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ACTA ORDINIS<br />
<strong>FRATRUM</strong> <strong>MINORUM</strong><br />
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA<br />
IUSSU ET AUCTORITATE<br />
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS<br />
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM<br />
IN LUCEM AEDITA<br />
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).<br />
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,<br />
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum<br />
collectio atque editio suscepta est.<br />
(Ex Epist. LEONIS PP. XIII ad Min. Gen.)<br />
ROMA<br />
CURIA GENERALIS ORDINIS
Impaginazione e grafica: Ufficio Comunicazioni <strong>OFM</strong> – Roma<br />
Stampa: Tipografia Mancini s.a.s. – Tivoli (Roma) – 2007
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
1. Messaggio in occasione del XX Anniversario<br />
dell’Incontro Interreligioso<br />
di preghiera per la Pace<br />
Al Venerato Fratello<br />
Mons. Domenico Sorrentino Vescovo<br />
di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino<br />
Ricorre quest’anno il ventesimo anniversario<br />
dell’Incontro Interreligioso di Preghiera<br />
per la Pace voluto dal mio venerato<br />
predecessore Giovanni Paolo II, il 27 ottobre<br />
1986, in codesta Città di Assisi. A tale<br />
incontro, com’è noto, egli invitò non solo i<br />
cristiani delle varie confessioni, ma anche<br />
esponenti delle diverse religioni. L’iniziativa<br />
ebbe larga eco nell’opinione pubblica:<br />
costituì un messaggio vibrante a favore della<br />
pace e si rivelò un evento destinato a lasciare<br />
il segno nella storia del nostro tempo.<br />
Si comprende pertanto che il ricordo di<br />
quanto allora accadde continui a suscitare<br />
iniziative di riflessione e di impegno. Alcune<br />
sono state previste proprio ad Assisi, in<br />
occasione del ventesimo anniversario di<br />
quell’evento. Penso alla celebrazione organizzata,<br />
d’intesa con codesta Diocesi, dalla<br />
Comunità di S. Egidio, sulla scia di analoghi<br />
incontri da essa annualmente realizzati.<br />
Nei giorni stessi dell’anniversario si terrà<br />
poi un Convegno a cura dell’Istituto Teologico<br />
Assisano, e le Chiese particolari di codesta<br />
Regione si ritroveranno nell’Eucaristia<br />
concelebrata dai Vescovi dell’Umbria<br />
nella Basilica di San Francesco. Infine, il<br />
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso<br />
curerà costì un incontro di dialogo,<br />
di preghiera e di formazione alla pace per<br />
giovani cattolici e di altre provenienze religiose.<br />
Queste iniziative, ciascuna col suo specifico<br />
taglio, pongono in evidenza il valore<br />
dell’intuizione avuta da Giovanni Paolo II e<br />
ne mostrano l’attualità alla luce degli stessi<br />
eventi occorsi in questo ventennio e della<br />
situazione in cui versa al presente l’umanità.<br />
La vicenda più significativa in questo<br />
arco di tempo è stata senza dubbio la caduta,<br />
nell’Est europeo, dei regimi di ispirazione<br />
comunista. Con essa è venuta meno la<br />
“guerra fredda”, che aveva generato una<br />
sorta di spartizione del mondo in sfere di influenza<br />
contrapposte, suscitando l’allestimento<br />
di terrificanti arsenali di armi e di<br />
eserciti pronti ad una guerra totale. Fu,<br />
quello, un momento di generale speranza di<br />
pace, che indusse molti a sognare un mondo<br />
diverso, in cui le relazioni tra i popoli si sarebbero<br />
sviluppate al riparo dall’incubo della<br />
guerra, e il processo di “globalizzazione”<br />
si sarebbe svolto all’insegna di un pacifico<br />
confronto tra popoli e culture nel quadro di<br />
un condiviso diritto internazionale, ispirato<br />
al rispetto delle esigenze della verità, della<br />
giustizia, della solidarietà. Purtroppo questo<br />
sogno di pace non si è avverato. Il terzo<br />
millennio si è anzi aperto con scenari di terrorismo<br />
e di violenza che non accennano a<br />
dissolversi. Il fatto poi che i confronti armati<br />
si svolgano oggi soprattutto sullo sfondo<br />
delle tensioni geo-politiche esistenti in<br />
molte regioni può favorire l’impressione<br />
che, non solo le diversità culturali, ma le<br />
stesse differenze religiose costituiscano<br />
motivi di instabilità o di minaccia per le<br />
prospettive di pace.<br />
Proprio sotto questo profilo, l’iniziativa<br />
promossa vent’anni or sono da Giovanni<br />
Paolo II assume il carattere di una puntuale<br />
profezia. Il suo invito ai leaders delle religioni<br />
mondiali per una corale testimonianza<br />
di pace servì a chiarire senza possibilità<br />
di equivoco che la religione non può<br />
che essere foriera di pace. Come ha insegnato<br />
il Concilio Vaticano II nella Dichiarazione<br />
Nostra aetate sulle relazioni della<br />
Chiesa con le religioni non cristiane, “non<br />
possiamo invocare Dio come Padre di tutti,<br />
se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli
382 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
verso alcuni uomini creati ad immagine di<br />
Dio” (n.5). Nonostante le differenze che<br />
caratterizzano i vari cammini religiosi, il riconoscimento<br />
dell’esistenza di Dio, a cui<br />
gli uomini possono pervenire anche solo<br />
partendo dall’esperienza del creato (cfr Rm<br />
1,20), non può non disporre i credenti a<br />
considerare gli altri esseri umani come fratelli.<br />
A nessuno è dunque lecito assumere il<br />
motivo della differenza religiosa come presupposto<br />
o pretesto di un atteggiamento<br />
bellicoso verso altri esseri umani.<br />
Si potrebbe obiettare che la storia conosce<br />
il triste fenomeno delle guerre di religione.<br />
Sappiamo però che simili manifestazioni<br />
di violenza non possono attribuirsi alla<br />
religione in quanto tale, ma ai limiti<br />
culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa<br />
nel tempo. Quando però il senso religioso<br />
raggiunge una sua maturità, genera<br />
nel credente la percezione che la fede in<br />
Dio, Creatore dell’universo e Padre di tutti,<br />
non può non promuovere tra gli uomini<br />
relazioni di universale fraternità. Di fatto,<br />
testimonianze dell’intimo legame esistente<br />
tra il rapporto con Dio e l’etica dell’amore<br />
si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose.<br />
Noi cristiani ci sentiamo in questo confermati<br />
ed ulteriormente illuminati dalla<br />
Parola di Dio. Già l’Antico Testamento<br />
manifesta l’amore di Dio per tutti i popoli,<br />
che Egli, nell’alleanza stretta con Noè, riunisce<br />
in un unico grande abbraccio simboleggiato<br />
dall’arco sulle nubi (Gn 9,13.<br />
14.16) e che in definitiva, secondo le parole<br />
dei profeti, intentde raccogliere in un’unica<br />
universale famiglia (cfr Is 2,2ss; 42,6;<br />
66,18-21; Ger 4,2; Sal 47). Nel Nuovo Testamento<br />
poi la rivelazione di questo universale<br />
disegno d’amore culmina nel mistero<br />
pasquale, in cui il Figlio di Dio incarnato,<br />
in uno sconvolgente atto di solidarietà<br />
salvifica, si offre in sacrificio sulla croce<br />
per l’intera umanità. Dio mostra così che la<br />
sua natura è l’Amore. È quanto ho inteso<br />
sottolineare nella mia prima Enciclica, che<br />
inizia appunto con le parole “Deus caritas<br />
est“ (1 Gv4,7). Questa affermazione della<br />
Scrittura non solo getta luce sul mistero di<br />
Dio, ma illumina anche i rapporti tra gli uomini,<br />
chiamati tutti a vivere secondo il comandamento<br />
dell’amore.<br />
L’incontro promosso ad Assisi dal Servo<br />
di Dio Giovanni Paolo II pose opportunamente<br />
l’accento sul valore della preghiera<br />
nella costruzione della pace. Siamo infatti<br />
consapevoli di quanto il cammino<br />
verso questo fondamentale bene sia difficile<br />
e talvolta umanamente disperato. La pace<br />
è un valore in cui confluiscono tante<br />
componenti. Per costruirla, sono certo importanti<br />
le vie di ordine culturale, politico,<br />
economico. In primo luogo però la pace va<br />
costruita nei cuori. Qui infatti si sviluppano<br />
sentimenti che possono alimentarla o, al<br />
contrario, minacciarla, indebolirla, soffocarla.<br />
Il cuore dell’uomo, peraltro, è il luogo<br />
degli interventi di Dio. Pertanto, accanto<br />
alla dimensione “orizzontale” dei rapporti<br />
con gli altri uomini, di fondamentale<br />
importanza si rivela, in questa materia, la<br />
dimensione “verticale” del rapporto di ciascuno<br />
con Dio, nel quale tutto ha il suo fondamento.<br />
È proprio questo che il Papa Giovanni<br />
Paolo II, con l’iniziativa del 1986, intese<br />
ricordare con forza al mondo. Egli<br />
chiese una preghiera autentica, che coinvolgesse<br />
l’intera esistenza. Volle per questo<br />
che fosse accompagnata dal digiuno ed<br />
espressa nel pellegrinaggio, simbolo del<br />
cammino verso l’incontro con Dio. E<br />
spiegò: “La preghiera comporta da parte<br />
nostra la conversione del cuore” (Insegnamenti<br />
di Giovanni Paolo II, 1986, vol. II,<br />
p.1253). Tra gli aspetti qualificanti dell’Incontro<br />
del 1986, è da sottolineare che questo<br />
valore della preghiera nella costruzione<br />
della pace fu testimoniato da esponenti di<br />
diverse tradizioni religiose, e ciò avvenne<br />
non a distanza, ma nel contesto di un incontro.<br />
In questo modo gli oranti delle varie<br />
religioni poterono mostrare, con il linguaggio<br />
della testimonianza, come la preghiera<br />
non divida ma unisca, e costituisca<br />
un elemento determinante per un’efficace<br />
pedagogia della pace, imperniata sull’amicizia,<br />
sull’accoglienza reciproca, sul dialogo<br />
tra uomini di diverse culture e religioni.<br />
Di questa pedagogia abbiamo più che mai<br />
bisogno, specialmente guardando alle nuove<br />
generazioni. Tanti giovani, nelle zone
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
383<br />
del 1986, e tale scelta non può non restare<br />
valida anche oggi. La convergenza dei diversi<br />
non deve dare l’impressione di un cedimento<br />
a quel relativismo che nega il senso<br />
stesso della verità e la possibilità di attingerla.<br />
Per la sua iniziativa audace e profetica,<br />
Giovanni Paolo II volle scegliere il suggestivo<br />
scenario di codesta Città di Assisi,<br />
universalmente nota per la figura di San<br />
Francesco. In effetti, il Poverello incarnò<br />
in modo esemplare la beatitudine proclamata<br />
da Gesù nel Vangelo: “Beati gli operatori<br />
di pace, perché saranno chiamati figli<br />
di Dio” (Mt 5, 9). La testimonianza che<br />
egliresenelsuotemponefaunnaturale<br />
punto di riferimento per quanti anche oggi<br />
coltivano l’ideale della pace, del rispetto<br />
della natura, del dialogo tra le persone, tra<br />
le religioni e le culture. È tuttavia importante<br />
ricordare, se non si vuole tradire il suo<br />
messaggio, che fu la scelta radicale di Cristo<br />
a fornirgli la chiave di comprensione<br />
della fraternità a cui tutti gli uomini sono<br />
chiamati, e a cui anche le creature inanimate<br />
- da “fratello sole” a “sorella luna” - in<br />
qualche modo partecipano. Mi piace pertanto<br />
ricordare che, in coincidenza con<br />
questo ventesimo anniversario dell’iniziativa<br />
di preghiera per la pace di Giovanni<br />
Paolo II, ricorre anche l’ottavo centenario<br />
della conversione di San Francesco. Le<br />
due commemorazioni si illuminano reciprocamente.<br />
Nelle parole a lui rivolte dal<br />
Crocifisso di San Damiano - “Va’, Francesco,<br />
ripara la mia casa…” -, nella sua scelta<br />
di radicale povertà, nel bacio al lebbroso<br />
in cui s’espresse la sua nuova capacità di<br />
vedere ed amare Cristo nei fratelli sofferenti,<br />
prendeva inizio quell’avventura umana<br />
e cristiana che continua ad affascinare<br />
tanti uomini del nostro tempo e rende codesta<br />
Città meta di innumerevoli pellegrini.<br />
Affido a Lei, venerato Fratello, Pastore<br />
di codesta Chiesa di Assisi-Nocera Umbra-<br />
Gualdo Tadino, il compito di portare queste<br />
mie riflessioni a conoscenza dei partecipanti<br />
alle varie celebrazioni previste per commemorare<br />
il ventesimo anniversario di<br />
quello storico evento che fu l’Incontro Indel<br />
mondo segnate da conflitti, sono educati<br />
a sentimenti di odio e di vendetta, entro<br />
contesti ideologici in cui si coltivano i semi<br />
di antichi rancori e si preparano gli animi<br />
a future violenze. Occorre abbattere tali<br />
steccati e favorire l’incontro. Sono lieto<br />
pertanto che le iniziative programmate<br />
quest’anno in Assisi vadano in questa direzione<br />
e che, in particolare, il Pontificio<br />
Consiglio per il Dialogo Interreligioso abbia<br />
pensato di farne una specifica applicazione<br />
per i giovani.<br />
Per non equivocare sul senso di quanto,<br />
nel 1986, Giovanni Paolo II volle realizzare,<br />
e che, con una sua stessa espressione, si<br />
suole qualificare come “spirito di Assisi”, è<br />
importante non dimenticare l’attenzione<br />
che allora fu posta perché l’incontro interreligioso<br />
di preghiera non si prestasse ad<br />
interpretazioni sincretistiche, fondate su<br />
una concezione relativistica. Proprio per<br />
questo, fin dalle prime battute, Giovanni<br />
Paolo II dichiarò: “Il fatto che noi siamo<br />
venuti qui non implica alcuna intenzione di<br />
ricercare un consenso religioso tra noi o di<br />
negoziare le nostre convinzioni di fede. Né<br />
significa che le religioni possono riconciliarsi<br />
sul piano di un comune impegno in<br />
un progetto terreno che le sorpasserebbe<br />
tutte. E neppure è una concessione al relativismo<br />
nelle credenze religiose...” (Insegnamenti,<br />
cit., p.1252). Desidero ribadire<br />
questo principio, che costituisce il presupposto<br />
di quel dialogo tra le religioni che<br />
quarant’anni or sono il Concilio Vaticano II<br />
auspicò nella Dichiarazione sulle relazioni<br />
della Chiesa con le religioni non cristiane<br />
(cfr Nostra aetate, 2). Colgo volentieri<br />
l’occasione per salutare gli esponenti delle<br />
altre religioni che prendono parte all’una o<br />
all’altra delle commemorazioni assisane.<br />
Come noi cristiani, anch’essi sanno che<br />
nella preghiera è possibile fare una speciale<br />
esperienza di Dio e trarne efficaci stimoli<br />
nella dedizione alla causa della pace. È<br />
doveroso tuttavia, anche in questo, evitare<br />
inopportune confusioni. Perciò, anche<br />
quando ci si ritrova insieme a pregare per la<br />
pace, occorre che la preghiera si svolga secondo<br />
quei cammini distinti che sono propri<br />
delle varie religioni. Fu questa la scelta
384 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
terreligioso del 27 ottobre 1986. Voglia recare<br />
a tutti anche il mio saluto affettuoso,<br />
partecipando loro la mia Benedizione, che<br />
accompagno con l’augurio e la preghiera<br />
del Poverello di Assisi: “Il Signore vi dia<br />
pace!”.<br />
Da Castel Gandolfo, 2 settembre 2006<br />
BENEDETTO XVI<br />
© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana<br />
2. Discours aux Ambassadeurs de 21<br />
pays à majorité musulmane près le<br />
Saint-Siège et à quelques représentants<br />
des Communautés musulmanes<br />
en Italie<br />
Salle des Suisses, Castelgandolfo<br />
Lundi 25 septembre 2006<br />
Monsieur le Cardinal,<br />
Mesdames et Messieurs les Ambassadeurs,<br />
Chers amis musulmans,<br />
Je suis heureux de vous accueillir pour<br />
cette rencontre que j’ai souhaitée afin de<br />
consolider les liens d’amitié et de solidarité<br />
entre le Saint-Siège et les communautés<br />
musulmanes du monde. Je remercie Monsieur<br />
le Cardinal Paul Poupard, Président<br />
du Conseil pontifical pour le Dialogue interreligieux,<br />
pour les paroles qu’il vient de<br />
m’adresser, ainsi que vous tous qui avez répondu<br />
à mon invitation.<br />
Les circonstances qui ont suscité notre<br />
rencontre sont bien connues. J’ai déjà eu<br />
l’occasion de m’y arrêter au cours de la semaine<br />
écoulée. Dans ce contexte particulier,<br />
je voudrais aujourd’hui redire toute<br />
l’estime et le profond respect que je porte<br />
aux croyants musulmans, rappelant les propos<br />
du Concile Vatican II qui sont pour l’Église<br />
catholique la Magna Charta du dialogue<br />
islamo-chrétien: «L’Église regarde<br />
aussi avec estime les musulmans, qui adorent<br />
le Dieu unique, vivant et subsistant, miséricordieux<br />
et tout-puissant, créateur du<br />
ciel et de la terre, qui a parlé aux hommes et<br />
aux décrets duquel, même s’ils sont cachés,<br />
ils s’efforcent de se soumettre de toute leur<br />
âme, comme s’est soumis à Dieu Abraham,<br />
à qui la foi islamique se réfère volontiers»<br />
(Déclaration Nostra aetate, n. 3). Me situant<br />
résolument dans cette perspective, dès le<br />
début de mon pontificat, j’ai eu l’occasion<br />
d’exprimer mon souhait de continuer d’établir<br />
des ponts d’amitié avec les adhérents de<br />
toutes les religions, manifestant particulièrement<br />
mon appréciation de la croissance<br />
du dialogue entre musulmans et chrétiens<br />
(cf. Discours aux représentants des Églises<br />
et Communautés chrétiennes, et aux autres<br />
traditions religieuses, 25 avril 2005). Comme<br />
je l’ai souligné à Cologne, l’an dernier,<br />
«le dialogue interreligieux et interculturel<br />
entre chrétiens et musulmans ne peut se réduire<br />
à un choix passager. Il est en effet une<br />
nécessité vitale, dont dépend en grande partie<br />
notre avenir» (Discours aux représentants<br />
de Communautés musulmanes, 20<br />
août 2005). Dans un monde marqué par le<br />
relativisme et excluant trop souvent la<br />
transcendance de l’universalité de la raison,<br />
nous avons impérativement besoin d’un<br />
dialogue authentique entre les religions et<br />
entre les cultures, capable de nous aider à<br />
surmonter ensemble toutes les tensions,<br />
dans un esprit de collaboration fructueuse.<br />
Poursuivant l’œuvre entreprise par mon<br />
prédécesseur, le Pape Jean-Paul II, je souhaite<br />
donc vivement que les relations<br />
confiantes qui se sont développées entre<br />
chrétiens et musulmans depuis de nombreuses<br />
années, non seulement se poursuivent,<br />
mais se développent dans un esprit de<br />
dialogue sincère et respectueux, fondé sur<br />
une connaissance réciproque toujours plus<br />
vraie qui, avec joie, reconnaît les valeurs religieuses<br />
que nous avons en commun et qui,<br />
avec loyauté, respecte les différences.<br />
Le dialogue interreligieux et interculturel<br />
est une nécessité pour bâtir ensemble le<br />
monde de paix et de fraternité ardemment<br />
souhaité par tous les hommes de bonne volonté.<br />
En ce domaine, nos contemporains<br />
attendent de nous un témoignage éloquent<br />
pour montrer à tous la valeur de la dimension<br />
religieuse de l’existence. Aussi, fidèles<br />
aux enseignements de leurs propres traditions<br />
religieuses, chrétiens et musulmans
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
385<br />
Celebriamo oggi l’ottantesima Giornata<br />
Missionaria Mondiale.<br />
Essa fu istituita dal Papa Pio XI, che diede<br />
un forte impulso alle missioni ad gentes,<br />
e nel Giubileo del 1925 promosse una grandiosa<br />
esposizione diventata poi l’attuale<br />
Collezione Etnologico-missionaria dei Musei<br />
Vaticani. Quest’anno, nel consueto Messaggio<br />
per tale ricorrenza, ho proposto come<br />
tema «La carità, anima della missione».<br />
In effetti, la missione, se non è animata dall’amore,<br />
si riduce ad attività filantropica e<br />
sociale. Per i cristiani, invece, valgono le<br />
parole dell’apostolo Paolo: «L’amore del<br />
Cristo ci spinge» (2Cor 5, 14). La carità che<br />
mosse il Padre a mandare il suo Figlio nel<br />
mondo, e il Figlio ad offrirsi per noi fino alla<br />
morte di croce, quella stessa carità è stata<br />
riversata dallo Spirito Santo nel cuore dei<br />
credenti. Ogni battezzato, come tralcio unito<br />
alla vite, può così cooperare alla missione<br />
di Gesù, che si riassume in questo: recare<br />
ad ogni persona la buona notizia che<br />
“Dio è amore” e, proprio per questo, vuole<br />
salvare il mondo.<br />
La missione parte dal cuore: quando ci si<br />
ferma a pregare davanti al Crocifisso, con<br />
lo sguardo rivolto a quel costato trafitto,<br />
non si può non sperimentare dentro di sé la<br />
gioia di sapersi amati e il desiderio di amare<br />
e di farsi strumenti di misericordia e di ridoivent-ils<br />
apprendre à travailler ensemble,<br />
comme cela arrive déjà en diverses expériences<br />
communes, pour se garder de toute<br />
forme d’intolérance et s’opposer à toute<br />
manifestation de violence; et nous, Autorités<br />
religieuses et Responsables politiques,<br />
nous devons les guider et les encourager en<br />
ce sens. En effet, «même si, au cours des<br />
siècles, de nombreuses dissensions et inimitiés<br />
sont nées entre chrétiens et musulmans,<br />
le saint Concile les exhorte tous à oublier<br />
le passé et à pratiquer sincèrement la<br />
compréhension mutuelle, ainsi qu’à protéger<br />
et à promouvoir ensemble, pour tous les<br />
hommes, la justice sociale, les biens de la<br />
morale, la paix et la liberté» (Déclaration<br />
Nostra aetate, n. 3). Les leçons du passé<br />
doivent donc nous aider à rechercher des<br />
voies de réconciliation, afin de vivre dans le<br />
respect de l’identité et de la liberté de chacun,<br />
en vue d’une collaboration fructueuse<br />
au service de l’humanité tout entière. Comme<br />
le déclarait le Pape Jean-Paul II dans<br />
son discours mémorable aux jeunes, à Casablanca<br />
au Maroc, «le respect et le dialogue<br />
requièrent la réciprocité dans tous les<br />
domaines, surtout en ce qui concerne les libertés<br />
fondamentales et plus particulièrement<br />
la liberté religieuse. Ils favorisent la<br />
paix et l’entente entre les peuples» (n. 5).<br />
Chers amis, je suis profondément<br />
convaincu que, dans la situation que<br />
connaît le monde aujourd’hui, il est impératif<br />
que chrétiens et musulmans s’engagent<br />
ensemble pour faire face aux nombreux défis<br />
qui se présentent à l’humanité, notamment<br />
pour ce qui concerne la défense et la<br />
promotion de la dignité de l’être humain<br />
ainsi que des droits qui en découlent. Alors<br />
que grandissent les menaces contre l’homme<br />
et contre la paix, en reconnaissant le caractère<br />
central de la personne, et, en travaillant<br />
avec persévérance pour que sa vie<br />
soit toujours respectée, chrétiens et musulmans<br />
manifestent leur obéissance au Créateur,<br />
qui veut que tous vivent dans la dignité<br />
qu’il leur a donnée.<br />
Chers amis, je souhaite de tout cœur que<br />
Dieu miséricordieux guide nos pas sur les<br />
chemins d’une compréhension réciproque<br />
toujours plus vraie. Au moment où pour les<br />
musulmans commence la démarche spirituelle<br />
du mois de Ramadan, je leur adresse<br />
à tous mes vœux cordiaux, souhaitant que le<br />
Tout-Puissant leur accorde une vie sereine<br />
et paisible. Que le Dieu de la paix vous<br />
comble de l’abondance de ses Bénédictions,<br />
ainsi que les communautés que vous<br />
représentez!<br />
PAPE BENOÎT XVI<br />
© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana<br />
3. Va’, ripara la mia casa<br />
Piazza San Pietro, Angelus, 22 ottobre 2006<br />
Cari fratelli e sorelle!
386 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
conciliazione. Così accadde, proprio 800<br />
anni or sono, al giovane Francesco di Assisi,<br />
nella chiesetta di San Damiano, che era<br />
allora diroccata. Dall’alto della Croce, custodita<br />
ora nella Basilica di Santa Chiara,<br />
Francesco sentì Gesù dirgli: «Va’, ripara la<br />
mia casa che, come vedi, è tutta in rovina».<br />
Quella “casa” era prima di tutto la sua stessa<br />
vita, da “riparare” mediante una vera<br />
conversione; era la Chiesa, non quella fatta<br />
di mattoni, ma di persone vive, bisognosa<br />
sempre di purificazione; era anche l’umanità<br />
tutta, nella quale Dio ama abitare. La<br />
missione parte sempre da un cuore trasformato<br />
dall’amore di Dio, come testimoniano<br />
innumerevoli storie di santi e di martiri, che<br />
con modalità differenti hanno speso la vita<br />
al servizio del Vangelo.<br />
La missione è dunque un cantiere nel<br />
quale c’è posto per tutti: per chi si impegna<br />
a realizzare nella propria famiglia il Regno<br />
di Dio; per chi vive con spirito cristiano il<br />
lavoro professionale; per chi si consacra totalmente<br />
al Signore; per chi segue Gesù<br />
Buon Pastore nel ministero ordinato al Popolo<br />
di Dio; per chi, in modo specifico, parte<br />
per annunciare Cristo a quanti ancora<br />
non lo conoscono. Ci aiuti Maria Santissima<br />
a vivere con rinnovato slancio,<br />
ciascuno nella situazione in cui la Provvidenza<br />
lo ha posto, la gioia e il coraggio della<br />
missione.<br />
BENEDETTO XVI<br />
4. Laudato si’, mi’Signore, per sora nostra<br />
morte corporale<br />
Piazza San Pietro, Angelus, 5 novembre 2006<br />
Cari fratelli e sorelle,<br />
in questi giorni, che seguono la commemorazione<br />
liturgica dei fedeli defunti, si celebra<br />
in molte parrocchie l’ottavario dei defunti.<br />
Un’occasione propizia per ricordare<br />
nella preghiera i nostri cari e meditare sulla<br />
realtà della morte, che la cosiddetta “civiltà<br />
del benessere” cerca spesso di rimuovere<br />
dalla coscienza della gente, tutta presa dalle<br />
preoccupazioni della vita quotidiana. Il<br />
morire, in realtà, fa parte del vivere, e questo<br />
non solo alla fine, ma, a ben vedere, in<br />
ogni istante. Nonostante tutte le distrazioni,<br />
però, la perdita di una persona cara ci fa riscoprire<br />
il “problema”, facendoci sentire la<br />
morte come una presenza radicalmente<br />
ostile e contraria alla nostra naturale vocazione<br />
alla vita e alla felicità.<br />
Gesù ha rivoluzionato il senso della morte.<br />
Lo ha fatto con il suo insegnamento, ma<br />
soprattutto affrontando Lui stesso la morte.<br />
«Morendo ha distrutto la morte», ripete la<br />
Liturgia nel tempo pasquale. «Con lo Spirito<br />
che non poteva morire - scrive un Padre<br />
della Chiesa - Cristo ha ucciso la morte che<br />
uccideva l’uomo» (Melitone di Sardi, Sulla<br />
Pasqua, 66). Il Figlio di Dio ha voluto in<br />
questo modo condividere sino in fondo la<br />
nostra condizione umana, per riaprirla alla<br />
speranza. In ultima analisi, Egli è nato per<br />
poter morire, e così liberare noi dalla schiavitù<br />
della morte. Dice la Lettera agli Ebrei:<br />
«Egli ha provato la morte a vantaggio di tutti»<br />
(Eb 2, 9). Da allora, la morte non è più la<br />
stessa: è stata privata, per così dire, del suo<br />
“veleno”. L’amore di Dio, operante in Gesù,<br />
ha dato infatti un senso nuovo all’intera esistenza<br />
dell’uomo, e così ne ha trasformato<br />
anche il morire. Se in Cristo la vita umana è<br />
«passaggio da questo mondo al Padre» (Gv<br />
13, 1), l’ora della morte è il momento in cui<br />
questo si attua in modo concreto e definitivo.<br />
Chi si impegna a vivere come Lui, viene<br />
liberato dalla paura della morte, che non<br />
mostra più il ghigno beffardo di una nemica<br />
ma, come scrive san Francesco nel Cantico<br />
delle creature, il volto amico di una “sorella”,<br />
per la quale si può anche benedire il Signore:<br />
«Laudato si’, mi’ Signore, per sora<br />
nostra morte corporale». Della morte del<br />
corpo non c’è da aver paura, ci ricorda la fede,<br />
perché, sia che viviamo, sia che moriamo,<br />
siamo del Signore. E con San Paolo sappiamo<br />
che, anche sciolti dal corpo, siamo<br />
con Cristo, il cui corpo risorto, che riceviamo<br />
nell’Eucaristia, è la nostra abitazione<br />
eterna e indistruttibile. La vera morte, che<br />
invece bisogna temere, è quella dell’anima,<br />
che l’Apocalisse chiama “seconda morte”<br />
(cfr Ap 20, 14-15; 21, 8). Infatti chi muore in
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
387<br />
lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn<br />
1,27). Perché creato ad immagine di Dio,<br />
l’individuo umano ha la dignità di persona;<br />
non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno,<br />
capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente<br />
donarsi e di entrare in comunione<br />
con altre persone. Al tempo stesso, egli è<br />
chiamato, per grazia, ad un’alleanza con il<br />
suo Creatore, a offrirgli una risposta di fede<br />
e di amore che nessun altro può dare al posto<br />
suo (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica,<br />
357). In questa mirabile prospettiva, si<br />
comprende il compito affidato all’essere<br />
umano di maturare se stesso nella capacità<br />
d’amore e di far progredire il mondo, rinnovandolo<br />
nella giustizia e nella pace. Con<br />
un’efficace sintesi sant’Agostino insegna:<br />
«Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha<br />
voluto salvarci senza di noi» (Sermo 169,<br />
11,13: PL 38,923). È pertanto doveroso per<br />
tutti gli esseri umani coltivare la consapevolezza<br />
del duplice aspetto di dono e di<br />
compito.<br />
3. Anche la pace è insieme un dono e un<br />
compito. Se è vero che la pace tra gli individui<br />
ed i popoli – la capacità di vivere gli uni<br />
accanto agli altri tessendo rapporti di giustizia<br />
e di solidarietà –rappresenta un impegno<br />
che non conosce sosta, è anche vero, lo è<br />
anzi di più, che la pace è dono di Dio. La<br />
pace è, infatti, una caratteristica dell’agire<br />
divino, che si manifesta sia nella creazione<br />
di un universo ordinato e armonioso come<br />
anche nella redenzione dell’umanità bisognosa<br />
di essere recuperata dal disordine del<br />
peccato. Creazione e redenzione offrono<br />
dunque la chiave di lettura che introduce alla<br />
comprensione del senso della nostra esistenza<br />
sulla terra. Il mio venerato predecessore<br />
Giovanni Paolo II, rivolgendosi all’Assemblea<br />
Generale delle Nazioni Unite<br />
il 5 ottobre 1995, ebbe a dire che noi «non viviamo<br />
in un mondo irrazionale o privo di<br />
senso [...] vi è una logica morale che illumina<br />
l’esistenza umana e rende possibile il<br />
dialogo tra gli uomini e tra i popoli» (N. 3).<br />
La trascendente “grammatica”, vale a dire<br />
l’insieme di regole dell’agire individuale e<br />
del reciproco rapportarsi delle persone secondo<br />
giustizia e solidarietà, è iscritta nelle<br />
coscienze, nelle quali si rispecchia il propeccato<br />
mortale, senza pentimento, chiuso<br />
nell’orgoglioso rifiuto dell’amore di Dio, si<br />
autoesclude dal regno della vita.<br />
Per intercessione di Maria Santissima e<br />
di San Giuseppe, invochiamo dal Signore la<br />
grazia di prepararci serenamente a partire<br />
da questo mondo, quando Egli vorrà chiamarci,<br />
nella speranza di poter dimorare<br />
eternamente con Lui, in compagnia dei santi<br />
e dei nostri cari defunti.<br />
BENEDETTO XVI<br />
5. Messaggio per la celebrazione della<br />
giornata mondiale della pace del 1°<br />
gennaio 2007<br />
La persona umana, cuore della pace<br />
1. All’inizio del nuovo anno, vorrei far<br />
giungere ai Governanti e ai Responsabili<br />
delle Nazioni, come anche a tutti gli uomini<br />
e le donne di buona volontà, il mio augurio<br />
di pace. Lo rivolgo, in particolare, a<br />
quanti sono nel dolore e nella sofferenza, a<br />
chi vive minacciato dalla violenza e dalla<br />
forza delle armi o, calpestato nella sua dignità,<br />
attende il proprio riscatto umano e sociale.<br />
Lo rivolgo ai bambini, che con la loro<br />
innocenza arricchiscono l’umanità di bontà<br />
e di speranza e, con il loro dolore, ci stimolano<br />
a farci tutti operatori di giustizia e di<br />
pace. Proprio pensando ai bambini, specialmente<br />
a quelli il cui futuro è compromesso<br />
dallo sfruttamento e dalla cattiveria di adulti<br />
senza scrupoli, ho voluto che in occasione<br />
della Giornata Mondiale della Pace la<br />
comune attenzione si concentrasse sul tema:<br />
Persona umana, cuore della pace. Sono<br />
infatti convinto che rispettando la persona<br />
si promuove la pace, e costruendo la pace<br />
si pongono le premesse per un autentico<br />
umanesimo integrale. È così che si prepara<br />
un futuro sereno per le nuove generazioni.<br />
La persona umana e la pace: dono e<br />
compito<br />
2. Afferma la Sacra Scrittura: «Dio creò<br />
l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio
388 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
getto sapiente di Dio. Come recentemente<br />
ho voluto riaffermare, «noi crediamo che<br />
all’origine c’è il Verbo eterno, la Ragione e<br />
non l’Irrazionalità» (Omelia all’Islinger<br />
Feld di Regensburg, 12 settembre 2006). La<br />
pace è quindi anche un compito che impegna<br />
ciascuno ad una risposta personale coerente<br />
col piano divino. Il criterio cui deve<br />
ispirarsi tale risposta non può che essere il<br />
rispetto della “grammatica” scritta nel<br />
cuore dell’uomo dal divino suo Creatore.<br />
In tale prospettiva, le norme del diritto<br />
naturale non vanno considerate come direttive<br />
che si impongono dall’esterno, quasi<br />
coartando la libertà dell’uomo. Al contrario,<br />
esse vanno accolte come una chiamata a<br />
realizzare fedelmente l’universale progetto<br />
divino iscritto nella natura dell’essere umano.<br />
Guidati da tali norme, i popoli – all’interno<br />
delle rispettive culture – possono così<br />
avvicinarsi al mistero più grande, che è il<br />
mistero di Dio. Il riconoscimento e il rispetto<br />
della legge naturale pertanto costituiscono<br />
anche oggi la grande base per il dialogo<br />
tra i credenti delle diverse religioni e tra i<br />
credenti e gli stessi non credenti. È questo<br />
un grande punto di incontro e, quindi, un<br />
fondamentale presupposto per un’autentica<br />
pace.<br />
Il diritto alla vita e alla libertà religiosa<br />
4. Il dovere del rispetto per la dignità di<br />
ogni essere umano, nella cui natura si rispecchia<br />
l’immagine del Creatore, comporta<br />
come conseguenza che della persona non<br />
si possa disporre a piacimento. Chi gode di<br />
maggiore potere politico, tecnologico, economico,<br />
non può avvalersene per violare i<br />
diritti degli altri meno fortunati. È infatti sul<br />
rispetto dei diritti di tutti che si fonda la pace.<br />
Consapevole di ciò, la Chiesa si fa paladina<br />
dei diritti fondamentali di ogni persona.<br />
In particolare, essa rivendica il rispetto della<br />
vita edellalibertà religiosa di ciascuno. Il<br />
rispetto del diritto alla vita in ogni sua fase<br />
stabilisce un punto fermo di decisiva importanza:<br />
la vita è un dono di cui il soggetto non<br />
ha la completa disponibilità. Ugualmente,<br />
l’affermazione del diritto alla libertà religiosa<br />
pone l’essere umano in rapporto con un<br />
Principio trascendente che lo sottrae all’arbitrio<br />
dell’uomo. Il diritto alla vita e alla libera<br />
espressione della propria fede in Dio<br />
non è in potere dell’uomo. La pace ha bisogno<br />
che si stabilisca un chiaro confine tra<br />
ciò che è disponibile e ciò che non lo è: saranno<br />
così evitate intromissioni inaccettabili<br />
in quel patrimonio di valori che è proprio<br />
dell’uomo in quanto tale.<br />
5. Per quanto concerne il diritto alla vita,<br />
è doveroso denunciare lo scempio che di essa<br />
si fa nella nostra società: accanto alle vittime<br />
dei conflitti armati, del terrorismo e di<br />
svariate forme di violenza, ci sono le morti<br />
silenziose provocate dalla fame, dall’aborto,<br />
dalla sperimentazione sugli embrioni e<br />
dall’eutanasia. Come non vedere in tutto<br />
questo un attentato alla pace?<br />
L’aborto e la sperimentazione sugli embrioni<br />
costituiscono la diretta negazione<br />
dell’atteggiamento di accoglienza verso<br />
l’altro che è indispensabile per instaurare<br />
durevoli rapporti di pace. Per quanto riguarda<br />
poi la libera espressione della propria<br />
fede, un altro preoccupante sintomo di<br />
mancanza di pace nel mondo è rappresentato<br />
dalle difficoltà che tanto i cristiani quanto<br />
i seguaci di altre religioni incontrano<br />
spesso nel professare pubblicamente e liberamente<br />
le proprie convinzioni religiose.<br />
Parlando in particolare dei cristiani, debbo<br />
rilevare con dolore che essi non soltanto sono<br />
a volte impediti; in alcuni Stati vengono<br />
addirittura perseguitati, ed anche di recente<br />
si sono dovuti registrare tragici episodi di<br />
efferata violenza. Vi sono regimi che impongono<br />
a tutti un’unica religione, mentre<br />
regimi indifferenti alimentano non una persecuzione<br />
violenta, ma un sistematico dileggio<br />
culturale nei confronti delle credenze<br />
religiose. In ogni caso, non viene rispettato<br />
un diritto umano fondamentale, con<br />
gravi ripercussioni sulla convivenza pacifica.<br />
Ciò non può che promuovere una mentalità<br />
e una cultura negative per la pace.<br />
L’uguaglianza di natura di tutte le persone<br />
6. All’origine di non poche tensioni che<br />
minacciano la pace sono sicuramente le<br />
tante ingiuste disuguaglianze ancora tragi-
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
389<br />
camente presenti nel mondo. Tra esse particolarmente<br />
insidiose sono, da una parte, le<br />
disuguaglianze nell’accesso a beni essenziali,<br />
come il cibo, l’acqua, la casa, la salute;<br />
dall’altra, le persistenti disuguaglianze<br />
tra uomo e donna nell’esercizio dei diritti<br />
umani fondamentali.<br />
Costituisce un elemento di primaria importanza<br />
per la costruzione della pace il riconoscimento<br />
dell’essenziale uguaglianza<br />
tra le persone umane, che scaturisce dalla<br />
loro comune trascendente dignità. L’uguaglianza<br />
a questo livello è quindi un bene di<br />
tutti inscritto in quella “grammatica” naturale,<br />
desumibile dal progetto divino della<br />
creazione; un bene che non può essere disatteso<br />
o vilipeso senza provocare pesanti<br />
ripercussioni da cui è messa a rischio la pace.<br />
Le gravissime carenze di cui soffrono<br />
molte popolazioni, specialmente del Continente<br />
africano, sono all’origine di violente<br />
rivendicazioni e costituiscono pertanto una<br />
tremenda ferita inferta alla pace.<br />
7. Anche la non sufficiente considerazione<br />
per la condizione femminile introduce<br />
fattori di instabilità nell’assetto sociale.<br />
Penso allo sfruttamento di donne trattate<br />
come oggetti e alle tante forme di mancanza<br />
di rispetto per la loro dignità; penso anche<br />
— in contesto diverso — alle visioni<br />
antropologiche persistenti in alcune culture,<br />
che riservano alla donna una collocazione<br />
ancora fortemente sottomessa all’arbitrio<br />
dell’uomo, con conseguenze lesive per la<br />
sua dignità di persona e per l’esercizio delle<br />
stesse libertà fondamentali. Non ci si può<br />
illudere che la pace sia assicurata finché<br />
non siano superate anche queste forme di<br />
discriminazione, che ledono la dignità personale,<br />
inscritta dal Creatore in ogni essere<br />
umano (cfr. Congregazione per la dottrina<br />
della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa<br />
Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e<br />
della donna nella Chiesa e nel mondo, 31<br />
maggio 2004).<br />
L’«ecologia della pace»<br />
8. Scrive Giovanni Paolo II nella Lettera<br />
enciclica Centesimus annus: «Non solo la<br />
terra è stata data da Dio all’uomo, che deve<br />
usarla rispettando l’intenzione originaria di<br />
bene, secondo la quale gli è stata donata; ma<br />
l’uomo è stato donato a se stesso da Dio e<br />
deve, perciò, rispettare la struttura naturale e<br />
morale, di cui è stato dotato» (N. 38). È rispondendo<br />
a questa consegna, a lui affidata<br />
dal Creatore, che l’uomo, insieme ai suoi simili,<br />
può dar vita a un mondo di pace. Accanto<br />
all’ecologia della natura c’è dunque<br />
un’ecologia che potremmo dire “umana”, la<br />
quale a sua volta richiede un”‘ecologia sociale”.<br />
E ciò comporta che l’umanità, se ha a<br />
cuore la pace, debba tenere sempre più presenti<br />
le connessioni esistenti tra l’ecologia<br />
naturale, ossia il rispetto della natura, e l’ecologia<br />
umana. L’esperienza dimostra che<br />
ogni atteggiamento irrispettoso verso l’ambiente<br />
reca danni alla convivenza umana, e<br />
viceversa. Sempre più chiaramente emerge<br />
un nesso inscindibile tra la pace con il creato<br />
e la pace tra gli uomini. L’una e l’altra<br />
presuppongono la pace con Dio. La poesiapreghiera<br />
di San Francesco, nota anche come<br />
«Cantico di Frate Sole», costituisce un<br />
mirabile esempio – sempre attuale – di questa<br />
multiforme ecologia della pace.<br />
9. Ci aiuta a comprendere quanto sia<br />
stretto questo nesso tra l’una ecologia e l’altra<br />
il problema ogni giorno più grave dei<br />
rifornimenti energetici. In questi anni nuove<br />
Nazioni sono entrate con slancio nella<br />
produzione industriale, incrementando i bisogni<br />
energetici. Ciò sta provocando una<br />
corsa alle risorse disponibili che non ha<br />
confronti con situazioni precedenti. Nel<br />
frattempo, in alcune regioni del pianeta si<br />
vivono ancora condizioni di grande arretratezza,<br />
in cui lo sviluppo è praticamente inceppato<br />
anche a motivo del rialzo dei prezzi<br />
dell’energia. Che ne sarà di quelle popolazioni?<br />
Quale genere di sviluppo o di<br />
non-sviluppo sarà loro imposto dalla scarsità<br />
di rifornimenti energetici? Quali ingiustizie<br />
e antagonismi provocherà la corsa alle<br />
fonti di energia? E come reagiranno gli<br />
esclusi da questa corsa? Sono domande che<br />
pongono in evidenza come il rispetto della<br />
natura sia strettamente legato alla necessità<br />
di tessere tra gli uomini e tra le Nazioni rapporti<br />
attenti alla dignità della persona e capaci<br />
di soddisfare ai suoi autentici bisogni.
390 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
La distruzione dell’ambiente, un suo uso<br />
improprio o egoistico e l’accaparramento<br />
violento delle risorse della terra generano<br />
lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché<br />
sono frutto di un concetto disumano di<br />
sviluppo. Uno sviluppo infatti che si limitasse<br />
all’aspetto tecnico-economico, trascurando<br />
la dimensione morale-religiosa, non<br />
sarebbe uno sviluppo umano integrale e finirebbe,<br />
in quanto unilaterale, per incentivare<br />
le capacità distruttive dell’uomo.<br />
Visioni riduttive dell’uomo<br />
10. Urge pertanto, pur nel quadro delle<br />
attuali difficoltà e tensioni internazionali,<br />
impegnarsi per dar vita ad un’ecologia<br />
umana che favorisca la crescita dell’«albero<br />
della pace». Per tentare una simile impresa<br />
è necessario lasciarsi guidare da una<br />
visione della persona non viziata da pregiudizi<br />
ideologici e culturali o da interessi politici<br />
ed economici, che incitino all’odio e<br />
alla violenza. È comprensibile che le visioni<br />
dell’uomo varino nelle diverse culture.<br />
Ciò che invece non si può ammettere è che<br />
vengano coltivate concezioni antropologiche<br />
che rechino in se stesse il germe della<br />
contrapposizione e della violenza. Ugualmente<br />
inaccettabili sono concezioni di Dio<br />
che stimolino all’insofferenza verso i propri<br />
simili e al ricorso alla violenza nei loro confronti.<br />
È questo un punto da ribadire con<br />
chiarezza: una guerra innomediDionon è<br />
mai accettabile! Quando una certa concezione<br />
di Dio è all’origine di fatti criminosi,<br />
è segno che tale concezione si è già trasformata<br />
in ideologia.<br />
11. Oggi, però, la pace non è messa in<br />
questione solo dal conflitto tra le visioni riduttive<br />
dell’uomo, ossia tra le ideologie. Lo<br />
è anche dall’indifferenza per ciò che costituisce<br />
la vera natura dell’uomo. Molti contemporanei<br />
negano, infatti, l’esistenza di<br />
una specifica natura umana e rendono così<br />
possibili le più stravaganti interpretazioni<br />
dei costitutivi essenziali dell’essere umano.<br />
Anche qui è necessaria la chiarezza: una visione<br />
«debole» della persona, che lasci spazio<br />
ad ogni anche eccentrica concezione,<br />
solo apparentemente favorisce la pace. In<br />
realtà impedisce il dialogo autentico ed apre<br />
la strada all’intervento di imposizioni autoritarie,<br />
finendo così per lasciare la persona<br />
stessa indifesa e, conseguentemente, facile<br />
preda dell’oppressione e della violenza.<br />
Diritti umani e Organizzazioni internazionali<br />
12. Una pace vera e stabile presuppone il<br />
rispetto dei diritti dell’uomo. Se però questi<br />
diritti si fondano su una concezione debole<br />
della persona, come non ne risulteranno anch’essi<br />
indeboliti? Si rende qui evidente la<br />
profonda insufficienza di una concezione<br />
relativistica della persona, quando si tratta<br />
di giustificarne e difenderne i diritti. L’aporia<br />
in tal caso è palese: i diritti vengono proposti<br />
come assoluti, ma il fondamento che<br />
per essi si adduce è solo relativo. C’è da<br />
meravigliarsi se, di fronte alle esigenze<br />
“scomode” poste dall’uno o dall’altro diritto,<br />
possa insorgere qualcuno a contestarlo o<br />
a deciderne l’accantonamento? Solo se radicati<br />
in oggettive istanze della natura donata<br />
all’uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti<br />
possono essere affermati senza timore<br />
di smentita. Va da sé, peraltro, che i<br />
diritti dell’uomo implicano a suo carico dei<br />
doveri. Bene sentenziava, al riguardo, il<br />
mahatma Gandhi: «Il Gange dei diritti discende<br />
dall’Himalaia dei doveri». È solo facendo<br />
chiarezza su questi presupposti di<br />
fondo che i diritti umani, oggi sottoposti a<br />
continui attacchi, possono essere adeguatamente<br />
difesi. Senza tale chiarezza, si finisce<br />
per utilizzare la stessa espressione, ‘diritti<br />
umani’appunto, sottintendendo soggetti assai<br />
diversi fra loro: per alcuni, la persona<br />
umana contraddistinta da dignità permanente<br />
e da diritti validi sempre, dovunque e<br />
per chiunque; per altri, una persona dalla dignità<br />
cangiante e dai diritti sempre negoziabili:<br />
nei contenuti, nel tempo e nello spazio.<br />
13. Alla tutela dei diritti umani fanno costante<br />
riferimento gli Organismi internazionali<br />
e, in particolare, l’Organizzazione delle<br />
Nazioni Unite, che con la Dichiarazione<br />
Universale del 1948 si è prefissata, quale<br />
compito fondamentale, la promozione dei<br />
diritti dell’uomo. A tale Dichiarazione si
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
391<br />
guarda come ad una sorta di impegno morale<br />
assunto dall’umanità intera. Ciò ha una<br />
sua profonda verità soprattutto se i diritti<br />
descritti nella Dichiarazione sono considerati<br />
come aventi fondamento non semplicemente<br />
nella decisione dell’assemblea che li<br />
ha approvati, ma nella natura stessa dell’uomo<br />
e nella sua inalienabile dignità di<br />
persona creata da Dio. È importante, pertanto,<br />
che gli Organismi internazionali non<br />
perdano di vista il fondamento naturale dei<br />
diritti dell’uomo. Ciò li sottrarrà al rischio,<br />
purtroppo sempre latente, di scivolare verso<br />
una loro interpretazione solo positivistica.<br />
Se ciò accadesse, gli Organismi internazionali<br />
risulterebbero carenti dell’autorevolezza<br />
necessaria per svolgere il ruolo di<br />
difensori dei diritti fondamentali della persona<br />
e dei popoli, principale giustificazione<br />
del loro stesso esistere ed operare.<br />
Diritto internazionale umanitario e diritto<br />
interno degli Stati<br />
14. A partire dalla consapevolezza che<br />
esistono diritti umani inalienabili connessi<br />
con la comune natura degli uomini, è stato<br />
elaborato un diritto internazionale umanitario,<br />
alla cui osservanza gli Stati sono impegnati<br />
anche in caso di guerra. Ciò purtroppo<br />
non ha trovato coerente attuazione, a prescindere<br />
dal passato, in alcune situazioni di<br />
guerra verificatesi di recente. Così, ad esempio,<br />
è avvenuto nel conflitto che mesi fa ha<br />
avuto per teatro il Libano del Sud, dove<br />
l’obbligo di proteggere e aiutare le vittime<br />
innocenti e di non coinvolgere la popolazione<br />
civile è stato in gran parte disatteso. La<br />
dolorosa vicenda del Libano e la nuova configurazione<br />
dei conflitti, soprattutto da<br />
quando la minaccia terroristica ha posto in<br />
atto inedite modalità di violenza, richiedono<br />
che la comunità internazionale ribadisca il<br />
diritto internazionale umanitario e lo applichi<br />
a tutte le odierne situazioni di conflitto<br />
armato, comprese quelle non previste dal diritto<br />
internazionale in vigore. Inoltre, la piaga<br />
del terrorismo postula un’approfondita<br />
riflessione sui limiti etici che sono inerenti<br />
all’utilizzo degli strumenti odierni di tutela<br />
della sicurezza nazionale. Sempre più spes-<br />
so, in effetti, i conflitti non vengono dichiarati,<br />
soprattutto quando li scatenano gruppi<br />
terroristici decisi a raggiungere con qualunque<br />
mezzo i loro scopi. Dinanzi agli sconvolgenti<br />
scenari di questi ultimi anni, gli<br />
Stati non possono non avvertire la necessità<br />
di darsi delle regole più chiare, capaci di<br />
contrastare efficacemente la drammatica deriva<br />
a cui stiamo assistendo. La guerra rappresenta<br />
sempre un insuccesso per la comunità<br />
internazionale ed una grave perdita di<br />
umanità. Quando, nonostante tutto, ad essa<br />
si arriva, occorre almeno salvaguardare i<br />
principi essenziali di umanità e i valori fondanti<br />
di ogni civile convivenza, stabilendo<br />
norme di comportamento che ne limitino il<br />
più possibile i danni e tendano ad alleviare<br />
le sofferenze dei civili e di tutte le vittime<br />
dei conflitti(A tale riguardo, il Catechismo<br />
della Chiesa Cattolica ha dettato criteri<br />
molto severi e precisi: cfr. nn. 2307-2317).<br />
15. Altro elemento che suscita grande inquietudine<br />
è la volontà, manifestata di recente<br />
da alcuni Stati, di dotarsi di armi nucleari.<br />
Ne è risultato ulteriormente accentuato<br />
il diffuso clima di incertezza e di<br />
paura per una possibile catastrofe atomica.<br />
Ciò riporta gli animi indietro nel tempo, alle<br />
ansie logoranti del periodo della cosiddetta<br />
«guerra fredda». Dopo di allora si sperava<br />
che il pericolo atomico fosse definitivamente<br />
scongiurato e che l’umanità<br />
potesse finalmente tirare un durevole sospiro<br />
di sollievo. Quanto appare attuale, a questo<br />
proposito, il monito del Concilio Ecumenico<br />
Vaticano II: «Ogni azione bellica che indiscriminatamente<br />
mira alla distruzione di<br />
intere città o di vaste regioni con i loro abitanti<br />
è un crimine contro Dio e contro l’uomo,<br />
che deve essere condannato con fermezza<br />
e senza esitazione» (Cost. past. Gaudium<br />
et spes, 80). Purtroppo ombre<br />
minacciose continuano ad addensarsi all’orizzonte<br />
dell’umanità. La via per assicurare<br />
un futuro di pace per tutti è rappresentata<br />
non solo da accordi internazionali per la<br />
non proliferazione delle armi nucleari, ma<br />
anche dall’impegno di perseguire con determinazione<br />
la loro diminuzione e il loro<br />
definitivo smantellamento. Niente si lasci<br />
di intentato per arrivare, con la trattativa, al
392 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
conseguimento di tali obiettivi! È in gioco<br />
il destino dell’intera famiglia umana!<br />
La Chiesa a tutela della trascendenza<br />
della persona umana<br />
16. Desidero, infine, rivolgere un pressante<br />
appello al Popolo di Dio, perché ogni<br />
cristiano si senta impegnato ad essere infaticabile<br />
operatore di pace e strenuo difensore<br />
della dignità della persona umana e dei<br />
suoi inalienabili diritti. Grato al Signore per<br />
averlo chiamato ad appartenere alla sua<br />
Chiesa che, nel mondo, è «segno e tutela<br />
della trascendenza della persona umana»<br />
(Conc. Vat. II, ibid. n. 76), il cristiano non si<br />
stancherà di implorare da Lui il fondamentale<br />
bene della pace che tanta rilevanza ha<br />
nella vita di ciascuno. Egli inoltre sentirà la<br />
fierezza di servire con generosa dedizione<br />
la causa della pace, andando incontro ai fratelli,<br />
specialmente a coloro che, oltre a patire<br />
povertà e privazioni, sono anche privi di<br />
tale prezioso bene. Gesù ci ha rivelato che<br />
«Dioèamore»(1Gv 4,8) e che la vocazione<br />
più grande di ogni persona è l’amore. In<br />
Cristo noi possiamo trovare le ragioni supreme<br />
per farci fermi paladini della dignità<br />
umana e coraggiosi costruttori di pace.<br />
17. Non venga quindi mai meno il contributo<br />
di ogni credente alla promozione di<br />
un vero umanesimo integrale, secondogli<br />
insegnamenti delle Lettere encicliche Populorum<br />
progressio e Sollicitudo rei socialis,<br />
delle quali ci apprestiamo a celebrare<br />
proprio quest’anno il 40 o eil20 o anniversario.<br />
Alla Regina della Pace, Madre di Gesù<br />
Cristo «nostra pace» (Ef 2,14), affido la<br />
mia insistente preghiera per l’intera umanità<br />
all’inizio dell’anno 2007, a cui guardiamo<br />
– pur tra pericoli e problemi – con<br />
cuore colmo di speranza. Sia Maria a mostrarci<br />
nel Figlio suo la Via della pace, ed illumini<br />
i nostri occhi, perché sappiano riconoscere<br />
il suo Volto nel volto di ogni persona<br />
umana, cuore della pace!<br />
Dal Vaticano, 8 Dicembre 2006.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 13 dicembre 2006)<br />
6. Messaggio ai Cattolici del Medio<br />
Oriente<br />
Dal Vaticano, 21 dicembre 2006<br />
Ai Venerati Fratelli nell’Episcopato<br />
e nel Sacerdozio<br />
Ai carissimi fratelli e sorelle cattolici<br />
della Regione Medio Orientale<br />
Immersi nella luce del Natale, contempliamo<br />
la presenza del Verbo che ha posto<br />
la sua tenda in mezzo a noi. Egli è «la luce<br />
che brilla nelle tenebre» e che ci «ha dato il<br />
potere di divenire figli di Dio» (cfr Gv<br />
1,5.12). In questo tempo così significativo<br />
per la fede cristiana, desidero rivolgere uno<br />
speciale pensiero a voi, fratelli e sorelle cattolici,<br />
che vivete nelle regioni del Medio<br />
Oriente: mi sento spiritualmente presente in<br />
ogni vostra Chiesa particolare, anche la più<br />
piccola, per condividere con voi l’ansia e la<br />
speranza con cui attendete il Signore Gesù,<br />
Principe della pace. A tutti giunga l’augurio<br />
biblico, fatto proprio anche da san Francesco<br />
d’Assisi: il Signore vi dia pace.<br />
Mi rivolgo con affetto alle Comunità che<br />
sono e si sentono “piccolo gregge” sia per il<br />
ridotto numero di fratelli e sorelle (cfr Lc<br />
12,32), sia perché immerse in società composte<br />
in larga maggioranza di credenti di altre<br />
religioni, sia per le circostanze presenti<br />
che vedono alcune delle Nazioni d’appartenenzainseridisagiedifficoltà.Pensosoprattutto<br />
ai Paesi segnati da forti tensioni e<br />
spesso sottoposti a manifestazioni di efferata<br />
violenza che, oltre a causare grandi distruzioni,<br />
colpiscono senza pietà persone<br />
inermi e innocenti. Le notizie quotidiane<br />
che giungono dal Medio Oriente non fanno<br />
che mostrare un crescendo di situazioni<br />
drammatiche, quasi senza via di uscita. Sono<br />
vicende che in quanti ne sono coinvolti<br />
suscitano naturalmente recriminazione e<br />
rabbia e predispongono gli animi a propositi<br />
di rivalsa e di vendetta.<br />
Sappiamo che questi non sono sentimenti<br />
cristiani; cedere ad essi rende interiormente<br />
duri e astiosi, ben lontani da quella<br />
“mitezza ed umiltà” di cui Cristo Gesù ci si<br />
è proposto come modello (cfr Mt 11,29). Si<br />
perderebbe così l’occasione di offrire un
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
393<br />
contributo propriamente cristiano alla soluzione<br />
dei gravissimi problemi di questo nostro<br />
tempo. Non sarebbe davvero saggio,<br />
soprattutto in questo momento, spendere<br />
tempo ad interrogarsi su chi abbia sofferto<br />
di più o voler presentare il conto dei torti ricevuti,<br />
elencando le ragioni che militano a<br />
favore della propria tesi. Ciò è stato fatto<br />
spesso nel passato, con risultati a dir poco<br />
deludenti. La sofferenza in fondo accomuna<br />
tutti, e quando uno soffre deve sentire<br />
anzitutto il desiderio di capire quanto possa<br />
soffrire l’altro che si trova in una situazione<br />
analoga. Il dialogo paziente e umile, fatto di<br />
ascolto reciproco e teso alla comprensione<br />
dell’altrui situazione ha già portato buoni<br />
frutti in molti Paesi precedentemente devastati<br />
dalla violenza e dalle vendette. Un po’<br />
più di fiducia nell’umanità dell’altro, soprattutto<br />
se sofferente, non può che dare validi<br />
risultati. Questa interiore disposizione<br />
viene oggi invocata autorevolmente da tante<br />
parti.<br />
Alle comunità cattoliche dei vostri Paesi<br />
penso costantemente ed anche con più acuta<br />
preoccupazione nel periodo natalizio.<br />
Verso le vostre terre ci porta la stella vista<br />
dai Magi, la stella che li guidò all’incontro<br />
col Bambino e con Maria sua Madre (cfr Mt<br />
2,11). In terra d’Oriente Gesù offrì la sua vita<br />
per fare «dei due un popolo solo, abbattendo<br />
il muro di separazione [che è] l’inimicizia»<br />
(Ef 2,14). Lì Egli disse ai discepoli:<br />
«Andate in tutto il mondo e predicate il<br />
Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15). Lì si<br />
ricorse per la prima volta alla qualifica di<br />
cristiani per designare i discepoli del Maestro<br />
(cfr At 11,26). Lì nacque e si sviluppò<br />
la Chiesa dei grandi Padri e fiorirono diverse<br />
e ricche tradizioni spirituali e liturgiche.<br />
A voi, cari fratelli e sorelle, eredi di tali<br />
tradizioni, esprimo con affetto la mia personale<br />
vicinanza nella situazione di umana insicurezza,<br />
di sofferenza quotidiana, di paura<br />
e di speranza che state vivendo. Alle vostre<br />
comunità ripeto, innanzitutto, le parole<br />
del Redentore: «Non temere, piccolo gregge,<br />
perché al Padre vostro è piaciuto di darvi<br />
il Regno» (Lc 12,32). Potete contare sulla<br />
mia piena solidarietà nelle attuali circostanze.<br />
Sono certo di potermi fare portavoce<br />
anche della condivisione della Chiesa universale.<br />
Ogni fedele cattolico del Medio<br />
Oriente, insieme con la sua comunità d’appartenenza,<br />
non si senta pertanto solo o abbandonato.<br />
Le vostre Chiese sono accompagnate<br />
nel loro difficile cammino dalla<br />
preghiera e dal sostegno caritativo delle<br />
Chiese particolari del mondo intero, sull’esempio<br />
e secondo lo spirito della Chiesa nascente<br />
(cfr At 11,29-30).<br />
Nelle presenti circostanze, segnate da<br />
poche luci e da troppe ombre, è per me motivo<br />
di consolazione e di speranza sapere<br />
che le comunità cristiane del Medio Oriente,<br />
le cui intense sofferenze mi sono ben<br />
presenti, continuano ad essere comunità viventi<br />
e attive, decise a testimoniare la loro<br />
fede con la loro specifica identità nelle società<br />
che le circondano. Esse desiderano di<br />
poter contribuire in maniera costruttiva ad<br />
alleviare gli urgenti bisogni delle loro rispettive<br />
società e dell’intera regione. Nella<br />
sua prima Lettera, scrivendo a comunità<br />
piuttosto povere ed emarginate, che non<br />
contavano molto nella società di allora ed<br />
erano anche perseguitate, san Pietro non<br />
esitava a dire che la loro situazione difficile<br />
doveva essere considerata come “grazia”<br />
(cfr 1,7-11). Di fatto, non è forse una grazia<br />
poter partecipare alle sofferenze di Cristo,<br />
unendosi all’azione con cui Egli ha preso su<br />
di sé i nostri peccati per espiarli? Le comunità<br />
cattoliche, che spesso vivono situazioni<br />
difficili, siano consapevoli della forza<br />
potente che promana dalla loro sofferenza<br />
accettata con amore. È sofferenza che può<br />
cambiare il cuore dell’altro e il cuore del<br />
mondo. Incoraggio pertanto ciascuno a proseguire<br />
con perseveranza nel proprio cammino,<br />
sorretto dalla consapevolezza del<br />
“prezzo”concuiCristoloharedento(cfr<br />
1Cor 6,20). Certo, la risposta alla propria<br />
vocazione cristiana è tanto più ardua per i<br />
membri di quelle comunità che sono minoranza<br />
e spesso numericamente poco significanti<br />
nelle società in cui si trovano immerse.<br />
Tuttavia «la luce può essere flebile in<br />
una casa - scrissero i vostri Patriarchi nella<br />
loro Lettera Pastorale della Pasqua 1992 -,<br />
ma rischiara tutta la casa. Il sale è elemento<br />
minimale negli alimenti, ma è esso che dà
394 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
loro il sapore. Il lievito è molto poco nella<br />
pasta, ma è quello che la fa lievitare e la prepara<br />
a divenire pane». Faccio mie queste<br />
parole ed incoraggio i Pastori cattolici a<br />
perseverare nel loro ministero, coltivando<br />
l’unità tra loro e restando sempre vicini al<br />
loro gregge. Sappiano che il Papa condivide<br />
le ansie, le speranze e le esortazioni espresse<br />
nelle loro annuali Lettere, come pure nel<br />
quotidiano espletamento dei loro sacri doveri.<br />
Egli li incoraggia nel loro sforzo di sostenere<br />
e rafforzare nella fede, nella speranza<br />
e nella carità il gregge loro affidato. La<br />
presenza delle loro comunità nei diversi<br />
Paesi della regione costituisce, tra l’altro,<br />
un elemento che può grandemente favorire<br />
l’ecumenismo.<br />
Da lungo tempo si osserva come molti<br />
cristiani stiano lasciando il Medio Oriente,<br />
così che i Luoghi Santi rischiano di trasformarsi<br />
in zone archeologiche, prive di vita<br />
ecclesiale. Certo, situazioni geopolitiche pericolose,<br />
conflitti culturali, interessi economici<br />
e strategici, nonché aggressività che si<br />
cerca di giustificare attribuendo loro una<br />
matrice sociale o religiosa, rendono difficile<br />
la sopravvivenza delle minoranze e perciò<br />
molti cristiani sono portati a cedere alla tentazione<br />
di emigrare. Spesso il male può essere<br />
in qualche modo irreparabile. Non si dimentichi<br />
tuttavia che anche il semplice stare<br />
vicini e vivere insieme una sofferenza comune<br />
agisce come balsamo sulle ferite e dispone<br />
a pensieri e opere di riconciliazione e<br />
di pace. Ne nasce un dialogo familiare e fraterno,<br />
che con il tempo e con la grazia dello<br />
Spirito, potrà trasformarsi in dialogo a livello<br />
più ampio: culturale, sociale e anche politico.<br />
Il credente peraltro sa di poter contare<br />
su una speranza che non delude, perché si<br />
fonda sulla presenza del Risorto. Da Lui viene<br />
l’impegno nella fede e l’operosità nella<br />
carità (cfr 1Ts 1,3). Nelle difficoltà anche<br />
più dolorose, la speranza cristiana attesta<br />
che la rassegnazione passiva e il pessimismo<br />
sono il vero grande pericolo che insidia la risposta<br />
alla vocazione che scaturisce dal Battesimo.<br />
Ne possono derivare sfiducia, paura,<br />
autocommiserazione, fatalismo e fuga.<br />
Nell’ora presente, ai cristiani è chiesto di<br />
essere coraggiosi e determinati con la forza<br />
dello Spirito di Cristo, sapendo di poter<br />
contare sulla vicinanza dei loro fratelli nella<br />
fede, sparsi nel mondo. San Paolo, scrivendo<br />
ai Romani, dichiara apertamente che<br />
non c’è paragone tra le sofferenze che sopportiamo<br />
quaggiù e la gloria che ci attende<br />
(cfr 8,18). Parimenti san Pietro nella sua<br />
prima Lettera ci ricorda che noi cristiani,<br />
pur se afflitti da varie prove, abbiamo una<br />
speranza più grande che ci riempie il cuore<br />
di gioia (cfr 1,6). Ancora san Paolo nella seconda<br />
Lettera ai Corinzi afferma con convinzione<br />
che il «Dio di ogni consolazione…<br />
ci consola in ogni nostra tribolazione, affinché<br />
possiamo anche noi consolare quelli<br />
che si trovano in qualsiasi genere di afflizione»<br />
(1,3-4). Sappiamo bene che la consolazione<br />
promessa dallo Spirito Santo non<br />
è fatta semplicemente di parole buone, ma<br />
si traduce in un allargamento della mente e<br />
del cuore, così da poter vedere la propria situazione<br />
nel quadro più grande dell’intera<br />
creazione sottoposta alle doglie del parto in<br />
attesa della rivelazione dei figli di Dio (cfr<br />
Rm 8,19-25). In questa prospettiva, ciascuno<br />
può giungere a pensare più alle sofferenze<br />
dell’altro che alle proprie, più a quelle<br />
comuni che a quelle private, e a preoccuparsi<br />
di fare qualcosa perché l’altro o gli altri<br />
comprendano che le loro sofferenze sono<br />
capite e accolte e che si desidera, per<br />
quanto è possibile, di porre ad esse rimedio.<br />
Attraverso di voi, carissimi, intendo rivolgermi<br />
anche ai vostri concittadini, uomini<br />
e donne delle diverse confessioni cristiane,<br />
delle diverse religioni e a tutti coloro<br />
che cercano con onestà la pace, la giustizia,<br />
la solidarietà, mediante l’ascolto reciproco<br />
e il dialogo sincero. A tutti dico: perseverate<br />
con coraggio e fiducia! A quanti hanno la<br />
responsabilità di guidare gli eventi, poi,<br />
chiedo sensibilità, attenzione e vicinanza<br />
concreta che superi calcoli e strategie, affinché<br />
si edifichino società più giuste e più<br />
pacifiche, nel rispetto vero di ogni essere<br />
umano.<br />
Come vi è noto, carissimi fratelli e sorelle,<br />
spero vivamente che la Provvidenza faccia<br />
sì che le circostanze permettano un mio<br />
pellegrinaggio nella Terra resa santa dagli<br />
avvenimenti della Storia della Salvezza.
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
395<br />
Spero così di poter pregare a Gerusalemme<br />
«patria del cuore di tutti i discendenti spirituali<br />
di Abramo, che la sentono immensamente<br />
cara» (Giovanni Paolo II, Redemptionis<br />
anno, AAS LXXVI, 1984, 625). Sono<br />
infatti convinto che essa può assurgere “a<br />
simbolo di incontro, di unione e di pace per<br />
tutta la famiglia umana” (ibid., p. 629). In attesa<br />
dell’avveramento di questo desiderio,<br />
vi incoraggio a proseguire sulla via della fiducia,<br />
compiendo gesti di amicizia e di buona<br />
volontà. Alludo sia ai gesti semplici e<br />
quotidiani, già da tempo praticati nelle vostre<br />
regioni da molta gente umile che ha<br />
sempre trattato con riguardo tutte le persone,<br />
sia ai gesti in qualche modo eroici, ispirati<br />
dall’autentico rispetto per la dignità<br />
umana, nel tentativo di trovare vie di uscita<br />
a situazioni di grave conflittualità. La pace è<br />
un bene così grande ed urgente da giustificare<br />
sacrifici anche grandi da parte di tutti.<br />
Come scriveva il mio venerato Predecessore,<br />
il Papa Giovanni Paolo II, «non c’è<br />
pace senza giustizia». È perciò necessario<br />
che si riconoscano ed onorino i diritti di ciascuno.<br />
Giovanni Paolo II però aggiungeva:<br />
“non c’è giustizia senza perdono”. Normalmente<br />
senza transigere su passati errori non<br />
si può arrivare ad un accordo che consenta<br />
di riaprire il dialogo in vista di future collaborazioni.<br />
Il perdono, nel caso, è condizione<br />
indispensabile per essere liberi di progettare<br />
un nuovo futuro. Dal perdono con-<br />
cesso ed accolto possono nascere e svilupparsi<br />
tante opere di solidarietà, nella linea di<br />
quelle che già esistono ampiamente nelle<br />
vostre regioni per iniziativa sia della Chiesa<br />
che dei governi e delle istanze non governative.<br />
Il canto degli Angeli sulla capanna di<br />
Betlemme – «pace in terra agli uomini che<br />
Dio ama» – assume in questi giorni tutta la<br />
sua pregnanza e produce fin da ora quei<br />
frutti che si avranno in pienezza nella vita<br />
eterna. Il mio auspicio è che il tempo di Natale<br />
segni un termine o almeno un sollievo<br />
per tante sofferenze e dia a tante famiglie<br />
quel supplemento di speranza che è necessario<br />
per perseverare nell’arduo compito di<br />
promuovere la pace in un mondo ancora<br />
tanto lacerato e diviso. Carissimi, siate certi<br />
che in questo cammino vi accompagna la<br />
fervente preghiera del Papa e di tutta la<br />
Chiesa. L’intercessione e l’esempio di tanti<br />
Martiri e Santi, che nelle vostre terre hanno<br />
reso coraggiosa testimonianza a Cristo, vi<br />
sostengano e vi rafforzino nella vostra fede.<br />
E la Santa Famiglia di Nazareth vegli sui<br />
vostri buoni propositi e sui vostri impegni.<br />
Con tali sentimenti, di vivo cuore imparto<br />
a ciascuno di voi una speciale Benedizione<br />
Apostolica, pegno del mio affetto e del<br />
mio costante ricordo.<br />
BENEDETTO XVI
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
1. Lettera per il XX anniversario dello<br />
“spirito di Assisi”<br />
Carissimi Fratelli,<br />
il Signore vi dia Pace!<br />
Venti anni or sono il servo di Dio Giovanni<br />
Paolo II prese l’iniziativa di convocare<br />
ad Assisi i rappresentanti delle varie<br />
confessioni cristiane e delle diverse religioni<br />
per implorare dall’unico Dio di tutti<br />
gli uomini il dono della pace, per riaffermare<br />
insieme il comune anelito a vivere in<br />
armonia e per comprendere, di fronte al Signore,<br />
come essere operatori di pace nel<br />
pensiero, nel cuore e nell’azione. Quel 27<br />
ottobre 1986 «costituì un messaggio vibrante<br />
a favore della pace e si rivelò un<br />
evento destinato a lasciare il segno nella<br />
storia» (Benedetto XVI, Messaggio in occasione<br />
del XX anniversario dell’Incontro<br />
Interreligioso di preghiera per la pace di<br />
Assisi, 2 settembre 2006). Tanto più che<br />
Giovanni Paolo II, ogni qualvolta atti terroristici,<br />
guerre, disperazione, ingiustizie,<br />
sospetti ed incomprensioni hanno rischiato<br />
di compromettere seriamente il destino<br />
dell’umanità, ha riproposto ai credenti ed<br />
agli uomini di buona volontà di farsi pellegrini<br />
ad Assisi o ha invitato in moltissime<br />
circostanze ad ispirarsi, per la costruzioni<br />
di un mondo più giusto e solidale, allo<br />
«spirito di Assisi».<br />
Perché Assisi? Nell’ultimo pellegrinaggio<br />
del 24 gennaio 2004, e non solo nell’ultimo,<br />
lo stesso Giovanni Paolo II rispondeva:<br />
«Ci incontriamo ad Assisi dove tutto<br />
parla di un singolare profeta della pace,<br />
chiamato Francesco». E la testimonianza<br />
che Francesco «rese nel suo tempo – conferma<br />
Benedetto XVI nel Messaggio citato<br />
– ne fa un naturale punto di riferimento per<br />
quanti oggi coltivano l’ideale della pace,<br />
del rispetto della natura, del dialogo tra le<br />
persone, tra le religioni e le culture». Punto<br />
di riferimento e di stimolo per tutti coloro<br />
che hanno a cuore il futuro della famiglia<br />
umana e della “casa” dell’uomo, in modo<br />
particolare per noi francescani che siamo<br />
stati generati dallo «spirito di Assisi» e siamo<br />
seguaci del Poverello, che ha incarnato<br />
«in modo esemplare la beatitudine proclamata<br />
da Gesù nel Vangelo: “Beati gli operatori<br />
di pace, perché saranno chiamati figli di<br />
Dio”» (Messaggio...).<br />
Che cosa vuol dire per noi oggi che Francesco<br />
è il punto di riferimento e, soprattutto,<br />
come possiamo noi, figli di Francesco, essere<br />
ancora, dovunque viviamo, autentici testimoni<br />
di pace e che cosa lasciamo “vedere”<br />
della sua affascinante avventura umana<br />
ed evangelica? Provvidenzialmente il ricordo<br />
del ventesimo anniversario dell’iniziativa<br />
audace e profetica di Giovanni Paolo II<br />
coincide, come ha sottolineato Benedetto<br />
XVI nel Messaggio per il ventesimo anniversario<br />
dell’iniziativa di preghiera per la<br />
pace, con la celebrazione, in atto nella nostra<br />
Fraternità, dell’VIII Centenario della conversione<br />
di Francesco, provocata dal dialogo<br />
con il Crocifisso di San Damiano: «Signore,<br />
che cosa vuoi che io faccia?» e «Va’,<br />
Francesco, ripara la mia casa». Scoperto il<br />
senso delle parole del Crocifisso, il Poverello<br />
si fa promotore di pace con lettere circolari<br />
o private, con l’annuncio del Regno di<br />
Dio e del dono divino della pace (cf 1Cel<br />
10), diventando così l’«angelo della vera pace»<br />
(LegM, Prologo 1).<br />
Per capire il perché eilcome noi Francescani<br />
dobbiamo essere «”sentinelle” docili<br />
e coraggiose della vera pace, fondata nella<br />
giustizia e nel perdono, nella verità e nella<br />
misericordia» (Giovanni Paolo II, Discorso<br />
ad Assisi, 24 gennaio 2002), dobbiamo «fissare<br />
lo sguardo sul mistero dalla croce,albero<br />
di salvezza irrorato dal sangue redentore<br />
di Cristo» (l.c.; cfancheDeus caritas<br />
est, 12). Sì, il fascino di Francesco scaturisce<br />
dal suo lasciarsi trasformare dalla logi-
398 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ca della croce, così da apprendere un nuovo<br />
“linguaggio”, quello dell’amore, del perdono<br />
e del bene.<br />
Il 2006 è per la nostra Fraternità l’anno<br />
della conversione, provocata dalla contemplazione<br />
del Crocifisso di San Damiano. Mi<br />
permetto, allora, di suggerirvi un itinerario<br />
concreto di conversione per scommettere<br />
sull’amore, sul valore della fraternità, «a<br />
cui tutti gli uomini sono chiamati, e a cui<br />
anche le creature inanimate – da “fratello<br />
sole” a “sorella luna” – in qualche modo<br />
partecipano» (Benedetto XVI, Messaggio...).<br />
Si tratta di vivere e di promuovere,<br />
all’interno delle nostre Fraternità e nelle relazioni<br />
con chi il Signore pone sulla nostra<br />
strada, i valori del Decalogo di Assisi, inviato<br />
da Giovanni Paolo II ai Capi di stato e<br />
di Governo, frutto dell’eccezionale giornata<br />
di preghiera vissuta in Assisi il 24 gennaio<br />
2002 (cf Acta Ordinis, I, 2002, 6-7), tenendo<br />
sempre dinanzi ai nostri occhi la testimonianza<br />
esemplare di Francesco di<br />
Assisi, il quale ci esorta ad «essere pacifici<br />
e modesti, mansueti ed umili», ci ricorda la<br />
nostra vocazione: «curare le ferite, fasciare<br />
le fratture, richiamare gli smarriti», ci invita<br />
a rivolgerci all’«Altissimo, glorioso<br />
Dio», perché ci doni la capacità di discernere<br />
e di fare sempre la sua volontà.<br />
Roma, 8 settembre 2006<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
2. Omelia per la Festa delle Stigmate di<br />
san Francesco<br />
Santuario della Verna, 17 settembre 2006<br />
Questa sarà la nostra Regola<br />
Gal 6,14-1; Gal 2; Fil 1; Lc 9, 23-26<br />
Cari fratelli e sorelle, la Parola che abbiamo<br />
appena ascoltato ci apre alla comprensione<br />
della festa che oggi celebriamo in<br />
questo santuario, tanto caro a tutti noi che<br />
amiamo Francesco. Il brano di Vangelo che<br />
è stato proclamato, infatti, è all’inizio della<br />
vicenda spirituale di del Poverello d’Assisi.<br />
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi<br />
se stesso, prenda la sua croce ogni<br />
giorno e mi segua» ci ha detto oggi il Signore.<br />
Al sentire queste stesse parole Francesco<br />
e i suoi compagni, quando ancora non<br />
capivano come sarebbe dovuta essere la loro<br />
vita, quando il futuro era ancora incerto e<br />
tanta era la confusione nella testa, compresero<br />
ciò che il Signore chiedeva loro ed<br />
esclamarono: «Ecco quello che bramavamo<br />
di fare, ecco quello che cercavamo! … Questa<br />
sarà la nostra regola» (AnPer 11).<br />
Da quel giorno la vita di Francesco e dei<br />
suoi primi Fratelli cambiò radicalmente. La<br />
Parola ascoltata era come una chiara risposta<br />
alla domanda sul loro futuro. Finalmente<br />
avevano compreso la direzione verso cui<br />
andare. La loro vita voleva essere proprio<br />
un seguire le orme del Signore Gesù Cristo:<br />
«Se qualcuno vuol venire dietro a me», questo<br />
era ciò che quei giovani di Assisi avevano<br />
capito di voler fare. Ma come è possibile<br />
seguire le orme del Figlio di Dio? Non è<br />
forse questa molte volte anche la nostra domanda,<br />
quando ascoltiamo il Vangelo? Crediamo<br />
alla parola che ascoltiamo, ma come<br />
si fa a viverla? Lo vorremmo, è una parola<br />
che ci affascina, capiamo che in essa c’è la<br />
verità e il bene, ma ci sentiamo tanto poveri<br />
e limitati di fronte alle sue esigenze. Come<br />
può un uomo fare tutto quello che il<br />
Vangelo chiede? Forse questa era anche la<br />
domandacheFrancescoeisuoicompagni<br />
si facevano in quei giorni ad Assisi ottocento<br />
anni fa.<br />
Ma la risposta è lo stesso Gesù a darla:<br />
«rinnega te stesso». È come se il Signore,<br />
dando conferma ai nostri dubbi, dicesse:<br />
«Come puoi pretendere tu, uomo, di seguirmi<br />
contando sulle tue sole forze? Non potrai<br />
mai farcela da solo, anzi, finché confidi solo<br />
in te stesso, sei destinato al fallimento. Devi<br />
rinnegare te stesso, devi dimenticarti, farti<br />
da parte, cioè convertirti». Una Parola sconvolgente<br />
questa. Una parola che sovverte i<br />
piani dell’uomo di oggi, come quelli dell’uomo<br />
di ottocento anni fa o di duemila anni<br />
fa. Eppure questa parola aprì gli occhi e il<br />
cuore del giovane Francesco. Lui, che viveva<br />
in un tempo di grandi cambiamenti, dove<br />
la classe emergente era quella dei mercanti,
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
399<br />
È consuetudine che, nella ricorrenza della<br />
festa del padre san Francesco, noi, Frati<br />
del Definitorio generale, condividiamo con<br />
i Frati dell’Ordine una riflessione sulla nostra<br />
vita e missione. Quest’anno la solennità<br />
del serafico padre cade in un tempo speciale<br />
per tutta la Fraternità universale, a motivo<br />
del Capitolo generale straordinario e dell’itinerario<br />
spirituale che ci sta conducendo<br />
alla celebrazione dell’ottavo Centenario<br />
dell’Ordine.<br />
Il Capitolo generale, che terminerà il 1<br />
ottobre, risponde al nostro forte bisogno di<br />
discernimento e ci metterà in ascolto del Sidi<br />
coloro, cioè, che non ricevevano più il potere<br />
dall’alto, come i nobili, ma diventavano<br />
potenti grazie alle loro capacità, ascoltando<br />
il Vangelo, capisce che nella sequela di Cristo<br />
questa logica deve essere letteralmente<br />
ribaltata. In questo capovolgimento di prospettiva,<br />
in questo rinnegamento, Francesco<br />
si converte, cambia cioè il suo modo di interpretare<br />
la realtà, perché d’ora in poi la<br />
guarderà a partire dal Vangelo.<br />
Chi vuole seguire il Signore, infatti, non<br />
può contare sulle sue forze. Anzi, dirà Francesco<br />
alla luce di questa Parola, è necessario<br />
diventare piccoli, «minori». Nascono<br />
così i Frati Minori, la cui regola di vita è il<br />
Vangelo. Uomini che vogliono vivere come<br />
fratelli, perché uno solo è il Padre che è nei<br />
cieli, e come Minori, perché il regno di Dio<br />
appartiene ai piccoli, ai poveri, a tutti coloro<br />
che non confidano nella loro forza e ricchezza,<br />
perché sanno che la salvezza può<br />
essere solo un dono assolutamente gratuito<br />
di Dio e, poi, «che giova all’uomo guadagnare<br />
il mondo intero, se poi si perde o rovina<br />
se stesso?».<br />
Ma il farsi da parte, il rinnegarsi non è<br />
per annullarsi o annientarsi, bensì per far<br />
spazio alla potente azione di Dio che, abitandoci<br />
con lo Spirito, ci conforma a Cristo.<br />
È un cammino lungo anche per san Francesco,<br />
eppure questo sarà il solo desiderio che<br />
occuperà tutti i giorni della sua vita. Andare<br />
ogni giorno incontro all’uomo malato,<br />
povero, peccatore, emarginato, ladro o brigante,<br />
e accoglierlo come un fratello; offrire<br />
a tutti perdono e misericordia; superare le<br />
divisioni di razza e religione; essere disposto<br />
a morire per amore, come Gesù ha fatto<br />
con noi; tutto questo è accogliere la croce<br />
ogni giorno, come Cristo l’ha accolta.<br />
Ecco allora che questa parola del Signore<br />
ci viene riproposta dalla liturgia proprio<br />
oggi che celebriamo l’impressione delle<br />
stimmate di san Francesco. Qui, su questo<br />
monte, finalmente il bruciante desiderio di<br />
Francesco si realizza definitivamente. Quella<br />
croce a cui di giorno in giorno si era interiormente<br />
conformato, accogliendola e rinnegando<br />
se stesso, diventa nella sua carne<br />
un segno visibile del cammino di conversione<br />
di tutta la sua vita. Ma il segno delle stim-<br />
mate interroga anche noi oggi. Prima di tutto<br />
noi Frati Minori, riuniti in questi giorni<br />
nel Capitolo generale straordinario ad Assisi,<br />
per riflettere sulla nostra vocazione, ma<br />
interroga anche tutti coloro che sono ancora<br />
oggi affascinati dalla testimonianza che san<br />
Francesco ha lasciato. Lui che, come Paolo,<br />
aveva saputo fare della croce il suo unico<br />
vanto, con Paolo ci ripete che ciò che conta<br />
è essere nuova creatura. Non possiamo allora<br />
dirci cristiani e francescani se non ci mettiamo<br />
almeno in questa prospettiva, che è<br />
stata la prospettiva del Poverello d’Assisi:<br />
diventare nuove creature in Cristo.<br />
La festa di oggi allora è una chiamata a<br />
tornare alle radici della nostra fede, una riscoperta<br />
del nostro battesimo, un ritrovare<br />
la gioia della salvezza e insieme un invito a<br />
non scoraggiarci, a rispondere generosamente<br />
a questa continua chiamata alla conversione,<br />
ad accogliere il Vangelo – come<br />
amava dire Francesco – sine glossa, cioè<br />
nella sua interezza, a lasciare, cioè, che il<br />
Signore cambi il segno della nostra vita.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
3. Lettera per la festa di san Francesco<br />
2006<br />
Vivano sempre come Minori<br />
Cari Fratelli,<br />
il Signore vi dia pace!
400 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
gnore e dei fratelli per rispondere all’interrogativo:<br />
Signore cosa vuoi che io faccia?<br />
Cosa dobbiamo fare?<br />
Tra le varie risposte che questo discernimento<br />
consegna all’Ordine per un rinnovato<br />
progetto di vita, una si staglia in modo<br />
singolare ed è la risposta già contenuta nel<br />
programma per il centenario: dobbiamo tradurre<br />
in opere sante ciò che abbiamo accolto<br />
dall’ascolto orante del Vangelo di Cristo.<br />
Signore, cosa vuoi che io faccia? La risposta<br />
che l’Ordine ha maturato in un anno<br />
dedicato in particolar modo al discernimento<br />
è che dobbiamo metterci in cammino con<br />
la ferma decisione di vivere come Cristo, di<br />
vivere il Vangelo con passione, come Francesco.<br />
Continuando la riflessione sulle Priorità,<br />
che il Capitolo generale ci ha affidato,<br />
e cercando di riflettere con voi su come le<br />
stiamo vivendo, dopo aver riflettuto sullo<br />
spirito di orazione e devozione e sulla vita<br />
in fraternità, in questa lettera desideriamo<br />
condividere qualche pensiero sulla minorità,<br />
in chiave di povertà e di solidarietà. Di<br />
fatto un aspetto del Vangelo che Francesco<br />
ha voluto vivere come priorità è indubbiamente<br />
la minorità e noi, su questo tratto così<br />
qualificante l’esperienza del Poverello,<br />
desideriamo intrattenerci con voi, Fratelli,<br />
che formate la Fraternità universale.<br />
La minorità infatti è la qualifica che ci<br />
caratterizza e distingue a partire dal nostro<br />
nome: Frati Minori. È stata l’intuizione di<br />
Francesco ad individuare la minorità come<br />
opzione di vita e come stato sociale per vivere<br />
radicalmente il Vangelo e per farsi fratello<br />
di tutti. L’esperienza del Poverello,<br />
inoltre, ci ha trasmesso una straordinaria libertà,<br />
che egli ha saputo mantenere nelle relazioni<br />
con le persone e nell’uso delle cose.<br />
In Francesco la minorità aveva certamente<br />
anche una precisa connotazione di<br />
scelta sociale. Nel mondo medievale, la società<br />
era divisa tra “maggiori” e “minori”,<br />
“signori” e “servi”. I maggiori avevano il<br />
potere sociale, politico, economico, culturale<br />
e religioso. Tra questi c’erano i nobili, i<br />
re, i borghesi, i mercanti e i prelati. Invece<br />
tra i minori si contavano i poveri, i servi<br />
della gleba, i malati e quelli che oggi chiamiamo<br />
gli esclusi. Francesco, che apparteneva<br />
al gruppo dei maggiori, dopo la sua<br />
conversione cambia “stato sociale” e si fa<br />
minore.<br />
Ma con la scelta di farsi minore, Francesco<br />
risponde soprattutto alla vocazione proveniente<br />
dal Signore e perciò la minorità,<br />
voluta da Francesco, assume anche un significato<br />
teologico che fa riferimento al Signore<br />
Gesù. Il concetto sociologico acquista<br />
in Francesco un senso teologico. Progressivamente<br />
scopre che Dio è “l’unico<br />
Signore” della vita, di tutte le creature, cioè<br />
“l’unico Maggiore”. Di fatto Francesco in<br />
diversi passaggi della sua vita afferma che<br />
Dio è il suo Signore, tanto che è Lui stesso,<br />
l’Altissimo, a rivelargli quello che doveva<br />
fare. Questa scoperta sul piano della fede<br />
crea nella vita un altro modo di relazionarsi<br />
con Dio, con gli uomini, le donne e con tutte<br />
le creature. Cadono le vecchie forme<br />
d’appropriazione, di dominazione, di sottomissione<br />
e di sfruttamento; emergono relazioni<br />
più fraterne, giuste, libere, relazioni<br />
improntate all’uguaglianza e al rispetto. In<br />
questo contesto molti concetti che regolano<br />
le relazioni umane vengono messi in crisi;<br />
il concetto d’autorità, per esempio, riacquista<br />
il suo valore evangelico di servizio umile,<br />
generoso e gioioso.<br />
Determinante per un’opzione decisa per<br />
la minorità, in Francesco, è la scoperta che<br />
in Gesù Dio si fa minore. Egli, il Signore e<br />
creatore di tutte le cose, l’onnipotente, nell’incarnazione<br />
sceglie di farsi uomo e, tra<br />
gli uomini, sceglie la condizione più umile,<br />
più bassa, più povera. La minorità è il tratto<br />
di Dio che Francesco coglie con preferenza<br />
e con maggior evidenza dalla sua conoscenza<br />
di Gesù Cristo. Dalla nascita alla croce,<br />
per Francesco, tutto parla della povertà e<br />
dell’umiltà di Cristo. E, a questo riguardo,<br />
un’immagine particolare a cui egli fa riferimento<br />
parlando delle relazioni tra i Frati,<br />
particolarmente del servizio dell’autorità, è<br />
l’immagine di Gesù che lava i piedi.<br />
Altro nome della minorità è la povertà.<br />
La povertà nella nostra forma vitae è facilmente<br />
intesa come vivere senza nulla. Ma<br />
non si può vivere senza nulla. Solo gli angeli<br />
vivono senza niente. A noi è chiesto di
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
401<br />
vivere senza nulla di proprio. Francesco<br />
sceglie la povertà, per sé e per i suoi Frati,<br />
non per andare contro corrente in una società<br />
che ha di mira il benessere ad ogni costo,<br />
ma per imitare Cristo povero. Egli è attratto<br />
dall’altissima povertà del Signore e<br />
della sua Madre poverella, sceglie di vivere<br />
radicalmente questa priorità evangelica e la<br />
incarna fedelmente nel suo mondo, nel vissuto<br />
quotidiano. Dalla povertà derivano uno<br />
stile di vita semplice, il rifiuto dell’uso del<br />
denaro, che era espressione di ricchezza riservata<br />
a pochi, la grazia del lavoro con le<br />
proprie mani e la gioia di mendicare per dipendere<br />
dalla generosità altrui. La povertà,<br />
così intesa, crea relazioni nuove, non solo<br />
tra i Frati e la gente, ma anche all’interno<br />
della stessa Fraternità. Avviene infatti che<br />
nella vita fraterna ognuno deve manifestare<br />
all’altro le proprie necessità e ogni fratello<br />
deve farsi carico delle esigenze altrui: poiché,<br />
se una madre nutre e ama il suo figlio<br />
carnale, quanto più premurosamente uno<br />
deve amare e nutrire il suo fratello spirituale!<br />
Soprattutto negli ultimi decenni l’Ordine<br />
ha sviluppato il concetto di povertà intesa<br />
come solidarietà. Francesco di fatto ci insegna<br />
a vivere la povertà assumendo la solidarietà<br />
come forma abituale di condivisione<br />
con i fratelli. La sua insistenza sulla<br />
restituzione al Signore di tutti i beni ricevuti,<br />
trova nella solidarietà un primo modo per<br />
restituire ciò che non è di nostra proprietà<br />
ma che ci viene elargito da Colui che è<br />
provvidenza e nostro bene a sazietà. Francesco<br />
insiste sull’importanza di “restituire”<br />
al Signore e ai Frati tutti i doni che abbiamo<br />
ricevuto e chi non lo fa è un ladro (perché si<br />
appropria di ciò che non è suo). Allora la<br />
cosa più importante è condividere i beni che<br />
il Signore ci ha consegnato. Non basta “non<br />
avere” o “avere poco”. Le Costituzioni generali<br />
ci chiedono di vivere il valore della<br />
solidarietà, della riconciliazione, della giustizia,<br />
predicandoli con i fatti. Nello spirito<br />
di una vita radicalmente evangelica, poiché<br />
gran parte dell’umanità vive tuttora in povertà,<br />
ingiustizia, oppressione, i Frati Minori<br />
si adoperino per una società giusta, libera,<br />
pacifica.<br />
Sono passati tre anni da quando, come<br />
Definitorio, con le Priorità 2003-2009 abbiamo<br />
chiesto espressamente che le nostre<br />
Fraternità stabiliscano la quantità di denaro<br />
con cui dimostrare solidarietà ai più bisognosi.<br />
Riteniamo opportuno e coerente<br />
esortarvi a celebrare la prossima festa di san<br />
Francesco caratterizzandola proprio a partire<br />
dalla minorità e povertà, che troverebbero<br />
nell’adempimento di questa priorità un<br />
segno di autenticità. Le Province e le Fraternità<br />
locali, dunque, sollecitate dalla ricorrenza<br />
del nostro fondatore, determinino<br />
concretamente cosa possono elargire in favore<br />
di coloro a cui abbiamo promesso la<br />
nostra solidarietà. Con questo spirito, per<br />
venire incontro a situazioni di emergenza,<br />
l’Ordine ha istituito un proprio fondo di solidarietà:<br />
il “Fondo san Francesco”.<br />
Povertà è anche solidarietà verso il creato.<br />
Tutte le creature sono viste in una prospettiva<br />
nuova, diversa; esse svelano un valore<br />
proprio, tipico, valgono in se stesse per<br />
il fatto che esistono e non sono più considerate<br />
solo come mezzo da sfruttare. Tutto ha<br />
una dignità, perché espressione di Dio creatore.<br />
Con questo sguardo rinnovato sulle<br />
creature matura spontaneamente il concetto<br />
di fratellanza universale, preludio dell’umanità<br />
nuova.<br />
Il cammino verso l’ottavo Centenario<br />
prevede per l’Ordine dei passi coraggiosi e<br />
coerenti in questo ambito. Ci domandiamo<br />
se nelle nostre Province abbiamo già definito<br />
un programma di recupero di una vita sobria,<br />
di uno stile di vita che ci distingua dal<br />
mondo, che tende in modo sfrenato al benessere,<br />
alla comodità ad ogni costo, allo<br />
spreco.<br />
Per il prossimo anno 2007 viene proposto<br />
di orientarci con impegno nuovo a forme<br />
credibili di solidarietà. Vorremmo ribadire,<br />
cari Fratelli, l’importanza di questo<br />
momento che può e deve costituire un efficace<br />
rinnovamento. L’impegno della solidarietà,<br />
che viene domandato alle Province<br />
e ai Capitoli locali, deve essere nuovo, comunitario<br />
e pubblico. Avremo il coraggio di<br />
tradurre in opere sante queste belle intuizioni?<br />
Si vorrebbe, poi, che il prossimo anno<br />
vedesse le nostre Fraternità fare scelte
402 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
concrete per la giustizia, la pace e l’integrità<br />
del creato.<br />
Sempre in merito alla povertà non possiamo<br />
tacere che entro l’anno 2009 dovremo<br />
pervenire a forme concrete di espropriazione<br />
e di restituzione dei nostri beni ai poveri,<br />
che sono i nostri maestri e padroni.<br />
Concretamente si fa riferimento ai nostri<br />
spazi superflui, ai nostri ambienti, ai nostri<br />
mezzi. Siamo ben consapevoli che per maturare<br />
scelte così radicali di espropriazione,<br />
non possiamo attendere ancora anni, ma dovremmo<br />
attivarci ora. Riteniamo che anche<br />
questo concreto impegno sia un segnale<br />
credibile per dimostrare che osiamo ancora<br />
vivere da minori.<br />
Fratelli, in questa lettera ci siamo soffermati<br />
a ricordare forme di condivisione e di<br />
solidarietà che esprimono la volontà di rinnovamento<br />
dell’Ordine circa la minorità.<br />
Ma non possiamo dimenticare che questa<br />
nostra forma di vita è conseguenza dell’aver<br />
scelto Cristo. Infatti è l’amore di Cristo che<br />
ci spinge ad essere minori, poveri, solidali.<br />
Per meglio rispondere a questo amore ci<br />
riuniremo in Capitolo generale nelle settimane<br />
che precedono la festa del serafico padre.<br />
Siamo certi che sarà un tempo di grazia<br />
per l’Ordine e per questo vi esortiamo a sostenere<br />
tale evento con il ricordo orante.<br />
San Francesco vi confermi dentro e fuori<br />
la sua santa benedizione.<br />
I vostri fratelli del Definitorio generale<br />
Roma, 2 agosto 2006 - Festa della Porziuncola<br />
FR.AMARAL BERNARDO AMARAL,(Def. Gen.)<br />
FR.AMBROGIO NGUYEN VAN SI,(Def. Gen.)<br />
FR.FINIAN MCGINN,(Def. Gen.)<br />
FR.JAKAB VÁRNAI,(Def. Gen.)<br />
FR.M.J.VALLECILLO MARTÍN,(Def. Gen.)<br />
FR.SIME SAMAC,(Def. Gen.)<br />
FR.MARIO FAVRETTO,(Def. Gen.)<br />
FR.LUIS G. CABRERA HERRERA,(Def. Gen.)<br />
FR.JUAN I. MURO ARÉCHIGA,(Def. Gen.)<br />
FR.FRANCESCO BRAVI, <strong>OFM</strong> (Def. Gen.)<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO,(Min. Gen.)<br />
FR.SANDRO OVEREND RIGILLO, (Seg. Gen.)<br />
Prot. N. 097078<br />
4. Giornata commemorativa di san Giovanni<br />
da Capestrano nel 550° della<br />
sua morte<br />
Capestrano, 28 ottobre 2006<br />
1. Saluto<br />
Carissimi, il Signore vi dia pace!<br />
Cinquecentocinquanta anni fa, nella città<br />
di Ilok in Croazia, moriva Giovanni da Capestrano.<br />
E noi oggi, proprio nella sua città<br />
natale, vogliamo fare memoria di questa<br />
grande figura, ricordandolo come uomo di<br />
Chiesa, come riformatore dell’Ordine serafico,<br />
come apostolo e missionario del Vangelo,<br />
e come uomo di cultura.<br />
Perché uomo di Chiesa, il Capestrano<br />
godette della fiducia dei papi e dei pastori<br />
d’allora. Martino V lo nominò inquisitore<br />
dei Fraticelli, ribelli ed anarchici contro<br />
l’ordine morale e sociale, specie nell’Italia<br />
centrale. Il patriarca di Venezia, Lorenzo<br />
Giustiniani, lo nominò inquisitore della sua<br />
diocesi. Sempre come uomo di Chiesa, Giovanni<br />
da Capestrano, nel Concilio ecumenico<br />
di Firenze si schierò a favore del primato<br />
del Vescovo di Roma, negato dal conciliabolo<br />
di Basilea, lavorò instancabilmente<br />
in favore dell’unione dei Greci con la Chiesa<br />
latina e persuase il duca Filippo Maria<br />
Visconti a non riconoscere l’antipapa Felice<br />
V (Amedeo di Savoia). Sempre sotto questo<br />
aspetto di uomo di Chiesa dobbiamo giudicare<br />
la sua predicazione della crociata contro<br />
i turchi e anche la vicenda della battaglia<br />
di Belgrado, dal 14 al 22 luglio 1456, che si<br />
concluse con la vittoria dei crociati.<br />
Come riformatore dell’Ordine francescano,<br />
il Capestrano, insieme a san Bernardino<br />
da Siena e a san Giacomo della Marca,<br />
lavorò coraggiosamente in favore del movimento<br />
dell’Osservanza, meritando la nomina<br />
di Vicario generale degli Osservanti cismontani.<br />
Dalla Verna, da dove diede avvio<br />
all’incarico, scrisse la prima circolare, vera<br />
norma di vita per i suoi Frati. Il suo lavoro<br />
in favore dell’Osservanza non si svolse soltanto<br />
in Europa, ma anche in Terra Santa,<br />
dove elesse un nuovo Custode e un nuovo<br />
Sindaco apostolico. In questo contesto si
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
403<br />
Carissimo Fr. Virgilio, Ministro della<br />
Provincia degli Abruzzi, carissimi Ministri<br />
Provinciali della COMPI, autorità civili di<br />
Capestrano, carissimi Confratelli, particolarmente<br />
voi che siete venuti da lontano, carissimi<br />
ragazzi di Mondo X, carissimi abitanti<br />
di Capestrano, il Signore vi dia pace.<br />
Cinquecentocinquanta anni fa, il 23 ottobre<br />
1456, moriva a Ilok, in Croazia, Giovanni<br />
da Capestrano, nato proprio in questa<br />
città nel 1386. Oggi noi, suoi confratelli, insieme<br />
a voi, abitanti di Capestrano, suoi<br />
concittadini, vogliamo ricordare questo illustre<br />
figlio di Francesco d’Assisi, che entrò<br />
nell’Ordine dei Frati Minori nel convento<br />
di Monteripido, presso Perugia, e divenne<br />
una grande figura della Chiesa e della<br />
società del suo tempo. Giovanni da Capestrano<br />
fu, infatti, uomo di fiducia di diversi<br />
pontefici, in particolare di Martino V, di Mideve<br />
ricordare anche la sua difesa svolta<br />
con grande sucesso a Roma in favore del<br />
suo grande amico San Bernardino da Siena,<br />
accusato di idolatria perché faceva adorare<br />
il Nome di Gesù (JHS) impresso sulle famose<br />
tavolette.<br />
In quanto apostolo e missionario del<br />
Vangelo, Giovanni da Capestrano percorse<br />
non solo tutta la peninsola italiana: L’Aquila,<br />
Lanciano, Bologna, Venezia, Verona,<br />
Trento, Firenze, Sicilia, Milano, Padova,<br />
Ferrara…, ma la Carinzia, l’Austria, l’Ungheria,<br />
la Transilvania, la Polonia, la Turingia,<br />
la Moravia, la Boemia…, furono pulpiti<br />
dai quali il Capestrano predicò il Vangelo<br />
e la dottrina della Chiesa. A noi sono pervenute<br />
le prediche tenute a Vienna, Ratisbona,<br />
Amberga, Norimberga, Bamberga, Breslavia,<br />
Erford, Hall, Lipsia, Bratislavia e<br />
Bohemia. La sua eloquenza sembrò superare<br />
quella dei grandi predicatori dell’epoca:<br />
Bernardino da Siena, Alberto da Sarteano,<br />
Giacomo della Marca, Roberto Caracciolo<br />
da Lecce. La folla degli uditori era tanta che<br />
spesso, non bastando le chiese ad accoglierla,<br />
lo costringeva a parlare nelle piazze e nei<br />
campi, ma anche allora gli auditori volendolo<br />
ascoltare e vedere, salivano sui tetti e<br />
sugli alberi. Un aspetto importante della sua<br />
predicazione è stato la promozione della pace<br />
e la riconciliazione tra i popoli e le genti.<br />
Grazie alle sue prediche si sono pacificate<br />
Lanciano con Ortona, in guerra tra loro a<br />
causa del conteso porto di S. Vito a Mare;<br />
Sulmona, con i suoi fuorusciti e esiliati politici;<br />
e Trento dove pacificò il principe-vescovo<br />
con la città. Grazie alla sua mediazione<br />
presso Alfonso d’Aragonia a Napoli è<br />
stata risparmiata L’Aquila da una seconda<br />
distruzione.<br />
Finalmente Giovanni da Capestrano è<br />
stato un uomo di cultura. La sua grande produzione<br />
letteraria lo dimostra: nove trattati<br />
di dogmatica, quattordici di morale, sei di<br />
diritto canonico, dieci di carattere francescano,<br />
compresa la vita di san Bernardino,<br />
molte lettere ed innumerevoli sermoni.<br />
Visto in questa prospettiva non esito a<br />
dire che Giovanni da Capestrano è molto attuale,<br />
particolarmente per noi Frati Minori,<br />
chiamati a vivere il Vangelo nella Chiesa e<br />
con la Chiesa, in una fraternità in missione<br />
e in dialogo con il mondo, rafforzandoci<br />
nella convinzione della necessità di una<br />
“rifondazione” autentica dell’Ordine, e del<br />
bisogno di una formazione intellettuale sistematica<br />
e profonda che, partendo del nostro<br />
patrimonio culturale, dia risposte adeguate<br />
alle grandi sfide della cultura di oggi,<br />
come ci ha chiesto l’ultimo Capitolo generale<br />
straordinario.<br />
Sono convito che questa “Giornata commemorativa”<br />
di San Giovanni da Capestramo,<br />
particolarmente grazie agli interventi<br />
dei professori Remo Guidi e Marco Bartoli,<br />
che ringrazio fin d’adesso per la loro presenza,<br />
ci aiuterà a conoscere di più questa<br />
grande figura, a capirla meglio, per amarla e<br />
renderlo attuale nel suo messaggio di autentico<br />
testimone del Vangelo e del carisma<br />
francescano.<br />
Ben venuti, particolarmente a quanti arrivano<br />
da lontano, e buona giornata.<br />
FR.JOSE RODRIGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
2. Omelia<br />
Annunciatori del Vangelo<br />
Sap 10, 10-14; Sal 33; Lc 9, 1-6
404 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
nistri generali e di regnanti; fu un celebre<br />
giurista; fu, insieme a San Bernardino da<br />
SienaeaSanGiacomodellaMarca,l’anima<br />
della Riforma Osservante del nostro Ordine;<br />
e si distinse come insigne predicatore<br />
in tutta l’Europa.<br />
Ancora giovane, Giovanni, come Francesco,<br />
conobbe la tristezza della prigionia,<br />
che fu per lui causa di una profonda crisi religiosa.<br />
In quella situazione si avverò nella<br />
sua vita quanto abbiamo ascoltato nella prima<br />
lettura e nel salmo responsoriale: il Signore<br />
lo ascoltò e gli si fece vicino mentre<br />
aveva “il cuore ferito” (cf Sal 33), “scese<br />
con lui nella prigione, non lo abbandonò<br />
mentre era in catene” (Sap 10, 14), ma, al<br />
contrario, lo salvò, perché aveva il cuore affranto,<br />
e “lo condusse per diritti sentieri, gli<br />
mostrò il regno di Dio e gli diede la conoscenza<br />
della cose sante” (Sap 10, 10). Guidato<br />
dalla luce del Signore, dopo aver avuto<br />
una visione del padre san Francesco,<br />
Giovanni entrò nell’Ordine dei Frati Minori<br />
e da allora si donò interamente al Signore,<br />
all’Ordine francescano, alla Chiesa, dedicandosi<br />
alla diffusione del Regno, per la<br />
cui causa non esitò a rinunciare per due volte<br />
all’episcopato, prima a Chieti e poi a l’Aquila.<br />
Chiamato e inviato, come gli apostoli, a<br />
continuare la stessa opera di Gesù (cf Lc<br />
9,1), dotato di grande eloquenza, Giovanni<br />
predicava nei villaggi e nelle città la modestianelvestireenelparlare,lapaceelariconciliazione<br />
tra le città, il primato del papa<br />
di Roma, senza tralasciare di alzare la voce<br />
contro ogni forma di abuso sociale, come<br />
l’usura. In questo modo portava il Regno di<br />
Dio nel cuore di quanti lo ascoltavano. Giovanni,<br />
ascoltatore attento della Parola, lasciò<br />
che questa gli scendesse dalle orecchie<br />
nel cuore e da qui risalisse sulle labbra e<br />
mettesse in moto i suoi piedi, lasciandosi<br />
così trasformare in pellegrino che, per le<br />
strade d’Europa, annunciava a tutti la Buona<br />
Novella. E fu sempre per questa Parola,<br />
ascoltata e accolta, e dalla quale si fece guidare<br />
che, come dice il libro della Sapienza,<br />
le sue fatiche ebbero successo e i frutti del<br />
suo lavoro furono moltiplicati (cf Sap<br />
10,10).<br />
Allo stesso modo quando da apostolo divenne<br />
soldato, il Signore “lo custodì dai nemici,<br />
lo protesse da chi lo insidiava”, assegnandogli<br />
“la vittoria in una lotta dura”<br />
(Sap 10, 12), come quella di Belgrado.<br />
Cari fratelli e sorelle anche noi, sacerdoti<br />
e laici, riuniti oggi qui per ricordare il figlio<br />
più illustre di questa terra abruzzese,<br />
siamo chiamati a rispondere, con l’ardore e<br />
la generosità di Giovanni da Capestrano, alla<br />
chiamata del Signore che ci ha convocati<br />
e ci invia a proclamare il regno di Dio. Non<br />
importa se siamo religiosi o laici, la nostra<br />
vocazione e missione in quanto battezzati è<br />
questa: passare dalla contemplazione al pellegrinaggio<br />
nel mondo, andare per le vie<br />
delle nostre città e dei nostri villaggi, dove<br />
lavoriamo, studiamo o semplicemente condividiamo<br />
la vita con gli altri, per portare<br />
ovunque il Vangelo di Cristo. Il mondo di<br />
oggi, cari fratelli e sorelle, ha tanto bisogno<br />
di uomini e donne che con la “potenza e<br />
l’autorità” donataci dal Cristo (Lc 9, 1), vadano<br />
incontro ai loro fratelli e alle loro sorelle<br />
per curare la più grande della malattie,<br />
quella di non conoscere la Buona Novella,<br />
che è Cristo. Il cuore degli uomini e delle<br />
donne del nostro tempo, con il loro bisogno<br />
di amore, di essere amati e di amare a loro<br />
volta, è un terreno assai favorevole per comunicare<br />
la nostra fede, per essere anche<br />
noi “testimoni di Gesù risorto”, come ci ha<br />
invitato a fare il IV Congreso Nazionale<br />
della Chiesa italiana, celebrato a Verona recentemente.<br />
Ma, alla luce del Vangelo proclamato,<br />
dobbiamo ricordare sempre che l’importante<br />
non è cosa dire. Non possiamo neppure<br />
dire come Mosè: “Non so parlare”. Il cosa<br />
dire non dipende da noi. Il Signore stesso<br />
metterà sulle nostre labbra quello che dobbiamo<br />
dire. L’importante è come siamo, per<br />
non contraddire con la vita quello che annunciamo<br />
con la bocca. Quello che dobbiamo<br />
tener presente è che la nostra vita è la<br />
cassa di risonanza di ciò che diciamo.<br />
Il brano ascoltato può essere considerato<br />
come la nostra carta d’identità da inviati, da<br />
apostoli, e come tali dobbiamo assomigliare<br />
a chi ci invia. È vero che la Parola è viva<br />
ed efficace per se stessa, ma noi abbiamo il
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
405<br />
ta una giornata celebrativa, per ricordare il<br />
550° anniversario della morte di san Giovanni<br />
da Capestrano, avvenuta ad Ilok il 23<br />
ottobre del 1456, con una celebrazione eucaristica<br />
e due Relazioni su «Giovanni da<br />
Capestrano un uomo deciso per una riforma<br />
necessaria» (Remo Guidi) e «Giovanni da<br />
Capestrano e i Papi del suo tempo a partire<br />
dai documenti conservati nelle biblioteca<br />
del convento di Capestrano» (Marco Bartoli).<br />
Come annunciato nel Comunicato del<br />
Definitorio generale del 24 luglio 2006, vi<br />
hanno partecipato il Definitorio generale, i<br />
Ministri provinciali d’Italia e i Frati delle<br />
Entità che hanno avuto a che fare con l’attività<br />
del Capestrano. Precedentemente a Budapest,<br />
Ungheria, nei giorni 7 e 8 settembre<br />
2006, e a Graz, Austria, il 20 ottobre 2006,<br />
si sono tenuti un Convegno Internazionale<br />
e un Simposio in onore del Capestrano.<br />
Gli avvenimenti di Budapest e di Graz, la<br />
partecipazione alla celebrazioni in onore di<br />
Giovanni da Capestrano nel suo paese natale<br />
mi hanno spinto a scrivervi, cari Fratelli,<br />
questa Lettera per invitarvi a celebrare con<br />
entusiasmo questo anniversario, secondo<br />
modalità ritenute le più idonee, nella consapevolezza<br />
che una più approfondita e personale<br />
conoscenza di questo illustre figlio di<br />
san Francesco, porterà a scoprire i suoi valori,<br />
ad apprezzare il suoi insegnamenti e a<br />
“rileggere” la sua testimonianza, così da<br />
trarne sostegno, motivazione, luce e forza<br />
per «favorire la rifondazione dell’Ordine, in<br />
vista di nuovi inizi, di una nuova vita».<br />
Raccontarci una grande pagina della nostra<br />
storia, scritta dal Signore attraverso la<br />
vita e l’attività di un nostro Fratello, non è<br />
forse un’opportunità per incoraggiarci a<br />
scrivere una nuova pagina della storia, questa<br />
volta scritta da noi, mossi dallo stesso<br />
Spirito che ha chiamato Francesco, san<br />
Giovanni da Capestrano e chiama oggi noi<br />
a porci a servizio del Vangelo del Signore<br />
nostro Gesù Cristo e dei nostri fratelli?<br />
Sì, questa è stata l’esperienza che abbiamo<br />
vissuto ad Assisi durante il Capitolo generale<br />
straordinario, in vista della celebrazione<br />
dell’VIII centenario della fondazione<br />
del nostro Ordine. È all’interno di tale esperienza<br />
che intendo soffermarmi su san Giotragico<br />
potere di offuscare o vanificare l’annuncio.<br />
Se, infatti, non abbiamo il potere di<br />
renderlo credibile, possiamo tuttavia renderlo<br />
non credibile. Questa è, cari fratelli, la<br />
nostra grande responsabilità. Non potendo<br />
dare la vita, poiché solo Dio può donarla,<br />
siamo però in grado di dare la morte a ciò<br />
che vive. È necessario, quindi, che la fede<br />
che professiamo, quando recitiamo il “credo”,<br />
diventi vita per ciascuno di noi. Siamo<br />
chiamati a compiere, in questo senso, un<br />
grande e, al tempo stesso, capillare sforzo,<br />
perché ognuno di noi si trasformi in un “testimone”<br />
capace e sempre pronto ad assumere<br />
l’impegno di rendere conto a tutti della<br />
speranza che lo anima (cf 1Pt 3, 15), che,<br />
cioè, Cristo Gesù è morto e risorto.<br />
Cari fratelli e sorelle il mondo e la Chiesa<br />
stessa hanno bisogno di noi, di tutti noi,<br />
di cristiani maturi e responsabili, capaci,<br />
come ha affermato il Papa a Verona, di<br />
“rendere visibile il grande “sì” della fede”,<br />
e di testimoniare che “in un modo che cambia,<br />
il Vangelo non muta. La Buona Notizia<br />
resta sempre la stessa: Cristo è morto e risorto<br />
per la nostra salvezza”. Soltanto in<br />
questo modo saremo capaci di “restituire –<br />
come chiedeva Benedetto XVI, sempre a<br />
Verona – piena cittadinanza alla fede cristiana”.<br />
Questa è stata la passione di Giovanni<br />
da Capestrano. Questa, cari fratelli è<br />
sorelle, deve essere la nostra passione. San<br />
Giovanni da Capestrano ci ottenga dal Signore<br />
questa grazia.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
5. Lettera per il 550° anniversario della<br />
morte di san Giovanni da Capestrano<br />
San Giovanni da Capestrano<br />
Un uomo di grandi passioni<br />
Cari Fratelli,<br />
il Signore vi dia Pace!<br />
Nel Convento S. Francesco di Capestrano,<br />
in Abruzzo, il 28 ottobre 2006 si è tenu-
406 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
vanni da Capestrano. Non ho l’intenzione<br />
né la possibilità di addentrarmi nella sua<br />
personalità così complessa, problematica e,<br />
allo stesso tempo, fascinosa. Non mi propongo<br />
di descrivere la sua intensa e varia attività<br />
da mozzafiato, poiché la letteratura a<br />
tale proposito è assai abbondante. Desidero<br />
solo sottolineare o richiamare come il Capestranese<br />
ha vissuto la «regola e vita», che<br />
aveva professato, e come, fedele a tale proposito,<br />
con la vita e la parola sia riuscito ad<br />
incidere così profondamente sugli avvenimenti<br />
più rilevanti della storia della Chiesa<br />
e dell’Europa di quel tempo.<br />
Si tratta di fare memoria di san Giovani<br />
da Capestrano non per incantarci di fronte<br />
ad un medaglione di famiglia, ma per individuare<br />
nella sua esperienza evangelicofrancescana<br />
suggerimenti, indicazioni e sfide<br />
per qualificare evangelicamente la nostra<br />
vita e missione, così da ripresentare con freschezza<br />
il volto affascinante di Francesco<br />
alla Chiesa e al mondo di oggi.<br />
Da “maggiore” a “minore”<br />
Giovanni da Capestrano fu penitente austero,<br />
grande riformatore, consigliere acuto,<br />
legislatore sapiente, scrittore fecondo, infaticabile<br />
predicatore del Vangelo, difensore<br />
della Sede Apostolica e del Papato, uomo di<br />
preghiera e di azione, apostolo dell’Europa,<br />
convinto assertore dei diritti dei più deboli,<br />
formatore di coscienze, infaticabile apostolo<br />
di pace; fu acclamato come «stella Bohemorum»,<br />
«lux Germaniae», «clara fax Hungariae»<br />
e «decus Polonorum».<br />
Ma qual è la chiave di lettura del suo<br />
“successo” o per interpretare la sua biografia,<br />
il suo linguaggio e la sua azione? Giudice<br />
affermato ed uomo “politico” molto<br />
apprezzato, Giovanni conobbe la durezza<br />
del carcere, che fu per lui causa di una<br />
profonda crisi religiosa. Dopo una tenace<br />
lotta interiore ed una testarda resistenza alla<br />
voce di san Francesco, che lo invitava ad<br />
entrare nell’Ordine, decise di abbandonare<br />
il mondo e di seguire solo il Signore, come<br />
confidò più tardi ad un amico. Il 4 ottobre<br />
1415 iniziò il noviziato a Monte Ripido, durante<br />
il quale procedette in modo impetuoso<br />
sulla via della minorità, secondo l’esemplarità<br />
del Poverello di Assisi, immagine eloquente<br />
della kenosis del Cristo (cf 2Lf 4ss).<br />
E che cosa avviene – si domanda san Francesco–inchisièespropriatodituttoper<br />
«offrirsi nudo alle braccia del Crocifisso»?<br />
Risponde lo stesso Francesco: «Ne uscirebbe<br />
come un leone liberato dalle catene,<br />
pronto a tutto, e la linfa spirituale assorbita<br />
in principio aumenterebbe in lui con un progresso<br />
continuo. Alla fine gli si potrebbe affidare<br />
con sicurezza il ministero della parola,<br />
certi che riverserebbe sugli altri il fervore<br />
che lo brucia» (2Cel 194). Subito il<br />
«leone liberato e pronto a tutto», ha messo il<br />
suo fervore a servizio dell’Ordine e della<br />
Chiesa.<br />
È stimolante ripensare all’itinerario della<br />
conversione di Giovanni da Capestrano<br />
nell’VIII centenario dell’incontro di Francesco<br />
di Assisi con il Crocifisso di San Damiano.<br />
Tale incontro diede inizio alla tuttora<br />
affascinante avventura umana e cristiana<br />
del Poverello; ha scandito le riflessioni e le<br />
attività dell’Ordine durante il 2006; è stato<br />
un punto di riferimento essenziale per il Capitolo<br />
generale straordinario, conclusosi da<br />
poco, per capire che cosa vuole il Signore<br />
oggi da chi ha scelto di seguire il Vangelo,<br />
secondo il proposito di vita vissuto e proposto<br />
da san Francesco.<br />
La Regola a servizio della Chiesa<br />
Appena ordinato sacerdote, Giovanni da<br />
Capestrano assunse questo impegno: «Anche<br />
se non ne porto l’ultima responsabilità,<br />
sono deciso di porre, fino all’ultimo respiro<br />
della mia vita, tutte le mie forze in difesa<br />
del gregge di Cristo».<br />
Questa passione per il «gregge di Cristo»<br />
lo portò ad avere una devozione senza<br />
limiti verso chi aveva la principale responsabilità<br />
del gregge, il Papa, al servizio del<br />
quale mise tutta la sua vita e le sue energie,<br />
come risulta da una sua lettera-confessione<br />
a san Bernardino: «Sono un vecchio debole,<br />
malaticcio... Non ne posso più... Ma se il<br />
Papa dispone altrimenti, non mi ricuso, anche<br />
se dovessi trascinarmi mezzo morto,<br />
ovvero dovessi attraversare siepi di spine,
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
407<br />
toccarlo, prendere pezzi delle sue vesti e rivolgergli<br />
suppliche per essere guariti, nonostante<br />
portasse loro le reliquie di san Bernardino,<br />
neo canonizzato!<br />
In tal modo la predicazione itinerante,<br />
caratteristica dei francescani del sec. XIII<br />
ed entrata in crisi agli inizi del 1400, fu ripresa<br />
da Bernardino da Siena e portata<br />
avanti da Giovanni da Capestrano, dandole<br />
un’impronta tutta personale: non è solo il<br />
momento dell’annuncio del Vangelo, ma<br />
anche delle confessioni, della formazione<br />
delle coscienze, della visita degli ammalati.<br />
Soprattutto è l’occasione per la composizione<br />
di discordie e il ristabilimento della<br />
pace: il «tractare pacem», «pacem reformare»,<br />
«bonam pacem conficere» costituisce il<br />
cuore della predicazione del Capestrano. In<br />
breve, nell’attività apostolica di Giovanni<br />
da Capestrano possiamo vedere realizzato<br />
quanto il Signore chiedeva ai suoi nell’inviarli<br />
ad annunciare il regno di Dio (cf Lc<br />
9,1ss; 10,1ss).<br />
Si tratta dello stesso zelo per la salvezza<br />
dei fratelli del Poverello di Assisi, che «non<br />
si riteneva amico di Cristo, se non amava le<br />
anime che Egli ha amato» (2Cel 172) e dello<br />
stesso “stile”: ottenuta l’approvazione da<br />
parte del Papa, Francesco, «andando per<br />
città e villaggi, cominciò a predicare dappertutto»<br />
(3Comp 54). Tale passione per la<br />
salus animarum deve abitare i nostri cuori e<br />
il nostro andare, dal momento che la nostra<br />
ragion d’essere nella Chiesa e nel mondo, è<br />
vivere e proclamare la Buona Notizia ad<br />
ogni essere umano, soprattutto nei luoghi di<br />
frontiera, preferendo l’itineranza evangelica<br />
secondo la sensibilità di Francesco e la<br />
testimonianza di Giovanni da Capestrano.<br />
«Voi che siete “i frati del popolo” – ci esortò<br />
Giovanni Paolo II nel 1982 – andate nel<br />
cuore delle masse... Andate incontro agli<br />
uomini e alle donne del nostro tempo».<br />
Il legame tra la nostra identità e il nostro<br />
operare – siamo una Fraternità-in-missione<br />
–, continuamente richiamato dai recenti documenti<br />
dell’Ordine, esige anche che il nostro<br />
zelo per la salus animarum si concretizzi<br />
in un modo francescano di vivere e di<br />
annunciare il Vangelo, come sinteticamente<br />
viene detto nel Documento del Capitolo: esfuoco<br />
ed acqua». Questa incondizionata fiducia<br />
nel ministero petrino, l’aveva anche<br />
per vivere da Frate Minore. Nelle Costitutionis<br />
Martinianae, infatti, san Giovanni<br />
Capestrano raccomandava ai Frati l’obbedienza<br />
alla Chiesa, secondo la volontà di<br />
Francesco nella Regola, come ebbe modo<br />
di ricordare polemicamente ad un confratello:<br />
«sembra che tu non voglia far servire la<br />
Regola alla Chiesa, ma la Chiesa alla Regola.<br />
Il nostro serafico Padre S. Francesco,<br />
proprio nella sua Regola afferma il contrario.<br />
Non la Chiesa deriva dalla nostra Regola,<br />
ma la Regola dalla Chiesa».<br />
Tornando ai “luoghi” della nostra memoria<br />
e delle nostre origini per celebrare il<br />
Capitolo generale straordinario, noi Frati<br />
Minori abbiamo voluto rinnovare l’impegno<br />
ad osservare «il santo Vangelo del Signore<br />
nostro Gesù Cristo... stabili nella fede<br />
cattolica... e sempre sudditi e soggetti ai<br />
piedi della santa Chiesa» (Rb 12,3; cf Test<br />
34; Il Signore ci parla lungo il cammino,<br />
Spc, 8.14). Se è vero, infatti, che «Francesco<br />
è una chiave per comprendere Pietro e<br />
la Chiesa», come ha detto Benedetto XVI al<br />
Vescovo di Assisi e a me nell’Udienza concessami<br />
il 26 gennaio 2006, è anche vero<br />
che l’esperienza evangelica di Francesco è<br />
comprensibile a partire dall’accoglienza del<br />
suo progetto di vita da parte della Chiesa, in<br />
quanto dono dello Spirito alla Chiesa e per<br />
la Chiesa.<br />
La vita a servizio del “gregge di Cristo”<br />
«Io dormo due ore e anche una sola –<br />
dirà in una predica a Vienna –. Vorrei ora<br />
piuttosto dormire che predicare, ma io non<br />
appartengo più a me, ma a voi». Non appartenendo<br />
più a se stesso, ma al «gregge di<br />
Cristo», Giovanni riversò tutto il suo fervore<br />
nell’annuncio del Vangelo, non solo in<br />
Italia, ma anche oltre le alpi, toccando la<br />
Carinzia, l’Austria, l’Ungheria, la Transilvania,<br />
la Polonia, la Turingia, la Moravia, la<br />
Boemia. Un fervore, quello del Capestrano,<br />
entusiasticamente ricambiato, poiché gli<br />
uditori delle sue prediche erano così tanti da<br />
costringerlo a parlare nelle piazze e nei<br />
campi. Non solo, la gente voleva vederlo,
408 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
sere e presentarsi come «Fratelli minori di<br />
ogni uomo e donna, seguendo lo stile con<br />
cui Francesco invia i suoi Frati nel mondo:<br />
“non facciano liti o dispute, ma siano soggetti<br />
ad ogni creatura umana per amore di<br />
Dio”. Questo tipo di relazione caratterizzata<br />
dalla minorità verso ogni umana creatura,<br />
comporta delle conseguenze per la nostra<br />
missione: tra i laici, nella relazione con<br />
la donna, nel nostro modo di vivere nella<br />
Chiesa, nel necessario dialogo interreligioso,<br />
nel nostro rapporto con la creazione, insomma<br />
in tutta la nostra missione come minori<br />
tra i minori della terra» (Spc 30; cf anche<br />
26-38.58).<br />
Gli studi a servizio del rinnovamento<br />
Il fervore che lo bruciava, Giovanni da<br />
Capestrano l’ha riversato anche a vantaggio<br />
dell’Ordine, portando avanti con coraggio e<br />
tenacia un’incisiva azione di rinnovamento,<br />
assieme ai santi Bernardino da Siena, Giacomo<br />
della Marca e ai beati Alberto da Sarteano<br />
e Marco Fantuzzi da Bologna. La<br />
riforma dell’Ordine è avvenuta attraverso la<br />
promozione della fedeltà alla Regola di san<br />
Francesco, come dimostrano le Costitutiones<br />
Eugenianae, scritte alla Verna nel 1443,<br />
eilCommento alla Regola di san Francesco;<br />
anche con l’attualizzazione dell’ideale<br />
di Francesco per rispondere alle numerose<br />
ed impegnative sfide che man mano gli avvenimenti<br />
ecclesiali, politici e sociali gli<br />
presentavano.<br />
Una molla forte, però, del suo impegno<br />
per portare avanti il rinnovamento dell’Ordine<br />
fu la convinzione che gli studi, come<br />
«ricerca della sapienza», fossero uno strumento<br />
formidabile del Frate Minore non solo<br />
per dare dignità ed efficacia al ministero,<br />
ma anche come ponte per incontrare la cultura<br />
dell’epoca. Tale convinzione il Capestranese<br />
l’ha manifestata esplicitamente<br />
nella Lettera all’Ordine, 4 febbraio 1444,<br />
sulla «Necessità di promuovere gli studi tra<br />
i Frati Minori». Nella sua appassionata perorazione<br />
a favore degli studi, Giovanni da<br />
Capestrano, nel tentativo di infrangere le resistenze<br />
dei Frati nei confronti degli studi,<br />
usa espressioni molto forti: «Nessuno è<br />
messaggero di Dio se non annuncia la verità;<br />
e non può annunciare la verità chi non<br />
la conosce; e non può conoscerla se non<br />
l’ha appresa». I Frati, esorta il Santo: «devono<br />
trovare il tempo per dedicarsi alle lettere<br />
e alle scienze... per non tentare Iddio<br />
con una vana presunzione...». Dichiara senza<br />
mezzi termini: «O ignoranza, madre stolta<br />
e cieca di tutti gli errori...». Distinguendo<br />
tra «scienza» e «abuso della scienza», Giovanni<br />
da Capestrano afferma che la vera<br />
scienza conduce alla sapienza, «che viene<br />
dall’alto ed è... madre di ogni bene e maestra<br />
di ogni verità».<br />
In vista della “ri-fondazione” del nostro<br />
Ordine, scopo del nostro itinerario di preparazione<br />
alle celebrazioni della grazia delle<br />
origini, le espressioni citate del Capestrano<br />
sono di un’attualità sorprendente. Non dice<br />
la stessa cosa, seppure con altre parole, il n.<br />
12 del Documento del Capitolo generale<br />
straordinario? Anche ai nostri giorni, c’è bisogno<br />
di recuperare le nostre grandi tradizioni<br />
filosofiche, teologiche, mistiche ed artistiche<br />
del nostro patrimonio francescano<br />
«come sostegno della nostra missione di annunciare<br />
il Vangelo con le parole e con le<br />
opere nel cuore della cultura contemporanea»<br />
(Spc 13; cf 12.56; Il sapore della Parola,<br />
Roma 2005).<br />
Conclusione<br />
Il Capitolo generale straordinario si è<br />
concluso ad Assisi il 1 ottobre 2006, ma non<br />
nelle Fraternità provinciali e locali e nella<br />
vita dei singoli Frati. Resta aperto, grazie al<br />
Documento Il Signore ci parla lungo il<br />
cammino, che continua a chiederci: «Signore,<br />
che cosa vuoi che facciamo?», offrendoci<br />
delle motivazioni e delle indicazioni per<br />
intraprendere nuovi cammini e per rimanere<br />
fedeli alla grazia delle origini.<br />
Ma tra le origini e noi non c’è il vuoto: ci<br />
sono nomi, volti, esperienze, testimonianze<br />
che ci trasmettono la fedeltà agli impegni<br />
assunti nel giorno della professione da tanti<br />
nostri Fratelli e Sorelle che ci hanno preceduti.<br />
Tra questi volti c’è Giovanni da Capestrano,<br />
che, nel 550° anniversario della sua
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
409<br />
morte, ci offre la sua santità, la sua fedeltà<br />
alle origini e al suo tempo, il suo amore per<br />
lo studio, il suo impegno per la pace e la sua<br />
predicazione itinerante come provocazioni<br />
per noi che oggi, con lucidità e audacia, vogliamo<br />
servire il Vangelo, secondo la forma<br />
vitae di Francesco di Assisi, affinché sia per<br />
noi e per tutti ancora Vangelo!<br />
Roma, 8 novembre 2006<br />
Memoria del beato Giovanni Duns Scoto<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Prot. 097384<br />
6. Convocazione del Capitolo delle<br />
Stuoie delle Case dipendenti dal Ministro<br />
generale<br />
Carissimi Fratelli,<br />
il Signore vi dia Pace!<br />
In preparazione all’VIII Centenario di<br />
fondazione del nostro Ordine il Definitorio<br />
generale, nel progetto La grazia delle origini,<br />
chiedeva che, dopo la celebrazione del<br />
Capitolo generale straordinario, tutte le Entità<br />
dell’Ordine celebrassero un Capitolo<br />
delle Stuoie, per attuare gli orientamenti offerti<br />
dal Capitolo generale.<br />
In questo contesto il Definitorio ha deciso<br />
di celebrare un Capitolo delle Stuoie delle<br />
Case dipendenti dal Ministro generale,<br />
preparato da un’apposita Commissione.<br />
Pertanto, con la presente<br />
CONVOCO<br />
tutti i Frati delle Case in Roma e i Rappresentanti<br />
delle altre Case dipendenti dal Ministro<br />
generale (Istanbul, Bruxelles e Waterford)<br />
al Capitolo delle Stuoie, che si celebrerà<br />
a Roma dal 16 al 18 marzo 2007,<br />
secondo il programma e le indicazioni qui<br />
contenute.<br />
Il Capitolo delle Stuoie costituirà una<br />
grande opportunità per crescere nella fraternità,<br />
condividendo le gioie e le difficoltà<br />
dell’essere Frati Minori, come ci esorta a<br />
fare il Documento del Capitolo generale<br />
straordinario.<br />
Certo di una numerosa partecipazione,<br />
vi abbraccio e vi saluto fraternamente.<br />
Roma, 13 novembre 2006<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Prot. 097387<br />
7. Exposición del Ministro general en el<br />
Encuentro de Visitadores<br />
Roma, Curia general, 13 de noviembre del 2006<br />
La visita canónica:<br />
un tiempo para discernir y evaluar<br />
Mi exposición comprenderá dos partes.<br />
Ante todo hablaré de los objetivos de la Visita<br />
Canónica y del papel del Visitador,<br />
mientras que en la segunda parte indicaré<br />
los grandes temas que se han de tener presentes<br />
en la Visita, partiendo de dos acontecimientos<br />
que centran nuestra atención en<br />
estos momentos, después de la celebración<br />
del Capítulo general extraordinario.<br />
I. La Visita canónica y la figura del Visitador<br />
en la mente de san Francisco y en nuestra<br />
legislación<br />
La Visita canónica está regulada por el<br />
Código de Derecho Canónico (cf. CIC 628),<br />
por nuestras Constituciones generales (cf.<br />
CCGG 213) y Estatutos generales (cf.<br />
EEGG 155), por los Estatutos para la Visita<br />
Canónica y Presidencia del Capítulo provincial<br />
(EVC), así como por otros documentos<br />
de la Iglesia. Según estos documentos, es<br />
al Ministro a quien corresponde realizar la<br />
Visita Canónica, personalmente o por medio<br />
de Delegados (cf. EVC 1). La Visita puede<br />
ser ordinaria o extraordinaria, general o<br />
provincial, total o parcial (EVC 2, 1-2). En<br />
vuestro caso la Visita es ordinaria, pues se<br />
realiza en el momento establecido; es general,<br />
pues es convocada por el Ministro general;<br />
y es total, pues es a todos los hermanos<br />
de la Entidad y a todas sus casas.
