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LUGLIO <strong>2010</strong><br />
DA LEGGERE<br />
BOTTA E<br />
RISPOSTA<br />
Notizie sportive<br />
AUDAX<br />
SILVI<br />
www.daleggere.com<br />
Atri<br />
R. Marchione - pag. 6<br />
R. Marchione - pag. 29<br />
Politica<br />
DISPENSARIO<br />
FARMACEUTICO<br />
D. Mazzone - pag. 4<br />
Cultura e società<br />
Cronaca locale<br />
BLITZ<br />
ANTIABUSIVI<br />
D. Mazzone - pag. 17<br />
Pineto<br />
CERRANO<br />
CI DARÀ<br />
UNA MANO<br />
T. Ferretti - pag. 9<br />
L’Abruzzo racconta<br />
CIVITELLA<br />
DEL TRONTO<br />
R. Di Blasio - pag. 10<br />
LACERTO<br />
DI SILVI<br />
E. Trubiano - pag. 14<br />
Musica e Arte<br />
ORCHESTRA<br />
GIOVANILE<br />
AMADEUS<br />
C. Santonastaso - pag. 25<br />
Le<br />
Le<br />
Terre<br />
Terre<br />
del<br />
del<br />
Cerrano<br />
Cerrano<br />
In fuga da facebook<br />
di Nadia Vanni sociologa<br />
<strong>Da</strong> lunedì trentuno maggio circa ventitrè mila<br />
persone si sono cancellate da Facebook. Pare<br />
impossibile perché in quella che è stata defi nita<br />
la più grande “ rete sociale del mondo” (social network<br />
in inglese) molte persone si sentono a loro agio trascorrendovi<br />
parecchie ore al giorno, considerando il sito<br />
come un luogo dove possono coltivare le proprie relazioni<br />
sociali, fare amicizie e parlare con chi è lontano.<br />
Un po’ come in un bar con gli amici, solo che in questo<br />
caso, siamo comodamente seduti a casa davanti al nostro<br />
computer. Facebook oggi ha raggiunto 400 milioni<br />
di utenti attivi in tutto il mondo, in Italia il boom si è<br />
avuto nel 2008; nel mese di agosto si sono registrate<br />
oltre un milione e trecento mila visite; secondo i dati<br />
forniti da Facebook e raccolti dall’Osservatorio Facebook,<br />
gli utenti italiani nel mese di marzo <strong>2010</strong> sono<br />
15,5 milioni, mentre negli Stati Uniti, per una settimana<br />
facebook ha superato, come numero di accessi, il motore<br />
di ricerca Google. Bisogna segnalare che in questi<br />
mesi sta crescendo il numero di quelli che si sono<br />
stancati del sito fondato nel 2004 negli Stati Uniti da<br />
Mark Zuckerberg allora studente universitario. Sempre<br />
più utenti sono preoccupati delle poche e chiare regole<br />
che tutelano la propria privacy (l’uso dei dati personali)<br />
adottata da Facebook. <strong>Da</strong>l Canada due informatici<br />
di Toronto hanno organizzato lunedì 31 maggio una<br />
“Giornata per l’abbandono di Facebook”, un’iniziativa<br />
alla quale hanno aderito oltre 23 mila utenti che in pochi<br />
giorni hanno cancellato il proprio accaunt sul sito<br />
americano. La condivisione in rete di esperienze e idee<br />
è buona, ma deve avvenire con regole chiare. L’accusa<br />
che i due canadesi rivolgono a Facebook è di non<br />
permettere agli utenti di poter controllare i particolari<br />
anche più privati della loro vita e, soprattutto di usare<br />
questi dati non per far crescere internet come un luogo<br />
di condivisione ma per scopi commerciali. Non sono<br />
rari i casi in cui i dati commerciali, sono fi niti in mani<br />
sbagliate provocando liti personali, licenziamenti. Una<br />
volta digitata la password, si poteva vedere dov’erano e<br />
cosa facevano in quel momento una serie di amici. Scoprire<br />
che alcuni avevano familiarizzato tramite voi, che<br />
altri avevano cambiato le proprie foto per presentarsi<br />
nella società telematica. Una volta entrati in questo<br />
piccolo mondo era diffi cilissimo uscirne. Fino a qualche<br />
mese fa Facebook era una trappola. Se decidevate<br />
che eravate stanchi di far sapere alla vostra cerchia di<br />
amici virtuali dove vi trovavate, cosa stavate leggendo,<br />
potevate disattivare il vostro account., lo mettevate in<br />
stand by ma non lo disattivavate veramente in quanto<br />
le vostre informazioni personali rimanevano sul server<br />
“ per un ragionevole periodo di tempo”, come recitava<br />
la clausola del sito. Inoltre Facebook, nei suoi<br />
documenti dichiara di far uso dei dati per migliorare il<br />
servizio. Come? Fornendo la possibilità ( a pagamento)<br />
alle aziende di individuare meglio il profi lo dei consumatori,<br />
per mirare le pubblicità in base ai gusti. Ma<br />
allora dovremmo chiederci se Facebbok sia pericoloso?<br />
La risposta è no.. Le reti sociali oggi fanno parte del<br />
nostro quotidiano ed hanno fi nalità positive, ci possono<br />
aiutare a crescere e a migliorarci. Ma bisogna saperli<br />
usare, conoscere bene le regole e scegliere i programmi<br />
più interessanti. Per i patiti sfegatati di facebook, che<br />
non cancelleranno mai il proprio profi lo, il consiglio è<br />
leggersi bene le regole del sito. Si potrà così imparare a<br />
difendersi da intrusioni non volute nel proprio spazio.<br />
Buona navigazione a tutti .<br />
ANNO VIII N. 7 - <strong>Luglio</strong> <strong>2010</strong> - Redatto a cura dell’Associazione culturale Onlus “ZONA FRANCA”, Via Arrigo Rossi, 105 - 64029 SILVI MARINA (Te). Direttore Resp. Rosario Di Blasio - Copia omaggio<br />
Mensile di cultura e informazione a diffusione cittadina - Reg. Trib. Teramo n. 14/03 del 27/06/03
2 POLITICA <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Il gatto, la volpe e il povero Pinocchio<br />
Ho sempre ritenuto che la polemica<br />
politica fosse il sale della<br />
democrazia, anzi che la democrazia<br />
stessa imponesse la polemica,<br />
intesa come confronto necessario da cui<br />
trarre alimento per il suo sviluppo. Ho<br />
sempre pure ritenuto importante che<br />
essa restasse su un piano di assoluto rispetto<br />
delle dignità delle persone coinvolte.<br />
Che mai scadesse in scontri personali<br />
, rozzi e incivili. Penso di essermi<br />
sempre adeguato a questo mio convincimento<br />
e di essere riuscito quasi sempre<br />
a conservare rapporti civili con tutti.<br />
Oggi mi trovo ad affrontare una polemica<br />
che ha travalicato i confi ni della<br />
civile dialettica e ha assunto i contorni<br />
di un violento scontro personale. <strong>Da</strong>lle<br />
colonne di “Silvi15” N. 9 del 31 maggio,<br />
per la penna di Federico De Carolis<br />
, è stato lanciato un attacco scomposto e<br />
violento non solo alla mia persona, ma<br />
alla professione che ho esercitato e ad<br />
una intera categoria di lavoratrici e lavoratori<br />
postelegrafonici che hanno<br />
rappresentato, con tanta umiltà, dedizione<br />
, ma con grande orgoglio, un punto<br />
di riferimento sicuro e credibile per<br />
una larga parte della nostra società, soprattutto<br />
quella più debole e indifesa.<br />
Questo per aver, io, espresso un giudizio<br />
non lusinghiero su un supporto audiovisivo<br />
realizzato da Franco Costantini<br />
e Federico De Carolis, intitolato: “<br />
Silvi: ieri, oggi e domani” ed acquistato<br />
dal nostro Comune per un importo di<br />
5.000,00= euro. Volutamente non avevo<br />
aggiunto altro, proprio per evitare<br />
giudizi sulle persone. Non avevo detto<br />
nulla su cosa c’era sotto, come era nata<br />
l’idea, chi l’aveva pensata per primo,<br />
chi l’aveva proposto al Comune e chi,<br />
poi, l’ha saputo vendere, riscuotendone<br />
i benefi ci. Eviterò di affi darmi alla mia<br />
memoria che potrebbe indurmi in qualche<br />
inesattezza. Riporterò testualmente<br />
i resoconti giornalistici di alcuni avvenimenti.<br />
Su “Silvi da leggere” del gennaio<br />
2006, nell’articolo “Prospettive<br />
per un turismo di qualità: il convegno”<br />
che parla del convegno sul turismo<br />
svoltosi a Silvi, presso la sala consigliare,<br />
il 27 dicembre 2005, organizzato dal<br />
consigliere delegato al turismo Dott.<br />
Franco Costantini , si legge: “ Ed una<br />
idea della Silvi del futuro l’ha data l’architetto<br />
Massimo Blasiotti con un effi -<br />
cace cortometraggio che ha ricostruito<br />
la storia urbanistica ed architettonica<br />
della nostra città. Il progetto “Silvi ieri<br />
oggi e domani” che – come ampiamente<br />
sottolineato – è ancora un’idea, ha<br />
rappresentato l’unico momento per affrontare<br />
il tema del turismo sostenibile”.<br />
Sul “Centro” del 4 agosto 2006,<br />
sulla cronaca locale, in un articoletto “<br />
Si inaugura la mostra fotografi ca sugli<br />
angoli più belli di Silvi e dintorni” che<br />
annunciava l’inaugurazione di una mostra<br />
fotografi ca alle ore 21 dello stesso<br />
giorno in piazza dei Pini, leggiamo: “<br />
Inoltre sarà possibile visionare fi lmati<br />
d’epoca su Silvi. Un lavoro realizzato<br />
da Massimo Blasiotti, autore dell’inedito<br />
documentario “Silvi, ieri, oggi e domani”.<br />
Questo video , durante l’anno<br />
scolastico, era stato proiettato anche<br />
presso alcune scuole. Si può desumere<br />
che della sua esistenza fosse informata<br />
una larghissima parte della nostra popolazione.<br />
Sicuramente lo era il Dott.<br />
Franco Costantini. Non sorge spontanea<br />
l’idea di una appropriazione indebita?<br />
Passi l’intenzione di voler realizzare<br />
uno stesso prodotto, ma il titolo? Almeno<br />
quello poteva essere diverso.<br />
Prima di questo, c’era stata un’altra occasione<br />
di collaborazione tra la nostra<br />
coppia e il Comune. Nel 2006 fu ristampato<br />
il libro di Lamberto De Carolis<br />
“ Silvi - storia, folclore, turismo”<br />
con aggiornamento a cura di Federico<br />
De Carolis e Franco Costantini , a spese<br />
del Comune, della cui esatta entità<br />
adesso non mi sovviene. Una operazione<br />
che non aggiunge nulla al grande<br />
valore che il libro aveva già di suo, e al<br />
suo autore, grande poeta e storico di<br />
chiara fama. A proposito da lodare l’iniziativa<br />
del gruppo musicale “ Cafè<br />
Chantant” che ha voluto commemorare<br />
il centenario della nascita di Lamberto<br />
De Carolis dedicandogli una serata in<br />
piazza Marconi. La versione aggiornata<br />
non ha sicuramente guadagnato in prestigio<br />
con la nuova veste grafi ca, molto<br />
più simile a un depliant promozionale<br />
delle agenzie di viaggio. Quella foto<br />
panoramica di copertina è la stessa che<br />
faceva, fi no a qualche tempo fa, da<br />
sfondo all’intitolazione di “Silvi 15”.<br />
Le aggiunte non mi sembrano di una<br />
rilevanza tale da giustifi care l’operazione.<br />
Alcune di esse appaiono poco rigo-<br />
rose dal punto di vista storico. Sullo<br />
sviluppo edilizio di Silvi, realizzatosi<br />
durante i 30 anni della vigenza del Piano<br />
di fabbricazione del 1970, mentre<br />
giustamente si denuncia la disorganicità<br />
degli insediamenti abitativi con le<br />
infrastrutture e i servizi, nessun cenno<br />
viene fatto sull’effetto che quel PDF ha<br />
avuto sul Centro Storico di Silvi Paese,<br />
il cui naturale sviluppo fu colpevolmente<br />
impedito consentendo l’edifi cabilità<br />
solo di quelle pochissime aree ancora<br />
libere all’interno del centro storico stesso.<br />
Neanche un metro quadro in più al<br />
di fuori di esso. Della rinascita della<br />
squadra di calcio, negli anni ’60, come<br />
si può non menzionare Vitaliano Mazzitti<br />
che fu, nello stesso tempo, il braccio<br />
e la mente di quella ricostruzione.<br />
Nella pagina in cui si elencano tutti i<br />
Sindaci di Silvi alcuni cognomi non<br />
sono riportati in modo corretto a dimostrazione<br />
di una certa superfi cialità:<br />
Spirilli per Spitilli, De Virginiis per De<br />
Virgiliis. La eliminazione di alcune foto<br />
molto suggestive ha cancellato quel<br />
fascino e quella percezione di preziosità<br />
che aveva l’originale. L’inserimento<br />
di nuove foto non è stato effettuato con<br />
la dovuta cura e scrupolosità. A pag. 49<br />
, per illustrare il nostro “Ciancialone” è<br />
stata riprodotta la foto delle farchie di<br />
Fara Filiorum Petri! E l’Amministrazione,<br />
che ha pagato, non se ne è neanche<br />
accorto! A Pinocchio, Pinocchio!<br />
Caro Franco, Federico De Carolis non<br />
ricordo di averlo mai incontrato a Silvi<br />
in occasione di questa manifestazione,<br />
ma di te sì. Tu l’hai visto il nostro “ciancialone”,<br />
ed allora? Prima di consegnare<br />
il lavoro alla stampa, possibile che<br />
non ti sei preoccupato di dargli un’ultima<br />
sfogliatina? La cura dell’aggiornamento<br />
non era affi data pure a te? Ci<br />
sono due splendide foto del monumento<br />
di piazza Marconi alle pagine 64 e<br />
68, dove si può avere la conferma che<br />
trattasi del monumento alla Libertà.<br />
Come mai Federico De Carolis sosteneva<br />
che di questa opera scultorea nessuno<br />
a Silvi sapesse a chi fosse dedicata?<br />
Le foto le ha inserite qualcuno a<br />
vostra insaputa? Perdere quel gioiellino<br />
di prefazione di Carino Gambacorta<br />
non è stato un torto fatto a Lamberto De<br />
Carolis? Le lodi erano immeritate?<br />
Caro Franco , queste osservazioni ti<br />
paiono cattiverie belle e buone? perché<br />
prendi per acredine la mia franchezza?<br />
Tutte le volte che mi sono permesso di<br />
muoverti una critica, l’ho sempre fatto<br />
preservando il rispetto per la tua persona.<br />
Perché poi io dovrei pormi la domanda<br />
se ho i requisiti per valutare un<br />
vostro lavoro prima di esprimere un<br />
giudizio, mentre voi vi potete permettere,<br />
nel modo più arbitrario, di descrivere<br />
una persona nel modo come più vi fa<br />
comodo al momento, senza chiedervi se<br />
la conoscete o no. La vostra etica professionale<br />
di giornalisti acclamati non<br />
dovrebbe imporvi un maggiore rigore .<br />
Non dovreste essere più scrupolosi e attenti<br />
a lanciare sospetti senza avere uno<br />
straccio di prova? Non dovreste avere<br />
una devozione per la verità e una simmetrica<br />
repulsione per tutto ciò che non<br />
trova rispondenza nei fatti? Le vostre<br />
capacità dialettiche non dovrebbero<br />
consentirvi di saper dominare una polemica<br />
senza trascendere in atteggiamenti<br />
irriguardosi della dignità personale di<br />
chi vi si contrappone? Non ho mai<br />
odiato o conservato rancore per nessuno.<br />
Per me, chiuso questo articolo, è già<br />
tutto passato. Di Federico De Carolis,<br />
di quello che fa, di quello che pensa non<br />
mi sfi ora neanche il cervello. Non ho<br />
mai avuto occasione di scambiare una<br />
parola con lui. Se mi incontra sono sicuro<br />
che manco mi riconosce. Penso<br />
che non avrò più motivo di pensarlo<br />
giacchè nulla, a Silvi e anche fuori, mi<br />
costringerà a ricordarlo. Con te, caro<br />
Franco, è diverso. Ci conosciamo da<br />
tanto tempo. Abbiamo avuto momenti<br />
in cui siamo stati pure vicini, sia nello<br />
stesso partito che nella stessa amministrazione.<br />
Gli anni, ti assicuro, non mi<br />
hanno incattivito. Anzi adesso guardo<br />
tutto con maggiore distacco e serenità.<br />
E ti confesso che già domani sarei felice<br />
di incontrarti al bar per consumare<br />
insieme qualcosa per dimostrarti che<br />
per me un conto è la polemica, un altro<br />
conto è il rispetto della persona. E magari<br />
spiegarti che, se non fosse divampata<br />
questa polemica, avrei voluto complimentarmi<br />
per i tuoi ultimi editoriali<br />
che ho trovato molto effi caci, responsabili<br />
e onesti intellettualmente.<br />
Leone Spitilli
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
POLITICA<br />
Rajavi tra una vittoria e l’altra<br />
Per celebrare il primo anniversario della grande<br />
rivolta del popolo Iraniano, avvenuta nel giugno<br />
dello scorso anno, ci sono state varie manifestazioni<br />
contro la dittatura religiosa; inoltre in questo mese c’è<br />
stata tanta attesa per la seduda del Consiglio di Sicurez-<br />
za dell’Onu per la quarta risoluzione, che mira a colpire<br />
il cuore del fondamentalismo e del terrorismo iraniano:<br />
la Sepah Passdaran. Per poter camuffare i suoi progetti<br />
guerrafondai, Kamenei aveva bisogno di una grande crisi<br />
internazionale, sia per soffocare la voce dei manifestanti,<br />
sia per minacciare il resto del mondo con la bomba<br />
atomica, due situazioni fondamentali che il regime aveva<br />
L’attuale coalizione che ci amministra galleggia sull’onda lunga delle proprie<br />
contraddizioni. Cose che succedono quando l’opposizione latitante lascia spazio<br />
alle divisioni interne alla maggioranza, cose che succedono quando la politica si<br />
trasforma in un interminabile e inconcludente gioco di scacchi, dove i reali problemi di<br />
Silvi passano decisamente in secondo piano. Il manifesto della neonata lega locale (tra<br />
l’altro subito sconfessato secondo il noto principio di tirare la pietra e scansare la mano)<br />
ci offre un chiaro esempio a tal proposito. I sedicenti lumbard nostrani affermano<br />
che l’attuale Giunta ha dormito, in perfetta coerenza con i copiosi e ignorati manifesti<br />
dell’opposizione, poi sostengono giustamente che il Sindaco è diventato una primula<br />
rossa, ma viceversa si contraddicono criticando l’attivismo del vice- sindaco. Vorrebbero<br />
forse un municipio deserto? Neanche una parola sullo scandalo della lottizzazione<br />
“Le dune” in zona Piomba, forse la causa principale dell’assenteismo del Sindaco che<br />
ormai pensa solo in vario modo a rendere la vita facile ai suoi amici lottizzatori. Ogni<br />
tanto si dimette un assessore, a volte si dimettono burocrati comunali, con motivazioni<br />
diffi cilmente comprensibili da parte dei comuni cittadini. Questa è la gelatina mortale<br />
creduto di poter portare avanti con le crisi inventate dai<br />
suoi servizi segreti. Eppure i tentativi del regime sono<br />
stati vani: i residenti di Ashraf e il popolo della Resistenza<br />
sotto la guida del presidente Maryam Rajavi hanno<br />
dimostrato che ogni giorno possono toglier il respiro<br />
agli Ayatollah. Ecco perchè Iran per ennesima volta ha<br />
cacciato fuori dalla sua manica il problema palestinese<br />
traendo spunto dalla nave di aiuti umanitari assalita alla<br />
striscia di Gaza. Per fortuna i Mullah non hanno ottenuto<br />
nulla da questa crisi inventata perché arriva da parte<br />
del Consiglio di Sicurezza dell’Onu la settima RISOLU-<br />
ZIONE SANZIONATORIA che è l’adozione del quarto<br />
giro di sanzioni che mira a colpire il cuore del fondamentalismo<br />
e del terrorismo iraniano, vale a dire la Sepah<br />
Passdaran e CONTRO IL PROGRAMMA ATOMICO<br />
DI TEHERAN. Questa risoluzione è il frutto di un magistrale<br />
lavoro diplomatico e trasparente del Presidente<br />
Maryam Rajavi, interprete della ferma e decisa volontà<br />
dei residenti del campo di Ashraf . La signora Maryam<br />
Rajavi ha aggiunto che la risoluzione è una risposta necessaria<br />
ma insuffi ciente nei confronti di un regime che<br />
viola palesemente tutti gli standard internazionali e minaccia<br />
continuamente la pace e la sicurezza regionale e<br />
globale con la ricerca della bomba atomica. La risoluzione,<br />
in aggiunta alle sanzioni adottate negli ultimi tre<br />
documenti, vieta l’esportazione di armi pesanti, inclusi<br />
aerei militari, carri armati, artiglieria, missili e armi in<br />
genere. Il 20 giugno c’è stato l’anniversario della tragica<br />
uccisione di Neda Aghasoltan sulle strade di Tehran, e<br />
questo ora rappresenta la volontà del popolo iraniano e in<br />
particolare le donne iraniane per un cambio democratico<br />
in Iran. Lo scorso 26 giugno al meeting annuale della<br />
resistenza vicino Parigi(Taverny) erano presenti più di<br />
centomila sostenitori; c’è da dire che un così gran numero<br />
di dissidenti testimonia il forte legame tra la Rajavi e il<br />
popolo della rivolta iraniana. Erano presenti, inoltre, l’ex<br />
primo ministro spagnolo José María Aznar e l’ex Ambasciatore<br />
USA presso le Nazioni Unite John Bolton.<br />
3<br />
Associazione medici Iran-Italiani<br />
Residenti in Italia Dr. Jamshid Ashough<br />
Grande la confusione sotto il sole di Silvi<br />
La guerra di tutti contro tutti: obiettivo perdere le prossime elezioni<br />
Quando i politici locali, d’opposizione all’Amministrazione<br />
Vallescura, non hanno e non trovano<br />
argomenti d’interesse per i cittadini, ripropongono,<br />
per avere visibilità ed essere alla ribalta, argomenti<br />
ampiamente trattati, discussi e chiariti in tempi passati<br />
sia sulla stampa che nelle sedi appropriate. La linea politica<br />
locale rispecchia esattamente le linee guida nazionali<br />
con indirizzi impartiti dalle diverse sedi di partito.<br />
Ultimamente su alcuni quotidiani ragionali è stata riproposta<br />
la polemica sulla lottizzazione “Le Dune” oggetto<br />
d’interesse negli ultimi quindici anni del Demanio, la<br />
Capitaneria di Porto, la Magistratura, le Amministrazioni<br />
Comunali che si sono susseguite e tutti i cittadini di Silvi.<br />
Si torna a parlare nuovamente di colate di cemento per<br />
la costruzione del complesso residenziale Selene Sirio<br />
Vega, si riparla ancora dell’accordo di programma tra la<br />
società Opera e il Comune di Silvi per mezzo del quale<br />
è stato ottenuto solo una “piccola scuola”, della vivibili-<br />
tà di una cittadina con circa settemila seconde case che<br />
fanno della città stessa un carnaio d’estate e un cimitero<br />
d’inverno. Non si vuole, come diligentemente ha fatto il<br />
partito d’opposizione, ripercorrere la lunga storia trentennale<br />
di quel lotto di terreno in cui sta nascendo “Le<br />
Dune” né tantomeno ricordare le vicissitudini giudiziarie<br />
che nei diversi gradi di giudizio hanno dato ragione<br />
alla società che ora sta realizzando il complesso. Voglio,<br />
invece, con questo piccolo appunto invitare Carlo Tieri,<br />
Giovanni Rocchio, Giuseppe Di Febo, Tommaso Di<br />
Febo e il consigliere regionale Walter Caporale a trovare<br />
argomenti più attuali e non la riproposizione di una<br />
lottizzazione ampiamente discussa, una lunga battaglia<br />
giudiziaria che ha visto l’Amministrazione Comunale<br />
soccombente e una transazione che ha portato ai cittadini<br />
di Silvi un polo scolastico che altrimenti non avrebbero<br />
mai avuto. Nella vita sempre si può ottenere di più ma<br />
spesso si ottiene anche nulla. Penso di interpretare il pen-<br />
che avvolge la possibilità di sviluppo della nostra comunità…. Che cosa dovrebbe fare<br />
in una situazione del genere l’opposizione di centro-sinistra? Per lo meno dovrebbe<br />
proporre un progetto politico alternativo, tipo dimezzare i costi della politica per costruire<br />
un asilo nido, poi iniziare un percorso partecipativo per individuare tempestivamente<br />
il prossimo candidato Sindaco. Di solito la scelta viene fatta furbescamente all’ultimo<br />
momento e di solito risulta perdente. Spero che stavolta il compagno Tommaso<br />
Di Febo, responsabile della fetta più dinamica dell’opposizione, non cada ancora nella<br />
trappola… le primarie di coalizione possono iniziare anche domani, secondo regole<br />
semplici e condivise, magari seguendo il modello originale americano: una sezione<br />
elettorale alla volta, in modo da tenere accesi a lungo i rifl ettori sulla libera competizione<br />
democratica. Lo slogan sarebbe già pronto: Stavolta il Sindaco lo scegli tu! Se<br />
perdiamo anche questa occasione dovremo rassegnarci a un futuro fatto della solita<br />
poltiglia maleodorante, di un altro Vallescura uscito dal nulla e ivi destinato a tornare,<br />
dello stesso monotono primato dei personalismi sugli interessi reali della nostra Silvi.<br />
Roberto Costantini<br />
I lupi cambiano il pelo ma non i vizi<br />
siero di molti dicendo che l’Amministrazione Vallescura<br />
per i suoi cittadini ha ottenuto quanto in quel momento<br />
era possibile. Si vogliono attivare nuovi procedimenti<br />
giudiziari, si vuole bloccare una realizzazione in corso<br />
con diffi de all’Agenzia del Demanio alla Capitaneria di<br />
porto e vari altri espedienti, si faccia pure ma i promotori<br />
se ne dovranno assumere le responsabilità insieme a tutti<br />
coloro che avalleranno tali iniziative di fronte a tutti i<br />
cittadini di Silvi. Credo che sostenere con atteggiamenti<br />
e iniziative oltranziste un pensiero che non è adottato<br />
dalle decisioni della maggioranza non è corretto perché<br />
verrebbe meno il rispetto della volontà della maggioranza<br />
dei cittadini e si violerebbe una regola basilare della<br />
vita democratica. Se speculazione edilizia c’è è partita da<br />
lontano insieme alla cementifi cazione della zona Piomba<br />
e non voluta da Gaetano Vallescura.<br />
Willy Nat
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Eventi estate Silvi <strong>2010</strong><br />
LE TERRRE DEL CERRANO<br />
Manifestazioni<br />
Atri <strong>2010</strong><br />
È<br />
stato presentato uffi -<br />
cialmente ieri pomeriggio,<br />
alla stampa<br />
e alla cittadinanza, il programma<br />
delle manifestazione<br />
estive di Atri. Alcuni tra<br />
i maggiori appuntamenti si<br />
sono già svolti (come il Reportage<br />
AtriFestival) ma<br />
l’amministrazione ha voluto<br />
dare il giusto rilievo al cartellone<br />
<strong>2010</strong> anche quest’anno allestito attraverso un<br />
grosso sforzo organizzativo. Così come è accaduto<br />
negli anni passati la musica sarà la vera protagonista<br />
dell’estate atriana. Concerti e festival condiranno le<br />
serate dei residenti e di chi sceglierà Atri come meta<br />
di vacanze o di un’occasionale visita serale (Piero<br />
Mazzocchetti in concerto 6 luglio - Festival Blues<br />
15, 16 e 17 luglio - Fiorella Mannoia in concerto 24<br />
luglio – Suoni Mediterranei 1, 2 e 3 agosto – Etnorock<br />
7 e 8 agosto – Festival Internazionale “Duchi<br />
Acquaviva” dal 9 al 29 agosto). Ce ne sarà per tutti<br />
i gusti dunque: dalla musica pop a quella sacra; dal<br />
blues all’etno per arrivare al rock più robusto.<br />
Non mancheranno gli appuntamenti con la enogastronomia<br />
(Atri a Tavola 12/13 luglio e 12/13 agosto<br />
– Momenti Di…vini 23/24/25 luglio), con le sagre, il<br />
teatro ed il folklore. <strong>Da</strong> sottolineare che la gran parte<br />
delle iniziative possono essere realizzate grazie all’importante<br />
apporto delle associazioni locali, quali:<br />
“Abruzzo/Ontario”, “Otis Redding”, “PromoEventi”,<br />
“Un Sorriso per la Vita”, “l’Associazione Studentesca”;<br />
“Suoni Migranti”, “Castellum Vetus”, “Amici<br />
della musica”, “Via Libera”, “Tudini”, “Mix Art”,<br />
“Min Fars Hun”, “CARTA”. Le compagnie teatrali<br />
locali ed i Cori cittadini. “Bisogna citarli tutti – dice<br />
l’assessore alla cultura Angela De Lauretis – perché<br />
grazie a loro riusciamo ad imbastire ogni anno un<br />
Programma di rilievo. Atri è ormai un contenitore<br />
culturale importante. Stiamo facendo molto altro ancora<br />
affi nché le sue potenzialità abbiano il rilievo che<br />
meritano. Così come un po’ alla volta stiamo cercando<br />
di allungare la nostra stagione turistica attraverso<br />
la proposta di eventi anche in mesi come settembre ed<br />
ottobre”. <strong>Da</strong> sottolineare, infi ne, che fi no al 29 agosto,<br />
nelle scuderie ducali, nelle sale del Museo Archeologico<br />
e in quelle di Palazzo Acquaviva, sarà possibile<br />
visitare le quattordici mostre fotografi che allestite per<br />
la seconda edizione del Reportage Atri festival.<br />
Carlo Anello<br />
5
6 LE TERRE DEL CERRANO <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Botta e risposta tra l’Associazione Musicale “L.Bernstein”<br />
e l’Assessore alla Cultura A. De Lauretis.<br />
ATRI Botta e risposta nei giorni scorsi tra l’Associazione Bernstein, che sorregge l’omonima orchestra (l’unica composta interamente da abruzzesi),<br />
e l’Assessore alla Cultura del Comune di Atri Angela De Lauretis. Riportiamo di seguito, in ordine cronologico, il primo comunicato stampa dell’Associazione,<br />
la replica dell’Assessore e la controreplica dell’Associazione.<br />
Appello per la salvaguardia<br />
della cultura in Italia, così<br />
l’associazione musicale Bernstein<br />
ha titolato il suo comunicato<br />
stampa in cui fa appello a tutta la<br />
