un<br />

ultimo sospiro di vita che sapeva<br />

di fine. L’inchiostro sul<br />

pavimento era rosso. Raccolse<br />

la st<strong>il</strong>ografica e si voltò<br />

di scatto verso la finestra.<br />

Lei non fece mai piu’ passi indietro. La st<strong>il</strong>ografica<br />

non macchio’ mai piu’ alcun foglio. Le<br />

gocce di pioggia non avevano consistenza<br />

ormai. Lei, adesso, avrebbe potuto scrivere per<br />

sempre.<br />

Fine


di Gennaro Battista<br />

INTEGRALE<br />

Cinquantasei giorni prima c’era stata la fiera.<br />

I mercanti giungevano dalle valli più lontane del<br />

regno e portavano con loro le sete e i tessuti<br />

più preziosi, stoffe blu come cobalto e lini d’oro,<br />

lane morbide come nuvole e tinture luminose quanto<br />

le stelle meno lontane.<br />

I signori del paese sarebbero stati contadinotti<br />

come tutti gli altri, non fosse stato per <strong>il</strong> loro essere<br />

così schifosamente ricchi. L’epoca dei re valorosi e<br />

dei nob<strong>il</strong>i guerrieri era finita già da un po’, con tutti<br />

gli eroi morti e sepolti in terra santa.<br />

Così la nob<strong>il</strong>tà s’era trasformata in quel guazzabuglio<br />

di uomini grassocci e donnine prosperose e<br />

sgraziate che, una volta all’anno, s’inghirlandavano<br />

per quella fiera dove compravano tante cose belle<br />

e luccicanti, solo per renderle brutte la Domenica<br />

successiva, quando per andare a messa le indossavano,<br />

trasformando le strade del paese in un orrendo<br />

carnevale in cui, da lerci bifolchi, giocavano a<br />

imitare le corti bizantine.<br />

Alla fiera andavano tutti; signori, mezzadri, servi<br />

della gleba. I più vi si recavano solo per guardare,<br />

anche se, qualcuno di loro, preso dal desiderio,<br />

ogni tanto provava a rubar qualcosa. Succedeva<br />

spesso, almeno finché non tagliarono via la testa<br />

al mugnaio. Restarono tutti abbastanza colpiti da<br />

quell’evento. Più che la morte fu la solennità, <strong>il</strong> raduno<br />

in pubblica piazza, la condanna col sig<strong>il</strong>lo reale,<br />

letta a gran voce, a destare terrore e timore nei<br />

ladruncoli, che prima infatti qualcuno era già morto,<br />

ma prendersi una schioppettata da un mercante era<br />

cosa da tutti i giorni; morire in piazza, con tutto quel<br />

rumore, non tanto, e i ladri - si sa - rubano di notte<br />

solo perché sono dei timidi.<br />

Ai ragazzini però fregava poco dei panni colorati,<br />

tantopiù rubarli, e l’unico motivo per cui aspettavano<br />

la fiera erano gli zingari, e tutte le magie - o<br />

i trucchi? - che mettevano in scena per poche lire.<br />

Quell’anno la loro carovana era più grande del<br />

solito, c’erano decine di carrozze e in esse le più<br />

meravigliose e orride stranezze di questo mondo.<br />

Tra saltimbanchi, giocolieri, mangiafuoco, fachiri,<br />

nani, giganti, donne barbute, gemelle siamesi,<br />

uomini elefanti, gazze parlanti, gor<strong>il</strong>la fumatori,<br />

scimmie scrittrici, leoni addomesticati e tigri albine,<br />

solo una cosa attirò l’attenzione del nostro protago-<br />

nista, a cui, in mancanza di idee migliori, affibieremo<br />

<strong>il</strong> nomignolo di Volpe.<br />

C’era una carrozza, tra tutte, molto grande, decorata<br />

con disegni sott<strong>il</strong>i e colorati, linee morbide che<br />

tracciavano steli, fiori, farfalle, foglie e rugiade, tanto<br />

da far sembrare che tutta la natura fosse stata schiacciata<br />

ed incollata sulla sua facciata. Era bellissima,<br />

ed era, inspiegab<strong>il</strong>mente, chiusa.<br />

In mezzo a tutte quelle bizzarrie rumorose, era fin<br />

troppo s<strong>il</strong>enziosa per poter attirare l’attenzione, <strong>il</strong><br />