410 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Aun cuando la Visita que vais a realizar,<br />
por ser Visita canónica, tiene connotaciones<br />
jurídicas particulares, sin embargo, también<br />
esta Visita ha de realizarse dentro del espíritu<br />
que Francisco indica para la visita a los<br />
hermanos.<br />
1. La Visita Canónica en la mente de san<br />
Francisco<br />
San Francisco consideraba la visita a los<br />
hermanos como una de sus principales obligaciones.<br />
Y, cuando ya no podía visitarlos a<br />
causa de la “enfermedad y debilidad” de su<br />
cuerpo (2CtaF 3), optó por escribir cartas y<br />
enviar mensajeros para seguir sirviéndoles<br />
y suministrándoles “las odoríferas palabras”<br />
de su Señor (2CtaF 2).<br />
Consciente de la importancia de tales visitas<br />
y de tal servicio o ministerio, escribe<br />
en la Primera Regla: “Todos los hermanos<br />
que son constituidos Ministros y siervos de<br />
los otros hermanos, distribuyan a éstos en<br />
las provincias y en los lugares donde estén,<br />
visítenlos frecuentemente y amonéstenlos y<br />
anímenlos espiritualmente” (1R 4, 2). Esta<br />
misma advertencia se encuentra en la Segunda<br />
Regla, con algunos matices que me<br />
parecen importantes: “Los hermanos que<br />
son Ministros y siervos de los otros visiten<br />
y amonesten a sus hermanos, y corríjanlos<br />
humilde y caritativamente” (2R 10, 1).<br />
Del contexto en que se encuentran estos<br />
textos podemos sacar algunas indicaciones<br />
importantes sobre el tiempo, los objetivos y<br />
el modo de realizar la visita a los hermanos,<br />
tal como la quería San Francisco.<br />
En cuanto al tiempo, la Visita debe ser lo<br />
más frecuente posible. Es importante notar<br />
como en la Primera Regla se dice que los<br />
Ministros y siervos visiten “frecuentemente<br />
a los hermanos”. Esta anotación temporal<br />
desaparece en la Segunda Regla, probablemente<br />
porque el número de los hermanos<br />
aumentaba considerablemente y la Orden<br />
tenía cada día una mayor expansión geográfica.<br />
Pero, a pesar de dicha omisión, nada<br />
nos autoriza a pensar que el pensamiento de<br />
Francisco cambiara. En la vida de Francisco<br />
es clara la importancia dada a la persona,<br />
lo que implica, por parte de los Ministros y<br />
siervos, ser siempre cercanos a los hermanos,<br />
y visitarlos con frecuencia.<br />
El objetivo de la visita es doble: uno positivo<br />
y otro negativo. Este doble objetivo<br />
Francisco lo expresa con los verbos y expresiones<br />
siguientes: servir, suministrar las<br />
odoríferas palabras de mi Señor, animar,<br />
amonestar, corregir.<br />
Es importante subrayar que el primer objetivo<br />
de la visita es evangelizar a los hermanos,<br />
comunicándoles “las palabras de<br />
nuestro Señor Jesucristo, que es el Verbo<br />
del Padre, y las palabras del Espíritu Santo,<br />
que son espíritu y vida (Jn 6, 64)” (2CtaF<br />
3). Ahora bien, teniendo en cuenta el texto<br />
de Pablo (cf. 2 Cor 2, 14-15) sobre el que se<br />
basa el de Francisco, el Ministro, o el hermano<br />
que visita a los otros hermanos, está<br />
llamado a revelar la presencia de Cristo entre<br />
los hermanos, siendo él mismo buen olor<br />
de Cristo, para conseguir de los demás otro<br />
tanto. La visita a los hermanos es, pues, en<br />
primer lugar un medio privilegiado para<br />
evangelizar, en la medida en que el Ministro<br />
o Visitador se deje evangelizar.<br />
Este mismo aspecto de la Visita, que hemos<br />
llamado positivo, aparece en el término<br />
animar, usado también en este contexto<br />
por Francisco. En la Visita, los Ministros y<br />
siervos han de animar, es decir: han de comunicar<br />
aliento, a fin que los hermanos vivan<br />
según el espíritu (cf 1R 5, 7), en obediencia<br />
a la voluntad del Señor (cf SalVir<br />
15). En otras palabras, la visita ha de impulsar<br />
a los hermanos al crecimiento en la<br />
vida del espíritu, y “estimularlos a progresar<br />
en todo, de lo bueno a lo mejor (CCGG<br />
213)” (EVC 3).<br />
Pero dado que Francisco es muy consciente<br />
de la presencia del pecado en la fraternidad,<br />
no puede dejar de señalar otros<br />
objetivos de la visita, que buscan la conversión<br />
del hermano: amonestar y corregir.Ni<br />
el Ministro ni su mensajero, el Visitador,<br />
pueden ser indiferentes ante el pecado del<br />
hermano, sino que han de amonestar y corregir<br />
a los hermanos que hayan pecado (cf.<br />
CCGG 213).<br />
Finalmente, Francisco es muy claro sobre<br />
el modo de realizar el servicio de visitar<br />
a los hermanos. El Ministro y siervo, o
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
411<br />
Mientras dura la Visita el Visitador es<br />
delegado del Ministro general o provincial<br />
(cf. EVC 2, 2), y “representa al Ministro y<br />
actúa en su nombre” (EVC 8, 1). Por tanto,<br />
el Visitador goza de “potestad delegada”<br />
(cf. EVC art. 11) y tiene el derecho de ordenar,<br />
dirigir, ejecutar y corregir, según el derecho<br />
común y propio, todo lo que considere<br />
necesario “para utilidad de los hermanos<br />
y de las Provincias” (EVC 11, 2). Sin embargo<br />
no puede interferir en los asuntos ordinarios<br />
de gobierno (EVC 12, 1), ya que<br />
durante la Visita no se altera la potestad ordinaria<br />
del Ministro provincial o del Guardián<br />
(cf. EVC 12, 2). La autoridad del Visitador,<br />
si es también Presidente del Capítulo,<br />
como en vuestro caso, “termina treinta días<br />
después de la conclusión del Congreso capitular”<br />
(EVC 17).<br />
En cuanto a los deberes del Visitador,<br />
-además de preparar con esmero la Visita<br />
y el Capítulo, en estrecha colaboración<br />
con el Ministro provincial y el Definitorio<br />
de la Provincia-, pienso que se pueden sintetizar<br />
en las siguientes palabras: evaluar<br />
rectamente, cerciorarse, controlar, averiguar<br />
atentamente, confortar, proponer<br />
amonestar y corregir. Para ello debe asumir<br />
su servicio con solicitud, tomándose el<br />
tiempo necesario, sin prisas (cf. EVC 14),<br />
para poder preguntar a los hermanos con<br />
caridad y benignidad, escucharles con familiaridad<br />
(cf EVC 22, 3) y discernir con serenidad,<br />
teniendo en cuenta el bien de los<br />
hermanos (cf EVC 9, 1; 11, 2). En cuanto a<br />
su comportamiento los EVC recuerdan que<br />
cuando corrija debe hacerlo humilde y caritativamente<br />
(EVC 3, 1) y, en todo momento<br />
debe actuar con benignidad, familiaridad<br />
(EVC 3, 1), prudencia y mucha discreción<br />
(obligación al secreto) (cf EVC 11,2;33),<br />
comportándose siempre con sencillez en el<br />
trato con los hermanos y en el uso de las coquien<br />
realice en su nombre la visita a los<br />
hermanos, ha de usar con ellos ternura y vigor;<br />
caridad y, a la vez, claridad. Así lo manifiesta<br />
claramente Francisco cuando afirma<br />
que el Ministro o Visitador ha de realizar<br />
su servicio con humildad, sin soberbia o<br />
vanagloria (cf. 2R 10, 7), sin “turbarse o airarse<br />
por el pecado o el mal del hermano”<br />
(1R 5, 7), con familiaridad y benignidad (cf.<br />
2R 10, 5), y siempre movido por la caridad<br />
y el amor al hermano (cf. Adm 11, 2; 25);<br />
pero, al mismo tiempo, está llamado a realizar<br />
este servicio “diligentemente” (2R 5, 5),<br />
amonestando y corrigiendo cuando sea necesario<br />
(cf. 1R 10, 1), recordando que tendremos<br />
que rendir cuentas al Señor si un<br />
hermano se pierde por nuestro silencio (cf.<br />
1R 4, 6).<br />
2. La Visita en los Estatutos para la Visita<br />
Canónica<br />
Según los Estatutos para la Visita Canónica<br />
y la presidencia del Capítulo provincial,<br />
en consonancia con las indicaciones<br />
que nos vienen dadas por Francisco mismo,<br />
la Visita es un momento de evaluación de la<br />
actividad del gobierno provincial o custodial,<br />
y de la vida de las Entidades y de los<br />
hermanos (cf EVC 1); es decir, la Visita tiene<br />
como primer objetivo “hacer verdad”<br />
–verificar-, las actividades y la vida de los<br />
hermanos, particularmente la vida fraterna<br />
(cf EVC 26), a la luz de las prioridades de<br />
la vida franciscana (cf. EVC 26-32).<br />
Esta evaluación concretamente comporta:<br />
confortar, amonestar, y cuando fuese necesario,<br />
corregir a los hermanos; conocer<br />
las condiciones de vida de los hermanos,<br />
personal y económica, y sus iniciativas más<br />
importantes, estimulándolas si se juzgan<br />
buenas; promover la formación inicial y<br />
permanente en las siguientes dimensiones:<br />
científica, ministerial y profesional; estimular<br />
la participación activa de los hermanos<br />
en las actividades de la Orden, lo que supone<br />
desarrollar el sentido de pertenencia a la<br />
misma; procurar que los hermanos observen<br />
lo que prescriben nuestras leyes y las de<br />
la Iglesia; y estimularlos a pasar de lo bueno<br />
a lo mejor (EVC 3, 1). De lo dicho, bien<br />
se puede deducir que nada de lo que se refiera<br />
a la vida de los hermanos en su triple<br />
dimensión: humana, cristiana y franciscana,<br />
y a las actividades de los mismos, ha de<br />
considerarse ajeno a la Visita.<br />
3. Autoridad y deberes del Visitador
412 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
sas” (EVC 14, 1). Para poder ser lo más imparcial<br />
posible en su “juicio”, el Visitador<br />
“procure conocer el fundamento de lo que<br />
escucha y qué pruebas lo apoyan” (EVC 22,<br />
3)<br />
II. La Visita canónica a la luz del Capítulo<br />
general extraordinario<br />
Acabamos de celebrar un Capítulo que<br />
desde su convocatoria ha querido ser un<br />
Capítulo abierto, en cuanto que ahora toca<br />
a las Provincias y demás Entidades el poner<br />
en práctica las orientaciones que el Capítulo<br />
general extraordinario nos ha ofrecido.<br />
La celebración de los capítulos electivos<br />
que van a celebrar las Entidades que visitaréis<br />
pueden ser una ocasión verdaderamente<br />
propicia para que el Capítulo general extraordinario<br />
continúe, y que cuanto en él se<br />
ha vivido y experimentado sea revivido en<br />
cada uno de los Capítulos que se celebrarán<br />
durante el año 2007.<br />
Deseo, pues, que las llamadas que nos hizo<br />
el Capítulo, y las orientaciones prácticas<br />
que de él salieron, sean tenidas muy en cuenta<br />
durante la Visita y en la celebración de los<br />
Capítulos provinciales y custodiales. Para<br />
ello ofrezco una breve síntesis de las llamadas<br />
que, a mi juicio, el Espíritu nos lanzó en<br />
ese acontecimiento de gracia que hemos vivido<br />
en la segunda quincena de septiembre y<br />
en los primeros días de octubre.<br />
1. Llamadas del Capítulo<br />
1. Vida de fe<br />
Nuestra vocación y misión son inseparables<br />
de la fe: “la vida de la fe es la fuente absoluta<br />
de nuestra alegría y de nuestra esperanza,<br />
de nuestro seguimiento de Jesucristo,<br />
de nuestro testimonio en el mundo” (El<br />
Señor nos habla en el Camino =Shc 18).<br />
Ya lo hacía notar en mi Informe al Capítulo,<br />
Con lucidez y audacia (=Cla), cuando<br />
afirmaba: “Es el momento de ejercitarnos<br />
en la fe, de movernos desde la fe, de vivir de<br />
la fe”. Sólo la fe, en efecto, logrará ponernos<br />
en camino, pues sólo desde ella podremos<br />
“asumir el Evangelio como Buena Noticia,<br />
pasar a la otra orilla, vivir el presente<br />
con audacia y osadía evangélicas. Sin fe,<br />
nada de esto es posible. Sin fe, el peligro de<br />
instalarnos, de repetirnos, de anular los sueños<br />
más profundos, de perder, poco a poco,<br />
la alegría que brota de la pasión en la vivencia<br />
de nuestra vocación y misión, es más<br />
que una posibilidad” (cf. Cla 8). Por otra<br />
parte, el trabajo de los capitulares sobre mi<br />
Informe subrayó con fuerza la necesidad de<br />
la fe para superar la crisis en que parece estar<br />
la vida religiosa en general y la nuestra<br />
en particular. En este contexto se hizo notar<br />
como la verdadera crisis que vivimos es crisis<br />
de fe, que luego se transforma también<br />
en crisis de autenticidad.<br />
Si la fe es esencial para comprender<br />
nuestra vida y misión, no es extraño que el<br />
Capítulo afirme que las relaciones fundamentales<br />
de nuestra vida, con el mundo,<br />
con Dios, con los hermanos, son construídas<br />
desde la fe (cf. Shc 15). La fe, “en una<br />
circularidad permanente” con la vida, nos<br />
permite una interpretación adecuada de la<br />
propia existencia y de la existencia de los<br />
demás, con todo lo que ello comporta: las<br />
experiencias de cada uno, el contacto humano<br />
con la realidad dolorosa y esperanzadora<br />
de cada persona, de cada pueblo y con<br />
la naturaleza (cf. Shc 11).<br />
En relación con uno mismo, la fe es la<br />
que permite que el Señor entre en nuestras<br />
vidas, como entró en la vida de la Samaritana<br />
(cf. Shc 17), y nos reconcilie con nuestra<br />
propia historia, curándonos “de nuestras enfermedades,<br />
de los lastres heredados” (Shc<br />
18). La fe es la que permite al Señor conducirnos,<br />
“cada vez más profundamente”, hacia<br />
un manantial que saciará definitivamente<br />
nuestra sed (cf. Shc 17). Y una vez saciada<br />
la sed que nos atormenta, la fe nos<br />
permite responder a la misión a la que el Señor<br />
nos envía (cf Shc 18), empujándonos a<br />
ser apóstoles para los demás. Y la historia se<br />
repite: La sed saciada, como en el caso de la<br />
Samaritana, es ahora nuestro mensaje (cf.<br />
Shc 17).<br />
En relación con los demás, afirma el documento<br />
final del Capítulo, la fe en el Dios,<br />
Uno y Trino, es lo que nos hace salir de nosotros<br />
mismos para ir al encuentro de los<br />
otros, para “entregar y entregarnos gratuita-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
413<br />
2. Construir fraternidad<br />
La fraternidad, con todo lo que ella implica,<br />
ha acaparado gran parte de la atención<br />
de los hermanos capitulares. El Capítulo<br />
reconoció la fraternidad como uno de<br />
los dones que el Señor nos hace, y que nosotros<br />
estamos llamados a acoger con gratitud<br />
y celebrar con gozo (cf Shc 27); pero<br />
también insistió en que la fraternidad es una<br />
realidad que hemos de construir (cf Shc 27)<br />
y cuidar diariamente. En este contexto, El<br />
Señornoshablaenelcamino,afirma:“El<br />
recíproco intercambio de experiencias nos<br />
ha convencido que nuestra fraternidad necesita<br />
de una delicada atención de nuestra<br />
parte” (Shc 31).<br />
¿Por qué este cuidado? El documento final<br />
del Capítulo, sin caer en la casuística,<br />
llama la atención sobre tres factores que deberían<br />
atraer nuestra atención al tratar de la<br />
fraternidad: las divisiones, la tentación de<br />
pararnos en el camino, y la tentación de huir<br />
de la fraternidad.<br />
Sobre las divisiones el documento final<br />
empieza constatando que “vivimos en un<br />
mundo herido por la fragmentación y las divisiones”,<br />
para poner luego el dedo en la<br />
llaga al afirmar: “Estas divisiones no son algo<br />
ajeno a nuestra propia vida fraterna”<br />
(Shc 31; Cla 46). La tentación de huir de la<br />
fraternidad causada, muchas veces, por las<br />
“situaciones y conflictos que han herido<br />
nuestra confianza mutua” (Shc 16) -con una<br />
fuerte presencia del individualismo en<br />
nuestra vida y misión, y la falta de fe horizontal<br />
o confianza en los hermanos -, ha simente”<br />
(Shc 22).Lafe,“lafeenunDios<br />
que es Padre de todos” es la que nos permite<br />
reconocer al otro como hermano (cf. Shc<br />
26), y en cada hermano, “en la diversidad<br />
de personalidades, reconocer un don entregado<br />
a nuestras vidas para entrar en relación<br />
de amor gratuito, desinteresado, con él”<br />
(Shc 23).<br />
Finalmente, en relación con la realidad<br />
que nos rodea, la fe nos permite tener una<br />
mirada nueva sobre ella (cf Shc 19). La fe<br />
no nos oculta la dramática realidad y el dolor<br />
de nuestra gente, el sufrimiento de “rostros<br />
y nombres concretos ligados a nuestras<br />
vidas cotidianas, rostros y nombres amados”,<br />
que luchan contra “las fuerzas culturales,<br />
sociales y políticas que buscan imponerse”,<br />
obstaculizando no sólo la fe, “sino<br />
también la confianza fundamental en los<br />
otros”; “pueblos enteros que todavía reclaman<br />
los derechos básicos de alimento, techo,<br />
educación y trabajo; pueblos enteros<br />
que se ven obligados a emigrar sin la promesa<br />
de un verdadero cambio para sus vidas”.<br />
La fe no nos oculta ni nos ahorra nada<br />
de eso, pero nos hace ver esa realidad desde<br />
otra óptica y, sobre todo, nos lleva a compartir<br />
su misma suerte (cf. Shc 5). La fe no<br />
nos ahorra las preguntas existenciales que,<br />
ante el dolor de la humanidad y el caos de<br />
nuestro tiempo, se plantean muchos de<br />
nuestros contemporáneos (cf Shc 6), pero<br />
nos permite vivir la realidad desde una perspectiva<br />
nueva: “desde una relación profunda<br />
con Dios, con su Palabra, en una comunión<br />
entrañable con la Iglesia” (cf. Shc 14).<br />
Pero la fe de la que habla el Documento<br />
final del Capítulo, como toda fe que es auténtica,<br />
“implica todo lo que somos, nuestra<br />
historia, nuestro cuerpo, nuestra mente,<br />
nuestras emociones, introduciendo a toda la<br />
persona en una obediencia a la Palabra, cargada<br />
de futuro” (Shc 18). Consciente que<br />
una fe así no se alcanza de una vez por todas,<br />
El Señor nos habla en el camino,habla<br />
de la necesidad de dar a la persona un “equipamiento<br />
básico” en el campo de la fe (cf.<br />
Shc 16), proporcionar una adecuada “educación<br />
en la fe” (Shc 27), durante la formación<br />
inicial como permanente; habla de la<br />
“urgencia” de “la personalización de la fe”<br />
(Shc 16). E intentando provocar una profunda<br />
reflexión, el documento final del Capítulo<br />
nos lanza una pregunta que es bueno<br />
que nos “atormente” y nos “persiga”: ¿Tendremos<br />
esa fe, esa fe que nos lleva a ver la<br />
propia realidad, la realidad de los demás y<br />
de la historia, desde una óptica nueva? (cf.<br />
Shc 27).<br />
No tengáis miedo, queridos hermanos<br />
Visitadores, en llevar al hermano a preguntarse<br />
sobre su fe. Recordad que durante<br />
la Visita “os ha sido confiado el cuidado de<br />
las almas de los hermanos (cf 1R 4, 6))<br />
(EVC 3, 2).
414 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
do denunciada en muchas ocasiones (cf.<br />
Shc 15; Cla 49). Finalmente la tentación de<br />
pararnos apareció en el Capítulo como algo<br />
más que una tentación meramente hipotética.<br />
En diversas ocasiones se constató entre<br />
los hermanos la presencia del caminar<br />
monótono y rutinario, la falta de esperanza<br />
en el futuro, la resignación, el pesimismo y<br />
el desencanto. Todo ello, como tuve ocasión<br />
de denunciar en mi Informe al Capítulo,<br />
y como bien reconocieron los capitulares,<br />
son síntomas bien palpables de la crisis<br />
que estamos viviendo y manifestación de la<br />
misma (cf. Cla 20).<br />
Para salir al paso de estas situaciones,<br />
que ponen en peligro el crecimiento de la<br />
vida fraterna, el documento final del Capítulo<br />
señala algunos medios que me parece<br />
muy oportuno y fundamental tener presentes<br />
durante la Visita Canónica.<br />
Contra las divisiones en el seno de nuestra<br />
fraternidad, el Capítulo invita a cultivar<br />
entre nosotros “ritos de perdón mutuo y caminos<br />
de comunión” (Shc 31), “procesos de<br />
reconciliación y de recuperación en fraternidad”<br />
(Shc 51), invita a desarrollar “una<br />
cultura de acompañamiento fraterno, de corrección,<br />
de perdón y de reconciliación”<br />
(Shc 53). Pero, sobre todo, el documento final<br />
del Capítulo, insiste en la necesidad del<br />
diálogo profundo y auténtico, así como en<br />
la necesidad de crear “espacios comunes de<br />
diálogo, compartiendo nuestras historias,<br />
celebraciones y fiestas” (Shc 50).<br />
En el campo del diálogo, El Señor nos<br />
habla en el camino, comienza por ponernos<br />
en guardia contra una posible ilusión: pensar<br />
que podemos dialogar con el mundo, si<br />
no hay un diálogo con Dios: “No podemos<br />
hablar con el mundo si no somos capaces de<br />
entablar un diálogo entre nosotros mismos<br />
en el calor de la verdad y de la fe, si no somos<br />
capaces de dialogar íntimamente con el<br />
Dios que se revela” (Shc 36). Pero, al mismo<br />
tiempo, el documento final del Capítulo<br />
deja igualmente claro que sólo una fe/confianza<br />
en los demás, nos permitirá un real<br />
accesoalafeenelDiosdelavida(cf.Shc<br />
16). Ambas, la fe en Dios y la fe/confianza<br />
en los demás “están íntimamente relacionadas<br />
entre sí” (cf. Shc 15).<br />
Por otra parte, conscientes de que nuestras<br />
crisis en la fraternidad se deben en gran<br />
parte a la dificultad de comunicarnos (cf.<br />
Cla 42) y de hablar juntos, de manera justa<br />
y verdadera, sin reservas y con total confianza<br />
-enelcalordelaverdadydelafe-, a<br />
partir de nuestras pobrezas, el documento<br />
El Señor nos habla en el camino, pide,en<br />
repetidas ocasiones, apostar decididamente<br />
por una comunicación profunda y auténtica,<br />
que toque nuestra historia vocacional y nos<br />
permita profundizar juntos, nuestro seguimiento<br />
de Cristo y nuestra fe en Dios (cf.<br />
Shc 50-51), llegando así, a tener “una experiencia<br />
más profunda del gozo de nuestra<br />
vocación” (Shc 53); pide que nos acerquemos<br />
y caminemos con el “otro”, que pronunciemos<br />
una palabra auténtica que venga<br />
del corazón, y, con un lenguaje renovado<br />
desde lo esencial, que comuniquemos la<br />
verdad de nuestro ser: ofreciendo lo que<br />
uno es, lo que uno tiene, “su verdad sin restricciones”,<br />
como hizo la Samaritana con<br />
Jesús (cf. Shc 17). Finalmente, El Señor nos<br />
habla en el camino, pide que fortalezcamos<br />
la práctica del diálogo, que creemos espacios<br />
comunes de diálogo y comunión, momentos<br />
y modos diversos de intercambio<br />
mutuo, momentos para compartir y celebrar<br />
la vida en todas sus dimensiones (cf.<br />
Shc 11. 32. 50), y que evaluemos continuamente<br />
las formas en las que nos comunicamos<br />
(cf. Shc 50).<br />
Sólo una comunicación así podrá lograr<br />
que recuperemos la fe/confianza en los<br />
otros, permitiéndonos fiarnos unos de otros,<br />
acogernos unos a otros, estimularnos recíprocamente,<br />
corregirnos cuando sea necesario,<br />
y amarnos en todo momento (cf. Shc<br />
15). Sólo una comunicación así nos permitirá<br />
restaurar la fe básica y fundamental en<br />
el otro, cuando la hayamos perdido, y reconstruir<br />
el tejido fundamental de la confianza<br />
mutua (cf. Shc 16), construyendo una<br />
verdadera fraternidad en la que todos nos<br />
sintamos solidarios de la “suerte” de los demás,<br />
hasta hacer de nuestras comunidades,<br />
espacios, como dicen nuestras Constituciones<br />
Generales, dentro de los cuales se puedan<br />
alcanzar una verdadera madurez humana<br />
y cristiana (cf. CCGG 39).
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
415<br />
Contra la tentación de huir de la fraternidad,<br />
el Capítulo, nos recordó que ningún<br />
camino fraterno, aun el más tortuoso, es<br />
inútil. Nos recordó que sólo quien acepta,<br />
con humildad y en comunión con los demás,<br />
las “heridas” de la vida fraterna podrá<br />
mantenerse joven y con la mirada dirigida<br />
hacia lo esencial. Nos recordó que para acoger<br />
el camino de Emaús de los otros es necesario<br />
medirse desde el comienzo con la<br />
verdad del propio caminar y, sobre todo,<br />
convertir el corazón, la mirada y la mentalidad<br />
ante el otro. Nos recordó, en fin, que la<br />
vida fraterna comporta aceptar y compartir<br />
nuestra propia humanidad, por herida que<br />
esté, pues sólo quien es capaz de hacer verdad<br />
en sí mismo, podrá acoger al otro con<br />
sus límites y debilidades. El satisfecho de sí<br />
mismo nunca podrá ser un hermano.<br />
Pero todo será posible si fomentamos en<br />
nosotros y entre nosotros el deseo de estar<br />
con él, a lo largo de todo el camino; si le<br />
permitimos entrar en nuestro espacio vital y<br />
quedarse con nosotros, entregándole todo lo<br />
que somos y tenemos, como Dios se ofrece<br />
a nuestra humanidad (cf. Shc 17); si mantenemos<br />
viva la “nostalgia” de su presencia,<br />
y si, como él, nos hacemos peregrinos y forasteros,<br />
en los caminos de la humanidad<br />
herida (cf. Shc 55).<br />
Contra la tentación de pararnos a la vera<br />
del camino, el Capítulo fue todo él una<br />
llamada a continuar el camino de renovación/refundación<br />
emprendido por la Orden<br />
en estos últimos años, sintiéndonos constantemente<br />
“mendicantes de sentido” –los<br />
tiempos actuales son más tiempos de preguntas<br />
que de respuestas (cf. Cla 121)-, en<br />
profunda comunión con el rostro de los pobres<br />
que “tienen la fuerza de orientarnos en<br />
nuestras búsquedas”(Shc 5).<br />
En un momento como el nuestro de cambio<br />
de época, puede que nuestros ojos, como<br />
los de los discípulos de Emaús (cf. Lc<br />
24, 16), estén cerrados y no veamos, con la<br />
claridad que desearíamos, cómo responder<br />
a los signos de los tiempos, a través de los<br />
cuales el Espíritu nos sigue interpelando<br />
constantemente (cf. Sdp 6). Puede que, cargados<br />
como estamos de tantos interrogantes<br />
aparentemente sin respuesta, fatigados por<br />
tantos cansancios acumulados y llenos de<br />
incertidumbres ante nuestro futuro (cf. Shc<br />
7), nuestra decepción sea tan grande como<br />
la de Cleofás y su compañero, hasta llegar a<br />
confesar, como ellos, nuestra profunda frustración:<br />
“nosotros esperábamos” (cf. Lc 24,<br />
21). En cualquier caso lo importante es ponernos<br />
en camino, nos recuerda el Capítulo,<br />
confiando en que el Señor camina con nosotros<br />
y guía nuestros pasos, aunque de momento<br />
no estemos en condiciones de reconocerlo,<br />
mientras seguimos implorando “al<br />
alto y glorioso Dios que ilumine las tinieblas<br />
que nublan el corazón del mundo y las<br />
tinieblas del nuestro propio” (Shc 8; cf. Or-<br />
SD, 1ss ). Sólo el mantenernos en camino<br />
podrá asegurarnos “una mejor comprensión<br />
de la propia vocación” (Shc 10).<br />
Lo más importante en estos momentos<br />
es que nos sintamos “hermanos en camino”<br />
y “que nos presentemos a los demás con la<br />
verdad de nuestra búsqueda, con la verdad<br />
de nuestras preguntas, con la verdad de<br />
nuestros miedos e incertidumbres” (Cla<br />
121). Sólo poniéndonos en camino, y con la<br />
confianza puesta en el Señor de la historia,<br />
nos iremos “desvistiendo poco a poco del<br />
desencanto, así como del pragmatismo superficial,<br />
y de los fáciles idealismos, para<br />
habitar en la tensión esperanzadora del Reino,<br />
atmósfera fecunda del seguimiento”<br />
(Shc 9).<br />
A este respecto, la necesidad de mantenernos<br />
en camino, es muy significativo que<br />
el documento final del Capítulo tenga como<br />
título El Señor nos habla en el camino, y<br />
que los términos más repetidos en él son los<br />
que hacen referencia a: caminar, buscar,<br />
evaluar y discernir. También me parece altamente<br />
significativo que el mismo documento<br />
final reconozca que “el pasaje bíblico<br />
de los discípulos de Emaús nos ha guiado<br />
como paradigma del viaje que queremos<br />
emprender en los distintos caminos de<br />
nuestro mundo” (Shc 8). Nuestra condición<br />
de “forasteros y peregrinos” nos lleva a sentirnos<br />
siempre en camino, conscientes, como<br />
dice el poeta “que se hace camino al andar”.<br />
Después de ponernos en guardia contra<br />
algunas actitudes que, de darse, mortificarí-
416 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
an seriamente la vida fraterna, el documento<br />
final del Capítulo nos presenta otros medios<br />
que pueden ayudar a prevenir los problemas<br />
a los que hicimos referencia, y a potenciar<br />
la comunión en la vida fraterna.<br />
Según el Capítulo, los medios principales<br />
son los siguientes:<br />
– la atención a la madurez psíquica de los<br />
hermanos, “porque muchos problemas<br />
en las relaciones fraternas remiten a nuestra<br />
fragilidad humana” (cf Shc 31);<br />
– el “acompañamiento y cuidado materno”<br />
(Shc 32), particularmente en los<br />
“primeros diez años” después de la profesión<br />
solemne (Shc 53), y en el momento<br />
del envejecimiento (Shc 55); momentos<br />
particularmente delicados en los que<br />
se requiere una especial ayuda en el camino<br />
y la perseverancia vocacionales;<br />
– la “educación en la fe” (Shc 27), desde el<br />
momento en que “la relación fraterna no<br />
nace primariamente de nuestra buena<br />
voluntad o de nuestra virtud, sino del<br />
don de Dios”, que para acogerlo necesita<br />
de la fe en un “único Padre que nos<br />
convoca a la hermandad”(Shc 26; cf. Cla<br />
54);<br />
– el Capítulo local. Éste, es presentado como<br />
“un buen instrumento para compartir<br />
la fe y la fraternidad” (Shc 31),uninstrumento<br />
adecuado para el diálogo, la<br />
escucha y el conocimiento y la práctica<br />
de nuestra vocación (Shc 53), y, en cuanto<br />
tal , un buen instrumento para un discernimiento<br />
en la vida de la comunidad<br />
y el crecimiento de ésta (Shc 52; cf. Cla<br />
40);<br />
– nuevas formas de encuentro y de celebración<br />
de la vida. El Capítulo, consciente<br />
de la necesidad de “compartir<br />
juntos las alegrías y las dificultades de<br />
ser hermanos” (Shc 31), nos invita a la<br />
creatividad, a imaginar “nuevas formas<br />
de encuentro que expresen y celebren el<br />
gozo de nuestra vocación” (Shc 53).<br />
Consciente, también, de que la celebración<br />
de la vida en todas sus dimensiones<br />
es imprescindible para cuidar y potenciar<br />
la vida fraterna, nos pide que busquemos<br />
y cultivemos “momentos y modos<br />
diversos” que nos permitan dicha celebración<br />
(cf. Shc 32). La metodología<br />
de Emaús es, sin duda, uno de los métodos<br />
propuestos, y más recomendados<br />
por el Capítulo, para compartir y celebrar<br />
la vida, en cuanto es “escuela de fraternidad”<br />
(Shc 51), “camino y método”<br />
que nos debe guiar en el futuro (Shc 39;<br />
cf. 40-47);<br />
– finalmente, el documento final del Capítulo<br />
insiste, particularmente en las orientaciones<br />
prácticas, en la necesidad de la<br />
formación permanente, como instrumento<br />
privilegiado para cuidar, construir<br />
y potenciar la comunión de vida en fraternidad<br />
(cf. Shc 16. 53. 54. 56. 57. 59).<br />
Indicando estas mediaciones para cuidar<br />
nuestra vida fraterna, el Capítulo recoge algunos<br />
medios indicados ya por Francisco y<br />
otros indicaos más recientemente por la<br />
misma Iglesia y por la misma Orden. Sobre<br />
la necesidad del perdón mutuo, Francisco lo<br />
expresa en repetidas ocasiones, pero con<br />
más fuerza, si cabe, en la Carta a un Ministro<br />
(v. 9-12). Sobre el cuidado materno, es<br />
bien conocido como Francisco privilegia la<br />
imagen de la madre para caracterizar la calidad<br />
de las relaciones entre hermanos (cf.<br />
2R 6, 7-8). La atención a la madurez psíquica<br />
sabemos cuanto sea necesaria, pues su<br />
falta dificulta, y no poco, la vida fraterna<br />
(cf. RFF 106. 188). Finalmente señalando<br />
la importancia del acompañamiento durante<br />
toda la vida, pero especialmente de los<br />
ancianos y de los más jóvenes (cf. Shc 54-<br />
55), el Capítulo se sitúa en perfecta sintonía<br />
con nuestra Ratio Formationis que señala el<br />
acompañamiento como “piedra angular” de<br />
la pedagogía franciscana (cf. RFF 92-104).<br />
En todo este proceso, El Señor nos habla<br />
en el camino no olvida el papel importante<br />
que desempeñan los Ministros y Guardianes<br />
(cf. Shc 51), por lo cual pide, que las experiencias<br />
y las actividades de formación<br />
permanente sean elaboradas de forma que<br />
“estimulen a quienes están en puestos de<br />
animación en el ámbito local y provincial”,<br />
para que puedan acompañar adecuadamente<br />
a los hermanos “durante toda su vida”,<br />
particularmente en lo relacionado con el<br />
cuidadodesuvocación(cf.Shc 54). Tampoco<br />
olvida a los formadores, para los cua-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
417<br />
res y trabajos que refuercen la prioridad de<br />
la fraternidad como signo y la igualdad de<br />
laicos y clérigos en la misión” (Shc 60; cf.<br />
53). También insiste en la necesidad de que<br />
la formación para la misión, inicial y permanente,<br />
asegure este principio, de tal modo<br />
que “se haga visible la igualdad entre<br />
hermanos laicos y clérigos” (Shc 60).<br />
Fraternidades internacionales e interculturales,<br />
signo de la riqueza de nuestra<br />
común Fraternidad, que no sólo hemos de<br />
custodiar, sino también favorecer y potenciar<br />
en todas sus expresiones. Sólo así podremos<br />
ser signos creíbles en un mundo<br />
profundamente dividido.<br />
Para potenciar la vivencia de fraternidades<br />
internacionales e interculturales el Capítulo<br />
recordó que hemos de potenciar, en<br />
primer lugar, el sentido de pertenencia a la<br />
Fraternidad universal, superando provincialismos<br />
y particularismos (Shc 57). Por otra<br />
parte, dado que el sentido de pertenencia a<br />
la Fraternidad universal y la “superación de<br />
barreras”, de la que tanto se habló durante<br />
el Capítulo, han de considerarse parte integral<br />
del crecimiento en fraternidad, es necesario<br />
que esta dimensión entre de lleno en la<br />
formación inicial y permanente, creando estructuras<br />
comunes que favorezcan estrategias<br />
de cooperación entre las distintas Entidades<br />
y entre diversas culturas (cf Shc 57).<br />
Fraternidad en estrecha relación con la<br />
Familia franciscana. Nuestra vocación y misión<br />
hemos de vivirla en la complementariedad.<br />
La colaboración, especialmente a niveles<br />
locales, es un imperativo para cada uno<br />
de nosotros. Es, pues, de desear que la celebración<br />
del VIII Centenario de la fundación<br />
de nuestra Orden y del nacimiento del carisma<br />
franciscano favorezca la colaboración<br />
entre todos/as los seguidores de Francisco.<br />
De este Capitulo general extraordinario<br />
estoy convencido que la fraternidad, como<br />
elemento fundante y fundamental de nuestra<br />
vida, ha salido reforzada y clarificada.<br />
Al igual que la comunión de vida en fraternidad<br />
configuró la vida y misión de Francisco<br />
y de sus primeros compañeros, así<br />
también la vida en fraternidad ha de configurar<br />
nuestra vida y misión, de tal modo<br />
que ya no podemos hablar de vida francisles<br />
pide se desarrollen “iniciativas provinciales,<br />
interprovinciales y de Conferencias”,<br />
que les entrenen en la “dimensión humana<br />
y especialmente franciscana de nuestra<br />
vocación” (Shc 54).<br />
3. Características<br />
de nuestras fraternidades<br />
El Capítulo, además de hacer una fuerte<br />
llamada a construir la fraternidad, dio algunas<br />
indicaciones importantes a la hora de<br />
poner manos a la obra, y señaló las siguientes<br />
características que deberán distinguir<br />
nuestras fraternidades. En concreto, el Capítulo<br />
habló de la necesidad de seguir creciendo<br />
en fraternidades de iguales, en fraternidades<br />
internacionales e interculturales,<br />
y en fraternidades en estrecha relación con<br />
la familia franciscana.<br />
Fraternidad de iguales, formada por<br />
hermanos clérigos y hermanos laicos, con<br />
los mismos derechos y las mismas obligaciones.<br />
El Capítulo, en diversas ocasiones y<br />
a través de voces que nos llegaron desde<br />
distintas “regiones” y situaciones, ha subrayado<br />
la importancia de este valor de nuestra<br />
forma de vida para poder ser realmente<br />
“signum fraternitatis”, pidiendo que se haga<br />
todo lo posible para que, a todos los efectos,<br />
venga reconocida jurídicamente dicha<br />
igualdad. El documento capitular se hace<br />
eco, y justamente, de esta petición cuando<br />
afirma: “Sentimos la necesidad de subrayar<br />
la igualdad de todos los hermanos que tienen<br />
la misma vocación de ser Hermano Menor,<br />
respetando, al mismo tiempo, los distintos<br />
dones y valores de la vocación ministerial<br />
de los hermanos” (Shc 60).<br />
Para asegurar el principio que ya aparece<br />
en las Constituciones de que “todos los<br />
hermanos, en virtud de la profesión, son enteramente<br />
iguales, por lo que se refiere a derechos<br />
y obligaciones religiosas” (CCGG 3,<br />
1), y que yo recordé en mi Informe al Capítulo<br />
(cf. Cla 99), El Señor nos habla en el<br />
camino, llama nuestra atención sobre la necesidad<br />
de revisar nuestras actividades de<br />
evangelización, de tal modo que nuestra<br />
evangelización, “superando las estructuras<br />
que se centran principalmente en el ministerio<br />
sacerdotal” se dirija “hacia otros luga-
418 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
cana sin la comunión de vida en fraternidad,<br />
ya no podemos hablar de misión franciscana<br />
sin pensarla y vivirla como misión desde<br />
y en fraternidad.<br />
Todos estos aspectos han de ser tenidos<br />
muy en cuenta a la hora de evaluar “la vida<br />
de la Provincia, de las Entidades y de las<br />
Casas de la Orden, así como la vida de los<br />
hermanos” (EVC 1), pues de ello depende,<br />
en gran parte, la significatividad de la vida<br />
de los hermanos.<br />
4. En el mundo y en la Iglesia,<br />
como menores y siendo solidarios<br />
con los menores<br />
Para los seguidores de Francisco la “minoridad”<br />
no es algo opcional, sino una dimensión<br />
esencial de nuestra vida, un elemento<br />
que califica nuestra fraternidad. Afirma<br />
el documento final del Capítulo: “No es<br />
suficiente decir que somos hermanos, somos<br />
Hermanos Menores” (Shc 28). A este<br />
punto el documento final nos pone en guardia<br />
contra dos peligros: Uno que ve la “minoridad”<br />
como una simple opción social, el<br />
otro que ve la “minoridad” sólo como una<br />
opción espiritual.<br />
El Señor nos habla en el camino, enrelación<br />
con la minoridad, recuerda, en primer<br />
lugar, que la minoridad para Francisco<br />
no es una simple categoría sociológica. El<br />
Poverello tomó el término “menor” del<br />
Evangelio (cf. Shc 28). Y tanto para él como<br />
para nosotros, en cuanto Hermanos Menores,<br />
el “paradigma de la minoridad no es<br />
otro que el de Cristo” (Shc 29). Nuestra opción<br />
por ser “menores” nace pues de la contemplación<br />
de Cristo Jesús que “no consideró<br />
un tesoro celoso su condición divina,<br />
sino que se despojó de su rango, asumiendo<br />
la condición de siervo” (Flp 2, 6-11).<br />
Sin embargo, esta dimensión cristológica<br />
no impide, ni mucho menos, -nos recuerda<br />
también el documento final-, que la minoridad<br />
se exprese en categorías sociales. A<br />
este respecto El Señor nos habla en el camino<br />
añade: “La minoridad es la forma concreta<br />
que cualifica nuestra relación fraterna<br />
y la práctica de nuestros ministerios”, ordenados<br />
o no, pues “todos somos Hermanos<br />
Menores” (Shc 28).<br />
La minoridad, por tanto, debe marcar<br />
nuestro estilo de vida, “ad intra”, con los<br />
hermanos de la fraternidad, y nuestra misión,<br />
“ad extra, con toda humana criatura.<br />
Así lo afirma claramente el documento final<br />
del Capítulo: La minoridad “marca no sólo<br />
nuestra relación entre los frailes, sino de<br />
una manera más amplia, con toda humana<br />
criatura. Nos sentimos y somos realmente<br />
Hermanos Menores de todo hombre y mujer,<br />
de acuerdo con el estilo con el que Francisco<br />
envía a sus hermanos por el mundo:<br />
no promuevan disputas ni controversias, sino<br />
que estén sometidos a toda humana criatura<br />
por Dios (1R 16, 6)”, con las implicaciones<br />
concretas que se siguen para nuestra<br />
misión “entre los laicos, en relación con la<br />
mujer, en nuestra manera de vivir en la Iglesia,<br />
en el necesario diálogo interreligioso,<br />
en nuestra relación con la creación, en fin,<br />
en toda nuestra misión como menores entre<br />
los menores de la tierra” (Shc 30).<br />
Por otra parte, la voz de los “menores” y,<br />
por tanto, de los “sin voz”, se hizo muy presente<br />
en el aula capitular. El documento capitular<br />
recoge esa presencia, y nos invita a<br />
caminar con ellos, haciendo nuestras sus<br />
alegrías y sus penas (cf. Shc 5). Esto exige,<br />
no sólo escucharles y defender sus derechos,<br />
sino ser solidarios con ellos y compartir<br />
su misma vida. Es en este contexto en<br />
el que se entienden las palabras del documento<br />
final del Capítulo: “Nuestra opción<br />
fundamental hoy –leemos en El Señor nos<br />
habla en el camino-, es la de vivir el Evangelio<br />
como menores entre los menores”<br />
(Shc 33).<br />
De este modo, la minoridad que inició<br />
con la contemplación de Cristo que se hace<br />
“menor” y “el contacto con la realidad dolorosa<br />
y esperanzadora de cada persona”<br />
(cf. Shc 11), termina necesariamente con<br />
una opción de vida y misión: “menores entre<br />
los menores de la tierra” (Shc 30).<br />
Al invitar a pasar de la contemplación a<br />
la vida, o si queremos de la “ortodoxia” a la<br />
“ortopraxis”, el documento capitular es coherente<br />
con un principio que sienta como<br />
punto de partida: “Ante todo la vida”, la experiencia,<br />
el contacto humano con la realidad<br />
(cf. Shc 10- 11). “La teoría ilumina la
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
419<br />
nos invita a la “lucidez y audacia” para llevar<br />
a cabo “una seria revisión de nuestra<br />
misión [...], y ensayar caminos inéditos de<br />
presencia y testimonio” (Shc 33), buscando<br />
nuevas formas de evangelización (cf. Cla<br />
74) más en consonancia con cuanto exige<br />
nuestra vida de Hermanos Menores.<br />
Todo ello exige, como nos recuerda el<br />
Capítulo, “un permanente discernimiento y<br />
una evaluación constante de nuestra vida”<br />
(Shc 35), una “revisión crítica continua [...]<br />
de nuestros actuales ministerios” (Shc 58),<br />
de tal modo que podamos “reencontrar el<br />
centro de nuestra misión”, y desde ahí podamos<br />
“abrazar la liminalidad” y “habitar la<br />
marginalidad” (cf. Shc 33), creando nuevos<br />
espacios y asumiendo riesgos “que den un<br />
testimonio fehaciente de la realidad de<br />
nuestra vocación y misión”, como “Fraternidad-en-misión<br />
al servicio de la Iglesia y<br />
del mundo” (Shc 58).<br />
A este punto todo esto está exigiendo de<br />
nosotros “un proyecto de evangelización<br />
con clara identidad franciscana”. Lo recordé<br />
y pedí en el Capítulo (cf. Cla 79), y lo recuerda<br />
y pide también el documento final<br />
del Capítulo (cf. Shc 34). Un Proyecto que<br />
una e integre vocación, vida fraterna y misión,<br />
desde la minoridad, pues, como recuerda<br />
El Señor nos habla en el camino,“la<br />
vida de fe en comunidad es nuestro principal<br />
signo en el mundo” (Shc 34; cf. 49; Cla<br />
75). Nuestro empeño por conseguir esta<br />
unidad entre vocación, vida fraterna y misión,<br />
está exigiendo estrategias de “cooperación”<br />
y de “intercambio” entre las Entidades”<br />
(Shc 57).<br />
Con ello el documento final del Capítulo<br />
nos está pidiendo que prestemos mucha<br />
atención a la fragmentación que con frecuencia<br />
caracteriza nuestras vidas, y, al<br />
mismo tiempo, afirma que en la aplicación<br />
de las “orientaciones” que nos llegan del<br />
Capítulo, nos jugamos la unidad de nuestra<br />
vocación, nuestra vida en fraternidad y<br />
nuestra misión. Es decir, nos jugamos nuestro<br />
presente y nuestro futuro.<br />
Por otra parte, nuestra evangelización y<br />
misión ha de hacerse siempre en un clima<br />
de colaboración entre nuestras Entidades<br />
(cf. Shc 59), y en colaboración con los laivida,<br />
pero no puede nunca sustituirla” (Shc<br />
10). Ninguna teoría, por hermosa que sea,<br />
podrá ahorrarnos la necesidad de pasar por<br />
el camino de la experiencia, de la cercanía a<br />
la realidad histórica, a la escucha de la Palabra<br />
y su traducción inmediata a la vida,<br />
como hizo Francisco, quien, “después de<br />
escuchar el Evangelio, no tarde en cambiar<br />
su forma de vestir. Necesita practicar la palabra<br />
escuchada, aunque sea de modo parcial<br />
y material” (Shc 11). Habiendo escuchado<br />
la voz de los “menores” (cf. Shc 5),<br />
ahora nuestra minoridad ha de ser vivida y<br />
expresada a través de la comunión con los<br />
menores, “los pobres y crucificados de esta<br />
tierra”, “representantes” del Cristo pobre y<br />
crucificado (cf. Shc 9), a quien hemos prometido<br />
seguir.<br />
En la Visita se ha de tener muy presente<br />
la vivencia de la minoridad y pobreza,<br />
no sólo en sus aspectos de austeridad y pobreza,<br />
sino también en cuanto comunión<br />
afectiva y efectiva con los “menores” de la<br />
tierra. ¿Dónde estamos? ¿Con quiénes estamos?<br />
¿Con quiénes nos identifican? Todas<br />
estas preguntas hemos de ponérnoslas los<br />
hermanos. La Visita, con el capítulo que le<br />
sigue, son una buena ocasión para dar una<br />
respuesta a dichas preguntas y tomar las opciones<br />
en la dirección justa.<br />
5. Renovar la evangelización en sus<br />
formas y estructuras<br />
El tema de la misión fue otro de los<br />
temas importantes en este Capítulo. No podía<br />
ser menos pues todos reconocemos en la<br />
misión un elemento integrante de la vocación<br />
franciscana desde sus orígenes. Hablar<br />
de evangelización es, por tanto, hablar de<br />
nuestra vocación y de nuestra razón de ser<br />
en la Iglesia y en el mundo. Al mismo tiempo<br />
todos somos conscientes de que el mayor<br />
reto del tercer milenio es la evangelización<br />
en todas sus formas, y todos sentimos,<br />
al mismo tiempo, la urgencia de refundarla<br />
y renovarla en sus formas y estructuras.<br />
El Capítulo no oculta esta necesidad. Por<br />
este motivo El Señor nos habla en el camino,<br />
teniendo en cuenta que “nos encontramos<br />
inmersos en un cambio de época, con<br />
nuevos paradigmas y categorías” (Shc 33),
420 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
cos y los obispos, “para proteger y reforzar<br />
la dimensión específicamente franciscana<br />
de nuestra vocación al servicio de la Iglesia<br />
y del mundo” (Shc 58).<br />
La evangelización -“llenar la tierra con<br />
el Evangelio de Cristo” (1Cel 97)-, en estos<br />
momentos, sin embargo, pasa necesariamente<br />
por el diálogo: “La misión adquiere<br />
hoy la forma de diálogo [...], como presencia<br />
en medios fronterizos y conflictivos, como<br />
acción en los nuevos areópagos, como<br />
actividad intelectual y cultural, y como intercambio<br />
de experiencia interreligiosas”<br />
(Shc 36).<br />
En un mundo, como el nuestro, en el que<br />
la globalización, la postmodernidad, y el pluralismo<br />
religioso han multiplicado las fronteras,<br />
nosotros, en cuanto seguidores de Jesús<br />
y a ejemplo de Francisco, estamos llamados<br />
a ir al encuentro del “otro”, a “pasar a la<br />
otra orilla”, a ser cruzadores de fronteras (cf.<br />
Shc 36), ya sean fronteras geográfica, sociales,<br />
culturales, políticas o religiosas, y, desde<br />
la lógica del don y una espiritualidad que en<br />
el Capítulo ha sido llamada espiritualidad de<br />
presencia, kenosis, armonía y totalidad-integridad,<br />
sin excluir a ninguno y abrazando a<br />
todos, estamos llamados a trabajar por una<br />
sociedad sin fronteras ni excluidos. Todo esto<br />
presupone la “fe en Dios”, pero también<br />
“una notable confianza humana”, y una<br />
constante actitud de aprendizaje frente al<br />
otro, “sin dejarnos encerrar en las fronteras<br />
creadas por las ideologías de turno”, pues sólo<br />
así podremos transformarnos “en un faro<br />
de esperanza, en una oferta generosa de fe y<br />
de comunión” (Shc 37).<br />
Para que este diálogo sea posible, el Capítulo<br />
general extraordinario recordó la necesidad<br />
de “entender, asumir y practicar los<br />
principios de la inculturación y de la interculturalidad”<br />
(Shc 38; cf. 57), como consecuencia<br />
del reconocimiento de la realidad<br />
carismática, plural y diversa de nuestra misión.<br />
Al mismo tiempo, sin embargo, queremos<br />
y hemos de trabajar por mantener una<br />
profunda unidad que nace y se alimenta en<br />
la medida en que fundamentemos nuestras<br />
vidas “en el Evangelio de nuestro Señor Jesucristo,<br />
en obediencia, sin propio y en castidad”<br />
(Shc 38). Es en el seguimiento de<br />
Cristo donde recobraremos la unidad de una<br />
Fraternidad-en-misión, y es desde él que<br />
obtendremos las fuerzas necesarias para enfrentarnos<br />
a las dificultades propias de la<br />
misión: “Sólo siguiendo las huellas de<br />
nuestro Señor Jesucristo, de su vida, pasión,<br />
muerte y resurrección, encontraremos la<br />
fuerza y la lucidez para afrontar, en una<br />
perspectiva del don, la realidad personal,<br />
comunitaria y social, marcadas siempre por<br />
la finitud y el pecado” (Shc 24). Sin olvidar<br />
que conocer, actualizar y transmitir el patrimonio<br />
filosófico y teológico de nuestros<br />
maestros, puede ser un instrumento muy<br />
válido, dada su actualidad, para cualificar<br />
nuestro diálogo/misión con el mundo (cf.<br />
Shc 12. 56).<br />
2. Las orientaciones prácticas<br />
Como ya he dicho, el Capítulo ha querido<br />
siempre ser un “Capítulo abierto”. Por<br />
este motivo, en la segunda parte del documento<br />
final, El Señor nos habla en el camino,<br />
encontramos “orientaciones prácticas”<br />
cuyo objetivo es el de ofrecernos “senderos<br />
para el futuro”. Estas orientaciones tocan<br />
aspectos muy concretos de nuestra vida: fe<br />
y relaciones fraternas (cf. Shc 50-51), cuidado<br />
de nuestra vocación (cf Shc 52-56), interdependencia,<br />
internacionalidad e interculturalidad<br />
(cf Shc 57), fraternidad-en-misión<br />
(Shc 58-60). Toca ahora a cada Entidad<br />
llevar a la vida concreta de los hermanos dichas<br />
“orientaciones prácticas”, conscientes<br />
de que en ello nos jugamos el sentido profundo<br />
del Capítulo y su fruto.<br />
Sin embargo, como bien reconoce el documento<br />
El Señor nos habla en el camino,<br />
no se trata de aplicarlas todas al mismo<br />
tiempo, ni tampoco de aplicarlas uniformemente<br />
en toda la Orden. No todas las Entidades<br />
han hecho el mismo camino, ni todas<br />
viven las mismas situaciones. Formando todos<br />
una fraternidad (cf CCGG 1, 1), somos<br />
diversos, y esta diversidad, “que caracteriza<br />
nuestra Orden” (Shc 49/2.) ha de ser respetada,<br />
en cuanto “es noticia de un Dios<br />
siempre fecundo” (Shc 4). Por tanto, la<br />
puestaenprácticadeestasorientaciones<br />
“deberá revestir formas diferentes y diver-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
421<br />
sos grados de aplicación en las distintas regionesdelaOrden”(Shc<br />
49/2). Toca, pues,<br />
a cada Entidad discernir aquellas que considere<br />
más adecuadas para su crecimiento, teniendo<br />
en cuenta que hay “formas múltiples”<br />
para desarrollar las reflexiones y<br />
orientaciones del documento final (Shc 46).<br />
Vosotros, en cuanto Visitadores, debéis<br />
ayudar a las Entidades que vais a visitar, a<br />
discernir, partiendo de su propia situación<br />
y considerando “cuidadosamente su propio<br />
crecimiento” (Shc 49/3), cuáles de las<br />
“orientaciones” propuestas por el Capítulo<br />
han de ser tenidas mayormente en cuenta,<br />
para continuar escribiendo una renovada<br />
historia de fidelidad a Dios y al hombre.<br />
Es ésta una misión que considero muy<br />
importante en vuestro servicio como Visitadores:<br />
Hacer todo lo posible para que las<br />
Entidades visitadas entren en clima de discernimiento<br />
y que con la debida seriedad se<br />
pregunten: ”Señor, ¿qué quieres que haga?”,<br />
“Hermanos ¿qué hemos de hacer?”.<br />
Si logramos que nuestras Entidades entren<br />
en este clima de discernimiento, estoy seguro<br />
que ayudaremos a curar la nostalgia de<br />
unos; el cansancio, la desilusión y el escepticismo<br />
de otros, y a todos ayudaremos a<br />
optar por una fidelidad creativa, tal como<br />
nos pide la Iglesia (VC 37) y la Orden. La<br />
nuestra, hemos de recordarlo muchas veces<br />
y recordárselo a los hermanos, es la hora de<br />
la siembra, es la hora del discerminiento y<br />
de la fidelidad creativa. Asumir todo esto,<br />
aun en medio de la fatiga y, a veces, del desconcierto,<br />
es apostar por el presente que<br />
tendrá futuro.<br />
Conclusión<br />
El capítulo que acabamos de celebrar ha<br />
sido una fuerte y apremiante llamada a vivir<br />
nuestra vida en profundidad, una llamada a<br />
la conversión, a vivir de la fe y desde la fe, a<br />
volver al Evangelio para volver a Cristo, a<br />
revivir la experiencia fundación de nuestra<br />
Fraternidad, con el fin de reidentificar y reapropiarnos<br />
de la intuición original de Francisco.<br />
Ha sido un fuerte aldabonazo a mejorar<br />
nuestra comunicación, particularmente a<br />
niveles de fe y de vivencia vocacional, a<br />
“volvernos” los unos hacia los otros, a derribar<br />
barreras y prejuicios, a acogernos desde<br />
la escucha recíproca, a superar provincialismos,<br />
etnocentrismos, castas y regionalismos,<br />
a ensanchar el corazón a la dimensión<br />
del mundo. El Capítulo nos ha hecho una<br />
llamada urgente a no dejarnos atenazar por<br />
la crisis y el miedo, a no encerrarnos en nosotros<br />
mismos, a no reducir nuestras presencias<br />
al confortable y seguro espacio de nuestros<br />
conventos, sino a salir, a descentrarnos<br />
para re-centrarnos, a des-localizarnos para<br />
re-localizarnos, a des-arraigarnos y reimplarnarnos,<br />
a sentirnos itinerantes hacia la liminaridad,<br />
la frontera, la periferia, hacia los<br />
“claustros olvidados”, habitados por los “leprosos”<br />
de hoy. En todo momento, nos recordó<br />
el capítulo, los hermanos hemos de<br />
estar atentos a no dar culto a los ídolos del<br />
activismo y la eficiencia, para poder mantener<br />
el talante profético de nuestra vida. En<br />
este contexto el Capítulo nos hizo una fuerte<br />
llamada a des-centrarnos de lo urgente para<br />
volver a lo esencial, y dar calidad evangélica<br />
a nuestra vida. Todo esto pasa por una<br />
opción clara por la formación permanente.<br />
Ella es la que puede nutrir una verdadera y<br />
profunda fidelidad creativa.<br />
La Visita canónica que estáis llamados a<br />
realizar ha de tener en cuenta todas estas<br />
llamadas del Capítulo, así como sus propuestas.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
8. Conclusione dell’Incontro con i Visitatori<br />
e Festa di santa Elisabetta<br />
d’Ungheria<br />
17 novembre 2006<br />
Le due passioni di<br />
Elisabetta d’Ungheria<br />
Sir, 26, 1-4. 13-21; Mt 25, 31-40<br />
Cari Fratelli,<br />
Il Signore vi dia pace!<br />
Oggi, in coincidenza con la chiusura di<br />
questo incontro, inizia ufficialmente l’VIII
422 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Centenario della nascita di santa Elisabetta,<br />
principessa di Ungheria, Gran Contessa di<br />
Turingia e penitente francescana. Questo<br />
giubileo, che tocca molto da vicino i Fratelli<br />
e le Sorelle del TOR e dell’OFS, che si<br />
onorano di averla come patrona, deve essere<br />
convenientemente celebrato da quanti<br />
fanno parte della grande Famiglia Francescana,<br />
dal momento che santa Elisabetta, a<br />
tutti i diritti, è una delle sue glorie.<br />
Dinanzi a questa celebrazione giubilare,<br />
in profonda comunione con tutta la Famiglia<br />
Francescana, particolarmente con i Fratelli e<br />
le Sorelle del TOR e dell’OFS, è logico domandarsi:<br />
Che messaggio offre oggi a noi,<br />
Frati Minori, la figura di santa Elisabetta?<br />
Cosa può dire ai francescani di oggi una<br />
donna avvolta dalla penombra di un passato<br />
remoto e da un mondo pieno di leggende?<br />
Cosa può dirci questa donna dalla quale ci<br />
separano tanti anni e tante altre cose?<br />
Il suo messaggio, e ciò che ne fa una figura<br />
davvero attuale, scaturisce e prende<br />
forza dalle sue due grandi passioni: quella<br />
per Cristo e quella per i poveri. Due passioni<br />
che la pongono in perfetta sintonia spirituale<br />
e carismatica con Francesco, al quale<br />
senza dubbio si ispirò, e con Chiara, cioè<br />
con due cuori conquistati da Cristo e dai poveri,<br />
nei quali scoprirono Cristo. Tutta la vita<br />
di santa Elisabetta, inclusa l’estrema penitenza,<br />
può essere compresa solo alla luce<br />
di queste due passioni.<br />
La passione per Cristo portò Elisabetta<br />
ad assumere il Vangelo come forma di vita<br />
e a viverlo nel più genuino stile di Francesco:<br />
semplicemente, sine glossa, intuttii<br />
suoi aspetti spirituali e concreti. Questa sua<br />
intenzione trovò espressione nei suoi atteggiamenti<br />
esistenziali più profondi, come il<br />
riconoscimento della signoria assoluta di<br />
Dio; l’esigenza di spogliarsi di tutto e di farsi<br />
piccola come una bambina per entrare nel<br />
regno del Padre; l’adempimento, fino alle<br />
sue ultime conseguenze, del comandamento<br />
nuovo dell’amore.<br />
Elisabetta non lasciò nulla di scritto, ma<br />
diversi momenti della sua vita possono essere<br />
compresi solo partendo da una comprensione<br />
letterale del Vangelo. Seppe realizzare<br />
il programma di vita proposto da<br />
Gesù nel Vangelo:<br />
– chi vorrà salvare la propria vita, la perderà;<br />
chi perderà la propria vita per causa<br />
mia e del vangelo, la salverà. (Mc 8,<br />
35 e Lc 17, 33).<br />
– Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi<br />
se stesso, prenda la sua croce e mi<br />
segua (Mc 8, 34).<br />
– Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello<br />
che possiedi, dallo ai poveri e avrai un<br />
tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi (Mt<br />
19,21).<br />
– Chi ama il padre o la madre più di me<br />
non è degno di me; chi ama il figlio o la<br />
figlia più di me non è degno di me (Mt<br />
10,37).<br />
La sua passione per Cristo si manifestava<br />
e si alimentava attraverso una comunione<br />
profonda fatta di una vita di preghiera intensa,<br />
continua, che a volte sfociava nell’estasi.<br />
La coscienza costante della presenza<br />
del Signore era la fonte della sua forza, della<br />
sua gioia e del suo impegno per i poveri.<br />
Anche l’incontro di Cristo nei poveri, però,<br />
animava la sua fede e la sua preghiera, perché<br />
in questo incontro era portata ad “identificarsi”<br />
con loro. Non c’è da meravigliarsi<br />
di questo, dal momento che il suo pellegrinaggio<br />
incontro a Dio era scandito da<br />
passi decisi di distacco fino alla spogliazione<br />
totale, come Cristo sulla croce. Alla fine<br />
non le rimase nulla, se non la tunica grigia<br />
della penitenza, che volle conservare come<br />
simbolo e sudario.<br />
La sua passione per Cristo, che da ricco<br />
si fece povero, la portò a seguirlo radicalmente<br />
e a trovarlo e servirlo nei suoi “rappresentanti,<br />
i poveri e crocifissi della terra”,<br />
come li chiama il documento del nostro Capitolo<br />
straordinario (Spc 9). Elisabetta serviva<br />
personalmente gli emarginati, i poveri<br />
e gli infermi. Come Francesco si prendeva<br />
cura dei lebbrosi, rifiuto della società. Giorno<br />
dopo giorno, ora dopo ora, povero dopo<br />
povero, visse e trovò la misericordia di Dio<br />
nel fiume di dolore e miseria da cui era avvolta.<br />
Negli sventurati Elisabetta vedeva la<br />
persona di Cristo (Mt 25,40). Questo le diede<br />
forza per vincere la sua naturale ripugnanza,<br />
al punto da arrivare a baciare le ferite<br />
purulente dei lebbrosi.
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
423<br />
Forgiata nella fucina evangelica di Francesco<br />
d’Assisi, come il Poverello e come<br />
Chiara, sua “pianticella”, Elisabetta abbandonò<br />
le vane glorie e le ambizioni mondane,<br />
il frastuono della corte, le comodità, le<br />
ricchezze, gli abiti di lusso... uscì dal suo<br />
castello e pose la sua tenda tra i disprezzati<br />
eiferitiperservirli.<br />
La santità consiste nell’amare come Gesù<br />
amò. Amare Dio e il prossimo, sono due<br />
comandamenti che non si possono separare.<br />
Passione per Cristo e per i poveri, sono<br />
due passioni che vanno necessariamente<br />
insieme. Ma tutto ciò non è follia? Sì, è la<br />
follia dell’amore, che non conosce limiti; è<br />
la follia della santità; e quella di Elisabetta<br />
è un’autentica follia! Nella sua vita brilla<br />
con particolare splendore la supremazia<br />
della carità. La sua persona è un canto all’amore,<br />
plasmato nel servizio e nell’abnegazione,<br />
dedito nel seminare il bene, come<br />
l’amore di ogni «donna virtuosa», della<br />
quale ci parlava la prima lettura (cf Sir<br />
26,1-3). Questo amore, che fece sgorgare<br />
in lei un’ardente forza interiore, caratteristica<br />
di una «moglie brava» (cf Sir 26,2),<br />
come fu Elisabetta, la portò a irradiare<br />
gioia e serenità, anche nella tribolazione,<br />
nella solitudine e nel dolore. Così, fedele<br />
alla sua missione – «Dobbiamo rendere gli<br />
uomini felici», diceva alle sue sorelle e ancelle<br />
– Elisabetta rallegrava il cuore di<br />
quanti le si avvicinavano (cf Sir 26,13). Il<br />
fondo della sua anima era abitato dal regno<br />
della pace.<br />
Elisabetta passò per questa vita come<br />
una meteora luminosa e portatrice di speranza.<br />
Illuminò l’oscurità di molte anime.<br />
Portò gioia ai cuori afflitti. Nessuno potrà<br />
contare le lacrime che asciugò, le ferite che<br />
sanò, l’amore che risvegliò.<br />
In questo momento in cui il nostro Ordine<br />
è impegnato in un profondo rinnovamento<br />
che ci porta a seguire più da vicino e<br />
più radicalmente Cristo e mentre il Capitolo<br />
generale straordinario ci ha invitato più<br />
volte ad essere minori con i minori della<br />
terra, Elisabetta ci si presenta non solo come<br />
una donna profondamente evangelica,<br />
ma anche come un modello da seguire nella<br />
sua passione per Cristo e per i poveri.<br />
Ricordiamo, durante questo anno giubilare,<br />
la personalità tanto singolare di Elisabetta,<br />
perché, attraverso la conoscenza e<br />
l’ammirazione di questa figura, tutti seguiamo<br />
Cristo e, sulle orme di Francesco, Chiara<br />
ed Elisabetta, ci convertiamo in strumenti<br />
di pace e letizia e impariamo a versare un<br />
po’ di balsamo sulle ferite di chi vive nel<br />
nostro ambiente, a umanizzare le vicende<br />
che viviamo, ad asciugare un po’di lacrime.<br />
Apriamo i nostri cuori dove non è presente<br />
la misericordia del Padre. L’impegno di<br />
santa Elisabetta stimoli il nostro. Il suo<br />
esempio e la sua intercessione illumineranno<br />
il nostro cammino verso il Padre, fonte<br />
di ogni amore: il bene, tutto il bene, il sommo<br />
bene; la quiete e la gioia.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
9. Carta de la CFF con motivo del VIII<br />
Centenario del nacimiento de santa<br />
Isabel princesa de Hungría, gran<br />
Condesa de Turingia, penitente franciscana<br />
Roma, 17 de Noviembre de 2006<br />
Fiesta de Santa Isabel<br />
Hemos creído en el amor<br />
A todas las hermanas y hermanos de la<br />
familia franciscana, de manera especial, a<br />
todos las hermanas y hermanos de la Tercera<br />
Orden Regular y de la Orden Franciscana<br />
Seglar, que se honran en tener a Sta. Isabel<br />
como patrona: la misericordia de Dios inunde<br />
vuestros corazones.<br />
1. VIII centenario, 1207-2007<br />
El próximo año 2007, celebraremos el<br />
VIII centenario del nacimiento de santa Isabel,<br />
princesa de Hungría, gran condesa de<br />
Turingia y penitente franciscana. Este año<br />
jubilar se abrirá el 17 de noviembre de<br />
2006, fiesta de santa Isabel, y se cerrará el<br />
mismo día de 2007.<br />
La Tercera Orden Franciscana la honra<br />
como patrona y toda la familia franciscana
424 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
la cuenta entre sus glorias. Queremos aprovechar<br />
esta ocasión única para presentar su<br />
figura excepcional de entrega a Dios Padre,<br />
en el seguimiento de Cristo y en la disolución<br />
de todo su ser en el Dios-Amor.<br />
El papa Benedicto XVI, en la encíclica<br />
programática de su pontificado, Deus caritas<br />
est, nos ha recordado cuál es la opción<br />
fundamental del cristiano expresada con estas<br />
palabras: Hemos creído en el amor de<br />
Dios. Ojalá nuestra fe salga fortalecida en<br />
este encuentro jubilar con santa Isabel que<br />
creyó profundamente en el amor.<br />
En la vida de santa Isabel se manifiestan<br />
actitudes que reflejan literalmente el evangelio<br />
de Jesucristo: el reconocimiento del<br />
señorío absoluto de Dios; la exigencia de<br />
despojarse de todo y hacerse pequeña como<br />
un niño para entrar en el reino del Padre; el<br />
cumplimiento, hasta sus últimas consecuencias,<br />
del mandamiento nuevo del amor.<br />
Se vació de sí misma hasta hacerse asequible<br />
a todos los menesterosos. Descubrió<br />
la presencia de Jesús en los pobres, en los<br />
rechazados por la sociedad, en los hambrientos<br />
y enfermos (Mt 25). Todo el empeño<br />
de su vida consistió en vivir la misericordia<br />
de Dios-Amor y hacerla presente en<br />
medio de los pobres.<br />
Isabel buscó el seguimiento radical de<br />
Cristo que, siendo rico se hizo pobre, en el<br />
más genuino estilo de Francisco. Abandonó<br />
las ficciones y ambiciones del mundo, el<br />
boato de su corte, las comodidades, las riquezas,<br />
los atuendos de lujo... Bajó de su<br />
castillo y puso su tienda entre los despreciados<br />
y heridos para servirles. Fue la primera<br />
santa franciscana canonizada, forjada en la<br />
fragua evangélica de Francisco.<br />
Es cierto que la efemérides que celebramos<br />
se pierde en la penumbra de un pasado<br />
remoto, envuelta en leyendas, pero estamos<br />
convencidos de que, si en este año jubilar<br />
nos encontramos con la santa y su obra, más<br />
allá de la leyenda, saldremos enriquecidos<br />
en nuestro ser y en nuestro obrar.<br />
2. Leyenda y vida de Isabel<br />
Su vida ha sido entretejida de leyendas,<br />
fruto de la veneración, de la admiración y<br />
de la fantasía, que plasman facetas importantes<br />
de su personalidad. Pero nos interesa<br />
más la historia que se esconde detrás de las<br />
leyendas. Queremos conocer su personalidad,<br />
su genio, su santidad única y provocativa.<br />
Las leyendas que envuelven su persona<br />
son los colores vivos de su imagen, son<br />
la metáfora de los hechos; no las podemos<br />
tampoco desechar.<br />
¿Quién fue Isabel? Una princesa de<br />
Hungría que nació en 1207, hija del rey Andrés<br />
II y de Gertrudis de Andechs-Merano.<br />
Según la tradición húngara, nació en el castillo<br />
de Sárospatak, uno de los preferidos<br />
por la familia real, al norte de Hungría. Como<br />
fecha, la tradición suele indicar el 7 de<br />
julio. Nos queda seguro sólo el año.<br />
Siguiendo los usos vigentes entre la nobleza<br />
medieval, Isabel fue prometida como<br />
esposa a un príncipe alemán de Turingia. A<br />
los cuatro años (1211), fue confiada a la delegación<br />
germana que fue a recogerla en<br />
Presburgo, entonces la plaza fuerte más occidental<br />
del reino de Hungría.<br />
Fue educada en la corte de Turingia, junto<br />
a los otros hijos de la familia condal y<br />
junto al que sería su esposo, como era costumbre<br />
entonces. Se casó a los catorce años<br />
con Luis IV, landgrave o gran conde de Turingia.<br />
Tuvo tres hijos. Enviudó a los veinte<br />
años. Murió a los 24, en 1231. Fue canonizada<br />
por Gregorio IX en 1235. Un récord de<br />
vida densa y crucificada, para escalar la<br />
santidad más elevada y ser propuesta como<br />
ejemplo imperecedero de abnegación y entrega.<br />
Hay un malentendido arraigado entre en<br />
pueblo cristiano, debido a las leyendas y<br />
biografías populares poco rigurosas, que<br />
sostienen que Isabel fue reina de Hungría.<br />
Pues bien, jamás fue reina ni de Hungría ni<br />
de Turingia, sino princesa de Hungría y<br />
gran condesa o landgrave de Turingia, en<br />
Alemania. Tradicionalmente se representa a<br />
Isabel con una corona que usaba no como<br />
reina, sino como princesa o gran condesa.<br />
3. Esposa y madre<br />
Las compañeras y sirvientas de Isabel<br />
nos cuentan que su peregrinación hacia
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
425<br />
Dios empezó en la tierna infancia: sus juegos,<br />
sus ilusiones, sus oraciones apuntan<br />
desde su primeros años hacia un más allá.<br />
En 1221, a los14 años, se casó con el<br />
landgrave Luis IV de Turingia. Luis e Isabel<br />
habían crecido juntos y se trataban como<br />
hermanos. La boda tuvo lugar en la iglesia<br />
de san Jorge de Eisenach.<br />
Hasta 1227, Isabel fue ejemplar esposa,<br />
madre y landgrave o gran condesa de Turingia,<br />
una de las mujeres de más alta alcurnia<br />
del imperio.<br />
Las relaciones matrimoniales entre ellos<br />
no fueron según el estilo común de la época,<br />
de ordinario marcadas por razones políticas<br />
o de conveniencia, sino de afecto auténtico,<br />
conyugal y fraterno.<br />
De casada, Isabel dedicaba mucho tiempo<br />
a la oración en las altas horas de la noche,<br />
en la misma cámara matrimonial. Sabía<br />
que se debía a Luis totalmente, pero había<br />
oído ya la invitación del “otro esposo”:<br />
“sígueme”. De este amor con dos vertientes<br />
manaba, sin embargo, un profundo gozo y<br />
plena satisfacción, no el conflicto de una escisión<br />
interior. Dios era el valor supremo e<br />
incondicional que alentaba todos los otros<br />
amores al esposo, a los hijos, a los pobres.<br />
El milagro de las rosas que ha tejido la<br />
leyenda, no expresa bien estas relaciones<br />
matrimoniales. Cuando Isabel se vio sorprendida<br />
por su esposo con la falda cargada<br />
de panes, no tenía motivo alguno para esconder<br />
sus propósitos misericordiosos al<br />
marido. No tenía razón de ser que aquellos<br />
panes se convirtieran en rosas. Dios no hace<br />
milagros inútiles.<br />
Isabel tuvo tres hijos: Germán, el heredero<br />
del trono, Sofía y Gertrudis; ésta última<br />
nació cuando ya había muerto su esposo<br />
(1227), víctima de la peste, como cruzado<br />
camino de Tierra Santa. Ella contaba solamente<br />
20 años.<br />
Con la muerte de Luis, murió también la<br />
gran condesa y se acentuó la hermana penitente.<br />
Se discute entre los biógrafos si fue<br />
echada del castillo de Wartburgo o se marchó.<br />
Su respuesta a la soledad y al abandono<br />
fue el canto de agradecimiento que pidió<br />
entonar en la capilla de los Franciscanos, el<br />
Te Deum.<br />
4. Isabel, penitente franciscana<br />
Isabel de Hungría es la figura femenina<br />
que más genuinamente encarna el espíritu<br />
penitencial de Francisco. Se ha discutido si<br />
fue o no terciaria franciscana. Hemos de<br />
puntualizar que en los años de Isabel no se<br />
usaba todavía el término terciaria. Pero había<br />
ya numerosos penitentes franciscanos;<br />
muchos hombres y mujeres del pueblo seguían<br />
la vida penitencial marcada por san<br />
Francisco y predicada por sus frailes.<br />
Los hermanos menores llegaron a Eisenach,<br />
la capital de Turingia, a finales de<br />
1224 o inicios del 25, en cuyo castillo de<br />
Wartburgo residía la corte del gran ducado,<br />
presidida por Luis e Isabel.<br />
La predicación de los frailes menores entre<br />
el pueblo, la que habían aprendido de<br />
Francisco de Asís, era la vida de la penitencia,<br />
es decir, el abandono de la vida mundana,<br />
la práctica de la oración, de la mortificación<br />
y el ejercicio de las obras de misericordia.<br />
Este estilo de vida lo describe Francisco<br />
en la carta a todos los fieles penitentes.<br />
Un tal fray Rodrigo la introdujo en la vida<br />
penitencial que caló en su alma abonada<br />
ya para los valores del espíritu. Los testimonios<br />
de su franciscanismo, que aparecen<br />
en las fuentes isabelinas, son innegables:<br />
• Consta que Isabel cedió a los frailes<br />
franciscanos una capilla en Eisenach.<br />
• También hilaba lana para los frailes menores.<br />
• Cuando fue echada de su castillo, sola y<br />
abandonada, acudió a los Franciscanos<br />
para que cantaran un Te Deum en acción<br />
de gracias a Dios.<br />
• El Viernes Santo, 24 de marzo de 1228,<br />
puestas las manos sobre el altar desnudo,<br />
hizo profesión pública en la capilla franciscana.<br />
Asumió el hábito gris de penitente<br />
como signo externo.<br />
• Las cuatro sirvientas, interrogadas en el<br />
proceso de canonización, también tomaron<br />
este hábito gris. Esta “túnica vil”,<br />
con la que Isabel quiso ser sepultada, expresaba<br />
la profesión religiosa que le<br />
había conferido una nueva identidad.<br />
• El hospital que fundó en Marburgo<br />
(1229) lo puso bajo la protección de san
426 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Francisco, canonizado pocos meses antes.<br />
• El autor anónimo cisterciense de Zwettl<br />
(1236), afirmó que, “vistió el hábito gris<br />
de los frailes Menores”.<br />
El empeño demostrado por Isabel en vivir<br />
la pobreza, regalarlo todo y dedicarse a<br />
la mendicidad, ¿no eran las exigencias de<br />
Francisco a sus seguidores?<br />
Éstos testimonios vienen corroborados<br />
por otras fuentes, que ilustran la vida penitencial<br />
de Isabel; tales como las reglas y<br />
otros documentos franciscanos; el Memoriale<br />
propositi o regla antigua de los penitentes<br />
y las semejanzas o conformidades<br />
entre Isabel y Francisco.<br />
5. Las dos profesiones de Isabel<br />
En las fuentes biográficas encontramos<br />
dos profesiones de Isabel y dos maneras de<br />
profesar usadas entonces. Con la primera<br />
entró en la orden de la penitencia, todavía<br />
en vida de su esposo. Con sus manos en las<br />
del visitador Conrado de Marburgo, prometió<br />
obediencia y continencia.<br />
Conrado era un predicador de la cruzada,<br />
pobre y austero, probablemente sacerdote secular.<br />
Isabel, con el consentimiento de Luis,<br />
lo tomó personalmente porque era pobre.<br />
Los visitadores no tenían que ser necesariamente<br />
Franciscanos. San Francisco en la<br />
regla no bulada (1221) ordena que “ninguna<br />
mujer en absoluto sea recibida a la obediencia<br />
por algún hermano, sino que, una vez<br />
aconsejada espiritualmente, haga penitencia<br />
donde quiera” (cap. XII).<br />
Con Isabel profesaron además tres de su<br />
sirvientas o compañeras que formaron una<br />
pequeña fraternidad de oración y vida ascética<br />
bajo su superior-visitador Conrado.<br />
Después de la muerte de su esposo, ellas<br />
la acompañaron en su destierro del castillo<br />
hacia el reino de los pobres. Fueron su<br />
aliento en las horas amargas de soledad y<br />
abandono. Con ella emitieron una segunda<br />
profesión pública, el Viernes Santo de<br />
1228, y se consolidó una comunidad religiosa.<br />
Sus sirvientas recibieron como ella el<br />
hábito gris y se empeñaron en el mismo<br />
propósito de esparcir la misericordia de<br />
Dios; comían y trabajaban juntas, salían<br />
juntas a visitar las casas de los pobres y les<br />
mandaba llevar alimentos para repartir a los<br />
necesitados. Al regresar, las instaba a orar.<br />
Se trataba de una vida religiosa plena,<br />
para mujeres profesas, sin clausura estricta<br />
y dedicadas a una labor social: servicio a<br />
los pobres, marginados, enfermos, peregrinos...<br />
era un estilo de vida consagrada en el<br />
mundo.<br />
Pero la aprobación canónica de un tal estilo<br />
de vida comunitaria femenina, sin clausura<br />
estricta, tuvo que esperar siglos para<br />
ser reconocido por la Iglesia. La vida monacal<br />
era entonces la única forma canónica<br />
admitida por la Iglesia, para las comunidades<br />
religiosas de mujeres.<br />
Isabel, sin embargo, supo coordinar ambas<br />
actitudes, la de la intimidad con Dios y<br />
el servicio activo a los pobres: “Mariam induit,<br />
Martham non exuit”; se revistió de<br />
MaríaperonosedespojódeMarta.<br />
Hoy día las congregaciones femeninas<br />
TOR son unas 400 con unas cien mil religiosas<br />
profesas, que siguen las huellas de<br />
Isabel en la vida activa y contemplativa, y<br />
pueden llamarse sus herederas.<br />
6. Princesa y penitente misericordiosa<br />
La breve vida de Isabel está saturada de<br />
servicio amoroso, de gozo y de sufrimiento.<br />
Su prodigalidad y trato con los indigentes<br />
provocaba escándalo en la corte de Wartburgo;<br />
no encajaba en su medio. Muchos vasallos<br />
la tenían como una loca. Aquí encontró<br />
una de sus grandes cruces: crucificada entre<br />
la sociedad a la que pertenecía y la de aquellos<br />
que desconocían la misericordia.<br />
Ejerciendo la plenitud de su poder, cuando<br />
era todavía la gran condesa, en ausencia<br />
de su marido, tuvo que afrontar las calamidades<br />
de una carestía general que asoló el<br />
país. No dudó en vaciar los graneros del<br />
condado para socorrer a los menesterosos.<br />
Isabel servía personalmente a los abatidos,<br />
a los pobres y enfermos. Cuidó leprosos,<br />
la escoria de la sociedad, como Francisco.<br />
Día a día, hora a hora, pobre a pobre,<br />
vivió y gastó la misericordia de Dios en el<br />
río de dolor y de miseria que la envolvía.
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
427<br />
En los desventurados, Isabel veía la persona<br />
de Cristo (Mt. 25,40). Esto le dio fuerza<br />
para vencer su repugnancia natural, tanto<br />
que llegó hasta a besar las heridas purulentas<br />
de los leprosos.<br />
Pero Isabel usó no sólo del corazón, sino<br />
también de la inteligencia en su obra asistencial.<br />
Sabía que la caridad institucionalizada<br />
es más efectiva y duradera. En vida de<br />
su marido, contribuyó en la erección de<br />
hospitales en Eisenach y Gotha. Luego<br />
construyó el de Marburgo, la obra predilecta<br />
de su viudedad. Para atenderlo fundó una<br />
fraternidad religiosa con sus amigas y sirvientas.<br />
Trabajaba con sus propias manos: en la<br />
cocina, preparando la comida; en el servicio<br />
de los indigentes hospitalizados; fregaba los<br />
platos y alejaba las sirvientas, cuando éstas<br />
se lo querían impedir. Aprendió a hilar lana<br />
y a coser vestidos para los pobres y ganarse<br />
el sustento.<br />
7. Isabel contemplativa y santa<br />
La santidad aparece en la historia de la<br />
Iglesia como una locura, la locura de la<br />
cruz. Y la de Isabel es una auténtica locura.<br />
En su vida brilla con singular esplendor la<br />
supremacía de la caridad. Su persona es un<br />
canto al amor, plasmado en servicio y abnegación,<br />
volcado a sembrar el bien.<br />
Se propuso vivir el Evangelio sencillamente,<br />
sin glosa, diría Francisco, en todos<br />
los aspectos, espiritual y material. Ella no<br />
dejó nada escrito, pero numerosos pasajes<br />
de su vida sólo pueden entenderse desde<br />
una comprensión literal del evangelio. Hizo<br />
realidad el programa de vida propuesto por<br />
Jesús en el Evangelio:<br />
• El que pretenda guardar su vida, la perderá;<br />
y el que la pierda por amor a mí o al<br />
Evangelio, la recobrará (Lc 17, 33; Mc 8,<br />
35).<br />
• Si alguno quiere venir en pos de mí, niéguese<br />
a sí mismo, tome su cruz y sígame<br />
(Mc 8, 34-35).<br />
• Si quieres ser perfecto ve, vende los que<br />
tienes, dáselo a los pobres y sígueme (Mt<br />
19,21).<br />
• El que ama a su padre, madre e hijos más<br />
que a mí, no puede ser digno de mí (Mt<br />
10,37).<br />
La ardiente fuerza interior de Isabel brotaba<br />
de su contacto con Dios. Su oración era<br />
intensa, continua, a veces, hasta el arrobamiento.<br />
La conciencia constante de la presencia<br />
del Señor era la fuente de su fortaleza<br />
y alegría, y de su compromiso con los<br />
pobres. Pero también el encuentro de Cristoenlospobresestimulabasufeysuplegaria.<br />
Su peregrinación hacia Dios está jalonada<br />
por pasos decididos de desprendimiento<br />
hasta llegar al despojo total como Cristo en<br />
la cruz. Al final no le quedó nada más que la<br />
túnica gris y pobre de penitencia que quiso<br />
conservar como símbolo y mortaja.<br />
Isabel irradiaba gozo y serenidad. El fondo<br />
de su alma era el reino de la paz. Hizo realidad<br />
la perfecta alegría enseñada por<br />
Francisco en la tribulación, en la soledad y<br />
en el dolor. “Hemos de hacer los hombres<br />
felices”, les decía a sus sirvientas-hermanas.<br />
8. Conclusión<br />
Isabel pasó por esta vida como un meteoro<br />
luminoso y esperanzador. Encendió luces<br />
en la oscuridad de muchas almas. Llevó<br />
el gozo a los corazones afligidos. Nadie podrá<br />
contar las lágrimas que secó, las heridas<br />
que cicatrizó, el amor que despertó.<br />
Su santidad fue una novedad rica en matices<br />
y eminentes virtudes. Ya no fueron las<br />
mártires o las vírgenes las que tuvieron acceso<br />
al honor de los altares, sino también las<br />
esposas, las madres y las viudas.<br />
Isabel recorrió el camino del amor cristiano<br />
como seglar, esposa y madre pero,<br />
después de la segunda profesión, fue una<br />
mujer plenamente consagrada a Dios y al<br />
alivio de la miseria humana.<br />
La Orden Tercera de san Francisco, la regular<br />
y la secular, se proponen avivar la memoria<br />
de su santa patrona en el octavo centenario<br />
de su nacimiento y proponerla como<br />
luz y ejemplo del compromiso evangélico.<br />
La familia franciscana quiere honrar la primera<br />
mujer que alcanzó la santidad siguiendo<br />
las huellas de Cristo según la “forma vitae”<br />
de Francisco.
