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IL PUNTO<br />
DELLA SITUAZIONE<br />
di Mattia Pertoldi<br />
Il futuro è adesso<br />
La gioventù al potere è uno slogan che negli anni è stato usato, e abusato, ad ogni<br />
livello, in ogni ambiente. Ci si riempie la bocca con i giovani in politica, nell’industria<br />
e, da tempo, anche nel mondo del calcio. Poi, però, quando arriva il momento di<br />
tramutare in fatti un concetto astratto spesso ce ne si dimentica o, nel migliore dei casi,<br />
si punta ad un compromesso nel più classico dello stile italiano. Ma a Udine, nel club<br />
bianconero, la linea verde è un assioma che vale, eccome se vale, da tanto tanto tempo.<br />
xE la sublimazione maggiore, certamente anche in virtù di squalifiche e infortuni ma che<br />
altro non hanno fatto che implementare un trend costante in casa friulana, si è avuta due<br />
sabati or sono a Catania.<br />
Eh sì, perché al “Massimino” si è vista in campo una squadra che, nel panorama della<br />
Serie A e probabilmente dei maggiori campionati europei, non ha paragoni quanto a età<br />
media e giovinezza della rosa a disposizione. Perché se togliamo i tre “vecchietti” Brkic,<br />
Danilo e Benatia, infatti, Angella è sceso in campo con nemmeno 24 anni sulle spalle,<br />
ma la vera “under bianconera” è andata in scena dalla mediana in più. Un nugolo di<br />
ragazzini del 1991 – Faraoni, Allan, Pereyra e Gabriel Silva – con Badu, nato nell’anno<br />
delle “Notti magiche” italiane, e il ventunenne Merkel a completare un reparto a supporto<br />
di baby Muriel, già a segno in sei occasioni in questo campionato. E il risultato finale<br />
dell’ex “Cibali” non deve trarre in inganno perché la linea verde di mister Guidolin ha dato<br />
davvero del filo da torcere agli etnei, ha avuto - specialmente nella prima frazione - un<br />
paio di chance importanti per bucare Andujar, ma poi ha pagato dazio alla gioventù.<br />
Normale, anzi, normalissimo che in un campionato come quello di Serie A TIM la linea<br />
verde possa commettere qualche errore. Ci sta ed è un peso che si sopporta volentieri<br />
sull’altare dello sviluppo immediato e prossimo di questa squadra.<br />
Già, perché quello che si crea oggi si sviluppa domani, senza dimenticare, però, che<br />
da qui a fine stagione mancano ancora nove giornate e questa Udinese, così come il<br />
suo condottiero in panchina, vuole giocarsi le proprie chance sino in fondo. Per quale<br />
obiettivo? Per cercare di chiudere la stagione il più in alto possibile, per restare nella parte<br />
sinistra della graduatoria – per il terzo anno di fila un risultato che per Udine sarebbe,<br />
tecnicamente, “tanta roba” – e provare a rimanere agganciati al treno europeo. Non sarà<br />
facile, per nulla, già a partire da oggi pomeriggio contro il Bologna, una delle formazioni<br />
più in forma del panorama, ma Di Natale e compagni ci vogliono provare. L’ideale sarebbe<br />
mettere in saccoccia sei punti contro felsinei e Chievo Verona, sfruttando al meglio i due<br />
turni casalinghi prima della trasferta di Parma, e gettarsi a capofitto nell’ultimo mese di<br />
stagione regolare. Perché il futuro è adesso. E in tempo di primavera, di solito, almeno<br />
a queste latitudini, ci si getta a capofitto nella semina perché è il periodo migliore per<br />
sperare di raccogliere il prodotto finito, con profitto, in autunno.<br />
Direttore responsabile: Mattia Pertoldi<br />
Impaginazione e stampa: Tipografia Menini<br />
Foto di: Photo-life, Foto AIC e Foto Calcio Catania<br />
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<strong>udinese</strong>magazine | pag 3