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22 EVENTI E CRONACA LOCALE <strong>Da</strong> leggere - LUGLIO <strong>2010</strong><br />
Quando nasce?<br />
All’inizio del 1800 i marinai cominciano a capire che la<br />
pesca ha bisogno di più giorni “in mare” al fi ne di riportare<br />
un pescato di notevole quantità ed economicamente<br />
signifi cativo. Siamo in un periodo storico cruciale:<br />
Napoleone ha creato le municipalità, nei mari d’Europa<br />
c’è più sicurezza e meno pirati dediti al saccheggio, le<br />
tecniche marinare si affi nano grazie alla pesca velica. In<br />
questo contesto le emergenti marinerie, che cominciano<br />
a fondare nuove comunità locali sulla costa, comprendono<br />
che bisognava fornirsi di imbarcazioni più pesanti e<br />
tecnicamente attrezzate per resistere più giorni lontano<br />
dalla terraferma. Nasce e si sviluppa, dunque, il mercato<br />
del pesce, la sua attività diventa sempre più fi orente e<br />
specializzata, le esigenze alimentari si fanno sempre più<br />
importanti. Il “brodetto” sorge come piatto povero dei<br />
pescatori, proveniente da quel pescato che era diffi cile<br />
da vendere, magari a causa delle dimensioni dei pesci<br />
troppo piccoli, e che addirittura utilizzavano quando il<br />
Mi capita sempre più spesso di leggere di “mirabolanti<br />
progettazioni urbanistiche” che ripianifi cano le scadenti<br />
realtà territoriali dando nuovi e più moderni assetti alle<br />
città. <strong>Da</strong>llo zen di Palermo al centro direzionale di Napoli,<br />
dalle Olimpiadi di Torino all’Expo di Milano, e così<br />
via fi no ad arrivare alla nostra Silvi. Tali pianifi cazioni<br />
ad opera di illustri studi di Architettura dovrebbero ridare<br />
alle città ordine, sostenibilità ambientale, benessere…ma<br />
solo sulla carta in quanto le condizioni di disagio attuale<br />
alle quali siamo sottoposti spesso derivano proprio<br />
dall’utopia che una attenta pianifi cazione urbana possa<br />
risolvere i mali della società moderna. La mancanza di<br />
luoghi di aggregazione veri (i centri commerciali sono<br />
spesso defi niti come non-luoghi), l’impossibilità di una<br />
condivisione della vita quotidiana tra le persone dovuta<br />
ai ritmi sempre più stressanti, la mancanza di spazi “allo<br />
stato brado” per i bambini dove poter correre o giocare<br />
a pallone senza controllo, sono dovuti per molti versi ad<br />
uno sviluppo incontrollato della città che nella maggior<br />
parte dei casi si è trasformato in un vero e proprio…fallimento<br />
urbanistico…in Italia come a Silvi!<br />
Per capire basta fare un passo indietro… di ben 70 anni!<br />
Prima della II Guerra Mondiale il tessuto urbano era<br />
composto da aggregazioni spontanee che si succedevano<br />
nel tempo, molto lentamente, tenendo sempre in considerazione<br />
i bisogni primari del nucleo cittadino. Le città<br />
non venivano pianifi cate a tavolino da politici o architetti<br />
e inoltre la tecnica edilizia conosciuta del mattone non<br />
permetteva celerità nella costruzione (il cemento armato<br />
era ancora in fase sperimentale, soprattutto nei piccoli<br />
centri). La prima risorsa economica era l’agricoltura…<br />
Lu vridittucce silvarole<br />
Storia e ricetta del brodetto<br />
pesce era troppo poco o dai pezzi di scoglio con attaccate<br />
alghe e molluschi: ecco perché il brodetto è noto come<br />
“pietanza povera”. Silvi, nella sua zona costiera, nasce<br />
come località marinara e ben presto diventa rinomato<br />
centro marittimo.<br />
Com’è il brodetto silvarolo?<br />
La tipicità del brodetto silvarolo è nella scelta del pescato,<br />
celebre per il suo gusto derivato dalla scelta attenta<br />
di ogni singolo pesce: le panocchie, le zanchette, la tracina,<br />
le triglie, la razza, il palombo, la seppia, tipologie<br />
derivanti dal pescato “povero”, ai quali si aggiunge in<br />
seguito, negli anni, un pesce più ricco e proponibile per<br />
le tavole dei ristoranti come la rana pescatrice, la sogliola,<br />
il sampietro, gli scampi, cozze e vongole. Il brodetto<br />
alla silvarola si caratterizza per la preparazione semplice,<br />
nella quale non vengono utilizzati soffritti, né aggiunti<br />