428 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Si evocamos su nacimiento, su personalidad<br />
singular y su sensibilidad, es para que,<br />
a través del conocimiento y de la admiración,<br />
nos convirtamos en instrumentos de<br />
paz, aprendamos a verter un poco de bálsamo<br />
en las heridas de nuestro entorno, a humanizar<br />
nuestra circunstancia, a secar algunas<br />
lágrimas. Derramemos corazón donde<br />
no campea la misericordia del Padre. El<br />
compromiso que vivió Isabel estimule<br />
nuestro compromiso. Su ejemplo e intercesión<br />
iluminarán nuestro camino hacia el Padre,<br />
fuente de todo amor:<br />
el Bien, todo bien, sumo bien; la quietud<br />
y el gozo.<br />
FR.MAURO JÖHRI<br />
Minister generalis <strong>OFM</strong>Cap<br />
Praeses CFF<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />
Minister generalis <strong>OFM</strong><br />
FR.JOACHIM GIERMEK<br />
Minister generalis <strong>OFM</strong>Conv<br />
FR.ILIJA ŽIVKOVIč<br />
Minister generalis TOR<br />
ENCARNACIÓN DEL POZO<br />
Minister generalis OFS<br />
SR.ANISIA SCHNEIDER<br />
Praeses CFI-TOR<br />
Fuentes Principales<br />
1. Conrado de Marburgo, Epistola, también llamada<br />
Summa Vitae, síntesis biográfica.<br />
2. Dicta quatuor ancillarum [Declaraciones de las<br />
cuatro doncellas].<br />
3. Cesáreo de Heisterbach, cisterciense, Vita sancte<br />
Elysabeth lantgravie, [Vida de Santa Isabel<br />
gran condesa] 1236.<br />
4. Anónimo de Zwettl, cisterciense, Vita Sanctae<br />
Elisabeth, Landgravie Thuringiae [Vida de santa<br />
Isabel gran condesa de Turingia] 1236.<br />
5. Crónica de Reinhardsbrun, el monasterio benedictino.<br />
6. Anónimo Franciscano, Vita beate Elisabeth,[Vida<br />
de santa Isabel], de finales del s. XIII.<br />
7. Dietrich de Apolda, dominico, Vita S. Elisabeth,<br />
entre 1289 y 1291.<br />
10. Convegno dei Commissari di Terra<br />
Santa<br />
1. Omelia<br />
Jerusalén, 19 de noviembre de 2006<br />
¡Hemos visto al Señor!<br />
Joel 3, 1-5; Sal 103, 1ss; Jn 20, 19-23<br />
Queridos hermanos:<br />
El Señor os dé la paz.<br />
“¡Qué alegría cuando me dijeron vamos<br />
a la casa del Señor, ya están pisando nuestros<br />
pies tus umbrales Jerusalén” (Sal 122,<br />
1-2). La alegría que sentía el peregrino del<br />
viejo Israel cuando por primera vez divisaba<br />
la ciudad santa de Jerusalén, es la misma<br />
alegría que sentimos todos nosotros cada<br />
vez que volvemos a Jerusalén, pues es como<br />
volver a casa, ya que, como dice el salmista,<br />
también de nosotros se puede decir:<br />
Todos hemos nacido en ella.<br />
Esta alegría es todavía mayor cuando tenemos<br />
la gracia de celebrar la Eucaristía<br />
aquí, en el monte Sión, en el Cenáculo, lugar<br />
santo entre los lugares santos. Cómo no<br />
sentir una profunda alegría cuando estamos<br />
en el lugar donde todavía hoy resuenan las<br />
palabras de Jesús en la última Cena: “Tomad<br />
y comed, tomad y bebed, esto es mi<br />
cuerpo, esta es mi sangre” (cf. Mt 26, 26-<br />
28), palabras con las cuales quedó instituida<br />
la Eucaristía, de la que nosotros somos ministros?<br />
¿Cómo no temblar al escuchar<br />
aquí, todavía hoy, el eco de aquellas otras<br />
palabra “haced esto en memoria mía” (1Cor<br />
11, 24-25), con las cuales queda instituido<br />
el sacramente del Orden, que nosotros, por<br />
pura gracia, hemos recibido? ¿Cómo esconder<br />
la alegría que experimentamos al escuchar<br />
las palabras del Señor: “A quienes perdonéis<br />
los pecados les quedan perdonados...”<br />
(Jn 20, 23), siendo que nosotros, en<br />
cuanto sacerdotes y por pura misericordia,<br />
hemos recibido tal poder? ¿Cómo no sentirnos<br />
confortados por la presencia del Espíritu<br />
Santo, que aquí descendió sobre los<br />
Apóstoles en oración con María (cf Hch 1,<br />
14; 2, 1-4) y que es alma de la misión de la<br />
Iglesia (cf AG 4), en la cual nosotros cola-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
429<br />
boramos directamente? Sí, queridos hermanos:<br />
grande es la alegría y profunda la emoción<br />
que sentimos al pisar este lugar santo,<br />
testigo de los últimos momentos de la vida<br />
terrena de Jesús, testigo de la presencia del<br />
Resucitado en medio de sus discípulos, testigo<br />
de la irrupción del Espíritu Santo sobre<br />
la Iglesia, testigo del primer envío, de la primera<br />
misión apostólica.<br />
Pero para nosotros franciscanos este lugar<br />
santo, el Cenáculo, tiene, si cabe, un<br />
significado todavía mayor que para los<br />
otros cristianos que llegan aquí de todo el<br />
mundo. Aquí, donde comenzó la Iglesia,<br />
aquí, donde nació la misión de la Iglesia (cf<br />
Jn 20, 20-21), aquí, nació nuestra misión en<br />
Tierra Santa, nació la Custodia de Tierra<br />
Santa, siendo todavía hoy el lugar de referencia<br />
de todos los que de un modo u otro<br />
pertenecemos y trabajamos por la “perla”<br />
de las misiones franciscanas. ¡Cómo no ver<br />
en esta coincidencia geográfica un signo de<br />
la providencia del Señor! Quiera el buen<br />
Dios que un día, no muy lejano, este lugar<br />
santo vuelva a sus legítimos propietarios:<br />
los Hermanos Menores, custodios de Tierra<br />
Santa en nombre de la Iglesia católica.<br />
Quiera el Señor que un día, no muy lejano,<br />
el claustro del antiguo convento franciscano,<br />
todavía en pie a pocos metros de donde<br />
nos encontramos, pueda ser de nuevo cobijo<br />
de los hijos del Poverello, de tal forma<br />
que su presencia en este lugar santos sea<br />
continuidad de aquella otra presencia que<br />
los hermanos mantuvieron en este lugar durante<br />
siglos, hasta que fueron injustamente<br />
obligados a dejarlo.<br />
Pero más allá de los recuerdos históricos<br />
que evoca este lugar, más allá de las emociones<br />
que este lugar despierta en todos nosotros,<br />
hemos de escuchar el mensaje que,<br />
después de más de veinte siglos, sigue todavía<br />
presente en este lugar y sigue siendo<br />
muy actual para cuantos intentamos seguir<br />
de cerca las pisadas de nuestro Señor Jesucristo<br />
y, particularmente, para cuantos hemos<br />
profesado el Evangelio como nuestra<br />
Regla y vida (2R 1, 1).<br />
Para mejor percibir y adecuadamente<br />
acoger dicho mensaje, creo que es necesario<br />
prestar atención a algunas de las pala-<br />
bras de los textos a los que hemos hecho referencia<br />
anteriormente.<br />
“Tomad y comed, tomad y bebed”, nos<br />
dice Jesús. Estas palabras nos interpelan sobre<br />
el lugar que ocupa la Eucaristía en nuestras<br />
vidas. El camino que estamos llamados<br />
a recorrer, en comunión con nuestros hermanos<br />
y con la Iglesia y de la mano de los<br />
“menores de la tierra”, que tienen “la fuerza<br />
de orientarnos en nuestras búsquedas”,<br />
como nos recuerda el documento final del<br />
último Capítulo general extraordinario,<br />
(Shc 5), es un camino largo y, en muchos<br />
casos, lleno de dificultades. Como Elías, camino<br />
del Horeb, corremos el riesgo de sentir<br />
miedo, o incluso de desfallecer ante tales<br />
dificultades (cf 1R 19, 3-5). Si en aquella<br />
ocasión el Señor dice a Elías: “Levántate y<br />
come, porque el camino es demasiado largo<br />
para ti” (1R 19, 7), hoy y siempre, Jesús nos<br />
dice a cada uno de nosotros: “Toma y come,<br />
tomaybebe”.Élnoessólocompañerode<br />
viaje (cf Lc 24, 13-36), es también nuestro<br />
alimento y viático (cf Jn 6, 32ss). Él no sólo<br />
sació el hambre de los que le seguían (Jn<br />
6, 1ss), sino que hoy, como ayer, sigue saciando<br />
de comida a los hambrientos (cf Sal<br />
103, 27- 28). La Eucaristía es fuerza para<br />
continuar el camino, bebida para saciar la<br />
sed que tantas veces nos atormente, vida para<br />
tener la vida en plenitud, que ardientemente<br />
deseamos.<br />
“Como el Padre me envió, así os envío<br />
yo”. Y los Apóstoles salieron. Las puertas<br />
cerradasseabrierondeparenpar,yatodas<br />
partes llegó el anuncio del Evangelio. Y los<br />
Hermanos Menores, movidos por inspiración<br />
divina (2R 12, 1) también salieron dejando<br />
patria, familia y cultura propias, y llegaron<br />
a oriente y a occidente, al norte y al<br />
sur, llevando a los cuatro puntos cardinales<br />
–como se indica en la llamada “Cruz de Tierra<br />
Santa” o “Cruz de Jerusalén”, símbolo<br />
de los franciscanos en esta tierra-, la presencia<br />
salvífica de la cruz de Cristo.<br />
Nosotros al servicio de la “perla” de las<br />
misiones franciscanas ¿cómo realizamos<br />
hoy este mandato? ¿Cómo no ponernos en<br />
camino, hasta los confines de la tierra, nosotros<br />
que como los discípulos hemos recibido<br />
el Espíritu? (cf Jn 20, 22). ¿Cómo no
430 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ser profetas, con la vida y con la palabra, y<br />
cómo no intuir un futuro distinto, nosotros<br />
sobre los cuales el Señor ha efuso el Espíritu?<br />
(cf Jo 3, 1).Todos, por vocación, formamos<br />
parte de una fraternidad-en-misión, todos<br />
somos misioneros, enviados para dar<br />
testimonio, “con la palabra y con las obras,<br />
y hacer conocer a todos que no hay otro<br />
Omnipotente sino él” (CtaO 9).Todos somos<br />
enviados para anunciar, como profetas,<br />
el Evangelio, y ser instrumentos privilegiados<br />
de reconciliación y de perdón. ¿Cómo<br />
ejercemos este sagrado ministerio?<br />
Muchas serán, queridos hermanos, las<br />
dificultades que podremos encontrar en el<br />
camino. Pero no estamos solos. El Señor<br />
camina con nosotros y se hace presente en<br />
medio de nosotros para infundir en nuestros<br />
corazones desanimados, como en el caso de<br />
los discípulos, la paz (cf Jn 20, 21. 26), y<br />
para comunicarnos su Espíritu, que nos empuja<br />
a la misión y nos da la valentía, la parresia,<br />
de proclamar a todos: “¡HEMOS VI-<br />
STO AL SEÑOR!” (Jn 20, 24).<br />
EnvíatuEspíritu,Señor,yrepueblala<br />
faz de la tierra.<br />
Envía tu Espíritu, Señor, sobre nosotros<br />
y saldremos a los caminos<br />
y a las plazas anunciando la Buena Noticia.<br />
Envía tu Espíritu, Señor, sobre nosotros,<br />
y nuestro miedo y cobardía serán vencidos.<br />
Envía tu Espíritu, Señor, y seremos criaturas<br />
nuevas.<br />
Envía tu Espíritu, Señor...<br />
2. Discorso<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
Gerusalemme, 20 novembre 2006<br />
A servizio della “Perla” delle Missioni<br />
Sono passati quasi 800 anni da quando<br />
Francesco, nel 1219, arrivò in questa regione.<br />
Da allora la nostra presenza in questa<br />
terra – chiamata con ragione “il quinto Vangelo”,<br />
per essere stata benedetta dalla presenza<br />
del Figlio dell’Altissimo e della sua<br />
santissima Madre e per essere stata bagnata<br />
dal sangue del Redentore – è stata costante<br />
nonostante le molte difficoltà e le persecuzioni<br />
di ogni tipo.<br />
Un po’di storia<br />
Il Capitolo generale dell’Ordine del<br />
1217 organizzò la Fraternità in 11 Province<br />
e affidò quella della Siria – chiamata anche<br />
di Terra Santa, dellaTerra Promessa e Ultramarina<br />
– a Frate Elia. Nel 1218, o forse<br />
anteriormente, i primi Francescani giunsero<br />
ad Acri (cf 2Vitry, 3). Tra il 1217 e il<br />
1291 la Provincia di Terra Santa, oggi Custodia<br />
di Terra Santa, arrivò a contare almeno<br />
dodici Case: Acri, Antiochia, Sidone,<br />
Tripoli, Tiro, Gerusalemme, Giaffa, Damietta,<br />
Nicosia, Limassol, Famagusta e<br />
Pafo. Con la caduta del regno d’occidente i<br />
Conventi furono devastati e «la maggioranza<br />
dei Minori – dice il Wadding – furono<br />
cinti con la palma del martirio» (L. WAD-<br />
DING, Annales, 1291,1). Non solo i nostri<br />
Frati, ma anche le Clarisse, scrissero allora<br />
una delle pagine più gloriose della loro storia:<br />
per non essere violentate, si mutilarono<br />
da sole, venendo poi decapitate.<br />
Pochi anni dopo, da Cipro, i nostri Frati<br />
tornarono a Gerusalemme, probabilmente<br />
prima del 1309. Tra il 1322 e il 1327 noi<br />
Francescani eravamo già al Santo Sepolcro<br />
e nel 1333 siamo entrati in possesso del Cenacolo.<br />
Nel 1241, il 21 novembre, la Santa<br />
Sede eresse canonicamente la Custodia di<br />
Terra Santa. Nel Capitolo generale di Losanna<br />
(1414) il Guardiano del Monte Sion<br />
divenne il Custode di Terra Santa, benché<br />
continui a conservare quel titolo.<br />
Dal loro arrivo, sull’esempio di Francesco<br />
d’Assisi, «santo della povertà, della<br />
mansuetudine e della pace» (GIOVANNI PAO-<br />
LO II, Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi<br />
legati alla storia della salvezza, 4,inEnchiridion<br />
Vaticanum, 18, 1212), noi Francescani,<br />
qui conosciuti come “Frati della corda”,<br />
abbiamo interpretato – insieme ai fratelli<br />
della Chiesa orientale – in nome della<br />
Chiesa Cattolica, «il modo genuinamente
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
431<br />
evangelico, il legittimo desiderio cristiano<br />
di custodire i luoghi dove sono le radici cristiane»<br />
(Ib.), cosa che Giovanni Paolo II<br />
non esita a considerare un fatto del tutto<br />
provvidenziale. Grazie alla nostra presenza<br />
noi Francescani siamo stati i grandi artefici<br />
della storia cristiana in Terra Santa, sia per<br />
quello che riguarda il recupero dei Luoghi<br />
Santi, come per la cura delle comunità cattoliche<br />
presenti nella terra di Gesù e la promozione<br />
dei pellegrinaggi in Terra Santa,<br />
provenienti da tutto il mondo.<br />
I Sommi Pontefici hanno sempre dimostrato<br />
una grande stima per la missione ininterrotta<br />
e provvidenziale dei Francescani in<br />
Terra Santa dal secolo XIII ai nostri giorni.<br />
L’Ordine, giustamente, la considera come<br />
la “perla” delle sue missioni. Io, come Ministro<br />
generale e a nome di tutto l’Ordine,<br />
ricordando i miei anni trascorsi in Terra<br />
Santa e, quindi, conoscendo direttamente il<br />
lavoro che qui viene fatto, desidero ringraziare<br />
tanti Frati di ieri e di oggi, giunti a<br />
questa Custodia dai luoghi più diversi della<br />
geografia francescana, per il servizio di<br />
“animazione cristiana”(Ib.), spesso in situazioni<br />
molto difficili e a volte eroiche fino al<br />
martirio. Noi Francescani, lo diciamo senza<br />
vantarci, ma in onore della verità storica,<br />
crediamo di aver risposto, e di rispondere<br />
oggi, con fedeltà alla fiducia che la Chiesa a<br />
risposto in noi. Mentre ringraziamo la Santa<br />
Sede per questa fiducia, riaffermiamo la<br />
nostra ferma volontà di continuare a dare<br />
«esempio di fedeltà nell’incarico ricevuto»<br />
(cf GIOVANNI PAOLO II, Lettera al Ministro<br />
generale in occasione del 650° della Bolla<br />
“Gratias agimus”, inA<strong>OFM</strong> III [1992]<br />
139-140), offrendo ai fedeli di questi Luoghi<br />
e a quanti in essi si recheranno in devoto<br />
pellegrinaggio, una testimonianza di<br />
amore e di adesione a Cristo, Redentore<br />
dell’uomo.<br />
L’VIII centenario di fondazione dell’Ordine<br />
Il giorno 28 ottobre 2006, con una solenne<br />
veglia di preghiera svoltasi nella Basilica<br />
di Santa Chiara e nella chiesa di San Damiano,<br />
e il giorno seguente, con una solen-<br />
ne celebrazione eucaristica alla Porziuncola,<br />
iniziavamo, in un clima di orazione e di<br />
profonda gioia, il cammino di preparazione<br />
che ci porterà, con la grazia di Dio, alla celebrazione,<br />
nel 2009, dell’VIII Centenario<br />
di fondazione del nostro Ordine.<br />
Nella mia lettera a tutto l’Ordine, La<br />
grazia delle origini, dell’8 dicembre 2004,<br />
esponevo il programma delle celebrazioni<br />
giubilari, previste in tre tappe. La prima tappa,<br />
l’anno 2006, è stata tutta dedicata al discernimento<br />
ed ha avuto come tema: Ascoltiamo<br />
per cambiare vita! La seconda tappa,<br />
che inizieremo tra breve e che durerà per<br />
tutto l’anno 2007, ha per tema: Il coraggio<br />
di vivere il Vangelo! Sarà dedicato al Progetto<br />
di vita che, per noi, promana dal Vangelo<br />
e dalla Regola e oggigiorno trova forma<br />
nelle Costituzioni e nelle Priorità dell’Ordine.<br />
La terza tappa, il cui motto è<br />
Restituiamo tutto al Signore con le parole e<br />
la vita! e che sarà affrontato negli anni<br />
2008-2009, richiede di essere una pubblica<br />
celebrazione della nostra vocazione di Frati<br />
Minori ed è centrato sulla formula della<br />
professione.<br />
Sempre secondo il programma previsto<br />
ne La grazia delle origini il cammino di<br />
preparazione dell’VIII Centenario di fondazione<br />
del nostro Ordine procedeva da una<br />
domanda da cui era iniziato il cammino di<br />
conversione del padre e fratello Francesco<br />
nel 1206: «Signore, che vuoi che io faccia?»<br />
(3Comp 6). Alla luce di questa domanda<br />
abbiamo voluto rileggere la nostra<br />
identità – vita e missione – agli inizi del terzo<br />
millennio, per continuare ad essere fedeli<br />
all’uomo e al Vangelo vivo nella Chiesa,<br />
conformemente all’intuizione di Francesco.<br />
Abbiamo voluto, anche, rileggere il nostro<br />
essere Fraternità-in-missione secondo ciò<br />
che è specifico della vocazione e missione<br />
del Frate Minore.<br />
Il cammino iniziato nel 2006 continua<br />
ora nel fare memoria della decisione coraggiosa<br />
di Francesco di vivere il Vangelo sine<br />
glossa:«Questovoglio,questochiedo,questo<br />
bramo di fare con tutto il cuore!» (1Cel<br />
22). Con ciò vogliamo mettere il Vangelo e<br />
la forma di vita di Francesco, che abbiamo<br />
professato e che affonda le sue radici nello
432 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
stesso Vangelo, al centro della nostra attenzione<br />
e della nostra vita e missione.<br />
Questo cammino celebrativo si concluderà<br />
nello stupore e nel ringraziamento a<br />
Dio per il dono che ci ha fatto con la vocazione<br />
francescana. Terminerà con la festa,<br />
la festa della vocazione. Con ciò vogliamo<br />
dire al mondo che siamo felici dell’eredità<br />
che ci è toccata, quella di essere Frati Minori,<br />
e che la consideriamo veramente una<br />
“bella eredità”. Potremo, però, fare festa solo<br />
se saremo disposti a “restituire” con le<br />
parole e con la vita ciò che dal Signore abbiamo<br />
ricevuto, cioè, tutto. Per questo rinnoveremo,<br />
con nuovo vigore ed entusiasmo,<br />
la professione che un giorno, più o<br />
meno lontano, abbiamo fatto.<br />
In questo modo la celebrazione dell’VIII<br />
Centenario ci si presenta come una triplice<br />
chiamata: alla conversione, cioè a nascere di<br />
nuovo (cf Gv 3,3), a riappropriarci del Vangelo<br />
come nostra Regola e vita (cf Rb 1,1) e,<br />
da qui, a celebrare il dono della vocazione. Si<br />
tratta, alla fine, di «riproporre con coraggio<br />
l’intraprendenza, l’inventiva e la santità» di<br />
Francesco per dare «risposta ai segni dei tempi<br />
emergenti nel mondo di oggi» (VC 37).<br />
Noi, Frati Minori, ma non solo noi, riconosciamo<br />
che il Vangelo continua ad essere<br />
buona notizia, come lo fu per Francesco, e riconosciamo<br />
anche che la forma di vita che<br />
visse e ci ha trasmesso Francesco è pienamente<br />
attuale. Per questo desideriamo riprodurre<br />
nella nostra vita i valori evangelici che<br />
visse Francesco, ma, allo stesso tempo, siamo<br />
coscienti che questi valori hanno bisogno<br />
di essere interpretati e attualizzati alla luce<br />
delle esigenze del momento presente, perché<br />
continuino ad essere “visibili” e significativi”<br />
per gli uomini e le donne di oggi.<br />
Con la celebrazione della grazia delle<br />
origini non vogliamo semplicemente tornare<br />
ai valori vissuti da Francesco, anche se<br />
sarebbe molto necessario, laddove ci siamo<br />
allontanati da essi, ma desideriamo, e lo desideriamo<br />
molto ardentemente, mettere il<br />
vino nuovo in otri nuovi, così che a domande<br />
nuove diamo risposte nuove. È in questo<br />
senso che parliamo di rifondazione della<br />
nostra vita e missione. In questo contesto<br />
credo di non sbagliare se affermo che la domanda<br />
più urgente per noi non sia cosa fece<br />
Francesco al suo tempo, ma cosa farebbe<br />
Francesco oggi, nelle circostanze che ciascuno<br />
di noi si trova a vivere.<br />
Alcune provocazioni della celebrazione<br />
giubilare<br />
Sono molte le provocazioni che ci vengono<br />
dal fare memoria della ottocentenaria<br />
storia del nostro Ordine, così ricca e complessa.<br />
Penso, però, che potrebbero essere<br />
sintetizzate tutte in quanto proposto Giovanni<br />
Paolo II all’inizio del terzo millennio:<br />
«fare memoria grata del passato, vivere con<br />
passione il presente, aprirci con fiducia al<br />
futuro» (NMI 1).<br />
Questo era il programma che Giovanni<br />
Paolo II proponeva a tutta la Chiesa all’inizio<br />
del terzo millennio (cf NMI 1). La nostra<br />
storia, anche la storia della Custodia di Terra<br />
Santa, letta con gli occhi della fede, è una<br />
storia di grazia, rivelazione stupefacente di<br />
un Dio che non smette di operare meraviglie<br />
nei Fratelli e attraverso di loro, rendendo<br />
possibile la generosità della dedizione e<br />
manifestando la gloria della sua grazia nelle<br />
nostre manifeste fragilità. Abbiamo bisogno<br />
di conoscere questa storia, riconciliarci<br />
con essa, anche nei suoi aspetti più negativi,<br />
per poterla assumere come nostra e trasmetterla<br />
alle generazioni future. Non possiamo,<br />
e nemmeno vogliamo, rinunciare a questa<br />
storia che, prima che nostra, è la storia del<br />
Signore in noi e attraverso di noi. Per questo<br />
i nostri cuori si aprono alla gratitudine<br />
dell’«Altissimo, onnipotente e bon Signore»<br />
(Cant 19), il «Padre delle misericordie»<br />
(TestsC 2), per le meraviglie che ha realizzato<br />
attraverso tanti Frati che ci hanno preceduto<br />
lungo questi ottocento anni.<br />
Allo stesso tempo non vogliamo, né possiamo,<br />
accontentarci di magnificare le opere<br />
dei nostri antenati; perché «è grande vergogna<br />
per noi, servi di Dio, che i santi hanno<br />
compiuto le opere e noi vogliamo<br />
ricevere gloria e onore con il solo raccontarle»<br />
(Am 6). Per questo motivo desideriamo<br />
ispirarci alle opere dei nostri predecessori<br />
per fare la parte che ci spetta (cf Sdp 3).<br />
Vogliamo seguire l’invito di Giovanni Pao-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
433<br />
lo II, di guardare al futuro, nel quale lo Spirito<br />
ci proietta per fare con noi ancora cose<br />
grandi, poiché riconosciamo che non abbiamo<br />
«solo una gloriosa storia da ricordare<br />
e da raccontare, ma una grande storia da<br />
costruire» (VC 110). Vogliamo «aprirci con<br />
fiducia al futuro» (NMI 1).<br />
Per questo non possiamo fermarci a<br />
“guardare il cielo”. Posto che il futuro dipende<br />
dalle scelte che facciamo nel presente<br />
e da come viviamo “qui e ora”, dobbiamo<br />
«vivere con passione il presente» (NMI 1).<br />
1. Mettersi in cammino<br />
Da molte parti ci giunge, come un invito<br />
pressante e costante, comune a tutta la vita<br />
religiosa, la chiamata a metterci in cammino,<br />
a continuare la via di rinnovamentorifondazione<br />
intrapreso dall’Ordine in questi<br />
ultimi anni, sentendoci continuamente<br />
«mendicantidisenso»–itempiattualisono<br />
tempi più di domande che di risposte – in<br />
profonda comunione con il volto dei poveri<br />
che «ci danno la forza di orientarci nella nostra<br />
ricerca» (Cla 121; Spc 5).<br />
In un momento di cambiamento come il<br />
nostro può capitare che i nostri occhi, come<br />
quelli dei discepoli di Emmaus (cf Lc<br />
24,16), siano chiusi e non vedano, con la<br />
chiarezza che vorremmo, come rispondere<br />
ai segni dei tempi, attraverso i quali lo Spirito<br />
continua ad interpellarci (cf Sdp 6). Può<br />
accadere che, carichi come siamo di tanti interrogativi<br />
senza risposte, affaticati da tante<br />
stanchezze accumulate e pieni di incertezze<br />
di fronte al nostro futuro (Spc 7), la nostra<br />
delusione sia grande come quella di Cleofa e<br />
del suo compagno, fino ad arrivare a confessare<br />
come loro la nostra grande frustrazione:<br />
«noi speravamo» (cf Lc 24,21). In ogni caso<br />
l’importante è mettersi in cammino, come ci<br />
ricorda il Capitolo, avendo fiducia che il Signore<br />
cammina con noi e guida i nostri passi,<br />
anche quando non siamo in grado di riconoscerlo,<br />
mentre continuiamo a implorare<br />
«l’alto e glorioso Dio, perché illumini le tenebre<br />
che oscurano il cuore del mondo e<br />
quelle del nostro cuore» (Spc 8).Soloilcontinuare<br />
a camminare potrà, infatti, assicurarci<br />
una migliore comprensione della nostra<br />
vocazione (cf Spc 10).<br />
La cosa più importante in questi momenti<br />
è di sentirci «Frati in cammino» e di<br />
presentarsi «agli altri con la verità della nostra<br />
ricerca, delle nostre domande, delle nostre<br />
paure e incertezze» (Cla 121). Solo<br />
mettendosi in cammino e riponendo la nostra<br />
fiducia nel Signore della storia ci potremo<br />
«liberare poco a poco dalla rassegnazione,<br />
ma anche dai facili idealismi e dal pragmatismo<br />
superficiale, così da abitare la<br />
tensione verso il Regno, nell’atmosfera feconda<br />
della sequela» (Spc 9).<br />
Riguardo alla necessità di continuare a<br />
camminare, è molto significativo che il Documento<br />
del Capitolo sia intitolato Il Signore<br />
ci parla lungo il cammino,echeitermini<br />
più ripetuti in essi siano quelli che fanno<br />
riferimento al camminare, alla ricerca, alla<br />
valutazione e al discernimento. Mi sembra<br />
anche molto significativo che lo stesso Documento<br />
riconosca che «il brano biblico dei<br />
discepoli di Emmaus (cf Lc 24,13-36) ci ha<br />
guidati,comeunparadigmadelviaggioche<br />
vogliamo intraprendere sulle diverse strade<br />
del nostro mondo» (Spc 8).Lanostracondizione<br />
di “forestieri e pellegrini” ci porta a<br />
sentirci sempre in cammino, coscienti, come<br />
dice il poeta, “che la strada si fa camminando”.<br />
2. Assumere un atteggiamento<br />
di conversione<br />
Tutto ciò esige, prima di tutto, di assumere<br />
un atteggiamento di conversione, l’urgenza<br />
del «nascere di nuovo» (Gv 3,3) e di<br />
tornare al primo amore, quello della nostra<br />
gioventù. Il Capitolo generale da poco conclusosi<br />
è stato una forte e pressante chiamata<br />
a vivere la nostra vita in con maggiore<br />
profondità, a vivere di fede e a partire dalla<br />
fede, a tornare al Vangelo per tornare a Cristo,<br />
a rivivere l’esperienza fondante della<br />
nostra Fraternità, al fine di identificare nuovamente<br />
e di riappropriarci della intuizione<br />
originaria di Francesco. Questo tempo di<br />
grazia che stiamo vivendo, e particolarmente<br />
il Capitolo generale straordinario nel suo<br />
Documento Il Signore ci parla lungo il<br />
cammino, sta chiedendo a tutti noi di centrarci<br />
sull’essenziale, di concentrarci sulle<br />
priorità della nostra forma vitae e, da qui, di
434 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
decentrarci per andare tra la gente e vivere<br />
in mezzo ad essa come minori.<br />
Vivere il presente con passione in atteggiamento<br />
di conversione esige di sentire<br />
l’urgenza «di non addomesticare le parole<br />
profetiche del Vangelo per adattarle ad un<br />
comodo stile di vita» (Sdp 2). Esige di<br />
ascoltare la voce del Signore negli avvenimenti<br />
della storia e cogliere la sua presenza<br />
sempre attiva in mezzo a noi (cf Sdp 6), poiché<br />
siamo pienamente convinti che solo così<br />
potremo dare senso pieno alle nostre vite<br />
e contribuire a «far sorgere una nuova epoca»<br />
e a «nutrire, mediante l’offerta liberatrice<br />
del Vangelo, il nostro mondo diviso,<br />
disuguale e affamato di senso» (Sdp 2).<br />
Come Francesco abbiamo bisogno di fare<br />
una sosta nel cammino, di fare moratorium,<br />
di entrare nella “grotta”, appartarci un<br />
poco dal tumulto del mondo, entrare in noi<br />
stessi e cercare nell’intimità del cuore (cf<br />
1Cel 6). Solo allora ascolteremo la voce del<br />
Signore che, come al Poverello, ci domanda:<br />
«Frati Minori, dove state andando? Chi<br />
può esservi più utile, il padrone o il servo?<br />
Tornate sui vostri passi» (cf 3Comp 6).<br />
“Tornare”, sub, convertirsi. Abbiamo bisogno<br />
di convertirci, cioè di credere al Vangelo<br />
(cf Mc 1,15) come una buona notizia,<br />
bella come la grazia e ardente come l’amore.<br />
Credere al Vangelo che trasforma chi lo<br />
accoglie con cuore di bambino (cf Mt<br />
11,25), con cuore da povero (cf Lc 1,38),<br />
chi lo accoglie nella sua immediatezza, freschezza,<br />
radicalità, come fece Francesco.<br />
Accogliere il Vangelo che trasforma chi,<br />
partendo dalla propria debolezza e povertà,<br />
ha il coraggio di viverlo. Abbiamo bisogno<br />
di tornare al Vangelo per metterci davanti<br />
ad esso liberi e indifesi, per lasciarci illuminare<br />
e interrogare. Solo così la nostra vita<br />
recupererà il sapore, la gioventù e la poesia<br />
delle origini. Solo così essa “scandalizzerà”<br />
e metterà in discussione i nostri contemporanei,<br />
come accadde per la vita di Francesco<br />
e dei suoi primi compagni.<br />
3. Intraprendere un cammino<br />
di discernimento<br />
Da questa prospettiva il Centenario ci<br />
chiama anche ad intraprendere il cammino<br />
del discernimento evangelico: «Esaminate<br />
ogni cosa – ascoltiamo nel testo di Paolo –<br />
e tenete ciò che è buono» (1Ts 5,21); un<br />
cammino di discernimento per ri-fondare la<br />
nostra vita e missione sugli elementi essenziali<br />
della nostra forma di vita.<br />
Il Centenario e, soprattutto, il Capitolo<br />
generale straordinario, sono una chiamata<br />
ad iniziare «un discernimento permanente e<br />
di una valutazione costante della nostra vita»<br />
(Spc 35). Il nostro è un tempo di discernimento,<br />
diceva la mia Relazione al Capitolo.<br />
Nulla di ciò che facciamo o viviamo può<br />
sfuggire a questo discernimento. Vi sono<br />
però due aspetti della nostra vita che devono<br />
essere particolarmente valutati: la vita in<br />
fraternità e la missione-evangelizzazione.<br />
La vita in fraternità. Coscienti che una<br />
cosa è la vita in comune e un’altra cosa, ben<br />
diversa anche se la suppone, la vita di comunione<br />
in fraternità, coscienti anche che la<br />
vita in fraternità è un dono che dobbiamo<br />
accogliere e celebrare ma insieme un compito<br />
mai terminato, dobbiamo porre una cura<br />
particolare nel potenziare la vita in fraternità,<br />
come ci chiede anche il documento<br />
Il Signore ci parla lungo il cammino (cf 31-<br />
32). Questa cura passa, anzitutto, attraverso<br />
il prestare attenzione ad alcune tentazioni in<br />
cui facilmente possiamo cadere. La tentazione<br />
di convertire la diversità, che deve essere<br />
rispettata in quanto «notizia di un Dio<br />
sempre fecondo» (Spc 4), in motivo di divisione.<br />
Contro questa tentazione il Capitolo<br />
ci chiede di aumentare il senso di appartenenza<br />
ad un Fraternità che, per essere presente<br />
in tutto il mondo, è internazionale e<br />
interculturale. È necessario, pertanto, superare<br />
i provincialismi e i particolarismi (cf<br />
Spc 57) e favorire strategie di cooperazione<br />
tra le diverse Entità e culture (cf Spc 57),<br />
per «comprendere, assumere e praticare i<br />
principi dell’inculturazione e dell’interculturalità»<br />
(Spc 38). Sempre per superare le<br />
divisioni, che «non sono estranee alla nostra<br />
stessa vita fraterna» (Spc 31), ci viene chiesto<br />
di sviluppare una cultura «dell’accompagnamento<br />
fraterno, della correzione, del<br />
perdono e della riconciliazione» (Spc 53),<br />
di fare «gesti di perdono reciproco» e «cammini<br />
di comunione» (Spc 31), di iniziare
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
435<br />
«processi di riconciliazione e di guarigione<br />
della Fraternità» (Spc 51). Ci viene chiesto,<br />
soprattutto, di scommettere su di un dialogo<br />
profondo, senza riserve e in totale fiducia,<br />
«alla luce della verità e della fede» (Spc<br />
36), di scommettere, a partire dalla nostra<br />
povertà, su di un dialogo che porta a pronunciare<br />
parole autentiche, che vengano dal<br />
cuore, perché, con un linguaggio rinnovato,<br />
che muova dall’essenziale, possiamo comunicare<br />
ciò che siamo, sentiamo e a cui teniamo<br />
«senza finzioni» (Spc 17). Un dialogo,<br />
dunque, che permetta di accogliersi reciprocamente,<br />
di stimolarsi l’un l’altro, di<br />
correggersi quando necessario, e di amarsi<br />
in ogni momento ( cf Spc 50). Vi è poi la<br />
tentazione di fuggire dalla Fraternità a causa<br />
«di situazioni e di conflitti che hanno ferito<br />
anzitutto la fiducia reciproca» (cf Spc<br />
16), assieme alla presenza di un forte individualismo<br />
nella nostra vita e missione e la<br />
mancanza di fede orizzontale e di fiducia<br />
nei Fratelli. Contro questa tentazione il Capitolo<br />
ha rivolto una forte appello a ricostruire<br />
«la fede primaria e fondamentale»<br />
nei Fratelli, a ricostituire «questo tessuto<br />
fondamentale di fiducia reciproca», per<br />
sentirci solidali gli uni con gli altri.<br />
La missione-evangelizzazione. Inrapporto<br />
alla missione-evangelizzazione siamo<br />
chiamati a “rifondarla” e rinnovarla nelle<br />
sue forme e strutture. In questo cambiamento<br />
d’epoca ci sono paradigmi diversi e<br />
categorie completamente nuove. Il Documento<br />
del Capitolo ce lo ricorda (Spc 33).<br />
Questo ci obbliga alla “lucidità e audacia”<br />
per giungere ad una «seria revisione della<br />
nostra missione e … iniziare cammini inediti<br />
di presenza e di testimonianza» (Spc<br />
33), che siano più in consonanza con quanto<br />
esige la nostra vita di Frati Minori. Il momento<br />
presente ci obbliga ad una «valutazione<br />
dei nostri ministeri attuali» (Spc 58),<br />
così da poter «ritornare al centro della nostra<br />
missione» e, da qui, abbracciare «i luoghi<br />
di frontiera e la marginalità» (Spc 33)<br />
con presenze «negli ambienti di frontiera e<br />
di conflitto» (Spc 36), creando nuovi spazi e<br />
assumendo rischi che diano testimonianze<br />
degne di fede della realtà della nostra vocazione<br />
e missione, in quanto Fraternità-in-<br />
missione «a servizio della Chiesa e del<br />
mondo» (Spc 58).<br />
Sempre in rapporto con la missioneevangelizzazione<br />
siamo chiamati ad elaborare<br />
un Progetto di evangelizzazione che<br />
unifichi ed integri vocazione, vita di fraternità<br />
e missione a partire dalla minorità. Solo<br />
la sete saziata, come nel caso della Samaritana<br />
– ci ricorda ancora il Documento<br />
del Capitolo – diventa messaggio (cf Spc<br />
17). Posto che l’evangelizzazione-missione<br />
in questi momenti passa necessariamente<br />
attraverso il dialogo, siamo chiamati, inoltre,<br />
ad attraversare le frontiere (cf Spc 36) e,<br />
in questa logica del dono (cf Spc 19-22), e<br />
in una spiritualità di presenza, kénosis, armonia<br />
e totalità-integrità, senza escludere<br />
nessuno e abbracciando tutti, andare all’incontro<br />
dell’altro, in un atteggiamento costante<br />
di apprendimento di fronte all’altro,<br />
senza «lasciarci rinchiudere dalle barriere<br />
create dall’ideologia dominante», poiché<br />
solo così potremo trasformarci in «un’offerta<br />
generosa di fede e comunione», in «un<br />
faro di speranza» (Spc 37). In questo contesto<br />
è anche importante ricordare che il Centenario,<br />
in generale, e il Capitolo, in particolare,<br />
ci chiedono di prestare molta attenzione<br />
a non rendere culto agli idoli<br />
dell’attivismo e dell’efficienza, così da<br />
mantenere l’aspetto profetico della nostra<br />
vita; di de-centrarci da ciò che è urgente,<br />
per tornare all’essenziale e qualificare<br />
evangelicamente la nostra vita.<br />
Il Capitolo è stato anche un energico richiamo<br />
a migliorare la nostra comunicazione,<br />
soprattutto a livello della fede e dell’identità<br />
vocazionale, a “convertirci” gli uni<br />
agli altri, a demolire barriere e pregiudizi,<br />
ad accoglierci partendo dall’ascolto reciproco,<br />
a superare provincialismi, etnocentrismi,<br />
caste e regionalismi, ad allargare il<br />
cuore ad una dimensione mondiale. Il Capitolo<br />
ci ha rivolto una chiamata urgente a<br />
non lasciarci paralizzare dalla crisi e dalla<br />
paura, a non rinchiuderci in noi stessi, a non<br />
ridurre le nostre presenza allo spazio comodo<br />
e sicuro dei nostri conventi, ma ad uscire,<br />
a de-centrarci per ri-centrarci, a de-localizzarci<br />
per ri-localizzarci, a de-radicarci, a<br />
ri-impiantarci, a sentirci itineranti verso la
436 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
marginalità, la frontiera, la periferia, verso i<br />
“chiostri dimenticati” abitati dai lebbrosi di<br />
oggi.<br />
Vivendo così questo VIII Centenario<br />
non correremo il rischio di celebrarci, ma<br />
vivremo questa occasione come un momento<br />
di grazia, come una memoria viva e provocante.<br />
Di fronte a queste chiamate quale sarà la<br />
risposta dei Frati della Custodia di Terra<br />
Santa? Cosa sono disposti a fare per la propria<br />
vocazione, per la vita in fraternità e per<br />
la missione? Credo che sia urgente entrare<br />
in questo clima di conversione e in questa<br />
atmosfera di discernimento su ciò che i Frati<br />
fanno e su come vivono. Per l’amore che<br />
ho per voi, permettetemi di dirvi con franchezza<br />
che non basta rispettare lo “status<br />
quo”. I tempi ci spingono a cercare risposte<br />
nuove a nuove domande. La stuazione sociale<br />
e religiosa in cui vivete, l’arrivo in<br />
questa terra di altri Istituti e movimenti religiosi<br />
che fino a poco tempo fa non avevano<br />
presenze in Terra Santa… Tutto ciò cosa ci<br />
chiede?<br />
I Commissari di Terra Santa<br />
La stabilità della Custodia, la necessità<br />
di intensificare le opere per la salvaguardia<br />
dei Luoghi Santi, l’esigenza di provvedere<br />
al mantenimento di quanti svolgevano il<br />
proprio servizio a favore della Custodia, il<br />
desiderio di realizzare l’azione missionaria<br />
e le opere di carità, oltre all’opportunità di<br />
sensibilizzare l’Occidente cristiano alle<br />
problematiche legate alle Chiese d’Oriente,<br />
furono le cause e i motivi per cui sorse una<br />
struttura che si preoccupasse delle relazioni<br />
tra la Custodia e l’Occidente. Sono i Commissari<br />
di Terra Santa, una specie di rappresentanza<br />
ufficiale della Custodia presenti<br />
in circa cinquanta Paesi.<br />
L’origine dei Commissari di Terra Santa<br />
è molto antica ed è legata soprattutto alla<br />
raccolta di fondi per la Custodia. Di fatto,<br />
partendo dalla constatazione che né la vita<br />
dei Frati né la conservazione dei Luoghi<br />
Santi erano possibili senza l’elemosina dei<br />
Principi cristiani, i primi Statuti della Custodia<br />
(1377) stabilivano che il Custode si<br />
servisse di uno o due laici per l’amministrazione<br />
delle elemosina. Presto, però, si vide<br />
che ciò non bastava e si constatò la necessità<br />
di creare la figura dei Commissari di<br />
Terra Santa, cosa che fu fatta con la Bolla<br />
His quae di papa Martino V (24 febbraio<br />
1421), con il compito raccogliere l’elemosina<br />
tra i cristiani. Poco per volta il ruolo dei<br />
Commissari si specificò fino all’attuale legislazione<br />
dell’Ordine che parla della Custodia<br />
e dei Commissari di Terra Santa nelle<br />
Costituzioni generali (artt 122-125) e negli<br />
Statuti generali (artt 69-73).<br />
Nei secoli i Commissari sono stati una<br />
specie di ambasciata che, spesso, avevano<br />
un carattere politico, soprattutto nell’opera<br />
di coscientizzazione, e talvolta di pressione,<br />
sui governi cristiani, per risolvere i problemi<br />
tra i cattolici e gli ortodossi riguardo ai<br />
Luoghi Santi, senza dimenticare la potenza<br />
mandataria, specialmente gli ottomani.<br />
Oggi, secondo gli Statuti generali (art.<br />
73,2), i doveri dei Commissari sono:<br />
1. Promuovere, nel loro territorio, la conoscenza,<br />
l’interesse e la devozione verso i<br />
Luoghi Santi, non solo tra i secolari, ma<br />
anche tra i Frati, servendosi di mezzi<br />
adeguati, come i mezzi di comunicazione.<br />
2. Organizzare pellegrinaggi ai Luoghi<br />
Santi.<br />
3. Raccogliere aiuti economici per i Luoghi<br />
Santi.<br />
A questi doveri se ne può ben aggiungere<br />
un altro: promuovere le vocazioni per la<br />
Terra Santa, sia a livello di candidati come<br />
tra gli stessi Frati.<br />
Credo che il primo dovere del Commissario<br />
– promuovere la conoscenza, l’interesse<br />
e la devozione verso i Luoghi Santi –<br />
sia fondamentale. Se non si risponde a questo,<br />
tutti gli altri, prima o poi, verranno meno.<br />
Ho l’impressione che, soprattutto tra i<br />
Frati, e, a volte, anche tra gli stessi Commissari,<br />
la conoscenza, la devozione e l’interesse<br />
verso i Luoghi Santi siano molto diminuiti.<br />
Questo può essere uno dei motivi,<br />
non di certo il solo, perché sta anche diminuendo<br />
il numero dei missionari che vengono<br />
da altri Paesi e quello delle entrate economiche<br />
per la Custodia.
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
437<br />
Questo vi pone, come Commissari di<br />
Terra Santa, di fronte ad una grande sfida.<br />
Dovete essere creativi nel cercare strumenti<br />
per far conoscere ai Frati, ai Vescovi e agli<br />
altri cattolici delle vostre rispettive circoscrizioni,<br />
il lavoro che svolgono i Frati della<br />
Custodia nei vari campi in cui sono impegnati:<br />
la cura dei 49 santuari affidati alla custodia<br />
dei Francescani; il lavoro pastorale in<br />
favore dei cattolici, non solo latini, della<br />
Chiesa locale, soprattutto attraverso le 29<br />
parrocchie a noi affidate; il lavoro pastorale<br />
in favore dei cattolici provenienti da altri<br />
continenti, soprattutto di quelli che vengono<br />
dalle Filippine, dall’America Latina, dall’Europa<br />
dell’Est e dall’Africa; le opere sociali<br />
che realizza la Custodia, in particolare<br />
per offrire abitazioni alla gente con poche risorse<br />
economiche (350 case); il lavoro che<br />
la Custodia realizza nei 16 Collegi che gestisce,<br />
frequentati da più di 10.000 alunni,<br />
non solo cattolici; il lavoro editoriale che<br />
svolge grazie a Franciscan Printig Press; l’animazione<br />
spirituale dei pellegrini, ai quali<br />
offre la possibilità di accoglienza nelle 5<br />
“Casa Nova” al momento aperte; il lavoro<br />
culturale, scientifico e di insegnamento che<br />
realizza attraverso lo Studium Biblicum<br />
Franciscanum; l’attività ecumenica, soprattutto<br />
grazie al Franciscan Pilgrims Office; e<br />
il lavoro scientifico-cultuarale svolto dal<br />
Centro di Studi Orientali del Cairo.<br />
Come ho detto questo lavoro esige da<br />
voi creatività e presenza nei mezzi di comunicazione.<br />
La Custodia deve offrirvi materiale<br />
adatto, ma poi tocca a voi saperne approfittare.<br />
E, dal momento che andare in televisione<br />
o sui periodici non sempre è<br />
facile, perché non fare una buona pagina<br />
web dei Commissari di una stessa Conferenza?<br />
Il vostro secondo dovere è di organizzare<br />
pellegrinaggi. Questo è un ottimo strumento<br />
non solo per favorire e potenziare la<br />
conoscenza della Terra Santa, ma anche un<br />
mezzo privilegiato di evangelizzazione. La<br />
mia esperienza mi dice che un pellegrinaggio<br />
in Terra Santa ben preparato e ben guidato<br />
segna i pellegrini. Qui conviene ricordare<br />
che non è solo questione di trovare<br />
candidati per formare un gruppo, ma di ani-<br />
mare spiritualmente il gruppo, cosa che dovrebbe<br />
essere riservata al Commissario, o<br />
assicurare che venga fatto da una persona,<br />
se possibile un Frate, competente. Non potete<br />
essere solo delle agenzie per turismo religioso.<br />
Raccogliere aiuti è importante, poiché<br />
senza di essi sarà molto difficile che la nostra<br />
presenza in Terra Santa possa rispondere<br />
ai fini che le assegnano le nostre Costituzioni:<br />
«avere cura dei luoghi santi, promuovere<br />
in essi il culto divino, favorire la pietà<br />
dei pellegrini, assolvervi il compito dell’evangelizzazione,<br />
esercitare l’attività pastorale<br />
secondo la spiritualità dell’Ordine, intraprendere<br />
e coltivare le attività apostoliche»<br />
(123,1). Ma su questo aspetto dobbiamo<br />
essere molto trasparenti, tanto con la<br />
Custodia come con le rispettive Province e,<br />
se necessario, con i Vescovi nelle cui diocesi<br />
raccogliamo le elemosina. La mancanza<br />
di trasparenza suscita sospetti e diffidenza<br />
e, alla fine, tutti ci rimetteremo. Credo,<br />
quindi, necessario che la contabilità dei<br />
Commissariati di Terra Santa sia analizzata<br />
durante la Visita canonica della rispettiva<br />
Provincia e la Provincia la conosca, benché<br />
questo comporti un cambiamento negli Statuti<br />
della Custodia.<br />
Da ultimo, vi chiedo di provare a suscitare<br />
nuove vocazioni per la Terra Santa. Vi<br />
è un calo numerico delle vocazioni degli altri<br />
Paesi, un calo numerico dei missionari<br />
che arrivano ogni anno. In questi tre anni di<br />
servizio come Ministro generale ho dato 30<br />
nuove obbedienze. Non sono sufficienti.<br />
Dobbiamo lavorare tutti per aumentarle e<br />
qualificarle, poiché le necessità aumentano<br />
e ogni giorno c’è bisogno di una più qualificata<br />
preparazione.<br />
Conclusione<br />
La Custodia di Terra Santa è stata, e vuole<br />
continuare ad essere, una presenza ponte<br />
tra Oriente e Occidente, tra le Chiese orientali<br />
e la Chiesa cattolica e latina. È stata, e<br />
vuole continuare ad essere, una presenza<br />
culturale importante per il Medio Oriente a<br />
nome della Chiesa cattolica. Nuovi sono i<br />
compiti a cui ci troviamo di fronte oggi, noi
438 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Francescani, in questa terra da noi così<br />
amata. Non possiamo limitarci ad essere<br />
spettatori passivi di un cambiamento che<br />
avviene sempre più rapidamente. In molte<br />
occasioni, lungo quasi otto secoli di presenza<br />
nella terra di Gesù, siamo stati attori di<br />
storia in questa terra. Perché non continuare<br />
ad esserlo?<br />
Voglia la Provvidenza, che ci ha condotti<br />
in questa terra, continuare a mostrarci le<br />
nuove strade che siamo chiamati a percorrere,<br />
per rispondere adeguatamente ai segni<br />
dei tempi e dei luoghi. E vogliate, anche voi<br />
Frati – anche voi Commissari di Terra Santa<br />
– che con tanta dedizione e sacrificio lavorate<br />
in questa amata porzione dell’Ordine<br />
dei Frati Minori, entrare in un clima di<br />
conversione e discernimento, mantenendovi<br />
sempre in cammino, per poter così offrire<br />
risposte nuove alle nuove domande che<br />
oggi ci si presentano.<br />
3. Saludo<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Queridos hermanos:<br />
Jerusalén, 22 de noviembre de 2006<br />
Teniendo que regresar a Roma a causa<br />
de otros compromisos propios de mi servicio<br />
a la Orden, deseo, de nuevo, dirigiros la<br />
palabra antes de dejar este II Congreso Internacional<br />
de Comisarios de Tierra Santa.<br />
Esta palabra quiere ser, al mismo tiempo,<br />
una palabra de gratitud y una palabra<br />
que nos ayude a mirar hacia el futuro.<br />
Gracias al “Padre de las misericordias”<br />
por permitirme “volver a casa”, volver a<br />
Tierra Santa. A pesar de haber vivido aquí<br />
cinco años y de haber vuelto muchas veces<br />
más, sin embargo, es simpre una novedad<br />
para mi: una experiencia nueva, una emoción<br />
nueva, un encuentro “nuevo” con el<br />
Señor. Esta vez, os confieso, que he sentido<br />
mucha emoción al entrar en la “Sala superior”,<br />
la sala del Cenáculo, en la “Tumba<br />
vacía” donde estuvo enterrado el Señor, y<br />
en la “Casa de María”, en Nazaret. No os<br />
podéis imaginar el bien que me hace volver<br />
a esta tierra que me vió crecer como franciscano,<br />
en Nazaret hice mi profesión solenme<br />
el primero de enero del 1975, y que<br />
me vio nacer como sacerdote, pues aquí en<br />
Jerusalén me ordené el 29 de junio de 1977.<br />
Gracias, también, al Hno. Custodio y a<br />
los organizadores de este II Congreso Internacional<br />
de Comisarios de Tierra Santa,<br />
particularmente al Vicario custodial, por<br />
haberme invitado a participar en él. Felicito<br />
a la Custodia por haber organizado este<br />
Congreso y ojalá no haya que esperar tantos<br />
años, como nos separan del Congreso de<br />
Nazaret, para hacer el III Congreso de Comisarios.<br />
Propongo que cada seis años se<br />
repita esta experiencia.<br />
Gracias, hermanos Comisarios por vuestro<br />
servicio, tan generoso y abnegado, en favor<br />
de Tierra Santa. Sin vosotros la Custodia<br />
no podría llevar adelante todas las actividades<br />
pastorales y las obras sociales que realiza.<br />
Y los “menores” y necesitados, que al fin<br />
y al cabo, y como es lógico, son los privilegiados<br />
de tales actividades y obras, se verían<br />
privados de esa ayuda hoy tan necesaria.<br />
Gracias, principalmente, a los hermanos<br />
cuestuantes, no sólo por las limosnas que recogen,<br />
sino también y principalmente por su<br />
cercanía a la gente. De este modo llevan la<br />
presencia de Francisco y de Tierra Santa, y<br />
en último término la presencia de Cristo, en<br />
medio de la gente, particularmente de la gente<br />
sencilla. Vuestro trabajo, queridos hermanos,<br />
es precioso, y vuestra presencia, muchas<br />
veces, es verdaderamente evangélica.<br />
Queridos hermanos de la Custodia: Gracias<br />
por vuestra fidelidad al servicio que la<br />
Iglesia y la Orden os ha encomendado:<br />
«Custodiar los lugares santos, promover en<br />
ellos el culto divino, favorecer la piedad de<br />
los peregrinos, desempeñar el ministerio de<br />
la evangelización, ejercer la actividad pastoral<br />
conforme a la espiritualidad de la Orden,<br />
erigir y atender obras de apostolado»<br />
(CCGG 123, 1).<br />
Gracias por todo ello, pero, puesto que<br />
hemos de pasar de lo bueno a lo mejor,permitidme<br />
que os pida cuanto sigue:<br />
• Sed creativos hoy como lo fueron los<br />
hermanos que nos han precedido a lo lar-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
439<br />
• Conoced Tierra Santa, amad Tierra Santa,<br />
testimoniad el amor a la tierra de Jesús,<br />
entre los cristianos y, de un modo<br />
especial, entre los frailes, sacerdotes y<br />
obispos, recordando siempre que, como<br />
nos dice el documento final del Capítulo<br />
general extraordinario, el Señor nos habla<br />
en el camino. Sólo “la sed saciada se<br />
transforma en mensaje” (Shc 17).<br />
• Sed, también vosotros, creativos en la<br />
búsqueda de medios para acercar Tierra<br />
Santa a los cristianos de hoy. No somos<br />
agencias de turismo religioso, como en<br />
repetidas ocasiones hemos afirmado en<br />
estos días de Congreso. No podemos ni<br />
queremos competir con ellas. Pero, seguramente,<br />
mucho podríamos aprender<br />
de algunas de ellas sin perder el sabor<br />
franciscano que debe impregnar toda<br />
nuestra actividad. También la actividad<br />
de los Comisarios de Tierra Santa.<br />
• Recordar siempre que sois Hermanos<br />
Menores y que vuestra mejor credencial<br />
de presentación es la de que os vean como<br />
tales. Esto os exige trabajar en plena<br />
comunión con la fraternidad provincial,<br />
de modo que vuestra actividad no sea<br />
considerada como una actividad extra<br />
provincial. Es ejemplar la obra de algunos<br />
Comisarios, como Fr. José Areso,<br />
del Colegio Apostólico de Olited, Fr. Sebastián<br />
Vehil, de la Provincia de Cataluña<br />
y Fr. Federico Janssonne, de la Provincia<br />
de San Luis, en Francia, los cuales<br />
además de restaurar sus respectivas<br />
Comisarías restauraron juntamente sus<br />
Provincias.<br />
• Mantened una comunicación constante y<br />
“familiar” con la Custodia, y una relación<br />
cordial con los obispos y párrocos.<br />
Recordad siempre que sois el principal<br />
lazo de unión que tiene la Custodia con<br />
las Iglesias particulares y, por supuesto,<br />
con las Provincias de la Orden. Por otra<br />
parte colaborad unos con otros. Ello<br />
traerá muchas ventajas para todos.<br />
• En cuanto a la gestión económica sed<br />
plenamente transparentes, y, al mismo<br />
tiempo, sed plenamente conscientes de<br />
que el dinero que recogéis es casi siempre<br />
dinero de los pobres, y es siempre digo<br />
de los casi ocho siglos de permanencia<br />
en esta tierra. Sólo así daréis respuestas<br />
evangélicas y franciscanas a los signos<br />
de los tiempos.<br />
• Desde una actitud de discernimiento serenoyserioalavez,nodudéisenllevara<br />
cabo una “revisión crítica de vuestros ministerios”<br />
(Shc 58); no dudéis en llevar a<br />
cabo una seria revisión de vuestra misión,<br />
y de ensayar caminos inéditos de presencia<br />
y de testimonio (cf. Shc 33), de acuerdo<br />
con lo que nos piden hoy las nuevas situaciones<br />
que estamos viviendo.<br />
• Sentiros contentos, y sanamente orgullosos,<br />
de la riqueza que supone formar parte<br />
de una Entidad, como la Custodia, caracterizada<br />
por la internacionalidad y la<br />
interculturalidad, notas que no sólo<br />
habéis de conservar celosamente, sino<br />
potenciar incluso, pues la diversidad que<br />
suponen la internacionalidad y la interculturalidad<br />
es “la alegre noticia de un<br />
Dios siempre fecundo” (Shc 4).<br />
• Por otra parte, la situación social y religiosa<br />
en que vivís exigen de vosotros una<br />
opción clara por el diálogo ecuménico,<br />
interreligioso e intercultural. Sed puentes<br />
en esta sociedad que sólo parece dispuesta<br />
a construir muros. Sed, a ejemplo de<br />
Francisco, artífices de paz y de comunión<br />
en esta tierra llena de contradicciones y<br />
dominada por el ruido de las armas.<br />
• Finalmente, sentiros parte de la Fraternidad<br />
universal y, en cuanto tales, uniros a<br />
la celebración de la gracia de los orígenes,<br />
y apostad fuertemente por entrar en<br />
el camino de la “refundación”, pues sólo<br />
así esta realidad que todos amamos, la<br />
Custodia de Tierra Santa, podrá mantenerse<br />
joven, y nuestra presencia en la<br />
tierra de Jesús podrá seguir siendo significativa<br />
y suscitará no sólo admiración,<br />
sino también ganas de colaboración directa<br />
en ella.<br />
Queridos hermanos Comisarios: Como<br />
os dije el primer día: creo en vuestro trabajo<br />
–yo mismo fui Comisario bastantes años<br />
en mi Provincia de origen, la Provincia de<br />
Santiago de Compostela-, pero precisamente<br />
por ello siento necesidad de deciros cuanto<br />
sigue:
440 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
nero para los pobres de la Iglesia madre<br />
de Tierra Santa.<br />
• No tengáis miedo, también vosotros, a hacer<br />
una evaluación seria de vuestra “misión”<br />
al servicio de Tierra Santa. Una evaluación<br />
que os lleve a definir mejor vuestro<br />
servicio, la identidad del Comisario, y<br />
os lleve también a renovar los métodos<br />
que utilizáis para cumplir dicha misión.<br />
Queridos hermanos: He venido a Jerusalén<br />
en esta ocasión para manifestar públicamente<br />
el aprecio de la Orden por la misión<br />
que aquí realizan los hermanos de la Custodia<br />
y el aprecio por el trabajo de los Comisarios.<br />
Pero he venido, también, para reafirmar,<br />
una vez más y con más fuerza si cabe,<br />
que Tierra Santa forma parte de los “proyectos<br />
misioneros” de la Orden, que la Orden<br />
no sólo no quiere mantener su presencia<br />
en esta tierra, sino que la quiere potenciar<br />
y cualificar. Ayer mismo firmé en el<br />
Santo Sepulcro una carta a toda la Orden pidiendo<br />
hermanos que vengan a prestar el<br />
servicio de confesores en los principales<br />
santuarios. Estoy aquí para decir, con mi<br />
presencia y con mis palabras, que Tierra<br />
Santa sigue siendo para la Orden la “perla”<br />
de las misiones franciscanas y recordar el<br />
compromiso que toda entidad tiene para<br />
con esta misión, el compromiso de hacer todo<br />
lo posible para enviar a Tierra Santa al<br />
menos un hermano misionero.<br />
Sobre los hermanos de la Custodia de<br />
Tierra Santa y sobre todos lo que participáis<br />
en este Congreso, invoco e imparto la bendición<br />
del Seráfico Padre San Francisco.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
11. Lettera della Conferenza della Famiglia<br />
Francescana in preparazione all’VIII<br />
Centenario di approvazione<br />
della Regola<br />
Roma, 29 novembre 2006,<br />
Festa di tutti i Santi Francescani<br />
Vivere secondo il Vangelo<br />
La Famiglia Francescana – Primo, Secondo<br />
e Terzo Ordine, nella loro diversità e<br />
nelle loro differenti forme, gli Istituti secolari<br />
e gli altri movimenti che si riferiscono a<br />
Francesco – si prepara a celebrare nel 2009<br />
un evento storico particolare. Non è questione<br />
di commemorare una figura, Francesco,<br />
Chiara o qualcun altro, ma di richiamare<br />
alla nostra memoria l’origine del carisma<br />
francescano. Sono 8 secoli in effetti, nell’anno<br />
2009, che una dozzina di uomini si<br />
presentarono a papa Innocenzo III per domandargli<br />
di riconoscere e di approvare il<br />
loro progetto di vita evangelica. Una ventina<br />
d’anni più tardi (1226) l’ispiratore e la<br />
guida di questo gruppo, Francesco d’Assisi,<br />
descrive così, nel suo Testamento, ciò<br />
che successe allora: «E dopo che il Signore<br />
mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che<br />
cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi<br />
rivelò che dovevo vivere secondo la forma<br />
del santo Vangelo. Ed io con poche parole e<br />
semplicemente la feci scrivere, e il signor<br />
Papa me la confermò». Gli uomini raccolti<br />
attorno a Francesco si domandavano cosa<br />
fare,senzachenessunofosseingradodiindicarlo,<br />
ed ecco che Dio stesso li chiama<br />
con la sua Parola a vivere il santo Vangelo<br />
di Cristo. Convinti che quella era la loro vocazione,<br />
vollero sottomettere la loro decisione<br />
al discernimento e all’approvazione<br />
della Chiesa rappresentata dal papa di Roma.<br />
Prudente e dapprima orale, questa non<br />
mancò. Il testo presentato al papa – la protoregola:<br />
programma e descrizione di una<br />
vita più che un regolamento – è stato ripreso,<br />
precisato, arricchito lungo gli anni, dapprima<br />
sotto la forma della Regola non bollata<br />
nelle sue diverse versioni, poi definitivamente<br />
confermato con uno scritto<br />
pontificio (Regola bollata 1223) e ricordato<br />
da Francesco nel suo Testamento (1226).<br />
Benché il testo riguardasse in primo luogo<br />
il gruppo dei frati, come si vedrà in seguito,<br />
esso restava aperto a tutti gli stati della vita<br />
cristiana.<br />
Il cuore della vocazione:<br />
la vita secondo il Vangelo<br />
Quando si tratta di presentare globalmente<br />
la Regola, d’indicarne in breve il<br />
contenuto centrale, di darne un titolo, è
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
441<br />
di tutte le nostre ricerche e di tutti i nostri<br />
passi. Ed insieme ci dona, poi, la conoscenza<br />
di noi stessi, «la più degna delle creature»<br />
(3LAg 21), immagine e somiglianza,<br />
nella sua intimità e nel suo corpo, di Dio e<br />
del suo Cristo, di grande elevatezza e, paradossalmente,<br />
limitata, povera, piccola, peccatrice,<br />
e a causa di ciò chiamata alla «penitenza»<br />
– conversione al Vangelo –, mai conclusa,<br />
sempre da ricominciare. L’amore del<br />
prossimo chiunque sia, «amico o nemico,<br />
ladro o brigante, cristiano o no», è, con l’amore<br />
per Dio e in parità con lui, un altro<br />
tratto evangelico radicale. Amore che deve<br />
essere concreto, efficace, fatto di umile servizio,<br />
segnato dall’attenzione «materna»,<br />
escludendo tutte le forme di dominio. Ciò<br />
consente la creazione di una vera «fraternità»,<br />
il nome che Francesco dà al primo<br />
gruppo di fratelli. Dapprima realizzata tra i<br />
fratelli, deve rimanere aperta ed estendersi<br />
a tutti gli uomini ed insieme a tutti gli esseri<br />
ed elementi del mondo.<br />
Sono questi, a grandi tratti, gli elementi<br />
base attinti nel Vangelo, che Francesco ha<br />
proposto come cammino di vita. Riconoscendoli<br />
come propri e approvando la Regola,<br />
otto secoli fa, la Chiesa ha dato origine<br />
al movimento francescano. Sono questi i<br />
valori che siamo chiamati a vivere all’inizio<br />
del terzo millennio con le nostre ricchezze<br />
e debolezze. Di fronte ad un mondo tecnologico<br />
ed informatico, alle sue crisi: guerre<br />
striscianti, terrorismo, povertà, globalizzazione,<br />
la fede cristiana è esposta a tutte le<br />
domande e sfide su Dio, sul suo entrare nella<br />
storia con la persona di Gesù, sulla diversità<br />
delle religioni e del loro rapporto, sulla<br />
natura dell’essere dell’uomo e sul senso da<br />
dare alla vita e alla morte. Questa situazione<br />
di crisi è allo stesso tempo una grande<br />
sfida perché la Chiesa viva la nuova evangelizzazione<br />
e perché la Famiglia Francescana<br />
viva la propria identità, consapevole<br />
che il suo posto e la sua incidenza sono resi<br />
fragili e contestati. La nostra Famiglia Francescana<br />
è indebolita, in particolare nel mondo<br />
europeo, a causa della sua diminuzione<br />
numerica, delle incertezze sulla nostra identità<br />
e con la tentazione di ripiegarsi e di scoraggiarsi.<br />
Tuttavia la stessa identità francesempre<br />
la parola «Vangelo» che appare in<br />
evidenza: «Vivere secondo la forma del<br />
santo Vangelo» (Test 14); «Questa è la vita<br />
del Vangelo di Gesù Cristo» (Rnb Prol 2);<br />
«la Regola e la vita dei Frati Minori è questa:<br />
osservare il santo Vangelo di Nostro Signore<br />
Gesù Cristo» (Rb 1,1). Alcuni anni<br />
più tardi (1253), quando Chiara adatta la<br />
Regola di Francesco alla vita delle Sorelle<br />
Povere, utilizzerà le stesse espressioni (RsC<br />
1,1). Nella Lettera ai fedeli che presenta un<br />
programma di vita, Francesco domanda di<br />
osservare «i precetti e i consigli» proposti<br />
da Cristo nel suo Vangelo. Si capisce che il<br />
termine «Vangelo» indica il cuore della vocazione<br />
francescana, è la chiave che apre<br />
l’accesso all’immenso spazio della «buona<br />
novella» di Dio e di Gesù. Ma quale contenuto<br />
Francesco dà a questo vocabolo e come<br />
noi oggi possiamo e dobbiamo comprenderlo<br />
e metterlo in pratica?<br />
Quando noi leggiamo le Regole, tenendo<br />
conto dell’insieme dei testi di Francesco,<br />
constatiamo che il Vangelo non è solo prendere<br />
sul serio le esigenze di una vita fraterna,<br />
vissuta in una povertà radicale – rinuncia<br />
alla proprietà collettiva o personale, al<br />
denaro, ricorso all’elemosina –, ma è soprattutto<br />
assumere la visione di autorità che<br />
Francesco propone – maestri che si fanno<br />
servi, il lavare i piedi – con il suo invito a<br />
farsi «minori», piccoli, sottomessi a tutte le<br />
creature, fratelli di tutti gli uomini. Qui per<br />
Francesco sta il cuore del messaggio evangelico.<br />
Quindi più che la «povertà, l’umiltà e il<br />
santo Vangelo di Gesù Cristo» (Rb 12,4;<br />
RsC 12,4), i frati nel loro comportamento<br />
prendono come modello l’umiltà di Dio, del<br />
Verbo del Padre, santo e glorioso, che ha<br />
preso carne dalla nostra umanità e fragilità e<br />
ha scelto la povertà (cf 2Lf 4-5). Noi scopriamo,<br />
pertanto, che la visione di Francesco<br />
ci rivela il volto di Dio e quello dell’uomo<br />
precisamente tali come li offre il Vangelo.<br />
Questa «buona e gioiosa novella» ci porta<br />
in effetti, in primo luogo, la rivelazione<br />
del mistero di Dio-Trinità, che per il suo<br />
santo amore ci ha aperto l’accesso alla sua<br />
vita di comunione e diviene la prima meta
442 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
scana rimane una sfida per il mondo! È il<br />
nostro riferirsi al Vangelo, di cui la Regola è<br />
come il condensato, che solamente può aiutarci<br />
a rispondere con fiducia, fantasia e coraggio<br />
alle molte e molteplici sfide.<br />
Vangelo per tutti<br />
La celebrazione dell’VIII centenario<br />
dell’approvazione della Regola primitiva –<br />
la «protoregola» – coinvolge evidentemente<br />
in primo luogo i frati del Primo Ordine,<br />
che con la loro professione s’impegnano a<br />
metterla a fondamento della loro vita personale<br />
e comunitaria. Ma il nocciolo di questo<br />
testo – il suo riferimento al Vangelo è di fatto<br />
la sua permanente ricchezza – si indirizza<br />
a tutti i cristiani e in special modo ai figli<br />
di Francesco. L’appello a vivere radicalmente<br />
il messaggio di Gesù, le sue promesse<br />
e le sue esigenze, che Francesco e i suoi<br />
compagni hanno inteso e seguito, resta d’attualità<br />
per tutti i tempi e per tutti gli stati di<br />
vita.<br />
Infatti, appena qualche anno dopo, nel<br />
1212, Chiara d’Assisi ne fu toccata e più<br />
tardi (1252), per dare origine all’Ordine<br />
delle Sorelle Povere, riprenderà in quasi tutta<br />
la sua integrità la Regola di Francesco.<br />
D’altra parte, assai presto, individui e gruppi,<br />
uomini e donne, vivendo nel loro stato di<br />
vita – famiglia, professione – furono attratti<br />
dalla proposta evangelica francescana,<br />
come ci testimoniano alcuni scritti che<br />
Francesco indirizzò loro: le due Lettere ai<br />
fedeli, così come il contenuto del capitolo<br />
23 della Regola non bollata, che costituiscono<br />
la base ed il riferimento spirituale, da<br />
cui deriverà con il tempo il Terzo Ordine<br />
Francescano. Ai nostri giorni la Famiglia<br />
Francescana si compone ancora di questi tre<br />
rami: i Frati Minori, distribuiti nelle tre obbedienze;<br />
le Sorelle Povere – Clarisse; il<br />
gruppo, il più numeroso, chiamato «Terzo<br />
Ordine», nella sua componente religiosa,<br />
sorelle e fratelli del TOR e nella sua componente<br />
secolare, l’OFS. A questi dobbiamo<br />
aggiungere i membri degli Istituti secolari<br />
francescani nati nel secolo scorso. Tutti<br />
si riferiscono esplicitamente all’ispirazione<br />
evangelica di Francesco e recepiscono i<br />
suoi testi spirituali come base per la loro legislazione.<br />
Segno dell’irraggiamento della<br />
proposta evangelica francescana è l’esistere<br />
al di fuori della comunione con la Chiesa<br />
cattolica, dentro le Chiese anglicana e luterana,<br />
di comunità di uomini e di donne che<br />
si richiamano e sono di ispirazione francescana.<br />
A di là di questa famiglia dai contorni<br />
giuridici definiti, molti uomini e donne si<br />
interessano al carisma francescano, lo studiano,<br />
vi si ispirano: sono tutti gli amici di<br />
Francesco.<br />
Il soffio che Francesco e i suoi frati hanno<br />
fatto alzare, continua ad animare la<br />
Chiesa e tocca tutti i cristiani e «tutti gli uomini<br />
di buona volontà». Così questo centenario<br />
li riguarda tutti.<br />
Tre passi per preparare il Centenario<br />
Siano invitati tutti ed immediatamente<br />
all’azione di grazia per il dono che Dio ha<br />
fatto, a noi e alla sua Chiesa, chiamando i<br />
cristiani, per l’intercessione di Francesco e<br />
dei suoi compagni, ad accogliere la totalità<br />
del Vangelo di Gesù Cristo per un nuovo vivere.<br />
Questo richiamo – la grazia dell’origine<br />
– non ha cessato di risuonare, d’essere<br />
inteso, di esprimersi dentro la vita, ed ecco<br />
dopo otto secoli, raggiunge una folla innumerevole<br />
di uomini e di donne di ogni condizione<br />
e stato di vita. Tanti uomini e donne,<br />
illustri o sconosciuti, hanno portato frutti di<br />
santità, di saggezza, di scienza, di vicinanza<br />
ai poveri, di servizio alla Chiesa e all’umanità,<br />
di testimonianza con il sangue. Allargandosi<br />
ed arricchendosi nel corso dei secoli<br />
con varietà di apporti, la corrente spirituale<br />
francescana, come un fiume di vita,<br />
non ha mai cessato di irrigare noi e la Chiesa<br />
stessa. Oggi, in questa svolta del terzo<br />
millennio, grazie ad una migliore conoscenza<br />
degli scritti di Francesco, ad una visione<br />
più precisa e più ampia di quello che<br />
è il centro del suo progetto originario, il suo<br />
messaggio è a noi proposto come stimolo,<br />
incoraggiamento, pane per il cammino.<br />
A questa gioiosa azione di grazia occorre<br />
tuttavia unire l’umile riconoscenza della<br />
distanza tra la proposta evangelica e il modo<br />
con la quale è stata vissuta nel corso del-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
443<br />
Dal Vescovo di Assisi, Mons. Domenico<br />
Sorrentino, ho appreso oggi, Solennità dell’Immacolata<br />
Concezione, della Visita pastorale<br />
che Lei farà alla Città di Assisi e alla<br />
Comunità diocesana il 17 giugno 2007.<br />
Immagino già la gioia di quella Chiesa<br />
locale per l’importante evento e per lo stimolo<br />
che riceverà dalla Sua presenza e dalla<br />
Sua parola per vivere il programma spirituale<br />
e pastorale che si è proposto, a partire<br />
dall’VIII centenario della conversione di<br />
san Francesco (ottobre 2006-ottobre 2007).<br />
Santità, la notizia, però, mi coinvolge e<br />
coinvolge non solo le nostre Fraternità che<br />
vivono ed operano in quella Diocesi, ma anla<br />
nostra lunga e tumultuosa storia. Malgrado<br />
lo sforzo permanente di riprese e di<br />
«riforme», il nostro movimento non è ancora<br />
all’altezza delle esigenze del Vangelo. Se<br />
non abbiamo né da accusare né da condannare<br />
i nostri padri, dobbiamo riconoscere<br />
davanti alla Chiesa e al mondo che la nostra<br />
storia e la nostra eredità porta con sé delle<br />
ombre, e questo per il passato e per il presente.<br />
Questo doppio movimento – azione di<br />
grazie come richiamo a vivere il Vangelo e<br />
la purificazione della memoria come riconoscenza<br />
delle ombre della nostra famiglia<br />
– deve portarci ad affrontare la sfida della<br />
rifondazione. L’esperienza di otto secoli ci<br />
insegna che, come Francesco, abbiamo<br />
sempre da riprendere di nuovo il nostro itinerario<br />
di penitenza evangelica che è conversione,<br />
da mettere in atto con gesti concreti<br />
per incarnare con la vita, personale e<br />
comunitaria di ogni giorno, qualche cosa<br />
della novità e della giovinezza del Vangelo.<br />
Dal primo secolo della nostra storia non abbiamo<br />
cessato di «rinascere» (cf Gv 3,3),<br />
come è testimoniato ancora oggi dai nostri<br />
differenti rami e dalle centinaia dei nostri<br />
Istituti. Ed è per questo che dobbiamo raggiungere<br />
le radici, le «fondamenta», vale a<br />
dire, scoprire con meraviglia la «forza di<br />
Dio», il Vangelo (Rm 1,16), la buona novella<br />
dell’Amore di Dio per noi e della comunione<br />
con Lui che a noi si offre. Solo su tale<br />
fondamento si può costruire un edificio<br />
solido, una vera comunità in missione nella<br />
Chiesa e nel mondo. Questo momento di<br />
grazia – kairos – che viviamo nel presente,<br />
ci mette alla prova rivelandoci le nostre debolezze,<br />
ma invitandoci soprattutto a contare<br />
sulla potenza di Dio.<br />
Conclusione<br />
Questa nostra Lettera vuole essere un<br />
primo annuncio. Lo facciamo con tre anni<br />
di anticipo per affermare che l’evento che ci<br />
apprestiamo a celebrare ci riguarda tutti:<br />
non possiamo viverlo ognuno per conto<br />
proprio! È anche un invito ad entrare da subito<br />
nel rendimento di grazie per il dono che<br />
Dio ha fatto alla Chiesa e al mondo, da<br />
quando il progetto di Francesco e dei suoi<br />
frati di vivere «secondo il Vangelo di Gesù<br />
Cristo» fu approvato nel 1209 da papa Innocenzo<br />
III. Noi abbiamo a distanza di otto<br />
secoli la grazia di essere gli eredi di questo<br />
progetto e il serio impegno di esserne i continuatori.<br />
Fratelli e Sorelle,<br />
«restituiamo al Signore Dio Altissimo<br />
e sommo tutti i beni<br />
ericonosciamochetuttiibenisonosuoi,<br />
e di tutti rendiamo grazie a Lui,<br />
dal quale procede ogni bene»<br />
(Rnb 17,17).<br />
FR.MAURO JÖHRI<br />
Minister generalis <strong>OFM</strong>Cap<br />
Praeses CFF<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />
Minister generalis <strong>OFM</strong><br />
FR.JOACHIM GIERMEK<br />
Minister generalis <strong>OFM</strong>Conv<br />
FR.ILIJA ŽIVKOVIč<br />
Minister generalis TOR<br />
ENCARNACIÓN DEL POZO<br />
Minister generalis OFS<br />
SR.ANISIA SCHNEIDER<br />
Praeses CFI-TOR<br />
12. Lettera di ringraziamento al Papa per<br />
la Visita pastorale in Assisi<br />
Santità,<br />
il Signore Le dia Pace!
444 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
che la nostra Fraternità universale. Assisi,<br />
infatti, è la città di Francesco. Ad Assisi siamo<br />
nati e da Assisi il serafico Padre ci ha inviato<br />
«a due a due» nel mondo per annunciare<br />
la «pace e la penitenza». Inoltre il suo<br />
“pellegrinaggio” ad Assisi avviene mentre<br />
il nostro Ordine è in cammino verso l’VIII<br />
centenario della sua fondazione (1209-<br />
2009) e il nostro itinerario ha avuto come<br />
punto di partenza il colloquio di Francesco<br />
con il Crocifisso di San Damiano, colloquio<br />
che Sua Santità, più volte, ha posto come<br />
chiave di lettura per capire l’avventura<br />
umana ed evangelica del Poverello.<br />
Con queste brevi e semplici parole, allora,<br />
mi permetta di esprimerLe la gioia e la<br />
gratitudine mia e dell’Ordine dei Frati Minori<br />
per questo ulteriore dono, che diventa<br />
punto di riferimento per la nostra vocazione<br />
e missione nella Chiesa e nel modo di<br />
oggi.<br />
Mentre Le assicuro la nostra preghiera<br />
per la Sua persona e per la Sua missione e<br />
Le formulo i più sentiti auguri per le prossime<br />
feste natalizie, invoco per me e tutti i<br />
miei Frati la Sua Benedizione apostolica.<br />
Roma, 8 dicembre 2006,<br />
Solennità dell’Immacolata Concezione<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Prot. 097466<br />
___________________<br />
A Sua Santità Benedetto XVI<br />
Città del Vaticano<br />
13. Lettera in occasione della solennità<br />
della Nascita di nostro Signore Gesù<br />
Cristo 2006<br />
Gesù Cristo, dono del Padre<br />
«In novissimis his diebus<br />
Deus locutus est nobis in Filio»<br />
(Eb 1,2)<br />
A tutti i fratelli e le sorelle,<br />
pace e bene!<br />
La gloria di Dio, che risplendette sui pastori<br />
nella notte santa della nascita di nostro<br />
Signore Gesù Cristo, avvolge ora tutti gli<br />
uomini redenti, perché Dio, luce e fonte di<br />
luce, è presente nella comunità dei fedeli<br />
che ascoltano con fede e accolgono con<br />
amore la sua Parola.<br />
Si rallegri il cielo e gioisca la terra perché<br />
la nostra notte, l’oscura e amara notte<br />
dell’ingiustizia e dell’oppressione, della<br />
menzogna e della violenza, del peccato e<br />
della morte, ora, per la nascita di un bimbo,<br />
è diventata per noi notte di Dio, radiante di<br />
luce, ricolma di dolcezza. Quella che era la<br />
nostra notte, si è trasformata, per la nascita<br />
di Gesù, in notte santa, notte di grazia e consolazione,<br />
notte di perdono e di vita, notte<br />
di gloria per Dio in cielo, notte di pace sulla<br />
terra per gli uomini amati dal Signore.<br />
Con voi, cari fratelli e sorelle, mi inginocchio<br />
oggi davanti a Cristo Gesù, di cui<br />
celebriamo la nascita; per tutti chiedo la<br />
grazia di contemplare il mistero della Parola<br />
che era presso Dio, la Parola per la quale<br />
tutto è stato creato, la Parola che era luce<br />
vera che illumina ogni uomo, la Parola che<br />
era Dio e che si fece uomo e pose la sua tenda<br />
in mezzo a noi.<br />
Dio ci parla nella creazione<br />
La Sacra Scrittura descrive così il dialogo<br />
di Dio con l’uomo nel mistero della creazione:<br />
«Poi il Signore Dio piantò un giardino<br />
in Eden... e vi collocò l’uomo che aveva<br />
plasmato... Il Signore Dio prese l’uomo e lo<br />
pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse<br />
e lo custodisse» (Gen 2, 8.15). Dio<br />
crea per mezzo della sua Parola e parla per<br />
mezzo della sua creazione.<br />
Dio piantò un giardino in Eden… e questo<br />
giardino è la parola con cui Dio parla al<br />
cuore dell’uomo. Fin dall’inizio della rivelazione<br />
la parola di Dio assume per l’uomo<br />
la forma della grazia, della sollecitudine,<br />
del dono, del regalo: il Signore si fa incontro<br />
all’uomo e gli offre, dichiarazione d’amore<br />
e segno di alleanza, l’intera creazione.<br />
Il racconto biblico che parla del giardino<br />
dell’Eden, in cui Dio pone l’uomo perché lo<br />
coltivi e lo custodisca, descrive in realtà la<br />
gioia dell’incontro tra Dio creatore e l’uomo,<br />
sua creatura, gioia che si mantiene in-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
445<br />
Beati i puri di cuore, perché avranno occhi<br />
puri per vedere Dio e sperimenteranno,<br />
come frate Francesco, la dolcezza di contemplare<br />
nelle creature la sapienza del<br />
Creatore, la sua potenza e la sua bontà. Ancora<br />
di più, come Francesco, avranno occhi<br />
limpidi per vedere i vermi e ricordarsi di<br />
Cristo, per ricordarsi di Cristo e avere grandissimo<br />
affetto per i vermi; avranno occhi<br />
limpidi per contemplare la bellezza dei fiori<br />
e volgere il cuore alla bellezza di quel fiore<br />
che, spuntando luminoso dalla radice di<br />
Jesse, diede vita con il suo profumo a migliaia<br />
e migliaia di morti; avranno occhi<br />
limpidi per invitare tutte le creature all’ategra<br />
finché l’uomo percepisce nel giardino<br />
la voce dell’amore che glielo consegna;<br />
gioia che cesserà quando l’uomo si appropria<br />
del giardino e dei suoi beni e smette di<br />
ascoltare in esso la voce del suo Creatore.<br />
All’aurora del mondo Dio, da cui tutto<br />
procede e che tutto dona, ci ha fatto vedere<br />
la sua grazia, ci ha fatto conoscere la sua<br />
bontà. All’aurora del mondo l’uomo, a cui<br />
viene offerto il dono di Dio perché lo coltivi<br />
e lo custodisca, perché ascolti e si ricordi,<br />
perché ricordando ami, si è appropriato di<br />
quanto aveva ricevuto e, così, ha smesso di<br />
ascoltare il messaggio d’amore che risuonava<br />
nel giardino di Dio; appropriandosi del<br />
dono di Dio, l’uomo mutò la parola in silenzio,<br />
l’amore rivelato in amore dimenticato,<br />
il paradiso in deserto, la gioia in afflizione,<br />
la fiducia in vergogna, la vita in morte.<br />
La Parola era nel mondo, ma il mondo<br />
non la riconobbe! (cf Gv 1,10).<br />
Dio ci ha detto tutto, tutto si è donato, nel<br />
suo Figlio<br />
Ora, negli ultimi tempi, Dio viene incontro<br />
all’uomo e, come segno di alleanza e misura<br />
del suo amore senza misura, gli offre il<br />
suo Figlio (cf Gal 4, 4). Mentre il silenzio<br />
avvolgeva ogni cosa e la notte era a metà<br />
del suo corso, «la Parola si fece carne e pose<br />
la sua tenda in mezzo a noi; e noi vedemmo<br />
la sua gloria» (Gv 1,14).<br />
Ora, dal momento che la Parola si è fatta<br />
carne, la rivelazione di Dio giunge a pienezza,<br />
le promesse di salvezza si compiono, la<br />
profezia, che riempiva di speranza il futuro<br />
del popolo di Dio, si fa vangelo che riempie<br />
di grazia il suo presente. Ora, nella pienezza<br />
deitempi,laparolaincuiDiosidiceall’uomo<br />
è Cristo Gesù, il «Figlio dell’Altissimo»,<br />
il Messia, il Signore, il dono di Dio, «il dono<br />
per eccellenza che sgorga dall’amore del<br />
Padre», come ci ricorda il documento del<br />
Capitolo generale straordinario Il Signore ci<br />
parla lungo il cammino (Spc 20): «Un bambino<br />
è nato per noi, ci è stato dato un figlio»<br />
(Is 9, 5; cf. Gv 3, 16). «Se conoscessi il dono<br />
di Dio…»(Gv 4, 10).<br />
In questo dono Dio si consegna totalmente<br />
a noi, perché «nel darci, come ci ha<br />
dato, suo Figlio, che è una Parola sua, poiché<br />
non ne ha altre, ci disse tutto insieme e<br />
in una sola volta in questa sola Parola e non<br />
ha altro da aggiungere» (San Giovanni della<br />
Croce). La bellezza, bontà e verità della<br />
creazione, l’eloquenza, lo splendore e la<br />
grandezza dell’universo, l’amore da cui<br />
procede tutta la creazione e nel quale si sostiene,<br />
tutto questo ce lo ha dato il Padre del<br />
cielo nel darci, come ci ha dato, suo Figlio.<br />
E perché non temessimo la voce della divinità,<br />
la Parola di Dio giunge a noi nel pianto<br />
di un bambino; perché non fossimo terrorizzati<br />
dalla presenza del sacro, la parola di<br />
Dio giunge a noi nel sorriso di un bambino;<br />
perché, noi peccatori, non fuggissimo di<br />
fronte al fuoco della divina santità, la Parola<br />
di Dio giunge a noi nello sguardo di un<br />
bambino.<br />
«O Signore nostro Dio, quanto è grande<br />
il tuo nome su tutta la terra!» (Sal 8,2) È<br />
meraviglioso, cari fratelli e sorelle, che il<br />
Padre del cielo ci abbia rivelato tutto dandoci<br />
suo Figlio; meravigliosa è la bellezza<br />
del dono che nel mistero della nascita di<br />
Cristo ci viene offerta, e ancora più meravigliosa<br />
è l’umiltà con cui il Figlio di Dio bussa<br />
alla nostra porta perché lo accogliamo; è<br />
meraviglioso poter contemplare la grandezza<br />
di Dio nella piccolezza di un bambino e<br />
vedere, in questo bambino, la fragilità umana<br />
unita per sempre alla natura divina.<br />
Con frate Francesco alla scuola di Dio<br />
nel mistero della creazione
446 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
more divino e a una gioiosa fedeltà (cf 1Cel<br />
80-81).<br />
Frate Francesco, che liberato da ogni<br />
possesso per grazia dell’Altissimo, vide la<br />
creazione intera trasformarsi in messaggera<br />
dell’amore divino, ha mostrato a noi, che<br />
abbracciamo la sua forma di vita, il cammino<br />
perché potessimo anche noi ascoltare la<br />
voce del Signore e vedere la sua gloria in<br />
tutte le sue creature.<br />
«I frati non si approprino di nulla, né casa,<br />
né luogo, né alcun’altra cosa» (Rb 6, 1).<br />
Sono veramente puri di cuore coloro che,<br />
espropriandosi delle cose terrene, cercano<br />
quelle celesti e non smettono mai di adorare<br />
e contemplare il Signore Dio, vivo e vero<br />
(cf Am 16). Al contrario si priva della luce<br />
necessaria per vedere il suo Signore, colui<br />
che si appropria della sua volontà e si<br />
inorgoglisce per il bene che il Signore dice<br />
o fa in lui (cf Am 2). «I frati, ricordando di<br />
essere stati creati ad immagine del diletto<br />
Figlio di Dio, lodino il Padre, il Figlio e lo<br />
Spirito Santo con tutte le sue creature, restituiscano<br />
tutti i beni all’altissimo Signore<br />
Dio, e di tutto Gli rendano grazie» (CCGG<br />
20,1). I Frati di nulla si approprino e torneranno<br />
a sentire Dio nella creazione!<br />
Con frate Francesco alla scuola di Dio<br />
nel mistero dell’incarnazione<br />
Beati i puri di cuore! Perché essi sono,<br />
anche a Betlemme, quelli che hanno occhi<br />
limpidi per vedere Dio: la Vergine Maria, il<br />
suo sposo Giuseppe, i pastori, Simeone…<br />
Lei, «la Vergine poverella», l’umile serva<br />
del Signore; Giuseppe, il patriarca che nella<br />
notte fa strada perché nasca Dio; i pastori,<br />
guardiani che nella notte vegliano a turno,<br />
misterioso gregge di stelle, le speranze<br />
di Israele; Simeone, occhi di anziano appagato,<br />
che lo Spirito di Dio illumina con tutta<br />
la luce dell’universo.<br />
Solo i poveri sono liberi per avvicinarsi a<br />
Cristo povero; solo loro entrano nell’umile<br />
dimora della santa famiglia, senza vergognarsi<br />
della penuria che circondava la Vergine<br />
poverella nel giorno della nascita di<br />
Cristo (cf 2Cel 200); solo loro, in questo<br />
giorno, sono capaci di lacrime e gioia, di tenerezza<br />
e festa, di privazioni e dolcezza; solo<br />
a loro si avvicinano gli angeli; solo a loro<br />
viene annunciata la pace.<br />
Chiamati a riconoscere Cristo tra i poveri,<br />
dobbiamo andare nel mondo «come servi<br />
e soggetti a tutti, pacifici e umili di cuore»<br />
(CCGG 64), abbracciando «la vita e la<br />
condizione sociale dei piccoli, vivendo<br />
sempre tra di loro come minori» (CCGG<br />
66,1), vivendo «felici in mezzo alla gente<br />
disprezzata, tra i deboli e i poveri, con i malati,<br />
i lebbrosi e i mendicanti lungo la via»<br />
(Spc 8), “perché nulla, in noi, ostacoli l’epifania<br />
dell’altro», come ci chiede il documento<br />
del Capitolo generale straordinario<br />
2006 (Spc 28; cf 29-30). Così facendo prenderemo<br />
teneramente tra le nostre braccia<br />
Dio che, piccolo e povero, si è fatto nostro<br />
Salvatore! E sarà Natale per noi e per quelli<br />
che incontreremo.<br />
Conclusione<br />
Se dobbiamo essere per il mondo in cui<br />
viviamo una parola in cui è Dio a parlare,<br />
impegniamoci, fratelli e sorelle, a partire<br />
dalla logica del dono (cf Spc 19-25), per essere<br />
un regalo di Dio per tutti. Anche la nostra<br />
vita, la “parola” più autentica che nessun<br />
altra può sostituire, deve prendere la<br />
forma del meraviglioso dono di Dio: «Nulla<br />
ci appartiene, tutto è un dono ricevuto,<br />
destinato ad essere condiviso e restituito»<br />
(Spc 19).<br />
Se veramente desideriamo che in noi risplenda<br />
Cristo con la sua luce, anche il dono<br />
della nostra vita deve essere sempre umile,<br />
piccolo, “minore”, avvolto nelle candide<br />
fasce della povertà e di «una minorità assunta<br />
personalmente» (Spc 29), posto nel<br />
presepio della semplicità e della carità, perché<br />
si avvicinino a noi e in noi scoprano<br />
Cristo gli umili, i piccoli, i “minori” della<br />
terra. Il Capitolo generale straordinario, nel<br />
suo documento, ci chiede: «Abbiamo la lucidità<br />
e l’audacia necessarie per vivere la<br />
buona novella della minorità?» (Spc 30).<br />
Solo se la risposta sarà positiva potremo celebrare<br />
veramente il Natale e potremo «riconoscerci<br />
come segni, umili e semplici, di<br />
quella stella che continua a brillare in mez-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
447<br />
zo alla notte dei popoli, guidando tutti verso<br />
la centralità della vita» (Spc 9), Cristo,<br />
luce di tutti i popoli.<br />
Che la luce di Cristo ci illumini tutti. Cristo,<br />
nostra benedizione, ci raggiunga tutti.<br />
Che ciascuno sia per il mondo un messaggio<br />
di amore e di pace. Buon Natale!<br />
Roma, 8 dicembre 2006,<br />
Solennità dell’Immacolata Concezione<br />
Prot. 097354<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />
Ministro generale
1. Partecipantes<br />
CAPITULUM GENERALE<br />
EXTRAORDINARIUM<br />
– E Curia generali<br />
Fr. José Rodríguez Carballo, Minister<br />
generalis, Hispania; Fr. Francesco Bravi,<br />
Vicarius generalis, Italia; Fr. Juan Ignacio<br />
Muro Aréchiga, Definitor generalis, Mexico;<br />
Fr. Mario Favretto, Definitor generalis,<br />
Italia; Fr. Miguel Vallecillo Martin, Definitor<br />
generalis, Hispania; Fr. Ambrosius Nguyen<br />
Van Si, Definitor generalis, Vietnam;<br />
Fr. Amaral Bernardo Amaral, Definitor generalis,<br />
Mozambicum; Fr. Jakab Várnai,<br />
Definitor generalis, Hungaria; Fr. Finian<br />
McGinn, Definitor generalis, USA; Fr. Luis<br />
Gerardo Cabrera Herrera, Definitor generalis,<br />
Ecuador; Fr. Sandro Overend Rigillo,<br />
Secretarius generalis, Melita; Fr. Massimo<br />
Fusarelli, Secretarius Form. et Studiis, Italia;<br />
Fr. Nestor Ignacio Schwerz, Secretarius<br />
Evang., Brasilia.<br />
– Ex-ministri generales<br />
Fr. John Vaughn, Ex-Minister generalis,<br />
USA; Fr. Hermann Schalück, Ex-Minister<br />
generalis, Germania; Fr. Giacomo Bini, Exminister<br />
generalis, Curia generalis Italia.<br />
– Ministri Provinciales et Custodes<br />
Fr. Joseph Amin, Prov. S. Familiae,<br />
Aegyptus (105); Fr. Walter Heras Segarra,<br />
Prov. S. Francisci De Quito, Aequatoria<br />
(001); Fr. Vumile Nogemane, Prov. Nostrae<br />
Dominae Reginae Pacis, Africa Australis<br />
(102); Fr. Sebastian Unsner, Prov. S. Francisci,<br />
Africa et Madagascaria (106); Fr. Richard<br />
Dzierzenga, Prov. Verbi Incarnati,<br />
Africa Occidentalis (113); Fr. Gazmend Tinaj,<br />
Prov. Annuntiationis B.M.V., Albania<br />
(002); Fr. Ernesto Palma Henriquez, Prov.<br />
Nostra Domina De Guadalupe, America<br />
Centr. et Panama (091); Fr. Julio César Bunader,<br />
Prov. Assumptionis B.M.V. (B.A,<br />
Rdplata), Argentina (004); Fr. Luis Antonio<br />
Scozzina, Prov. S. Michaëlis (Rosario), Ar-<br />
gentina (092); Fr. Ramiro De La Serna,<br />
Prov. S. Francisci Solano (Rio Cuarto), Argentina<br />
(106); Fr. Stephen Bliss, Prov.<br />
Sancti Spiritus et Cust. S. Ant., Australia<br />
(005); Fr. Anton Bruck, Prov. S. Bernardini<br />
Senensis, Austria (006); Fr. Rupert<br />
Schwarzl, Prov. B. Engelberti Kolland, Austria<br />
(103); Fr. Robert Van Laer, Prov. S. Joseph<br />
Sponsi B.M.V., Belgium (008); Fr.<br />
Martín Kilian Sappl Seibold, Prov. Missionaria<br />
S. Antonii, Bolivia (098); Fr. Mijo<br />
Dzolan, Prov. Bosnae Arg. S. Crucis, Bosnia<br />
(062); Fr. Slavko Soldo, Prov. Assumptionis<br />
B.M.V. et Cust. S. Fam., Bosnia<br />
(066); Fr. Marconi Lins De Araújo, Prov. S.<br />
Antonii Patavini (Recife), Brasilia (010);<br />
Fr. Luciano Brod, Prov. S. Crucis (Belo Horizonte),<br />
Brasilia (011); Fr. Ireneu Gassen,<br />
Prov. S. Francisci (Porto Alegre), Brasilia<br />
(012); Fr. Augusto Koenig, Prov. Immaculatae<br />
Conceptionis (Sao Paulo), Brasilia<br />
(013); Fr. Fernando Inacio Peixoto De Castro,<br />
Prov. Ss. Nominis Iesu (Anápolis),<br />
Brasilia (108); Fr. Heriberto Rembecki,<br />
Prov. Assumptionis B.M.V. (Bacabal), Brasilia<br />
(109); Fr. Erivan Messias Da Silva,<br />
Cust. Aut. N. D. VII Gaudiorum (Campo<br />
Grande), Brasilia (A01); Fr. João Schwieters,<br />
Cust. Aut. S. Benedicti Amazonensis<br />
(Santarém), Brasilia (A05); Fr. Michael<br />
Copps, Prov. Immaculatae Conceptionis,<br />
Britannia Magna (003); Fr. Pierre Brunette,<br />
Prov. S. Joseph Sponsi B.M.V. et Cust. S.<br />
Jos.Am. Peru, Canada (014); Fr. Bob<br />
Mokry, Prov. Christi Regis (Edmonton),<br />
Canada (096); Fr. Jan Maria Vianney Dohnal,<br />
Prov. Bohemiae et Moraviae S. Venceslai,<br />
Cecha Respublica (015); Fr. Rogelio<br />
Wouters, Prov. Ss. Trinitatis (et Cust. S. Jsp<br />
Colmb), Chilia (017); Fr. Francisco Leonardo<br />
Gómez Vergez, Prov. S. Fidei (Bogotá),<br />
Columbia (018); Fr. Edgar Santos Ballesteros,<br />
Prov. S. Pauli Apostoli (S. Rosa De Cabal),<br />
Columbia (094); Fr. Paolo Sang-Seon<br />
Oh, Prov. Ss. Martyrum Coreanorum, Co-
450 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
rea (093); Fr. Zeljko Zeleznjak, Prov. Ss.<br />
Cyrilli et Methodii, Croatia (063); Fr. Josip<br />
Sopta, Prov. S. Hieronymi, Croatia (064);<br />
Fr. Zeljko Tolic, Prov. Ss. Redemptoris,<br />
Croatia (065); Fr. Henri Namur, Prov. B.<br />
Pacifici (Par.), Francogallia (099); Fr. Roger<br />
Marchal, Prov. Trium Sociorum (Str.),<br />
Francogallia/Belgium (100); Fr. Max Wagner,<br />
Prov. S. Antonii Patavini (Mün.,<br />
Bav.), Germania (024); Fr. Franz Leo Barden,<br />
Prov. Ss. Trium Regum (Düss., Col.),<br />
Germania (025); Fr. Norbert Plogmann,<br />
Prov. S. Crucis (Hann., Sax.), Germania<br />
(026); Fr. Helmut Schlegel, Prov. Thuringiae<br />
S. Elisabeth (Fulda), Germania (027);<br />
Fr. Paul Zahner, Cust. Aut. Christi Regis,<br />
Helvetia (A02); Fr. Caoimhín O’laoide,<br />
Prov. Hiberniae et Cust. Bon.Past, Hibernia<br />
(028); Fr. Francisco García Rodríguez,<br />
Prov. Baetica (Sevilla), Hispania (029); Fr.<br />
José Maria Arregi Guridi, Prov. Franciscana<br />
De Arantzazu et 2 Cust.(S.Seb.), Hispania<br />
(030); Fr. Saturnino Vidal Abellán, Prov.<br />
Carthaginensis (Murcia), Hispania (031);<br />
Fr. Pedro Ruano Santateresa, Prov. S. Gregorii<br />
Magni (Madrid), Hispania (032); Fr.<br />
Francesc Vilà I Virgili, Prov. S. Salvatoris a<br />
Horta (Barcelona), Hispania (033); Fr. Severino<br />
Calderon Martinez, Prov. N.D. a Regula<br />
- Granatensis (Cadíz), Hispania (034);<br />
Fr. Amado González González, Prov. S. Iacobi<br />
a Compostella et Cust. Imc.Conc., Hispania<br />
(035); Fr. José Antonio Jordá Tomás,<br />
Prov. Valentiae et Aragoniae S. Ioseph<br />
(Val.), Hispania (036); Fr. Gergely Magyar,<br />
Prov. Nostrae Dominae Hungarorum, Hungaria<br />
(114); Fr. Paul Miki (Yoshitaka) Murakami,<br />
Prov. Ss. Martyrum Iaponensiuim,<br />
Iaponia (039); Fr. Arok Sundar, Prov. S.<br />
Thomae Apostoli, India (040); Fr. Paskalis<br />
Bruno Syukur, Prov. S. Michaëlis<br />
Archangeli et Cust. S. Fr., Indonesia (041);<br />
Fr. Virgilio Di Virgilio, Prov. S. Bernardini<br />
Senensis (L’aquila, Abr.), Italia (042); Fr.<br />
Pietro Carfagna, Prov. S. Michaëlis<br />
Archangeli (Foggia, Apul.), Italia (043); Fr.<br />
Bruno Bartolini, Prov. Christi Regis (Bo),<br />
Italia (045); Fr. Antonio Martella, Prov. Ss.<br />
VII Martyrum (Catanzaro, Clbr.), Italia<br />
(046); Fr. Alberto Tosini, Prov. Ss. Cordis<br />
Mariae (Ge, Lig.), Italia (047); Fr. Agostino<br />
Buccoliero, Prov. Assumptionis B.M.V.<br />
(Lecce), Italia (048); Fr. Roberto Ferrari,<br />
Prov. S. Caroli Borromaei (Mi), Italia<br />
(049); Fr. Luigi Ortaglio, Prov. Ss. Cordis<br />
Iesu (Na)et Cust. Ss.C.I. Bras., Italia (050);<br />
Fr. Gabriele Trivellin, Prov. S. Bonaventurae<br />
(To, Piem.), Italia (051); Fr. Ferdinando<br />
Campana, Prov. S. Iacobi De Marchia (Jesi,<br />
Picena), Italia (052); Fr. Marino Porcelli,<br />
Prov. Ss. Petri et Pauli (Rm, Palestr.), Italia<br />
(053); Fr. Manlio Di Franco, Prov. Immaculatae<br />
Conceptionis (Baronissi, Sal-Luc),<br />
Italia (054); Fr. Franco Pepe, Prov. S. Mariae<br />
Gratiarum (Benevento, Sam-Hir), Italia<br />
(055); Fr. Mario Solinas, Prov. S. Mariae<br />
Gratiarum (Cagliari, Sard.), Italia (056); Fr.<br />
Massimo Reschiglian, Prov. Seraphica S.<br />
Francisci (Assisi), Italia (057); Fr. Carmelo<br />
Finocchiaro, Prov. Ss. Nominis Iesu (Palermo,<br />
Sic.), Italia (058); Fr. Germano Pellegrini,<br />
Prov. S. Vigilii (Trento), Italia (059);<br />
Fr. Fiorenzo Locatelli, Prov. S. Francisci<br />
Stigmatizati (Fi, Tosc.), Italia (060); Fr.<br />
Bruno Miele, Prov. S. Antonii Patavini<br />
(Ve), Italia (061); Fr. Benediktas Jurcys,<br />
Prov. S. Casimiri, Lituania (110); Fr. Isidro<br />
Pereira Lamelas, Prov. Ss. Martyrum Marochiensium,<br />
Lusitania (080); Fr. Jesús Aguirre<br />
García, Foederatio Franciscana Marochiensis,<br />
Marochium (F); Fr. Paul Galea,<br />
Prov. S. Pauli Apostoli, Melita (068); Fr.<br />
Manuel Anaut Espinoza, Prov. S. Evangelii<br />
(Mexico), Mexicum (069); Fr. José Antonio<br />
González Porres, Prov. Ss. Francisci et Iacobi<br />
(Zapopan), Mexicum (070); Fr. Eulalio<br />
Gómez Martínez, Prov. Ss. Petri et Pauli<br />
(Celaya), Mexicum (071); Fr. Juan Maria<br />
Huerta Muro, Prov. B. Juniperi Serra<br />
(Tijuana), Mexicum (101); Fr. Lorenzo Valdivia<br />
Covarrubias, Prov. S. Philippi a Jesu<br />
(Chetumal), Mexicum (112); Fr. Lucas F.<br />
Gololombe, Cust. Aut. Franciscana S. Clarae<br />
De Mozambico, Mozambicum (A06);<br />
Fr. Jan Van Den Eijnden, Prov. Ss. Martyrum<br />
Gorcomiensium, Nederlandia (Olanda)<br />
(072); Fr. Samson Shukardin, Cust. Aut.<br />
S. Ioannis Baptistae, Pakistan (A03); Fr.<br />
Eduardo Armenta, Cust. Aut. S. Francisci<br />
Assisiensis, Papua Nuova Guinea (A04);<br />
Fr. José Garcia Palacios, Prov. S. Francisci<br />
Solano et Cust.F.Sol.Hisp. (Lima), Peruvia
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
451<br />
(073); Fr. Emilio Erasmo Carpio Ponce,<br />
Prov. Ss. Xii Apostolorum (Lima), Peruvia<br />
(074); Fr. Arturo Daquilanea, Prov. S. Petri<br />
Baptistae, Philippinae (075); Fr. Ezdrasz<br />
Biesok, Prov. Assumptionis B.M.V. (Katowice),<br />
Polonia (076); Fr. Waclaw Chomik,<br />
Prov. S. Hedvigis (Wroc Aw), Polonia<br />
(077); Fr. Czeslaw Gniecki, Prov. Immaculatae<br />
Conceptionis (Kraków), Polonia<br />
(078); Fr. Nikodem Gdyk, Prov. S. Mariae<br />
Angelorum (Kraków), Polonia (079); Fr.<br />
Adrian Arnold Buchcik, Prov. S. Francisci<br />
(Pozna ), Polonia (097); Fr. Leó Páll, Prov.<br />
S. Stephani Regis - Transilvaniae, Romania<br />
(081); Fr. Juraj Andrej Mihály, Prov. Slovachiae<br />
Ss. Salvatoris, Slovakia (016); Fr.<br />
Viktor Papez, Prov. S. Crucis, Slovenia<br />
(067); Fr. Thaddeus Kao Cheng-Chai, Prov.<br />
B.M.V. Reginae Sinarum, Taivania (095);<br />
Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custodia Terrae<br />
Sanctae, Terra Sancta (090); Fr. Leslie<br />
Hoppe, Prov. Assumptionis B.M.V. (Franklin),<br />
U.S.A. (082); Fr. Melvin Jurisic, Prov.<br />
S. Barbarae (Oakland), U.S.A. (083); Fr.<br />
John Doctor, Prov. Ss. Cordis Iesu (St.<br />
Louis), U.S.A. (084); Fr. Robert Campagna,<br />
Prov. Immaculatae Conceptionis<br />
(New York), U.S.A. (085); Fr. Fred Link,<br />
Prov. S. Ioannis Baptistae (Cincinnati),<br />
U.S.A. (086); Fr. John O´Connor, Prov. Ss.<br />
Nominis Iesu (New York), U.S.A. (087);<br />
Fr. Larry Dunham, Prov. Nostrae Domina<br />
De Guadalupe (Albuquerque), U.S.A.<br />
(088); Fr. Herkulan Malchuk, Prov. S.<br />
Michaëlis Archangeli, Ucraina (104); Fr.<br />
Phi Khanh Vuong Dinh Khoi, Prov. S.<br />
Francisci, Vietnam (089); Fr. Alex Ilunga<br />
Mikombe, Prov. S. Benedicti Africani, Rep.<br />
Dem. du Congo (111); Fr. Liam Mccarthy,<br />
Cust. Boni Pastoris (Dip. Hibernia), Zimbabua<br />
(C01); Fr. Michael D’Cruz, Cust. S.<br />
Antonii (Dip. Australia), Singapura, Malaesia<br />
et Bruneium (C02); Fr. Valmir Ramos,<br />
Cust. Ss. Cordis Iesu (Dip. Napoli)<br />
(Garça), Brasilia (C09); Fr. Dario Angel<br />
Carrero Morales, Cust. De Caribe (Dip.,<br />
Aranzatzu) et Peritus, Caribe (C10); Fr.<br />
Ferdinand Sahadun, Cust. S. Francisci Heraldi<br />
Pacis (Dip. Indonesia), Indonesia - Papua<br />
Occidentalis (C13); Fr. Dionisio<br />
Fernández Fernández, Cust. S. Francisci<br />
Solano (Dip. Fr.Sol. Peru) (Mad.), Hispania<br />
(C14); Fr. Pedro Simón Samudio Mareco,<br />
Cust. Paraquariae Luis Bolaños (Dip. Cantabria,<br />
Arantz), Paraguaia (C23); Fr. Salomón<br />
Pusma Guerrero, Cust. Ss. Nominis<br />
Iesu (Dip. XII Apost. Perù), Peruvia (C24);<br />
Fr. Jorge Querzola Rodríguez, Cust. S. Joseph<br />
Amazoniensis (Dip. Montréal, Can.)<br />
(Lima), Peruvia (C25); Fr. Marko Puljic,<br />
Cust. S. Familiae (Dip. Prov. Assunz. Mostar)<br />
(Chicago), U.S.A. (C28); Fr. Alex Antonio<br />
Arias, Cust. Immaculatae Conceptionis<br />
(Dip. Compostela), Venetiola (Venezuela)<br />
(C33); Fr. João Dias Vicente, Cust. S.<br />
Francisci (Dip Ven.), Guinea Bissau.<br />
– Fratres Laici e Conferentiis<br />
Fr. Ashley Tillek, Conf. Africana, Africa<br />
Meridionalis; Fr. Andrew Brophy, Conf.<br />
Anglofona (Esc), USA; Fr. Paias Teke,<br />
Conf. Asia Meridionale E Oceania (Saaoc),<br />
Papua Nova Guinea; Fr. Felix Byeong-Ryol<br />
Choi, Conf. Asia Orientale (Eac), Corea; Fr.<br />
Cesar Efrain Santrich Bermudez, Conf. Bolivariana,<br />
Columbia; Fr. Adelmo Francisco<br />
Gomes Da Silva, Conf. Brasiliana, Brasilia;<br />
Fr. Antonio Mancuello, Conf. Cono Sur,<br />
Argentina; Fr. Nikolas Segurola Echaniz,<br />
Conf. Ispano-Portoghese (Confres), Hispania;<br />
Fr. Maurizio Conti, Conf. Italiana<br />
(Compi), Italia; Fr. Sergio Fallas, Conf.<br />
Messico et America Centrale, Nicaragua;<br />
Fr. Sebastian-Jozef Tomèík, Conf. Nord<br />
Slavica, Slovakia; Fr. Marijan Cvitak,<br />
Conf. Sud Slavica, Slovenia; Fr. Fer Van<br />
Der Reijken, Conf. Europea - Cotaf, Nederlandia.<br />
– Secretariatus capituli<br />
Fr. Thaddée Matura, Peritus, Gallia; Fr.<br />
Joseph Chinnici, Peritus, USA; Fr. Cesare<br />
Vaiani, Peritus, Italia; Fr. Miran Spelic, Secretarius,<br />
Slovenia; Fr. Gianpaolo Masotti,<br />
Vicesecretarius, Italia; Fr. Andres Rañoa,<br />
Vicesecretarius, Philippinae; Fr. Renato Beretta,<br />
Secretariatus-Economus, Italia; Fr.<br />
Miguel De La Mata Merayo, Secretariatus-<br />
Verbalista, Hispania; Fr. Michael Moore,<br />
Secretariatus-Verbalista, Argentina; Fr.<br />
Matteo Marcheselli, Secretariatus-Verbalista,<br />
Italia; Fr. Vittorio Viola, Liturgia, Italia;
452 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Fr. Stefano Recchia, Secretarius Ministri<br />
Generalis, Curia generalis, Italia; Fr. John<br />
Abela, Secretariatus-Comunicatio, Curia<br />
generalis, Melita; Fr. Gianfranco Pinto<br />
Ostuni, Secretariatus-Comunicatio, Curia<br />
generalis, Italia; Fr. Carlo Bertagnin, Secretariatus-Artes,<br />
Italia; Fr. Peter Michael, Secretariatus-Film,<br />
Curia generalis, Singapura;<br />
Fr. Sean Collins, Secretariatus-Interpres,<br />
Hibernia; Fr. Rubén Tierrablanca, Secretariatus-Interpres,<br />
Mexicum; Fr. Raul Hernandez,<br />
Secretariatus-Interpres, Mexicum;<br />
Fr. Paul Thomas Iorio, Secretariatus-Interpres,<br />
Italia ; Fr. Bill Short, Secretariatus-Interpres,<br />
USA; Fr. Alessandro Caspoli, Secretariatus-Interpres,<br />
Italia; Fr. Cesare Orduña,<br />
Secretariatus-Translator, Curia<br />
generalis, Argentina; Fr. Enrique Iglesias<br />
Hidalgo, Secretariatus-Translator, Hispania;<br />
Fr. Philippe Yates, Secretariatus-Translator,<br />
Anglia; Fr. Patrick Hudson, Secretariatus-Translator,<br />
Curia generalis, Hibernia;<br />
Fr. Paolo Canali, Secretariatus-Translator,<br />
Italia; Fr. Gianfrancesco Sisto, Secretariatus-Translator,<br />
Italia.<br />
2. Homelia de apertura del Capítulo general<br />
extraordinario<br />
Santuario del Alverna, 15 septiembre 2006<br />
Subir, estar, bajar<br />
Deut. 5, 2-5; Sal 86; Lc 9, 28-36<br />
Queridos hermanos capitulares, queridos<br />
hermanos y hermanas, queridos amigos:<br />
El Señor os dé la paz.<br />
Con esta celebración eucarística damos<br />
inicio al Capítulo general extraordinario,<br />
con el que la Orden de los Hermanos Menores<br />
se prepara para la celebración del VIII<br />
Centenario de su fundación. Y lo iniciamos<br />
aquí: en el monte Alverna, lugar en el que el<br />
amante, Francisco, se funde en un abrazo de<br />
profunda y total identificación con el amado,<br />
Cristo; lugar en el que el “crucificado<br />
del Alverna” se transforma en icono viviente<br />
del Crucificado, por cuya muerte en cruz<br />
todos hemos sido redimidos.<br />
Hemos llegado a este “calvario franciscano”<br />
hermanos provenientes de todos los<br />
Continentes y de más de más de 100 países<br />
diversos, de distintas culturas y de distintas<br />
lenguas, manifestando, de este modo, la<br />
universalidad de nuestra Orden. Hemos llegado<br />
como peregrinos, sabedores de no tener<br />
en la tierra una morada fija y conscientes<br />
de la necesidad de sentirnos siempre en<br />
camino, anhelando alcanzar un día, por pura<br />
gracia, la meta a la que hemos sido llamados:<br />
Vivir el Evangelio de nuestro Señor<br />
Jesucristo. Hemos llegado aquí sabedores<br />
de que nuestra vocación es la de ser buscadores<br />
del Absoluto, del “altísimo, omnipotente<br />
y buen Señor”(Cant, 1), al que, como<br />
Francisco, confesamos como el “todo” en<br />
nuestras vidas: la belleza, ante la cual se<br />
marchita toda otra hermosura; la riqueza,la<br />
única que puede saciarnos a saciedad; la<br />
bondad ylamisericordia, las únicas que<br />
sostienen nuestra debilidad; el amor,lacaridad,<br />
lo único que justifica nuestras opciones<br />
más radicales; el bien, todo el bien, el<br />
sumo bien, al cual restituimos con la vida y<br />
con las palabras, todo lo bueno que, por pura<br />
bondad suya, podemos hacer (cf AlDA).<br />
Hemos llegado con una pregunta en nuestro<br />
corazón, la pregunta de Francisco: “Señor,<br />
¿qué quieres que haga?” (TC 6), y con el<br />
deseo de preguntarnos juntos, como la comunidad<br />
de los primeros cristianos: “Hermanos<br />
¿qué hemos de hacer?”<br />
Sí, al iniciar este Capítulo general extraordinario<br />
nos confesamos peregrinos y<br />
buscadores de Dios, siguiendo la ruta trazada<br />
por Francisco, convencidos de que sólo<br />
la búsqueda de Dios dará sentido pleno a<br />
nuestras vidas, tantas veces fragmentadas,<br />
y que esa búsqueda es la única razón absoluta<br />
y sin reservas que hace de cualquier<br />
otra motivación de la vida, por plausible y<br />
determinante que sea, algo secundario<br />
frente a nuestra búsqueda del Misterio que<br />
ya nos habita, antes aún de que le hayamos<br />
descubierto. Convencidos de que la búsqueda<br />
apasionada de Dios, la inmersión en<br />
él, es el único proyecto de vida que no tolera<br />
nada mayor que él. Convencidos de que<br />
el deseo vivo de buscar a Dios y sólo a Dios<br />
asegura a la vida una perenne juventud, y
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
453<br />
corazón del peregrino y que le mueve a<br />
mantenerse siempre en camino.<br />
Subir, estar y bajar, tres momentos inseparables<br />
en la vida de todo peregrino, de todo<br />
buscador de Dios, de todo apóstol, tal y<br />
como hemos escuchado en el Evangelio<br />
proclamado en esta liturgia.<br />
El camino de la búsqueda de Dios inicia<br />
con la subida. Y para subir hay que vencer<br />
la pereza, el cansancio, la resignación, hay<br />
que anhelar ir más allá. Para subir es necesario<br />
aligerar el equipaje, hay que liberarse<br />
de tantas cosas inútiles y superfluas, hay<br />
que quedarse con lo esencial, de lo contrario<br />
se corre el riesgo de desfallecer antes de<br />
alcanzar la meta. Para subir hay que tener el<br />
corazón en la cima. Cuentan los maestros<br />
Zen que una anciana fue en peregrinación a<br />
un santuario situado en una cima muy alta,<br />
enplenaestacióndelluvias.Decaminose<br />
detuvo en una posada para pasar la noche. A<br />
la mañana siguiente el posadero le dijo: No<br />
podrá trepar por el resbaladizo barro de la<br />
montaña con este tiempo. Es imposible.La<br />
anciana le replicó: Será muy fácil. Mi corazón<br />
lleva allí muchos años. Ahora sólo es<br />
cuestión de llevar mi cuerpo.<br />
Se sube para estar. Estar a solas con él,<br />
sin prisas, sin preocupaciones que distraigan<br />
nuestro corazón inquieto por descansar<br />
en él; sin barreras que nos impidan presentarnos<br />
ante él como somos. Estar a solas con<br />
él, para nutrirnos para el viaje que nos espera.<br />
Estar a solas con él, para poder iluminar<br />
nuestro camino y el camino de quien peregrina<br />
con nosotros. Estar con él, para saciar<br />
nuestra sed de absoluto y de plenitud.<br />
Estar, para luego bajar. No basta haberle<br />
encontrado, como no basta que sigamos<br />
buscándole en solitario. Por eso es necesario<br />
bajar. Bajar, para ir la encuentro de tantos<br />
hombres y mujeres necesitados de<br />
Aquel con quien nosotros hemos estado y al<br />
que nosotros seguimos buscando. Bajar, para<br />
llevar el mundo a Dios y para poner a<br />
Dios en el corazón del mundo. Bajar, para<br />
que otros suban, estén y vuelvan a bajar.<br />
Ese es, queridos hermanos capitulares, el<br />
camino que queremos hacer durante estos<br />
días de encuentro capitular. Hemos sido<br />
convocados para buscar juntos al Señor, pade<br />
que sólo ese deseo insaciable es lo único<br />
que nos puede dar la fuerza necesaria<br />
para reiniciar el camino cada mañana; el<br />
único anhelo por el que cualquier renuncia<br />
resulta aceptable y comprensiva; la única<br />
razón que puede justificar plenamente<br />
nuestra opción de vida evangélica en obediencia,<br />
sin propio y en castidad (cf 2R<br />
1,1). Convencidos de que la única cosa que<br />
puede sostener, alimentar y justificar nuestra<br />
vida es la búsqueda de Dios, siempre y<br />
en cualquier circunstancia.<br />
No somos religiosos sólo porque un día<br />
hemos profesado observar la Regla y vida<br />
de los Hermanos Menores. Tampoco es lo<br />
que hacemos los que nos convierte en religiosos.<br />
Lo que realmente hace religiosa<br />
nuestra vida es la búsqueda incansable de<br />
Dios, y lo que hace religiosa nuestra actividad<br />
es esa misma búsqueda de Dios “nunca<br />
bastante”. Llamados como hemos sido a<br />
mantener el fuego y avivar las llamas en un<br />
mundo que parece se muere de frío; llamados<br />
a ser faros que iluminen la noche por la<br />
que atraviesa la humanidad; llamados a<br />
conservar viva, para nuestra generación y<br />
para las generaciones que nos seguirán, la<br />
voz de Dios..., hemos de mantener viva la<br />
búsqueda de Dios. Sin un compromiso<br />
constantemente renovado con esa búsqueda,<br />
no encenderemos ningún fuego, no iluminaremos<br />
ninguna situación necesitada de<br />
luz, no seremos verdaderos Hermanos Menores.<br />
Francisco se nos presenta como modelo<br />
en esa búsqueda y esta santa montaña es<br />
testigo privilegiado de tal búsqueda. Al Alverna<br />
Francisco venía a menudo para reavivar<br />
en su corazón la llama, nunca venida a<br />
menos, de la búsqueda de Dios. Al Alverna<br />
venimos todos aquellos que, como Francisco,<br />
deseamos ardientemente encontrarnos<br />
con el Señor. El Alverna para los buscadores<br />
de Dios es meta, por ser lugar de encuentro.<br />
Y al tiempo que es meta, es también<br />
inicio, siempre por ser lugar de encuentro.<br />
Al Alverna se viene para volver, se<br />
sube para bajar y se baja para subir otra vez,<br />
en un constante deseo de encuentro con el<br />
amor que no es amado, como gritaba el Poverello.<br />
Tal es la necesidad que anida en el
454 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ra conocer y cumplir su santa y veraz voluntad.<br />
Sentimos sed de vida y vida en<br />
abundancia. Por eso, abiertos a la acción del<br />
Espíritu, dejándonos empujar por su fuerza,<br />
nos hemos puesto en camino, dispuestos a<br />
subir hacia la cima, como Elías que sube al<br />
Horeb, para encontrarse con el Señor (cf.<br />
1Re 19, 1ss) o como Moisés en la cima del<br />
Sinaí, para conocer su voluntad, (cf Ex 24,<br />
12ss) y hacer de intermediario entre el Señor<br />
y el pueblo (cf Dt 5, 5). Hemos subido<br />
para estar con aquel que primero descendió<br />
para encontrarse con nosotros y escucharle<br />
(cf Lc 9, 38). Subir y estar, para luego bajar,<br />
como los discípulos después de la transfiguración,<br />
y convertirnos así en buena noticia<br />
para los hombres y mujeres nuestros<br />
hermanos, en todos los “claustros olvidados<br />
y abandonados”, allí donde se encuentre un<br />
hombre y una mujer necesitados de esperanza,<br />
necesitados de luz, necesitados de<br />
amor. Pero para ello sentimos la urgencia de<br />
“nacer de nuevo” (Jn 3, 3), sentimos la necesidad<br />
de convertirnos y de volver a lo<br />
esencial de nuestra espiritualidad. Sentimos<br />
la necesidad de estar a solas con él, permitiendo<br />
que su palabra nos quemen por dentro,<br />
como a los discípulos de Emaús (cf Lc<br />
24, 32), y su luz ilumine nuestra mente y<br />
nuestro corazón; sentimos la necesidad de<br />
que sea él mismo el que nos transforme en<br />
iconos suyos, como lo hizo con Francisco,<br />
nuestro padre y hermano. Sólo así podremos<br />
renovar la alianza que el Señor hizo<br />
con cada uno de nosotros (cf Dt 5, 3) y a la<br />
cual nosotros hemos dicho “SÏ” el día de<br />
nuestra profesión. Sólo así podremos, también<br />
nosotros, cantar: “Todas mis fuentes<br />
estánentía”(cfSal 86, 7).<br />
Al iniciar nuestro Capítulo general extraordinario<br />
oramos:<br />
Ven Espíritu Santo,<br />
ilumina con tu luz<br />
las tinieblas de nuestro corazón.<br />
Ven Espíritu Santo,<br />
mueve con tu fuerza<br />
nuestra débil voluntad.<br />
Ven Espíritu Santo,<br />
transforma con tu gracia<br />
nuestra mediocridad<br />
Ven Espíritu Santo,<br />
cambia nuestro miedo y haznos valientes<br />
testigos del Evangelio.<br />
Padre Francisco,<br />
vela constantemente<br />
por estos hijos tuyos.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro General<br />
3. Discorso di apertura del Capitolo generale<br />
straordinario<br />
Santa Maria degli Angeli, 16 settembre 2006<br />
Signore, che vuoi che io faccia?<br />
Cari Frati capitolari,<br />
il Signore vi dia pace!<br />
A nome del nostro padre e fratello Francesco<br />
vi accolgo qui, alla Porziuncola, nella<br />
casa della nostra Madre e, quindi, casa di<br />
tutti i Frati Minori, suoi figli. Benvenuti.<br />
Spero e desidero che tutti possano sentirsi a<br />
casaetrafratelliechetranoiregniquello<br />
spirito di familiarità che frate Francesco desiderava<br />
ardentemente regnasse tra i Frati,<br />
così che ciascuno possa manifestare agli altri<br />
le proprie necessità (cf Rb 6,7-8) e in<br />
questi giorni si possa lavorare in profonda<br />
comunione e armonia.<br />
All’inizio del Capitolo generale straordinario<br />
sento anche che il oggi il Signore si fa<br />
presente nel nostro cammino – come si fece<br />
presente nel cammino di Francesco nel lontano<br />
1205 – per chiederci: «Frati Minori,<br />
dove state andando? Chi può esservi più<br />
utile: il padrone o il servo? Tornate sui vostri<br />
passi» (cf 3Comp 6).<br />
1. Entrare in noi stessi per ascoltare il Signore<br />
Penso che anche noi, come allora Francesco,<br />
dobbiamo riflettere con attenzione,<br />
dobbiamo entrare in noi stessi, per rispondere<br />
a queste domande che, ben lungi dall’essere<br />
astratte e teoriche, sono profondamente<br />
esistenziali e molto concrete.
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
455<br />
Come Francesco, anche noi abbiamo bisogno<br />
di cercare «nell’intimità del cuore»<br />
(1Cel 6). La luce viene da dentro, dal più<br />
profondo, dall’intimo del cuore. Come<br />
Francesco dobbiamo entrare nel nostro cuore,<br />
guidati dal cuore di Dio, ed entrare in<br />
quello di Dio passando per il nostro.<br />
Sento, cari Frati capitolari e della Fraternità<br />
universale, che il Capitolo, che oggi<br />
iniziamo, deve essere un momento propizio<br />
per entrare nella grotta, come fece Francesco<br />
800 anni fa, per un incontro profondo<br />
con la nostra realtà e per un incontro con il<br />
Signore. Penso che questo Capitolo possa e<br />
debba essere un momento forte per entrare<br />
nella grotta e lì, «alla periferia della città»,<br />
lontani dalle preoccupazioni quotidiane, lasciarsi<br />
«abbracciare interiormente dal fuoco<br />
divino» e «pieni di fervore», pregare il<br />
Padre nel segreto del cuore, perché ci manifesti<br />
il suo progetto sulla Fraternità universale<br />
e su ogni Frate, e ci insegni a fare il suo<br />
santo e verace comandamento.<br />
Questa pausa o moratorium ci può portare<br />
a vivere un’esperienza profonda e fondante;<br />
può essere un vero “terremoto esistenziale”,<br />
motivato dall’incontro con il Signore,<br />
a partire dalla nostra realtà più<br />
profonda, come individui e come Fraternità,<br />
senza che tutto ciò ci risparmi la fatica,<br />
e insieme la grazia, di continuare a domandarci:<br />
«Signore, cosa vuoi che io faccia?»<br />
(3Comp 6). E, come Francesco, anche noi,<br />
prima di ascoltare una risposta diretta alla<br />
nostra domanda, ascolteremo un’altra volta:<br />
«Chi può esservi più utile: il padrone o il<br />
servo?». Ritornate, convertitevi… È questa<br />
la domanda incalzante e l’imperativo fondamentale<br />
che ci vengono oggi dal Signore<br />
all’inizio di questo Capitolo generale<br />
straordinario.<br />
2. Ascoltarci l’un l’altro<br />
Penso, cari Fratelli, che il Capitolo generale<br />
straordinario debba, poi, essere un momento<br />
propizio per ascoltarci l’un l’altro,<br />
per condividere fraternamente il bene che il<br />
Signore sta compiendo in noi e nei nostri<br />
fratelli, coscienti che il Signore si manifesta<br />
anche attraverso gli altri. Ascoltare il Si-<br />
gnore e ascoltarci l’un l’altro, perché, in un<br />
atteggiamento di discernimento sereno e liberi<br />
dalle nostre paure, la luce del Signore<br />
illumini il profondo della nostra mente e del<br />
nostro cuore.<br />
3. Discernere la volontà di Dio<br />
«Signore, cosa vuoi che io faccia?». La<br />
nostra mente molte volte è disorientata.<br />
Vogliamo vedere, sapere, conoscere il futuro,<br />
avere certezze e punti di riferimento<br />
sicuri. Domande su domande. Idee su idee.<br />
E la battaglia tra l’alba e il tramonto, tra il<br />
caos e un nuovo inizio, tra l’intuizione di<br />
qualcosa di nuovo che sta per nascere e il<br />
disorientamento al momento di fare scelte,<br />
si fa dura. La luce e le tenebre sembrano<br />
abbracciarsi, la pace e l’angoscia sembrano<br />
fondersi. Sentiamo il bisogno li liberarci<br />
dai vecchi lacci dell’individualismo,<br />
della stanchezza, della routine, della rassegnazione.<br />
Desideriamo la libertà, ma non<br />
sappiamo come muoverci. Abbiamo bisogno<br />
di convertirci, di nascere di nuovo.<br />
Abbiamo bisogno di capire la volontà di<br />
Dio, di tornare all’essenziale, di scoprire<br />
ciò che nella nostra forma di vita è “originale”,<br />
di trovare il tesoro nascosto, la perla<br />
preziosa della nostra vocazione e missione.<br />
Forse è arrivata l’ora, cari Fratelli,<br />
non tanto di fare, ma di lasciarsi fare; non<br />
tanto di capire, ma di acconsentire; non<br />
tanto di essere protagonisti, ma di lasciare<br />
che qualcun Altro lo sia.<br />
4. In cammino<br />
Iniziamo oggi questo Capitolo generale<br />
straordinario. Desidero e chiedo al Signore<br />
che sia veramente un momento di grazia, un<br />
kairós, per tutto l’Ordine. Desidero e chiedo<br />
al Signore e a voi, cari Fratelli capitolari<br />
e della Fraternità universale, che questi<br />
giorni trascorrano in un clima di preghiera<br />
personale e fraterna, in un clima di ascolto<br />
reciproco. Solo così potremo rispondere alle<br />
domande che ci fa il Signore e ascoltare<br />
la risposta del Signore alle nostre domande.<br />
Solo così, se abbiamo il coraggio di entrare<br />
nella grotta e di ascoltarci attentamente a
456 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
vicenda, la Fraternità universale, dopo 800<br />
anni di agitata ma insieme bella e grande<br />
storia, potrà entrare di nuovo nel seno materno<br />
– simbolizzato dalla grotta – e nascere<br />
di nuovo (cf Gv 3,3), per gustare la grazia<br />
delle origini, dando un nuovo splendore<br />
alla forma di vita che visse e ci ha trasmesso<br />
Francesco.<br />
Che la Vergine fatta Chiesa e il Poverello<br />
Francesco ci ottengano questa grazia dal<br />
Signore.<br />
Con queste parole dichiaro ufficialmente<br />
aperto il Capitolo generale straordinario<br />
2006, rinnovando il mio cordiale e fraterno<br />
benvenuto a tutti voi, miei cari Fratelli. Paceebene.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro General<br />
4. Homily of the Minister General<br />
Fontecolombo, 29.09.2006<br />
Follow me<br />
Jos 24, 14-28; Ps 94; Jn 21, 15-19<br />
Dear Brothers:<br />
May the Lord give you peace!<br />
We are in one of the important places in<br />
the life of Francis and, consequently, important<br />
for us also. Among the various<br />
events of the life of St. Francis recorded in<br />
Fonte Colombo, that of the Rule is outstanding.<br />
It was not in vain that this place<br />
has been called “the sanctuary of the Rule”.<br />
Our pilgrimage to this place today is a good<br />
occasion for reflecting on the Rule which<br />
we have professed; a good occasion to<br />
place ourselves before it as Friars Minor,<br />
with an attitude we could call “existential”,<br />
up to the point that it becomes for us the<br />
most immediate concretisation of the<br />
gospel demands of the discipleship of Jesus<br />
Christ, since we find in it, without room for<br />
doubt, the key elements which must inspire<br />
and orient our daily life: the spirit of prayer<br />
and devotion, minority, fraternity, work,<br />
service, belonging to the Church, evangelisation<br />
and the life of penance. The Rule, in<br />
this sense, continues to be the norm of life<br />
which should orient our life.<br />
The readings chosen for this celebration<br />
can certainly help us to give its existential<br />
and inspirational character back to the Rule<br />
by situating it in a context of a covenant.<br />
The first reading, in fact, presents the renewal<br />
of the covenant of Sinai in the time of<br />
Joshua (cf. Jos 24, 14-28). It was not the only<br />
time that Israel renewed the covenant established<br />
between God and His people. It<br />
always did so at crucial times in its history<br />
and this, the entrance of the people into the<br />
promised land, is certainly one of the most<br />
important moments in the history of the<br />
people of God. Thanks to these renewals<br />
the covenant was kept as a directive idea in<br />
all the religious reforms of the people of<br />
God. There is no real spiritual renewal of Israel,<br />
as the prophets constantly recall, if it is<br />
not through obedience, personal and institutional,<br />
to the clauses of the covenant.<br />
This covenant between the Lord and His<br />
people must be understood not only as a series<br />
of norms of a juridical nature, which<br />
must be scrupulously observed, but as a<br />
question of love (cf. Ezk 16, 6-14). And thus<br />
it is deduced from some images which Sacred<br />
Scripture uses to speak about the<br />
covenant, the image of matrimony being<br />
outstanding among them (cf. Hos 3, 14ff).<br />
According to this image, the Lord and Israel<br />
are spouses. The relationships between<br />
them has to be based on love; a gratuitous<br />
love, since it is born of the pure initiative of<br />
God, who claims and demands, on His part,<br />
a response of love, which is translated into<br />
obedience to His commandments.<br />
The Rule, for us, is like the “law of the<br />
covenant” established between the Lord,<br />
who calls us to follow Him, and each one of<br />
us, who has responded to this call. The most<br />
ancient franciscan tradition understood it in<br />
this way when it considered this place to be<br />
“The Franciscan Sinai” and Francis to be<br />
the new Moses (cf. LegPer 113; LegMj 4,<br />
11). In our case, as in the history of Israel,<br />
the initiative for the covenant of God with<br />
us comes from the Lord, and only from the<br />
Lord: “You did not choose me, no, I chose<br />
you” (Jn 15, 16), “He summoned those He
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
457<br />
wanted” (Mk 3, 13). It is a call motivated<br />
only by the love which the Lord has for<br />
each one of us: “Jesus looked steadily at<br />
Him and loved him”(Mk 10, 21). It is a call<br />
which will find an adequate response in the<br />
unconditional love for the Lord: “... do you<br />
love me?” (Jn 21, 15. 16. 17).<br />
Dear Brothers: our Order, like the whole<br />
consecrated life and the Church itself, is<br />
living an important moment in its history, a<br />
particularly “delicate and difficult” moment<br />
of “tensions and trials”, but it does<br />
not cease to be a moment full of possibilities<br />
and hope. While the Church invites us<br />
to commit ourselves “with a new impetus”<br />
(cf. VC 13), the word of God which we<br />
have heard in the first reading invites us to<br />
choose whom we wish to serve, the gods or<br />
the Lord (cf. Jos 24, 15); it invites us to<br />
turn our hearts to the Lord in order to serve<br />
Him and to obey His voice (cf. Jos 24, 23.<br />
24), to recognise ourselves as His people<br />
and the sheep of His flock and to confess<br />
Him as our God and Lord (cf. Ps 94, 7).<br />
We, who, one day, like Israel, chose to<br />
serve the Lord (cf. Jos 24, 22), are asked<br />
not to renege Him (Jos 24, 27) today, not to<br />
harden our hearts (cf. Ps 94, 8), but rather,<br />
by remembering the wonders the Lord<br />
worked in our lives (cf. Jos 24, 17-18) to<br />
renew our firm will to follow Him (cf. Jos<br />
24, 28), to leave to one side the other gods<br />
in order to serve the Lord “with integrity<br />
and loyalty” (cf. Jos 24, 14. 23), or, in the<br />
words from the Gospel we have proclaimed,<br />
we are asked, like Peter, to love<br />
Him: do you love me? the Lord asks each<br />
one of us today (cf. Jn 21, 15.16.17). Faced<br />
by all this, it is not enough to promise fidelity,<br />
as Peter did before denying the Master<br />
(cf. Jn 13, 37), rather is it necessary to<br />
be really disposed to giving our life for Jesus<br />
as He did for us (cf. Jn 15, 13). That is<br />
the love asked of us: To be disposed to giving<br />
our life for Jesus in the everyday and, if<br />
necessary, through martyrdom, as many of<br />
our Friars have given during these 800<br />
years of the history of our Order. At this<br />
historical moment which we are living, we<br />
are asked to remain –and how difficult it is<br />
today, when everything seems to be transi-<br />
tory!- in the love of the Lord, keeping what<br />
we have promised on the day of our profession<br />
(cf. Jn 15, 10). But to do this, the<br />
scrupulous observance of certain prescriptions<br />
is not enough, it is necessary for the<br />
observance of the Rule and Constitutions<br />
(cf. GGCC 42 §2) to be accompanied at all<br />
times by an unconditional commitment to<br />
the Lord, since through our profession we<br />
no longer belong to ourselves, but belong<br />
to the Lord: we are reserved to the Lord (cf.<br />
Hos 3, 3).<br />
Dear Brothers: Listening to the text from<br />
the Book of Joshua and this beautiful page<br />
of the Gospel of John, I cannot but remember<br />
what the Lord asked of Francis at the<br />
beginning of his conversion: to choose between<br />
the servant and the Lord. Today, in<br />
this so significant place, in the light of the<br />
texts just heard, we are asked to renew our<br />
covenant with the Lord by assuming the<br />
Rule as the inspirational source of our life<br />
and mission. We can no longer postpone our<br />
option. If we want a young Order, with<br />
eight hundred years of history, if we want<br />
our life to say something to the men and<br />
women of today and our mission to be really<br />
fruitful, despite our denials – undoubtedly<br />
more numerous than those of Peter –, we<br />
have to make a clear option for the Lord by<br />
really assuming the Rule as our form of life<br />
on both the personal and fraternity levels.<br />
Looking at our personal and institutional<br />
life we see how our sin is intermingled<br />
with the grace of the Lord and the faithfulness<br />
of Him who called us to follow Him<br />
with our multiple idolatries and prostitutions,<br />
to use the language of the prophets in<br />
the context of the covenant. Today, on the<br />
basis of the sad experience of our infidelities<br />
and from the depths of our heart, we<br />
wish to say, with the humility and repentanceofPeter:“Lord,<br />
you know everything;<br />
you know I love you” (Jn 21, 17). Let us,<br />
one with the people of Israel, respond:: “We<br />
will serve the Lord”, and, with our Brother<br />
and Father Francis let us leave the servant<br />
definitively in order to serve the Lord. Only<br />
thus will the Lord renew His call and His<br />
invitation, as He did with Peter: FOLLOW<br />
ME (Jn 21, 19).
