visualArts 2

FRANCESCA TANCINI 

BOLOGNA // ITALY 

DATE: 06/07/1979 // SUBJECT: COMIC STRIP 

PORPORA 

(2004) 

L’ALCHIMISTA 

(2002) 

NEVICATA 

(2003) 

IL MANTELLO 

(2003) 

Tutti i lavori presentati alla 

Biennale da Francesca 

Tancini, realizzati tra il 2001 

e il 2005, affrontano il tema 

della passione come 

sentimento totalizzante e non 

controllabile. Pur nella diversità 

del trattamento stilistico 

e narrativo, questi quattro 

fumetti sono tutti ispirati 

a testi letterari (Calvino, 

Buzzati, Petrarca, McEwan) 

e fanno riferimento a documenti 

figurativi e iconografici tipici 

dell'epoca in cui sono 

ambientati: dialogano con la 

pittura coeva per i costumi e le 

ambientazioni, con l'architettura 

per la costruzione delle tavole 

e la loro scansione in vignette. 

PORPORA (2004) 

L’ALCHIMISTA (2002) 

NEVICATA (2003) 

IL MANTELLO (2003) 

All the selected works, 

realised between 2001 and 

2005, deal with the topic of 

passion as an absolutizing 

and uncontrollable feeling. 

Even though graphically and 

narratively different, all of the 

four works are inspired by 

literature (Calvino, Buzzati, 

Petrarca, McEwan); they find 

visual references in those 

iconographical elements 

typical of the period in which 

the story takes place: 

paintings for costumes and 

environments, architecture 

for page's grid and structure. 

188 visual arts

AIDA PASIÇ E ARMA TANOVIÇ 

SARAJEVO // BOSNIA-HERZÉGOVINA 

SUBJECT: VIDEO ART 

THANATOS 

(2004) 

Thanatos è il “fratello” 

oscuro di Eros, la forza 

distruttiva che alberga 

nell’uomo, l’estratto di ogni 

pulsione omicida. Il video 

Thanatos esplora questo 

scuro labirinto dell’essere 

umano, i più bui istinti 

dell’energia sessuale. Illustra 

parti del corpo femminile 

nella loro bellezza sensuale, 

mettendole a contrasto con 

l’atto del crimine più 

mostruoso perpetrabile 

contro la donna – la violenza 

sessuale. Il video è un 

tentativo di sublimare l’atroce 

sofferenza della vittima 

attraverso bellezza ed 

erotismo. 

Durante l’aggressione alla 

Bosnia Erzegovina le violenze 

sessuali venivano perpetrate 

sistematicamente, in una 

strategia di guerra volta a 

distruggere le donne, radici 

della nazione. La donna 

violata è ridotta al silenzio dal 

senso di vergogna 

internazionalizzato e dalla 

paura della stigmatizzazione. 

Come artiste che hanno 

vissuto la guerra e come 

donne, le due autrici hanno 

voluto modellare la brutalità 

in atto artistico e squarciare il 

velo di silenzio. 

TITLE: THANATOS 

(2004) 

Thanatos is Eros' dark 

"brother", the destructive 

force inside man, it is the 

extract of all murderous 

urges. The video piece 

"Thanatos" explores this 

darkest labyrinth of the 

human being, the darkest 

instincts of sexual energy. 

It shows parts of the 

woman's body in all its 

sensual beauty, contrasting it 

to the act of the most 

monstrous crime against a 

woman – rape. 

The piece is an attempt to 

sublimate the victim's 

dreadful suffering through 

beauty and eroticism. 

During the aggression against 

Bosnia and Herzegovina, 

rapes were carried out 

systematically, as part of a 

war strategy to destroy 

women, the roots of a nation. 

She, the violated woman, has 

been silenced by the 

internationalized sense of 

shame, the fear of stigma. 

As female artists who have 

experienced war, but above 

all as women, we felt the 

need to shape brutality into 

an artistic act and thus, at 

least for a moment, break the 

veil of silence. 

THE GROUP 

PADOVA // ITALY 

SUBJECT: INSTALLATION 

MANUALE NON 

ESAUSTIVO E 

COSTRUTTIVO DELL’UOMO 

AUTORGANIZZATO. IDEE E 

PROPOSTE CREATIVE 

(2004-2005) 

Il progetto consiste nella 

ideazione di un manuale per 

autorganizzarsi in una citta' 

strutturato in schede 

tematiche. Il gruppo, detto 

"La squadra mobile", propone 

delle lezioni che si terranno 

negli spazi pubblici della città 

e alle quali i cittadini sono 

inviatati a partecipare e a 

correggere le schede stesse. 

Il progetto ha l'obiettivo di 

trattare problematiche reali 

giocando sul limite tra l'ironia 

e la serietà. La squadra 

mobile si mette in gioco 

dialogando con gli abitanti di 

una città come Napoli, famosi 

per la loro capacità di 

risolvere i problemi con la 

creatività. Le artiste, vestite 

con delle divise, per 

raggiungere i luoghi scelti si 

muovono con un mezzo 

proprio, un risciò attrezzato 

per l'occasione con lo scopo 

di attirare l'attenzione della 

gente sulle lezioni. Nella sede 

espositiva, il giorno 

dell'inaugurazione verrà 

tenuta una delle lezioni del 

manuale; verranno poi 

appese le schede corrette dai 

cittadini, un video di 

documentazione e una 

spiegazione di tutto il 

progetto. 