società civile per recuperare la culturalità<br />
italiana. Tra i punti salienti,<br />
esposti in maniera quasi sarcastica<br />
inizialmente, sugli errori da sanare, i<br />
ventilati tagli alla cultura dell’ultima<br />
manovra fi nanziaria senza una vera<br />
selezione sugli sprechi e il diniego<br />
dei fi nanziamenti alle Associazioni<br />
Culturali da parte di Istituzioni a cau-<br />
ASSOCIAZIONE MUSICALE “ L.BERNSTEIN ”<br />
via D. Martella, 8 C.A.P. 64032 ATRI (TE) Tel. 393/3597642 Segreteria artistica per l’Italia PINETO (TE)<br />
Non possiamo fornirvi il Comunicato<br />
Stampa di replica<br />
dell’Assessore, perchè non<br />
ce l’ha inviato; si è letto qualcosa<br />
solo sul quotidiano Il Centro. Forse<br />
l’Assessore De Lauretis l’ha inviato<br />
solo a questo. Comunque, per dovere<br />
di cronaca, lo riportiamo integralmente:<br />
«Parlare a sproposito e fare strumentalizzazioni<br />
politiche utilizzando la<br />
cultura è un grave atto nei confronti<br />
di una città come Atri che esprime<br />
fortemente la vocazione culturale<br />
sa del sistema corruttivo e clientelare<br />
adducendo come scusa le ristrettezze<br />
economiche.<br />
Per questo l’Associazione Bernstein<br />
chiama a raccolta .in un prossimo<br />
convegno dal titolo “L’Italia s’è desta<br />
partendo dall’Abruzzo” tutti coloro<br />
che hanno a cuore la cultura, per non<br />
rendersi complici con “un impotente”<br />
scrollata di spalle, per trovare insieme<br />
soluzioni sul come utilizzare meglio<br />
le forze in una prospettiva di miglioramento<br />
delle condizioni umane di<br />
operare e realizzare iniziative comuni<br />
e turistica». Così replica l’assessore<br />
comunale alla cultura Angela De<br />
Lauretiis (nella foto) all’associazione<br />
orchestrale Bernstein, i cui rappresentanti<br />
avevano contestato l’entità<br />
del contributo di mille euro erogato<br />
dal Comune nei loro confronti, giudicandola<br />
esigua.<br />
«Non ci sembra che si sia trattato di<br />
un’elemosina», tuona l’assessore De<br />
Lauretiis, «per di più l’associazione<br />
Bernstein si costituisce il 27 gennaio<br />
<strong>2010</strong> e si dice atriana, ma inaugura la<br />
sua attività a Pineto, partecipando al<br />
bando per l’erogazione dei contributi<br />
in una interdisciplinarietà di culture<br />
che dia una vera ragione di vita più<br />
che semplici illusioni, perché si deve<br />
“pensare e parlare della nostra cultura,<br />
sul passato, sul presente e considerare<br />
quale futuro ci aspetta” perché<br />
la cultura è importante ed è tutto ciò<br />
che ci circonda, non solo ciò che viene<br />
concesso esporre ai “simpatizzanti<br />
di turno”.<br />
“L’orchestra Bernstein off ende la città”<br />
<strong>Da</strong>l “Il Centro” del 15 giugno <strong>2010</strong> pagina 14 sezione: TERAMO<br />
Meditate gente meditate…<br />
Questa è l’ultima volta che l’associazione Bernstein replicherà, perché non possiamo<br />
continuare a perdere tempo con chi parla a sproposito, il nostro tempo<br />
vorremmo impiegarlo fornendo il nostro impegno culturale ai cittadini. <strong>Da</strong>lla<br />
replica dell’Amministrazione del Comune di Atri emergono assurdità infi nite prodotte<br />
dall’attuale Assessore alla Cultura, non importa a quale colore essa appartenga, cambiano<br />
i colori ma “il vizio politico” rimane sempre lo stesso. Prima prestano il fi anco, poi si<br />
lamentano di sentirsi “sbeffeggiati” da chi invece secondo loro li dovrebbe ammirare,<br />
a quale titolo non si capisce. I nostri Amministratori, dopo una corsa spietata per essere<br />
eletti e sistemati “alla meglio” nelle collocazioni amministrative più assurde per le<br />
loro poco qualifi cabili competenze, accusano gli interlocutori di “parlare a sproposito”<br />
e, dulcis in fundo, accusano chicchessia di “strumentalizzazioni” proprio loro che in<br />
materia ne sono “campioni e primatisti”; l’Associazione Bernstein ha parlato semplicemente<br />
del problema cultura in Italia, portando ad esempio un episodio, è l’Assessore<br />
che ne sta facendo una strumentalizzazione politica tirandola in ballo; l’Associazione<br />
Bernstein non ha colori politici, il suo unico scopo è quello di diffondere la cultura musicale.<br />
Fortunatamente noi musicisti adoperiamo solo gli strumenti musicali che fanno<br />
tanto godere il pubblico e non hanno mai fatto male a nessuno. Sfortunatamente invece<br />
chi dovrebbe comprendere la dignità professionale ed il valore artistico di noi professionisti<br />
comunica coi protagonisti non con incontri chiarifi catori ma solo con infelici<br />
delibere e col continuo “non abbiamo soldi” per voi. Abominevole assurdità è poi quella<br />
di identifi carsi con la città che tentano di amministrare fi no a scomodarla, in questo<br />
caso Atri, prendendosene i meriti e “deviando” ad essa le nostre critiche a lei stessa<br />
Roberto Marchione<br />
emanato dal Comune di Atri a febbraio».<br />
L’assessore spiega inoltre che tra i<br />
criteri di selezione alcuni attribuiscono<br />
diversi punti agli anni di attività<br />
svolta dalle associazioni, sottolineando<br />
che il Comune ha proposto<br />
un contributo, non il pagamento del<br />
concerto. «Ricordiamo inoltre», conclude<br />
l’assessore, «che negli anni<br />
passati a molte associazioni non veniva<br />
attribuito nessun contributo e alcune<br />
percepivano contributi di poche<br />
centinaia di euro, ma mai nessuno ha<br />
sbeffeggiato l’amministrazione».<br />
indirizzate e coinvolgendo in pieno la città con una “immeritata carambola”; l’Associazione<br />
Bernstein si è defi nita da sempre “abruzzese”, perché comprende professionisti<br />
provenienti da tutto l’Abruzzo, perché vuole rappresentare tutte le culture presenti nel<br />
nostro territorio, non solo l’atrianità, questa è stata tirata in ballo solo dall’Assessore<br />
che evidentemente nonostante rappresenti attualmente la cultura atriana non la conosce.<br />
Capire quale triste destino è riservato alla Cultura e cosa si potrebbe fare per unire le<br />
forze delle Associazioni e dei cittadini che vivono i nostri stessi valori culturali è il<br />
motivo che spinge ad invitarvi a partecipare al Convegno in autunno per rifl ettere come<br />
meglio operare ed interagire con iniziative comuni. Verranno date in seguito notizie più<br />
aggiornate per l’organizzazione. Infi ne sia chiaro per tutti ed è da mettere “in giusto<br />
conto” che l’Associazione “Bernstein” non ha tradito Atri, come vorrebbe far intendere<br />
nella stizzosa replica l’Assessore. In Atri essa ha la sua sede legale mentre Pineto é la<br />
sede operativa per tutte le sue attività delle quali la più importante è l’orchestra. Ciò<br />
che più rimane strano è che certe cose la nostra interlocutrice le debba apprendere dai<br />
giornali più che dalla viva voce dei suoi rappresentanti. Il nostro intervento non aveva<br />
nessuna intenzione di mancare rispetto alla città di Atri come invece vuol far credere<br />
l’Assessore De Lauretis; secondo voi chi offende Atri, chi vuole solo ribadire che la<br />
cultura ha bisogno dei giusti spazi e di amministratori lungimiranti o chi si mostra in<br />
pubblico indossando la “amministrativamente sacra” fascia tricolore a mò di scialle?<br />
Meditate gente, meditate…<br />
Associazione L. Bernstein
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Campi scuola di archeologia subacquea<br />
In collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma dal 24/5 al 06/6 <strong>2010</strong><br />
ATRI Ancora un successo la Terza edizione del campo scuola di<br />
Archeologia Subacquea organizzata dall’Istituto di Archeologia Subacquea<br />
del medio Adriatico in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma<br />
tenutasi dal 24 maggio al 6 giugno nello specchio acqueo tra Silvi e Pineto.<br />
ATRI Sono più di cento e sono arrivati<br />
da tutti Italia. Hanno invaso Atri e per una settimana<br />
(dal 2 al 6 luglio) si sono confrontati su tecniche<br />
e nuove frontiere dell’ArteTerapia nell’ambito delle<br />
giornate di Alta formazione denominate: “Altrove<br />
– territori del dubbio e fi gure di confi ne”. “I partecipanti<br />
potevano essere di più – hanno spiegato quelli<br />
dell’organizzazione – ma per motivi logistici abbiamo<br />
dovuto rifi utare numerose richieste di iscrizione,<br />
comunque si tratta di un risultato importante per<br />
la nostra categoria”. Ma di che cosa hanno parlato i<br />
partecipanti a queste giornate atriane? Ce lo spiega<br />
Achille De Gregorio, uno degli artefi ci della scuola<br />
di Alta Formazione: “L’Arteterapia contribuisce alla<br />
diagnosi, alla presa in carico e al trattamento del disagio<br />
psicologico e sociale. Gli interventi possono<br />
avere fi nalità preventive, riabilitative, terapeutiche<br />
o psicoterapeutiche e sono rivolti a differenti utenze:<br />
minori, anziani, disabili, psichiatrici, ammalati<br />
Aids, pazienti oncologici e cardiopatici, inoltre:<br />
nelle dipendenze, nelle condotte trasgressive, nei<br />
disturbi alimentari, nell’area benessere. È una disciplina<br />
che, utilizzando le tecniche e la decodifi ca<br />
dell’arte grafi co-plastica, ha l’obiettivo di ottenere<br />
dall’utente manufatti che racchiudono pensieri ed<br />
emozioni che, messi a fuoco nel percorso di Atelier,<br />
diventano simboli comunicabili”. In pratica musica,<br />
teatro, arti visive e grafi che, mista a tecniche di<br />
LE TERRE DEL CERRANO<br />
Nei campi scuola i partecipanti hanno svolto tutte le fasi di uno scavo subacqueo.<br />
ricerca bibliografi ca, prospezione, trilaterazioni dei massi delle antiche<br />
strutture portuali..<br />
Tale tirocinio fi nalizzato ai crediti formativi universitari, permette ai laureandi<br />
delle facoltà di archeologia di avere un addestramento pratico in un cantiere<br />
archeologico subacqueo.<br />
Giornate di studio di ArteTerapia<br />
Gianna Di Pietrantonio ARCHEOSUB HATRIA<br />
L’assessore provinciale Di Giacinto:<br />
“Sulla strada provinciale 553 mai più interventi a tampone”<br />
ATRI<br />
Continua il botta e risposta riguardo<br />
lo stato delle Strade Provinciali insite nel<br />
territorio atriano tra l’Assessore Provinciale al Bilancio,<br />
l’atriano <strong>Da</strong>vide Calcedonio Di Giacinto, e<br />
il Segretario comunale atriano di La Destra Roberto<br />
Marchione. Così l’Assessore Di Giacinto: “Per<br />
quanto riguarda la strada provinciale 553, che<br />
attraversa la zona dei Calanchi di Atri, con particolare<br />
riferimento alle due frane indicate nell’articolo<br />
nel numero precedente, si fa presente che per<br />
la prima, verifi catasi lungo i tornanti, è già stata<br />
approvata la perizia di spesa per un importo di 90<br />
mila euro e che si sta procedendo per l’assegnazione<br />
delle gara d’appalto. Per quanto riguarda,<br />
invece, la seconda frana, in prossimità del bivio<br />
per Cellino, sono stati stanziati 110 mila euro nel<br />
bilancio di previsione del <strong>2010</strong>. Quindi ora, con<br />
l’approvazione della progettazione esecutiva e del<br />
documento di programmazione economica da parte<br />
del Consiglio (la seduta si è tenuta il 25 maggio)<br />
si procederà alla gara”.<br />
Diversa la situazione che si registra sulla provinciale<br />
Atri-Pineto dove il danno alla strada è stato<br />
provocato da una ditta privata che stava lavorando<br />
ad uno “sbancamento” come spiega l’assessore alla<br />
viabilità, Elicio Romandini : “Abbiamo eseguito<br />
un primo intervento di consolidamento e abbiamo<br />
chiesto alla ditta, di ripristinare lo stato dei luoghi<br />
in ogni caso, se si dovesse arrivare ad un contenzioso,<br />
interverremo direttamente salvo procedere<br />
con un atto di rivalsa contro chi ha procurato il<br />
danno”<br />
Sull’argomento interviene anche l’assessore al bilancio,<br />
<strong>Da</strong>vide Di Giacinto, che da cittadino atriano<br />
conosce bene la realtà del territorio: “Siamo di fronte<br />
a problemi storici, sulle cui cause non si è mai<br />
intervenuti con progetti risolutivi e oggi paghiamo<br />
errori del passato. E’ un territorio che proprio per<br />
le sue caratteristiche ambientali ed orografi che è<br />
soggetto a continui processi di dissesto idrogeologico<br />
per questo è necessaria una particolare attenzione<br />
mentre vanno evitati, come più volte accaduto<br />
in passato, interventi tampone che fi niscono per<br />
aggravare la situazione”.<br />
Qualche giorno dopo è arrivata la controreplica del<br />
Segretario Marchione del partito La Destra: “Le<br />
somme stanziate per la Sp 553 sicuramente sono<br />
importanti ma, come purtroppo ha giustamente ricordato<br />
l’Assessore, saranno suffi cienti solo per le<br />
due zone più colpite, mentre tutta la strada avrebbe<br />
bisogno di un completo “restyling” viste le condizioni<br />
in cui si trova per le errate modalità di manutenzione<br />
tenute negli anni passati dalle Amministrazioni<br />
di centrosinistra.<br />
Devo aggiungere anche che, nonostante questo gli<br />
sia costato smentirsi da solo, in quanto ha dichiarato<br />
che non si sarebbero mai più fatti interventi<br />
tampone o semplice stesura d’asfalto come purtroppo<br />
veniva fatto in passato, fi nalmente, almeno<br />
per l’inizio della stagione estiva è stato steso an-<br />
cora una volta l’ asfalto sulla Sp 28 Atri – Pineto,<br />
per alleviare le problematiche del tratto “incriminato”,<br />
e qui devo fare un passo indietro anch’io<br />
rispetto a ciò che avevo detto nello scorso nume-<br />
ro, riconoscendo sensibilità verso la Città di Atri<br />
dell’Assessore Di Giacinto, vista l’importanza che<br />
ha quella strada anche e soprattutto nel periodo<br />
estivo per il fl usso turistico verso la nostra cittadina.<br />
Spero che tutti i lavori di cui abbiamo parlato<br />
vengano completati al più presto per il bene della<br />
nostra comunità”.<br />
Rosario Di Blasio<br />
rosariodiblasio@libero.it<br />
psicoterapia concorrono tutte insieme alla diagnosi<br />
e alla cura di svariati problemi. Sono state cinque<br />
giornate dense di appuntamenti, durante le quali i<br />
partecipanti hanno appreso tecniche, dibattuto tesi<br />
e si sono confrontayi sulle tematiche della nuova<br />
professione. “Abbiamo scelto Atri – conclude De<br />
Gregorio – per la sua bella posizione e per una serie<br />
di progetti che potrebbero essere realizzati in questa<br />
cittadina. Stiamo pensando anche all’apertura di<br />
una scuola di Arteterapia”.<br />
Carlo Anello<br />
Uffi cio Stampa Comune di Atri<br />
7
8 LE TERRE DEL CERRANO <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Per la XIX “Serata sotto le Stelle”<br />
Torna ad Atri Giselda Maugeri<br />
ATRI L’attesa “Serata sotto le<br />
Stelle” che si svolge ad Atri ogni anno il 10<br />
agosto, a grande richiesta ospiterà anche per<br />
l’edizione <strong>2010</strong> la cantante romana Giselda<br />
Maugèri, che tanto successo riscosse lo scorso<br />
anno. Per la prima volta l’elegante spettacolo<br />
musicale, dedicato alla musica d’altri tempi,<br />
alla poesia e alle tradizioni locali, si svolse in<br />
una cornice nuova e mai utilizzata in Atri, il<br />
Largo dei Faugni, proprio nell’area retrostante<br />
il complesso basilicale del Duomo. Fu una<br />
rivelazione anche per gli stessi atriani che<br />
scoprirono così un altro angolo suggestivo<br />
che la città offre per lo svolgimento di serate<br />
particolarmente romantiche. Giselda Maugèri<br />
è cantante affermata e nel concerto dell’anno<br />
scorso conquistò letteralmente il numeroso<br />
pubblico accorso da tutta la regione per<br />
assistere ad uno spettacolo di grande classe.<br />
La conduzione della serata sarà affi data<br />
come sempre al prof. Tommaso Antonelli,<br />
simpaticissimo intrattenitore e autentico<br />
professionista del microfono. Al pianoforte<br />
conduttore siederà il Maestro Concezio<br />
Leonzi, a cui è affi dato il delicato compito<br />
di preparare i cantanti e gli arrangiamenti<br />
dell’intero programma musicale. L’orchestra<br />
“Mino’s Quintet”, così chiamata in onore del<br />
celebre batterista atriano Mino Spezialetti,<br />
sarà composta da Gregorio Cocciarfi cco (sax),<br />
Emanuele Carulli (chitarra), Concezio Leonzi<br />
(pianoforte conduttore), Luigi Bosica (basso)<br />
e Mino Spezialetti (batteria). L’organizzazione<br />
della serata, guidata dall’instancabile presidente<br />
Piero Marcone, è affi data ai signori Antonio<br />
Manco, Vittorio Mazziotti, Enrico Di Nardo<br />
Di Maio e Raffaele Pavone, ai quali va il<br />
ringraziamento degli appassionati della buona<br />
musica e della cultura locale.<br />
Luigi Colantonio<br />
“La carrozzina strumento<br />
di relazione della persona”<br />
Ad Atri, un convegno organizzato dall’Associazione Aiutabile<br />
ATRI<br />
L’Associazione “Aiutabile” di<br />
Atri, da sempre impegnata nella tutela dei diritti dei<br />
diversamente abili e grazie all’instancabile Presidente<br />
Concezio Del Principio, ha organizzato il 5 Giugno<br />
scorso, un importantissimo Convegno, moderato<br />
dal bravo Giornalista RAI Umberto Braccili, che<br />
nella sua straordinaria professionalità Giornalistica,<br />
dedica nei suoi servizi sempre spazio ai problemi sociali<br />
e soprattutto alla disabilità, questo convegno è<br />
il terzo organizzato dall’associazione dal titolo” La<br />
carrozzina: Strumento di Relazione della Persona”,<br />
tutto questo per richiamare l’attenzione, sulle problematiche<br />
riferite ai disabili, un incontro che ha<br />
voluto affrontare ancora una volta il problema della<br />
disabilità.<br />
Dobbiamo rifl ettere sul fatto che effettivamente un<br />
disabile ogni giorno, vive la sua impresa olimpionica<br />
per conquistarsi un piccolo posto sul podio della<br />
vita.<br />
Qui però non si tratta di un gioco, ma spesso è in gioco<br />
la sicurezza delle persone, non è una bella competizione<br />
alla quale si partecipa per il piacere della<br />
sfi da, ma si gareggia quotidianamente per non essere<br />
dimenticati da una società che sembra non voler proprio<br />
vedere.<br />
Vedere l’uomo al di là dell’handicap, signifi ca vedere<br />
nell’ handicap l’uomo; non la visione dell’uomo<br />
secondo quello che rappresenta e dimostra agli altri,<br />
ma secondo le sue esigenze.<br />
Rosario Di Blasio rosariodiblasio@libero.it<br />
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<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
PINETO C’è un luogo, a Pineto, che da sempre<br />
chiamiamo “pinetuccia”. Oggi è raro che qualcuno<br />
vi sosti, che lo percorra a piedi e che, da lì, ammiri<br />
il panorama. Il motivo è semplicissimo. La pinetuccia<br />
è malridotta, invasa da sterpaglie ed erbacce, apparentemente<br />
moribonda. Senonchè - e per fortuna! – alcuni<br />
se la ricordano viva e dispensatrice di autentico<br />
ristoro. Nel precedente numero, dentro “L’importanza<br />
di chiamarsi… zio”, ho accennato al libro composto e<br />
limato da Iezzi Ernesto dal titolo “Pineto – Percorso<br />
storico e naturalistico”. Esso – come l’autore ha avuto<br />
il modo di precisare nel corso di un’affollatissima e<br />
interessante presentazione - è il frutto delle fatiche di<br />
molti ricercatori e studiosi i cui testi Iezzi ha saputo<br />
“collazionare”, apponendo puntuali osservazioni e<br />
circostanziati rilievi. Fra i suoi intendimenti principali,<br />
ne ho ravvisato uno in fi ligrana: rammentare ai “frettolosi”<br />
– ovvero a coloro che hanno perduto gli occhi<br />
– che abbiamo a disposizione pochissimo tempo. Già,<br />
signori miei, poco tempo per ripensare le direttrici di<br />
uno sviluppo che non comporti il deterioramento dell’ambiente,<br />
poco tempo per delineare una strategia<br />
che sappia condurci all’arricchimento del territorio attraverso<br />
la valorizzazione delle sue peculiarità e poco<br />
tempo per sentirci ancora padroni delle nostre audaci<br />
scommesse. Vi preme scongiurare il pericolo che i nostri<br />
paesaggi mutino radicalmente e irreversibilmente?<br />
Bene, osservate la copertina del libro, allora! Ciò che<br />
dobbiamo fare – e ce l’avete in primissimo piano – è<br />
imitare i girasoli e decifrare il cielo. Vi scopriremmo,<br />
qualora ce ne fossimo dimenticati, la più straordinaria<br />
fonte di energia di cui conviene avvalersi. E ciò, grazie<br />
a Dio, potrebbe fornirci gli stimoli per rispondere<br />
all’appello che sembra lanciare ogni giorno la mitica<br />
Torre di Cerrano. Sì signori, perché da lì si avvistano,<br />
oramai sono decenni, gli avamposti di un nemico che<br />
perlustra la zona e si avvicina alla costa spacciandosi<br />
per un nerboruto alleato che vuol darci una mano. Senonchè,<br />
a Termoli, uno simile l’han chiamato “Rospo”<br />
e nulla esclude che, a rimorchio dei primi, ne arrivino<br />
anche da noi ad appestare l’aria e a disgustare i girasoli!<br />
Ciò che dunque ci compete di mettere in campo<br />
è una scrupolosa attenzione verso ciò che rende piacevoli<br />
e ameni i luoghi della nostra infanzia. Perché<br />
non vogliamo che diventino i “luoghi della memoria”,<br />
bensì un giardino per chi verrà dopo di noi. Non credo<br />
vi sorprenda, a questo punto, che atriani, pinetesi<br />
e silvaroli – citati rigorosamente in ordine alfabetico<br />
– stiano concertando un impegnativo itinerario per<br />
fare delle Terre del Cerrano un sito Unesco. Il comprensorio<br />
da valorizzare e da proteggere, beninteso,<br />
includerebbe la stupenda frazione collinare di cui vi<br />
accennavo poc’anzi, nonché la moribonda pinetuccia.<br />
In sintesi, si tratta di una “prova d’orchestra” e perché<br />
l’impresa decolli occorrono strumenti accordati e<br />
una superlativa esecuzione. Sabato 26 giugno, presso<br />
Villa Filiani, a Pineto, si è tenuto un incontro volto<br />
ad esplorare le possibilità di un percorso condiviso<br />
al fi ne di conseguire l’ambitissimo riconoscimento.<br />
Parecchie le Autorità chiamate a partecipare e numerosi<br />
gli interventi calibrati sul tema. Ma, al di là delle<br />
meritevolissime iniziative messe in atto dai soggetti<br />
istituzionali, conviene sottolineare che per pervenire<br />
ad un disegno di riassetto del territorio che guarisca<br />
i “frettolosi” e li induca a compiere soste ristoratrici,<br />
c’è bisogno che gli occhi di ciascuno di noi tornino<br />
fi nalmente a GUARDARE. Qualora non trovaste il<br />
modo di inerpicarvi sulla Torre e improvvisarvi sentinelle,<br />
vogliate salire sulla menzionata “pinetuccia”<br />
e, lì, abbiate il cuore di opporvi a chi vuole renderci<br />
maleodorante il futuro. Ciò che posso assicurarvi<br />
– avendolo constatato più volte di persona – è che non<br />
troverete un rovo che protesti, un’erbaccia che si metta<br />
in mezzo o un cespuglio che convintamente voglia<br />
sbarrarvi la strada. Se anzi affi nate l’udito, sentirete<br />
un fruscio e, dopo un po’, il mare parlarvi. Vedete,<br />
quella tavola azzurra che pulsa - unitamente ai dolci<br />
rilievi che vi compaiono davanti - è lo sponsor più<br />
LE TERRE DEL CERRANO 9<br />
Cerrano ci darà una mano!<br />
entusiasta del progetto “Terre del Cerrano-sito Unesco”.<br />
Ecco perché sussurra in direzione dei suoi verdi<br />
balconi chiamando sul nastro di partenza Atri, altera<br />
regina dei colli. Se fi n qui avete scorso la poesiola<br />
del “come sarebbe bello se…”, non guasta, adesso,<br />
che possiate valutare una concreta proposta la quale<br />
ci veda impegnati e… protagonisti. Ebbene, esistono<br />
svariate Associazioni ad Atri, a Pineto e a Silvi. Facciamo<br />
in modo di interconnetterle, se possibile di legarle<br />
o addirittura fonderle in vista di un obiettivo che<br />
ci accomuni. Come ben sapete, parecchi angoli del<br />
nostro territorio sono trascurati o, addirittura, lasciati<br />
in abbandono. L’Associazione che caldeggio – una<br />
serie di “squadriglie” che volontariamente rinunci ad<br />
ogni connotazione partitica – potrebbe armarsi di roncole,<br />
falcetti, falcioni e rastrelli. Sì signori, per delle<br />
“pedalate ecologiche”, ad esempio, che includano le<br />
soste tanto auspicate. Vogliate immaginare come prima<br />
“missione” la bonifi ca della pinetuccia. Raccolti i<br />
mezzi idonei e messe a frutto le prevedibili donazioni<br />
di enti e aziende - nonché di privati cittadini - si potrebbe<br />
partire di buon mattino sulle nostre dimenticatissime<br />
due ruote e far tappa nel sito menzionato. Tre,<br />
quattro ore di sudore e poi le volontarie a rifocillare le<br />
squadriglie. Nulla di strano, avveniva cinquant’anni fa<br />
e pare non fosse una fatica avara! Consumato il pasto<br />
in allegria, ci sarebbero energie per altre cinque, sei<br />
ore di lavoro. Voi cosa pensate che ammireremmo, la<br />
sera, se fossimo in cento? Io credo un piccolo giardino<br />
che ci farebbe venir voglia di ripetere l’esperimento.<br />
Del resto, Silvi o Atri non hanno anche loro amene,<br />
impolverate “pinetucce”? Be’, forse penserete che io<br />
difetti di senso pratico e conoscerete meglio di me le<br />
mappe catastali della zona e come son combinati i<br />
terreni. C’è una cosa che però mi colpisce. Sento in<br />
giro che molte domeniche sono vuote. Io credo che salirei<br />
in bicicletta, se fosse per manovrare una roncola<br />
e far fuori un’erbaccia. Specie, signori, se l’erbaccia<br />
dovesse impedire al futuro di specchiarsi nel mare.<br />
Voi avete una bicicletta? Scommetto pure dei fi gli. O<br />
dei nipoti, è lo stesso. Ebbene, insegnamo loro dove<br />
si trovano i giardini. E che i proprietari, a volte, possono<br />
anche annoiarsi a non ricevere mai visite e a non<br />
avere per casa rumorose comitive. Lo so, vi sembrano<br />
sciocchezze. Per parte mia, avendo scorrazzato lungo<br />
quella pineta quand’ero bambino, prego solo che<br />
a qualche sconsiderato impegnato nel tornante non<br />
venga in mente di buttare un cerino!<br />
Tino Ferretti tinoferretti@tiscali.it
10 L’ABRUZZO RACCONTA <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Abruzzo Racconta a Civitella Del Tronto<br />
CIVITELLA DEL TRONTO – Prosegue<br />
il nostro viaggio nei borghi più<br />
belli del teramano, dopo aver fatto<br />
tappa nello scorso numero a Campli,<br />
vi portiamo a Civitella Del Tronto.<br />
La Storia<br />
La nascita del borgo è fatta risalire al<br />
IX-X sec., periodo dell’ “incastellamento”,<br />
quando, per sfuggire alle razzie<br />
barbariche, le popolazioni cercavano<br />
luoghi meglio difendibili, come<br />
lo sperone roccioso su cui è sorta “Tibidella”:<br />
così il posto risulta chiamarsi,<br />
in latino pedestre, in un rogito notarile<br />
del 1001. Nel 1069, si ha notizia<br />
che il nobile Gualtiero è rinchiuso<br />
dal conte di Loretello nel carcere di<br />
Civitella: segno dell’esistenza di una<br />
prima struttura fortifi cata che, da castello<br />
e rocca, si trasformerà poi, alla<br />
fi ne del XIII sec., in munita fortezza:<br />
così vogliono infatti gli Angioini, posizionando<br />
a pochi km da qui il confi<br />
ne fra il Regno di Napoli e lo Stato<br />
Pontifi cio. <strong>Da</strong>l 1443 al 1516, dominazione<br />
aragonese. Nel 1557, l’assedio<br />
posto da Francesco di Lorena, duca di<br />
Guisa e maresciallo di Francia, pone<br />
in rilievo le potenzialità della fortezza,<br />
che rimane inespugnata; nel 1559<br />
il Re di Spagna Filippo II attribuisce<br />
a Civitella l’appellativo di Fedelissima,<br />
esentando dal pagamento delle<br />
tasse per quarant’anni le famiglie<br />
con moglie civitellese; gli spagnoli<br />
demoliscono le preesistenti fortifi -<br />
cazioni angioine e aragonesi, ormai<br />
superate dalle nuove tecniche militari<br />
d’assedio che prevedono l’uso dei<br />
cannoni, e ricostruiscono la fortezza<br />
così come ci appare oggi. Nel 1734,<br />
dalla dominazione asburgica si passa<br />
a quella borbonica, che durerà fi no<br />
all’Unità d’Italia nel 1861. Nel 1806,<br />
dopo quattro mesi di assedio l’armata<br />
napoleonica riesce a far capitolare<br />