458 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Lord: Draw us to You,<br />
lead us into the desert<br />
and speak to us in our heart,<br />
give us the grace<br />
to be able to return to you<br />
and to seek you sincerely<br />
and, having found you,<br />
be able to follow you with all our heart<br />
in the day to day of our existence.<br />
Fiat, fiat. Amen, amen.<br />
BR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Minister General<br />
5. Alocución final<br />
S. Maria degli Angeli, 1 ottobre 2006<br />
Ensancha el espacio de tu tienda<br />
Queridos hermanos<br />
Ministros y custodios:<br />
El Señor os dé la paz.<br />
Con el favor del Señor hemos llegado al<br />
final de este Capítulo general extraordinario<br />
convocado para prepararnos a la celebración,<br />
en el 2009, del VIII Centenario de<br />
la fundación de nuestra Orden. Un Centenario<br />
que queremos vivir, como nos invitaba<br />
el Instrumento de trabajo de esta Capítulo,<br />
“en la acción de gracias y en la alegría”.<br />
Acción de gracias porque hace ahora<br />
800 años el Altísimo concedió a Francisco<br />
la gracia de comenzar a hacer penitencia (cf<br />
Test 1) y de vivir el “vita evangeli Iesu Christi”<br />
(1R prol.). Acción de gracias porque el<br />
Señor nos ha llamado a cada uno de nosotros<br />
a compartir la misma vocación y misión<br />
del Poverello.<br />
Alegría porque el Señor ha sido grande<br />
con nosotros y nos concede la gracia de poder<br />
contemplar y poder narrar una grande<br />
historia de amor y de gracia, realizada por<br />
el Señor a través de los hermanos y hermanas<br />
que nos han precedido. Alegría porque a<br />
cada uno de nosotros el Señor nos ofrece<br />
hoy la oportunidad de continuar escribiendo,<br />
en el momento presente, la misma historia<br />
de gracia y de amor, cuyo protagonista<br />
es él mismo.<br />
Gracias<br />
En este momento deseo, ante todo, dar<br />
gracias al Señor por habernos regalado esta<br />
ocasión de estar juntos, de reflexionar juntos,<br />
de orar juntos y, juntos, celebrar el don<br />
de nuestra vocación franciscana ¡Bendito<br />
sea el Señor que nos ha llamado! ¡Bendito<br />
sea el Señor que, desde los diversos rincones<br />
de la tierra nos ha convocado para este<br />
acontecimiento de gracia! ¡Bendito sea el<br />
Señor. Grande es su bondad y su misericordia<br />
con nosotros!<br />
Gracias también hermanos capitulares<br />
por vuestro trabajo hecho de escucha, de reflexión,<br />
de compartir, y de oración. Estoy<br />
seguro que todos saldremos de este Capítulo<br />
más enriquecidos de cuando hemos venido.<br />
Cuando cada uno de nosotros se abre al<br />
Espíritu del Señor y su santa operación,<br />
cuando cada uno de nosotros comparte con<br />
los otros, con familiaridad y libertad, sin<br />
prejuicios y sin complejos de tener respuestas<br />
a todas las preguntas, cuando cada uno<br />
de nosotros se abre a la parte de verdad que<br />
el Señor depositó en el corazón del hermano,<br />
entonces se da el milagro del recíproco<br />
enriquecimiento: uno se enriquece, dando,<br />
y al mismo tiempo enriquece, dándose, y<br />
todos se vuelven más conscientes de la necesidad<br />
que cada uno de nosotros tiene del<br />
otro para ser más nosotros mismos, para ser<br />
más Hermanos Menores.<br />
Gracias a cuantos han hecho posible que<br />
el Capítulo general extraordinario que hoy<br />
concluimos se desarrollase en un clima de<br />
gran fraternidad y de intenso trabajo. Gracias<br />
al Definitorio general por haber acogido<br />
con entusiasmo la idea de celebrarlo y<br />
por haberlo preparado con esmero, junto<br />
con la comisión “forma vitae”. Gracias a los<br />
miembros de la comisión preparatoria, al<br />
Secretario y a los miembros de la Secretaría<br />
del Capítulo, a los actuarios, a los intérpretes<br />
y traductores, a los miembros de la comisión<br />
litúrgica, a los miembros de la comisión<br />
de comunicaciones y al ecónomo<br />
del Capítulo. Gracias a la comisión para el<br />
documento final, por su trabajo y su buen<br />
hacer. Gracias a la Provincia de San Francisco<br />
Estigmatizado de Toscana, a la Provincia<br />
Seráfica de Umbría y a la Provincia
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
459<br />
de los SS. Pedro y Pablo de Roma, por habernos<br />
acogido en los Santuarios del Alverna,<br />
de Asís y del Valle Santo de Rieti y por<br />
su generosidad. Gracias a la Provincia de<br />
San Carlos, en Lombardía, por habernos<br />
ofrecido los materiales de cancelería. Gracias,<br />
también, al personal de la Domus pacis<br />
que nos han hecho sentir a casa.<br />
Haciendo camino juntos<br />
Hemos concluido el Capítulo general extraordinario,<br />
“verdadero momento de gracia<br />
para favorecer la refundación de la Orden,<br />
en vistas a nuevos inicios, a una nueva<br />
vida” (IL 3). Motivados por el icono de los<br />
discípulos de Emaús también nosotros hemos<br />
hecho camino juntos. Hemos orado<br />
juntos, hemos compartido nuestra fe y<br />
nuestra historia vocacional, y, sobre todo,<br />
hemos escuchado al Señor a través de su<br />
Palabra, y a Francisco, que sigue hablándonos<br />
en sus escritos, particularmente en el<br />
“texto abierto” de la Regla, y a través de los<br />
lugares en los que tomó forma concreta de<br />
vida lo que hoy reconocemos y celebramos<br />
como “la gracia de los orígenes”. También<br />
estuvieron presentes en nuestro Capítulo<br />
los otros miembros de la Familia Franciscana<br />
-particularmente las Hermanas Clarisas,<br />
con su oración y sacrificio-, y, gracias a la<br />
voz de muchos hermanos, entre nosotros se<br />
hizo presente la voz de “los pobres y débiles,<br />
los enfermos y leprosos, y los mendigos<br />
que hacen a la vera del camino” (1R 9, 2).<br />
Y, por supuesto, con nosotros han estado<br />
presentes todos los hermanos de nuestras<br />
Provincias y Custodias. Nos hemos sentido<br />
en plena comunión con la Iglesia local, gracias<br />
a la presencia del obispo de Asís, Monseñor<br />
Domenico Sorrentino, y con la Iglesia<br />
universal, gracias al telegrama y la bendición<br />
que el “señor papa”, Benedicto XVI,<br />
ha tenido a bien enviarnos. A todos los sentimos<br />
compañeros de camino y con todos<br />
queremos hacer camino.<br />
Nuestra forma de vida<br />
La reflexión capitular se centró en la forma<br />
de vida evangélica inspirada por el Altísimo<br />
a Francisco. Una forma de vida que<br />
cada uno de nosotros ha prometido obser-<br />
var fielmente, todos los días de su vida. Una<br />
forma de vida que propone el Evangelio como<br />
corazón del proyecto franciscano y como<br />
regula et vita (2R 1, 2) de todos aquellos<br />
que, movidos por el espíritu del Señor, se<br />
sienten llamados a asumir esta forma de vida,<br />
acogen el mensaje de Jesús en su totalidad<br />
y desean ardientemente permanecer<br />
fieles a las palabras, vida y doctrina y al<br />
santo Evangelio de Jesucristo. Una forma<br />
de vida que pone al centro la persona misma<br />
de Jesús y que, si es observada fielmente,<br />
nos ofrece la posibilidad de compartir su<br />
propia vida (cf 1R 27;23).Unaformadevida,<br />
en fin, que nos empuja a hacer una profunda<br />
experiencia de Dios, en el conocimiento<br />
y aceptación de uno mismo, y en el<br />
amor hacia todos.<br />
Frente a esa revelación, laprimerarespuesta<br />
a dar es, en palabras de la hermana<br />
Clara, la de conocer nuestra vocación (cf<br />
TesC 4; 1Cor 1, 26). Sí hermanos, necesitamos<br />
hacer memoria constantemente, día a<br />
día, de aquel momento de gracia en el cual<br />
nos hemos dado cuenta que el Señor nos<br />
amaba con amor de predilección (cf Mc 10 ,<br />
21), y de cuando, a su invitación a seguirlo,<br />
hemos respondido con la generosidad del<br />
profeta: Aquí estoy (cf Is 6, 8), te seguiré con<br />
todo mi corazón, con toda mi alma, con todas<br />
mis fuerzas (cf Dt 6, 4). Grande es el don<br />
que hemos recibido del Señor cuando nos<br />
llamó a vivir el Evangelio según la forma de<br />
vida que nos dejó Francisco, y por el cual estamos<br />
obligados mayormente a dar gracias,<br />
con la palabra y la vida, al Padre de las misericordias<br />
(cf TestCl 2). Y con el conocimiento<br />
de nuestra vocación nos sentimos<br />
llamados también a actualizar el propósito<br />
de vida que hemos abrazado (cf 2CtaCl 11),<br />
para que, con andar apresurado y con paso<br />
ligero (2CtaCl 12), sin dejarnos envolver<br />
por tiniebla alguna (3CtaCl 11), podamos<br />
avanzar con mayor seguridad en el camino<br />
de los mandatos del Señor (2CtaCl 15).<br />
Como primer instrumento para hacer<br />
constante memoria de nuestra vocación y<br />
actualizar nuestro propósito de vida propongo<br />
leer cada día, en actitud de revisión<br />
de vida, la fórmula de la profesión, renovándola<br />
en nuestro corazón.
460 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Esta actualización ha de hacerse teniendo<br />
presente lo que el Espíritu nos dice y pide<br />
en estos momentos. El Capítulo que acabamos<br />
de celebrar ha sido un tiempo de gracia,<br />
un tiempo propicio para la escucha.<br />
Durante él, en la escucha atenta de la Palabra<br />
y de los hermanos, hemos experimentado,<br />
como Francisco, la visita del Señor con<br />
la dulzura de su gracia (cf LM II,1),yala<br />
pregunta Señor, ¿qué quieres que haga?,el<br />
Señor no permaneció sordo. Nos habló en la<br />
oración silenciosa, nos habló por aquellos<br />
que nos iluminaron con sus reflexiones, nos<br />
habló en el compartir fraterno.<br />
Personalmente a lo largo de este Capítulo<br />
me he sentido muchas veces interpelado<br />
y llamado a la conversión, a hacer un camino<br />
para pasar de lo bueno a lo mejor,aseguir<br />
creciendo en mi entrega al Señor y a los<br />
hermanos, para mejor seguir a Cristo. Creo<br />
también que el Espíritu nos ha ido indicando<br />
algunos aspectos que nos ayudan a clarificar,<br />
aún más, nuestra identidad de Hermanos<br />
Menores hoy. Sin pretender ser completo,<br />
ni mucho menos, al final de este<br />
Capítulo deseo compartir con vosotros algunos<br />
de estos aspectos que más fuertemente<br />
resonaron en el aula capitular y, seguramente,<br />
también en nuestros corazones.<br />
Pongámonos en camino<br />
El Capítulo que hoy clausuramos ha sido<br />
una fuerte y apremiante llamada a vivir<br />
nuestra vida en profundidad, una llamada a<br />
la conversión, a vivir de la fe y desde la fe,<br />
a volver al Evangelio, para volver a Cristo,<br />
a revivir la experiencia fundacional de<br />
nuestra Fraternidad, con el fin de reidentificar<br />
y reapropiarnos de la intuición original<br />
de Francisco. Ha sido un fuerte aldabonazo<br />
a mejorar nuestra comunicación, particularmente<br />
a niveles de fe y de vivencia vocacional,<br />
a “volvernos” los unos hacia los<br />
otros, a derribar barreras y prejuicios, a acogernos<br />
desde la escucha recíproca, a superar<br />
provincialismos, etnocentrismos, castas<br />
y regionalismos, a ensanchar el corazón a la<br />
dimensión del mundo. El Capítulo nos ha<br />
hecho una llamada urgente a no dejarnos<br />
atenazar por la crisis y el miedo, a no encerrarnos<br />
en nosotros mismos, a no reducir<br />
nuestras presencias al confortable y seguro<br />
espacio de nuestros conventos, sino a salir,<br />
a des-centrarnos para re-centrearnos, a deslocalizarnos<br />
para re-localizarnos, a desarraigarnos<br />
y re-implantarnos, a sentirnos<br />
itinerantes hacia la liminaridad, la frontera,<br />
la periferia, hacia los “claustros olvidados,<br />
habitados por los “leprosos” de hoy. En todo<br />
momento, nos recuerda el Capítulo, los<br />
hermanos hemos de prestar atención a no<br />
dar culto a los ídolos del activismo y la eficiencia<br />
para poder mantener el talante profético<br />
de nuestra vida. En este contexto el<br />
Capítulo nos llama a des-centrarnos de lo<br />
urgente para volver a lo esencial y dar calidad<br />
evangélica a nuestra vida.<br />
Todo esto, queridos hermanos, tiene mucho<br />
que ver con la Formación permanente.<br />
En el Capítulo hablamos más de la Formación<br />
inicial que de la permanente, pero no<br />
podemos olvidar que ésta es prioritaria sobre<br />
aquella, en cuanto que es necesaria para<br />
nutrir la “fidelidad creativa”. Tampoco se<br />
puede olvidar que la Formación permanente<br />
es el “humus” de la Formación inicial, en<br />
cuanto ésta consiste en trasmitir una forma<br />
de vida y no tanto unos conceptos.<br />
Pido pues a todas las Entidades que hagan<br />
un Proyecto de formación permanente<br />
que abarque todos los aspectos de la vida<br />
franciscana: la vocación, la fraternidad/<br />
minoridad y la evangelización.<br />
Somos una Fraternidad<br />
A mi modo de ver, de este Capítulo sale<br />
más reforzada la convicción de que somos<br />
una Fraternidad. Pienso que el Espíritu en<br />
este Capítulo nos ha llamado a todos y en<br />
repetidas ocasiones a seguir creciendo en<br />
fraternidad, a construir fraternidad, a responder<br />
a nuestra vocación de hermanos.<br />
La fraternidad, se repitió muchas veces<br />
durante el Capítulo, es uno de los elementos<br />
fundantes y esenciales de nuestra vocación<br />
y misión. Y así como la fraternidad configuró<br />
la vida y la misión de Francisco y de<br />
sus primeros compañeros, así también la<br />
comunión de vida en fraternidad debe configurar<br />
nuestra vida y misión. Ya no podemos<br />
hablar de vida franciscana sin vida en<br />
fraternidad. Ya no podemos hablar de mi-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
461<br />
manos tomen el tiempo necesario para<br />
aprender a dar tiempo a Dios (vacare Deo)<br />
y para cuidar la calidad de vida. Es esta<br />
una responsabilidad que no podemos delegar<br />
o de la cual no podemos abdicar. Alos<br />
formadores ruego que desde las primeras<br />
etapas de la formación inicial se cuide la<br />
calidad de la oración, de tal modo que ésta<br />
sea un momento de verdadero encuentro<br />
con el Señor.<br />
La vida en fraternidad a la que hemos sido<br />
llamados, a ejemplo de la fraternidad vivida<br />
por Francisco y sus primeros compañeros,<br />
es una fraternidad de iguales,formada<br />
por hermanos clérigos y por hermanos<br />
laicos, con los mismos derechos y obligaciones<br />
(CCGG 3, 1; 41). El Capítulo, en diversas<br />
ocasiones y a través de voces que nos<br />
llegaron de distintas situaciones y “regiones”,<br />
ha subrayado la importancia de este<br />
valor de nuestra forma de vida para poder<br />
ser realmente signum fraternitatis, pidiendo<br />
que se haga todo lo posible para que, a todos<br />
los efectos, venga reconocida jurídicamente<br />
dicha igualdad.<br />
No todo depende de nosotros, pero sí<br />
mucho está en nuestras manos, por eso:<br />
Mientras, en estrecha colaboración con<br />
los otros hermanos de la Primera Orden,<br />
renovaremos la petición a la Santa Sede de<br />
que nuestra Orden sea reconocida como<br />
“Instituto mixto”, según lo que prevé la<br />
Exhortación postsinodal Vita consecrata, al<br />
mismo tiempo hemos de centrar nuestros<br />
esfuerzos en dos aspectos: La formación<br />
básica común para clérigos y laicos, teniendo<br />
en cuenta las condiciones personales<br />
de cada hermano, tal y como está previsto<br />
por nuestras Constituciones y nuestra<br />
Ratio Formationis, y en la revisión de nuestra<br />
pastoral, hasta ahora fundamentalmente<br />
clerical, de tal forma que en ella tengan<br />
el lugar que les corresponde los hermanos<br />
laicos.<br />
En el Capítulo hemos participado hermanos,<br />
provenientes de casi todos los países, lo<br />
que evidencia que somos una fraternidad internacional<br />
e intercultural. Esta es una de<br />
las grandes riquezas de nuestra Fraternidad<br />
que no sólo hemos de custodiar, sino también<br />
favorecer y potenciar en todas sus exsión<br />
franciscana sin pensarla y vivirla en<br />
fraternidad.<br />
Pero el Capítulo, además de ratificar<br />
cuanto acabamos de decir, calificó nuestra<br />
fraternidad con algunos rasgos que creo importante<br />
recordar: fraternidad de creyentes,<br />
fraternidad de iguales, fraternidad internacional<br />
e intercultural, fraternidad vivida en<br />
la complementariedad, fraternidad en diálogo<br />
y misión, fraternidad en camino.<br />
Como fraternidad de creyentes, al centro<br />
de nuestra vida y misión debe colocarse<br />
Cristo, y como “familia unida en Cristo”, la<br />
vida fraterna debe ser alimentada y promovida<br />
con una profunda vida de fe. Como dije<br />
en mi Informe al Capítulo, “el progreso en<br />
la vida fraterna en comunidad va de la mano<br />
del camino de fe de cada hermano y del camino<br />
de fe de la fraternidad”. En repetidas<br />
ocasiones hemos hablado de la crisis de fe<br />
por la que atraviesa la vida religiosa en general<br />
y nosotros, como parte de ella. Tal vez<br />
por ello, la centralidad de la fe en nuestra vida,<br />
así como la necesidad de interrogarnos<br />
sobre nuestra propia fe, y la necesidad de renovarla<br />
y nutrirla constantemente, ha sido<br />
un tema central en este Capítulo. Como central<br />
ha sido el tema y la práctica de la oración<br />
personal y fraterna. Y es que si nuestra vida<br />
sólo se puede entender como experiencia de<br />
fe, a nadie se le oculta que fe y oración son<br />
realidades inseparables. Queridos hermanos:<br />
volviendo a vuestras Entidades trasmitid<br />
la rica experiencia que hemos vivido en<br />
estos días, pero trasmitid, particularmente,<br />
esa inquietud que el Espíritu ha depositado<br />
en nuestros corazones: la necesidad de crecer<br />
en la fe, personal y comunitariamente, y<br />
la necesidad y belleza de comunicar y compartir<br />
en fraternidad nuestras experiencia de<br />
fe. Trasmitid la necesidad de mantenernos<br />
siempre en actitud de búsqueda<br />
Para ello considero importante, como<br />
mediación, que los proyectos de vida de<br />
nuestras fraternidades aseguren los medios<br />
y los tiempos para la oración personal y comunitaria<br />
y creen espacios para compartir<br />
nuestra fe con los hermanos con los que<br />
convivimos en el día a día.<br />
A los hermanos Ministros y guardianes<br />
pido que sean vigilantes, a fin que los her-
462 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
presiones. Sólo así seremos realmente signos<br />
ante un mundo cada vez más dividido.<br />
Para potenciar la vivencia de la fraternidad<br />
internacional e intercultural hemos de<br />
cultivar y desarrollar el sentido de pertenencia<br />
a la Fraternidad universal, superando<br />
provincialismos y particularismos. Por<br />
otra parte dado que el sentido de pertenencia<br />
a la fraternidad universal y la “superación<br />
de barreras” han de considerarse parte<br />
integral del crecimiento en fraternidad, es<br />
necesario que esta dimensión entre de lleno<br />
en la formación inicial y permanente.<br />
Para ello considero importante que se<br />
favorezca la erección de casas de formación<br />
comunes a varias Provincias, y se intensifiquen<br />
sesiones de formación permanente<br />
entre varias Entidades, especialmente<br />
para guardianes y formadores. También<br />
considero importante organizar encuentros<br />
de carácter interprovincial o internacionales<br />
para nuestros jóvenes hermanos, así como<br />
el favorecer el estudio de las lenguas,<br />
como medio de comunicación entre hermanos<br />
de distintas regiones.<br />
Como he afirmado en mi Informe al Capítulo,<br />
nuestra vocación de hermanos hemos<br />
de vivirla en la complementariedad.El<br />
Capítulo ha reforzado, todavía más, esta<br />
idea. La colaboración con la Familia Franciscana,<br />
especialmente a niveles locales, es<br />
un imperativo para cada uno de nosotros.<br />
Es, pues, de desear que la celebración<br />
del VIII Centenario de la fundación de<br />
nuestra Orden y del nacimiento del carisma<br />
franciscano favorezca y potencie la colaboración<br />
entre todos/as los seguidores/as de<br />
Francisco. En el campo de la colaboración,<br />
por mucho que hagamos, siempre nos quedaremos<br />
cortos.<br />
Hemos sido llamados para ser enviados.<br />
Somos una fraternidad en diálogo/misión.<br />
Somos para la misión, somos los “frailes<br />
del pueblo”. Como hicieron los hermanos a<br />
lo largo de estos 800 años de historia, también<br />
nosotros hemos de salir, para ir al encuentro<br />
de los demás, superando fronteras,<br />
de tal forma que el “radicalmente otro” se<br />
vuelva el “radicalmente cercano”.<br />
Para ello considero fundamental, entre<br />
otras actitudes, una formación intelectual<br />
sólida que nos permita entablar un diálogo<br />
fecundo con la cultura actual y el abrirnos<br />
a la misión “ad gentes”.<br />
La fraternidad es don, es gracia, decimos<br />
siempre y con razón, pero es también tarea.<br />
La fraternidad ideal y perfecta no existe.<br />
“Nuestro tiempo es de edificación y de<br />
construcción continuas”(VFC 26). Nuestra<br />
fraternidad es una fraternidad en camino.<br />
Somos, por vocación, constructores de fraternidad.<br />
A la luz de la experiencia de los discípulos<br />
de Emaús, en cuanto fraternidad en camino,<br />
hemos sentido la necesidad de crecer<br />
en la comunicación. Una comunicación que<br />
nos lleve a dar nombre a lo que estamos viviendo,<br />
a hacernos solidarios de la suerte de<br />
los demás, a confiar a los otros nuestra pobreza,<br />
a narrar la propia vida, la intimidad<br />
de nuestro corazón, sin reservas y con total<br />
confianza.<br />
Es necesario, es urgente, crear ambientes<br />
en nuestras Fraternidades donde sea posible<br />
una comunicación más profunda, nacida<br />
desde la verdad de nuestro ser, hecha de palabras<br />
y de gestos auténticos que vengan del<br />
corazón, hecha con un lenguaje renovado<br />
desde lo esencial.<br />
Como instrumentos privilegiados para<br />
crear entre nosotros una cultura de la comunicación,<br />
para crecer en la comunicación<br />
y con ella crecer en fraternidad, pido<br />
que se preste particular atención a la celebración<br />
de los capítulos locales y a otros<br />
encuentros, como los Capítulos de las Esteras<br />
que el Definitorio sugirió se celebrasen<br />
en todas las Entidades como continuación<br />
de este Capítulo General Extraordinario,<br />
en los que sea posible narrar nuestra propia<br />
historia humana y vocacional. El<br />
proyecto de vida fraterno debe contemplar<br />
estos espacios de comunicación fraterna.<br />
Para crecer en fraternidad es imprescindible<br />
una formación humana adecuada. Se<br />
hace necesario, por tanto, prestar particular<br />
atención a esta dimensión propiciando que<br />
en nuestras fraternidades se vivan las virtudes<br />
humanas, tales como: la familiaridad, la<br />
amabilidad, la sinceridad, la confianza mutua,<br />
la capacidad de diálogo, el sentido del<br />
humor...
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
463<br />
Lo dicho anteriormente debe ser motivo<br />
de constante evaluación en nuestros encuentros<br />
comunitarios.<br />
De los signos de los tiempos<br />
al tiempo de los signos<br />
Durante el Capítulo se pidieron en repetidas<br />
ocasiones “signos concretos” de nuestro<br />
ser Fraternidad universal. En este sentido<br />
deseo hacer dos llamadas a todos vosotros,<br />
queridos hermanos Ministros y<br />
Custodios, y, en vosotros, a todos los hermanos<br />
de la Orden. Lo hago en el contexto<br />
de la celebración de “La gracia de los orígenes”,<br />
que encontrará su momento culminante<br />
en la celebración del VIII Centenario<br />
de la fundación de nuestra Orden.<br />
Siento que es urgente reforzar con personal<br />
adecuado nuestros Proyectos misioneros<br />
y nuestros Centros de Estudios. Al mismo<br />
tiempo siento la urgencia de crear “fraternidades<br />
significativas”. Para ello<br />
necesitamos hermanos. Por otra parte hay<br />
Entidades que, a causa de su situación económica,<br />
no pueden hacer frente por mucho<br />
tiempo a las exigencias del cuidado de los<br />
hermanos enfermos, de la formación y de la<br />
evangelización. Lo mismo se puede decir<br />
de algunas actividades de la Curia General<br />
en favor de la cultura en la Orden. Para todo<br />
ello son necesarios medios económicos.<br />
Mi petición es ésta: Como signo de solidaridad<br />
en estos años en que celebramos<br />
“La gracia de los orígenes”, cada Provincia<br />
ponga a disposición del Ministro General<br />
un hermano para los Proyectos misioneros<br />
de la Orden, los Centros de estudios y las<br />
“fraternidades significativas”. Por otra parte,<br />
cada Entidad colabore, según sus posibilidades,<br />
con el “Fondo de solidaridad” que<br />
tiene la Curia general y con el cual socorre<br />
las necesidades más urgentes de las<br />
Entidades pobres, y los distintos proyectos<br />
de la Orden en el ámbito intelectual.<br />
Todo para todos<br />
Antes de terminar siento el deber de<br />
agradecer públicamente al Señor el que me<br />
haya llamado a formar parte de esta gran familia<br />
de hermanos, y a los hermanos el que,<br />
hace tres años, hayáis depositado vuestra<br />
confianza en mi persona, llamándome a servir<br />
la Fraternidad universal como Ministro<br />
y siervo. Debo confesar que durante este<br />
período con mucha frecuencia me he sentido<br />
sorprendido por la bondad y la misericordia<br />
del Señor y por el afecto que recibo<br />
de parte de los hermanos en todo el mundo.<br />
Todo esto me obliga no sólo a seguir dando<br />
lo mejor de mi mismo al Señor y a los hermanos,<br />
sino también a darme totalmente.<br />
Soy consciente de que no me pertenezco,<br />
por eso hoy reitero mi firme propósito de<br />
seguir entregándome totalmente y sin reservas<br />
al Señor y a mis hermanos. Pero dado<br />
que estoy muy lejos de ello, por mi debilidad<br />
y mediocridad, pido perdón al Señor y<br />
comprensión a todos vosotros, mis queridos<br />
hermanos.<br />
En este contexto siento la necesidad de<br />
agradeceros, queridos hermanos Ministros<br />
y Custodios, el que durante el Capítulo hayáis<br />
sido muchos los que compartisteis conmigo<br />
vuestros gozos y vuestras tristezas.<br />
Gracias. Me siento muy cercano a vosotros.<br />
No estáis solos. El Señor nos acompaña, se<br />
hace compañero de viaje y parte para nosotros<br />
el pan.<br />
Id hermanos con la bendición del Señor<br />
El Capítulo está apunto de concluir.<br />
Queridos hermanos Ministros y Custodios:<br />
• Id y a los hermanos cansados invitadles a<br />
ponerse en camino, mostrándoles, con<br />
vuestro paso ligero (cf Lc 1, 39), la belleza<br />
de sentirse en camino hacia la meta,<br />
recordándoles la necesidad, de nutrirse<br />
adecuadamente para no desfallecer(cf<br />
1R 19, 7).<br />
• Idyaloshermanostristesanunciadles el<br />
evangelio de la pascua. Que las lágrimas<br />
no le impidan ver al resucitado (cf Jn 20,<br />
11ss). Id y a los hermanos que hayan pecado<br />
anunciadles el evangelio de la misericordia.<br />
• Id y a los hermanos que están mirando<br />
hacia tras y tal vez piensan en abandonar<br />
anunciadles el evangelio de la fidelidad<br />
de Dios, y llevadles y acompañadles al<br />
desierto para que allí puedan escuchar de<br />
nuevo la voz del “primer amor” y pue-
464 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
dan entregarse a él con el ardor con que<br />
lo hicieron en “los días de su juventud”<br />
(cf. Os 2, 16-17).<br />
• Idyalasfraternidadesdivididasanunciadles<br />
el evangelio de la vida fraternoa,<br />
de la comunión y de la belleza y hermosura<br />
que se gusta cuando los hermanos<br />
viven unidos.<br />
• Id y a los hermanos jóvenes anunciadles<br />
el evangelio de la radicalidad evangélica,<br />
de la secuela radical de Jesús, y a los<br />
hermanos ancianos anunciadles el evangelio<br />
de la donación total y sin reservas,<br />
el evangelio de entrega incondicional.<br />
• Id y a los hermanos, a los muchos hermanos<br />
que viven con gozo y radicalidad<br />
de vida las exigencias de su vocación,<br />
anunciadles que son “amados del Señor”<br />
(2 Ts2, 13) y exhortadles a mantenerse<br />
firmes siempre, a no desfallecer en su<br />
empeño.<br />
• Idyaloshermanosqueencontréisanunciadles<br />
que son agraciados del Dios<br />
amor, anunciadles que para Dios nada<br />
hay imposible y que por lo tanto también<br />
para ellos vale lo dicho por Pablo: “Todo<br />
lo puedo en aquel que me conforta”.<br />
• Id y haced de vuestras vidas un anuncio<br />
constante de la Buena Noticia que es Jesús.<br />
Id y saludad de parte del Ministro y<br />
del Definitorio genera la todos los hermanos.<br />
Id y que el Señor os acompañe<br />
siempre y haga fructificar vuestros<br />
esfuerzos.<br />
El Capítulo concluye yalavezsigue<br />
abierto, pues toca ahora llevar a los hermanos<br />
cuanto aquí hemos vivido y reflexionado.<br />
Sed creativos también en buscar los medios<br />
para transmitirles esta rica experiencia.<br />
Que el Señor nos dé su fuerza para poner<br />
por obra cuanto nos ha inspirado en estos<br />
días de gracia. En el Señor Jesús y en el padre<br />
San Francisco os abrazo a todos, y, en<br />
vosotros, abrazo a todos los hermanos de la<br />
Orden.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
6. Omelia a conclusione del Capitolo<br />
S. Maria degli Angeli, 1 ottobre 2006<br />
Che siano perfetti nell’unità<br />
Num 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Gv 17,20-26<br />
Carissimi Fratelli,<br />
il Signore vi dia pace!<br />
Con la grazia del Signore siamo giunti<br />
alla fine di questo Capitolo generale straordinario<br />
2006. Sono stati giorni di inteso lavoro,<br />
ma, soprattutto, giorni in cui il Signore<br />
ci ha benedetto con la presenza del suo<br />
Spirito e con la gioia di avvicinarci un po’<br />
di più alla grazia delle origini. Lostesso<br />
Spirito ha reso possibile che celebrassimo,<br />
come famiglia, il dono della nostra comune<br />
vocazione: la vocazione ad essere ogni<br />
giorno di più e meglio Frati Minori.<br />
Così il Capitolo che oggi chiudiamo è<br />
stato una nuova chiamata a prendere coscienza<br />
di ciò che siamo e di ciò che abbiamo<br />
promesso di “osservare fedelmente”<br />
quando abbiamo abbracciato, con la nostra<br />
professione, la forma di vita che l’Altissimo<br />
rivelò a Francesco e che egli visse e ci trasmise.<br />
Allo stesso tempo, avendo illuminato<br />
la nostra realtà, il Capitolo è stato una<br />
chiamata a convertirci, a «nascere di nuovo»<br />
(Gv 3,3) a livello personale e istituzionale,<br />
a tornare all’essenziale della nostra<br />
forma di vita e in questo modo «nutrire –<br />
dal di dentro –, mediante l’offerta liberatrice<br />
del Vangelo, il nostro mondo … come fecero<br />
nel loro tempo Francesco e Chiara<br />
d’Assisi» (Sdp 2).<br />
In questo contesto il Signore ci viene<br />
nuovamente incontro con la sua Parola che,<br />
ancora una volta, ci si presenta come lampada<br />
per i nostri passi e per il nostro cammino<br />
(cf Sal 118,105) e che in questa occasione<br />
richiama la nostra attenzione sulla necessità<br />
di essere uno, come il Padre e il<br />
Figlio sono uno (cf Gv 17,22).<br />
Il grande desiderio e, insieme, la grande<br />
preoccupazione di Gesù, prima di «passare<br />
da questo mondo la Padre» (Gv 13,1) sembra<br />
essere proprio quella dell’unità-comunione,<br />
non solo dei primi discepoli, ma di<br />
quanti crederanno in Lui per la loro parola
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
465<br />
(cf Gv 17,20): «Che siano una cosa sola …<br />
che siano perfetti nell’unità» (Gv<br />
17,21.22.23) ripete insistentemente Gesù<br />
nella sua preghiera sacerdotale al Padre. E<br />
l’importanza di questa unità-comunione<br />
viene dal fatto che da essa dipende, almeno<br />
in gran parte, la fede di molti nella missione<br />
del Figlio (cf Gv 17,21.23). Così, quella che<br />
all’inizio poteva sembrare solo una vocazione<br />
ad intra della comunità dei credenti,<br />
si trasforma nella sua grande missione. Una<br />
vocazione-missione mai portata a termine,<br />
poiché il livello e la meta, che ci si presenta,<br />
sono semplicemente irraggiungibili:<br />
«siano come noi una cosa sola», «siano perfetti<br />
nell’unità». Già uniti, ma sempre desiderando<br />
e lavorando per essere ogni volta<br />
più uniti.<br />
Come può essere?<br />
Mantenere questa tensione tra il già e<br />
non ancora della comunità-comunione, che<br />
già viviamo ma alla quale anche aspiriamo,<br />
sarà possibile solo se avremo chiaro che<br />
questa nasce da un’iniziativa di Dio, la cui<br />
essenza, come ben mette in evidenza il Vangelo<br />
proclamato, è di donarsi, comunicarsi,<br />
amare. Il vero fondamento di una moltitudine<br />
di credenti, che abbia un cuore e un’anima<br />
sola (cf At 4,32), il vero fondamento<br />
della nostra fraternità francescana, non sta<br />
nella nostra indigenza, che ci fa sentire bisognosi<br />
degli altri per realizzare meglio un<br />
determinato compito, ma nell’amore di<br />
Dio: «li hai amati come ami me … perché<br />
l’amore con il quale mi hai amato sia in essi»<br />
(Gv 17,23.26). Le radici ultime della nostra<br />
comunione, dell’unità degli uni con gli<br />
altri, affondano nel mistero di Dio che, essendo<br />
Trinità, è vera comunità-fraternità di<br />
amore. Questo lo riconoscono chiaramente<br />
le nostre Costituzioni, quando mettono a<br />
fondamento della nostra vita fraterna la<br />
«carità di Dio diffusa nei loro cuori per<br />
mezzo dello Spirito Santo» (CCGG 39).<br />
Solo questa coscienza ci manterrà lungo il<br />
cammino nella tenace ricerca dell’unità-comunione.<br />
E solo così la nostra unità-comunione,<br />
la nostra vita fraterna, sarà un’immagine<br />
– benché sempre pallida – della fraternità<br />
trinitaria dove tutti sono uno, tutto è di<br />
tutti, ognuno si capisce attraverso gli altri e<br />
tutti sono per e presso gli altri.<br />
Posto che l’unità-comunione tra noi è insieme<br />
vocazione e missione, per mantenere<br />
questa tensione tra il cammino iniziato e la<br />
meta, per arrivare nel campo della unità-comunione,<br />
è necessaria la chiara coscienza di<br />
avere una missione comune: la missione di<br />
testimoniare, con la parola e la vita, l’amore<br />
del Padre per l’umanità, manifestato nella<br />
persona del Figlio, in modo da far «conoscere<br />
a tutti che non c’è nessuno onnipotente<br />
eccetto lui» (LOrd 9). L’unità comunione<br />
che desideriamo e vogliamo vivere nel seno<br />
delle nostre Fraternità deve portarci, allora,<br />
ad essere molto più che un gruppo di amici<br />
che hanno in comune più o meno la stessa<br />
sensibilità, le stesse scelte e reazioni e possono<br />
facilmente incontrarsi per condividere<br />
quello che hanno in comune. Dobbiamo ripeterlo<br />
ancora una volta: non siamo un<br />
semplice gruppo di amici e nemmeno un<br />
gruppo a cui è stato affidato un compito,<br />
siamo una Fraternità di Frati convocati dal<br />
Signore, per una missione compresa in fraternità<br />
e in accordo con la nostra forma di<br />
vita. Una Fraternità di Frati che «forniti di<br />
carattere, cultura, costumi, talenti, attitudini<br />
e qualità diversi» (CCGG 40), desiderando<br />
ardentemente di essere uno, come il Padre e<br />
il Figlio sono uno, si impegnano a «promuovere<br />
maggiormente l’unione fraterna»<br />
(CCGG 42,1) e, in questo modo, arrivare ad<br />
essere icone visibili della fraternità trinitaria.<br />
L’unità chiesta da Gesù per i suoi discepoli,<br />
che noi cerchiamo di vivere nelle nostre<br />
Fraternità, deve integrare la nostra esistenza<br />
con quella degli altri che non abbiamo<br />
scelto noi, ma che il Signore ci ha<br />
donato, così come confessa riconoscente<br />
Francesco alla fine della sua vita: «il Signore<br />
mi diede dei fratelli» (Test 14). Gli altri,<br />
così come sono, sono un dono per me e persino<br />
un dono necessario nel progetto vocazionale<br />
che il Signore mi ha assegnato, fino<br />
ad arrivare a capire che ormai non possiamo<br />
realizzarci secondo il progetto di Dio se non<br />
con gli altri.<br />
Cari Fratelli, la parola di Dio che abbiamo<br />
ascoltato ci presenta una grande sfida:
466 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
lavorare instancabilmente per arrivare ad<br />
una unità-comunione che sia segno-riconoscimento<br />
dell’unità del Figlio con il Padre.<br />
La parola di Dio che abbiamo ascoltato<br />
ci chiama ad essere costruttori di un’autentica<br />
vita fraterna in cui ci sia una vita<br />
ogni giorno più umana, un ambiente ogni<br />
giorno più gradevole e accogliente, una famiglia<br />
in cui ogni giorno si viva più evangelicamente.<br />
Questo esige di superare una carente comunicazione<br />
interpersonale e crescere nella<br />
sincerità, intimità e trasparenza. Esige di<br />
passare da una vita in comune, segnata molte<br />
volte dall’uniformità, ad una comunione<br />
di vita, segnata da una forte unità, da un ragionevole<br />
e legittimo pluralismo. Esige di<br />
relativizzare la Fraternità locale per aprirsi<br />
alla Fraternità universale e interculturale,<br />
evitando di bloccarsi, di trasformarsi in una<br />
cellula chiusa e morta. Sono convinto che<br />
l’Ordine abbia bisogno di crescere in questa<br />
unità, in una Fraternità con orizzonti più<br />
evangelici, più aperti, più universali. Solo<br />
così l’Ordine in quanto tale offrirà una testimonianza<br />
profetica credibile, solo così i<br />
Frati saranno profezia vivente (cf Num<br />
11,25-29), in questo mondo che ha più bisogno<br />
che mai di una vera unità-comunione<br />
(cf Gc 5,1-6).<br />
E mentre continuiamo a rendere grazie<br />
al Signore per il dono dei Fratelli, facciamo<br />
nostra la preghiera sacerdotale di Gesù:<br />
Signore, fa’ che siamo uno, come tu e il<br />
Padre siete uno. Che relativizziamo le nostre<br />
differenze e ci sentiamo membri di una<br />
Fraternità universale in cui tutti siamo, di<br />
nome e di fatto, Frati e Minori; una Fraternità<br />
universale in cui tutti impariamo a dare<br />
e sentiamo la necessità di ricevere; una Fraternità<br />
senza pregiudizi degli uni nei confronti<br />
degli altri, in cui ciascuno sia stimolo<br />
di speranza, pace e gioia per gli altri e tutti,<br />
uniti dal vincolo dell’amore, raggiungiamo<br />
la piena maturità umana, cristiana e religiosa.<br />
Signore, fa’ che siamo uno, che siamo<br />
perfetti nell’unità.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
7. Documento del Capitolo generale<br />
straordinario<br />
Il Signore ci parla lungo il cammino<br />
PRESENTAZIONE<br />
Fratelli carissimi,<br />
il Signore vi dia Pace!<br />
Il Capitolo generale straordinario, iniziato<br />
al Santuario della Verna il 15 settembre e<br />
proseguito a S. Maria degli Angeli, si è concluso<br />
il 1 ottobre 2006 presso la Porziuncola.<br />
È stato una tappa importante nella prospettiva<br />
della celebrazione dell’VIII centenario<br />
dell’approvazione da parte di<br />
Innocenzo III della nostra Regola e vita e,<br />
quindi, della fondazione del nostro Ordine.<br />
Mossi da «divina ispirazione», noi Frati<br />
Minori siamo ritornati ad Assisi per confrontarci<br />
con le nostre origini allo scopo di<br />
rispondere alla domanda: «Signore, che cosa<br />
vuoi che facciamo, come Frati Minori,<br />
oggi?». Ogni Frate ed ogni Entità può trovare<br />
la risposta nel Documento finale, Il Signore<br />
ci parla lungo il cammino, che è «un<br />
ricordo, un’esperienza, un cammino, un<br />
mandato, un invito che continua a risuonare»<br />
(n. 3), come aiuto, sostegno, incoraggiamento<br />
ad attualizzare il nostro carisma<br />
nel momento presente che il Signore, Padre<br />
delle misericordie, ci concede di vivere.<br />
Il Documento, che oggi ho il piacere di<br />
presentare a ciascuno di voi, dopo l’approvazione<br />
del Definitorio generale, è costituito<br />
da due parti. Nella prima, che possiamo<br />
definire “ispirazionale”, vuole offrire motivazioni,<br />
sostegno, luce, guida per i cammini<br />
che il Signore ci invita a percorre, nel<br />
momento attuale, con «audacia e lucidità».<br />
Nella seconda parte, il Documento presenta<br />
metodologie, suggerimenti e indicazioni,<br />
affinché la Fraternità universale e le Fraternità<br />
locali, percorrendo la stessa strada, pur<br />
con modalità e stili diversi, abbiano l’opportunità<br />
di incarnare nella vita quotidiana<br />
quanto la frequentazione dell’«altare della<br />
memoria e delle nostre origini» (n. 7) ci ha<br />
permesso di capire o di intuire.
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
467<br />
Carissimi Fratelli, il Documento Il Signore<br />
ci parla lungo il cammino, fa sì che il<br />
Capitolo generale straordinario continui in<br />
ogni Frate ed in ogni Entità. Che il Signore<br />
e il nostro padre Francesco ci sostengano<br />
sulla via, da percorre secondo la metodologia<br />
dell’icona biblica dei discepoli di Emmaus,<br />
per discernere come migliorare la nostra<br />
vita e la nostra missione, così da essere<br />
«segni, umili e semplici, di quella stella che<br />
continua a brillare in mezzo alla notte dei<br />
popoli, guidando tutti verso la centralità<br />
della vita» (n.9).<br />
Roma, 1 novembre 2006<br />
Festa di tutti i Santi<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Prot. 097353<br />
PREMESSA<br />
1. Il Capitolo generale straordinario del<br />
2006 si inserisce nell’ampia prospettiva di<br />
celebrare gli 800 anni dalla fondazione dell’Ordine<br />
dei Frati Minori, che ricorderemo<br />
nel 2009. Questo documento non è una voce<br />
isolata: è pensato per essere letto alla luce<br />
della celebrazione della grazia delle origini,<br />
cioè alla luce di un processo che cerca<br />
di attualizzare il nostro carisma di fronte alle<br />
sfide di un cambiamento epocale. In questo<br />
contesto, non bisogna dimenticare che il<br />
Vangelo e la nostra Regola e vita1, presentata<br />
da Francesco a Papa Innocenzo III e<br />
confermata da Onorio III, sono stati i nostri<br />
principali punti di riferimento. Nel documento<br />
si trovano sempre presenti le riflessioni<br />
che ci hanno accompagnato sino ad<br />
ora2, soprattutto la Relazione del Ministro<br />
generale al Capitolo, Con lucidità e audacia,<br />
rilettura audace e lucida del Vangelo e<br />
delle nostre fonti originarie.<br />
2. Sono ancora fortemente presenti nella<br />
memoria le esperienze di fede che abbiamo<br />
condiviso tra noi in questi giorni, come pure<br />
il pellegrinaggio ai luoghi che conservano<br />
il fascino originario del nostro carisma<br />
(Assisi, Verna, Greccio e Fontecolombo), la<br />
comunione con i Fratelli e le Sorelle che<br />
condividono il nostro stesso carisma e l’incontro<br />
pieno di gioia con le sorelle Clarisse;<br />
sono esperienze che nessuna parola può<br />
compiutamente restituire.<br />
3. Il Signore ci parla lungo il cammino<br />
non è solo un titolo, è l’icona di Emmaus<br />
che ci ha accompagnati nel corso del Capitolo.<br />
Abbiamo imparato ad esprimere le nostre<br />
paure con libertà nel contesto della fede<br />
condivisa e ad interrogare il nostro stile di<br />
vita. Il nostro cuore si è aperto al mistero<br />
dell’altro quale luogo di salvezza. Abbiamo<br />
accolto la sorpresa della forza interiore che<br />
scaturisce dalla Pasqua, che ci fa ritornare<br />
ai fratelli con rinnovata fiducia. Il Signore<br />
ci parla lungo il cammino è un ricordo,<br />
un’esperienza, un cammino, un mandato,<br />
un invito che continua a risuonare. Emmaus<br />
è il cammino, antico e sempre nuovo, che<br />
vogliamo compiere con ciascuno dei nostri<br />
fratelli.<br />
Mendicanti di senso<br />
4. In occasione del nostro incontro, Fratelli<br />
di tutti i continenti riuniti alla Porziuncola,<br />
la prima impressione che ci ha colpito<br />
è la bellezza particolare di ogni popolo, tutta<br />
la sua ricchezza e splendore. Abbiamo<br />
potuto constatare che, pur tra le notevoli<br />
differenze e nonostante le distanze geografiche,<br />
i nostri popoli non vivono isolati, ma<br />
legati dal complesso tessuto della interculturalità,<br />
della interreligiosità e della intercomunicazione<br />
immediata che caratterizzano,<br />
insieme ad altri fattori, la nostra società<br />
globalizzata. Abbiamo riconosciuto, grazie<br />
ai contributi in tante lingue diverse dei Fratelli<br />
e ai collegamenti infiniti e inaspettati<br />
che si vivono in questo cambiamento epocale,<br />
il dono della diversità, la notizia di un<br />
Dio sempre fecondo.<br />
5. Questa gioia di fronte alla progressiva<br />
crescita di vicinanza dei paesi del nostro<br />
mondo, non ha potuto, evidentemente, nascondere<br />
ai nostri occhi il dolore che ancora<br />
lo abita. Non sono solo immagini, e non<br />
si tratta solo di un’umanità astratta, ma sono<br />
volti e nomi concreti legati alla nostra vita<br />
quotidiana, volti e nomi cari che non ci
468 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
lasciano mai e ci danno la forza di orientarci<br />
nella nostra ricerca. Ci riferiamo alle sofferenze<br />
reali che condividiamo con la nostra<br />
gente: la sofferenza che deriva da un<br />
fondamentalismo militante che impedisce<br />
una prassi plurale della fede e del pensiero;<br />
ci riferiamo al dolore che nasce nel vedere<br />
interi popoli ancora in attesa del riconoscimento<br />
dei diritti fondamentali del cibo, di<br />
un tetto, di una educazione e del lavoro, come<br />
pure intere popolazioni costrette ad emigrare<br />
senza avere la promessa che la loro vita<br />
cambierà davvero. Abbiamo condiviso le<br />
nostre riflessioni sulle forze culturali, sociali<br />
e politiche che cercano di imporsi nella<br />
nostra vita e rendono difficile non solo la<br />
fede, ma anche la fiducia fondamentale negli<br />
altri. Certamente esiste una lotta spietata<br />
per ottenere influenza e potere sul nostro<br />
mondo, un desiderio di dominio sull’altro<br />
attraverso la forza delle idee, della tecnologia,<br />
degli scambi economici e delle armi.<br />
Sentiamo il peso di una società globalizzata<br />
che pretende di autoregolarsi facendo a<br />
meno di criteri etici, come se si trattasse di<br />
un dio assoluto. Ci ferisce profondamente<br />
la distruzione spietata e progressiva della<br />
natura, casa comune di tutti.<br />
6. Il contatto diretto con il dolore e il<br />
non-senso, con la crisi e il caos del nostro<br />
tempo, ha indotto molti nostri contemporanei<br />
a interrogarsi sul senso della storia, dell’esistenza,<br />
della vita, a mettere in questione<br />
la veracità della speranza, infine a interrogarsi<br />
di nuovo su tutto. Come Frati<br />
Minori, noi non ci sentiamo distanti da queste<br />
domande3, ma ci riconosciamo, insieme<br />
a tutti, mendicanti di senso.<br />
La visita della speranza<br />
7. Nei momenti di grave crisi, il popolo<br />
di Israele faceva memoria di quanto il<br />
Dio creatore e liberatore aveva operato con<br />
potenza nella sua storia, per trovare la forza<br />
necessaria a riprendere il cammino con coraggio.<br />
Come Israele, anche noi, Frati Minori,<br />
mossi da divina ispirazione4, siamo<br />
tornati ad Assisi, altare prediletto della nostra<br />
memoria e delle nostre origini, carichi<br />
di interrogativi, di stanchezza accumulata,<br />
di incertezze riguardo al futuro dell’umanità,<br />
della Chiesa e dell’Ordine.<br />
8. Tornando al più piccolo dei luoghi<br />
dell’Ordine (la Porziuncola), ci siamo sentiti<br />
tutti accolti comodamente dall’abbraccio<br />
fraterno di Francesco, con le nostre<br />
identità particolari, con le nostre luci e le<br />
nostre ombre. È lui che ci ha consegnato la<br />
sua esperienza e i suoi testi fondamentali<br />
come libri aperti e non ancora terminati, che<br />
vannocompletatiattraversolanostrafedeltà<br />
a Dio e al mondo, «sempre sudditi e<br />
soggetti ai piedi della santa Chiesa»5. Insieme<br />
a Francesco, col nostro Ministro generale,<br />
noi Frati abbiamo implorato l’alto e<br />
glorioso Dio perché illumini le tenebre che<br />
oscurano il cuore del mondo e quelle del<br />
nostro cuore; perché ci doni una fede retta,<br />
una speranza certa e una carità perfetta6.<br />
Ancora una volta, Francesco ci ha invitati a<br />
vivere felici in mezzo alla gente disprezzata,<br />
tra i deboli e i poveri, con i malati, i lebbrosi<br />
e i mendicanti lungo la via7. Abbiamo<br />
sperimentato la benedizione di Francesco,<br />
la sua cura per noi, simile a quella offerta a<br />
frate Leone, suo fedele compagno di strada.<br />
Il Signore ci ha mostrato il suo volto, secondo<br />
il desiderio di Francesco8. Ilbrano<br />
biblico dei discepoli di Emmaus9 ci ha guidati,<br />
come un paradigma del viaggio che<br />
vogliamo intraprendere sulle diverse strade<br />
del nostro mondo.<br />
9. L’Ordine, attraverso il ritorno alle origini<br />
e la condivisione del racconto delle nostre<br />
vite, è stato visitato dalla speranza: non<br />
una speranza qualsiasi, ma quella che si radica<br />
in Cristo povero e crocifisso10 e nei<br />
suoi rappresentanti, i poveri e i crocifissi<br />
della nostra terra11. Quando uniamo esperienzialmente<br />
il Vangelo di Cristo con la vita<br />
in tutto il suo spessore, ci sentiamo liberare<br />
poco a poco dalla rassegnazione, ma<br />
anche dai facili idealismi e dal pragmatismo<br />
superficiale, così da abitare la tensione verso<br />
il Regno, nell’atmosfera feconda della<br />
sequela. Il Dio rivelato a Francesco, e a noi<br />
oggi, non si è mostrato indifferente o distante<br />
dal dolore umano, ma, al contrario, si<br />
è rivelato come «creatore, redentore, consolatore<br />
e salvatore nostro»12. Egliera,èe<br />
sarà «ogni bene, sommo bene, tutto il be-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
469<br />
ne»13, gioia e sicurezza dell’universo intero.<br />
Questa speranza guida la nostra vita nell’impegno<br />
per la giustizia, la pace e il bene<br />
là dove siamo presenti. Ci commuove riconoscerci<br />
come segni, umili e semplici, di<br />
quella stella che continua a brillare in mezzo<br />
alla notte dei popoli, guidando tutti verso<br />
la centralità della vita14.<br />
ALLA LUCE DEL DONO<br />
«Il Signore diede a me…»<br />
(Test 1.4.6.14. 39)<br />
Prima di tutto la vita<br />
10. L’esperienza cha abbiamo vissuto insieme<br />
ci ha confermato che la caratteristica<br />
propria del camminare francescano è quella<br />
di partire dalla vita: la pratica è importante,<br />
come pure il mantenerci in cammino per<br />
comprendere meglio la propria vocazione.<br />
La teoria illumina la vita, ma non può mai<br />
sostituirla.<br />
11. Francesco, dopo aver ascoltato il<br />
Vangelo, si affretta a cambiare il suo modo<br />
di vestire15: egli ha bisogno di mettere in<br />
pratica la parola ascoltata, anche se in modo<br />
parziale e materiale. Questo ci insegna che<br />
per giungere ad una comprensione autenticamente<br />
spirituale, e non solo intellettuale,<br />
occorre camminare sulla via dell’esperienza:<br />
vicinanza alla realtà storica, ascolto attento<br />
della Parola e sua immediata traduzione<br />
nella vita16. La stessa dinamica si ripete a<br />
San Damiano, quando il crocifisso lo invita<br />
a riparare la Chiesa17; Francesco si mette<br />
subito al lavoro per restaurare cappelle abbandonate18,<br />
non perché abbia inteso male<br />
il messaggio, come pensiamo di solito, ma<br />
proprio perché per capire il senso profondo<br />
delle parole rivolte a lui, ha bisogno di entrare<br />
nel terreno dell’esperienza, del fare insieme<br />
ad altri. Nelle Ammonizioni emerge<br />
con forza questa sapienza del discernimento<br />
francescano: «Sono vivificati dallo spirito<br />
della divina lettera coloro che ogni scienza<br />
che sanno e desiderano sapere non l’attribuiscono<br />
al proprio io, ma la restituiscono,<br />
con la parola e con l’esempio,all’altissimo<br />
Signore Dio, al quale appartiene<br />
ogni bene»19. Al primo posto sta sempre la<br />
vita, l’esperienza, il contatto umano con la<br />
realtà di dolore e di speranza di ogni persona<br />
e di ogni popolo e con la creazione intera;<br />
solo dopo viene l’interpretazione della<br />
vita alla luce della fede, in una permanente<br />
circolarità. Riusciremo a camminare insieme<br />
in questa direzione?<br />
Alla luce di questo principio del primato<br />
della prassi, una raccomandazione è più<br />
volte risuonata in questo Capitolo: dare<br />
maggior forza alla pratica del dialogo e<br />
creare altre nuove modalità concrete, adeguate<br />
alla specificità di ogni cultura e alle<br />
sue particolari necessità.<br />
Regola e vita<br />
12. In questi giorni è emerso con chiarezza<br />
il fatto che la specifica tradizione<br />
spirituale e intellettuale francescana, radicata<br />
nell’esperienza delle prime comunità<br />
inserite nelle città e nelle Università, indirizza<br />
verso il cammino dell’azione. Francesco<br />
insegna a «cercare lo Spirito del Signore<br />
e la sua santa operazione»20.Lastessa<br />
Regola è stata costantemente interpretata,<br />
praticamente e teoricamente, non<br />
solo in relazione a Francesco, ma anche all’esperienza<br />
viva dei fratelli, della società<br />
e della Chiesa. Noi Frati non abbiamo<br />
semplicemente una Regola, ma una Regola<br />
e vita21. I nostri maestri in teologia Alessandro<br />
di Hales, Bonaventura, Pietro di<br />
Giovanni Olivi, Duns Scoto e Guglielmo<br />
di Occam tra gli altri, hanno ampiamente<br />
insegnato che lo studio scientifico della<br />
Parola di Dio ha come scopo la trasformazione<br />
della vita, e come vertice non un elevato<br />
livello intellettuale, ma uno scambio<br />
di amore con Dio, con noi stessi e con il<br />
nostro prossimo, soprattutto con i reietti di<br />
questo mondo22. Secondo la tradizione<br />
francescana, la teologia si caratterizza non<br />
come scienza, ma come sapienza23. Una<br />
sapienza che fa assaporare l’incontro come<br />
uno strumento per la trasformazione del<br />
mondo. Conosciamo questa tradizione? Le<br />
nostre istituzioni la sostengono? Conosciamo<br />
gli studi critici sulle Fonti francescane<br />
che sono stati pubblicati negli ultimi<br />
cinquant’anni?
470 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
13. In questo Capitolo ci siamo interrogati<br />
sulla necessità di recuperare criticamente<br />
le grandi tradizioni filosofiche, teologiche,<br />
mistiche e artistiche del nostro patrimonio<br />
francescano, come sostegno della<br />
nostra missione di annunciare il Vangelo<br />
con le parole e con le opere nel cuore della<br />
cultura contemporanea24. Constatiamo che<br />
senza la conoscenza delle nostre fonti - anzitutto<br />
degli Scritti di San Francesco - e della<br />
nostra tradizione corriamo il rischio di essere<br />
facile preda del fondamentalismo e<br />
delle tendenze emotive del presente, di<br />
smarrire il nostro contributo specifico, con<br />
interpretazioni scorrette che lo rendono funzionale<br />
ad altri “padroni” del pensiero e dell’azione.<br />
In questa prospettiva, riconosciamo<br />
che per attualizzare adeguatamente il<br />
nostro patrimonio è necessario non svincolarlo<br />
dai contesti e dalla linfa vitale del tempo<br />
in cui si è sviluppato, ma neppure dal<br />
contesto attuale.<br />
Il dono della fede<br />
14. Per interpretare la vita non è sufficiente<br />
la vicinanza alla realtà, c’è bisogno<br />
di guardarla con occhi di fede, cioè viverla<br />
a partire da una relazione profonda con Dio<br />
e con la sua Parola in stretta comunione con<br />
la Chiesa25. Come fece Bernardo, il primo<br />
compagno, in questo Capitolo anche noi abbiamo<br />
di nuovo chiesto a Francesco: cosa<br />
dobbiamo fare? E lui ci ha ripetuto: andiamo<br />
in chiesa, prendiamo il libro dei Vangeli<br />
e chiediamo consiglio a Cristo26. «Torniamo<br />
al Vangelo e la nostra vita riavrà la poesia,<br />
la bellezza e l’incanto delle origini…<br />
Liberiamo il Vangelo e il Vangelo libererà<br />
noi»27. La chiave ermeneutica per avvicinarci<br />
al Vangelo è proprio la sua forza liberatrice<br />
da tutte le nostre schiavitù.<br />
15. Ci chiediamo se questo necessario ritorno<br />
al Vangelo e alla sua potenza risanatrice<br />
e liberatrice non sia impedito, nelle nostre<br />
vite, dalla mancanza di una fede (fiducia)<br />
di fondo, più orizzontale, in noi stessi e<br />
negli altri. Il dinamismo della fede ci segna<br />
fin dall’origine: a partire dalla nascita siamo<br />
accolti da una madre, o da qualcuno che<br />
si prende cura di noi, a cui ci affidiamo, come<br />
pure altri si affideranno a noi, accogliendoci,<br />
stimolandoci, correggendoci,<br />
amandoci. Le relazioni essenziali della nostra<br />
vita, con il mondo, con Dio e con i fratelli,<br />
si edificano con il materiale offerto da<br />
questa fede primaria e fondamentale. Quando<br />
parliamo di fede, parliamo dunque di<br />
una duplice relazione: orizzontale, tra le<br />
persone, e verticale, con Dio, in due dimensioni<br />
strettamente collegate.<br />
16. Nel corso di questo Capitolo abbiamo<br />
preso coscienza di situazioni e di conflitti<br />
che hanno ferito anzitutto la fiducia reciproca<br />
tra gli esseri umani. Come Frati Minori<br />
ci sentiamo chiamati a ricostruire<br />
questa fede primaria e fondamentale senza<br />
la quale è difficile giungere alla fede nel<br />
Dio della vita, al riconoscimento dell’altro<br />
come fratello. Per essere strumenti di ricostruzione<br />
di questo tessuto fondamentale di<br />
fiducia reciproca, avvertiamo l’urgenza di<br />
una formazione permanente ed iniziale che<br />
si faccia carico della struttura fondamentale<br />
della persona e della personalizzazione<br />
della fede28. Siamo comunque convinti che<br />
quando parliamo di fede ci troviamo di<br />
fronte a un dono, ad un’azione dello Spirito<br />
in noi, che proprio per questo supera ogni<br />
determinismo umano: «la fede non nasce<br />
nel cuore degli uomini dalle discussioni, ma<br />
per opera dello Spirito santo che concede i<br />
suoi doni a ciascuno come vuole»29.<br />
17. Il racconto della Samaritana30 ci ha<br />
offerto l’immagine di una fede in relazione<br />
con Dio e con gli altri. La donna cresce nel<br />
suo cammino di incontro con la Parola verso<br />
una fede più profonda, sino a diventare<br />
annunciatrice per altri. Il suo processo di<br />
conversione inizia quando Gesù consente<br />
che ella, una straniera, una donna con la<br />
propria storia di conflitti e di relazioni, offra<br />
a lui ciò che lei è, ciò che ha, la sua verità<br />
senza finzioni. Così Dio si offre alla nostra<br />
umanità! A partire da questo momento<br />
la conduce, sempre più in profondità, verso<br />
una fonte che sazierà per sempre la sua sete.<br />
Questa sete dissetata adesso è il suo messaggio.<br />
18. La fede è la porta attraverso cui il Signore<br />
entra in contatto con noi, ci guarisce<br />
dalle nostre infermità31, dai limiti che abbia-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
471<br />
mo ereditato, ci riconcilia e ci mostra il fondamento<br />
delle cose sperate32, eciinvia.La<br />
fede riguarda tutto ciò che noi siamo, la nostra<br />
storia, il nostro corpo, la nostra mente,<br />
le nostre emozioni, così che l’intera persona<br />
è guidata all’obbedienza alla Parola33 carica<br />
di futuro. La vita nella fede è la vera sorgente<br />
della nostra letizia e della nostra speranza34,<br />
della nostra sequela di Gesù Cristo e<br />
della nostra testimonianza al mondo.<br />
La logica del dono<br />
19. Vogliamo proporre una modalità<br />
sempre nuova per osservare, a partire dalla<br />
fede, l’intera realtà: l’universo prende origine<br />
dal dono gratuito di Dio35. Come Frati ci<br />
sentiamo chiamati a trasmettere, più che la<br />
legge del prezzo, dell’interscambio o del<br />
profitto, che si impongono in questo nostro<br />
tempo, una logica del dono. Questa visione<br />
era già stata concessa a Francesco: «Tutti<br />
amiamo con tutto il cuore, con tutta l’anima,<br />
con tutta la mente, con tutta la capacità e la<br />
fortezza, con tutta l’intelligenza, con tutte le<br />
forze, con tutto lo slancio, con tutto l’affetto,<br />
tutti i sentimenti più profondi, tutti i desideri<br />
e la volontà, il Signore Iddio, il quale a tutti<br />
noi ha dato e dà tutto il corpo, tutta l’anima<br />
e tutta la vita; che ci ha creati, redenti, e<br />
ci salverà per sua sola misericordia; Lui che<br />
ogni bene fece e fa a noi»36. Nulla ci appartiene,<br />
tutto è un dono ricevuto, destinato ad<br />
essere condiviso e restituito.<br />
20. La visione cristiana della Trinità riconosce<br />
in Dio stesso la perfezione della logica<br />
del dono: Dio che è Padre si dona eternamente<br />
al Figlio nello Spirito santo e lo<br />
Spirito santo viene eternamente donato dal<br />
Padre e dal Figlio. L’unità della Trinità è<br />
un’unità d’amore. Dio è amore, e solo amore,<br />
in quanto la sua stessa vita è un eterno<br />
dono di sé37. Nella nostra adesione a Gesù<br />
riconosciamo la manifestazione storica del<br />
dinamismo del dono. Gesù, il dono per eccellenza<br />
che sgorga dall’amore del Padre,<br />
ha donato se stesso38, ha donato la sua vita39,<br />
ha donato il suo corpo nel mistero della<br />
croce40. Gesù non cessa, nella sua vita, di<br />
donarci la sua parola41, ilpanedivita42, la<br />
pace43,loSpirito44 elavitaeterna45.<br />
21. In maniera speciale Gesù ci fa dono<br />
di sua madre46, sua perfetta discepola. Seguendo<br />
la logica del dono, anche Maria viene<br />
costituita «Vergine fatta Chiesa»: «Ave,<br />
Signora, santa regina, santa Madre di Dio,<br />
Maria… eletta dal santissimo Padre celeste,<br />
consacrata col suo santissimo Figlio diletto<br />
e con lo Spirito santo Paraclito»47.<br />
22. Noi stessi, immagine del Creatore, ci<br />
riconosciamo come destinatari di questo<br />
dono di Dio: non siamo noi i padroni della<br />
nostra vita, ma costantemente la riceviamo<br />
come un dono dall’alto. Abbiamo la capacità<br />
di donarci gratuitamente agli altri tramite<br />
un movimento simile all’incessante<br />
dono di sé da parte di Dio. È questa l’esperienza<br />
celebrata in ogni Eucaristia48: riceviamo<br />
da Dio il dono di suo Figlio, entriamo<br />
in intima relazione con Lui e siamo inviati<br />
dallo Spirito al mondo come<br />
prolungamento del suo amore. Come dice<br />
la Gaudium et spes49, nessuno «può raggiungere<br />
la propria pienezza se non nel dono<br />
sincero di se stesso». È il Dio uno e trino<br />
che ci conduce fuori da noi stessi verso l’incontro<br />
dell’altro, del diverso da noi; anche<br />
se il nostro movimento di uscita da noi stessi<br />
rimane diverso da quello di Dio, poiché<br />
Dio crea dal nulla con il suo dono, mentre<br />
noi possiamo solo restituire i beni che da<br />
Dio abbiamo ricevuto50.<br />
23. Illuminati dalla fede in un Dio trino,<br />
riconosciamo che ogni fratello, nella diversità<br />
della sua personalità, è un dono affidato<br />
alla nostra vita perché entriamo in una relazione<br />
di amore gratuito e disinteressato<br />
con lui51. Il segno più evidente della fedeltà<br />
al Signore sarà, quindi, l’amore che ci unisce<br />
gli uni agli altri52. Francesco scrive nel<br />
Testamento di Siena ai Fratelli dell’Ordine<br />
del suo tempo e ai Frati «che vi entreranno<br />
sino alla fine del mondo»: «in segno di ricordo<br />
della mia benedizione e del mio testamento,<br />
sempre si amino tra loro»53.<br />
24. Solo se seguiremo le orme del nostro<br />
Signore Gesù Cristo, della sua vita, passione,<br />
morte e resurrezione, troveremo la forza<br />
e la lucidità per affrontare secondo la logica<br />
del dono la realtà personale, comunitaria e<br />
sociale, sempre segnata dal limite e dal peccato.
472 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
25. Nell’Ufficio della Passione, Francesco<br />
fa suoi i sentimenti di Cristo che si fece<br />
povero per arricchirci con la sua povertà54.<br />
Solo a partire dalla adesione a Cristo potremo<br />
dirci l’un l’altro, come Chiara adAgnese:<br />
«ti vedo abbracciare con l’umiltà, la forza<br />
della fede e le braccia della povertà il tesoro<br />
incomparabile, nascosto nel campo del mondo<br />
e dei cuori umani;e…ticonsiderocollaboratrice<br />
di Dio stesso e colei che rialza le<br />
membra cadenti del suo corpo ineffabile»55.<br />
FRATERNITÀ E MISSIONE<br />
ALLA LUCE DEL DONO<br />
«In qualunque casa entreranno dicano<br />
prima di tutto:Pace a questa casa»<br />
(Rb 3,13)<br />
Il dono dei fratelli<br />
26. Il fatto di riconoscerci come fratelli<br />
nasce dalla fede in un Dio che è padre di tutti.<br />
A partire da questa fede potrò riconoscere<br />
l’altro e dire, come Francesco: «il Signore<br />
mi diede dei fratelli»56. La relazione fraterna<br />
non nasce anzitutto dalla nostra buona<br />
volontà o dalle nostre virtù, ma dal dono di<br />
Dio57. Anche per noi rimane vero l’ammonimento<br />
di Gesù: «Mia madre e i miei fratelli<br />
sono coloro che ascoltano la Parola di<br />
Dio e la mettono in pratica»58. Anche le nostre<br />
Fraternità nascono dal riconoscimento<br />
di Dio come nostro unico Padre che ci chiama<br />
ad essere fratelli. Ogni Fraternità, nell’armonia<br />
delle individualità, è una lieta novella<br />
del legame familiare che unisce tutti<br />
gli esseri creati alla luce di Cristo.<br />
27. Questa verità, che ci è stata rivelata,<br />
ha inevitabilmente delle conseguenze pratiche:<br />
il dono del fratello costituisce, allo<br />
stesso tempo, un compito a livello di discernimento<br />
vocazionale, di educazione alla<br />
fede e del nostro stile di tessere relazioni<br />
e di servire nell’Ordine, nella Chiesa e nel<br />
mondo. Abbiamo una fede che ci consente<br />
di vedere in ogni volto una richiesta di fraternità?<br />
Celebriamo con gioia il dono di<br />
ogni fratello? Viviamo l’edificazione della<br />
fraternità come uno dei nostri impegni fondamentali?<br />
Approfondire queste intuizioni<br />
apre un buon cammino verso il futuro.<br />
Fratelli minori di ogni creatura<br />
28. Non basta dire che siamo fratelli, siamo<br />
Fratelli minori59. La minorità costituisce<br />
la forma concreta che qualifica la nostra<br />
relazione fraterna e la pratica dei nostri ministeri,<br />
soprattutto di quello ordinato60.Alcuni<br />
esercitano il proprio ministero come<br />
ministri ordinati, altri come laici, ma tutti<br />
siamo Frati Minori. «Per cui scongiuro nella<br />
carità che è Dio - implora il nostro fratello<br />
Francesco - tutti i miei frati occupati nella<br />
predicazione, nell’orazione, nel lavoro,<br />
sia chierici che laici, che cerchino di umiliarsi<br />
in tutte le cose»61. L’aggettivo “minore”,<br />
che Francesco ricava dal Vangelo62, è<br />
un aggettivo di relazione: si è minori in relazione<br />
a qualcun altro. La minorità è una<br />
scommessa formulata in prima persona perché<br />
nulla, in noi, ostacoli l’epifania dell’altro.<br />
È il nostro modo di “toglierci i sandali”<br />
di fronte al mistero dell’altro nel quale il<br />
Mistero ha la sua epifania63.<br />
29. Il paradigma della minorità è Cristo<br />
che «non considerò un tesoro geloso la sua<br />
uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso,<br />
assumendo la condizione di servo...»64.<br />
Questa identità di minori di fronte ad ogni<br />
creatura ci pone davanti una permanente<br />
esigenza morale che ha radici molto antiche:<br />
«i Frati… devono rivedersi volentieri e<br />
con gioia di spirito e onorarsi scambievolmente<br />
senza mormorazioni»65.EFrancesco<br />
non ha timore di insistere: «Siano modesti,<br />
mostrando ogni mansuetudine verso tutti<br />
gli uomini; non giudichino, non condannino;<br />
e come dice il Signore non guardino i<br />
più piccoli peccati degli altri, ma pensino<br />
piuttosto ai loro nell’amarezza della loro<br />
anima»66. La nostra tradizione è consistente<br />
e abbondante nel proteggere la dignità dell’altro<br />
a partire da una minorità assunta personalmente<br />
come sentiero di salvezza comunitaria.<br />
30. La relazione fraterna caratterizza non<br />
solo le relazioni tra i Frati, ma, in modo ancor<br />
più ampio, quelle con ogni creatura<br />
umana. Ci sentiamo e siamo realmente Fratelli<br />
minori di ogni uomo e donna, seguendo<br />
lo stile con cui Francesco invia i suoi<br />
Frati nel mondo: «non facciano liti o dispu-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
473<br />
te, ma siano soggetti ad ogni creatura umana<br />
per amore di Dio».67 Questo tipo di relazione<br />
caratterizzata dalla minorità verso<br />
ogni umana creatura, comporta delle conseguenze<br />
per la nostra missione: tra i laici,<br />
nella relazione con la donna, nel nostro modo<br />
di vivere nella Chiesa, nel necessario<br />
dialogo interreligioso, nel nostro rapporto<br />
con la creazione, insomma in tutta la nostra<br />
missione come minori tra i minori della terra68.<br />
Abbiamo la lucidità e l’audacia necessarie<br />
per vivere la buona novella della minorità?<br />
La cura della vita fraterna<br />
31. Lo scambio di esperienze ci ha persuaso<br />
che la nostra Fraternità ha bisogno di<br />
una cura particolare da parte nostra. È davvero<br />
una priorità per la nostra vita, soprattutto<br />
oggi in un mondo lacerato dalla frammentazione<br />
e dalle divisioni. Le divisioni<br />
non sono estranee alla nostra stessa vita fraterna,<br />
per cui la cura della Fraternità ha<br />
spesso bisogno di incarnarsi in gesti di perdono<br />
reciproco e in cammini di comunione69.<br />
In quasi tutti i nostri incontri ci ripetiamo<br />
che dobbiamo prestare maggiore attenzione<br />
alla maturità umana dei Fratelli,<br />
poiché molti problemi nelle relazioni fraterne<br />
sono legati alla nostra fragilità umana70.<br />
32. Si è insistito specialmente sulla necessità<br />
di aiutare i GuardianieiMinistrinel<br />
servizio di animazione della Fraternità. Il<br />
Capitolo locale è già uno strumento valido<br />
in nostro possesso per condividere la fede e<br />
la fraternità71. Cresce il bisogno di trovare<br />
nuovi momenti e modalità diverse di scambio<br />
reciproco, per condividere e celebrare la<br />
vita in tutte le sue dimensioni72. Lavitain<br />
fraternità esige un accompagnamento e una<br />
cura materna, non solo nella formazione<br />
iniziale, ma per tutta la vita.<br />
La vita come missione<br />
33. La nostra opzione fondamentale, oggi,<br />
consiste nel vivere il Vangelo come minori<br />
tra i minori, ma con la coscienza di essere<br />
immersi in un cambiamento epocale,<br />
che offre nuovi paradigmi e categorie che<br />
implicano una seria revisione della nostra<br />
missione e il coraggio di iniziare cammini<br />
inediti di presenza e di testimonianza. Abbiamo<br />
colto la necessità di ritornare al centro<br />
della nostra missione e di prendere decisioni<br />
di cambiamento che ci aiutino ad abbandonare<br />
alcune situazioni sociali ed<br />
ecclesiali per scegliere con maggior decisione<br />
i luoghi di frontiera e la marginalità,<br />
come peculiarità della nostra identità francescana.<br />
Sia nella società che nella Chiesa<br />
siamo chiamati ad essere minori.<br />
34. La relazione del Ministro generale ha<br />
insistito sull’idea di elaborare un progetto<br />
di evangelizzazione specificamente francescano,<br />
non solo personalmente, ma a partire<br />
dalla fraternità, poiché la vita di fede in<br />
comunità (nella preghiera, in fraternità e da<br />
minori) è la nostra prima testimonianza per<br />
il mondo73. Abbiamo riconosciuto che tutto<br />
l’Ordine deve sentirsi coinvolto con premura<br />
speciale nell’impegno di rafforzare e sostenere<br />
i progetti missionari che stanno nascendo,<br />
in modo da garantirne il futuro74.<br />
35. Molti dei nuovi orientamenti per la<br />
missione sono già stati presentati nel documento<br />
Riempire la terra del Vangelo di Cristo<br />
(1996), nel documento finale dell’ultimo<br />
Capitolo generale, Il Signore ti dia pace<br />
(2003) e nel Sussidio Un nuovo mondo è<br />
possibile (2004) preparato dall’Ufficio di<br />
GPIC, in cui si parla di conversione ecologica<br />
e giustizia ambientale, di non-violenza<br />
attiva,diattenzioneairifugiati,aisenzaterra,<br />
ai migranti, alle minoranze etniche, oltre<br />
che di un uso etico delle fonti finanziarie,<br />
sempre in chiave francescana. Le nuove sfide<br />
ci pongono di fronte, oggi più che mai,<br />
alla necessità di un discernimento permanente<br />
e di una valutazione costante della nostra<br />
vita e delle nostre scelte pratiche, all’interno<br />
della nostra Fraternità e nel dialogo<br />
costante con i laici75.<br />
Dialogo e inculturazione<br />
36. La missione assume oggi il volto<br />
del dialogo76. L’atteggiamento dialogante<br />
e la pratica del dialogo si esprimono, anzitutto,<br />
all’interno della nostra vita fraterna:<br />
non potremo parlare con il mondo se non
474 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
saremo capaci di intavolare un dialogo tra<br />
di noi, alla luce della verità e della fede, e<br />
se non siamo capaci di dialogare intimamente<br />
con il Dio che si rivela. In questo<br />
Capitolo abbiamo parlato di quattro modalità<br />
per incarnare il dialogo: la presenza<br />
negli ambienti di frontiera e di conflitto;<br />
l’intervento nei nuovi areopaghi; l’attività<br />
intellettuale e culturale; lo scambio di<br />
esperienze religiose. Il francescano è da<br />
sempre uno che attraversa le frontiere, per<br />
il desiderio di fraternità che conduce a riconoscere<br />
tutti come figli dello stesso Padre.<br />
Ci sembra utile tornare allo Spirito di<br />
Assisi77 e al documento del Capitolo generale<br />
2003, Il Signore ti dia pace78, che presenta<br />
vie concrete che possono aprirci al<br />
futuro: il dialogo come via alla pace, l’itineranza<br />
come sorella della pace e la santità<br />
in fraternità.<br />
37. Francesco ci ha lasciato un segno di<br />
relazione che oggi ha assunto una attualità<br />
insospettata: il suo dialogo con il Sultano,<br />
proprio in un contesto di grave tensione come<br />
il nostro. Francesco era motivato soprattutto<br />
dalla fede in Dio, ma allo stesso<br />
tempo manifesta anche una notevole fiducia<br />
umana e un atteggiamento di ascolto di<br />
fronte al Sultano79. Senza negare le reali<br />
difficoltà, a volte davvero gravi, che ogni<br />
dialogo comporta, dobbiamo fare in modo,<br />
come Francesco, di non lasciarci rinchiudere<br />
dalle barriere create dall’ideologia dominante.<br />
È un segno profondamente apprezzato<br />
da tutti la presenza semplice e perseverante<br />
di fratelli in zone del mondo in cui le<br />
difficoltà sono realmente estreme, tali da<br />
mettere in pericolo ogni libertà. Chiediamo<br />
al Signore la forza di attraversare le frontiere<br />
per essere, con semplicità e libertà, un faro<br />
di speranza, un’offerta generosa di fede e<br />
comunione.<br />
38. Da un lato, la missione dell’Ordine è<br />
sempre carismatica, e quindi plurale e diversa,<br />
poiché nasce dal dono proprio ad<br />
ogni fratello, rivestito di forza dall’alto, e<br />
dalle differenti realtà e contesti, con le loro<br />
caratteristiche proprie. La Fraternità perfetta,<br />
secondo Francesco e anche per noi oggi,<br />
è quella che accoglie in sé i doni di ogni fratello<br />
e li pone al servizio del Regno80. Questa<br />
diversità ci pone di fronte alla necessità<br />
di comprendere, assumere e praticare i principi<br />
dell’inculturazione e dell’interculturalità81.<br />
D’altro lato, la nostra missione è anche<br />
uniforme, nel senso che si modella sull’esempio<br />
di Cristo che per noi si è fatto<br />
povero e sulla sua opzione radicale per i poveri<br />
e gli esclusi82. Il riconoscimento di questa<br />
unità ci aiuta a prendere coscienza della<br />
necessità di fondare la nostra vita sul Vangelo<br />
del nostro Signore Gesù Cristo in povertà,<br />
obbedienza e castità83. Questa duplice<br />
caratteristica ci terrà sempre in una sana<br />
tensione evangelica, propizia alla sequela.<br />
Torniamo ancora una volta alla centralità<br />
dell’esperienza di Dio, in Cristo Gesù e grazie<br />
all’azione dello Spirito, come cammino<br />
di autentica trasformazione della nostra vita<br />
e missione.<br />
LA METODOLOGIA DI EMMAUS<br />
Avere lo Spirito del Signore<br />
e la sua santa operazione<br />
(Rb 10,8)<br />
39. Prima di tutto la vita: ma la vita scoperta<br />
attraverso la qualità della nostra sequela<br />
di Cristo, nello scambio che realizziamo<br />
tra noi e con ciascuna delle persone con<br />
cui lavoriamo. Questa è la strada e il metodo<br />
che ci condurrà verso il futuro.<br />
40. Abbiamo anche constatato che sin<br />
dalle nostre origini, sin dal principio del<br />
cammino comune, Francesco e i Fratelli<br />
hanno scoperto la presenza di Cristo Risorto<br />
attraverso la pratica di una metodologia<br />
di preghiera e di incontro. Itineranti<br />
che si appoggiavano non solo sulle mura<br />
del monastero o sull’orario per sentirsi<br />
uniti, i Frati entravano in uno «spazio di<br />
obbedienza»84, rimanendo «soggetti ad<br />
ogni umana creatura»85. Crearono uno spazio<br />
comune condividendo ciò che succedeva<br />
«lungo il cammino». Questo sacrum<br />
commercium di fede e di riflessione sul<br />
Vangelo, questo modo di vivere uniti le loro<br />
vite, era parte integrante dell’identità<br />
dei primi Frati.<br />
41. Il Celano ci racconta che anche dopo<br />
l’approvazione della Forma vitae da parte<br />
di Innocenzo III, tra i Frati sorgevano mol-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
475<br />
te domande: «Lungo il cammino parlavano<br />
tra di loro dei molti e ammirevoli doni che<br />
Dio clementissimo aveva loro concesso: di<br />
come il Vicario di Cristo, signore e padre di<br />
tutta la cristianità, li avesse ricevuti con<br />
amorevolezza; di come avrebbero potuto<br />
mettere in pratica le sue raccomandazioni e<br />
i suoi consigli; di come avrebbero potuto<br />
osservare con sincerità la Regola che avevano<br />
ricevuto per conservarla indefettibilmente;<br />
di come avrebbero condotto una vita<br />
santa e religiosa davanti all’Altissimo;<br />
infine, di come le loro vite e comportamenti,<br />
sempre crescendo nelle sante virtù, sarebbero<br />
serviti come esempi per il prossimo»86.<br />
42. La Regola e vita fece in modo che la<br />
dinamica dell’interrogarsi e del discernimento<br />
fraterno diventassero centrali nel<br />
processo di crescita istituzionale e di conversione<br />
personale e fraterna: «e ovunque<br />
sono e si incontreranno i frati, si mostrino<br />
familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno<br />
manifesti con fiducia all’altro le sue necessità…»87.<br />
43. La storia degli ottocento anni della<br />
nostra Regola e la sua interazione con il Testamento<br />
e con l’interpretazione della Chiesa<br />
mostrano che la grazia delle nostre origini<br />
ci impone un imperativo metodologico:<br />
siamo in grado di scoprire la presenza del<br />
Signore in mezzo a noi come via, verità e<br />
vita88 solo quando, a partire dalla fede, riusciamo<br />
a dare ascolto a quanti vivono attorno<br />
a noi e quando riusciamo ad esprimere<br />
ciò che ci abita dentro.<br />
44. In questo momento della nostra storia,<br />
mentre ricordiamo la grazia delle origini<br />
nel mezzo delle trasformazioni radicali di<br />
questo mondo, capiamo che la sfida che abbiamo<br />
di fronte è quella di andare all’essenziale:<br />
riuscire a condividere ad un livello<br />
più profondamente umano e cristiano. Ciò<br />
che dobbiamo mettere in pratica in tutte le<br />
nostre Province, Conferenze e anche a livello<br />
di Ordine, è la stessa metodologia del<br />
racconto di Emmaus: i discepoli, che iniziano<br />
il cammino come mendicanti di senso,<br />
rompono il silenzio per aprire il dialogo.<br />
Imparano a interpretare la propria vita e le<br />
proprie esperienze a partire dalle Scritture,<br />
mentre il Signore illumina il loro cuore.<br />
Fanno una sosta nel cammino per chiedere<br />
a Gesù di rimanere con loro. Nella sua misericordia,<br />
Egli entra nel loro “spazio vitale”<br />
e rimane con loro. Quello che succede<br />
dopo è pura comunione fraterna: «Quando<br />
fu a tavola con loro, prese il pane, disse la<br />
benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora<br />
si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero»89.<br />
In seguito ritornano dai loro compagni<br />
e fanno esperienza di condivisione, prima<br />
attraverso l’ascolto attento e, poi,<br />
narrando la vittoria della vita sulla morte,<br />
manifestatasi definitivamente nella resurrezione<br />
di Cristo.<br />
45. Il cammino così delineato è semplice<br />
ed essenziale, come tutte le cose importanti:<br />
riunirsi; parlare di ciò che ci è successo;<br />
condividere il Vangelo, rileggere la<br />
Regola; pregare e lodare Dio “per tutti i<br />
suoi doni”; celebrare la comunione fraterna;<br />
tornare ai Frati delle nostre Fraternità,<br />
ai nostri fratelli e sorelle del mondo intero<br />
con la buona notizia che ha trasformato le<br />
nostre vite.<br />
46. Questo documento rimane aperto a<br />
tutti i Fratelli e a tutti quanti condividono il<br />
carisma o l’utopia francescana. Vorremmo<br />
che fosse uno strumento nel cammino di riconoscimento<br />
e di celebrazione della grazia<br />
delle nostre origini, l’evento che polarizzerà<br />
la nostra riflessione nei prossimi tre anni90.<br />
Tenendo presente la ricchezza della nostra<br />
diversità, riconosciamo che ci saranno<br />
forme diverse per continuare queste riflessioni<br />
sulla nostra identità, per programmare<br />
iniziative nel campo della missione e, soprattutto,<br />
per individuare nuove forme pratiche<br />
di condivisione della fede e del discernimento.<br />
Aggiungiamo, infine, degli orientamenti<br />
che hanno lo scopo di illuminare il<br />
cammino di ricerca per una concretizzazione<br />
storica del nostro carisma.<br />
47. Incoraggiamo i nostri Fratelli ad accogliere<br />
questo documento e a leggerlo come<br />
il racconto di Emmaus che noi stessi abbiamo<br />
vissuto durante questo Capitolo; forse<br />
può aiutare anche te nell’aprire una<br />
strada verso il futuro. Continueremo insieme<br />
a chiederci: «Cosa vuole da noi il Signore?».
476 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Guardate fratelli l’umiltà di Dio<br />
E aprite davanti a Lui i vostri cuori…<br />
Nulla di voi tenete per voi,<br />
perché totalmente vi accolga Colui che<br />
a voi si dona totalmente91.<br />
SENTIERI PER IL FUTURO<br />
Orientamenti pratici<br />
48. Durante l’esperienza vissuta in questo<br />
Capitolo, abbiamo parlato dell’importanza<br />
della pratica e del mutuo discernimento<br />
come mezzi per sviluppare il nostro<br />
cammino futuro nella vocazione come una<br />
fraternità in missione. Seguendo queste<br />
tracce, vogliamo guardare al 2009 ed offrire,<br />
per i prossimi tre anni, alcune metodologie,<br />
suggerimenti e indicazioni per poter incarnare<br />
le intuizioni e percezioni che noi<br />
stessi abbiamo identificato nel corso del nostro<br />
Capitolo generale straordinario.<br />
49. Per quanto possibile, e nel rispetto<br />
della diversità, che è una caratteristica del<br />
nostro Ordine, vogliamo intraprendere progetti<br />
che unifichino ed integrino la nostra vocazione,<br />
fraternità e missione in un unico<br />
tessuto formato dai fili della testimonianza<br />
personale, comunitaria ed istituzionale. Partendo<br />
da tale prospettiva dell’integrazione,<br />
queste direttive e orientamenti non sono isolati<br />
l’uno dall’altro, ma devono crescere in<br />
armonia tra loro. In questa prospettiva, praticata<br />
per quanto possibile, chiediamo ad ogni<br />
Entità di considerare i seguenti principi:<br />
1. L’elemento più significativo emerso in<br />
questo Capitolo è la metodologia di Emmaus.<br />
Riteniamo questo processo di dialogo<br />
e di discernimento come la prima<br />
delle nostre priorità. Questo processo deve<br />
toccare sia la nostra vita umana che la<br />
nostra vita di fede, entrambe condivise<br />
tra fratelli che seguono le orme del Signore<br />
Gesù Cristo. Questa metodologia<br />
di Emmaus ha come scopo di aiutarci a<br />
superare l’individualismo e l’isolamento<br />
che spesso caratterizzano la nostra vita e<br />
il nostro lavoro. Allo stesso tempo, e in<br />
maniera ancor più importante, è concepita<br />
per poter tornare a situarci spiritualmente<br />
nel contesto dell’esperienza di<br />
Dio nella vita, nella preghiera e nel lavoro.<br />
Questa metodologia può essere applicata<br />
ai diversi ambiti della nostra vita:<br />
nella formazione permanente e iniziale,<br />
nella vita fraterna a tutti i livelli dell’Ordine,<br />
nel lavoro e nei ministeri che condividiamo<br />
con i laici. Il suo processo e la<br />
sua logica sono stati spiegati nel documento<br />
Il Signore ci parla lungo il cammino.<br />
Chiediamo ad ogni Entità di riflettere<br />
sulla “metodologia di Emmaus” come<br />
una pietra angolare per la nostra<br />
crescita di Frati Minori e di metterla in<br />
pratica.<br />
2. Abbiamo sottolineato l’importanza del<br />
metodo di condividere la fede. Ogni Entità<br />
ha già i suoi programmi ed attività:<br />
sarà quindi necessario verificare come<br />
usare i suggerimenti che offriamo e adattarli<br />
alle possibilità e alle situazioni di<br />
ciascuno. Il riconoscimento delle nostre<br />
diversità è stato un segno distintivo di<br />
questo Capitolo e la capacità di inculturare<br />
la nostra identità di Frati Minori<br />
comporta che le indicazioni pratiche offerte<br />
dovranno assumere diverse forme e<br />
gradi di applicazione nelle varie Entità<br />
dell’Ordine. Non vogliamo aggiungere<br />
un altro peso ai programmi già esistenti<br />
nelle Province; desideriamo, piuttosto,<br />
offrire suggerimenti per la nostra crescita.<br />
Tra le molte linee di sviluppo qui proposte,<br />
chiediamo ad ogni Entità di scoprire<br />
quali sono le più utili per la propria<br />
crescita, così da metterle in pratica.<br />
3. Al fine di continuare il nostro itinerario<br />
di preparazione al centenario di fondazione<br />
nel 2009, chiediamo ad ogni Entità<br />
e Conferenza di valutare attentamente la<br />
propria crescita nelle aree elencate, se ritenute<br />
attuabili nelle loro situazioni.<br />
Queste aree, a loro volta, ci aiuteranno a<br />
intraprendere processi di auto-consapevolezza<br />
e a valutare i progressi fatti nella<br />
celebrazione dell’ottavo centenario.<br />
Dal bene al meglio nella fede e nelle relazioni<br />
fraterne<br />
50. La riscoperta del celebrare e incoraggiare<br />
legami di fiducia tra noi, è essenziale
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
477<br />
per la nostra crescita umana come Frati Minori.<br />
Ciò può realizzarsi con la creazione di<br />
spazi comuni di dialogo, condividendo le<br />
nostre storie, celebrazioni e feste. Questo<br />
comporterà anche una continua valutazione<br />
delle forme in cui noi comunichiamo, ad<br />
esempio, nei seguenti ambiti:<br />
• di che cosa parliamo? Ci sono argomenti<br />
che evitiamo?<br />
• Come parliamo dei nostri fratelli, in loro<br />
presenza o assenza?<br />
• Parliamo in maniera superficiale, oppure<br />
ci troviamo a nostro agio nel condividere<br />
più profondamente la nostra vocazione?<br />
• Come, praticamente, celebriamo il dono<br />
del fratello? Il dono della nostra fede? Il<br />
dono della nostra vocazione?<br />
51. Abbiamo bisogno di condividere insieme<br />
la gioia e le difficoltà dell’essere Fratelli<br />
e di riflettere sulla nostra vocazione<br />
personale sviluppando, a livello locale, provinciale<br />
e di Conferenza, la “metodologia<br />
di Emmaus”, ed altri mezzi che permettono<br />
di approfondire insieme la nostra sequela di<br />
Cristo e la nostra fede in Dio. Questa metodologia<br />
ci aiuterà, negli incontri a livello locale,<br />
provinciale e di Conferenza, a diventare<br />
scuole di fraternità, di preghiera e di<br />
conversione, in dialogo con la Parola di<br />
Dio, nella celebrazione dell’Eucaristia, nelle<br />
relazioni umane e nella nostra vita. Ministri<br />
e Guardiani rivestono un ruolo importante<br />
in questo processo. Questo metodo di<br />
relazione dovrebbe entrare a far parte della<br />
nostra identità di Frati Minori. Tutto ciò lo<br />
potremmo mettere a fuoco, ad esempio:<br />
• nei tempi della formazione permanente e<br />
iniziale;<br />
• all’ingresso di un nuovo Fratello in Fraternità;<br />
• nei Capitoli locali celebrati regolarmente;<br />
• in occasione degli anniversari;<br />
• quando ci riuniamo con i laici nei luoghi<br />
del nostro ministero;<br />
• durante i pellegrinaggi nei luoghi di interesse<br />
vocazionale;<br />
• quando celebriamo i Capitoli provinciali;<br />
• nei tempi di valutazione dei nostri mini-<br />
steri e nelle situazioni in cui bisogna dare<br />
una risposta di fronte alla cultura che<br />
cambia e alla società che ci circonda;<br />
• a livello di Conferenze e tra le diverse<br />
Conferenze dell’Ordine;<br />
• nelle assemblee particolari, come in questo<br />
Capitolo, che prepara quello del<br />
2009;<br />
• nei processi di riconciliazione e di guarigione<br />
della Fraternità.<br />
Dal bene al meglio nella cura della nostra<br />
vocazione<br />
52. Al fine di condividere le gioie e le<br />
lotte della nostra vocazione, abbiamo bisogno<br />
di sviluppare nuovi strumenti per la<br />
promozione vocazionale, il discernimento e<br />
l’animazione che dovrebbero aiutarci a:<br />
• collaborare con gli altri membri della Famiglia<br />
Francescana, per sviluppare programmi<br />
vocazionali;<br />
• coinvolgere Frati che offrano testimonianza<br />
della loro vita in fraternità e delle<br />
loro esperienze d’evangelizzazione;<br />
• promuovere un maggior impegno con le<br />
famiglie e i giovani;<br />
• unire in maniera più efficace la vita dei<br />
Frati nell’Ordine con la vita delle famiglie<br />
che ci sostengono;<br />
• sottolineare il discernimento sulla vita in<br />
fraternità come elemento chiave della<br />
nostra scelta vocazionale.<br />
53. Al fine di crescere nella nostra vocazione,<br />
per dare una testimonianza migliore<br />
alla nostra vita di fratelli e per giungere a<br />
sperimentare, in maniera più profonda la<br />
gioia della nostra chiamata, abbiamo bisogno<br />
di elaborare programmi di formazione<br />
permanente e iniziale che:<br />
• promuovano e rafforzino i Capitoli locali<br />
nel dialogo, nell’ascolto e nel favorire<br />
la conoscenza e la pratica della nostra<br />
vocazione in tutte le sue dimensioni, locale,<br />
interculturale e internazionale;<br />
• favoriscano nuove forme di condivisione<br />
fraterna;<br />
• promuovano verifiche regolari del nostro<br />
agire e modelli di comportamento<br />
per la cura della nostra crescita vocazionale,<br />
della condivisione di fede, della
478 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
preghiera, della celebrazione eucaristica,<br />
del sacramento della riconciliazione e<br />
della nostra vita di fraternità in missione;<br />
• sviluppino, a livello provinciale e locale,<br />
una cultura dell’accompagnamento fraterno,<br />
della correzione, del perdono e<br />
della riconciliazione mediante pratiche<br />
specifiche di solidarietà comune;<br />
• indichino metodologie che ci aiutino a<br />
fare discernimento nella nostra vita nel<br />
momento attuale della nostra vocazione;<br />
• creino ed elaborino esperienze educative<br />
permanenti che permettano alla nostra<br />
vocazione di crescere;<br />
• inventino nuove forme di incontro per<br />
esprimere e celebrare la gioia della nostra<br />
vocazione;<br />
• aiutino a mettere in comune il nostro<br />
cammino vocazionale ed il nostro lavoro<br />
comune;<br />
• sviluppino iniziative che incoraggino la<br />
riflessione personale e fraterna: periodi<br />
sabbatici, ritiri e programmi condivisi di<br />
formazione permanente;<br />
• promuovano, tra i Frati, incontri annuali<br />
sullabasediareediinteresse;<br />
• testimonino, in tutte le nostre attività,<br />
una vita fraterna che mostri l’uguaglianza<br />
tra Frati laici e sacerdoti;<br />
• prevedano metodologie di accompagnamento<br />
ed incontri capaci di sostenere i<br />
Frati professi solenni nei primi dieci anni<br />
del loro cammino vocazionale.<br />
54. È necessario elaborare esperienze e<br />
attività di formazione permanente per stimolare<br />
quanti occupano posti di animazione,<br />
sia a livello locale che provinciale. Queste<br />
proposte testimoniano la nostra crescita<br />
nell’accompagnamento dei Fratelli, sia nel<br />
cammino della vita che nell’adempimento<br />
dei loro compiti, che comportano la cura<br />
della nostra vocazione:<br />
• a livello provinciale, interprovinciale e<br />
di Conferenza si devono promuovere<br />
iniziative adatte a formare formatori nelle<br />
dimensioni umana e soprattutto francescana<br />
della nostra vocazione;<br />
• a livello provinciale, interprovinciale e<br />
di Conferenza vanno proposte attività<br />
utili a sostenere il ministero dei Guardiani<br />
e dei Ministri provinciali.<br />
55. In questo momento della nostra storia,<br />
in cui molti dei nostri Frati sono in età<br />
avanzata, abbiamo bisogno di sviluppare<br />
programmi pedagogici che li aiutino nel loro<br />
invecchiamento, incoraggino la loro presenza<br />
in Fraternità, li accompagnino nella<br />
malattia e li rafforzino nella loro perseveranza.<br />
56. Sentiamo la necessità di rivitalizzare<br />
il patrimonio intellettuale dell’Ordine attraverso<br />
vari mezzi:<br />
• la promozione dei vari Centri di studio<br />
dell’Ordine, accettando la sfida di elaborare<br />
programmi che aiutino i Frati nelle<br />
aree della formazione permanente intellettuale<br />
e tecnica;<br />
• la promozione degli studi delle scienze<br />
umane, della filosofia, teologia e spiritualità,inmododarafforzareilcontributo<br />
francescano all’evangelizzazione e<br />
missione;<br />
• la scelta di integrare la filosofia, teologia<br />
e spiritualità francescane, con tutte le loro<br />
implicazioni per la nostra missione, in<br />
tutti i livelli della formazione e nei diversi<br />
programmi di studio dei Frati.<br />
Dal bene al meglio nell’interdipendenza,<br />
internazionalità e interculturalità<br />
57. A livello di Conferenze e di Ordine,<br />
abbiamo bisogno di accentuare programmi<br />
condivisi che servano ad incoraggiare il nostro<br />
senso di appartenenza a una Fraternità<br />
interdipendente, interculturale e internazionale.<br />
Questa solidarietà universale nella vocazione,<br />
nella fraternità e nella missione dovrebbe<br />
includere:<br />
• attività di condivisione della fede e mutuo<br />
sostegno nella nostra vocazione a livello<br />
interprovinciale e di Conferenza;<br />
• la cooperazione da parte dei Moderatori<br />
di Formazione permanente delle Conferenze<br />
nella elaborazione di programmi<br />
di formazione.<br />
• lo sviluppo continuo di programmi per la<br />
formazione iniziale a livello interprovinciale.<br />
• il sostegno a programmi che integrano i<br />
valori della missione e dell’evangelizza-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
479<br />
nità nelle quali ci sia un numero sufficiente<br />
di Frati, necessario per vivere una<br />
vita fraterna;<br />
• la possibile pubblicazione, a livello dell’Ordine,<br />
di un piano formativo che<br />
identifichi le dimensioni religiose e francescane<br />
della nostra formazione al sacerdozio<br />
ministeriale e le sue implicazioni<br />
per la nostra missione;<br />
• l’impegno ad elaborare, a livello dell’Ordine,<br />
degli orientamenti per il nostro<br />
servizio ai vescovi e alla Chiesa locale,<br />
al fine di preservare e rafforzare lo specifico<br />
della dimensione vocazionale<br />
francescana a servizio della Chiesa e del<br />
mondo;<br />
• un’elaborazione teologica competente<br />
sulle implicanze ecclesiologiche della<br />
nostra identità francescana come fraternità<br />
in missione a servizio della Chiesa e<br />
del mondo;<br />
• la creazione di nuovi luoghi e opere di<br />
evangelizzazione che comportino la collaborazione<br />
con i laici, il nostro servizio<br />
di Frati Minori verso coloro con i quali<br />
lavoriamo e la nostra chiamata a stare<br />
con i poveri;<br />
• la promozione, nella formazione permanente<br />
e iniziale, di programmi che considerano<br />
il lavoro manuale come una grazia,<br />
come segno e strumento della nostra<br />
vocazione;<br />
• la condivisione, tra noi, di efficaci strategie<br />
di evangelizzazione per le zone di secolarizzazione<br />
e per il dialogo interreligioso.<br />
59. In tutti i nostri programmi di formazione,<br />
permanente e iniziale, abbiamo bisogno<br />
di approfondire un senso più profondo<br />
dell’evangelizzazione e di rafforzare il valore<br />
e la pratica della collaborazione tra le<br />
Entità. Alcuni strumenti per rafforzare il<br />
senso della missione potrebbero essere: la<br />
promozione di esperienze missionarie nella<br />
formazione iniziale; l’orientamento alla<br />
esperienza e alla educazione ai diversi metodi<br />
di dialogo interreligioso; lo sviluppo, a<br />
livello interprovinciale, di iniziative comuni<br />
per la preparazione alla professione solenne,<br />
la focalizzazione del nostro interesse<br />
sulla missione negli incontri interprovinciazione<br />
in maniera esperienziale, come<br />
quelli di Terra Santa, di Assisi e di altri<br />
luoghi d’evangelizzazione. Programmi<br />
che includono la condivisione dei nostri<br />
bisogni reciproci, delle nostre risorse, di<br />
personale e di iniziative missionarie. Tra<br />
gli altri, si possono menzionare i seguenti<br />
esempi: programmi per l’apprendimento<br />
delle lingue offerti ad altri Fratelli<br />
dell’Ordine e la promozione della condivisione<br />
delle risorse umane e materiali<br />
collaborando nei progetti dell’Ordine;<br />
• sviluppare le strategie di cooperazione e<br />
di scambio tra le nostre Entità, considerandole<br />
opportunità per crescere nell’unità<br />
tra la nostra vocazione, la fraternità<br />
elamissione.<br />
Dal bene al meglio nella nostra vocazione,<br />
come una fraternità in missione<br />
58. Abbiamo bisogno di impegnarci in<br />
un esame critico e in una continua valutazione<br />
delle nostre attività ministeriali in<br />
modo da creare nuovi spazi ed esperienze<br />
che diano testimonianze concrete alla realtà<br />
della nostra vocazione e missione nella<br />
Chiesa. Questo richiederà inevitabilmente<br />
la valutazione dei nostri ministeri attuali, in<br />
modo da determinare in che maniera rispecchiano<br />
la nostra vocazione profetica di religiosi<br />
e la nostra identità specifica di Frati<br />
Minori. La questione pressante della necessità<br />
di condividere le risorse e della ristrutturazione<br />
cui bisogna dedicarsi in alcune<br />
aree dell’Ordine ci spinge a sviluppare modalità<br />
di accompagnamento che rispondano<br />
ai rapidi cambiamenti e alle difficoltà legate<br />
alla stessa ristrutturazione. Ecco, di seguito,<br />
alcuni elementi che ci possono servire<br />
da guida in questo processo:<br />
• programmi specifici di valutazione, discernimento,<br />
ristrutturazione e aiuto a livello<br />
provinciale, interprovinciale, di<br />
Conferenze e di Ordine;<br />
• valutazione dei luoghi dei nostri ministeri<br />
e delle nostre Fraternità, soprattutto<br />
mediante la verifica della possibilità di<br />
tempi di preghiera e di condivisione della<br />
fede, nostre dimensioni specifiche;<br />
• l’impegno e la pratica per creare Frater-
480 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
li, particolarmente in quelli che si occupano<br />
di formazione permanente.<br />
60. Occorre sottolineare l’uguaglianza<br />
tra tutti i Frati che condividono la stessa vocazione<br />
ad essere Frati Minori, sempre rispettando<br />
i diversi doni e valori che provengono<br />
dalla chiamata al ministero di alcuni<br />
Fratelli. Questo implicherà:<br />
• lo sviluppo di iniziative provinciali e interprovinciali<br />
che promuovano la nostra<br />
vocazione, superando quelle strutture<br />
che si concentrano principalmente sul<br />
ministero sacerdotale e muovendoci verso<br />
altri luoghi e servizi che rafforzino la<br />
priorità del segno della fraternità e l’uguaglianza<br />
di laici e chierici in missione.<br />
Le vite dei poveri e degli emarginati, sono<br />
luoghi privilegiati per offrire questa<br />
testimonianza;<br />
• la promozione di nuove forme di missione<br />
che diano maggiore testimonianza al<br />
nostro essere fraternità di uguali, mediante<br />
lo sviluppo di iniziative e missioni<br />
che incoraggino la testimonianza dei<br />
nostri fratelli laici;<br />
• la valorizzazione nella pratica e l’unificazione<br />
degli sforzi, perché nella formazione<br />
permanente e iniziale alla missione<br />
emerga l’uguaglianza tra Frati laici e<br />
chierici.<br />
Scrittura<br />
2Cor<br />
Eb<br />
Es<br />
Fil<br />
Gal<br />
Lc<br />
Mc<br />
Mt<br />
1Pt<br />
1Tm<br />
ABBREVIAZIONI<br />
Seconda ai Corinzi<br />
Lettera agli Ebrei<br />
Esodo<br />
Lettera ai Filippesi<br />
Lettera ai Galati<br />
Vangelo secondo Luca<br />
Vangelo secondo Marco<br />
Vangelo secondo Matteo<br />
Prima Pietro<br />
Prima Timoteo<br />
Scritti di san Francesco d’Assisi<br />
Am Ammonizioni<br />
BfL Benedizione a frate Leone<br />
1Lf Lettera ai fedeli (1ª redazione)<br />
2Lf Lettera ai fedeli (2ª redazione)<br />
Lora Lodi per ogni ora<br />
LOrd Lettera a tutto l’Ordine<br />
Pater Parafrasi del «Padre nostro»<br />
PCr Preghiera davanti al Crocifisso<br />
Rb<br />
Rnb<br />
SalV<br />
Salvir<br />
Test<br />
UffPass<br />
Altre<br />
CCGG<br />
1Cel<br />
2Cel<br />
GS<br />
3Lag<br />
LegM<br />
RsC<br />
Spec<br />
Regola bollata<br />
Regola non bollata<br />
Saluto alla beata Vergine Maria<br />
Saluto alle virtù<br />
Testamento<br />
Ufficio della Passione del Signore<br />
Costituzioni generali dell’Ordine dei<br />
Frati Minori.<br />
Tommaso da Celano, Vita prima di<br />
san Francesco.<br />
Tommaso da Celano, Vita seconda di<br />
san Francesco.<br />
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes,<br />
Costituzione pastorale sulla Chiesa<br />
nel mondo contemporaneo.<br />
Terza lettera si santa Chiara ad Agnese<br />
di Praga.<br />
San Bonaventura, Leggenda maggiore.<br />
Regola di santa Chiara di Assisi.<br />
Specchio di perfezione.<br />
NOTE<br />
1 «Libro della vita, speranza di salvezza, midollo<br />
del Vangelo, cammino di perfezione, chiave del<br />
Paradiso, patto di eterna alleanza» (2Cel 208).<br />
2 La vocazione dell’Ordine oggi, Madrid 1973; Il<br />
Signore vi dia pace, Roma 2003; La grazia delle<br />
origini, Roma 2004; Strumento di lavoro per il<br />
Capitolo generale straordinario, Roma 2006.<br />
3 JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Con lucidità e audacia,<br />
n. 121.<br />
4 Cfr Rnb 2,1; RsC 2,1.<br />
5 Rb 12,4.<br />
6 Cfr PCr 1.<br />
7 Cfr Rnb 9,2; Test 1-2; 1Cel 17.<br />
8 Cfr BfL 1.<br />
9 Lc 24,13-36.<br />
10 Cfr 2Cel 105.<br />
11 Cfr Mt 25,31-46.<br />
12 Pater 1.<br />
13 Lora 11; cfr Rnb 17, 17-18.<br />
14 Cfr Mt 2,1-3.<br />
15 Cfr 1Cel 22.<br />
16 Cfr Lc 6, 46-49.<br />
17 Cfr LegM II, 1.<br />
18 Cfr LegM II, 7.8.<br />
19 Am 7,3-4.<br />
20 Rb 10,8.<br />
21 Rb 1,1.<br />
22 Cfr CCGG 128.<br />
23 BONAVENTURA, Proemii Quaestio 3 del Liber I<br />
del Commento alle Sentenze;D.SCOTO, Ordinatio,<br />
Prologus, ParsV,De theologia quatenus<br />
scientia practica pp. 151-237.
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
481<br />
24 Cfr CCGG 166,2.<br />
25 Cfr Rb 12,4.<br />
26 2Cel 15.<br />
27 J. RODRÍGUEZ CARBALLO, Con lucidità e audacia,<br />
Roma 2006, n. 5.<br />
28 Cfr Id n. 115.<br />
29 CCGG 99.<br />
30 Cfr Gv 4,1-42.<br />
31 Cfr Lc 5, 17-26; 1Pt 1, 5-9.<br />
32 Cfr Eb 11,1.<br />
33 BONAVENTURA, Distinctio XXV, Articulus II,<br />
Quaestio III del Liber III del Commento alle<br />
Sentenze.<br />
34 Cfr Il Signore ti dia pace, nn. 22-27.<br />
35 Cfr CCGG 20,2.<br />
36 Rnb 23,8.<br />
37 Cfr BENEDETTO XVI, Deus caritas est.<br />
38 Cfr Gal 1,4; 1Tm 2,6.<br />
39 Cfr Mc 10,45.<br />
40 Cfr Mt 26,26.<br />
41 Cfr Gv 17, 7.14.<br />
42 Cfr Gv 6, 35.51.<br />
43 Cfr Gv 14,27.<br />
44 Cfr Gv 3,34.<br />
45 Cfr Gv 10,28.<br />
46 Cfr Gv 19, 26-27.<br />
47 SalV 1.<br />
48 Cfr Am 1; LOrd 28-29.<br />
49 GS 24.<br />
50 Cfr CCGG 20,1.<br />
51 Cfr Test 14.<br />
52 Cfr Gv 13, 35; Gv 11, 36.<br />
53 Testamento di Siena 3.<br />
54 Cfr UffPass; 2Lf 5-13; 2Cor 8,9.<br />
55 3LAg 7-8.<br />
56 Test 14.<br />
57 Cfr CCGG 40.<br />
58 Lc 8, 21; Cfr Mt 12, 50; 1Lf 7.<br />
59 Rb 1,1; Cfr Rnb 6,3.<br />
60 Cfr CCGG 164.<br />
61 Rnb 17,5.<br />
62 Cfr Mt 20,25-27; Lc 22,26; citati in Rnb 5,9-12.<br />
63 Cfr Es 3,5.<br />
64 Fil 2,6-11.<br />
65 Rnb 7,15.<br />
66 Rnb 11,9-12.<br />
67 Rnb 16,6.<br />
68 Cfr CCGG 97.<br />
69 Cfr Rnb 5, 7-8; 20; Rb 10; CCGG 33,1.<br />
70 Cfr CCGG 127,2.<br />
71 Cfr CCGG 241.<br />
72 Cfr CCGG 42.<br />
73 J. RODRÍGUEZ CARBALLO, Con lucidità e audacia,<br />
n. 79; Cfr. CC.GG. 87,2; 89,1.<br />
74 Id n. 76.<br />
75 Cfr CCGG 1,2.<br />
76 Cfr CCGG 93; H. SCHALÜCK, Riempire la terra<br />
del Vangelo di Cristo, Roma 1996, III-2.<br />
77 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Messaggio al Ministro<br />
generale dei Frati Minori, 1 agosto 1999; BENE-<br />
DETTO XVI, Messaggio per il XX Anniversario<br />
dell’Incontro di preghiera per la pace,2settembre<br />
2006; JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Lettera<br />
all’Ordine per il XX anniversario dello “spirito<br />
di Assisi”, 8 settembre 2006.<br />
78 Cfr Il Signore ti dia pace, nn. 28-36, 42-45 .<br />
79 Cfr 1Cel 57; LegM 9,7-9.<br />
80 Cfr Spec 85.<br />
81 Cfr CCGG 94.<br />
82 Cfr CCGG 84.<br />
83 Rb 1,1.<br />
84 Cfr Rb 2,11; Rnb 5,16.<br />
85 Rnb 16,6; Cfr Salvir 16, Test 19.<br />
86 1Cel 34.<br />
87 Rb 6,7- 8.<br />
88 Gv 14, 5-6; Cfr Am 1,1.<br />
89 Lc 24,30-31.<br />
90 Strumento di lavoro per il Capitolo generale<br />
straordinario, 2.3.<br />
91 LOrd 28-29.<br />
8. Il Capitolo è ancora aperto!<br />
NOS VISITA LA ESPERANZA<br />
Ecos del Capítulo general extraordinario<br />
Del 14 de septiembre al 1 de octubre del<br />
2006 se celebró el Capítulo general extraordinario<br />
de la Orden de los Hermanos<br />
Menores. El Capítulo se inició en el monte<br />
Alverna y se desarrolló en Santa María de<br />
los Ángeles, junto a la Porciúncula (Asís).<br />
En él participaron 185 hermanos provenientes<br />
de todo el mundo, de los cuales 154<br />
con voz y voto. Entre los participantes se<br />
encontraban los tres Ministros generales<br />
precedentes: Fr. John Vaughn, Fr. Hermann<br />
Schalück y Fr. Giacomo Bini. El último Capítulo<br />
general extraordinario se había celebrado<br />
hace ahora exactamente 35 años en<br />
Medellín (Colombia), en 1971.<br />
El Capítulo «se sitúa en el amplio marco<br />
de la preparación de los 800 años de la fundación<br />
de la Orden de los Hermanos Menores»<br />
(El Señor nos habla en el camino, Shc,<br />
1), acontecimiento que tuvo lugar en el<br />
1209, con la aprobación de la llamada Protorregla<br />
por parte de la Sede Apostólica (cf<br />
Test 14). Más concretamente, este Capítulo<br />
general extraordinario ha sido pensado como<br />
el momento más importante de la primera<br />
etapa del proyecto La gracia de los
482 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
orígenes, que convocó a toda la Orden de<br />
los Hermanos Menores bajo el lema escuchemos<br />
para cambiar, y que gira todo él en<br />
torno a la pregunta que se hizo Francisco<br />
delante del Crucifijo de San Damián: «Señor,<br />
¿qué quieres que haga?» (Tres Compañeros<br />
6). El inicio de esta primera etapa<br />
tuvo lugar en Santa María de los Ángeles<br />
(Asís), el 29 de octubre de 2005, con una<br />
solemne celebración eucarística.<br />
Si el Capítulo, a juzgar por el sentir de la<br />
mayoría de los participantes, fue un verdadero<br />
momento de gracia en el que hemos sido<br />
visitados por la esperanza, -«no por<br />
cualquier esperanza, sino por aquella fundada<br />
en Cristo pobre y crucificado, y en sus<br />
representantes, los pobres y crucificados de<br />
esta tierra» (Shc 9)-, en vistas a reemprender<br />
el camino hacia adelante, en vistas a<br />
nuevos inicios, a una vida nueva, yafavorecer<br />
de este modo la refundación de la Orden;<br />
el documento final del Capítulo, El<br />
Señor nos habla en el camino, quiere ser<br />
«un recuerdo, una experiencia, un envío,<br />
una invitación siempre abierta» (Shc 3).<br />
Así pues, ni el Capítulo en cuanto tal, ni<br />
el documento final del mismo, pueden ser<br />
vistos como “un canto en solitario”, sino a<br />
la luz de la celebración de la gracia de los<br />
orígenes y, por tanto, «a la luz de un proceso<br />
que busca la actualización de nuestro carisma<br />
a tono con los desafíos de un cambio<br />
de época» (Shc 1).<br />
1. El desarrollo del Capítulo<br />
1. Estructura del Capítulo<br />
La celebración del Capítulo se estructuró<br />
en dos partes. La primera, centrada en la<br />
escucha de algunas voces que nos llegaban<br />
de afuera de nuestra Fraternidad, tenía como<br />
objetivo el hacernos sensibles a las llamadas<br />
que nos vienen de nuestra historia,<br />
de la Iglesia, de nuestra Regla, de nuestro<br />
patrimonio filosófico/teológico, de la vida<br />
religiosa, y del mundo contemporáneo. La<br />
segunda, centrada en la reflexión sobre los<br />
grandes temas de nuestra forma vitae,tenía<br />
como objetivo el poder ofrecernos algunas<br />
orientaciones para el próximo futuro.<br />
En la primera parte escuchamos al sacerdote<br />
Felice Accrocca, que nos habló de las<br />
diversas interpretaciones de la Regla franciscana,<br />
y de las “tensiones” vividas al interno<br />
de la Fraternidad a lo largo de estos<br />
800 años de historia; al profesor Dario Antiseri,<br />
quien, partiendo de nuestro patrimonio<br />
filosófico teológico, señaló algunas de<br />
las respuestas que estamos llamados a dar<br />
en el momento actual, teniendo en cuenta<br />
los retos que nos plantea nuestra cultura; a<br />
Sor Cristiana Mégarbané, Superiora general<br />
de las FMM, la cual, desde la experiencia<br />
de su propio Instituto, nos habló del<br />
mundo de las relaciones; al teólogo Peter<br />
Phan, quien nos situó ante los desafíos que<br />
nosplanteaeldiálogoylamisiónenel<br />
mundo actual; finalmente escuchamos a Fr.<br />
Claudius Bohl, <strong>OFM</strong>, Maestro de novicios,<br />
el cual nos ofrecía una lectura/meditación<br />
de nuestra Regla, subrayando que se trata<br />
de un “texto abierto” que exige de todos los<br />
Hermanos Menores una observancia espiritual<br />
del mismo; un “libro abierto e inacabado”,<br />
que se completa en nuestra fidelidad<br />
a Dios y al mundo, en profunda comunión<br />
con la Iglesia (cf Shc 8).<br />
En la segunda parte las reflexiones estuvieron<br />
centradas en los temas de la vocación,<br />
la fraternidad y la misión, y fueron desarrolladas,<br />
respectivamente, por Fr. Vumile<br />
Nogamane, Ministro provincial de la<br />
Provincia de Sud África, Fr. Pierre Brunette,<br />
Ministro provincial de la Provincia de<br />
San José de Canadá, y Fr. Manuel Anaut,<br />
Ministro provincial de la Provincia del Santo<br />
Evangelio de México. El texto guía para<br />
estas reflexiones fue el de los discípulos de<br />
Emaús (Lc 24, 13- 35).<br />
Mi informe al Capítulo, Con lucidez y<br />
audacia (Cla), señaló el paso de la primera<br />
a la segunda parte. En él pretendía, de forma<br />
sintética y a la luz de las Prioridades de<br />
la Orden para este sexenio (cf Seguidores<br />
de Cristo por un mundo fraterno, Proridades<br />
<strong>OFM</strong> 2003-2006, Roma 2004), presentar<br />
el camino que nuestra Fraternidad está<br />
recorriendo en estos momentos, con sus luces<br />
y con sus sombras (cf Instrumentum laboris<br />
Capituli generalis extraordinarii,<br />
2.3), indicando algunas pistas para pasar<br />
de lo bueno a lo mejor. Señalando luces y
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
483<br />
sombra y haciendo algunas propuestas para<br />
el futuro, lo que he intentado, como reconoce<br />
el documento final del Capítulo, ha sido<br />
hacer una «relectura audaz y lúcida del<br />
Evangelio y de nuestras fuentes fundacionales»<br />
(Shc 1).<br />
El documento El Señor nos habla en el<br />
camino recoge una buena parte de la experiencia<br />
vivida durante el Capítulo y muchas<br />
de las reflexiones que se llevaron a cabo en<br />
él (cf Shc 2), señalando, al mismo tiempo,<br />
Orientaciones prácticas, que quieren iluminar<br />
el camino de búsqueda de la concreción<br />
histórica de nuestro carisma (cf Shc 46), sobretodo<br />
en vista a una adecuada celebración<br />
jubilar del VIII Centenario de la fundación<br />
de nuestra Orden, en el 2009 (cf Shc<br />
1.46,48.49/3).<br />
Toda la experiencia capitular se nutrió de<br />
momentos prolongados de oración personal<br />
y comunitaria; de amplios espacios que permitieron<br />
a los hermanos compartir en profundidad<br />
su historia vocacional. También<br />
cabe señalar el encuentro de los capitulares<br />
con los hermanos y hermanas de la Familia<br />
Franciscana, particularmente con las hermanas<br />
Clarisas, así como la peregrinación a<br />
los principales lugares franciscanos que,<br />
después de 800 años, conservan todavía<br />
hoy, “el aroma original de nuestro carisma”:<br />
el monte Alverna, Asís y Valle de Rieti. Todo<br />
ello favoreció la vivencia de «experiencias<br />
que ninguna palabra podrá sustituir»<br />
(Shc 2).<br />
2. Un “Capítulo abierto”<br />
Desde un principio, el Capítulo general<br />
extraordinario se pensó como “un Capítulo<br />
abierto”. Por tanto, el Capítulo, que hemos<br />
clausurado oficialmente el 1 de octubre, está<br />
llamado a continuar en cada una de nuestras<br />
Entidades. Toca a cada una de ellas, en<br />
efecto, poner en práctica las orientaciones<br />
prácticas que deberán marcar nuestro futuro<br />
y que son propuestas por el documento<br />
final. En esta puesta en práctica nos jugamos<br />
el sentido profundo del Capítulo y sus<br />
frutos.<br />
Al hablar de poner en práctica las orientaciones<br />
que nos dejó el Capítulo, los Capitulares<br />
no quieren decir, ni mucho menos,<br />
que haya que aplicarlas todas al mismo<br />
tiempo, ni tampoco uniformemente en toda<br />
la Orden, pues, como justamente afirma El<br />
Señor nos habla en el camino, «el reconocimiento<br />
de nuestra diversidad ha sido un hito<br />
de este Capítulo» (Shc 49/2). Esta diversidad<br />
ha de ser respetada a la hora de poner<br />
en práctica las orientaciones capitulares, ya<br />
que tanto la diversidad, que «caracteriza<br />
nuestra Orden» (Shc 49), como «la capacidad<br />
de inculturación de nuestra identidad de<br />
Hermanos Menores» (Shc 49/2), están exigiendo<br />
«formas múltiples» (Shc 48) y «diversos<br />
grados de aplicación en las distintas<br />
regiones de la Orden» de dichas orientaciones<br />
(cf Shc 49/2). Corresponde, por tanto, a<br />
cada Entidad «opesar cómo poner en práctica<br />
las sugerencias dadas aquí» [documento<br />
final], teniendo en cuenta «sus propias circunstancias<br />
y posibilidades», y, en vista de<br />
su crecimiento, elegir aquellas que considere<br />
«más adecuadas» para alcanzar tal fin<br />
(Shc 49/2).<br />
Esto no quiere decir que las Entidades<br />
sean libres de poner en práctica o no las<br />
orientaciones prácticas del documento capitular.<br />
El Señor nos habla en el camino reconoce<br />
que las orientaciones prácticas nos<br />
«permitirán tomar conciencia de nuestra situación<br />
y poder evaluar nuestro proceso<br />
para celebrar nuestros 800 años de fundación»<br />
(Shc 49/3). Por este motivo, en la segunda<br />
parte del documento del Capítulo no<br />
sólo se exponen “con firmeza” dichas<br />
orientaciones (Shc 48), sino que se recomienda<br />
vivamente el ponerlas en práctica<br />
(cf Shc 49/1, 49/2). Lo que sí se quiere es<br />
evitar que los hermanos se sientan cargados<br />
con más programas (cf Shc 49/2), de<br />
ahí que el documento final, después de afirmar<br />
que se trata de «sugerencias para nuestro<br />
crecimiento», invite al discernimiento<br />
para ver cuáles son más adecuadas a dicho<br />
fin (cf Shc 49/2).<br />
Es, por tanto, la hora del discernimiento<br />
(Cla, 154), a través del cual cada Entidad<br />
debe tomar conciencia de su propia situación<br />
y considerar cuidadosamente su propio<br />
crecimiento como «fraternidad-en-misión»<br />
(Shc 48). Es también la hora de la creatividad,<br />
a nivel personal e institucional, para
484 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
continuar escribiendo una renovada historia<br />
de fidelidad a Dios y al hombre. Recordando<br />
siempre que lo que el Capítulo nos pide<br />
es que emprendamos «proyectos que unan<br />
e integren nuestra vocación, nuestra fraternidad<br />
y nuestra misión en un único tejido<br />
formado por los hilos del testimonio personal,<br />
común e institucional», y que desde la<br />
perspectiva de la integración, las «instrucciones<br />
y orientaciones no están aisladas las<br />
unas de las otras, sino que necesitan crecer<br />
conjuntamente en armonía» (Shc 49). De<br />
este modo evitaremos la fragmentación,<br />
que con frecuencia caracteriza nuestras vidas<br />
y daña nuestro testimonio.<br />
3. La metodología de Emaús, camino y<br />
método para el futuro<br />
Como ya dijimos, el icono bíblico de los<br />
discípulos de Emaús ha estado muy presente<br />
en todo el Capítulo, no sólo como marco<br />
dentro del cual se colocaron las reflexiones<br />
en torno a la vocación, fraternidad y misión,<br />
sino también porque fue el texto base propuesto<br />
para la oración personal y fraterna de<br />
los capitulares, particularmente durante la<br />
segunda semana. De este modo, bien podemos<br />
decir que el relato de la experiencia de<br />
los discípulos de Emaús nos acompañó,<br />
orientó y guió durante toda la celebración<br />
del Capítulo (cf Shc 3), tornándose para nosotros<br />
en «el paradigma del viaje que queremos<br />
emprender en los distintos caminos<br />
de nuestro mundo» (Shc 8), afectando «tanto<br />
a nuestra vida humana como a nuestra vida<br />
de fe que compartimos como Hermanos<br />
Menores que siguen las huellas de nuestro<br />
Señor Jesucristo» (Shc 49/1).<br />
A través de la meditación de la Palabra,<br />
«el Señor nos ha manifestado su rostro»<br />
(Shc 8) y pudimos reconocer nuestra itinerancia<br />
fraterna y la presencia del Señor en<br />
medio de nosotros, con su Palabra y al partir<br />
el pan. Las Escrituras, y particularmente<br />
el texto de los discípulos de Emaús, nos<br />
ayudaron a dejarnos visitar por la esperanza<br />
y a retomar con fuerza el camino de Jerusalén:<br />
camino de comunión y de misión;<br />
«camino antiguo y siempre nuevo, que deseamos<br />
recorrer con cada uno de los hermanos»<br />
(Shc 3), mostrándonos la belleza de<br />
nuestra vocación y misión, desde la lógica<br />
del don (cf Shc 19-25). Siempre a la luz de<br />
la Palabra de Dios, hemos podido verificar<br />
nuestros miedos y nuestras resistencias, y<br />
hemos podido, también, «cuestionarnos por<br />
el talante de nuestra vida» (Shc 3). Llamados<br />
como Israel a recurrir a la memoria «de<br />
la obra maravillosa del Dios liberador y creador<br />
de la historia», hemos sido convocados<br />
en Asís, «altar predilecto de nuestra memoria»<br />
(Shc 7), para reemprender con fuerza<br />
el camino hacia delante, sintiéndonos felices<br />
de vivir en medio de la gente despreciada,<br />
de los pobres y débiles, de los mendigos<br />
y leprosos, que están a la vera del camino<br />
(Shc 8). La escucha y el compartir de<br />
la Palabra permitieron, finalmente, que<br />
«nuestro corazón se haya abierto al misterio<br />
del otro como espacio de salvación», y<br />
que pudiéramos «en el contexto de la fe<br />
compartida, expresar nuestros temores con<br />
libertad». De este modo, empujados por la<br />
«fuerza interior que brota de la Pascu», hemos<br />
podido revivir, con generosidad, entusiasmo<br />
y pasión, nuestra forma vitae,y«retornar<br />
a los hermanos con renovada ilusión»<br />
(Shc 3).<br />
Fue tan fuerte y rica esta experiencia que<br />
el documento final del Capítulo, El Señor<br />
nos habla en el camino, reconoce en dicha<br />
metodología -con todo lo que presupone de<br />
oración y encuentro, de cuestionamiento,<br />
discernimiento y llamada a la conversión<br />
(cf Shc 42)-, como la «primera prioridad»<br />
(Shc 49/1), «el elemento más importante»<br />
que ha surgido durante el Capítulo (Shc<br />
49/1), y definiéndola como: verdadera «escuela<br />
de fraternidad» (Shc 51); «piedra angular<br />
para nuestro crecimiento como Hermanos<br />
Menores» (Shc 49/1); el modelo para<br />
reflexionar sobre nuestra identidad y para<br />
discernir nuevas iniciativas de misión; método<br />
que nos ayudará «a superar el individualismo<br />
y el aislamiento que a menudo caracterizan<br />
nuestras vidas y nuestras obras»<br />
(Shc 49/1, cf Cla 49); dinámica central «para<br />
el proceso de crecimiento institucional, y<br />
conversión personal y fraterna» (Shc 42); el<br />
instrumento adecuado para reconocer y celebrar<br />
la gracia de los orígenes (cf Shc<br />
43.44).
