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La presentazione di un'opera collettanea, curata da Emanuele Cusa ...

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Libri 28-01-2011 12:43 Pagina 152<br />

L I B R I<br />

152<br />

occasioni, senza problemi.<br />

Oggi siamo mille persone,<br />

c’è tanta gente delle se<strong>di</strong><br />

decentrate che in realtà<br />

nemmeno conosci, perché li<br />

incontri una volta all’anno<br />

all’assemblea. No, non credo<br />

proprio che si possa ricreare<br />

qualcosa <strong>di</strong> simile alla<br />

cooperativa dei tempi in<br />

cui ero giovane. Ma qualcuno<br />

degli ideali <strong>di</strong> allora bisognerebbe<br />

trovare il modo<br />

<strong>di</strong> trasmetterlo”.<br />

Jenny: “ Altre cooperative<br />

mettono dei paletti, per<br />

esempio stabilendo che per<br />

<strong>di</strong>ventare soci bisogna aver<br />

lavorato in azien<strong>da</strong> <strong>da</strong> almeno<br />

due anni, o versare una<br />

quota molto alta, o serve il<br />

gra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> quelli che sono<br />

già soci, o è necessario<br />

passare dei corsi... Noi seguiamo<br />

una logica <strong>di</strong>versa,<br />

favoriamo il più possibile la<br />

socialità. Vorrei sottolineare<br />

che CPL vuole non solo avere<br />

più soci, ma più soci cooperatori,<br />

cioè coinvolti nel<br />

lavoro... Se siamo giovani,<br />

conosciamo le lingue, abbiamo<br />

viaggiato e abbiamo<br />

la mente un po’ più aperta,<br />

tocca a noi – se si presentano<br />

le opportunità – fare il<br />

passo in più, an<strong>da</strong>re oltre il<br />

nostro perimetro tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Specie <strong>di</strong> fronte a una crisi<br />

che ci penalizza molto come<br />

tutte le imprese, questo<br />

potrebbe essere un salvagente<br />

importante”.<br />

Mario: “I nostri numeri parlano<br />

<strong>di</strong> una crescita rapi<strong>da</strong> e<br />

straor<strong>di</strong>naria in termini <strong>di</strong><br />

numero <strong>di</strong> soci e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti,<br />

<strong>di</strong> fatturato, <strong>di</strong> patrimonio.<br />

E quando si cresce<br />

molto e in fretta il rischio <strong>di</strong><br />

momenti <strong>di</strong> tensione c’è<br />

sempre, in qualunque<br />

azien<strong>da</strong>, perché questa crescita<br />

bisogna sostenerla <strong>da</strong>l<br />

punto <strong>di</strong> vista economico,<br />

finanziario e organizzativo.<br />

<strong>La</strong> cooperativa deve sostenerla<br />

anche <strong>da</strong>l punto <strong>di</strong> vista<br />

sociale e democratico<br />

perché il comando dell’impresa<br />

in cooperativa non<br />

basta, devi convincere la<br />

gente <strong>di</strong> quello che stai facendo.<br />

In questo senso la<br />

comunicazione interna è<br />

fon<strong>da</strong>mentale. Noi il progetto<br />

<strong>di</strong> bilancio sociale abbiamo<br />

cominciato a proporlo<br />

al pubblico <strong>da</strong>l 2004. Non<br />

tutto quello che <strong>da</strong>i alla cooperativa<br />

ti ritorna, perché<br />

sei tu ad aver bisogno della<br />

cooperativa, non la cooperativa<br />

ad aver bisogno <strong>di</strong> te,<br />

e quin<strong>di</strong> una parte <strong>di</strong> quel<br />

valore aggiunto che hai<br />

creato lo devi lasciare a chi<br />

verrà dopo <strong>di</strong> te”.<br />

Maurizio: “<strong>La</strong> cooperativa è<br />

per sua natura fatta così: i<br />

padroni sono i soci, e i soci<br />

devono eleggere uno che li<br />

rappresenti. Non importa<br />

che sia un bravo ingegnere,<br />

un bravo finanziario, un bravo<br />

ragioniere: deve essere<br />

un bravo presidente. Io penso<br />

che il futuro consista in<br />

questa separazione tra la <strong>di</strong>mensione<br />

politico-sociale e<br />

la tecnostruttura. E lo <strong>di</strong>co<br />

<strong>da</strong>l punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> chi, per<br />

come è nato e cresciuto, si<br />

considera un tecnico, ma soprattutto<br />

un cooperatore”.<br />

Paolino: “Sono passati quasi<br />

ventitre anni, ma io, anche<br />

se non sono più del-<br />

l’ambiente, sono ancora socio<br />

onorario. Vado alle cene<br />

sociali, vado alle assemblee:<br />

non sono mai mancato a<br />

un’assemblea, né prima, né<br />

dopo essere an<strong>da</strong>to in pensione.<br />

A quella del 2007 parlavo<br />

con Casari del fatto che<br />

Cpl lavorava anche con i<br />

pannelli solari. “Sarebbe<br />

una cosa interessante”, ho<br />

detto. E lui: “Allora te lo<br />

chiamo io uno”. Risultato,<br />

c’è voluto quasi un anno e<br />

mezzo ma adesso a casa<br />

mia l’impianto è in funzione.<br />

È proprio vero, Casari è<br />

un grande piazzista: è riuscito<br />

a convincere anche me”.<br />

Pietro: “Ho cominciato a lavorare<br />

in Cpl il 10 settembre<br />

del 1945, la guerra era finita<br />

in aprile. Subito dopo la fine<br />

del conflitto alcuni rappresentanti<br />

<strong>di</strong> Cpl vennero <strong>da</strong><br />

noi lavoratori lungo il Canucchio<br />

a proporre <strong>di</strong> farci<br />

soci, per creare <strong>di</strong> nuovo la<br />

cooperativa che durante la<br />

guerra aveva cessato le attività.<br />

Non tutti accettarono,<br />

perché facevano comodo<br />

anche le 100 lire”.<br />

“Ho vissuto anche un’esperienza<br />

<strong>da</strong> consigliere della<br />

Cpl per sei anni. Alcuni <strong>di</strong><br />

noi non avevano neanche la<br />

cultura per entrare nel merito<br />

delle questioni: eravamo<br />

lì come rappresentanti degli<br />

operai, perché eravamo conosciuti”.<br />

“<strong>La</strong>vorando in cooperativa<br />

era come se lavorassi a casa<br />

mia. Oggi Cpl ha fatto passi<br />

<strong>da</strong> gigante, almeno per quello<br />

che posso vedere io, visto<br />

che dopo 20 anni non conosco<br />

quasi più nessuno”.

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