MANUALE NON 

ESAUSTIVO E 

COSTRUTTIVO DELL’UOMO 

AUTORGANIZZATO. IDEE E 

PROPOSTE CREATIVE 

(2004-2005) 

The project consists in the 

creation of a manual for selforganizing 

inside the city. It is 

conceived as a series of 

index cards which catalogue 

different areas of everyday 

life (living, economy, politics, 

transportation.) The group 

called "La squadra mobile" 

proposes a series of lessons 

in the public space in the city 

of Naples and the citizens are 

invited to partecipate rather 

than to correct the index 

cards or to create new 

instructions for self 

organizing. The project has 

the objective to deal with real 

issues of everyday life, 

playing with the limit 

between an ironic and a 

serious approach. La squadra 

mobile confronts the 

habitants of the city, being 

famous for their creativity in 

problem solving. The artists 

move around in a vehicle, a 

riscio modified for the 

occasion and container of self 

organized examples captured 

during their travels around 

the streets of Naples. In the 

protected space, the index 

cards modified together with 

the citizens will be shown, 

and a lesson on selforganization 

will be 

performed. 

THE GROUP // 

ANA MARIA BRESCIANI / 

SILVIA FERRI / ALBA NAVAS / 

ANNAPAOLA PASSARINI 

190 visual arts

THIRTYTWOBIT 

MONTPELLIER // FRANCE 

SUBJECT: PERFORMANCE 

GLITCH.KRIEG 

(2005) 

Nella terminologia 

informatica, la parola “glitch” 

indica l’inatteso o l’errore 

prodotto da un calcolatore 

dopo un errore di calcolo o un 

errore di sistema. “Glitch” 

design è però anche una 

tecnica creativa che mira a 

recuperare questi errori e a 

sfruttarli in quanto tali, ossia 

come l’espressione più pura 

di una sensibilità digitale. I 

file di dati letti dagli applicativi 

audio per produrre rumori 

caotici transcodificati, “bugs” 

salvati, iperutilizzazione di 

funzioni “aleatorie”, 

saturazione della memoria 

per ottenere errori delle 

schede grafiche, 

riappropriazione di applicativi 

o di tecniche obsolete e 

instabili, ecc. Qualsiasi mezzo 

è buono per indurre 

l’elaboratore a produrre delle 

situazioni di destabilizzazione 

logica, trasformando così un 

inoffensivo strumento per 

l’ufficio o per la casa in un 

vettore di decostruzione / 

ricostruzione post cut-up, che 

suddivide il codice in 

brandelli, mutila le 

applicazioni, bascula da uno 

stato a un altro, produce 

casualmente un significato 

senza determinarne una 

forma o un destinatario 

precisi. 

THRTYTWOBIT 

VINCENT DORP / CLEMENT 

CHARMET 

GLITCH.KRIEG 

(2005) 

The word 'glitch', in 

computer terminology, refers 

to the unexpected or to the 

error that the computer 

makes when there is a 

mistake in a calculation or a 

system failure. But ‘glitch' 

also describes a creative 

technique that sets out to 

recuperate these errors and 

to exploit them as they are, 

in other words, as the purest 

expression of digital 

sensitivity. Files of data read 

by audio programs to 

produce transcoded chaotic 

sound, saved viruses, the 

excessive use of ‘random' 

functions, video card failure 

through memory saturation, 

the reuse of obsolete, 

unstable software and 

technics, and so on. Anything 

goes as long as it logically 

destabilizes the computer, 

and in doing so, transforms 

this inoffensive tool for the 

office or home into a vector 

for post cut-up 

deconstruction/reconstruction 

which breaks code apart, 

mutilates applications, 

swings from one state to 

another, and perilously 

produces meaning that has 

no predetermined form or 

precise destination. 

EUGENIO TIBALDI 

NAPLES // ITALY 

DATE: 30/08/1977 // SUBJECT: PHOTOGRAPHY 

OGGI SPOSI. ECONOMIA 

DELLA PASSION 

(2005) 

Ovunque vi è passione non si 

rispettano più le regole 

tradizionali, nuove gerarchie 

smantellano il comune senso 

della normalità. 

Il matrimonio: la passione 

che colpisce la maggioranza 

delle persone e da cui 

nessuno si può sentire 

esente o porre in posizione di 

giudice ma unicamente 

d’osservatore. Il mio lavoro si 

pone diverse finalità: lasciarsi 

trasportare per pochi istanti 

nel mondo fatato della 

passione e, ripescando nella 

memoria, o lavorando di 

fantasia, trovare quel senso 

d’ebbrezza che solo essa 

regala. Osservare in maniera 

distaccata, senza essere 

coinvolti in prima persona 

un evento che ha 

del paradossale. Notare 

come esistano vere e proprie 

strutture create unicamente 

per matrimoni che svolgono 

fino a 600 cerimonie l’anno 

con 6/7 sale disponibili, 

giardini, fontane, statue e 

w.c. lastricati in marmo rosa 

Portogallo. Osservare come 

anche la chiesa si conceda 

alla “spettacolarizzazione” 

dell’evento, fiori, addobbi 

vestiti che paiono usciti da 

libri di fiabe, auto o carrozze 

che per un giorno non 

devono porre limiti 

all’immaginazione e poi cibi, 

i più strani in quantità esagerate, 

bevande variopinte e band 

musicali e ancora foto, filmati 

e album di pelle cuciti 

a mano per non dimenticare 

la giostra del giorno più folle 

della nostra vita. 

TO GET MARRIED TODAY 

PASSION'S ECONOMY 

(2005) 

Everywhere there is passion 

there is not respect for 

traditions, new hierarchies 

dismantle the common 

sense of normality. 

Matrimony / marriage: 

the passion that most of 

people are stricken home 

and that nobody can feel out 

or to judge but only 

observing. My job fix various 

aims: to let oneself to be 

guided by fatal passion for 

some moments and 

remembered or working with 

fantasy, to find that eastasy's 

(inebriation) detached watch, 

without get in as protagonist 

in one event that have some 

of paradoxical. You can note 

there are typical structures 

(building complex) created 

only for wedding party and 

make untill 600 parties for 

year with 6/7 big rooms 

avalable, gardens, fountains, 

statues and w.c. with pink 

portugal's marble. To take 

note as the church give a 

contribute for this 

"spectacular event", flowers, 

adorns, decorated fabulous 

dressing, car or ornamental 

carriages that are unlimited 

dreams for one day and 

particular and big dish, 

multicolour drinks and 

musical band, photos, films 

and hand made leather 

album for let not forget the 

most crazy date in the own life. 

