Dolomiti Bellunesi patrimonio Unesco - Dolomiti Turismo
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DOLOMITI BELLUNESI<br />
Uniche al Mondo<br />
Estate sulle <strong>Dolomiti</strong><br />
tra sport, emozioni,<br />
natura e relax<br />
mensile · anno 1 n.3 · luglio 2010
SOMMARIO<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
10<br />
12<br />
13<br />
14<br />
15<br />
∙ NATURA SOVRANA<br />
∙ SENTIERI D'ARTE E NATURA<br />
∙ LA REGINA DELLO SPORT<br />
∙ TRA PELMO E ANTELAO<br />
∙ SUL TETTO DELLE DOLOMITI<br />
∙ CIVETTA DAI MILLE COLORI<br />
∙ NEL CUORE DELLE DOLOMITI<br />
∙ MONTAGNE VICINE<br />
∙ SPECCHIO D'ESTATE<br />
∙ ALTE VIE<br />
<strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong>, Uniche al Mondo<br />
Edizioni Noema<br />
mensile - anno 1 n.3 - luglio 2010<br />
Redazione:<br />
Via Olmo, 41 - 37141 Verona<br />
T 045/8841176 - F 045/8841127<br />
Via XX Settembre, 98/E - 00187 Roma<br />
T 06/62289685 - F 06/48901140<br />
È un prodotto Noema<br />
Direttore Responsabile: Salvo Ingargiola<br />
Coordinamento di Redazione: Alessandro Zampini<br />
Hanno scritto: Rocco Bellantone, Carlotta di Colloredo,<br />
Zeno Delaini (Responsabile di Redazione),<br />
Marta Fresolone, Salvo Ingargiola, Cristiano Tinazzi,<br />
Luciano Tirinnanzi, Matteo Trombacco,<br />
Alessandro Zampini<br />
Progetto Grafico: Noema<br />
Impaginazione: Pier Paolo Spinazzè<br />
Stampa: Graphicart Srl<br />
Via delle Tecnologie 220 - Bovolone (Verona)<br />
Iconografia: archivio Camera di C.I.A.A. di Belluno<br />
La Strada dei Formaggi e dei Sapori delle <strong>Dolomiti</strong><br />
<strong>Bellunesi</strong>;archivio <strong>Dolomiti</strong> <strong>Turismo</strong>, archivio Il<br />
Cammino delle <strong>Dolomiti</strong>, D.G. Bandion, M. De<br />
Biasio, M. Dell’Agnola, C. Ferlito, R. Ghedina, R.T.<br />
Luciani, Studio Effe8, F. Tremolada<br />
<strong>Dolomiti</strong> Patrimonio Naturale<br />
dell’Umanità UNESCO<br />
Il 26 Giugno 2009 le <strong>Dolomiti</strong> sono state inserite<br />
dall’UNESCO nella lista dei beni <strong>patrimonio</strong><br />
dell’Umanità. Un riconoscimento<br />
straordinario che premia e tutela le caratteristiche<br />
inimitabili di un territorio unico<br />
al mondo. Nella provincia di Belluno si<br />
trovano in percentuale il maggior numero<br />
di vette dolomitiche dichiarate Patrimonio<br />
Naturale dell’Umanità UNESCO, con cime<br />
leggendarie quali: Marmolada, Tofane, Antelao,<br />
Pelmo, Civetta, Pale di San Lucano,<br />
Schiara e Tre Cime di Lavaredo.<br />
IN ATTESA DI REGISTRAZIONE PRESSO IL<br />
TRIBUNALE DI VERONA.<br />
Un ringraziamento particolare a Luigi Guglielmi,<br />
Giacomo Mazzorana e Gianpaolo Sasso per la<br />
preziosa collaborazione nella stesura dei testi relativi<br />
al Cammino delle <strong>Dolomiti</strong> e alla Strada dei Formaggi<br />
e dei Sapori delle <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong>.
Il Cammino delle <strong>Dolomiti</strong><br />
La Strada dei Formaggi e dei Sapori<br />
delle <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong><br />
Formaggio Piave DOP, Montasio DOP,<br />
Cansiglio Bio, Morlacco del Grappa, Bastardo<br />
del Grappa, Frontin, Lentiai, Comelico,<br />
Gresal, Focobon, Agner, Binatega,<br />
Renaz, Contrin, Fodom, Cherz, <strong>Dolomiti</strong><br />
e, naturalmente, l’ottimo Schiz bellunese.<br />
Sono questi alcuni dei protagonisti<br />
de La Strada dei Formaggi e dei Sapori<br />
delle <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong>. Un percorso<br />
indimenticabile tra gusto, natura e cultura<br />
che accompagna il visitatore nel cuore<br />
della provincia di Belluno. Un viaggio tra<br />
montagne, pascoli, baite, piccoli caseifici,<br />
vacche da latte, stalle, fienili, contadine<br />
e contadini, lungo il quale è possibile visitare<br />
e conoscere i luoghi e i personaggi<br />
che, da centinaia d'anni, celebrano i riti e<br />
le tradizioni legate alla produzione del formaggio.<br />
Nata per volontà della Camera di<br />
Commercio e della Provincia di Belluno,<br />
con il sostegno della Regione del Veneto<br />
e il finanziamento dell’Unione Europea,<br />
La Strada dei Formaggi e dei Sapori delle<br />
<strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong> rappresenta, infatti,<br />
un’autentica “macchina del gusto”, capace<br />
di mettere in risalto la cultura dell’ospitalità<br />
e il livello della ristorazione dell’area,<br />
valorizzando, nello stesso tempo, l’offerta<br />
agro-alimentare di qualità e la tradizione<br />
presente sul territorio. Degustando i formaggi,<br />
e gli altri prodotti tipici della zona,<br />
come i fagioli di Lamon IGP, il miele delle<br />
<strong>Dolomiti</strong>, l’Agnello dell’Alpago, il Pastin<br />
(tipico della sola provincia di Belluno), la<br />
Patata di Cesiomaggiore, la Noce e il “Morone”<br />
feltrino, la Mela prussiana, la Zucca<br />
e i vini dei Vigneti delle <strong>Dolomiti</strong> IGT, i<br />
fortunati visitatori potranno letteralmente<br />
“assaggiare” un pezzo delle <strong>Dolomiti</strong>, riscoprendo<br />
così l’identità più autentica di<br />
un territorio unico e provando esperienze<br />
magiche e irripetibili.<br />
C’è un modo unico e affascinante per scoprire<br />
i segreti e le meraviglie nascoste della<br />
provincia di Belluno. È il Cammino delle<br />
<strong>Dolomiti</strong>, un percorso straordinario che si<br />
snoda tra i luoghi più belli e suggestivi delle<br />
<strong>Dolomiti</strong>. Percorrendo i suoi sentieri, le<br />
sue silenziose strade bianche e i numerosi<br />
collegamenti d’alta quota, i viaggiatori potranno,<br />