l’esiguo presidio borbonico guidato<br />
dal maggiore irlandese Matteo Wade,<br />
al quale i Borboni dedicheranno in seguito<br />
un monumento. Nel 1860-1861,<br />
Garibaldi con l’approdo siciliano favorisce<br />
la caduta borbonica e tutta<br />
l’Italia è percorsa da moti insurrezionali<br />
e sentimenti unitari; solo Civitella,<br />
la “Fedelissima”, al grido di “viva<br />
Francesco, morte a Vittorio Emanuele”<br />
oppone un’ostinata resistenza alle<br />
truppe piemontesi; la fortezza cade il<br />
20 marzo 1861 ed è l’ultima roccaforte<br />
a togliere la bandiera gigliata dei<br />
Borboni, quando erano già cadute le<br />
piazze di Messina e Gaeta.<br />
Strette “rue” e spesse mura<br />
Un cucuzzolo guerriero sospeso tra<br />
mare e monti: questo sembra Civitella<br />
del Tronto. Elevato su un possente<br />
masso granitico sulla strada che congiunge<br />
Ascoli e Teramo, il borgo è<br />
capace di stupire in ogni stagione, sia<br />
quando i boschi sui fi anchi dei monti<br />
s’incendiano di colori decisi, sia<br />
quando l’inverno spruzza di neve le<br />
tegole. Panorami tersi e infi niti incorniciano<br />
i resti della cerchia muraria<br />
del XIII secolo che caratterizza questa<br />
città-fortezza, baluardo settentrionale<br />
del Regno di Napoli al confi ne<br />
con lo Stato Pontifi cio.<br />
Cominciamo dunque la visita dalla<br />
Fortezza, edifi cata dagli spagnoli<br />
nella seconda metà del XVI secolo<br />
e incastonata in cima al paese come<br />
un’acropoli. Importante opera d’ingegneria<br />
militare, con i suoi 500 metri<br />
di lunghezza e 25mila metri quadri<br />
di superfi cie è tra le fortifi cazioni più<br />
grandi d’Europa. Il ponte levatoio, i<br />
bastioni, i camminamenti, le piazze<br />
d’armi, gli alloggiamenti militari, le<br />
carceri, le polveriere, i forni, le stalle,<br />
le cisterne, il palazzo del Governatore,<br />
la chiesa di San Giacomo, attirano<br />
ogni anno migliaia di visitatori. La<br />
sentinella del Regno di Napoli faceva<br />
anche da guardia al sottostante borgo,<br />
dove oggi pacifi camente ci si può<br />
perdere nelle stradine – chiamate alla<br />
francese “rue” – tra le quali pare vi<br />
sia la più stretta d’Italia: la “ruetta”.<br />
Il passaggio dei lapicidi comacini e<br />
lombardi - i “magistri vagantes” già<br />
distintisi nell’Ascolano – ha lasciato<br />
nelle robuste architetture degli elementi<br />
ricorrenti che le rendono più<br />
gentili. Tra gli edifi ci di culto, è da vedere<br />
innanzitutto la Collegiata di San<br />
Lorenzo della fi ne del XVI secolo, a<br />
croce latina e con la facciata a doppia<br />
coppia di lesene trabeate; all’interno<br />
custodisce notevoli dipinti del<br />
XVII secolo. Quasi contemporanea<br />
è la chiesa di San Francesco, recentemente<br />
restaurata, con la sua torre<br />
campanaria, il pregevole rosone della<br />
facciata, l’interno barocco, il coro<br />
ligneo del Quattrocento. La piccola<br />
chiesa di Santa Maria degli Angeli<br />
è detta anche “della Scopa” per via<br />
della Confraternita che vi s’insediò;<br />
risale al XIV secolo, è affrescata e accoglie<br />
una scultura lignea del Cristo<br />
morto di grande pathos. Quanto agli<br />
edifi ci civili, spicca su tutti il Palazzo<br />
del Capitano del XIV secolo, che<br />
mostra in facciata le cornici marcapiano<br />
fi nemente intagliate a soggetto<br />
naturalistico con lo stemma degli<br />
Angiò. Infi ne, il monumento funebre<br />
di Matteo Wade in marmo di Carrara<br />
del 1929, in Largo Rosati. Fuori le<br />
mura, merita una visita il Convento<br />
di Santa Maria dei Lumi, così detto<br />
per i misteriosi avvistamenti di luci,<br />
eretto nella prima metà del Trecento<br />
dai francescani e ancora condotto dai<br />
Conventuali, con all’interno l’effi ge<br />
in legno policromo e dorato della Madonna,<br />
della seconda metà del Quattrocento,<br />
e il chiostro conventuale. Il<br />
complesso abbaziale di Montesanto,<br />
tra i primi centri benedettini d’Abruzzo<br />
(VI secolo) è posto su un colle a<br />
coronamento del borgo.<br />
Oltre che per l’artigianato locale (ferro<br />
battuto, legno tornito e ceramica)<br />
Civitella è nota per essere un paradiso<br />
di sapori. Salumi, formaggi, patate,<br />
legumi, olio e biscotti, ma anche<br />
tartufi neri, funghi e cinghiale, sono a<br />
disposizione dei buongustai.<br />
<strong>Da</strong> una cucina essenziale, tanto negli<br />
ingredienti quanto nelle preparazioni,<br />
com’è naturale in un ambiente militarizzato,<br />
proviene un piatto originale,<br />
le ceppe: sorta di maccheroni ottenuti<br />
all’inizio con un impasto di sole farina<br />
e acqua, cui nel tempo si sono aggiunte<br />
le uova. Il nome fa riferimento<br />
al bastoncino - la “ceppetta”, oggi sostituita<br />
da un fi l di ferro - intorno alla<br />
quale si avvolgevano piccole porzioni<br />
d’impasto per poi sfi larle in forma di<br />
maccheroni. Un buon ragù, e la magia<br />
è in tavola. Tra i secondi piatti, il fi letto<br />
alla Borbonica prevede una fetta di<br />
pane e una spessa fetta di carne, mozzarella<br />
e acciughe, il tutto insaporito<br />
dal vino marsala; lo spezzatino (o il<br />
pollo) alla Franceschiello è fatto con<br />
pollo, agnello, salsa, piccante, sottaceti<br />
e vino bianco.<br />
Rosario Di Blasio<br />
rosariodiblasio@libero.it
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Estate, tempo di vacanze, anche per la Trasmissione<br />
“ Buongiorno Regione” che dal<br />
18 Giugno scorso, ha chiuso la lunga stagione<br />
2009 -<strong>2010</strong>, Tutti i giorni, un grandissimo<br />
lavoro da parte di Giornalisti, operatori, Tecnici<br />
della Produzione, specializzati di studio, insomma<br />
per tutti i dipendenti della Sede Rai di Pescara. Anche<br />
quest’anno, la trasmissione, ha fatto registrare<br />
punte di ascolto, grazie ai tanti appuntamenti al suo<br />
interno, il meteo, la viabilità, la rassegna stampa,<br />
due edizioni del telegiornale, la rubrica di cucina, il<br />
proverbio del giorno con L’antropologa Lia Giancristoforo,<br />
poi l’album della memoria, che per diverse<br />
mattine ci ha fatto rivivere momenti che appartengono<br />
al passato, quel passato custodito nelle<br />
teche della sede Rai Abruzzese, non dimentichiamoci<br />
poi anche di altre rubriche che sono andate in<br />
onda all’interno dei Telegiornali, come “ Lo dico al<br />
Tgr Abruzzo” curata da Umberto Braccili, “TGR<br />
SOLIDARIETA’ “ con Angela Trentini, “SPOR-<br />
TELLO DEL LAVORO” con Donatella Speranza e<br />
poi “ I LUOGHI DELLO SPIRITO” di Ennio Bel-<br />
L’ABRUZZO RACCONTA 11<br />
“Buongiorno Regione” va in vacanza<br />
Metti una sera in montagna,<br />
dove? Naturalmente nel<br />
suggestivo borgo del teramano<br />
a Castelli, dove in ogni angolo<br />
c’è cultura, proprio Nel fantastico<br />
salotto di Piazza Roma, a Castelli,<br />
un incontro con lo scrittore, scultore,<br />
alpinista, ... Mauro Corona e il Vice<br />
Direttore del TG5 Toni Capuozzo,<br />
per discutere del crescente fenomeno<br />
dello spopolamento della montagna e<br />
dei privilegi e delle privazioni che la<br />
vita nelle zone montane comporta. Rifl<br />
essioni, spunti, aneddoti di un uomo<br />
che in parte deve le sua popolarità e il<br />
suo estro alla montagna. Mauro Corona,<br />
ha scritto un libro davvero molto<br />
interessante, si chiama “ IL CANTO<br />
DELLE MANERE” un volume che<br />
ripercorre La dolcezza della vita nei<br />
Una sera in montagna<br />
boschi, la vendetta della Natura offesa<br />
– La manéra è la scure dei boscaioli<br />
di Erto. Nessuno come Santo della<br />
Val, che abbiamo già incontrato in<br />
Storia di Neve, ne conosce il fi lo della<br />
lama, l’equilibrio del manico, nessuno<br />
come lui sa ascoltare il canto che si<br />
alza dalle manére quando i boscaioli<br />
entrano a far legna nei boschi. Santo<br />
è il migliore tra di loro, il bosco è la<br />
sua vita, ma la violenza del sangue lo<br />
costringe alla fuga dal paese per cercare<br />
fortuna tra le ricche foreste dell’Austria.<br />
Nuovi amici e nuovi amori,<br />
pentimenti e bramosie dell’animo,<br />
fi nché Santo, dopo l’eccezionale incontro<br />
con il grande scrittore Hugo<br />
von Hofmannsthal, sentirà imperioso<br />
il richiamo della propria terra. Un<br />
romanzo forte, un’epica quotidiana<br />
ritmata, come un poema dei boschi,<br />
dal battere delle lucenti manére. “Occorre<br />
sapere che ogni albero è buono.<br />
Non fa niente a nessuno, un albero,<br />
sta fermo in piedi, massimo muove<br />
la punta nel vento. Ma se uno con la<br />
scure gli tira via la natura, che è quella<br />
di stare in piedi, l’albero si muove.<br />
E muovendosi senza gambe, perché le<br />
ha tagliate, cade giù. Allora bisogna<br />
saper dove cade, farlo andare al posto<br />
giusto, se no batte e torna indietro con<br />
una forza che rompe il mondo.” Lo<br />
sa bene quanto sia pericoloso il suo<br />
mestiere Santo Corona della Val Martin,<br />
il più grande dei boscaioli, colui<br />
che è capace di recidersi di netto una<br />
striscia di peli dal polpaccio senza<br />
intaccare la carne con un solo colpo<br />
della sua manéra, l’ascia che per lui<br />
e tutti gli altri taglialegna è come la<br />
spada per il samurai. Se esiste ancora,<br />
nella narrativa contemporanea, uno<br />
spazio per l’epica, un’ampia porzione<br />
di questo territorio è occupata dall’opera<br />
di Mauro Corona. L’epica di<br />
Corona è spontanea, non è costruita<br />
e atteggiata secondo le pose postmoderne;<br />
è la voce profonda di un mondo<br />
in via di estinzione ma che ancora<br />
ha la forza di testimoniare la sua antica<br />
esistenza arcaica e brutale, eppure<br />
pervasa di una poesia della natura<br />
capace di incanto e di imprevedibili<br />
dolcezze. Santo della Val è il classico<br />
eroe vittima del proprio orgoglio: per<br />
orgoglio si rovina la vita costringendosi<br />
ad abbandonare il paese natale<br />
e a errare nell’Esempòn – ovvero in<br />
terra straniera –, randagio per i boschi<br />
dell’Austria, per orgoglio deve alzare<br />
ogni volta la posta delle sue sfi de, per<br />
orgoglio rinuncia all’amore, per orgoglio<br />
è destinato a non trovare mai<br />
pace. Il mondo di Corona, che sempre<br />
più lettori hanno imparato a conoscere<br />
e amare, il mondo dei monti aspri,<br />
lucci, ma anche “ IL SETTIMANALE” del Sabato,<br />
davvero un lavoro straordinario, che continua ogni<br />
giorno con i consueti appuntamenti radiofonici delle<br />
7:20 e delle 12:10, poi le edizioni televisive del<br />
TGR Abruzzo delle ore 14:00, delle 19:35 e infi ne<br />
l’ultima edizione della giornata intorno alle 23:00.<br />
Ma torniamo a “ Buongiorno Regione “ che per otto<br />
mesi ha tenuto compagnia ai telespettatori abruzzesi,<br />
fornendo le informazioni di servizio, le ultime<br />
notizie della notte, la rassegna stampa, le inchieste,<br />
le rubriche e offrendo un ampio panorama degli<br />
eventi della giornata. “Un appuntamento - dice il<br />
caporedattore Domenico Logozzo in una nota - al<br />
quale gli abruzzesi si sono dimostrati particolarmente<br />
affezionati,confermando l’attenzione per<br />
l’informazione locale,che in Abruzzo,all’indomani<br />
del disastroso terremoto,ha dato prova di grande<br />
professionalità,di tempestività e correttezza” Adesso,<br />
Vacanze come da copione e poi dal 27 Settembre<br />
si riparte con un’altra lunghissima stagione.<br />
Rosario Di Blasio<br />
rosariodiblasio@libero.it<br />
Incontro nel piccolo borgo di Castelli con lo scultore, scrittore e alpinista Mauro Corona<br />
dei boschi bui, degli inverni gelidi e<br />
dei risvegli miracolosi delle stagioni,<br />
il mondo in cui i diritti della natura<br />
sono più forti e più sentiti di quelli<br />
degli uomini, questa volta si fonde,<br />
in maniera imprevedibile e imperiosa,<br />
con un altro dalle leggi completamente<br />
diverse, quello della cultura.<br />
L’esilio amaro sarà infatti temperato<br />
dagli incontri con Hugo von Hofmannsthal,<br />
con Robert Walser e con una<br />
comunità di scrittori che, in una sorta<br />
di valle dell’Eden, mostreranno a<br />
Santo, sia pure per un attimo breve,<br />
come la vita possa essere anche altro<br />
da un perenne, velenoso agone. All’incontro,<br />
hanno partecipato, insieme<br />
a Toni Capuozzo e Mauro Corona,<br />
il Sindaco di Castelli Concezio<br />
Di Flavio, quello di Erto e Casso, un<br />
modo per trascorrere una serata, ripercorrendo,<br />
quelli che erano i boscaioli<br />
di un tempo, ovvero usi,costumi e<br />
vecchie tradizioni che la modernità e<br />
la tecnologia dei giorni nostri ha fatto<br />
dimenticare.<br />
Rosario Di Blasio
12 CULTURA E SOCIETÀ <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Atri di una volta<br />
A<br />
grande richiesta di pubblico è tornata<br />
in libreria, in seconda ristampa,<br />
l’attesa raccolta di mille proverbi<br />
atriani, raccolti, tradotti e illustrati<br />
Scende il sipario nella Città Ducale,<br />
sulla seconda edizione del Festival<br />
del Reportage, diretto da Toni Capuozzo,<br />
un evento di respiro internazionale<br />
che anche quest’anno nei quattro giorni<br />
dal 17 al 20 Giugno scorsi, ha regalato<br />
tanti bei momenti e tante emozioni con<br />
Incontri, presentazioni di libri, inaugurazioni,<br />
spettacoli: nei quattro giorni d’apertura<br />
un fi tto calendario di appuntamenti<br />
sul tema del giornalismo d’inchiesta e di<br />
testimonianza. Ma anche una festa in cui<br />
musica e buona tavola hanno aggiunto il<br />
piacere della convivialità alla passione.<br />
Diversi i temi scelti per gli incontri, <strong>Da</strong>l<br />
Continente Africano, per poi passare alla<br />
politica estera, con la pericolosa minaccia<br />
nucleare Iraniana, I balcani, il Medio<br />
Oriente, L’Afghanistan, per poi tornare<br />
alla Libertà di Stampa, insomma davvero<br />
tantissimi appuntamenti con ospiti illustri<br />
del giornalismo.<br />
Il tempo, declinato nelle sue varie espressioni,<br />
è protagonista degli incontri, che<br />
si sono svolti nelle quattro giornate del<br />
Reportage Atri Festival <strong>2010</strong>. Parole, rifl<br />
essioni, dibattiti, considerazioni hanno<br />
animato questi momenti di discussione<br />
che guardano al futuro, indagano il passato<br />
e rifl ettono sul presente dell’informazione<br />
e del reportage. Negli incontri<br />
in programma il tempo è fatto a pezzi,<br />
dal prof. Concezio Leonzi, musicista,<br />
critico musicale e nostro stimato collaboratore.<br />
Questa nuova edizione è corredata<br />
da trenta bellissime fotografi e inedite di<br />
Domenico Zincani che rappresentano,<br />
con il tratto suggestivo dell’autentico<br />
maestro dell’arte fotografi ca, una Atri che<br />
non c’è più, quella degli anni immediatamente<br />
successivi al secondo Dopoguerra.<br />
Il titolo “Proverbi e immagini della Atri<br />
di una volta” ci offre con evidenza il contenuto<br />
della raccolta: un dilettevole percorso<br />
nei motti e nei modi di dire nel dialetto<br />
atriano. Accanto ad ogni proverbio è<br />
stata inserita la sua trascrizione fonetica<br />
in atriano “puro”, realizzata secondo i canoni<br />
dell’alfabeto fonetico internazionale<br />
dalla Prof.ssa Paola D’Andreagiovanni di<br />
Atri, il cui laborioso ed eccellente contributo,<br />
rende il volume unico nel suo genere<br />
in Italia. L’editore Gianluca Salzetta<br />
(Edizioni Hatria), sensibile e tenace divulgatore<br />
della cultura locale, ha prodotto<br />
l’elegante volume in carta avorio di gran<br />
resta sospeso, viene conservato, è lento<br />
e al tempo stesso veloce. La dimensione<br />
temporale è anche quella degli aquiloni<br />
in Afghanistan, dello storico quotidiano<br />
palermitano l’Ora, ma anche un particolare<br />
tempo di cottura. Ed è una domanda<br />
aperta, su un tema caro a tutti, operatori e<br />
grande pubblico: i mezzi di informazione<br />
tradizionali, stampa e tv, hanno fatto<br />
il loro tempo? Nelle giornate dal 17 al<br />
20 giugno sono state molte le personalità<br />
del giornalismo, i nomi di richiamo e<br />
gli esperti del settore che hanno avuto il<br />
piacere di incontrare il pubblico nei teatri<br />
della città per fare il punto e guardare al<br />
futuro di questo mestiere diffi cile ed affascinante.<br />
Diverse anche le presentazioni<br />
di libri che si sono svolti sia al Teatro<br />
Comunale e nella magica atmosfera della<br />
Corte di Palazzo Cherubini, scrigno del-<br />
la cultura atriana. In mezzo a tanti libri,<br />
si è parlato anche di Tv-Fai-<strong>Da</strong> Web, al<br />
Teatro Comunale, con l’autore del volume<br />
Giampaolo Colletti, il Direttore della<br />
Gazzetta del Mezzogiorno Carlo Bollino,<br />
nel corso dell’incontro, anche l’intervento<br />
dell’ Ing. Domenico Muscianese, che nel<br />
1975, fondò ad Atri una emittente televisiva<br />
locale fatta in casa che opera tuttora<br />
sul territorio da ben 36 anni, svolgendo<br />
un ruolo fondamentale nel campo della<br />
comunicazione sociale, proprio all’Ing.<br />
Muscianese, è stato consegnato un altro<br />
pregio, sia per esaltare la bellezza della<br />
monocromia delle foto di Zincani, sia per<br />
rendere ancora più preziosa la pubblicazione<br />
che molti abruzzesi attendevano da<br />
tempo. La prima edizione, infatti, che vide<br />
la luce nel dicembre del 2007, andò letteralmente<br />
a ruba nel giro di venti giorni: un<br />
successo editoriale senza precedenti.<br />
Il fotografo Domenico Zincani nacque ad<br />
Atri il 10 settembre 1907. Alunno della<br />
Scuola d’Arte e Mestieri, fu gentiluomo<br />
per natura, nobiltà d’animo e salda fede<br />
nell’amicizia. Amò la musica, in particolar<br />
modo l’opera lirica e i concerti bandistici.<br />
Presto sentì il fascino dell’arte fotografi<br />
ca, cui dedicò tutta la vita, riscuotendo<br />
unanimi consensi. Ne sono larga testimonianza<br />
non solo le numerose fotografi e<br />
uffi ciali e da studio, ma anche quelle di<br />
costume, delle usanze e del folklore del<br />
popolo atriano. Morì improvvisamente<br />
nel suo studio di Via Baiocchi la mattina<br />
del 9 dicembre 1975. Una interessante<br />
antologia fotografi ca di Zincani, intitolata<br />
“Immagini di vita atriana”, fu pubblicata<br />
nel 1991, edita a cura di Gildo e Cettina<br />
Zincani. Concezio Leonzi è nato ad Atri.<br />
Musicista, critico musicale e composito-<br />
grande riconoscimento, una targa, consegnata<br />
dall’Assessore alla Cultura Angela<br />
De Lauretis, a nome dell’intera Amministrazione<br />
Comunale, per tutto il lavoro<br />
svolto nell’arco dei 36 anni di attività<br />
con la propria Tv sul territorio, entrando<br />
in casa di persone anziane,diversamente<br />
Abili, malati, i quali non potendo prender<br />
parte alle manifestazione e agli eventi<br />
culturali, hanno la possibilità di rivedere<br />
il tutto, grazie all’Emittente Tv Atri, è<br />
stata una sorpresa per l’Ing. Muscianese,<br />
il quale commosso, ha ringraziato tutti i<br />
presenti ma in particolare Toni Capuozzo<br />
per averlo invitato al Festival, così dopo<br />
un Premio Nazionale a Roma, Teramo,<br />
Montesilvano, questo è un altro grande<br />
riconoscimento che premia il lavoro e soprattutto<br />
la passione di chi per primo in<br />
Abruzzo via etere, fece nascere una Tv. Poi<br />
tante Mostre all’interno di questo Festival<br />
che rimarranno aperte fi no al 29 Agosto<br />
<strong>2010</strong>, nelle splendide location di Atri ,<br />
tra Palazzo Duchi D’Acquaviva, Museo<br />
Archeologico e Museo di Viale Gran Sasso.<br />
Altre iniziative, hanno accompagnato<br />
l’evento, “ATRI IN MOTION”, dove la<br />
fotografi a, è scesa in piazza Non per protesta<br />
ma per proposta. Collettivi, fotografi<br />
indipendenti, agenzie, giovani, si sono incontrati<br />
con le loro ultime produzioni, poi<br />
“PASSIONE REPORTER” un evento<br />
che con <strong>Da</strong>niele Biachessi, ha voluto ricordare<br />
quei Giornalisti e reporter che<br />
hanno raccontato gli orrori della Guerra<br />
e che per il loro lavoro e la loro passione<br />
hanno perso la vita, il pensiero non può<br />
non andare ad Ilaria Alpi, Enzo Baldoni,<br />
Antonio Russo, Maria Grazia Cutuli e<br />
insieme a loro tanti altri. Questo Festival,<br />
ha offerto anche un grande spettacolo<br />
teatrale, un recital musicale, “ LA DON-<br />
NA VESTITA DI SOLE” “Le Grand<br />
Tango Ensamble” con l’attrice Caterina<br />
re, è direttore dell’Archivio-Museo “A.<br />
Di Jorio” di Atri (Te), da lui tenacemente<br />
istituito nel 1996, e del Coro “A. Di Jorio”<br />
che dirige dal 1981 e con il quale ha<br />
inciso due dischi e tenuto concerti in Italia<br />
e in Europa. Nel 2006 è stato insignito<br />
dell’onorifi cenza di Cavaliere dell’Ordine<br />
al Merito della Repubblica Italiana, in<br />
considerazione delle benemerenze acquisite<br />
in campo artistico e culturale. È<br />
Professore di Musica nella Scuola Media<br />
Statale di Roseto degli Abruzzi. Paola<br />
D’Andreagiovanni è nata ad Atri (Te) nel<br />
1979, si è laureata in Lettere Classiche<br />
presso L’Università degli Studi de L’Aquila.<br />
Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione<br />
all’insegnamento di Materie Letterarie,<br />
Latino e Greco nella Scuola Secondaria<br />
Superiore e, nel 2007, la specializzazione<br />
nell’integrazione scolastica degli alunni<br />
in situazione di handicap.<br />
Il volume è disponibile presso le Edizioni<br />
Hatria di Gianluca Salzetta (Viale<br />
delle Clarisse, Atri), presso la Tabaccheria<br />
Alonzo e la Libreria L’Uno (Piazza<br />
Acquaviva) e presso l’edicola Fernando<br />
Guardiani (Corso Umberto I).<br />
La Redazione<br />
Scende il sipario ad Atri<br />
sul secondo “Festival del Reportage”<br />
Splendide Location hanno accompagnato l’evento, giunto alla sua seconda edizione<br />
Vertova. Poi a chiudere con il PREMIO<br />
COCA COLA HBC che premia giovani<br />
reporter, riconoscimento assegnato quest’<br />
anno “Sin Fronteras” un progetto fotografi<br />
co selezionato dalla giuria per la qualità<br />
e la grande forza evocativa ed espressiva.<br />
Il premio di 5.000 euro per il completa-<br />
mento del progetto di reportage, è andato<br />
al fotografo Gabriele Di Mascolo, che<br />
ha presentato un lavoro umano dedicato<br />
a un tema lontano dalla realtà italiana:<br />
la condizione sociale e psicologica degli<br />
emigranti dal confi ne tra Guatemala e<br />
Messico verso gli Stati Uniti. Il Festival si<br />
chiude poi in musica, con il gruppo CAN-<br />
DELORA, Nuova Compagnia di Canto<br />
popolare, con tutto questo va in archivio<br />
anche la seconda edizione del Festival,<br />
seguito attentamente con tutti gli speciali<br />
dalle telecamere e dai microfoni della MI<br />
VIDEO di Atri che ha realizzato interviste<br />
ai protagonisti, servizi sulle mostre,<br />
su tutti gli appuntamenti in programma,<br />
grazie anche alla preziosa collaborazione<br />
della cara collega Cristina Santonastaso,<br />
vi ricordiamo inoltre che tutti gli eventi,<br />
li potete rivedere sul sito internet www.<br />
mivideo.it<br />
Rosario Di Blasio<br />
rosariodiblasio@libero.it
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
L<br />
CULTURA E SOCIETÀ<br />
Speciale reportage Atri festival <strong>2010</strong><br />
<strong>Da</strong>niele Mastrogiacomo al Reportage Atri Festival: “I giorni della paura”, testimonianza di un reportage ancora vivo.<br />
Il romanzo racconta l’inferno della prigionia, ma è pietra angolare della lotta per la Vita e per la Libertà.<br />
a seconda edizione del Festival del<br />
Reportage, che si è tenuta ad Atri dal<br />
17 al 20 giugno, non solo ha rappre-<br />
sentato un’occasione di prestigio sia a livello<br />
culturale che turistico per il bellissimo<br />
borgo abruzzese, ma è stato anche teatro di<br />
spunti rifl essivi molto interessanti. Il perno<br />
attorno cui questi ruotavano era il Tempo,<br />
analizzato nelle sue più intime sfaccettature,<br />
attraverso incontri, conferenze, mostre fotografi<br />
che di forte impatto emotivo. Questi<br />
eventi, insieme all’intervento di ospiti di<br />
grande calibro, alla presenza assidua del Direttore<br />
Artistico, Toni Capuozzo, e all’instancabile<br />
collaborazione delle autorità locali,<br />
hanno confl uito verso un unico fi ne:<br />
testimoniare che il Tempo del Reportage<br />
non è fi nito. Forse ridotto, infl azionato, conteso<br />
ma non concluso. L’esperienza che, a<br />
mio parere, ha lasciato una traccia indelebile<br />
in questo senso nell’opinione pubblica, sia<br />
italiana che internazionale, è stata quella di<br />
<strong>Da</strong>niele Mastrogiacomo. Giornalista di Repubblica,<br />
è intervenuto in merito alla guerra<br />
in Afghanistan il 18 giugno, presso il Teatro<br />
Comunale di Atri. Come reporter, ha potuto<br />
osservare da vicino i meccanismi che regolano<br />
lo stile di vita dei Talebani; come uomo,<br />
ha vissuto un drammatico inferno: non poter<br />
decidere della propria vita, divenuta oggetto<br />
di un sequestro terroristico ingiustifi cato. Le<br />
varie polemiche, le promesse non mantenute<br />
da parte del capo talebano che conduceva<br />
l’operazione, l’attesa, le manifestazioni di<br />
solidarietà e di affetto nei suoi confronti<br />
sono nella memoria di tutti. Ma la chiave di<br />
volta che completa questa tragica architettura<br />
ce l’ha offerta lui: nel libro “I giorni della<br />
paura”, scritto due anni dopo la sua liberazione<br />
e riproposto con successo al Festival.<br />
Forse è superfl uo evidenziare il coraggio<br />
dell’autore nel rivivere quei momenti, nel<br />
rivisitare nella scrittura i luoghi della prigionia;<br />
ma è anche una testimonianza preziosa.<br />
Della perdita di libertà; di una società che<br />
strumentalizza la violenza; della morte; della<br />
speranza; del tempo che scorre e che si<br />
teme di non avere più. La prosa di Mastrogiacomo<br />
è estremamente malleabile. Infatti<br />
si adatta alla descrizione puntigliosa dei<br />
paesaggi, delle usanze e dei riti afgani. L’immensa<br />
distesa desertica, incorniciata dalle<br />
cime innevate, i campi di papaveri da oppio,<br />
prima risorsa economica talebana, le preghiere<br />
e le abluzioni continue dei sequestratori,<br />
sempre aggrappati ai kalashnikov, di<br />
cui, a volte, nella lettura, si può quasi sentire<br />
il rumore metallico contro il telaio della<br />
Toyota Corolla su cui effettuavano i loro<br />
continui spostamenti. Le cadenze sono sempre<br />
le stesse, il ritmo è scandito dal ricorrere<br />
dei medesimi dettagli, come avviene anche<br />
nell’indicare i pasti tutti uguali accompagnati<br />
dal solito tè, gli abiti, i turbanti, la precisione,<br />
a volte ansiosa, di tenere sotto controllo<br />
il tempo. Questa, l’autore, non la per-<br />
derà mai. Durante tutti e quindici i giorni del<br />
sequestro, cominciato il 5 e conclusosi il 19<br />
marzo 2007, saprà in ogni istante consapevole<br />
della data. Sì, perché, le bende sugli<br />
occhi o i cappucci sul volto che avrà, oltre a<br />
negargli la visione di particolari eventi o il<br />
riconoscimento di certi luoghi, saranno anche<br />
strumenti impliciti di negazione tempo-<br />
rale. <strong>Da</strong>vanti alla quale, nonostante tutto,<br />
non si arrende. D’altra parte, tutto ciò contribuisce<br />
ad esaltare gli attimi di grande pathos,<br />
angoscia, rassegnazione. Quando viene<br />
sequestrato, Mastrogiacomo è diretto a<br />
Lashkargah, a sessanta chilometri da Kabul,<br />
nel cuore del territorio talebano. Parte insieme<br />
ad un giovane free-lance afgano, Ajmal<br />
Naqshbandi; vengono scortati entrambi da<br />
un autista, Sayed Agha.. Gli era stata promessa<br />
un’intervista al mullah <strong>Da</strong>dullah, supervisore<br />
di quella zona. E artefi ce del sequestro<br />
e delle conseguenti trattative. Cosa<br />
che Mastrogiacomo scoprirà solo in seguito.<br />
