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Torrente Assa - RiskNat

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Scheda 6<br />

1. Il bacino del <strong>Torrente</strong> <strong>Assa</strong><br />

Localizzazione<br />

geografica<br />

Il torrente <strong>Assa</strong> è un affluente di destra della Dora Baltea e<br />

solca il territorio comunale di Vico Canavese, Brosso e Lessolo;<br />

il conoide, interseca un’area moderatamente edificata, la<br />

Frazione Calea di Lessolo). Parte del lembo sinistro del conoide<br />

ricade in territorio di Borgofranco d’Ivrea, così come il conoide<br />

coalescente di sinistra del Rio Rosso.<br />

Figura 1 - Vista panoramica del bacino del T. <strong>Assa</strong>. Sulla destra in<br />

azzurro i conoidi coalescenti dei torrenti <strong>Assa</strong> (in basso) e Rio Rosso<br />

(in alto).<br />

Caratteri<br />

morfometrici e<br />

morfologici<br />

Il bacino idrografico del T. <strong>Assa</strong>, di superficie pari a 5.2 km 2 , si<br />

sviluppa lungo le pendici del Monte Gregorio (1953 m s.l.m.)<br />

nel territorio comunale di Vico Canavese, Brosso e Lessolo; il<br />

dislivello altimetrico tra lo spartiacque e l’apice del conoide è di<br />

oltre 1500 m.


Il bacino presenta forma allungata in direzione NW-SE e l’asta<br />

torrentizia, ben incisa, è anch’essa orientata NW-SE nella parte<br />

superiore del bacino; la presenza di una dorsale di origine<br />

glaciale parallela al corso della Dora Baltea ha condizionato<br />

l’andamento del canale principale di deflusso nel settore<br />

inferiore, ad assumere andamento E-W (Figura 1).<br />

Il reticolo idrografico secondario si sviluppa principalmente<br />

nella testata del bacino, con aste torrentizie poco incise, e nella<br />

parte inferiore del bacino, in ragione dell’impronta glaciale sulla<br />

morfologia.<br />

BACINO<br />

Champeiron<br />

Area (km²) 5.24<br />

Perimetro (km) 10.77<br />

Quota massima (m) 1953<br />

Quota minima (m) 355<br />

Quota media (m) 1170<br />

Pendenza media (°) 25.9<br />

Esposizione<br />

SSE<br />

ASTA TORRENTIZIA<br />

Lunghezza asta principale<br />

(m) 3114<br />

Lunghezza idrografia (km) 11383<br />

Quota massima (m) 1730<br />

Quota minima (m) 355<br />

Pendenza media (°) 18.1<br />

Densità di drenaggio<br />

(km/km 2 ) 2.2<br />

Geologia del<br />

substrato e dei<br />

depositi<br />

superficiali<br />

Il versante destro della Valle della Dora Baltea nel tratto che<br />

comprende il bacino del T. <strong>Assa</strong> costituisce uno dei settori<br />

strutturalmente più complessi dell’edificio alpino, a causa dei<br />

rapporti geometrici tra le differenti unità tettoniche affioranti,<br />

resi evidenti in superficie da sistemi di dislocazione orientati<br />

principalmente SW-NE.<br />

Il bacino del T. <strong>Assa</strong> è inciso nella diorite quarzifera biotiticoanfibolica<br />

del Plutone di Traversella, negli gneiss biotitici<br />

dell’aureola di contatto, negli gneiss minuti e micascisti della<br />

Zona Sesia-Lanzo incassante e, in prossimità dello spartiacque<br />

sinistro del bacino, in lenti e banchi di potenza metrica di<br />

calcari della Zona del Canavese. Le particolari e note<br />

mineralizzazioni a pirite e magnetite, per molto tempo oggetto<br />

di sfruttamento, sono contenute nei calcari e negli gneiss<br />

incassanti.


Le rocce del substrato sono caratterizzate da una fratturazione<br />

diffusa a spaziatura ridotta, dell’ordine dei decimetri ma<br />

localmente inferiore.<br />

La diorite, prevalentemente mascherata da una coltre detritica<br />

che deriva dalla degradazione del substrato, laddove si<br />

presenta meno fratturata, è anch’essa oggetto di coltivazione<br />

ad uso edile ed ornamentale (Figura 2).<br />

Figura 2 – In alto testata del bacino in dioriti, mascherate da coltri<br />

detritiche; in basso fronte della cava di diorite a Brosso.