così, conoscere un territorio impareggiabile,<br />
ricco di antichi tesori naturalistici,<br />
storici, artistici e spirituali. Lungo i 500<br />
chilometri del percorso, suddiviso in trenta<br />
tappe, è possibile, infatti, visitare villaggi<br />
che hanno conservato intatta la loro antica<br />
fisionomia, parlare e confrontarsi con la<br />
gente del luogo, ammirare le testimonianze<br />
secolari lasciate dalla fede, dall’arte e dalla<br />
religione; il tutto al cospetto di panorami<br />
straordinari. Dal santuario dei santi Vittore<br />
e Corona alle valli di cultura ladina, dal Parco<br />
Nazionale <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong> ai resti del<br />
Castello di Andraz, passando per il lago di<br />
Misurina e le sorgenti del Piave, il Cammino<br />
delle <strong>Dolomiti</strong> offre, quindi, la possibilità di<br />
ammirare da vicino i molteplici aspetti del<br />
territorio bellunese. La semplicità dei suoi<br />
percorsi rende il Cammino accessibile a tutti,<br />
sia ai gruppi che alle famiglie, che, passeggiando<br />
tra i fruscii del bosco e il dolce<br />
rumore dei ruscelli, avranno un’occasione<br />
unica per ritrovarsi. Ascoltando il ritmo del<br />
proprio cuore e di quello della natura, e riscoprendo<br />
ciò che è davvero fondamentale<br />
per la nostra vita.<br />
3
NATURA<br />
SOVRANA<br />
Comelico e Sappada<br />
Dal fiume Piave<br />
alla Val Visdende<br />
Sono l’ospitalità della popolazione e gli scenari<br />
straordinari che la avvolgono le caratteristiche<br />
principali dell’area di Comelico<br />
e Sappada. Tra queste terre scorre il fiume<br />
Piave, che nasce proprio in Val Sesis, a 1.830<br />
metri di altitudine, e attraversa Sappada per<br />
circa sei chilometri. Le sorgenti del “fiume<br />
Sacro alla Patria” sono una magnifica area<br />
naturalistica, nella quale si conservano ancora<br />
le fortificazioni e le trincee teatro delle<br />
sanguinose battaglie della Prima Guerra<br />
Mondiale. Il percorso è una salita contrassegnata<br />
da ripidi tornanti, boschi, prati e<br />
suggestive cascate. Un itinerario lungo il<br />
quale i visitatori possono fermarsi in baite<br />
e rifugi, tanto che, addirittura uno di questi<br />
sorge proprio dove sgorga la polla sorgiva<br />
del Piave. Angoli di natura incontaminata<br />
di grande interesse per gli escursionisti sia<br />
per la ricchezza di fauna e flora alpine, sia<br />
per le innumerevoli possibilità di passeggiate<br />
ed escursioni che da lì si possono intraprendere.<br />
Da Sappada, e da ogni paese<br />
della Val Comelico, partono innumerevoli<br />
passeggiate che, costeggiando torrenti e ruscelli,<br />
si addentrano nei magnifici boschi di<br />
abeti. Come il “paradiso” della Val Visdende,<br />
dal latino “vallis videnda” ovvero “valle<br />
che merita di essere vista”, oasi incontaminata<br />
con seimila ettari di foreste di conifere.<br />
Proprio qui, in questi luoghi incantevoli, si<br />
organizzano escursioni guidate a piedi, in<br />
mountain bike o a cavallo, quest’ultime particolarmente<br />
amate dai giovanissimi. Lungo<br />
la “Strada delle malghe”, invece, un percorso<br />
in quota all’insegna della tradizione<br />
conduce i visitatori alla scoperta dei pascoli<br />
e della mungitura. Senza dimenticare l’incontaminata<br />
oasi naturalistica delle torbiere<br />
di Danta di Cadore. Dove la natura regna<br />
su tutto.<br />
I “Latteria”<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
Il percorso attraversa prati e boschi del<br />
"verde Comelico". Dal passo di Sant'Antonio,<br />
con panorama sulle Marmarole, si<br />
arriva alla conca di Padola e, attraverso il<br />
"troi di mistieri", a Dosoledo, con l'Altare<br />
dell'Addolorata di Andrea Brustolon della<br />
parrocchiale. Dopo la Valle Visdende, autentico<br />
spettacolo della natura, e il Monte<br />
Peralba, dove nasce il fiume Piave, si arriva<br />
a Sappada, splendido comune, dalle caratteristiche<br />
case e chiesette in legno.<br />
La trasformazione lattierocasearia<br />
costituisce un ottimo<br />
biglietto da visita per<br />
Comelico e Sappada. A<br />
Sappada l’attenzione<br />
si ferma sul locale<br />
formaggio, carico di<br />
profumi e fraganze<br />
che aiutano a immaginare<br />
il fieno e<br />
i fiori della vallata. A<br />
Comelico, specialmente<br />
nella zona di Padola,<br />
garantisce piacere al palato<br />
il dolce sapore di un formaggio<br />
di grande tradizione e<br />
che, nella denominazione, identifica<br />
l’area: il formaggio Comelico.<br />
4
SENTIERI D'ARTE E NATURA<br />
Cadore, Auronzo e Misurina<br />
Dalle Tre Cime di Lavaredo<br />
alla casa natale di Tiziano<br />
Il Cadore è terra del grande pittore rinascimentale<br />
Tiziano, delle Tre Cime di Lavaredo,<br />
dell’aria pura e salutare delle <strong>Dolomiti</strong> e<br />
del placido e curativo lago di Misurina. Qui,<br />
anche nella stagione estiva, si può attraversare<br />
l’intera valle in totale relax, praticando<br />
piacevoli passeggiate, avventurose escursioni<br />
o pedalate nel verde. Per le famiglie, la pista<br />
ciclabile di Auronzo è il percorso ideale per<br />
godere, senza troppi sforzi, di uno splendido<br />
panorama. I più esperti troveranno irresistibile<br />
la Traversata del Centro Cadore, che va<br />
da Auronzo a Caralte di Perarolo di Cadore<br />
e si sviluppa attraverso percorsi tematici ad<br />
anello. I temerari in cerca di emozioni forti<br />
apprezzeranno la discesa di Fun Bob per<br />
attraversare le piste del Monte Agudo: tre<br />
chilometri in quindici minuti di puro divertimento<br />