L’arresto avviene in pochi minuti, le proteste<br />
servono a poco, se non a procurare una<br />
ferita profonda sul capo del giornalista.<br />
L’accusa è di spionaggio, debole maschera<br />
di un sequestro in piena regola. La speranza<br />
nella liberazione è alimentata dalle continue<br />
menzogne dei Talebani e si dilaterà o sgonfi<br />
erà come un palloncino a seconda dei loro<br />
umori, che si ripercuotono sulle condizioni<br />
fi siche dei prigionieri: percosse, mani e piedi<br />
legati da catene, frustrate. Straordinaria in<br />
Mastrogiacomo è la tenacia nel voler sempre<br />
cercare un contatto, uno scambio anche<br />
di poche parole con i giovanissimi studenti<br />
coranici che lo sorvegliano: questo da un<br />
lato porterà ad un confronto tra la cultura<br />
occidentale e talebana, dall’altro ad una vera<br />
e propria opera di conversione da parte del<br />
coordinatore del gruppo dei sequestratori, il<br />
quale farà leva sull’origine pakistana del<br />
giornalista, arrivando persino a chiedergli se<br />
sia disposto alla circoncisione. Il confronto<br />
interculturale, però, per i Talebani, è solo<br />
pura curiosità, un mezzo per riaffermare le<br />
proprie convinzioni: chiedono come vengono<br />
gestiti i rapporti intimi con le partner dagli<br />
occidentali, come vengono puniti gli as-<br />
sassini e in che misura interviene l’istituzione<br />
religiosa. Mastrogiacomo spiega come la<br />
legge divina sia separata da quella degli uomini.<br />
Per loro è inconcepibile: la religione è<br />
Stato. Il tempo continua a scorrere e il sequestro<br />
impegna forze fresche, da parte dei<br />
Talebani, necessarie alla guerra. I prigionieri<br />
avvertono che c’è l’urgenza di chiudere le<br />
trattative con i governi e le associazioni<br />
coinvolti, pertanto costringono insistentemente<br />
Mastrogiacomo a girare video contenenti<br />
appelli che possano far accelerare la<br />
situazione. I sequestratori cambiano di continuo<br />
e fa per la prima volta la sua comparsa<br />
un cameraman. Insieme a quest’ultimo, il 16<br />
marzo vengono portati sulle rive del fi ume<br />
Helmand. Scesi dalla jeep, i prigionieri vengono<br />
fatti inginocchiare e bendare, mentre la<br />
telecamera riprende. Mastrogiacomo non<br />
capisce. Cerca spiegazioni, fi no a poche ore<br />
prima erano insieme a condividere il pasto<br />
comune, ora sono circondati da armi. I suoi<br />
compagni si disperano. Pochi secondi e l’autista<br />
venticinquenne, Sayed Agha, viene ucciso,<br />
sgozzato, e la sua testa recisa dal tronco.<br />
Il giornalista riesce a vedere tutto e il<br />
terrore l’assale: l’ultimatum sta per scadere.<br />
La narrazione ora rallenta; si sente la pausa<br />
di dolore, di morte che aleggia nella prigione.<br />
La disperazione è muta, ma parla attraverso<br />
lo shock dei superstiti. La scrittura<br />
pregnante riesce a mostrare il peso enorme<br />
della paura. Altri video, alcuni dei quali mai<br />
13<br />
arrivati alle autorità, e una chiamata con un<br />
telefono satellitare alla redazione di Repubblica<br />
sembrano sbloccare la situazione.<br />
Dopo tre giorni dall’assassinio di Sayed,<br />
Mastrogiacomo e Ajmal apprendono dai Talebani<br />
di essere liberi. Non ci credono: la<br />
rabbia, la paura, l’impotenza sono troppe.<br />
Ma le catene vengono spezzate davanti ai<br />
loro occhi. I sequestratori festeggiano: hanno<br />
ottenuto lo scambio pattuito, la liberazione<br />
di cinque prigionieri talebani. Le strade<br />
dei due prigionieri si dividono: Ajmal viene<br />
portato a Kabul, Mastrogiacomo alla sede di<br />
Emergency a Lashkargah, trasferito fi sicamente<br />
del mediatore del sequestro, Rahmatullah<br />
Hanefi . Questi verrà arrestato cinque<br />
ore dopo la liberazione del giornalista dalla<br />
polizia afgana e rilasciato solo dopo quasi<br />
novanta giorni di carcere. Prima di partire i<br />
due compagni si guardano. Ajmal sorride,<br />
potrà tornare a lavorare e rivedere fi nalmente<br />
la sua famiglia. Mastrogiacomo, accolto,<br />
al suo arrivo alla sede dell’associazione<br />
umanitaria, da Gino Strada, provato, stanco,<br />
riesce a contattare la redazione, per cui scrive<br />
subito un pezzo, e la moglie. Aspri tumulti<br />
montano fuori dalla sede di Emergency,<br />
per il suo rilascio. Si organizza il più in fretta<br />
possibile il suo rientro a Roma, e, fi nalmente,<br />
<strong>Da</strong>niele Mastrogiacomo riesce a lasciare<br />
l’Afghanistan, per sempre. La vicenda,<br />
però, non si conclude in fretta per il<br />
giornalista. Infatti, pochi giorni dopo, apprende<br />
che Ajmal è stato di nuovo preso<br />
dopo la sua liberazione, sorte che sarebbe<br />
dovuta toccare anche a lui. Tuttavia, non si<br />
arrende: lavora giorno e notte per il suo rilascio,<br />
mobilitando i giornali locali di Kabul,<br />
trattando con l’ambasciatore afgano in Italia.<br />
Ma l’8 aprile 2007 giunge la terribile<br />
notizia: Ajmal è stato giustiziato. Mastrogiacomo<br />
chiude il suo romanzo affermando la<br />
sua responsabilità per la perdita dei suoi<br />
compagni di lavoro, due amici che dipendevano<br />
da lui. Questa è una scheggia di vita<br />
piccola, ma densa, che ha una carica dentro<br />
di sé impressionante. Non è solo un romanzo.<br />
Perché leggendo semplicemente un libro,<br />
la fantasia è libera di immaginare luoghi,<br />
persone, fatti. Qui la fantasia non c’è,<br />
non perché bandita, ma perché sostituita dalla<br />
realtà: le foto, i video, gli articoli sono<br />
tutti veri. E lasciano un senso di stordimento<br />
diffi cile da spiegare. Come gli storici non<br />
inseriscono nei libri di storia fatti non metabolizzati<br />
e analizzati nella giusta misura perché<br />
accaduti troppo di recente, così lo sgomento<br />
di vivere “I giorni della paura” nelle<br />
parole di Mastrogiacomo e scoprire che su<br />
Internet sono reperibili a tutti video e foto di<br />
quella vicenda, lascia uno strappo dentro e<br />
un’angoscia che nemmeno le lacrime riescono<br />
a colmare.<br />
Cristina Santonastaso
14 CULTURA E SOCIETÁ<br />
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Il lacerto di aff resco di Silvi alta<br />
Una parte di affresco, databile nel corso del<br />
XIII secolo, è conservato nella chiesa del<br />
Ss. Salvatore di Silvi alta. Individuabile<br />
sopra la porta che dalla chiesa conduce alla sacrestia,<br />
debitamente ritagliata tra l’intonaco della parete,<br />
l’immagine, eseguita su un lacerto, affascina<br />
per la sua sobria eleganza. Il volto rappresentato<br />
infatti si distacca dalla tradizione tardo-romanico<br />
locale, per il suo naturalismo più ricercato ed una<br />
maggior apertura all’arte gotica europea. Si tratta di<br />
un’esemplare raffi gurazione di S. Caterina d’Alessandria,<br />
il cui culto millenario trova comprovate<br />
testimonianze dalle nostre parti.<br />
L’opera in questione, di autore ignoto, pur non ancora<br />
catalogata come merita tra quelle della pittura<br />
medio- sveva in Italia di maggior rilievo, è ricon-<br />
Siamo spesso portati a non considerare l’importanza<br />
di certe cose in base al proprio<br />
effettivo valore, ma in base a ciò che esse<br />
suscitano in noi o rappresentano. Tali valori soggettivi,<br />
però, oltrepassano sovente la soglia della<br />
nostra onestà, facendoci quindi divergere in giudizi<br />
e preferenze dettate soltanto dal puro egoismo.<br />
(Attualmente è molto diffuso, purtroppo, l’assurdo<br />
criterio del “vale ciò che piace”, il quale favorisce<br />
oltremodo le innumerevoli banalità in voga). Tutto<br />
questo avviene in modo più ricorrente nei confronti<br />
di ciò che ci coinvolge emotivamente, esempio<br />
la musica. Questo anche perché, nel caso appunto<br />
della musica, la capacità, quindi l’idoneità per<br />
assimilarne nella giusta misura i suoi valori, sono<br />
rapportate a doti innate, quale il buon orecchio e la<br />
memoria specifi ca. La mancanza di questi fondamentali<br />
presupposti toglie inevitabilmente l’obiettività<br />
verso le sue superiori espressioni in senso artistico,<br />
quindi anche la possibilità del conseguente<br />
e gratifi cante privilegio della contemplazione delle<br />
grandi composizioni classiche.<br />
Ciononostante, anche in chi, essendo musicalmente<br />
idoneo, quindi consapevole dei precitati ed elevati<br />
vertici dell’arte dei suoni, può ugualmente sussistere<br />
un interesse emotivo e soggettivo verso un pezzo<br />
musicale di tutt’altro genere e pretesa dal punto di<br />
vista artistico, un motivo però estremamente caro<br />
alla propria individualità perchè spesso identifi cato<br />
con un declamato frangente esistenziale: un momento,<br />
un ora, un giorno del proprio vissuto, che<br />
come per miracolo, la musica riesce a far rivivere,<br />
in modo anche complementare perchè fantasticamente<br />
trasfi gurato dal potere suggestivo di certe<br />
note. Così come non è giusto, quindi, disconoscere<br />
la superiorità del valore oggettivo ed artistico della<br />
musica, non lo è altrettanto quello di ignorare l’importanza<br />
soggettiva (estrinsecata ripeto, dal criterio<br />
logico della valutazione) che può assumere, nello<br />
specifi co, una musica qualsiasi per ognuno di noi.<br />
E anche in me sussistono altresì questi miracolosi<br />
momenti musicali. Molte musiche di Bert Kaempfert<br />
(grande compositore di cui quest’anno ricorre<br />
il trentennio della morte), ad esempio, sono nel<br />
ducibile a quel movimento pittorico, noto agli ambienti<br />
colti ispirati da Federico II di Svevia. Egli in<br />
qualità di re di Sicilia, a mezzo della sua amministrazione,<br />
istituisce un giustizierato d’Abruzzo con<br />
capoluogo a Sulmona. La sua magnifi ca corte, che<br />
ha una residenza in Atri, divulga il movimento pittorico<br />
di origine sveva, che trova espressioni, oltre<br />
che a Silvi, anche in Atri e S. Maria di Propezzano.<br />
Enrico Trubiano<br />
Socio ordinario della Deputazione<br />
di Storia patria negli Abruzzi<br />
S. Caterina d’Alessandria<br />
Foto Gino di Paolo<br />
I miracoli della musica<br />
Quella carezza della sera…<br />
mio animo vere e proprie clonazioni di atmosfere e<br />
sentimenti altrimenti inspiegabili e irripetibili. Qui<br />
è giusto aggiungere, però, che il discorso è un po’<br />
diverso in quanto quella di Bert non si può certamente<br />
considerare musica qualsiasi…<br />
Citando un esempio più convincente, e se vogliamo,<br />
sorprendente (per chi conosce la mia passione<br />
per Schubert e Brahms), confesso le mie circoscrizioni<br />
emotive verso alcuni pezzi degli anni sessanta<br />
tra i quali, a parte “Una carezza in un pugno”<br />
(vero e proprio rigurgito sentimentale di quel “bar<br />
Iris” con tutto lo scenario dei sentimenti vissuti nell’adiacente<br />
retro-spazio estivo) o “Siesta”(col suo<br />
liofi lizzato contenuto di suggestioni primaverili),<br />
ce n’era uno dei cosiddetti “New Trolls” (se non<br />
erro), dal bellissimo titolo (“Quella carezza della<br />
sera”), che considero, per le precitate ragioni, una<br />
sorta di chiave magica di quello scrigno emozionale<br />
che augurerei ad ogni sedicenne odierno, così<br />
pericolosamente lontano dall’elemento astratto,<br />
quindi da ogni indispensabile tipo di ideale. Un bellissimo<br />
motivo, comunque, di cui molti si ricorderanno<br />
(di certo Roberto Costantini), dalla musica e<br />
dal testo protesi verso sensazioni irripetibili, come<br />
quella giovinezza in quel mondo, anch’esso, ancora<br />
giovane…<br />
Rossano Di Palma
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Fra Dio e gli uomini c’è un<br />
universo di diff erenza…<br />
L<br />
’entità di Dio viene spesso integrata con l’umano attraverso una correlazione presunta e<br />
dilatata. <strong>Da</strong> qui pure l’appropriato aforisma secondo cui “la religione è la più comune e<br />
diffusa fantasticheria umana”. La defi nizione obiettivamente più riscontrabile dell’essere<br />
supremo, risiede infatti in quel mistero che domina la presenza del creato e la sua astratta, distante<br />
inspiegabilità per l’uomo.<br />
Un enigma sovrastante e inaccettabile per la creatura più arrogante del regno animale la quale, nei<br />
secoli e in svariati modi, ha fatto di tutto per motivare e sfruttare, secondo la specifi ca mentalità<br />
della propria etnia e del proprio costume, il precitato rebus legato alla genesi e a tutto il resto. Ciò<br />
dimostra anche, quindi, la notevole importanza sociale della religione, la propria tipica capacità di<br />
ascendere sul pensiero di massa, col risultato di una consistente ed importante azione politica. Tale<br />
componente politica (compresi i ben noti effetti faziosi e bellicosi instaurati da certe circostanze<br />
di divergenza etnica, di costume ecc.) ha rappresentato, come nel nostro odierno caso, anche un<br />
indubbio introito di potere, suscettibile di un interesse di adeguamento d’immagine che ha prevaricato<br />
e contraddetto una secolare ideologia allo scopo di conservare quella popolarità fondamentale<br />
per la propria esigenza di stabilità governativa. Di fronte a simili presupposti, perciò, e in base anche<br />
agli altri aspetti di una contraddizione atavica e piuttosto tangibile all’obiettività, non capisco<br />
perché si sia ancora tanto inclini a correlare le prerogative astratte e superiori dell’essere supremo<br />
con quelle materiali, imperfette e terrene del genere umano a cui, comunque, anche i preti appartengono.<br />
La mia, perciò, non è una difesa verso sacerdoti, frati ecc., ma verso la propria posizione<br />
di uomini. Uomini, che in quanto tali, sono anch’essi esposti ad un’inevitabile e comprensibile<br />
debolezza, quindi vulnerabilità e fallibilità, anche e soprattutto nei casi odierni. Una posizione,<br />
ribadisco, che tanto più in questa attualità edonistica, si estrinseca notevolmente dal fondamentale<br />
ed elevato concetto che voleva, i diretti rappresentanti della Chiesa, atipici soggetti umani, lontani<br />
quindi dall’essere comune e per questo in grado di canalizzare nella sublimazione la propria<br />
Gemellaggio Atri, Nardò, Conversano<br />
È<br />
stato fi rmato nei giorni scorsi il protocollo d’intesa<br />
che lega come città gemellate Atri, Conversano<br />
e Nardò. Il fi lo conduttore che unisce le Tre<br />
cittadine e che ha condotto le relative amministrazioni<br />
a dare vita ad un accordo formale, è la famiglia Acquaviva.<br />
La storia di Atri, Conversano e Nardò inizia ad intrecciarsi<br />
nel 1455 quando l’ultimo conte Orsini del Balzo,<br />
Giovanni Antonio, fi glio di Raimondo principe di Taranto<br />
e di Maria d’Enghien (che poi avrebbe sposato in<br />
seconde nozze Ladislao I d’Angiò), diede in dote l’intera<br />
contea di Conversano a sua fi glia Caterina, sposa<br />
L’empito del cuore<br />
Qui viveva un mondo diverso. Un mondo rimasto nella fantasia. Un mondo<br />
che il ricordo ha nuovamente fotografato. La sua anima antica splende ancora<br />
nell’oro del tramonto, sugli orli merlati del suo monumento secolare. Qui il<br />
selvaggio regnava in una solitudine perduta; nella traccia schiumosa e ripetitiva delle<br />
onde feroci dell’inverno o nel soffi ce e puntuale sussurro delle calme di giugno, quando<br />
la mia adolescenza sfuggiva alle chele di granchi mastodontici, unici responsabili di<br />
un intermittente silenzio. La mia torre mi guardava solennemente da lassù, mentre il<br />
sorriso di un undicenne temerario cacciava ignaro tra gli scogli della risacca. Ora una<br />
lunga serie di momenti, di immagini, di pezzi luminescenti ricompongono un mosaico<br />
di luce; un album dell’anima verde e azzurro, dove i sogni del fanciullo alimentano la<br />
triste coscienza dell’uomo, che adesso, tende inesorabile al pensiero della scadenza.<br />
Ma in un vero romantico l’eterno sopravvive nella sua illusione irriducibile, nel colore<br />
ineguagliabile dei giorni in cui la vita era solo un punto di partenza che cercava inutilmente<br />
il suo traguardo troppo lontano per essere visibile. Sì, quella giovinezza acerba<br />
è ancora incancellabile in me, come il ricordo di quell’isola meravigliosa attorno alla<br />
grande torre; l’isola che ha nutrito la mia anima azzurra col suo solo lungo colore che<br />
mi porto dentro. Sulle sue rive, ora contaminate dalla morsa di una moltitudine edo-<br />
del duca d’Atri Giulio Antonio Acquaviva. Iniziò così<br />
il lungo possesso del feudo di Conversano da parte della<br />
casata degli Acquaviva che, salvo una parentesi di<br />
quattro anni, lo avrebbe detenuto ininterrottamente sino<br />
all’abolizione dei diritti feudali del 1806.<br />
A Nardò, invece, gli Acquaviva arrivano nel 1497,<br />
quando Federico I d’Aragona, ultimo re della dinastia<br />
aragonese di Napoli, assegnò il feudo al conte Belisario<br />
Acquaviva, fi glio di Giulio Antonio, duca d’Atri, morto<br />
nella battaglia di Otranto del 1481, e di Caterina del<br />
Balzo Orsini. Belisario, insieme al fratello Andrea Matteo,<br />
godeva grande fama di umanista e letterato. Riab<br />
EVENTI E CRONACA LOCALE<br />
libido. Condizione, quest’ultima (fondamentale al ruolo religioso), che li faceva sopperire psicologicamente<br />
ad un arduo percorso esistenziale altrimenti insostenibile. Dico li faceva, perché oggi<br />
invece, essendo inevitabilmente esposti al rapporto (per la precitata esigenza di adeguamento)<br />
con un contesto sociale immerso nel materialismo esasperato, quindi infl uenzati da un edonismo<br />
che è l’antitesi della vita religiosa, gli uomini di Chiesa sono altresì provocati, quindi sottoposti a<br />
tutti gli effetti istiganti ed eventualmente devianti come e più degli altri imperfetti esseri umani. Il<br />
circolo vizioso innescato dal materialismo consumistico coinvolge quindi, con conseguenze anche<br />
maggiori, preti, vescovi, cardinali ecc. Per questo, anche certe occultate ed estreme anomalie, tenderanno<br />
a proliferare in una società succube di una mentalità opposta a quella basata sull’umiltà,<br />
la conservazione e la coscienza, cioè la mentalità religiosa. Una mentalità, ripeto, parecchio ridimensionata<br />
dagli stessi addetti ai lavori… celestiali. In tal senso, inoltre, e in generale riferimento<br />
ad un presunto pubblico religioso, aggiungo che certe appartenenze mistiche non si dimostrano<br />
con la scenografi ca presenza fi sica nel proprio ambito di culto, né con le solite false strette di mano<br />
in segno di pace ecc., compiute per evidenziare un’umiltà e una spiritualità fi ttizie, che terminano<br />
puntualmente appena usciti dall’edifi cio sacro. Terminano col recupero immediato del vero essere<br />
e dell’effettivo credo della stragrande maggioranza dei fedeli per modo di dire… Fedeli casomai<br />
alla moda del fuoristrada da 2500 cc. e a tutto un contesto materialistico (tradito soltanto per pochi<br />
minuti di sceneggiata da cattedrale) che signifi cano l’esatta antitesi del simbolo della croce e del<br />
messaggio espresso dal suo sanguinante torturato! Ecco! Come già dicevo, queste sono prerogative<br />
assolutamente umane, che non hanno niente da spartire quindi con Dio e neppure con quella<br />
strategica ricerca della divinità nell’uomo attraverso la presunta traslazione sulla croce. Per questo<br />
quindi, non ci si meravigli, se di tanto in tanto, incontriamo preti e frati depravati e pedofi li in un<br />
mondo indemoniato dalla lussuria e dalla sete di danaro; uno scenario sociale spiritualmente alterato<br />
e verso cui, purtroppo, la nostra religione si comporta (come già spiegato) in modo contraddittorio,<br />
accettando una mediazione paradossale della quale fanno tesoro gli odierni rappresentanti di<br />
Satana. Non sorprendiamoci, ripeto, così come per le conseguenze dell’effetto serra, neppure per<br />
quelle di una mentalità deleteria e tutt’altro che religiosa, ora alla base di una società assurda. Una<br />
società orientata dal materialismo, e perciò dalla superfi cialità, dall’incoscienza e dal peccato.<br />
nistica, vissero i primordi psicologici di un poeta astratto e ribelle. Un’anima distinta,<br />
alienata da ogni luogo comune, ad iniziare dai valori acquisiti e spesso fi ttizi di una<br />
scuola che odio ancora, così come adoravo questa terra sgombra dalla traccia artifi ciale.<br />
Ora in essa ritorno, talvolta, solo quando quella rara solitudine ripete il suo momento<br />
insperato, respirando il mio Brahms con tutta la sua fi era misantropia. Quasi da epigono<br />
camminatore che viene qui per salutare la terra prediletta, la sede ormai contraffatta<br />
di un sogno che cerca ancora, in questi resti, il suo tempo autentico: quello perduto e<br />
indelebile che solo la fantasia sa rivivere.<br />
15<br />
Rossano Di Palma<br />
bellì notevolmente la città a livello architettonico, rifece<br />
strade e scuole, favorì accademie e pubbliche istituzioni.<br />
Nonostante le notevoli qualità, rimase comunque un<br />
oppressore e un despota per i neretini e fece salire sul<br />
soglio episcopale Giacomo Antonio, suo fi glio naturale.<br />
Sposò Sveva Sanseverino, fi glia di Don Gerolamo 2°<br />
Principe di Bisignano e di Vannella Gaetani dell’Aquila<br />
d’Aragona. A lui rimase la città quando, nel 1510,<br />
fu elevata a ducato. Nei prossimi giorni le tre città nomineranno<br />
la commissione del gemellaggio alla quale<br />
prenderanno parte amministratori e storici locali.<br />
Carlo Anello<br />
Uffi cio Stampa Comune di Atri<br />
foto: Alvaro Bronico<br />
Rossano Di Palma
16 EVENTI E CRONACA LOCALE <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
“Lascia la macchina e vieni in navetta”<br />
Torna il servizio di bus navetta con un nuovo mezzo ad alimentazione ecologica<br />
“Lascia la macchina e vieni in navetta” con questo<br />
slogan il comune di Silvi ribadisce il suo impegno<br />
per l’ambiente e in quest’ottica ha riattivato il bus<br />
navetta estivo.<br />
Dopo più di un anno di interruzione del servizio,<br />
richiesto a gran voce dalla cittadinanza e dai villeggianti,<br />
l’assessore al Turismo Annapaola Mazzone<br />
ha provveduto al ripristino del trasporto urbano su<br />
tutto il territorio di Silvi. <strong>Da</strong>l 28 giungo al 15 settembre<br />
il nuovo mezzo sarà a disposizione degli<br />
utenti, con fermate a chiamata o su prenotazione<br />
telefonica.<br />
Il nuovo bus è un modello Iveco, con una capienza<br />
per sedici persone, alimentato a metano proprio per<br />
creare il meno impatto possibile sull’ambiente.<br />
Il servizio è attivo dalle 6 del mattino fi no all’una<br />
di notte. Il costo del biglietto è di 1 euro e cinquanta<br />
ma saranno possibili abbonamenti che possono<br />
essere eseguiti in 22 attività commerciali di Silvi.<br />
Previsti sconti e agevolazioni per le persone diversamente<br />
abili e per i pensionati. “”Il bus navetta<br />
- ha detto l’assessore Annapaola Mazzone - risponde<br />
ad esigenze di trasporto pubblico anche sotto<br />
il profi lo turistico, un servizio comodo e rapido di<br />
spostamento all’interno della città. Importante è<br />
stata inoltre la scelta di dotarlo di impianto a me-<br />
Torna Mogol nell’estate di Silvi<br />
Sarà ancora il Maestro Mogol il protagonista assoluto dell’estate silvarola.<br />
L’artista milanese presiederà la seconda edizione del Premio della<br />
Canzone Italiana “Silvi, Città di Mogol”, presentata dal giornalista<br />
musicale <strong>Da</strong>rio Salvatori e da Germanio D’Aurelio “Nduccio”. Le manifestazioni<br />
estive, che prendono il via uffi cialmente il 1 luglio, sono state presentate<br />
dall’assessore al turismo Annapaola Mazzone e quella alla cultura Luciana Di<br />
Marco. Il premio in onore a Giulio Rapetti “Mogol”, cittadino onorario di Silvi<br />
dal 2008, ha aperto le iscrizioni ai giovani cantautori che si esibiranno nel palco<br />
di piazza dei pini martedì 24 agosto. Ad inaugurare la stagione di spettacoli<br />
sarà l’Intercultura Festival “Non solo jazz” che vede l’esibizione di Linda<br />
Valori (già protagonista al Sanremo 2004) e degli Afrodesir, progetto di musica<br />
afro basato sulla contaminazione. Altro grande appuntamento è previsto<br />
tano per sottolineare la nostra attenzione all’ambiente”.<br />
Domenico Mazzone<br />
Presentato il calendario manifestazioni. Ad agosto il premio della canzone italiana.<br />
E poi Massimo Bagnato da Zelig, due Notti Bianche, tappa regionale di Miss Italia, rassegne internazionali<br />
il 1 agosto con lo spettacolo “Desiderio di Cabaret” con Massimo Bagnato,<br />
comico e personaggio televisivo, vero mattatore allo Zelig <strong>2010</strong>.<br />
Torna la “Notte Bianca a Silvi”, reduce da due edizioni strepitose, riuscendo<br />
addirittura a presentarsi in doppia veste: la classica del 7 agosto e la grande<br />
festa del mare, il 10 luglio, che rappresenterà la notte bianca sulla spiaggia.<br />
Grande attesa il 22 luglio per “Strada facendo Festival”, primo appuntamento<br />
con gli artisti di strada che si esibiranno per le vie della città che si trasformeranno<br />
per l’ocasione in grandi isole ecologiche.<br />
Atteso ritorno per la dodicesima edizione di Arti e Mestieri a Castelbelfi ore,<br />
che dal 16 al 19 luglio celebrerà gli antichi mestieri nello splendido scenario<br />
di Silvi Paese. E sempre il borgo antico sarà teatro della quarta edizione di<br />
“Rock, Wine and Blues”, festival internazionale della musica blues che vedrà<br />
protagonisti personaggi del calibro di Matt Schofi eld, Michael Burks, Earl<br />
Thomas e Dede Priest.<br />
La manifestazione, che ospiterà anche degustazioni enologiche delle cantine<br />
abruzzesi e prevista il 30 e 31 luglio, è patrocinata dal Ministero della Gioventù.<br />
L’11 agosto, invece, farà tappa regionale il Concorso Nazionale Miss<br />
Italia nella splendida cornice di Piazza Marconi. Il clou, ad agosto, quando<br />
piazza dei pini sarà centro della consueta e affascinante celebrazione dei festeggiamenti<br />
del mare che vedranno grandi spettacoli per il ferragosto. Tanti<br />
altri spettacoli, grandi protagonisti, sagre di pesce e incontri d’arte che caratterizzeranno<br />
l’estate silvarola.<br />
“Abbiamo confermato gli eventi che caratterizzano l’estate a Silvi – hanno<br />
detto gli assessori comunali Mazzone e Di Marco – caratterizzata da rassegne<br />
importanti e personaggi come Mogol che onorano la nostra città. Il nostro<br />
ringraziamento va soprattutto a quelle associazioni culturali con il quale abbiamo<br />
collaborato”<br />
APERTE le iscrizioni al PREMIO MOGOL<br />
http://www.lacanzonedelsole.it/bando.html<br />
Domenico Mazzone
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Blitz antiabusivi<br />
Linea dura contro i vu cumprà alla presenza del<br />
vice sindaco Marini: sequestrata merce contraffatta.<br />
Domani riunione con le forze dell’ordine<br />
provinciali per arginare il fenomeno.<br />
Il lavoro del vice sindaco Enrico<br />
Marini continua su strada, in maniera<br />
diretta, a fi anco gli uomini<br />
della polizia locale, impegnato in prima<br />
persona in operazioni contro l’illegalità.<br />
L’ultima questa mattina, in<br />
una operazione contro il commercio<br />
abusivo, coordinata dal comando di<br />
polizia locale insieme, al vice sindaco<br />
Marini. Sequestrati 350 articoli di<br />
cui più della metà costituita da merce<br />
contraffatta, per un valore stimato intorno<br />
alle 3 mila euro. E’questo il bilancio<br />
dell’operazione svoltasi, intor-<br />
La Croce Rossa di Silvi ha compiuto<br />
15 anni, e lo ha fatto festeggiando<br />
insieme alla sua gente con una grande<br />
festa di 3 giorni in piazza dei Pini.<br />
La festa è stata davvero divertente,<br />
si sono esibiti sul palco il Coro di<br />
Mutignano e il gruppo dei Senza<br />
Nome la prima serata, e un famoso<br />
comico abruzzese la seconda serata.<br />
Purtoppo il maltempo ha chiuso la<br />
festa in anticipo,poichè la pioggia<br />
ha avuto la vinta nella serata della<br />
domenica. Durante le prime due<br />
sere però oltre alla musica e a tanto<br />
