il partito - Studium

maggioranza) si contrappone il princìpio consensuale (fondato sulla pratica
dell’accordo e del compromesso). Emergono così due modelli istituzionali,
internamente coerenti, le cui DIMENSIONI EMPIRICAMENTE RILEVANTI (ognuna
caratterizzata da cinque diverse variabili) sono due: la dimensione PARTITI -
GOVERNI e la dimensione FEDERALE - UNITARIA. Per ognuna di queste variabili
sono individuabili degli indici numerici: ad esempio, per quanto riguarda il sistema
partitico, l’indice di concentrazione dei seggi parlamentari tra i partiti; per quanto
riguarda il sistema elettorale, l’indice di distorsione fra la percentuale dei voti e la
percentuale dei seggi ottenuta da ciascun partito; e così via.
MODELLO
MAGGIORITARIO
MODELLO
CONSENSUALE
appare più adatto a paesi con società relativamente
omogenee e con partiti politicamente non troppo
distanti e in competizione tra loro per la conquista del
centro dell’elettorato.
Si adatta a società plurali (divise da fratture a carattere
ideologico, linguistico, culturale, etnico o razziale) dove
manca la flessibilità necessaria perché una democrazia
maggioritaria possa funzionare e dove quindi prevale
un’ampia diffusione e condivisione del potere.