a bordo di un veloce slittino.<br />
Certo, le Tre Cime di Lavaredo restano la<br />
meta imprescindibile di una vacanza sulle<br />
<strong>Dolomiti</strong>: raggiungibili sia a piedi che in<br />
auto, lungo la strada a pedaggio che parte<br />
da Misurina, costituiscono il gruppo dolomitico<br />
più famoso al mondo sin dal lontano<br />
1869, anno della loro conquista da parte<br />
dell’alpinista austriaco Paul Grohmann<br />
e delle Guide Alpine Franz Innerkofler e<br />
Paul Salcher. Agli appassionati delle due<br />
ruote è dedicata poi la Ciclabile delle <strong>Dolomiti</strong>:<br />
un itinerario che segue il tracciato<br />
dell’antica ferrovia che da Calalzo conduce<br />
direttamente a Cortina. Tra natura e percorsi<br />
si nasconde anche una vera e propria<br />
oasi di benessere e di cultura, conosciuta fin<br />
dall’antichità: l’area presso le fonti termali<br />
di Lagole, associate dagli antichi a una divinità<br />
“sanante”, identificata con Apollo, un<br />
sito archeologico con reperti risalenti al periodo<br />
paleoveneto (2500 a.C.) e romano.<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
Tiziano Vecellio vi accoglie a Pieve, nella<br />
sua casa natale, e con un suo ritratto nella<br />
arcipretale. Vigo, definita l'Atene del Cadore,<br />
è ancora all'insegna di un'arte che,<br />
nel Medioevo, ha realizzato le chiesette di<br />
Santa Margherita di Salagona, della Difesa<br />
e di Sant'Orsola. Auronzo e Misurina sono<br />
dominate, invece, dalla bellezza di una natura<br />
che, nel lago e nelle Tre Cime di Lavaredo,<br />
affascina i turisti di tutto il mondo.<br />
In Cadore tra speck e formaggi… molto particolari<br />
Quando si nomina il Cadore è pressoché<br />
automatico associarlo a un prodotto<br />
agro-alimentare di alto lignaggio come lo<br />
speck. Ammannito sui classici taglierini<br />
di legno concorre a disegnare ottimi antipasti<br />
oppure, in alternativa, rende onore<br />
a sostanziose prime colazioni d’impronta<br />
continentale. Ma su La Strada dei Formaggi<br />
in quest’area si respira molta particolarità:<br />
si provino i formaggi delle capre<br />
dell’Antelao oppure il formaggio da<br />
piastra fatto a Misurina con artigianale e<br />
innocente perizia direttamente in malga<br />
con vista sul lago…<br />
5
LA REGINA<br />
DELLO SPORT<br />
Cortina<br />
Alla scoperta<br />
delle meraviglie<br />
della Conca<br />
Ampezzana<br />
Rape rosse e miele tra le<br />
specialità ampezzane<br />
Quasi per un sortilegio della natura, la<br />
regina delle <strong>Dolomiti</strong> è ricca di sapori e<br />
prodotti della terra. Citarli tutti in poche<br />
righe è impossibile. Il bosco propone<br />
ottimi funghi e squisiti mirtilli.<br />
La terra le notissime patate.<br />
Ma un paio di prodotti<br />
attirano molta attenzione:<br />
a partire dalle rape<br />
rosse, che costituiscono<br />
un ingrediente<br />
imprescindibile per<br />
il ripieno dei classici<br />
casunziei all’ampezzana,<br />
magari serviti<br />
con una spolveratina<br />
di ricotta affumicata,<br />
e poi i mieli, da quello<br />
ai millefiori a quello di<br />
rododendro, ottimi per garantire<br />
vigore nelle escursioni<br />
sui monti della conca di Cortina.<br />
Quando la neve si scioglie e sci e snowboard<br />
sono appesi al chiodo, Cortina, la<br />
regina delle <strong>Dolomiti</strong>, sboccia in tutta la<br />
sua bellezza estiva. Le piste diventano verdi<br />
pascoli, i boschi un fresco rifugio dalla<br />
calura, le cime, scolpite dal tempo, il<br />
luogo ideale per toccare il cielo con un<br />
dito. In questa stagione il mezzo ideale<br />
per esplorare la valle d’Ampezzo è sicuramente<br />
la mountain bike. Proprio per questo,<br />
ispirato al concetto dello Ski Resort<br />
invernale, è nato il “Cortina Bike Resort”,<br />
un progetto che unisce tutti i migliori percorsi<br />
del territorio e tutte le strutture e i<br />
servizi per la bicicletta: dal pass per utilizzare<br />
impianti di risalita e autobus (il Bike<br />
and Trekking pass e il Bike n’Bus), i Bike<br />
Hotel , punti di ristoro con menù dedicati,<br />
con tutti gli strumenti per la manutenzione<br />
delle bici e un riparo, il Bike Hub, il<br />
punto di partenza di tutti i sentieri, individuato<br />
al centro del paese e, ovviamente,<br />
quattro noleggi a tariffario unico.<br />
Per esplorare la valle in tutta<br />
sicurezza, oltre alle tradizionali<br />
cartine, sono<br />
a disposizione degli<br />
appassionati road<br />
book e tracce gps<br />
scaricabili da internet,<br />
oltre che ad<br />
esperti istruttori<br />
e accompagnatori<br />
qualificati. Insomma,<br />
c'è tutto quello<br />
che serve per<br />
affrontare i circa cinquecento<br />
chilometri<br />
percorribili in mountain<br />
bike, dalle piste più semplici,<br />
adatte a tutta la famiglia, ai<br />
percorsi per i più allenati. Novità a parte,<br />
Cortina offre sempre il meglio per tutti gli<br />
sport di montagna, a partire dalle passeggiate,<br />
con trecento chilometri di percorsi.<br />
Tra i più suggestivi vi è il “sentiero Montanelli”<br />
da Pié Tofana, le cascate di Fanes, e<br />
le ferrate, da affrontare in compagnia delle<br />
guide alpine. Per non parlare delle attività<br />
più avventurose, come il torrentismo e il<br />
parco avventura.<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
Dici Cortina d'Ampezzo e dici tutto. Le <strong>Dolomiti</strong><br />
più famose, i panorami da poster, il<br />
fascino di una delle località turistiche più<br />
rinomate delle Alpi e del mondo. Ma anche<br />
la storia legata ai combattimenti della<br />