Nella parte inferiore del versante destro del bacino idrografico<br />

affiorano i depositi glaciali della morena laterale destra<br />

dell’Anfiteatro morenico di Ivrea (Pleistocene medio e mediosup.,<br />

Figura 3), la cui cresta si estende da Brosso fino alla Cima<br />

di Meugliano (787.5 m s.l.m.). La coltre morenica nel settore<br />

considerato, di spessore dell’ordine delle decine di metri, è<br />

composta da uno scheletro roccioso fortemente eterometrico<br />

avvolto da una frazione fine limoso-sabbiosa.<br />

La copertura detritica è costituita da coltri eluviali e colluviali e<br />

da depositi glaciali rimaneggiati.<br />

Figura 3 – Schema geologico del bacino del T. <strong>Assa</strong>: in rosso dioriti, in<br />

arancio gneiss biotitici, in viola gneiss minuti e micascisti, in rosa<br />

depositi glaciali (morenici), in azzurro calcari, in grigio detrito di falda,<br />

in giallo giacimenti di ferro, in blu depositi alluvionali terrazzati (Carta<br />

Geologica d’Italia 1:100.000, Foglio n° 42 Ivrea).<br />

Analisi<br />

morfometriche<br />

Ipsografia<br />

Pendenze<br />

La quota massima del bacino è costituita dalla vetta del Monte<br />

Gregorio (1953 m s.l.m.) e la quota minima dallo sbocco vallivo<br />

(355 m s.l.m.), piuttosto ampio, in cui si insinua l’apice del<br />

conoide alluvionale (400 m s.l.m.).<br />

Le fasce quotate del bacino diminuiscono in modo pressoché<br />

uniforme nella parte alta del bacino; nel settore medio-inferiore<br />

la morfologia risente in modo particolare dell’impronta glaciale<br />

e la fascia 800-1000 m risulta la più estesa (Figura 4).


Figura 4 - Rappresentazione della distribuzione delle fasce altimetriche<br />

con equidistanza di 200 m all’interno del bacino.<br />

Figura 5 - Distribuzione areale delle classi di pendenza (°) all’interno<br />

del bacino.<br />

La classe di pendenza dominante nel bacino è 15°-30°,<br />

ampiamente diffusa nella parte mediana ed inferiore. Le<br />

pendenze superiori a 45° si riscontrano in prossimità dello<br />

spartiacque, in corrispondenza del versante meridionale del<br />

Monte Gregorio e nella parte inferiore del bacino in sinistra a<br />

monte dell’apice di conoide. Le pendenze inferiori a 15° si<br />

rilevano prevalentemente nella parte inferiore del bacino, in<br />

corrispondenza dei rilievi dell’Anfiteatro morenico d’Ivrea.


In zona di testata in sinistra idrografica sono presenti due<br />

fenomeni franosi, uno scivolamento rotazionale/traslativo ed un<br />

movimento complesso di dimensioni rilevanti che lambisce<br />

un’asta tributaria del T. <strong>Assa</strong> (SIFraP Arpa Piemonte).<br />

Infine un limitato settore del versante sinistro in prossimità<br />

dello spartiacque è soggetto a frane superficiali diffuse.<br />

Si riconoscono in vari settori del bacino indizi di instabilità<br />

diffusa e forme attribuibili a corone e nicchie di frana in gran<br />

parte rimodellate da erosione lineare/areale.<br />

Figura 6 – Dissesti censiti nel Sistema Informativo Frane in Piemonte -<br />

SIFraP: in marrone scivolamento rotazionale-traslativo, in viola frana<br />

complessa, in verde zona soggetta a frane superficiali diffuse. In<br />

destra idrografica le estese falde di detrito solcate dai rii che scendono<br />

dal Monte Betogne (1598 m s.l.m.).<br />

Valutazione del<br />

potenziale<br />

detritico<br />

Una buona parte dei versanti in testata è in grave disfacimento<br />

(Figura 6); il materiale in disgregazione converge verso un<br />

sistema di linee di drenaggio attive prevalentemente in<br />

occasione di eventi di precipitazione intensa. In particolare da<br />

impluvi sovraincisi in destra prendono origine elementari vie di<br />

deflusso convergenti verso i rii tributari del T. <strong>Assa</strong> che solcano<br />

