Richard Wagner Rheingold - il portale di "rodoni.ch"
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22<br />
LUCA ZOPPELLI<br />
so dalla medesima tonalità: la frattura importante è quella che ha luogo alla fine della<br />
scena prima, col furto dell’anello, con la per<strong>di</strong>ta dell’innocenza del mondo. Quanto<br />
tempo passa, poi, tra la fine del <strong>Rheingold</strong> e l’inizio della Walküre? Secondo alcuni –<br />
stante la <strong>di</strong>fferenza dei piani drammatici, con <strong>di</strong>scesa al mondo degli uomini – uno spaziotempo<br />
lunghissimo, incommensurab<strong>il</strong>e. Eppure, alla fine del <strong>Rheingold</strong> Wotan lascia<br />
chiaramente capire che, per salvare gli dei dalla minaccia dell’anello, intende ritrovare<br />
Erda (con cui concepirà le valchirie); e, inoltre, generare l’eroe inconsapevole al quale<br />
lascerà la spada (<strong>il</strong> cui motivo risuona enfaticamente, più volte, prima dell’ingresso nella<br />
rocca). Il Wotan del <strong>Rheingold</strong> è personaggio attivo e impulsivo; fac<strong>il</strong>e immaginare<br />
che metta a compimento <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno non appena calato <strong>il</strong> sipario; <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e credere che fra<br />
un dramma e l’altro ci vogliano molti più anni dello stretto necessario perché una nuova<br />
generazione, quella <strong>di</strong> Siegmund e Sieglinde, nasca e giunga a maturità. (Analogamente,<br />
fra Die Walküre e Siegfried bisogna immaginare l’intervallo <strong>di</strong> tempo necessario<br />
perché l’embrione appena concepito dai gemelli velsunghi <strong>di</strong>venti un giovanotto<br />
inquieto ed entusiasta: sempre una generazione, insomma). In materia drammaturgica,<br />
<strong>Wagner</strong> palesava insospettab<strong>il</strong>i tendenze classicistiche: pur criticando (sulla scia <strong>di</strong> Lessing<br />
e Schlegel) la dottrina delle unità della trage<strong>di</strong>a classica francese, proclamava almeno,<br />
e praticava, la necessità <strong>di</strong> una coerenza, unità e compattezza nella logica dell’azione,<br />
che spesso si approssimava a una vera unità <strong>di</strong> tempo. Ciò avviene quasi<br />
sempre all’interno <strong>di</strong> un atto, spesso nell’arco <strong>di</strong> un’opera: qui, in qualche modo, alla<br />
scala del ciclo intero. Naturalmente, determinare una cronologia esatta della Tetralogia<br />
sarebbe ozioso quanto impossib<strong>il</strong>e: non è ozioso, però, sottolineare che una volta<br />
messa in moto la storia, questa procede con ritmo incalzante, con tempi molto più<br />
‘umani’ che mitici.<br />
IV<br />
Claude Lévi-Strauss, instancab<strong>il</strong>e esploratore ed esegeta creativo dell’universo mitico,<br />
ebbe a definire <strong>Wagner</strong> (nell’Ouverture delle Mythologiques, non a caso una ‘tetralogia’)<br />
«<strong>il</strong> padre irrecusab<strong>il</strong>e dell’analisi strutturale dei miti». Si basava sul fatto che certe<br />
ricorrenze motiviche, mettendo in rapporto fasi dell’azione <strong>di</strong>stanti e apparentemente<br />
irrelate, potrebbero in<strong>di</strong>care una comunanza <strong>di</strong> funzione strutturale fra momenti<br />
<strong>di</strong>versi, e a prima vista <strong>di</strong>somogenei, delle catene narrative. In realtà, l’esempio scelto<br />
per <strong>il</strong>lustrare la tesi (certe ricorrenze problematiche del motivo della Rinuncia all’amore)<br />
non è convincente: l’hanno ben mostrato, in tempi <strong>di</strong>versi, Carl Dahlhaus et Jean-<br />
Jacques Nattiez. Tuttavia, che <strong>Wagner</strong> usi <strong>il</strong> gioco dei motivi per creare dei legami fra<br />
elementi apparentemente <strong>di</strong>versi – per mostrare, effettivamente, i parallelismi <strong>di</strong> funzione<br />
– è incontestab<strong>il</strong>e: un esempio straor<strong>di</strong>nario si trova nell’interlu<strong>di</strong>o orchestrale<br />
che collega le prime due scene del <strong>Rheingold</strong>, mentre l’impianto scenico, da cupo fondo<br />
del fiume, si trasforma nel paesaggio alpino su cui troneggia la rocca degli dei. Alberich<br />
è scomparso con l’oro rubato: <strong>il</strong> motivo dell’anello risuona in orchestra, poi si<br />
ripete più volte con impercettib<strong>il</strong>i trasformazioni nella struttura intervallare e nel colo-