Grande Guerra, l'identità etnica e linguistica<br />
gelosamente custodita dai ladini, le preziose<br />
testimonianze di architettura e arte.<br />
Il Cammino delle <strong>Dolomiti</strong> incontra tutto<br />
questo ricco <strong>patrimonio</strong>, ma lo avvicina<br />
con rispetto, alla ricerca dell'autenticità.<br />
6
TRA PELMO E ANTELAO<br />
Valboite e Alto Cadore<br />
Lungo la<br />
ciclabile<br />
delle <strong>Dolomiti</strong><br />
con tutta la<br />
famiglia<br />
Ammirare laghi incantati, visitare malghe,<br />
fare escursioni a piedi e gite in bici. Il tutto in<br />
una meravigliosa cornice naturalistica. Sono<br />
le zone della Valboite e dell’Alto Cadore, che<br />
offrono una permanenza piacevole e salutare,<br />
all’insegna dello sport e del movimento.<br />
Prima su tutti, la Ciclabile delle <strong>Dolomiti</strong>, un<br />
percorso di 37 chilometri che collega Calalzo<br />
di Cadore e Cortina d’Ampezzo, percorrendo<br />
il tracciato della vecchia linea ferroviaria,<br />
a scartamento ridotto, dismessa nel 1964. La<br />
Ciclabile delle <strong>Dolomiti</strong> permette di conoscere<br />
le peculiarità dei paesi della valle, le chiese,<br />
i laboratori artigiani e le vecchie stazioni ferroviarie<br />
dislocate lungo tutto il tragitto. Tra<br />
queste, l’ex stazione di San Vito è molto suggestiva:<br />
oggi adibita a museo, presenta due<br />
aree dedicate alla storia del trenino azzurro<br />
e bianco delle <strong>Dolomiti</strong> con l’esposizione di<br />
materiali tecnici originali e la documentazione<br />
di servizio. La bellezza del paesaggio e i<br />
panorami tra i monti Pelmo e Antelao, fino<br />
alla regale maestosità del Sorapiss, regalano<br />
molte possibilità di divertimento.<br />
Un servizio di trasporto persone e biciclette<br />
con un autobus dotato di carrello in<br />
grado di portare oltre trenta bici agevola<br />
l’attività. Ma non sono solo le corse in bici<br />
a rendere piacevole queste montagne. San<br />
Vito, ad esempio, come Borca, Vodo e Cibiana<br />
- i paesi principali della Valle del Boite<br />
-, si presentano come piacevoli stazioni turistiche,<br />
tra bellezze naturalistiche e chiese<br />
tardogotiche, ricche di magnifici affreschi.<br />
Particolarmente affascinanti i resti della Muraglia<br />
di Giau (sulla strada da Pocol a Passo<br />
Giau): un imponente muro, realizzato nel<br />
Settecento, imposto agli abitanti di San Vito<br />
dai commissari della Repubblica di Venezia,<br />
e dell’Impero Asburgico, per porre fine alle<br />
controversie di confine. Meritano un’escursione<br />
il sito paleontologico del Pelmetto,<br />
ove è possibile ammirare le famose “orme<br />
di dinosauro”, impresse presumibilmente<br />
oltre 230 milioni d'anni fa, e il sito archeologico<br />
di Mondeval, tra il massiccio del Pelmo<br />
e i Lastoi de Formìn, dove fu rinvenuta una<br />
sepoltura risalente a 7.000 anni fa.<br />
Il cavolo cappuccio di Vinigo<br />
Oltre ai frutti di bosco e ai formaggi di<br />
malga c’è una stupenda specialità agroalimentare<br />
in questo scorcio di Cadore.<br />
Il paesello di Vinigo, frazione di Vodo di<br />
Cadore, è noto per il suo pregiato cavolo<br />
cappuccio, ortaggio di generose dimensioni,<br />
coltivato con dovizia proprio nella<br />
borgata e capace di regalare sensazioni e<br />
un gusto del tutto singolari direttamente<br />
proporzionali alla specificità e alla qualità<br />
di questa varietà unica e prelibata.<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
La digressione H del Cammino delle <strong>Dolomiti</strong><br />
vi porta a scoprire l'aperta e soleggiata<br />
Valle del Boite. Siamo in alto Cadore,<br />
tra due colossi dolomitici come il Pelmo e<br />
l'Antelao, che dominano tutto il percorso,<br />
coincidente in buona parte con la Ciclabile<br />
delle <strong>Dolomiti</strong>. I paesi hanno storia antica,<br />
evidente nei luoghi di culto. Ascoltate il<br />
dialetto ladino: notate ciasa per casa, cian<br />
per cane, e i plurali femminili formati con<br />
la s finale.<br />
7
SUL TETTO DELLE DOLOMITI<br />
Arabba e la Marmolada<br />
Nella terra dei Fodom<br />
formaggi e zuppa d’orzo<br />
Lungo La Strada dei Formaggi e dei Sapori<br />
delle <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong>, una tappa<br />
fondamentale è quella rappresentata dai<br />
formaggi dell’area di Arabba e Livinallongo<br />
prodotti a Renaz. Fra questi, ad<br />
esempio, c’è il Fodom, di media<br />
stagionatura, capace di sintetizzare<br />
gli aromi presenti<br />
nelle pasture dei pascoli<br />
circostanti.<br />
L’area ladina è, però,<br />
nota in cucina anche<br />
per un'altra prelibatezza<br />
tipica: l’orzo.<br />
Quello bellunese si<br />
presta naturalmente<br />
per zuppe e minestre<br />
di genuina fattura, dal<br />
sapore delicato e dalla<br />
facile digeribilità.<br />
Dal Col di Lana<br />
alla Marmolada<br />
camminare<br />
tra storia e<br />
natura<br />
Sentieri, vie ferrate, eventi ciclistici… Incorniciata<br />
dalle cime del Gruppo Sella e<br />
della Marmolada, quest’area della provincia<br />
di Belluno offre, tra panorami incontaminati<br />
e mozzafiato, una naturale palestra<br />
a cielo aperto. Centro della valle di Livinallongo,<br />
e rinomato centro turistico per<br />
quel che riguarda lo sport estivo, Arabba<br />
sorge ai piedi del Gruppo del Sella. Tanti<br />
sono i sentieri che si dipanano tra i boschi,<br />
immersi in una natura rigogliosa: tra i più<br />
affascinanti vi è, senza dubbio, quello del<br />
Col di Lana, capace di unire storia, natura<br />
e panorami mozzafiato sulle <strong>Dolomiti</strong>. Ed<br />
