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3. Arsenico - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

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20 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2009; 31:1<br />

http://gimle.fsm.it<br />

INTERFERENTI ENDOCRINI SCHEDE MONOGRAFICHE <strong>3.</strong> ARSENICO<br />

ottenuto da un soggetto volontario dopo aggiunta standard<br />

<strong>di</strong> 50 µg/l e hanno evidenziato occasionalmente<br />

che in campioni conservati sino a 8 mesi questa forma<br />

chimica subiva una parziale biotrasformazione compresa<br />

tra il 2% e il 6%.<br />

Secondo quanto riportato da Chen (2005) l’analisi <strong>del</strong>le<br />

forme arsenicali in campioni <strong>di</strong> urina ottenuti da soggetti<br />

volontari (pH 5,5-7,0) e analizzando il NIST 2670 (pH 4,4)<br />

hanno confermato la stabilità degli analiti sino a 6 mesi<br />

se i campioni biologici erano conservati a -20 o C. Le<br />

forme oggetto <strong>di</strong> valutazione erano As III , As V , acido monometilarsonico,<br />

acido <strong>di</strong>metilarsinico e arsenobetaina.<br />

Gli stessi autori hanno effettuato ulteriori valutazioni <strong>del</strong>le<br />

per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> As (<strong>di</strong>verse forme chimiche) sia durante la centrifugazione<br />

<strong>del</strong> campione, sia per effetto <strong>del</strong>la filtrazione<br />

<strong>del</strong>l’urina. Nel primo caso è stata raccolto il se<strong>di</strong>mento<br />

ottenuto da 50 ml <strong>di</strong> urina che è stato quin<strong>di</strong> solubilizzato<br />

in HNO 3 70% e quin<strong>di</strong> trasferito in forno a microonde. La<br />

quantità <strong>di</strong> As nel se<strong>di</strong>mento è stata analizzata me<strong>di</strong>ante<br />

HG-AAS. Per quanto riguarda la filtrazione <strong>del</strong>l’urina 10<br />

ml <strong>di</strong> campione (urina tale e quale, urina con aggiunta<br />

standard) sono stati sud<strong>di</strong>visi in 2 aliquote la prima <strong>del</strong>le<br />

quali non è stata sottoposta a trattamento mentre la seconda<br />

è stata filtrata su substrato <strong>di</strong> porosità pari a 0,45<br />

µm. Le conclusioni <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Ching Chen sono state<br />

le seguenti: a) le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> As insolubile riferibili al se<strong>di</strong>mento<br />

sono risultate inferiori al 5%; b) la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> As<br />

dopo centrifugazione era compresa tra il 6% e il 50% a<br />

conferma <strong>del</strong> fatto che l’As insolubile rimosso durante la<br />

centrifugazione poteva determinare una sottostima <strong>del</strong>la<br />

reale esposizione. Il commento finale è che negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

conservazione e <strong>di</strong> pretrattamento <strong>del</strong> campione <strong>di</strong> urina<br />

intervengono numerose variabili, per cui una comparazione<br />

tra i dati riportati in letteratura non appare <strong>del</strong> tutto<br />

convincente se non ad<strong>di</strong>rittura contrad<strong>di</strong>ttoria. Si evidenzia<br />

quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre un protocollo<br />

dettagliato che tenga conto dei fattori preanalitici, <strong>del</strong> pH<br />

dei campioni <strong>di</strong> urina all’inizio e al termine <strong>del</strong>la conservazione<br />

(momento <strong>di</strong> effettuazione <strong>del</strong>l’analisi), <strong>del</strong>la tecnica<br />

strumentale utilizzata, <strong>del</strong> LOD, <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> incertezza<br />

<strong>del</strong>le misure, in quanto alcune variabili possono<br />

rappresentare dei fattori <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento.<br />

Va peraltro osservato che per quanto riguarda materiali<br />

biologici come capelli e unghie la stabilità <strong>del</strong>le forme<br />

chimiche è sicuramente maggiore. Per l’analisi <strong>del</strong>l’arsenico<br />

totale, come per i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> speciazione, questi campioni<br />

sono preparati generalmente secondo la proc<strong>ed</strong>ura<br />

<strong>del</strong>l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA).<br />

Dopo accurato lavaggio, per eliminare l’As esogeno che<br />

deriva dalla contaminazione <strong>del</strong>l’aria, 100 mg <strong>di</strong> campione<br />