192 visual arts

MONICA LOPEZ TORRES 

MALAGA // SPAIN 


EXPRESIONES DEL YO 

(2004) 

12 fotografie, ognuna 

da 50x70 cm 

Angoli superlativi della mia 

esistenza che esprimono al 

massimo grado l’assurdo 

incosciente dell’ignoranza. 

Dibattito assoluto della mia 

individualità come repulsione 

alla passività propria delle 

paure. Reprimenda 

inquisitoria, occulta e perduta 

tra un milione di sguardi 

sputati dallo specchio. 

EXPRESIONES DEL YO 

(2004) 

12 pictures of 50x70 cm 

digital photographs 

Small space superlative of 

my existence that exploited 

until the maximum the 

unconscious absurd of my 

ignorance. Absolute debate 

of my individuality as wrath 

to the passivity own my 

concern. Reprimand 

imposed, concealed and 

confused, between a million 

look spited from the mirror. 

SIMONE TOSCA 

BOLOGNA // ITALY 

DATE: 14/05/1974 // SUBJECT: VIDEO ART 

ORGANICO -> SINTETICO 

(2005) 

Attraverso la ricerca di una 

monade estetica che 

accomuni tutte le persone, la 

tecnica di base usata da 

Simone Tosca prevede 

l’utilizzo del campionamento 

d’immagini e suoni 

appartenenti alla natura 

umana, tramite i quali realizza 

vere e proprie strutture 

autonome; strutture 

autoreferenziali, ma che 

rivelano molto della realtà in 

cui viviamo, toccando punti 

del nostro vissuto visivo che, 

non palesandosi in forme 

note, tentano di instaurare un 

rapporto intimo e primordiale 

con l'osservatore. 

ORGANIC -> SYNTHETIC 

(2005) 

Through the quest for an 

aesthetic monad common to 

all mankind, the basic 

technique adopted by 

Simone Tosca envisages the 

sampling of images and 

sounds from human nature, 

by means of which he 

creates veritably independent 

structures; self-referential 

structures, which however 

reveal much of the reality we 

live in, by touching points of 

our visual experience that, as 

they do not unveil under 

known forms, try to establish 

an intimate and primordial 

relationship with the 

observer. 

194 visual arts

NICOLAS TOURRE 

MONTPELLIER // FRANCE 

DATE: 03/05/1975 // SUBJECT: FINE ART 

MAKING THE FEATHERS FLY 

(2004) 

La realizzazione brutale dei 

pezzi di Nicolas Tourre, 

sottoposti così come sono a 

rudimentali e improbabili 

manipolazioni tecniche, fanno 

del quadro uno spazio 

grottesco e ostinato in 

l’artista moltiplica in maniera 

irrefrenabile gesti di sacrificio. 

Piume, pietre, spari: diversi 

elementi associati 

eterogeneamente alla 

flessibilità della pittura, in cui 

il pittore non formula più la 

superficie pittorica in un 

qualsiasi stretto rapporto con 

l’immagine. Vestito di effetti 

derisori, tagliato e intagliato o 

colpito da pallottole, il quadro 

sembra opporsi 

ferventemente al piano liscio. 

Quasi oggetti-forme, il quadro 

tenta di dar vita a 

un’incarnazione, agitando la 

superficie, anche se ciò 

dovesse significare far volare 

le piume. 

MAKING THE FEATHERS FLY 

(2004) 

The brutal crafting of Nicolas 

Tourre’s pieces, submitted as 

they are to rudimentary and 

improbable technical 

manipulations, makes the 

painting a grotesque and 

obstinate space in which the 

artist compulsively multiplies 

gestures of sacrifice. 

Feathers, stones, gunshots: 

several heterogeneous 

elements associated with the 

suppleness of paint, where 

the painter no longer 

formulize the pictorial surface 

in any strict relation to the 

image. Dressed up in 

derisory effects, cut and 

carved up or hit by bullets, 

the painting seems fervently 

opposed to the flat plane. 

Formed rather as an object, it 

attempts to give rise to an 

incarnation, with the ruffling 

of the surface, even if that 

means making the feathers fly. 

ALBERTO JESÙS VÀZQUEZ RICO 

VALENCIA // SPAIN 


VERNEL 

(2004) 

Vernel parla dell’isolamento 

dell’adolescente, della 

costante umiliazione e dei 

continui atti degradanti che 

avvengono nella scuola 

superiore. Vernel è il tipico 

ragazzo che è stato in classe 

con voi per anni e al quale 

non avete mai parlato. 

E’ quello che racconta le 

storie, lo studente più 

determinato, quello che si 

masturba ma non lo 

ammette, quello che ama 

Dio, quello che va male in 

educazione fisica, quello che 

non si lava per bene, quello 

che tutte le ragazze ignorano, 

quello che non lascia mai 

cadere la penna, quello che 

ha le unghie lunghe e 

sporche, quello che ha le 

mani sudaticce, quello che 

sporca i pantaloni, quello che 

vuole essere magro e quello 

che piange se fa qualcosa di 

sbagliato. 

196 visual arts 

VERNEL 

(2004) 

Vernel speaks about 

adolescent isolation, constant 

humiliation and continual 

degrading acts that take 

place at high school. Vernel 

is the typical kid who was in 

your class for years and who 

you never spoke to. It is he 

who tells takes, the most 

determined student, he who 

masturbates but doesn't 

admit it, he who loves God, 

he who is bad at sports, he 

who doesn't wash properly, 

who all the girls ignore, he 

who never puts his pen 

down, he who has long dirty 

nails, he who has sweaty 

hands, he who messes his 

pants, he who wants to be 

thin and he who cries if 

something goes wrong.

