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Le fratture della clavicola - Fondazione Internazionale Menarini

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Figura 1. Radiografia in proiezione antero-posteriore di una frattura<br />

del terzo medio di <strong>clavicola</strong> senza spostamento dei capi di frattura<br />

Figura 2. Radiografia di una frattura del terzo medio di <strong>clavicola</strong><br />

con spostamento dei capi di frattura<br />

tiene, rispetto al trattamento non chirurgico, tassi più<br />

bassi di mancata unione dei capi di frattura ed un miglioramento<br />

degli outcome. 14-16 Pertanto, anche se il<br />

trattamento non chirurgico rappresenta una valida opzione<br />

terapeutica delle <strong>fratture</strong> del terzo medio <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong><br />

con spostamento dei capi articolari, nei pazienti<br />

con più fattori di rischio di mancata unione (in particolare<br />

in presenza di un significativo spostamento dei capi<br />

di frattura, o di un significativo accorciamento dell’osso)<br />

va presa in considerazione la terapia chirurgica (Tabella<br />

1). 13,14,16-18<br />

<strong>Le</strong> opzioni chirurgiche comprendono la riduzione con<br />

fissazione mediante l’applicazione di una piastra o, meno<br />

frequentemente, mediante fissazione intramidollare. La<br />

fissazione intramidollare prevede un’incisione chirurgica<br />

minore, ed è in grado di ripristinare sufficientemente<br />

l’integrità anatomica dell’osso. La metodica intramidollare<br />

consente anche di evitare le potenziali complicanze<br />

derivanti dalla pressione esercitata dalla piastra,<br />

nonché la necessità di un secondo intervento chirurgico.<br />

Esiste tuttavia un piccolo rischio che il sistema<br />

di fissazione possa migrare in un’area anatomicamente<br />

sensibile. L’applicazione di una piastra, superiore o anteriore,<br />

rimane pertanto per molti chirurghi l’opzione<br />

di scelta.<br />

<strong>Le</strong> complicanze delle <strong>fratture</strong> del terzo medio <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong><br />

sono rare, malgrado la prossimità anatomica delle<br />

strutture neuro-vascolari e degli apici del polmone,<br />

ma possono comunque comprendere pneumotorace e lesioni<br />

neuro-vascolari. <strong>Le</strong> sequele nel lungo periodo possono<br />

comprendere dolore a riposo o durante attività, riduzione<br />

di forza, parestesie, problemi di tipo estetico.<br />

19 Il fattore di rischio evidenziabile all’esame radiografico<br />

più importante per la comparsa di sintomi e<br />

di sequele è rappresentato da uno spostamento dei capi<br />

di frattura di entità superiore allo spessore dell’osso. 20<br />

Ritorno alle normali attività<br />

<strong>Le</strong> indicazioni riguardanti il ritorno alle normali attività<br />

di pazienti con <strong>fratture</strong> del terzo medio <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong><br />

dipendono sostanzialmente dall’età del paziente<br />

e dal rischio di nuovi traumi. Prima di riprendere l’attività<br />

sportiva un atleta dovrebbe presentare un’ampiezza<br />

di movimenti normale, una forza normale dei muscoli<br />

<strong>della</strong> spalla, evidenze cliniche e radiografiche di guarigione<br />

dell’osso, assenza di dolore alla palpazione.<br />

La partecipazione a sport non di contatto e il ritorno alle<br />

attività <strong>della</strong> vita di tutti i giorni possono avvenire 6 settimane<br />

dopo la lesione. Il ritorno a sport di contatto o<br />

con collisioni a livello <strong>della</strong> spalla va ritardato per 2-4<br />

mesi, in modo tale da consentire una solida unione ossea<br />

dei capi di frattura. Se il paziente viene sottoposto<br />

ad un trattamento chirurgico alcuni medici consigliano<br />

l’asportazione dei mezzi di osteosintesi prima di riprendere<br />

l’attività sportiva. 21 Altri chirurghi non consigliano<br />

invece di attendere l’asportazione dei mezzi di sintesi,<br />

dal momento che quest’ultima può ritardare il ritorno<br />

all’attività sportiva.<br />

Fratture del terzo medio <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong><br />

in pazienti di età pediatrica<br />

Nei giovani adulti la causa più comune di lesioni del terzo<br />

medio <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong> sono i traumi associati all’attività<br />

sportiva. L’età media dei pazienti con <strong>fratture</strong> <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong><br />

associate ad attività sportiva è di 21 anni. L’età media<br />

dei pazienti con <strong>fratture</strong> <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong> non-neonatali<br />

è di 8 anni; l’88% di queste <strong>fratture</strong> riguarda il terzo<br />

medio dell’osso. 4,22 Grazie all’elevato potenziale rigenerativo<br />

periostale tipico dell’età pediatrica, quasi tutte le<br />

<strong>fratture</strong> del terzo medio <strong>della</strong> <strong>clavicola</strong> dei bambini vanno<br />

prontamente incontro a guarigione. I pazienti di età<br />

pediatrica sviluppano spesso un significativo callo osseo;<br />

il paziente ed i genitori vanno informati di come tale<br />

fenomeno faccia parte del normale processo di guarigione.<br />

Quest’ultima avviene in genere nell’arco di 4-6 settimane.<br />

In assenza di traumi il medico deve sospettare la presenza<br />

di condizioni come neoplasie maligne, rachitismo, osteogenesi<br />

imperfetta, maltrattamenti.<br />

25 - giugno 2008 - Minuti

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