divertimento i Volontari del Soccorso<br />
si sono improvvisati cuochi e hanno<br />
no alle 10 del mattino, lungo le spiagge<br />
affollate dai turisti che negli ultimi<br />
giorni hanno visto una vera e propria<br />
invasione di commercianti stranieri<br />
abusivi. A fi nire nel mirino dei locali<br />
vigili urbani sono stati ambulanti di<br />
origine bengalese, sorpresi a mostrare<br />
la merce ai villeggianti, che però appena<br />
avvistati gli agenti si sono dati alla<br />
fuga. La merce sottoposta a sequestro<br />
comprende articoli di bigiotteria (che<br />
venivano venduti ad un prezzo simile<br />
a quello dei corrispondenti autentici),<br />
orologi, scarpe, jeans e magliette. I<br />
capi e gli accessori d’abbigliamento<br />
riproducevano con fedeltà i marchi<br />
più in voga. L’amministrazione comunale<br />
ha deciso di intraprendere la<br />
linea dura contro i venditori abusivi<br />
al fi ne di tutelare il commercio fi sso<br />
della città.“”Abbiamo predisposto<br />
un piano di prevenzione e repressione<br />
del commercio abusivo - ha detto<br />
il vice sindaco nonché assessore alla<br />
polizia municipale Enrico Marini<br />
- seguiranno controlli a tappeto sia<br />
15 anni con voi…<br />
Compleanno della CRI di Silvi<br />
preparato deliziosi piatti per tutti<br />
coloro che intervenivano alla festa.<br />
L’iniziativa dei ragazzi della CRI di<br />
Silvi ha avuto una causa nobile quella<br />
di raccogliere fondi per lì’acquisto<br />
di una nuova ambulanza. Nella<br />
giornata di sabato si è svolta anche<br />
un’esercitazione dei soccorsi speciali<br />
nella scuola Bindi di Piazza Marconi,<br />
con l’aiuto dei volontari di Giulianova<br />
si è simulato un incendio dentro la<br />
scuola e per rendere la scena ancora<br />
più emozionante si era stabilito che<br />
l’unica via di fuga era quella aerea<br />
per cui è intervenuta la gru della croce<br />
Rossa e i soccorritori Speciali che<br />
con particolari imbracature si sono<br />
aggrappati alla gru e hanno salvato<br />
le cavie. Durante l’esercitazione sono<br />
state messe in azione anche le unità<br />
cinofi le per la ricerca dei dispersi. La<br />
scena ha fatto restare a bocca aperta<br />
quanto sono accorsi nella piazza a<br />
vedere cosa accadeva,molti spettatori<br />
si sono complimentati con i ragazzi<br />
e molti hanno tirato un respiro di<br />
sollievo quando hanno capito che era<br />
solo un’esercitazione e nulla di reale.<br />
La domenica sempre nella scuola<br />
EVENTI E CRONACA LOCALE<br />
sull’arenile che sulle strade. Siamo di<br />
fronte ad una situazione intollerabile<br />
che va a danno dei nostri commer-<br />
Bindi con l’aiuto e la collaborazione<br />
della cardiologia e della diabetologia<br />
dell’opsedale di Atri si è voluto offrire<br />
ai cittadini una giornata di prevenzione<br />
per il diabete e l’infarto, pertanto si<br />
sono effettuati controlli gratuiti della<br />
glicemia e elettrocardiogrammi. La<br />
domenica mattina in Piazza dei Pini si<br />
è celebrata la S. Messa e subito dopo<br />
si è ringraziato il Comune di Silvi ed il<br />
Sindaco, e inoltre sono stati premiati<br />
i volontari che fanno parte del gruppo<br />
dal 1995 e precisamente : Mauro<br />
Mennilli, gabriele Carletti, Franco Di<br />
Remigio, Pasqualino savini, Rosanna<br />
17<br />
cianti fi ssi e per l’intera comunità””<br />
Come ogni anno, a stagione turistica<br />
avviata, le località balneari subiscono<br />
la forte presenza degli ambulanti abusivi<br />
e a Silvi lo scorso anno fu approvata<br />
un’ordinanza del sindaco e una<br />
delibera di consiglio comunale con<br />
il quale si poneva il divieto assoluto<br />
della vendita ambulante. Domattina,<br />
tra l’altro, ci sarà un incontro nel comune<br />
di Silvi tra Polizia Locale, Carabinieri,<br />
Guardia di Finanza, Polizia<br />
e Guardia Costiera convocata dall’assessore<br />
al commercio, Sergio Adonide,<br />
per discutere della problematica<br />
e pianifi care in maniera congiunta le<br />
dovute azioni per reprimere il fenomeno<br />
del commercio abusivo.<br />
Domenico Mazzone<br />
Di Biase e Alfonso Scordella. La festa<br />
della CRI è stata una festa gioiosa,<br />
piena di allegria e soprattutto è stata la<br />
festa dei Volontari. Silvi deve essere<br />
orgogliosa ad avere un’istituzione<br />
così forte e salda che da 15 anni opera<br />
instancabilmente sul territorio. Grazie<br />
a tutti i volontari del soccorso, a tutti<br />
quelli che hanno collaborato e a tutti<br />
quelli che in questi 15 anni hanno reso<br />
possibile che questo gruppo esista da<br />
tanti anni.<br />
Uffi cio Stampa - CRI Silvi<br />
www.crisilvi.it
18 EVENTI E CRONACA LOCALE<br />
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
L<br />
Pianacce in Fest<br />
<strong>Da</strong>l 23 al 25 luglio danze e musiche delle tradizioni popolari<br />
a terza edizione di Pianacce in fest: danze e musiche<br />
delle tradizioni popolari sarà interamente de-<br />
dicata alla rievocazione di tempi e usanze passate<br />
attraverso seminari e spettacoli all’insegna di canti e balli<br />
legati al folklore e alla tradizione. La cultura popolare di<br />
ogni luogo affonda le proprie radici nella storia legata alle<br />
genti più umili che, attraverso i mestieri più semplici e<br />
dignitosi, hanno costruito e mantenuto l’identità culturale<br />
del proprio paese.<br />
Il tema a cui questa edizione è dedicata alla Transumanza,<br />
il viaggio stagionale che conduceva annualmente, fi n dalla<br />
notte dei tempi, le greggi dall’Abruzzo in Puglia. Questa<br />
migrazione aveva bisogno di larghe vie erbose che potessero<br />
fornire alimento al bestiame durante il lungo cammino.<br />
Pertanto i Tratturi erano strade e pascoli che oltre<br />
allo scambio di merci e bestiame sono divenuti luoghi di<br />
incontro tra tradizioni e culture diverse. Il viaggio durava<br />
giorni e si effettuavano soste in luoghi prestabiliti noti<br />
come “stazioni di posta”.<br />
La manifestazione, che si svolgerà nei giorni 23-24-25<br />
luglio in Piazza Indipendenza nella contrada Pianacce di<br />
Silvi, sarà dunque interamente dedicata ad eventi musicali<br />
e culturali legati alle vie della Transumanza. Un “viaggio”<br />
di tre giorni dall’Abruzzo al Salento, alla scoperta di canti,<br />
balli e musiche che caratterizzano la nostra terra. Ogni serata<br />
si raggiungerà la nostra stazione di posta rievocando<br />
lo spirito e la passione di un tempo passato.<br />
Il viaggio ha inizio con i seminari i e laboratori di tradizioni<br />
popolari abruzzesi (la storia, canti, balli, strumenti<br />
musicali...) a cura di Carlo Di Silvestre (etnomusicologo,<br />
dir. del C.E.d’A) impegnato da anni nella ricerca etnomusicologa<br />
sul campo in Abruzzo, docente di etnomusicologia,<br />
autore di numerose pubblicazioni nonchè fondatore e<br />
dirigente del gruppo di riproposta “Il Passagallo”. La serata<br />
d’apertura sarà inaugurata dal gruppo storico di Penne<br />
S.Andrea Laccio d’amore, sempre molto attivo nella<br />
conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio<br />
fokloristico abruzzese e teramano. Il ballo del laccio<br />
è rimasto radicato sino ad oggi nella cultura abruzzese assumendo<br />
la connotazione di danza tipica delle feste e di<br />
ballo propiziatorio dei matrimoni, in occasione dei quali,<br />
è tradizione trarre presagio per il futuro della coppia dalla<br />
riuscita dell’ intreccio e del disintreccio dei nastri in mano<br />
ai ballerini. La serata prosegue con le “tradinnovazioni sonore”<br />
dell’ Orchestra della Transumanza che presenterà<br />
un repertorio di musica popolare abruzzese contaminato<br />
da sfumature folk-rock. “Tradire per innovare” ,questo è<br />
il concetto su cui l’Orchestra riesce a fare del patrimonio<br />
musicale abruzzese uno spettacolo all’avanguardia ricco<br />
di contaminazioni sonore di altre culture, condividendo<br />
l’idea che la tradizione fosse una sorta di voce antica che<br />
sarebbe stata in grado di raccontare il mondo lasciato alle<br />
spalle e quello che si apre davanti ognuno di noi.<br />
Il viaggio nella memoria continua sabato 24 con una<br />
giornata dedicata alla tradizione musicale del Salento.<br />
A partire da pomeriggio prenderanno il via seminari incentrati<br />
sul fenomeno del tarantismo e sulla storia della<br />
pizzica accompagnati da dimostrazioni coreografi che e<br />
corsi di ballo e tamburello tenuti da istruttori del luogo.<br />
Durante la serata si esibiranno gli Arakne Mediterranea<br />
noto gruppo salentino di elevato spessore coreografi co. La<br />
Compagnia si compone di artisti studiosi e ricercatori, che<br />
si propongono di diffondere, far conoscere e sopravvivere<br />
le tradizioni, le danze, gli usi e i costumi delle espressioni<br />
popolari salentine e della Puglia proponendo i canti, le<br />
danze e i ritmi direttamente attinti alla tradizione orale, da<br />
nonne tamburelliste, cantanti, danzatrici e danzatori popolari<br />
di Galatina, Martignano Ostuni, Lecce, Torrepaduli,<br />
Ortelle ecc., che hanno trasmesso la loro passione per la<br />
Pizzica e il canto popolare come autentica espressione di<br />
una cultura “altra”. A ritmo di tamburelli, chitarre, organetto,<br />
violino, fl auti, nacchere, si intraprende un viaggio<br />
sonoro che va dalle tarantelle più antiche ai canti di taranta,<br />
dalle ninne nanne alle serenate, dalle pizziche della<br />
Puglia ad arie e cantilene grike per coinvolgere e trasportare<br />
lo spettatore nella magica terra del Salento.<br />
La notte salentina proseguirà in compagnia de I Calanti,<br />
dodici giovani musicisti, tutti appartenenti alla Famiglia<br />
Colitti di Ugento (Le), impegnati a portare avanti una<br />
tradizione musicale di famiglia nella quale la passione e<br />
l’amore per la cultura e le tradizioni popolari del Salento<br />
sono l’humus sul quale è germogliato questo importante<br />
gruppo.<br />
I Calanti hanno saputo mantenersi integri dalla moda delle<br />
contaminazioni extra-culturali che hanno snaturato il panorama<br />
musicale Italiano, meritando a pieno titolo l’epiteto<br />
di “eredi autentici della tradizione” che ne fa oggi uno<br />
dei gruppi di riferimento mondiale per il genere che propongono.<br />
La forza della loro musica e dei loro spettacoli<br />
è dirompente: le melodie affi orano da voci antiche mentre<br />
i ritmi pulsano sostenuti da una possente sezione di tamburelli,<br />
il tutto accompagnato da una sezione coreografi ca<br />
suggestiva e coinvolgente.<br />
L’ultima stazione di posta ci riconduce in Abruzzo per<br />
assistere allo spettacolo del gruppo di riproposta de Il<br />
Passagallo che animerà la serata a ritmo di Saltarello<br />
abruzzese, Cotta e Spallata accompagnati dalle danze in<br />
costume della del gruppo itinerante La Cumbagnie del<br />
G.U.T.A. Il Passagallo svolge da dieci anni attività concertistica<br />
e seminari-studio presso teatri ed enti culturali in<br />
Italia e all’estero. Della musica orale abruzzese, documentata<br />
dalla ricerca sul campo svolta da Carlo Di Silvestre,<br />
Il Passagallo interpreta e ripropone le storie, le leggende, i<br />
canti della religiosità, del sentimento amoroso e di sdegno.<br />
Il linguaggio sonoro, dai caratteri mediterranei ed europei,<br />
si presenta ora ritmicamente incalzante ed ora melismatico,<br />
ora essenziale ed ora denso di lirismo.<br />
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<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Si sono svolti dal 18 al 20 giugno, con una grande manifestazione in<br />
Piazza dei Pini durata tre giorni, i festeggiamenti per i 15 anni di attività<br />
della Croce Rossa – Volontari del Soccorso di Silvi. Un programma<br />
ampio e per tutti i “gusti” quello che i V.d.S. di Silvi hanno offerto a coloro<br />
che sono accorsi; oltre agli stand gastronomici, c’è stata l’esibizione del Coro<br />
folkloristico “Coro del Borgo Antico”, lo spettacolo di Marco Papa con la partecipazione<br />
di Matteo Laudadio, i concerti dei “Senza Nome” (tributo a Rino<br />
Gaetano) e dei “Venti Metri”, un’estemporanea di pittura, una mostra fotografi<br />
ca e un’esercitazione dei Soccorsi Speciali. Non ci si è dimenticati neanche<br />
delle funzioni proprie della Croce Rossa, col controllo gratuito di glicemia ed<br />
ECG, e infi ne una lotteria il cui ricavato è stato devoluto per l’acquisto di una<br />
nuova ambulanza.<br />
Il taglio del nastro è avvenuto a opera del Sindaco Gaetano Vallescura, che ha<br />
voluto rimarcare l’importanza della presenza di una struttura come la Croce<br />
Rossa sul territorio di Silvi, il modo in cui ha saputo crescere negli anni par-<br />
EVENTI E CRONACA LOCALE 19<br />
15 anni per la Croce Rossa Italiana - gruppo<br />
volontari del soccorso di Iilvi<br />
Il gruppo dei volontari del soccorso della croce<br />
rossa di Silvi ha festeggiato i suoi 15 anni di<br />
attività e lo ha fatto in tre giorni di festa in piazza<br />
dei Pini. Il programma della manifestazione si è<br />
svolto con mostre di pittura e fotografi a, stand gastronomici,<br />
esercitazioni di soccorso speciali. Sono<br />
stati effettuati, inoltre, controlli medici gratuiti e<br />
messi a disposizione stand informativi sulle attività<br />
della croce rossa.. Domenica 20 giugno alle ore 11<br />
è stata celebrata messa all’aperto in Piazza dei Pini<br />
mentre sabato sera un grande show del cabarettista<br />
abruzzese Marco Papa, affi ancato da Matteo Laudario<br />
ha allietata la serata dei molti intervenuti alla<br />
festa. Si sono esibiti nel loro ultimo spettacolo con<br />
i “”Santi e predicatori”” con i quali sono impegnati<br />
in un tour italiano. Lo spettacolo si è effettuato alle<br />
ore 22,00 e l’ingresso è stato gratuito. Nella serata<br />
di domenica, invece il concerto musicale dei Venti<br />
Metri. La manifestazione è stata voluta dal gruppo<br />
dei volontari di Silvi, che costituirono nel 1995 la<br />
prima sezione Croce Rossa, con lo scopo di far conoscere<br />
e sensibilizzare le persone verso il mondo<br />
tendo da zero e l’immensa opera di volontariato che la stessa ha effettuato, con<br />
tante vite salvate, nei quindici anni di vita.<br />
Roberto Marchione<br />
Marco Papa per la Croce Rossa<br />
Il gruppo Croce Rossa di Silvi festeggia 15 anni di attività sul territorio.<br />
Festa in piazza, raccolta fondi per una nuova ambulanza e show del comico abruzzese<br />
Quando la morte passa sulla tua corsia<br />
Il delitto è avvenuto verso l’una e un quarto, o meglio,<br />
uno dei tanti delitti… Un assassinio orrendo,<br />
sia per le sue tremende modalità, sia perché ha<br />
ucciso un innocente, una vittima casuale sostituibile<br />
da ognuno di noi, se l’arcano comando che gestisce i<br />
fi li del destino, cioè le coincidenze della vita, l’avesse<br />
voluto. Già… tu ti trovi a transitare sul lato destro secondo<br />
una regola fondamentale ed irreversibile della<br />
circolazione stradale (tanto più se in prossimità di un<br />
dosso che ti copra assolutamente la visuale), dall’altra<br />
invece qualcuno, che abituato alle savane, si identifi -<br />
ca in un ghepardo saturo di “spirito”… di distruzione.<br />
Qualcuno che, cambiando pista, raggiunge la massima<br />
velocità per ricordare la sua selvaggia appartenenza a<br />
tutti quegli ipocriti che fanno ancora fi nta di ignorarla!<br />
Anche in questo caso, ovviamente, mi devo altresì<br />
preservare scrivendo che tale precitato delitto è avvenuto<br />
sul “cuor della terra” (e della notte) trafi tto, non<br />
da un raggio di sole, ma da uno di quei macabri boati,<br />
ora, purtroppo, sempre più ricorrenti in tali e indefi nite<br />
zone del pianeta.<br />
Detto ciò, mi viene soltanto da aggiungere un termine<br />
caro a qualche pittoresco abitante di quell’organo quasimodiano;<br />
quell“italiacci” cioè, che a questo punto,<br />
diviene più che mai idoneo per signifi care un popolo<br />
ipnotizzato, plagiato e ammaestrato dai media, secondo<br />
la convenienza di abili e occulti manipolatori. E ultimamente,<br />
i risultati dolosi di questi arcani alchimisti<br />
del volontariato. Nei tre giorni di festa, inoltre, è<br />
stata organizzato una lotteria con lo scopo di rinnovare<br />
il proprio parco mezzi, acquistando una nuova<br />
ambulanza utile alle loro attività di soccorso, visto<br />
che il loro presidio, sito a Silvi lungo la statale<br />
nord, a confi ne con Pineto, funge anche da guardia<br />
turistica e pronto intervento che soprattutto nel periodo<br />
estivo trova il picco di richieste di intervento.<br />
Il sindaco Gaetano Vallescura ha detto che “”il<br />
gruppo dei volontari di Silvi è una vera e propria<br />
istituzione, seria e competente, presente sul territorio<br />
anche con attività di aggregazione. Invito i<br />
cittadini a partecipare all’evento e contribuire per<br />
aiutare un gruppo di persone a disposizione della<br />
collettività”.<br />
Domenico Mazzone<br />
sociali, sono stati evidenti anche sui balconi delle case<br />
imbanditi di bandiere… Già, perché il nostro tricolore<br />
esiste soltanto durante i campionati mondiali di calcio!<br />
Solo allora ci ricordiamo del nostro simbolo storico, e<br />
non certo per nazionalismo, ma per un banale e redditizio<br />
stereotipo tanto caro a chi ci telecomanda…<br />
Solo allora, inoltre, se ne parla e si pretende di cantare<br />
l’inno nazionale, nell’assoluta ignoranza (o quasi) che<br />
Goffredo Mameli fu un poeta e non un compositore!<br />
Che la sua presunta musica quindi, cioè quella che tanto<br />
si ostenta nel suddetto periodo di delirio calcistico,<br />
(quella che tanto ci piace) non è affatto sua, ma di un<br />
certo Michele Novaro: uno di quegli sconosciuti per<br />
cui si batte lo sconosciuto sottoscritto.<br />
Rossano Di Palma
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
T<br />
Un orto nel cielo<br />
Quando un Leone se ne va…<br />
ante fi le di pomodori, qualche fi la di peperoncini,<br />
una cornice di siepi potate a puntino, non un ramo<br />
che viene fuori, e poi il tocco magico delle bouganville<br />
che rende tutto più dolce e colorato. Lo immagino<br />
così il suo orto nel cielo. Semplice, ma preciso, curato nei<br />
piccoli dettagli, così come è stata la sua vita: semplice, ma<br />
precisa; senza ipocrisie, con i conti che dovevano tornare e<br />
se non tornavano, guai! Testardaggine, tanta testardaggine.<br />
Sfasciare tutto e ricominciare, fi nché non riusciva perfetto.<br />
La vita semplice di un contadino, la dignità infi nita di un<br />
Leone. Lo immagino lì, orgoglioso, ad osservare il suo orto<br />
nel cielo e a fermare i passanti per fare una chiacchierata,<br />
invitandoli ad assaggiare un bicchiere del suo vino, perché<br />
“si nin ci mitte la binzine, la machine nin cammine!”. Lo<br />
immagino così mio nonno. Con le mani sulla zappa ed il<br />
mento sulle mani per riposarsi un po’, con lo sguardo che<br />
ti scruta per vedere se il suo lavoro ti piace, poi sorride e<br />
scherzando ti dice: “vattene ambò da esse!”. Lo immagino<br />
lì, ad insegnarti quelle piccole cose della vita che con anni<br />
e anni di studio non imparerai mai e poi arrabbiarsi perché<br />
vai sempre di fretta; una fretta che non riesce a spiegarsi,<br />
che non condivide ed allora pensa lui a fermarti, a farti<br />
rifl ettere che la vita non è solo correre. Ed inizia a raccontare.<br />
Raccontare, raccontare. Non avrebbe mai smesso di<br />
raccontare il suo passato, quella vita così vicina a lui, ma<br />
che percepiva essere così lontana, così diversa per noi. Anche<br />
a me sembrava incredibile come, in due generazioni,<br />
fosse rapidamente cambiato tutto nel nostro stile di vita e<br />
per questo ne ero affascinato.<br />
Qualche mese fa, decisi di scrivere una parte di quei racconti,<br />
di raccogliere un pò di quel tesoro che né i libri né i<br />
fi lm posseggono. Pensai che custodire l’immagine che mio<br />
nonno aveva di Silvi, della storia di Silvi che ha vissuto<br />
dal 1926, prima nel contesto della guerra e poi del boom<br />
economico, fosse importante per ricordare sempre la mia<br />
identità, le mie origini, i sacrifi ci che piccoli, grandi uomini<br />
come mio nonno hanno fatto per me, per tutti noi. Con<br />
la solita, incredibile lucidità, ha iniziato a raccontare… “<br />
Sono nato nel 1926 in una casa nella zona Piomba, quando<br />
Silvi era principalmente una grossa palude poiché solo intorno<br />
al ’62-’63 si iniziò a lottizzare da quelle parti. In particolare,<br />
alla Piomba vi era solo qualche casa di contadini<br />
dove in media abitavano 12-13 persone; più famiglie, infatti,<br />
si dividevano lo stesso tetto. Ricordo che oltre alla mia,<br />
divisa in “Rubbinnille” e “Frascarille”, c’erano le famiglie<br />
di “Falicone”, “Pirazze”, “Canulle”, “Buccitte” ed infi ne i<br />
“Passaritte”. Si lavoravano le terre attorno a questa casa;<br />
d’inverno si coltivavano l’insalata, il fi nocchio e le verdure<br />
in genere, d’estate invece principalmente pomodori, angurie,<br />
meloni, uva, fagioli, grano e mais. Oltre all’agricoltura,<br />
ogni famiglia allevava una decina di animali tra mucche,<br />
pecore, talvolta maiali, conigli e galline. – Ogni tanto, durante<br />
il racconto, mia nonna cercava di aiutare a ricordare<br />
qualche particolare. Allora mio nonno, come suo solito,<br />
preso dalla narrazione sbuffava: “une a dà parlà!”, poi<br />
sorridevano entrambi, e lui ricominciava…– La terra non<br />
era completamente nostra, ma ci apparteneva a metà: la<br />
cosiddetta “mezzatria”, ed ogni capo-famiglia stipulava un<br />
contratto con il padrone delle terre che noi lavoravamo per<br />
poi divedere i prodotti. A quel tempo la terra era un bene<br />
prezioso, non c’era l’industria e quindi insieme al mare,<br />
era l’unica nostra risorsa. Ovviamente, quindi, chi posse-<br />
deva le terre era ricco e poteva permettersi di non lavorare.<br />
Spesso, infatti, il padrone era affi ancato da un fattore che<br />
per noi rappresentava il diretto amministratore dei terreni<br />
su cui lavoravamo, nonché colui che ci controllava e si occupava,<br />
infi ne, della divisione dei prodotti. Spesso i fattori<br />
si comportavano male con noi, approfi ttandosi del proprio<br />
ruolo “superiore”. Per quel che ricordo, oltre la piomba,<br />
nel resto di Silvi altrettanto poche erano le case; principalmente<br />
c’erano vigne fi no alla stazione. Silvi Paese, invece,<br />
era o già un borgo popolato, poiché un tempo si tendeva<br />
maggiormente ad andare ad abitare sulle colline. Mia madre<br />
mi raccontava che veniva chiamata “Castel Belfi ore”,<br />
poi ci fu un terremoto che la devastò e tutt’oggi in zona<br />
cerrano, gli scogli che vediamo sono parte dei massi che<br />
rotolarono giù in quell’occasione. Sempre mia madre raccontava<br />
che il mare arrivava fi n sotto alla collina, diversamente<br />
da come già io ero abituato a vedere, ma quando<br />
mi trovai in quelle zone a scavare un pozzo dove prendere<br />
l’acqua per innaffi are, uscirono fuori parecchie bucce di<br />
vongole e conchiglie, allora ebbi la prova di quello che diceva<br />
mia madre. Ricordo ancora, inoltre, la ferrovia con i<br />
treni a carbone che ogni tanto passavano e i macchinisti,<br />
neri dalla testa ai piedi, che a volte ci salutavano. Poi, negli<br />
anni ’40, quando il re e Mussolini intrapresero la guerra,<br />
anche Silvi venne occupata dai tedeschi che, ricordo bene,<br />
arrivarono di sera comunicandoci, in modo molto tranquillo<br />
e pacifi co, che il giorno dopo avremmo dovuto lasciare<br />
le nostre abitazioni. “Domani voi andare via”, ci disse un<br />
soldato; io ero piccolo ma tentai di rendermi simpatico<br />
così lui mi permise di accompagnarlo a fare il giro della<br />
altre case. Lo feci perché ero innamorato di tua nonna e<br />
avrei così potuto approfi ttare per salutarla. Il giorno dopo,<br />
come previsto, siamo andati via e ci siamo rifugiati presso<br />
le zone di Tre Ciminiere; in particolare mi ricordo che<br />
io fui ospitato da parenti, la famiglia Bozzelli. La vita fu<br />
dura durante quei tre anni e talvolta, quando gli americani<br />
venivano a bombardare, dovevamo proteggerci gettandoci<br />
dentro i solchi scavati dall’aratro. E anche quando, fi rmato<br />
l’armistizio, i tedeschi si ritirarono, la situazione permase<br />
complicata. Inizialmente fummo tutti terrorizzati dalla<br />
notizia dei “tajacucce”, ovvero i tedeschi che, fuggendo,<br />
stavano compiendo massacri tra la popolazione ma, fortunatamente,<br />
si rivelò una falsa informazione. Cosa reale,<br />
invece, fu la completa distruzione della ferrovia da parte<br />
dei tedeschi in ritirata. Tornati alle nostre case, molte le<br />
ritrovammo senza tetto, senza travi che erano state utilizzate<br />
per costruire fortini presso il mare. Inoltre, erano state<br />
lasciate molte mine ed era pericoloso anche camminare o<br />
lavorare in quelle terre…” Sì, quel poco che c’era a Silvi<br />
era stato distrutto. Si trattava di ricostruire, ma soprattutto<br />
di costruire la bellissima città che ci ospita. Bisognava,<br />
mattone su mattone, mettere in piedi le case in cui abitiamo.<br />
Un piccolo villaggio di pescatori e contadini, pian piano<br />
si trasforma in una città turistica che oggi ci dà lavoro,<br />
ci fa vivere. Tutto merito di persone cui troppe poche volte<br />
abbiamo detto grazie. E poi, quando meno te l’aspetti, una<br />
telefonata ti riporta da Roma per dargli un ultimo saluto.<br />
Grazie. Non ti dimenticherò mai, nonno Leone!<br />
EVENTI E CRONACA LOCALE<br />
Federico Ronca<br />
21
22 EVENTI E CRONACA LOCALE <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Quando nasce?<br />
All’inizio del 1800 i marinai cominciano a capire che la<br />
pesca ha bisogno di più giorni “in mare” al fi ne di riportare<br />
un pescato di notevole quantità ed economicamente<br />
signifi cativo. Siamo in un periodo storico cruciale:<br />
Napoleone ha creato le municipalità, nei mari d’Europa<br />
c’è più sicurezza e meno pirati dediti al saccheggio, le<br />
tecniche marinare si affi nano grazie alla pesca velica. In<br />
questo contesto le emergenti marinerie, che cominciano<br />
a fondare nuove comunità locali sulla costa, comprendono<br />
che bisognava fornirsi di imbarcazioni più pesanti e<br />
tecnicamente attrezzate per resistere più giorni lontano<br />
dalla terraferma. Nasce e si sviluppa, dunque, il mercato<br />
del pesce, la sua attività diventa sempre più fi orente e<br />
specializzata, le esigenze alimentari si fanno sempre più<br />
importanti. Il “brodetto” sorge come piatto povero dei<br />
pescatori, proveniente da quel pescato che era diffi cile<br />
da vendere, magari a causa delle dimensioni dei pesci<br />
troppo piccoli, e che addirittura utilizzavano quando il<br />
Mi capita sempre più spesso di leggere di “mirabolanti<br />
progettazioni urbanistiche” che ripianifi cano le scadenti<br />
realtà territoriali dando nuovi e più moderni assetti alle<br />
città. <strong>Da</strong>llo zen di Palermo al centro direzionale di Napoli,<br />
dalle Olimpiadi di Torino all’Expo di Milano, e così<br />
via fi no ad arrivare alla nostra Silvi. Tali pianifi cazioni<br />
ad opera di illustri studi di Architettura dovrebbero ridare<br />
alle città ordine, sostenibilità ambientale, benessere…ma<br />
solo sulla carta in quanto le condizioni di disagio attuale<br />
alle quali siamo sottoposti spesso derivano proprio<br />
dall’utopia che una attenta pianifi cazione urbana possa<br />
risolvere i mali della società moderna. La mancanza di<br />
luoghi di aggregazione veri (i centri commerciali sono<br />
spesso defi niti come non-luoghi), l’impossibilità di una<br />
condivisione della vita quotidiana tra le persone dovuta<br />
ai ritmi sempre più stressanti, la mancanza di spazi “allo<br />
stato brado” per i bambini dove poter correre o giocare<br />
a pallone senza controllo, sono dovuti per molti versi ad<br />
uno sviluppo incontrollato della città che nella maggior<br />
parte dei casi si è trasformato in un vero e proprio…fallimento<br />