FERRARA // ITALY 

DATE: 31/03/1973 // SUBJECT: INSTALLATION 

ALESSANDRA VECCHIETTI PROJECT 

BORDELINE 

(2004) 

“Piena fuori 

Vuota dentro 

Passatemi attraverso 

Portate via un po’ del mio 

sapore 

Lasciate qui un po’ del vostro 

odore 

Piena fuori 

Vuota dentro 

Passatemi attraverso 

Entrate e poi lasciate libero il 

passaggio 

Entrate e poi uscendo 

giratevi e guardate 

Guardate attraverso me 

Piena fuori 

Vuota dentro 

Passatemi attraverso “ 

Alessandra Vecchietti, nata in 

provincia di Bologna, vive e 

lavora a Ferrara. Nel 1999 si 

diploma all’accademia di 

Belle Arti di Bologna e dal 

1997 inizia la sua ricerca 

artistica nel campo 

dell’installazione. Nel 2004 

partecipa ai seguenti eventi: 

“Keep’n touch” progetto 

SPAZIO APERTO della GAM 

di Bologna a cura di D. 

Auregli, Aeroporto G. 

Marconi Bologna; 

“Empowerment / Cantiere 

Italia” a cura di M. Scotini, 

Museo D’Arte Moderna, Villa 

Croce e Villa Bombrini 

Genova; 

“Viale dell’arte n° 14” a cura 

di G. Pellizzola, Centro 

Polifunzionale, Migliarino 

(Fe). 

Quest’opera è realizzata in 

collaborazione con Riccardo 

Catozzi. Un ringraziamento 

particolare va a Cludia Fabris, 

Luca D’Angelo, Nicola 

Panzanini, Dott. Paolo 

Orsatti. 

BORDELINE 

(2004) 

“Complete outside 

Incomplete inside 

Pass me through 

Take away some of my 

flavour 

Leave here some of your 

sent 

Complete outside 


Pass me through 

Enter and then clear the 

way 

Enter and leaving turn back 

and look 

See through me 

Complete outside 


Pass me through “ 

Alessandra Vecchietti, born 

in Bologna, lives and works 

in Ferrara. In 1999 got the 

degree at the ACCDEMIA 

of BELLE ARTI in Bologna, 

since 1997 she begun her 

artistic carrer in the field of 

Installations. In 2004 she 

joined the following events: 

“Keep in touch” SPAZIO 

APERTO project organized 

by Bologna’s GAM, curator 

D. Auregli, G. Marconi 

Airport, Bologna; 

“Empowerment/ Cantiere 

Italia” curator M.Scotini, 

Museum of Modern Art 

Villa Croce end Villa 

Bombrini, Genova; 

“Viale dell’arte” curator 

G.Pellizola, Polifunctional 

Center, Migliarino (FE). 

This work realized in 

collaboration with Ricardo 

Catozzi. Special 

aknowledgments go to 

Claudia Fabris, Luca 

D’Angelo, Nicola Panzanini, 

Dott. Paolo Orsatti. 

FRANCISCO VIDAL 

LISBON // PORTUGAL 


LOVERS ROCK 

(2003) 

La fanzine "Bactéria" si è 

interessata di immagine e 

produzione di massa sin dal 

1997. In questi sei anni sono 

stati pubblicati dodici numeri. 

Quella presentata è l’ultima 

uscita, il numero 12: una 

serie di serigrafie 50 x 27 dal 

titolo "Lovers Rock" (La 

montagna degli innamorati). 

E’ davvero una storia 

d’amore! 

LOVERS ROCK 

(2003) 

The fanzine "Bactéria" has 

taken an interest in image 

and mass production since 

May 1997. Throughout these 

six years 12 issues were 

published. The one presented 

is the latest issue, number 

12: a series of 50 x 27 

serigraphs with the title 

"Lovers Rock". It really is a 

love story! 

198 visual arts

ANGELA VIOLA 

PALERMO // ITALY 


PASSIONI INFRANTE 

(2004) 

Il tempo e lo spazio sono 

squarci che luccicano come 

freddi tavoli di una sala 

operatoria. 

Passioni Infrante è 

paragonabile ad una 

dissezione di un corpo saturo 

di ricordi e di speranze che 

fuoriescono, alla sua 

apertura, come sangue 

traboccante. Oltre il limite 

della carnalità e della pura 

forma estetica, si celano le 

passioni primordiali ovvero gli 

archetipi dei nostri sensi che 

accompagnano l’uomo sin 

dall'infanzia. Intimità ormai 

violate dall’incombente 

divenire del tempo: le 

passioni, nell'immaginario 

collettivo, sfuggono ormai 

dominate dal mondo 

razionale. Nel mio lavoro il 

senso del ricordo (trattenuto 

dalla rete rossa effetto degli 

intrecci del filo) esplode 

come uno squarcio temporale 

che, nell’atto d’aggredire 

l’individuo e nel furore del 

gesto, contestualmente, 

lascia traccia indelebile nella 

memoria della sua forza 

devastante. 

Passioni frenetiche entrano 

nelle stanze dei ricordi e 

furtive svaniscono lasciando 

una traccia che spesso si 

manifesta dunque in tutta la 

sua violenza. 

BROKEN PASSIONS 

(2004) 

Time and space are gleaming 

tears like cold tables of a 

surgery room. 

Broken Passions like 

dissecting a body full of 

hopes and memories pouring 

out and overflowing such as 

blood when it’s made a rent. 

Exceeding the limit of 

carnality and aesthetic sense, 

there are primordial passions, 

the archetypal of our 

sensations coming on with 

man from the origins. 

Violated privacy by becoming 

time: Passions - in general 

imaginary – get away just 

submitted to the world of 

reason. 

In my work sensation of 

remembering (closed by the 

red network of wires) 

explodes such as a temporal 

tear that, attacking fellow, 

leaves an indelible and 

devastating sign. 