suo era un mistero pieno di discrezione, non lasciava<br />

a bocca aperta, richiedeva attenzione, e diffic<strong>il</strong>mente<br />

un bambino preferisce una porta chiusa a<br />

un fuoco colorato. Così solo la nostra piccola Volpe,<br />

in un momento in cui, per ragioni che non riesco a<br />

ricordare, tutti i suoni svanirono, si avvicinò ad essa,<br />

e, curioso, posò <strong>il</strong> suo orecchio sul legno verniciato.<br />

“Più gli occhi serro e più i miei occhi vedono,<br />

ché <strong>il</strong> dì posando su fut<strong>il</strong>i oggetti<br />

quando dormo, nel sonno guardan te,<br />

e luci buie al buio in luce tendono.<br />

Tu che con l’ombra l’ombre fai lucenti,<br />

qual visione sarebbe al chiaro giorno,<br />

più chiara assai, di tua ombra l’essenza,<br />

se occhi ciechi tanto splendi in ombra:<br />

quanta goia ai miei occhi, dico, quando<br />

ti guardassero nel giorno vivente<br />

se in morta notte sui chiusi occhi stai,<br />

bella ombra imperfetta, e <strong>il</strong> sonno fendi.<br />

Notte è ogni giorno finché io veda te,<br />

la notte è luce se in sogno ti svela”<br />

Dalla carrozza proveniva una voce di donna, pronunciava<br />

versi così dolci che pareva quasi intonasse<br />

una melodia, una musica bellissima, troppo, perché<br />

<strong>il</strong> nostro spione potesse smettere di ascoltarla, e<br />

così stette muto, muto anche quando la ragazza<br />

nascosta smise di parlare, muto fino a quando ogni<br />

suono o rumore potesse essere prodotto da quello<br />

spirito misterioso tacque.<br />

Era calata la sera, Volpe decise di abbandonare <strong>il</strong><br />

campo, all’epoca storie orrib<strong>il</strong>i si narravano sugli<br />

zingari, si diceva che usassero rapire i giovani distratti,<br />

e trasformarli in quei mostri che poi usavano<br />

come attrazioni, in pochi si avventuravano di notte<br />

quando c’era la fiera, ci credevano tutti, non sappiamo<br />

dire però se avessero ragione a farlo.<br />

La mattina dopo nella<br />

mente del ragazzino faceva<br />

ancora eco quella voce,<br />

e così per altri 3 giorni<br />

tornò ad ascoltarla, fisso,<br />

in s<strong>il</strong>enzio, pregando Iddio<br />

che prima o poi, chiunque<br />

fosse là dentro, si<br />

decidesse a uscir fuori, a<br />

mostrarsi, a farsi vedere.<br />

Non era curioso, sapeva<br />

che in qualsiasi modo lei<br />

fosse stata fatta le sarebbe<br />

piaciuta, cercava solo un<br />

volto per quel desiderio,<br />

ma non gli fu dato.<br />

Era ormai l’ultimo giorno<br />

di fiera, ancora una volta<br />

un giovinotto se ne stava<br />

seduto poggiato sull’unica<br />

carrozza chiusa, senza<br />

folla, di quell’allegra festa.<br />

Il sole volgeva a mezzogiorno<br />

quando la voce<br />

cominciò a recitare di<br />

nuovo, e recitò gli stessi<br />

versi della prima volta. Lui,<br />

<strong>Impatto</strong>» Feu<strong>il</strong>leton » pag. 53<br />