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
485<br />
Motivados por esa experiencia de gracia,<br />
los capitulares, en el documento final, no<br />
dudan en presentar la metodología de Emaús<br />
como «el camino o el método que nos<br />
guiará hacia el futuro» (Shc 399, pidiendo<br />
que se ponga en práctica «en todas nuestras<br />
Provincias, Conferencias e incluso a nivel<br />
de la misma Orden» (Shc 44), como medio<br />
para «compartir juntos las alegrías y las dificultades<br />
de ser hermanos y reflexionar sobre<br />
nuestra vocación personal», instrumento<br />
para «profundizar juntos nuestro seguimiento<br />
de Cristo y nuestra fe en Dios» (Shc<br />
51), y metodología que nos permitirá quebrar<br />
el silencio que nos habita para instaurar<br />
el diálogo entre nosotros y con el mundo,<br />
aprendiendo, al mismo tiempo, a interpretar<br />
nuestras vidas a partir de las<br />
Escrituras, mientras el Señor ilumina nuestro<br />
corazón (cf Shc 44).<br />
2. Nos habló mientras íbamos de camino<br />
El Capítulo sentó como principio que<br />
«lo más propio del caminar franciscano es<br />
partir de la vida» (Shc 10). Fieles a este<br />
principio, los Capitulares en nuestras reflexiones<br />
hemos partido siempre de la vida, y<br />
en las orientaciones que nos dimos para el<br />
futuro hemos mirado siempre a la vida. En<br />
este sentido, al mismo tiempo que podemos<br />
decir que el Capítulo ha sido una fuerte experiencia<br />
de la presencia del Señor en nuestro<br />
camino, también podemos decir, sin lugar<br />
a duda, que el Capítulo ha sido una ayuda<br />
extraordinaria para tocar de cerca<br />
nuestra realidad, personal y fraterna, en la<br />
que hemos descubierto muchos signos de<br />
vida y constatado el largo camino recorrido<br />
en estos últimos 30 años; pero en la que hemos<br />
también tomado conciencia del largo<br />
tramo del camino que nos queda por recorrer,<br />
y de las muchas llamadas a la conversión,<br />
parapasar de lo bueno, que ciertamente<br />
existe en nuestras vidas, alomejor,<br />
que es la meta que hemos de prefijarnos en<br />
nuestra vida y misión.<br />
Con Francisco hemos orado insistentemente<br />
al Señor para que iluminase las tinieblas<br />
de nuestro corazón, y como él, también<br />
le hemos preguntado más de una vez «Se-<br />
ñor, ¿qué quieres que haga?» (cf Shc 8.14).<br />
Y el Señor no fue sordo a nuestras súplicas<br />
y con fuerza nos hizo sentir, una vez más, su<br />
apremiante llamada: Volved al Evangelio,<br />
fundamentad vuestras vidas en el Evangelio<br />
(cf Shc 38). Sólo así, en efecto, nuestras vidas,<br />
como yo mismo dije en el Informe al<br />
Capítulo, y como luego repitió el documento<br />
final, «recobrará la belleza, la poesía y el<br />
encanto de los orígenes». Sólo así seremos<br />
liberados de todas nuestras esclavitudes (cf<br />
Shc 14; Cla 5). Colocad la experiencia de<br />
Dios en el centro de vuestra vida y misión<br />
–nos repitió el Señor-, pues sólo ella podrá<br />
transformarlas, sólo así podréis refundarlas<br />
(cf Shc 38).<br />
Y junto con esta llamada, que sin duda es<br />
la principal, el Espíritu, de mil maneras, nos<br />
ha dicho: Hermanos Menores: Poneos en camino,<br />
y desde la fe y la lógica del don, construid<br />
fraternidad, en comunión con los menores<br />
de la tierra y en diálogo con el mundo.<br />
1. Poneos en camino<br />
Caminar es la condición de todo peregrinoyforasteroy,<br />
en cuanto tales (cf 2R 6, 2),<br />
es la condición de todos los Hermanos Menores.<br />
Caminar es lo que se nos pide si queremos<br />
«crecer en la vida evangélica y en el<br />
seguimiento de Cristo» (La fromación permanente<br />
en la Ordene de los Hermanos Menores,<br />
Roma 1995, 38), en «fidelidad creativa»<br />
(cf Vita consecrata 37). Caminar es lo<br />
que queremos con la celebración de la gracia<br />
de los orígenes: caminar, ir a las raíces,<br />
a los fundamentos de nuestro carisma, y, al<br />
mismo tiempo, caminar al encuentro con<br />
los hombres y mujeres de hoy, para dar una<br />
respuesta evangélica y franciscana a sus<br />
preguntas “sobre el sentido de la historia, de<br />
la existencia y de la vida”, preguntas que<br />
son también las nuestras (cf Shc 6).<br />
El Capítulo, consciente de que en momentos<br />
de crisis, como los que está atravesando<br />
actualmente la vida religiosa en general<br />
y la vida franciscana en particular, la<br />
tentación de “sentarnos a la vera del camino”,<br />
con rostro de resignados a ver lo que<br />
pasa, es más que hipotética; consciente<br />
también de que el caminar monótono y rutinario,<br />
la falta de esperanza en el futuro, la
486 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
resignación, el pesimismo y el desencanto,<br />
son realidades presentes en más de una Entidad<br />
y en no pocos hermanos, síntomas<br />
bien claros de la crisis que estamos viviendo<br />
y manifestación de la misma (cf Cla 20),<br />
no duda en invitarnos con fuerza a ponernos<br />
en camino, «en permanente discernimiento»<br />
y en «una evaluación constante de nuestra<br />
vida» (Shc 35). Nos invita y nos pide el<br />
que nos sintamos «mendicantes de sentido»,<br />
en profunda comunión con nuestros<br />
contemporáneos (cf Shc 6), y particularmente<br />
con los pobres, que «tienen la fuerza<br />
de orientarnos en nuestras búsquedas» (Shc<br />
5), como único medio para vencer la parálisis<br />
y superar la catalepsia que tantas veces<br />
nos impide mirar hacia adelante y poner los<br />
ojos en el futuro hacia el cual nos empuja el<br />
Espíritu (cf Vita consecrata 110). Nos invita<br />
y nos pide que nos preguntemos siempre:<br />
«Qué nos pide hoy el Señor» (cf Shc 47).<br />
Puede que en tiempos marcados por<br />
cambios tan vertiginosos como los nuestros<br />
no tengamos muy claro hacia dónde vamos.<br />
Yo mismo lo dejaba entrever en mi Informe<br />
al Capítulo cuando hablaba de que los tiempos<br />
actuales son más bien tiempos de preguntas<br />
que de respuestas (cf Cla 121). En<br />
un momento como el nuestro de cambio de<br />
época, puede que nuestros ojos, como los<br />
de los discípulos de Emaús (cf Lc 24, 16),<br />
estén cerrados y no veamos, con la claridad<br />
que desearíamos, cómo responder a los signos<br />
de los tiempos, a través de los cuales el<br />
Espíritu nos sigue interpelando constantemente<br />
(cf El Señor te dé la paz, Sdp, Doc.<br />
del Capítolo generale 2003). Puede que,<br />
cargados como estamos de tantos interrogantes<br />
aparentemente sin respuesta, fatigados<br />
por tantos cansancios acumulados y llenos<br />
de incertidumbres ante nuestro futuro<br />
(cf Shc 7), nuestra decepción sea tan grande<br />
como la de Cleofás y su compañero, hasta<br />
llegar a confesar como ellos nuestra profunda<br />
frustración: «nosotros esperábamos» (cf<br />
Lc 24, 21).<br />
En cualquier caso, mientras seguimos<br />
implorando «al alto y glorioso Dios que ilumine<br />
las tinieblas que nublan el corazón del<br />
mundo y las tinieblas del nuestro propio»<br />
(Shc 8; cf OrSD 1ss), lo importante es ponernos<br />
en camino, confiando en que el Señor<br />
camina con nosotros y guía nuestros pasos,<br />
aunque de momento no estemos en<br />
condiciones de reconocerlo. Lo importante,<br />
en estos momentos de incertidumbre y de<br />
prueba, es que nos sintamos “hermanos en<br />
camino”, “compañeros de camino”, y «que<br />
nos presentamos a los demás con la verdad<br />
de nuestra búsqueda, con la verdad de nuestras<br />
preguntas, con la verdad de nuestros<br />
miedos e incertidumbres» (Cla 121). Sólo<br />
poniéndonos en camino y con la confianza<br />
puesta en el Señor de la historia, conjugando<br />
a nivel de experiencia «el Evangelio de<br />
Jesucristo con la vida misma en todo su espesor»,<br />
nos iremos «desvistiendo poco a<br />
poco del desencanto, así como del pragmatismo<br />
superficial y de los fáciles idealismos,<br />
para habitar en la tensión del Reino, atmósfera<br />
fecunda del seguimiento» (Shc 9). Sólo<br />
manteniéndonos en camino podremos tener<br />
«una mejor comprensión de la propia<br />
vocación» (Shc 10).<br />
A este respecto, es muy significativo que<br />
el documento capitular tenga como título El<br />
Señor nos habla en el camino, y que los términos<br />
más repetidos en él son los que hacen<br />
referencia a caminar, buscar, y discernir.<br />
También me parece altamente significativo<br />
que el mismo documento final reconozca<br />
que «el pasaje bíblico de los discípulos de<br />
Emaús nos ha guiado como paradigma del<br />
viaje que queremos emprender en los distintos<br />
caminos de nuestro mundo» (Shc 8).<br />
Como ellos, también nosotros nos sentimos<br />
en camino, “mendicantes de sentido”. Como<br />
ellos anhelamos la presencia del Señor<br />
como compañero de viaje para poder comprender<br />
las Escrituras y los signos de los<br />
tiempos.<br />
2. Desde la fe y la lógica del don<br />
Nuestra vocación y misión, lo mismo que<br />
una profunda renovación (refundación) de<br />
nuestra vida, son incomprensibles y, por tanto,<br />
inseparables de la fe. Lo reconoce con<br />
fuerza el documento El Señor nos habla en<br />
el camino: «La vida de la fe es la fuente absoluta<br />
de nuestra alegría y de nuestra esperanza,<br />
de nuestro seguimiento de Jesucristo,<br />
de nuestro testimonio al mundo» (Shc 18).
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
487<br />
No podría ser de otro modo, ya que «las<br />
relaciones fundamentales de nuestra vida:<br />
con el mundo, con Dios y con nuestros hermanos,<br />
son construidas desde la fe» (Shc<br />
16; cf Shc 15). La fe, de hecho, “en una circularidad<br />
permanente” con la vida, nos permite<br />
una interpretación adecuada de la propia<br />
existencia y de la existencia de los demás,<br />
con todo lo que ello comporta: las<br />
experiencias de cada uno, el contacto humano<br />
con la realidad dolorosa y esperanzadora<br />
de cada persona, de cada pueblo y con<br />
la naturaleza (cf Shc 11).<br />
En relación con uno mismo, la fe es la<br />
que permite que el Señor entre en nuestras<br />
vidas, como entró en la vida de la Samaritana<br />
(cf Shc 17), y nos reconcilie con nuestra<br />
propia historia, curándonos «de nuestras<br />
enfermedades, de los lastres heredados»<br />
(Shc 18). La fe es la que permite al Señor<br />
conducirnos, «cada vez más profundamente»,<br />
hacia un manantial que saciará definitivamente<br />
nuestra sed (cf Shc 17); y la que<br />
nos permite responder a la misión a la que<br />
el Señor nos envía (cf Shc 18), empujándonos<br />
a ser apóstoles para los demás. Y la historia<br />
se repite: La sed saciada, como en el<br />
caso de la Samaritana, será entonces nuestro<br />
mensaje (cf Shc 17).<br />
En relación con los demás, afirma el documento<br />
final del Capítulo, la fe en el Dios,<br />
Uno y Trino, es lo que nos hace salir de nosotros<br />
mismos para ir al encuentro de los<br />
otros, “del distinto”, para «entregar y entregarnos<br />
gratuitamente», desde la lógica del<br />
don (Shc 22). Por este mismo motivo, a la<br />
base del reconocimiento del otro como hermano<br />
está una opción de fe: «El hecho de<br />
reconocernos como hermanos nace de la fe<br />
en un Dios que es Padre de todos. Desde la<br />
fe reconoceré al otro y podré decir como<br />
Francisco: El Señor me dio hermanos»(Shc<br />
26). Y sólo desde la fe, «en la diversidad de<br />
personalidade», podremos «reconocer un<br />
don entregado a nuestras vidas para entrar<br />
en relación de amor gratuito y desinteresado»<br />
(Shc 23) con el hermano, con el “otro”.<br />
No hay fraternidad sin confianza en los demás,<br />
pero, para nosotros, esta confianza/fe<br />
en los demás se afianza en la fe en Dios,<br />
Uno y Trino. De ahí que no podamos sepa-<br />
rar una de la otra, ya que ambas «están íntimamente<br />
relacionadas entre sí» (cf Shc 15).<br />
Finalmente, en relación con la realidad<br />
que nos rodea, la fe nos permite tener una<br />
mirada nueva sobre ella (cf Shc 19).Lafe<br />
no nos oculta la dramática realidad y el dolor<br />
de nuestras gentes, el sufrimiento de<br />
“rostros y nombres concretos ligados a<br />
nuestras vidas cotidianas, rostros y nombres<br />
amados”, que luchan contra «las fuerzas<br />
culturales, sociales y políticas que buscan<br />
imponerse», obstaculizando no sólo la fe,<br />
«sino también la confianza fundamental en<br />
los otros»; «pueblos enteros que todavía reclaman<br />
los derechos básicos de alimento,<br />
techo, educación y trabajo; pueblos enteros<br />
que se ven obligados a emigrar sin la promesa<br />
de un verdadero cambio para sus vidas».<br />
La fe no nos oculta ni nos ahorra nada<br />
de eso, pero nos hace ver esa realidad desde<br />
otra óptica y, sobre todo, nos lleva a compartir<br />
su misma suerte (cf Shc 5).Lafeno<br />
nos ahorra las preguntas existenciales que,<br />
ante el dolor de la humanidad y el caos de<br />
nuestro tiempo se plantean muchos de nuestros<br />
contemporáneos cf Shc 6), pero, «desde<br />
una relación profunda con Dios, con su Palabra,<br />
en una comunión entrañable con la<br />
Iglesia» (cf Shc 14), se nos permite vivir la<br />
realidad desde una perspectiva nueva.<br />
Pero la fe de la que habla el documento<br />
final del Capítulo, como toda fe que es auténtica,<br />
«implica todo lo que somos, nuestra<br />
historia, nuestro cuerpo, nuestra mente,<br />
nuestras emociones, introduciendo a toda la<br />
persona en una obediencia a la Palabra, cargada<br />
de futuro» (Shc 18). Consciente que<br />
una fe así no se alcanza de una vez por todas,<br />
El Señor nos habla en el camino, nos<br />
pone delante de la necesidad de dar a la persona<br />
un “equipamiento básico” en el campo<br />
de la fe, de proporcionarle una adecuada<br />
«educación en la fe» (Shc 27), tanto durante<br />
la formación inicial como permanente;<br />
habla de la “urgencia” de «la personalización<br />
de la fe» (Shc 16). E intentando provocar<br />
una profunda reflexión, el documento<br />
final del Capítulo nos lanza una pregunta<br />
que es bueno que nos “atormente” y nos<br />
“persiga” a todos y en todo momento: ¿Tendremos<br />
esa fe, esa fe que nos lleva a ver la
488 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
propia realidad, la realidad de los demás y<br />
de la historia, desde una óptica nueva? (cf<br />
Shc 27).<br />
Esta fe nos llevará necesariamente a vivir<br />
en la lógica del don. Partiendo de «la<br />
perfecta lógica del don» que se da en Dios:<br />
El Padre que nos dio y nos da al Hijo, el Hijo<br />
que se dio sin reserva alguna y que, de<br />
manera especial, nos dona a su Madre, nosotros,<br />
Hermanos Menores, no podemos<br />
menos de vivir desde esa misma lógica, sintiéndonos<br />
nosotros mismos don (cf Shc 20-<br />
22), lo que nos permitirá «entregarnos gratuitamente<br />
a los otros a través de un movimiento<br />
del don que es similar al constante<br />
entregarse de Dios» (Shc 22). Esta lógica<br />
lleva a una “mirada nueva” que hará posible<br />
ver en cada hermano «un don entregado a<br />
nuestras vidas para entrar en relación de<br />
amor gratuito, desinteresado, con él» (Shc<br />
23). En la “lógica del don” la diversidad se<br />
torna riqueza, y el pecado del hermano en<br />
ocasión para entregarnos sincera y gratuitamente<br />
a los demás y prolongar así el amor<br />
de Dios (Shc 22). De este modo, el bien recibido<br />
–somos don del Señor-, será bien<br />
compartido y restituido cf Shc 19), tal y como<br />
lo deseaba Francisco.<br />
Es pues el momento de caminar desde la<br />
fe, como los grandes modelos de fe: Abrahán,<br />
María de Nazaret, Jesús, Francisco....<br />
Ya lo hacía notar en mi Informe al Capítulo<br />
cuando afirmaba: «Es el momento de ejercitarnos<br />
en la fe, de movernos desde la fe,<br />
de vivir de la fe». Sólo la fe, en efecto, logrará<br />
ponernos en camino, pues sólo desde<br />
ella podremos «asumir el Evangelio como<br />
Buena Noticia, pasar a la otra orilla, vivir el<br />
presente con audacia y osadía evangélicas.<br />
Sin fe, nada de esto es posible. Sin fe, el peligro<br />
de instalarnos, de repetirnos, de anular<br />
los sueños más profundos, de perder, poco<br />
a poco, la alegría que brota de la pasión en<br />
la vivencia de nuestra vocación y misión, es<br />
más que una posibilidad» (Cla 8). Por otra<br />
parte, en el trabajo en grupos linguísticos<br />
sobre mi Informe, los capitulares no dudaron<br />
en afirmar que la verdadera crisis que<br />
vivimos es crisis de fe, que luego se transforma<br />
también en crisis de autenticidad. Al<br />
mismo tiempo se subrayó la necesidad de la<br />
fe para superar la crisis por la que está pasando<br />
la vida religiosa en general y la nuestra<br />
en particular.<br />
Es también el momento de recuperar el<br />
gozo de la gratuidad y de la entrega sin reservas<br />
y sin cálculos egoístas. Para lo cual<br />
es necesario ejercitarnos en la contemplación<br />
del Dios que se hace don (cf Shc 20),<br />
pues sólo desde dicha contemplación encontraremos<br />
«la fuerza y la lucidez para<br />
afrontar, en una perspectiva del don, la realidad<br />
personal, comunitaria y social, marcadas<br />
siempre por la finitud y el pecado» (Shc<br />
24), y podremos «trasmitir, más allá de la<br />
ley de precio, del intercambio, de la ventaja,<br />
que se impone en nuestro tiempo, una lógica<br />
del don» (Shc 19).<br />
Subrayando la necesidad de la fe y la lógica<br />
del don, como presupuestos para construir<br />
fraternidad, el Capítulo nos recuerda<br />
que por vocación somos, ante todo, creyentes,<br />
y que nuestra misión pasa, necesariamente,<br />
por la entrega, la donación y la “restitución”.<br />
3. Cuidad la vida fraterna<br />
El tema de la fraternidad ha sido, sin duda<br />
alguna, el tema más presente en todo el<br />
Capítulo. Ello muestra, ciertamente, que la<br />
Orden ha tomado conciencia de que la fraternidad<br />
es un elemento fundamental y fundante<br />
de nuestra vida y misión. Al igual que<br />
la comunión de vida en fraternidad configuró<br />
la vida y misión de Francisco y de sus<br />
primeros compañeros, así también la vida<br />
en fraternidad ha de configurar nuestra vida<br />
y misión, de tal modo que ya no podemos<br />
hablar de vida franciscana sin la comunión<br />
de vida en fraternidad, y ya no podemos hablar<br />
de misión franciscana sin pensarla y vivirla<br />
como misión desde y en fraternidad:<br />
Somos una fraternidad y, en cuanto tal, somos<br />
enviados en misión para anunciar al<br />
mundo la palabra del Señor (cf CCGG 1,1.<br />
38ss.87,2). Al mismo tiempo, sin embargo,<br />
dicha insistencia indica, también, que todavía<br />
estamos en déficit en relación con la vida<br />
de fraternidad, y que si mucho es el camino<br />
recorrido, mucho es también el camino<br />
que nos queda por recorrer (cf Cla<br />
37-55).
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
489<br />
Del Capítulo general extraordinario sale,<br />
pues, más reforzada la convicción de que<br />
formamos una fraternidad, de que somos<br />
fraternidad; pero, al mismo tiempo, durante<br />
la celebración del Capítulo extraordinario<br />
hemos escuchado con fuerza la llamada del<br />
Espíritu a cuidar de la vida fraterna, a seguir<br />
creciendo en fraternidad, a construir fraternidad,<br />
a responder mejor a nuestra vocación<br />
de hermanos. La fraternidad, que es ciertamente<br />
un don que hemos de acoger con gratitud<br />
y celebrar con gozo, es al mismo tiempo<br />
una tarea, «una de nuestras tareas fundamentales»<br />
(cf Shc 27). Por tal motivo,<br />
nuestra vocación, se repitió muchas veces<br />
durante el Capítulo y yo mismo lo afirmé en<br />
mi Informe, es la de construir fraternidad.<br />
Llamados por gracia a vivir en fraternidad,<br />
somos llamados, igualmente, a ser<br />
constructores de fraternidad y no sólo sus<br />
consumidores (cf Cla 55). Mucho y fecundo,<br />
como hemos dicho, es el camino que hemos<br />
hecho en el terreno de la comunión de<br />
vida en fraternidad, pero largo es también el<br />
tramo de camino que nos queda por recorrer.<br />
Formamos parte de una fraternidad llamada<br />
a crecer constantemente. Nuestro camino<br />
de fraternidad es un camino iniciado<br />
pero ciertamente no concluido.<br />
Es también un camino hermoso, pero nada<br />
fácil. En este contexto, el Capítulo, consciente<br />
de las dificultades por las que atraviesa<br />
la vida fraterna, en su documento final,<br />
aludiendo al compartir fraterno que se<br />
llevó a cabo durante su celebración, afirma:<br />
«El recíproco intercambio de experiencias<br />
nos ha convencido que nuestra fraternidad<br />
necesita de una delicada atención de nuestra<br />
parte» (Shc 31).<br />
¿Por qué esta “delicada atención” a la vida<br />
fraterna? Dos son las principales dificultades<br />
con las que tropezamos, según el documento<br />
El Señor nos habla en el camino,a<br />
la hora de avanzar en la construcción de la<br />
vida fraterna: las divisiones y la falta de<br />
confianza mutua entre los hermanos.<br />
1. Las divisiones<br />
Vivimos en un mundo «herido por la<br />
fragmentación y las divisiones». Y lo que<br />
podría parecer algo extraño a quienes he-<br />
mos abrazado la fraternidad como un elemento<br />
constitutivo de nuestra forma de vida,<br />
sin embargo, no lo es. El Señor nos hablaenelcaminoes<br />
claro al respecto cuando<br />
afirma que «estas divisiones no son algo<br />
ajeno a nuestra propia vida fraterna» (Shc<br />
31).<br />
La construcción de la fraternidad pasa<br />
entonces, en primer lugar, por superar las<br />
divisiones, causa, muchas veces, de la dispersión,<br />
y de la tentación de separarnos de<br />
la experiencia comunitaria, para refugiarnos<br />
en la propia seguridad cotidiana que,<br />
antes o después, es fuente de individualismo.<br />
En efecto, después de algunos o muchos<br />
años de vida en fraternidad, las injusticias<br />
o los conflictos en el seno de la misma,<br />
la presencia del pecado en la vida de los<br />
hermanos o en la propia, el cansancio y las<br />
dificultades propias del camino, pueden<br />
producir en nosotros, como en los discípulos<br />
de Emaús, desconcierto, frustración,<br />
–«nosotros esperábamos...»-, y entonces es<br />
fácil sucumbir a la tentación de escapar y<br />
tomar distancia de la fraternidad y transformarnos,<br />
como Cleofás y su compañero, en<br />
cómplices de un desconcierto demasiado<br />
fácil de llevar.<br />
Esta tentación muchas veces se nutre de<br />
la conciencia del abismo que existe entre lo<br />
que cada uno de nosotros vive y lo que queremos<br />
vivir juntos, abismo entre nuestro caminar<br />
y aquello a lo que nos dirigimos juntos.<br />
Otras veces, dicha tentación es alimentada<br />
por los sentimientos de extrañeza ante<br />
la diversidad que experimentamos entre nosotros<br />
y que frecuentemente molestan y nos<br />
hieren más que el rigor mismo del camino.<br />
Casi siempre, sin embargo, las divisiones<br />
son manifestación de una visión demasiado<br />
horizontal, y muy poco teologal, de la fraternidad.<br />
En tales casos es necesario recordar, en<br />
primer lugar, que la vida fraterna en comunidad<br />
no es “opcional” para los hermanos.<br />
La comunión de vida en fraternidad es<br />
nuestro “signo” ante el mundo, «una buena<br />
noticia de la familiareidad de todos los seres<br />
creados a la luz de Cristo» (Shc 26), y<br />
por ello no podemos “renunciar” a ella ante<br />
la primera dificultad. Hace falta también
490 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ver la diversidad y la pluralidad, no como<br />
una amenaza a mi individualidad, sino como<br />
una riqueza, «alegre noticia de un Dios<br />
siempre fecundo» (Shc 4), que hace nuevas<br />
todas las cosas y, por supuesto, distintos todos<br />
los seres; y que «la fraternidad perfecta<br />
es para Francisco, y también para nosotros<br />
hoy, aquella que reúne en sí los dones de cada<br />
hermanos, puestos al servicio del Reino»<br />
(Shc 38). Por otra parte, es urgente recuperar<br />
el sentido teologal de la fraternidad. Desde<br />
el momento en que «la relación fraterna<br />
no nace primariamente de nuestra buena voluntad<br />
o de nuestra virtud, sino del don de<br />
Dios», es necesaria una visión de fe en un<br />
«único Padre que nos convoca a la hermandad»<br />
(Shc 26; cf Cla 54), desde la riqueza de<br />
nuestras diferencias y de nuestra diversidad.<br />
Se hace urgente, por tanto, una «educación<br />
en la fe» (Shc 27), si queremos cuidar y crecer<br />
en nuestras relaciones fraternas.<br />
2. La falta de confianza mutua<br />
La falta de confianza – «fe horizontal»,<br />
«fe básica y fundamental», de la que habla<br />
el documento final del Capítulo (cf Shc 15-<br />
16)-, hiere de muerte la vida fraterna, reduciéndola,<br />
en el mejor de los casos, a una<br />
simple vida en común. Esta falta de confianza<br />
es causada y a la vez se nutre, en la<br />
mayoría de los casos, de experiencias negativas<br />
causadas por la presencia del pecado<br />
entre nosotros ( cf Shc 16).<br />
Consciente de que la verdadera fraternidad<br />
se establece «al precio de la reconciliación»<br />
(Vita fraterna en comunidad, 26, Roma<br />
1994), pues la fraternidad perfecta no<br />
existe todavía, consciente, también, de la<br />
necesidad de «restaurar la fe básica y fundamental»<br />
de unos con otros y de la necesidad<br />
de «ser instrumentos de reconstrucción<br />
de este tejido fundamental de confianza<br />
mutua» (Shc 16), El Señor nos habla en el<br />
camino nos pide caminar hacia la fraternidad<br />
que sabe vivir el perdón y el amor (cf<br />
Vita fraterna..., 26). Para ello nos pide desarrollar<br />
«una cultura de acompañamiento<br />
fraterno, de corrección, de perdón y de reconciliación»<br />
(Shc 53), y, siempre que sea<br />
necesario, recurrir a «ritos de perdón mutuo»,<br />
y a la búsqueda constante de «caminos<br />
de comunión» (Shc 31), que nos lleven<br />
a recuperar situaciones y conflictos que han<br />
herido nuestra confianza recíproca.<br />
3. Otras mediaciones para cuidar la<br />
vida fraterna<br />
– Una comunicación profunda<br />
La mayor dificultad, sin embargo, en la<br />
construcción de la fraternidad parece estar<br />
en la falta de una comunicación profunda<br />
entre nosotros y en la dificultad de hablar<br />
juntos, de manera justa y verdadera, sin reservas<br />
y con total confianza, a partir de<br />
nuestras pobrezas (cf Cla 42). Es por ello<br />
que, a la hora de cuidar la vida fraterna, el<br />
documento capitular nos pide, en repetidas<br />
ocasiones, que apostemos decididamente<br />
por una comunicación tal que nos permita<br />
acercarnos al “otro” y caminar el “distinto”;<br />
una comunicación que toque nuestra historia<br />
vocacional, una comunicación que venga<br />
del corazón y con un lenguaje renovado<br />
que parta de los esencial, nos permita hacer<br />
partícipes a los demás de la verdad de nuestro<br />
ser, “sin restricciones”, como hizo la Samaritana<br />
con Jesús (cf Shc 17),y,deeste<br />
modo, podamos profundizar, en compañía<br />
unos de otros, en nuestro seguimiento de<br />
Cristo y en nuestra fe en Dios (cf Shc 50-<br />
51), para llegar a tener «una experiencia<br />
más profunda del gozo de nuestra vocación»<br />
(Shc 53).<br />
El Capítulo, consciente de la necesidad<br />
de «compartir juntos las alegrías y las dificultades<br />
de ser hermanos» (Shc 31), nos invita<br />
a la creatividad, a imaginar «nuevas<br />
formas de encuentro que expresen y celebren<br />
el gozo de nuestra vocación» (Shc 53).<br />
Consciente, también, de que la celebración<br />
de la vida en todas sus dimensiones es imprescindible<br />
(cf Shc 11.32.50) para cuidar y<br />
potenciar la vida fraterna, nos pide que busquemos<br />
y cultivemos “momentos y modos<br />
diversos” que nos permitan dicha celebración<br />
(cf Shc 32), según «la especificidad de<br />
cada cultura y sus necesidades particulares»<br />
(Shc 11). La metodología de Emaús es, como<br />
ya hemos dicho, uno de los métodos<br />
propuestos, y más recomendados por el Capítulo,<br />
para compartir y celebrar la vida.
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
491<br />
En este contexto me parece importante<br />
señalar que el documento capitular, consciente<br />
de la unidad indisoluble que debe<br />
existir entre vocación, vida fraterna y misión<br />
en la opción de vida de todo Hermano<br />
Menor, saliendo al paso de posibles fragmentaciones,<br />
nos recuerda que el diálogo<br />
con el mundo comporta, ante todo, un diálogo<br />
íntimo con el Dios que se revela y un<br />
diálogo al interior de la misma vida fraterna:<br />
«No podemos hablar con el mundo si<br />
no somos capaces de entablar un diálogo<br />
entre nosotros mismos en el calor de la<br />
verdad y de la fe, si no somos capaces de<br />
dialogar íntimamente con el Dios que se<br />
revela» (Shc 36).<br />
Todo esto nos está pidiendo que evaluemos<br />
continuamente las modos y formas en<br />
que nos comunicamos (cf Shc 50), recordando<br />
siempre que sólo una comunicación<br />
profunda y auténtica podrá lograr que recuperemos<br />
la fe/confianza en los otros, permitiéndonos<br />
fiarnos unos de otros, acogernos<br />
unos a otros, estimularnos recíprocamente,<br />
corregirnos cuando sea necesario, y amarnos<br />
en todo momento (cf Shc 15). Sólo una<br />
comunicación profunda y auténtica nos permitirá<br />
reconstruir el tejido fundamental de<br />
la confianza mutua (cf I 16) , construyendo<br />
una verdadera fraternidad en la que, superadas<br />
las divisones, todos nos sintamos solidarios<br />
de la “suerte” de los demás, hasta hacer<br />
de nuestras comunidades, espacios, como<br />
dicen nuestras Constituciones Generales,<br />
dentro de los cuales se puedan alcanzar<br />
una verdadera madurez humana y cristiana<br />
(cf CCGG 39).<br />
Pero todo será posible si fomentamos en<br />
nosotros y entre nosotros el deseo de estar<br />
con él, a lo largo de todo el camino; si le<br />
permitimos entrar en nuestro espacio vital y<br />
quedarse con nosotros; si mantenemos viva<br />
la “nostalgia” de su presencia, y si, como él,<br />
nos hacemos peregrinos y forasteros, en los<br />
caminos de la humanidad herida (cf Shc<br />
5.6).<br />
– La madurez psíquica de los hermanos<br />
El Señor nos habla en el camino subraya<br />
que se ha de prestar especial atención a la<br />
madurez psíquica, «porque muchos proble-<br />
mas en las relaciones fraternas remiten a<br />
nuestra fragilidad humana» (Shc 31). La experiencia<br />
nos dice cuánto de verdad hay en<br />
estas palabras del documento capitular. Por<br />
ese mismo motivo ya la Ratio Formationis<br />
<strong>OFM</strong> nos recuerda la atención que se debe<br />
prestar a la madurez psíquica desde las primeras<br />
etapas de formación (cf RFF<br />
106.188).<br />
– Un adecuado acompañamiento<br />
El documento capitular insiste en la necesidad<br />
del «acompañamiento y cuidado<br />
materno» (Shc 32), particularmente en los<br />
«primeros diez años» después de la profesión<br />
solemne (cf Shc 53), y en el momento<br />
del envejecimiento (cf Shc 54); momentos<br />
particularmente delicados en los que se requiere<br />
una especial ayuda en el camino y la<br />
perseverancia vocacionales. De este modo<br />
el Capítulo se sitúa en perfecta sintonía con<br />
cuanto pide Francisco (cf 2R 6, 7-8) y con<br />
cuanto afirma nuestra Ratio Formationis al<br />
señalar el acompañamiento como “la piedra<br />
angular” de la pedagogía franciscana (cf<br />
RFF 92.104).<br />
– El Capítulo local<br />
El Señor nos habla en el camino presenta<br />
el capítulo local como «un buen instrumento<br />
para compartir la fe y la fraternidad»<br />
(Shc 31), un instrumento adecuado para el<br />
diálogo, la escucha y el conocimiento y la<br />
práctica de nuestra vocación (cf Shc 53), y,<br />
en cuanto tal, un buen instrumento para un<br />
discernimiento en la vida de la comunidad<br />
y el crecimiento de ésta (cf Shc 52; Cla 40).<br />
– La formación permanente<br />
Finalmente, el documento final del Capítulo<br />
insiste, particularmente en las orientaciones<br />
prácticas, en la necesidad de la<br />
formación permanente, como instrumento<br />
privilegiado para cuidar, construir y potenciar<br />
la comunión de vida en fraternidad (cf<br />
Shc 16.53.54.56.57.59). No podía ser de<br />
otro modo, teniendo presente que la formación<br />
es camino de conversión en todas las<br />
dimensiones de la persona, tal y como justamente<br />
subraya repetidas veces nuestra<br />
Ratio Formationis (cf RFF 62-91).
492 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
– El papel de los ministros,<br />
guardianes y formadores<br />
En todo este proceso, El Señor nos habla<br />
en el camino no olvida el papel importante<br />
que desempeñan los Ministros y Guardianes<br />
(cf Shc 51), por lo que pide que las experiencias<br />
y las actividades de formación<br />
permanente tienen que ser elaboradas de<br />
forma que «estimulen a quienes están en<br />
puestos de animación en el ámbito local y<br />
provincial» para que puedan acompañar<br />
adecuadamente a los hermanos «durante toda<br />
su vida», particularmente en lo relacionado<br />
con el cuidado de su vocación (cf Shc<br />
54). Tampoco olvida a los formadores, para<br />
los cuales pide se desarrollen «iniciativas<br />
provinciales e interprovinciales y de Conferencias»<br />
que les entrenen en la «dimensión<br />
humana y especialmente franciscana de<br />
nuestra vocación» (Shc 54).<br />
4. Hacia fraternidades de iguales, internacionales<br />
e interculturales<br />
El documento del Capítulo además de<br />
invitarnos a cuidar la vida fraterna y señalar<br />
los medios que hemos indicado para tal cuidado,<br />
añade, también, algunas indicaciones<br />
importantes a la hora de construir verdadera<br />
fraternidad y que, en cierto modo, han de<br />
caracterizar nuestras comunidades en el futuro.<br />
En concreto, el Capítulo habló de la<br />
necesidad de seguir creciendo en fraternidades<br />
de iguales, y en fraternidades internacionales<br />
e interculturales.<br />
– Fraternidad de iguales<br />
Una fraternidad formada por hermanos<br />
clérigos y hermanos laicos, con los mismos<br />
derechos y las mismas obligaciones. El Capítulo,<br />
en diversas ocasiones y a través de<br />
voces que nos llegaron de distintas situaciones<br />
y “regiones”, ha subrayado la importancia<br />
de este valor de nuestra forma de vida<br />
para poder ser realmente “signum fraternitatis”,<br />
pidiendo que se haga todo lo posible<br />
para que, a todos los efectos, venga reconocida<br />
jurídicamente dicha igualdad. El documento<br />
capitular se hace eco, y justamente,<br />
de esta petición cuando afirma: “Debemos<br />
poner énfasis en la igualdad de todos los<br />
hermanos que tienen la misma vocación de<br />
ser un Hermano Menor, respetando, al mismo<br />
tiempo, los distintos dones y valores de<br />
la vocación ministerial de los hermanos”.<br />
Para ello El Señor nos habla en el camino<br />
llama la atención sobre la necesidad de revisar<br />
nuestras actividades de evangelización<br />
de tal modo que nuestra evangelización”<br />
refuerce la prioridad de la fraternidad<br />
como signo y la igualdad de laicos y clérigos<br />
en la misión”, y que la formación, inicial<br />
y permanente, asegure dicha igualdad<br />
(cf Shc 60).<br />
– Fraternidades internacionales<br />
e interculturales<br />
La internacionalidad y la interculturalidad<br />
son consideradas por el Capítulo como<br />
signo de la riqueza de nuestra Orden, que<br />
no sólo hemos de custodiar, sino también<br />
de favorecer y potenciar en todas se expresiones,<br />
pues sólo así podremos ser signos<br />
creíbles en un mundo profundamente dividido.<br />
Para avanzar en esta dirección el Capítulo<br />
recordó que hemos de potenciar, en primer<br />
lugar, el sentido de pertenencia a la<br />
Fraternidad universal, superando provincialismos<br />
y particularismos (cf Shc 57). Por<br />
otra parte, dado que el sentido de pertenencia<br />
a la Fraternidad universal y la «superación<br />
de barreras», de la que tanto se habló<br />
durante el Capítulo, han de considerarse<br />
parte integral del crecimiento en fraternidad,<br />
es necesario que esta dimensión entre<br />
de lleno en la formación inicial y permanente,<br />
creando estructuras comunes que favorezcan<br />
estrategias de cooperación entre<br />
las distintas Entidades y entre diversas culturas<br />
(cf Shc 54.57.59).<br />
Todos estos aspectos han de ser tenidos<br />
muy en cuenta a la hora de evaluar la vida<br />
de las Entidades y de las Casas de la Orden,<br />
así como la vida misma de los hermanos,<br />
pues de ello depende, en gran parte, la significatividad<br />
de nuestra vida.<br />
5. Como menores, en comunión con los<br />
menores<br />
Para los seguidores de Francisco la “minoridad”,<br />
como antes hemos dicho de la fraternidad,<br />
no es algo opcional, sino una di-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
493<br />
acuerdo con el estilo con el que Francisco<br />
envía a sus hermanos por el mundo: no promuevan<br />
disputas ni controversias, sino que<br />
estén sometidos a toda humana criatura<br />
por Dios (1R 16, 6), con las implicaciones<br />
concretas que se siguen para nuestra misión<br />
«entre los laicos, en relación con la mujer,<br />
en nuestra manera de vivir en la Iglesia, en<br />
el necesario diálogo interreligioso, en nuestra<br />
relación con la creación, en fin, en toda<br />
nuestra misión como menores entre los menores<br />
de la tierra» (Shc 30).<br />
Por otra parte, la voz de los “menores” y,<br />
por tanto, de los “sin voz”, se hizo muy presente<br />
en el aula capitular. El documento del<br />
Capítulo recoge esa presencia y nos invita a<br />
caminar con ellos, haciendo nuestras sus<br />
alegrías y también su dolor (cf Shc 5). Esto<br />
exige no sólo escucharles y defender sus derechos,<br />
sino también ser solidarios con ellos<br />
y compartir su misma vida. Es en este contexto<br />
en el que se entienden las palabras del<br />
documento El Señor nos habla en el camino:<br />
«Nuestra opción fundamental hoy es la<br />
de vivir el Evangelio como menores entre<br />
los menores» (Shc 31).<br />
De este modo, la minoridad que inició<br />
con la contemplación de Cristo que se hace<br />
“menor” y «el contacto con la realidad dolorosa<br />
y esperanzadora de cada persona» (cf<br />
Shc 11), termina necesariamente con una<br />
opción de vida y misión bien concretas:<br />
«menores entre los menores de la tierra»<br />
(Shc 30).<br />
Al invitar a pasar de la contemplación a<br />
la vida, o si queremos de la “ortodoxia” a la<br />
“ortopraxis”, el documento capitular es coherente<br />
con un principio que sienta como<br />
punto de partida: “Ante todo la vida”, la experiencia,<br />
el contacto humano con la realidad<br />
(cf Shc 10-11). «La teoría ilumina la vida,<br />
pero no puede nunca sustituirla» (Shc<br />
10). Ninguna teoría, por hermosa que sea,<br />
podrá ahorrarnos la necesidad de pasar por<br />
el camino de la experiencia, de la cercanía a<br />
la realidad histórica, a la escucha de la Palabra<br />
y su traducción inmediata a la vida,<br />
como hizo Francisco, quien, «después de<br />
escuchar el Evangelio, no tarde en cambiar<br />
su forma de vestir. Necesita practicar la palabra<br />
escuchada, aunque sea de modo parmensión<br />
esencial de nuestra vida, un elemento<br />
que califica nuestra fraternidad. Afirma<br />
el documento final del Capítulo: «No es<br />
suficiente decir que somos hermanos, somos<br />
Hermanos Menores»(Shc 28).<br />
A este punto el documento final nos pone<br />
en guardia contra dos peligros: Uno que<br />
ve la “minoridad” como una simple opción<br />
social, el otro que ve la “minoridad” en su<br />
dimensión puramente espiritual.<br />
Es por ello que El Señor nos habla en el<br />
camino recuerda, en primer lugar, que la minoridad<br />
para Francisco no es una simple categoría<br />
sociológica. El Poverello tomó el término<br />
“menor” del Evangelio (cf Shc 28). Y<br />
tanto para él como para nosotros, en cuanto<br />
Hermanos Menores, el «paradigma de la minoridad<br />
no es otro que el de Cristo» (Shc 29).<br />
Nuestra opción por ser “menores” nace pues<br />
de la contemplación de Cristo Jesús que «no<br />
consideró un tesoro celoso su condición divina,<br />
sino que se despojó de su rango, asumiendo<br />
la condición de siervo» (Fil 2, 6-11).<br />
Sin embargo, esta dimensión cristológica<br />
no impide, ni mucho menos, -nos recuerda<br />
también el documento final-, que la minoridad<br />
se exprese en un concreto estilo de<br />
vida con claras repercusiones sociales. A este<br />
respecto El Señor nos habla en el camino<br />
añade: «La minoridad es la forma concreta<br />
que cualifica nuestra relación fraterna y la<br />
práctica de nuestros ministerios», ordenados<br />
o no, pues «todos somos Hermanos Menores»<br />
(Shc 28).<br />
Si «la minoridad es una apuesta personalmente<br />
asumida para que nada en nosotros<br />
interrumpa la epifanía del otro»; si la<br />
minoridad «es nuestra manera de descalzarnos<br />
constantemente ante el misterio del otro<br />
en quien el Misterio hace su epifanía» (Shc<br />
28); entonces la minoridad deberá marcar<br />
nuestro estilo de vida, “ad intra”, con los<br />
hermanos de la fraternidad, y nuestra misión<br />
“ad extra”, con toda humana criatura.<br />
Así lo afirma claramente el documento del<br />
Capítulo: La minoridad «marca no sólo<br />
nuestra relación entre los frailes, sino de<br />
una manera más amplia, con toda humana<br />
criatura» (Shc 30).<br />
Nos sentimos y somos realmente Hermanos<br />
Menores de todo hombre y mujer, de
494 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
cial y material» (Shc 11). Habiendo escuchado<br />
la voz de los “menores” (cf Shc 5),<br />
ahora nuestra minoridad ha de ser vivida y<br />
expresada a través de la comunión con los<br />
menores, “los pobres y crucificados de esta<br />
tierra”, “representantes” del Cristo pobre y<br />
crucificado (cf Shc 9), a quien hemos prometido<br />
seguir.<br />
A la luz de estas afirmaciones, en la evaluación<br />
que estamos llamados a hacer de<br />
nuestra vida y misión, hemos de tener muy<br />
presente nuestra afectiva y efectiva con los<br />
“menores” de la tierra. ¿Dónde estamos?<br />
¿Con quiénes estamos? ¿Con quiénes nos<br />
identifican? Todas estas preguntas hemos<br />
de ponérnoslas los hermanos. Es la hora de<br />
tomar opciones justas en la dirección justa:<br />
nuestra comunión con los menores.<br />
6. Cruzando barreras para dialogar con<br />
el mundo<br />
El tema de la misión fue otro de los temas<br />
importantes en este Capítulo. No podía<br />
ser de otra manera, pues todos reconocemos<br />
en la misión un elemento integrante<br />
de la vocación franciscana desde sus<br />
orígenes. En cuanto Hermanos Menores,<br />
sentimos que nuestra misión, como la de<br />
Francisco, es «llenar la tierra con el Evangelio<br />
de Cristo» (1Cel 97). Hablar de<br />
evangelización es, por tanto, hablar de<br />
nuestra vocación y de nuestra razón de ser<br />
en la Iglesia y en el mundo. Por otra parte<br />
todos somos conscientes que el mayor reto<br />
del tercer milenio para la Iglesia es la<br />
evangelización, de ahí la urgencia que sentimos<br />
de refundarla y renovarla en sus formas<br />
y estructuras.<br />
El Capítulo no oculta esta necesidad, antes<br />
bien, El Señor nos habla en el camino,<br />
teniendo en cuenta que «nos encontramos<br />
inmersos en un cambio de época, con nuevos<br />
paradigmas y categorías», nos invita a<br />
la “lucidez y audacia” para llevar a cabo<br />
«una seria revisión de nuestra misión [...], y<br />
ensayar caminos inéditos de presencia y<br />
testimonio» (Shc 33), buscando nuevas formas<br />
de evangelización (cf Cla 74) que den<br />
un “testimonio fehaciente de la realidad de<br />
nuestra vocación y misión”, como «Fraternidad-en-misión<br />
al servicio de la Iglesia y<br />
del mundo» (Shc 58). En el contexto en que<br />
nos ha tocado vivir, es urgente «un permanente<br />
discernimiento y una evaluación<br />
constante de nuestra vida» (Shc 35) , una<br />
«revisión crítica continua [...] de nuestros<br />
actuales ministerios» (Shc 58), de tal modo<br />
que podamos «reencontrar el centro de<br />
nuestra misión», y desde ahí podamos<br />
«abrazar la liminalidad» y «habitar la marginalidad»<br />
(Shc 33).<br />
Todo esto está exigiendo de nosotros<br />
«un proyecto de evangelización con clara<br />
identidad franciscana». Lo recordé y pedí<br />
en el Capítulo (cf Cla 79), y lo recuerda y<br />
pide también el documento final del Capítulo<br />
(cf Shc 34). Un Proyecto que proteja y<br />
refuerce «la dimensión específicamente<br />
franciscana de nuestra vocación al servicio<br />
de la Iglesia y del mundo» (Shc 58). Un<br />
Proyecto que prevea estrategias de “cooperación”<br />
y de “intercambio” entre las Entidades<br />
(cf Shc 57.59) y que nos permita trabajar<br />
con los obispos y la Iglesia local (cf<br />
Shc 58) y «en diálogo constante con los laicos»<br />
(Shc 35). Un Proyecto que una e integre<br />
vocación, vida fraterna y misión, desde<br />
la minoridad, pues, como recuerda El<br />
Señor nos habla en el camino, «la vida de<br />
fe en comunidad es nuestro principal signo<br />
en el mundo» (Shc 34; cf Shc 49; Cla 75), y<br />
nos permita, de este modo, combatir la<br />
fragmentación que con frecuencia caracteriza<br />
nuestras vida y misión. Esta unidad,<br />
nos recuerda el Capítulo, se sostiene y alimenta<br />
en la medida en que fundamentemos<br />
nuestras vidas «en el Evangelio de nuestro<br />
Señor Jesucristo, en obediencia, sin propio<br />
y en castidad», pues sólo la centralidad de<br />
«la experiencia de Dios en Cristo Jesús por<br />
la acción del Espíritu», podrá transformar<br />
nuestra vida y misión (Shc 38). Es en el seguimiento<br />
de Cristo, en efecto, donde recobraremos<br />
la unidad de una Fraternidad-enmisión,<br />
y es de él de donde sacaremos las<br />
fuerzas necesarias para enfrentarnos a las<br />
dificultades propias de la misión: «Sólo siguiendo<br />
las huellas de nuestro Señor Jesucristo,desuvida,pasión,muerteyresurrección,<br />
encontraremos la fuerza y la lucidez<br />
para afrontar, en una perspectiva del<br />
don, la realidad personal, comunitaria y so-
CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />
495<br />
cial, marcadas siempre por la finitud y el<br />
pecado» (Shc 24).<br />
La evangelización - «llenar la tierra con<br />
el Evangelio de Cristo» (1Cel 97)-, en estos<br />
momentos, sin embargo, pasa necesariamente<br />
por el diálogo: «La misión adquiere<br />
hoy la forma de diálogo [...], como presencia<br />
en medios fronterizos y conflictivos, como<br />
acción en los nuevos areópagos, como<br />
actividad intelectual y cultural, y como intercambio<br />
de experiencias interreligiosas»<br />
(Shc 36).<br />
En este contexto, es necesario recordar<br />
que en un mundo, como el nuestro, en el<br />
que la globalización, la postmodernidad, y<br />
el pluralismo religioso han multiplicado<br />
las fronteras, nosotros, en cuanto seguidores<br />
de Jesús y a ejemplo de Francisco, estamos<br />
llamados a ir al encuentro del<br />
“otro”, a “pasar a la otra orilla”, a ser cruzadores<br />
de fronteras (cf Shc 36), ya sean<br />
fronteras geográfica, sociales, culturales,<br />
políticas o religiosas, y, desde la lógica del<br />
don y una espiritualidad que en el Capítulo<br />
ha sido llamada espiritualidad de presencia,<br />
kenosis, armonía y totalidad-integridad,<br />
sin excluir a ninguno y abrazando<br />
a todos, estamos llamados a trabajar por<br />
una sociedad sin fronteras ni excluidos (cf<br />
Shc 35). Todo esto presupone la «fe en<br />
Dios», pero también «una notable confianza<br />
humana», y una constante actitud de<br />
aprendizaje frente al otro, «sin dejarnos<br />
encerrar en las fronteras creadas por las<br />
ideologías de turno», pues sólo así podremos<br />
transformarnos «en un faro de esperanza,<br />
en una oferta generosa de fe y de comunión»<br />
(Shc 37).<br />
Para que este diálogo sea posible, el Capítulo<br />
general extraordinario recordó la necesidad<br />
de «entender, asumir y practicar los<br />
principios de la inculturación y de la interculturalidad»<br />
(Shc 38; cf Shc 57), como<br />
consecuencia del reconocimiento de la realidad<br />
carismática, plural y diversa de nuestra<br />
misión. El documento capitular recordó,<br />
también, la necesidad de conocer, actualizar<br />
y transmitir el patrimonio filosófico y teológico<br />
de nuestros maestros, sin desvincularlo<br />
del contexto en que surgieron y de los<br />
desafíos actuales. El Señor nos habla en el<br />
camino se hace eco de una llamada fuerte a<br />
«recuperar con espíritu crítico las grandes<br />
tradiciones filosóficas, teológicas, místicas<br />
y artísticas de nuestro patrimonio franciscano,<br />
como sostén de nuestra misión de predicar<br />
el Evangelio de palabra y de obra, en<br />
medio de la cultura contemporánea». Al<br />
mismo tiempo, nos pone en guardia contra<br />
el «riesgo de ser presa fácil del fundamentalismo<br />
y de las tendencias emotivistas del<br />
presente», así como de perder «nuestro<br />
aporte específico» al anuncio del Evangelio<br />
(Shc 13).<br />
Conclusión<br />
El Capítulo que acabamos de celebrar ha<br />
sido una fuerte y apremiante llamada a vivir<br />
nuestra vida en profundidad, una llamada a<br />
la conversión, a vivir de la fe y desde la fe,<br />
a volver al Evangelio para volver a Cristo, a<br />
revivir la experiencia fundacional de nuestra<br />
Fraternidad, con el fin de reidentificar y<br />
reapropiarnos de la intuición original de<br />
Francisco.<br />
El Capítulo ha sido un fuerte aldabonazo<br />
a mejorar nuestra comunicación, particularmente<br />
a niveles de fe y de vivencia vocacional,<br />
a “volvernos” los unos hacia los<br />
otros, a derribar barreras y prejuicios, a acogernos<br />
desde la escucha recíproca, a superar<br />
provincialismos, etnocentrismos, castas<br />
y regionalismos, a ensanchar el corazón a la<br />
dimensión del mundo.<br />
El Capítulo nos ha hecho una llamada<br />
urgente a no dejarnos atenazar por la crisis<br />
y el miedo, a no encerrarnos en nosotros<br />
mismos, a no reducir nuestras presencias al<br />
confortable y seguro espacio de nuestros<br />
conventos, sino a salir, a descentrarnos para<br />
re-centrarnos, a des-localizarnos para relocalizarnos,<br />
a des-arraigarnos y reimplantarnos,<br />
a sentirnos itinerantes hacia la liminaridad,<br />
la frontera, la periferia, hacia los<br />
«claustros olvidados», habitados por los<br />
«leprosos» de hoy (cf Sdp 37).<br />
En todo momento, nos recordó el capítulo,<br />
los hermanos hemos de estar atentos a no<br />
dar culto a los ídolos del activismo y la eficiencia<br />
para poder mantener el talante profético<br />
de nuestra vida. En este contexto, el
496 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Capítulo nos hizo una fuerte llamada a descentrarnos<br />
de lo urgente para volver a lo<br />
esencial y dar calidad evangélica a nuestra<br />
vida. Todo esto pasa por una opción clara<br />
por la formación permanente. Ella es la que<br />
puede nutrir una verdadera y profunda fidelidad<br />
creativa.<br />
La Orden de los Hermanos Menores,<br />
¿tendrá la lucidez y audacia para ponerse en<br />
camino en esta dirección? La esperanza,<br />
por la que hemos sido visitados durante la<br />
celebración del Capítulo, así como el gran<br />
número de hermanos que ya lo están haciendo,<br />
nos mueve al optimismo.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general
E SECRETARIA GENERALI<br />
1. Gubernii Prov. Annunciationis BMV<br />
in Albania electio<br />
Il Definitorio generale, nella sessione del<br />
4 settembre 2006, sotto la presidenza di RO-<br />
DRÍGUEZ CARBALLO FR. JOSÉ, Ministro generale,<br />
a norma dell’art. 163 §2 degli<br />
SSGG, ha eletto, per un triennio, “ad instar<br />
Gubernii regularis”, della nostra Provicia<br />
dell’Annunciazione della BMV in Albania:<br />
il Ministro provinciale:<br />
TINAJ FR.GASMEND<br />
il Vicario provinciale:<br />
DEJA FR.LEONARD<br />
i Definitori provinciali:<br />
BELLOTTO FR.SILVIO<br />
JAKU FR.LANDI<br />
KAMENCI FR.ANDJELKO<br />
PËRLALA FR.FRAN.<br />
In virtù del presente Decreto confermo<br />
queste elezioni, conferendo ai singoli eletti<br />
tutti i diritti e le facoltà previsti dalle CCGG<br />
e dagli SSGG dell’Ordine.<br />
Questo Decreto entra in vigore dal giorno<br />
della proclamazione, fatta dal Visitatore<br />
generale Blanco Rodríguez Fr. Manuel, durante<br />
il Capitolo della Provincia 2006.<br />
Roma, Curia Generale <strong>OFM</strong>, 5 settembre 2006<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />
Ministro generale<br />
FR.SANDRO OVEREND RIGILLO<br />
Segretario generale<br />
Prot. 097182/372-S06<br />
2. Capitulum Intermedium Prov. S.<br />
Francisci de Quito in Aequatoria<br />
El día 18 de agosto de 2006, el Capítulo<br />
intermedio de la Provincia de San Francisco<br />
de Quito, en Ecuador, presidido por HERAS<br />
SEGARRA FR.WALTER, Ministro provincial,<br />
celebrado conforme a Derecho, en el San-<br />
tuario de “Nuestra Señora de la Nube”, en<br />
la ciudad de Azogues, eligió legítimamente<br />
a los cinco Definidores provinciales:<br />
BONILLA FR.ÁUREO PATRICIO<br />
ECHEVERRÍA FR.ERNESTO<br />
MOSQUERA FR.JESÚS<br />
ORTEGA FR.MARIO LIROY<br />
VILLACRÉS FR.GERARDO.<br />
El Definitorio General, en su Sesión ordinaria<br />
del 7 de septiembre de 2006, después<br />
de examinar las Actas auténticas, aprobó<br />
esta elección.<br />
Prot. 097217/418-S06<br />
3. Capitulum Prov. S. Benedicti Africani<br />
in Re Publ. de Congo<br />
Nel Capitolo della nostra Provincia di<br />
San Benedetto l’Africano, nella Repubblica<br />
Democratica del Congo, celebrato regolarmente<br />
secondo le disposizioni del Diritto,<br />
nel Monastero di Kiswishi, Lubumbashi,<br />
tra il 4 e il 13 agosto 2006, sotto la presidenza<br />
di OTTAVI FR.BRUNO, Visitatore Generale,<br />
sono stati eletti:<br />
per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />
ILUNGA MIKOMBE FR.ALEX<br />
per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />
MURHABALE BARHAYIKA FR.ANDRÉ<br />
per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />
BARHIGOMBWA MIGABO FR.BAVON<br />
KUSY FR.THADDÉE<br />
PUNGA MAVUNDA FR.FLORIBERT<br />
TSHIAM KASONG FR.EDMOND.<br />
Queste elezioni sono state ratificare dal<br />
Definitorio generale il 13 settembre 2006.<br />
Prot. 097235/097-M06<br />
4. Fund. “Stigmate di San Francesco” in<br />
Bielorussia electio<br />
BIESOK FR. EZDRASZ, Ministro provinciale<br />
della nostra Minoritica Provincia del-
498 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
l’Assunzione BMV in Polonia, con lettera<br />
del 29 agosto 2006 (Prot. 290/A–1/06), comunica<br />
che il Definitorio provinciale ha<br />
eletto, fino al prossimo Capitolo provinciale<br />
(2007), il Governo della Fondazione delle<br />
Stigmate di San Francesco in Bielorussia,<br />
dipendente dalla detta Provincia, composto<br />
da:<br />
Presidente:<br />
ROMANOWICZ FR.ALEKSY<br />
Consiglieri:<br />
KUCZMIK FR.PTOLOMEUSZ<br />
TOMALA FR.SOBIESłAW<br />
WOJTAłA FR.NATANAEL.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 27 ottobre 2006.<br />
Prot. 097261/450-S06<br />
5. Electio extra Capitulum Prov. Siciliae<br />
Ss. Nominis Iesu in Italia<br />
Nel Congresso Definitoriale della nostra<br />
Provincia del Ss.mo Nome di Gesù in<br />
Italia, regolarmente celebrato, sotto la presidenzadiFINOCCHIARO<br />
FR.CARMELO,Ministro<br />
provinciale, secondo le disposizioni<br />
del Diritto, il 2 settembre 2006, è stato<br />
eletto extra-capitolo, come Definitore provinciale:<br />
FERRARO FR.VENANZIO<br />
ufficio vacante per la rinuncia del suo predecessore<br />
Bruccoleri Fr.Vincenzo.<br />
Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio<br />
generale il 27 ottobre 2006.<br />
Prot. 097328/473-S06<br />
6. Fund. “Tutti i Santi dell’Ordine Serafico”<br />
in Ucraina electio<br />
BIESOK FR. EZDRASZ, Ministro provinciale<br />
della nostra Minoritica Provincia dell’Assunzione<br />
BMV in Polonia, con lettera<br />
del 29 agosto 2006 (Prot. 290/A–1/06), comunica<br />
che il Definitorio provinciale ha<br />
eletto, fino al prossimo Capitolo provinciale<br />
(2007), il Governo della Fondazione Bizantina<br />
di Tutti i Santi dell’Ordine Serafico<br />
in Ucraina, dipendente dalla detta Provincia,<br />
composto da:<br />
Presidente:<br />
PIECHOTA FR.JAN KANTY<br />
Consiglieri:<br />
HOLLEK FR.KOSMA<br />
KOLOCZEK FR.LONGIN<br />
KOSARYEV FR.IVAN.<br />
Queste elezioni sono state ratficate dal<br />
Definitorio generale il 27 ottobre 2006.<br />
Prot. 097260/449-S06<br />
7. Ministri provincialis Prov. S. Petri<br />
Baptistae in Philippinia electio<br />
In the General Assembly of our Province<br />
of the “San Pedro Bautista”, in Philippines,<br />
regularly celebrated according to the norms<br />
of Cannon Law and held on the 27th October<br />
2006, in the House of the Our Lady of<br />
the Angels Seminary, in Quezon City,<br />
presided by the Visitator General, MASCA-<br />
RENHAS BR. LOuis, a member of the Custody<br />
of “St. John the Baptist”, in Pakistan,<br />
was elected:<br />
for the office of Minister Provincial<br />
OBICO BR.BALTAZAR<br />
according to the Art. 60,1 of the Provincial<br />
Statutes.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 7th of November 2006, carefully<br />
examined and approved the election.<br />
Prot. 097346/484-S06<br />
8. Capitulum Prov. Ss. Nominis Iesu in<br />
Brasilia<br />
El día 18 de octubre de 2006, en el Capítulo<br />
de nuestra Provincia del Santísimo<br />
Nombre de Jesús, en Brasil, celebrado regularmente<br />
según las disposiciones del Derecho<br />
en la Sala Capitular del Seminario<br />
Regina Minorum, en Anápolis–GO, bajo la<br />
Presidencia del Visitador General, SCHEIDT<br />
FR.GUIDO MOACIR, fueron elegidos:<br />
para el Oficio de Ministro Provincial:<br />
CARVALHO DO COUTO FR.WANDERLEY
E SECRETARIA GENERALI<br />
499<br />
para el Oficio de Vicario Provincial:<br />
OSBORNE FR.PAULO J.<br />
para el Oficio de Definidores Provinciales:<br />
DA SILVA FR.CARLOS ANTONIO<br />
DE SOUZA FR.PAULO SÉRGIO<br />
FERNANDES FR.MARCOS AURÉLIO<br />
RODRIGUES DE MENEZES FR.LONGUINHO.<br />
El Definitorio General, en la Sesión ordinaria<br />
celebrada el 16 de noviembre de<br />
2006, tras un minucioso examen de las Actas<br />
aprobó dichas elecciones.<br />
Prot. 097390 / 498-S06<br />
9. Capitulum Intermedium Prov. S.<br />
Thomae Apostoli in India<br />
In the Provincial Chapter of our<br />
Province of “St. Thomas the Apostle”, in<br />
India, regularly celebrated according to the<br />
norms of Cannon Law and held on the 31th<br />
October 2006, in the House of St. Anthony’s<br />
Friary, Bangalore, presided by the<br />
General Delegate, COLLINS BR. SEÁN, the<br />
following friars were elected or the office of<br />
Provincial Definitors:<br />
MANICKAM BR.AMALADASS<br />
MATHIAS BR.GABRIEL<br />
PAMPLANY BR.BABU JOSE<br />
REDDY BR.SLEEVA.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 11th of December 2006,<br />
carefully examined and approved the elections.<br />
Prot. 097445/539-S06<br />
10. Capitulum Prov. Bononiensis Christi<br />
Regis in Italia<br />
Nel Capitolo della Provincia di Cristo<br />
Re in Italia, celebrato regolarmente secondo<br />
le disposizioni del Diritto, presso il santuario<br />
“Beata Vergine della Consolazione”<br />
a Bedonia (PR), sotto la presidenza di LO-<br />
CATELLI FR. FIORENZO, Visitatore generale,<br />
sono stati eletti nei giorni 27- 29 giugno<br />
2006:<br />
per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />
BARTOLINI FR.BRUNO<br />
per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />
MARCHESI FR.FRANCESCO<br />
per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />
CASPOLI FR.ALESSANDRO<br />
FERRARI FR.GIUSEPPE<br />
GALESINI FR.MAURO<br />
SORACCHI FR.GILBERTO.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale l’11 dicembre 2006.<br />
Prot. 097229/515-S06<br />
11. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />
S. Antonii Patavini in Germania<br />
Nel Congresso Definitoriale della Nostra<br />
Minoritica Provincia di S. Antonio di<br />
Padova in Germania, riunito nella Casa di<br />
Füssen, regolarmente celebrato sotto la presidenza<br />
di WAGNER FR.MAXIMILIAN,Ministro<br />
provinciale, secondo le disposizioni del<br />
Diritto, il giorno 21 novembre 2006, è stato<br />
eletto extra-capitolo:<br />
SCHEIFELE FR.CLAUS,<br />
come Vicario provinciale, ufficio vacante<br />
per la rinuncia del suo predecessore.<br />
Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio<br />
generale l’11 dicembre 2006.<br />
Prot. 097444/538-S06<br />
12. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />
S. Antonii Patavini in Germania<br />
Nel Congresso Definitoriale della Nostra<br />
Minoritica Provincia di S. Antonio di<br />
Padova in Germania, riunito nella Casa di
500 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Füssen, regolarmente celebrato sotto la<br />
presidenza di WAGNER FR. MAXIMILIAN,<br />
Ministro provinciale, secondo le disposizioni<br />
del Diritto, il giorno 21 novembre<br />
2006, è stato eletto, extra-capitolo,<br />
FISCHER FR.BENNO<br />
come Definitore provinciale, ufficio vacante<br />
per l’elezione del suo predecessore,<br />
Scheifele Fr. Claus, a Vicario Provinciale.<br />
Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio<br />
generale l’11 dicembre 2006.<br />
Prot. 097444/538-S06<br />
13. Electio extra Capitulum Prov. Hiberniae<br />
The General Definitory, during its session<br />
of the 11th of December 2006, examined<br />
and approved the Acts of the extra-capitular<br />
elections by the Definitory of The<br />
Franciscan Province of Ireland, held during<br />
an Extraordinary Session in Friary of<br />
“La Verna”, Gormanston, Co. Meath, on<br />
the 16th of November 2006, under the<br />
presidency of O’LAOIDE BR. CAOIMHIN,<br />
ofm., Minister Provincial of the said<br />
Province, and ratified, in accordance with<br />
the prescriptions of art. 189 of the General<br />
Statutes of the Order the election of<br />
MCKENNA BR.HUGH to the office of Vicar<br />
Provincial, in place of COLLINS BR. SEÁN,<br />
who was recently appointed Secretary<br />
General of the Order.<br />
I, by means of this DECREE declare the<br />
above-mentioned election valid and effective<br />
in accordance with art. 205 of the General<br />
Statutes of the Order.<br />
Given in Rome, at the General Curia of<br />
the Order of Friars Minor, on the 12th of December<br />
2006.<br />
Prot. 097419/517-S06<br />
14. Visitatores generales<br />
– DUBIGEON FR.BENOÎT, Prov. B. Pacifici,<br />
in Gallia, pro Prov. Trium Sociorum, in<br />
Gallia/Belgio: 07.09.2006; prot.<br />
096588/126-S06.<br />
– MAZZUCO FILHO FR.VITÓRIO, Prov. Immaculatae<br />
Conceptionis BMV, in Brasilia,<br />
pro Cust. Aut. S. Benedicti in Amazonia,<br />
in Brasilia: 07.09.2006; prot.<br />
097106/347-S06.<br />
– FERRARI FR. GIUSEPPE, Prov. Bononiensis<br />
Christi Regis, in Italia, pro Cust. Ss.<br />
Cordis Iesu, in Brasilia, dep. a Prov. Napolitana<br />
Ss. Cordis Iesu, in Italia:<br />
13.09.2006; prot. 096699/297-S06.<br />
– ROSATI FR. GIANCARLO, Prov. Seraphicae<br />
S. Francisci Assisiensis, in Italia, pro<br />
Prov. S. Francisci Solano, in Argentina:<br />
06.10.2006; prot. 097250/437-S06.<br />
–RAMOS FR.VALMIR, Cust S. Cordis Iesu, in<br />
Brasilia, Vis. Gen. Assistens pro Fund. S.<br />
Mariae Gratiarum, dep. a Prov. Samnito-<br />
Hirpinae S. Mariae Gratiarum, in Italia:<br />
06.10.2006; prot. 097019/308-S06.<br />
– WILLIAMS FR.PETER, Prov. Immaculatae<br />
Conceptionis BMV, in Britannia Magna,<br />
pro Prov. B. Pacifici, in Gallia:<br />
06102006; prot. 096645/152-S06.<br />
– SCHAUERTE FR.ANTONIO, Prov. Assumptionis<br />
BMV, in Brasilia, pro Prov. S.<br />
Francisci Assisiensis, in Brasilia:<br />
06.10.2006; prot. 097156/389-S06.<br />
– PÉREZ SIMÓN FR.LUIS, Prov. Castellanae<br />
S. Gregorii Magni, in Hispania, pro<br />
Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, in<br />
Portugallia: 13.11.2006; prot.<br />
097364/494-S06.<br />
– SYUKUR FR. PASKALIS BRUNO, Prov. S.<br />
Michaëlis Arcangeli, in Indonesia, pro<br />
Cust. Aut. S. Ioannis Bapistae, in Pakistania:<br />
17.11.2006; prot.<br />
097223/422/S06.
E SECRETARIA GENERALI<br />
501<br />
– JOLY FR.DOMINIQUE, Prov. Trium Sociorum,<br />
in Gallia/Belgio, pro Prov. S. Ioseph<br />
Sponsi BMV, in Canada:<br />
20.12.2006; prot 097508/558/S-06.<br />
– DOYLE FR. MATHIAS,Prov.Ss.Nominis<br />
Iesu, USA, Delegatus gen. pro Prov. S.<br />
Thomae Apostoli in India: 20.12.2006;<br />
prot. 097515.<br />
– MCGINN FR. FINIAN, Prov. S. Barbarae<br />
(USA) et Def. gen., è stato nominato<br />
“Delegato dell’Ordine dei Frati Minori<br />
presso i Francescani di tutte le Chiese”:<br />
20.12.2006; prot. 097436/532-S06.<br />
15. Domus suppressae<br />
– Convento de San Francisco, Montevideo,<br />
Uruguay: 08.11.2006; prot.<br />
097284/103-06.<br />
– Collegio Internazionale di Terra Santa,<br />
Casalotti, Roma, Italia: 08.11.2006; prot.<br />
097284/103-06.<br />
– Couvent de St. Antoine de Padoue, Tiro,<br />
Libano: 08.11.2006; prot. 097284/103-<br />
06.<br />
– Terra Santa Hospice, Deir Minas, Libano:<br />
08.11.2006; prot. 097284/103-06.<br />
– Marosvásárhely, Targu Mures, Romania:<br />
08.11.2006; prot. 097289/457-06.<br />
– Vajdahunyad, Hunedoara, Romania:<br />
08.11.2006; prot. 097289/457-06.<br />
– San Giovanni Battista, Benevento, Italia:<br />
13.11.2006; prot. 097362/492-06.<br />
– Santo Spirito, Castel Baronia (AV), Italia:<br />
13.11.2006; prot. 097362/492-06.<br />
– San Carlo da Sezze, Lacedonia (AV),<br />
Italia: 13.11.2006; prot. 097362/492-<br />
06.<br />
16. Notitiae particulares<br />
1. Nomine<br />
– Curia generale <strong>OFM</strong><br />
Uffici/Segreterie<br />
• ROZANSKY FR.JOSEPH, Prov. ss. Nominis<br />
Iesu, USA, è stato nominato Direttore<br />
dell’Ufficio “Giustizia, Pace ed Integrità<br />
del Creato”: 07.09.2006; prot. 097226.<br />
• CABRERA LUIS GERARDO, Definitore generale,<br />
è stato nominato Intermediario<br />
fra l’Ufficio “Giustizia, Pace ed Integrità<br />
del Creato” e il Definitorio generale:<br />
07.09.2006; prot. 097228.<br />
• FELIPE TAPIA FR.VICENTE EMILIO, Prov.<br />
Castellanae S. Gregorii Magni, Spagna,<br />
è stato nominato Assistente dell’Ufficio<br />
“Giustia, Pace ed Integrità del Creato:<br />
07.09.2006; prot. 097227.<br />
• ARELLANO SUÁREZ FR. FRANCISCO JA-<br />
VIER, Prov. Baeticae, Spagna, è stato nominato,<br />
a partire dal 1 ottobre 2006, Segretario<br />
personale del Ministro generale:<br />
08.09.2006; prot. 097230.<br />
• BAHčIčFR.ROBERT, Prov. S. Crucis, Slovenia,<br />
è stato nominato Responsabile<br />
dell’Ufficio “Automazione”, a partire<br />
dal 15 settembre 2006, e di “Fraternitas”,<br />
a partire dal 1 ottobre 2006: 24.07.2006;<br />
prot. 097121.<br />
• KUZHIPARAMBIL FR.JOY PRAKASH,Prov.<br />
S. Thomae Apostoli, India, è stato nominato,<br />
a partire dal 1 ottobre 2006, Vice<br />
Delegato generale “Pro Monialibus”:<br />
24.07.2006; prot. 097120.<br />
• COLLINS FR. SEAN, Prov. Hiberniae, Irlanda,<br />
è stato nominato Segretario generale<br />
e Notaio dell’Ordine, a partire dall’8<br />
gennaio 2007: 09.11.2006; prot.<br />
097386/S06.<br />
• ARELLANO DELGADO FR. MACEDONIO,<br />
Prov. Ss. Petri et Pauli de Michocán,
502 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Messico, è stato nominato Vice Postulatore<br />
generale dell’Ordine, a partire dal<br />
10 gennaio 2007: 13.11.2006; prot.<br />
097408.<br />
Casa Generale<br />
• FLORES GUERRERO JOSÉ ANGEL, Prov.<br />
Ss. Petri et Pauli de Michoacan, Messico,<br />
è stato nominato Economo locale<br />
della Fraternità di S. Maria Mediatrice:<br />
07.09.2006; prot. 097225.<br />
• CALIFANO FR. GIOVANGIUSEPPE, Prov.<br />
Seraphicae S. Francisci Assisiensi, Italia,<br />
è stato eletto Vicario locale della Fraternità<br />
di S. Maria Mdiatrice:<br />
13.09.2006; prot. 097252.<br />
• Il Definitorio generale ha nominato<br />
Membri del Discretorio della Fraternità<br />
di S. Maria Mediatrice i seguenti Frati:<br />
FR. FLORES GUERRERO JOSÉ ANGEL,<br />
Prov. Ss. Petri et Pauli (Messico), FR.<br />
FRANCISCO MANUEL ROMERO GARCÍA,<br />
Prov. Ss. Petri et Pauli (Messico), FR.<br />
STEFANO RECCHIA, Prov. S. Caroli Borromaei<br />
(Italia), FR. ERNEST SIEKIERKA,<br />
S. Francisci Assisiensis (Polonia) e FR.<br />
JOSEPH ROZANSKY, Prov. Ss. Nominis Iesu<br />
(USA): 13.09.2006; prot. 097253.<br />
– Bruxelles:<br />
Nostra Signora delle Nazioni<br />
• ISABEL FR. LAWRENCE DAMIEN, Prov.S.<br />
Benedicti Africani, Rep. Dem. del Congo,<br />
è stato nominato “Coordinatore per<br />
la formazione dei Missionari”:<br />
15.11.2006; prot. 097410/M06.<br />
• NGUYEN GIA THINH FR.JEAN-FRANÇOIS,<br />
Prov. S. Francisci, Viet Nam, è stato nominato<br />
Guardiano ed Economo della<br />
Fraternità “Notre Dame des Nations” :<br />
16.11.2006; prot. 097370/125-M06.<br />
– Collegio S. Isidoro in Roma<br />
FR.FINIAN MCGINN, Definitorre generale,<br />
e FR. GABRIEL GARCIA, Vice Economo<br />
generale, sono stati nominati membri della<br />
Commissione congiunta per il Collegio S.<br />
Isidoro in Roma. I membri della Prov.<br />
dell’Irlanda sono FR.CAOIMHÍN ÓLAOIDE e<br />
FR. LUIS BRENNAN: 11.11.2006; prot.<br />
097389.<br />
2. The annual contributions to the General<br />
Curia<br />
DECREE<br />
In compliance with that requested by the<br />
General Chapter of 2003 (cf. Acta Capituli<br />
Generalis Ordinarii Ordinis Fratrum Minorum,<br />
Romae 2004, p. 502, QV 164), having<br />
heard the opinion of the International<br />
Commission for the revision of the method<br />
of fixing the annual contributions to the<br />
General Curia on the part of the Entities and<br />
having obtained the positive opinion of the<br />
Council of the Presidents of the Conferences<br />
during the meeting held at the General<br />
Curia in Rome on the 12th May 2006,<br />
IPROMULGATE<br />
the new order of subdivisions of the Entities<br />
into different contribution bands on<br />
the basis of which the annual contributions<br />
of solidarity to be lodged to the General Curia<br />
are calculated.<br />
The bands will have the following characteristics:<br />
they will be 7 (seven) in number<br />
and will take the per capita GNI of the previous<br />
year as their parameters of reference.<br />
The bands will be at intervals of 5,000.00<br />
dollars of the per capita GNI. The countries<br />
with more than 30,000.00 dollars will form<br />
the first band.<br />
The said system will come into force on<br />
the 1st January 2007, will remain in force<br />
until new dispositions are decided upon and<br />
will be updated annually.<br />
Rome, 9th November 2006.<br />
BR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Minister General<br />
BR.SANDRO OVEREND RIGILLO, <strong>OFM</strong><br />
Secretary General<br />
Prot. n. 097376
E SECRETARIA GENERALI<br />
503<br />
3. Candidati a Ministro provinciale<br />
Decreto<br />
Dopo aver consultato il Definitorio Generale<br />
e ottenuto il suo parere favorevole<br />
nella sessione del 16 novembre 2006, con il<br />
presente decreto ordiniamo che nella designazione<br />
dei candidati a Ministro provinciale,<br />
per la pubblicazione dei nomi approvati<br />
dal Definitorio generale (cf. SSGG art.<br />
173 §3) si osservi quanto segue:<br />
1. I nomi dei candidati approvati dal Definitorio<br />
Generale, secondo il numero indicato<br />
dagli Statuti particolari, saranno<br />
comunicati al Presidente del Capitolo<br />
dalla Segreteria Generale in ordine alfabetico.<br />
2. Gli Statuti particolari stabiliscono se<br />
pubblicare o meno il numero dei voti ri-<br />
portati dai candidati approvati. Comunque<br />
sia, vengano pubblicati soltanto i voti<br />
ricevuti dai candidati approvati.<br />
3. Il Presidente del Capitolo comunichi per<br />
iscritto alla Provincia i candidati approvati<br />
secondo le modalità indicate dagli<br />
Statuti Particolari.<br />
Queste norme entrano in vigore il 01 Dicembre<br />
2006. Nonostante qualsiasi cosa in<br />
contrario.<br />
Roma, Curia Generale <strong>OFM</strong>,<br />
16 Novembre 2006<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro Generale<br />
FR.SANDRO OVEREND RIGILLO, <strong>OFM</strong><br />
Segretario Generale
E SECRETARIATU<br />
PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
1. Convocatoria al Congreso Internacional<br />
de Moderadores de Formación<br />
Permanente<br />
Roma, 8 de septiembre 2006<br />
Natividad de la B. V. María<br />
Queridos Hermanos Ministros<br />
y Custodios:<br />
¡El Señor os dé la paz!<br />
En estos años nuestra Orden realizó un<br />
importante camino para recalificar los itinerarios<br />
de la Formación permanente e inicial.<br />
Hoy somos conscientes de los pasos que todavía<br />
debemos dar, sobre todo en el campo<br />
de la Formación Permanente, lo que forma<br />
parte del desafío más grande para una renovación<br />
profunda y duradera.<br />
Es desde este espíritu, que el Capítulo<br />
General del 2003 pidió al Secretario General<br />
para la Formación y los Estudios, convocar<br />
durante el sexenio a «todos los Encargados<br />
de la formación permanente para<br />
encuentros formativos» (Sdp, propuesta 7).<br />
El mismo Capítulo pidió a las Entidades<br />
que redacten y pongan en marcha «un proyecto<br />
de formación permanente que abarque<br />
toda la existencia de la persona y ponga<br />
especial atención a la formación de los<br />
guardianes [...] al acompañamiento de los<br />
hermanos después de su profesión solemne<br />
[...] desde los cinco hasta los diez años»<br />
(Sdp, propuesta 32).<br />
La prioridad de la Formación Permanente<br />
y las dificultades de promoverla, para que<br />
resulte verdaderamente incisiva en la vida<br />
personal y fraterna, animó al Definitorio general<br />
a impulsar un encuentro internacional<br />
para interrogarnos precisamente sobre estos<br />
difíciles temas.<br />
Por tal motivo, considerando muy importante<br />
la evaluación y la promoción de la<br />
Formación Permanente en la Orden, con la<br />
presente<br />
CONVOCO<br />
a todos los Moderadores de Formación Permanente<br />
de la Orden a participar en el Congreso<br />
Internacional de Moderadores de<br />
Formación Permanente, que se celebrará<br />
en S. María de los Ángeles, Asís, desde el<br />
13 hasta el 28 de octubre 2007.<br />
El camino para la preparación del Congreso<br />
ya se ha iniciado con el envío de un cuestionario<br />
a los Moderadores y a las Conferencias.<br />
El Secretario General, con la ayuda<br />
de una Comisión Internacional para la Formación<br />
y los Estudios, y de algunos expertos,<br />
hará una lectura e interpretación de los<br />
datos que recibirá, para preparar la celebración<br />
del próximo Consejo Internacional de<br />
Formación y Estudios, que se centrará precisamente<br />
sobre estos mismos temas.<br />
De esta forma se realizará un Instrumentum<br />
laboris para prepararse al Congreso. El objetivo<br />
principal no es el de reafirmar la importancia<br />
de la Formación Permanente,<br />
siendo algo ya consolidado, sino más bien<br />
el de estudiar las mediaciones metodológicas<br />
y pedagógicas con las que se la propone<br />
y actúa. Con este objetivo, la metodología<br />
misma del Congreso, intentará ser un modelo<br />
de dinámica diferente para la comunicación<br />
y la elaboración.<br />
En el Congreso se desea, en segundo lugar,<br />
actualizar el Documento «La Formación<br />
Permanente en la Orden de Hermanos Menores»<br />
de 1995, que tanto influyó en el camino<br />
de nuestras Entidades.<br />
En este próximo Encuentro, se hablarán solamente<br />
los tres idiomas oficiales de la Orden,<br />
italiano, inglés y español, de acuerdo a<br />
lo decidido por el Capítulo General del<br />
2003.<br />
Desde estas observaciones, se puede entender<br />
bien la importancia de la cita que tenemos,<br />
la cual será vivida al comienzo del segundo<br />
año de preparación a la celebración<br />
del VIII Centenario de la aprobación de
506 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
nuestra forma vitae. Ese año estará dedicado<br />
a la centralidad del Evangelio, y a la urgencia<br />
de proyectar de manera nueva nuestra<br />
vida de Hermanos-contemplativos-en<br />
misión. La Formación Permanente no quiere<br />
ser otra cosa que un espacio vital continuo,<br />
en el que se pueda realizar esta fundamental<br />
exigencia.<br />
Deseo vivamente que la preparación y la<br />
celebración de este IIº Congreso constituya<br />
una etapa significativa en el camino de búsqueda<br />
y de profundización de la Formación<br />
Permanente como humus de toda la formación,<br />
y por lo tanto una auténtica recuperación<br />
de nuestra forma vitae para este nuevo<br />
e inédito tiempo.<br />
Os saludo fraternalmente deseándoles todo<br />
Bien en el Señor.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO <strong>OFM</strong><br />
Ministro General<br />
Prot. 097224 (253/06)<br />
_________<br />
A los Ministros provinciales<br />
y a los Custodios<br />
EN SUS SEDES<br />
2. Discorso all’apertura dell’anno accademico<br />
2006-2007<br />
Roma, Pontificia Università Antonianum.<br />
17 ottobre 2006<br />
Attualità della tradizione<br />
intellettuale francescana<br />
Magnifico Rettore, Vicario generale<br />
<strong>OFM</strong>Cap., Preside della Facoltà S. Bonaventura<br />
(Seraphicum), Rapresentanti delle<br />
Università Pontificie, Professori e Officiali,<br />
Studentesse e Studenti tutti,<br />
il Signore vi dia pace!<br />
All’inizio di ciascun anno accademico ci<br />
riuniamo per inaugurare un tempo nuovo di<br />
ricerca e di studio nella nostra Pontificia<br />
Università Antonianum. Invochiamo la grazia<br />
del Signore – perché «se il Signore non<br />
costruisce la casa invano faticano i costruttori»<br />
(Sl 126,1) – e guardiamo insieme con<br />
fiducia e responsabilità al nuovo anno che<br />
ci sta davanti.<br />
Questo tempo dedicato alla nobile arte<br />
del pensare e del pensare insieme «...va visto<br />
sempre come una grazia che si riceve<br />
dal Signore» (Ratio Studiorum <strong>OFM</strong>,Roma<br />
2001, 10).<br />
Una grazia che viene dalla presenza illuminante<br />
di Dio in noi, secondo la concezione<br />
di san Bonaventura. È a partire da Cristo,<br />
infatti, che il Dottore Serafico guarda e legge<br />
la storia dell’uomo e dell’universo intero.<br />
È rispondendo a Lui con la scienza pratica<br />
della vita che l’uomo assume anche lo<br />
studio come impegno (cfr RS 9). Risposta al<br />
dono ricevuto lo studio, che ha come frutto<br />
quel gaudium de veritate di cui parla<br />
sant’Agostino (cfr Confessiones, 10.23.33).<br />
Il Capitolo generale straordinario, chiuso<br />
appena due settimane fa alla Porziuncola, ha<br />
richiamato con forza la contemporaneità<br />
della nostra tradizione culturale francescana,<br />
della quale nell’intervento odierno desidero<br />
presentare alcuni elementi di attualità.<br />
Un pensiero è attuale quando è capace di<br />
incontrare e animare le nostre domande di<br />
senso, rivelando così una particolare vicinanza<br />
alla radice di ciò che è umano. Un<br />
classico dunque è un contemporaneo del futuro.<br />
La particolare attualità del pensiero francescano<br />
mi pare sia data dalla risorsa di<br />
umanità che è racchiusa nella nostra tradizione.<br />
Se ci chiediamo il perché del fascino<br />
che san Francesco esercita anche sui nostri<br />
contemporanei, sarà difficile negare che in<br />
larga parte è dovuto alla sua capacità di parlare<br />
all’uomo, visto alla luce della sua vocazione<br />
ultima: «Considera, o uomo, in quale<br />
sublime condizione ti ha posto il Signore<br />
Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine<br />
del suo Figlio diletto secondo il corpo e a<br />
similitudine di lui secondo lo spirito» (SAN<br />
FRANCESCO, Ammonizioni V,1). In questo<br />
senso gli fa eco santa Chiara: «... è ormai<br />
chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è<br />
la più degna di tutte le creature, è resa dalla<br />
grazia di Dio più grande del cielo» (S. CHIA-<br />
RA, Terza Lettera ad Agnese di Praga, 21).<br />
Questa visione positiva non è ingenua:<br />
tiene conto infatti della situazione di estre-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
507<br />
ma debolezza della creatura umana. San<br />
Francesco sa descrivere questo stato con<br />
tratti di estremo e lucido realismo: «E siamo<br />
fermamente convinti che non appartengono<br />
a noi se non i vizi e i peccati» (Regola<br />
non bollata, XVII,7). Tale creatura,<br />
mistero di luce e di ombra al tempo stesso,<br />
va avvicinata con misericordia e compassione,<br />
rispettando e abbracciando le sue ferite,<br />
luogo di luce e di salvezza.<br />
Una particolare attenzione all’uomo ritorna<br />
nelle varie correnti della nostra tradizione,<br />
dando forma ad un vero e proprio<br />
umanesimo francescano.<br />
Una prima conseguenza è il forte senso<br />
dell’individualità e quindi della diversità,<br />
ben radicato nella nostra tradizione. Ciò che<br />
veramente esiste è l’individuo e non l’essenza.<br />
Il primato di Dio Amore costituisce<br />
l’ordo caritatis e permette alle infinite diversità<br />
individuali di restare in relazione tra<br />
loro senza disperdersi e girare su se stesse.<br />
In questo senso è l’amore a darci ragione<br />
della profonda unità del genere umano e<br />
della creazione e non tanto l’intelletto visto<br />
come ordinatore della realtà. Per il beato<br />
Giovanni Duns Scoto, infatti, l’amore è appetitus<br />
rationalis.<br />
In un tempo caratterizzato da un’enfasi<br />
straordinaria posta sull’individuo e altrettanto<br />
dal sospetto di chi vede attentata la<br />
sua assoluta libertà e di chi è altrettanto<br />
preoccupato per i rischi del cosiddetto individualismo,<br />
la nostra tradizione illumina il<br />
valore permanente della soggettività umana,<br />
delle diversità chiamate ad entrare in relazione<br />
tra loro. Il pensiero francescano ci<br />
può aiutare nel proporre le ragioni della fede<br />
in dialogo con chi mette al centro l’individuo,<br />
leggendolo come essere in relazione<br />
e non chiuso in se stesso. La nostra tradizione<br />
può aprire ancora la riflessione morale<br />
all’importanza del soggetto e della sua libertà,<br />
promossa dalla liberalità di un Dio<br />
che vuole e può salvare tutti secondo il suo<br />
imperscrutabile disegno di amore, che comanda<br />
anzitutto l’adorazione per Lui solo,<br />
unico Signore e assoluto.<br />
Secondo il pensiero dell’Occam solo<br />
l’essere singolo è ontologicamente reale e<br />
nessuna entità collettiva (priva di esistenza<br />
in quanto tale) ha il diritto di subordinarlo:<br />
ne segue che ciascun individuo si erge come<br />
essere autonomo dotato di un reale potere<br />
su se stesso (cfr DARIO ANTISERI, Filosofia<br />
contemporanea, riconquista della<br />
contingenza e attualità del pensiero francescano,<br />
intervento al Capitolo generale<br />
straordinario <strong>OFM</strong> 2006). La lotta di Occam<br />
contro il collettivismo e a favore dell’individualismo<br />
è stata una lotta per il recupero<br />
della libertà degli uomini, la difesa<br />
della loro iniziativa, il sostegno della loro<br />
autonomia nelle realtà temporali.<br />
Coniugare individuo e comunità, individualismo<br />
e persona in relazione può diventare<br />
veramente una sfida feconda per la nostra<br />
maniera francescana di pensare. Si dimostra<br />
quanto mai attuale in un tempo in<br />
cui la persona umana va difesa contro le varie<br />
forme di massificazione e di mortificazione<br />
della libertà personale.<br />
Il pensiero francescano mentre difende<br />
l’individuo ne esalta la libertà, contro ogni<br />
forma di necessitarismo. Secondo Scoto<br />
Dio è libero e creando ha voluto gli enti particolari<br />
nella loro individualità, e non le loro<br />
nature o essenze. Questa visione riduce<br />
le pretese di qualsiasi realtà terrestre che<br />
voglia proporsi come assoluta, fino ad elevarsi<br />
a vero e proprio assoluto: la drammatica<br />
storia del secolo appena trascorso dimostra<br />
le conseguenze di tali assoluti.<br />
Nella tradizione francescana occupa un<br />
posto speciale la convinzione che il pensiero<br />
umano resta insufficiente ad illuminare<br />
da solo il reale. In particolare è san Bonaventura<br />
ad esprimere questa visione: «Abbia<br />
pure l’uomo la conoscenza della natura<br />
e la metafisica che si eleva fino alle sostanze<br />
più alte, e poniamo che l’uomo, arrivato<br />
qui, si fermi: è impossibile che non cada in<br />
errore, se non è aiutato dalla luce della fede<br />
e non crede che Dio è uno e trino, potentissimo<br />
e ottimo fino all’estremo della bontà<br />
[…]. Perciò questa scienza precipitò e<br />
oscurò i filosofi [pagani] poiché non avevano<br />
la luce della fede […]. La scienza filosofica<br />
è via ad altre scienze, ma chi vuol fermarsi<br />
ad essa, cade nelle tenebre» (S. BO-<br />
NAVENTURA, Collationes de donis Spiritus<br />
Sancti, col. IV, 12).
508 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Bonaventura coglie nel mondo il signum,<br />
l’orma di Dio: è contrario ad una ragione<br />
che ritiene il mondo una realtà totalmente<br />
profana e con leggi autonome e autosufficienti.<br />
Il sapere filosofico umano, pur<br />
con tutta la sua grandezza e profondità, non<br />
può restare fermo in se stesso e ancor meno<br />
farsi misura del reale. Bonaventura indica<br />
chiaramente la dignità della ragione umana<br />
che è ampliata dalla tensione del finito all’infinito,<br />
dell’uomo a Dio. Ricordo a questo<br />
proposito le illuminanti parole di Benedetto<br />
XVI: «L’occidente, da molto tempo, è<br />
minacciato da questa avversione contro gli<br />
interrogativi fondamentali della sua ragione,<br />
e così potrebbe subire solo un grande<br />
danno. Il coraggio di aprirsi all’ampiezza<br />
della ragione, non il rifiuto della sua grandezza<br />
– è questo il programma con cui una<br />
teologia impegnata nella riflessione sulla<br />
fede biblica, entra nella disputa del tempo<br />
presente [...] È a questo grande logos, a questa<br />
vastità della ragione, che invitiamo nel<br />
dialogo delle culture i nostri interlocutori.<br />
Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il<br />
grande compito dell’università» (BENEDET-<br />
TO XVI, Fede, ragione e università. Ricordi<br />
e riflessioni, Discorso all’Università di<br />
Regensburg, 12 settembre 2006).<br />
Altri due punti di particolare attualità<br />
della tradizione francescana.<br />
Il primo è il contributo del francescanesimo<br />
al sapere empirico della natura con<br />
Roberto Grossatesta e Ruggero Bacone.<br />
L’attualità del primo punto è evidente. Dinanzi<br />
alle possibilità in particolare della ricerca<br />
bio-medica la persona umana rischia<br />
di diventare sempre più mezzo e non fine:<br />
non è più così chiaro che tutto ciò è tecnicamente<br />
possibile non è anche eticamente lecito.<br />
Le straordinarie scoperte della scienza<br />
denunciano la povertà di un corrispondente<br />
sviluppo etico Come possiamo contribuire<br />
a questo dibattito così centrale oggi a partire<br />
dalla nostra tradizione?<br />
Il secondo punto è costituito dallo sviluppo<br />
della pratica dell’altissima povertà<br />
nel mondo francescano insieme alla riflessione<br />
sull’uso appropriato dei beni terreni<br />
da parte dei cristiani, e quindi sulla circolazione<br />
del denaro, sulla formazione dei prezzi,<br />
sui contratti, sulla moralità dell’investimento<br />
socialmente produttivo, sulla figura<br />
del mercante. Da Pietro Giovanni Olivi, ad<br />
Alessandro di Alessandria fino a san Bernardino<br />
c’è tutto un filo rosso dell’attenzione<br />
dei francescani a questo ambito così delicato<br />
del vivere civile tale da dimostrare<br />
come i nostri fratelli si siano sempre considerati<br />
cittadini a pieno titolo della città degli<br />
uomini e del suo tormentato cammino nella<br />
storia.<br />
Tutto il discorso che ho cercato di svolgere<br />
sinora testimonia che si serve il Vangelo<br />
servendo l’uomo. Era il mio punto di partenza.<br />
Il valore e la passione per tutto ciò<br />
che è umano sembra essere ciò che rende<br />
sempre attuale e affascinante la persona e il<br />
messaggio di san Francesco e dei suoi seguaci<br />
in tutti i tempi.<br />
Mi sembra allora che la tradizione francescana,<br />
debitamente studiata e proposta<br />
come sorgente di ispirazione, può aiutare il<br />
nostro pensiero ad abitare questo tempo<br />
senza dogmatismi e scevri da posizioni di<br />
scontro con chi ha altre visioni del mondo,<br />
bensì animati da immensa simpatia per il<br />
mondo, capaci di dialogare con l’uomo di<br />
oggi e di valorizzare ciò che ci unisce (cfr<br />
RS 16,74). Questo atteggiamento fondamentalmente<br />
positivo non ci fa chiudere gli<br />
occhi sulla forza del male e sui rischi di una<br />
ragione lasciata a se stessa. Però ci fa guardare<br />
l’uomo e il mondo all’interno del disegno<br />
di amore e di bene di Dio, che nella sua<br />
infinita trascendenza e libertà, ama tutte le<br />
sue creature senza distinzioni e tutte le vuole<br />
salvare, partecipando loro la sua divina<br />
gioia di esistere. Questo sguardo in prospettiva<br />
permette al francescano e a colui che si<br />
ispira a tale tradizione di amare tutti senza<br />
barriere, di incontrare ciascuno nella sua<br />
particolare originalità, di non giudicare nessuno<br />
prima di averlo conosciuto e incontrato.<br />
Tradizione intellettuale e spirituale, attitudine<br />
del pensiero e del cuore qui si fondono<br />
per animare quel particolare umanesimo<br />
che il movimento francescano ha saputo<br />
mantenere desto e attuale nel corso di questi<br />
ultimi otto secoli.<br />
Mi auguro vivamente che la vita e l’attività<br />
di questa nostra Pontificia Università
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
509<br />
sappiano proseguire sulla strada aperta dalla<br />
perenne attualità della nostra tradizione<br />
intellettuale francescana. A questo fine rinnovo<br />
il mio invito a tutti i professori e studenti<br />
perché si impari sempre di più – con<br />
francescana umiltà e intelligenza – a pensareearicercareinsiemelaVeritàeilBene.<br />
La Chiesa tutta ha urgente bisogno di<br />
vedere che anche la pratica dello studio appartiene<br />
all’interezza della vocazione cristiana<br />
e all’incontro con le tante culture che<br />
oggi popolano il nostro mondo. Fate vedere<br />
a noi tutti che è possibile cercare insieme<br />
la verità e approfondirla per il bene dell’uomo<br />
di oggi.<br />
Mi auguro ancora che le Facoltà e gli<br />
Istituti dell’Università, in relazione feconda<br />
con il Collegio S. Bonaventura dei Frati<br />
Editori di Quaracchi e la Commissione Scotista,<br />
possano procedere in modo interdisciplinare<br />
per approfondire la nostra tradizione<br />
di pensiero e contribuire così a caratterizzare<br />
sempre più nel solco del pensiero francescano<br />
questo Centro di studi del nostro Ordine,<br />
che vuole diventare sempre più un<br />
centro propulsore di pensiero e di incontro<br />
anche per tanti che, pur senza un riferimento<br />
istituzionale alla nostra Famiglia, guardano<br />
con interesse e simpatia al suo patrimonio<br />
integrale.<br />
Buon anno accademico a voi tutti in nomine<br />
Domini!<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro Generale e Gran Cancelliere P.U.A.<br />
3. Vista a Centroamérica<br />
Desde el 26 hasta el 29 de octubre Fr.<br />
Massimo Fusarelli, Secretario general para<br />
la Formación y los Estudios, participó al<br />
Congreso anual de los formandos de la Provincia<br />
«Nuestra Señora de Guadalupe».<br />
Después visitó todas las Casas de Formación<br />
y los candidatos residentes en Guatemala<br />
y el Salvador. Además compartió momentos<br />
de diálogo y de profundización con<br />
los formadores, tanto en el Secretariado<br />
Provincial como en las distintas casas. El<br />
Congreso de formandos reunió casi un cen-<br />
tenar de hermanos, entre formadores y algunos<br />
de los 27 postulantes. Participaron<br />
también todos los novicios y 47 profesos<br />
temporales. El tema fue «La vocación del<br />
Hermano Menor Hoy». Los jóvenes prepararon<br />
el tema en las distintas casas de formación,<br />
respondiendo a un esquema de reflexión<br />
que constituyó el núcleo del trabajo.<br />
Fr. Massimo presentó la situación de la formación<br />
en la Orden y el Capítulo general<br />
extraordinario. Los formandos elaboraron<br />
una evaluación de la formación, y algunas<br />
propuestas para la Provincia. El Secretario<br />
general valoró especialmente la capacidad<br />
de diálogo y de confrontación entre todos,<br />
además de la cualidad de las propuestas y<br />
de la participación.<br />
Fr. Massimo encontró sobre todo en el<br />
Secretariado Provincial para la Formación<br />
y los Estudios, una realidad bien consolidada,<br />
que trabaja bien, con un buen estilo de<br />
colaboración y de diálogo.<br />
En la visita a la Casa del Noviciado, se<br />
encontró con los novicios y el Coetus Formatorum.<br />
En ella constató un buen programa<br />
de formación, atento a la dimensión humana,<br />
franciscana y haciendo una fuerte<br />
propuesta de vida concreta.<br />
La etapa de la Profesión temporal está<br />
organizada en seis años, y se lleva a cabo en<br />
dos numerosas fraternidades (Cristo Rey -<br />
Guatemala- con 25 filósofos y Planes Renderos<br />
-San Salvador- con 10 Teólogos), y en<br />
algunas Fraternidades insertas más pequeñas<br />
(dos en Mezquital -ubicada en la capital<br />
de Guatemala-, y otras dos en el Salvador).<br />
En cada una de estas Fraternidades insertas<br />
hay al menos tres formadores profesos solemnes,<br />
y un buen programa de vida fraterna<br />
y de misión. La Provincia en los últimos<br />
años evaluó y corrigió el estilo de vida en<br />
estas casas, para que no falten en ellas los<br />
elementos esenciales de nuestra vida.<br />
Visitó además la Casa de Santiago De<br />
María, en la que seis neoprofesos solemnes<br />
escriben sus tesis de bachillerato, y siguen<br />
un programa de formación a los ministerios<br />
ordenados. Es una etapa nueva, y por lo tanto<br />
una nueva experiencia de formación.<br />
En el ámbito de la Formación Permanente,<br />
pudo constatar el empeño con el que
510 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
la Provincia asumió el camino hacia el VIII<br />
Centenario, como un itinerario de renovación<br />
y de formación continua. Durante este<br />
año todas las Fraternidades locales están viviendo<br />
a nivel regional, al menos tres días<br />
de eremitorio, para reanimar la dimensión<br />
contemplativa. Todos los hermanos han vivido<br />
ya esta experiencia.<br />
4. Discorso del Ministro generale in occasione<br />
della Festa del beato Giovanni<br />
Duns Scoto<br />
Roma, Pontificia Università Antonianum<br />
08 novembre 2006<br />
Cristo “summum opus Dei”<br />
nella visione di Duns Scoto<br />
Anche quest’anno ci siamo ritrovati per<br />
celebrare insieme una delle figure più illustri<br />
della nostra storia. Desidero qui ringraziare<br />
ciascuno di voi, perché con la sua presenza<br />
testimonia quanto il pensiero di Giovanni<br />
Duns Scoto sia ancora vivo dopo tanti<br />
secoli. Tra tutti, però, credo che un ringraziamento<br />
particolare sia dovuto a quanti negli<br />
anni, con tenacia e passione, si sono dedicati<br />
all’approfondimento dell’opera del<br />
Dottor Sottile, nonostante le note difficoltà<br />
che essa presentava. È soprattutto grazie all’impegno<br />
di questi studiosi se oggi possiamo<br />
apprezzarne la ricchezza e l’attualità.<br />
Permettetemi, infine, di dire un grazie particolare<br />
all’instancabile lavoro dei Frati della<br />
Commissione Scotista, che negli ultimi anni<br />
sembrano aver moltiplicato i loro sforzi e,<br />
tra poco, ci consegneranno un altro volume<br />
dell’Opera Omnia, il X, con il quale ci restituiscono<br />
nella sua integrità quello che probabilmente<br />
è il cuore del pensiero di questo<br />
grande teologo e filosofo francescano.<br />
Nei volumi IX e X dell’Opera omnia del<br />
Beato Giovanni Duns Scoto, infatti, l’uno<br />
uscito agli inizi del presente anno e l’altro<br />
di prossima pubblicazione, che contengono<br />
il libro III dell’Ordinatio, DunsScoto–a<br />
parte altri temi connessi – viene a completare<br />
la sua visione globale di Dio e del creato,<br />
più volte espressa, nei suoi vari aspetti,<br />
in libri anteriori, non solo dell’Ordinatio,<br />
ma anche della Lectura edellaReportatio,<br />
cioè nei suoi precedenti insegnamenti di<br />
Oxford e di Parigi.<br />
Permettetemi di soffermarmi un istante<br />
su questo tema, per gioire, e per condividere<br />
con voi la mia gioia, nel constatare come<br />
Duns Scoto abbia saputo, con la sua introspezione,<br />
comprendere e dare un granitico<br />
fondamento teologico allo spirito, all’ideale<br />
e elle intuizioni mistiche di S. Francesco<br />
d’Assisi.<br />
La realtà cosmica e umana – riflette<br />
Duns Scoto – per poco che sia da noi osservata,<br />
ci appare caratterizzata dalla contingenza.<br />
Ciò con cui siamo a contatto, ciò che<br />
noi stessi siamo concretamente, è ontologicamente<br />
contingente, cioè esiste di fatto,<br />
ma è privo di necessità. Questa maniera di<br />
esistere — nostra e delle cose — non è secondaria<br />
e marginale, ma primaria e costitutiva.<br />
La contingenza ci si impone spontaneamente<br />
ed è intuitivamente colta dall’intelletto.<br />
Non ci resta che prenderne atto e<br />
affermarla: “Accipiendum est tamquam per<br />
se notum quod sit contingentia in entibus<br />
(Lectura I d. 39 n. 40 [XVII 491]).<br />
Ma proprio la consapevolezza di questa<br />
contingenza del cosmo e dell’uomo che fa<br />
appello ad una maniera di esistere opposta,<br />
cioè non contingente ma necessaria.<br />
L’essere quindi, per Scoto, è bipolare:<br />
contingente e necessario. Il primo è da noi<br />
conosciuto immediatamente, mentre il secondo<br />
è da noi scoperto attraverso il primo<br />
e, ovviamente, il contingente dipende e deriva<br />
dal necessario. Ma come?<br />
È dalla Rivelazione che noi apprendiamo<br />
che tutto il contingente proviene dalla<br />
libera elezione dell’Ente necessario, cioè da<br />
Dio, ma ci sono anche tanti motivi razionalmente<br />
cogenti per comprendere questo Ente<br />
come la volontà sovrana da cui procede<br />
tutto il reale.<br />
È, dunque, da questa volontà – la cui indole<br />
costitutiva è l’amore, che si esprime<br />
come comunicazione liberale e gratuita –<br />
che prende avvio la storia, intesa non semplicemente<br />
come seguito di avvenimenti<br />
isolati, senza altro legame che la cronologia,<br />
ma come progetto coerente e razionalmente<br />
perfetto.
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
511<br />
Si tratta di un disegno unitario, che diventa<br />
“storia della salvezza”, intesa come<br />
partecipazione alla gloria di Dio e tributo di<br />
amore verso di Lui: è un processo globale,<br />
che coinvolge Dio, il Cristo, gli angeli,<br />
l’uomo e l’universo intero (cf Ordinatio III<br />
d. 7 q. 3 [IX 284-291]).<br />
Si tratta di un piano meraviglioso, divino,<br />
che il Dottore Sottile, ha studiato e contemplato<br />
con passione e straordinaria acutezza<br />
d’ingegno.<br />
In questo progetto, il Cristo, il “capolavoro”<br />
di Dio, è posto al centro di tutto: attorno<br />
a lui gravita l’intero universo.<br />
Un più approfondito esame dei testi paolini<br />
e giovannei, quale oggi è in atto nella<br />
teologia biblica, e una conoscenza via via<br />
più vasta del pensiero dei Padri, rendono<br />
sempre più attuale e più gravida di positive<br />
e ricche conseguenze la dottrina di Scoto,<br />
sia in campo filosofico che teologico e mistico.<br />
La predestinazione è il punto focale, il<br />
fondamento di tutto il sistema teologico e<br />
filosofico di Duns Scoto, predestinazione<br />
naturalmente – come la concepisce lui – in<br />
relazione all’origine di tutte le opere di Dio<br />
ad extra.<br />
Secondo Scoto, infatti la predestinazione<br />
è il fondamento di tutte le opere di Dio<br />
ad extra ed essa comporta due attività: una<br />
eterna, che si riferisce all’intenzione, al progetto<br />
di Dio; l’altra temporale, che riguarda<br />
la realizzazione del piano previsto e deciso.<br />
L’amore è l’intenzione suprema e primaria<br />
di tutto ciò che Dio ha voluto ad extra.<br />
La predestinazione di Cristo e degli eletti,<br />
l’elevazione all’ordine soprannaturale, la<br />
creazione, la rivelazione, tutto è voluto e<br />
decretato da Dio per amore e in vista dell’amore.<br />
Dio ama se stesso di un amore sovranamente<br />
puro, liberale e disinteressato, e in<br />
questo consiste la sua beatitudine infinita.<br />
Essendo amore, egli agisce per amore. Giustamente<br />
nel libro del profeta Isaia Dio dichiara:<br />
«Io per 1a mia gloria ho creato e plasmato»<br />
(Is 43,7). Tutto quello che Dio fa, lo<br />
fa per la sua gloria.<br />
Dioama,eamandosuscitaversodisé<br />
l’amore delle creature. Tutta l’attività divina,<br />
per Scoto, si sviluppa nella dinamica<br />
dell’amore, perché Dio è formalmente carità;<br />
tutto ciò che Dio causa ad extra, lo causa<br />
ordinatissimamente e per amore (cf Ordinatio<br />
III d. 32). Ma la volontà d’amore di<br />
Dio per le creature non può terminare alle<br />
creature stesse: l’amore deve ritornare da<br />
esse a Dio, come termine e fine.<br />
A fondamento di questa sua sintesi Scoto<br />
pone il principio seguente:<br />
«Colui che in primo luogo ama se stesso<br />
in modo ordinato (e di conseguenza non disordinatamente,<br />
cioè senza gelosia e invidia),<br />
in secondo luogo vuole avere altri coamatori,<br />
vuole cioè che altri abbiano in se<br />
stessi il suo amore, il che significa predestinarli,<br />
se vuole che essi abbiano un tale bene<br />
come sbocco finale ed eterno della loro vita...»<br />
(Ordinatio III d. 32 n. 21). La prima<br />
predestinazione dunque è al “co-amore di<br />
Dio”, alla condilezione, ad essere co-amatori<br />
con Dio.<br />
Questo testo, preso integralmente, è importantissimo<br />
per impostare quella che si<br />
chiama la “storia della salvezza” nel piano<br />
cristocentrico di Scoto. Si potrebbe meglio<br />
dire “storia della cristificazione”, poiché<br />
Dio finalizza sin dal primo atto della sua<br />
volontà ad extra tutti gli esseri razionali –<br />
angeli e uomini – per la partecipazione alla<br />
sua vita divina, quali condiligentes (coamanti,<br />
co-amatori), rendendoli conformi<br />
all’immagine del Figlio suo.<br />
Dio, dunque, rationabilissime et ordinatissime<br />
volens, dispone tutto l’ordine attuale,<br />
conosciuto e amato ab aeterno, secondo una<br />
gerarchia in cui gli esseri della creazione sono<br />
voluti e disposti secondo un ordine che da<br />
Cristo, discende verso gli angeli, gli uomini,<br />
gli esseri animati, fino a quelli inanimati.<br />
L’esistenza di Cristo, perciò, non è occasionata<br />
da nulla, ma è occasione di esistenza<br />
per tutto il resto.<br />
Dio, infatti, ha voluto prima di tutto il fine<br />
supremo, che è la sua gloria. Questa si<br />
esprime nella comunicazione della sua vita<br />
divina all’anima di Cristo, perché, mediante<br />
1a comunicazione della suprema grazia<br />
(l’unione ipostatica), il Cristo – uomo-Dio,<br />
e quindi summum opus Dei (il capolavoro<br />
di Dio) – fosse il supremo co-amante e glorificatore<br />
del Padre.