Frantic passions enter 

memorial rooms and they 

creep out leaving a sign that 

often reveals with all its 

violence. 

GORDANA VRENCOSKA 

SKOPJE // FYROM 

DATE: 13/05/1974 // SUBJECT: FINE ARTS 

THE MAGIC OF SEDUCTION 

(2003) 

La magia della seduzione 

incarna le preoccupazioni 

dell'artista per le operazioni 

belliche senza fine degli Stati 

Uniti e per la recente guerra 

contro il terrorismo 

internazionale o l’estremismo 

islamico guidato da Al-Qaeda. 

L’arroganza degli Stati Uniti 

come forza politica 

dominante crea rabbia 

crescente nei gruppi 

musulmani integralisti. 

Gli americani incitano conflitti 

nei quali loro stessi si 

attribuiscono poi il ruolo di 

salvatori. Dall’altro lato vi è il 

fenomeno dell’estremismo 

nel nome dell’Islam – e la 

tenacia del suo scopo. 

Appassionatamente sedotti 

dagli ideali, i seguaci 

irriducibili giungono al 

sacrificio della loro stessa vita 

senza esitazione. 

Questo concetto di sacrificio 

personale e di appassionata 

determinazione suscita più 

timore e fascino di qualsiasi 

altra arma tecnologica 

superiore. Il genere umano 

non ha imparato la lezione 

della lunga storia di sangue. 

Le conquiste della civiltà 

umana sembrano fragili come 

mai in precedenza. 

Le tentazioni pericolose sono 

ancora qui, perfino dopo 

migliaia e migliaia di anni di 

evoluzione. 

THE MAGIC OF SEDUCTION 

(2003) 

The Magic of Seduction 

embodies my concerns about 

the never-ending war 

operations of the U.S., and 

the latest war against 

International terrorism or the 

Islamic extremism led 

by Al-Qaeda. 

The arrogance of the U.S. as 

a dominant political force 

creates growing anger within 

radical Muslim groups. 

Americans incite conflicts in 

which later they appoint 

themselves as saviors. 

On the opposite side, there is 

the phenomenon of 

extremism in the name of 

Islam – and the tenacity of its 

purpose. Passionately 

seduced by the ideals, 

unwavering followers even 

sacrifice their own lives 

without hesitation… this 

concept of self-sacrifice and 

passionate determination is 

more scary and fascinating 

than any other superior 

technological weapon. 

The human kind has not 

learnt the lessons from the 

long bloody history. 

The achievements of the 

human civilization seem 

fragile like never before. 

Dangerous temptations are 

still here, even after 

thousands and thousands 

years of our evolution. 

200 visual arts

SKOPJE // FYROM 


VUK MITEVSKI 

SAINTS 

(2005) 

Un’installazione di quadri 

pendenti. I quadri esposti alla 

luce diretta cambiano 

aspetto. L’installazione è 

composta dalla distribuzione 

di grandi quadri che non sono 

appesi al muro ma che 

dividono e costruiscono lo 

spazio dal pavimento al 

soffitto, da muro a muro. 

L’installazione crea uno 

spazio di presenza spirituale 

immediata. Non riguarda il 

sentire religioso, quanto 

piuttosto l’alienazione dal lato 

spirituale della società 

contemporanea. Questa 

installazione ci porta più vicini 

al mondo abitato dagli essere 

soprannaturali, gli arcangeli e 

i santi. Vuk Mitevski mira a 

ricreare, non per mimesi, la 

calma dei templi religiosi, la 

minuscola presenza umana e 

la grandezza del mondo 

spirituale. Molti atei e 

agnostici hanno riconosciuto 

le qualità tranquillizzanti dei 

luoghi spirituali e molte 

persone religiose hanno 

avvertito la spiritualità dei 

templi dedicati a un Dio 

diverso da quello che 

pregano. Questa installazione 

porta lo spirituale nello spazio 

secolare e secolarizza gli 

spazi spirituali. Come le arti 

hanno sempre fatto e sempre 

faranno. 

SAINTS 

(2005) 

The installation of hanging 

pictures. The pictures 

exposed to directed light 

change their appearance. 

The installation is made by 

distribution of large pictures 

that are not hanging on the 

walls but divide and build the 

space from the floor to the 

ceiling, wall to wall. 

The installation creates space 

of immediate spiritual 

presence. It is not about 

religious feeling, but rather 

about the alienation from 

the spiritual side of the 

contemporary society. 

This installation brings us 

closer to the world inhabited 

by supernatural beings, 

archangels and saints. 

Vuk Mitevski aims at 

recreating, not by mimesis, 

the calmness of religious 

temples, the miniscule 

human presence and 

greatness of spiritual world. 

Many atheists and agnostics 

acknowledged the 

tranquilizing qualities of 

spiritual places and many 

religious persons felt the 

spirituality of temples 

devoted to a God who is not 

the one they worship. This 

installation brings spiritual 

into secular space and 

secularises the spiritual 

spaces. As the arts always 

did and will always do. 

RUDINA XHAFERI 

PRISHTINE // KOSOVO 


I WANT MY STAR 

(VOGLIO LA MIA STELLA) 

(2003-2004) 

Nel progetto I want my star 

(Voglio la mia stella) l’artista 

ha tentato di amalgamare in 

maniera intuitiva l’innocenza 

infantile, il mito e l’attualità 

politica. Ogni bambino, 

quando alza la testa verso il 

cielo, sceglie la sua stella del 

destino. Un antico mito 

balcanico, e perfino 

universale, dice che quando 

una persona muore nel cielo 

scompare una stella. A 

questo proposito Rudina 

Xhaferi 

pensa di affermare l’archetipo 

dell’uguaglianza, in cui tutti 

hanno il diritto di avere la loro 

stella. 

Oggi gli albanesi chiedono 

anche loro questo antico 

diritto: di avere la loro stella 

nella galassia europea. 