ancora lo spettacolare Viel del Pan, conosciuto<br />
anche con il nome di Bindelweg o<br />
Bindelsteig, in onore dell'alpinista tedesco<br />
Karl Bindel, che rese il sentiero nuovamente<br />
agibile all'inizio del secolo scorso.<br />
Agli amanti del trekking il territorio di<br />
Arabba offre una vasta rete di percorsi che<br />
si sviluppano lungo tutta la valle ed arrivano<br />
fino ai 3.152 metri del Piz Boè, senza dimenticare<br />
la Via Ferrata delle Trincee e le<br />
8
vie di arrampicata nella Falesia del Castello<br />
di Andraz. Ricca l’offerta di eventi per le<br />
due ruote: il Giro del Sella, la Gran Fondo<br />
<strong>Dolomiti</strong> Stars, la Cronoscalata del Passo<br />
Pordoi, il Sellaronda Bike Day e la Maratona<br />
dles Dolomites. A pochi chilometri<br />
da Arabba, all’interno del Comune di Livinallongo<br />
del Col di Lana, merita di essere<br />
visitato il Sacrario militare di Pian di Salesei,<br />
un imponente mausoleo costruito nel<br />
1938 e dedicato ai caduti della Prima Guerra<br />
Mondiale. La zona della Val Pettorina e<br />
l’imponente ghiacciaio della Marmolada,<br />
raggiungibile con una veloce funivia, sono<br />
alcune delle mete più ambite per chi cerchi<br />
il contatto diretto con la montagna più autentica.<br />
Agli appassionati di arrampicata la<br />
zona offre una vasta scelta di itinerari, dalla<br />
ferrata del Sass de Rocia alla famose vie<br />
della parete sud della Marmolada per veri<br />
e propri esperti. Interessante anche l’itinerario<br />
escursionistico che attraversa la Val<br />
Ombretta, con vista sulla parete sud-ovest<br />
della Regina delle <strong>Dolomiti</strong>; ed, ancora, i<br />
percorsi Col da Daut – Col Toront, ricchi<br />
di testimonianze della Grande Guerra. Di<br />
grande bellezza e interesse naturalistico<br />
sono i Serrai di Sottoguda, una stretta<br />
gola da percorrere a piedi o con il trenino<br />
turistico, oggi Riserva Naturale. Lungo<br />
il percorso, di circa due chilometri, che il<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
La tappa 12 del Cammino delle <strong>Dolomiti</strong><br />
propone uno spettacolare balcone sulla<br />
Marmolada, il più grande ghiacciaio delle<br />
Alpi orientali. Si sale da Pieve di Livinallongo,<br />
sulle pendici del Col di Lana, per<br />
proseguire verso l'austero Castello di Andraz.<br />
Costruito prima del Mille in cima a<br />
una enorme rupe, le sue pietre si confondono<br />
con la roccia. Sede dei forni delle<br />
miniere del Fursìl, diede origine a leggende<br />
(forse la favola di Biancaneve) e fu dimora<br />
di Nicolò Cusano.<br />
30 luglio prossimo ospiterà la Quarta Edizione<br />
Notturna Serrai di Sottoguda, è infatti<br />
possibile ammirare gli sbalzi d’acqua<br />
che scendono dalle pareti a picco prima<br />
di gettarsi nel Torrente Pettorina: lungo il<br />
sentiero, anche la grotta della Madonna, il<br />
crocifisso e la Chiesetta di Sant’Antonio.<br />
9
CIVETTA DAI MILLE COLORI<br />
Alleghe e Val di Zoldo<br />
Dalla quiete<br />
del lago di<br />
Alleghe ai<br />
percorsi da<br />
brivido per bikers<br />
Il Monte Civetta, uno dei massicci più incantevoli<br />
delle <strong>Dolomiti</strong>, è conosciuto in tutto<br />
il mondo per la sua parete nord-ovest: una<br />
grande muraglia che si tinge, al tramonto,<br />
di varie tonalità di rosso, arancione e giallo,<br />
con uno spettacolo di colori capace di<br />
emozionare chiunque e meta ambita degli<br />
alpinisti di tutto il mondo. L’area del Civetta<br />
comprende le località di Selva di Cadore,<br />
Colle Santa Lucia, Zoldo e Alleghe, dove si<br />
estende l’omonimo lago. Sulle acque del<br />
lago di Alleghe è possibile praticare canoa,<br />
kajak, oppure rilassarsi a bordo della classica<br />
barca a remi o di un più moderno pedalò.<br />
In ogni caso, la parola d’ordine è relax.<br />
Per gli appassionati di mountain bike e bici<br />
da corsa, molte le alternative: dagli itinerari<br />
da percorrere nella pace più assoluta, circondati<br />
da scorci di natura incontaminata,<br />
ai percorsi più faticosi e impegnativi, adatti<br />
a chi desideri scoprire l’anima più selvaggia<br />
delle <strong>Dolomiti</strong>. L’area è ideale soprattutto<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
Dopo il Santuario di Santa Maria delle Grazie,<br />
sulla cui facciata l'artista agordino Augusto<br />
Murer ha cantato la vita e la morte,<br />
si incontra Alleghe, dominata dal maestoso<br />
Civetta che si specchia nel lago. Una variante<br />
del Cammino porta nella Val di Zoldo dove<br />
natura e arte fanno a gara con il Pelmo, la<br />
Moiazza e gli straordinari capolavori che gli<br />
artisti del legno Andrea Brustolon e i Besarel<br />
hanno lasciato in tante chiese della Vallata.<br />
10
per i bikers, con proposte a loro interamente<br />
dedicate: pass giornalieri, comprendenti<br />
il trasporto della bicicletta, scuola di<br />
mountain bike, noleggio e riparazione biciclette,<br />
uscite programmate in compagnia<br />
di esperti istruttori mtb. Per gli appassionati<br />
di trekking l’offerta è ampia: dal giro<br />
completo del massiccio del Civetta all’itinerario,<br />
con partenza dal Passo Staulanza,<br />
che permette di ammirare, in tutta la sua<br />
bellezza, il solitario massiccio del Pelmo.<br />
Per chi voglia scoprire in modo divertente<br />
la Valle di Zoldo, invece, in programma c’è<br />
l’Anello Zoldano, un giro in sei tappe alla<br />
scoperta dei gruppi montuosi principali<br />
della Valle: Mezzodì, Pramper, San Sebastiano-Tamer,<br />
Moiazza, Civetta, Pelmo e Bosconero.<br />
I tempi di percorrenza giornalieri<br />