urbanistico…in Italia come a Silvi!<br />
Per capire basta fare un passo indietro… di ben 70 anni!<br />
Prima della II Guerra Mondiale il tessuto urbano era<br />
composto da aggregazioni spontanee che si succedevano<br />
nel tempo, molto lentamente, tenendo sempre in considerazione<br />
i bisogni primari del nucleo cittadino. Le città<br />
non venivano pianifi cate a tavolino da politici o architetti<br />
e inoltre la tecnica edilizia conosciuta del mattone non<br />
permetteva celerità nella costruzione (il cemento armato<br />
era ancora in fase sperimentale, soprattutto nei piccoli<br />
centri). La prima risorsa economica era l’agricoltura…<br />
Lu vridittucce silvarole<br />
Storia e ricetta del brodetto<br />
pesce era troppo poco o dai pezzi di scoglio con attaccate<br />
alghe e molluschi: ecco perché il brodetto è noto come<br />
“pietanza povera”. Silvi, nella sua zona costiera, nasce<br />
come località marinara e ben presto diventa rinomato<br />
centro marittimo.<br />
Com’è il brodetto silvarolo?<br />
La tipicità del brodetto silvarolo è nella scelta del pescato,<br />
celebre per il suo gusto derivato dalla scelta attenta<br />
di ogni singolo pesce: le panocchie, le zanchette, la tracina,<br />
le triglie, la razza, il palombo, la seppia, tipologie<br />
derivanti dal pescato “povero”, ai quali si aggiunge in<br />
seguito, negli anni, un pesce più ricco e proponibile per<br />
le tavole dei ristoranti come la rana pescatrice, la sogliola,<br />
il sampietro, gli scampi, cozze e vongole. Il brodetto<br />
alla silvarola si caratterizza per la preparazione semplice,<br />
nella quale non vengono utilizzati soffritti, né aggiunti<br />
acqua, brodo o aceto. Il pesce viene cucinato intero e un<br />
ruolo fondamentale è svolto dall’olio extra vergine d’oliva<br />
e il pomodoro di conserva, meglio se fresco e fatto in<br />
casa. Importante anche la scelta degli odori e delle spezie<br />
quali basilico, peperone, dolce, peperoncino piccante,<br />
prezzemolo aglio e cipolla. Il pesce all’interno della pentola<br />
non va assolutamente rigirato ma soltanto trizzicato<br />
(delicatamente scosso).<br />
Domenico Mazzone<br />
Il fallimento dell’urbanistica… in Italia come a Silvi!<br />
dalla Lombardia alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla<br />
Puglia; pertanto si era ben lungi da consumare il territorio<br />
dato che il territorio stesso rappresentava una risorsa.<br />
Non ultima la scarsa diffusione dell’automobile che limitava<br />
al minimo gli spostamenti concentrando in piccoli<br />
agglomerati urbani i bisogni primari; nell’arco di pochi<br />
minuti c’erano il fornaio, il farmacista, il macellaio, il<br />
sarto…e tutto quello che poteva servire alla microeconomia<br />
del posto; le risorse erano poche ma ben centellinate.<br />
Il vero spartiacque avvenne con la II Guerra Mondiale<br />
che stravolse l’assetto delle magnifi che città e cittadine<br />
italiane.<br />
Quartieri da ricostruire, porti da sminare, campagne da<br />
bonifi care…paradossalmente la morte portò sviluppo<br />
e ricchezza. Furono ripristinate le linee stradali e ferroviarie,<br />
vennero costruiti aeroporti, autostrade, porti e<br />
la diffusione dell’automobile ebbe uno sviluppo senza<br />
precedenti che portò a pianifi care interi quartieri urbani<br />
fuori da qualsiasi logica precedente…tra gli anni ’50<br />
e ’60 nelle grandi città, tra i ’70 e gli ’80 nelle piccole<br />
e, di conseguenza, a Silvi. Prendendo in considerazione<br />
la nostra cittadina è facile immaginare perché l’Aga<br />
Khan negli anni ’50 ne volesse fare la perla dell’Adriatico.<br />
Le magnifi che colline a ridosso della spiaggia,<br />
il mare cristallino con la sua sabbia dorata facevano sì<br />
che tutti avrebbero voluto vivere in un posto così meraviglioso<br />
(non a caso in quegli anni Silvi era meta di<br />
turismo d’elitè da tutta Italia; Mogol, Gabriele Ferzetti,<br />
Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi sono solo alcuni dei<br />
nomi che in quegli anni venivano nella nostra splendida<br />
cittadina). Purtroppo agli inizi degli anni ’70 questo<br />
territorio incominciò ad essere stravolto prima di tutto<br />
dalle infrastrutture: non bastava la ferrovia di fi ne XIX<br />
secolo, l’autostrada costruita alla fi ne degli anni ’60, lo<br />
stradone per Atri costruito a metà degli anni ’70 con una<br />
sezione stradale degna delle migliori tradizioni americane,<br />
i nuovi quartieri pianifi cati tra gli anni ’70 e ’80 a<br />
sud (Quartiere Piomba,Green Marine, Sole Mare) come<br />
sulla collina di Santo Stefano… Sebbene questo sviluppo<br />
urbano abbia portato benessere economico e creazione di<br />
nuove maestranze ha inevitabilmente consumato risorse<br />
primarie al territorio soprattutto facendo perdere identità<br />
ad una cittadina che a metà degli anni ’70 contava 7000<br />
abitanti. I nuovi quartieri sono diventati ghetti e le strutture<br />
insediate (carabinieri, uffi ci comunali, palazzetto,<br />
mercato…) non hanno sortito l’effetto sperato; il tasso<br />
delinquenziale è aumentato vertiginosamente venendo a<br />
mancare “in primis” il controllo dei cittadini stessi (tutti<br />
ricordano che a Silvi, fi no ad un trentina di anni fa si<br />
lasciavano le chiavi nella toppa di casa). Nonostante questo<br />
sia sotto gli occhi di tutti, si sventola ai quattro venti<br />
la bandiera della nascita di nuovi quartieri, della creazione<br />
di nuove arterie stradali, di come il collegamento tra<br />
Silvi e l’Area Metropolitana Pescarese sia “volano” per<br />
un nuovo sviluppo economico…penso che se si dovesse<br />
perdere il controllo del “volano” è un’intera cittadina che<br />
va a sbattere contro un muro, lasciando a piedi sopratutto<br />
le nuove generazioni che verranno!<br />
Dott.Arch. Massimo Blasiotti
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
LA VOCE DELLA CHIESA<br />
DIO ha bisogno degli uomini<br />
Negli anni ’50, in Francia fu pubblicato un<br />
Romanzo, dal quale ci fu ricavato anche<br />
un fi lm, dal titolo: “Dio ha bisogno degli<br />
uomini”. Quando fu pubblicato il libro, creò<br />
scandalo e sorpresa, ma una volta letto, suscitò nei<br />
lettori entusiasmo e interesse. Parlava del sacerdozio,<br />
anzi di uno spretato che, ad un certo momento<br />
della sua vita dovette amministrare l’assoluzione<br />
sacramentale ad una persona che stava morendo e<br />
non si trovava un altro prete a sua disposizione. Il<br />
prete è tale per sempre, anche se dovesse abbandonare<br />
il ministero sacerdotale: resta sempre prete!<br />
<strong>Da</strong>l 2009 all’11 giugno <strong>2010</strong>, la Chiesa cattolica ha<br />
voluto proclamare un anno dedicato al Sacerdozio<br />
ed è stato un anno di benedizione per la Chiesa e<br />
anche per tanti Preti che hanno meditato e rimeditato<br />
sul loro essere persone “consacrate”. Benedetto<br />
XVI, nel discorso di chiusura dell’anno sacerdotale<br />
ha rifl ettuto su diversi aspetti del presbitero, sia in<br />
senso positivo che negativo. Tra gli aspetti positivi<br />
ha ricordato che il prete “fa qualche cosa che nessun<br />
essere umano può fare da sé: pronunciare in<br />
nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri<br />
peccati… Pronunciare sulle offerte del pane e del<br />
vino le parole di ringraziamento di Cristo che sono<br />
parole di transustanziazione, parole che rendono<br />
presente Lui stesso, risorto, il suo corpo e il suo<br />
sangue, e trasformano così gli elementi del mon-<br />
Lungimiranza, come capacità di<br />
darsi degli obbiettivi, confrontarli<br />
con la classe politica, presentarli<br />
all’opinione pubblica, e condividerli con<br />
il maggior numero di cittadini possibile,<br />
soprattutto coloro che ne sono più interessati.<br />
L’idea nasce dal basso, ovvero<br />
dalle esigenze del popolo, va elaborata<br />
come progetto dalla classe politica, ed<br />
eseguita dagli amministratori e dai tecnici,<br />
cercando il consenso popolare. La<br />
capacità di focalizzare l’impegno su delle<br />
grandi opere, signifi cative per la vita cittadina,<br />
non limitandosi solo all’ ordinaria<br />
amministrazione, si chiama lungimiranza,<br />
ovvero saper guardare lontano. Abbiamo<br />
assistito in questi ultimi anni a belle opere<br />
pubbliche, due rotonde, di cui una ben<br />
ultimata, il marciapiede lungo la statale,<br />
e tante altre opere di sistemazione e di<br />
straordinaria manutenzione. Mancano<br />
tuttavia quelle opere signifi cative che tutti<br />
ci saremmo potuti aspettare da una amministrazione<br />
che ha avuto due mandati popolari.<br />
Manca tutt’ora un centro culturale<br />
con suffi ciente capacità recettiva. Nel territorio<br />
comunale non c’è una sala di gran-<br />
do.” Ciò che dice il Papa è importante perché in<br />
ultima analisi conferma che il prete non è qualcuno<br />
che vale per sé, ma vale perché Dio gli ha conferito<br />
alcuni privilegi che gli restano per tutta la vita.<br />
Giustamente si ripete che non è merito suo se può<br />
perdonare i peccati; non è suo onore se dicendo la<br />
preghiera di benedizione sul pane e sul vino, questi<br />
diventano il corpo e il sangue di Cristo. Con l’ordinazione<br />
presbiterale, l’uomo si mette nelle mani di<br />
Cristo e pronunciando certe parole, Cristo compie<br />
qui o ora ciò che aveva fatto il Signore in persona<br />
duemila anni fa. S. Paolo diceva: “Noi fungiamo<br />
come ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse<br />
per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome<br />
di Cristo: lasciatevi riconciliare con Cristo”. Anche<br />
oggi ci sono tanti uomini che non avrebbero<br />
mai voluto che Dio si fosse preso cura di essi, ma<br />
Dio che è amore, si pone al servizio degli uomini<br />
tramite persone che hanno risposto positivamente<br />
alla sua chiamata: “Parla, o Signore che il tuo servo<br />
ti ascolta!” Il Papa si è fermato anche a rifl ettere<br />
sull’aspetto negativo, scatenatosi quest’anno sulla<br />
fi gura del Prete: il problema della pedofi lia. E’ un<br />
argomento scabroso e delicatissimo che offende la<br />
dignità umana e soprattutto della Chiesa. La chiesa<br />
è santa e peccatrice insieme perché formata da uomini<br />
che non sono esentati dal peccato. Ma in quest’anno<br />
si è scatenato Satana, facendo riemergere<br />
Politica locale: Lungimiranza e dedizione<br />
Due parole ammirevoli, che tutti vorremmo vedere nei nostri amministratori locali.<br />
di dimensioni per ospitare il teatro, o conferenze<br />
e convegni di un certo livello. Che<br />
fi ne ha fatto il progetto di riqualifi cazione<br />
del Villaggio del Fanciullo? È possibile<br />
che i nostri cittadini devono andare a Pineto<br />
per assistere ad un saggio di musica<br />
o di danza? Siamo tutti d’accordo che gli<br />
uffi ci pubblici vadano decentrati, anche<br />
per una migliore aderenza sul territorio,<br />
ma come spiegare gli affi tti che il Comune<br />
paga per i locali destinati ad usi pubblici,<br />
non sarebbe stato possibile ubicare queste<br />
stesse attività in un centro polifunzionale<br />
o direzionale, munito di parcheggi, che sicuramente<br />
avrebbe evitato il pellegrinare<br />
dei cittadini utenti da una sede all’altra?<br />
Oltre che al campo della cultura e degli<br />
uffi ci pubblici, c’è il settore Sociale, così<br />
sviluppato ed eccellente a Silvi, ma anch’esso<br />
privo di spazi adeguati, si pensi<br />
solo a come la Cooperativa Sociale potrebbe<br />
stare in spazi più ampi e comodi.<br />
Tante volte si è parlato di una mensa per<br />
gli indigenti, o di altre strutture caritative,<br />
per evitare che il denaro liquido fi nisca,<br />
sotto forma di sussidio, a famiglie troppo<br />
spesso incapaci di amministrare il proprio<br />
patrimonio economico ed umano. Nella<br />
scorsa giunta comunale si era parlato a<br />
lungo di un porto turistico da realizzare<br />
in zona stadio, o in altro tratto della<br />
costa idoneo per le correnti e l’impatto<br />
ambientale. Di questo progetto sembra<br />
si siano perse le tracce. Per non parlare<br />
poi della strada di congiungimento con il<br />
litorale di Montesilvano, annunciata con<br />
molto entusiasmo e mai iniziata. Termino<br />
con il sottolineare la totale assenza<br />
di piste ciclabili nella nostra cittadina,<br />
primato amaro in una città di mare e di<br />
turismo come la nostra.Seconda parola è<br />
la dedizione: con questo termine vorrei<br />
descrivere il desiderio di “essere presenti”<br />
alla “cosa pubblica”. Un atteggiamento<br />
che fonde disponibilità e coerenza di<br />
vita. Avvertire su di se la responsabilità<br />
del consenso popolare, vuol dire anche<br />
comportarsi di conseguenza, non per un<br />
tornaconto elettorale, ma per una ragione<br />
di coscienza. La “missione politica” chiede<br />
una certa coerenza di vita non solo nel<br />
campo amministrativo, ma anche nella<br />
vita ordinaria. Quale credibilità avrebbe,<br />
ad esemplifi cazione, un politico che<br />
23<br />
sbagli, più o meno veri, di qualche prete vissuto<br />
20 o 30 anni fa. Addirittura, in Belgio qualche magistrato<br />
zelante “ricercatore della verità”, ha fatto<br />
aprire le bare di due cardinali tra i quali il Primate<br />
Suenens, morto da oltre 20 anni, per vedere se nella<br />
bara ci fosse qualche documento sui pedofi li di<br />
quel tempo. Satana e la massoneria hanno avuto la<br />
loro parte anche in questi eventi. E’ stata una tempesta<br />
estiva che insieme a rottami e detriti, ha portato<br />
anche qualche benefi cio: ha rinfrescato l’aria<br />
e sta purifi cando l’atmosfera. Questo interesse ha<br />
fatto sì che quell’uno o due per cento dei preti che<br />
sembra che abbiano questa tendenza scandalosa e<br />
perniciosissima, sarà eliminato dall’Ordine Sacro,<br />
si donerà una nuova purifi cazione alla Chiesa e un<br />
volto nuovo alle persone dedite al culto. Anche ciò<br />
che appare negativo nella storia degli uomini, nel<br />
disegno di Dio risulterà positivo. L’anno sacerdotale<br />
resti l’anno della “riscoperta e rivalorizzazione<br />
dei Buoni Pastori al servizio delle pecorelle”, verso<br />
il Regno. Nel disegno di Dio, dal male si può ricavare<br />
grazia e benedizione! Alle migliaia di preti<br />
fedeli al loro ministero e alla Croce, Cristo ripete.<br />
“Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da<br />
me che sono mite ed umile di cuore”. Questi sono e<br />
restano il sale della terra e la luce del mondo.<br />
Fra Nicola Petrone<br />
combatte il narcotraffi co, se poi lui stesso<br />
fosse tossicodipendente? Dedizione è anche<br />
disponibilità, presenza nel territorio e<br />
nel proprio uffi cio. Il politico non è solo<br />
al servizio del cittadino prima delle elezioni,<br />
ma soprattutto dopo, quando, a suo<br />
nome, amministra ciò che è di proprietà<br />
della collettività. Parlo di disponibilità<br />
sia nell’ascoltare i cittadini, sia nel chiamarli<br />
per organizzare meglio vita sociale.<br />
Sarebbe stato incoraggiante far sedere<br />
attorno ad uno stesso tavolo tutti coloro<br />
che organizzano iniziative e manifestazioni<br />
estive, per concordare un calendario<br />
assieme agli albergatori e agli operatori<br />
turistici.Ho esternato solo alcune impressioni<br />
generiche, solo perché la nostra città<br />
possa vivere al meglio la propria identità,<br />
e perché i nostri politici capiscano quanto<br />
ci sono a cuore, e quanto stimiamo l’alto<br />
uffi cio che ricoprono. Sono consapevole<br />
che i problemi sono molti, forse troppo,<br />
ma ogni tanto bisogna guardare più in la,<br />
a ciò che potrebbe essere…<br />
Fr. Maurizio Di Paolo
24 MUSICA-ARTE-SPETTACOLO <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Abruzzesi illustri<br />
Enrico Melozzi: dall’archetto alla pellicola<br />
di Concezio Leonzi<br />
Intervista esclusiva al noto violoncellista e compositore teramano, autore di musiche da fi lm.<br />
L’ultimo suo lavoro, il fi lm “L’uomo fi ammifero”, sta riscuotendo unanimi consensi in tutta Europa.<br />
Enrico Melozzi (Teramo, 1977), compositore,<br />
violoncellista. Personalità<br />
poliedrica nella scena musicale nazionale,<br />
spazia dall’attività di compositore a<br />
quella di concertista, muovendosi agilmente<br />
tra diversi generi e stili, dalla musica classica<br />
al jazz, dalla musica contemporanea alle più<br />
particolari forme di improvvisazione. Dopo<br />
il diploma in violoncello con il massimo dei<br />
voti, si dedica alla materia compositiva, dapprima<br />
in Germania, dove diventa assistente di<br />
Michael Riessler. Successivamente a Roma,<br />
dove tuttora vive, si dedica alla composizione<br />
di colonne sonore per il piccolo e grande<br />
schermo, ottenendo in poco tempo numerose<br />
pubblicazioni ed emissioni televisive da parte<br />
di RAI – SKY – CAM ORIGINAL SOUN-<br />
DTRACK – DIMI, e molti lavori teatrali<br />
(Elisa Di Eusanio, Giacinto Palmarini, Walter<br />
Nanni, Cinzia Leone, Accademia Nazionale<br />
Di Arte Drammatica di Roma, Gabriele Lavia,<br />
Piera Degli Esposti, Francesco Salvi).<br />
Firma numerosissime collaborazioni con la<br />
nuova scena Jazzistica Italiana» (Fidanza, Filippini,<br />
Lorusso, Signorile, Montagne, Amalia<br />
Grè, Stefano Di Battista, Nicky Nicolai, Antonella<br />
Ruggero etc…) sia come strumentista<br />
che come arrangiatore e compositore, e si fa<br />
presto notare da musicisti di calibro internazionale,<br />
scrivendo per Paolo Fresu, Sabine<br />
Mayer, Michel Portal, Pierre Charial, e Terry<br />
Bozzio, storico batterista di Frank Zappa.<br />
Il bisogno di ricercare una via espressiva che<br />
tenga conto dei nuovi parametri di attenzione<br />
del pubblico moderno, lo porta a collaborare<br />
con Stefano De Angelis, DJ, programmatore<br />
e compositore, con il quale fonda il Lisma<br />
Project (2003). Ne segue la produzione «LI-<br />
SMA VIVE» (prodotto da LISMA ARTE,<br />
IMAIE, RAIDOC), e molti altri concept show<br />
multimediali (Enterratis, Premio Zeus). Nell’ambito<br />
della musica sinfonica e cameristica,<br />
compone diverse opere, tra le quali spiccano<br />
«3+3, come la forma cambia ciò che esprime»,<br />
(concerto per pianoforte e orchestra),<br />
«RagTime per 6», «Il grande abete Rosso»<br />
(fi aba sinfonica), Adagio e Fuga per orchestra<br />
d’archi. Nel 2005 idea e produce alla guida<br />
dell’associazione LismaArte il concerto per 2<br />
fl auti e archi Ride-Side, e successivamente lo<br />
spettacolo multimediale «Oliver Twist», per<br />
pianoforte, fl auti orchestra d’archi, elettronica<br />
e visual-art. L’opera sarà poi rappresentata<br />
il 20 dicembre 2005 in prima mondiale<br />
all’Auditorium Parco della Musica di Roma,<br />
e Melozzi diventa così il primo compositore<br />
abruzzese a dirigere una propria opera nel<br />
prestigioso auditorium romano. Incontriamo<br />
il Maestro Melozzi nella sua bella casa<br />
romana per un’intervista esclusiva al nostro<br />
giornale<br />
- Maestro, lei oggi è conosciuto soprattutto<br />
per le sue musiche legate all´immagine:<br />
come è giunto alla colonna sonora?<br />
Sono cresciuto con il mito di Morricone,<br />
Bernard Herrmann, John Williams. Ho col-<br />
tivato sempre lo studio della loro musica.<br />
Ma subito mi sono reso conto che scrivere<br />
un brano senza la presenza di un’immagine<br />
o di un semplice pre-testo emotivo (come la<br />
musica a programma), mi riusciva diffi cile, e<br />
soprattutto non mi entusiasmava. Ho sempre<br />
preferito ispirarmi ad un’immagine, grafi ca<br />
o descritta da un testo, fi n dalle mie prime<br />
composizioni che risalgono alla fi ne degli<br />
anni ‘80. Si tratta ovviamente di piccolissimi<br />
brani, in cui un’emozione, una visione venivano<br />
parafrasate in musica. Poi l’incontro<br />
con vari registi (primo tra tutti il maestro<br />
Silvio Araclio per il quale ho composto la<br />
mia prima colonna sonora per uno spettacolo<br />
teatrale nel 1996, e l’amico Marco Chiarini<br />
per il quale ho composto invece la mia prima<br />
colonna sonora per il Cinema nel 2001), ha<br />
fatto sì che incominciassi a crederci veramente,<br />
perché loro erano molto contenti della<br />
mia musica. Credo che la crescita musicale<br />
sia strettamente legata alla fi ducia in se<br />
stessi e ai buoni risultati conseguiti. Almeno<br />
all’inizio. Poi nel tempo (si spera il più tardi<br />
possibile) anche i risultati negativi insegnano<br />
molto.<br />
- Oggi la fi gura del compositore di musica<br />
colta va dileguandosi. Il suo linguaggio<br />
presenta tanti riferimenti al jazz e non solo.<br />
Questa poliedricità, oltre che frutto di ingegno,<br />
ha anche una sua ragione pratica, ossia<br />
di necessità di mercato?<br />
Il mio giudizio sulla musica contemporanea<br />
è molto rigido. Tranne qualche eccezione<br />
(vedi i grandi come Ligeti, Stockhausen<br />
e pochi altri) la musica contemporanea<br />
ha semplicemente rovinato il mondo della<br />
musica, astraendolo dal fine fondamentale<br />
per cui un artista, sin dai primordi, ha composto<br />
musica: il pubblico, e il successo della<br />
sua opera tra il pubblico. La soddisfazione<br />
del pubblico pian piano è diventata di secondo,<br />
di terzo, addirittura di ultimo piano.<br />
Compositori che hanno detto che la musica<br />
va scritta e non suonata, altri che prevedevano<br />
esecuzioni addirittura senza pubblico. Vi<br />
è poi chi compone su commissione politica,<br />
perdendo di vista l´obiettivo primario di una<br />
creazione puramente artistica, degna di aspirare<br />
ad un successo di pubblico. Ecco ora cosa<br />
ci ritroviamo: un mondo della cultura in crisi,<br />
e il popolo italiano che non ha nessuna intenzione<br />
di difenderlo dai vari tagli. È logico che<br />
il popolo veda gli artisti come uno spreco e<br />
un peso. È questo che la macchina culturale<br />
italiana sta dimostrando ed è questo che ci<br />
meritiamo, se manchiamo di autocritica. Va<br />
detto però che fortunatamente la tendenza<br />
sta mutando: a volte si ascoltano brani mirabili<br />
di autori che si muovono tra il jazz e la<br />
musica antica, colta. A volte poi sento canzoni<br />
così belle, che non esito a paragonarle<br />
ai migliori brani di Mozart e Bach. Ma un<br />
cambiamento è necessario. Bisogna tornare<br />
al passato, quando i teatri erano economicamente<br />
autosuffi cienti e non avevano bisogno<br />
di alcun fi nanziamento statale. Vedi ad esempio<br />
la prima del Flauto magico di Mozart per<br />
il Teatro Popolare di Vienna. Fu un successo<br />
commerciale dell’epoca, senza sovvenzioni<br />
da parte dell’Imperatore. Oggi invece spendiamo<br />
almeno 500 mila euro per eseguire una<br />
replica, e la cosa secondo me è al di fuori delle<br />
possibilità dell’arte stessa. Un paradosso.<br />
- La sua Sinfonia in do minore mostra varie<br />
assonanze con la tradizione strumentale italiana<br />
di repertorio (esplicite citazioni vivaldiane<br />
sembrano addirittura delle provocazioni,<br />
più che semplici allusioni stilistiche).<br />
Ci parli un po´ di questo suo lavoro.<br />
Innanzitutto adoro i piani ben riusciti, e<br />
la sua domanda chiarissima parla di “provocazione”.<br />
Esatto. Ho pensato che, oggi come<br />
oggi, è più straniante un accordo in stile<br />
classico, una progressione contrappuntistica<br />
col modello antico, piuttosto che un banale<br />
Cluster, o una dissonanza irrazionale o ininterpretabile.<br />
Mi ricordo che al Conservatorio<br />
ci vietavano di usare accordi maggiori o minori,<br />
semplici triadi. Si cercava un linguaggio<br />
più moderno (ma dove sta poi la modernità<br />
se nessuno ti capisce), e forse a me piace<br />
fare le cose vietate. In ogni caso: ho sempre<br />
goduto all’ascolto dei classici e di quei pochi<br />
geni del ‘900 estremo che si dedicavano alla<br />
sperimentazione, ottenendo notevoli risultati.<br />
Per il resto il secondo Dopoguerra ha generato<br />
la cosiddetta Musica Sperimentale. A mio<br />
parere l’esperimento non è riuscito. La mia<br />
Sinfonia è ovviamente una provocazione; ci<br />
sono tantissime consonanze anche perché è<br />
stata scritta per un pubblico di provincia<br />
come quello teramano. Il pubblico di provincia<br />
è un pubblico molto diffi cile da affrontare,<br />
oltre ad essere il pubblico più diffuso al<br />
mondo. Perciò ho scritto con i teramani nella<br />
testa. Perciò musica consonante. Poi però<br />
con il ritmo, le progressioni quasi a prova di<br />
infarto, l’impatto sonoro quasi Rock-Gothic,<br />
mi sono divertito a sperimentare anche io. Per<br />
dare un riferimento temporale alla mia opera.<br />
Altrimenti si sarebbe confusa con opere di<br />
200 anni fa.<br />
- La sua opera di divulgatore culturale si<br />
è estesa anche alla produzione discografi -<br />
ca: la Cinik Records è una sua idea. Quale<br />
tassello della produzione musicale intende<br />
coprire l´etichetta?<br />
L’etichetta è il mio giocattolo, il mio lavoro,<br />
la mia passione. Essendo io musicalmente<br />
“onnivoro”, spero che la mia etichetta possa<br />
coprire tutti i generi musicali presenti<br />
sul mercato, anche se solitamente il pubblico<br />
è abituato al fatto che un´ etichetta coltivi un<br />
genere e un genere soltanto. Perciò sto creando<br />
delle cosiddette “Sub-Label”, per consentire<br />
una maggiore direzionalità dei prodotti<br />
verso le differenti fasce di pubblico. Speriamo<br />
bene, perché la cosa è titanica.<br />
- Il suo curriculum è prestigioso e in continua<br />
ascesa, con rifl essi anche sul panorama<br />
cinematografi co nazionale (penso alle musiche<br />
del bel fi lm “L´uomo fi ammifero” di cui<br />
si parla tanto in questi giorni). Come si coniuga<br />
il rifl ettore mediatico con la tranquilla<br />
vita culturale teramana?<br />
Una volta terminati gli studi al Conservatorio<br />
mi sono trasferito a Roma, dove sapevo di<br />
trovare un ambiente più adatto alla mia personalità<br />
e alle mie aspirazioni. E non è detto che<br />
ci rimarrò ancora per molto, magari andrò dal<br />
lato opposto del globo. Ma non ho voluto fare<br />
come alcuni miei predecessori che, una volta<br />
lasciata la città natale, non hanno più seguito<br />
Teramo. Io seguo molto da vicino e tutti i<br />
giorni la mia città. E mi adopero per contribuire<br />
a modifi care quei piccoli/grandi difetti<br />
che riscontro, a farla volare alto. La cosa non<br />
è facile, ma sono sicuro, visti i primi sorprendenti<br />
risultati, che riuscirò nel più ambizioso<br />
dei miei progetti: cambiare qualcosa nel panorama<br />
culturale di Teramo.<br />
- Lei è violoncellista, compositore e direttore<br />
d´orchestra proveniente da studi di stampo<br />
accademico. Quanto ha inciso nel suo lavoro<br />
questo tipo di background?<br />
Gli studi classici li ho fatti senza alcuna diffi -<br />
coltà, a parte qualche materia come il solfeggio<br />
o altre materie complementari che all’epoca<br />
consideravo inutili, mentre oggi con il senno<br />
di poi le considero addirittura criminose. È<br />
importantissimo ovviamente per un compositore<br />
versatile conoscere tutti i linguaggi, cosa<br />
che all’interno delle accademie non è molto<br />
facile. Perciò ho coniugato agli studi classici<br />
la frequentazione delle cantine dove si facevano<br />
le prove coi gruppi rock, punk, reggae e<br />
methal della provincia teramana. In seguito mi<br />
sono avvicinato al Jazz grazie a Toni Fidanza<br />
che fondò l’Orchestra Contemporanea, e fu<br />
importantissimo per la mia conoscenza delle<br />
regole dell’armonia del jazz. Poi ancora, l’incontro<br />
fondamentale della mia vita: Michael<br />
Riessler. <strong>Da</strong> lui ho imparato cosa signifi ca<br />
essere un musicista oggi. Come si ragiona.<br />
Come si scrive. Come si suona. Che cosa devi<br />
dare al pubblico. Qualsiasi stile ti chieda. È il<br />
mio più grande maestro e sarò sempre legato<br />
a lui.<br />
- Qual è il lavoro che le sembra meglio riuscito<br />
e perché?