512 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Il principio secondo cui Dio vult habere<br />
alios condiligentes (vuole avere altri coamatori<br />
con Lui) è applicato da Duns Scoto<br />
innanzi tutto a Cristo, secondo l’assioma<br />
per cui: «chiunque ama in modo ordinato,<br />
vuole prima di tutto il fine, e poi più immediatamente<br />
ciò che è più prossimo al fine»<br />
(Rep. III A d. 3 q. 3). E così «Dio ama se<br />
stesso per se stesso, e perciò ama di più<br />
quell’essere che gli è più prossimo in quell’ordine»<br />
(Rep. II d. 29 q. 1 n. 8 [ed. Vivès<br />
XXIII l45a]).<br />
Ora è cosa molto evidente che Dio ama<br />
di più la creatura che più lo può riamare. Il<br />
più immediato, il più vicino al fine voluto<br />
da Dio è Cristo, anzi la sua anima. Scoto ne<br />
parla con accenti commossi: «Nel parlare di<br />
Cristo, preferisco eccedere piuttosto che<br />
mancare nella lode a Lui dovuta, se per<br />
ignoranza dovessi cadere in uno dei due<br />
estremi» (Ordinatio III d. 13 n. 53 [IX<br />
406]).<br />
Fra tutti i condiligentes Dio ne vuole almeno<br />
uno che, nel mondo finito, lo ami non<br />
in modo limitato, come tutti noi uomini,<br />
bensì in modo infinito. Un essere dunque<br />
che unisca l’infinità della natura di Dio con<br />
la finitezza della creatura. Questo essere è<br />
l’esultanza dell’ingegnoso amore di Dio, il<br />
cuore del cosmo, l’uomo-Dio Cristo Gesù,<br />
il summum opus Dei, l’opera più alta di Dio,<br />
la cima, il Re, il cuore di tutti i cuori, che<br />
racchiude in sé tutti i tesori della sapienza e<br />
della conoscenza, dove abita la pienezza<br />
della divinità, dove il Padre si compiace,<br />
dalla cui grazia noi tutti abbiamo ricevuto;<br />
l’anelito di tutta la creazione dall’inizio del<br />
mondo.<br />
Senza l’incarnazione del Verbo, nessuna<br />
creatura, angelica o umana, potrebbe realizzare<br />
questo volere di Dio in una maniera<br />
soddisfacente. Difatti l’amore che possono<br />
rendere gli angeli e gli uomini, non è che finito,<br />
e non potrebbe di conseguenza eguagliare<br />
l’amore dell’Uomo assunto dal Verbo,ilsolocapacedirendereaDiounamore<br />
dal di fuori uguale all’amore ricevuto da<br />
Dio.<br />
Così Cristo è posto come l’alpha di tutto<br />
l’ordine contingente, in ragione del suo immenso<br />
amore, perché potest Deum summe<br />
diligere, e la sua glorificazione è la condizione<br />
richiesta per la predestinazione al coamore.<br />
Cristo, dunque, fu predestinato alla<br />
massima gloria possibile per una creatura e<br />
ciò avvenne prima della previsione del peccato<br />
(Ord. IIId.7n. 61 [IX 287]). L’incarnazione<br />
è, allora, la condizione previa per la<br />
glorificazione<br />
Conseguentemente, la volontà di Dio fa<br />
seguire alla predestinazione di Cristo il decreto<br />
riguardante, sempre in Cristo, tutto<br />
l’ordine attuale: l’ordine della grazia e quello<br />
della natura, cioè gli angeli, gli uomini e<br />
tutto l’universo.<br />
Questi pensieri, così familiari a Scoto,<br />
costituiscono la sintesi serafica del Dottore<br />
Sottile e sono la chiave di volta di tutto il<br />
suo sistema filosofico, teologico, ascetico e<br />
mistico.<br />
Egli afferma, infatti, che dapprima Dio<br />
ama fin dall’eternità tutto ciò che può essere<br />
oggetto di amore e che tale atto di amore<br />
è unico e comune alle tre persone della Trinità.<br />
Quindi, nella sua libertà sovrana, ama<br />
gli esseri in un certo ordine. Per primo ama<br />
se stesso; poi vuole che altri lo amino ed è<br />
in questo momento del volere divino si situa<br />
la predestinazione. Ma, con lo stesso<br />
amore, Dio può donare tutto ciò che è necessario<br />
per amarlo, e conseguentemente<br />
egli lo può realizzare nell’uomo.<br />
Questo è proprio il fine supremo e la ragione<br />
della Rivelazione. Dio ci ha dato la<br />
sua Parola non per fornirci l’occasione di<br />
imbastire dotte speculazioni intellettualistiche,<br />
ma per guidarci verso di lui mediante<br />
un amore puro, retto e perfetto (cf Ord.<br />
prol).<br />
Dunque in tutte le opere di Dio ad extra,<br />
1’amore è la prima intenzione del volere divino.<br />
Il principio vult Deus alios condiligentes<br />
è la spiegazione di tutto l’ordine attuale<br />
della gloria, della grazia e della natura,<br />
ivi inclusa la stessa predestinazione del<br />
Verbo incarnato. Tutte le relazioni di Dio<br />
col mondo sono rapporti d’amore (Ord. III<br />
d. 17 q. 1 n. 8 [XV 360]).<br />
Quanto abbiamo delineato, è solo un<br />
aspetto della sintesi di Scoto che prosegue<br />
oltre nel delineare il piano di Dio, per vede-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
513<br />
re come includervi il peccato, la redenzione<br />
e la riprovazione.<br />
Nel corso della storia, infatti, alcuni teologi<br />
avevano pensato che Dio fosse diventato<br />
uomo solo per liberarci dal peccato. Il<br />
fatto che il Cristo ci abbia redento, è stato<br />
identificato tout court come il motivo dell’incarnazione.<br />
Ma un conto è dire che il Cristo si è incarnato<br />
per noi uomini e per la nostra salvezza<br />
e un conto è affermare che Egli non si<br />
è incarnato che per salvarci. È quest’ultima<br />
interpretazione che Duns Scoto respinge, e<br />
con lui anche san Tommaso che, nella sua<br />
Summa dice chiaramente: «Potuisset enim,<br />
etiam peccato non exsistente, Deus incarnari»<br />
(Summa theol. IIIq.1a.3).<br />
Scoto argomenta la sua posizione a partire<br />
dalla concezione biblica: poiché Cristo<br />
è il vertice della creazione, non può essere<br />
occasionato dal capriccio dell’uomo, perché<br />
sarebbe un degradarlo. Il peccato non<br />
ha mutato il piano di Dio, bensì Dio, previsto<br />
il peccato, ha semplicemente procrastinato<br />
la glorificazione umana del Cristo.<br />
In nessun modo dunque Cristo è stato<br />
creato per il peccato di Adamo, ma è avvenuto<br />
esattamente il contrario. Gli angeli, gli<br />
uomini, tutte le creature sono stati creati per<br />
il Cristo. Il creato raggiunge in lui la sua<br />
perfezione e in lui ritrova il suo centro di<br />
unità organica. Verso di lui convergono il<br />
mondo angelico, il mondo umano e la creazione<br />
inferiore. E così la molteplicità si raccoglie<br />
in una armonica unità e si compone<br />
in un ordinamento finalistico, che fa capo al<br />
Cristo e per lui a Dio. Il Cristo ricapitola in<br />
sé tutta la creazione e tutta la riporta a Dio.<br />
Tutti gli uomini, perciò, sono chiamati a<br />
divenire “cristiformi”: cioè a stringere una<br />
relazione filiale-salvifica con Dio, in Gesù<br />
e per mezzo di Gesù. “La vocazione ultima<br />
dell’uomo è effettivamente una sola, quella<br />
divina” (GS n. 22).<br />
Nel piano di Dio, Cristo è al primo posto.<br />
La visione scotista della realtà e della storia<br />
non ammette che l’evento storico dell’incarnazione<br />
sia un fatto “casuale”, che cioè<br />
poteva avvenire o non avvenire; non è un<br />
fatto accidentale, ma essenziale, che dà ragione<br />
di tutti gli esseri razionali spirituali<br />
voluti come “condiligentes” mediante la<br />
predestinazione del Cristo.<br />
Per questo il peccato originale non ha distrutto<br />
né sconvolto il piano di Dio, poiché<br />
il rapporto ontologico di ogni uomo con<br />
Cristo, prototipo dell’umanità e suo Capo, è<br />
rimasto, come è rimasta la finalizzazione<br />
soprannaturale di ogni singolo individuo,<br />
indipendentemente dalle modificazioni introdotte<br />
dal peccato originale e dalle sue<br />
conseguenze. Il peccato stesso, o più precisamente<br />
la previsione della caduta dei nostri<br />
progenitori, rientra nel piano di Dio.<br />
Tutte le creature sono create per l’uomo-<br />
Dio. Tutte furono predestinate per lui e in<br />
vista di lui. L’incarnazione non è una posteriore<br />
correzione della creazione; ma la creazione<br />
della terra, degli uomini e degli angeli<br />
è per l’incarnazione.<br />
Giustamente Paolo VI, nella sua Lettera<br />
Apostolica Alma parens (14.07.1966), afferma<br />
che Duns Scoto «asserendo l’eccellenza<br />
della carità sopra ogni scienza, l’universale<br />
primato di Cristo, capolavoro di<br />
Dio, glorificatore della SS. Trinità e Redentore<br />
del genere umano, Re nell’ordine naturale<br />
e soprannaturale, al cui lato splende di<br />
originale bellezza la Vergine Immacolata,<br />
Regina dell’Universo, fa svettare le idee sovrane<br />
della Rivelazione evangelica, particolarmente<br />
ciò che Giovanni Evangelista e<br />
S. Paolo Apostolo videro nel piano divino<br />
della salvezza sovrastare in grado così eminente».<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale e Gran Cancelliere<br />
5. Course for Formators of the African<br />
Conference<br />
In accordance with the decision taken by<br />
the Ministers and Custodes of the African<br />
Conference on the proposal of the Secretaries<br />
for Formation and Studies gathered in<br />
Lusaka (Zambia) from the 3rd to the 7th August<br />
2004 at the invitation of the General<br />
Secretariat, a Course for the Formators of<br />
the new African Conference was held at the<br />
“La Verna” Retreat Centre (South Africa)
514 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
from the 20th November to the 2nd December<br />
2006.<br />
22 Formators, representing all the Entities<br />
of the Conference, took part. Also present<br />
were Br. Amaral Bernardo A., Br. Massimo<br />
Fusarelli and Br. Peter Williams, in his<br />
capacity as Secretary of the Conference.<br />
The standard of participation was very<br />
high, thanks to the fraternal atmosphere, the<br />
hospitality shown and the desire of everyone<br />
to learn. The topic was personalised accompaniment<br />
in the African culture. The<br />
Secretaries for F+S of the Entities met to<br />
plan the future and to nominate Br. Vincente<br />
Zwungu, Vicar and Secretary of the<br />
South African Province, as their candidate<br />
for the office of Secretary of the Conference<br />
to be presented to the Ministers for appointment.<br />
The Course gave some guidelines for<br />
formation and accompaniment in Africa.<br />
Both the participation and the rhythm of<br />
very intense work during the whole course<br />
encouraged exchange, listening and fraternity:<br />
a sign that all the Friars seem to have<br />
accepted everything positively.<br />
Some elements which emerged from the<br />
sharing and listening:<br />
– The local African formators are growing<br />
in number and need specific training.<br />
– Franciscan formation must grow and integrate<br />
the whole process of formation,<br />
especially during the time of temporary<br />
profession, so as to encourage the inculturation<br />
of the charism into the many<br />
African cultures. Personal accompaniment<br />
in Africa is screened by a traditional<br />
vision which gives great importance<br />
to initiation and to the wisdom and<br />
authority of adults and the old. We understood<br />
that the common process of accompaniment<br />
between formators and<br />
those being formed should be balanced<br />
by clear structures of life and formation,<br />
within which education to freedom and<br />
responsibility can grow.<br />
In conclusion, the course was a true and<br />
proper grace for the Conference and the entire<br />
Order, in which the presence of and the<br />
sensitivity towards this Continent, so rich<br />
and sorely tried, especially through international<br />
indifference and forgetfulness, is<br />
growing. Care and love for Africa will be,<br />
for us, a real and true prophecy, especially<br />
in closely accompanying the growth and<br />
slow maturation of the Entities.<br />
BR.MASSIMO FUSARELLI, <strong>OFM</strong>,<br />
Secretary General for Formation and Studies<br />
6. Notitiae particulares<br />
• Con Decreto del 25 ottobre 2006 [Prot.<br />
097325 (277/06)], il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha nominato<br />
Bibliotecario della Pontificia Università<br />
Antonianum ad complendum triennum<br />
FR. NAZARIUSZ POPIELARSKI, ofm,<br />
della Provincia dell’ «Immacolata Concezione<br />
della BVM» in Polonia.<br />
• Con Decreto del 17 novembre 2006<br />
[Prot. 097404 (289/06)], il Ministro generale<br />
ha nominato Guardiano della Fraternità<br />
Internazionale “S. Antonio” in<br />
Roma FR. FERNANDO CAMPAGNA, della<br />
Provincia dell’«Immacolata Concezione<br />
della BVM» in Italia.<br />
• Con Decreto dell’8 novembre 2006<br />
[Prot. 097343 (279/06)] il Ministro generale,<br />
su richiesta della Segreteria Generale<br />
per la Formazione e gli Studi, ha<br />
nominato FR.DRAGAN NIMAC, ofm, della<br />
Provincia del «SS. Redentore» in<br />
Croazia e attualmente Vice Rettore ed<br />
Economo della Fraternità Internazionale<br />
«Ven. Fr. Gabriele M. Allegra», ASSI-<br />
STENTE della Segreteria Generale per la<br />
Formazione e gli Studi per un servizio a<br />
tempo ridotto, specialmente nel campo<br />
dell’amministrazione.
E SECRETARIATU PRO<br />
EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
1. Primo incontro del Ministro e Definitorio<br />
generale con i Vicariati apostolici<br />
1. Cronaca<br />
Per la prima volta nella storia recente<br />
dell’Ordine dei Frati Minori il Ministro generale,<br />
con il suo Definitorio, ha organizzato<br />
e celebrato un incontro con i Vicari Apostolici,<br />
le Prefetture e Prelature Apostoliche,<br />
affidati dalla Santa Sede all’Ordine e<br />
con i Ministri provinciali delle Province che<br />
ne sono le accompagnatrici dirette.<br />
Gli scopi principali della riunione erano<br />
di conoscere e condividere la situazione<br />
odierna – a livello giuridico, economico e<br />
del personale – nei Vicariati, Prefetture e<br />
Prelature Apostolici affidati all’Ordine; di<br />
riflettere sui rapporti reciproci in considerazione<br />
dei maggiori problemi e difficoltà attuali;<br />
e di individuare e decidere alcune linee<br />
di collaborazione tra l’Ordine, le Province<br />
e i Vicariati, le Prefetture e le<br />
Prelature Apostolici.<br />
L’incontro si è svolto nella Curia generale<br />
dei Frati Minori in Roma nei giorni 8 e 9<br />
settembre 2006. Vi hanno partecipato i Vescovi<br />
degli 11 Vicariati Apostolici, di una<br />
Prefettura e di una Prelatura Apostolica, e 8<br />
Ministri provinciali che hanno la cura dei<br />
medesimi Vicariati, Prefetture e Prelatura.<br />
Alla riunione è stato presente anche tutto il<br />
Definitorio generale, il personale del Segretariato<br />
generale per l’evangelizzazione e i<br />
Direttori di due organismi francescani di<br />
aiuto alle missioni.<br />
L’incontro è stato preceduto da una inchiesta<br />
che è stata fatta presso i Vescovi e i<br />
Ministri provinciali sullo stato generale di<br />
ogni Vicariato, Prefettura e Prelatura, e più<br />
in particolare sulla situazione giuridica di<br />
ogni suddetta circoscrizione ecclesiastica in<br />
relazione alla Provincia o all’Ordine, sulla<br />
situazione del personale “missionario”, sulla<br />
risorse finanziarie e sui più importanti<br />
aspetti o problemi da prendere in considerazione.<br />
Tutto ciò dal punto di vista del Vescovo<br />
e dal punto di vista del Ministro provinciale<br />
interessato.<br />
Dopo il saluto del Ministro generale,<br />
l’incontro è iniziato con una Conferenza di<br />
P. Julio Garcia Martin, cmf, su «La figura<br />
giuridica e pastorale dei Vicariati Apostolici,<br />
Prefetture Apostoliche e Prelature territoriali».<br />
Il relatore, dopo aver situato le circoscrizioni<br />
ecclesiastiche speciali nel quadro<br />
generale della legislazione canonica, ha<br />
presentato la natura missionaria di tali circoscrizioni<br />
con una menzione particolare<br />
alla “commissio”. In una seconda parte ha<br />
approfondito le norme sul governo della<br />
missione in riferimento all’autorità del Superiore<br />
ecclesiastico, che è il Vescovo, e del<br />
Superiore religioso, che è il Ministro provinciale.<br />
Per ultimo il relatore ha preso in<br />
esame la competenza di ciascuna delle due<br />
autorità sulle opere e sulle persone. La Conferenza<br />
ha chiarito vari aspetti giuridici importanti,<br />
permettendo ai partecipanti di entrare<br />
nella medesima visione e conoscenza<br />
del pensiero e delle norme della Chiesa.<br />
Sono poi stati presentati due altri brevi<br />
contributi. Uno sulla visione francescana<br />
della missione e in particolare sullo stile<br />
francescano che i missionari dovrebbero vivere<br />
anche nelle circoscrizioni ecclesiastiche<br />
speciali. L’altro contributo presentava<br />
la sintesi dell’inchiesta mettendo in risalto<br />
la problematica attuale e le sfide per il futuro.<br />
Il pomeriggio del primo giorno è stato riservato<br />
ai lavori in piccoli gruppi per gli approfondimenti<br />
e per la ricerca di possibili risposte.<br />
All’inizio del secondo giorno è stata presentata<br />
la riflessione che il Definitorio generale<br />
fece nel 1994 sul medesimo tema dei
516 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Vicariati Apostolici, offrendo alcune raccomandazioni<br />
per il futuro. A ciò ha fatto seguito<br />
ancora lavori in piccoli gruppi per approfondire<br />
e trovare qualche linea di collaborazione<br />
sulle Convenzioni da fare tra le<br />
Entità dell’Ordine e i Vicariati, le Prefetture<br />
e le Prelature Apostoliche, sul reclutamento<br />
e la preparazione del personale missionario,<br />
e sul sostegno finanziario in uno<br />
spirito di solidarietà.<br />
L’incontro si è concluso con la redazione<br />
e approvazione di alcuni orientamenti e<br />
impegni per il futuro in riferimento alle<br />
Convenzioni da fare, alla Formazione dei<br />
missionari e delle nuove vocazioni locali, al<br />
reclutamento di nuovo personale missionario<br />
e alla costituzione di un “Fondo comune”<br />
a vari livelli.<br />
Se all’inizio della programmazione tanti<br />
aspetti apparivano ancora oscuri, l’incontro<br />
ha portato luce sulla situazione concreta e<br />
sulle possibilità di collaborazione che sono<br />
state scoperte e accolte con favore da tutti i<br />
partecipanti. La riunione ha avuto un esito<br />
inaspettatamente positivo ed è stato preso<br />
l’impegno di convocare un’altra riunione simile<br />
per la fine del 2008, per valutare il cammino<br />
fatto sulla via della collaborazione e ridare<br />
un ulteriore impulso per il futuro.<br />
2. Saludo del Ministro general<br />
1. Queridos hermanos de los vicariatos,<br />
Prefecturas y Prelaturas apostólicas, queridos<br />
hermanos Ministros y demás hermanos<br />
aquí presentes:<br />
Bienvenidos a esta vuestra Casa de Santa<br />
María Mediatrice, nuestra Curia general.<br />
Bienvenidos a este I Encuentro del Definitorio<br />
general con los responsables de nuestros<br />
Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas. Os<br />
ruego que os sintáis en casa y entre hermanos<br />
y que, como dice nuestro Padre San<br />
Francisco en la Regla, familiarmente nos<br />
manifestéis vuestras necesidades para poder<br />
satisfacerlas, en la medida de lo posible.<br />
En vosotros saludo a todos los Hermanos<br />
Menores que trabajan en esos “territorios de<br />
misión”, caracterizados todos ellos por ser<br />
“regiones” pobres, tanto desde el punto de<br />
vista económico como cultural y de clero,<br />
pero ricos, tantas veces, en humanidad y en<br />
fe. Usando palabras del documento del último<br />
Capítulo general de la Orden no dudaría<br />
en definir dichas circunscripciones eclesiásticas<br />
como «claustros abandonados»,<br />
pero siempre “habitados” por la presencia<br />
del Señor y bendecidos por el «Altísimo,<br />
omnipotente y buen Señor». Deseo que estos<br />
días que estaremos juntos sean evangélicamente<br />
fructíferos para todos nosotros y<br />
particularmente para todos los hermanos<br />
que trabajan en los Vicariatos y para las comunidades<br />
cristianas a ellos confiadas.<br />
2. Y después del saludo deseo manifestaros<br />
la inmensa gratitud de toda la Orden y,<br />
seguramente, de la Iglesia. A mi convocatoria<br />
habéis acudido los responsables de los<br />
13 Vicariatos Apostólicos confiados a los<br />
Orden, en los que trabajan 12 obispos y 108<br />
hermanos franciscanos, junto a un obispo y<br />
45 sacerdotes diocesanos. Gracias por venir<br />
y gracias, particularmente por lo que sois y<br />
hacéis en favor de la Iglesia pobre de los territorios<br />
en que vivís. Vuestra presencia en<br />
los Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas confiadas<br />
por la Iglesia a nuestra Orden, y la<br />
presencia de los hermanos que os acompañan<br />
en la obra de evangelización, es preciosa.<br />
El Ministro y el Definitorio general se<br />
sienten cerca de vosotros y de vuestros fieles.<br />
La Iglesia y la Orden os son gratos<br />
3. Vuestra presencia aquí nos recuerda,<br />
ante todo, que los Hermanos Menores somos<br />
una Orden misionera cuyos miembros<br />
estamos llamados a «llenar la tierra con el<br />
Evangelio de Cristo» (1C 97), con nuestra<br />
palabra y, particularmente, con nuestra vida.<br />
Que no se enfríe en nosotros la pasión y<br />
el ardor por el Evangelio, antes bien que la<br />
Buena Noticia, como en el caso de Francisco,<br />
nos transforme en “evangelio viviente”,<br />
para creyentes y no creyentes.<br />
4. Vuestra presencia aquí nos recuerda<br />
también que nuestro “claustro es el mundo”,<br />
no sólo porque provenís de distintos<br />
países –Bolivia, Colombia, Ecuador, Libia,<br />
México y Siria-, sino porque muchos de vosotros<br />
sirven al Evangelio en países y regiones<br />
muy lejanas de las regiones y países que<br />
os vieron nacer. Y es que la pasión por el<br />
Evangelio rompe cualquier barrera: barre-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
517<br />
cesarias para implantar el Evangelio, y testimoniar<br />
con la vida –muchas veces con el<br />
martirio- el Evangelio anunciado. Creo que<br />
estas cuatro actitudes existenciales –salir,<br />
encontrarse, edificar y testimoniar-, siguen<br />
siendo muy válidas todavía hoy para la Orden.<br />
En el contexto de la celebración del<br />
VIII Centenario de la fundación de la Orden,<br />
y muy particularmente durante este<br />
año en que recordamos los 800 años de la<br />
conversión de Francisco, también el Señor<br />
nos dice a nosotros: «Id y restaurad mi Iglesia».<br />
Ni la Orden en cuanto tal, ni cada uno<br />
de nosotros, podemos ser sordos a esta llamada<br />
apremiante del Señor. Escuchar esta<br />
llamada se hace necesario para mantener el<br />
dinamismo carismático que siempre ha caracterizado<br />
la Orden de los Hermanos Menores.<br />
8. A vosotros, queridos hermanos Obispos<br />
y a cuantos trabajan en los territorios de<br />
misión, mientras os agradezco la respuesta<br />
generosa que han dado a esta llamada del<br />
Señor, también os pido que las estructuras<br />
de evangelización no os aparten de los pobres,<br />
y que nunca ofusquen la belleza del<br />
Evangelio. Nuestra gran tentación es la de<br />
levantar muros/estructuras. Fue también la<br />
de Francisco al escuchar la invitación del<br />
Señor en San Damián. Y es que esto es más<br />
fácil que abrir los corazones a la gracia del<br />
Evangelio. Ciertas estructuras físicas son<br />
absolutamente necesarias, pero no podemos<br />
nunca olvidar que nuestro primer objetivo<br />
es iluminar con la luz del Evangelio la vida<br />
de las gentes a las que hemos sido enviados.<br />
9. A todos los Hermanos Menores –obispos<br />
y demás hermanos- que trabajan en los<br />
Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas les pido,<br />
también, que nunca olviden su primera<br />
llamada: La llamada a ser Hermanos Menores.<br />
Estoy plenamente convencidos que esa<br />
es la gran aportación que podéis dar a los<br />
pueblos y a la Iglesia local en la que habéis<br />
sido llamados a trabajar por la difusión del<br />
Evangelio. La Orden desea continuar su<br />
presencia y potenciarla, en la medida de lo<br />
posible, en los Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas<br />
a ella confiados, pero desea que sea<br />
una presencia franciscana, es decir: una presencia<br />
en la que se puedan vivir con normaras<br />
de origen, barreras culturales y barreras<br />
lingüísticas, como bien muestra nuestra historia<br />
de 800 años.<br />
5. Vuestra presencia aquí nos recuerda,<br />
finalmente nuestra opción por los pobres.<br />
Vosotros sois representantes de la iglesia de<br />
los pobres. Visitando recientemente uno de<br />
nuestros Vicariatos en Bolivia he podido<br />
constatar la pobreza de medios con que<br />
contáis para vuestro trabajo y la pobreza de<br />
las personas a las que servís. Pero también<br />
he podido constatar el amor que el pueblo<br />
os tiene. Y es que el darse no puede quedar<br />
sin respuesta. Estoy seguro que vosotros<br />
dais mucho a los pueblos donde vivís y trabajáis.<br />
Es más, sé que os dais sin reserva,<br />
pero estoy igualmente seguro de que vosotros<br />
recibís más de lo que dais. ¡Así son los<br />
pobres de generosos!<br />
6. Por falta de medios y particularmente<br />
de personal, la Orden, como la Iglesia misma,<br />
preocupada por satisfacer las propias<br />
necesidades, corre el riesgo de introvertirse,<br />
de cerrarse en sí misma. La escasez de hermanos<br />
en los Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas<br />
-108 en total- y la edad avanzada<br />
de muchos de ellos, nos recuerda que en estos<br />
momentos hemos de trabajar intensamente<br />
para superar la tendencia egocéntrica<br />
de repliegue. Desde aquí hago una llamada<br />
a todas las Entidades de la Orden a ser<br />
generosas con las misiones, tanto con personal<br />
como, según las posibilidades, también<br />
con medios. Pido, particularmente a<br />
las “Entidades jóvenes”, a las cuales el Señor<br />
bendice con vocaciones, que pasen de<br />
una mentalidad de ser “sujetos pasivos de<br />
misión” a “sujetos activos de misión”. Es la<br />
hora de la “Iglesia joven”, es la hora de las<br />
“Entidades jóvenes”. Por motivos de fidelidad<br />
a su carisma, la Orden no puede cerrarse<br />
a la “misión ad gentes”, no puede desentenderse<br />
de la Iglesia pobre.<br />
7. Mirando a nuestra historia, ocho veces<br />
centenaria, bien podemos decir que nuestra<br />
misión se caracteriza por salir de la propia<br />
tierra (somos peregrinos y extranjeros, sin<br />
morada fija), encontrarse con gente de otras<br />
culturas (somos los frailes del pueblo), edificar<br />
estructuras simples, conformes a nuestra<br />
condición de menores y pobres, pero ne-
518 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
lidad las prioridades de la forma de vida que<br />
hemos abrazado por la profesión. Sin eso no<br />
tendría sentido alguno nuestra presencia en<br />
los “territorios de misión”, como, por supuesto,<br />
en ningún otro territorio.<br />
10. Antes de terminar este saludo inicial,<br />
deseo expresar mi personal agradecimiento<br />
y el agradecimiento de toda la Orden a las<br />
Provincias a las que les han sido confiados<br />
los Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas por<br />
todo lo que hacen para ayudar a dichas estructuras<br />
misionarias. También quiero agradecer<br />
a Fransican Missions de los EEUU,<br />
representada aquí por Fr. Sereno Baiardi y<br />
la Sra. Jully, y a Misión Central Franciscana<br />
en Alemania, representada aquí por Fr.<br />
Stefano Ottembreit, por gran apoyo a nuestras<br />
misiones. Gracias también a la Oficina<br />
de Desarrollo de la Curia, cuyo nuevo Director<br />
es Fr. Moisés Gutiérrez, así como a<br />
Fr. Nestor Schwerz y Fr. Vincenzo Brocanelli,<br />
de la Secretaría general de la Curia para<br />
la Evangelización, por su trabajo en favor<br />
la evangelización y de de las misiones. Un<br />
agradecimiento muy especial a las Provincias<br />
que, desde su pobreza, siguen enviando<br />
hermanos y medios a los Vicariatos, Prelaturas<br />
y Prefecturas confiadas a la Orden.<br />
Gracias, de modo muy particular a la Iglesia<br />
por seguir confiando en nosotros.<br />
Que el Espíritu guíe el trabajo de estos<br />
días. Bienvenidos y buen trabajo.<br />
FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
3. Situazione dei<br />
Vicariati/Prefetture/Prelature<br />
1. Statistica<br />
– Vic. Beni (Bolivia): Provincia francescana,<br />
Sant’Antonio; Vescovo titolare, Julio<br />
M. E. Montoya ofm; Frati Minori, 12;<br />
Preti diocesani, 7; Gesuiti, 7.<br />
– Vic. De Camiri (Bolivia): Provincia<br />
francescana, Sant’Antonio; Vescovo titolare,<br />
Leonardo Bernacchi ofm; Frati<br />
Minori, 13.<br />
– V. Nuflo (Bolivia): Provincia francescana,<br />
Sant’Antonio; Vescovo titolare, Bonifácio<br />
A. Reimann Panic ofm; Frati Minori,<br />
14; Preti diocesani, 4.<br />
– Vic. Requena (Perù): Provincia francescana,<br />
S. Francesco Solano; Vescovo titolare,<br />
Juan Oliver, ofm; Frati Minori: 8;<br />
Preti diocesani: 2; Parrocchie/Centri<br />
missionari: 8.<br />
– Vic. San José Amazonas (Perù): Provincia<br />
francescana, S. Giuseppe (Canada);<br />
Vescovo titolare, Alberto Campos ofm;<br />
Frati Minori, 8; Preti diocesani, 5.<br />
– Vic. San Ramon (Perù): Provincia francescana,<br />
S. Francesco Solano; Vescovo<br />
titolare, Gerardo A. Zerdin B. ofm; Frati<br />
Minori, 13; Preti diocesani, 12.<br />
– Vic. de Zamora (Ecuador): Provincia<br />
francescana, S. Francesco di Quito; Vescovo<br />
titolare, Fausto G. Través ofm;<br />
Frati Minori, 7.<br />
– Vic. de Guapi (Colombia): Provincia<br />
francescana, Santa Fe; Vescovo titolare,<br />
Ernáan J. Alvarado, diocesano; Frati Minori,<br />
3; Preti diocesani, 7.<br />
– Vic. Tripoli (Libia): Provincia francescana,<br />
S. Paolo (Malta); Vecovo titolare,<br />
Giovanni Martinelli ofm; Frati Minori,<br />
3; Preti diocesani, 3.<br />
– Vic. Bengasi (Libia): Provincia francescana,<br />
S. Paolo (Malta); Vescovo diocesano,<br />
Silvestro Magro ofm; Frati Minori, 4.<br />
– Vic. Aleppo (Siria): Provincia francescana,<br />
Custodia di Terra Santa; Vescovo titolare,<br />
Giuseppe Nazzaro ofm; Frati Minori<br />
13.<br />
– Pref. Galápagos (Ecuador): Provincia<br />
francescana, S. Francesco di Quito; Vescovo<br />
titolare, Manuel Valarezo Luzuriaga<br />
ofm; Frati Minori, 3; Preti diocesani,<br />
8.<br />
– Prel. Nayar (Messico): Provincia francescana,<br />
Ss. Francesco e Giacomo; Vescovo<br />
titolare, José Antonio Pérez ofm; Frati<br />
Minori, 16; Preti diocesani 11.<br />
2. Situazione giuridica<br />
1. I rapporti giuridici tra Provincia e Vicariati/Prefetture/Prelature<br />
– Sono regolati da una convenzione scritta:<br />
• la Prefettura Apostolica di Galápagos<br />
con la Provincia di San Francesco di<br />
Quito (24 luglio 1998), però il Vescovo<br />
Mons. Manuel Valarezo dice che
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
519<br />
non esiste una convenzione con la<br />
Provincia;<br />
• il Vicariato Apostolico di San José di<br />
Amazzonia con la Provincia di San<br />
Giuseppe in Canada (da molti anni); i<br />
due Vicariati di Tripoli e di Bengasi in<br />
Libia con la Curia generale, che ne ha<br />
affidato la cura alla Provincia francescana<br />
di Malta;<br />
• tra la Prelatura territoriale di Jesús<br />
María, El Nayar, e la Provincia Ss.<br />
Francesco e Giacomo in Messico esiste<br />
una convenzione che si rinnova<br />
ogni sei anni, ma negli ultimi due anni<br />
non è stata rinnovata.<br />
– Non sono regolati da alcuna convenzione<br />
scritta:<br />
• i Vicariati di San Ramón e di Requena<br />
(Perù) non hanno alcuna convenzione<br />
con la Provincia di San Francesco Solano;<br />
e nemmeno i Vicariati in Bolivia<br />
di Beni, Camiri e Nuflo de Chávez;<br />
• per il Vicariato di Guapi in Colombia<br />
esiste il decreto di costituzione, ma<br />
non una Convenzione con la Provincia<br />
di Santa Fedede, che ne fece richiesta<br />
nel 1953;<br />
• per il Vicariato Apostolico di Aleppo<br />
(Siria) non vi è alcuna convenzione<br />
con la Terra Santa o con l’Ordine dei<br />
Frati Minori.<br />
Osservazioni<br />
L’Ordine ha affidato alle Province locali<br />
la cura dei Vicariati o Prefetture o Prelature<br />
Ap. Nella maggior parte dei casi non esiste<br />
alcuna Convenzione scritta che regola i rapporti<br />
(personale, economia, proprietà) tra il<br />
Vicariato e la Provincia. Tale mancanza di<br />
normativa genera confusione e incertezza<br />
sulle responsabilità riguardanti il personale<br />
e la gestione economica.<br />
2. La condizione giuridica dei Frati<br />
• Nel Vicariato di Zamora, nella Prefettura<br />
di Galápagos e nella Prelatura de Jesús<br />
Maria del Nayar in Messico, i Frati<br />
appartengono alla Provincia, sono designati<br />
dal Congresso Capitolare e sono<br />
soggetti al Ministro provinciale, eccetto<br />
nella pastorale per la quale dipendono<br />
dal Vescovo.<br />
• In Perù la Provincia di San Francesco<br />
Solano ha 10 frati nel Vicariato di San<br />
Ramón, distribuiti in due Guardianati, e<br />
nessunoinquellodiRequena,eiFrati<br />
che vengono da altre Province per i due<br />
Vicariati non hanno alcun legame giuridico<br />
con la stessa Provincia.<br />
• Secondo la Convenzione nel Vicariato di<br />
San José di Amazzonia i Frati dipendono<br />
dal Vescovo per la pastorale, dal Ministro<br />
provinciale per la vita religiosa e le nomine<br />
vengono fatte di comune accordo.<br />
• In Colombia i Frati della Provincia Santa<br />
Fede, che lavorano nel Vicariato di<br />
Guapi, sono nella casa regolare San Antonio<br />
de Padua e dipendono in tutto dal<br />
Ministro provinciale.<br />
• In Bolivia, nel Vicariato di Chavez e Beni,<br />
i Frati appartengono alla Provincia e<br />
sono nominati dal Ministro provinciale<br />
mentre per la pastorale dipendono dal<br />
Vescovo; nei Vicariati di Beni e Camiri<br />
vi sono anche Frati che non si sono integrati<br />
nella Provincia (sono come ospiti)<br />
e che lavorano con un accordo tra i Vescovi<br />
e le loro Province madri.<br />
• In Libia i Frati dipendono dal Ministro<br />
provinciale di Malta.<br />
• Nel Vicariato di Aleppo (Siria) i Frati appartengono<br />
alla Custodia di Terra Santa<br />
e sono nominati dal Custode.<br />
Osservazioni<br />
La situazione giuridica dei Frati che lavorano<br />
nei Vicariati non è uniforme, e ciò<br />
dipende anche dalla mancanza di Convenzioni<br />
scritte.<br />
Vi è poi la particolare situazione giuridica<br />
dei missionari che vengono da altre Province,<br />
specialmente nord-americane o europee,<br />
i quali sono usciti dalle loro Province<br />
madri e non sono inseriti nelle Province locali.<br />
3. Il personale<br />
1. Preti diocesani<br />
• A Galápagos (Ecuador) il Vescovo ha già<br />
8 Preti diocesani e cerca di avere il clero<br />
proprio e il seminario (attualmente con 4<br />
seminaristi).
520 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
• Nel Vicariato San José di Amazzonia vi<br />
sono 5 Preti diocesani, ma non c’è il seminario.<br />
• Nel Vicariato di Requena vi sono 2 Sacerdoti<br />
diocesani, ma senza seminario<br />
diocesano.<br />
• Nel Vicariato di San Ramon (Perù) vi sono<br />
6 Preti diocesani locali e 6 Preti “Fidei<br />
donum”, ed esiste anche il seminario<br />
minore. Il Vicariato ha attualmente 14<br />
seminaristi in formazione.<br />
• Nel Vicariato di Chávez in Bolivia vi sono<br />
3 Sacerdoti diocesani boliviani e uno<br />
tedesco. Sempre in Bolivia, nel Vicariato<br />
del Beni vi sono 7 Sacerdoti diocesanie3Gesuiti,eilseminariopropedeutico.<br />
• Nel Vicariato di Guapi (Colombia) sono<br />
incardinati 7 Preti; non c’è il seminario,<br />
ma vi sono 10 seminaristi che si formano<br />
nel seminario di Cali.<br />
• Nel Vicariato di Tripoli in Libia vi è un<br />
Prete diocesano di origine sudanese, un<br />
Sacerdote “Fidei donum” di Malta e un<br />
altro di Padova.<br />
• Nel Vicariato di Bengasi lavora anche un<br />
Sacerdote Salesiano.<br />
• La Prelatura de Jesús María del Nayar<br />
(Messico) ha 11 Sacerdoti diocesani, 15<br />
seminaristi e il seminario minore in<br />
Huajicou.<br />
2. Frati Minori<br />
• In Zamora (Ecuador) vi lavorano 7 Frati<br />
in due Fraternità.<br />
• In Galápagos (Ecuador) si lavorano 3<br />
Frati<br />
• In San Ramón (Perù) lavorano 12 Frati,<br />
di cui 10 della Provincia di San Francesco<br />
Solano, 1 di Valenzia in Spagna e 1<br />
dei Ss. Cirillo e Metodio in Croazia.<br />
• In Requena (Peru) lavorano 8 Frati appartenenti<br />
ad altre Province: 4 alla Provincia<br />
di Valenzia (Spagna), 2 alla Provincia<br />
di Granada (Spagna) e 2 alla Provincia<br />
di Santa Barbara (USA).<br />
• Nel Vicariato di San José di Amazzonia<br />
la Provincia di San Giuseppe in Canada<br />
ha 6 Frati di origine diversae2altriFrati<br />
nella casa di Iquitos (situata nella diocesi<br />
adiacente)<br />
• Nel Vicariato di Guapi in Colombia lavorano<br />
tre Frati della Provincia di Santa<br />
Fede, però in alcuni periodi vi si aggiungono<br />
i NovizieiProfessitemporanei.<br />
• Nel Vicariato di Chavez lavorano 15<br />
Frati Minori della Provincia boliviana, e<br />
12 nel Vicariato del Beni.<br />
• Nella Prelatura del Nayar (Messico) vi<br />
sono 16 Frati di cui 10 vivono insieme in<br />
due Fraternità e 6 vivono soli.<br />
• In Libia c’è soltanto il Vescovo francescano<br />
a Bengasi, originario della Provincia<br />
di Malta. Gli altri Frati vengono da varie<br />
Province dell’Ordine, vivono in due<br />
Fraternità–unaperVicariato–edipendono<br />
dal Ministro provinciale di Malta.<br />
• Nel Vicariato di Aleppo (Siria) lavorano<br />
13 Frati. Non vi è seminario.<br />
3. Difficoltà riguardanti il personale<br />
• La Provincia di San Francesco a Quito<br />
ha difficoltà di avere altri Frati disponibili<br />
per il Vicariato di Zamora e per la<br />
Prefettura di Galápagos.<br />
• La Provincia di San Francesco Solano<br />
non ha il personale sufficiente per provvedere<br />
ai bisogni dei due Vicariati.<br />
• Il Vicariato di Requena in Perù ha 8 Centri<br />
missionari sparsi in una vastissima regione,<br />
con due Sacerdoti diocesani e 8<br />
Frati Minori.<br />
• La Provincia di San Giuseppe in Canada<br />
non può più inviare Frati nel Vicariato, a<br />
causa dell’invecchiamento; la Custodia<br />
locale di San José dovrebbe avere qualche<br />
Frate disponibile fra qualche anno.<br />
• La Provincia di Santa Fede in Colombia<br />
ha difficoltà ad inviare altri Frati nel Vicariato<br />
di Guapi.<br />
• Il Vicariato di Chavez in Bolivia ha tre<br />
parrocchie con diverse comunità senza il<br />
Sacerdote.<br />
• La Provincia San Antonio di Bolivia sta<br />
inviando Frati giovani, ma non sono sufficienti,<br />
e inoltre vi è la difficoltà che nei<br />
Vicariati esistono “Fraternità regionali”<br />
ma non locali, e che a volte i Vescovi rimuovono<br />
alcuni Frati senza consultare il<br />
Ministro provinciale.<br />
• Per i due Vicariati in Libia, la Provincia<br />
di Malta non ha Frati disponibili e trova-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
521<br />
re Frati da altre Province non è facile. In<br />
particolare a Tripoli c’è bisogno di un<br />
Frate di lingua italiana e a Bengasi di un<br />
Frate di lingua araba.<br />
• Il Vicariato di Galápagos ha bisogno di<br />
comunità di suore per la pastorale.<br />
In sintesi, si può dire che le difficoltà riguardanti<br />
il personale sono soprattutto le<br />
seguenti:<br />
– In primo luogo manca il numero di<br />
missionari, c’è bisogno di altro personale<br />
che non è facile avere.<br />
– Manca una preparazione dei missionari<br />
che vanno in questi territori di<br />
missione, e spesso i missionari non<br />
imparano la lingua locale indigena.<br />
– Un’altra difficoltà è rappresentata<br />
dall’età avanzata di alcuni missionari<br />
con conseguenti malattie.<br />
4. Situazione finanziaria<br />
1. Le risorse locali<br />
In genere le risorse locali sono minime e<br />
molto rare.<br />
I missionari che sono nei Vicariati del<br />
Perù hanno 25 $USA al mese dallo Stato,<br />
ma ciò è insufficiente, e va diminuendo. La<br />
popolazione locale è molto povera e può<br />
dare ben poco ai missionari.<br />
A Tripoli e a Bengasi (Libia) le offerte<br />
locali sono più o meno sufficienti per il sostentamento<br />
quotidiano del clero.<br />
2. Le risorse esterne<br />
I Vicariati che sono in Perù (Requena,<br />
San Ramón, San José di Amazzonia) e in<br />
Colombia vivono per il 90 % con gli aiuti<br />
che vengono da fuori. La maggiore quantità<br />
viene dalle Pontificie Opere Missionarie,<br />
dall’Infanzia Missionaria, oppure da Franciscan<br />
Missions (Waterford), e dagli organismi<br />
tedeschi (Adeveniat, Missionzentrale,<br />
altro).<br />
Il Vicariato di Chavez dipende per il 90<br />
% dalla Procura della Provincia di Baviera.<br />
Il resto dalla Congregazione per l’Evangelizzazione<br />
dei popoli. I Sacerdoti europei<br />
hanno i loro benefattori. Ma l’autofinanziamento<br />
per ora sembra impossibile.<br />
Il Vicariato di Galápagos è aiutato dalle<br />
Pontificie Opere Missionarie, da Adveniat,<br />
dalla Chiesa di Monaco e da Franciscan<br />
Missions di Waterford.<br />
Per Tripoli e Bengasi (Libia) aiuti esterni<br />
arrivano dalla Congregazione per l’Evangelizzazione<br />
dei Popoli e da organismi<br />
di solidarietà.<br />
Per il Vicariato diAleppo (Siria) arriva un<br />
aiuto annuo di 30.000 $USA dalla Congregazione<br />
per le Chiese Orientali, e nulla più.<br />
3. Il sostegno economico delle Province<br />
La Provincia di San Francesco a Quito,<br />
economicamente, non sostiene nulla; si interessa<br />
solo dei Frati che lavorano nel Vicariato<br />
o nella Prefettura.<br />
La Provincia di San Francesco Solano<br />
(Perù) non ha nessun fondo economico per<br />
i due Vicariati, però ospita i missionari in<br />
una casa a Lima e le spese sono ripartite al<br />
50% tra la Provincia e i Vicariati.<br />
La Provincia di San Giuseppe in Canada<br />
invia regolarmente sussidi al Vicariato di<br />
san José di Amazzonia (nel 2006: 82.000<br />
$CAN); e ogni missionario ha un conto personale<br />
nella Procura di Montréal. Però il<br />
sussidio diminuirà ogni anno del 20 %.<br />
La Provincia di Santa Fede in Colombia<br />
sostiene i tre Frati che lavorano nel Vicariato<br />
di Guapi con 2.800 $USA al mese.<br />
In Bolivia, i Vicariati sono mantenuti<br />
dalle Province madri (Toscana, Cantabria,<br />
Baviera); la Provincia locale sta cercando<br />
qualche forma di sostegno secondo le possibilità.<br />
La Provincia dei Ss. Francesco e Giacomo<br />
in Messico dà 78 mila pesos mensili alla<br />
Prelatura di cui 3 mila pesos mensili a<br />
ciascun Frate missionario e il resto al Vescovo.<br />
Osservazioni<br />
I Vicariati sono economicamente dipendenti<br />
per la quasi totalità, ed è impossibile<br />
pensare ad una autosufficienza locale.<br />
Il sostegno economico può venire da tre<br />
tipi di fonti: dalle Congregazioni romane<br />
oppure dalle Province locali oppure dagli<br />
Organismi di solidarietà e dai benefattori.<br />
Il sostegno che i missionari ricevono<br />
mensilmente è molto diverso da Vicariato a<br />
Vicariato.
522 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
5. Le difficoltà più consistenti<br />
1. La configurazione giuridica<br />
La non conoscenza degli elementi giuridici<br />
impedisce spesso di arrivare a redigere<br />
una Convenzione scritta per regolare i rapporti<br />
tra le parti.<br />
La mancanza di una Convenzione lascia<br />
nell’incertezza e nella confusione, dando<br />
così adito ad azioni non sempre corrette.<br />
La medesima chiarezza giuridica è necessaria<br />
per i missionari che arrivano da altre<br />
Province dell’Ordine, i quali hanno lasciato<br />
la Provincia di origine, ma non partecipano<br />
alla vita della Provincia locale e non<br />
informano sulle donazioni economiche che<br />
ricevono. E qui ci si chiede qual è effettivamente<br />
l’appartenenza all’Ordine di tanti<br />
Frati che vivono da soli.<br />
Nel medesimo quadro giuridico è importante<br />
la chiarezza sulle proprietà del Vicariato<br />
e quelle della Provincia.<br />
La poca chiarezza giuridica a volte danneggia<br />
o impedisce la collaborazione aperta<br />
tra il Vescovo e i Frati che lavorano nel<br />
Vicariato.<br />
Bisogna insistere sullo “Ius Commissionis”<br />
oppure sulla Convenzione bilaterale?<br />
2. Il supporto economico.<br />
I Vicariati, le Prefetture e la Prelatura vivono,<br />
per la quasi totalità, grazie agli aiuti<br />
che vengono dall’esterno: dalle Congregazioni<br />
romane, dalle Province o dai benefattori<br />
e organismi. Per le Province donatrici<br />
vi è il problema che non possono continuare<br />
ad inviare la somma del passato e devono<br />
diminuire progressivamente i loro aiuti.<br />
Dalla parte dei Vicariati vi è chi riceve<br />
molto e chi riceve poco: in alcuni casi i missionari<br />
ricevono fino a 400 $USA al mese,<br />
in altri 300 $USA oppure 100 $USA mensili,<br />
e in altri ancora molto meno o nulla.<br />
A livello pastorale, l’insicurezza economica<br />
impedisce tra l’altro di poter far fronte<br />
alle necessità dei catechisti e alla formazione<br />
degli animatori e rende difficile continuare<br />
opere di aiuto umanitario, come collegi<br />
per bambini poveri, case per anziani o<br />
malati. I bisogni più urgenti sono il mantenimento<br />
dei seminaristi, degli agenti pastorali<br />
e la realizzazione dei progetti pastorali.<br />
Il problema principale è quello del coordinamento<br />
delle economie indipendenti e<br />
l’altro, più ampio, di una economia di solidarietà<br />
che assicuri una equa distribuzione<br />
delle risorse tra i diversi Vicariati, tra i Frati<br />
e il clero diocesano all’interno dei Vicariati.<br />
3. Mancanza di personale<br />
Il personale è ovunque insufficiente e si<br />
riscontra la difficoltà di trovare nuovi missionari.<br />
Spesso i Frati delle Province non sono<br />
motivati ad andare nei Vicariati. Ed anche<br />
molti Frati missionari sono dispersi, vivono<br />
isolati, altri si invecchiano. Da questa<br />
difficoltà consegue che spesso i Vicariati<br />
non riescono a seguire tutta la popolazione e<br />
che il bisogno di avere una vita in fraternità<br />
rimane un desiderio. L’assenza del Sacerdote<br />
favorisce la proliferazione delle Sètte che<br />
si installano soprattutto nei luoghi che restano<br />
scoperti dalla presenza missionaria.<br />
E inoltre è necessario preparare i nuovi<br />
missionari e fare in modo che essi imparino<br />
la lingua locale indigena, per una migliore<br />
comunicazione e per arrivare a capire meglio<br />
la cultura indigena.<br />
4. Difficoltà pastorali<br />
Certe condizioni geografiche e ambientali<br />
rendono difficile una buona azione pastorale<br />
ed evangelizzatrice, come per esempio<br />
la difficoltà nelle comunicazioni telefoniche<br />
oppure viarie (terrestri) e la mancanza<br />
di un servizio postale efficiente.<br />
A volte anche la comunicazione tra i<br />
missionari e il Vescovo non è la migliore,<br />
con la conseguenza che si segue poco o<br />
niente il piano pastorale del Vicariato e della<br />
Prefettura o Prelatura.<br />
La mancanza di conoscenza della lingue<br />
e delle culture locali rende più difficile una<br />
buona “inculturazione” del Vangelo.<br />
In genere, si nota nella popolazione una<br />
scarsa formazione religiosa, una separazione<br />
tra la fede e la vita e una debole coscienza<br />
ecclesiale.<br />
5. Difficoltà particolari<br />
Riuscire ad avere l’assistenza sociale e<br />
sanitaria per i Preti diocesani locali.
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
523<br />
Il clima e le condizioni difficili in diverse<br />
zone dell’Amazonia non permettono a<br />
tutti di restarvi.<br />
La grande povertà di alcuni popoli indigeni,<br />
che generano problemi di tipo assistenziale,<br />
morale, sociale, culturale. Cui si<br />
aggiunge a volte la violenza terroristica, il<br />
narcotraffico, la crescita rapida della popolazione,<br />
la presenza di Sètte ostili.<br />
Alcuni Vescovi, formati e cresciuti nella<br />
vita francescana, soffrono a causa della solitudine<br />
oppure non hanno nemmeno una<br />
casa appropriata al loro ministero. Il vescovo<br />
di Aleppo non riesce a trovare un’altra<br />
casa, ora cadente e proprietà di un musulmano.<br />
FR.VINCENZO BROCANELLI<br />
4. La visione francescana della missione<br />
1. Le circoscrizioni ecclesiastiche speciali<br />
sono vere “missioni ad gentes”<br />
Secondo i più recenti documenti della<br />
Chiesa, la missio ad gentes «si caratterizza<br />
come opera di annunzio del Cristo e del suo<br />
Vangelo, di edificazione della chiesa locale,<br />
di promozione dei valori del Regno» (RM<br />
34) ed esiste quando:<br />
• in una regione o in un gruppo sociologico<br />
o etnico il Cristianesimo non è ancora<br />
o non è più conosciuto – come in certe<br />
regioni dell’America Latina o dell’Australia,<br />
oppure in certi gruppi<br />
nell’Europa laicizzata - e si chiede anzitutto<br />
il primo annuncio del Vangelo (prima<br />
evangelizatio);<br />
• in una regione dove non esiste ancora o<br />
non potrà mai esistere la Chiesa cattolica<br />
locale (es. Marocco, aree occupate totalmente<br />
da una religione non cristiana),<br />
mentre esistono comunità cattoliche locali<br />
formate solo da fedeli stranieri (missio<br />
praesentiae et solidaritatis);<br />
• in una regione dove la Chiesa locale «ancora<br />
non è stata radicata»” (CIC 786),<br />
non è pienamente costituita ed ha bisogno<br />
di personale e di mezzi adeguati (cf<br />
RM 33-34): (aedificatio ecclesiae).<br />
«Il vicariato apostolico, o la prefettura<br />
apostolica, è una determinata porzione del<br />
popolo di Dio che, per circostanze peculiari,<br />
non è ancora stata costituita come diocesi<br />
ed è affidata alla cura pastorale di un Vicario<br />
apostolico o di un Prefetto apostolico»<br />
(CIC 371,1). Si tratta di una circoscrizione<br />
ecclesiastica “speciale” che corrisponde alla<br />
terza forma di “missio ad gentes”: «l’impianto<br />
della chiesa nei popoli o gruppi nei<br />
quali ancora non ha messo radici» (AG 6)<br />
ciascuno nella fase o condizione propria<br />
che può essere ancora di inizio oppure di<br />
giovinezza, o anche di crescita verso la stabilità.<br />
È importante che questa coscienza “missionaria”<br />
sia viva e chiara non solo nei Vescovi,<br />
ma anche nelle Province che hanno<br />
ricevuto il ruolo di accompagnare e sostenere<br />
i Vicariati o le Prefetture e nei Frati<br />
Minori che vi offrono il loro servizio. Poiché<br />
l’aspetto “istituzionale-ecclesiastico”<br />
potrebbe prevalere e non fare più sentire<br />
queste strutture come luoghi di “missione”.<br />
2. I Vicariati, Prefetture, Prelature vivono<br />
in situazioni particolari di missione<br />
I Vicariati, le Prefetture e la Prelatura affidati<br />
alle cure del nostro Ordine vivono la<br />
missione con i poveri: sono al servizio di<br />
popolazioni emarginate, piccole numericamente,<br />
povere materialmente e culturalmente;<br />
oppure di piccole comunità cristiane<br />
formate da stranieri o clandestini (spec. nei<br />
Paesi musulmani).<br />
Qui il nostro carisma francescano può<br />
realizzarsi nella sua dimensione più specifica<br />
che è quella della “opzione per i poveri”,<br />
della solidarietà, della vicinanza, o meglio,<br />
dell’inserimento tra la gente semplice. Qui<br />
la missione deve coniugare la promozione<br />
umana con l’annuncio del Vangelo, la testimonianza<br />
di vita con il popolo e – per quanto<br />
è possibile – come il popolo, con la Parola<br />
di vita e di speranza.<br />
In secondo luogo alcuni Vicariati (Libia<br />
e Siria) sono presenti in contesti arabi e musulmani<br />
con difficoltà e caratteristiche particolari.<br />
Qui si vive la prima originaria forma<br />
della missione francescana, che è quella<br />
della pura presenza e della testimonianza di<br />
vita, e si lavora per tenere vivo il dialogo interreligioso<br />
e interculturale.
524 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
3. Un impegno missionario per la “aedificatio<br />
Ecclesiae”<br />
Tali realtà specificamente missionarie ci<br />
chiedono di rinnovare il nostro impegno,<br />
ma secondo una visione rinnovata delle<br />
missioni. Dopo il Concilio Vaticano II e in<br />
seguito alla rapida evoluzione della società<br />
mondiale molti cambiamenti sono avvenuti<br />
anche nella percezione della missione della<br />
Chiesa e dell’Ordine. Per cui oggi l’impegno<br />
per le missioni in genere, e nei Vicariati<br />
apostolici e Prefetture apostoliche in particolare,<br />
diventa una responsabilità comune,<br />
di tutta la Fraternità sia provinciale sia<br />
universale, essendo la missione non più<br />
un’attività riservata a pochi (i missionari),<br />
ma una ragione d’essere di tutti. Ordine,<br />
Province e Vescovi di tali circoscrizioni ecclesiastiche<br />
speciali sono chiamati e inviati,<br />
per evangelizzare popoli emarginati e per<br />
costituire la Chiesa locale, sapendo che la<br />
forma attuale (Vicariato o Prefettura o Prelatura)<br />
è di natura transitoria ed è orientata a<br />
svilupparsi fino a divenire Diocesi ordinarie.<br />
In questa prospettiva è, quindi, molto<br />
importante promuovere la formazione del<br />
clero diocesano locale e di creare le strutture<br />
indispensabili per la vita di una Diocesi.<br />
4. Lo stile francescano nei Vicariati e<br />
nelle Prefetture<br />
Essendo stata affidata al nostro Ordine<br />
l’attività missionaria in queste realtà particolari,<br />
questa si svolgerà secondo lo spirito<br />
e lo stile del nostro carisma.<br />
La missione francescana si vive in fraternità.<br />
Francesco non manda mai un fratello<br />
solo per il mondo. La fraternità e la comunione<br />
sono il punto di partenza e il cuore<br />
della missione francescana. Noi siamo<br />
una “fraternità-in-missione” e «la testimonianza<br />
della fraternità è il nostro modo originale<br />
di evangelizzare» (Capitolo generale<br />
1991, L’Evangelizzazione oggi). Ciò vuol<br />
dire che nessun missionario vive più da solo,<br />
ma appartiene ad una Fraternità, fa riferimento<br />
ad un progetto missionario della<br />
Fraternità, opera nello spirito e in nome della<br />
Fraternità.<br />
I missionari francescani vivono “in mezzo”<br />
alla gente, di cui condividono lo stile di<br />
vita, le fatiche e le speranze. Del popolo al<br />
quale sono inviati i missionari imparano la<br />
lingua propria, anche se la maggior parte<br />
delle persone conosce ad esempio lo spagnolo,<br />
non solo per poter comunicare meglio<br />
ma anche per poter entrare nella cultura<br />
e nella mentalità della gente. Ed anzi,<br />
«cooperano volentieri nel favorire un processo<br />
di inculturazione» che permetta al popolo<br />
«di vivere e di celebrare la propria fede<br />
con modalità congeniali alla propria indole»<br />
(CCGG 92,2).<br />
I Frati missionari operano per il Regno di<br />
Dio e annunciano l’amore infinito e universale<br />
del Padre. Per costruire il Regno i missionari<br />
lavorano per la dignità delle persone,<br />
per la giustizia e per la riconciliazione,<br />
per formare le coscienze ai valori del Regno,<br />
per edificare una fraternità universale.<br />
Il missionario francescano cura in particolare<br />
la qualità delle relazioni inter-personali,<br />
anche prima delle opere, poiché il Frate<br />
Minore è un uomo in relazione e perché<br />
la missione comincia con le relazioni evangeliche,<br />
in semplicità e fraternità. In questo<br />
senso il missionario francescano è sempre<br />
colui che favorisce incontri con tutti e costruisce<br />
ponti di collegamento e di collaborazione.<br />
La missione del francescano è soprattutto<br />
“antropologica”, si rivolge cioè alla persona<br />
umana, accolta e valorizzata per quello<br />
che è, con il suo bagaglio umano culturale<br />
e religioso, andando oltre alla concezione<br />
meramente “territoriale” della missione.<br />
Lo stile francescano della missione mette<br />
in primo piano la “proclamazione silenziosa”(cfCCGG<br />
89,1) o testimonianza della<br />
vita, in cui il missionario che vive e segue<br />
il Cristo lo “mostra” agli altri vivente in se<br />
stesso, senza voler “dimostrare” con argomenti<br />
la verità del Regno di Dio. E poi,<br />
quando il Signore permetterà la “proclamazione<br />
esplicita”(cfCCGG 89,2), il missionario<br />
annuncia l’amore di Dio “invitando”<br />
(senza costrizioni) le persone ad avvicinarsi<br />
al Dio della misericordia, della riconciliazione,<br />
della pace e della grazia.<br />
Il Frate missionario opera per la costruzione<br />
della Chiesa locale, collaborando con<br />
il Vescovo, inserendosi nel suo progetto pa-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
525<br />
storale e lavorando anche per la nascita di<br />
un clero locale (implantatio Ecclesiae).<br />
Tuttavia egli lavora anche per la “implantatio<br />
Ordinis”, facendo conoscere Francesco<br />
e Chiara, suscitando, accogliendo e accompagnando<br />
le vocazioni locali, contribuendo<br />
così alla nascita di un francescanesimo autoctono,<br />
dono dello Spirito alla Chiesa locale.<br />
Il francescano che si fa minore con i<br />
semplici e con i piccoli, si affida ai mezzi<br />
semplici, e anche poveri, per la sua missione,<br />
poiché egli sa che i mezzi umani sono<br />
impotenti per diffondere il Regno che Dio<br />
solo può dare, e sa pure che il Signore vuole<br />
scegliersi lui stesso i mezzi più deboli, affinché<br />
sia manifesto che è Lui che agisce<br />
nel cuore delle persone.<br />
Per il francescano qualsiasi opera o istituzione<br />
è un luogo e un mezzo per la missione<br />
evangelica (e non per la propria autorealizzazione)<br />
e per la crescita della coscienza<br />
e della responsabilità del popolo.<br />
Così, più concretamente, il missionario<br />
francescano impianta strutture semplici<br />
(Chiese, Episcopi, case per catechisti o per<br />
missionari…), costruite con la partecipazione<br />
della popolazione locale e che possono<br />
essere mantenute in futuro con le forze e<br />
le possibilità locali.<br />
Egli, il missionario, avvia e sostiene opere<br />
umanitarie (scuole, centri sanitari, case di<br />
accoglienza…), ma di piccole dimensioni,<br />
poiché permettono di restare più facilmente<br />
vicino al popolo e al servizio dei poveri, e<br />
danno anche la possibilità di poterle sostenere<br />
senza grandi aiuti dall’estero. Le grandi<br />
opere in contrasto con il contesto socioeconomico<br />
deformano l’immagine della<br />
missione evangelica, creano facilmente dipendenza<br />
e costituiscono il maggior ostacolo<br />
ad una autentica promozione umana.<br />
Per vivere bene tutto ciò, è importante<br />
che in ciascuno degli attori (Vescovi, Provinciali,<br />
missionari) si rinnovi il senso di<br />
appartenenza alla medesima Chiesa e alla<br />
stessa Famiglia francescana.<br />
Ed infine siamo sempre più coscienti che<br />
anche per i missionari che vanno nei Vicariati<br />
o Prefetture o Prelatura (come per quelli<br />
che vanno in altre missioni dell’Ordine) è<br />
importante una buona preparazione previa<br />
immediata (sull’esempio di quella data a<br />
Bruxelles), attraverso la quale il nuovo missionario<br />
è introdotto nella visione francescana<br />
della missione e nella vita di un fraternità<br />
multiculturale, e viene equipaggiato<br />
degli strumenti necessari (inculturazione,<br />
dialogo, giustizia e pace, promozione umana,<br />
ecc.).<br />
5. Una rinnovata collaborazione missionaria.<br />
Come soddisfare al mandato della Chiesa<br />
nelle circoscrizioni ecclesiastiche missionarie?<br />
Lo spirito di servizio e di solidarietà sono<br />
il punto di partenza per poter sviluppare<br />
e migliorare la collaborazione missionaria.<br />
Servizio e solidarietà che devono essere<br />
coltivate e rinnovate periodicamente.<br />
Concretamente, la collaborazione missionaria<br />
nelle circoscrizioni ecclesiastiche<br />
speciali affidate all’Ordine riguarda due<br />
aspetti principali (cf S. Congregazione per<br />
l’Evangelizzazione dei popoli, Relationes<br />
in territoriis , Roma 1969, n.14-15):<br />
• Collaborazione nel rispetto dei diritti e<br />
dei doveri del Vescovo da una parte e<br />
dell’Ordine francescano dall’altra. Al<br />
Vescovo va tutto il rispetto per la sua<br />
“potestà propria, ordinaria e immediata”<br />
e tutta la collaborazione in quanto “capo<br />
e centro unitario dell’apostolato”; all’Ordine<br />
è riservato il diritto di conservare<br />
il proprio carisma, “la propria fisionomia<br />
spirituale e la debita autonomia”,<br />
“la possibilità di fondare case ‘ad normam<br />
iuris’ e di promuovere vocazioni”,<br />
e anche il dovere dell’ “invio di personale<br />
e di congrui aiuti”.<br />
• Collaborazione nell’economia e nei beni<br />
temporali, distinguendo i beni che appartengono<br />
a persone morali, dipendenti<br />
direttamente dall’Ordinario, dai beni che<br />
appartengono a persone morali, dipendenti<br />
dall’Ordine, e sempre rispettando<br />
la volontà dei donatori. A questa collaborazione<br />
va aggiunta la solidarietà di<br />
condivisione che assicuri una distribuzione<br />
equa delle risorse economiche tra i<br />
missionari, tra questi e il clero locale, e
526 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
tra i vari Vicariati. Ricordiamoci che il<br />
denaro è per la missione.<br />
• La stipulazione di contratti o convenzioni<br />
particolari. Tutto ciò deve essere regolato<br />
da una convenzione scritta da stipularsi<br />
tra i Vescovi e le Province o la Curia<br />
generale dei Frati minori, come<br />
richiesto dal Concilio (AG 32), dalla S.<br />
Congregazione per l’evangelizzazione<br />
dei popoli (Relationes in territoriis, 16)<br />
e dalle nostre Costituzioni generali (art<br />
120,1).<br />
Conclusione<br />
La cura delle circoscrizioni missionarie<br />
speciali affidate al nostro Ordine si iscrivono<br />
nella prospettiva generale che è così ben<br />
descritta nelle Costituzioni generali (art<br />
116, 1-2):<br />
«L’intera nostra fraternità è missionaria<br />
e partecipa della missione della Chiesa, secondo<br />
l’esempio di san Francesco e la sua<br />
volontà espressa nella Regola. Pertanto<br />
ogni frate, consapevole della propria responsabilità,<br />
si assuma la sua parte nell’opera<br />
missionaria. I frati si premurino di<br />
adattare l’Ordine all’indole di ciascun popolo<br />
e di impiantarlo, fin dall’inizio, in ogni<br />
parte del mondo, e curino che venga inserito<br />
nelle Chiese particolari!».<br />
5. Orientaciones y Acuerdos<br />
FR.VINCENZO BROCANELLI<br />
Los días 8-9 de septiembre del año 2006,<br />
en la Curia general de la <strong>OFM</strong> de Roma, se<br />
celebró el I Encuentro del Ministro general<br />
y del Definitorio general con los Vicarios,<br />
Prefectos y Prelados (=VPA) de los 13 Vicariatos/Prefecturas<br />
y Prelaturas (=VPP)<br />
que la Santa Sede confió a la Orden de los<br />
Hermanos Menores. Al Encuentro, convocado<br />
por el Ministro General de la Orden,<br />
Fr. José Rodríguez Carballo, con el beneplácito<br />
de la Congregación para la Evangelización<br />
de los Pueblos, asistieron los 11 Vicarios<br />
Apostólicos, 1 Prefecto Apostólico y<br />
1 Prelado Apostólico, todos los miembros<br />
del Definitorio general <strong>OFM</strong>, así como los<br />
7 Ministros provinciales de las Entidades a<br />
las que la Orden confió la responsabilidad<br />
directa de dichos territorios misionales, los<br />
miembros del Secretariado general de la<br />
Orden para la Evangelización, y otros invitados.<br />
El Encuentro tenía los siguientes objetivos<br />
fundamentales: conocer la situación real<br />
de los VPP –situación jurídica, de personal<br />
y económica-, y señalar alguna vía de<br />
solución a las dificultades que se plantean<br />
en dichas circunscripciones eclesiásticas,<br />
en las que en estos momentos viven y trabajan<br />
116 Hermanos Menores, junto a otros<br />
sacerdotes diocesanos, religiosos, religiosas<br />
de diversos Institutos. El encuentro<br />
transcurrió en un clima de gran fraternidad.<br />
Los participantes han manifestado, en<br />
repetidas ocasiones, el reconocimiento de la<br />
Orden a la Sede Apostólica por la confianza<br />
que supone haberle confiado estos territorios<br />
de misión, y el reconocimiento a todos<br />
los Hermanos O.F.M. y al clero diocesano,<br />
a los religiosos, a las religiosas y a los laicos<br />
que trabaja en los VPP confiados a la<br />
Orden.<br />
Orientaciones<br />
Al final del encuentro se propusieron las<br />
siguientes orientaciones:<br />
1. La Orden considera los VPP a ella confiados<br />
como verdaderas misiones franciscanas,<br />
al mismo nivel de cualquier otro<br />
proyecto misionero de la Orden. Por este<br />
motivo la Curia general y las Provincias,<br />
particularmente a las que le ha sido confiado<br />
directamente uno de estos territorios<br />
misioneros, renuevan su responsabilidad<br />
hacia ellos, y, en la medida de sus<br />
posibilidades, renuevan también su<br />
apoyo y su colaboración con dichos<br />
VPP.<br />
2. Los VPP se presentan como ambientes<br />
privilegiados para la misión franciscana,<br />
pues en ellos se viven situaciones muy<br />
en sintonía con el carisma franciscano,<br />
presentando las siguientes características<br />
principales:<br />
• La mayor parte de los VPP confiados<br />
a la Orden son misiones al servicio de<br />
poblaciones indígenas marginadas,
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
527<br />
estén de acuerdo con nuestra condición<br />
de pobres y menores.<br />
5. Creemos que es fundamental que entre<br />
los VPA, los misioneros y las Provincias<br />
a las cuales se les confiaron directamente<br />
los VPP, se desarrolle un diálogo fraterno<br />
y de estrecha colaboración.<br />
6. Es necesario llegar a la firma de un contrato<br />
entre los VPP y las Provincias a las<br />
que les han sido confiados. Dicho contrato<br />
debe ser ratificado por el Ministro<br />
general y su Definitorio.<br />
7. El contrato ha de ser elaborado en clima<br />
fraterno y en proceso de discernimiento<br />
de las necesidades reales de los VPP y<br />
las posibilidades de las Provincias respectivas.<br />
En él vengan contemplados<br />
los derechos y las obligaciones de ambas<br />
partes, las formas de colaboración, la solidaridad<br />
en personal y en medios económicos,<br />
la vida pastoral y espiritual.<br />
8. Para el crecimiento de los VPP es necesario<br />
cultivar y formar adecuadamente<br />
nuevas vocaciones. Para ello los VPP fomenten<br />
el Cuidado Pastoral de las vocaciones<br />
para la vida diocesana y para la<br />
vida religiosa. Las Provincias que tienen<br />
encomendado uno o varios VPP promuevan<br />
las vocaciones para estos territorios<br />
de misiones, sin olvidar los otros<br />
proyectos misioneros de la Orden. En<br />
cualquier caso préstese especial atención<br />
al discernimiento y al acompañamiento<br />
vocacional, liberándoles de la tentación<br />
del número y de la eficacia.<br />
9. Consideramos fundamental dar una formación<br />
adecuada para la misión, tanto a<br />
los que ya se encuentran en los territorios<br />
de misión como a los nuevos. Para<br />
ello se vea la posibilidad de abrir una fraternidad<br />
con capacidad para acoger misioneros<br />
para los VPP y formarles en la<br />
visión franciscana de la misión.<br />
10. Para una mayor solidaridad económica<br />
entre los VPP es importante:<br />
• Educar a una economía franciscana<br />
que sea transparente y solidaria a la<br />
vez, en los Hermanos de un mismo<br />
Vicariato.<br />
• Crear un “fondo común” para lo VPP<br />
en las Provincias que tienen la respobres<br />
y pequeñas, numéricamente<br />
hablando. En este contexto bien podemos<br />
afirmar que la misión de estos<br />
VPP son para los pobres y con los pobres.<br />
Es una opción por la “Iglesia pobre”.<br />
• Algunos de nuestros Vicariatos realizan<br />
su misión, a veces no exenta de<br />
conflictos, en un ambiente de<br />
mayoría musulmana, o en contacto<br />
permanente con otras Iglesias cristianas.<br />
Este contexto se revela particularmente<br />
adecuado para desarrollar el<br />
diálogo ecuménico, interreligioso e<br />
intercultural.<br />
3. En cuanto a estos últimos, los Vicariatos<br />
y otras presencias en contexto musulmán,<br />
sentimos la necesidad de señalar<br />
cuanto sigue:<br />
• la Orden anima e invita a los Hermanos<br />
a valorar y estar presentes en dichos<br />
territorios de misión.<br />
• Conscientes del desafío que representa<br />
hoy el Islám en el mundo, los Hermanos<br />
deben estar preparados espiritual<br />
y culturalmente par vivir esta herencia<br />
de Francisco en sintonía con la<br />
Iglesia de hoy.<br />
• En el discernimiento de los candidatos<br />
para la misión en dichos territorios,<br />
ténganse en cuenta las urgencias<br />
pastorales de las distintas Iglesias<br />
particulares, tanto para una inserción<br />
cultural árabe-cristiano, como para<br />
una servicio en diversos sectores de la<br />
vida social (cárceles, hospitales,<br />
escuelas...).<br />
4. El Hermano Menor está llamado a vivir<br />
las exigencias fundamentales de su vocación<br />
en cualquier situación en que se<br />
encuentre. Por ello en los VPP su misión<br />
ha de vivirse según las Prioridades de la<br />
Orden y el estilo franciscano: misión en<br />
fraternidad y con la fraternidad, inserción<br />
en el pueblo, inculturación, testimonio<br />
de vida y proclamación explícita<br />
del Evangelio (cuando ello es posible y<br />
querido por el Señor), trabajo por la “implantatio<br />
Ecclesiae” y por la “implantatio<br />
Ordinis”, erección de obras socio-humanitarias<br />
sencillas, y con medios que
528 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ponsabilidad de dichos territorios misioneros.<br />
• Este “fondo común” se forme principalmente<br />
con las ayudas que lleguen<br />
de las “Provincias madres” y de otras<br />
Entidades.<br />
• Formar y conformar un grupo de Hermanos<br />
especiazados en esta área, para<br />
un seguimiento y monitoreo. La<br />
Curia ayude con un hermano, según<br />
sus posibilidades, para formar y gestionar<br />
este fondo.<br />
11. La Curia general, a través del Secretariado<br />
general para la Evangelización,<br />
Franciscan Missions de los EEUU y<br />
otras instituciones de la Orden, intentará,<br />
en la medida de lo posible, continuar y<br />
potenciar su solidaridad con los VPP encomendados<br />
a la Orden, particularmente<br />
en el campo de la formación y las necesidades<br />
sanitarias de los Hermanos que<br />
trabajan en ellos.<br />
Acuerdos<br />
1. El Ministro general escriba una carta a<br />
toda la Orden pidiendo solidaridad de<br />
personal y de medios con los VPP.<br />
2. Celebrar otro encuentro a finales 2008,<br />
evaluando la posibilidad de invitar a<br />
otros obispos franciscanos.<br />
3. En dicho encuentro, entre otros asuntos,<br />
se evaluará el camino recorrido en estos<br />
campos:<br />
Contratos<br />
• Elaboración de los contratos entre los<br />
VPP y las Provincias responsables de<br />
dichos territorios misioneros.<br />
Formación<br />
• Formación de los actuales misioneros:<br />
Actividades concretas de formación<br />
permanente realizadas en este<br />
campo durante estos dos años.<br />
• Formación de nuevos misioneros en<br />
relación con cuanto se propone en el<br />
n. 9 de las Orientaciones precedentes.<br />
• Formación de las vocaciones autóctonas<br />
según el n. 8 de las Orientaciones<br />
precedentes.<br />
Personal<br />
• ¿Cómo se hizo la animación misional<br />
en las Provincias encargadas de los<br />
VPP para suscitar entre los Hermanos<br />
nuevas vocaciones misioneras para<br />
los VPP?<br />
• ¿Cómo se potenció la colaboración a<br />
nivel de personal de otras Provincias<br />
con los VPP?<br />
Economía<br />
• ¿Qué pasos se dieron en relación al<br />
“fondo común”, según el n. 10 de las<br />
Orientaciones precedentes?<br />
4. Que la Curia general, a través de los Definidores<br />
de zona y del Secretariado general<br />
para la Evangelización, acompañe<br />
la puesta en práctica de estos acuerdos.<br />
Roma, 9 de septiembre de 2006<br />
2. Bruxelles – Terza sessione di formazione<br />
missionaria interfamilaire<br />
La terza sessione di formazione interfamilare<br />
per i missionari “ad gentes” si è conclusa<br />
il sabato 25 novembre 2006, nella<br />
Fraternità “Notre Dame des Nations” a<br />
Bruxelles.<br />
Alla preparazione hanno partecipato 14<br />
missionari francescani di lingua inglese: 5<br />
Frati Minori per le missioni di Myanmar,<br />
Tailandia, Kenya e Zimbabwe; 5 Frati Cappuccini<br />
per India, Uganda; 4 Frati Conventuali<br />
per Kenya, Turchia, Kazakstan e Cina.<br />
Lo scopo fondamentale della formazione<br />
è di introdurre i missionari alla vita di<br />
fraternità multiculturale, accompagnarli<br />
nell’approfondimento della loro vocazione<br />
missionaria, prepararli ad una comune visione<br />
francescana della missione e dar loro<br />
gli strumenti necessari per poter accostare<br />
culture diverse e mettersi al servizio di altre<br />
chiese sorelle.<br />
Nella valutazione finale tutti i partecipanti<br />
e gli accompagnatori hanno messo in<br />
rilievo il valore positivo dell’esperienza di<br />
Bruxelles. Condividere per tre mesi la stes-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
529<br />
sa vita nella medesima casa ha fatto cadere<br />
certi pregiudizi degli uni sugli altri, ha aperto<br />
gli spiriti e gli orizzonti anche culturali, e<br />
ha fatto sentire tutti come un’unica famiglia<br />
nel nome dello stesso Francesco di Assisi e<br />
per le medesima causa che è la costruzione<br />
del Regno di Dio su questa terra.<br />
A conclusione si è avuta una solenne celebrazione<br />
presieduta del Ministro generale<br />
Fr. José Carballo. Durante la Messa è stato<br />
celebrato l’invio alla missione, espresso dai<br />
rappresentanti di ciascun Ordine, i quali<br />
hanno anche consegnato a ciascuno il testo<br />
della Regola bollata e il Crocifisso di San<br />
Damiano come segno dell’impegno a partire<br />
e a vivere il Vangelo che si vuole portare<br />
agli altri.<br />
La preparazione immediata dei missionari<br />
francescani appare sempre di più come<br />
un’esigenza imprescindibile e continuerà<br />
con una sessione in lingua francese che si<br />
terrà nei primi mesi di ogni anno.<br />
3. I Francescani con i lebbrosi in Cina<br />
«Qui si può fare qualsiasi attività religiosa,<br />
purché non appaia pubblicamente».<br />
In questi termini sintetizza la condizione<br />
della Chiesa in Cina un amico che ha un’esperienza<br />
decennale in questo grande Paese<br />
asiatico. Il governo controlla tutta la vita<br />
della Chiesa. La cosiddetta Chiesa ufficiale,<br />
che si è iscritta all’Associazione patriottica<br />
della Chiesa cattolica in Cina ed è riconosciuta<br />
legalmente, non può svolgere alcuna<br />
attività religiosa all’esterno delle<br />
chiese. La Chiesa “underground”, che non<br />
si è manifestata e non si è iscritta, è considerata<br />
illegale e deve vivere in totale clandestinità,<br />
specialmente dove l’Associazione<br />
patriottica è organizzata. I sacerdoti e religiosi<br />
stranieri possono restare in Cina solo<br />
per un lavoro professionale riconosciuto,<br />
senza manifestare la loro identità religiosa,<br />
pena l’immediata espulsione. Quindi pubblicamente<br />
nessuno può fare opera di evangelizzazione.<br />
Sembra che lo scopo ultimo<br />
della politica del governo sia quello di sospingere<br />
sempre di più la religione nell’ambito<br />
della vita personale e privata, per to-<br />
glierle ogni sostegno teologico e istituzionale<br />
fino a far morire la Chiesa di asfissia.<br />
Viaggiando nelle città e nelle campagne<br />
non si vedono segni o luoghi di culto. E ciò<br />
fa pensare che quello cinese sia diventato<br />
un popolo senza religione.<br />
Esiste tuttavia ancora una possibilità di<br />
vivere e testimoniare il Vangelo attraverso<br />
le opere sociali e umanitarie. Il governo cinese<br />
accetta e apprezza le organizzazioni<br />
che s’impegnano in attività socio-umanitarie,<br />
come le cliniche, le scuole nelle campagne<br />
o i progetti di sviluppo agricolo. In queste<br />
istituzioni possono inserirsi le suore e i<br />
religiosi come normali impiegati od operai,<br />
senza mai svelare la loro identità specifica.<br />
Il loro servizio, guidato da una motivazione<br />
puramente evangelica e spesso anche gratuito,<br />
è sempre molto apprezzato e diventa<br />
una testimonianza silenziosa di qualcos’altro<br />
che va al di là del lavoro svolto.<br />
Un felice esempio di questa “via cinese”<br />
della missione è il lebbrosario della misericordia<br />
a Shangluo, nella provincia dello<br />
Shanxi. In questo luogo situato in mezzo ai<br />
monti, lontano dalle abitazioni delle famiglie,<br />
vi è oggi una grande struttura che è diventata<br />
in breve tempo il miglior lebbrosario<br />
della regione e un modello per tutta la<br />
Cina.<br />
Qui lavora Fr. Luigino Belloli, di origine<br />
lombarda e già da un decennio in Cina. Oggi<br />
è il Guardiano della piccola Fraternità<br />
che gestisce il lebbrosario di Shangluo ed<br />
insieme ai due confratelli coreani si è dichiarato<br />
ufficialmente come francescano e<br />
come tale è accettato dalle autorità civili.<br />
Gli è però interdetto di fare qualsiasi tipo di<br />
attività religiosa o di proselitismo. In realtà<br />
Fr. Luigino, oltre a guidare e animare la piccola<br />
comunità, è incaricato del “fundrising”,<br />
ossia di cercare i fondi per mantenere<br />
e far funzionare il lebbrosario. In un breve<br />
dialogo con lui, ho altre preziose<br />
informazioni.<br />
– Quando è iniziato il lebbrosario di Shangluo?<br />
Il lebbrosario esisteva già in una forma<br />
molto semplice, con pochi servizi e con personale<br />
coreano. Nel 1990 Fr. Stefano, anche
530 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
lui coreano, ha sviluppato la cooperazione<br />
tra Cina e Corea, si è inserito nel quadro<br />
della collaborazione ufficiale tra i due Paesi<br />
ed ha ricostruito interamente il lebbrosario<br />
con criteri più moderni. Poi a Fr. Stefano<br />
si sono aggiunti Fr. Raimondo, coreano,<br />
e recentemente sono arrivato anch’io, costituendo<br />
così una piccola Fraternità all’interno<br />
del medesimo lebbrosario.<br />
– Quanta gente ospita il lebbrosario e<br />
quanto personale vi lavora?<br />
Oltre ai noi frati, vi sono tre suore francescane<br />
coreane, qualche suora clandestina<br />
cinese, un piccolo gruppo di 5 volontari e<br />
qualche impiegato inviato dal governo. I<br />
pazienti sono attualmente 72, con in più 5<br />
altri malati di lebbra che sono ancora contagiosi<br />
e perciò alloggiati e curati a parte.<br />
– La lebbra è una malattia ancora molto<br />
diffusa in Cina?<br />
La lebbra è un problema serio in Cina. A<br />
Pechino esiste un ufficio del governo centrale<br />
per i lebbrosi, poiché la malattia è molto<br />
più diffusa di quanto si vuol far credere.<br />
Solo nella Provincia di Guizhou, al sud, vi<br />
sono 60.000 malati di lebbra ufficialmente<br />
dichiarati, ma ve ne sono molti di più. In<br />
ogni provincia della Cina esistono lebbrosari<br />
più o meno organizzati ed efficienti.<br />
Solo un Padre gesuita di Macao ha costruito<br />
o rinnovato 200 lebbrosari nel sud della<br />
Cina.<br />
– Come si regge economicamente il vostro<br />
lebbrosario?<br />
Il lebbrosario di Shangluo è sostenuto da<br />
alcune fondazioni cattoliche coreane, da altre<br />
associazioni occidentali, dall’Ordine dei<br />
Frati Minori e per il 15/20 % dal governo<br />
che fornisce tre dottori stabili.<br />
– Accanto all’attuale lebbrosario è stata<br />
costruita una nuova struttura prevista<br />
per la cura dei malati di Aids, ma non è<br />
ancora funzionante. Qual è la diffusione<br />
dell’Aids in Cina?<br />
L’epidemia di Aids è ancora praticamente<br />
al di fuori di ogni controllo delle autorità.<br />
La malattia si è già diffusa in maniera impressionante,<br />
tanto che è impossibile stabilirne<br />
una statistica. I pochi centri di cura esistenti<br />
sono visti con sospetto e con timore.<br />
L’intervento delle autorità civili in questo<br />
settore è ancora molto scarso.<br />
– E voi francescani, frati e suore, come vivete<br />
questo servizio in favore dei lebbrosi?<br />
Noi ci sentiamo come in una grande famiglia.<br />
I nostri malati ci amano molto, ci<br />
considerano loro amicieipiùanzianicome<br />
loro figli. E poi il servizio che offriamo rappresenta<br />
un esempio per i cattolici e per i cinesi,<br />
i quali ammirano gli stranieri che si<br />
prendono cura dei loro lebbrosi. Il nostro<br />
servizio rappresenta anche una novità, poiché<br />
nella Chiesa in Cina non è permesso<br />
avere opere sociali. Pur non potendo svolgere<br />
alcuna attività religiosa e pastorale<br />
pubblica ed esplicita, il servizio e l’esempio<br />
che cerchiamo di offrire con libertà e gratuità<br />
trasmette il messaggio evangelico dell’amore<br />
del prossimo.<br />
I primi “luoghi” dell’evangelizzazione<br />
sono i bisogni primari dell’uomo, come la<br />
vita e la salute. Tali luoghi si trasformano in<br />
“appelli” che s’incontrano ovunque e attraversano<br />
ogni cultura. La risposta a tali appelli<br />
e bisogni universali dell’uomo apre lo<br />
spazio alla missione “per contagio”. E il<br />
primo bisogno, la prima risposta, la prima<br />
missione è quella dell’amore.<br />
FR.VINCENZO BROCANELLI
E POSTULATIONE GENERALI<br />
1. Litterae Apostolicae. Venerabili Dei<br />
Servae Eurosiae Fabris Barban Beatorum<br />
honores decernuntur<br />
BENEDICTUS PP. XVI<br />
Ad perpetuam rei memoriam. «Mulier se<br />
ipsa invenire nequit nisi aliis amorem donando»<br />
(IOANNES PAULUS II, Epistula Apostolica<br />
Mulieris dignitatem, 30).<br />
Venerabilis Dei Serva Eurosia Fabris, in<br />
humilitate ac simplicitate Franciscali, in<br />
Spiritu Sancto amavit (cfr Rom 5,5) omnes<br />
homines, quos Providentia posuit eius in<br />
terrestri itinere: maritum videlicet, fìlios<br />
plurimosque indigentes. Ita Divini Redemptoris<br />
vestigia secuta est atque operam<br />
dedit adiutricem Regno Dei in orbe terrarum<br />
propagando.<br />
Fidelis haec Evangelii testis orta est die<br />
xxvii mensis Septembris anno MDCCCLXVI<br />
in pago Quinto Vicentino de quadam christiana<br />
familia, quae breve post tempus Marolam<br />
transmigravit. Litterarum ludum primis<br />
annis frequentavit, at deinde necesse<br />
fuit ei in agris et domi auxiliari in operibus<br />
explendis. In adolescentia assidue legitabat<br />
libros Historiae Sacrae et docuit catechismum<br />
in paroecia.<br />
Viginti annos nata operam praestare coepit<br />
apud Carolum Barban, proximum domi,<br />
qui viduus erat duabus cum filiabus. Amanter<br />
sese iis dicavit et impertivit puellis aequam<br />
institutionem religiosam. Die v mensis<br />
Maii anno MDCCCLXXXVI nuptias iniit<br />
cum Carolo Barban, etiam ut melius pergeret<br />
iam inceptum caritatis servitium. Ex hoc<br />
coniugio, mundo et fecundo, novem fìlii<br />
sunt nati. Serva Dei diligenter munera explevit<br />
matris et sponsae, maritum fìdeliter<br />
amans eumque adiuvans ut indolis contineret<br />
impulsus, filios educans verbo ac exemplo<br />
eosque consilians prudenter in vocationis<br />
discrimine.Tres eorum demum facti<br />
sunt sacerdotes. Insuper in domo sua alios<br />
quoque accepit pueros indigentes, praebens<br />
iis maternos affectus eosque educans in fide<br />
christiana. Ut familiae contribueret sustentationi,<br />
opus navabat sartricis.<br />
Anno MCMXX nomen dedit Tertio Ordini<br />
Franciscali eiusque sedulo vixit spiritalia<br />
consilia. In quotidianis officiis explendis<br />
viam invenit ut ascenderet ad usque altiores<br />
gradus evangelicae perfectionis utque virtutes<br />
exerceret christianas. Nam verbo et<br />
exemplo testata est fidem eamque iis communicavit<br />
quibus occurrebat. Solas veras divitias<br />
aestimabat Deum amare, et revera<br />
amavit Eum cunctis viribus suis, in Eum firmiter<br />
credidit, Eius voluntati adhaesit Eiusque<br />
«Sanctam Legem» observavit. Paradisi<br />
spes ei vim dedit plurimas aggrediendi difficultates<br />
et dolores. In tribulationibus fidenter<br />
se Patri caelesti committebat, quem constanter<br />
in oratione invocabat, saepe preces repetens<br />
et iaculatorias. Spiritalitatem suam aluit<br />
devotione in Sanctissimam Trinitatem, lesu<br />
Passionem, Eucharistiam et Virginem Mariam,<br />
cuius Sanctuarium in Monte Berico<br />
frequenter peregrina petebat. Oboediens et<br />
docilis fuit erga Ecclesiae Magisterium atque<br />
singularem habuit reverentiam et aestimationem<br />
in Domini ministros.<br />
Ferventer se dicavit catechesi tradendae<br />
et scholam consutionis, domi institutam, in<br />
vitae scholam commutavit pro tot puellis<br />
quas materne conducebat in vias Domini.<br />
Singularem curam habuit de orphanis deque<br />
personis afflictis moeroribus primi belli<br />
mundialis. Cum horrorem habuisset peccati,<br />
admonebat errantes et offerebat Domino<br />
preces et oblationes pro eorum conversione.<br />
Murmurationem effugiebat atque instrumentum<br />
fuit pacis et concordiae. Prudentia<br />
consilia sapientesque cohortationes praebuit<br />
suis filiis omnibusque a se auxilium petentibus,<br />
qui eius altam agnoscebant moralem rationem.<br />
lusta erat cum omnibus, modesta in<br />
vestimentis ac suo corpori tantum stricte necessarium<br />
concedebat.
532 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Doctrinam sequens sancti Francisci Assisiensis<br />
vixit in honesta decoraque paupertate<br />
seque contentam dicebat pauperem esse<br />
sicut Dominum Iesum. Numquam honores<br />
vel laudes cupiebat, sed humilis fuit ita<br />
ut se appellaret «pauperem peccatricem».<br />
In autumno anni MCMXXXI dolorosa infirmitate<br />
est affecta, quam forti animo et sine<br />
querela sustinuit. Insequenti anno mortua<br />
est die VIII mensis Ianuarii, et, antequam<br />
spiritum exhalaret, animam suam Domino<br />
commendavit, praemium sperans aeternum.<br />
Propter diffusam famam sanctitatis, anno<br />
MCMLXXV Episcopus Patavinus auctoritate<br />
sibi a Sancta Sede concessa beatificationis<br />
et canonizationis Causam incohavit<br />
cum celebratione Processus Cognitionalis.<br />
Rebus a iure requisitis rite peractis, coram<br />
Venerabili Decessore Nostro Ioanne Paulo<br />
II promulgatum est Decretum de virtutibus<br />
heroicis Venerabilis Servae Dei die VII mensis<br />
Iulii anno MMIII, ac deinde Decretum de<br />
miraculo eiusdem intercessioni adscripto<br />
die XXII mensis Iunii anno MMIV. Ideostatuimus<br />
ut ritus beatificationis Vicentiae<br />
ageretur die VI mensis Novembris anno<br />
MMV.<br />
Hodie igitur Vicentiae de mandato Nostro<br />
Venerabilis Frater Noster Iosephus<br />
S.R.E. Cardinalis Saraiva Martins, Praefectus<br />
Congregationis de Causis Sanctorum,<br />
textum Litterarum Apostolicarum legit,<br />
quibus Nos in Beatorum numerum adscribimus<br />
Venerabilem Servam Eurosiam Fabris<br />
Barban:<br />
Nos, vota Fratris Nostri Caesaris Nosiglia,<br />
Archiepiscopi Episcopi Vicentini, necnon<br />
plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu<br />
multorumque christifidelium explentes,<br />
de Congregationis de Causis<br />
Sanctorum consulto, auctoritate Nostra<br />
Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis<br />
Serva Dei Eurosia Fabris Barban Beatae<br />
nomine in posterum appelletur, eiusque festum<br />
die nona lanuarii in locis et modis iure<br />
statutis quotannis celebrari possit. In nomine<br />
Patris et Filii et Spiritus Sancti.<br />
Quod autem decrevimus, volumus et<br />
nunc et in posterum tempus vim habere,<br />
contrariis rebus minime quibuslibet officientibus.<br />
Datum Romae, apud Sanctum Petrum,<br />
sub anulo Piscatoris, die VI mensis Novembris,<br />
anno MMV, Pontificatus Nostri primo.<br />
De mandato Summi Pontificis<br />
+ANGELUS CARD.SODANO<br />
Secretarius Status<br />
2. Decretum super miraculo Ven. SD<br />
Mariae Caelinae a Praesentatione<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
BURDIGALENSIS. Beatificationis et<br />
Canonizationis Ven. Servae Dei MARIAE<br />
CAELINAE A PRAESENTATIONE (in saec.:<br />
Ioannae Germanae Castang) monialis professae<br />
II Ordinis Sancti Francisci (1878-<br />
1897).<br />
Venerabilis Serva Dei Maria Caelina a<br />
Praesentatione (in saec.: Ioanna Germana<br />
Castang), in pago, qui Nojals vulgo audit, in<br />
Gallia meridiana, die 24 mensis Maii anno<br />
1878, nata est. Infantili paralysi correpta,<br />
laevi pedis usu destituta est. Anno 1896 Secundum<br />
Ordinem S. Francisci postulans ingressa<br />
est in Burdigalensi Claralium virginum<br />
monasterio “Ave Maria” nuncupato,<br />
ibique ipsa virtutum, quibus praedita erat,<br />
excellentiam in infirmitate ostendit. Sacra<br />
votorum professione “in articulo mortis”<br />
emissa, pie in Domino requievit die 30<br />
mensis Maii anno 1897.<br />
Praeclaram hanc Dei Famulam Pius XII<br />
Pontifex Maximus theologales et cardinales<br />
iisque adnexas virtutes heroicum in gradu<br />
exercuisse declaravit die 22 mensis Ianuarii<br />
anno 1957.<br />
Eius autem beatificationem prospiciens,<br />
Postulatio Causae sanationem, quae divinitus,<br />
ipsa Dei Famula deprecante, patrata<br />
ferebatur, huic Congregationi de Causis<br />
Sanctorum subiecit iudicandam. Quod factum<br />
pertinet ad Claudium Ary Martin decem<br />
annorum puerum, qui, die 7 mensis<br />
Martii anno 1945, magnis doloribus abdominalibus<br />
affectus est, vomitu febrique,<br />
quae quidem subsequenti die aucta est, concurrentibus.<br />
Quamvis vero diagnosis edita
E POSTULATIONE GENERALI<br />
533<br />
esset de colicae appendicis inflammatione,<br />
chirurgica sectio in aliud tempus dilata est,<br />
quippe timentibus medicis ne pituita, qua<br />
puer laborabat, ipsos pulmones ingravescens<br />
afficere posset. Nihilominus die 12<br />
mensis Martii, cum dolores acriores repente<br />
facti essent, aegrotus excisorio experimento,<br />
nulla interposita mora, subiectus est.<br />
Tum vero purulenta peritonites ubique diffusa,<br />
e colica appendice perforata, quae tamen<br />
asportata non est, exoriens, in lucem<br />
prolata est. Peritonaeo salutari infusione<br />
abluto purgatio apposita est, penicillino medicamento,<br />
quod tamen iam tum suppeditabatur,<br />
minime adhibito.<br />
Interea status clinicus, febri una cum intestinorum<br />
subocclusione manente, gravis<br />
erat; ceterum abdominalis pathologia absque<br />
antibiotica therapia melioris valetudinis<br />
prospectui minus favebat. Die itaque 25<br />
mensis Martii excisorio experimento altero<br />
opus fuit, utpote cum in regione caeco-parietali,<br />
in qua nova purulentiae sedes exarserat,<br />
stercorea fistula increvisset. Tunc vero,<br />
morbi gravitatis intuitu, prognosis facta<br />
est infausta, ita ut puer piissimus ante chirurgicam<br />
sectionem alteram Infirmorum<br />
Unctione illineretur. Subsequentibus diebus<br />
aegrotantis condiciones ultra ingravescebant:<br />
medio autem mense Aprili fistulae<br />
duae insuper increverunt. Claudius Ary nullis<br />
prorsus cibis alebatur; praeterea, inferioribus<br />
artubus turgescentibus, ulceribusque<br />
decubitalibus exorientibus, status cachecticus<br />
inceperat, adversus quem unum<br />
morphinum therapiae causa, nempe ad cruciatus<br />
mitigandos, adhiberi potuerat. Attenta<br />
igitur artis infirmitate, fideles ad opem<br />
divinam confugerunt. Nam, auctore P. Aloisio<br />
Thiébaux, abbate Belliaquensi, qui in<br />
eodem valetudinario degebat, invocata est<br />
intercessio Servae Dei Mariae Caelinae a<br />
Praesentatione, cuius reliquiae aegrotanti<br />
impositae sunt die 21 mensis Maii anno<br />
1945. Precationibus itaque ab ipso abbate et<br />
a puero una cum suis aliisque peractis, die<br />
23 mensis Maii, praeter medicorum opinionem,<br />
aegroti valetudo in melius prorsus<br />
vergere visa est: nam fluens e purgatione<br />
eiectamentum regredi, fistulae ipsae ad<br />
coëundum proclives esse, decoctionis orga-<br />
norum motus de integro recreari. Die autem<br />
24 mensis Maii puer cibum sumere valuit,<br />
dieque 15 mensis Iunii anno 1945, sanitate<br />
iam recepta, valetudinario dimissus est.<br />
Quo de casu, statim Dei Famulae intercessioni<br />
adscripto, anno 1946 in Catalaunensi<br />
Curia Processus Apostolicus confectus<br />
est, cuius validitatem iuridicam Dicasterium<br />
hoc ratam habuit per decretum die 20<br />
mensis Februarii anno 2004 latum. ConsiliumveroMedicorum,insessionedie27<br />
mensis Ianuarii anno 2005 gesta, pronuntiavit<br />
sanationem celerem, perfectam, stabilem<br />
nec ullis prorsus reliquatis obnoxiam<br />
fuisse; praeterea rationem, qua anatomica et<br />
functionalis pathologiae restitutio facta est,<br />
nullatenus, quod ad artem attinet, explicari<br />
posse. Inde post Peculiarem Consultorum<br />
Theologorum Congressum die 24 mensis<br />
Ianuarii anno 2006 habitum, Cardinalium<br />
Patrum ac Episcoporum, Exc.mo D.no Laurentio<br />
Chiarinelli, Viterbiensi Episcopo,<br />
Causae Ponente, die 14 mensis Novembris<br />
eiusdem anni Sessio Ordinaria facta est.<br />
Et in utroque Coetu, sive Consultorum<br />
sive Cardinalium et Episcoporum, posito<br />
dubio an de miraculo divinitus patrato constaret,<br />
responsum affirmativum prolatum<br />
est.<br />
Facta demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />
Ven. Servae Dei Mariae Caelinae a<br />
Praesentatione (in saec.: Ioannae Germanae<br />
Castang), Monialis Professae II Ordinis<br />
Sancti Francisci, videlicet de celeri,<br />
perfecta ac stabili sanatione pueri Claudii<br />
Ary Martin ab “appendicite acuta gangrenosa<br />
perforata, con conseguente peritonite<br />
purulenta, prima circoscritta e poi diffusa,<br />
con crisi subocclusive e formazione di tre<br />
fistole entero-cutanee, con grave compromissione<br />
dello stato generale del bambino<br />
(di anni 10) per insufficienza multiorgano”.<br />
Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />
in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />
Summus Pontifex referri mandavit.
534 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />
A. D. 2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
3. Decretum super virtutibus SD Mamerti<br />
Esquiú<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
CORDUBENSIS in ARGENTINA. Beatificationis<br />
et Canonizationis Servi Dei MA-<br />
MERTI ESQUIÚ episcopi cordubensis in Argentina<br />
ex Ordine Fratrum Minorum<br />
(1826-1883)<br />
«Intra historiam adsunt sancti veri lucis<br />
portatores, quandoquidem viri ac feminae<br />
fidei sunt, spei et caritatis» (BENEDICTUS<br />
XVI, Litt. Encycl. Deus caritas est, 40).<br />
Erga Deum et populum amore ductus,<br />
episcopus Mamertus Esquiú actuosas habuit<br />
partes tam in vita Ecclesiae quam apud<br />
incolas nationis Argentinae, quippe qui animabus<br />
et institutionibus patriae suae lumen<br />
Evangelii et caritatis Christi, unius Redemptoris<br />
hominis, tulerit.<br />
Hic fervens Regni Dei aedificator in oppido<br />
vulgo Piedra Blanca, ex dioecesi Catamarcensi,<br />
in Argentina, die 11 mensis Maii<br />
anno 1826 natus est e familia religiosis moribus<br />
bene instructa, quae docuit eum Domini<br />
vias percurrere et Sanctum Franciscum<br />
Assisiensem vestigiis sequi. Decem annos<br />
natus, qua alumnus ingressus est conventum<br />
franciscalem Catamarcae. Anno 1842 apud<br />
Ordinem Fratrum Minorum religiosa vota<br />
nuncupavit, et anno 1848 sacro presbyteratus<br />
ordine est insignitus. In theologicarum disciplinarum<br />
magisterium, in praedicationem<br />
nec non in ministerium confessionum spiritualisque<br />
moderaminis vires impendit. Egregias<br />
ob dotes in arte oratoria, viginti septem<br />
aetatis annos agens, in scaenam vitae politicae<br />
pro iuveni republica Argentina evectus<br />
est, suscipiens, etsi invitus, varia politica munia,<br />
quae tamen minime impediverunt eum<br />
quominus actuositatem pergeret sibi a superioribus<br />
concreditam.<br />
Consilio perfectiorem franciscanam vitae<br />
formam amplectendi compulsus, Catamarcam<br />
reliquit ac se contulit in Paranam, postea<br />
in Boliviam, ad urbes prius Tarija, deinde<br />
Sucrepolim, ubi amplam explicavit operam<br />
culturalem: condidit enim et moderatus est<br />
ephemeridem cui titulus “El Cruzado”; bibliothecam<br />
ditavit domus quo hospitio excipiebatur;<br />
apud archidioecesim Sucrensem<br />
examinator exstitit prosynodalis et praeceptor<br />
seminarii metropolitani; vigorem addidit<br />
Confraternitati Sanctissimi Sacramenti et Immaculati<br />
Cordis Mariae. Anno 1872 nominationem<br />
renuntiavit archiepiscopi Sedis Bonaërensis.<br />
Aliquot transegit annos in Peruvia,<br />
Aequatore, Bolivia et Terra Sancta. In Argentinam<br />
regressus anno 1878, politica resumpsit<br />
officia donec anno 1880, Summo<br />
Pontifici Leoni XIII obsequens, accipere<br />
coactus est nominationem episcopi dioecesanae<br />
sedis Cordubensis in Argentina.<br />
Quamvis missio eius brevis exstiterit, fervore<br />
tamen apostolico, pastoralibus operibus et<br />
sacrificiis in animarum utilitatem est ditata.<br />
Assidue ac firmiter Evangelium et doctrinam<br />
christianam nuntiavit; spiritalem populi<br />
vitam aluit et iura libertatemque Ecclesiae<br />
defendit. Fatigantia oppetivit itinera ob<br />
pastorales dioecesis visitationes. Gregem<br />
suum sanctitate vitae aedificavit ac testimonio<br />
christianarum virtutum, quas alacriter,<br />
diligenter et humiliter exercuit, intendens in<br />
omnibus Dei exsequi voluntatem. Fides illuminavit<br />
iter eius ad sanctitatem suumque<br />
pastorale ministerium. Firmiter credidit in<br />
divinam revelationem et in Ecclesiae magisterium,<br />
et tam verbo quam scriptis cognitionem<br />
et amorem Dei Ecclesiaeque diffundere<br />
contendit. Ut Domino complaceret,<br />
peccatum omnibus utens viribus vitavit,<br />
proprios defectus corripuit, Sancti Francisci<br />
Regulam melius in dies observavit atque<br />
munera sacerdotalia et episcopalia pastorali<br />
adimplevit caritate. Religiosum fovit spiritum<br />
inter sodales franciscanos, ac populum<br />
suae dioecesis pane verbi Dei et sacramentis<br />
assidue nutrivit. Pauperibus<br />
inserviit, ad humiles accessit, patientibus<br />
solamen tulit, omnibus bonorum operum
E POSTULATIONE GENERALI<br />
535<br />
viam monstravit, erga importunas et hostiles<br />
personas patiens se gessit; paterno, affabili<br />
mitique animo proximum excepit. Pacem<br />
promovit et iustitiam, ovem perditam<br />
quaesivit ut eam ad iustam viam revocaret.<br />
In Deo firmiter speravit. Prae difficultatibus,<br />
tribulationibus, laboribus intrepidus<br />
exstitit; in temporalibus bonis utendis pauperem<br />
se praebuit; superioribus oboedivit;<br />
in consiliis capiendis et in modis sese gerendi<br />
prudentiam exercuit; castitatem et<br />
temperantiam servavit. Sive amicitiam cum<br />
Domino sive apostolatum aluit meditatione<br />
Sacrarum Scripturarum, liturgia, precatione,<br />
eucharistico ac mariali cultu nec non<br />
ipsis pastoralibus operibus, quae fuerunt illi<br />
veluti praestans instrumentum ut Christo<br />
Bono animarum Pastori se conformaret. Et<br />
accidit ut, in animarum servitio, cum pastorali<br />
causa dioecesim Cordubensem in Argentina<br />
inviseret, soror mors in oppido Posta<br />
del Suncho die 10 mensis Ianuarii anno<br />
1883 obviam prodiderit illi.<br />
Sanctimoniae fama, qua Dei Servus vivens<br />
fruebatur, sequentibus quoque annis<br />
post obitum perrexit. Inter annos 1923-<br />
1924 Episcopus Catamarcensis fecit investigationem<br />
quae, post Causam beatificationis<br />
et canonizationis rite inchoatam, confluxit<br />
in Acta Processus Informativi,<br />
instructi annis 1930-1945 apud Curiam<br />
Cordubensem in Argentina. Anno 1963<br />
Congregatio edidit Decretum super revisione<br />
scriptorum. Apud eandem Curiam Cordubensem<br />
inter annos 1963-1964 peractus<br />
est Processus Suppletivus Additionalis. Die<br />
13 mensis Aprilis anno 1978 Decretum super<br />
Causae Introductione est vulgatum.<br />
Deinde Causa commissa est Officio Historico-Hagiographico<br />
huius Congregationis,<br />
cuius pensum elaboratum die 16 mensis<br />
Novembris anno 2004 examini subiectum<br />
est Consultorum Historicorum positivo<br />
cum exitu. Antea tamen, nempe die 1 mensis<br />
Martii anno 2002 approbata erat validitas<br />
iuridica Processuum Ordinariorum, Processus<br />
Suppletivi et Inquisitionis dioecesanae<br />
Suppletivae. Die 3 mensis Februarii<br />
huius anni 2006, latis quidem suffragiis positivis,<br />
habitus est Congressus Peculiaris<br />
Consultorum Theologorum. Patres Cardi-<br />
nales et Episcopi, in Sessione Ordinaria<br />
congregati die 17 sequentis mensis Octobris,<br />
Ponente Causae Exc.mo D.no Petro<br />
Georgio Nesti, C.P., Archiepiscopo emerito<br />
Camerinensi-Sancti Severini in Piceno,<br />
agnoverunt Servum Dei heroico in gradu<br />
theologalium, cardinalium eisque adnexarum<br />
virtutum fastigium attigisse.<br />
Facta demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate<br />
tum in Deum tum in proximum, necnon<br />
de cardinalibus Prudentia, Iustitia,<br />
Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis,<br />
in gradu heroico, Servi Dei Mamerti<br />
Esquiú, ex Ordine Fratrum Minorum, Episcopi<br />
Cordubensis in Argentina, in casu et<br />
ad effectum de quo agitur.<br />
Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />
in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />
Summus Pontifex referri mandavit.<br />
Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />
A. D. 2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
4. Decretum super miraculo Beati Antonii<br />
Galvão de França<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
SANCTI PAULI IN BRASILIA. Canonizationis<br />
Beati Antonii a Sancta Anna (in<br />
Saec.: ANTONII GALVÃO DE FRANÇA) Sacerdotis<br />
Professi Ordinis Fratrum Minorum<br />
Alcantarinorum (seu Discalceatorum) Fundatoris<br />
Monasterii Sororum Conceptionistarum<br />
(1739-1822)<br />
Beatus Antonius a Sancta Anna (in saec.:<br />
Antonius Galvão de França) in loco Paulinae,<br />
quem appellant Guaratingueta, in Brasilia,<br />
natus est anno 1739. Ordinem Fratrum
536 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Minorum Alcantarinorum (seu Discalceatorum)<br />
ingressus, anno 1761 religiosa vota<br />
nuncupavit, subsequenti anno sacrum presbyteralem<br />
ordinem suscepit. Varia ipse in<br />
Ordinis gremio munera obivit, in quibus<br />
etiam sui conventus aedituus fuit. Regni<br />
Dei studiosissimus, alacriter ac fecunde in<br />
actuosam pacis caritatisque operam Paulopoli<br />
incubuit. Idem praeterea condidit Monasterium<br />
Sororum Conceptionistarum,<br />
quibus etiam magister fuit. Pie requievit die<br />
23 mensis Decembris, anno 1822.<br />
Eum Ioannes Paulus II, Summus Pontifex,<br />
Beatorum caelitum honoribus insignivit<br />
die 25 mensi Octobris anno 1998.<br />
Eius vero canonizationem prospiciens,<br />
Postulatio Causae sanationem, quae ipso<br />
Beato deprecante a Deo patrata ferebatur,<br />
huic Congregationi subiecit iudicandam. Qui<br />
quidem casus pertinet ad Alexandram Grossi<br />
de Almeida mulierem ac Entium de Almeida<br />
Gallafassi puerum eius, Brasiliae incolas.<br />
Dicta mulier spontaneos abortus annis<br />
1993 et 1994 passa est, cum uterus eius bicornis<br />
seu didelphus esset. Nam prae huiuscemodi<br />
uteri deformitate, quae chirurgica<br />
dumtaxat medicina corrigi potuerat, nulla<br />
prorsus graviditas ad exitum perduci poterat,<br />
quippe quia fetus haud satis spatii ad crescendum<br />
et innascendum haberet. Haec quidem<br />
erat mulieris condicio, cum ipsa, mense<br />
Maio anno 1999, aliam graviditatem suscepit.<br />
Echographia autem, quae mense Iunio<br />
facta est, duo cornua utero increvisse denuntiavit.<br />
Graviditas vero in dextera uteri caverna,<br />
quae paulo maior laeva, procedebat. Subsequenti<br />
autem mense Augusto, obstetriciae<br />
gynaecologiae perita doctor, quae Alexandram<br />
mulierem curabat, tertio ei graviditatis<br />
mense vertente, praecautionis causa uteri<br />
cervicem circulo cinxit, scilicet ad adversum<br />
praegnationis exitum vitandum. Graviditas<br />
enim pluribus de causis periculosissima fore<br />
iudicabatur. Graviditatis cursus usque ad tricesimam<br />
alteram hebdomada recte processit,<br />
licet prognosis de praecoci interruptione edita<br />
esset. Membranis autem immature abscissis<br />
atque oligohydramnio medici, praesentibus<br />
fetalis laboris indiciis, impulsi sunt ad<br />
sectionem caesaream exsequendam. Quae<br />
quidem facta est die 11 mensis Decembris,<br />
statu puerperae, quae erumpente sanguine<br />
mori potuerat, minime ingravescente. Puer<br />
vero sanus editus est. Spiratoriae difficultates<br />
et morbus, quarta iam phasi hyalinas<br />
membranas afficiens, celeriter sanata sunt,<br />
ita ut infans e valetudinario, in quo natus<br />
erat, die 19 mensis Decembris dimitti posset.<br />
Universae huius rei favorabilis exitus<br />
adscriptus est intercessioni Beati Antonii a<br />
Sancta Anna, quem inde a mense Iunio<br />
exeunte, anno 1999, Alexandra mulier ipsa<br />
variis novendialibus supplicationibus invocaverat.<br />
Quo de casu apud Curiam Sancti Pauli in<br />
Brasilia anno 2004 Inquisitio dioecesana<br />
est instructa cuius validitatem iuridicam Dicasterium<br />
hoc confirmavit per Decretum<br />
die 26 mensis Novembris, eodem anno, latum.<br />
Consilium vero Medicorum, in Sessione<br />
die 18 mensis Ianuarii anno 2006 facta,<br />
necnon in iis, quae postea subtiliter explicata<br />
sunt, has, quae sequuntur, decretorias definitiones<br />
edidit: «Diagnosis posita est de<br />
innata uteri deformatione III-IV classis ex<br />
descriptione ab Americana Societate de<br />
Fertilitate (AFS) facta, eaque chirurgica<br />
medicina haud correcta, in aegrota sese plures<br />
spontaneos abortus perpessam exhibenti,<br />
favorabili quidem cum exitu praegnationis<br />
pro puerpera et fetu, magna fetus immaturitate<br />
contempta. Prognosis edita est<br />
adversa, cum pro graviditate, quam periculosissimam<br />
fore iudicatum est, tum pro vitalitate<br />
fetus immaturi, qui in ipso partu<br />
MCMXCV grammata pondo erat. Therapia<br />
puerperae pathologiae minus apta, eadem<br />
vero gravi respiratoriae pathologiae et immaturitati<br />
fetus apta evasit. Quod autem ad<br />
casus decursum eiusque rationem attinet, -<br />
Status parentis minime gravior factus est<br />
per graviditatem, quae gravi innata uteri<br />
deformatione processit; - Spiratoria pathologia,<br />
qua valde immaturus fetus afficiebatur,<br />
postumis effectibus prorsus absentibus<br />
remissa est; - Universus eventus, quod ad<br />
scientiam pertinet, ex huiusce temporis artis<br />
cognitionibus explicari non potest». Qui<br />
porro casus perpensus est primum a Consultoribus<br />
Theologis, nempe in Peculiaribus<br />
Congressibus, quorum alter die 4 mensis<br />
Aprilis anno 2006, alter vero subsequenti
E POSTULATIONE GENERALI<br />
537<br />
die 13 mensis Iulii habitus est, deinde etiam<br />
a Patribus Cardinalibus et Episcopis, in Ordinaria<br />
Sessione quae die 12 mensis Decembris,<br />
eodem anno, Exc.mo D. Lino Fumagalli,<br />
Episcopo Sabinensi-Mandelensi,<br />
Causae Ponente, facta est. Et in utroque<br />
Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium<br />
et Episcoporum, posito dubio an de miraculo<br />
divinitus patrato constaret, responsum affirmativum<br />
prolatum est.<br />
Facta demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />
Beati Antonii a Sancta Anna (in saec.:<br />
Antonii Galvão de França), Sacerdotis professi<br />
Ordinis Fratrum Minorum Alcantarinorum<br />
(seu Discalceatorum), Fundatoris<br />
Monasterii Sororum Conceptionistarum,<br />
videlicet de “scampato pericolo per totale<br />
assenza di complicanze a carico della madre<br />
e del bambino, data la condizione patologica<br />
esistente” id est “malformazione<br />
uterina congenita di classe 3-4 secondo la<br />
classificazione della Società Americana di<br />
Fertilità (AFS), non corretta chirurgicamente,<br />
in paziente con storia clinica di poliabortività<br />
spontanea, con esito gestazionale<br />
materno-fetale favorevole”.<br />
Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />
in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />
Summus Pontifex referri mandavit.<br />
Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />
A. D. 2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
5. Decretum super miraculo Beati Simonis<br />
de Lipnica<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
CRACOVIENSIS. Canonizationis Beati<br />
Simonis de Lipnica Sacerdotis Professi<br />
Ordinis Fratrum Minorum (1439 ca.-<br />
1482)<br />
Beatus Simon in loco vulgo Lipnica, Polonia<br />
in meridionali, circa annum 1439 est<br />
ortus. Professionem nuncupavit religiosam<br />
in Ordine Fratrum Minorum et, forsitan anno<br />
1460, sacerdos est ordinatus. Varia exercuit<br />
officia atque studiose et efficaciter<br />
praedicationi se dedit, quam ob rem “praedicator<br />
ferventissimus” appellabatur. Usque<br />
ad finem suae exsistentiae pro animarum<br />
salute adlaboravit. Peste infectis assistens,<br />
ipse morbum contraxit, qui eum ad mortem<br />
duxit die 18 mensis Iulii anno 1482.<br />
Summus Pontifex Innocentius XI, die 24<br />
mensis Februarii anno 1685, cultum confirmavit<br />
quo Beatus “ab immemorabili tempore”<br />
gaudebat. Die 19 mensis Decembris anno<br />
2005 Benedictus XVI edixit eundem Beatum<br />
heroico in modo virtutes exercuisse.<br />
Volens nunc ad Beati canonizationem<br />
pervenire, Postulatio Causae, examini huius<br />
Congregationis de Causis Sanctorum coniectam<br />
miram subiecit sanationem Mariae<br />
Piątek, quae die 24 mensis Iunii anno 1943<br />
Cracoviae interventum subiit appendectomiae.<br />
Decem transactis diebus (die scilicet<br />
3 mensis Iulii) signa cuiusdam occlusionis<br />
arteriosae de improviso apparuerunt, quam<br />
celeriter gangraena secuta est primorum<br />
trium digitorum dexteri pedis atque regionis<br />
calcanei. De quadam agebatur embolia<br />
arteriae tibialis dexterae. Patientis condicio<br />
sequenti die 7 Augusti in peius ruit ob praesentiam<br />
cuiusdam emboliae arteriae cerebralis,<br />
quae dexteram adtulit hemiplegiam,<br />
vocis amissionem, statum soporiferum patientis<br />
atque febrim. Prognosis fuit valde<br />
cauta quoad vitam et quoad valetudinem ita<br />
ut condiciones aegrotae letalem praeviderent<br />
exitum. Interea, multae personae divinum<br />
coeperunt invocare auxilium, intercedente<br />
Beato Simone de Lipnica. Ipsa infirma,<br />
valetudinarium ingrediens, libellum<br />
precationum ad Beatum Simonem secum<br />
tulit, ad quem fiduciose et instanter decurrebat.<br />
Fecit etiam ut Missae apud eius sepulcrum<br />
Cracoviae celebrarentur. Orantes<br />
inopinato habuerunt certitudinem se auscultatos<br />
fuisse. Condicio infirmae, revera, die
538 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
12 mensis Septembris anno 1943 palam in<br />
melius vertit ob gangraenae regressionem<br />
dexteri pedis lacunarumque neurologicarum<br />
quae hactenus aderant. Infirma vocem<br />
iterum acquisivit et mobilitatem atque<br />
faventibus condicionibus generalibus die<br />
17 mensis Decembris anno 1943 ex valetudinario<br />
est dimissa.<br />
De sanatione, mira statim considerata,<br />
Processus Apostolicus anno 1950 apud<br />
Curiam Cracoviensem est instructus, cuius<br />
iuridica validitas ab hac Congregatione per<br />
decretum diei 7 mensis Novembris anno<br />
2003 est approbata. Consilium Medicorum<br />
huius Dicasterii, in sessione die 14 mensis<br />
Aprilis anno 2005 habita, recognovit sanationem<br />
celerrimam perfectamque tum laesionum<br />
gangraenae dexteri pedis, tum lacunarum<br />
neurologicarum, sine amissionibus<br />
anatomicis in regionibus morbo<br />
thromboembolico affectis et, tandem, ex<br />
scientiae legibus inexplicabilem fuisse.<br />
Die 21 mensis Februarii anno 2006 Congressus<br />
habitus est Peculiaris Consultorum<br />
Theologorum. Die 3 sequentis mensis Octobris<br />
Ordinaria Sessio habita est Patrum<br />
Cardinalium et Episcoporum, Causae Ponente<br />
Em.mo Domino Iuliano Cardinali<br />
Herranz. Et in utroque Coetu, sive Consultorum<br />
sive Cardinalium et Episcoporum,<br />
posito dubio an de miraculo divinitus patrato<br />
constaret, responsum affirmativum<br />
prolatum est.<br />
Facta demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />
Beati Simonis de Lipnica, Sacerdotis<br />
professi Ordinis Fratrum Minorum, videlicet<br />
de celerrima ac perfecta sanatione Mariae<br />
Piątek a “malattia tromboembolica<br />
post-chirurgica con gangrena del piede destro<br />
ed infarto cerebrale, manifestatosi con<br />
emiplegia destra ed afasia completa in soggetto<br />
gracile e denutrito”.<br />
Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />
in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />
Summus Pontifex referri mandavit.<br />
Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />
A. D. 2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
6. Iuridica validitas Inquisitionis super<br />
miro in Causa SD F. A. Marcucci declaratur<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 1083-16/05<br />
ASCULANA IN PICENO. Beatifìcationis<br />
et Canonizationis Servi Dei Francisci<br />
Antonii Marcucci Episcopi Montis Alti e<br />
Tertio Ordine Sancti Francisci Fundatoris<br />
Congregationis Operariarum Piarum ab<br />
Immaculata Conceptione.<br />
In Ordinario Congressu, die 19 mensis Iunii<br />
huius anni 2006 celebrato, haec Congregatio<br />
de Causis Sanctorum sequens dubium<br />
disceptavit, nimirum: «An constet de validitate<br />
Inquisitionis Dioecesanae, in Urbe peractae,<br />
super asserta mira sanatione dominae<br />
Simonidis Frignani, intercessioni Servi<br />
Dei Francisci Antonii Marcucci, Episcopi<br />
Montis Alti, e Tertio Ordine Sancti Francisci<br />
et Fundatoris Congregationis Operariarum<br />
Piarum ab Immaculata Conceptione, tributa:<br />
testes sint rite recteque examinati et iura<br />
producta legitime compulsata in casu et ad<br />
effectum de quo agitur».<br />
Haec Congregatio, attento voto ex officio<br />
redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:<br />
AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem<br />
Inquisitionis in casu et ad effectum de<br />
quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis<br />
non obstantibus quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 19 mensis Iunii A.D. 2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
MICHAËL DI RUBERTO<br />
Subsecretarius
E POSTULATIONE GENERALI<br />
539<br />
7. Ponens in Causa SD Mamerti Esquiú<br />
nominatur<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 541-48/06<br />
CORDUBENSIS IN ARGENTINA. Beatifìcationis<br />
et Canonizationis Servi Dei Mamerti<br />
Esquiú Episcopi Cordubensis in Argentina<br />
ex Ordine Fratrum Minorum.<br />
Cum Causa Beatifìcationis et Canonizationis<br />
Servi Dei Mamerti Esquiú, Episcopi<br />
Cordubensis in Argentina ex Ordine Fratrum<br />
Minorum, suo indigeat Ponente,<br />
Rev.dus Pater Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator<br />
Generalis eiusdem Ordinis, ab hac<br />
Congregatione de Causis Sanctorum petit<br />
ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis,<br />
Ponentem eiusdem Servi Dei Causae<br />
eligere ac deputare benigne dignetur.<br />
Haec Congregatio, attentis expositis,<br />
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum<br />
Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum<br />
em. Camerinensem - Sancti<br />
Severini in Piceno, Ponentem Causae Beatifìcationis<br />
et Canonizationis praefati Servi<br />
Dei Mamerti Esquiú, omnibus cum iuribus<br />
et facultatibus necessariis et opportunis,<br />
elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus<br />
quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 9 mensis Septembris A.D. 2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
8. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />
super miro aperiendi in Causa Ven.<br />
SD Seraphinae Gregoris<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 1529-15/06<br />
VENETIARUM. Beatifìcationis et Canonizationis<br />
Venerabilis Servae Dei Se-<br />
raphinae (In saeculo: Victoriae Gregoris)<br />
Religiosae professae Instituti Sororum<br />
Franciscalium a Christo Rege.<br />
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator<br />
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab<br />
hac Congregatione de Causis Sanctorum<br />
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae<br />
Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam<br />
Victoriensem Venetorum peractae,<br />
super asserta mira sanatione Sororis Salomes<br />
losephinae Ferraro, per intercessionem<br />
Venerabilis Servae Dei Seraphinae (in saeculo:<br />
Victoriae Gregoris), Religiosae professae<br />
Instituti Sororum Franciscalium a<br />
Christo Rege, obtenta, clausum sigillisque<br />
munitum in actis eiusdem Congregationis<br />
asservatum, aperiri possit.<br />
Haec porro Congregatio, attentis expositis,<br />
pro gratia iuxta preces benigne annuit<br />
servatis de cetero omnibus de iure servandis.<br />
Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />
DatumRomae,exaedibuseiusdemCongregationis,<br />
die 15 mensis Septembris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
9. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />
super virtutibus SD Humilitatis Patlán<br />
aperiendi<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 2109-4/06<br />
MEXICANA. Beatifìcationis et Canonizationis<br />
Servae Dei HUMILITATIS (In saeculo:<br />
Mariae Patlan Sanchez) Sororis professae<br />
Instituti Sororum Franciscalium ab Immaculata<br />
Conceptione.<br />
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator<br />
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab<br />
hac Congregatione de Causis Sanctorum<br />
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioece-
540 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
sanae, apud Curiam ecclesiasticam Mexicanam<br />
peractae, super vita et virtutibus necnon<br />
fama sanctitatis Servae Dei Humilitatis<br />
(in saeculo: Mariae Patlán Sanchez), Sororis<br />
professae Instituti Sororum Franciscalium<br />
ab Immaculata Conceptione, clausum<br />
sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis<br />
asservatum, aperiri possit.<br />
Haec porro Congregatio, attentis expositis,<br />
pro gratia iuxta preces benigne annuit:<br />
servatis de cetero omnibus de iure servandis.<br />
Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 11 mensis Octobris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
10. Facultas Transumptum Inq. Dioecesanae<br />
suppletivae in Causa SD Aloisiae<br />
Velotti aperiendi<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 235-9/06<br />
NEAPOLITANA. Beatificationis et Canonizationis<br />
Servae Dei Mariae Aloisiae a<br />
Sanctissimo Sacramento (In saeculo: Mariae<br />
Velotti) e Tertio Ordine Sancti Francisci<br />
Fundatricis Sororum Adoratricum<br />
Sanctae Crucis.<br />
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator<br />
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab<br />
hac Congregatione de Causis Sanctorum<br />
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae<br />
Suppletivae, apud Curiam Ecclesiasticam<br />
Neapolitanam peractae, super vita et<br />
virtutibus necnon fama sanctitatis Servae<br />
Dei Mariae Aloisiae a Sanctissimo Sacramento<br />
(in saeculo: Mariae Velotti) e Tertio<br />
Ordine Sancti Francisci, Fundatricis Sororum<br />
Adoratricum Sanctae Crucis, clausum<br />
sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis<br />
asservatum, aperiri possit.<br />
Haec Congregatio, attentis expositis, pro<br />
gratia iuxta preces benigne annuit: servatis<br />
de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis<br />
non obstantibus quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 25 mensis Octobris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
11. Iuridica validitas Inquisitionis super<br />
vita et virtutibus in Causa SD Clarae<br />
Ricci declaratur<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 2497-4/04<br />
ALEXANDRINA STATIELLORUM.<br />
Beatifìcationis et Canonizationis Servae<br />
Dei Clarae (In saeculo: Catharinae Ricci)<br />
Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium<br />
v.d. “Angeline”.<br />
In Ordinario Congressu, die 17 mensis<br />
Novembris huius anni 2006 celebrato, haec<br />
Congregatio de Causis Sanctorum sequens<br />
dubium disceptavit, nimirum: «An constet<br />
de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud<br />
Curiam ecclesiastìcam Alexandrinam Statiellorum<br />
peractae, super vita et virtutibus<br />
necnon fama sanctitatis Servae Dei Clarae<br />
(in saeculo: Catharinae Ricci), Fundatricis<br />
Congregationis Sororum Franciscalium v.d.<br />
“Angeline”: testes sint rite recteque examinatì<br />
et iura producta legitime compulsata in<br />
casu et ad effectum de quo agitur».<br />
Haec Congregatio, attento voto ex officio<br />
redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:<br />
AFFIRMATIVE, seu constare de validitate<br />
eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum<br />
de quo agitur, sanatis de iure<br />
sanandis, et ad mentem. Mens autem est ut<br />
Positio super Virtutibus eiusdem Servae<br />
Dei methodologia historica parari et coetui<br />
Consultorum historicorum huius Congregationis<br />
subici debeat. Contrariis non obstantibus<br />
quibuslibet.