le pendici del Monte Betogne.<br />

Nel settore intermedio del bacino l’asta principale, ad elevata<br />

pendenza, si presenta in diversi punti incisa in roccia (Figura


7); in questi tratti l’energia dei fenomeni di piena è spesa<br />

prevalentemente nel trasporto del materiale detritico che<br />

proviene da monte.<br />

Figura 7 - Alveo del T. <strong>Assa</strong> a quota 800 m s.l.m. circa.<br />

In diversi punti lungo l’asta si registrano frane puntuali o<br />

instabilità di localizzati settori di versante per scalzamento al<br />

piede.<br />

In generale il trasporto solido è favorito dallo stato di<br />

fatturazione e disgregazione del substrato roccioso e dalla<br />

presenza di abbondante materiale detritico-colluviale sui<br />

versanti.<br />

Uso del suolo Dall’analisi della Carta Forestale della Regione Piemonte<br />

(1:10.000) le classi Rocce e macereti e Cespuglieti sono le<br />

destinazioni d’uso del suolo prevalenti nel bacino, per oltre il<br />

50% della superficie (Figura 8).<br />

La classe d’uso Prato-pascoli è diffusa sul versante destro,<br />

specie dove le pendenze sono inferiori a 15°.<br />

Gli insediamenti antropici consistono in edificati sparsi e


nell’impianto produttivo (cava) ubicato in prossimità dell’asta<br />

torrentizia nel territorio comunale di Brosso.<br />

In conoide le colture prevalenti sono i vigneti.<br />

Nel settore apicale e mediano del conoide è presente l’abitato<br />

di Calea; in unghia del conoide, parallelamente all’asse fluviale<br />

della Dora Baltea, corre il tracciato autostradale dell’A5 Torino-<br />

Aosta.<br />

Figura 8 – Classi di uso del suolo nel bacino: in viola rocce e macereti,<br />

in grigio praterie, in marrone chiaro prati-pascoli, in verde cespuglieti,<br />

in verde chiaro cespuglieti pascolabili, in rosso zone edificate ed<br />

infrastrutture (Copertura Forestale della Regione Piemonte).<br />

Aree di criticità<br />

nel bacino<br />

Le criticità rilevabili nel bacino di alimentazione sono legate<br />

principalmente all’abbondanza di materiale detritico disponibile<br />

nella zona di testata del bacino, specie sul versante destro, e<br />

alla presenza di rilevanti fenomeni franosi che interferiscono<br />

con il reticolo idrografico sul versante sinistro.<br />

I fenomeni di erosione di fondo e delle sponde lungo l’asta, in<br />

molti punti piuttosto pendente, contribuiscono ulteriormente ad<br />

incrementare il trasporto solido. Frequenti sono situazioni di<br />

dissesto incipiente in prossimità dell’alveo causate da fenomeni<br />

di erosione al piede.


2. Il conoide del <strong>Torrente</strong> <strong>Assa</strong><br />

Aspetti<br />

morfologici<br />

Il conoide ha tipica forma a ventaglio e presenta pendenze medie<br />

moderate (16° circa).<br />

CONOIDE<br />

<strong>Assa</strong><br />

Area (km²) 1.23<br />

Quota apice (m) 400<br />

Quota unghia (m) 240<br />

Lunghezza alveo (m) 1492<br />

Pendenza media alveo (°) 16.5<br />

Pendenza conoide morfologico (°) 16.4<br />

Lunghezza totale asta principale<br />

bacino + conoide (km)<br />

5.66<br />

L’apparato di conoide raccorda il versante con la piana<br />

alluvionale della Dora Baltea all’interno dell’edificio morenico; il<br />

T. <strong>Assa</strong> interseca il recettore ad una distanza di circa 500 m<br />

dall’unghia del conoide.<br />

La natura dei depositi che costituiscono l’apparato conoidale<br />

testimonia una rilevante energia di trasporto del materiale<br />

detritico dal bacino, impostato prevalentemente in rocce<br />

cristalline e gneissiche.<br />

Figura 9 – Vista 3d del conoide del T. <strong>Assa</strong> e della confluenza nella Dora<br />

Baltea<br />

(http://webgis.arpa.piemonte.it/geoportale/index.php/it/3dw.html).