acqua, brodo o aceto. Il pesce viene cucinato intero e un<br />
ruolo fondamentale è svolto dall’olio extra vergine d’oliva<br />
e il pomodoro di conserva, meglio se fresco e fatto in<br />
casa. Importante anche la scelta degli odori e delle spezie<br />
quali basilico, peperone, dolce, peperoncino piccante,<br />
prezzemolo aglio e cipolla. Il pesce all’interno della pentola<br />
non va assolutamente rigirato ma soltanto trizzicato<br />
(delicatamente scosso).<br />
Domenico Mazzone<br />
Il fallimento dell’urbanistica… in Italia come a Silvi!<br />
dalla Lombardia alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla<br />
Puglia; pertanto si era ben lungi da consumare il territorio<br />
dato che il territorio stesso rappresentava una risorsa.<br />
Non ultima la scarsa diffusione dell’automobile che limitava<br />
al minimo gli spostamenti concentrando in piccoli<br />
agglomerati urbani i bisogni primari; nell’arco di pochi<br />
minuti c’erano il fornaio, il farmacista, il macellaio, il<br />
sarto…e tutto quello che poteva servire alla microeconomia<br />
del posto; le risorse erano poche ma ben centellinate.<br />
Il vero spartiacque avvenne con la II Guerra Mondiale<br />
che stravolse l’assetto delle magnifi che città e cittadine<br />
italiane.<br />
Quartieri da ricostruire, porti da sminare, campagne da<br />
bonifi care…paradossalmente la morte portò sviluppo<br />
e ricchezza. Furono ripristinate le linee stradali e ferroviarie,<br />
vennero costruiti aeroporti, autostrade, porti e<br />
la diffusione dell’automobile ebbe uno sviluppo senza<br />
precedenti che portò a pianifi care interi quartieri urbani<br />
fuori da qualsiasi logica precedente…tra gli anni ’50<br />
e ’60 nelle grandi città, tra i ’70 e gli ’80 nelle piccole<br />
e, di conseguenza, a Silvi. Prendendo in considerazione<br />
la nostra cittadina è facile immaginare perché l’Aga<br />
Khan negli anni ’50 ne volesse fare la perla dell’Adriatico.<br />
Le magnifi che colline a ridosso della spiaggia,<br />
il mare cristallino con la sua sabbia dorata facevano sì<br />
che tutti avrebbero voluto vivere in un posto così meraviglioso<br />
(non a caso in quegli anni Silvi era meta di<br />
turismo d’elitè da tutta Italia; Mogol, Gabriele Ferzetti,<br />
Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi sono solo alcuni dei<br />
nomi che in quegli anni venivano nella nostra splendida<br />
cittadina). Purtroppo agli inizi degli anni ’70 questo<br />
territorio incominciò ad essere stravolto prima di tutto<br />
dalle infrastrutture: non bastava la ferrovia di fi ne XIX<br />
secolo, l’autostrada costruita alla fi ne degli anni ’60, lo<br />
stradone per Atri costruito a metà degli anni ’70 con una<br />
sezione stradale degna delle migliori tradizioni americane,<br />
i nuovi quartieri pianifi cati tra gli anni ’70 e ’80 a<br />
sud (Quartiere Piomba,Green Marine, Sole Mare) come<br />
sulla collina di Santo Stefano… Sebbene questo sviluppo<br />
urbano abbia portato benessere economico e creazione di<br />
nuove maestranze ha inevitabilmente consumato risorse<br />
primarie al territorio soprattutto facendo perdere identità<br />
ad una cittadina che a metà degli anni ’70 contava 7000<br />
abitanti. I nuovi quartieri sono diventati ghetti e le strutture<br />
insediate (carabinieri, uffi ci comunali, palazzetto,<br />
mercato…) non hanno sortito l’effetto sperato; il tasso<br />
delinquenziale è aumentato vertiginosamente venendo a<br />
mancare “in primis” il controllo dei cittadini stessi (tutti<br />
ricordano che a Silvi, fi no ad un trentina di anni fa si<br />
lasciavano le chiavi nella toppa di casa). Nonostante questo<br />
sia sotto gli occhi di tutti, si sventola ai quattro venti<br />
la bandiera della nascita di nuovi quartieri, della creazione<br />
di nuove arterie stradali, di come il collegamento tra<br />
Silvi e l’Area Metropolitana Pescarese sia “volano” per<br />
un nuovo sviluppo economico…penso che se si dovesse<br />
perdere il controllo del “volano” è un’intera cittadina che<br />
va a sbattere contro un muro, lasciando a piedi sopratutto<br />
le nuove generazioni che verranno!<br />
Dott.Arch. Massimo Blasiotti