La fiera<br />

Le avventure di Volpe, un ragazzo<br />

vivace e molto intelligente..<br />

senza capir come, quando ormai la poesia volgeva<br />

al termine, la accompagnò.<br />

“Notte è ogni giorno finché io veda te, la notte è luce<br />

se in sogno ti svela.”<br />

“chi... chi è?”<br />

La ragazza nella carrozza si era accorta di lui, e<br />

pareva impaurita, lui lo era ancora di più, <strong>il</strong> suo cuore<br />

tremava, non sapeva che dire, balbettò:<br />

“s-sono un ammiratore, ascolto le sue belle parole,<br />

signorina”<br />

“Non sono mie, signore, è Shakespeare. Io le recito<br />

soltanto”<br />

Un’attrice, in quella carrozza si nascondeva<br />

un’attrice, doveva essere bellissima, pensò <strong>il</strong> ragazzo,<br />

voleva vederla, doveva essere bellissima. Tre<br />

m<strong>il</strong>ioni di scuse attraversarono la sua testa in tre<br />

secondi, si decise per la più banale.<br />

“Potrei forse entrare e sentir meglio questi magnifici<br />

versi? Sarebbe per me un gran piacere, signorina.”<br />

La voce dell’attrice si fece più incerta, pronunciò a<br />

fatica:<br />

“Signore, le assicuro che sarebbe per me un piacere<br />

ancor più grande accontentarla, ma vede, vede io<br />

provo molta vergogna, son rinchiusa qua dentro<br />

perché quando so che qualcuno... quando so che<br />

qualcuno mi guarda io non riesco più a parlare.”<br />

Così la Volpe, cui non a caso abbiamo attribuito<br />

questo delizioso soprannome, scattò in piedi, e<br />

cominciò a bussare, con insistenza disperata, alla<br />

porticina di legno, urlando:<br />

“E mi apra, mi apra allora, io sono un povero<br />

cieco, non posso vederla, non posso altro<br />

che immaginarla, mi dia almeno <strong>il</strong> priv<strong>il</strong>egio<br />

della sua voce, chiara, senza <strong>il</strong> muro di questo<br />

legno, la prego, mi faccia ascoltare la sua<br />

voce”.<br />

La porta si aprì...<br />

Cinquantasei giorni prima c’era stata la fiera.<br />

In paese ricordano solo che era un ragazzo<br />

vivace, molto intelligente.<br />

Fine


<strong>Impatto</strong>» Feu<strong>il</strong>leton » pag. 54<br />

Iχώρ<br />

Forse erano Angeli davvero e forse erano lì per<br />

un motivo, e forse lui non doveva combatterli...<br />

di Cristina De Tora<br />

PRIMA PARTE<br />

L<br />

’essere – perché non poteva, non poteva, chiamarlo<br />

uomo, o umano, o dargli una minima con-<br />

notazione umanoide, perché non c’era niente di<br />

umano in loro, non c’era niente di umanoide, di vivo,<br />

non c’era niente - rimase qualche istante immob<strong>il</strong>e,<br />

con gli occhi, attraversati da quegli innaturali f<strong>il</strong>amenti<br />

dorati, fissi su di lui, con del liquido dorato che colava<br />

lentamente sul ponte del naso, partendo dal cerchio<br />

perfetto che <strong>il</strong> proiett<strong>il</strong>e aveva formato nella sua fronte.<br />

