Lotte sociali, sindacato e identità a Pesaro nel dopoguerra di ...
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La democrazia <strong>di</strong>fficile. <strong>Lotte</strong> <strong>sociali</strong>, sindacaro e identità a <strong>Pesaro</strong> <strong>nel</strong> podoguerra_____________________________ 25<br />
<strong>Pesaro</strong>. Un'analisi dei dati ufficiali pubblicati <strong>nel</strong>le perio<strong>di</strong>che relazioni dell'Ufficio<br />
provinciale del lavoro porta tuttavia a stimare il numero complessivo dei <strong>di</strong>soccupati<br />
della provincia intorno alle 12-13.000 unità, con punte ancora superiori nei perio<strong>di</strong><br />
invernali. Una valutazione da sottoscrivere con la prudenza del caso ma che costituisce<br />
un dato <strong>di</strong> partenza da non sottovalutare, soprattutto se si considera l'alta percentuale <strong>di</strong><br />
popolazione attiva legata stabilmente all'agricoltura attraverso il rapporto colonico.<br />
La tentazione <strong>di</strong> iscrivere il problema alla sfera dell'or<strong>di</strong>ne pubblico, secondo una<br />
decennale attitu<strong>di</strong>ne delle istituzioni centrali e periferiche dello Stato italiano, È un<br />
sintomo inequivocabile <strong>di</strong> continuità rispetto ai regimi precedenti. Continuità che non va<br />
però necessariamente sempre letta - almeno per quel che concerne la provincia<br />
marchigiana - <strong>nel</strong> segno <strong>di</strong> una irriducibile miopia dei ceti <strong>di</strong>rigenti e dell'incapacità a<br />
far fronte al fenomeno per altre vie che non quelle repressive. L'agitazione dello spettro<br />
del tumulto popolare, del <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne collettivo, del rischio <strong>di</strong> rottura degli argini della<br />
<strong>di</strong>sciplina sociale, funge infatti (anche per il <strong>sindacato</strong> e le amministrazioni socialcomuniste)<br />
da strumento <strong>di</strong> pressione per invocare, <strong>di</strong> fronte alle autorità superiori,<br />
risorse finanziarie atte, perlomeno, a tamponare gli effetti congiunturali della carenza <strong>di</strong><br />
lavoro.<br />
L'ampiezza dei problemi È d'altra parte sproporzionata rispetto alle concrete<br />
potenzialità <strong>di</strong> intervento delle amministrazioni pubbliche e delle organizzazioni <strong>sociali</strong>.<br />
Alla profonda incertezza legata alle esili prospettive occupazionali, si aggiungono lo<br />
squilibrio fra gli scarni bilanci familiari e il costo della vita, la carenza <strong>di</strong> beni <strong>di</strong><br />
primissima necessità (derrate alimentari, indumenti, legna), la precaria situazione<br />
abitativa e igienica.<br />
La metafora dell'impotenza <strong>di</strong> fronte ai drammi della quoti<strong>di</strong>anità e del<br />
conseguente rischio <strong>di</strong> tracimazione dell'insofferenza e della protesta sociale, oltre i<br />
limiti della fisiologica possibilità e necessità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione, È esemplificata<br />
magistralmente in questa relazione dell'Ufficio provinciale del lavoro, datata agosto<br />
1945:<br />
"La situazione [economica della provincia] <strong>di</strong>viene sempre più grave ed<br />
insostenibile. Si ha l'impressione <strong>di</strong> qualcosa che cerca <strong>di</strong> contenersi in uno spazio<br />
angusto ma che anzichÈ <strong>di</strong>minuire, aumenta <strong>di</strong> volume. La massa operaia vive alla<br />
giornata; lieta <strong>di</strong> averne trascorsa una con l'in<strong>di</strong>spensabile pasto ma pregna d'incubo per