esplorazione e ricerca scientifica ai poli - Anno Polare Internazionale
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Fioretti, Salvi e Mazzoli 2008 Gli Anni Polari Internazionali<br />
1933, per concludersi il 31 settembre 1933. In tutto parteciparono 44 nazioni, tra cui<br />
l’Italia. Oltre agli studi nelle materie già individuate da Weyprecht, stavolta le ricerche<br />
poterono espandersi alla “terza dimensione”, l’altezza, grazie agli aereoplani e <strong>ai</strong> palloni<br />
sonda, capaci di raggiungere la troposfera estrema e studiare pure la jonosfera<br />
trasmettendo a terra, via radio, i dati raccolti. Un altro elemento che fece fare al secondo<br />
<strong>Anno</strong> <strong>Polare</strong> un notevole salto di qualità fu la radio. Questa permetteva a gran parte delle<br />
stazioni di tenersi in contatto con gli istituti della madrepatria, così da trasmettere i dati<br />
raccolti in tempo reale, ricevere istruzioni, concordare e pianificare nuove osservazioni in<br />
base a eventi geofisici inaspettati, e così via.<br />
LA PARTECIPAZIONE ITALIANA<br />
Il secondo <strong>Anno</strong> <strong>Polare</strong> <strong>Internazionale</strong> prevedeva stazioni di misura anche in zone non<br />
polari. L’Italia partecipò ufficialmente all’<strong>Anno</strong> <strong>Polare</strong> pur senza organizzare spedizioni<br />
scientifiche <strong>ai</strong> Poli. In quegli anni Umberto Nobile, al comando del dirigibile Italia (da lui<br />
stesso progettato), era riuscito a sorvolare il Polo Nord. L’esito sfortunato dell’impresa del<br />
1928 e la morte di numerosi uomini, tra qui alcuni tra quelli che erano accorsi in <strong>ai</strong>uto degli<br />
sventurati (incluso Amundsen) innescò vivaci polemiche.<br />
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Il Dirigibile Italia.<br />
Foto Archivio PolarNet.