E POSTULATIONE GENERALI<br />
541<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 17 mensis Novembris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
12. Tertius peritus medicus benigne conceditur<br />
in Causa Ven. SD Maximi Rinaldi<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 1741-21/06<br />
REATINA. Beatificationis et Canonizationis<br />
Venerabilis Servi Dei Maximi Rinaldi<br />
Episcopi Reatini e Congregatione Missionariorum<br />
a Sancto Carolo.<br />
Instante Rev.mo P. Luca De Rosa,<br />
O.F.M., Postulatore legitime constituto in<br />
Causa Beatificationis et Canonizationis Venerabilis<br />
Servi Dei Maximi Rinaldi, Episcopi<br />
Reatini, e Congregatione Missionariorum<br />
a Sancto Carolo, haec Congregatio<br />
de Causis Sanctorum, attentis peculiaribus<br />
in supplici libello expositis adiunctis, benigne<br />
indulget ut asserta mira sanatio domini<br />
Francisci Vincenti Mareri, intercessioni<br />
praefati Venerabilis Servi Dei tributa, examini<br />
tertii periti ex officio subici possit.<br />
Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 17 mensis Novembris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
13. Iuridica validitas Inquisitionis dioec.<br />
super miro declaratur in Causa Ven.<br />
SD Francisci Paleari<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 976-32/06<br />
TAURINEN. Beatificationis et Canonizationis<br />
Venerabilis Servi Dei Francisci<br />
Paleari Sacerdotis Dioecesani ex Instituto<br />
v.d. “Cottolengo “.<br />
In Ordinario Congressu, die 30 mensis<br />
Novembris huius anni 2006 celebrato, haec<br />
Congregatio de Causis Sanctorum sequens<br />
dubium disceptavit, nimirum: «An constet<br />
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,<br />
apud Curiam ecclesiasticam Taurinensem<br />
peractae, super asserta mira sanatione infantis<br />
Silvii Cuizza, intercessioni Venerabilis<br />
Servi Dei Francisci Paleari, Sacerdotis<br />
Dioecesani ex Instituto v.d. “Cottolengo”,<br />
tributa: testes sint rite recteque examinati et<br />
iura producta legitime compulsata in casu<br />
et ad effectum de quo agitur».<br />
Haec Congregatio, attento voto ex officio<br />
redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:<br />
AFFIRMATIVE, seu constare de validitate<br />
eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum<br />
de quo agitur, sanatis de iure<br />
sanandis. Contrariis non óbstantibus quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 30 mensis Novembris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
14. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />
dioecesanae super vita et virutibus<br />
aperiendi in Causa SD Rosae Staltari<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
Prot. N. 2378-4/06<br />
LOCREN.-HIERACEN. Beatifìcationis<br />
et Canonizationis Servae Dei ROSAE STAL-<br />
TARI Religiosae professae Congregationis<br />
Filiarum a Maria Ss.ma Corredemptrice.<br />
Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M, Postulator<br />
legitime constitutus in Causa Bea-
542 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
tifìcationis et Canonizationis Servae Dei<br />
Rosae Staltari, Religiosae professae Congregationis<br />
Filiarum a Maria Ss.ma Corredemptrice,<br />
ab hac Congregatione de Causis<br />
Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis<br />
Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam<br />
Locrensem-Hieracensem peractae,<br />
super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis<br />
eiusdem Servae Dei, clausum sigillisque<br />
munitum in actis eiusdem Congregationis<br />
asservatum, aperiri possit.<br />
Haec porro Congregatio, attentis expositis,<br />
pro gratia iuxta preces benigne annuit:<br />
servatis de cetero omnibus de iure servandis.<br />
Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />
die 1 mensis Decembris A.D.<br />
2006.<br />
IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
†EDUARDUS NOWAK<br />
Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />
15. Notitiae particulares<br />
1. Promulgatio decretorum<br />
Il 16 dicembre 2006, il Santo Padre Benedetto<br />
XVI ha ricevuto in Udienza privata<br />
Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. José Saraiva<br />
Martins, Prefetto della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza<br />
il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione<br />
a promulgare i Decreti riguardanti:<br />
• un miracolo, attribuito all’intercessione<br />
del Beato Simone da Lipnica, Sacerdote<br />
professo dell’Ordine dei Frati Minori,<br />
nato attorno al 1439 a Lipnica (Polonia)<br />
e morto il 18 luglio 1482 a Cracovia (Polonia);<br />
• un miracolo, attribuito all’intercessione<br />
del Beato Antonio di Sant’Anna (al secolo:<br />
Antonio Galvão de França), Sacerdote<br />
professo dell’Ordine dei Frati Minori,<br />
Fondatore del Monastero delle Suore<br />
Concezioniste, nato nel 1739 a Guaratinguetá<br />
(Brasile) e morto il 23 dicembre<br />
1822 a San Paolo (Brasile);<br />
• un miracolo, attribuito all’intercessione<br />
della Venerabile Serva di Dio Maria Celina<br />
della Presentazione (al secolo: Giovanna<br />
Germana Castang), Monaca professa<br />
del Second’Ordine di San Francesco,<br />
nata il 24 maggio 1878 a Nojals<br />
(Francia) e morta il 30 maggio 1897 a<br />
Bordeaux (Francia);<br />
• le virtù eroiche del Servo di Dio<br />
Mamerto Esquiú, dell’Ordine dei Frati Minori,<br />
Vescovo di Cordoba in Argentina, nato<br />
l’11 maggio 1826 a San José de Pedra<br />
Blanca (Argentina) e morto il 10 gennaio<br />
1883 a Posta del Suncho (Argentina).<br />
2. Congregationes Ordinariae super miris<br />
Il 3 ottobre 2006, radunati in Congregazione<br />
Ordinaria nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />
i Padri Cardinali e Vescovi membri<br />
della Congregazione delle Cause dei Santi,<br />
udita la relazione del Ponente della Causa,<br />
il Signor Cardinale Giuliano Herranz, con<br />
unanime voto favorevole riconobbero il carattere<br />
miracoloso della guarigione della Signora<br />
Maria Piatek, avvenuta nel 1943 ed<br />
attribuita all’intercessione del Beato Simone<br />
da Lipnica (1439-1482), sacerdote<br />
<strong>OFM</strong>, e valida ai fini della sua canonizzazione.<br />
In data 14 novembre 2006, in una successiva<br />
Congregazione Ordinaria, gli stessi<br />
Padri, udita la relazione del Ponente della<br />
Causa, Sua Eccellenza Mons. Lorenzo<br />
Chiarinelli, Vescovo di Viterbo, votarono a<br />
favore della presunta guarigione miracolosa<br />
del piccolo Ary Martin, avvenuta in Francia<br />
nel 1945, ed attribuita all’intercessione della<br />
Venerabile Serva di Dio Maria Celina<br />
della Presentazione (1878-1897), monaca<br />
professa dell’Ordine di S. Chiara (Clarisse),<br />
considerandola valida ai fini della sua beatificazione.<br />
3. Gongregatio Ordinaria super virtutibus<br />
Martedì 17 ottobre 2006, i Padri Cardinali<br />
e Vascovi membri della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi, radunati in Congre-
E POSTULATIONE GENERALI<br />
543<br />
Il 14 ottobre 2006 a Valencia, in Spagna,<br />
l’Arcivescovo Metropolita Mons. Augustin<br />
Garcia-Gasco Vicente ha introdotto la Causa<br />
di beatificazione del Servo di Dio Humilde<br />
Soria Pons, religioso professo dell’Ordine<br />
dei Frati Minori (Provincia di Valencia),<br />
nato ad Oliva (Valencia) nel 1844 e<br />
morto a Benissa nel 1905.<br />
Il 31 ottobre 2006 a Cordoba in Argentina,<br />
l’Ordinario diocesano Mons. Carlos José<br />
Nañez, ha avviato l’Inchiesta diocesana<br />
su una presunta guarigione miracolosa attribuita<br />
all’intercessione della Beata Transito<br />
Cabanillas, Fondatrice delle Suore Francescane<br />
Missionarie d’Argentina, beatificata<br />
nel 2002.<br />
Ad Acri (Cosenza) in Italia, il 23 novembre<br />
2006, l’Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano,<br />
Mons. Salvatore Nunnari,<br />
ha dato inizio ad una Inchiesta suppletiva<br />
sulla fama di santità della Serva di Dio Maria<br />
Teresa De Vincenti (1872-1936), Fondatrice<br />
delle Suore Piccole Operaie dei SS.<br />
Cuori.<br />
Nella Basilica di S. Antonio di Padova<br />
ad Afragola (Napoli), il 1 dicembre 2006<br />
l’Arcivescovo Metropolita di Napoli, il Sig.<br />
Cardinale Crescenzio Sepe, ha dato solenne<br />
avvio alla duplice Inchiesta diocesana sulla<br />
vita e le virtù dei Servi di Dio Sosio Del<br />
Prete (1885-1952), sacerdote professo dei<br />
Frati Minori (Provincia napoletana), e Antonietta<br />
Giugliano (1909-1960), Fondatori<br />
dell’Istituto delle Suore Francescane “Piccole<br />
Ancelle di Cristo Re”.<br />
Espletate le pratiche preliminari, il 29 dicembre<br />
2006, Mons. Teodoro de Faria, Vescovo<br />
di Funchal (isola di Madeira) in Portogallo,<br />
ha introdotto presso la sua Curia ecgazione<br />
Ordinaria, dopo di aver ascoltato la<br />
relazione dell’Ecco.mo Ponente della causa,<br />
Mons. Silvano Nesti, Arcivescovo emerito<br />
di Camerino-S. Severino Marche, con<br />
unanime voto favorevole giudicarono eroiche<br />
le singole virtù praticate dal Servo di<br />
Dio Mamerto Esquiú (1826-1883), dell’Ordine<br />
dei Frati Minori, vescovo di Cordoba<br />
in Argentina.<br />
4. Congressus peculiaris super miro<br />
Il 1 dicembre 2006, presente il Promotore<br />
generale della Fede, che fungeva da Presidente,<br />
i Consultori Teologi della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi, con unanime<br />
voto favorevole (7/7) ravvisarono nella<br />
guarigione della Dott. Mirna Jazime Correa,<br />
avvenuta nel 2003 a Cartagena in Colombia<br />
ed attribuita all’intercessione della<br />
Beata Maria Bernarda Bütler (1848-1924),<br />
Fondatrice della Congregazione delle Suore<br />
Missionarie Francescane di Maria Ausiliatrice,<br />
un miracolo valido ai fini della canonizzazione<br />
della stessa Beata.<br />
5. Absolutio plurimarum Inquisitionum<br />
Il 12 settembre 2006, a Chieti in Italia,<br />
l’Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto,<br />
Mons. Bruno Forte, dichiarò conclusa l’Inchiesta<br />
diocesana su una presunta guarigione<br />
miracolosa, avvenuta nel 1934 ed attribuita<br />
all’intercessione della Serva di Dio Maria<br />
Giuseppa di Gesù Bambino (Barbara Micarelli),<br />
Fondatrice delle Suore Francescane<br />
Missionarie di Gesù Bambino, nata a Sulmona<br />
nel 1845 e morta ad Assisi nel 1909.<br />
Il giorno 8 settembre 2006 a Città del<br />
Messico, l’Em.mo Ordinario Diocesano, il<br />
Sig. Cardinale Norberto Rivera Carrera, dichiarò<br />
conclusa l’Inchiesta diocesana sulla<br />
vita e le virtù della Serva di Dio Umiltà (nel<br />
secolo: Maria Patlán Sanchez), Religiosa<br />
professa dell’Istituto delle Suore Francescane<br />
dell’Immacolata Concezione (1895-<br />
1970).<br />
A Locri in Italia, il 14 ottobre 2006,<br />
Mons. Giancarlo Bregantini, vescovo di<br />
Locri-Gerace, dichiarò conclusa l’Inchiesta<br />
diocesana sulla vita e le virtù della Serva di<br />
Dio Rosa Staltari (1951-1974), religiosa<br />
professa dell’Istituto di M. Corredentrice.<br />
Gli “Atti” delle tre Inchieste, debitamente<br />
sigillati, furono consegnati alla Cancelleria<br />
della Congregazione delle Cause dei<br />
Santi in Roma.<br />
6. Causae noviter introductae
544 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
clesistica la Causa di beatificazione e canonizzazione<br />
della Serva di Dio Virginia Brites<br />
da Paixăo, religiosa professa dell’Ordine<br />
di S. Chiara (Clarisse), nata a Madeira il<br />
24 ottobre 1860 e morta nel Monastero de<br />
Camara de Lobos il 17 gennaio 1929.<br />
FR.LUCA M. DE ROSA, <strong>OFM</strong>
EX OFFICIO OFS<br />
1. Indicazioni sulla formazione dei Religiosi<br />
alla conoscenza e assistenza<br />
dell’OFS e della GiFra<br />
Introduzione<br />
La Conferenza degli Assistenti spirituali<br />
generali (CAS) ha rielaborato le «Indicazioni<br />
per la formazione dei Religiosi alla<br />
conoscenza e assistenza dell’OFS e della<br />
GiFra», così che possano rispondere al sentito<br />
bisogno dei francescani, Religiosi e Secolari,<br />
di prepararsi meglio a «camminare<br />
assieme nelle vie del Signore».<br />
Tra tutti i francescani esiste, e deve sempre<br />
più svilupparsi, una reciproca conoscenza<br />
e comunione vitale richiesta dall’appartenenza<br />
alla stessa Famiglia spirituale.<br />
Le varie componenti «possono e devono<br />
unire le loro forze, in atteggiamento di collaborazione<br />
e di scambio di doni, per partecipare<br />
più efficacemente alla missione ecclesiale»<br />
(VC 54). Questo scambio di doni<br />
«non raramente porta inattesi e fecondi approfondimenti<br />
di alcuni aspetti del carisma,<br />
ridestandone un’interpretazione più spirituale<br />
e spingendo a trarne indicazioni per<br />
nuovi dinamismi apostolici» (VC 55).<br />
La Regola eleCostituzioni dell’OFS, a<br />
più riprese, ribadiscono il principio dell’appartenenza<br />
alla medesima Famiglia spirituale,<br />
alla comunione vitale e reciproca e al<br />
dovere della cura pastorale e dell’assistenza<br />
spirituale da parte del Primo Ordine<br />
(<strong>OFM</strong>, <strong>OFM</strong>Conv, <strong>OFM</strong>Cap) e del Terzo<br />
Ordine Regolare (TOR).<br />
L’ultimo capitolo della Regola dell’Ordine<br />
Francescano Secolare esprime lo stretto<br />
legame che esiste tra l’OFS, il Primo Ordine<br />
e il Terzo Ordine Regolare: «In segno<br />
concreto di comunione e di corresponsabilità,<br />
i Consigli ai diversi livelli, secondo le<br />
Costituzioni, chiederanno Religiosi idonei e<br />
preparati per l’assistenza spirituale ai Superiori<br />
delle quattro Famiglie religiose france-<br />
scane, alle quali da secoli è collegata la Fraternità<br />
Secolare» (Regola OFS 26).<br />
La sfida lanciata al Primo Ordine ed al<br />
TOR, quella di offrire «Religiosi idonei e<br />
preparati» per l’assistenza spirituale, è importante.<br />
Non è giusto né nei confronti dei<br />
Religiosi né nei confronti dei nostri Fratelli<br />
e delle nostre Sorelle Secolari assegnare<br />
Frati al ministero dell’assistenza spirituale<br />
senza che abbiano avuta la dovuta formazione.<br />
Tra OFS, Primo Ordine e TOR esiste, infatti<br />
un triplice, sostanziale rapporto:<br />
1. Origine comune. L’origine comune si<br />
basa sulla persona e sul carisma di san<br />
Francesco d’Assisi, fondatore del carisma<br />
francescano.<br />
2. Condivisione del comune carisma. La<br />
Regola dell’OFS parla di «comunione<br />
vitale e reciproca» che deve esistere tra i<br />
secolari e tutti i rami della Famiglia francescana,<br />
per rendere presente, in forme e<br />
modi diversi, il carisma del comune Serafico<br />
Padre nella vita e nella missione<br />
della Chiesa (cf Regola OFS 26).<br />
3. Assistenza spirituale e pastorale. In forza<br />
di questa “comunione”, secondo una<br />
tradizione secolare, ai superiori del Primo<br />
Ordine e del TOR, spetta assicurare<br />
l’assistenza spirituale tramite «Religiosi<br />
idonei e preparati» e mediante la visita<br />
pastorale alle Fraternità dell’OFS (cf Regola<br />
OFS 26).<br />
Orientamenti<br />
dei Capitoli generali dell’OFS<br />
L’Ordine Francescano Secolare – impegnato<br />
a rinnovare la propria vita, la propria<br />
formazione, l’organizzazione delle Fraternità<br />
– deve contare su di un’assistenza spirituale<br />
aggiornata e dinamicamente coordinata<br />
con le altre componenti della Famiglia<br />
Francescana nella sua unica missione. «Le<br />
persone consacrate ricorderanno, pertanto,
546 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
di dover essere innanzitutto guide esperte di<br />
vita spirituale, e coltiveranno in questa prospettiva<br />
il talento più prezioso: lo spirito»<br />
(VC 55).<br />
Il Capitolo generale OFS di Fatima<br />
(1990) così si esprimeva: «Per quanto riguarda<br />
il ruolo proprio di animazione degli<br />
Assistenti spirituali è necessaria una formazione,<br />
cioè una preparazione particolare dei<br />
Frati riguardo all’OFS. Questa preparazione<br />
deve essere cosciente e incorporata nel<br />
programma di formazione – iniziale e permanente<br />
– di tutti i Frati. Anche se non tutti<br />
sono, o saranno, Assistenti spirituali è certamente<br />
necessario che tutti conoscano, capiscano<br />
e affermino il ruolo veramente essenziale<br />
dell’OFS per la realizzazione della<br />
loro stessa vocazione personale» (Capitolo<br />
generale OFS, Fatima 1990, in “Bollettino<br />
CIOFS, XII, n. 2, 1990, p. 6).<br />
Il Capitolo generale OFS di Roma (1996)<br />
nelle sue conclusioni dice ancora: «La Presidenza<br />
del CIOFS, in collaborazione con i<br />
Consigli nazionali, cercherà i tempi ed i modi<br />
per ... stimolare una più profonda formazione<br />
di tutti i Frati riguardo all’OFS, affinché<br />
possano aiutare i fratelli a vivere meglio<br />
la loro forma di vita» (cf Statuto per l’assisitenza,<br />
art. 5.4; Cost. OFS, art. 95.3).<br />
Il Capitolo generale OFS del 2002, tenuto<br />
ancora a Roma, ribadisce «l’importanza<br />
di dare attuazione piena al dettato della Regola<br />
circa l’idoneità e la preparazione degli<br />
Assistenti, sia Religiosi che laici, auspicando<br />
un significativo inserimento di opportuni<br />
temi storici, teologici e spirituali nei programmi<br />
di formazione iniziali e permanenti<br />
dei Religiosi, delle Religiose e dei<br />
Secolari» (cf Atti del Capitolo, p. 210).<br />
Impegno dei Superiori maggiori<br />
Gli Ordini Religiosi francescani, a cui<br />
compete l’altius moderamen, non solo hanno<br />
recepito ed evidenziato il principio della<br />
«comunione vitale e reciproca» nella loro<br />
legislazione, ma continuamente, con Lettere<br />
ed interventi vari, i Ministri generali e<br />
provinciali, esortano i Frati a conoscere<br />
sempre più e sempre meglio l’OFS e la Gi-<br />
Fra, esigendo una adeguata preparazione<br />
per gli Assistenti spirituali.<br />
La Conferenza dei Ministri generali, anzi,<br />
ha approvato lo Statuto per l’assistenza<br />
spirituale e pastorale all’OFS (Roma,<br />
2002), che regola la cura spirituale e pastorale<br />
nei confronti dei Francescani secolari e<br />
che tutti i Frati dovrebbero conoscere.<br />
Per questo motivo anche le presenti “Indicazioni”<br />
sono state preparate come un aiuto<br />
per essere utilizzate, possibilmente, nei<br />
vari “Piani di formazione”, ai fini della conoscenza<br />
dell’OFS e della GiFra all’interno<br />
della Famiglia Francescana, per conoscere<br />
meglio la loro missione specifica nella Chiesa<br />
e nel mondo, e per una preparazione sistematica<br />
di coloro che sono chiamati al servizio<br />
dell’assistenza spirituale.<br />
1. Programmi dell’insegnamento sull’OFS-GiFra<br />
1. Nella formazione iniziale<br />
A. Postulandato<br />
• Francesco, fondatore di Tre Ordini.<br />
• Storia:<br />
1. Introduzione generale sulla Famiglia<br />
Francescana.<br />
2. Primo Ordine dei Frati Minori (<strong>OFM</strong>,<br />
<strong>OFM</strong>Conv, <strong>OFM</strong>Cap).<br />
3. Secondo Ordine, l’Ordine di S. Chiara.<br />
4. Terzo Ordine dei “Fratelli e sorelle<br />
della Penitenza”:<br />
– Ordine Francescano Secolare e<br />
Gioventù Francescana.<br />
– Terz’Ordine Regolare, maschile e<br />
femminile.<br />
5. Altri movimenti francescani: Istituti<br />
Secolari, ecc.<br />
• Esperienza:<br />
1. Contatti con una Fraternità OFS e Gi-<br />
Fra.<br />
2. Visita di Francescani secolari alla casa<br />
di formazione.<br />
3. Visita dei postulanti alle Fraternità secolari.<br />
4. Celebrazione delle principali feste<br />
francescane insieme.<br />
B. Noviziato<br />
• Riprendere in maniera più approfondita
EX OFFICIO OFS<br />
547<br />
2. Nella formazione permanente<br />
Realizzare la comunione reciproca, in<br />
forza del comune carisma e come segno di<br />
testimonianza nella Chiesa, secondo le indicazioni<br />
delle Costituzioni generali e degli<br />
Statuti generali del Primo Ordine e del TOR<br />
e delle Costituzioni generali dell’OFS:<br />
• programmare e celebrare insieme le<br />
principali liturgie, specie nelle festività<br />
francescane, e fare esperienze comunitarie<br />
di preghiera;<br />
• progettare e realizzare insieme attività<br />
pastorali, caritative e sociali con iniziative<br />
“coraggiose” secondo le necessità dei<br />
tempi e dei luoghi;<br />
• studiare insieme, Frati e Secolari, i documenti<br />
sulla teologia del laicato;<br />
• organizzare incontri comuni, assemblee,<br />
capitoli spirituali, esercizi spirituali;<br />
• negli incontri di formazione e nella celebrazione<br />
di Capitoli, programmare moquello<br />
che è stato fatto durante il postulandato.<br />
• Nel discorso generale sulla chiamata<br />
universale alla santità e sulla vocazione<br />
religiosa, parlare anche della vocazione<br />
secolare francescana vista nella condivisione<br />
del comune carisma, in comunione<br />
vitale e reciproca, nella missione della<br />
Chiesa: «Va e ripara...».<br />
• Nel trattare la storia della Famiglia Francescana<br />
si parli dei Penitenti e delle origini<br />
del Terz’Ordine.<br />
• Lettura delle Regole del Primo, Secondo<br />
e Terzo Ordine (Regula Bullata, 1223;<br />
Regola di S. Chiara, 1253 e Regola dell’Ordine<br />
di S. Chiara, detta “urbaniana”,<br />
1263; la Seraphicus Patriarcha di Paolo<br />
VI del 1978 per l’OFS e la Franciscanum<br />
vitae propositum di Giovanni Paolo<br />
II, 1982, per il TOR).<br />
• Introduzione allo Statuto per l’assistenza<br />
spirituale e pastorlae all’OFS.<br />
• Esperienze: partecipare ad alcune riunioni<br />
di Fraternità, momenti di preghiera,<br />
celebrazioni nelle varie fasi della vita<br />
della Fraternità dell’OFS.<br />
C. Post-noviziato<br />
• Storia della Famiglia francescana, incluso<br />
l’OFS, nelle sue linee essenziali attraverso<br />
i secoli; presenza, sviluppo nel<br />
proprio Paese; rapporti con il Primo Ordine<br />
e TOR; nascita di nuovi Ordini e<br />
Congregazioni dall’OFS.<br />
• Natura, identità, struttura e organizzazione<br />
dell’OFS secondo la nuova Regola<br />
eleCostituzioni generali dell’OFS,<br />
sottolineando la sua indole secolare e la<br />
sua unità.<br />
• Natura, identità, struttura e organizzazione<br />
della GiFra secondo le Costituzioni<br />
generali dell’OFS.<br />
• Mettere l’accento sulla visione della<br />
Chiesa come popolo di Dio e di comunione<br />
(LG, GS, Documento del Sinodo<br />
1985).<br />
• Approfondire il ruolo dei fedeli laici, la<br />
corresponsabilità e collaborazione tra<br />
chierici e laici, Religiosi e Secolari nella<br />
missione della Chiesa (Evangelii nuntiandi,<br />
Christifideles laici, Lettera dei Ministri<br />
generali sui fedeli laici francescani).<br />
• Nello studio della dottrina sociale della<br />
Chiesa (dalla Rerum novarum in poi)<br />
prestare attenzione specifica ai doveri e<br />
alle responsabilità dei laici.<br />
• Approfondire l’indole dell’assistenza<br />
spirituale e pastorale all’OFS e alla Gi-<br />
Fra, la sua collegialità e l’identità dell’Assistente,<br />
mediante una lettura attenta<br />
dello Statuto per l’assistenza spirituale<br />
e pastorale all’OFS.<br />
• Lettura: Regula non Bullata (1221), Memoriale<br />
propositi (1221), Supra Montem<br />
di Niccolò IV (1289), Misericors Dei Filius<br />
di Leone XIII (1883) e la Seraphicus<br />
Patriarcha di Paolo VI del 1978.<br />
• Fare esperienze pastorali d’insieme, guidate<br />
dall’Assistente spirituale, e partecipare<br />
a riunioni di Fraternità, momenti di<br />
preghiera, celebrazioni nelle varie fasi<br />
della vita della Fraternità dell’OFS e della<br />
GiFra.<br />
Giova ricordare che quanto proposto in<br />
questo paragrafo non deve essere inteso come<br />
un’aggiunta di altre materie al programma,<br />
ma tende a complementare, anche nelle<br />
dimensioni indicate, le materie del curriculum<br />
vigente come: storia, spiritualità,<br />
ecclesiologia, dottrina sociale, ecc.
548 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
menti di presenza dei secolari anche con<br />
un messaggio o testimonianza.<br />
2. Formazione degli Assistenti spirituali<br />
È necessario che i nuovi Assistenti abbiano<br />
la possibilità di prepararsi per il loro<br />
compito specifico.<br />
Non pare superfluo avere una scuola di<br />
preparazione specifica nella Entità di appartenenza<br />
o al livello Regionale, Nazionale<br />
o Internazionale. Gli argomenti da<br />
trattare saranno quelli indicati in precedenza<br />
sotto la voce “formazione iniziale”,<br />
oppure:<br />
• Storia e fonti dell’OFS.<br />
• Visione sull’identità specifica dell’OFS.<br />
• Ecclesiologia e l’OFS.<br />
• Spiritualità francescana secolare.<br />
• Valori francescani dell’OFS.<br />
• Il Francescano secolare nella Chiesa e<br />
nella società.<br />
• OFS, Gioventù Francescana e Araldini.<br />
• Formazione dei Frati riguardo all’OFS e<br />
alla GiFra.<br />
• Aspetti pratici dell’assistenza all’OFS e<br />
alla GiFra.<br />
• Membri che vogliono aderire ad una<br />
Fraternità OFS e Amici di S. Francesco.<br />
Aggiornamento<br />
Per l’aggiornamento continuo degli Assistenti<br />
si suggeriscono:<br />
• Corsi di formazione/informazione annuali<br />
sull’assistenza, sulle varie problematiche,<br />
su quanto avviene nell’OFS e<br />
nella GiFra.<br />
• Lettura delle riviste e di organi di informazione<br />
dei vari Ordini riguardanti<br />
l’OFS, la GiFra e l’assistenza in campo<br />
Nazionale e Internazionale.<br />
• Conoscenza e scambio di programmi e<br />
di iniziative tra Assistenti generali, nazionali,<br />
regionali e locali.<br />
3. Responsabili o Agenti<br />
1. Ministri generali e Provinciali<br />
• Promuovano l’interesse dei propri Frati<br />
nei confronti dell’OFS e della GiFra, la<br />
comunione tra i Religiosi ed i Francescani<br />
secolari.<br />
• Curino la formazione dei formatori e<br />
l’interessamento di tutti i Religiosi nei<br />
riguardi dell’OFS-GiFra.<br />
• Provvedano perché l’OFS-GiFra abbia<br />
spazio nei programmi di formazione,<br />
iniziale e permanente, dei Religiosi.<br />
• Nelle visite alle Fraternità dei Frati e nei<br />
Capitoli si informino sull’OFS-GiFra e<br />
sulla qualità dell’assistenza.<br />
2. Assistenti spirituali<br />
• Siano i primi a promuovere, organizzare<br />
e animare corsi e incontri formativi,<br />
d’intesa con i Superiori maggiori e i Responsabili<br />
della formazione.<br />
• Segnalino formatori, Religiosi e laici,<br />
adatti per questa particolare formazione<br />
dei Frati a tutti i livelli.<br />
• Curino momenti di esperienze guidate,<br />
specialmente con i Frati di voti temporanei.<br />
• Cerchino, nelle visite pastorali, di avere<br />
contatti con le Case di formazione dei<br />
Religiosi e diano informazioni sulla vita<br />
e l’impegno dei Francescani secolari<br />
nella Chiesa e nella società.<br />
3. Formatori dei Religiosi<br />
• Sappiano mostrare ai giovani Religiosi<br />
«la bellezza della sequela del Signore ed<br />
il valore del carisma» (VC 66) condiviso<br />
con l’OFS e la GiFra;<br />
• Offrano «opportunità di crescita nell’adesione<br />
al carisma e alla missione» della<br />
Famiglia Francescana (Ib.);<br />
• Siano «esperti nel cammino della ricerca<br />
di Dio», intrapresa insieme con i Francescani<br />
secolari, «per essere in grado di accompagnare<br />
anche altri in questo itinerario»<br />
(Ib.).<br />
4. Indicazioni metodologiche<br />
1. Metodo esperienziale<br />
Usare, a tutti i livelli, una metodologia<br />
esperienziale: integrare i programmi formativi<br />
con esperienze concrete seguite da riflessioni<br />
guidate sulle esperienze fatte.
EX OFFICIO OFS<br />
549<br />
2. Collaborazione - Da parte dei formatori<br />
• Il servizio di formazione sia svolto in<br />
équipe.<br />
• Ne facciano parte formatori e responsabili<br />
dell’OFS e delle altre componenti<br />
della Famiglia francescana.<br />
• Si favorisca un interscambio di idee e<br />
materiale didattico tra formatori della<br />
stessa area linguistica ed anche con quelli<br />
di altre aree.<br />
3. Collaborazione - Da parte dei formandi<br />
Momenti comuni, ai vari livelli, con i<br />
formandi delle altre componenti della Famiglia<br />
Francescana.<br />
4. Formazione a distanza<br />
• Si faccia uso anche dei metodi di formazione<br />
a distanza, mediante corsi per corrispondenza<br />
o reti di discussione e di approfondimento<br />
fatto insieme.<br />
• Si utilizzino i moderni mezzi di comunicazione,<br />
che offrono nuove possibilità di<br />
formarsi o di collaborare nella formazione<br />
attraverso la posta elettronica e l’Internet.<br />
5. Materiale didattico<br />
• Sia cura degli Assistenti spirituali nazionali<br />
e/o regionali raccogliere e aggiornare<br />
continuamente il materiale specifico<br />
per la formazione degli Assistenti sull’OFS-GiFra<br />
come: Fonti, documenti,<br />
testi del Magistero, Statuto per l’assistenza,<br />
manuali, dispense, tracce di storia,<br />
riviste, pubblicazioni varie, posters,<br />
depliants, video, musicassette, pagine<br />
sull’Internet, ecc...<br />
• Il materiale sia messo a disposizione degli<br />
educatori e dei Frati.<br />
• Eventualmente vengano preparati tutti i<br />
sussidi necessari, non esistenti o difficilmente<br />
reperibili.<br />
• Vi sia una fraterna collaborazione tra le<br />
diverse aree linguistiche, ma anche con<br />
altre aree geografiche, specialmente con<br />
quelle che hanno più difficoltà a reperire<br />
il materiale ed a provvedere alle traduzioni.<br />
Conclusione<br />
Le Costituzioni del Primo Ordine e del<br />
TOR indicano chiaramente che la piena<br />
espressione del carisma francescano<br />
richiede un rapporto dinamico dei Frati con<br />
i Francescani secolari. Per esempio, l’articolo<br />
95.1 delle Costituzioni dei Frati Cappuccini<br />
afferma quanto segue: «Nell’ambito<br />
della Famiglia francescana, un posto particolare<br />
occupa la Fraternità o Ordine<br />
Francescano Secolare, che ne condivide e ne<br />
promuove il genuino spirito e che deve essere<br />
considerato necessario alla pienezza del<br />
carisma francescano». Questo articolo ed altri<br />
passaggi similari nella legislazione degli<br />
altri Ordini sottolineano il principio della<br />
«comunione vitale e reciproca», che si trova<br />
nella Regola dell’Ordine Francescano Secolare<br />
(cf. Art. 60 delle Costituzioni del<br />
<strong>OFM</strong>; Art. 114,2 delle Costituzioni del<br />
<strong>OFM</strong>Conv; Art. 157 delle Costituzioni del<br />
TOR e Capitolo 1 della Regola OFS).Èragionevole<br />
dire che l’assistenza spirituale,<br />
che i Frati offrono all’OFS e alla GiFra,<br />
svolge un ruolo cruciale nel promuovere l’espressione<br />
della pienezza del carisma<br />
francescano. Spetta a tutti i Frati assicurare<br />
che questa assistenza sia la migliore che può<br />
essere offerta sia per l’OFS e la GiFra come<br />
per la natura stessa dei loro propri Ordini.<br />
2. Colombia - Seminario per Assistenti<br />
spirituali OFS<br />
Dal 3 al 6 settembre 2006, a Chinauta, si<br />
sono riuniti numerosi Frati per partecipare al<br />
1º Corso di formazione per Assistenti spirituali<br />
dell’OFS della Colombia. Con Lettera<br />
del 30 agosto 2006, Fr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>-<br />
Conv, si era rivolto, a nome della CAS, ai<br />
partecipanti ricordando loro quali sono le<br />
fondamenta del nostro servizio come Assistenti<br />
spirituali e quale sia la missione che la<br />
Chiesa stessa ci ha affidato. Da notare che<br />
María Consuelo Nuñez (Chelito), OFS, Consigliere<br />
internazionale per la lingua spagnola,<br />
ha presentato uno dei temi previsti. Fr.<br />
Martín, infine, ha augurato a tutti un felice e<br />
fecondo svolgimento del Corso.
550 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
3. USA - Capitolo elettivo nazionale<br />
Il Capitolo elettivo nazionale degli Stati<br />
Uniti d’America è stato celebrato dal 24 al<br />
29 ottobre al Anthony Retreat Center in<br />
Marathon, Wisconsin. David Bouchard<br />
(Canada), Consigliere internazionale dell’OFS,<br />
delegato dalla Ministra generale,<br />
Encarnación del Pozo, ha presieduto le elezioni.<br />
Come rappresentante della CAS era<br />
presente Michael J. Higgins, TOR, Assistente<br />
generale. Ad animare la Fraternità<br />
per i prossimi tre anni sono stati eletti: J. Patrick<br />
Mendés, Ministro nazionale; Tom Bello,<br />
Viceministro; Sarah Mulholland, Segretario;<br />
Pat Brandwein-Ball, 1° consigliere;<br />
Mike Carsten, 2° consigliere; Clare Mc-<br />
Cluggage, 3° consigliere; Anne Mulqueen,<br />
Consigliere internazionale; Tom Bello, sostituto<br />
del Consigliere internazionale. Sarah<br />
Mulholland è anche Segretario della Conferenza<br />
degli Assistenti nazionali degli Stati<br />
Uniti.<br />
4. Croazia - In memoria di Fr. Kornelije<br />
Šojat, <strong>OFM</strong>, Assistente nazionale<br />
dell’OFS<br />
Domenica, 12 novembre 2006, presso<br />
la chiesa di S. Francesco a Zagabria in<br />
Croazia, è deceduto Fr. Kornelije Šojat,<br />
<strong>OFM</strong>, Assistente nazionale dell’OFS di<br />
Croazia. Aveva 69 anni. Per tanti anni al<br />
servizio dell’OFS croato, Fr. Kornelije è<br />
stato un vero testimone dell’amore verso i<br />
Francescani secolari, sempre disponibile,<br />
impegnato nel campo della formazione e<br />
nelle questioni organizzative e giuridiche.<br />
Ringraziamo il Signore per la sua vita e<br />
per il suo instancabile servizio ai Francescani<br />
secolari e a tutta la Famiglia francescana.<br />
Riposi in pace!<br />
5. Roma - Apertura dell’anno giubilare<br />
di santa Elisabetta<br />
Con una solenne Concelebrazione eucaristica,<br />
alle ore 18 di venerdì 17 novembre<br />
2006, presso la Basilica dei Ss. Cosma e<br />
Damiano in Roma, ha preso ufficialmente<br />
l’avvio l’Ottavo centenario della nascita di<br />
santa Elisabetta d’Ungheria e di Turingia<br />
(1207-2007), Patrona dell’Ordine Francescano<br />
Secolare e del Terz’Ordine Regolare.<br />
Alla concelebrazione, presieduta dal Card.<br />
Peter Erdö, Arcivescovo di Estergom e Primate<br />
d’Ungheria, hanno partecipato Mons.<br />
Gianfranco Agostino Gardin, Segretario<br />
della Congregazione per gli Istituti di vita<br />
consacrata e le Società di vita apostolica,<br />
Mons. Csaba Ternyák, Segretario della<br />
Congregazione per il Clero, i Ministri generali<br />
del 1° Ordine e del TOR, Vicari e Definitori<br />
generali, Ministri provinciali e tanti<br />
sacerdoti.<br />
A nome dell’OFS erano presenti Encarnación<br />
del Pozo, Ministra generale dell’OFS,<br />
gli Assistenti generali, Rosa Galimberti,<br />
Ministra nazionale d’Italia, gli Assistenti<br />
nazionali, gli Assistenti spirituali<br />
delle varie Fraternità dell’OFS e della Gi-<br />
Fra e numerosi Francescani secolari. All’inaugurazione<br />
dell’anno giubilare hanno<br />
partecipato anche il Ministro nazionale dell’OFS<br />
di Ungheria, Paczolay Balázs, e Tibor<br />
Kauser, Consigliere internazionale, il<br />
Vicepresidente del Parlamento ungherese,<br />
l’Ambasciatore d’Ungheria presso la Santa<br />
Sede.<br />
Hanno allietato la celebrazione con il loro<br />
servizio canoro, due Cori: la Cappella<br />
Costantiniana dei Ss. Apostoli in Roma e il<br />
Coro di Sant’Efrem di Budapest.<br />
Nell’omeliailCardinaleharicordatola<br />
straordinaria figura di santa Elisabetta sottolineando,<br />
tra l’atro, il suo grande amore<br />
per Dio e per i poveri. Ha ricordato, inoltre,<br />
che la Santa ha offerto anche una splendida<br />
testimonianza di amore coniugale e materno,<br />
diventando così “messaggio” attuale per<br />
le famiglie del nostro tempo. Al termine<br />
della celebrazione il Cardinale, su iniziativa<br />
dei Francescani secolari dell’Italia, ha<br />
consegnato una reliquia di santa Elisabetta,<br />
che verrà portata in pellegrinaggio nelle<br />
Fraternità dell’OFS e della GiFra durante<br />
l’anno giubilare, per promuovere la devozione<br />
e stimolare una conoscenza più<br />
profonda di questa santa cosi attraente e attuale.
EX OFFICIO OFS<br />
551<br />
6. Incontro di preghiera nella chiesa di<br />
S. Maria Mediatrice<br />
L’11 dicembre 2006, alle ore 21, si è tenuto,<br />
presso la chiesa di S. Maria Mediatrice<br />
(Curia generale <strong>OFM</strong>), un incontro di<br />
preghiera in occasione della “peregrinatio”<br />
della reliquia di santa Elisabettta d’Ungheria.<br />
La reliquia era stata consegnata all’OFS<br />
italiano dal Card. Peter Erdö, Primate<br />
d’Ungheria, il 17 novembre 2006, durante<br />
la celebrazione di apertura dell’VIII<br />
Centenario della nascita della Santa, avvenuta<br />
nella Basilica dei Ss. Cosma e Damiano<br />
in Roma.<br />
Promosso dalle Fraternità dell’OFS della<br />
zona, l’incontro ha visto riuniti numerosi<br />
membri dell’OFS, della GiFra e i Frati della<br />
Curia generale per rendere omaggio alla<br />
Patrona dell’OFS e per farsi discepoli del<br />
suo grande amore per il Cristo e per i poveri,<br />
come ha sottolineato il Ministro generale<br />
nel suo saluto iniziale.<br />
7. Polonia - Visita Fraterna e Pastorale<br />
Dal 17 al 19 novembre si è tenuta nella<br />
storica città di Varsavia la Visita Fraterna e<br />
Pastorale alla Fraternità dell’OFS della Polonia.<br />
Secondo il programma previsto i Visitatori<br />
Wilhelmina Visser-Pelsma (Willy),<br />
OFS, Consigliere internazionale per la lingua<br />
tedesca, e Fr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>Conv,<br />
Assistente generale OFS, hanno incontrato<br />
tutti i membri del Consiglio nazionale, revisionato<br />
i libri, chiariti i punti concernenti il<br />
Questionario informativo e quello valutativo<br />
(circa 22 pagine). Inoltre si sono incontrati<br />
anche con la Presidente nazionale della<br />
GiFra e con i Ministri delle 16 regioni che<br />
compongono l’OFS della Polonia.<br />
8. Polonia - Seminario per Assistenti<br />
spirituali OFS<br />
Ancora una volta a Varsavia, durante i<br />
giorni 20 - 22 novembre, si è svolto un Seminario<br />
a cui hanno partecipato più di 50<br />
Assistenti spirituali regionali e locali della<br />
Polonia, Bielorussia e Ucraina. Il Seminario<br />
è stato organizzato dalla Ministra nazionale<br />
OFS, Joanna Berłowska e dagli Assistenti<br />
nazionali dell’OFS: Bolesław Kanach,<br />
<strong>OFM</strong>Cap, Alojzy Pańczak, <strong>OFM</strong>, e<br />
Marian Jarząbek <strong>OFM</strong>Conv. Le diverse<br />
conferenze sono state tenute dagli Assistenti<br />
generali dell’OFS in questo ordine: Fr.<br />
Michael Higgins, TOR, «Documenti dell’OFS<br />
nella conoscenza degli Assistenti<br />
spirituali»; Fr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>Conv,<br />
«Assistenza collegiale all’OFS»; Fr. Samy<br />
Irudaya, <strong>OFM</strong>Cap, «Ruolo dell’Assistente<br />
spirituale nel Consiglio della Fraternità locale»;<br />
e Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>, «Gioventù<br />
francescana e assistenza spirituale». Il lavoro<br />
nei gruppi, il dibattito e la tavola rotonda<br />
sono stati i momenti più vivaci del Seminario.
EX OFFICIO PRO “JUSTITIA, PACE<br />
ATQUE INTEGRITATE CREATI”<br />
JPIC letter to animators<br />
November 13, 2006 - JPIC Office - Rome, Italy<br />
Dear JPIC Animators,<br />
Peace and All Good! We hope that all is<br />
well with you and your work.<br />
Not too long ago, we wrote to you requesting<br />
that all levels of JPIC in the Order<br />
participate in an evaluation of our work. We<br />
also sent a four page document presenting<br />
the proposals and decisions we have adopted<br />
over the last three years, which will serve<br />
as the basis for our evaluation. As we reflected<br />
on this document, we came to the<br />
conclusion that it was too complicated for<br />
our purposes, and that it would be difficult<br />
to use. So we are writing again to clarify the<br />
process of evaluation, and to simplify it.<br />
Animators, of course, are free to work on<br />
any issue that is important locally, regionally,<br />
nationally or globally. But of all the issues<br />
that we can deal with, Chapter 2003<br />
chose five areas that would be especially<br />
important for the six years following the<br />
Chapter. We ask that our evaluations at all<br />
levels of the Order be based on the five<br />
JPIC decisions that were accepted at the<br />
Chapter and which were highlighted once<br />
again in the final document of the Extraordinary<br />
General Chapter recently concluded<br />
in Assisi. We also ask that you evaluate<br />
your collaboration with other groups in this<br />
work, especially with the popular organizations<br />
of the people and the ecclesial organizations<br />
of your region.<br />
As a reminder, we present here below<br />
the Chapter decisions. They appear as numbers<br />
39-41 in the proposals section of the<br />
Chapter booklet. They read:<br />
39. The General Chapter requests that, during<br />
the six-year period 2003-2009 and<br />
with the help of the Office of JPIC, all<br />
the Entities of the Order should:<br />
a. Examine our style of life and its<br />
impact on creation, take on more<br />
responsible behaviour with regard<br />
to the environment and defend the<br />
justice of the environment;<br />
b. Promote a non-violent but active<br />
style of life and pay particular attention<br />
to the resolution of conflicts;<br />
c. Pay special attention to refugees,<br />
migrants, ethnic minorities, landless<br />
people and fugitives.<br />
40. The General Chapter requests that, during<br />
the three-year period 2003-2006,<br />
the Council for Economic Affairs, on<br />
the general and provincial levels,<br />
should draw up guidelines for the responsible<br />
use of its resources.<br />
41. The General Chapter requests that<br />
courses dedicated to JPIC, in which<br />
special attention is paid to the topics of<br />
creation and non-violence be established<br />
at the PAA of Rome and recommends<br />
that similar courses be give in<br />
all the Franciscan Institutes of Higher<br />
Education.<br />
(Please note that 39.a should refer to “environmental<br />
justice,” and not “the justice<br />
of the environment;” and 39.b to “active<br />
non-violence,” and not to “a nonviolent<br />
but active style of life.”)<br />
We ask that in your own Entity you promote<br />
an evaluation of these Chapter decisions:<br />
* Has your Entity begun to implement<br />
them, or not?<br />
* If yes, please describe the programs<br />
or projects. How might they be<br />
strengthened?<br />
* Is it possible to begin work on<br />
another one of the Chapter decisions?<br />
For the Entities that have not begun to<br />
implement the decisions, however, the JPIC<br />
work for the next three years cannot simply<br />
be conducting this process of evaluation.<br />
Rather, we ask that you begin implementation<br />
of one concrete action or project, based
554 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
on one or more of the Chapter decisions,<br />
which will be part of your JPIC work over<br />
the next three years. Be very detailed in<br />
planning this action, deciding who will be<br />
responsible, where it will happen, the dates<br />
when it will happen, etc.. After the next<br />
three years, we will again ask you to evaluate<br />
the work that has been done.<br />
The evaluation carried out in each Entity<br />
will be PART of our preparation for General<br />
Chapter 2009. With this in mind, we<br />
ask that you send your written evaluation to<br />
theRomeJPICofficebytheendofMay<br />
2007 (if finished earlier, please send it as<br />
soon as it is ready). The evaluation of each<br />
Entity will also be used to prepare a conference<br />
report for the continental JPIC meetings<br />
that will be held beginning in the second<br />
half of 2007. Conference reports<br />
should include a composite presentation of<br />
the evaluations, a report on the state of JPIC<br />
in the conference, and an overview of the<br />
socio-politico-religious situations of each<br />
conference. All of this information will be<br />
shared at the continental meetings, and then<br />
it will be used to prepare our JPIC contribution<br />
to the next General Chapter. We will<br />
take seriously the comments made at the International<br />
Congress and at the International<br />
Council meeting, both held in Uberlandia,<br />
Brazil. Participants stated that we have<br />
more than enough WRITTEN about our<br />
JPIC work, we must now work to put our<br />
words into ACTION!<br />
One other issue that might be interesting<br />
to include in the evaluation is how we are<br />
dealing with the call of the Order to celebrate<br />
the 800th anniversary of its founding.<br />
In the booklet The Grace of Our Origins,<br />
the Minister General has asked us to consider<br />
“concrete forms of expropriation and<br />
the restitution of our goods to the poor…”<br />
Have we reflected on how we might promote<br />
use of our time, talent and resources in<br />
our work with the poor? What concrete action<br />
of restitution might my Entity practice<br />
during this anniversary of our Order? If<br />
possible, include this reflection in the evaluation<br />
as well.<br />
We hope that this letter clarifies the<br />
process of evaluation that is being proposed.<br />
We ask that each Entity begin to consider<br />
how it will implement the process, and<br />
that each conference be aware that it needs<br />
to prepare a general report for the upcoming<br />
continental meetings. If you have any questions<br />
or doubts, please feel free to be in<br />
touch.<br />
You can use either of our e-mails:<br />
jrozanskyofm@yahoo.com,<br />
or<br />
vfelipe@ofm.org.<br />
We look forward to hearing from you.<br />
May God continue to bless you and your<br />
work!<br />
VICENTE FELIPE, <strong>OFM</strong><br />
JOE ROZANSKY, <strong>OFM</strong>
EX OFFICIO IURIDICO<br />
Activitas Officii Iuridici<br />
una cum Comm. Iuridica<br />
(Nov. 2005-Dec. 2006)<br />
1. Emendatio Statutorum Particularium<br />
(Prov. vel Cust. Aut. et aliarum Entitatum)<br />
25 Novembris 2005<br />
1. Hiberniae Provincia (Gormanston),<br />
Prot.096228<br />
26 Januarii 2006<br />
2. Sanctae Fidei Prov., Columbia,<br />
Prot. 096295<br />
3. SS. Nominis Jesu Prov., Italia,<br />
Prot. 096323<br />
4. SS. Petri et Pauli Prov., Mexicum,<br />
Prot. 096340<br />
5. S.M. Gratiarum Prov. Samn.-<br />
Hirp., Italia, Prot. 096348<br />
6. West-Slavicae Conferentiae, Prot.<br />
096376<br />
7. Imm. Conc. B.M.V. Prov., Anglia,<br />
Prot. 096389<br />
9 Martii 2006<br />
8. Imm. Conc. B.M.V., Polonia, Prot.<br />
096453<br />
9. Nostrae Dom. Pacis Prov., Africa<br />
Mer., Prot. 096462<br />
10. S. Jacobi de M. Prov. Picena, Italia,<br />
Prot. 096430<br />
11. Assump. B.M.V. Prov. Lyc., Italia,<br />
Prot. 096317<br />
19 Maii 2006<br />
12. Statuta Visit. Canonicae, Prot.<br />
096367<br />
13. SS. Martyrum Corean. Prov., Prot.<br />
096569<br />
14. S. Michaelis Arc. Prov., Indonesia,<br />
Prot. 096626<br />
15. S. Gregorii M. Prov., Hispania,<br />
Prot. 096743<br />
16. SS. Cordis Jesu Prov., Italia, Prot.<br />
096746<br />
17. Sanct. 12 Apostol. Prov., Peruvia,<br />
Prot. 096747<br />
18. Stat. Pec. Domus Novit. interprovincialis<br />
Conferentiae “Cono<br />
Sur”, Prot. 097291<br />
23 Iunii 2006<br />
19. N. D. de Guadalupe Prov., AC-Panama,<br />
Prot. 096544<br />
20. N.D. de Regula Prov., Hispania,<br />
Prot. 096893<br />
21. S. Hedvigis Prov., Polonia, Prot.<br />
096933<br />
13 Octobris 2006<br />
22. SS. Cyrilli et Meth. Prov., Croatia,<br />
Prot. 096309<br />
23. Magnae Dom. Hungarorum Prov.,<br />
Prot. 097056<br />
24. B. Iuniperi Serra Prov., Mexicum,<br />
Prot. 097066<br />
25. Prov. Franc. de Arantzazu, Hispania,<br />
Prot. 097108<br />
26. S. Francisci Ass. Prov., Polonia,<br />
Prot. 097144<br />
27. S. Francisci Prov., Madagascar,<br />
Prot. 097183<br />
28. S. Francisci Stigmat. Prov., Italia,<br />
Prot. 097194<br />
23 Novembris 2006<br />
29. S. Gregorii M. Prov., Hispania,<br />
Prot. 096743/bis<br />
30. SS. Trinitatis Prov., Chilia, Prot.<br />
097287<br />
31. S. Barbarae Prov., S.F.A.S., Prot.<br />
097300<br />
32. S. Venceslai Prov., Bohem.-Moravia,<br />
Prot. 097391<br />
33. Hiberniae Prov. (Gormanston),<br />
Prot. 096228/bis
556 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
2. Responsum ad dubia, etc.<br />
Plurium dubiorum solutionem Fratribus<br />
undique expetentibus responsum datum est,<br />
aliorumque interim porrectae quaestiones<br />
pertractatae sunt, ac particularium casuum<br />
sub secreto examen peractum est.<br />
De activitate eiusdem Officii Iuridici<br />
necnon Commissionis Iuridicae, Sept.<br />
2003-Oct. 2004 in A<strong>OFM</strong>, CXXIII, Fasc.<br />
III, p.361; Nov. 2004-Dec. 2005 in A<strong>OFM</strong>,<br />
CXXV, Fasc. I, pp.147-148.<br />
Romae, Dec. 2006<br />
FR.FRANCESCO ANTONELLI
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
1. De itineribus Ministri Generalis<br />
1. Visit to the Province of St. Mary, Queen<br />
of China, in Taiwan/Hong Kong<br />
6th to 8th October 2006<br />
The Minister General, Br. José Rodríguez<br />
Carballo, <strong>OFM</strong>, accompanied by<br />
the Definitor Geneneral Br. Ambrogio<br />
Nguyen Van Si, <strong>OFM</strong>, arrived in Taipei by<br />
Cathay Pacific at mid-day of the 6th October.<br />
A meeting of the Minister with the Friars<br />
of the Province was held in the Provincial<br />
House at Taishan in the afternoon.<br />
The Minister especially wished to inform<br />
the Friars of the recent Extraordinary General<br />
Chapter in Assisi as a time of grace and<br />
fraternal communion. He presented the main<br />
topics, and their importance for our identity<br />
and franciscan life, which the Friars had discussed,<br />
evaluated and underlined.<br />
– The Friar Minor is identified as a man of<br />
faith, as a man who places all his trust in<br />
the Lord, as a man who responds to the<br />
daily call: “Lord what do you want me to<br />
do?” Faith in the Lord animates his<br />
whole life: fraternal life, work, service<br />
and the daily encounter with the Lord…<br />
– The Friar Minor lives in fraternity: the<br />
place of fraternal love, of constant conversion<br />
in being familiar with the other,<br />
in believing that fraternal love is the primary<br />
means of witness and mission.<br />
– The fraternity is a communion of equal<br />
brothers who share their process of conversion<br />
to Christ through an equality<br />
which is expressed in the access of all<br />
Friars to a human, theologically Christian<br />
and franciscan spiritual formation;<br />
an equality also expressed in the financial<br />
life which has to be transparent, austere<br />
and in solidarity with others.<br />
– The Friar Minor continues to respond to<br />
the call of Evangelisation and “ad<br />
gentes” Mission. Our Order expresses<br />
the life of missions in fraternity, which is<br />
open to the demands of international and<br />
inter-cultural living.<br />
The Minister General then gave plenty<br />
of time for questions by the Friars, which<br />
were concentrated on the following aspects:<br />
• The importance of giving witness to<br />
Christ through the quality of our fraternal<br />
life, whether in Taiwan or in Hong Kong.<br />
Our fraternal help in formation and periodical<br />
contacts with our confreres in<br />
mainland China. Keeping in mind the social<br />
and political context in China, our<br />
confreres should be able to trust us and we<br />
should be able to express our care for<br />
them. Hong Kong is a fundamental location<br />
for maintaining contact and friendship<br />
with them and for promoting, through<br />
the Studium Biblicum, the knowledge and<br />
spread of the Word of God.<br />
• The beatification of Br. Gabriele Allegra<br />
continues to be promoted by our Order<br />
before the Holy See, even during the recent<br />
meeting of the Minister General<br />
with the Secretary of State.<br />
• The attention of every Friar has to be<br />
given to the care of vocations to the franciscanlife,totheimplantatio<br />
Ecclesiae<br />
and to the implantatio Ordinis in a respectful<br />
discernment of those who approach<br />
our way of life. We, first of all,<br />
must live the essential elements of the<br />
franciscan life as only in this way can we<br />
have the right to seek vocations. Among<br />
the causes of defection from the consecrated<br />
life the Minister underlined, in a<br />
special way, the crisis of faith and of our<br />
trust in the life of fraternal love. Another<br />
aspect not to be underestimated is that of<br />
our affectivity, which feels the effect of<br />
the lack of communion with the Friars.<br />
• Our service in parishes as Friars Minor<br />
could have been, in the past, the reason<br />
for living “alone”, detached from the fraternity.<br />
It can no longer be this way as our
558 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
awareness of the evangelising fraternity<br />
forces us to build our mission on the basis<br />
of fraternal love. This is the way of our<br />
very identity. Our mission is expressed<br />
through contemplation (prayer life), life<br />
in fraternity and service in minority.<br />
• St. Francis calls us once again to radicalism<br />
in living the Gospel. The Gospel<br />
must be alive in us, we must live it with<br />
passion, only then can we present it to<br />
others.<br />
The Minister General, at the conclusion<br />
of the meeting, said: “I am a weak and<br />
mediocre Friar Minor, I am in the process of<br />
conversion, of becoming, a Friar Minor.<br />
Francis said that he had Friars Minor only<br />
after he had heard the news of the five martyrs<br />
in Morocco. I am not frightened by the<br />
weakness and mediocrity of the Friars, but<br />
rather frightened by those who justify their<br />
mediocrity and do not try to advance along<br />
the path of conversion. I ask all you Friars<br />
to get into the process of becoming Friars<br />
Minor, to allow yourselves to be questioned<br />
by the Gospel because the Gospel sets us<br />
free, loosens us from our slaveries and raises<br />
us up with Him”.<br />
In the evening, after supper, Br. Ambrose<br />
and all the Definitory of the Province had a<br />
meeting with the Minister General. The<br />
Minister listened to our sharing and encouraged<br />
us to continue in our commitment to:<br />
• evaluate and discern all activities (the<br />
pastoral service in parishes in particular)<br />
in order to have a re-structuring that<br />
would facilitate fraternal life;<br />
• take care of vocations through a commitment<br />
to work with young people;<br />
• be in solidarity with the other poorer<br />
<strong>OFM</strong> Entities of Asia, to be open to welcoming<br />
and taking care of an international<br />
fraternity in Taiwan;<br />
• intensify the occasions of meetings<br />
among the Friars in order to promote fraternal<br />
life and mutual trust;<br />
• continue the experience of the meetings<br />
of the young Friars with less than tenyears<br />
of solemn profession;<br />
• offer, at the Studium Biblicum in HK, the<br />
precious service for the reading and<br />
study of the Word of God, which requires<br />
cooperation and coordination of<br />
the various activities.<br />
In the morning of the 7th October, the<br />
Minister General met with the brothers and<br />
sisters of the SFO from all over the island,<br />
about 150 people. Br. José underlined two<br />
fundamental aspects of the spirit which animates<br />
the SFO fraternity:<br />
• the constant commitment to a human<br />
and spiritual formation in order to face<br />
up to the challenges of our culture: and<br />
• the commitment to a social service<br />
which meets the demands of those who<br />
are weak and “left aside” in the society<br />
of Taiwan.<br />
There was then a meeting with representatives<br />
of 4 Congregations of Franciscan<br />
Sisters: FMM, The Franciscan Sisters of<br />
Our Lady of Sorrows, the Franciscan Sisters<br />
of the Child Jesus and the Franciscan<br />
Sisters of Mercy of Luxemburg. The main<br />
topic was development in the relationship<br />
of a renewed encounter with the Lord Jesus,<br />
falling in love with Him in order to rediscover<br />
His constant and faithful love. This<br />
implies seeking the essential and expressing<br />
a quality of religious life which always<br />
refers to Him, the Supreme Love.<br />
Our passion for Christ Jesus pushes us<br />
into compassion for the men and women of<br />
today.<br />
Themealatmid-daywassharedbythe<br />
Friars, the Sisters and the SFO. Peace and<br />
Good! The Minister General and Br. Ambrose<br />
Nguyen left Taiwan for Hong Kong at<br />
about 4 pm.<br />
BR.CLAUDIO PECORARO, <strong>OFM</strong><br />
2. Visit to Hong Kong and China<br />
7th to 13th October 2006<br />
Met at the airport of Hong Kong by Br.<br />
Placido, Provincial Definitor, and Br.<br />
Williams, Novice Master, in the evening of<br />
the 7th October, the Minister General and<br />
Br. Ambrose immediately went to the<br />
Studium Biblicum of Hong Kong.<br />
On the 8th October, the Minister, Br. Ambrose,<br />
Br. Joseph Ha (Delegate General for
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
559<br />
the China Project), Br. Williams and the 3<br />
novices went to an island close to Hong<br />
Kong where there is a small monastery of<br />
Philippino Poor Clares. The Minister met<br />
the community of 5 Sisters and had lunch<br />
with them.<br />
The Minister returned to the Studium<br />
Biblicum in the afternoon for a meeting<br />
with the Friars of Hong Kong (7 solemnly<br />
professed and 3 novices). As in Taiwan, the<br />
Minister concentrated on the experience of<br />
the Extraordinary General Chapter in Assisi.<br />
He spoke about the fundamental aspects<br />
of our life highlighted by the Chapter:<br />
Vocation – Fraternity – Mission. These dimensions<br />
are interconnected and were experienced<br />
in a context of Faith/Conversion.<br />
The Minister then depicted the conditions<br />
of a franciscan fraternity (a fraternity of believers,<br />
equality, international and inter-cultural<br />
living, collaboration will the entire<br />
Franciscan Family in a spirit of complementarity<br />
and in continuous dialogue with<br />
the world and, finally, a fraternity in motion).<br />
In the dialogue with the Friars, the<br />
Minister spoke about the integration of the<br />
personal life project with the fraternal life<br />
project, distinguishing the personal project<br />
from an individualist project, and exhorted<br />
the Friars to avoid individualism, which destroys<br />
fraternity. The meeting with the Friars<br />
of Hong Kong continued with a fraternal<br />
meal in the Chinese style.<br />
The 10th to 13th October 2006. Accompanied<br />
by Br. Joseph, Delegate General for<br />
the China Project, and the Definitor General<br />
for Asia, the Minister crossed the Hong<br />
Kong-Chinese border. He went, flying<br />
Southern Airlines from the airport of Shenzhen<br />
(China), to Xi’an, a famous old city,<br />
where he visited the volunteer Friars. The<br />
volunteer Friars live in two apartments in a<br />
central area of the city and carry out different<br />
activities. The morning after the visit,<br />
the Minister, on a schedule bus, travelled to<br />
a village lying a long way from Xi’an to visit<br />
the Friars of the Chinese Custody. The<br />
Friars welcomed the Minister with joy and<br />
simplicity. Despite their poverty, they succeeded<br />
in building two small rooms, totally<br />
new and well appointed, to receive the Min-<br />
ister. Following a short visit to the old convent,<br />
the novitiate and the garden, the Minister<br />
spent time with the Definitory of the<br />
Custody, listening carefully to the Friars<br />
and exhorting them to live the franciscan<br />
charism faithfully and to open up to new<br />
ways with courage. He spoke to them about<br />
formation, finances and projects which<br />
could be carried out for the good of the Custody<br />
and of the Order. The Minister met the<br />
entire community of the Custody after<br />
lunch. The Minister returned to Xi’an by<br />
bus at about 5 o’clock in the afternoon.<br />
Accompanied by Br. Luigino, the Minister<br />
went to visit the Friars who work in the<br />
leper colony of Shanglou and lunched with<br />
the volunteers of the colony on the 11th October.<br />
It was a long and tiring journey<br />
through mountains and country-side. The<br />
final day in China was dedicated to a meeting<br />
with the volunteer Friars (10), who<br />
came to Xi’an from every part of China,<br />
from Beijing to Shanglou, for the occasion.<br />
The Minister shared the experience of the<br />
recent General Chapter in Assisi with the<br />
Friars. He encouraged them to live in fraternity,<br />
with courage and trust in the Lord.<br />
In the afternoon he visited the places where<br />
the Friars work and blessed the recently<br />
purchased apartments. In the evening he<br />
shared a fraternal meal with all the Friars in<br />
a Chinese restaurant, at which, surprisingly,<br />
two Friars of the Chinese Official Church,<br />
who came from afar, were present. At 8<br />
o’clock the next morning, the Minister, Br.<br />
Ambrose and Br. Joseph left China to return<br />
to Hong Kong where they met, at 9.00 pm,<br />
the Franciscan Family (Franciscan Sisters<br />
and SFO) in the parish of St. Bonaventure.<br />
The Minister left Hong Kong to return to<br />
Rome at 10.00 pm on the 13th October.<br />
Praised be the Lord!<br />
BR.AMBROSE<br />
3. Visit to the Province of India<br />
30th October – 1st November 2006<br />
The Minister General, accompanied by<br />
Br. Ambrose, Definitor General, flew via
560 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Frankfurt on a Lufthansa flight to Bangalore<br />
(now called Bangaluru) to participate<br />
in the Provincial Chapter and to meet the<br />
Friars of the Province of India. It was the<br />
first visit of the Minister to India. Waiting<br />
for them at the airport were the Minister<br />
Provincial, Br. Arok Sundar, and the Delegate<br />
General for India, Br. Sean Collins.<br />
They finally arrived at the Provincial’s<br />
house at about 2.00 o’clock in the morning<br />
of the 31st October.<br />
There was an official reception at 10.30,<br />
to which, in addition to the Chapter Members,<br />
Friars, Students and novices from all<br />
over India came. There were more than 100<br />
present. The reception was very festive and<br />
fraternal. The welcome to the Minister and<br />
Definitor was carried out in a typical Indian<br />
manner, with dance and garlands, tambourines<br />
and incense. The cortege went<br />
from the small convent courtyard to the<br />
well arranged meeting hall where the Minister<br />
addressed a message to the Province.<br />
In his discourse, the Minister touched on<br />
fundamental aspects of the franciscan life:<br />
the life of faith, formation, fraternity and<br />
minority, authority as a service and finances.<br />
He encouraged the Friars to undertake<br />
a process of renewal without delay. He<br />
also thanked the Delegate General, Br. Sean<br />
Collins, for the work done, wisely and competently,<br />
and also the Province of Ireland<br />
which had generously permitted its Vicar<br />
Provincial to carry out the service of Delegate<br />
for India for almost a year. A fraternal<br />
dialogue between the Minister and the Assembly<br />
followed.<br />
In the afternoon, while the Chapter<br />
Members proceeded with the election of the<br />
Provincial Definitory, the Minister General<br />
met the students, formators and other<br />
solemnly professed Friars. The dialogue<br />
was open and fraternal. There were many<br />
questions from the young Friars, for whom<br />
the Minister has a special concern. The<br />
meeting ended with a well inculturated Eucharist<br />
presided by the Minister.<br />
At 6.00 the following morning, the 1st<br />
November, the Feast of All Saints, the Minister<br />
presided at the Eucharistic celebration<br />
in the parish. The Mass was in English and<br />
the Church was full as many members of the<br />
Franciscan Family (Sisters and SFO), in addition<br />
to the parishioners, had come. It was a<br />
beautiful liturgy with great participation.After<br />
the Mass, at about 9 o’clock, the Minister<br />
met the new Definitory of the Province for a<br />
very open, useful and fraternal dialogue. The<br />
Minister emphasised the importance of the<br />
role of a Provincial Definitory in the administration<br />
and animation of a Province. He exhorted<br />
the Friars of the Provincial Definitory<br />
to live always in unity and to work as a team.<br />
He also exhorted them to undertake courageously<br />
the work of restructuring the<br />
Province in collaboration with the new Delegate<br />
General and also exhorted the Definitory<br />
to take particular care of formation and<br />
of the financial aspect of the Province. In the<br />
afternoon of the 1st November, the Minister<br />
met the Chapter Members and had a dialogue<br />
on many aspects of the franciscan life<br />
and projects of the Order. The Chapter Members<br />
dialogued serenely with the Minister<br />
and listened to his words. The meeting ended<br />
with a short and beautiful cultural presentation,<br />
with typical Indian dance. Br. José<br />
and Br.Ambrose left India at mid-night to return<br />
to Rome via Frankfurt. Praised be the<br />
Lord!<br />
BR.AMBROSE<br />
4. Visita a la Provincia de San Pedro y San<br />
Pablo de Michoacán de México<br />
Celaya, 18-20.10.2006<br />
18 de octubre<br />
En punto de las 13:00 horas, llegó a tierras<br />
acambarenses el Ministro general de la<br />
Orden de Frailes Menores, fray José Rodríguez<br />
Carballo. Los frailes, reunidos para el<br />
Capítulo Provincial extraordinario sobre la<br />
Formación, dieron la bienvenida al sucesor<br />
del pobrecillo de Asís en la explanada del<br />
templo parroquial de San Francisco, donde<br />
también ya se encontraba reunida una buena<br />
cantidad de personas: hermanas de la Segunda<br />
Orden, franciscanos seglares, niños<br />
del colegio de franciscanas y algunos vecinos<br />
de esta población.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
561<br />
Minutos antes del arribo del Ministro general<br />
se percibía ya un ambiente de júbilo.<br />
Cuando se dio aviso de que la comitiva estaba<br />
por llegar al templo parroquial, las<br />
campanas doblaron con singular algarabía y<br />
los cohetes anunciaron el acontecimiento.<br />
De inmediato se formó una doble valla,<br />
compuesta por frailes y niños, para que<br />
nuestro ilustre visitante pudiera ingresar al<br />
recinto parroquial.<br />
Cuando fray José arribó a la explanada,<br />
los presentes lo recibieron con un estruendoso<br />
aplauso y con sonoros “¡viva!”. El Ministro<br />
general, visiblemente emocionado, bajó<br />
del vehículo y empezó a caminar por entre la<br />
multitud; a su paso fue saludando de mano a<br />
todos los que extendían la suya en señal de<br />
bienvenida. En la puerta del templo, fray Daniel<br />
Martínez, Guardián de la fraternidad de<br />
Santa María de Gracia, dio inicio al rito de<br />
recepción de nuestro Ministro general.<br />
Una vez en el interior del templo, después<br />
de hacer un momento de oración frente<br />
al Sagrario, fray José se dirigió a la sede<br />
para continuar con el rito iniciado por el<br />
hermano Guardián. Momentos después,<br />
fray Eulalio Gómez Martínez, Ministro provincial<br />
de la Provincia de san Pedro y san<br />
Pablo de Michoacán, dirigió un breve saludo.<br />
Destacó que al darle la bienvenida se le<br />
da a “la voz de Francisco para nuestra situación,<br />
a la voz de la Orden franciscana, que<br />
deseamos incida en nuestro modo de ser<br />
franciscanos, a la voz de la historia viva de<br />
800 años de franciscanismo”. A la vez agradeció<br />
“su interés hacia nosotros, por venir a<br />
animarnos a ser franciscanos en y para esta<br />
época, por querer conocernos más en directo,<br />
mediante el diálogo que fuertemente desea<br />
entablar con nosotros, aunque sabemos<br />
que nos conoce en parte por nuestros frailes<br />
que residen temporalmente en Roma, por el<br />
informe de nuestro último Visitador general<br />
y por otros cauces indirectos”.<br />
Cuando hubo terminado el saludo del<br />
Ministro provincial, fue el turno del Presidente<br />
municipal para expresar a fray José el<br />
beneplácito por esta visita y lo declaró<br />
“huésped distinguido”.<br />
El Ministro general, conmovido, agradeció<br />
todas las muestras de cariño que estaba<br />
recibiendo desde su llegada a esta porción<br />
del estado de Guanajuato. En su mensaje hizo<br />
un reconocimiento a la “buena gente de<br />
esta región que, desde los inicios de la presencia<br />
de los franciscanos que evangelizaron<br />
América” han dado muestras de cariño<br />
a los hijos del gran hermano menor, Francisco<br />
de Asís. “Quisiera ser verdaderamente<br />
Francisco, en estos momentos, para abrazar<br />
a cada uno de ustedes y hacerme cercano<br />
en sus sufrimientos y enfermedades”.<br />
Acto seguido impartió a los presentes la<br />
bendición seráfica.<br />
Inmediatamente después el Ministro general<br />
fue conducido al convento para departir<br />
con los hermanos capitulares en la comida.<br />
Estuvieron presentes en el ágape fraterno,<br />
además, algunas hermanas Clarisas, los<br />
Postulantes de esta Provincia, algunos hermanos<br />
franciscanos seglares, una comitiva,<br />
la autoridad municipal y otros invitados.<br />
Por la tarde, según se tenía previsto en la<br />
agenda, fray José tuvo una intervención en<br />
la Sesión Plenaria de dicho Capítulo. Ahí<br />
compartió algunas reflexiones sobre “la<br />
formación en tiempos de refundación”;<br />
concretamente participó algunos principios<br />
básicos de la formación, presentó una serie<br />
de retos a la formación de los religiosos y<br />
brindó algunas pistas pedagógicas para enfrentar<br />
el reto de colocar la formación del<br />
hermano menor a la altura de las circunstancias<br />
actuales.<br />
Al término de su participación, los hermanos<br />
capitulares entablaron un diálogo<br />
fraterno con el Ministro, que en todo momento<br />
se mostró muy abierto a las cuestiones<br />
que le fueron planteadas, sobre todo<br />
asumió el papel de Padre de la fraternidad<br />
de los menores, aconsejando e impulsando<br />
a vivir el proceso formativo como camino<br />
de conversión.<br />
A las 19:00 horas nos dispusimos a la celebración<br />
de la Eucaristía. Para tal efecto se<br />
preparó la explanada, antiguamente el atrio<br />
parroquial, frente al templo del Hospital.<br />
Una multitud se encontraba reunida para<br />
participar de la Santa Misa con el Ministro<br />
general, quien concelebró con la mayoría<br />
de los hermanos sacerdotes que se encuentran<br />
en Capítulo. Los fuegos artificiales y
562 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
una danza procesional en la presentación de<br />
los dones imprimieron un toque de singularidad<br />
a la celebración.<br />
Una cena, estilo kermés, con antojitos<br />
mexicanos le fue preparada a nuestro ilustre<br />
visitante. La convivencia estuvo animada<br />
por un grupo de danza folclórica que interpretó<br />
piezas representativas de los estados<br />
de Michoacán y Guanajuato.<br />
A la mañana siguiente, 19 de octubre,<br />
antes de partir rumbo a El Pueblito, Querétaro,<br />
fray José Rodríguez Carballo, pasó a<br />
despedirse de los hermanos capitulares que<br />
ya se disponían al rezo del Oficio de Lectura<br />
y Laudes.<br />
19 de octubre<br />
Talycomoestabamarcadoenelprograma<br />
para esta visita del Ministro general a<br />
nuestra Provincia de San Pedro y San Pablo<br />
de Michoacán, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />
ofm, arribó el 19 de Octubre a las 10:00 de<br />
la mañana, a nuestra casa noviciado y Santuario<br />
de la Santísima Virgen de El Pueblito,<br />
donde lo esperábamos los frailes profesos,<br />
los novicios, la Corporación de inditas<br />
del Santuario, una banda de viento y muchas<br />
personas más de la comunidad; y todos<br />
con gozo y emoción, porque estaba por llegar<br />
a nuestra casa, el sucesor de nuestro Seráfico<br />
Padre San Francisco de Asís, proveniente<br />
de la Curia de Roma.<br />
Le acompañaban Fr. Luis Gerardo Cabrera,<br />
ofm –ecuatoriano- y Fr. Juan Ignacio<br />
Muro. ofm –mexicano-, Definidores generales.<br />
Se le recibió con aplausos y música<br />
propia del lugar, con la banda de viento; ya<br />
lo esperaba el Rector del Santuario de El<br />
Pueblito, Fr. Hugo Córdova Padilla, ofm, el<br />
Presidente del municipio de Corregidora, el<br />
Sr. Germán Borja y el resto de los hermanos<br />
ahí congregados.<br />
En la puerta del Santuario lo esperaba Fr.<br />
Hugo Córdova con un hermoso crucifijo,<br />
ante el cual el Ministro general, con gran reverencia,<br />
se arrodilló y lo besó. Los novicios<br />
iniciaron la entrada solemne con la<br />
Cruz procesional y ceroferarios; hecha la<br />
respectiva reverencia al altar, se dirigió a la<br />
capilla del Santísimo, donde por unos minutos<br />
se arrodilló -junto con sus dos acompañantes-<br />
ante nuestro Señor Sacramentado,<br />
expuesto como todos los jueves.<br />
Luego de este momento y haber dicho<br />
nuestra muy conocida oración franciscana<br />
de «Te adoramos Santísimo Señor Jesucristo<br />
aquí y en todas las iglesias que hay en todo<br />
el mundo y te bendecimos pues por tu<br />
santa cruz redimiste al mundo», se puso de<br />
pie la procesión volvió al cuerpo del Santuario.<br />
Estando él en la sede, le dio la bienvenida<br />
el Rector del Santuario con una breve explicación<br />
de la cultura y la tradición de estas<br />
tierras y del Santuario. Respondiendo, el<br />
Ministro general dijo alegremente que es la<br />
segunda vez que está en este lugar y que le<br />
llenaba de alegría el recibimiento y la historia<br />
que encierra nuestra santísima Virgen de<br />
El Pueblito, agradeció a los frailes presentes,<br />
al Presidente municipal, novicios y pueblo<br />
de Dios ahí congregados; también a los<br />
agentes de seguridad que lo habían acompañado<br />
desde Acámbaro.<br />
Luego terminando con una oración de<br />
acción de gracias, nos impartió la bendición.<br />
Después de un breve descanso en una<br />
habitación del convento, bajó al salón Juan<br />
Pablo II, para tener una reunión con los hermanos<br />
profesos –en número de 38- y presentarles<br />
a grandes rasgos los puntos clave<br />
sobre el pasado Capitulo General efectuado<br />
el pasado mes en la Porciúncula en Asís.<br />
Al terminar esta reunión, a las 12:30 del<br />
medio día, fue la Solemne concelebración<br />
Eucarística, en la cual se dieron cita, además<br />
de los hermanos profesos y novicios,<br />
un gran número de personas que deseaban<br />
vivir con nosotros esta fiesta y alegría por<br />
tan noble visita.<br />
La homilía fue tan llena de amor y lucidez<br />
a las verdades de Dios, que no pude otra<br />
cosa más que agradecer y alabar a Dios por<br />
la manera en la cual ilumina a nuestro Ministro<br />
general para explicarnos de manera<br />
sencilla, y muy mariana con sentido eclesial,<br />
lo que es un Sí definitivo (Fiat) al llamado<br />
de Dios y cómo, la misma Virgen,<br />
desde todos los tiempos es un claro ejemplo<br />
de cómo se le da a Dios un sí total, con convicción<br />
y con amor ante todo. Moviendo los<br />
corazones y ayudándonos a acercarnos más
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
563<br />
al Todopoderoso, con una expresión de<br />
amor y una cercanía total a sus hermanos,<br />
nos habló por más de 30 minutos, que parecieron<br />
cortos. Experimentamos esa paz que<br />
sólo el Todopoderoso puede dar a sus hijos,<br />
utilizando como instrumento a este nuestro<br />
Hermano mayor de la Orden. ¡Loado seas<br />
mi Señor!<br />
Al terminar, el Ministro general pidió a<br />
los fotógrafos que nos haga una foto en la<br />
fuente del claustro, para luego pasar al comedor<br />
donde ya estaba todo listo para el<br />
ágape fraterno, pero antes fue entrevistado<br />
por un periodista local, llamando la atención<br />
con una de las preguntas -cito textualmente-<br />
: ¿Cuál es la postura del franciscanismo en<br />
el mundo actual?, a la que él contesto: «No<br />
a la guerra, amor a la naturaleza y, ante todo,<br />
al prójimo, todo hacerlo por amor y ser<br />
otros Cristos pobres y crucificados».<br />
Al terminar la comida, en la cual se sentía<br />
un clima de familiaridad para con nuestro<br />
Ministro general y sus Definidores, él se<br />
levantó, salió por un momento y regresó<br />
con un regalo para cada hermano profeso:<br />
un pequeño ejemplar de la Regla de los<br />
Hermanos Menores, con una introducción<br />
hecha por él mismo, en la cual exhorta a vivirla<br />
de una manera más auténtica en la vida<br />
de cada uno; mencionó que a los novicios<br />
la regalaría cuando profesáramos, pero<br />
al formarnos para despedirlo, también nos<br />
entregó un ejemplar a cada uno.<br />
No nos despedimos, ya que nos veríamos<br />
una hora más tarde en San Francisco de<br />
Querétaro con los demás hermanos de las<br />
casas de formación inicial. Luego de tomarse<br />
una foto con todos los novicios, subió a<br />
descansar un poco para, a las 3:40, salir de<br />
la casa del Noviciado de Santa María de El<br />
Pueblito rumbo al Templo y casa de San<br />
Francisco de Querétaro, donde lo aguardaban<br />
los hermanos de formación inicial de la<br />
Provincia para un encuentro con él.<br />
A su llegada al Templo y casa de San<br />
Francisco de Querétaro, los hermanos del<br />
“Pío Mariano” de Celaya, los Postulantes<br />
de Acámbaro, los Novicios del Santuario de<br />
Nuestra Señora de El Pueblito, los frailes<br />
estudiantes de Filosofía en la Santa Cruz,<br />
estudiantes de teología de El Paso Texas y<br />
algunos laicos de la OFS, lo esperábamos<br />
en la puerta principal con una gran pancarta<br />
que decía “Bienvenido Hermano”. Nuestro<br />
Ministro general entró después de algunos<br />
“vivas” muy mexicanos. El hermano<br />
Guardián,Fr.IgnaciodelaCruzMorales,lo<br />
condujo hacia el Cristo donde por un momento<br />
hizo oración y, luego, hacia la capilla<br />
del Smo. Señor Sacramentado, junto con<br />
sus dos acompañantes; terminamos ese momento<br />
de adoración con el «Te adoramos<br />
Santísimo Señor Jesucristo aquí y en todas<br />
las iglesias…». Pasamos al presbiterio; él<br />
ya en la sede, recibe la bienvenida por parte<br />
del Guardián con emotivas, afectuosas y<br />
respetuosas palabras. A ella respondió nuestro<br />
Hermano: ¡con gusto estoy con ustedes !<br />
este lugar me recuerda a una tierra muy<br />
amada por mí; al saber que me encuentro<br />
en Santiago de Querétaro este nombre y este<br />
lugar me transporta a Santiago de Compostela<br />
en España, en donde pasé largos<br />
años felices de mí vida y de mí vocación,<br />
por lo que me lleva a decirles que me siento<br />
como en casa…<br />
Al terminar, pasamos a la antesacristía<br />
donde nuestro Ministro provincial, Fr. Eulalio<br />
Gómez Martínez, lo aguardaba, así como<br />
también el Vicario general de Querétaro,<br />
Mons. Salvador Espinosa, para develar<br />
una placa conmemorativa de su visita. Allí<br />
nos pidió muy encarecidamente que oráramos<br />
siempre por él y por su Definitorio, que<br />
cada vez que viéramos esa placa recordáramos<br />
que el nos pidió una oración por su ministerio<br />
como Ministro general de la Orden;<br />
aceptamos con alegría ese compromiso de<br />
oración. Observamos también la alegría de<br />
nuestro Ministro provincial por la oportunidad<br />
que se nos concedía de vivir como formandos<br />
esta experiencia; nos llamó la atención<br />
su respetuosa y discreta presencia,<br />
dando bien su lugar al Ministro general.<br />
Luego pasamos al salón de conferencias<br />
del templo de San Francisco para escuchar<br />
a Fr. José y dialogar con él. Estuvo acompañado<br />
por nuestro Ministro provincial Fr.<br />
Eulalio y por los dos Definidores generales<br />
Fr. Luis Gerardo y Fr. Juan Ignacio.<br />
Fr. Javier Gordillo (estudiante de Filosofía)<br />
le dio la bienvenida en nombre de los
564 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ahí presentes. Inmediatamente después el<br />
Ministro general comenzó, en un ambiente<br />
de confianza y diálogo fraterno, a decirnos<br />
que venía con un anhelo grande de platicar<br />
con nosotros, que hablaría un poco y que<br />
luego nos quería escuchar. He aquí lo más<br />
relevante:<br />
Comenzó diciéndonos de una manera<br />
convincente que cada uno de nosotros ya<br />
somos el presente de nuestra provincia y recalcó<br />
que de la formación depende la vida<br />
consagrada futura. Además nos dio tres preguntas<br />
básicas que debemos hacernos cada<br />
uno de nosotros en el transcurso de los años<br />
de formación: ¿Quién soy yo? ¿Qué quiero<br />
ser? ¿Qué quiere Dios de mí? y que si vamos<br />
contestándolas de manera constante y<br />
no dando por supuesto nada (ni siquiera la<br />
fe), lograremos una seguridad en nuestra vida<br />
que nada ni nadie podrá hacer tambalear,<br />
ya que estamos en el momento propicio para<br />
vivir desde la fe, apoyándonos por supuesto<br />
en los siguientes medios que nos<br />
permiten cumplir con esto: El silencio, la<br />
autodisciplina, la oración, el acompañamiento<br />
vocacional (debemos dejarnos<br />
acompañar).<br />
Nos expresó también que está convencido<br />
que la formación hoy, tiene que ser más<br />
exigente que nunca, que el formando está<br />
para estudiar, para formarse totalmente, que<br />
por eso los ya profesos nos daban de comer,<br />
que luego nos tocaría alimentar a los futuros<br />
formandos, pero que en este momento<br />
nos dedicáramos a lo nuestro, y cito: «el que<br />
no trabaje que no coma», pues es estar quitando<br />
la comida a los pobres… Y Jesucristo<br />
es terriblemente exigente y divinamente humano;<br />
basta con analizar Juan 8.<br />
Dijo también que se quiere una Orden<br />
renovada en formación intelectual y formación<br />
personal, no olvidando que el estudio<br />
siempre es en función de la vocación a la<br />
que hemos sido llamados, ya que no podemos<br />
seguir trabajando con slogans. Luego,<br />
que aunque en nuestros tiempos es difícil el<br />
silencio y la oración, hay que responder a<br />
las exigencias de nuestro mundo; por lo tanto,<br />
si 12 hombres lograron revolucionar el<br />
mundo llevando a Cristo, hoy los miles de<br />
frailes franciscanos ¿qué están haciendo<br />
por el mundo actual?<br />
Luego de estas reflexiones y recomendaciones<br />
siguió un momento de preguntas que<br />
el Ministro contestó muy atenta y certeramente,<br />
reflejando ser un hombre preparado<br />
y transmitiendo su conocimiento en el tema<br />
de la formación, ya que parte de su pastoral<br />
como fraile menor a lo largo de 16 años los<br />
ha dedicado a la formación: 12 como Maestro<br />
de Novicios, 3 Maestro de profesos solemnes<br />
y 1 en el Postulantado y, luego, como<br />
Secretario de formación de la Orden.<br />
Al terminar tuvimos un momento de<br />
convivencia y pasamos al templo para cantar<br />
las Vísperas propias de la fiesta de San<br />
Pedro de Alcántara. Luego, nos invitó a tomarnos<br />
una foto con él en las gradas del<br />
presbiterio, lo cual fue un gesto más de cercanía<br />
y confianza de su parte.<br />
Más tarde, salimos hacia el Templo y casa<br />
de la Santa Cruz, para disfrutar una cena<br />
mexicana que se preparó como agradecimiento<br />
por el tiempo que nos dedicó, por visitar<br />
nuestra Provincia, la que se vio muy<br />
beneficiada con sus palabras y testimonio,<br />
y para decirle un “hasta luego” antes de su<br />
viaje a Cuba. Cena y visita nos dejaron muy<br />
buen sabor de boca.<br />
Dios siga bendiciendo e iluminando a<br />
nuestro Ministro general, Fr. José Rodríguez<br />
Carballo, ofmyasuDefinitorio,para<br />
hacer realidad todo lo que nos expresó, en<br />
este momento en que la Iglesia nos llama a<br />
la “Fidelidad creativa” y en que la Orden<br />
desea ardientemente volver a lo esencial: el<br />
Evangelio.<br />
20 de octubre<br />
El viernes 20 de octubre nos gozamos en<br />
el Señor por la visita de nuestro hermano<br />
José Rodríguez Carballo, Ministro general<br />
de la <strong>OFM</strong>.<br />
La cita fue en el Colegio México de Celaya<br />
Gto. Se experimentó una buena participación<br />
por parte de la federación de hermanas<br />
Clarisas, la presencia de las hermanas<br />
concepcionistas, así como también<br />
Clarisas capuchinas.<br />
Cuando el reloj marcaba las 9:35 am hizo<br />
acto de presencia en el lugar previamente<br />
preparado por parte de los maestros y
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
565<br />
alumnos del Colegio. Se le brindó un fuerte<br />
y caluroso ambiente de bienvenida, donde<br />
todos los presentes tanto maestros, alumnos,<br />
y visitantes dieron muestras de cariño.<br />
Mientras la banda del lugar tocaba, las<br />
hermanas aplaudían y los demás agitaban<br />
banderillas. Nuestro Hermano hizo un recorrido<br />
breve por el patio de la escuela en el<br />
que se le pidió a hacer un alto para firmar el<br />
libro de invitados especiales, y posteriormente<br />
tomar el lugar de honor y desde ahí<br />
disfrutar de un hermoso festival lleno de<br />
sentido de fiesta con colorido muy a la mexicana.<br />
Aquí se sintió el candor de los alumnos.<br />
Después, el Ministro general dirigió un<br />
mensaje a los alumnos, y les dijo que no se<br />
contenten con adquirir conocimientos, sino<br />
también el hábito de la disciplina; y a los<br />
maestros, que no se limiten en ser solo profesores.<br />
A las 10: 35 a.m. el Ministro general pasó<br />
al salón donde le esperaban las hermanas<br />
de vida contemplativa; le dirigieron unas<br />
palabras de bienvenida las hermanas representantes<br />
de las diferentes Federaciones:<br />
Concepcionistas, Capuchinas y Clarisas del<br />
centro (Federación “Santa Clara”, que están<br />
en el perímetro geográfico de la Provincia<br />
de San Pedro y San Pablo). Todas le expresaron<br />
la alegría por estar él entre ellas y le<br />
desearon una muy feliz estancia.<br />
Inició su mensaje con un saludo de Paz y<br />
Bien. Y luego dijo: queridas hermanas,<br />
siento una profunda emoción al estar con<br />
ustedes ¡Que bonito es para Francisco,<br />
Clara y Beatriz estar juntos! Estamos y<br />
queremos estar siempre unidos. Dirigiendo<br />
su mirada a las hermanas Concepcionistas,<br />
les expresó: agradezco sobre todo el que<br />
encuentren sus raíces en la Orden franciscana<br />
defended con orgullo este apellido.<br />
Después, citando la carta de santa Clara<br />
a Inés dijo: Coloca en el sitio que le corresponde<br />
el corazón, los ojos, el alma, toda la<br />
persona, en aquel que es el centro de toda<br />
alma contemplativa, la mirada siempre<br />
puesta en Dios. Transfórmate toda entera<br />
en imagen de la divinidad.<br />
La contemplación, afirmó, no se confunde<br />
con los rezos; es un autoengaño pensar<br />
que rezar mucho es contemplar; es inútil<br />
pasar horas ante el Santísimo y tener rencor<br />
en el corazón; el árbol bueno produce<br />
frutos buenos y por sus frutos los conocerán.<br />
Preguntando ¿cuál es el nivel de vida<br />
contemplativa?, comentó: que los demás<br />
nos digan como es nuestra vida contemplativa.<br />
La contemplación es sentarse y poner<br />
el corazón en Dios, en el trabajo, recreo y<br />
servicio al hermano; la contemplación ocupa<br />
toda la persona, no solamente las rodillas;<br />
es viajar a la interioridad más profunda;<br />
Le miramos en profundidad y nos miramos<br />
en profundidad, cada día cada hora en<br />
todo tiempo. De tal manera que yo también<br />
sea espejo.<br />
Habló de tres virtudes para las contemplativas:<br />
Libertad, humildad y entrega por<br />
amor.<br />
Prosiguió: un alma contemplativa jamás<br />
será contemplativa si no está enamorada; y<br />
si no esta enamorada, mejor deje el monasterio;<br />
pero para no dejar el monasterio es<br />
sumamente importante enamorase de Dios;<br />
aquí es donde encuentra sentido la clausura;<br />
la clausura tiene sentido hoy si está motivada<br />
por el amor; no tiene sentido vivir en<br />
cuatro paredes si no se ama; no confundan<br />
los medios con el fin. También comunicó<br />
que él ora por las hermanas diariamente;<br />
que son una de sus cuatro intenciones constantes,<br />
y que les ama en Cristo; también las<br />
hermanas le expresaron su amor y oraciones<br />
en Cristo.<br />
Después de una sección de preguntas de<br />
parte de las hermanas, cada monasterio le<br />
hizo un regalo, presentado por la Abadesa o,<br />
en su lugar, por una representante. El Ministro<br />
general se despidió diciendo: Besándoles<br />
los pies les pido en caridad su oración.<br />
Y leyó la exhortación cantada de Francisco<br />
a Clara.<br />
Cuando el Ministro terminó, todas las hermanas<br />
se tomaron la foto del recuerdo. Luego<br />
continuó con la Eucaristía, en la que una vez<br />
más les animó a vivir la vida contemplativa<br />
con el corazón plenamente enamorado, y<br />
agradecer, como Clara, porque Dios les pensó,<br />
les creó y les llamó. Luego recordó las palabras<br />
del Papa Juan Pablo II, diciéndoles que
566 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
deben “recordar el pasado con gratitud, vivir<br />
el presente con pasión, y abrirnos con<br />
confianza al futuro.”(cf.NMI 1).<br />
Terminada la Eucaristía, los hermanos<br />
junto con las hermanas disfrutaron de unos<br />
ricos chiles en nogada. También se hizo presente<br />
la música con la voz especial del momento:<br />
nuestro querido hermano Fernando<br />
Mendoza, ofm (Guardián de la Fraternidad<br />
de la Purísima Concepción, en Celaya). Cabe<br />
señalar que en esta hora contamos con la<br />
grata presencia del Arzobispo de Morelia, a<br />
quien el Ministro general agradeció su presencia<br />
con nosotros.<br />
Después de unos momentos de gran fraternidad<br />
en que el Ministro general se dirigió<br />
a cada mesa caminando, se despidió dando a<br />
los presentes una vez más su bendición.<br />
Por la tarde el Ministro general visitó a<br />
las hermanas y hermanos de la OFS. Fue un<br />
gozo el que hayamos tenido la oportunidad<br />
de encontrar, conocer y escuchar al Ministro<br />
general de la <strong>OFM</strong>, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />
como también dialogar y compartir<br />
los alimentos con él, sabiendo que representa<br />
para nosotros a San Francisco mismo,<br />
siendo también Asistente general de nuestra<br />
Orden laical.Agradecemos a la Provincia de<br />
S. Pedro y S. Pablo de Michoacán el que nos<br />
haya abierto la posibilidad de esta gracia.<br />
El Templo, que es la sede de la Imagen de<br />
la Inmaculada Concepción, Reina y Patrona<br />
de la ciudad desde su fundación en 1570, estaba<br />
totalmente lleno con más de 2.000 franciscanos<br />
laicos; era impresionante ver no sólo<br />
la asistencia, sino el gusto y la fe con que<br />
recibíamos al Ministro general. Él mismo estaba<br />
impactado por ello. A la entrada del<br />
Tempo, yo, como Ministro regional de la<br />
OFS, di la bienvenida a Fr. José Rodríguez<br />
Carballo e iniciamos la procesión de entrada,<br />
precedidos por la Cruz procesional, mientras<br />
todos entonábamos con particular entusiasmo<br />
el Himno “Las huellas del Caudillo enamorado”.<br />
Delante del altar principal estaba la mesa<br />
del Presidium en la que acompañaron al Ministro<br />
general el Ministro provincial, Fr. Eulalio<br />
Gómez Martínez, Fr. Fernando Mendoza<br />
Laguna, Guardián de la Casa, y los dos<br />
Definidores generales, Fr. Luis Gerardo Cabrera<br />
y Fr. Juan Ignacio Muro. Tuvimos una<br />
sencilla celebración de la Palabra para explicitar<br />
el marco de fe en que vivimos este<br />
acontecimiento, apoyados por el Coro y el<br />
Equipo de Liturgia de este Templo.<br />
Luego vino el momento del mensaje y el<br />
diálogo con nosotros por parte del Ministro<br />
general. Me encargué de la labor de moderación<br />
del Encuentro y del diálogo. De su<br />
mensaje, podemos resaltar lo siguiente:<br />
• Que nos manifestemos siempre como<br />
una Familia espiritual que el Espíritu<br />
Santo ha suscitado para el servicio de la<br />
Iglesia.<br />
• La importancia de la formación, con un<br />
énfasis en la formación humana y cristiana<br />
de acuerdo al Evangelio. Que tengamos<br />
como libros de cabecera la Biblia<br />
y nuestra Regla, para leerla y vivirla cada<br />
día.<br />
• Que participemos en la Evangelización,<br />
sobre todo con el testimonio de vida, al<br />
estilo de nuestro P. San Francisco.<br />
• Que estemos atentos a las necesidades<br />
de la Sociedad, sobre todo las de los más<br />
pobres y necesitados.<br />
• Que vivamos nuestra Autonomía como<br />
Orden, sin menoscabo de la comunión<br />
con la Primera Orden, los Párrocos y los<br />
Obispos.<br />
Después de su exposición siguió el diálogo.<br />
Más que preguntas, los hermanos y<br />
hermanas hicieron diversos comentarios;<br />
nos dejó huella la actitud de cariño, gusto y<br />
paciencia con que los recibió el Ministro<br />
general. En algún momento expresó su gusto<br />
de ver muchos jóvenes entre la OFS y les<br />
animó a que no tuvieran miedo.<br />
Luego de un buen espacio de tiempo dedicado<br />
al diálogo, nos detuvimos para descansar<br />
y cantar el Cántico de las criaturas,<br />
en la versión popular de Cesáreo Gabaráin.<br />
Hecho lo cual, como Ministro regional OFS<br />
de esta región “anfitriona” San Pedro y San<br />
Pablo, me permití presentar a los miembros<br />
de mi Consejo (Guanajuato, sobre todo),<br />
como también de las otras regiones (“San<br />
Antonio de Padua” de Michoacán, “San Felipe<br />
de Jesús” de Chihuahua y “San María<br />
de El Pueblito” de Querétaro). Terminado<br />
este Encuentro en el Templo, pasamos al
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
567<br />
gran patio de este Convento (mientras, el<br />
Ministro general y los dos Definidores,<br />
guiados por Fr. Eulalio Gómez, conocieron<br />
el muy importante y ordenado Archivo histórico<br />
que tiene esta Provincia).<br />
En el patio tuvimos la cena con un estilo<br />
muy mexicano, amenizado con un excelente<br />
conjunto de Mariachi, que tanto gustan al Fr.<br />
José Rodríguez Carballo. Hasta Fr. Eulalio<br />
se lanzó a cantar con el Mariachi la canción<br />
“Camino de Guanajuato”. Por decenas, los<br />
hermanos y hermanas de la OFS se acercaron<br />
al Ministro general para pedirle oraciones,<br />
autógrafos sobre fotografía de él o para<br />
que alguien los fotografiara con él. Fue admirable<br />
la aquiescencia, condescendencia y<br />
paciencia de Fr. José ante tal avalancha de<br />
personas que no lo dejaban cenar con calma<br />
(ocurrió como en el Evangelio: eran tantos<br />
los que iban y venían, que no les dejaban<br />
tiempo ni para comer). Todo ello contribuyó<br />
a que en todos los laicos quedara afectuosamente<br />
muy marcado el significado de fe que<br />
tiene para nosotros un Ministro general.<br />
Como estaba previsto, llegó el Sr. Obispo<br />
diocesano D. Lázaro Pérez Jiménez para<br />
saludar al Ministro general. Con facilidad<br />
para la comunicación cercana, departieron<br />
por una buena media hora de varios temas<br />
referentes a los frailes en el mundo y en esta<br />
Diócesis.<br />
Para finalizar y ya visiblemente fatigado,<br />
el Ministro general nos impartió con gusto<br />
la bendición de San Francisco.<br />
Sencillamente nos hizo muy bien su presencia<br />
y, además, nos pareció verle muy<br />
contento de convivir con nosotros. Le damos<br />
por ello las gracias y le decimos que<br />
vuelva otras veces más.<br />
FR GILBERTO HERNÁNDEZ GARCÍA, <strong>OFM</strong><br />
FR FRANCISCO JAVIER CHÁVEZ SOTO, <strong>OFM</strong><br />
SOR LYLLETTE, OSC<br />
HNO.MANUEL LULE VILLA GÓMEZ, OFS<br />
5. Visita a los Hermanos de Cuba<br />
Habana, 21-24.10.2006<br />
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm, Ministro<br />
general, junto con el suscrito, del 21<br />
al 24 de octubre, visitó a los hermanos de<br />
Cuba, pertenecientes a la Custodia del Caribe,<br />
Santa María de la Esperanza.<br />
La presencia franciscana en Cuba está<br />
conformada por los siguientes hermanos:<br />
En la Fraternidad de Guanobacoa, Fr. Aguedo<br />
García Blanco, 72 años, sacerdote, cubano;<br />
Fr. Frank Miki Ulloa, 34 años, hermano<br />
laico, cubano; Fr. Esteban Melians Figueredo,<br />
66 años, sacerdote, cubano; Fr. Francisco<br />
Candelario Preciado, 29 años, hermano<br />
laico, mexicano; Fr. Samuel Franco, 62<br />
años, sacerdote, mexicano. En la Fraternidad<br />
Miramar; en San Antonio, Fr. Hilario<br />
Ignacio Sautié, 88 años, sacerdote, cubano;<br />
Fr. Pedro Ángel García Chasco, 64 años, sacerdote,<br />
español; y en Santa Cruz, Fr. Frank<br />
José Dumois, 77 años, sacerdote, cubano, y<br />
Fr. Roberto Campos, 53 años, diácono, mexicano.<br />
En la Fraternidad de Remedios, Fr.<br />
Félix Padrón, 65 años, sacerdote, cubano; y<br />
Fr. Juan Martín, sacerdote, mexicano. En<br />
República Dominicana, Fr. Luis Pernas Rodríguez<br />
estudia filosofía, profeso temporal,<br />
30 años. Total 12 hermanos.<br />
21 de octubre<br />
La visita del Ministro general se inició<br />
con la emotiva y cordial bienvenida de los<br />
hermanos en el Aeropuerto de la Habana, a<br />
las 17 horas. Allí se dieron cita los hermanos<br />
Fr. Aguedo García, Fr. Samuel Franco,<br />
Fr. Miki Ulloa, Fr. Pedro Ángel García<br />
Chasco y Fr. José María Arregui, Ministro<br />
provincial, de Aranzazu. Durante el recorrido,<br />
tuvimos la oportunidad de intercambiar<br />
las primeras impresiones sobre la situación<br />
de los hermanos en el contexto social y político<br />
en el que viven. Después de un breve<br />
descanso, los hermanos compartieron la cena<br />
y se continuó dialogando sobre algunos<br />
tópicos muy interesantes de la vida de los<br />
hermanos.<br />
22 de octubre<br />
En la mañana, el Ministro general presidió<br />
la Eucaristía, en la que participó gran<br />
parte de la población con la que trabajan<br />
pastoralmente los hermanos. También se hicieron<br />
presentes muchos hermanos de la<br />
OFS y algunos estudiantes de medicina de
568 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
las más diversas regiones de América Latina<br />
y de otros lugares del mundo. La eucaristía<br />
fue concelebrada por los hermanos de<br />
la Casa de Guanobacoa y estuvo animada<br />
por el coro de la OFS. El Ministro general,<br />
en su homilía, invitó a los fieles a mantenerse<br />
fieles a la vocación cristiana tanto en<br />
los momentos favorables como en los adversos<br />
de la vida, conscientes de que es el<br />
Señor quien anima y sostiene la vida de cada<br />
uno.<br />
Por la tarde, luego de compartir el alimento<br />
del medio día, el Ministro general visitó<br />
a los hermanos que habitan en la Casa<br />
de San Antonio: a Fr. Hilario Ignacio Sautié,<br />
un hermano enfermo que está en silla de<br />
ruedas y a quien le impartió la bendición de<br />
San Francisco; y a Fr. Pedro Ángel García<br />
Chasco, que lleva adelante el servicio pastoral<br />
y la animación de los hermanos de esa<br />
región. Luego se trasladó a la Casa de Santa<br />
Cruz; allí encontró y saludó a los hermanos:<br />
Fr. Frank José Dumos y a Fr. Roberto<br />
Campos. Con cada uno de ellos, dialogó<br />
brevemente y les animó a continuar adelante<br />
en la labor emprendida comprometiéndoles<br />
a la vez sus oraciones diarias.<br />
La jornada se concluyó con la visita al<br />
centro histórico de la Habana, en donde se<br />
pudo apreciar, entre otras obras monumentales<br />
del siglo pasado, el majestuoso convento<br />
de San Francisco, cuna de cultura y<br />
de espiritualidad de muchas generaciones, y<br />
que el Gobierno cubano actualmente está<br />
restaurando. Se confía en que los hermanos,<br />
en cuanto sea posible, puedan regresar al<br />
mencionado convento para continuar con<br />
su obra de evangelización que tanto necesita<br />
este pueblo del Caribe.<br />
23 de octubre<br />
La visita se reinició con la oración de<br />
Laudes, preparada con esmero por parte de<br />
los hermanos de la Casa. Luego del desayuno,<br />
se llevó a cabo el encuentro con todos<br />
los hermanos, a excepción de los que, por<br />
razones de salud, estudio o por dificultades<br />
en los trámites legales, se vieron impedidos<br />
de asistir. Se sintió mucho la ausencia del<br />
Fr. Ángel Dario Carrero, el nuevo Custodio,<br />
quien no pudo viajar debido a que las autoridades<br />
correspondientes no le facilitaron<br />
los trámites legales necesarios. Se espera<br />
que muy pronto lo haga para beneficio de<br />
los hermanos de Cuba y de toda la Custodia.<br />
Después del saludo fraterno y del sincero<br />
agradecimiento por parte de Fr. José María<br />
Arregui, Ministro provincial, el Ministro<br />
general se dirigió a los hermanos para agradecerles<br />
por su presencia significativa en<br />
Cuba. También puso de relieve el enorme<br />
aporte moral y económico que ofrece la<br />
Provincia de Aranzazu para el sostenimiento<br />
de los hermanos. Concluyó este momento<br />
introductivo alentándoles a mantener viva<br />
su vocación en medio de las adversidades<br />
cotidianas que comporta este estilo de<br />
vida y, de una manera especial, en este momento<br />
histórico en que viven.<br />
Inmediatamente, les compartió algunas<br />
impresiones vividas en el Capitulo general<br />
extraordinario. Entre los puntos más importantes,<br />
señaló su estructura metodológica<br />
que estuvo centrada en la escucha “de los<br />
otros”, para lo cual se invitó a un profesor<br />
laico, a un teólogo y a una religiosa; y, en la<br />
segunda semana, en la reflexión de los tres<br />
núcleos básicos e inseparables de la vida<br />
franciscana: vocación, fraternidad y misión,<br />
encomendada a tres hermanos capitulares.<br />
En este mismo contexto, recalcó que su informe<br />
al Capítulo general recogió los elementos<br />
positivos, las llamadas a la conversión<br />
y las pistas para pasar de lo bueno a lo<br />
mejor; y que, como fruto de estas dos semanas<br />
de encuentro, vivido en un clima de oración,<br />
reflexión y convivencia fraterna, se<br />
elaboró el documento final, intitulado El<br />
Señor nos habla en el camino.<br />
Centrándose en el mensaje del mencionado<br />
documento, indicó la importancia de<br />
la metodología de Emaús, tanto en el desarrollo<br />
del Capítulo como también para la<br />
animación de la Orden. La experiencia de<br />
los discípulos de Emaús, recalcó, estuvo<br />
presente en todos los momentos de oración,<br />
encuentro y discernimiento. De este modo,<br />
la metodología, puntualizó, se convierte e<br />
un modelo de conversión o crecimiento personal<br />
y fraterno y en un instrumento para<br />
recordar y celebrar la gracia de los orígenes.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
569<br />
La palabra y la eucaristía, en este contexto,<br />
aseveró, constituyen los dos grandes ejes<br />
para descubrir al resucitado y, de este modo,<br />
superar todo desaliento, pasividad, fatalismo...<br />
y, a la vez, revestirse de esperanza<br />
para seguir anunciando su presencia salvadora<br />
en la iglesia y en el mundo. Una presencia<br />
que no permite caer en la tentación<br />
tanto del “detenerse” en la tristeza, en la resignación,<br />
en el desencanto; como tampoco<br />
en la del “distanciarse” de los hermanos para<br />
vivir fácilmente en el individualismo. Por<br />
estas razones, invitó a “reconstruir” la confianza<br />
mutua, que haga posible el compartir<br />
de las dificultades, alegrías y tristezas,<br />
esperanzas y frustraciones cotidianas; una<br />
tarea que es posible gracias al esfuerzo diario<br />
por lograr una comunicación auténtica y<br />
profunda entre los hermanos. Solamente<br />
una sólida confianza recíproca, insistió,<br />
ayudará a desvanecer las sombras de la<br />
“sospecha” y de la zozobra constante que<br />
pueden generarse entre los hermanos y con<br />
la gente más cercana. También es importante,<br />
recalcó, “curar” las heridas fraternas, para<br />
lo cual “el perdón” es muy necesario.<br />
Dentro de este proceso, la formación permanente<br />
sigue siendo un elemento esencial;<br />
lo cual exige una organización mínima en<br />
todas las Fraternidades. Ventajosamente,<br />
dijo, en la Provincia ya existe una práctica<br />
del encuentro semanal que también la Custodia<br />
y, de una manera especial, los hermanos<br />
en Cuba deberían adecuarla a su realidad.<br />
Concluyó este compartir indicando la<br />
igualdad fundamental de los hermanos clérigos<br />
y laicos, la internacionalidad e interculturalidad<br />
de las fraternidades y el trabajo<br />
complementario con la familia franciscana,<br />
especialmente con la OFS. Valores que<br />
están centrados en la fe en Jesucristo y que<br />
nos abren al diálogo con el mundo social y<br />
cultural en el que vivimos.<br />
Terminada esta breve presentación del<br />
documento final del Capítulo general extraordinario,<br />
se dio paso a un diálogo con los<br />
hermanos. Entre los principales temas, aparecieron<br />
el de la pastoral vocacional, que es<br />
necesario retomarlo con más fuerza y esperanza,<br />
teniendo presente por supuesto la experiencia<br />
anterior no tan alentadora. Junto<br />
con el tema de las vocaciones, lógicamente,<br />
surgió el de la formación inicial que podría<br />
resolverse con la ayuda de la Conferencia<br />
Nuestra Señora de Guadalupe. Con los hermanos<br />
que vengan, se podría conformar un<br />
equipo e iniciar un serio proceso de discernimiento<br />
y acompañamiento personalizado,<br />
encarnado en la realidad social, religiosa y<br />
cultural de Cuba. Pero para ello, enfatizó, es<br />
necesario instaurar unas condiciones mínimas<br />
de vida franciscana, que permitan recuperar<br />
y fortalecer las relaciones fraternas,<br />
crear un clima de esperanza, generar un ambiente<br />
formativo, acoger, discernir y acompañar<br />
las vocaciones, conservar las actuales<br />
presencias y preparar el futuro. En este camino,<br />
por supuesto, sigue siendo imprescindible<br />
el aporte moral y económico de la<br />
Provincia de Aranzazu hasta que la Custodia<br />
pueda autofinanciarse.<br />
Este encuentro concluyó con la celebración<br />
de la eucaristía recordando a San Juan<br />
de Capistrano, quien se destacó por su formación<br />
intelectual, el amor a la Iglesia y su<br />
celo por la predicación de la Palabra.<br />
Después de compartir el pan, los hermanos<br />
se reunieron para escuchar algunas informaciones<br />
de la Orden. El Ministro general<br />
compartió los diversos proyectos misioneros<br />
que la Orden está llevando adelante<br />
en las distintas áreas geográficas, especialmente<br />
de Asia y África. También les dio a<br />
conocer los diversos encuentros internacionales<br />
y continentales organizados para este<br />
trienio. Asimismo, les puso al tanto de los<br />
subsidios elaborados para la animación de<br />
los hermanos en el campo de la formación y<br />
de la evangelización. Concluyó su informe<br />
indicando las serias dificultades por las que<br />
atraviesa la Curia general en materia económica<br />
y los esfuerzos que se están realizando<br />
para al menos aliviar en parte este aspecto<br />
tan importante de la administración.<br />
Después de un breve receso, el Ministro<br />
pudo visitar a algunas familias de la OFS y<br />
de la parroquia en la que viven los hermanos.<br />
Fue una oportunidad para conocer más<br />
directamente la realidad social, económica<br />
y religiosa en que viven. Les agradeció por<br />
su cercanía a los hermanos y su colaboración<br />
siempre generosa e incondicional.