vanno dalle quattro alle sette ore e mezza.<br />
Il periodo migliore, per compiere il tour,<br />
va da metà giugno a fine agosto e coincide<br />
con l’apertura dei rifugi, dove i visitatori<br />
possono pernottare. Un’esperienza in grado<br />
di regalare giornate ricche di emozioni<br />
e nel segno del brivido: ne è un esempio la<br />
tappa che dal rifugio Sora al Sass Angelini<br />
porta nella Val Prampèr.<br />
L’itinerario segue un sentiero pressoché<br />
pianeggiante che conduce all’estremi<br />
tà meridionale dell’altipiano; da qui si<br />
scende in un profondo canalone,<br />
con salti rocciosi attrezzati con<br />
funi metalliche e, quindi,<br />
attraverso i ghiaioni, si<br />
raggiunge, in poco<br />
meno di un’ora, il<br />
fondovalle in corrispondenza<br />
del<br />
Pian de la Fopa<br />
(1.210 metri). Il<br />
divertimento è<br />
assicurato per tutti,<br />
anche per i più<br />
piccoli. Basti pensare<br />
alla Settimana<br />
Verde del bambino,<br />
con attività di animazione<br />
durante ogni giorno<br />
della settimana, in luglio<br />
ed agosto, per intrattenere bambini<br />
e famiglie. Ancora una volta, le <strong>Dolomiti</strong><br />
a portata di tutti.<br />
Nello zoldano l’eccellenza<br />
del pastin<br />
Il pastin bellunese, impasto salato di<br />
carne suina e bovina arricchito<br />
da aromi e spezie, si avvale<br />
di ricette dalle molteplici<br />
varianti a seconda delle<br />
pratiche invalse in<br />
ogni singola valle o,<br />
addirittura, in ciascun<br />
villaggio.<br />
Si cuoce in padella<br />
o alla griglia.<br />
Crudo è amato dai<br />
grandi intenditori.<br />
Quello zoldano è<br />
ritenuto proverbiale,<br />
complice l’immemorabile<br />
tradizione che lo<br />
contraddistingue. Ha successo<br />
indiscusso, così come i<br />
formaggi delle malghe che punteggiano<br />
i verdi pascoli fra il Monte Pelmo e il<br />
Monte Civetta.<br />
11
NEL CUORE<br />
DELLE DOLOMITI<br />
Valle del Biois e Conca Agordina<br />
Cultura, sport,<br />
tradizione e fede.<br />
La vacanza<br />
completa<br />
Il Focobon e il Malga:<br />
top dei formaggi agordini<br />
L’Agordino, e in particolare la Valle del<br />
Biois, costituisce la patria delle latterie.<br />
In quel di Canale d’Agordo don<br />
Antonio Della Lucia fondò la<br />
prima latteria turnaria nel<br />
1872. Un caposaldo fondamentale<br />
nella nutrita<br />
platea di formaggi<br />
è proprio il Focobon,<br />
gradevolissimo, dal<br />
sapore a tutto tondo,<br />
che, come denominazione,<br />
identifica<br />
le omonime celebri<br />
cime. Ma qui spopola<br />
anche l’Agordino di<br />
malga frutto dei pascoli<br />
di alta montagna fra i quali<br />
si distinguono anche quelli generosi<br />
nella zona del Valles.<br />
Valle del Biois e Conca Agordina rappresentano<br />
due tra le aree più caratteristiche<br />
delle <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong>; terre in cui la<br />
cultura, l’arte e le tradizioni si sposano<br />
perfettamente con la bellezza della natura<br />
circostante. La Valle del Biois è conosciuta<br />
anche come la “Valle con i Santi alle finestre”<br />
per i caratteristici affreschi votivi che<br />
adornano le facciate delle case. Un percorso<br />
di arte e vita che si snoda attraverso le<br />
località di Cencenighe, Vallada Agordina,<br />
Canale d’Agordo e Falcade. Quest’ultima,<br />
la località turistica più rinomata della valle,<br />
è anche sede di un’originale rievocazione<br />
dell’antica usanza di salutare le mandrie al<br />
loro rientro a valle dopo il pascolo estivo<br />
in quota: “Se desmonteghea”. Mucche, vitellini<br />
e pastori fanno il loro ingresso nel<br />
centro di Falcade, agghindati con<br />
corone di fiori e con il campanaccio<br />
al collo; li accoglie<br />
una festa di balli e<br />
canti folcloristici. La<br />
Conca Agordina è<br />
contornata ed amorevolmente<br />
protetta<br />
dalle “sue” vette<br />
<strong>Unesco</strong>: i monti<br />
Tàmer e Agner,<br />
le splendide Pale<br />
di San Lucano ed<br />
il gruppo della Moiazza.<br />
Tutto ruota attorno<br />
alla cittadina di<br />
Agordo, famoso centro<br />
d’alpinismo internazionale.<br />
Qui non può mancare una visita<br />
al centro minerario di Valle Imperina, area<br />
dall’altissimo valore storico, architettonico<br />
e sociale in cui è possibile rivivere cinque secoli<br />
di storia della zona strettamente legata<br />
all’estrazione dei minerali, con gli impianti<br />
di frantumazione, macinazione e lavaggio<br />
del minerale, le gallerie, la centrale idroelettrica,<br />
gli antichi forni per la fusione e la<br />
raffinazione del rame. Ma la Valle del Biois<br />
e la Conca Agordina non sono solo cultura<br />
e tradizione: ci si può, infatti, rigenerare<br />
facendo lunghe e rilassanti camminate nei<br />
boschi, o in sella ad una mountain bike. E,<br />
ancora, arrampicate, escursioni, passeggiate<br />
a cavallo e tanto divertimento anche per<br />
i più piccoli - l’area è ideale per le famiglie<br />
-, con parchi gioco, aree pic-nic e pesca<br />
sportiva. Canale d’Agordo è, inoltre, paese<br />
natale di Papa Luciani, un angolo di spiritualità,<br />
fede e bellezza.<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
La Valle del Biois conserva la memoria di<br />
Papa Luciani a Canale d'Agordo e, nella<br />
chiesa di San Simon di Vallada, uno dei cicli<br />
pittorici più belli di Paris Bordon. La Valle<br />
di San Lucano offre affascinanti ricordi di<br />
romitaggi anche spirituali. Agordo, invece,<br />
si presenta come una città elegante, col suo<br />
brolo, il palazzo Crotta e l'ottocentesca Arcipretale,<br />