I WANT MY STAR 

(VOGLIO LA MIA STELLA) 

(2003-2004) 

In the project I want my star I 

tried in the intuitive manner 

to complement childish 

innocence, the myth and 

political actuality. Every child 

when he raises his head up 

to the sky, he chooses his 

own star of destiny. An 

ancient Balkanic myth, and 

even universal, says that 

when one person dies a star 

in the sky disappears as well. 

In this respect Rudina Xhaferi 

thinks of affirming the 

archetype of equality where 

all the people have the right 

to have their own star. 

Albanians at present demand 

as well this ancient right: to 

have their own star in the 

European galaxy. 

202 visual arts

YOUNÈS RAHMOUN 

TÉTOUAN // MOROCCO 

DATE: 04/09/1975 // SUBJECT: PERFORMANCE AND INSTALLATION 

WAHID 

(PERFORMANCE E VIDEO) 

(2003) 

MAQBARA 

(INSTALLATION) 

(2005) 

La performance Wahid ha 

luogo durante l’inaugurazione 

della mostra: l’artista si siede 

al centro dello spazio su un 

tessuto nero in direzione 

della Mecca (est). Indossa 

una djellaba nera che lo copre 

scoprendo solo le mani e nel 

silenzio recita, con voce 

media, 99 volte e per 99 

secondi, la parola "Wahid”. 

Il video Wahid è un film in 

bianco e nero che ripropone 

la performance; è una traccia 

della presenza dell’artista 

durante l’esposizione. 

Sarà proiettato sulla parte 

bassa di un muro orientato 

a est. "Wahid" significa uno, 

il solo e l’unico. Per l’autore, 

musulmano, significa anche 

Allah (Dio). Nell’Islam Dio ha 

99 nomi. La performance e il 

video simbolizzano l’apertura 

ad altre culture e religioni 

del mondo. 

Maqbara (cimitero) è un 

insieme di 99 coni in tessuto 

bianco illuminati da ampolle 

installate al loro interno. Ogni 

33 coni disegnano una foglia 

sul suolo, e le tre foglie sono 

orientate alla Mecca. Questa 

installazione si ispira alla 

danza religiosa dei dervisci 

rotanti ed è un omaggio alle 

vittime del recente tsunami 

asiatico. 

WAHID 

(PERFORMANCE E VIDEO) 

(2003) 

MAQBARA 

(INSTALLATION) 

(2005) 

The Wahid performance 

takes place during the 

opening of the exhibition: the 

artist sits on a black fabric at 

the centre of the space, 

facing towards the Mecca 

(eastwards). He is wearing a 

black djellaba that covers him 

completely, leaving out only 

the hands. Amidst the silence, 

he repeats the word “Wahid” 

99 times in 99 seconds, with 

an average voice. 

The Wahid video is a B&W 

movie which revives the 

performance: it is an evidence of 

the artist’s presence during the 

exhibition. The video will be 

projected on the lower part 

of a wall facing eastwards. 

“Wahid” means one, the 

sole and the only. To the 

author, a Muslim, it also 

means Allah (God). In Islam, 

God has 99 names. Both the 

performance and the video 

symbolize the opening to 

other cultures and religions of 

the world. Maqbara (graveyard) 

is a set of 99 cones in white 

fabric lit by internal cruets. 

Each 33 cones trace a leaf on 

the floor and all three leaves 

point at the Mecca. 

This installation draws 

inspiration from the religious 

dances of the whirling 

dervishes and is a tribute to 

the victims of the recent 

Asiatic tsunami. 

INSTANBUL // TURKEY 


BURCU YAGCIOGLU 

UNTITLED 

(2004) 

La lunghezza della mia opera 

è molto maggiore che non la 

sua larghezza perché voglio 

che, per via della prospettiva, 

gli spettatori vedano i disegni 

piccoli quando si avvicinano 

invece di percepire l’intera 

composizione. Questo è il 

punto di vista di chi ha 

provato la passione. Quando 

ti allontani dalla 

composizione, cominci a 

percepire la rosa formata dai 

disegni più piccoli. Il punto di 

vista dal quale si può 

osservare la rosa è il punto di 

vista di una persona che 

riesce a guardare al desiderio 

proprio o di un’altra persona 

dall’esterno. Per mostrare 

questo dilemma dei punti di 

vista delle persone, 

rappresentato dai molti 

disegni interni alla 

composizione e dalla 

complessità del quadro in sé, 

ho usato la rosa, che è 

associata all’amore e alla 

passione. Il risultato è che 

alla fine ho semplicemente 

riprodotto una rosa, 

nonostante tutti i miei sforzi 

per essere originale. 

UNTITLED 

(2004) 

My work is much longer than 

larger because I want the 

viewers to see small 

drawings due to the 

perspective when they look 

closer to it instead of 

perceiving the entire 

composition. This is the 

viewpoint of the one who felt 

the passion. When you step 

away from the composition, 

you will start to perceive the 

rose formed by the small 

drawings. The standpoint 

where the rose can be seen 

is the viewpoint of a person 

who can manages look at the 

desire of another person who 

or himself/herself from 

outside. In order to show this 

dilemma of people's 

viewpoints, as opposed to 

the many drawings within the 

composition as well as the 

complexity of the picture 

itself. I have used the rose, 

which is associated with love 

and passion, and as a result, 

what I have made is only the 

picture of a rose, despite all 

my efforts for being original. 