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong> MUSICA-ARTE-SPETTACOLO<br />
Mi risulta diffi cile esprimermi a riguardo<br />
perché credo che ogni lavoro vada contestualizzato<br />
al momento in cui è stato scritto,<br />
all’acustica del luogo della prima esecuzione<br />
e al pubblico che c’era in sala in quell’esatto<br />
momento. Ma certo ho una mia playlist preferita.<br />
Alcuni quartetti per archi che ho scritto<br />
nel mio primo periodo romano (2002-2005),<br />
la mia Sinfonia “Rock” in Do minore, e estratti<br />
delle mie colonne sonore recenti. Ad esempio<br />
il brano con Elsa Lila per la colonna sonora<br />
del “Gioco” di Adriano Giannini, i pezzi<br />
con la fi sarmonica di <strong>Da</strong>nilo Di Paolonicola,<br />
alcuni esperimenti “riusciti” di elettronica<br />
con Stefano De Angelis, co-fondatore della<br />
Cinik. Anche il tema della vittoria dell’Uomo<br />
Fiammifero, ossia il tema del fi nale, che entra<br />
proprio nel momento in cui... (meglio che non<br />
ve lo racconti!!!). Insomma, preferisco Bach,<br />
ma mi piace riascoltare i miei brani.<br />
- In mezzo a tanta musica “di plastica”,<br />
per usare una defi nizione di Nicola Cossar,<br />
come può trovare spazio la musica vera, la<br />
musica d´arte, che ha sempre caratterizzato<br />
il genio italiano?<br />
Innanzitutto la musica di plastica per me vuol<br />
dire musica non originale o musica ripetuta<br />
tante volte che l’emozione oramai è scomparsa.<br />
Se l’Italia riuscisse a mettersi di nuovo in<br />
corsa, rivolgendo oltre il 70% dei contributi e<br />
fi nanziamenti per la musica e il teatro esclusivamente<br />
alle nuove opere originali, ecco<br />
che come per magia tutto cambierebbe. Ma<br />
ciò vuol dire: fuori le mele marce, fuori tutti i<br />
L’Orchestra Giovanile Amadeus di Pescara è una<br />
realtà, che deriva da un sogno a lungo serbato.<br />
Infatti, costituisce la naturale concentrazione di<br />
forze e talenti musicali giovanissimi, alimentati dalle<br />
scuole medie ad indirizzo musicale e/o dal Conservatorio<br />
della città. Generata dallo sforzo comune di insegnanti e<br />
musicisti che si dedicano assiduamente alla preparazione<br />
e alla cultura musicali degli allievi, oggi l’Orchestra ha<br />
trovato un suo prezioso equilibrio. In merito a questo ambizioso<br />
quanto fecondo progetto, offre la sua opinione il<br />
Coordinatore organizzativo dell’Orchestra Giovanile, il<br />
Professor Dino Marchegiano, insegnante di Lettere presso<br />
la scuola media statale “Virgilio” di Pescara.<br />
Professor Marchegiano, può spiegare in cosa consiste<br />
concretamente il progetto, ormai avviato, dell’Orchestra<br />
Giovanile Amadeus?<br />
Il progetto, che è inserito nel POF, dell’Orchestra, inizialmente<br />
nata come “Orchestra dei Colli”, con il contributo<br />
della stessa circoscrizione e dell’Associazione<br />
Culturale “Olandese Volante”, si è poi estesa oltre questa<br />
“bluff”, fuori tutti coloro che fanno della “riproduzione”<br />
la vera grande arte, senza sapere<br />
che solo chi produce dal nulla come facevano<br />
i grandi maestri del passato può incarnare il<br />
rinnovamento culturale di questa nazione.<br />
- La situazione italiana riguardo all´istruzione<br />
e diffusione della musica impone un´attenta<br />
rifl essione. Qual è il suo parere in merito?<br />
Io credo che in Italia ci siano troppe scuole e<br />
poche botteghe. Troppi conservatori e poche<br />
orchestre. Troppi insegnanti e pochissimi musicisti.<br />
L’aria deve cambiare completamente.<br />
Bisogna tornare in tutto e per tutto al passato,<br />
senza paura. Sì, una volta c’erano le accademie<br />
e gli insegnanti di musica. La musica si<br />
studiava molto. Ma poi si praticava, si metteva<br />
a frutto. Oggi l’obiettivo degli allievi di<br />
zona di Pescara, fi nendo con il comprendere nel suo organico<br />
ragazzi provenienti da molti altri comuni, come,<br />
ad esempio, Città Sant’Angelo e Francavilla. Pertanto, ci<br />
è sembrato necessario trovare un nuovo nome, e, come<br />
tributo al grande Mozart, abbiamo scelto “Amadeus”.<br />
L’Orchestra si compone di circa quarantacinque elementi.<br />
Ha mosso i primi passi nel novembre 2008 e ha avuto<br />
già molte occasioni di esibirsi pubblicamente, tra le quali<br />
ricordo, con una particolare nota d’orgoglio, la sua partecipazione<br />
il 26 giugno 2009 al concerto di inaugurazione<br />
della Stagione Concertistica “Musicarte nel Parco 2009”,<br />
con Gabriella Castiglione, presso Villa Sabucchi a Pescara;<br />
e alla manifestazione di benefi cenza “Due ali per<br />
Pescara” dello scorso 8 giugno presso il teatro Circus di<br />
Pescara, sostenuta dalla collaborazione del pianista Michele<br />
Di Toro e del chitarrista Franco Cerri.<br />
Un curriculum d’eccellenza, considerando la giovane<br />
età dei ragazzi. Ma il loro lavoro da chi è seguito e in<br />
che misura?<br />
‹I ragazzi dell’Orchestra Giovanile si incontrano settimanalmente,<br />
di mercoledì, dalle 18.00 alle 20.00 presso<br />
l’auditorium della Scuola Media “Virgilio”, gentilmente<br />
messo a disposizione dal Dirigente Scolastico Paolo Angiolelli.<br />
La formazione musicale delle varie sezioni che<br />
compongono l’organico strumentale è curata nei particolari<br />
dai Maestri: Lucia Antonacci (Arpa), Annalisa Cialini<br />
(Pianoforte), Manuela Martinelli (Flauto Traverso),<br />
Paolo Palma (Chitarra), Irene Tella (Violino) e Antonella<br />
De Angelis (Direzione d’orchestra). Va sottolineato il<br />
fatto che tutti questi docenti prestano servizio per i ragazzi<br />
gratuitamente››.<br />
Quali sono, oggi, gli obiettivi dell’Orchestra Giovanile<br />
Amadeus?<br />
Bè, di sicuro proporci come orchestra giovanile in pianta<br />
stabile sul territorio, contando sia di aumentare numericamente<br />
la presenza di giovani musicisti al suo interno,<br />
25<br />
musica è il diploma o il pezzo di carta, convinti<br />
di ottenere chissà quale posto di prestigio.<br />
Bene, quei posti sono già tutti occupati e<br />
tra l’altro in via di smantellamento. I ragazzi<br />
che hanno intenzione di fare questa carriera si<br />
allontanino dai conservatori (dopo aver fatto<br />
comunque almeno un corso di diploma: uno<br />
basta e avanza!) e si avvicinino a chi la musica<br />
la fa veramente. Ricordatevi: la bottega!<br />
Per essere bravi musicisti bisogna sporcarsi le<br />
mani.<br />
- Infi ne la domanda d´obbligo. Ci parli dei<br />
suoi progetti futuri.<br />
Sto terminando diversi dischi, tra cui uno<br />
spettacolare di Jenny B, che ho prodotto con<br />
tanta passione e amore. È in uscita il mio album<br />
con Sarah Jane Morris, Dominic Miller<br />
e la mia Orchestra di Violoncelli. Spero che<br />
in autunno potrete ascoltarci dal vivo in giro<br />
per l’Italia.<br />
E ancora fi lm: “Il viaggio” di Kalibani, un<br />
fi lm su una compagnia teatrale di Berlino<br />
composta da attori diversamente abili e con<br />
malattie mentali, che intraprende un viaggio<br />
nella lontana Polonia dei campi di concentramento.<br />
La regia è di Alessandro De Michele. E<br />
ancora... un progetto bellissimo, importantissimo<br />
e internazionale che per scaramanzia... non<br />
vi dirò! E in più una piccola novità: dal prossimo<br />
autunno sarò di nuovo in Abruzzo con<br />
una mia trasmissione musicale in una grande<br />
TV. Un mio sogno che si realizza.<br />
L’Orchestra Giovanile Amadeus: un sogno ora reale<br />
L’intento, ora, è quello di rendere l’Orchestra in pianta stabile nella città di Pescara<br />
sia di coinvolgere altri docenti con lo scopo di far crescere<br />
i ragazzi singolarmente e come gruppo.<br />
Una domanda su un tema oggi molto sentito in tutto<br />
il Paese a che riguarda tutto il sistema scolastico. Con<br />
la riforma del Ministro Gelmini, nasceranno i Licei<br />
coreutico-musicali e i Conservatori italiani verranno<br />
equiparati alle Università. Lei cosa ne pensa?<br />
Penso che se da un lato questa riforma abbia come intento<br />
quello di incentivare la diffusione capillare della cultura<br />
musicale, nella sua totalità, dall’altro sia uno strumento<br />
che penalizzi l’esordio dei giovani in una possibile carriera<br />
professionistica a causa di una forte dilatazione dei<br />
tempi accademici. In sintesi, un allievo potrebbe accedere<br />
in Conservatorio solo dopo la maturità, mentre ora<br />
molti concludono adesso questo percorso di studi, anche<br />
prima di affrontare l’Esame di Stato.<br />
All’incontro, è intervenuta anche la professoressa Manuela<br />
Martinelli, insegnante di Flauto presso la Scuola<br />
Media “Virgilio”.<br />
Professoressa Martinelli, una curiosità: come mai lei,<br />
come anche i suoi colleghi che si occupano della formazione<br />
dell’Orchestra, avete accettato questo incarico,<br />
pur senza percepire una retribuzione?<br />
Penso che noi docenti siamo retribuiti e anche ampiamente.<br />
La soddisfazione che ci danno questi ragazzi, nel<br />
sentirli crescere musicalmente, è un compenso molto<br />
alto, diffi cilmente quantifi cabile in cifre.<br />
Grande dedizione da parte degli insegnanti, crescita culturale<br />
e occasione d’espressione del proprio talento musicale,<br />
l’orchestra Giovanile Amadeus rappresenta anche<br />
un punto di riferimento e di socializzazione per i giovani<br />
musicisti, come hanno affermato gli stessi ragazzi, alcuni<br />
dei quali presenti all’incontro. Testimoni di una fonte di<br />
aggregazione e di amicizia fortissima: la Musica.<br />
Cristina Santonastaso
26 MUSICA-ARTE-SPETTACOLO <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Torna anche quest’anno, dal 15 al 17 luglio Green Hills in Blues, e lo<br />
fa in pompa magna per la sua decima edizione. La manifestazione internazionale<br />
di blues ideata dall’Associazione Musicale Otis Redding,<br />
infatti, è nata nel 2001 e nel corso degli anni ha acquistato sempre più spessore,<br />
fi no a divenire una tappa di culto per gli amanti del genere e tra le più<br />
conosciute a livello internazionale. Anche quest’anno quindi eventi di primo<br />
piano all’interno del Festival, con un buon mix tra artisti locali e big stranieri,<br />
dagli atrianissimi “Fabulous Wood” ai grandi Shawn Pittman, Sherman Robertson,<br />
per poi arrivare alla serata concusiva del 17 luglio, quando numerosi<br />
saranno gli artisti che si esibiranno per quella che è stata ribattezzata la Notte<br />
Bianca del Blues. In questa festa del blues, numerosi saranno i bluesman che<br />
si esibiranno fi no all’alba per le vie del centro storico atriano e, per l’occasione,<br />
le attività commerciali, i ristoranti e i bar, nonché gratuitamente i Musei<br />
e le Mostre del Reportage, resteranno aperti tutta la notte; ci saranno, inoltre,<br />
spettacoli itineranti che condurranno i visitatori nei luoghi più suggestivi e<br />
caratteristici di Atri.<br />
Presente anche un mercatino del blues con gadget e prodotti vari, e i negozi di<br />
prodotti tipici resteranno aperti per permettere di acquistare specialità locali.<br />
Si festeggia il 17 luglio, al Parco della Pace di<br />
Pineto, il primo festival rockabilli della costa<br />
abruzzese: “Sex beer & rockabilly”. Il festival,<br />
organizzato dall’associazione culturale “Incroci”, avrà<br />
inizio alle 18:00 del pomeriggio con raduno di moto e<br />
Green Hills in Blues <strong>2010</strong><br />
Roberto Marchione<br />
(marchioneroberto@gmail.com)<br />
Sex beer & rockabilly<br />
17 luglio al Parco della Pace di Pineto<br />
macchina d’epoca nella vasta area di prato del parco, e<br />
con musica dal vivo del gruppo Wild Strikes.<br />
I Wild Strikes nascono nel’inverno 2008 dalla passione<br />
comune per il Rockabilly da parte di Fabio Paglione<br />
(Voce-Chitarra) e Alessandro Prospero (Batteria).<br />
I due ragazzi abruzzesi, entrambi provenienti da altre<br />
band di generi musicli leggermente differenti, decidono<br />
di metter su un gruppo Rockabilly, spaziando dai<br />
suoni classici degli anni 50 fi no a quelli più moderni.<br />
Alle 21:00 la serata avrà inizio la seconda parte della<br />
serata con lo spettacolo burlesque del trittico Salem’s<br />
Hole. Il gruppo, il cui nome richiama direttamente<br />
la caccia alle streghe, mette in scena realtà oniriche,<br />
credenze popolari, riti moderni, vanità e fede. Successivamente<br />
avrà inizio il concerto con l’esibizione dei<br />
Silver Combo e dei Boppini Kids.<br />
Silver Combo è un progetto che nasce nella primavera<br />
del 2008 al campo Mutoid di Santarcangelo di Romagna,<br />
da un idea di Nick “la motta” Silver e Joe “big<br />
stone” Silver, per riunire in un solo gruppo i piu validi<br />
musicisti italiani della scena rock’a’billy, country<br />
,boogie e swing. Nel progetto si fondono vari gruppi<br />
come i Silver, gli Horrible Porno Stuntmen, Capone<br />
Bros, Spammabilly Borghetti, Los Bovaros, e altri.<br />
I Boppin Kid’s nascono nel 1984 a Catania come<br />
classico rockabilly trio; già nel 1985 partecipano al<br />
Meeting Internazionale di Rock and roll e Rockabilly<br />
di Forlì ove replicheranno con successo anche l’anno<br />
successivo; nel 1986, ancora giovanissimi, pubblicano<br />
‘Go Wild!’ per l’etichetta indipendente catanese<br />
Rock86. La popolarità del gruppo cresce all’interno<br />
della scena rockabilly in Italia ed all’estero ove l’album<br />
d’esordio viene ben presto presto ristampato.<br />
Con lo stesso brano partecipano alla prima edizione<br />
di Sanremo Rock classifi candosi al quarto posto. Nel<br />
secondo album “Just for fun” publicato in vinile e più<br />
volte ristampato su cd negli anni successivi, le cover<br />
ed i classici lasciano spazio alle composizioni originali<br />
del gruppo, così cominciano ad emergere differenze<br />
nello stile dei diversi compositori: puntano verso lo<br />
psychobilly i pezzi fi rmati da Orazio Grillo, decisamente<br />
ispirati dal surf i pezzi di Blasko Mirabella.<br />
Questi primi due album vengono successivamente<br />
accorpati su un unico cd intitolato appunto “Go wild<br />
- Just for fun”. Hanno occasione di esibirsi dal vivo<br />
con gruppi fondamentali come Stray Cats e Guana<br />
Bats. Dopo l’ultima data a fi anco della Mano Negra<br />
ad Arezzo Wave e per tutto il corso degli anni ‘90 i<br />
tre intraprendono carriere soliste o esperienze con altri<br />
gruppi: Orazio Grillo assume il nuovo pseudonimo<br />
‘Brando’; Blasco Mirabella fonda i ‘Silver Trio’,<br />
i ‘Bluesboppers’ ed il ‘Blasco Small Combo’; Emilio<br />
Catera lavora intensamente in studio come batterista.<br />
<strong>Da</strong>l 2008 con la riunione, l’ingresso nel gruppo del<br />
nuovo contrabbassista, Kris degli ‘Horrible Porno<br />
Stuntman’ e le nuove tournè, il progetto Boppin’ Kids<br />
riprende ed è tuttora in corso. La giornata si svolgerà<br />
al Parco della Pace di Pineto: una vasta area di prato,<br />
dimezzata da uno stretto viottolo, dove si allestirà un<br />
allegro mercatino a tema. L’ingresso è libero, per qualsiasi<br />
informazione chiamare il numero 338/7530145<br />
– 327/2476623 o scrivere alla mail incroci09@gmail.<br />
com.<br />
Associazione Incroci
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
SALUTE E BENESSERE<br />
A proposito di RU 486….<br />
La scelta di un contraccettivo è un momento<br />
importante nella vita sessuale di una<br />
donna… dipende da alcuni fattori<br />
come l’età, l’affi atamento di coppia,<br />
lo stile di vita e soprattutto la pianifi<br />
cazione di una gravidanza<br />
futura. Di solito nelle giovani<br />
è preponderante l’affi dabilità,<br />
mentre nelle relazioni<br />
stabili predominano fattori<br />
come i minori effetti collaterali,<br />
la semplicità d’uso e la<br />
spontaneità nelle relazioni sessua- l i .<br />
Quando un metodo contraccettivo…”fallisce”…<br />
Pseudomonas Aeruginosa è un batterio Gram<br />
negativo, ossidasi positivo, dotato di un fl agello<br />
che gli permette il movimento. Il nome<br />
latino aeruginosa signifi ca letteralmente “ rugginoso,<br />
coperto di verde rame” e questo nome non è stato<br />
dato a caso, lo pseudomonas infatti produce<br />
la piocianina, un pigmento<br />
verde- blu che spesso viene<br />
anche chiamato pus blu.<br />
Questo batterio è diffuso<br />
in tutto il mondo<br />
e abita le acque e il<br />
suolo, spesso è presente<br />
sulle piante,<br />
sulla frutta e sulla<br />
verdura. In condizioni<br />
normali<br />
si ritrova nel 15%<br />
dei campioni di feci<br />
umane, sembra che<br />
la dieta vegetariana<br />
possa favorire la colonizzazione<br />
dell’intestino<br />
da parte di questo microrganismo,<br />
causando a volte gravi dissenterie.<br />
Pseudomonas è spesso coinvolto anche nelle<br />
infezioni cutanee, esso si trova nelle zone umide<br />
della cute (piedi, ascelle, inguine) o raramente nella<br />
saliva.<br />
Molto spesso il batterio può colonizzare i saponi,<br />
i disinfettanti, i liquidi per le lenti a contatto, la<br />
oggi abbiamo (tra mille polemiche)<br />
un metodo nuovo di interruzione<br />
di gravidanza l’ RU<br />
486. Si tratta di un presidio<br />
ampiamente collaudato in altri<br />
paesi come la Gran Bretagna,<br />
Germania, Austria, Francia, Belgio,<br />
Finlandia, Svizzera, Israele, Norvegia,<br />
Tunisia, Sudafrica, Federazione Russa…<br />
L’aborto farmacologico prevede l’assunzione<br />
di due farmaci: la RU 486 con una prostaglandina<br />
che provoca la contrazione della muscolatura uterina<br />
e l’espulsione del tessuto embrionale. L’RU<br />
486 deve essere assunta entro un certo periodo di<br />
rubinetteria o comunque tutte quelle superfi ci che<br />
sono umide, proprio perché il suo habitat prediletto<br />
è proprio un ambiente umido. Psuedomonas è un<br />
germe patogeno, spesso negli ospedali si hanno<br />
vere e proprie epidemie dovute a questo<br />
batterio. L’infezione da pseudomonacee<br />
causa spesso polmoniti, ma non è<br />
da escludere anche l’infezione<br />
alle basse vie urinarie<br />
(cistite). Le persone che<br />
vengono infettate sono<br />
di solito quelle immunocompromesse,<br />
gli<br />
anziani, i pazienti oncologici,<br />
quelli tracheotomizzati<br />
o quelli portatori<br />
di cateteri vescicali, anche gli<br />
ustionati rischiamo l’infezione.<br />
Si possono verifi care anche<br />
setticemie dovute all’infezione<br />
massiccia del batterio.<br />
Il germe colonizza anche le piaghe<br />
da decubito e per questo motivo è necessaria<br />
una corretta igiene e una buona<br />
disinfezione.Nei pazienti affetti da polmonite solitamente<br />
l’espettorato si presenta di colore verdastro<br />
e denso, per la tipica produzione del piociano.<br />
In soggetti normali l’infezione da tale patogeno è<br />
piuttosto rara, poiché il sistema immunitario riesce<br />
ad attaccare e distruggere autonomamente il batterio.<br />
27<br />
tempo calcolato in settimane (diverso a seconda<br />
del paese).Quindici giorni dopo l’espulsione la paziente<br />
viene sottoposta ad indagine ecografi ca e ad<br />
una visita di controllo. Importante sottolineare che<br />
l’RU 486 non và confusa con la cosiddetta “ pillola<br />
del giorno dopo” che non provoca l’interruzione di<br />
gravidanza, ma impedisce l’eventuale annidamento<br />
dell’ovulo che potenzialmente potrebbe essere fecondato.<br />
Dott. Luciano Leonio<br />
Malattie della Pelle – Medicina estetica<br />
lucianodoc@aslteramo.it<br />
Pseudomonas Aeruginosa: il batterio del suolo e delle acque<br />
Il perché le pseudomonacee sono molto temute dai<br />
medici e dai pazieniti stà nel fatto che questi batteri<br />
sviluppano molte resistenze agli<br />
antibiotici. La resistenza<br />
intrinseca agli antibiotici<br />
costringe il medico<br />
alla richiesta di un<br />
antibiogramma per<br />
poter defi nire uno<br />
spettro di sensibilità<br />
e resistenza. Gli<br />
antibiotici più attivi<br />
su questo microrganismo<br />
sono le cefalosporine<br />
di terza generazione,<br />
i carbapenemici, i fl orochinoloni<br />
e gli amino glicosidi, in<br />
alcuni casi si ricorre a un mix di antibiotici.<br />
Per prevenire l’infezione di tale germe è necessario<br />
disinfettare tutti gli ambienti umidi, e soprattutto<br />
è necessaria una buona igiene delle mani le quali<br />
sono lo shuttle del batterio e non solo di pseudomonas<br />
ma di tutti i germi in generale. Se isolato<br />
da un esame colturale bisogna subito ricorrere alla<br />
terapia antibiotica corretta e occorre anche ripetere<br />
eventuali controlli post terapia per accertarsi di<br />
aver debellato il germe<br />
Dott.ssa Enrica Colagrande<br />
Biologa spec.da patologia clinica
28<br />
NOTIZIE SPORTIVE <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Atri Volley pigliatutto, sua anche l’Atri Cup<br />
È<br />
terminata la stagione dell’Atri Volley femminile<br />
e, le ragazze di Mister Santarelli, si sono rivelate<br />
delle autentiche pigliatutto; infatti, dopo aver<br />
dominato in lungo e in largo il campionato di Serie D<br />
venendo promosse in C, le ducali hanno dominato anche<br />
l’Atri Cup, il torneo internazionale dedicato a molti sport<br />
Mostra sul mare<br />
I<br />
n mostra nei locali della Scuola elementare G.Bindi di Silvi<br />
Marina (TE) nella centrale piazza Marconi, un universo<br />
affascinante che grandi e piccoli sono invitati a esplorare.<br />
E’ il meraviglioso e delicato mondo del mare. L’occasione è<br />
offerta dall’ Amministrazione comunale di Silvi e dall’ Associazione<br />
culturale “Fratello mare” . Perché questa mostra?<br />
<br />
con le foto d’epoca della marineria silvarola e di quelle<br />
più recenti delle campagne di pesca oceaniche. Lo scopo è<br />
di valorizzare le tradizioni locali legate al mare. Il visitatore,<br />
infatti, avrà l’opportunità di scoprire attraverso piccoli attrezzi<br />
le antiche attività dei marinai oggetti di uso quotidiano con fotografi<br />
e e fi lmati amatoriali: insomma tutto ciò che può aiutare<br />
a mantenere viva la memoria della vecchia comunità locale,<br />
la cui sussistenza, fi n quasi all’ultima guerra e all’avvento del<br />
turismo, era in gran parte affi data alla piccola pesca rivierasca.<br />
Nell’ edifi cio scolastico che ospiterà l’esposizione il materiale<br />
raccolto permetterà l ‘illustrazione dei reperti affi data anche<br />
alla viva voce dei volontari che cureranno e implementeranno<br />
le raccolte, riuscendo a far rivivere gli oggetti con racconti<br />
appassionati e affascinanti, spesso con ricordi personali di vita<br />
vissuta e che vogliono ricordare specialmente ai giovani che<br />
“il mare non è solo spiaggia e divertimento”, o almeno non lo<br />
è stato fi no alla scorsa generazione.<br />
Serate didattiche e dimostrative arricchiranno ulteriormente<br />
questa mostra:<br />
giunto alla ventiquattresima edizione.<br />
Le ragazze dell’Atri Volley si sono presente con la medesima<br />
squadra che aveva disputato il campionato, con<br />
l’aggiunta nel ruolo di libero di Federica Iezzi (che nonostante<br />
il periodo di inattività ha dimostrato buone attitudini<br />
e potrà tornare utile nella prossima stagione) e, non<br />
paghe delle vittorie già ottenute, sono scese in campo<br />
con grande grinta e voglia di non concedere nulla alle<br />
avversarie. Nel girone, le vittime sacrifi cali sono state lo<br />
Split 1700 e l’Azzurra Volley Teramo (molto cresciute le<br />
ragazze di Mister Cesare Misticoni Consorti) e si è così<br />
giunti alla fi nalissima tutta in famiglia con le “cugine”<br />
del Club del Volley Roseto. Il match è stato tiratissimo<br />
ma, alla fi ne, le atriane non hanno deluso e, con la solita<br />
forza combattiva che le ha contraddistinte per tutto l’arco<br />
della stagione, sono riuscite a portare a casa il match<br />
e la coppa col risultato di 3-1.<br />
I complimenti vanno a tutta la squadra, che ha condotto<br />
un’annata straordinaria conclusa con la classica ciliegina<br />
sulla torta e, quindi, ci fa piacere ricordare tutte le protagoniste<br />
: Cinzia Fioretti, Marta Di Giovanni, Silvia Frat-<br />
- Esposizione foto subacquee dell’antico porto romano di<br />
Hadria, Torre Cerrano a cura dell’Associazione Archeosub<br />
Hatria. - Interessante momento didattico, nelle serate del 17<br />
luglio e 7 agosto, alla scoperta del meraviglioso mondo delle<br />
micro conchiglie del nostro mare con la visione al microscopio<br />
di esemplari più piccoli della testa di uno spillo. Conchiglie e<br />
curiosità marine faranno da contorno illustrando le caratteristiche<br />
di questo mondo che presenta esemplari di estrema bellezza<br />
e delicatezza. Pannelli esplicativi affronteranno le loro<br />
caratteristiche ambientali, il territorio, le strategie alimentari<br />
ed altro messe in atto da questi molluschi Una mostra di<br />
interesse scientifi co curata dall’ Associazione Anteo, piccola<br />
anteprima della manifestazione nazionale “V° Abruzzo mineral<br />
show” che si terrà al Palacongressi di Montesilvano il 4 e<br />
5 settembre <strong>2010</strong>.<br />
- Sempre il 17 luglio e 7 agosto, proiezione fi lmato amatoriale<br />
“C’era una volta Silvi”, veduta della Silvi degli anni 60 e 70<br />
con alcune interviste ai protagonisti dell’epoca, gentilmente<br />
concesso dal Dott. Massimo Blasiotti.<br />
Il programma completo della mostra è visionabile sul sito<br />
WWW.FRATELLOMARE.IT dove è possibile informarsi in<br />
ogni momento su tutte le altre attività dell’ associazione. La<br />
mostra che verrà inaugurata sabato 17 luglio alle ore 21.00,<br />
sarà visitabile tutte le sere dalle ore 21.30 alle 23.00 con ingresso<br />
gratuito.<br />
Info: Coordinamento e organizzazione 347/4082817<br />
tone, Giorgia D’Ambrosio, Melissa Chiarolanza, Luana<br />
Cellinese, Rina Carpegna, Anastasia D’Andreamatteo,<br />
Gabriela Georgieva, <strong>Da</strong>niela Guardiani, Federica Iezzi e<br />
in più Monica Angelici e Vittoria Mazziotti che non hanno<br />
partecipato all’Atri Cup ma che si sono rivelate utili<br />
in campionato. Naturalmente complimenti anche a Mister<br />
Cristian Santarelli e al Presidente Ugo Giuliani, senza<br />
dimenticare il Vice Presidente Piergiorgio Italiani e il<br />
refertista Alessandro Molina e, un ringraziamento particolare<br />
va all’Amministrazione Comunale e in particolare<br />
all’Assessore allo Sport Umberto Italiani, per la vicinanza<br />
dimostrata quest’anno, culminata con la possibilità<br />
di utilizzare (per quest’Atri Cup e in futuro si vedrà) il<br />
Palasport del Centro Turistico Integrato adeguatamente e<br />
appositamente fornito di dotazioni per il volley.<br />
Un saluto quindi alla prossima stagione, con l’augurio di<br />
poter continuare ad applaudire nuovi successi di queste<br />
straordinarie ragazze.<br />
Roberto Marchione<br />
Uffi cio Stampa Atri Volley
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
NOTIZIE SPORTIVE<br />
Calcio Amatori ASI<br />
Audax Silvi vice campione d’Italia<br />
L’Audax Silvi è entrata nella storia, e ancora un<br />
altro passo e sarebbe stata leggenda! Ma non bisogna<br />
abbandonarsi a i rammarichi, anzi, tanta<br />
gloria per questi campioni che l’11 e il 12 giugno sono<br />
stati impegnati a Montesilvano nelle fi nali Nazionali del<br />
Campionato di calcio Amatori ASI in qualità di Campioni<br />
Regionali in carica. In semifi nale, gli uomini di Mister<br />
Lo Sporting Cona, squadra di un quartiere atriano,<br />
compie un nuovo miracolo e, dopo la promozione<br />
in Prima Categoria dell’anno scorso, si è ripetuta<br />
quest’anno ottenendo la salvezza nella stessa categoria.<br />
Già un grande risultato per la piccola realtà atriana la<br />
promozione dell’anno passato, è ovviamente prestigiosa<br />
la salvezza ottenuta quest’anno in un torneo così diffi -<br />
cile.<br />
La compagine di Mister Della Quercia ha lottato con le<br />
unghie e coi denti dalla prima all’ultima giornata per ottenere<br />
un risultato sperato e cercato che ha dello straordinario.<br />
Partiti con l’ossatura della scorsa stagione, gli atriani<br />
hanno lottato nelle zone medio-basse della classifi ca,<br />
puntellando la squadra nel mercato di riparazione e dopo<br />