nella quale hanno operato insieme<br />
l'architetto feltrino Giuseppe Segusini,<br />
il pittore Giovanni De Min e lo scultore Valentino<br />
Panciera Besarel.<br />
12
MONTAGNE VICINE<br />
Il Feltrino e la Valbelluna<br />
Dal Parco Nazionale <strong>Dolomiti</strong><br />
<strong>Bellunesi</strong> alle città d'arte<br />
Tra monti e vallate, a piedi, in bici o a cavallo,<br />
persi tra i colori e i profumi del Veneto.<br />
Questo è il Feltrino e la Valbelluna, territori<br />
impreziositi dalla presenza del Parco Nazionale<br />
<strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong> e parte di un paesaggio<br />
di straordinaria importanza paesaggistica<br />
e naturalistica. Un paradiso nel quale non è<br />
difficile trovare specie rare ed un’eccezionale<br />
varietà di ambienti, da scoprire lungo i sentieri<br />
della Grande Guerra, tra borghi antichi<br />
e paesaggi mozzafiato. Difficile dimenticare<br />
luoghi di tale bellezza. Oltre a salutari camminate,<br />
per gli appassionati delle due ruote<br />
vi sono innumerevoli scelte, una delle quali<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
Il Cammino delle <strong>Dolomiti</strong> parte dal santuario<br />
dei santi Vittore e Corona, fondato<br />
intorno al Mille, e vi fa ritorno dopo un percorso<br />
ad anello lungo cinquecento chilometri.<br />
Nell'ultima parte (tappe 28, 29 e 30) il<br />
viandante scende dal Nevegàl vedendo ai<br />
suoi piedi tutta la Valbelluna e il Feltrino.<br />
Volgendo lo sguardo a nord, ha davanti le<br />
cime dolomitiche più famose. Belluno e Feltre,<br />
centri di origine preromana, meritano<br />
una visita approfondita alla scoperta delle<br />
importanti testimonianze di storia e d'arte.<br />
è la pedemontana. Gli appassionati di ciclismo<br />
non potranno fare a meno di sostare a<br />
Cesiomaggiore, al museo storico della bicicletta<br />
“Toni Bevilacqua”, ciclista su strada e<br />
pistard italiano. Per chi ami cavalcare non c'è<br />
che l'imbarazzo della scelta. Innumerevoli<br />
sono, infatti, i sentieri che si sviluppano lungo<br />
tutta la dorsale prealpina, come l’anello<br />
naturalistico sul Monte Grappa, il “Sentiero<br />
natura dei Fojaroi” e gli itinerari nel Parco<br />
Nazionale <strong>Dolomiti</strong> <strong>Bellunesi</strong>. Chi, invece,<br />
preferisce il cielo alla terra può provare<br />
l'ebbrezza del volo in deltaplano<br />
o in parapendio sul monte<br />
Avena, mentre, per gli<br />
amanti dell'acqua e degli<br />
sport acquatici, c'è<br />
il lago del Corlo, al<br />
confine con Valsugana<br />
e Monte Grappa.<br />
La Valbelluna è<br />
un territorio ideale<br />
per belle passeggiate<br />
ed escursioni. “Il<br />
profilo selvaggio delle<br />
montagne incombenti<br />
accresce il senso<br />
di solitudine, di leggenda,<br />
di vita patriarcale, di<br />
antichità, di mistero”, scrive<br />
Dino Buzzati di questi splendidi<br />
luoghi. E allo scrittore e ai suoi sentieri la<br />
provincia di Belluno ha dedicato una serie<br />
d’iniziative. Percorsi per vivere la valle e i<br />
luoghi raccontati dal grande romanziere. Di<br />
notevole interesse le Alte Vie n. 1-2-3 e 8 e<br />
le palestre di roccia, da Soverzene a Soccher<br />
fino alla Val Bruna.<br />
Nel Feltrino e in Valbelluna<br />
il Piave DOP e Re fagiolo<br />
Tra i monti e le colline del Feltrino e della<br />
Valbelluna alligna un autentico giacimento<br />
di sapori tradizionali che danno corpo a un<br />
variegato inventario di opportunità. L’elenco<br />
è piuttosto nutrito ed è aperto con<br />
deciso passo dai due prodotti<br />
che segnalano meglio di altri<br />
i livelli di qualità della Strada<br />
dei Formaggi e dei<br />
Sapori. Il Piave DOP,<br />
formaggio che ha in<br />
Busche la sua patria e<br />
viene proposto in varie<br />
stagionature, da<br />
poco appunta, sulla<br />
forma, il prestigioso<br />
riconoscimento europeo.<br />
Troneggia anche<br />
il fagiolo di Lamon e<br />
della vallata bellunese IGP,<br />
noto per la buccia finissima,<br />
interprete di prelibati minestroni<br />
e ineguagliabili insalate.<br />
13
SPECCHIO<br />
D’ESTATE<br />
Alpago<br />
Tra l’azzurro<br />
del lago di Santa<br />
Croce e il verde<br />
del bosco del<br />
Cansiglio<br />
L’Alpago trionfa con<br />
l’agnello e il Cansiglio bio<br />
Sui pascoli erbosi del Cansiglio e delle colline<br />
alpagote, l’ottima cucina dei ristoranti<br />
locali si avvale di un binomio di grande<br />
effetto che lega la gastronomia all’allevamento.<br />
Piatto delicato è quello a base della<br />
tenerissima carne di agnello dell’Alpago,<br />
allevato per larga parte dell’anno allo stato<br />
brado o semi-brado. L’altra voce possente<br />
del territorio che anima la “Strada” è quella<br />
dei formaggi del Cansiglio: quello biologico<br />
è un’autorità del settore ed è fatto con<br />
latte da mucche cresciute per sei mesi ad<br />
erba fresca dell’altopiano.<br />
Lungo "Il Cammino"<br />
Lasciato Longarone, dove la diga trova<br />
un'eco nella moderna chiesa del Michelucci<br />
e Fortogna, dove riposano le più di 2000<br />
vittime del Vajont, si incontra, seguendo il<br />
Piave, Ponte nelle Alpi, con la trecentesca<br />
chiesetta di Santa Caterina dove facevano<br />
sosta gli zattieri.<br />
Ed eccoci in Alpago, col suo splendido<br />
lago, le montagne e la maestosa foresta del<br />
Cansiglio, e poco più in là il Nevegàl, con i<br />
boschi e il Santuario che sembra proteggere,<br />
con il suo caratteristico manto, la vicina<br />
città di Belluno.<br />
Sono migliaia gli sportivi che ogni anno<br />
scelgono di trascorrere le proprie vacanze<br />