204 visual arts

ADNAN YILDIZ 

KARAKOY INSTANBUL // TURKEY 


IT TAKES TWO TO TANGO 

(2004) 

(Ci vogliono due persone per 

ballare il tango) è 

un’installazione site-specific 

che verrà realizzata per la 

Biennale di Napoli, utilizzando 

metri di rete metallica a 

maglie strette. Le opere che 

ho realizzato con questa rete 

metallica sono generalmente 

ideate per spazi specifici e 

riguardano storie e codici 

personali – collegate alle 

angolature fisiche, 

psicologiche e sociali dello 

spazio... Dopo Istanbul 

(Taksim e Karaköy, due 

regioni della città diverse sia 

culturalmente che 

socialmente) e Hannover, 

Napoli è la terza città per la 

quale produrrò 

un’installazione. Per quanto 

riguarda il tema della 

Biennale, la “passione” e il 

patrimonio culturale e 

l’atmosfera dell’Italia, 

genererò due corpi, sempre 

in rete metallica, che 

verranno sospesi nell’aria, 

semplicemente articolando 

l’impossibilità di un rapporto 

e le mistiche possibilità di 

coesistenza... 'It takes two to 

tango' è la versione 

napoletana della stessa 

storia; forme corporee di 

tocco umano... condizione 

umana... 

IT TAKES TWO TO TANGO 

(2004) 

is a site specific installation 

that will be generated for 

Naples Biennale, using 

meters of chicken-fence 

wire. The works, that I have 

generated from chicken wire, 

are generally designed 

for specific spaces, covering 

personal stories and 

codes -related to the 

physical, psychological, social 

angles of space… After 

Istanbul (Taksim and Karaköy, 

two –culturally and sociallydifferent 

regions of the city) 

and Hannover, Naples is the 

third city for which I will 

produce an installation for. 

Regarding the concept of the 

biennale, “passion” and the 

historical inheritance and 

atmosphere of Italy; I will 

generate two bodies –from 

chicken wire- being hung on 

the air, simply articulating the 

impossibility of a relation, 

and the mystical possibilities 

of existing together… 'it 

takes two to tango' is the 

Naples version of the same 

story; bodily forms of human 

touch… human condition… 

1 

2 

3 

ANASTASIOS ZAFEIRIADIS 

THESSALONIKI // GREECE 


FANTASIE 

(2003) 

Una storia che illustra dove 

può portare la passione 

disperata. Questo fumetto, 

che si svolge in un mondo 

buio e surreale, è un omaggio 

a Max Andersson e Tim 

Burton. 

SNAKES & LADDERS 

(2003) 

L’amore è una passione tanto 

grande da dare al cacciatore 

il coraggio necessario per 

superare tutti gli ostacoli che 

gli si parano innanzi nella sua 

battuta. Tuttavia, per quanto 

possa essere grande la sua 

passione, essa evapora 

quando viene pronunciata 

una semplice frase, un 

incantesimo antico che 

sembra essere ripetuto 

dall’inizio dei tempi! La forma 

di questo fumetto prende in 

prestito alcuni elementi dal 

noto gioco da tavolo (quello 

del titolo, NdT) per mostrare 

la natura gioconda 

dell’amore. Trae inoltre 

ispirazione dalle ricerche 

solitarie di George Perec 

e Chris Ware. 

PHILIP DOESN'T WANT TO 

WATER HIS PLANT 

(2003) 

(Philip non vuole innaffiare 

la sua pianta) 

Senza sapere perché, 

osserviamo Philip mentre 

ignora deliberatamente le 

richieste di aiuto della sua 

pianta e minaccia di 

sradicarla. Ma allo spegnersi 

delle luci si rivelano i veri 

sentimenti... E’ una semplice 

storia di rabbia. La rabbia è 

una passione spesso 

inesplicabile, come del resto 

questa storia. 

FANTASIE 

(2003) 

A story that shows where 

one's desperate passion can 

lead to. Taking place in a dark 

surrealistic world, this comic 

is a homage to Max 

Andersson and Tim Burton. 

SNAKES & LADDERS 

(2003) 

Love is a passion great 

enough to give courage to a 

hunter in order to overcome 

all the obstacles he 

encounters in his hunt. 

But however great this 

passion is, it evaporates 

when a simple phrase is 

uttered, 

an ancient spell which seems 

to be repeated from the 

beginning of time! The comic 

form borrows elements from 

the well-known tabletop 

game to show the playful 

nature of love. It is also 

inspired by the lonely quests 

of George Perec and Chris 

Ware. 

PHILIP DOESN'T WANT TO 

WATER HIS PLANT 

(2003) 3 

Without knowing the reason, 

we watch Philip as he 

deliberately ignores 

his plant's cries for help and 

threatens to uproot it. But 

when the lights go off, the 

true sentiments are 

unveiled… This is a simple 

story of anger. Anger is a 

passion often inexplicable, 

as well as this story. 

206 visual arts

NAPLES // ITALY 


SALVATORE ZAK MANZI 

TG WAR 

(2003) 

Tg War è un cartoon 

elementare, realizzato con 

disegni infantili, un’edizione 

straordinaria dedicata alla 

guerra. La guerra in Iraq del 

2003, la guerra contro il 

terrorismo, la guerra del 

petrolio. La guerra del Golfo, 

della liberazione. La guerra 

contro Saddam, la guerra 

contro le Nazioni Unite, 

la guerra dei kamikaze, dei 

terribili giovani soldati 

angloamericani. Zak Manzi 

racconta questa guerra 

attraverso un noto giornalista 

televisivo. È chiaro, dal tono 

e dai contenuti delle notizie, 

l’approvazione ideologica alle 

azioni militari. Per un divertente 

gioco di imitazione e reverenza, 

il giornalista nel cartone è 

vittima di un estremo sentimento 

e come un vero kamikaze si 

fa esplodere grazie ad una 

cintura esplosiva. Una specie 

di purificazione ideologica, un 

insospettabile tradimento, 

un’estrema passione, un 

martirio di “Fede”. (DVD, 

2003, Animazione, 3 minuti. 