La granulometria dei depositi riconoscibili in situ è molto<br />

grossolana in apice, con ciottoli e blocchi di dimensioni rilevanti,<br />

ma diminuisce gradualmente verso l’unghia fino alla ghiaia con<br />

ciottoli (Figura 10).<br />

Figura 10 – Granulometria dei depositi in alveo (ciottoli e blocchi in<br />

scarsa matrice sabbioso-limosa) nel settore mediano del conoide.<br />

Prima dello sbocco del bacino l’alveo piega verso destra e nel<br />

tratto mediano ed inferiore del conoide presenta andamento<br />

blandamente sinuoso (Figura 11); il canale attivo è<br />

relativamente poco inciso per tutto il tratto in conoide.<br />

L’ampiezza dell’alveo è in media di circa 8-10 m nel settore<br />

apicale e 12-15 m nel settore mediano; nel settore di unghia si<br />

restringe notevolmente e a valle dell’attraversamento<br />

autostradale la larghezza media dell’alveo è inferiore ai 5 m.<br />

Il conoide è suddiviso simmetricamente dal corso d’acqua in due<br />

settori: il fianco sinistro è condizionato dal punto di vista<br />

morfologico dalla presenza del conoide coalescente del T. Rosso;<br />

il limite tra i due apparati è scarsamente riconoscibile (Figura 1).<br />

Nel settore mediano e terminale si registrano nel canale<br />

principale, a seguito di eventi di piena minore, momenti di<br />

innalzamento della quota del fondo alveo, con locali<br />

sovralluvionamenti; viceversa in periodi di scarso deflusso<br />

prevale in alveo l’attività di tipo erosivo.


A tratti l’alveo in conoide è occupato da vegetazione arbustiva<br />

per gran parte della sezione libera, specie nel settore mediano<br />

(Figura 11).<br />

Figura 11 - Vista verso valle dell’alveo in conoide dal ponte presente nel<br />

settore mediano; l’alveo è in gran parte colonizzato da vegetazione<br />

arbustiva.<br />

Tale fattore può incidere in caso di piena con ingente trasporto<br />

solido in quanto non viene favorito lo scorrimento rapido<br />

all’interno del canale di smaltimento.


Opere di<br />

difesa,<br />

infrastrutture e<br />

insediamenti<br />

urbani sul<br />

conoide<br />

Le opere di difesa presenti in apice di conoide sono costituite da<br />

una briglia selettiva e da tre traverse poste poco a valle dello<br />

sbocco del bacino (Figure 12-13). Dalla briglia procedendo verso<br />

valle entrambe le sponde sono protette in modo discontinuo da<br />

scogliere in massi e l’alveo è riprofilato per un tratto di circa 400<br />

m. In gran parte le opere sono state realizzate o riprogettate<br />

dopo l’evento alluvionale del 5-6 novembre 1994.<br />

Figura 12 - Infrastrutture, fabbricati e opere idrauliche e di difesa<br />

presenti sul conoide.<br />

Allo stato attuale le opere di difesa risultano in buone condizioni<br />

di efficienza ed efficacia.<br />

In conoide sono presenti diverse opere di attraversamento: un<br />

ponte in apice collega la frazione di Calea alla località Miniere di<br />

Brosso; un secondo attraversamento della viabilità comunale si<br />

trova nel settore centrale del conoide ed infine una serie di<br />

attraversamenti è presente in unghia di conoide ed in prossimità<br />

dell’intersezione con il tracciato autostradale.


Figura 13 – Scogliere in massi cementati in zona apicale del conoide.<br />

Eventi di<br />

attività<br />

torrentizia<br />

parossistica<br />

documentati<br />

dall’indagine<br />

storica<br />

La colata detritica del novembre 1994 costituisce l’evento<br />

parossistico più dannoso nella storia recente, ma il T. <strong>Assa</strong> è<br />

stato sede di altri eventi dannosi (Fig. 14) ed in particolare:<br />

1941 – Colata detritica a grossi blocchi lungo il T. <strong>Assa</strong><br />

(trasportata una "montagna di macigni"). L'alveo del torrente è<br />

stato completamente sovralluvionato; i campi e la frazione di<br />

Calea sono stati interessati da alluvionamenti grossolani.<br />

Gravemente danneggiati alcuni edifici, semidistrutto un mulino.<br />

1942, 12 giugno - A Calea si è verificata una colata detritica<br />

lungo il T. <strong>Assa</strong> a causa di una grossa frana, con minaccia per<br />

l’abitato.<br />

1948, 4 settembre – La piena torrentizia del T. <strong>Assa</strong> minaccia<br />

l’abitato della frazione Calea di Lessolo.<br />

1951, 2 maggio – La piena torrentizia del T. <strong>Assa</strong> allaga parte<br />

dell’abitato di Calea (Lessolo). Il trasporto solido ha intasato<br />

completamente il ponte sulla strada comunale Lessolo- Baio<br />

Dora, causando lo straripamento delle acque nelle strade<br />

adiacenti abbattendo muri di cinta, allagando parte dell’abitato e<br />

del territorio e danneggiando la viabilità comunale. Grave<br />

pericolo per gli edifici.<br />

1957, giugno – La piena del T. <strong>Assa</strong> allaga parte dell’abitato di<br />

Calea (Lessolo Intasato completamente il ponte sulla strada<br />

comunale per Bajo Dora.