estive in Alpago. Questo perché il territorio<br />
che comprende i comuni di Chies, Farra,<br />
Pieve, Puos e Tambre, vanta un’offerta turistica<br />
davvero invidiabile. Gli escursionisti<br />
e gli amanti della natura potranno avventurarsi<br />
tra le splendide foreste di faggi e abeti<br />
del Cansiglio, o sui percorsi delle Alte Vie,<br />
ammirando i fenomeni carsici e la presenza<br />
di doline e di circhi di origine glaciale che<br />
caratterizzano quest’area. Chi pratica sport<br />
acquatici troverà nel lago di Santa Croce<br />
l’ambiente ideale. Una distesa verde-azzurra<br />
di oltre 750 ettari, famosa in tutta Europa<br />
per la presenza costante di vento, ove è<br />
possibile praticare vela, wind-surf, kite-surf.<br />
La presenza nel lago di moltissimi pesci,<br />
tra i quali il persico e il Coregone, rende<br />
l’Alpago meta turistica ideale anche per gli<br />
appassionati di pesca sportiva. Da non perdere,<br />
per chi è in cerca di emozioni forti,<br />
l’esperienza del volo in alta quota: a bordo<br />
di un parapendio o di un deltaplano, i più<br />
temerari potranno provare il brivido di ammirare<br />
dall’alto il panorama straordinario<br />
della conca, tra lago, cielo e montagne. Divertimento<br />
assicurato anche per chi gioca a<br />
golf: nel cuore della foresta del Cansiglio,<br />
a 1.000 metri di altitudine, si trova un campo<br />
di 18 buche considerato uno tra i più<br />
belli esistenti in Europa. Numerosi, infine,<br />
i percorsi e le proposte per chi preferisca<br />
pedalare in mountain bike e per chi ami le<br />
escursioni a cavallo.<br />
Nevegàl<br />
Conosciuta come “La terrazza sulle <strong>Dolomiti</strong>”<br />
per lo straordinario colpo d’occhio<br />
che offre nelle giornate limpide, l’Alpe<br />
del Nevegàl è la meta ideale di chi sogna<br />
una vacanza all’insegna dello sport e della<br />
natura. Gli oltre 100 chilometri di percorsi,<br />
percorribili sia a piedi che in mountain<br />
bike, rendono, infatti, il Nevegàl un vero<br />
paradiso per gli amanti delle escursioni.<br />
Tra i luoghi da visitare si segnala la Riserva<br />
integrale di Monte Faverghera, al cui interno<br />
si trova il Giardino Botanico delle Alpi<br />
Orientali, e il Rifugio 5° Artiglieria Alpina,<br />
situato sulla sommità del Nevegàl a quota<br />
1.764 metri, ultimo rifugio dell’Alta Via<br />
numero 1 e tappa del lungo tragitto che<br />
da Monaco di Baviera porta a Venezia.<br />
14
ALTE VIE<br />
Camminare a due passi dal cielo<br />
Otto percorsi in quota per scoprire la montagna più autentica<br />
Il silenzio, spezzato solo dallo stormire delle<br />
foglie mosse dal vento, regna sovrano.<br />
A dominare su tutto è la natura, un tempio<br />
in cui “i profumi, i suoni e i colori si<br />
rispondono”, cantando “i rapimenti dello<br />
spirito e dei sensi”. Qui, solo in mezzo alla<br />
maestosità delle alte vette, dei ripidi crinali,<br />
delle profonde valli sta, l’uomo, godendo<br />
dell’empatia con l’universo. Siamo sulle<br />
<strong>Dolomiti</strong>, lungo le Alte Vie, un insieme di<br />
otto itinerari che, snodandosi tra le cime<br />
più suggestive, consente di vivere appieno<br />
questo “Patrimonio” montuoso.<br />
Zaino in spalla, quindi, scarponi, una<br />
mappa, tanto entusiasmo ma anche prudenza:<br />
sono questi gli ingredienti principali<br />
per vivere una fantastica avventura<br />
lungo le Alte Vie delle <strong>Dolomiti</strong>, sui sentieri<br />
mappati dal Club Alpino Italiano. Si<br />
parte dall’Alta Via numero 1, la Classica,<br />
che dal lago di Braies, con un itinerario<br />
di dodici giorni, arriva a Belluno, attraversando<br />
le Tofane, il Pelmo, il Civetta e<br />
l’Antelao. L’Alta Via numero 3, dei Camosci,<br />
invece, parte da Villabassa-Niederdorf,<br />
oltrepassa il Monte Cristallo e il<br />
Sorapiss, e si conclude a Longarone, nei<br />
pressi della diga del Vajont. Ecco, poi,<br />
l’Alta Via numero 4, di Grohmann, che<br />
va da San Candido a Pieve di Cadore, la<br />
numero 5, di Tiziano, che unisce Sesto<br />
Pusteria a Pieve di Cadore, paese natale<br />
del grande pittore, attraverso Croda dei<br />
Toni, Marmarole ed Antelao. La numero<br />
7 di Patera, attraversa le Prealpi <strong>Bellunesi</strong><br />
e dell'Alpago, mentre la numero 8 unisce<br />
Feltre con Bassano snodandosi lungo i<br />
crinali del Monte Grappa.<br />
Discorso a parte meritano, poi, l’Alta Via<br />
numero 2, delle Leggende, da Bressanone<br />
a Feltre, e la numero 6, dei Silenzi,<br />
dell'area di Comelico-Sappada a Vittorio<br />
Veneto: questi due itinerari, infatti, rientrano<br />
nei Sentieri Europei, percorsi transnazionali<br />
che proseguono in territorio<br />
austriaco. L’ultima nata è l’Alta Via dei<br />
<strong>Bellunesi</strong>, un affascinante itinerario che<br />
si snoda attorno al gruppo della Schiara,<br />
addentrandosi nel Parco Nazionale <strong>Dolomiti</strong><br />
<strong>Bellunesi</strong>. Lungo tutte le Alte Vie,<br />
oltre ad affascinanti digressioni storico-naturalistiche,<br />
una ricca offerta di rifugi, bivacchi<br />
e punti di ristoro che arricchiscono<br />
questo maestoso “Museo diffuso”. Le Alte<br />
Vie, inoltre, al di là di alcuni brevi quanto<br />
affascinanti percorsi alpinistici attrezzati,<br />
possono essere affrontate da chi possiede<br />
preparazione ed esperienze di base e,<br />
naturalmente, il desiderio di conoscere la<br />
montagna. Perché, come dice il famoso alpinista<br />
Walter Bonatti, “da quassù, il mondo<br />
degli uomini altro non sembra che follia,<br />
grigiore racchiuso dentro se stesso”.<br />
15