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con un acuirsi del contrasto tra la rappresentazione sul piano istituzionale e normativo del modello<br />
familiare da un lato, e la realtà della posizione della donna <strong>nel</strong>la società dall’altro.<br />
In anni più recenti poi, a partire dagli anni ’80, assistiamo, accanto ai mutamenti dei ruoli sessuali,<br />
a una rinnovata centralità della sessualità, che, dopo la presa di parola femminista degli anni ‘70,<br />
diventa terreno di conflitto sul quale si gioca il risignificarsi del potere maschile, ma anche di nuove<br />
forme di consapevolezza femminile: se da un lato <strong>nel</strong> dar voce al desiderio femminile essa<br />
rappresenta uno strumento di liberazione, al tempo stesso laddove è ridotta a mercificazione, si<br />
trasforma in inedito strumento di oppressione, allorché erotismo, sessualità e pornografia, come<br />
avviene nei media e in particolare <strong>nel</strong>la tv e <strong>nel</strong>la pubblicità, si sovrappongono 4 .<br />
Ed ecco come, <strong>nel</strong>l’ansia della sparizione reale dei ruoli tradizionali, e <strong>nel</strong>la persistenza di un<br />
immaginario sessuale che alla tradizionale divisione dei ruoli fa riferimento, con relativo contorno di<br />
violenza maschile e subalternità femminile, in parte si spiegano quell’incremento di violenza (e di<br />
morte) <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> reali con cui ci misuriamo in questo lavoro.<br />
1. I dati ufficiali sui femicidi: uno sguardo all’Italia e all’Europa<br />
Come chiarito in premessa, il presente lavoro nasce dall’esigenza di far emergere una violenza di<br />
genere che non si arresta, e ciononostante rimane molto spesso occultata dal dibattito pubblico,<br />
relegata a questione attinente la sfera privata, di cui ancora restano in larga parte oscuri i numeri e<br />
a fronte della quale manca un lavoro serio e coordinato di contrasto da parte <strong>delle</strong> istituzioni che,<br />
nonostante non manchino iniziative a livello territoriale, scontano tuttora le difficoltà derivanti dalla<br />
mancata programmazione di un piano nazionale d’azione.<br />
Negli ultimi decenni, dalle statistiche emerge che in Europa, ed anche in Italia, è in diminuzione il<br />
numero degli omicidi, con riferimento alle vittime di sesso maschile e della violenza non sessuata.<br />
Al contrario aumentano i femicidi, e rimane costante il dato sulla diffusione della violenza contro le<br />
<strong>donne</strong>.<br />
Per il movimento dei Centri antiviolenza è stato necessario non solo agire in aiuto alle <strong>donne</strong> che<br />
subiscono violenza, ma anche promuovere una maggiore conoscenza del fenomeno, quale<br />
presupposto per delineare qualsiasi misura e azione di contrasto.<br />
Per fare questo, come afferma Linda Laura Sabbadini 5 , sono indispensabili le statistiche di genere,<br />
utilissime non solo per promuovere i cambiamenti, ma anche per eliminare gli stereotipi e<br />
comprendere più a fondo lo stato <strong>delle</strong> relazioni tra i sessi <strong>nel</strong>la società.<br />
In Italia invece, le ricerche sui femicidi non sono condotte con alcuna regolarità, né sono<br />
promosse, come auspicheremmo, dalle istituzioni.<br />
Nel nostro paese sul versante della ricerca ufficiale sulla violenza contro le <strong>donne</strong>, abbiamo a<br />
disposizione indagini mirate solo a partire dalla fine degli anni ’90, con le ricerche dell’Istat sulla<br />
sicurezza dei cittadini che dal 1997 includono un modulo sulle molestie e le violenze sessuali.<br />
Si tratta però di indagini di vittimizzazione che sono utili all’analisi della criminalità sommersa, ma<br />
non altrettanto a far luce sul fenomeno della violenza domestica, in cui il sommerso è agito da un<br />
soggetto molto vicino alla vittima, quale il suo partner o l’ex.<br />
Nel 2006 l’Istat 6 ha promosso una indagine sulla sicurezza <strong>delle</strong> <strong>donne</strong>, evidenziando la difficoltà<br />
di conoscere il fenomeno della violenza dai dati <strong>delle</strong> statistiche amministrative (quelle su cui si<br />
4<br />
Puccini.<br />
5<br />
Per un approfondimento di questo aspetto cfr il bel Nude e crudi. Femminile e maschile <strong>nel</strong>l’Italia di oggi di Sandra<br />
Cfr atti convegno “Global Forum on Gender Statistics” del dicembre 2007 in www.istat.it/eventi/2007