una lotta serrata hanno dovuto comunque affrontare i<br />
playout. Nella doppia sfi da per la salvezza, i giallorossi,<br />
se la sono dovuta vedere col Colle M.P., squadra dei<br />
pressi di Teramo e, con la vittoria casalinga per 2 a 0<br />
dell’andata hanno cercato di mettere un’ipoteca sulla salvezza.<br />
Al ritorno più che a una partita di calcio abbiamo<br />
assistito al “far west”, scene che non si vorrebbero mai<br />
vedere su un campo di calcio; lo Sporting Cona è sceso<br />
in campo senza timori reverenziali, ben disposta e pronta<br />
a colpire in contropiede ai probabili ed aspettati assalti<br />
del Colle M.P. L’ambiente era caldissimo, col pubblico<br />
di casa che andava ben oltre i limiti della decenza, sputando<br />
insulti di ogni tipo contro l’arbitro aquilano, tra<br />
cui anche un vergognoso (tradotto in italiano visto che<br />
i maleducati sembra sappiano parlare solo in dialetto)<br />
“possa rifare un altro terremoto!”, ritenendolo colpevole<br />
Coletti, hanno affrontato il Gruppo Sportivo della Polizia<br />
di Stato di Padova, ed è stata battaglia. Dopo essere passati<br />
in svantaggio i silvaroli non si sono persi d’animo<br />
e già a fi ne primo tempo hanno riagguantato la parità;<br />
parità che è rimasta tale fi no alla fi ne dei tempi regolamentari<br />
ed è perdurata per tutti i tempi supplementari<br />
con un caldo asfi ssiante e capovolgimenti di fronte continui<br />
con, tra gli altri, un miracolo del portiere padovano<br />
su bolide di Guglielmo Costantini dalla distanza. La<br />
lotteria dei rigori sembrava interminabile, con entrambe<br />
le squadre a un passo dalla sconfi tta pronte a reagire e<br />
recuperare, fi no all’undicesimo penalty, quando l’Audax<br />
Silvi l’ha infi ne spuntata.In fi nale, gli uomini del Presidente<br />
Cristiano Villani, si sono trovati di fronte il temibile<br />
Centro Sportivo Casanova di Foggia, con nelle gambe<br />
ancora l’immane stanchezza per le dure fatiche del giorno<br />
precedente.Nonostante i ripetuti miracoli del portiere<br />
silvarolo Spitilli, l’Audax ha infi ne dovuto soccombere<br />
per 2-0, ma gli applausi sono comunque scrosciati dagli<br />
spalti per l’impresa di questi ragazzi capaci di laurearsi<br />
di fi schiare a senso unico contro la squadra di casa che,<br />
in realtà, attuava un gioco molto aggressivo e i rumori<br />
degli impatti delle scarpette arrivavano fi no in tribuna.<br />
Dopo pochi minuti era già evidente a tutti come sarebbe<br />
andata a fi nire, con lo Sporting Cona in vantaggio per<br />
2 a 0 con la doppietta di Piscella e i padroni di casa in<br />
bambola, ma evidentemente la sportività non fa parte del<br />
bagaglio culturale di tutti e, intorno al 35° del primo tempo,<br />
al terzo gol dello scatenato Piscella, gli animi si sono<br />
accesi ancor di più. L’arbitro è stato costretto ad espellere<br />
un altro giocatore di casa e a quel punto è partita la<br />
caccia all’uomo ai suoi danni. La “giacchetta nera” prima<br />
ha provato a rifugiarsi presso la panchina dello Sporting<br />
Cona, poi si è diretto verso gli spogliatoi attorniato<br />
dai giocatori e da una persona della dirigenza del Colle<br />
M.P. che poco dopo lo ha spintonato. Nella fuga, un altro<br />
dirigente ha provato a fermare l’arbitro per non farlo arrivare<br />
negli spogliatoi, non riuscendoci, poi col direttore<br />
di gara rinchiuso negli spogliatoi, il giocatore precedentemente<br />
espulso ha provato a sfondarne la porta a pugni<br />
e testate, riportando anche gravi ferite…e il pubblico di<br />
29<br />
Vicecampioni d’Italia a meno di un anno dalla fondazione<br />
della squadra.<br />
Applausi e onori quindi all’Audax Silvi per la splendida<br />
stagione disputata e per gli atteggiamenti e comportamenti<br />
tenuti, da veri sportivi e di esempio per tutti noi;<br />
sempre pronti a dare il massimo in campo rispettando<br />
l’avversario e le regole via via stabilite dalla Federazione,<br />
anche nelle Finali Nazionali, quando nonostante la<br />
cosa creasse loro diversi problemi, hanno accettato senza<br />
battere ciglio la decisione di dover presentare una distinta<br />
unica di 15 giocatori valevoli sia per la semifi nale<br />
che per la fi nale nazionale, e hanno dovuto affrontare la<br />
semifi nale con solo due uomini in panchina per l’indisponibilità<br />
per quel giorno di due suoi uomini che altrimenti<br />
non avrebbero potuto prendere parte alla fi nale del<br />
giorno dopo se non inseriti in distinta.<br />
La stagione 2009/<strong>2010</strong> è stata esaltante per l’Audax Silvi<br />
e, sperando che il mattino abbia l’oro in bocca, non possiamo<br />
che augurare loro di continuare il ciclo vincente.<br />
Roberto Marchione<br />
Sporting Cona salva ancora un anno in Prima<br />
casa non è stato da meno, aggredendo il sottoscritto che<br />
aveva l’unica colpa di fi lmare la partita…<br />
Partita che è stata interrotta lì, col risultato di 3 a 0 a<br />
tavolino per lo Sporting Cona che si è così salvato…ma<br />
non è fi nita qui, perché il Giudice Sportivo ha poi distribuito<br />
diverse squalifi che a giocatori e dirigenti del<br />
Colle M.P. (a mio modo di vedere lievi per ciò che è successo),<br />
nessuna squalifi ca del campo (che credo sarebbe<br />
stata sacrosanta) e anche una piccola multa ai danni<br />
dello Sporting Cona “per non aver difeso l’arbitro”…e<br />
qui l’assurdo….perché in realtà i giocatori della Cona<br />
in parte lo hanno fatto, e non hanno continuato perché<br />
altrimenti sarebbero passati dalla parte del torto per aver<br />
contribuito alla rissa….chi invece doveva effettivamente<br />
fare qualcosa e non lo ha fatto è stato il Commissario<br />
di Campo che, da regolamento, sarebbe dovuto intervenire<br />
e scortare l’arbitro, e invece se ne è rimasto fermo<br />
nei pressi degli spogliatoi aspettando gli eventi…Finchè<br />
questi soggetti che trasformano una partita di calcio in<br />
una corrida continueranno a non essere puniti nel giusto<br />
modo e si faranno sentenze sportive così scandalose solo<br />
per coprire gli errori di arbitri e commissari di campo a<br />
cui magari si vuole far fare carriera…queste situazioni<br />
accadranno sempre cara FIGC, e lei ne sarebbe la principale<br />
responsabile. Detto questo, onore e gloria allo<br />
Sporting Cona, che comunque ha meritato la salvezza<br />
sul campo e sicuramente l’anno prossimo continuerà a<br />
darci emozioni….ancora nel bellissimo sogno chiamato<br />
Prima Categoria.<br />
Roberto Marchione (marchioneroberto@gmail.com)
30 L’ANGOLO DELLA POESIA <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
LI PULITICI<br />
Lu distine, forse è già signate,<br />
pi na vita intere, nin tè mai<br />
nu prubbleme,<br />
ottiene tutte, senza c’ha sudate,<br />
purtroppe stù fatte è proprio vere.<br />
Li vide quando arrive a la riunione,<br />
applaudite da nu sacche di critine,<br />
presente ci sta pure la televisione,<br />
i ha priparate spumante, coca cola e<br />
panini.<br />
Ma chi fa di spiciale sti pulitici,<br />
aggrave lu debito di lu Paese,<br />
nin vede la gente chi stà<br />
a lu marciappite,<br />
ma pi isse, na bade mai a spese.<br />
Invece ci sta gente pi lu monne,<br />
nin sa come tirà avanti la famije,<br />
la notte, na rghesce proprio a pijà sonno,<br />
lu pinzire è rivolto sempre a li fi je.<br />
E dumane, arbije nandra jurnate,<br />
e già pense li prubbime chi te,<br />
ci sta pure la cambiale ca fi rmate,<br />
almene aiutimi TU, GESU’ CRISTI me.<br />
IL MARE<br />
Il mare possiede due facce,<br />
con la prima ti sorride e<br />
ti accoglie dentro di sé<br />
come una donna innamorata.<br />
Mario Mazzone<br />
La seconda è fredda,<br />
turbolente, un cocktail shakerato.<br />
Il mare diventa un maniaco;<br />
sulla riva vestiti bagnati di spuma.<br />
NOTTE DI MINORCA<br />
Una luna più pigra<br />
e piena di sé<br />
dietro un dirupo tortuoso<br />
gremito di muschi<br />
e sirene.<br />
Ora rossa<br />
dal blu della baia<br />
dopo un bagno d’argento<br />
vola sulla roccia.<br />
Ora rossa si specchia<br />
sotto carri di stelle<br />
sul viscido squame<br />
dei mostri.<br />
Alma Xhindole<br />
Rossano Di Palma<br />
DESIDERIO<br />
Stanco alzi il capo<br />
e sospiri al sole.<br />
Senza parole<br />
confondi il tempo<br />
seguendo l’orizzonte.<br />
Ti immergi nel profondo<br />
senza capire<br />
la vita cosa sia!!!<br />
Una dolce sinfonia.<br />
Laura Maggio<br />
FELICI PENSIERI<br />
Mentre cullavo<br />
i miei pensieri,<br />
dolcemente mi sorprende<br />
la primavera.<br />
Cogliendo una margherita<br />
pensavo al nostro amore.<br />
Sospeso fra la terra<br />
e la luna,<br />
sentivo il cuore<br />
nelle tue mani.<br />
Il sole, la luce nei miei occhi,<br />
il pensiero più folle,<br />
il mio pensiero felice.<br />
GIOCO DI TE<br />
Gioco di te un cerchio<br />
ogni punto fi ne e principio.<br />
La notte delle rose<br />
copre un pianto malato<br />
effetto amore.<br />
L’ULTIMA CANZONE<br />
Laura Maggio<br />
Annalisa Barletta<br />
Questa notte vengo sotto a questo<br />
balcone<br />
In compagnia solo di una chitarra,<br />
vengo a cantarti l’ultima canzone,<br />
poi ti saluto e me ne torno a casa.<br />
Tu che sei prepotente e indifferente,<br />
affacciati, se puoi, ancora una volta,<br />
guarda questa luna, sempre<br />
allegramente,<br />
e poi saluta questo cuore innamorato.<br />
Domani non pensarci,<br />
è un altro giorno…<br />
Questo amore se ne va col vento,<br />
questo amore è affogato più per la<br />
vergogna,<br />
che perché il cuore gli abbia chiuso la<br />
porta.<br />
Domani insieme al sole scriverai<br />
parole nuove che porterà il mare,<br />
accarezzando le onde a colui che tu sai,<br />
mentre si spezza e tu non te ne accorgi,<br />
nel silenzio, la corda della chitarra.<br />
Antonio Alfano<br />
NOTTE<br />
E’ qui<br />
che ancora t’inchioda<br />
il pensiero che assilla.<br />
Un rapido fuggevole sguardo<br />
ma lei dorme<br />
o sogna<br />
e lento lo sguardo si sposta<br />
sul corpo che sai vicino<br />
così vicino che il calore<br />
che sale ti prende alla gola<br />
e adorarla per suo mezzo vorresti<br />
e ancora di più<br />
più ancora se possibile fosse<br />
e con mezzo diverso<br />
e non sai…<br />
E senti che qualcosa si muove<br />
lei che si scuote svogliata<br />
e stanca ti guarda<br />
credendo di capire<br />
e con la mano ti viene a cercare<br />
sapendo già dove colpire per assopire<br />
e calmare<br />
e manovra svogliata<br />
e muove la mano.<br />
Automa<br />
gli occhi chiusi.<br />
Per sonno.<br />
E colpisce profondo<br />
e duro<br />
incrinandoti.<br />
Vacilli<br />
gemi<br />
e vorresti vomitare la tua anima<br />
metterla all’asta<br />
ma nessuno comprerebbe<br />
nessuno.<br />
E vacilli dunque<br />
e godi.<br />
Spento è poi<br />
l’incendio<br />
e mentre lei salutandoti si volta<br />
a dormire<br />
un solo desiderio rimane<br />
appassire con esso<br />
il Guardiano preposto l<br />
a guardia alla tua prigionia.<br />
Franco Conforte<br />
PERCHÉ SENTO LONTANO<br />
Perché sento lontano<br />
giocare i sogni tra l’aspro<br />
verde delle more.<br />
E’ un’estate scalza, questa,<br />
che ha venduto<br />
l’oro e le notti<br />
per un chiaro di luna.<br />
Annalisa Barletta<br />
RICORDANDO UNA SERA<br />
Il fumo obbligato<br />
di una prima sigaretta.<br />
L’avorio velato<br />
di un raro chiffon.<br />
Due gemme nascoste<br />
da un sipario di occhiali:<br />
dieci minuti di blu infi nito<br />
rubati al suo destino.<br />
SUBLIMAZIONE<br />
Rossano Di Palma<br />
Sento il mio corpo coperto di melma<br />
affondare precipitosamente<br />
in questa cruda volgarità<br />
ma le mie braccia tendono<br />
ed il mio corpo desidera immergersi<br />
nell’acqua chiara di una vergine<br />
sorgente<br />
per conoscere la pura volgarità<br />
e raggiungere l’orgasmo dell’anima.<br />
UN ALBERO ANTICO<br />
Un albero antico<br />
ha il cuore forte,<br />
ma in una donna<br />
affonda le radici.<br />
La natura di un amore<br />
che va oltre<br />
l’estate.<br />
Maria Grazia Di Biase<br />
Annalisa Barletta
<strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Gent.ma redazione, mi presento brevemente. Mi chiamo Chiara Miccadei abito a Pineto e sono Pedagogista clinico, una professione<br />
ancora in ombra nella nostra regione ma che con le mie colleghe della sezione di Teramo stiamo cercando di far conoscere<br />
ed apprezzare da circa quattro anni nel nostro territorio. Lavoriamo sulla persona più che sulla patologia, la maggior parte<br />
delle nostre prestazioni si rivolgono ad oggi verso bambini in età pre-scolare e scolare con diffi coltà quali disturbi di apprendimento.<br />
Molte famiglie si rivolgono a noi privatamente perchè strutture pubbliche non riescono a garantire i servizi per i tagli alla sanità. Ci<br />
occupiamo anche di adolescenti e adulti, abbiamo collaborato con vari reparti ospedalieri quali pediatria di Atri, Neuropsichiatria<br />
dell’Aquila, con scuole quali medie inferiori e superiori della provincia. I medici pediatri iniziano ad inviarci bimbi con diffi coltà anche<br />
piccini in quanto hanno capito che l’atteggiamento preventivo non va sottovalutato. Il nostro scopo è quello di far tornare la Pedagogia<br />
ad avere un ruolo nell’educazione non solo prettamente scolastica. Ecco l’accezione “Clinico” data alla parola Pedagogista<br />
quindi, nel senso di “totalità”. Restituire ad ognuno la possibilità di trovare dentro di sè le risposte al proprio bisogno.Allego un<br />
articolo che ho scritto in caso ci fosse una possibilità di pubblicazione. Mi ha fornito il vostro nominativo Monica, la maestra del nido<br />
Pollicino al quale avete dedicato uno spazio nello scorso numero. Con i miei complimenti per il vostro lavoro cordialmente saluto.<br />
Dott.ssa Chiara Miccadei<br />
Il Pedagogista Clinico: una professione in aiuto alla persona<br />
La Pedagogia Clinica è una branca della Pedagogia generale<br />
il cui scopo principale è di educare ed aiutare la persona<br />
in diffi coltà ad avere cura di se stessa, a trovare dentro di<br />
se le risorse per liberarsi da ogni stato di disagio psicofi sico e socio-relazionale,<br />
ripristinando nuovi equilibri e nuove disponibilità<br />
allo scambio con gli altri. Un’educazione quindi lontana dai<br />
principi dell’ammaestrare, del persuadere, e dell’obbedire; che<br />
si propone come un nuovo orientamento per un professionista<br />
in grado di offrire al processo educativo un signifi cato autentico<br />
di “trarre fuori” e di “rinascita”. <strong>Da</strong> circa 4 anni è stata istituita<br />
la Sezione Provinciale di Teramo dell’ANPEC (Associazione<br />
Nazionale Pedagogisti Clinici). La nostra presenza sul territorio<br />
è stata interessata ad una promozione della disciplina, dell’approccio<br />
pedagogico clinico e della nostra fi gura professionale.<br />
La risposta è stata positiva ed è stato registrato un riscontro in<br />
termini di interesse e di soddisfazione da parte di strutture sanitarie,<br />
pediatriche, neuropsichiatriche, di psicologi e medici di medicina<br />
generale, di Distretti scolastici, Uffi cio Regionale per la<br />
Pubblica Istruzione, singoli insegnanti, Provincia e privati, che<br />
hanno scelto la possibilità di avvalersi della nostra professionalità<br />
per dare risposta al vasto panorama di problematiche sociali<br />
e personali. Il Pedagogista Clinico si rivolge ai bisogni delle<br />
persone di ogni età, della coppia o del gruppo, con metodologie<br />
e tecniche proprie (tutte a marchio registrato) ed appropriate, armonizzate<br />
in modo fl essibile, capaci di originare nuove intese,<br />
ripristinare abilità ed equilibri necessari per accompagnare la<br />
persona a vincere ostacoli e diffi coltà. L’intervento di aiuto è indirizzato<br />
al vasto panorama dei disagi: disordini comportamentali,<br />
e di apprendimento (ad es. nei bambini e negli adolescenti),<br />
disarmonie a livello affettivo, socio-relazionale e cognitivo negli<br />
adulti, diffi coltà psico-motorie negli anziani. La persona è considerata<br />
dal professionista, nella sua globalità psico-affettiva e<br />
socio-relazionale, nell’unicità dei vissuti, delle caratteristiche<br />
personologiche e di crescita, secondo un “approccio olistico”<br />
(un approccio globale), che va oltre la malattia, al fi ne di attivare<br />
le risorse e potenzialità latenti che spesso la persona possiede<br />
Spett.le Redazione del periodico<br />
“<strong>Da</strong> <strong>Leggere</strong> - Le Terre del Cerrano”<br />
Con grande interesse leggo la pregevole “Rivista <strong>Da</strong> <strong>Leggere</strong>” che<br />
negli ultimi numeri ha dedicato vari articoli al suggestivo borgo di<br />
Castelli (TE) e alla sede castellana del C.A.I., mettendo in risalto<br />
le ascese sulla mitica parete Nord del Monte Camicia. Con la presente<br />
nota desidero fare alcune garbate precisazioni riguardanti<br />
l’articolo pubblicato nel decorso mese di marzo <strong>2010</strong>, evidenziando<br />
che l’ ascesa dell’immane parete Nord è resa assai diffi cile dalla<br />
verticalità, dal dislivello di 1.200 metri, dalla friabilità della roccia<br />
e dalla frequenza di frane e valanghe. Il capitolo che riguarda la<br />
storia alpinistica della vertiginosa parete Nord, inizia con un’imprecisione<br />
che recita “ripartendo alla 1° invernale alla Nord di Andrea<br />
Di Donato”; pertanto, in qualità di cultore e conoscitore della<br />
montagna, voglio riportare una corretta sintesi telegrafi ca delle<br />
“prime” ascensioni compiute sulla strapiombante parete Nord del<br />
Camicia, defi nita - non a caso - l’ ”Eiger degli Appennini”. La<br />
prima salita sulla Nord del Camicia fu realizzata il 20 settembre<br />
1934 da Antonio Panza e Bruno Marsilii, “Aquilotti del Gran Sasso<br />
di Pietracamela (TE)”, che la ripeterono il 15 agosto 1936 dal<br />
momento che alcuni misero in dubbio l’effettuazione dell’impresa<br />
compiuta due anni prima. Il primo tentativo di salita invernale della<br />
parete fu effettuato dal 26 al 28 febbraio 1967 da Lino D’Angelo<br />
(Aquilotto del Gran Sasso) e Luigi Muzii (Teramo), ma l’improvviso<br />
cambiamento delle condizioni meteorologiche costrinse<br />
inconsapevolmente. L’intervento pedagogico clinico assume un<br />
signifi cato differente e distinto dall’intervento della medicina<br />
classica volto alla cura della malattia o del disturbo con l’utilizzo<br />
del farmaco, con l’obiettivo di eliminarne o ridurne i sintomi.<br />
A Questo punto si comprende come tale professione s’inserisca<br />
in rete con quella del medico e di altri professionisti, in vista di<br />
una collaborazione paritetica, complementare e sinergica, nella<br />
prospettiva di promuovere nell’individuo il principio di salute<br />
attraverso la cura globale del Sé. La salute non è considerata<br />
come assenza di malattia, ma implica il raggiungimento nella<br />
persona di una consapevolezza delle proprie energie, autonomie<br />
ed equilibri che possa permettergli di contemplare il mondo che<br />
lo circonda e di prestarsi attenzione e cura: per mantenersi padroni<br />
di sé stessi. I Pedagogisti Clinici, tutti con una Laurea in<br />
Pedagogia, Scienze dell’Educazione o paritarie, e specializzati<br />
presso l’ISFAR di Firenze, nella nostra provincia hanno aperto<br />
diversi Studi Professionali ad Atri, Pineto, Roseto, S. Nicolò a<br />
Tordino e Montorio al Vomano.<br />
Per informazioni e contatti: anpec_teramo@hotmail.it<br />
Oltre al lavoro negli studi professionali, sono progetti portati<br />
avanti nel <strong>2010</strong>:<br />
ü Collaborazione in un progetto sulla dislessia, con la<br />
Sez. ANPEC di Chieti e l’ADI (Ass. Dislessia Italiana) per il<br />
sostegno al corpo insegnante delle scuole medie inferiori della<br />
prov. di Chieti sostenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione;<br />
ü Progetto coadiuvato dalla Provincia di Teramo per le<br />
scuole del “cratere sismico” teramano;<br />
ü Progetto “Vivermi nell’attesa”, realizzato c/o il Centro<br />
Giano di Pineto, pensato per un gruppo di donne in gravidanza;<br />
ü Partecipazione con patrocinio alla manifestazione<br />
“Abilday”, giornata sulla disabilità promossa dalla Sez. Lions<br />
delle Terre del Cerrano.<br />
Dott.ssa Chiara Miccadei<br />
Pedagogista Clinico sez.ANPEC di Teramo<br />
i fortissimi alpinisti a rinunciare al completamento dell’impresa e<br />
ad una diffi cilissima ed epica discesa che durò più di dodici ore.<br />
La prima salita invernale fu fatta dal 21 al 24 dicembre 1974 dalla<br />
cordata del C.A.I. di L’Aquila, formata da Domenico Alessandri,<br />
Carlo Leone e Piergiorgio De Paulis, tragicamente scomparso<br />
durante l’ascensione. La prima salita “in solitaria” della parete fu<br />
compiuta da Marco Florio (C.A.I. Ascoli Piceno) il 30 settembre<br />
1982, in una sola giornata. Il 28 gennaio 2008 Andrea Di Donato,<br />
giovanissimo alpinista di Castelli, effettuò la “prima solitaria invernale”<br />
della terribile parete, slegato per tutta la via, con l’eccezionale<br />
tempo di cinque ore e 30 minuti. Queste sono le “pagine<br />
verticali” che illustri alpinisti, con le loro straordinarie imprese,<br />
hanno scritto “da primi” sulla Nord del monte Camicia. Osservo,<br />
infi ne, che l’articolo in questione descrive la Sezione del C.A.I. di<br />
Castelli, ma omette di indicarne l’intitolazione dedicata al compianto<br />
alpinista aquilano “Piergiorgio De Paulis”, tragicamente<br />
scomparso durante la “prima salita invernale dell’imponente e vertiginosa<br />
parete Nord”. Ritengo di aver fatto doverose precisazioni,<br />
costruttive, sulla storia alpinistica della parete Nord del Camicia,<br />
una straordinaria e severa montagna abruzzese che a pieno titolo<br />
è considerata un “frammento di Dolomiti” trapiantato nel cuore<br />
degli Appennini. Spero che questa nota di rettifi ca venga pubblicata<br />
su un prossimo numero del periodico, indicando il nominativo<br />
dell’estensore della medesima. Cordiali saluti.<br />
Ing. Camillo Berardi<br />
LE ASSOCIAZIONI<br />
DA LEGGERE<br />
Mensile d’informazione cittadina<br />
a diffusione gratuita<br />
EDITORE<br />
Associazione culturale Onlus<br />
“ZONA FRANCA”<br />
Via Arrigo Rossi, 105<br />
64029 SILVI MARINA (Te)<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Rosario Di Blasio<br />
DIRETTORE EDITORIALE<br />
Luigi Colantonio<br />
COORDINAMENTO<br />
Luigi Colantonio<br />
Lorenzo Sichetti<br />
31<br />
Zona Franca<br />
cultura<br />
attualità<br />
informazione<br />
politica e sport<br />
Associazione Culturale O.n.l.u.s<br />
Via A. Rossi 105 64029 Silvi Marina (Te) Tel: 339.7067848 fax: 085.932000<br />
REDAZIONE<br />
Direzione Comunicazione<br />
e Relazioni Esterne<br />
Via Arrigo Rossi,105<br />
64029 Silvi Marina (Te)<br />
Telefono 339.7067848 - Fax 085.932000<br />
info@daleggere.com<br />
inviarticoli@daleggere.com<br />
www.daleggere.com<br />
COMITATO DI REDAZIONE<br />
Luigi Colantonio<br />
Maria Grazia Della Manna<br />
Iezzi Rocco<br />
Marco Francia<br />
Gianpiero Mazzone<br />
REDATTORI<br />
Luigi Colantonio<br />
Elvira Ciabarra<br />
Gianluca Cicchetti<br />
Enrica Colagrande<br />
Roberto Costantini<br />
Michele Di Biase<br />
Rosario Di Blasio<br />
Mauro Di Concetto<br />
Luisa Di Filippo<br />
Rossano Di Palma<br />
Fr. Maurizio Di Paolo<br />
Luciano Leonio<br />
Concezio Leonzi<br />
Roberto Marchione<br />
Fr. Nicola Petrone<br />
Federico Ronca<br />
Mattia Ronca<br />
Leone Spitilli<br />
Enrico Trubiano<br />
Nadia Vanni<br />
Mirko Generoso Vista<br />
FOTOGRAFIE<br />
A cura della redazione<br />
IMPAGINAZIONE<br />
Costantino Coletti - Gianluca Mariani<br />
STAMPA<br />
La Cassandra Edizioni<br />
Via Dell’Artigianato Pineto (TE)<br />
Tel. 085.9463084 Fax 085.9461013<br />
e-mail: info@lacassandra.com<br />
www.lacassandra.com<br />
REGISTRAZIONE<br />
TribunaleTeramo<br />
N° 14/03 del 27/06/03
32 LE ASSOCIAZIONI <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
L’ASSOCIAZIONE CULTURALE ZONA FRANCA<br />
ORGANIZZA GITA NELLE<br />
CAPITALI EUROPEE<br />
Budapest Vienna Praga<br />
4 Settembre – 12 Settembre <strong>2010</strong><br />
4 Settembre: Partenza ore 5,30 Piazzale dell’Assunta di SILVI con Bus G.T. Soste lungo il percorso. Pranzo<br />
libero. Arrivo a GRAZ ore 18:oo circa. Cena in hotel. Pernottamento.<br />
5 Settembre: Colazione in hotel e passeggiata per le vie della città. Partenza per BUDAPEST e visita del LAGO<br />
BALATON. Pranzo in ristorante. Arrivo a BUDAPEST nel primo pomeriggio. Sistemazione in<br />
hotel, cena, tempo libero e pernottamento.<br />
6 Settembre: Colazione in hotel. Visita guidata intera giornata della città: CASTELLO REALE, CHIESA di<br />
MATTIA, LA CITTADELLA FORTIFICATA, il PARLAMENTO, ecc. Pranzo libero, Cena in<br />
ristorante tipico con spettacolo folcloristico. Pernottamento in hotel.<br />
7 Settembre: Colazione in hotel. Partenza per Vienna seguendo il corso del <strong>Da</strong>nubio e sostando per una visita<br />
in un villaggio di pescatori. Pranzo in ristorante a Vienna. Sistemazione nelle camere. Prima visita<br />
guidata della città. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.<br />
8 Settembre: Colazione in hotel. Visita guidata della città di Vienna intera giornata: Complesso dell’HOFBURG,<br />
residenza degli Imperatori con Museo di SISSI, CASTELLO di SCHONBRUNN, CRIPTA<br />
IMPERIALE, CHIESA dei CAPPUCCINI, passeggiata sul famoso “GRABEN”. Pranzo in centro a<br />
Vienna. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.<br />
9 Settembre: Colazione in hotel. Partenza e arrivo per il pranzo in hotel a PRAGA. Sistemazione nelle camere.<br />
Prima visita guidata della città. Cena in hotel e pernottamento.<br />
10 Settembre: Colazione in hotel. Intera giornata di visita guidata della città: IL QUARTIERE di “HRADCANY”,<br />
il complesso del CASTELLO, i vicoli romantici di “MALA STRANA”, la CITTA’ VECCHIA, il<br />
MUNICIPIO, il quartiere ”JOSEFOV” (sinagoghe, museo e cimitero ebraico). Pranzo in ristorante<br />
centrale. Cena in hotel. Pernottamento.<br />
11 Settembre: Colazione in hotel. Partenza per l’AUSTRIA. Pranzo in ristorante a LINZ. Arrivo a SALISBURGO.<br />
Visita guidata della città. Sistemazione nelle camere, cena in hotel e pernottamento.<br />
12 Settembre: Colazione in hotel. Partenza per il rientro in sede. Pranzo libero. Soste durante il percorso. Arrivo in<br />
serata a Silvi.<br />
QUOTA INDIVIDUALE EURO 850,oo<br />
ACCONTO Euro 300 all’iscrizione - Saldo entro il 10 Agosto<br />
La quota comprende: viaggio in pullman G.T. con aria condizionata. Sistemazione in hotel<br />
camera doppia con servizio privato 4 stelle a GRAZ, VIENNA,PRAGA e SALISBURGO;<br />
3 stelle a BUDAPEST. Tutti gli ingressi, le guide ed i pasti come da programma.<br />
La quota non comprende: supplemento singola e bevande ai pasti.<br />
Per Informazioni e Prenotazioni: Prof. ANGELO FOTI – Tel.: 085 9353280<br />
L’Associazione<br />
Culturale “Zona Franca”<br />
ORGANIZZA<br />
CURE TERMALI<br />
A CARAMANICO<br />
TERME<br />
Come negli anni precedenti,<br />
per soddisfare le numerose<br />
richieste dei nostri lettori<br />
pervenute alla sede di questo<br />
giornale, l’Associazione “Zona<br />
Franca” organizza nuovamente<br />
un servizio di trasporto a<br />
mezzo pullman che partendo<br />
dal Piazzale della Chiesa dell’Assunta,<br />
porta i cittadini interessati,<br />
a Caramanico Terme<br />
per un ciclo di cure termali<br />
della durata di 12 giorni.<br />
<strong>Da</strong>l 21 Settembre al<br />
3 Ottobre 2009<br />
dal lunedì al sabato per due settimane<br />
di seguito.<br />
Primo giorno partenza ore<br />
7,00 in seguito ore 7,45<br />
Ritorno ore 12,30<br />
Costo totale per 12<br />
viaggi € 75,00=<br />
Acconto da versare<br />
all’iscrizione € 25,00=<br />
I posti sul pullman verranno<br />
assegnati al momento<br />
dell’iscrizione<br />
I partecipanti potranno seguire<br />
tutte le cure consigliate dal proprio<br />
medico curante.<br />
Per informazioni e prenotazioni<br />
fi no all’esaurimento dei posti<br />
disponibili, che sono abbastanza<br />
limitati, telefonare al nostro incaricato<br />
Prof. ANGELO FOTI<br />
Tel. 085-9353280