Inclinò <strong>il</strong> capo su di un lato, leggermente, mentre un<br />

sorriso divertito scopriva i suoi denti ricoperti d’oro,<br />

poi si accasciò a terra, momentaneamente morto.<br />

John prese fiato, abbassando la pistola. Si passò<br />

la mano libera sul viso, respirando profondamente.<br />

Chiaramente percepì la <strong>scarica</strong> di adrenalina consumarsi<br />

nelle sue vene, portando <strong>il</strong> suo corpo a tremare<br />

vistosamente, senza che lui potesse fare nulla per<br />

impedirlo.<br />

Solo sette ore prima andava tutto bene, gli Angeli<br />

erano nelle loro celle, ridendo delle loro guardie,<br />

parlando cripticamente, tentando con la loro voce<br />

sensuale: e ti va bene davvero così? E noi potremmo<br />

darti di più e non vorresti essere come noi e se tu accettassi.<br />

Ma rimanevano tranqu<strong>il</strong>li al loro posto. Poi<br />

qualcosa era successo e cosa non era chiaro più a<br />

nessuno, perché ormai <strong>il</strong> contagio si era diffuso in<br />

tutta la struttura e chi sapeva cos’era successo ormai<br />

era uno di loro e non più un umano, non più un<br />

vivo, ma uno di loro. E non era del tutto certo, non<br />

quanto avrebbe voluto, che nessun Angelo ne fosse<br />

uscito, portando <strong>il</strong> contagio nel mondo esterno. Ma<br />

non poteva essere così, non potevano essere usciti,<br />

era impossib<strong>il</strong>e uscire da quella struttura, la sicurezza<br />

era elevatissima, ma era impossib<strong>il</strong>e uscire anche<br />

dalle celle, però qualcosa era successo, qualcosa<br />

era successo.<br />

Respirando profondamente per calmare i tremiti,<br />

John si costrinse ad avanzare. Doveva trovare un<br />

membro del personale Alfa. Doveva essercene uno,<br />

almeno uno, ancora vivo, perché non poteva essere<br />

l’ultima persona non contagiata in quella struttura,<br />

non poteva fermare l’epidemia portata da quelle<br />

creature da solo, non poteva, non poteva, non…<br />

Doveva farsi portare da 0, sperando che in qualche<br />

modo lui potesse dirgli come risolvere la situazione,<br />

come fermare Angeli e contagiati. Pregò <strong>il</strong> cielo che<br />

volesse farlo, che volesse aiutarlo, perché altrimenti,<br />

perché altrimenti.<br />

Il battito del cuore nelle orecchie lo assordava tanto<br />

che persino l’eco dei suoi passi nei corridoi vuoti gli<br />

arrivava soffocato e lontano. Dovette fermarsi, chiudere<br />

gli occhi e deglutire più volte per cercare, in<br />

qualche modo, di quietarsi abbastanza da riportare<br />

<strong>il</strong> battito del cuore ad un semplice rumore di sottofondo.<br />

Non poteva permettersi di perdere l’udito,<br />

<strong>il</strong> senso più importante che aveva nell’individuare<br />

Angeli e contagiati ed evitarli. Non poteva sparare<br />

a tutti quelli che vedeva; le munizioni erano molte,<br />

ma limitate, e quei dannati continuavano a tornare in<br />

vita ancora e ancora e ancora e ancora e ancora e<br />

ancora e… Fuggire da loro una volta che lo avevano<br />

visto era particolarmente arduo, soprattutto dopo<br />

sette ore passate a correre, fuggire, nascondersi e<br />

aspettare.<br />

Era stanco.<br />

Inserì <strong>il</strong> codice per aprire la porta che divideva la<br />

sezione A-2d dalla A-2e, voltandosi poi per richiuderla.<br />

Lì vide, dall’altro lato del corridoio, uno degli<br />

Angeli, distinguib<strong>il</strong>e dai semplici contagiati per gli<br />

occhi completamente dorati e <strong>il</strong> pellicciotto di piume<br />

che ricopriva <strong>il</strong> loro collo, che gli sorrise divertito,<br />

avanzando verso di lui.<br />

“Yehohanàn.” Lo chiamò.<br />

Senza attendere altro, John impose di nuovo <strong>il</strong> co-<br />

dice sul tastierino numerico, osservando la porta<br />

chiudersi sul volto ridente della creatura, che, al<br />

contrario dei contagiati, mostrava denti perfettamente<br />

bianchi, perché, ovvio, gli Angeli non potevano<br />

permettersi nulla che non fosse perfetto, perché,<br />

come dicevano sempre, loro erano la perfezione,<br />

scesi sulla terra per mostrarsi agli uomini. C’era un<br />

motivo per cui erano stati chiamati Angeli e lui non<br />

era più sicuro che fosse solo una bastarda ironia,<br />

ma forse era la realtà, forse erano Angeli davvero e<br />

forse erano lì per un motivo e forse lui non doveva<br />

combatterli, forse doveva lasciare che facessero <strong>il</strong><br />

loro lavoro, forse… Espirò lentamente <strong>il</strong> fiato che<br />

aveva trattenuto quando <strong>il</strong> portellone si chiuse ermeticamente,<br />

