Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Da</strong> leggere - FEBBRAIO 2011<br />
Francavilla è divisa, come tutte le città o paesi,<br />
in rioni. Quello più antico il più importante e<br />
San Franco. Racchiude in esso la “Civitella”<br />
la vera città antica dei primordi della stessa città.<br />
Ho vissuto i primi anni della mia vita in questo<br />
Rione, ho frequentato le prime scuole, ho avuto i<br />
primi amici, compagni di scuola, compagni di giochi,<br />
poi la vita mi ha portato lontano, altrove. Non<br />
ho dimenticato le radici, gli amici e sono tornato.<br />
La ricordo diversa, bella agli occhi del bimbo che<br />
ero… anche se con macerie ed appena reduce da<br />
un disastro bellico.<br />
Una passeggiata, oggi, con qualche amico di allora<br />
e di sempre, sul paese alto. Andiamo a vedere e<br />
fotografare delle situazioni precarie che, da tempo<br />
si manifestano e dove nessuno ha mai pensato di<br />
porre rimedio. Porta della Ripa: una piazza dove<br />
festosi bambini si radunavano fra alberi di tiglio a<br />
giocare “a pallone”; le prime scuole: i baraccamenti<br />
lasciati dagli Americani, un fontanile che ricordo<br />
portava la data del 1860 (pensate…un anno prima<br />
dell’Unità d’Italia) e dove le nostre nonne lavavano<br />
panni …. Ora due alberi bellissimi, enormi che<br />
con le loro radici hanno sconvolto il piano stradale,<br />
sanpietrini scomposti, capovolti, fuori sede. Del<br />
fontanile non vi è più traccia, solo parcheggi e non<br />
solo dove sorgevano i baraccamenti. Asfalto misto<br />
a sanpietrini, muretti di contenimento che più<br />
non contengono, una parte della piazza che inizia<br />
a cedere, lentamente, preludio a quanto potrà forse<br />
avvenire….. Una piazza anonima dove la toponomastica<br />
non esiste, ovvero, c’è un cartello, ma non<br />
vi è il nome della piazza.<br />
Questa piazza ha una storia… una storia importan-<br />
<br />
Salendo dall’attigua via, verso San Franco la cattedrale,<br />
costeggiando quello che una volta si chiamava<br />
“casa della madre e del bambino (maternità)” si<br />
notano sulla sinistra, dove una volta ricordo, c’era<br />
uno spazio aperto, forse pubblico, un garage privato<br />
(?) con tanto di scritta “passo carraio n°…”, sulla<br />
destra invece un muretto di cinta della ex maternità,<br />
con una crepa evidente in tutta la sua lunghezza<br />
… che possa essere pericoloso? Continuando nella<br />
nostra salita giungiamo nei presi di una scalinata,<br />
scendiamo nella piazzetta sottostante…ed anche<br />
qui radici che sconvolgono il selciato oramai sparso<br />
nella piazza… mi ritrovo così di fronte all’ex<br />
convento delle Francescane … le scuole ….cari ricordi…<br />
mi sembra di sentire ancora il profumo di<br />
quelle minestre del refettorio; sulla mia sinistra<br />
c’era la cantina di Tina… ora un ristorante, con una<br />
struttura esterna che occupa tutto il marciapiede e<br />
parte della strada...che brutto… mi chiedo ma una<br />
carrozzina dei diversamente abili dove dovrebbe<br />
passare? Costeggiando, quello che una volta era<br />
il giardino delle Francescane, facciamo il giro di<br />
questa grande struttura ora comunale, lo spettacolo<br />
che vediamo non è dei più belli. Le mura di que-<br />
<br />
ristrutturato, sulla parte esterna presentano rotture<br />
dell’intonaco che in gergo chiamano “muro scoppiato”...<br />
Proseguendo in ciò che una volta è stato<br />
il “CENTRO DEL PAESE” costeggiamo la parte<br />
retrostante di San Franco; volgendo lo sguardo nei<br />
sottostanti giardini o aiuole o … forse sarebbe meglio<br />
usare qualche altro termine…ma quale? Erba<br />
a dismisura, pali elettrici di metallo che sono inutilizzabili,<br />
canali scavati dall’erosione dell’acqua<br />
piovana.<br />
Sempre nella nostra passeggiata arriviamo in piazza<br />
San Franco… la solita fontana con zampilli … fermi<br />
da 50 anni, non ci sono più i due pini marini, ma<br />
la base dei loro tronchi sono a testimoniare la loro<br />
presenza negli anni che furono; e poi ancora cartelli<br />
delle vie vuoti… non sappiamo in quale via o<br />
piazza siamo….paletti, ancora su marciapiedi stretti,<br />
che impediscono ai diversamente abili di muoversi.<br />
Andiamo parlando del più del meno verso<br />
la “Civitella” già … la Civitella!... Qui c’è ancora<br />
L’ABRUZZO RACCONTA 9<br />
All’ombra di San Franco dopo 50 anni<br />
della storia ma non solo quella delle vecchie mura!<br />
C’è la storia della gente di Francavilla… Paccalone,<br />
Cucù, Leda, Stella, Rocch’e ner’e, L’u Penc’e, Di<br />
Quinzio, Zacchet’è, Scimon’e, Zullett’e, Cachitt’e,<br />
Amblet’è lumenill’e, Rocch’e d’Nannin’e e via discorrendo.<br />
Arriviamo a Ciarrapico.. prima carcere<br />
ora struttura del Comune che hanno… abbellito…<br />
con un ascensore esterno… “new generation”.<br />
Ma che cia’ zzecch’! La vecchia torre della cinta,<br />
cadente rinchiusa fra le mura di quella che è una<br />
proprietà privata. Ecco questa è una cosa che vorrei<br />
approfondire! Ridiscendo lungo la via Roma… è<br />
stata una via storica della città … un marciapiede<br />
che quasi si scontra con un albero, impedisce ad un<br />
normale pedone di proseguire sul marciapiede…<br />
<br />
S. Domenico e giro a destra.....ma in che via siamo<br />
ora?... Bohhh! Ho esaurito la card della mia vec-<br />
tato<br />
e fotografato tutto quello che ho scritto anche<br />
se c’era ombra:…si…: “quella di San Franco”.<br />
E’ triste, malinconica questa ricognizione per uno<br />
che a San Franco ci è cresciuto, mi aspettavo di<br />
poterla rivedere se non migliore, come allora. Ho<br />
percorso le vecchie vie che, sussurrano ancora a<br />
chi sa ascoltare: vecchie storie. Solo qualche anziano<br />
pensionato che passando ti guarda curioso.<br />
Tutto silente .. non più grida festose di “bande” di<br />
bimbi… forse non ci sono interessi di palazzinari,<br />
di politici o di quanti potrebbero far rivivere quel<br />
centro del paese che vogliono ad ogni costo dimenticare.<br />
Rocco Carbonetti