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Modello Organizzativo Parte Generale - Self

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SELF G1 SRL<br />

MODELLO ORGANIZZATIVO<br />

PARTE GENERALE<br />

• nel caso di reati colposi, come tali incompatibili con l’intenzionalità fraudolenta, risulti<br />

comunque violato, nonostante la puntuale osservanza degli obblighi di vigilanza da parte<br />

dell’apposito Organismo<br />

2.5.7 Definizione dei protocolli e del modello<br />

I protocolli, contengono la disciplina che il soggetto avente la responsabilità operativa ha contribuito<br />

ad individuare come la più idonea a governare il profilo di rischio individuato: di fatto sono un<br />

insieme di regole originato da una dettagliata analisi di ogni singola attività e del sistema di<br />

prevenzione del rischio.<br />

I protocolli sono ispirati alla regola di rendere documentate e verificabili le varie fasi del processo<br />

decisionale, onde sia possibile risalire alla motivazione che ha guidato la decisione.<br />

Originati dall'attività di valutazione del sistema di controllo interno, i protocolli con riferimento alle<br />

aree a rischio reato e/o strumentali citate intendono fornire le regole di comportamento e le<br />

modalità operative e di controllo alle quali SELF G1 SRL deve adeguarsi con riferimento<br />

all'espletamento delle attività a rischio e/o strumentali.<br />

Pertanto, i citati protocolli consentono di raggiungere i seguenti obiettivi:<br />

• segregazione funzionale delle attività operative e di controllo;<br />

• tracciabilità delle operazioni a rischio e dei controlli posti in essere per impedire la<br />

commissione dei reati;<br />

• ripartizione ed attribuzione dei poteri autorizzativi e decisionali e delle responsabilità di<br />

ciascuna struttura, basate su principi di trasparenza, chiarezza e verificabilità delle<br />

operazioni.<br />

I protocolli si completano e si integrano con le regole previste dal Codice Etico che rappresentano,<br />

proprio per esser state opportunamente strutturate sulla base delle esigenze espresse dal Decreto,<br />

uno strumento fondamentale per esprimere quei principi di deontologia aziendale che la società<br />

riconosce come propri e sui quali fonda una sana, trasparente e corretta gestione delle attività di<br />

tutti i dipendenti.<br />

Secondo le indicazioni appena fornite, qui di seguito sono elencate, con distinto riferimento ai reati<br />

dolosi e colposi previsti dal Decreto quelle che generalmente vengono ritenute le componenti (i<br />

protocolli) di un sistema di controllo preventivo, che dovranno essere attuate a livello aziendale per<br />

garantire l’efficacia del modello.<br />

2.6 Componenti del <strong>Modello</strong> per Reati Dolosi<br />

Le componenti del <strong>Modello</strong> per i Reati Dolosi sono:<br />

Codice etico (o di comportamento) con riferimento ai reati considerati.<br />

L’adozione di principi etici in relazione ai comportamenti che possono integrare le fattispecie di<br />

reato previste dal Decreto costituisce la base su cui impiantare il sistema di controllo preventivo.<br />

Tali principi possono essere inseriti in codici etici di carattere più generale, laddove esistenti o<br />

invece essere oggetto di autonoma previsione.<br />

Sistema organizzativo<br />

Deve essere sufficientemente formalizzato e chiaro, soprattutto per quanto attiene all’attribuzione<br />

di responsabilità, alle linee di dipendenza gerarchica ed alla descrizione dei compiti, con specifica<br />

M.ORG PG REV00 MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL D. LGS. 231 DEL 8 GIUGNO 2001 PAGINA 26 DI 47

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