impossib<strong>il</strong>e da aprire senza <strong>il</strong> codice,<br />

che gli Angeli non sapevano e i contagiati avevano<br />

dimenticato.<br />

Chiuse gli occhi, respirando profondamente per non<br />

permettere alla coscienza e alla lucidità di scivolare<br />

fuori dalla sua mente stanca. Non poteva permettersi<br />

di impazzire, non poteva permetterselo, perché se<br />

fosse impazzito avrebbe preso la pistola che aveva<br />

al fianco, se la sarebbe poggiata alla tempia, avrebbe<br />

sparato e non ci sarebbe stato più nessuno a proteggere<br />

<strong>il</strong> mondo dagli Angeli e sua moglie sarebbe<br />

stata spacciata e suo figlio sarebbe stato spacciato<br />

e non poteva, non poteva, non poteva. Volse le<br />

spalle alla porta, avviandosi lungo <strong>il</strong> corridoio, con la<br />

strada per la sua meta ben chiara nella testa.<br />

Yehohanàn, l’aveva chiamato quella creatura e non<br />

era stato certo <strong>il</strong> primo, tutti gli Angeli che avevano<br />

posato lo sguardo su di lui gli avevano dato quel<br />

nome, l’avevano invocato con quel confuso e insensato<br />

ammasso di s<strong>il</strong>labe che mai aveva sentito prima<br />

e che nulla risvegliavano in lui. Certo c’era quella piccolissima<br />

sensazione di riconoscere quel nome, ma<br />

doveva essere la stanchezza, perché sembrava un<br />

nome decisamente straniero, forse arabo? Gli Angeli<br />

parlavano arabo? Perché mai avrebbe dovuto riconoscerlo?<br />

Non era <strong>il</strong> suo nome.<br />

Strinse più forte la pistola tra le dita, perché <strong>il</strong> freddo<br />

del metallo sulla pelle in qualche modo sembrava aiutarlo<br />

a mantenere la mente fissa su quel momento,<br />

sul presente, a impedirle di vagare nelle tor<strong>tuo</strong>sità<br />

che quelle creature così bene riuscivano ad aprire.<br />

Era la prima cosa che dicevano alle nuove guardie<br />

dell’associazione, in fondo: non le ascoltate, non<br />

lasciate che entrino dentro la vostra testa, o vi confonderanno,<br />

vi possiederanno, non vi lasceranno più<br />

andare e sarete loro. Forse così era cominciato tutto,<br />

forse qualcuno si era lasciato convincere ad aprire<br />

la cella, solo un poco, solo un momento. Percorse <strong>il</strong><br />

corridoio <strong>il</strong> più rapidamente possib<strong>il</strong>e.<br />

Alla sua destra si aprivano gli uffici del personale<br />

Alfa. Ogni porta spalancata che incrociava, chiaro<br />

segno che, fuggito o rapito, l’abitante di quella stanza<br />

era ormai in mano ai contagiati, affondava un po’<br />

di più <strong>il</strong> suo cuore, soffocando quella misera speranza<br />

che si dibatteva nel suo stomaco con litri e litri<br />

di b<strong>il</strong>e e terrore. Forse era davvero <strong>il</strong> solo, forse non<br />

c’era più nessun altro, forse doveva solo prendere la<br />

pistola e farla finita, prima di diventare uno di loro,<br />

morire con <strong>il</strong> pensiero di sua moglie e suo figlio, sua<br />

moglie e suo figlio. Aumentò <strong>il</strong> passo.<br />

Il cuore lo assordava, <strong>il</strong> terrore gli riempiva la gola<br />

di un sapore amaro, <strong>il</strong> naso era ricolmo dell’odore<br />

del liquido – sangue, b<strong>il</strong>e, saliva, sperma - dei contagiati<br />

anche se non aveva davvero un odore e la<br />

stanchezza gli appannava la vista. Continuava a<br />

costringersi a camminare, porta dopo porta. Perché<br />

doveva andare avanti, perché doveva esserci qualcuno,<br />

perché non poteva essere solo, non poteva,<br />

non poteva. Il peso della disperazione lo rallentava<br />

più di quanto avesse fatto tutto l’orrore vissuto in<br />

quelle sette ore, tutti i volti dei suoi colleghi e amici<br />

tramutati in creature dorate.<br />

Camminò ancora una decina di metri prima che la<br />

sua mente affaticata si rendesse conto di aver sorpassato<br />

una porta ben chiusa e passò un paio di<br />

minuti completamente immob<strong>il</strong>e prima che <strong>il</strong> senso<br />