Courtesy Umberto Di Marino 

Arte Contemporanea) 

Zak Manzi è nato a Napoli il 

25 gennaio 1975, si è 

diplomato presso 

l’Accademia di Belle Arti di 

Napoli, fa discutere ad una 

giovane illustratrice la sua 

tesi in storia dell’arte. Da 

tempo Zak Manzi modifica 

ruolo e funzione fornendo 

all’artista una connotazione 

politica, in una sorta di 

performance esistenziale. Per 

circa tre anni stringe un 

sodalizio con l’artista Angelo 

Rossi, sono di quel periodo le 

1200 copie di Flash Art 

apocrifo, esibite nella galleria 

T293 di Napoli. Attualmente i 

suoi lavori sono strumenti di 

denuncia a favore dei diritti 

umani, raccoglie informazioni 

da organizzazioni umanitarie 

locali ed internazionali. Vive 

e lavora a Casalnuovo (NA), 

Italia. 

TG WAR 

(2003) 

Tg war (War News) is an 

elementary cartoon, with 

childlike drawings, a short 

news all dedicated to the 

war. The war in Iraq in 2003, 

the war against terrorism, the 

oil war. The Gulf war, for 

freedom. The war against 

Saddam, the war against the 

United Nations, the war of 

the kamikaze and of frightful 

Anglo-American young 

soldiers. Zak Manzi tells us 

about this war through a 

well-known television 

journalist.It’s clear, from the 

tone and contents of the 

news, the ideological approval 

to the military actions. For a 

funny play of imitation and 

reverence, the journalist in 

the cartoon is victim of an 

extreme feeling and like a 

real kamikaze has himself 

blow out through an explosive 

belt. A kind of ideological 

purification, an unsuspecting 

treason, a extreme passion, a 

martyrdom of “Faith”. (DVD, 

2003, Animation, 3 minutes. 

Courtesy Umberto Di Marino 

Arte Contemporanea) 

Zak Manzi è nato a Napoli il 

25 gennaio 1975, si è 

diplomato presso 

l’Accademia di Belle Arti di 

Napoli, fa discutere ad una 

giovane illustratrice la sua 

tesi in storia dell’arte. Da 

tempo Zak Manzi modifica 

ruolo e funzione fornendo 

all’artista una connotazione 

politica, in una sorta di 

performance esistenziale. Per 

circa tre anni stringe un 

sodalizio con l’artista Angelo 

Rossi, sono di quel periodo le 

1200 copie di Flash Art 

apocrifo, esibite nella galleria 

T293 di Napoli. Attualmente i 

suoi lavori sono strumenti di 

denuncia a favore dei diritti 

umani, raccoglie informazioni 

da organizzazioni umanitarie 

locali ed internazionali. Vive e 

lavora a Casalnuovo (NA), 

Italia. 

ZAKARIA DJEHICHE 

ALGERI // ALGERIA 


SANS TITRE 

(2005) 

In me ci sono talune 

emozioni che non sono 

ancora pronto a svelare... 

non per egoismo ma per 

paura di essere incompreso e 

anche, forse, perché le sto 

preservando per meglio 

attribuire loro un valore. 

È per questo che nella mia 

opera non ho fatto apparire 

che alcune parti del volto, 

preferendo celare il resto, 

perché l’occhio dell’osservatore 

si focalizzi esclusivamente 

su quello che voglio ben 

illustrare. Nella mia opera ho 

utilizzato il ritratto del volto 

perché il volto è la parte del 

corpo più espressiva. 

SANS TITRE 

(2005) 

There are a number of 

emotions in me that I am not 

yet ready to unveil... not out 

of selfishness but rather for 

fear of being misunderstood, 

and also, maybe, because 

I am preserving them in order 

to better attaching a value to 

them. For this very reason in 

my work I only featured 

some parts of the face, while 

hiding the rest, so that the 

viewer’s eye can focus solely 

on that which I want to 

illustrate well. In my work 

I used the portrait of a face 

because the face is the most 

expressive part of the body. 

208 visual arts

ZHE XU 

AIX EN PROVENCE // FRANCE 


CASQUE MANDARIN 

(2003) 

Elmo mandarino è una 

stupefacente installazione in 

due parti: una testa modellata 

in fusione e un elmo 

meccanico autonomo. 

Quest’ultimo possiede due 

braccia articolate, ciascuna 

delle quali tiene una siringa 

pronta ad iniettare un siero 

per normalizzare il 

comportamento. Xu Zhe ha 

proiettato la sua stessa 

immagine nella testa... una 

satira graffiante nella quale la 

gente accetta senza colpo 

ferire il mondo che viene loro 

proposto. 

CASQUE MANDARIN 

(2003) 

Mandarin helmet is an 

astounding installation in 2 

parts: a cast head and an 

autonomous mechanical 

helmet. The latter possesses 

two articulated arms, each of 

which holds a syringe ready 

to inject a serum to normalize 

behavior. Xu Zhe has 

projected his own image onto 

the cast head…a scathing 

satire in which people 

unquestioningly accept the 

world proposed to them. 

ZOURANE DJAMEL 

ALGERS // ALGERIA 


MESSAGE PLASTIQUE 

(2005) 

Nella mia pittura proseguo 

una discussione intavolata più 

di 7000 anni fa. Per me è un 

modo di perpetuare un modo 

di vivere e di pensare 

ancestrale. Nel mio intimo vi 

è un bene prezioso, 

un’eredità dei miei antenati 

che divulgo attraverso forme 

realizzate con un grafismo 

personale fatto di delicatezza 

e purezza di tratto e di colori 

caldi, allo scopo di restituire i 

miti antichi costantemente 

rinnovati. 

MESSAGE PLASTIQUE 

(2005) 

In my paintings I further a 

discussion laid upon the table 

more than 7000 years ago. It 

is a way for me to perpetuate 

an ancestral way of life and 

of thought. In my intimate 

self there is a valuable good, 

an inheritance from my 

predecessors that I 

disseminate by means of the 

forms created with a 

personal graphics made of 

delicacy and purity of stroke 

and warm colours, with a 

view to rendering the ancient 

myths under a constantly 

renewed form. 

210 visual arts

visualArts 2

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