1992, 16 dicembre (data documento) - Fenomeni di erosione<br />

di sponda e di fondo lungo l'asta del rio <strong>Assa</strong> con conseguente<br />

trasporto di abbondante materiale, esondazione e<br />

alluvionamento nella zona di conoide, dove l'alveo è pensile.<br />

Possibile riattivazione di tronchi d'alveo abbandonati (a monte<br />

del ponte a quota 362 e nel tratto a quota 325). Cause del<br />

rischio elevato: piogge continue di media ed elevata intensità,<br />

facile erodibilità del substrato detritico e abbondanza materiale<br />

colluviale in testata e sui fianchi del bacino. Minaccia per il centro<br />

abitato.<br />

1994, 5-6 novembre - Vedi Sezione “Evento alluvionale di<br />

riferimento”<br />

Evento<br />

alluvionale di<br />

riferimento<br />

1994, 5-6 novembre – Nella notte tra il 5 e il 6 novembre si è<br />

verificato un trasporto in massa lungo il T. <strong>Assa</strong> con occupazione<br />

completa della sezione del canale, fuoriuscita dei deflussi da<br />

un’opera arginale in apice, riattivazione/incisione di un ramo<br />

secondario in destra a valle dell’apice di conoide con parziale<br />

coinvolgimento di un edificio (Figura 14).<br />

Figura 14 – Effetti dell’Evento alluvionale del 5-6 novembre sul conoide<br />

del T. <strong>Assa</strong>. In blu alvei attivi al momento dell’osservazione aerea postevento,<br />

in rosso zona interessata dalla colata detritica, in giallo zona di<br />

accumulo di materiale detritico.


Punti critici<br />

Le coperture di falda presenti nel bacino, incise da un fitto<br />

sistema di solchi di erosione, e le frane poste a ridosso degli alvei<br />

costituiscono un rilevante serbatoio di materiale detritico; l’alveo<br />

inciso ad elevata pendenza favorisce il trasporto del materiale<br />

verso valle.<br />

Il verificarsi di un nuovo evento di colata detritica metterebbe a<br />

rischio le strutture poste in prossimità del canale principale in<br />

conoide. Ogni attraversamento costituisce un potenziale punto di<br />

rallentamento della colata detritica, laddove la sezione dell’alveo<br />

viene artificialmente ristretta. L’ostruzione di un ponte, oltre al<br />

danno diretto causato all’opera, può comportare il riversarsi del<br />

materiale nelle aree immediatamente circostanti, o l’apertura di<br />

nuovi canali di deflusso.<br />

In particolare nel caso del T. <strong>Assa</strong>, tenendo nel dovuto conto il<br />

sistema di opere di sistemazione, si ritiene utile evidenziare<br />

come punti di debolezza in conoide restino:<br />

1) il settore in destra a valle dell’apice dove gli eventi di piena<br />

parossistica anche recenti hanno mostrato la riattivazione di<br />

canali secondari abbandonati, con minaccia per il ponte di quota<br />

360 m s.l.m. e della strada per le Miniere di Brosso;<br />

2) il settore in prossimità di un secondo ramo abbandonato poco<br />

più a valle sempre in destra (quota quota 325 s.l.m. circa) che in<br />

caso di riattivazione per una piena catastrofica può comportare il<br />

coinvolgimento delle abitazioni sottostanti;<br />

3) il settore sempre in destra in zona di unghia a monte degli<br />

attraversamenti autostradali, morfologicamente più basso del<br />

settore sinistro.


Valutazione<br />

della severità e<br />

della<br />

ricorrenza del<br />

fenomeno<br />

atteso<br />

Corso d'acqua: T. ASSA<br />

Ac/Ab (Ar) Me Im CL Fa Tr<br />

Ar3 0.69 Im3 BCM Fa3 20<br />

Il parametro Rapporto tra Aree (Ar) è un indice della quantità di<br />

materiale detritico trasportabile dal corso d’acqua nel tempo; per<br />

il bacino del <strong>Torrente</strong> <strong>Assa</strong> assume valore 23.47 ad indicare<br />

un’elevatissima capacità di produzione.<br />

L'indice di Melton pari a 0,69 esprime una tipologia di trasporto<br />

prevalente tipo debris flow.<br />

I due parametri incrociati forniscono un indice morfometrico Im<br />

pari al valore massimo 3.<br />

La classe litologica in cui ricade il bacino appartiene alle rocce<br />

cristalline e gneissiche massive (Bad Clay Maker - BCM) che<br />

producono scarse quantità di minerali argillosi e argillosimili nella<br />

matrice fine. La severità del fenomeno atteso è elevata (Fa3) con<br />

tempo di ritorno pari a 20 anni.

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