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<strong>ilnuovo</strong><br />
cina, che non resta a livello di semplice racconto, ma si<br />
concretizza nella realizzazione di ricette vere e proprie!<br />
(Tuttavia, per ragioni di sicurezza non viene mai utilizzato<br />
il fuoco per cucinare). Naturalmente questo Laboratorio<br />
è riservato ai bambini tra i 6 e i 10 anni, mentre per i<br />
più piccolini (3 - 5 anni) funziona la ludoteca e i più grandicelli<br />
(11 - 13 anni) sono impegnati nel Laboratorio teatrale<br />
al quale partecipano anche bambini stranieri.<br />
Tutti gli operatori sono concordi nel dire che tra i bambini<br />
non c’è ombra di razzismo, a parte qualche presa<br />
E non si guastano col crescere<br />
Dopo la visita al CERP di Ponte Storto ci era rimasta la<br />
curiosità di vedere che succede di questi ragazzi im<br />
migrati una volta superato lo scoglio della terza<br />
media. Ci siamo così rivolti alla Prof.ssa Anna Maria Coccia,<br />
docente di latino presso il Liceo G. Piazzi di Morlupo, dove<br />
confluisce gran parte degli studenti provenienti da Riano, Ca<br />
stelnuovo, Morlupo, Rignano.<br />
La Prof.ssa Coccia che i suoi alunni definiscono come persona<br />
che “ha una profonda conoscenza della materia, molto abile<br />
nel suo lavoro, in alcune aule insegna anche italiano, storia,<br />
geografia e letteratura (…) non troppo severa, per niente for<br />
male, molto chiara e disponibile” (vedi il sito<br />
http://my.giovani.it) ci dice che la percentuale degli studenti<br />
migranti si aggira attorno al 10% della popolazione scolastica.<br />
La maggioranza di essi ha già frequentato le elementari e le<br />
medie in Italia, mentre una minoranza arriva da noi in età ado<br />
lescenziale e si iscrive subito alle scuole corrispondenti. In que<br />
sti casi, inizialmente c’è il problema della lingua, giacché questi<br />
ragazzi, quando arrivano non conoscono l’italiano. “A proposito<br />
di questo aspetto racconta la Prof. la scuola avvia una col<br />
laborazione con associazioni accreditate e specializzate in me<br />
diazione culturale e/o si cercano ragazzi di medesima<br />
Le foto di queste pagine ritraggono alcuni momenti della Festa di fine anno, avoltasi al<br />
Cerp, il 31 maggio scorso. Si ringrazia Primo Sommaro per il servizio fotografico<br />
provenienza bi/lingue che ci fanno da interpreti; talvolta la<br />
lingua veicolare iniziale è l’inglese”. Ciò, naturalmente, è le<br />
gato alla disponibilità di fondi, problema sempre più acuto di<br />
questi tempi.<br />
“La principale caratteristica di questi studenti è sottolinea la<br />
Prof. ssa Coccia la tenacia, caratteristica che essa attribuisce<br />
principalmente alle alte attese dei loro genitori. Essi infatti aspi<br />
rano a una vita migliore per sé e per i loro figli, magari nei Paesi<br />
di origine, e la preparazione scolastica rappresenta certamente<br />
un elemento basilare.”<br />
Difficoltà di inserimento non se ne notano, né tra i ragazzi né<br />
tra i genitori: sebbene nelle scuole superiori la partecipazione<br />
di questi ultimi sia inferiore rispetto ai precedenti gradi, sono<br />
di tutta evidenza forme di sostegno tra le famiglie “senza alcun<br />
distinguo”. L’integrazione inizia proprio nei banchi di scuola; se<br />
mai un ostacolo ci fosse, non è nella volontà dei ragazzi e delle<br />
famiglie di collaborare, bensì sottolinea molto opportuna<br />
mente la Prof. nella attuale crisi economica che rischia di<br />
acuire le differenze e di espropriare tutti, ma proprio tutti,<br />
del futuro a cui i giovani hanno diritto.<br />
(L. P.)<br />
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