di quella stanza serrata gli fosse chiaro. Tornò indietro<br />

di corsa e avrebbe volato, potendo, perché se la<br />

porta era chiusa, allora lui non era solo, non era solo,<br />

non era solo… Si gettò quasi contro l’uscio della<br />

stanza, battendo con la mano aperta sul metallo.<br />

“Dottor Reynolds!” La voce gli usciva a fatica dalla<br />

gola arida, perché era da sette ore che non beveva e<br />

cinque che non parlava e non era neanche più tanto<br />

sicuro di sapere come si parlasse, ma le parole gli<br />

uscivano ed era questo l’importante, era questo.<br />

“Dottor Reynolds, sono John! Sono John Thunder,<br />

dottore, La prego, La prego apra questa porta e mi<br />

lasci entrare!”<br />

Se quel giorno fosse stato un giorno normale, se <strong>il</strong><br />

giorno dopo fosse stato un giorno normale, avrebbe<br />

avuto i codici per aprire anche quelle porte, perché<br />

sarebbe stato un membro Alfa della sicurezza,<br />

avrebbe avuto tutti i codici necessari, ma quello non<br />

era stato un giorno normale e non li aveva, così continuò<br />

a battere disperatamente con i pugni sul metallo,<br />

quasi percependo i cap<strong>il</strong>lari rompersi sotto la<br />

sua pelle e <strong>il</strong> sangue riversarsi fuori dai vasi.<br />

Fu solo dopo molte disperazioni che la porta si aprì e<br />

una mano lo afferrò per un braccio, tirandolo rapidamente<br />

dentro la stanza che venne celermente richiusa.<br />

“Stia zitto, Dio mio, stia zitto! L’avranno sentita tutti!”<br />

Il Dottor Reynolds era sempre stato un uomo piccolo,<br />

basso e minuto, quasi calvo, con dei piccoli<br />

occhiali su un naso quasi inesistente, ma in quel<br />

momento, sotto la luce al neon della stanza che<br />

sottolineava i suoi occhi ricolmi di panico e le m<strong>il</strong>le<br />

rughe di terrore che gli ricoprivano la fronte, sembrava<br />

ancora più piccolo, quasi un bambino dentro<br />

un camice bianco che si era messo per gioco. Quasi<br />

come suo figlio Dee quando si metteva la giacca<br />

della sua divisa, per assomigliargli.<br />

“Ho bisogno di Lei, dottore.” John mormorò, lieto di<br />

poter abbassare la voce per calmare la gola bruciante,<br />

quasi graffiata dallo sforzo fatto per urlare. “Ho<br />

bisogno che Lei mi porti da 0.”<br />

Gli occhi del dottore si spalancarono quasi innaturalmente,<br />

le rughe della fronte completamente spianate<br />

dal movimento, mentre le labbra si muovevano senza<br />

suono e forti tremiti gli attraversavano <strong>il</strong> corpo,<br />

intensi come quelli di un attacco ep<strong>il</strong>ettico.<br />

John si ritrovò ad essere grato di quella reazione,<br />

perché preoccuparsi di mantenere lucido <strong>il</strong> dottore<br />

gli permetteva di restare lucido a sua volta, di non<br />

cedere alla follia, al terrore, alla stanchezza. Afferrò<br />

l’uomo per le spalle, scotendolo un paio di volte.<br />

“Dottore.” Lo chiamò e poi ancora, a voce più alta.<br />

“Dottore!”<br />

“Io non posso!” L’ometto urlò, stringendo gli occhi<br />

come temendo che John potesse assalirlo. “Se usciamo<br />

da qui, gli Angeli ci prenderanno e se anche<br />

non lo facessero, 0 ci prenderà!”<br />

“Non abbiamo altra scelta, dottore. Non possiamo<br />

restare qui per sempre, prima o poi gli Angeli riusciranno<br />

comunque a trovarci e a raggiungerci e non<br />

possiamo provare a scappare dalla struttura senza<br />

rischiare che anche i contagiati escano. Dobbiamo<br />

solo sperare che 0 sia disposto a dirci come fermarli,<br />

è una speranza piccola, ma è l’unica che abbiamo.”<br />

Il Dottore cominciò a gemere come sentisse un<br />

intenso dolore fisico, stringendo le dita tra i pochi<br />

capelli che gli restavano ai lati del capo e tirandoli,<br />

disperatamente, con lo sguardo fisso sul pavimento.<br />

Continua nel prossimo numero


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