<strong>di</strong> capelli sono posti in un contenitore <strong>di</strong> Teflon,<br />

trattati con acetone e quin<strong>di</strong> lavati con acqua ultrapura.<br />

Le unghie sono trattate similmente ai capelli dopo spazzolatura.<br />

I campioni sono pesati prima <strong>del</strong>l’analisi<br />

(Mandal, 2003). In proc<strong>ed</strong>ure <strong>di</strong> lavaggio più rigorose per<br />

la rimozione completa <strong>del</strong>la contaminazione superficiale,<br />

le unghie sono incubate per 20 minuti in Triton-X100 1%<br />

(v/v) prima <strong>del</strong>l’analisi. Resta da verificare comunque se<br />

le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> preparazione possono mo<strong>di</strong>ficare la concentrazione<br />

iniziale <strong>del</strong>le varie forme chimiche ma in<br />

questo caso la verifica risulta notevolmente <strong>di</strong>fficoltosa in<br />

quanto non sono possibili aggiunte standard alla matrice.<br />

15. <strong>Arsenico</strong> e biomarcatori<br />

Nel caso <strong>del</strong>l’esposizione ambientale e occupazionale<br />

ad As è stata oggetto <strong>di</strong> maggiore utilizzazione l’analisi<br />

<strong>del</strong>l’urina e in misura minore <strong>del</strong> sangue. Nella fase iniziali<br />

<strong>di</strong> impiego <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>catori biologici si è privilegiata<br />

la determinazione <strong>del</strong> contenuto totale <strong>di</strong> As e solo<br />

successivamente, con l’evoluzione tecnico strumentale<br />

si è fatto ricorso al riconoscimento <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse forme<br />

arsenicali nei flui<strong>di</strong> biologici considerati. Al riguardo ulteriori<br />

approfon<strong>di</strong>menti e ricerche si rendono necessarie<br />

per l’identificazione <strong>di</strong> ulteriori forme metaboliche<br />

(arsenozuccheri) in quanto l’alimentazione può rappresentare<br />

un significativo fattore <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento nell’interpretazione<br />

<strong>del</strong> dato finale.<br />

L’arsenico urinario è un biomarcatore che può essere impiegato,<br />

tenuto conto <strong>del</strong>le premesse sopra riportate, sia<br />

per stu<strong>di</strong> su gruppi <strong>di</strong> popolazione generale sia per il monitoraggio<br />

<strong>di</strong> soggetti professionalmente esposti ad As<br />

(Hughes, 2006). Trattandosi <strong>di</strong> un biomarcatore <strong>di</strong> esposizione<br />

recente è evidente che l’utilizzo <strong>del</strong>l’As in urina<br />

può risultare estremamente utile nel caso in cui l’esposizione<br />

sia continuativa, come ad esempio si verifica in alcune<br />

popolazioni asiatiche dove la contaminazione <strong>del</strong>l’acqua<br />

destinata al consumo umano rappresenta una<br />

fonte costante <strong>di</strong> intake <strong>di</strong> arsenico inorganico, con evidenti<br />

riflessi sulla dose quoti<strong>di</strong>anamente assunta con gli<br />

alimenti. Viceversa, risultano evidenti i limiti <strong>di</strong> utilizzazione<br />

<strong>del</strong>l’As urinario nel caso <strong>di</strong> soggetti professionalmente<br />

esposti, se la durata <strong>del</strong>l’esposizione inalatoria ad<br />

As non è continuativa. Tale considerazione vale, in misura<br />

anche maggiore, per il contenuto <strong>di</strong> As nel sangue o nel<br />

plasma, in quanto in questo compartimento la concentrazione<br />

<strong>di</strong> As e <strong>del</strong>le eventuali forme chimiche presenti,<br />

tende a decrescere ancora più rapidamente.<br />

Una tipologia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori biologici, per certi versi più<br />

accessibile, è rappresentata dall’analisi dei capelli e<br />

<strong>del</strong>le unghie che possono venir considerati come biomarcatori<br />

a me<strong>di</strong>o e lungo termine. Al riguardo si fa<br />

presente che la velocità <strong>di</strong> crescita <strong>del</strong> capello è stimata<br />

pari a 1 cm/mese per cui dalla sua analisi si possono ottenere<br />

informazioni su un periodo me<strong>di</strong>o lungo <strong>di</strong> esposizione<br />

o limitandosi ai segmenti più recenti (vicini alla<br />

cute) si può arrivare a definire una sorta <strong>di</strong> calendario<br />

<strong>del</strong>l’esposizione più recente (Karagas, 1996 e 2000).<br />

Tuttavia la preparazione dei campioni, come in prece-

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