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Chianti e Schianti: tutto molto “Classic”

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Diluvia per tutta la settimana ma la domenica<br />

a Nerviano splende un sole bellissimo<br />

Solo mezza Randonnée<br />

Domenica 3 Marzo. Si sono presentati ben quattro bullettai alla<br />

partenza della tradizionale classicissima randonnée di Nerviano:<br />

Luca, Loredana, Claudio e Marco. Percorso pianeggiante di 200<br />

chilometri, o, in alternativa un corto di 100, che si snodavano tra<br />

la provincia di Milano, Novara e Vercelli, nel Parco del Ticino.Il<br />

diluvio della vigilia e il freddo della mattina portavano consiglio,<br />

e i più optavano per il corto, anche se le nubi piano piano lasciavano<br />

posto ad un bellissimo sole. Anche i nostri sceglievano<br />

il corto, anche per non rischiare facilissimi errori di percorso, con<br />

la frecciatura stradale scolorita dalla pioggia. Media prossima ai<br />

30, purtroppo scesa un po’ a causa di un sottopasso della ferrovia<br />

allagato da mezzo metro d’acqua, che ha costretto chi non sapeva<br />

nuotare a scollettare attraverso i binari. Il paesaggio nella pianura è<br />

quello che è… ma se lo sguardo girava a nord si vedeva vicinissima<br />

la linea delle Alpi, dal Monte Rosa al Cervino. Che roba, ragazzi!!<br />

Tutto sommato una bellissima domenica diversa dal solito.<br />

Lo scavalcamento della ferrovia a causa del sottopasso allagato dalla pioggia<br />

dei giorni precedenti la gara.<br />

Poi ripartenza per la seconda parte che ci riporta a Chiusdino. Si<br />

sale su per Montalbuccio, dove Claudio e Franco si danno battaglia<br />

all’ultimo sangue, quindi Volte Basse e Sovicille, dove ci aspetta un<br />

sontuoso ristoro, quindi Ancaiano, Pievescola, La Speranza e da lì su<br />

per Radicondoli, e se non è salita è pettata! Il passaggio da Belforte<br />

forse potevano anche risparmiarcelo, ma è un bel paese e una visitina<br />

comunque la merita. Poi l’ultima parte, ancora in salita, smoccolando<br />

tra Montalcinello e Chiusdino, dove ritroviamo il Rosadi<br />

dove l’avevamo lasciano al mattino, in mezzo alla piazza e con il<br />

megafono in mano. Bella costanza!<br />

Insomma, una bella giornata di ciclismo, su strade che percorriamo<br />

di rado, con pochissimo traffico e panorami mozzafiato. Sicuramente<br />

chi c’era si è divertito un sacco.<br />

Domenica 9 Marzo. Dopo Nerviano (100 km facili facili) qui il gioco<br />

inizia a farsi duro: Gran Tour della Val di Merse, si parte da Chiusdino,<br />

brevetto randonnée di 200 km e due percorsi cicloturistici da<br />

102 o 60 km. Dislivello di circa 3000 per la prima, oltre 1600 per<br />

il percorso medio.Tante biciclette alla partenza, parecchi da fuori<br />

regione, venuti anche per vedere la gara delle Strade Bianche del<br />

giorno prima. Sotto l’arco della partenza spiccano moltissime magliette<br />

azzurre: Milko, Valentino, Duccio, il Magi, Vincenzo, Loredana,<br />

Claudio, Franco, Marco, Simone, Mentore, Luciano (forse anche<br />

altri…) divisi tra i percorsi medio e lungo, mentre Fabio e Luca<br />

decidono per un personalissimo percorso “Cip & Ciop”. Sono le otto<br />

e il Rosadi è già un’ora che bercia nel megafono che mancano dieci<br />

minuti alla partenza, ma oggi nessuno ha fretta. Siamo a Chiusdino,<br />

quindi si parte per forza in discesa, velocissimi, fino a Pian di Feccia,<br />

e poi su per Frosini per la prima delle tante asperità della giornata.<br />

Buffo siparietto su per i tornanti, dove un gruppo di ciclisti è fermo<br />

per una foratura. Uno di loro ci viene incontro chiedendo dov’è la<br />

macchina del cambio ruota. Non riusciamo a trattenere una risata:<br />

questi qui di randonnée ne devono aver fatte poche!… A Rosia Loredana<br />

e Claudio, attardati di qualche centinaio di metri riescono a<br />

sbagliare strada e tirano dritto verso Siena, li rivediamo solo in Piazza<br />

del Campo. Ma prima c’è Santa Caterina! Memori dell’arrivo dei<br />

prof. del giorno prima ci testiamo le gambe nell’erta di Fontebranda,<br />

risultato: prendiamo atto che Michal Kwiatkowski e Peter Sagan vanno<br />

più forte di noi….

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