570 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Aprovechó esta oportunidad para alentarles<br />
a continuar fieles a su vocación cristiana y<br />
franciscana. Este día se concluyó con la visita<br />
de Mons. Arturo González, Obispo de<br />
Santa Clara, quien, además de expresar su<br />
gratitud a los hermanos por su presencia en<br />
su vida vocacional y en el trabajo pastoral,<br />
manifestó su compromiso de seguir colaborando<br />
con ellos.<br />
24 de octubre<br />
Después de celebrar la liturgia de las horas,<br />
con el rezo de Laudes, y de compartir el<br />
pan del desayuno, el Ministro general, junto<br />
con algunos hermanos, visitó al Señor<br />
Cardenal y Arzobispo de la Habana, Mons.<br />
Jaime Ortega Alamino. Durante el diálogo,<br />
el Señor Cardenal puso en evidencia la bondad<br />
y la entrega de los hermanos en el servicio<br />
evangelizador que llevan a cabo en los<br />
distintos lugares a ellos encomendados, no<br />
obstante su edad avanzada, enfermedad y<br />
su escaso número; por lo cual agradeció, en<br />
la persona del Ministro general y de su comitiva,<br />
a todos los hermanos e hizo votos<br />
para que la presencia franciscana sea reforzada<br />
en Cuba. En la conversación también<br />
mencionó el tema de las vocaciones e insistió<br />
en la necesidad de una buena formación<br />
humana y cristiana que garantice la perseverancia<br />
de los vocacionados. El Ministro<br />
general, por su parte, le agradeció, en nombre<br />
de toda la Orden, por su acogida y su<br />
apoyo moral y espiritual a los hermanos; y<br />
se comprometió a seguir buscando todos los<br />
medios posibles para que la presencia franciscana<br />
sea más significativa tanto en calidad<br />
como en número de hermanos.<br />
Por la tarde, el Ministro general visitó<br />
oficialmente a la Dra. Caridad Diego, Presidente<br />
de Asuntos Religiosos, del Comité<br />
Central del Partido Comunista de Cuba. En<br />
un ambiente de mucha cordialidad, la representante<br />
del Gobierno cubano manifestó<br />
su satisfacción por la presencia de los hermanos<br />
y comprometió su colaboración para<br />
seguir facilitando los trámites legales que<br />
permitan a los hermanos, sobre todo extranjeros,<br />
a continuar con su servicio evangelizador.<br />
También compartió que actualmente<br />
el Gobierno cubano pasó de una etapa de<br />
“resistencia” a la de un “mejoramiento”, razón<br />
por la cual está muy empeñado por los<br />
temas, entre otros, de vivienda, salud y<br />
transporte, orientados especialmente a los<br />
que menos poseen en la sociedad. El Ministro<br />
general, igualmente, manifestó su agradecimiento,<br />
en la persona de la Doctora Caridad<br />
Diego, al Gobierno cubano por los esfuerzos<br />
que realiza en el campo legal para<br />
que los hermanos puedan obtener su estadía<br />
temporal o permanente, como también por<br />
el respeto a las iniciativas de los hermanos<br />
en el cumplimiento de su misión evangelizadora.<br />
El encuentro se concluyó con la ratificación<br />
de continuar estrechando los lazos<br />
de colaboración entre las autoridades<br />
civilesyloshermanosmenoresenvistaa<br />
un mejoramiento sustancial de la sociedad<br />
cubana desde el trabajo pastoral de los mismos.<br />
Terminados estos encuentros, tanto fraternos<br />
como protocolarios, los hermanos<br />
manifestaron su enorme satisfacción y gratitud<br />
por la presencia y las palabras de<br />
aliento del Ministro general y se comprometieron<br />
a seguir trabajando, no obstante<br />
las dificultades, con mayor entusiasmo y<br />
esperanza para que la presencia franciscana<br />
en Cuba se refuerce y crezca cada día más y<br />
más. Para lo cual, lógicamente, señalaron,<br />
es importante el interés y el apoyo moral,<br />
espiritual y económico de todos los hermanos<br />
de la Orden y, de una manera muy especial,<br />
de la Provincia de Aranzazu, como<br />
también de la Conferencia Santa María de<br />
Guadalupe.<br />
FR.LUIS CABRERA, <strong>OFM</strong><br />
6. Visita a Tierra Santa<br />
Jerusalén, 19-22.11.2006<br />
Del 19 al 22 de noviembre del 2006, el<br />
Ministros General, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />
ofm, estuvo en Tierra Santa para participar<br />
al II Congreso Internacional de Comisarios<br />
de Tierra Santa. Es la tercera vez<br />
que visita el país de Jesús desde su elección<br />
como Ministro general, mostrando de este<br />
modo su gran amor por la Tierra Santa.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
571<br />
El 19 llegó al aeropuerto de Tel Aviv<br />
muy de madrugada, a las 0,15. Allí le esperaban<br />
algunos hermanos que le acompañaron<br />
hasta Jerusalén, donde se hospedó. Después<br />
de algunas horas de descanso, el mismo<br />
día por la mañana visitó la fraternidad<br />
franciscana del Monte Sión, celebrando la<br />
EucaristíaenlaCapilladelaFraternidad.<br />
Posteriormente visitó el Cenáculo y el antiguo<br />
convento franciscano.<br />
Después de la comida en el Convento de<br />
San Salvador, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />
se trasladó a Belén para orar en la Gruta de<br />
la Natividad, saludar a la fraternidad y encontrarse<br />
con los Hermanos Novicios y sus<br />
formadores, a los que les habló de los objetivos<br />
del noviciado. De vuelta a Jerusalén, a<br />
las 18,30 tuvo un encuentro con los profesos<br />
temporales del “Seminario Internacional<br />
de San Salvador” y con sus formadores.<br />
Durante el encuentro el Ministro general<br />
comentó el documento final del Capítulo<br />
general extraordinario.<br />
El día 20, a primera hora, Fr. José celebró<br />
en el Colegio Español “Ntra. Sra. del<br />
Pilar”, en Jerusalén, desayunando con las<br />
Hermanas Hijas del Calvario. A las 10.00,<br />
en el Cenáculo, presidió la Eucaristía de<br />
apertura del Congreso de Comisarios. En la<br />
homilía comentó los textos de la Misa Votiva<br />
del Espíritu Santo y aprovechó la ocasión<br />
para reclamar la vuelta del Cenáculo a<br />
los Hermanos Menores, sus legítimos propietarios.<br />
Ya por la tarde, el Ministro General<br />
participó en la Procesión del Santo Sepulcro<br />
y saludó a la fraternidad de aquel<br />
Santuario de la Resurrección. A las 18.00<br />
presidió, en la Sala de la Inmaculada, en el<br />
Convento de San Salvador, la apertura del<br />
Congreso de Comisarios. En dicho acto,<br />
además de Fr. José, también tomaron la palabra<br />
el Custodio de Tierra Santa, el Vicario<br />
y el Nuncio Apostólico. En la apertura participaron<br />
los scouts de la Parroquia de San<br />
Salvador y el coro “Magnificat”.<br />
El día 21, muy de madrugada, el P. General<br />
celebró la Eucaristía en el Santo Sepulcro,<br />
luego tuvo su intervención oficial en<br />
el Congreso de Comisarios. En su intervención,<br />
con el título “Al servicio de la perla de<br />
las Misiones Franciscanas”, el Ministro ge-<br />
neral habló del Capítulo general y la Custodia<br />
de Tierra Santa, así como del papel del<br />
Comisario. Por la tarde tuvo un diálogo<br />
abierto con la asamblea y luego un encuentro<br />
con los Profesores de la Facultad de<br />
Ciencias Bíblicas y Arqueología de la Flagelación.<br />
Allí presidió la celebración de<br />
Vísperas y luego compartió con la fraternidad<br />
la cena.<br />
El día 22, después de concelebrar con el<br />
Nuncio en Israel y con todos los Comisarios,<br />
la Eucaristía en el Santo Sepulcro, Fr.<br />
José visitó las fraternidades de Nazaret y<br />
del Monte Tabor y dedicó un amplio espaciodetiempoalaoraciónpersonalendichos<br />
santuarios. En el Tabor también tuvo la<br />
oportunidad de encontrarse con la “Comunidad<br />
Mundo X”. Ya de vuelta, en Jerusalén,<br />
el P. Carballo, visitó, en la Residencia<br />
que los Jesuitas tienen en aquella ciudad, a<br />
su ex profesor, el Cardenal Martini, con el<br />
que mantuvo un largo diálogo. Después de<br />
cenar participó en la recreación con todos<br />
los Comisarios en los salones de la Parroquia<br />
de San Salvador.<br />
El 23 asistió a los actos del Congreso. Al<br />
final de las sesiones de trabajo el Ministro<br />
general, dirigió un mensaje a los congresistas,<br />
invitándoles a la creatividad para reavivar<br />
su misión en favor de la Misión de Tierra<br />
Santa. Después, con todos los Comisarios,<br />
partió para Betfagé donde pudieron<br />
ver terminado la “Aldea San Francisco” en<br />
la que la Custodia ha construido 70 viviendas<br />
para los cristianos de Jerusalén. El último<br />
acto oficial en el que participó Fr. José<br />
Rodríguez Carballo fue la Eucaristía presidida<br />
por el Patriarca de Jerusalén en la Basílica<br />
de Getsemaní. Después de comer con<br />
la fraternidad de aquel Santuario, Fr. José<br />
salió para el aeropuerto de Getsemaní.<br />
La visita de Fr. José R. Carballo, nuestro<br />
Ministro, ha sido breve en tiempo, pero<br />
con un significado muy profundo para<br />
cuantos vivimos en Tierra Santa. Ha sido,<br />
como dijo el Custodio en el saludo final,<br />
“la enésima manifestación de su gran amor<br />
por la Custodia”, donde Fr. José transcurrió5añosdesuformaciónfranciscanay<br />
bíblica. A todos nos quedó la impresión de<br />
encontrarnos ante un hermano que nos co-
572 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
noce y nos ama y, precisamente por eso,<br />
nos habla muy claro.<br />
FR.ENRIQUE BERMEJO, <strong>OFM</strong><br />
7. Visita del Ministro General a tres Entidades<br />
del Brasil<br />
29.11-6.12.2006<br />
Del 29 de noviembre al 6 de diciembre<br />
del 2006 el Ministro General, Fray José Rodríguez<br />
Carballo, acompañado del definidor<br />
general Fray Juan Ignacio Muro, visitó<br />
tres entidades del Brasil: la Provincia de la<br />
Santa Cruz, la Provincia del Santísimo<br />
Nombre de Jesús y la Custodia del Sagrado<br />
Corazón. La visita se desarrolló de la siguiente<br />
manera:<br />
Provincia de la Santa Cruz, en el Estado<br />
de Minas Geráis<br />
Día29denoviembre<br />
A las 10,45 hrs, llegamos al aeropuerto<br />
de Belo Horizonte donde fuimos recibidos<br />
por Fr. Fabio L’Amour, ex guardián de la<br />
fraternidad de S. Francisco de las Llagas.<br />
Nos trasladamos a la casa de la fraternidad<br />
y a la hora del almuerzo el Ministro fue saludado<br />
por los miembros de la fraternidad y<br />
el nuevo gobierno provincial.<br />
A las 16,00 horas el mismo Fr. Fabio nos<br />
llevó al monasterio “Santa Clara” de las<br />
hermanas clarisas en Belo Horizonte, donde<br />
el Ministro general tuvo un encuentro y<br />
diálogo con las hermanas. De ahí volvimos<br />
a la casa de la fraternidad y a las 19,00 horas<br />
el Ministro general presidió la Eucaristía<br />
en el templo parroquial. Hubo gran asistencia<br />
de fieles, de modo particular, de los<br />
miembros de la OFS y algunas religiosas<br />
franciscanas. Durante la Eucaristía cinco<br />
hermanos de la OFS emitieron su profesión.<br />
Día 30 de noviembre<br />
Durante la mañana nos trasladamos a la<br />
ciudad de Divinópolis, donde a partir de las<br />
9,30 horas el Ministro general tuvo un encuentro<br />
con los hermanos de la Provincia<br />
durante toda la mañana.<br />
A partir de las 15,00 horas tuvo el encuentro<br />
con los hermanos en formación inicial<br />
y los formadores. Es de notar que en este<br />
convento mora el hermano más anciano<br />
de la Provincia: Fray Antonio da Silva Rocha,<br />
que cumplió 100 años oficialmente,<br />
aunque es probable que tenga más años. El<br />
Ministro general lo visitó y estuvo charlando<br />
un momento con él. Por la noche regresamos<br />
a Belo Horizonte.<br />
Día1dediciembre<br />
Celebramos la Eucaristía con la fraternidad<br />
a las 7,00 horas. Allí el Ministro general<br />
aprovechó para animar a los hermanos ancianos<br />
y para agradecer a la fraternidad sus<br />
atenciones. Esto porque en la curia provincial<br />
tienen también a hermanos ancianos que<br />
requieren de cuidados especiales. Luego, a<br />
partir de las 8,30 horas, tuvo un encuentro y<br />
diálogo con el Definitorio provincial.<br />
Almorzamos a las 11,30 horas y luego<br />
Fray Fabio nos llevó al aeropuerto para trasladarnos<br />
a la siguiente entidad.<br />
Provincia del Santísimo Nombre de Jesús,<br />
en los estados de Goiás y Tocantíns<br />
Llegamos al aeropuerto de Goiania a las<br />
18,00 horas, donde fuimos recibidos por el<br />
nuevo Ministro provincial, Fr Wanderley<br />
Carvalho do Couto y el hermano párroco de<br />
Anápolis. Inmediatamente nos trasladamos<br />
a la ciudad de Anápolis, a la fraternidad de<br />
la curia provincial. El viaje duró un ahora y<br />
media, de modo que esa noche, el programa<br />
sólo consisitió en una recreación con la fraternidad.<br />
El hermano guardián trajo pizza<br />
para todos y estuvimos conociéndonos y<br />
charlando.<br />
Día2dediciembre<br />
A las 6,30 horas el Ministro general presidiólaEucaristíaenelmonasteriodelas<br />
hermanas clarisas. Después, ellas nos ofrecieron<br />
el desayuno en el refectorio del monasterio.<br />
Durante el mismo, el Ministro dialogó<br />
con las hermanas y respondió a las muchas<br />
preguntas que le hacían las hermanas<br />
más jóvenes. Es un monasterio con mucha<br />
vitalidad y con hermanas jóvenes.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
573<br />
Dejamos el Monasterio aproximadamente<br />
a las 8,30, y a las 9,00 horas se realizó<br />
el encuentro del Ministro general con la<br />
mayoría de los hermanos de la Provincia.<br />
Por la tarde, a las 14,30 horas se llevó a<br />
cabo el diálogo del Ministro general con el<br />
Definitorio provincial. Duró aproximadamente<br />
dos horas. Inmediatamente después<br />
partimos para Goiania, donde hacia las<br />
18,30 se tuvo el encuentro con los hermanos<br />
en formación inicial y con los formadores.<br />
Esa noche dormimos en esa fraternidad.<br />
Día3dediciembre<br />
A las 06,30, habiendo tomado un desayuno<br />
ligero, partimos para la ciudad de Catalao.<br />
En esta ciudad está la casa noviciado<br />
en la que participan tres Entidades: la Provincia<br />
del Santísimo Nombre, la Custodia<br />
de las 7 Alegrias de Nuestra Señora, y la<br />
Custodia del Sagrado Corazón, dependiente<br />
de la Provincia de Nápoles.<br />
Llegamos a la casa del noviciado alrededor<br />
de las 9,30 horas, y a las 10,00 dimos inicio<br />
al encuentro con los hermanos novicios.<br />
Luego del almuerzo, a las 14,30 horas,<br />
se tuvo el encuentro con los Ministros del<br />
noviciado interprovincial. A las 17,30 celebramos<br />
las vísperas y luego nos trasladamos<br />
todos a la ciudad. Allí, en la Parroquia<br />
y convento “Madre de Dios”, celebramos la<br />
Eucaristía con gran asistencia de fieles.<br />
Luego de la Eucaristía tuvimos una cena<br />
festiva en el Colegio parroquial, propiedad<br />
también de la Provincia. Por la noche regresamos<br />
a la casa noviciado.<br />
Custodia del Sagrado Corazón de Jesús,<br />
en el occidente del estado de San Pablo<br />
Día 4 de diciembre<br />
A las 06,00 rezamos las laudes y luego<br />
tuvimos el desayuno con la fraternidad. Hacia<br />
las 7,00 partimos con Fray Valmir Ramos,<br />
el Custodio, Fray Marcio Pereira (vice<br />
maestro del noviciado interprovincial) y<br />
Fray Sergio Ferreira para visitar la siguiente<br />
entidad: la Custodia del Sagrado Corazón<br />
de Jesús.<br />
Hacia las 12,00 horas llegamos a la ciudad<br />
de Franca y fuimos directamente al<br />
convento de Nuestra Señora de los Ángeles.<br />
Un convento amplio y agradable que alberga<br />
a los hermanos en la primera etapa de<br />
profesión temporal. Allí nos esperaban,<br />
además de los hermanos, el Sr. Obispo de la<br />
ciudad, Don Fray Caetano Ferrari, <strong>OFM</strong> y<br />
el Ministro provincial de la Provincia de<br />
Nápoles, Fray Luigi Ortaglio. Almorzamos<br />
con ellos y con la fraternidad. Fray Luigi, el<br />
Ministro provincial, nos acompañaría durante<br />
toda la visita y participaría también en<br />
los encuentros.<br />
A las 15,00, se realizó el encuentro con<br />
el Consejo de formación de la Provincia.<br />
Luego a las 17,00 horas, el encuentro y diálogo<br />
con el Consejo de la Custodia.<br />
A las 18,30 nos trasladamos da la ciudad,<br />
a la parroquia “San Judas Tadeo”, donde el<br />
Ministro general presidió la Eucaristía en la<br />
que participaron los fieles en general y de<br />
modo particular la familia franciscana y los<br />
laicos que colaboran con los hermanos. Al<br />
final de la Eucaristía se tuvo una cena fraterna<br />
con todos los laicos de la Parroquia<br />
que quisieron participar. Estuvo también<br />
presente el Sr. Obispo don Fray Caetano.<br />
Día5dediciembre<br />
Hacia las 8,00 horas partimos en coche<br />
para la ciudad de Bebedouro. Llegamos<br />
cerca de las 10,00 y luego de saludar brevemente<br />
a los hermanos de la fraterniad, pasamos<br />
a visitar dos de las obras sociales más<br />
importantes de la Provincia: el “Educandario”<br />
y la “Casa Santa Clara”. En el Educandario,<br />
los directores y el personal que allí<br />
trabaja nos presentaron la historia, y los objetivos<br />
de esta bella obra social. Los alumnos<br />
nos presentaron diversos números culturales<br />
que habían preparado. En la Casa<br />
Santa Clara convivimos unos minutos con<br />
los niños que son atendidos allí. El gobierno<br />
encomienda por uno o más años estos niños<br />
al cuidado y atención del personal de<br />
esta Casa.<br />
Luego de almorzar con la fraterniad de<br />
Bebedouro, partimos para la ciudad de Marília.<br />
En esta ciudad está la fraternidad donde<br />
los profesos temporales estudian la teología.<br />
Allí, a las 15,30 horas tuvimos el encuentro<br />
con todos los hermanos de la Provincia.
574 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
A las 19,30 horas, el Ministro general<br />
presidió la Eucaristía solemene durante la<br />
cual, dos hermanos, Fray Rodrigo Ferrerira<br />
y Fray Steeven Tavares emitieron su profesión<br />
solemne en manos del Ministro general.<br />
Fue una Eucaristía muy solemne y animada.<br />
Participaron casi todos los hermanos<br />
de la Custodia, además de un gran número<br />
de fieles, familiares, amigos y colaboradores<br />
de la fraternidad y de los hermanos que<br />
profesaron.<br />
Día 6 de diciembre<br />
Luego de la oración de Laudes y del desayuno,<br />
hacia las 8,00 horas, el Ministro tuvo<br />
un encuentro y diálogo con los hermanos<br />
en formación inicial de la Custodia.<br />
A las 10,00 horas nos despedimos de la<br />
fraternidad y nos trasladamos al Monasterio<br />
“María Inmaculada” de las hermanas clarisas.<br />
Las hermanas nos recibieron con mucho<br />
cariño y atenciones. Nos hicieron visitar<br />
el monasterio y luego hubo un buen espacion<br />
para el diálogo con el Ministro<br />
general. Al final, llenos de regalos de las<br />
hermanas, tuvimos que marcharnos para el<br />
aeropuerto. Iríamos a Sao Paulo y de allí, a<br />
Roma. Como había tiempo suficiente, Fray<br />
Walter Carvalho, secretario de la Provincia<br />
de la Inmaculada Concepción, fué por nosotros<br />
al aeropuerto de vuelos nacionales,<br />
nos llevó a almorzar a la curia provincial y<br />
luego nos llevó al aeropuerto internacional<br />
de donde partimos de regreso a Roma.<br />
FR.IGNACIO MURO<br />
8. Encuentro con los Hermanos de la Provincia<br />
de Portugal<br />
9 de diciembre de 2006<br />
Con los ecos que nos ha dejado la reciente<br />
celebración del Capítulo General Extraordinario,<br />
dentro del itinerario celebrativo del<br />
VIII Centenario de la Fundación de nuestra<br />
Orden, se pensó en la oportunidad de tener<br />
una jornada de estudio y de encuentro fraterno<br />
para presentar el Documento final del<br />
Capítulo. Tanto más justificada por cuanto<br />
la Provincia se prepara, en esta circunstancia<br />
coyuntural que está viviendo, para celebrar<br />
su Capítulo provincial electivo.<br />
Con la presencia del Definidor general de<br />
la Conferencia, Fr. Miguel Vallecillo Martín,<br />
que había llegado el día anterior a Lisboa,<br />
el Ministro general fue recibido en el<br />
aeropuerto, el día 9 de diciembre, a las 9.30,<br />
por el Ministro provincial y varios hermanos.<br />
Acto seguido nos dirigimos al convento<br />
de Leiría, casa central de la Provincia y<br />
muy apta para este tipo de encuentros, tanto<br />
por su capacidad como por su ubicación en<br />
la geografía portuguesa. Un numeroso grupo<br />
de hermanos, unos 80, contando novicios<br />
y postulantes, esperaban al Ministro general<br />
y sus acompañantes. Tras el saludo general,<br />
que manifestaba la expectación y el afecto<br />
que los hermanos tienen al sucesor del P.<br />
San Francisco, iniciamos la jornada con una<br />
oración, ayudada por un power-point que<br />
nos fue mostrando imágenes y mensajes, en<br />
torno a las ideas básicas que conforman el<br />
itinerario marcado en el Proyecto “La gracia<br />
de los orígenes”.<br />
Las palabras cálidas y fraternas de bienvenida<br />
del Ministro provincial, Fr. Isidro P.<br />
Lamelas, abrieron el acto y dieron el tono de<br />
apertura y receptividad, alegría fraterna e interés<br />
con el que habría de discurrir toda la<br />
jornada formativa. Seguidamente tomó la<br />
palabra el Ministro general que expuso la finalidad<br />
del reciente Capítulo General Extraordinario,<br />
enmarcado en el Proyecto del jubileo<br />
de la fundación de la Orden y del nacimiento<br />
del carisma franciscano. La<br />
disertación del Ministro general se extendió<br />
largo y tendido sobre la presentación del<br />
Documento final del Capítulo. Comentó las<br />
ideas de fondo que para una refundación de<br />
nuestra vida franciscana el documento contiene.<br />
El tema de la fe experiencial y sus<br />
consecuencias en la autenticidad de vida; las<br />
características de nuestro ser de franciscanos,<br />
como son la fraternidad y la minoridad,<br />
deben modelar nuestra vida, nuestras relaciones<br />
con Dios y con los demás; nuestra actitud<br />
de servicio, de situarnos entre los más<br />
pobres y débiles es el modo de estar como<br />
menores entre los hombres; el saber cruzar<br />
fronteras para ir al encuentro de los más necesitados;<br />
el vivir con la lógica del don es el
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
575<br />
reto que nos pone el franciscanismo del futuro;<br />
y, por último, el poner en práctica la<br />
metodología de Emaús, que aborde el tema<br />
de la relación, principalmente en la vida fraterna,<br />
se convierte en una urgencia absolutamente<br />
prioritaria que supere individualismos<br />
y posibilite la presencia del Señor, que<br />
ilumine nuestra realidad y que, tras compartir<br />
la vida y la Eucaristía, surja con fuerza la<br />
mesa fraterna y la misión ilusionada con la<br />
fuerza de la Resurrección.<br />
Con su intervención, se agotó el tiempo<br />
de la mañana y nos aproximamos a la una<br />
del día, en que estaba programada la comida<br />
fraterna, Después vino la foto de grupo<br />
con un tiempo de descanso.<br />
A primeras horas de la tarde nos volvimos<br />
a reunir. En este momento, el Definidor<br />
general tomó la palabra para exponer algunas<br />
ideas sobre el post-capítulo, que es el<br />
reto más preocupante que tenemos en el futuro<br />
próximo, pues todo depende de su recepción,<br />
y cual es el trabajo que se debe desarrollar<br />
en las Entidades para aproximar el<br />
Documento final a todos los hermanos.<br />
Consideró las actitudes con las que hay que<br />
situarse frente al documento, lo que se debe<br />
valorar en él y cómo convertirlo en un instrumento<br />
de formación permanente.<br />
Sin solución de continuidad se pasó a un<br />
animado diálogo con el Ministro que aclaró<br />
muchos aspectos derivados de su intervención,<br />
ampliado a otros temas relacionados<br />
con la vida y misión de la Orden.<br />
La Eucaristía constituyó el momento<br />
cumbre de este intenso y hermoso día de comunión<br />
fraterna. La concelebración, sencilla<br />
y familiar, iluminó toda la temática que<br />
se había tratado en el encuentro y trató de reforzar<br />
los lazos fraternos y la fidelidad a la<br />
vocación recibida. Resaltaré principalmente<br />
el emocionante rito del perdón y la paz, la<br />
renovación de la Profesión religiosa en manos<br />
del Ministro general y la entrega de la<br />
Regla a todos los hermanos, la reflexión en<br />
la postcomunión con ayuda de música e<br />
imágenes de la vida del P. S. Francisco, resaltando<br />
las características de la vocación<br />
del hermano menor, siguiendo las huellas de<br />
su fundador, en nuestro mundo actual. Después<br />
de la acción de gracias, la entrega de la<br />
imagen de la Santísima Virgen al Ministro<br />
general y de San Antonio al Definidor general,<br />
fueron muestras del aprecio de los hermanos<br />
portugueses a la Orden, acordes con<br />
el tiempo litúrgico delAdviento en el que estamos<br />
y con el signo del más ilustre hermano<br />
menor lusitano que, además de ser de Padua<br />
por glorificación lo es antes de Lisboa<br />
por naturaleza. Ambos correspondieron con<br />
palabras de gratitud y felicitación por la inminente<br />
celebración de la Navidad.<br />
Al término de la Eucaristía hubo un<br />
tiempo de receso para el descanso y las despedidas<br />
consiguientes de los hermanos, que<br />
debían volver a sus lugares de destino para<br />
las tareas pastorales del fin de semana.<br />
El último acto oficial de este intenso día<br />
consistió en la reunión del Ministro general<br />
y del Definidor general con el Definitorio<br />
provincial. En un diálogo abierto, sincero y<br />
fraterno se analizó la situación actual de la<br />
Provincia y se abordó principalmente el horizonte<br />
de futuro que, ciertamente, ofrece.<br />
Después de la cena nos despedimos de la<br />
fraternidad de Leiría, con la sensación de<br />
haber vivido una hermosa experiencia de<br />
fraternidad y de estar presentes en el devenir<br />
de la vida de los hermanos con la cercanía<br />
y el servicio. En nuestro viaje de vuelta<br />
a Lisboa, aunque ya era tarde, no podíamos<br />
pasar de largo sin acercarnos a Fátima, que<br />
queda a muy pocos kilómetros de Leiría. La<br />
presencia de María en ese lugar santo, y la<br />
circunstancia de que era sábado, nos convirtió<br />
en peregrinos, aunque fuese por poco<br />
tiempo, en su casa. Nos dio tiempo para llegar<br />
a una parte del rezo del Santo Rosario y<br />
a la procesión. El recogimiento y el numeroso<br />
público que se reunió para honrar a la<br />
Virgen, a pesar del intenso frío, nos animó<br />
también a nosotros a elevar una plegaria a la<br />
que es Mediadora de todas las gracias. Reconfortados<br />
con este último consuelo, llegamos<br />
muy entrada la noche a Lisboa. Al<br />
alba del día siguiente emprendimos el viaje<br />
de vuelta a Roma. En el momento de dar fin<br />
a esta crónica, queremos dejar constancia<br />
de nuestra gratitud, una vez más, al Ministro<br />
provincial y a todos los hermanos de la<br />
Provincia de los Santos Mártires de Marruecos<br />
de Portugal, por su fraterna acogida
576 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
y las numerosas atenciones de las que fuimos<br />
objeto.<br />
FR.MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, <strong>OFM</strong><br />
9. Natale a ChiancianoeaCetonaconil<br />
Ministro Generale<br />
25 dicembre 2006<br />
Non è la prima volta, ma è sempre un<br />
evento gioioso e commovente la celebrazione<br />
del Natale nel convento S. Francesco,<br />
a Cetona, con la comunità di Mondo X e il<br />
Ministro generale. Nel pomeriggio del giorno<br />
di Natale, Fr. José, con una rappresentanza<br />
del Definitorio e della Curia, si è recato<br />
a Cetona per incontrare i giovani delle<br />
comunità di Mondo X e celebrare il Natale<br />
con loro, con i collaboratori, con numerosi<br />
amici e con il fondatore di questa realtà, Fr.<br />
Eligio Gelmini.<br />
Strada facendo, il desiderio di salutare<br />
alcuni Frati ha condotto il Ministro generale<br />
a Chianciano per fare visita alla Fraternità<br />
che custodisce il santuario di Sant’Antonio,<br />
e che appartiene ora alla Provincia<br />
polacca di san Francesco. Dopo il saluto<br />
fraterno e accogliente, e dopo aver ammirato<br />
il maestoso presepe allestito dagli stessi<br />
Frati, Fr. José ha ripreso la strada per Cetona.<br />
Giunto al convento S. Francesco, dopo<br />
l’accoglienza calorosa del Ministro, è seguita<br />
la visita al presepe: incantevole e distribuito<br />
su un’ampia area accanto alla chiesa.<br />
In tutto il convento, sia all’interno come<br />
all’esterno, nella chiesa preparata a festa,<br />
ovunque, si poteva ammirare e apprezzare<br />
la cura e la ricercatezza con cui la comunità<br />
ha preparato gli ambienti per accogliere gli<br />
ospiti. La Messa poi, in queste circostanze,<br />
è il momento culminante della festa. Quest’anno<br />
vi ha partecipato anche il Vescovo<br />
locale: il nostro Frate, Mons. Rodolfo Cetoloni.<br />
La chiesa era gremita e la celebrazione,<br />
animata dai giovani della comunità, attraverso<br />
le parole di Fr. Eligio ha assunto un<br />
carattere di forte intimità e di profonda comunione<br />
della presenza del Signore. Fr. Josè<br />
si è rivolto ai ragazzi convenuti dalle varie<br />
comunità sparse in Italia e ricordando la<br />
loro scelta di passare dalla morte alla vita, li<br />
ha ringraziati per la forte testimonianza che<br />
stanno donando accogliendo generosamente<br />
la fatica, il sacrificio e questo tempo di recupero,<br />
per gustare la vita in pienezza.<br />
Alla celebrazione in chiesa ha fatto seguito<br />
la cena festosa con lo scambio degli auguri<br />
e dei doni. È stato un momento davvero<br />
commovente in cui i ragazzi hanno manifestato<br />
la propria riconoscenza a Fr. Eligio e ai<br />
collaboratori per quanto viene operato con<br />
amore e pazienza durante tutto l’anno.<br />
Non è mancato ovviamente il ricordo e il<br />
dono per il Ministro generale: un magnifico<br />
presepe lavorato a mano. Fr. José nell’accettare<br />
il dono ha espresso tutta l’ammirazione<br />
e l’affetto che prova per questa realtà<br />
che ama e che, per quanto gli è possibile,<br />
cerca di accompagnare personalmente e paternamente.<br />
È stata anche menzionata la nuova realtà<br />
avviata da Mondo X in Terra Santa: da qualche<br />
mese, infatti, una nuova comunità si è<br />
stabilita al Monte Tabor e già sta operando<br />
molto bene. Non sono mancati il ricordo di<br />
amici, che ci hanno lasciato, il riferimento e<br />
il grazie per quanto Mondo X sta donando all’Ordine,<br />
facendosi carico delle cure e dell’assistenza<br />
dei nostri Frati malati e bisognosi<br />
di speciali terapie. Insomma nulla è stato<br />
trascurato per trasformare questo momento<br />
natalizio in un incontro di famiglia, per renderlo<br />
spazio di condivisione, per capire ancor<br />
meglio che è proprio l’umanità più bisognosa<br />
e più umiliata quella preferita e assunta<br />
dal nostro Dio con il Natale di Gesù.<br />
FR.MARIO FAVRETTO<br />
2. Incontro dei Ministri generali del 1°<br />
Ordine e del TOR e della CFF<br />
S. Maria degli Angeli, 3.10.2006<br />
La mattina del 3 ottobre, presso il Centro<br />
di Spiritualità “Barbara Micarelli” delle<br />
Suore Francescane Missionarie di Gesù<br />
Bambino in S. Maria degli Angeli (PG), si è<br />
riunita la Conferenza dei Ministri generali<br />
del Primo Ordine e del TOR.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
577<br />
La riunione è iniziata con il benvenuto<br />
nella Conferenza a Fr. Mauro Jöhri, nuovo<br />
Ministro generale <strong>OFM</strong>Cap, che ha preso il<br />
posto di Fr. John Corriveau, <strong>OFM</strong>Cap. Fr.<br />
Joachim Giermek, Ministro generale <strong>OFM</strong>-<br />
Conv e Presidente di turno della Conferenza,<br />
ha espresso riconoscenza per la preziosa<br />
presenza e l’attiva collaborazione di Fr.<br />
John in questi anni in cui ha partecipato alla<br />
vita della Conferenza e ha pregato Fr.<br />
Mauro di portargli il vivo ringraziamento<br />
da parte di tutti.<br />
L’incontro fraterno è stato l’occasione<br />
per condividere le ricche esperienze vissute<br />
nei due Capitoli generali che si erano da pochi<br />
giorni conclusi, quello elettivo dei Frati<br />
Minori Cappuccini e quello straordinario<br />
dei Frati Minori. Il primo si è occupato primariamente<br />
della revisione delle Costituzioni<br />
generali dell’Ordine, mentre nel secondo<br />
i Frati si sono fermati a riflettere sull’identità<br />
del Frate Minore oggi. Fr. José<br />
Rodríguez Carballo, Ministro generale<br />
<strong>OFM</strong>, ha poi comunicato l’avvio, durante<br />
questo Anno Accademico, di un nuovo Master<br />
per Formatori all’interno dell’Istituto di<br />
Spiritualità della Pontificia Università Antonianum,<br />
che avrà come primaria finalità<br />
la formazione dei formatori francescani. Riguardo<br />
alla Casa “Notre Dame des Nations”<br />
di Bruxelles, dove vengono preparati per la<br />
missione ad gentes i Frati della Conferenza,<br />
Fr. Joachim vi si recherà nel prossimo mese<br />
di novembre, mentre Fr. Mauro si augura di<br />
poterci andare durante il prossimo Corso,<br />
che sarà organizzato per i Frati di lingua<br />
francese. Da parte di tutti viene espresso<br />
l’auspicio di poter organizzare in un prossimo<br />
futuro una visita comune dei Ministri.<br />
Da ultimo Fr. Ilija Živkovic, Ministro<br />
generale TOR, riferisce sulla sua partecipazione,<br />
a nome della Conferenza, all’incontro<br />
ecumenico dei Francescani appartenenti<br />
alle diverse Chiese cristiane, svoltosi dal<br />
28 agosto al 3 settembre 2006, presso il<br />
Centro di Studi Francescano di Canterbury,<br />
e che ha avuto per tema “Dalla Regola alla<br />
vita”.<br />
L’incontro si è concluso con l’elezione<br />
di Fr. Mauro a Presidente di turno e con<br />
l’appuntamento per la prossima riunione<br />
che si terrà il lunedì santo, 2 aprile 2007,<br />
presso la Curia generale dei Frati Minori<br />
Conventuali.<br />
Dopo una breve pausa, alle ore 10,30, si<br />
è riunita la Conferenza della Famiglia Francescana<br />
(CFF) che, oltre ai quattro Ministri<br />
generali, vede la partecipazione della Ministra<br />
generale dell’OFS, Encarnación Del<br />
Pozo, e della Presidente della Conferenza<br />
Francescana Internazionale delle Sorelle e<br />
dei Fratelli del TOR, Sr. Anísia Schneider.<br />
Durante la riunione sono state definitivamente<br />
approvate la lettera di preparazione<br />
all’VIII Centenario di approvazione della<br />
prima Regola francescana, che si celebrerà<br />
nel 2009, e quella per l’VIII Centenario della<br />
nascita di S. Elisabetta d’Ungheria. Le<br />
lettere, tradotte in diverse lingue, saranno<br />
pubblicate rispettivamente il prossimo 29<br />
novembre, Festa di tutti i Santi Francescani,<br />
e il prossimo 17 novembre, festa di S.<br />
Elisabetta.<br />
Al termine della mattinata è stato ricevuto<br />
il nuovo Presidente del Consiglio d’Amministrazione<br />
di Franciscans International<br />
(FI), Fr. John Celichowski, <strong>OFM</strong>Cap, che<br />
era accompagnato da Attilio Galimbrerti,<br />
OFS, Segretario del Consiglio, resosi disponibile<br />
per la traduzione simultanea, e da<br />
Fr. John Quigley, <strong>OFM</strong>, Direttore esecutivo<br />
di FI. È stata questa l’occasione per ascoltare<br />
l’intenso lavoro svolto da FI presso l’O-<br />
NU durante quest’anno e i numerosi progetti<br />
in cantiere per il futuro.<br />
L’incontro si è fraternamente concluso<br />
con il pranzo offerto dalle Suore che ospitavano<br />
la Conferenza e con lo scambio degli<br />
auguri per la festa del padre san Francesco.<br />
FR.STEFANO RECCHIA<br />
3. Visita del Vicario generale alla Fondazione<br />
Francescana in Russia<br />
Nei giorni 6-11 ottobre il Vicario generale,<br />
Fr. Francesco Bravi, accompagnato dal<br />
Definitore generale Fr. Mario Favretto, ha<br />
fatto visita ai Frati della Fondazione Russa<br />
nella Fraternità di S. Pietroburgo. La Fraternità<br />
attualmente è composta di quattro
578 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Professi solenni, tra cui il presidente della<br />
Fondazione: Fr. James Edmiston, e da due<br />
Professi temporanei. Negli stessi giorni era<br />
presente Fr. Corrado Trabucchi da Novosibirsk.<br />
La visita aveva lo scopo di incontrare i<br />
Frati, conoscere almeno in parte la realtà in<br />
cui si sta muovendo il progetto Russia e valutare<br />
alcune scelte per il futuro. Per favorire<br />
tutto ciò, la Fraternità aveva predisposto<br />
un programma che comprendeva momenti<br />
di incontro, di preghiera, di condivisione e<br />
anche alcune visite a persone e luoghi in cui<br />
i Frati operano.<br />
Momenti intensi e significativi per la<br />
condivisione della missione dei nostri Fratelli<br />
sono stati: un ritiro comunitario con<br />
una riflessione offerta da Fr. Mario sul tema:<br />
«L’Ordine osa vivere il vangelo oggi»,<br />
una relazione di Fr. Francesco per comunicare<br />
lo svolgimento eitemidelCapitolo<br />
generale straordinario, le risonanze negli<br />
incontri comunitari, i colloqui personali.<br />
Interessanti sono stati i vari incontri avvenuti<br />
durante la permanenza. Anzitutto ha<br />
sorpreso la cordiale accoglienza ricevuta dal<br />
parroco della cattedrale ortodossa della Trinità.<br />
Piacevole e fraterna è stata pure l’accoglienza<br />
di un altro parroco ortodosso con cui<br />
collaborano i nostri Frati, il parroco della<br />
“Cerminskaia”, una sorta di chiesa santuario<br />
con annesso un centro di ospitalità e di servizi<br />
sociali per bambini e per famiglie. Anche<br />
l’incontro con i fedeli della parrocchia<br />
S. Cuore e con vari amici collaboratori dei<br />
Frati è stato un buon momento per conoscere<br />
l’ambiente in cui si muovono i nostri Frati<br />
e per recepire la grande ammirazione da<br />
parte della gente per san Francesco.<br />
A questo proposito, il programma della<br />
visita comprendeva pure l’inaugurazione, da<br />
parte del Vicario generale, della mostra: «san<br />
Francesco nella memoria dell’umanità». Si<br />
tratta della prima esposizione di opere a carattere<br />
francescano, create da vari pittori locali.<br />
Con i discorsi di circostanza, Fr. Francesco<br />
ha inaugurato la mostra tagliando il<br />
tradizionale nastro. Numerosa è stata la partecipazione<br />
all’evento e grande la soddisfazione<br />
particolarmente del promotore e curatore<br />
della mostra: Fr. Fiorenzo Reati.<br />
Una nota di speciale interesse riguarda le<br />
celebrazioni svolte in questi giorni. Domenica<br />
8 ottobre tutti i Frati hanno partecipato<br />
all’Eucaristia nella chiesa parrocchiale del<br />
Sacro Cuore. La presenza dei fedeli era numerosa;<br />
vi era anche un monaco ortodosso,<br />
P. Veniamin, che da tempo condivide con i<br />
nostri Frati l’insegnamento, varie iniziative<br />
e la devozione per san Francesco. Nella celebrazione<br />
presieduta da Fr. James, presidente<br />
della Fondazione, Fr. Francesco Bravi<br />
ha tenuto l’omelia con l’aiuto di un interprete.<br />
Subito dopo il Vicario generale ha<br />
consegnato ad ogni Frate presente il crocifisso<br />
di S. Damiano, segno espressivo per<br />
indicare la conclusione del cammino di formazione<br />
svolto durante l’anno passato, primo<br />
anno di preparazione al centenario, anno<br />
dedicato al discernimento.<br />
Altro momento rilevante è stata la celebrazione<br />
eucaristica conclusiva che si è<br />
svolta nella cappella della Casa, presieduta<br />
da Fr. Francesco, e nella quale è stato consegnato<br />
ad ogni Frate il Vangelo e la Regola.<br />
Questa consegna richiama la seconda<br />
tappa del percorso verso il centenario della<br />
fondazione dell’Ordine e, per i Frati della<br />
Fondazione, segna l’inizio di un nuovo anno<br />
di impegno e di formazione permanente<br />
e iniziale. Nella stessa celebrazione è avvenuto<br />
il rinnovo della Professione da parte di<br />
tutti i presenti.<br />
Nei momenti liberi il Guardiano, Fr. Stefano,<br />
si è premurato per una visita ai monumenti<br />
più importanti della splendida città.<br />
Non è mancata una cena conclusiva in un<br />
locale tipico per far conoscere e apprezzare<br />
agli ospiti qualche tradizione russa.<br />
La visita, benché limitata a un territorio,<br />
è stata un momento favorevole per conoscere<br />
meglio sia la vita della Fondazione<br />
con le prospettive e i problemi, sia la vita e<br />
il cammino dell’Ordine. La condivisione<br />
effettuata è stata molto buona, ha fatto bene<br />
ad ognuno, ha accresciuto l’ammirazione<br />
verso questi Frati che stanno operando in<br />
una realtà ancora nuova, da esplorare e in<br />
un territorio eccessivamente grande. Riguardo<br />
ai nostri Fratelli che vivono in Russia<br />
va ricordato che la prossimità con il Governo<br />
dell’Ordine, con le Entità e con i Fra-
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
579<br />
ti in generale, rimane un valido sostegno<br />
che non dovremo far mancare.<br />
FR.MARIO FAVRETTO<br />
4. Assemblea Compi e nuovo Presidente<br />
della Conferenza<br />
Assisi, Casa Leonori, 22-28.10.2006<br />
Nei giorni 22-28 ottobre 2006 si è tenuta<br />
ad Assisi presso la Casa Leonori la periodica<br />
Assemblea della Conferenza dei Ministri<br />
provinciali d’Italia e Albania. L’Assemblea<br />
ha svolto un intenso programma che comprendeva<br />
la verifica dell’animazione e delle<br />
attività della Conferenza e il rinnovo del<br />
Consiglio di Presidenza: ha dedicato abbondante<br />
tempo alla condivisione da parte<br />
dei Ministri circa la vita, i problemi e i progetti<br />
nelle varie Province; ha accolto le comunicazioni<br />
del governo dell’Ordine dal<br />
Definitore generale, Fr. Mario Favretto; ha<br />
preso in esame la relazione triennale del<br />
Presidente, Fr. Luigi Ortaglio; ha, quindi,<br />
proceduto all’elezione del nuovo Presidente<br />
della Conferenza e del nuovo Consiglio.<br />
Fr. Marino Porcelli, Ministro della Provincia<br />
Romana, è stato eletto Presidente della<br />
Conferenza dei Ministri provinciali d’Italia<br />
e Albania. Dopo aver eletto l’intero Consiglio<br />
di Presidenza e scelto il nuovo Segretario<br />
e un nuovo economo, l’Assemblea si è<br />
dedicata ad alcuni temi di formazione. Anzitutto<br />
è stato dato spazio alla riflessione su<br />
quanto emerso nell’Assemblea della Chiesa<br />
italiana, tenuta a Verona nello stesso mese.<br />
Qualche Ministro Provinciale, avendo<br />
partecipato al Convegno ecclesiale italiano,<br />
ha condiviso con i presenti le proprie impressioni<br />
e valutazioni. Fr. Marino ha presentato<br />
una proposta di riflessione sul tema<br />
del Convegno ecclesiale in riferimento alla<br />
Evangelizzazione e al prossimo nostro<br />
Convegno Internazionale: Dal Convegno<br />
ecclesiale di Verona alla vita nelle Province<br />
ofm. Una giornata è stata dedicata all’approfondimento<br />
di questo tema con la partecipazione<br />
del Vescovo di Assisi, Mons. Domenico<br />
Sorrentino, che ha proposto ai Ministri<br />
provinciali una riflessione sulla<br />
Vocazione ecclesiale dei Frati Minori in<br />
Italia. Il Vescovo poi ha presieduto l’Eucaristia<br />
con i Provinciali italiani e nella celebrazione<br />
ha condiviso e sottolineato il ruolo<br />
singolare di Assisi e dei Francescani nella<br />
realtà ecclesiale italiana, insistendo tra<br />
l’altro sulla straordinaria ricorrenza degli<br />
800 anni della conversione di Francesco e<br />
dell’incontro con il Cristo a S. Damiano.<br />
Una unità di lavoro è stata dedicata anche<br />
alla valutazione del Capitolo generale<br />
straordinario dell’Ordine, recentemente celebrato.<br />
Ogni Ministro provinciale ha condiviso<br />
la sua valutazione circa lo svolgimento<br />
e i contenuti del Capitolo. Ognuno<br />
ha esposto le proprie impressioni sull’esperienza<br />
vissuta al Capitolo e la ricaduta di<br />
quanto trattato nella vita dei Frati e delle<br />
Province. Ogni Ministro ha, poi, comunicato<br />
le iniziative che intende adottare nella<br />
propria Provincia per dare continuità al Capitolo<br />
generale celebrato. La valutazione<br />
emersa è stata positiva e ha raccolto varie<br />
considerazioni che sono state presentate al<br />
Ministro generale.<br />
Ampio spazio dell’Assemblea è stato dedicato<br />
alle relazioni e ai programmi futuri<br />
per quanto concerne i vari settori della vita<br />
e dell’animazione della Conferenza. Considerevole<br />
attenzione è stata riservata alla relazione<br />
sulla vita della Fondazione missionaria<br />
Notre Dame d’Afrique in Congo Brazzaville;<br />
fr. Massimo Reschiglian ha<br />
presentato lo stato della missione dopo la<br />
recente visita col Presidente della Compi.<br />
Ci si è occupati inoltre della gestione della<br />
casa Leonori, sede della Compi, del Cenacolo<br />
Francescano e di impegnativi interventi<br />
di ristrutturazione, della rivista Missioni<br />
Francescane dopo un anno di nuova gestione<br />
col proposito di rilanciare questo organo<br />
informativo e divulgativo sulle Missioni<br />
dell’Ordine nel mondo.<br />
Nell’ultimo giorno dell’Assemblea, sabato<br />
28, tutti i Ministri provinciali si sono<br />
trasferiti da Assisi a Capestrano per partecipare<br />
alla celebrazione del 550° anniversario<br />
della morte di S. Giovanni da Capestrano.<br />
FR.MARIO FAVRETTO
580 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
5. 550° anniversario della morte di san<br />
Giovanni da Capestrano<br />
Capestrano, 28 ottobre 2006<br />
Il 23 ottobre di quest’anno ricorreva il<br />
550° anniversario della morte di san Giovanni<br />
e la ricorrenza non poteva passare<br />
senza una speciale memoria da parte dell’Ordine.<br />
Perciò il Ministro generale col suo<br />
Definitorio ha programmato una giornata<br />
commemorativa nella cittadina natale del<br />
santo.<br />
Il giorno 28 ottobre sono convenuti a<br />
Capestrano lo stesso Ministro Generale, il<br />
Definitorio, parte dei Frati della Curia generale,<br />
numerosi Frati della locale Provincia<br />
abruzzese di S. Bernardino con il Ministro<br />
provinciale. Per la circostanza straordinaria<br />
hanno partecipato tutti i Ministri<br />
provinciali d’Italia, una rappresentanza di<br />
Frati della Provincia Ungherese “N. D. Ungarorum”<br />
e dei Frati dall’Austria con il Vicario<br />
provinciale, un Delegato della Prov.<br />
S. Croce in Germania. L’appuntamento iniziale<br />
della giornata era al Castello di Capestrano,<br />
ospiti del sindaco e dei rappresentanti<br />
della giunta comunale, dove si è tenuta<br />
la commemorazione della figura di san<br />
Giovanni. Ha esordito il Ministro generale<br />
ricordando con brevi parole la statura spirituale<br />
e civile di Giovanni e l’alta considerazione<br />
di lui da parte della Chiesa del suo<br />
tempo. Quindi ha preso la parola il prof.<br />
Remo Guidi, esperto del periodo rinascimentale,<br />
che ha contestualizzato la figura e<br />
l’opera di rinnovamento del Capestrano<br />
nella situazione ecclesiale e politica del suo<br />
tempo. La relazione da lui tenuta ha sviluppato<br />
il tema: Giovanni da Capestrano, un<br />
uomo deciso per una riforma necessaria.<br />
Un’altra relazione è stata offerta dal prof.<br />
Marco Bartoli che ha descritto l’attività e il<br />
modo di operare del Capestrano a partire<br />
dai documenti e dai codici conservati nella<br />
biblioteca del convento di Capestrano:<br />
Giovanni da Capestrano e i Papi del suo<br />
tempo. A partire dai documenti conservati<br />
nella biblioteca del convento di Capestrano.<br />
Il prof. Bartoli, oltre ad illustrare ai presenti<br />
i vari volumi trasportati e utilizzati da<br />
S. Giovanni, ha anche descritto parte del<br />
prezioso patrimonio documentale conservato<br />
a Capestrano. Il Ministro provinciale<br />
ha presentato alcune recenti pubblicazioni<br />
su S. Giovanni, sponsorizzate dal comune<br />
di Capestrano e dalla Provincia nostra d’Abruzzo.<br />
Terminata questa prima parte commemorativa,<br />
tutti si sono portati al convento di<br />
S. Giovanni anzitutto per visitare la mostra<br />
allestita per la ricorrenza, poi per il pranzo e<br />
la celebrazione pomeridiana. Ad accogliere<br />
in Convento i partecipanti, oltre alla Fraternità<br />
locale, c’era la nuova comunità dei giovani<br />
di Mondo X che opera per liberare dalla<br />
tossicodipendenza; la comunità è stata<br />
avviata da pochi mesi in questo luogo per<br />
opera del fondatore e nostro frate, Fr. Eligio<br />
Gelmini. L’accoglienza in convento, il<br />
pranzo preparato dai giovani, la condivisione<br />
della preghiera, sono stati un’ulteriore<br />
occasione per manifestare il legame e l’affetto<br />
della realtà di Mondo X con il nostro<br />
Ordine e il Ministro generale ha voluto ricordarlo<br />
pubblicamente.<br />
Nel pomeriggio si è celebrata solennemente<br />
l’Eucaristia nella chiesa di S. Giovanni.<br />
La celebrazione è stata presieduta da<br />
Fr. José, Ministro generale, e numerosi erano<br />
i concelebranti. Nutrita è stata la partecipazione<br />
della gente di Capestrano ed apprezzata<br />
l’animazione della Corale parrocchiale<br />
che ha reso ancor più festosa e<br />
solenne la celebrazione eucaristica. Il Ministro<br />
generale ha richiamato l’attualità di san<br />
Giovanni e della sua opera di rinnovamento;<br />
quindi con calore e passione ha raccomandato<br />
ai Frati e ai fedeli di essere fieri di<br />
questa grande figura di francescano, ma anche<br />
di raccoglierne l’eredità diventando<br />
prosecutori oggi della sua santità.<br />
FR.MARIO FAVRETTO<br />
6. Incontro con i Visitatori generali<br />
Roma, Curia generale, 13-17.11.2006<br />
Dal 13 al 17 novembre si è tenuto, presso<br />
la Curia generale, l’incontro annuale del<br />
Ministro e Definitorio generale con i Visitatori,<br />
provenienti da tredici Nazioni.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
581<br />
Partecipanti<br />
Definitorio generale<br />
Fr. José Rodríguez Carballo, Min. Gen.;<br />
Fr. Francesco Bravi, Vic. Gen. et Proc.<br />
Gen.; Fr. Finian McGinn, Def. Gen.; Fr. Šime<br />
Samac, Def. Gen.; Fr. Miguel J. Vallecillo<br />
Martín, Def. Gen.; Fr. Ambrogio<br />
Nguyen Van Si , Def. Gen.; Fr. Amaral Bernardo<br />
Amaral, Def. Gen.; Fr. Mario Favretto,<br />
Def. Gen.; Fr. Luis Gerardo Cabrera<br />
Herrera, Def. Gen.; Fr. Juan Ignacio Muro<br />
Aréchiga, Def. Gen.; Fr. Jakab Várnai, Def.<br />
Gen.; Fr. Sandro Overend Rigillo, Sec.<br />
Gen.<br />
Visitatori generali<br />
Fr. Paul Zahner, Cust. Aut. Christi Regis<br />
(Helvetia), pro Prov. Thuringiae S. Elisabeth<br />
(Germania); Fr. Eduardo Metz, Prov.<br />
S. Crucis (Brasilia), pro Prov. SS. Martyrum<br />
Gorcomiensium (Nederlandia); Fr.<br />
John Puodziunas, Prov. Assumptionis<br />
B.M.V. (USA), pro Prov. S. Casimiri (Lituania);<br />
Fr. Donato Sardella, Prov. Apuliae<br />
S. Michaëlis Archangeli (Italia), pro Prov.<br />
Samnito-Hirpina S. M. Gratiarum (Italia);<br />
Fr. Giuseppe Ferrari, Prov. Bononiensis Christi<br />
Regis (Italia), pro Prov. Neapolitana<br />
Ss. Cordis Iesu (Italia) et Cust. Ss. Cordis<br />
Iesu (Brasilia) dep. a Prov. Neapolitana; Fr.<br />
Francesco De Feo, Prov. Samnito-Hirpina<br />
S.M. Gratiarum (Italia), pro Prov. Calabriae<br />
SS. VII Martyrum (Italia); Fr. Theo Vergeer,<br />
Prov. SS. Martyrum Gorcomiensium<br />
(Nederlandia), pro Prov. S. Michaëlis Archangeli<br />
(Indonesia); Fr. Oscar Ante, Prov.<br />
S. Petri Baptistae (Philippinae), pro Prov. S.<br />
Francisci Assisiensis (Vietnamia); Fr. Baltazar<br />
Obico, Prov. S. Petri Baptistae (Philippinae),<br />
pro Prov. Sanctorum Martyrum<br />
Iaponiae (Iaponia); Fr. Stanisław Mazgaj,<br />
Prov. Sanctae Mariae Angelorum (Polonia),<br />
pro Prov. S. Michaëlis Archangeli (Ucraina);<br />
Fr. José Pereira Das Neves, Prov. SS.<br />
Martyrum Marochiensium (Lusitania ), pro<br />
Prov. Baetica Franciscana (Hispania); Fr.<br />
Isauro U. Covili Linfati, Prov. SS. Trinitatis<br />
(Chilia), pro Prov. S. Francisci Solano (Peruvia);<br />
Fr. Thomas Nairn, Prov. SS. Cordis<br />
Iesu (USA), pro Prov. Sancti Spiritus (Au-<br />
stralia, Nova Zelandia); Fr. Sime Samac,<br />
Def. Gen., Prov. S. Redemptoris (Croatia),<br />
pro Prov. Assumptionis B.M.V. (Bosna et<br />
Hercegovina); Fr. Finian McGinn, Def.<br />
Gen. Assistens, Prov. S. Sanctae Barbarae<br />
(USA), pro Cust. S. Familiae (USA) dep. a<br />
Prov. Assumptionis B.M.V. (Bosna et Hercegovina);<br />
Fr. Pedro Ruiz Verdú, Prov.<br />
Carthagensis Franciscana (Hispania), pro<br />
Prov. Cataloniae S. Salvatoris ab Horta (Hispania);<br />
Fr. José Kohler, Prov. Trium Sociorum<br />
(Gallia/Belgium), pro Prov. Verbi Incarnati<br />
(Togum, Africa Occidentalis ); Fr.<br />
Benoît Dubigeon, Prov. B. Pacifici (Gallia),<br />
pro Prov. Trium Sociorum (Gallia, Belgium);<br />
Fr. Giancarlo Rosati, Prov. Seraphicae<br />
S. Francisci Assisiensis (Italia), pro<br />
Prov. S. Francisci Solano (Argentina); Fr.<br />
Antonio Schauerte, Prov. Assumptionis<br />
BMV (Brasilia), pro Prov. S. Francisci<br />
(Brasilia).<br />
Interpreti<br />
Fr. Patrick Hudson (inglese), Fr. Cesar<br />
Javier Orduña (spagnolo), Fr. Stefano Lovato<br />
(italiano).<br />
Assistenti<br />
Fr. Philippe Schillings (Verbalista), Fr.<br />
Simone Lopata (Assistente computer), Fr.<br />
Samuele Portka (Assistente in Aula).<br />
Segreteria<br />
Fr. Sandro Overend Rigillo (Sec. gen.),<br />
Fr. Ernest Karol Siekierka (Vice Sec. gen.),<br />
Fr. Francisco Manuel Romero García (Vice<br />
Sec. gen.).<br />
Agenda<br />
L’incontro è iniziato il giorno 13 novembre<br />
alle ore 9 nell’Aula Duns Scoto. Dopo il<br />
saluto di benvenuto e l’autopresentazione<br />
dei partecipanti il Ministro generale ha tenuto<br />
la sua Relazione su: «La Visita canonica:<br />
un tempo per discernere e valutare». Descritte<br />
la Visita canonica e la figura del Visitatore<br />
secondo il pensiero di Francesco e<br />
della nostra legislazione, Fr. José R. Carballo<br />
si è soffermato a lungo sul Documento<br />
del Capitolo generale straordinario, «Il
582 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Signore ci parla lungo la via», sottolineandone<br />
prima la «chiamate» rivolte all’Ordine<br />
e poi gli orientamenti pratici per guidare<br />
il cammino delle Entità e delle Fraternità:<br />
chiamate ed orientamenti che possono illuminare<br />
il servizio che il Visitatore generale<br />
si appresta a svolgere a favore dei singoli<br />
Frati e Fraternità provinciali. Nella Sessione<br />
pomeridiana c’è stato, prima, il lavoro in<br />
gruppi linguistici, per approfondire la Relazione<br />
del Ministro, e, poi, in Assemblea per<br />
condividere quanto emerso nei gruppi.<br />
Tutto il secondo giorno è stato dedicato<br />
alla riflessione sulla Visita e sul ruolo del<br />
Visitatore attraverso il contributo di alcune<br />
Relazioni («Il Visitatore generale e la Visita,<br />
Fr. L. Cabrera; «Il ruolo del Visitatore<br />
nel Capitolo e nel Congresso capitolare»,<br />
Fr. J. Várnai), con il sussidio di una scheda<br />
riassuntiva (Fr. F. McGinn), con il lavoro in<br />
gruppi e, infine, con l’approfondimento e la<br />
condivisione in Assemblea.<br />
La mattinata del terzo giorno, 15 novembre,<br />
è stata lasciata libera per permettere ai<br />
singoli Visitatori di poter incontrare il Ministro<br />
e/o i Definitori generali. Nel pomeriggio<br />
si sono avute varie comunicazioni sul Capitolo<br />
generale (Fr. F. Bravi), sul progetto provinciale<br />
di vita e sul secondo anno di preparazione<br />
all’VIII Centenario (Fr. M. Vallecillo),<br />
sull’Ufficio delle Comunicazioni (Fr. J.<br />
Abela) e sull’economia (Fr. G. Lati).<br />
Il giorno 16 novembre è stato dedicato a<br />
varie tematiche presentate dai diversi Segretariati<br />
ed Uffici della Curia (Formazione<br />
e Studi, GPIC, Evangelizzazione e Missione,<br />
Fund-raising), con la possibilità di approfondire<br />
i contenuti delle riflessioni proposte<br />
attraverso il lavoro in gruppi e la condivisione<br />
in Assemblea.<br />
Nella mattinata dell’ultimo giorno, 17<br />
novembre, si è avuta l’opportunità di porre<br />
domande di natura giuridica e pratica. Hanno<br />
risposto alle domande Fr. F. Antonelli<br />
(Ufficio giuridico), Fr. F. Bravi e Fr. V. Menegatti<br />
(Procura generale). Nel pomeriggio<br />
si è avuta ancora un’Assemblea per il dialogo<br />
e la verifica di quanto avvenuto nei giorni<br />
precedenti. Terminato l’incontro in Aula<br />
ci si è recati in chiesa per la Celebrazione<br />
eucaristica conclusiva, presieduta da Fr. José,<br />
al termine della quale il Ministro generale<br />
ha dato il “mandato” ai Visitatori, donando<br />
loro una pergamena con la benedizione<br />
di san Francesco. Questa celebrazione,<br />
però, merita una particolare menzione,<br />
poiché è avvenuta il 17 novembre 2006, inizio<br />
della celebrazione dell’VIII Centenario<br />
della nascita di santa Elisabetta d’Ungheria,<br />
Patrona dell’OFS. Infatti, il Ministro ha dedicato<br />
l’omelia a questa testimone straordinaria<br />
dell’amore verso Dio e il prossimo,<br />
sull’esempio di san Francesco, e al termine<br />
della Messa ci si è recati all’altare di santa<br />
Elisabetta per renderle omaggio. Erano presenti<br />
anche alcuni membri dell’OFS.<br />
7. Diario di viaggio in Cina<br />
FR.LUIGI PERUGINI<br />
La Cina appare sempre di più sul palcoscenico<br />
internazionale e molti coltivano almeno<br />
il desiderio di poter entrare in questo<br />
Paese immenso, prendere contatto con questo<br />
popolo che rappresenta il terzo dell’intera<br />
umanità, poter penetrare almeno un poco<br />
in questo mondo orientale affascinante e<br />
misterioso insieme. È con questi sentimenti<br />
che anch’io sono partito per la grande Cina,<br />
non senza una certa emozione, che veniva<br />
accresciuta dalla possibilità di incontrare<br />
tante persone conosciute e ivi residenti.<br />
Il primo contatto l’ho avuto nella regione<br />
autonoma di Hong Kong, dove di colpo<br />
mi sono trovato in mezzo ad una foresta di<br />
grattacieli, in uno scenario quasi da film di<br />
fantascienza. Qui, si direbbe che la normalità<br />
non esiste, non una casa a misura d’uomo,<br />
non uno spazio orizzontale al di fuori<br />
delle grandi arterie stradali. Si è già in Cina,<br />
ma non la Cina che ci si attende.<br />
Il viaggio continua verso la Cina continentale,<br />
la “vera” Cina. Il Visto si ottiene<br />
molto facilmente nella stessa Hong Kong.<br />
Arrivati con il Bus alla frontiera, che distingue<br />
le due parti, prima di entrare, bisogna<br />
sbrigare velocemente alcune formalità e sottostare<br />
a pochi controlli. Nella prima città<br />
che s’incontra, Shenzhen, nulla di nuovo.<br />
Anch’essa è modernissima e in grande svi-
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
583<br />
luppo. In realtà ogni città cinese importante<br />
vive un grande fervore di lavori di modernizzazione.<br />
Ovunque nascono rapidamente<br />
nuovi grattacieli, nuovi quartieri, infrastrutture<br />
nuove. La Cina sta vivendo un vero<br />
boom economico e di benessere che sta interessando<br />
diverse classi sociali, con le dovute<br />
proporzioni. Chi mi accompagna mi dice<br />
che quella Banca così organizzata oggi,<br />
qualche anno fa non era che una sala con pochi<br />
mezzi tecnici e molta confusione; in quel<br />
quartiere nuovo c’erano solo case piccole e<br />
vecchie; in quella piazza grande e ben ornata<br />
non c’era che fango e sporcizia; quel terminal<br />
dell’aeroporto solo un anno fa non<br />
esisteva. E così tanti altri esempi di questo<br />
genere, che mi mostrano come il progresso<br />
in Cina stia veramente galoppando. Vi è<br />
però il rischio molto concreto che tale rapido<br />
sviluppo provochi nuovi e grandi squilibri.<br />
Nelle campagne vivono 800 milioni di<br />
persone, di cui almeno 300 milioni vivono<br />
ancora sotto la soglia della povertà. Il movimento<br />
di una massa tale di gente potrebbe<br />
presto destabilizzare tutto il sistema.<br />
Arrivo a casa del mio amico in una città<br />
del centro nord e noto in un angolo una tendina<br />
che chiude solo a metà. Chiedo cosa<br />
c’è dietro. Mi risponde che vi era una cameretta<br />
la quale è stata adibita a cappella<br />
con piccoli e semplici oggetti liturgici.<br />
«Quellatenda–mispiega–èilmodotradizionale<br />
cinese di riparare un ambiente dagli<br />
occhi dei visitatori e qui noi dobbiamo essere<br />
prudenti. Quando viene il proprietario<br />
o un operaio per qualche lavoro, non vogliamo<br />
che vedano il nostro luogo di preghiera<br />
e a volte togliamo anche tutti gli oggetti,<br />
perché se scoprono gli oggetti e i libri<br />
cristiani possono sospettare di noi e denunciarci<br />
alle autorità civili».<br />
Dietro il progresso esteriore comincio a<br />
scoprire un’altra realtà meno positiva. Il governo<br />
controlla in maniera molto stretta e<br />
capillare i membri della Chiesa cattolica. I<br />
religiosi e sacerdoti stranieri possono restare<br />
in Cina solo con un Visto di lavoro ufficiale,<br />
nascondendo assolutamente la loro<br />
identità religiosa.<br />
«In quella cappella “domestica” preghiamo<br />
e celebriamo sempre con le porte<br />
chiuse e le tende tirate, per non generare sospetti<br />
nei co-inquilini». E il mio amico non<br />
invita mai nessuno in casa per un incontro o<br />
una riunione. Una frequentazione assidua di<br />
estranei potrebbe far sospettare i vicini di<br />
casa e le guardie che sono all’ingresso del<br />
piccolo quartiere protetto. Gli incontri e le<br />
riunioni si fanno sempre in luoghi pubblici<br />
o nei ristoranti, avendo l’avvertenza di cambiare<br />
spesso il luogo dell’appuntamento. Di<br />
più, prima di arrivare a “svelarsi” e incontrare<br />
un altro, è necessario un tempo lungo<br />
di accostamento, di conoscenza reciproca,<br />
di verifica sull’attendibilità dell’altro e sulla<br />
serietà della persona. Il mio amico ha atteso<br />
8 anni prima di incontrare e farsi riconoscere<br />
da una suora, che oggi è la sua più<br />
fedele amica e collaboratrice. La paura del<br />
sospetto e della denuncia, con le relative<br />
conseguenze, impongono la massima prudenza<br />
nei rapporti interpersonali in Cina.<br />
Il giorno dopo sono accompagnato in<br />
una comunità “undeground”, che cioè non<br />
si è iscritta all’Associazione patriottica della<br />
Chiesa cattolica in Cina e che di conseguenza<br />
è considerata illegale ed è costretta a<br />
vivere in clandestinità. Dopo alcune ore di<br />
viaggio in auto, arriviamo in una campagna,<br />
dove appare un grande caseggiato mezzo<br />
nascosto da una corona di alberi. Ci accolgono<br />
con molta ospitalità e con grande<br />
gioia. Essendo stranieri, noi siamo sempre<br />
bene accolti, mentre invece qualcuno della<br />
Chiesa ufficiale non sarebbe nemmeno ricevuto,<br />
poiché dicono che costui non ha “la<br />
comunione sacramentale” in quanto non in<br />
comunione con la Chiesa di Roma e perciò<br />
fuori della cattolicità. A questa interpretazione<br />
teologica, che non sembra sempre<br />
giustificata in quanto oggi almeno l’80 %<br />
dei vescovi sono riconosciuti dal Papa, si<br />
aggiunge la reazione degli stessi cristiani,<br />
almeno di quelli più rigidi, i quali rifiutano<br />
anche i loro sacerdoti se questi osano partecipare<br />
all’Eucaristia celebrata dai sacerdoti<br />
della Chiesa ufficiale. Una Congregazione<br />
di suore, ad esempio, ha un gruppo “underground”<br />
e un altro gruppo iscritto alla Chiesa<br />
ufficiale: tra le due comunità non vi è relazione<br />
né comunione, salvo qualche rarissima<br />
comunicazione puramente formale.
584 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Nella comunità dove siamo visitiamo la<br />
casa e parliamo con i religiosi della loro vita<br />
e della loro formazione. Tutto è molto<br />
semplice e povero. Tra di noi parliamo liberamente,<br />
ma siamo coscienti di essere in<br />
una casa quasi segreta. Eppure questi religiosi<br />
sono conosciuti dalla gente circostante,<br />
che anzi li aiuta e li protegge in qualche<br />
maniera. Tra la comunità e le famiglie si è<br />
instaurata una buona relazione di solidarietà<br />
e di aiuto reciproco. Anche le autorità civili<br />
locali li conoscono e li tollerano, poiché in<br />
quella zona fino ad oggi non è stata costituita<br />
l’Associazione patriottica della Chiesa<br />
cattolica. Dove invece questa struttura esiste,<br />
chi non si è iscritto è considerato fuori<br />
legge, illegale, e perciò ricercato, represso,<br />
imprigionato. Così, un’altra comunità “undeground”<br />
che ho potuto incontrare durante<br />
il mio viaggio è costretta a cambiare casa<br />
almeno ogni sei mesi, a cambiare il numero<br />
del telefono cellulare ogni mese, i membri<br />
si nascondono in piccoli gruppi nelle famiglie<br />
cristiane più conosciute, e praticamente<br />
vivono nascosti per la maggior parte dell’anno.<br />
Approfittano di questo nascondimento<br />
“forzato” per dedicarsi alla formazione<br />
dei più giovani.<br />
Una seconda visita la facciamo ad un lebbrosario,<br />
che è riconosciuto dal governo e<br />
gestito da alcuni religiosi, anch’essi dichiaratisi<br />
tali e accettati dalle autorità civili. Prima<br />
di arrivarci dobbiamo attraversare tutta<br />
una catena di montagne per arrivare in fondo<br />
ad una valle chiusa dai monti, completamente<br />
isolati e lontani dai luoghi abitati. Qui, separati<br />
da tutti, sono accolti e curati i lebbrosi.<br />
Vi sono una ottantina di questi malati, giovani<br />
e anziani, ancora con la malattia viva e<br />
anche contagiosa. La struttura è la migliore<br />
della regione e un modello di lebbrosario per<br />
tutta la Cina. I religiosi che lo gestiscono sono<br />
riconosciuti e accettati come tali, ma non<br />
possono assolutamente svolgere nessuna attività<br />
religiosa nel lebbrosario. Nella casa<br />
dove alloggiano hanno adattato una stanza a<br />
cappella, ma un giorno il rappresentante del<br />
governo, che controlla ogni loro movimento,<br />
è andato a prendere la lista dei libri di liturgia<br />
e di meditazione per verificare il loro<br />
contenuto. Tra il personale vi sono anche alcuni<br />
volontari laici, anch’essi cattolici, con<br />
un margine più ampio di movimento, ma<br />
sempre costretti a ritrovarsi per la preghiera<br />
o per la formazione solo in una stanza della<br />
casa loro riservata e senza altre persone<br />
estranee.<br />
Il lavoro di queste persone è una testimonianza<br />
silenziosa dell’amore di Dio per i<br />
poveri e i malati. In Cina l’evangelizzazione<br />
esplicita non è permessa, però questa è<br />
possibile indirettamente attraverso le opere<br />
sociali e umanitarie. Il governo accetta e apprezza<br />
chi lavora per il bene della società,<br />
nelle cliniche, nei lebbrosari, nelle scuole di<br />
campagna, negli asili. E in queste istituzioni<br />
ciascuno può inserirsi come ordinario<br />
impiegato od operaio, mantenendo segreta<br />
la propria identità religiosa cristiana. Nel lavoro<br />
in favore dei poveri e dei malati si può<br />
dare una grande testimonianza evangelica<br />
lasciando a quando e come Dio vuole la<br />
possibilità di esprimere con la parola quanto<br />
si offre con la vita e con l’esempio.<br />
Il mio viaggio continua verso una diocesi<br />
di campagna. Con fatica, già due settimane<br />
prima, ci procurano i biglietti per il treno.<br />
Alla stazione di partenza una folla immensa<br />
aspetta nella grande sala con valigie, sacchi,<br />
pacchi, e ogni altro genere di mercanzia. Il<br />
personale della stazione cerca di tenere un<br />
po’di ordine, organizzando file di passeggeri.<br />
Noi abbiamo la carrozza e il sedile prenotati,<br />
ma all’arrivo davanti al vagone questo è<br />
già quasi pieno e davanti alla porta con noi<br />
vi è una lunga fila di nuovi passeggeri. Con<br />
l’aiuto del personale che guida con i megafoni<br />
e di una certa pressione fisica riusciamo<br />
finalmente ad entrare. Il vagone è stracolmo<br />
di gente e i nostri posti sono occupati.<br />
Una persona locale ci apre il cammino e<br />
fa sloggiare con un sorriso chi occupava i<br />
posti a noi assegnati. Finalmente ci sediamo,<br />
quasi accovacciati, e restiamo così immobili<br />
lungo tutto il viaggio che dura tutta la notte.<br />
In Cina i viaggi lunghi in treno si fanno<br />
sempre di notte, così all’arrivo si ha subito<br />
un nuovo giorno a disposizione. È stata l’unica<br />
volta che mi sono appisolato restando<br />
seduto. Al mattino, sceso dal treno, ho dovuto<br />
fare un po’di esercizi cinesi per riprendere<br />
la funzione degli arti inferiori.
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
585<br />
All’uscita dalla stazione ci sono già alcune<br />
persone che ci attendono e ci portano<br />
subito al vicino ristorante. Qui ci offrono<br />
una sostanziosa colazione cinese. Durante il<br />
mio viaggio una sola volta ho mangiato in<br />
casa. Non ho mai frequentato tanti ristoranti<br />
come in Cina. Poiché è nei ristoranti che<br />
in genere ci si incontra e si parla, per garantire<br />
meglio l’anonimato.<br />
Siamo in una piccola cittadina, dove il<br />
vescovo attuale, ormai anziano, ha passato<br />
una ventina di anni in carcere e solo da pochissimo<br />
tempo ha potuto assumere le sue<br />
funzioni episcopali. È una persona molto<br />
semplice e affabile, orgoglioso oggi di avere<br />
una chiesa e accanto una comunità di<br />
suore che lui stesso ha fondato. Egli si è<br />
iscritto alla Chiesa ufficiale ma è anche riconosciuto<br />
dal Vaticano, con il quale coltiva<br />
relazioni regolari.<br />
La superiora della comunità religiosa ci<br />
accompagna a visitare il luogo dove visse e<br />
morì la Beata Assunta Pallotta, suora italiana<br />
francescana missionaria di Maria, dalla<br />
quale la giovane congregazione voluta dal<br />
vescovo ha preso il nome. Il luogo della<br />
Beata Assunta è pieno di ricordi e di testimonianze.<br />
Accanto vi è ancora un grande<br />
convento francescano in cui sono stati formati<br />
alcuni frati ancora viventi. Vicino vi è<br />
un santuario della Madonna dei sette dolori,<br />
sulla cima di un monte, al quale si arriva facendo<br />
la Via Crucis. Sulla sommità ci attende<br />
un grande arco che rappresenta la porta<br />
del cielo, e poi dietro , al centro di una grande<br />
spianata, una costruzione rotonda e solenne<br />
che riprende la forma del tempio del<br />
cielo che è a Pechino. Anche la Chiesa dedicata<br />
alla Madonna è tutta in stile cinese.<br />
Tutto ciò mi rimanda con la memoria all’antica<br />
diatriba tra gesuiti e francescani riguardo<br />
ai riti cinesi e mi fa riflettere sulla<br />
possibilità di inculturare la Chiesa e il Vangelo<br />
in Cina. Diversi tentativi sono stati fatti<br />
lungo i secoli. Questo santuario ne è un<br />
raro esempio. Un’operazione d’inculturazione<br />
in profondità sarà possibile quando ci<br />
sarà la libertà di religione e di culto. Poiché,<br />
mi assicura il solito amico che mi è sempre<br />
accanto, l’antica cultura cinese ha assunto i<br />
valori fondamentali dell’uomo e l’anima ci-<br />
nese è molto vicina allo spirito del Vangelo,<br />
e specialmente allo spirito francescano.<br />
Dopo un’altra notte in treno, ma meno<br />
tragica della prima, arrivo a Pechino, la<br />
grande metropoli di circa 16 milioni di abitanti<br />
e capitale dell’immensa Cina. Anche<br />
qui il visitatore è colpito dallo sviluppo e<br />
dalla modernizzazione rapida della città.<br />
Però lasciando Pechino con l’aereo si vede<br />
ai margini della città una grande “bidonville”.<br />
I contrasti sono forti e si stanno accentuando.<br />
Più aumentano i grattacieli, più aumentano<br />
le povertà.<br />
A Pechino ho la possibilità di visitare i<br />
luoghi-simbolo della Cina: la città proibita<br />
dell’epoca imperiale, il tempio del cielo riservato<br />
agli antichi sacrifici, la piazza Tienammen,<br />
tristemente famosa per la repressione<br />
maoista della gioventù studentesca.<br />
A Pechino incontro anche altre persone<br />
che lavorano per la Chiesa in Cina, con<br />
grande convinzione e dedizione. Stanno<br />
sviluppando soprattutto la “via socio-umanitaria”<br />
per rendere presente nella società il<br />
fermento evangelico, che lentamente e discretamente<br />
potrà fermentare e rinnovare<br />
anche la società cinese.<br />
Questo è un momento favorevole per la<br />
Chiesa in Cina, afferma il mio amico alla fine<br />
del mio viaggio. La sua affermazione mi<br />
sorprende un poco, dopo tutte le difficoltà<br />
che ho potuto notare nella vita delle comunità<br />
cristiane e religiose. Ma forse il mio<br />
amico ha ragione. L’apertura al mercato internazionale,<br />
il fenomeno della globalizzazione<br />
che non può essere bloccato nemmeno<br />
in Cina, l’occasione dei prossimi giochi<br />
olimpici nel 2008 che faranno entrare nuovi<br />
rapporti e nuove idee, tutto questo fa pensare<br />
che un’apertura ci sarà anche nell’ambito<br />
della religione e per la Chiesa. Tanti segni<br />
e tanti fermenti sono già presenti.<br />
Aspettano solo il momento della loro piena<br />
manifestazione.<br />
8. Notitiae particulares<br />
– MONS. FERNANDO ANTÔNIO FIGUEIRE-<br />
DO, <strong>OFM</strong>, Vescovo di S. Amaro (Brasile),<br />
è stato nominato da Benedetto XVI
586 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Membro del Consiglio Speciale per<br />
l’America.<br />
(L’Osservatore Romano, 15 ottobre 2006)<br />
– CARD.CLÁUDIO HUMMES, <strong>OFM</strong>, Arcivescovo<br />
di San Paolo (Brasile), è stato nominato<br />
da Benedetto XVI Prefetto della<br />
Congregazione per il Clero in sostituzione<br />
del Card. Darío Castrillón Hoyos, che<br />
ha presentato la sua rinuncia per ragioni<br />
d’età.<br />
(L’Osservatore Romano, 1 novembre 2006)<br />
Breve biografia<br />
Il Cardinale Cláudio Hummes è nato a<br />
Montenegro (nel sud del Brasile), diocesi di<br />
Porto Alegre, l’8 agosto 1934 da Pedro<br />
Adão Hummes e Maria Frank Hummes.<br />
Entrato nell’Ordine dei Frati Minori, nella<br />
Provincia di San Francesco (Porto Alegre,<br />
Brasile) il 1 febbraio 1952, emise la professione<br />
solenne il 2 febbraio 1956 e fu ordinato<br />
sacerdote il 3 agosto 1958. Dopo gli<br />
studi nel Seminario Serafico “São Francisco<br />
de Assis”, a Taquari (1944-1951), ha<br />
frequentato il corso di filosofia presso il<br />
Convento San Bonaventura di Daltro Filho,<br />
e quello di teologia nel Convento S. Antonio,<br />
a Divinópolis, MG (1953-1958). Dopo<br />
l’ordinazione sacerdotale ha conseguito la<br />
laurea in filosofia a Roma, presso l’Antonianum<br />
(1959-1963); a Ginevra (Svizzera)<br />
ha fatto il corso di specializzazione in ecumenismo<br />
presso l’Institut Oecuménique de<br />
Bossey (1968). Tornato in Provincia, venne<br />
impegnato nell’insegnamento della filosofia<br />
a Daltro Filho dal 1963 al 1968; in seguito<br />
gli fu affidata la direzione della Facoltà<br />
di Filosofia di Viamão e la cattedra alla<br />
Pontificia Università Cattolica di Porto<br />
Alegre (1972-1975).<br />
Dal 1965 al 1968 ha lavorato per la Conferenza<br />
Episcopale Brasiliana come esperto<br />
per il settore ecumenico. Eletto Ministro<br />
provinciale della sua Provincia, è stato anche<br />
Presidente dell’Unione delle Conferenze<br />
Francescane di America Latina<br />
(UCLAF) dal 1973 al 1974.<br />
Il 22 marzo 1975 è stato nominato Vescovo<br />
Coadiutore di Santo André, nei pressi<br />
di São Paulo, e ha ricevuto l’ordinazione<br />
episcopale a Porto Alegre il 22 maggio successivo.<br />
Il 29 dicembre di quel medesimo<br />
anno ha assunto, come Vescovo diocesano,<br />
il governo pastorale della diocesi. Il 29<br />
maggio 1996 è stato promosso alla sede<br />
metropolitana di Fortaleza. Il 15 aprile 1998<br />
è stato nominato da Giovanni Paolo II Arcivescovo<br />
metropolita di São Paulo, succedendo<br />
al Cardinale francescano Paulo Evaristo<br />
Arns.<br />
In quei 25 anni di episcopato è stato<br />
membro della Commissione Episcopale<br />
della Pastorale della CNBB a Brasilia: per<br />
l’ecumenismo, i laici e la pastorale operaia<br />
dal 1979 al 1983 e per la famiglia e la cultura<br />
dal 1995 al 1998. È stato anche consulente<br />
nazionale per la Pastorale Operaia dal<br />
1979 al 1990. Nei 21 anni trascorsi a Santo<br />
André ha difeso gli operai, ha sostenuto i<br />
sindacati e ha partecipato a scioperi quale<br />
Vescovo responsabile della Pastorale Operaia<br />
in tutto il Brasile. Nei due anni trascorsi<br />
a Fortaleza è stato responsabile per la famiglia<br />
e la cultura nella Conferenza dei Vescovi<br />
del Brasile a Brasilia. È stato, anche,<br />
uno degli artefici del 2° Incontro Mondiale<br />
delle Famiglie con il Papa, tenutosi a Rio de<br />
Janeiro nel 1997.<br />
Da Giovanni Paolo II è stato creato Cardinale<br />
nel Concistoro del 21 febbraio 2001,<br />
del Titolo di Sant’Antonio da Padova in Via<br />
Merulana, Roma. Nel 2002 è stato invitato<br />
da Giovani Paolo II a predicare gli esercizi<br />
spirituali per il Papa e la Curia romana, meditando<br />
su come essere discepoli di Cristo.<br />
Rendendo nota la sua nomina, la “Radio<br />
Vaticana” ha sottolineato il suo impegno a<br />
favore del dialogo ecumenico, della promozione<br />
dei laici, della pastorale operaia e della<br />
formazione dei sacerdoti. Importante è<br />
stato il ruolo che ha svolto nel campo della<br />
comunicazione di massa, perché la Chiesa<br />
parli con la città, avvicinando i cattolici e<br />
portando il Vangelo nelle famiglie.<br />
Il Card. Hummes è membro: delle Congregazioni<br />
per il Culto Divino e la Disciplina<br />
dei Sacramenti, per la Dottrina della Fede,<br />
per i Vescovi; dei Pontifici Consigli per<br />
i Laici, per il Dialogo Inter-religioso, per la<br />
Famiglia, per la Cultura, “Cor Unum”; del-
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
587<br />
la Pontificia Commissione per l’America<br />
Latina; del Consiglio di Cardinali per lo studio<br />
dei problemi organizzativi ed economici<br />
della Santa Sede.<br />
– FR.JORGE HERBAS BALDERRAMA, <strong>OFM</strong>,<br />
è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo<br />
Coadiutore della Prelatura di Aiquile<br />
(Bolivia).<br />
(L’Osservatore Romano, 30 dicembre 2006)<br />
Brevi note biografiche<br />
Fr.JorgeènatoaMizque(Bolivia)il1<br />
giugno 1963. È entrato nel Noviziato della<br />
Prov. S. Antonio in Bolivia il 2 febbraio<br />
1985, ha emesso la professione temporanea<br />
il 3 febbraio 1986, quella solenne il 12 agosto<br />
1989 ed è stato ordinato sacerdote il 27<br />
dicembre 1990.<br />
Ha compiuto gli studi di base a Mizque e<br />
in Aiquile, quelli di filosofia e teologia nell’Istituto<br />
Superiore di Studi Teologici<br />
(ISET) in Cochabamba. Successivamente<br />
ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico<br />
presso l’Università Pontifica Antonianum<br />
di Roma.<br />
Ha svolto le seguenti attività: Parroco<br />
della Parrocchia “Sant’Anna” in Sucre<br />
(1991-1999), Maestro dei Professi temporanei<br />
in Cochabamba (1999-2005); Consultore<br />
giuridico della Provincia (1999-<br />
2002); Definitore provinciale (1999-<br />
2005); Segretario per la Formazione e gli<br />
Studi (1999-2005); Presidente del Tribunale<br />
Ecclesiastico di Prima Istanza dell’Arcidiocesi<br />
di Cochabamba; Membro del<br />
Consiglio presbiterale e del Collegio dei<br />
Consultori dell’Arcidiocesi di Cochabamba;<br />
Vicario parrocchiale della Parrocchia<br />
“Madre della Divina Provvidenza” in Cochabamba.<br />
Alcuni dati statistici della Prelatura di<br />
Aiquile: superficie, 23.325; popolazione,<br />
230.000 (cattolici: 200.000); sacerdoti, 27;<br />
religiosi, 86.
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MANCINELLI MARIA LETIZIA, Indagini<br />
archeologiche nella cheisa di San Damiano<br />
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Giovanni da Capestrano: due Santi dell’Osservanza<br />
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della Marca (1393-1476). Uomo di cultura<br />
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Taumaturgo del sec. XV, Linea Grafica,<br />
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nach Johannes Duns Scotus, B.Kühlen<br />
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Christian Gladness. On the love of Jesus<br />
Christ according to the teaching of John<br />
Duns Scotus, 2006, pp. 48.<br />
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Magistrorum Novitiorum, La Verna-Assisi,<br />
8-30 Octobris 2005, Roma 2006,<br />
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cura di), Liber Annus, LV/2005, Franciscan<br />
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584 + 76 tav.<br />
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Prinosi iz. povijesti, kulture i archeologije,<br />
(Frutti dell’amore e del sacrificio.<br />
Storia, cultura e archeologia), Tiskara<br />
Suton, Livno 2005, pp. 312.
NECROLOGIA<br />
1. Mons. Antonio Forte <strong>OFM</strong><br />
Polla, Italia, 09.07.1928<br />
Nocera Superiore, Italia, 11.09.2006<br />
L’uomo non ha meriti da vantare se non<br />
il suo spazio di disponibilità al dono dello<br />
Spirito. E lo Spirito, quando vuole, gioca a<br />
sconvolgere le trame di una vita ordinaria<br />
ritmata dalla convinta risposta all’ideale<br />
francescano e dallo sforzo feriale di tradurlo<br />
nella propria vita. Del resto, Plutarco insegna,<br />
la grandezza di un uomo non si misura<br />
dalle grandi opere bensì dai piccoli gesti,<br />
parole, comportamenti quotidiani che<br />
ne esprimano la coerenza tra ideale e vita.<br />
A leggere nella vita di P. Antonio si rileva<br />
una costante: l’ideale francescano assunto<br />
con entusiasmo negli anni giovanili è divenuto<br />
sempre più il progetto di una vita di<br />
donazione a Cristo e ai fratelli.<br />
Fraterno, gioviale, alla mano con tutti, P.<br />
Antonio è stato il frate e il Pastore che, senza<br />
forzatura, superava le distanze sociali per<br />
farsi amico, o meglio fratello, del bambino<br />
o del giovane o dell’anziano, della vecchietta<br />
o della giovane, del contadino o dell’operaio<br />
o del professionista. Immediata la<br />
simpatia per lui in chiunque l’avesse incontrato.<br />
Anche da vescovo ha saputo custodire<br />
la sua naturale spontaneità senza mortificare<br />
la schiettezza del francescano.<br />
Era nato a Polla il 9 luglio 1928 in una<br />
famiglia semplice ma ricca di profonda fede.<br />
Il 29 settembre 1943, a Tramonti veste<br />
l’abito francescano iniziando l’anno di noviziato.<br />
Il 1° ottobre 1944 emette la professione<br />
temporanea e l’8 dicembre 1949 la<br />
professione solenne. Conclusa la sua formazione<br />
filosofico-teologica, il 25 febbraio<br />
1951, è ordinato presbitero.<br />
I Superiori, quasi ad orientarne la vita a<br />
servizio della formazione dei giovani, lo indirizzarono<br />
a Roma-Grottaferrata presso<br />
l’Istituto pedagogico dove conseguì la laurea<br />
in Pedagogia nel 1953. Rientrato in Pro-<br />
vincia nell’agosto dello stesso anno, fu vice-Rettore<br />
dei fratini a Bracigliano; nel<br />
1955, Maestro dei chierici a Nocera; nel<br />
1960, direttore spirituale dei chierici a Serino;<br />
nel 1962, ancora Maestro dei chierici a<br />
Nocera; nel 1968, di nuovo a Serino come<br />
Maestro dei chierici.<br />
La crisi delle vocazioni svuotò gli studentati<br />
della Provincia e si tentò un’esperienza<br />
di seminario interprovinciale del sud<br />
Italia e, dal 1969 al 1971, P. Antonio è al<br />
Monastero S. Chiara in Napoli ancora come<br />
Maestro dei chierici.<br />
Per circa un ventennio è stato il formatore,<br />
il frate che si imponeva per la coerenza<br />
della vita. Metodi pedagogici discutibili, a<br />
volte, specie nel periodo dei fermenti postconciliari,<br />
ma il riconoscimento dei formandi<br />
era unanime: la trasparenza della vita,<br />
l’onestà, il proporre ideali che per primo<br />
si sforzava di incarnare ne facevano il frate<br />
autentico, appassionato per quell’ideale<br />
francescano che riscontrava sempre più svilito.<br />
Non poche volte, nelle interminabili discussioni<br />
“intorno” al francescanesimo e alla<br />
vita religiosa, ripeteva: «è finita la razza<br />
dei frati!»; ma, indomito e incorreggibile<br />
ottimista, continuava a lavorare perché di<br />
quella “razza” non si perdesse la semente!<br />
Intanto all’interno della Provincia veniva<br />
chiamato ad assolvere anche altri uffici:<br />
Definitore provinciale (1962-68), Vicario<br />
provinciale (1968-74), Ministro provinciale<br />
(1974-80) e ancora Vicario provinciale<br />
(1980-86).<br />
Il Ministro Generale dell’Ordine, apprezzandone<br />
le qualità umane e francescane,<br />
gli affidò due volte l’incarico di Visitatore<br />
generale: nel 1973 per la Provincia S.<br />
Michele Arcangelo in Puglia e nel 1982 per<br />
la Provincia Sacro Cuore di Napoli.<br />
Il riconoscimento delle qualità di Padre<br />
Antonio non restò circoscritto all’Ordine<br />
dei Frati Minori: fu Vice Presidente della<br />
Conferenza Italiana dei Superiori Maggio-
592 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
ri, un organismo di coordinamento della vita<br />
religiosa italiana, e per tale incarico, fu<br />
designato membro della commissione mista<br />
Vescovi-Religiosi nella Conferenza Episcopale<br />
Italiana.<br />
Per diversi anni è stato Vice Assistente<br />
centrale dei Missionari e delle Missionarie<br />
dell’Opera della Regalità, istituto secolare<br />
fondato da P. Agostino Gemelli.<br />
L’impegno formativo di P. Antonio proseguì<br />
anche nella ricostruzione dopo il tormentato<br />
approdo a nuovi criteri formativi<br />
nella Chiesa e negli Istituti religiosi; fu Segretario<br />
provinciale per la formazione dal<br />
1980 al 1986 e responsabile della formazione<br />
permanente dal 1986 al 1988.<br />
II frate autorevole ed esemplare, non più<br />
giovanissimo, ancora emerse nella valutazione<br />
dei Superiori quando si iniziò la ricostruzione<br />
delle case formative in Provincia.<br />
Così, P. Antonio il 9 agosto del 1983, è designato<br />
Guardiano della casa di formazione<br />
per i professi temporanei a Santa Maria della<br />
Foce in Sarno. Nel 1986 è riconfermato<br />
nell’incarico e l’11 giugno del 1988, inaspettata,<br />
giunge la sua elezione a Vescovo<br />
di Ariano Irpino e Lacedonia.<br />
Viene ordinato Vescovo il 10 settembre<br />
1988 a Nocera Superiore dal Cardinale<br />
Gantin e il 25 settembre entra nella sua Diocesi<br />
di Ariano Irpino e Lacedonia. Il 20 febbraio<br />
del 1993 è trasferito alla Diocesi di<br />
Avellino in cui fa il suo ingresso il 27 marzo<br />
dello stesso anno e restandovi fino alla<br />
elezione del suo successore. Saluta la Diocesi<br />
di Avellino il 16 dicembre 2004 e il 15<br />
gennaio 2005 rientra in Provincia. Viene assegnato<br />
alla fraternità di Bracigliano ma,<br />
dopo poco, per meglio essere seguito nel<br />
decorso post-operatorio a causa di un intervento<br />
chirurgico subito al Cardarelli di Napoli,<br />
si trasferisce all’infermeria provinciale<br />
di S. Maria degli Angeli in Nocera Superiore.<br />
Qui, dopo circa un anno trascorso tra<br />
ricoveri, visite e ulteriori interventi chirurgici,<br />
sorella morte lo ha raggiunto per condurlo<br />
a ricevere la ricompensa dovuta al solerte<br />
operaio che ha risposto con fedeltà alla<br />
chiamata del Padre celeste.<br />
Gli uffici ricoperti, pur se prestigiosi,<br />
non modificarono la spontaneità di P. Antonio.<br />
La dignità episcopale contribuì ad<br />
ampliare la sua paternità ma non incise sulla<br />
sua semplicità di vita e di comportamento.<br />
L’episcopato fu solo un altro dei tanti<br />
“servizi” richiestogli che assolse con la<br />
semplicità di sempre. E se si pose l’interrogativo<br />
della sua scelta all’episcopato sicuramente<br />
si ricordò delle parole di Francesco<br />
di Assisi a Frate Masseo: «... perciò che<br />
quelli occhi santissimi non hanno veduto<br />
fra li peccatori nessuno più vile, né più insufficiente,<br />
né più grande peccatore di me;<br />
e però a fare quell’operazione maravigliosa,<br />
la quale egli intende di fare, non ha trovato<br />
più vile creatura sopra la terra; e perciò<br />
ha eletto me per confondere la nobiltà e<br />
la grandigia e la fortezza e bellezza e sapienza<br />
del mondo, acciò che si conosca<br />
ch’ogni virtù e ogni bene è da lui, e non<br />
dalla creatura, e nessuna persona si possa<br />
gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria,<br />
si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e<br />
gloria in eterno» (Fioretti,capX).<br />
2. Anno 2006 mortui sunt<br />
FR.GIUSEPPE IANDIORIO<br />
* 16 maggio 2006: LOCATELLI FR.AGNEL-<br />
LO, Trento, nato a Bergamo, della Prov.<br />
Bononiensis Christi Regis, Italia. Novello<br />
sacerdote si dedica alla predicazione,<br />
all’assistenza spirituale degli Scouts e<br />
all’insegnamento della Religione presso<br />
i conventi di Cortemaggiore, Modena S.<br />
Cataldo, Cesena, Predappio, l’Osservanza<br />
di Bologna, Faenza e a Imola. Nel<br />
1970 è a Bologna come membro del<br />
Centro Pastorale vocazionale. Dal 1973<br />
al 2005 risiede presso i conventi di: Brisighella,<br />
Busseto, Borgonovo, Mirandola<br />
e Piacenza fino all’inizio del 2005.<br />
L’ultimo anno della sua vita lo trascorre<br />
in Infermeria provinciale, aggredito, ormai,<br />
da un male incurabile. È morto a<br />
Bologna all’età di anni 90, di vita francescana<br />
62 e di sacerdozio 58.<br />
* 31 maggio 2006: RUBIO FERNANDEZ FR.<br />
FELIX, nato a Villacid de Campos, della
NECROLOGIA<br />
593<br />
Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna.<br />
Ordinato sacerdote, iniziò il suo lavoro<br />
di Professore nei Collegi di Soria e<br />
Zarautz. Aveva un talento particolare per<br />
le arti grafiche e per la musica (organista<br />
e cantore nei vari luoghi dove è stato).<br />
Visse 30 anni in Bolivia, dove fu Professore<br />
nei Seminari, Procuratore generale<br />
del Vicariato e Direttore Nazionale de<br />
O.M.P. Fu un Frate laborioso, esigente,<br />
generoso e allegro. È morto al San<br />
Fermín de los Navarros in Madrid all’età<br />
di anni 72, di vita francescana 56 e di sacerdozio<br />
49.<br />
* 21 giugno 2006: ESNAOLA GARMENDIA<br />
FR. ANASTASIO, nato a Azpeitia, della<br />
Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna.<br />
Dopo l’ordinazione sacerdotale fu<br />
destinato al Collegio di Zarautz, dove<br />
trascorse tutta la sua vita. Fu Professore<br />
nella Scuola Professionale Antoniana,<br />
molto apprezzato dagli alunni, impegnato<br />
nella pastorale, soprattutto nel Sacramento<br />
della penitenza. Specialista nella<br />
lingua basca, è stato collaboratore di Riviste,<br />
scrittore di libri e di novelle, traducendo<br />
anche in euskara le novelle degli<br />
autori più famosi. È morto a Zarautz all’età<br />
di anni 73, di vita francescana 54 e<br />
di sacerdozio 46.<br />
* 20 luglio 2006: BIAIN IÑURRITEGI FR.<br />
SALVADOR, nato a Oñati, della Prov.<br />
Franciscanae de Arantzazu, Spagna. Licenziato<br />
in Teologia all’Antonianum di<br />
Roma, divenne Lettore generale a Grottaferrata<br />
e si è diplomato nelle Lettere<br />
Classiche a Salamanca. Trascorse poi<br />
tutta la sua vita nel campo della formazione:<br />
i primi venti anni in Spagna<br />
(1958-1978) come Maestro dei Postulanti<br />
e dei Novizi, educatore e direttore<br />
spirituale nei Seminari della Provincia;<br />
gli altri venti anni in Paraguay, dove, oltre<br />
ad essere stato Segretario della Custodia,<br />
bibliotecario, archivista e cronista,<br />
continuò a lavorare nel campo della<br />
formazione È morto a Bilbao all’età di<br />
anni 75, di vita francescana 58 e di sacerdozio<br />
51.<br />
* 3 agosto 2006: DRUDI FR.ATANASIO,AN-<br />
TONIO, nato a Rimini, della Prov. Bononiensis<br />
Christi Regis, Italia. Dal 1950 al<br />
1953 frequenta l’Istituto Apostolico di S.<br />
Eloquenza di Frascati. Rientrato in Provincia<br />
partecipa alla “Fraternità volante”<br />
voluta e sostenuta dal card. Lercaro. Dal<br />
1959 al 1965 è Guardiano e parroco nella<br />
parrocchia di san Pierdamiani di Ravenna.<br />
Nel 1967 è presso la parrocchia di<br />
Santo Spirito in Ferrara dove rimarrà parroco<br />
sino al 1997. Più volte Guardiano e<br />
Definitore provinciale (1970-76; 1980-<br />
82; 1989-91). Nel 1997 passa nella Fraternità<br />
di postulato a Villa Verucchio. Nel<br />
2004 è trasferito presso l’Infermeria. È<br />
morto a Bologna all’età di anni 81, di vita<br />
francescana 66 e di sacerdozio 56.<br />
* 9 agosto 2006: OPRšAL FR. JAROSLAV,<br />
nato a Čekánov, della Prov. Bohemiae et<br />
Moraviae S. Venceslai, Rep. Ceca. Dopo<br />
la seconda Guerra Mondiale ha frequentato<br />
il ginnasio dei Gesuiti, chiuso dalle<br />
autorità comuniste. Successivamente ha<br />
lavorato nella Casa vinicola di Melník.<br />
Ottenuto il permesso per partecipare ad<br />
una gita nell’Europa occidentale, si è<br />
fermato a Roma per studiare teologia e<br />
diventare sacerdote presso il Collegio<br />
ceco “Nepomuceno”. Ordinato sacerdote,<br />
è entrato nell’Ordine dei Frati Minori<br />
nella Provincia toscana. È stato Cappellano<br />
nell’Ospedale ed ha prestato servizio<br />
presso il Santuario della Verna. Caduto<br />
il comunismo, nel 1990 è tornato in<br />
Cecoslavacchia, dove ha prestato servizio<br />
negli Ospedali e, verso la fine della<br />
vita, in una Cominità di Suore francescane.<br />
È morto a Praga all’età di anni 77, di<br />
vita francescana 31 e di sacerdozio 33.<br />
* 10 agosto 2006: KUSTUSZ FR. GAU-<br />
DENTY,ALFONS, nato a Wejherowo, della<br />
Prov. S. Francisci Assissiensis, Polonia.<br />
È stato Professore di dogmatica e di ecumenismo<br />
e Rettore della Casa di formazione<br />
di Katowice-Panewniki. Ha svolto<br />
il suo ministero a servizio, soprattutto,<br />
degli studenti del Centro Accademico di<br />
Katowice. È stato Coordinatore della
594 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Commissione “Giustizia, Pace ed Integrità<br />
del Creato” della Provincia. Ha<br />
pubblicato alcuni volumi e tanti articoli<br />
sulla Passione di Cristo e sul culto mariano,<br />
sulla storia della città e del Convento<br />
francescano di Wejherowo. È morto<br />
all’età di anni 72, di vita francescana<br />
53 e di sacerdozio 47.<br />
* 10 agosto 2006: LOMBARDI FR. ZACCA-<br />
RIA,DOMENICO, nato a S. Agata dei Goti<br />
(BN), della Prov. Samnito-Hirpinae S.<br />
Mariae Gratiarum, Italia. Assegnato dall’obbedienza<br />
alle Fraternità di Circello,<br />
Benevento “S. Giovanni Battista”, Montecalvo<br />
Irpino, Lacedonia e Vituliano,<br />
dal 1965 ha svolto il suo ministero presbiterale<br />
in Benevento “Le Grazie”<br />
diffondendo quotidianamente, con la visita<br />
alle famiglie e agli ammalati della<br />
città, la devozione e la consacrazione al<br />
Cuore Immacolato di Maria. È morto a<br />
Benevento all’età di anni 81, di vita francescana<br />
57 e di sacerdozio 51.<br />
* 12 agosto 2006: AISHER FR.FRANCIS,nato<br />
a Auckland, Nuova Zelanda, della<br />
Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto<br />
a Melbourne, Australia, all’età di anni 87<br />
e di vita francescana 50.<br />
* 15 agosto 2006: TESTA FR. CELSO, MI-<br />
CHELE, nato a San Vito Romano, della<br />
Prov. Romanae Ss. Petri et Pauli, Italia.<br />
Nove mesi dopo la sua Ordinazione presbiterale,<br />
nel 1938 andò in Argentina,<br />
nella Custodia di Salta. Fu nominato Vicario<br />
cooperatore nel Centro missionario<br />
di Tartagal (1939-1942). Fu il primo Parroco<br />
della missione di Jacuiba in Bolivia<br />
(1943-1947), inaugurò la nuova Parrocchia<br />
di Embarcación dove rimase fino al<br />
1953 e di nuovo Parroco a Tartagal fino<br />
al 1958. Nei due anni successivi prima<br />
aiutò la missione di Rio Caraparì e, poi,<br />
fu Cappellano dell’Ospedale di Jujuy.<br />
Dopo essere stato per qualche anno in<br />
Italia, è ritornato (1973), nella Custodia<br />
di Salta, dove ha prestato servizio per sei<br />
anni nella missione di Aguaray e nel<br />
convento di S. Francisco di Jujuy. Nel<br />
1987 è ritornato definitivamente in Italia,<br />
offrendo il suo servizio e la sua testimonianza<br />
nella Casa di formazione per i<br />
Professi temporanei in Frascati. Nel luglio<br />
del 2005 è stato trasferito nell’Infermeria<br />
provinciale di S. Sebastiano, in<br />
Roma. È morto presso la Clinica “Annunziatella”<br />
in Roma all’età di anni 92,<br />
divitafrancescana75edisacerdozio69.<br />
* 16 agosto 2006: SIEKANIEC FR. LADI-<br />
SLAS,JOHN,natoaSiouxCity,dellaProv.<br />
Ss. Cordis Iesu, USA. È morto presso il<br />
St. Anthony Hospital di St. Louis all’età<br />
di anni 92, di vita francescana 72 e di sacerdozio<br />
66.<br />
* 17 agosto 2006: TRYKAR FR. PROKOP,<br />
EDUARD, della Prov. Bohemiae et Moraviae<br />
S. Venceslai, Rep. Ceca. Ha studiato<br />
pedagogia nell’Università di Praga,<br />
senza poter ottenere la Laurea, a causa<br />
della persecuzione religiosa. Per molti<br />
anni ha lavorato come muratore. A circa<br />
50 anni è entrato nell’Ordine dei Frati<br />
Minori. Dopo aver compiuto gli studi filosofici<br />
e teologici, in clandestinità, è<br />
stato ordinato sacerdote, sempre in clandestinità.<br />
Continuando a fare il muratore,<br />
ha svolto un’evangelizzazione “silenziosa”<br />
nel quartiere dove è vissuto in<br />
grande povertà. Caduto il comunismo,<br />
nel 1990 gli è stata restituita la laurea in<br />
Pedagogia ed ha messo a servizio del lavoro<br />
pastorale, prima e dopo la clandestinità,<br />
la scienza pedagogica acquisita.<br />
È morto a Stará Boleslav all’età di anni<br />
76, di vita francescana 25 e di sacerdozio<br />
22.<br />
* 19 agosto 2006: AINSWORTH FR. GOD-<br />
FREY, nato in Wellington, Nuova Zelanda,<br />
della Prov. Sancti Spiritus, Australia.<br />
È morto a Sydney all’età di anni 84, di<br />
vita francescana 58 e di sacerdozio 52.<br />
* 26 agosto 2006: DE VITA FR.BERNARDI-<br />
NO M., ANTONIO, nato a Trebisacce, della<br />
Prov. Calabriae Ss. Septem Martyrum,<br />
Italia. È morto nell’Infermeria provinciale<br />
di S. Maria degli Angeli, Perugia,
NECROLOGIA<br />
595<br />
all’età di anni 81, di vita francescana 48<br />
e di sacerdozio 41.<br />
* 7 settembre 2006: BATTISTI FR. TULLIO,<br />
nato a Besenello, della Prov. Tridentinae<br />
S. Vigilii, Italia. Ha vissuto la vita francescana<br />
lavorando in varie Fraternità<br />
della Provincia, testimoniando la povertà<br />
e l’umiltà specie con la questua. Ha<br />
avuto sempre sete di conoscere la Parola<br />
di Dio specie dopo il Concilio e ha dimostrato<br />
in più di 24 anni di malattia in<br />
Infermeria la perfetta letizia nel sopportare<br />
dolori e debilitazione progressiva. È<br />
morto nell’Infermeria provinciale in<br />
Trento all’età di anni 85 e di vita francescana<br />
69.<br />
* 8 settembre 2006: GOOVAERTS FR.WUL-<br />
FRAN, KAREL, nato ad Hombeek, della<br />
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Per<br />
19 anni è stato missionario nella Rep.<br />
Dem, del Congo, poi è stato a servizio di<br />
una Parrocchia in Belgio. È stato un Frate<br />
amabile e servizievole, dallo spirito<br />
aperto e dotato di una fede autentica. È<br />
morto ad Antwerpen all’età di anni 86, di<br />
vita francescana 66 e di sacerdozio 60.<br />
* 9 settembre 2006: JACOBS FR. CON-<br />
STANT, LAMBERT, nato a Maaseik, della<br />
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Per<br />
54 anni missionario nella Rep. Dem. del<br />
Congo, dove è stato Insegnante, Cappellano<br />
dei militari e delle loro famiglie,<br />
Cappellano di un Ospedale e delle Suore,<br />
Parroco. Un uomo taciturno, ma pio,<br />
parco e con grande zelo apostolico. È<br />
morto a Maaseik all’età di anni 89, di vita<br />
francescana 69 e di sacerdozio 64.<br />
* 10 settembre 2006: OBERBERGER FR.<br />
GABRIELE, CARLO, nato a Valfloriana,<br />
della Prov. Tridentinae S. Vigilii, Italia. I<br />
primi trentanni di vita religiosa e<br />
sacerdotale li ha passati in vari conventi<br />
della Provincia e poi per quasi 40 anni<br />
nel convento di Mezzolombardo. Ha<br />
avuto la grazia di lavorare con le<br />
“proprie mani” , dedicandosi all’orto,<br />
alla campagna, al servizio ordinario<br />
della chiesa. Ha testimoniato semplicità,<br />
laboriosità e attenzione alle persone.<br />
Alla fine è andato serenamente incontro<br />
a sorella mortene, presso l’Infermeria<br />
provinciale in Trento, all’età di anni 91,<br />
di vita francescana 74 e di sacerdozio 70.<br />
* 10 settembre 2006: CASAMENTI FR. SIL-<br />
VESTRO, GIORGIO, nato a Rocca S. Casciano,<br />
della Prov. Bononiensis Christi<br />
Regis, Italia. Conseguiti la “Licenza in<br />
S. Teologia” presso il Pontificio Ateneo<br />
“Antonianum”, e il “Dottorato in S. Teologia<br />
Morale” presso l’“Accademia<br />
Alfonsiana”, si è dedicato all’insegnamento<br />
della Teologia Morale presso lo<br />
Studio teologico di Bologna fino al<br />
2003. Dal 1976 al 1982 è stato Segretario<br />
ed Economo provinciale, dal 1982 al<br />
1988 Definitore, più volte Guardiano<br />
della Fraternità di S. Antonio in Bologna,<br />
dal 1988 al 1994 Prefetto dello Studio<br />
Teologico “S. Antonio”. Nel 1992 è<br />
stato Visitatore generale della Provincia<br />
dell’Egitto. Nel 1994 è stato nominato<br />
Parroco di S. Antonio in Bologna. Nel<br />
2000 ha ricevuto l’incarico di Commissario<br />
di Terra Santa. È morto a Bologna<br />
all’età di anni 64, di vita francescana 48<br />
e di sacerdozio 39.<br />
* 11 settembre 2006: MONS.FORTE ANTO-<br />
NIO, <strong>OFM</strong>,natoaPolla,dellaProv.Salernitano.Lucanae<br />
Immaculatae Conceptionis<br />
BMV, Italia. È morto nell’Infermeria<br />
provinciale Convento S. Maria<br />
degli Angeli, Nocera Superiore, all’età<br />
di anni 78, di vita francescana 62, di sacerdozio<br />
55 e di episcopato 18.<br />
* 11 settembre 2006: OLIVA FR. RAIMON-<br />
DO,SALVATORE, nato a Nocera Inferiore,<br />
della Prov. Salernitano-Lucanae Immaculatae<br />
Conceptionis BMV, Italia. P.<br />
Raimondo Oliva è stato per 31 anni a<br />
servizio della Custodia di Terra Santa.<br />
Dopo aver conseguito, presso il Collegio<br />
S. Bonaventura di Grottaferrata (Roma),<br />
il titolo di Lettore generale di Teologia<br />
pastorale e di Sacra Eloquenza (1949-<br />
1952), si era dedicato alla predicazione
596 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
itinerante in Italia e per il mondo: ha infatti<br />
annunciato la Parola di Dio in Francia,<br />
Svizzera, Belgio, Olanda, Germania,<br />
Australia. Una volta in Terra Santa il<br />
suo impegno maggiore fu quello di guida<br />
dei pellegrini e lo svolgeva con generosità<br />
e autorevolezza. Confidava d’aver<br />
portato alla preghiera e alla commozione<br />
personaggi della politica o dell’arte.<br />
Con alcuni, come il critico d’arte Federico<br />
Zeri, era rimasto legato da profonda<br />
amicizia spirituale. Erano soprattutto i<br />
laici a intuire, dietro l’immagine severa,<br />
la ricchezza umana della sua fede. Il 16<br />
luglio 1994, il professore Antonio Condello,<br />
sindaco di Filogaso, un comune in<br />
provincia di Vibo Valentia in Calabria,<br />
gli conferì la cittadinanza onoraria del<br />
suo paese. È morto nell’Infermeria provinciale<br />
Convento S. Maria degli Angeli,<br />
Nocera Superiore, all’età di anni 82,<br />
di vita francescana 66, di sacerdozio 58.<br />
* 12 settembre 2006: ZURIARRAIN MUJIKA<br />
FR.VICENTE, nato a San Sebastian, della<br />
Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna.<br />
È stato Cappellano delle Monache,<br />
Cerimoniere nel Santuario di Arantzazu<br />
e Direttore della Biblioteca. Ha anche<br />
collaboratto nelle attività apostoliche.<br />
Per due anni ha lavorato nel Santuario di<br />
Copacabana in Bolivia. È morto a Arantzazu-Oñati<br />
all’età di anni 66, di vita<br />
francescana 51 e di sacerdozio 43.<br />
* 17 settembre 2006: VENDRAMIN FR.CRI-<br />
SPINO,GUIDO, nato ad Ospedaletto Euganeo,<br />
Padova, della Prov. Venetae S. Antonii<br />
Patavini, Italia. Svolse con dedizione,<br />
passione e competenza l’incarico di<br />
addetto alla Tipografia provinciale, rivelando<br />
in questo servizio il meglio di sé:<br />
diligenza, operosità, cordialità nella collaborazione<br />
e nelle relazioni con le persone.<br />
È morto presso l’Ospedale Civile<br />
di Padova all’età di anni 78 e di vita francescana<br />
61.<br />
* 17 settembre 2006: SCHÄFER FR.ODILO,<br />
nato a Witten, della Prov. Saxoniae S.<br />
Crucis, Germania. Si è laureato in Diritto<br />
Canonico nel 1951. Dal 1953 al 1960<br />
ha lavorato, come esperto di Diritto,<br />
presso la Congregazione per la Vita religiosa<br />
in Vaticano e in Curia generale<br />
<strong>OFM</strong>. Dal 1960 al 1964 ha insegnato Diritto<br />
Canonico nello Studio Teologico di<br />
Paderborn. Fino al 1978 è stato Segretario<br />
provinciale, Archivista e Cronista<br />
della Provincia. Si è occupato, poi, della<br />
cura pastorale dei pellegrini presso il<br />
santuario mariano di Werl ed è stato<br />
Cappellano di una Comunità di Suore a<br />
Daleiden. Dal 1997 si è ritirato, a causa<br />
della malattia, prima presso l’Infermeria<br />
di Warendorf e, poi, dall’agosto 2006<br />
presso Bruder-Jordan-Altenzentrum in<br />
Dortmund. È morto a Dortmund all’età<br />
di anni 90, di vita francescana 71 e di sacerdozio<br />
60.<br />
* 17 settembre 2006: CUESTA CUESRA FR.<br />
JOSÉ ANTONIO, nato a Villavieja de Yeltes,<br />
della Prov. Baeticae, Spagna. Religioso<br />
semplice ed umile, ha lavorato con<br />
dedizione ed impegno nei vari compiti<br />
pastorali che gli furono affidati. A causa<br />
delle limitazioni proprie dell’età, negli<br />
ultimi anni svolse un silenzioso lavoro<br />
apostolico con il singolare esempio della<br />
sua vita francescana. È morto nel Convento<br />
San Antonio de Padua, in Seviglia,<br />
all’età di anni 86, di vita francescana 78<br />
e di sacerdozio 62.<br />
* 22 settembre 2006: UBERTI FR. GIULIO,<br />
nato a Tocco Casauria, della Prov. Aprutiorum<br />
S. Bernardini Senensis, Italia. Ha<br />
svolto un fecondo apostolato, specialmente<br />
nei Conventi di Orsogna, Tocco,<br />
Pescara ed Ortona.Fu più volte Guardiano,<br />
Insegnante nelle Case di formazione<br />
della Provincia e nelle Scuole statali, assistente<br />
di Istituti religiosi e gruppi ecclesiali,<br />
appassionato animatore liturgico<br />
con il suono e il canto. È morto a Lanciano<br />
all’età di anni 85, di vita<br />
francescana 69 e di sacerdozio 60.<br />
* 22 settembre 2006: MCKEEVER FR.FRE-<br />
DERICK, JOHN, natoaNewYork,della<br />
Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Nel 1954,
NECROLOGIA<br />
597<br />
ha ottenuto la Laurea in Lettere e,<br />
nel1960, quella in Filosofia presso la St.<br />
Bonaventure University, dove è stato<br />
Professore Assistente di Filosofia dal<br />
1955 al 1963. Assegnato alla St. Stephen<br />
of Hungary Church, della East 82 nd<br />
Street in New York City, è stato Vicario<br />
parrocchiale dal 1963 al 1967 e Parroco<br />
e Guardiano dal 1967 al 1973. Inoltre è<br />
stato Parroco della St. Francis Xavier<br />
Church in Narrowsburg, N.Y., Vicario<br />
parrocchiale della Our Lady of the Holy<br />
Angels in Little Falls, N.J. Dal 1974 al<br />
1975, ha fatto parte della St. Elizabeth’s<br />
Friary in Wyckoff, N.J., e per un anno<br />
Collaboratore presso la Queen of Peach<br />
Parish in Greenwood Lake, N.J. Dal<br />
1976 al 1982, è stato Parroco nella St.<br />
Anthony Parish in Butler, N.J., e per un<br />
anno Vicario parrocchiale di Our Lady<br />
of the Holy Angels in Little Falls. Dal<br />
1983 al 1992, è stato Guardiano della<br />
Sacred Heart Friary in East Rutherford,<br />
N.J. Dal 992, ha fatto parte della St.<br />
Anthony Friary in Butler, N.J., dove è<br />
stato Guardiano dal 1998 al 2006. È<br />
morto a Valley Cottage all’età di anni 79,<br />
di vita francescana 57 e di sacerdozio 52.<br />
* 27 settembre 2006: SLABY FR.PAUL,CY-<br />
RIL, nato a Coaldale, della Prov. Ss. Nominis<br />
Iesu, USA.Nell’aprile del 1949,<br />
mentre era Assistente al St. Anthony Shrine<br />
in Boston, MA, si è ammalato gravemente.<br />
Dopo essere stato sottopotso a<br />
varie terapie, ha prestato il suo servizio<br />
per alcuni anni alla Holy Cross Parish,<br />
Callicoon, NY, e all’Holy Name College,<br />
Washington, DC. Dal 1996 al 1997,<br />
fece parte della St. Anthony Friary in<br />
Butler, NJ. e nel 1997 fu trsferito alla<br />
Holy Name Friary, Ringwood, dove rimase<br />
fino alla morte. È morto a<br />
Ringwood all’età di anni 86 e di vita<br />
francescana 65.<br />
* 29 settembre 2006: COMUNALE FR.SAL-<br />
VATORE,PASQUALE, nato ad Orta di Atella,<br />
Caserta, della Prov. Neapolitanae Ss.<br />
Cordis Iesu, Italia. Per 63 anni a servizio<br />
di Terra Santa come collettore. Frate la-<br />
borioso ed innamorato della terra del Signore,<br />
che ha saputo farla amare anche<br />
dai benefattori dei luoghi santi. È morto<br />
nell’Infermeria della Custodia di Terra<br />
Santa, Gerusalemme, all’età di anni 101<br />
e di vita francescana 73.<br />
* 29 settembre 2006: PAWLIK FR. SZCZE-<br />
PAN,ANTONJ, nato a Godziska, Prov. S.<br />
Mariae Angelorum, Polonia. È morto<br />
nell’Ospedale di Krakow all’età di anni<br />
62, di vita francescana 44 e di sacerdozio<br />
35.<br />
* 1 ottobre 2006: RICO ORTÍZ FR. JOSÉ<br />
IGNACIO, nato a San Antonio de Prado,<br />
della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto<br />
nella Casa San Pedro Bautista, Itagüí, all’età<br />
di anni 81 e di vita francescana 51.<br />
* 2 ottobre 2006: KURUTZ FR. GREGORY,<br />
ANDREW, nato a Chicago, della Prov. Assumptionis<br />
BMV, USA. Dedicò tutta la<br />
sua vita da Frate Minore al ministero<br />
parrocchiale. La sua personalità carismatica<br />
gli permise di toccare il cuore<br />
dei suoi parrocchiani. Fu un appassionato<br />
ministro della Parola. Prestò il suo servizio<br />
come Vice Parroco presso St. Mary<br />
of the Angels in Green Bay, Wisconsin e<br />
Resurrection in Wayne, Illinois. Fu quindi<br />
Parroco presso: Assumption Parish,<br />
Pulaski, Wisconsin; St. Francis of Assisi,<br />
Greenwood, Mississippi; St. Mary, Mio,<br />
Michigan; St. Pius, Hale, Michigan; e St.<br />
Francis of Assisi, Lewiston, Michigan. È<br />
morto a Lewiston all’età di anni 79 di vita<br />
francescana 59 e di sacerdozio 52.<br />
* 5 ottobre 2006: SCARPATO FR.ANDREA,<br />
SALVATORE, nato a Sorrento (NA), della<br />
Prov. Salernitano-Lucanae Immaculatae<br />
Conceptionis BMV, Italia. È morto nel<br />
Convento S. Francesco in Sorrento all’età<br />
di anni 78, di vita francescana 61 e<br />
di sacerdozio 53.<br />
* 7 ottobre 2006: WINDOLPH FR. JOSEPH,<br />
nato in Humphrey, Nebraska, della Prov.<br />
ss. Cordis Iesu, USA. È morto presso la<br />
Fretarnità di Our Lady of Angels in Villa
598 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
West Health, Sherman, all’età di anni 86,<br />
di vita francescana 63 e di sacerdozio 58.<br />
* 11 ottobre 2006: ROTELLINI FR. GIUSEP-<br />
PE, VINCENZO, nato a Paganica, della<br />
Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis,<br />
Italia. Ha dedicato gran parte della<br />
sua vita sacerdotale nella missione della<br />
Provincia in Panama. La sintesi della sua<br />
personalità è espressa molto bene da un<br />
libretto stampato in suo onore: «José Rotellini,<br />
el amigo de todos». È morto a<br />
Lanciano all’età di anni 86, di vita francescana<br />
68 e di sacerdozio 60.<br />
* 19 ottobre 2006: MOLINA ROLDAN FR.<br />
BERNARDO, nato a Yarumal, della Prov.<br />
S. Fidei, Colombia. È morto a Itagüí all’età<br />
di anni 85, di vita francescana 69 e<br />
di sacerdozio 62.<br />
* 20 ottobre 2006: BOYEN FR. FELICIAAN,<br />
DESIDERIURS, nato a Tienen, della Prov.<br />
S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Ha svolto<br />
il servizio di sarto e di portinaio in vari<br />
Conventi. È morto ad Antwerpen all’età<br />
di anni 86 e di vita francescana 64.<br />
* 22 ottobre 2006: DO PRADO FR. ANTÔ-<br />
NIO, nato a Divinópolis, della Prov. S.<br />
Crucis, Brasile. È morto nel Convento S.<br />
Antônio in Divinópolis all’età di anni<br />
68, di vita francescana 49 e di sacerdozio<br />
44.<br />
* 23 ottobre 2006: DIGNARD FR.MAURICE,<br />
nato a Clarke City, della Prov. S. Ioseph<br />
Sponsi BMV, Canada. Dopo essere stato<br />
Guardiano dell’Infermeria provinciale<br />
dal 1978 al 1981, ha esercitato il suo ministero<br />
come Cappellano del carcere di<br />
Montréal dal 1981 al 1987. In seguito è<br />
stato Parroco a St-Vincent-de-Paul in<br />
Ottawa dal 1987 al 1993 e Guardiano del<br />
Convento di Ottawa dal 1991 al 1993.<br />
Dal 1995 al 2006 è stato a servizio della<br />
Terra Santa, dove è stato Guardiano in<br />
varie Farternità (Nazareth, Getsemani e<br />
Beyrouth). È morto presso l’Hôpital Notre-Dame,<br />
Montréal, all’età di anni 76, di<br />
vita francescana 31, e di sacerdozio 26.<br />
* 25 ottobre 2006: FRANSSEN FR. ANGE-<br />
LUS,ALOYSIUS, nato a Maastricht, della<br />
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />
Olanda. È stato Professore e Parroco. È<br />
morto a Kerkrade all’età di anni 75, di<br />
vita francescana 55 e di sacerdozio 48.<br />
* 30 ottobre 2006: DANNENFELSER FR.<br />
LAMBERT, RICHARD, nato a Cincinnati,<br />
della Prov. S. Ioannis Baptistae, USA. Si<br />
è dedicato al ministero parrocchiale in<br />
New Mexico, Kansas, Ohio e di nuovo<br />
in Kansas. È morto presso Bethesda<br />
Nord Hospital, Cincinnnati, all’età di anni<br />
92, di vita francescana 74 e di sacerdozio<br />
66.<br />
* 1 novembre 2006: BORDER FR. LINUS,<br />
WILLIAM, nato a Toledo, Illinois, della<br />
Prov. S. Ioannis Baptistae, USA. Dedicò<br />
la sua vita al servizio della Fraternità. Per<br />
28 anni ha gestito la lavenderia del “Dun<br />
Scotus College” in Detroit. In seguito ha<br />
deicato il suo tempo al ministero fraterno<br />
e alla cura dei Frati anziani nella Saint<br />
Francis Center Friary e nella Sanit Clement<br />
Friary. È morto presso Good Samaritan<br />
Hospital, Cincinnati, all’età di anni<br />
74 e di vita francescana 42.<br />
* 6 novembre 2006: O’FRIEL FR. LA SAL-<br />
LE, LAWRENCE, nato a Altoona, della<br />
Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Fu Vicario<br />
parrocchiale presso la St. Francis of Assisi<br />
Church sulla West 31st Street a New<br />
York City. Nel 1964, fu nominato Guardiano<br />
e Parroco della Saints Rita e Patrick<br />
Church in Buffalo, NY. Nel 1970, è<br />
entrato a far parte della Provincial Retreat<br />
Band, risiedendo prima presso la St.<br />
Bonaventure Parish, Paterson, N.J., poi,<br />
dal 1970 al 1975, presso la House of<br />
Prayer, St. Joseph Seminary, Callicoon,<br />
e dal 1975 al 2006, come Predicatore di<br />
Esercizi presso la St. Anthony Friary,<br />
Butler. È morto a Denville, NJ, all’età di<br />
anni 78, di vita francescana 57 e di sacerdozio<br />
52.<br />
* 9 novembre 2006: ANDRÉ FR. CHRI-<br />
STOPHE, ÉDOUARD, nato a Guertind, del-
NECROLOGIA<br />
599<br />
* 18 novembre 2006: PLECHTA FR. SABIN,<br />
PHILIP, nato a Lacko, Polonia, della Prov.<br />
Immaculatae Conceptionis BMV, Polola<br />
Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio.<br />
L’inizio del suo ministero è stato<br />
turbato dalla guerra. La sua vita può essere<br />
divisa in due periodi di circa<br />
trent’anni ciascuno: dal 1941 al 1969 in<br />
Marocco, dove è stato Cappellano militare,<br />
Parroco, Infermiere, molto vicino ai<br />
piccoli; dal 1970 al 2000 in Francia, dove<br />
è stato Cappellano di una Casa di riposo<br />
e di un Ospedale nella regione di<br />
Metz. È morto a Metz all’età di anni 93,<br />
di vita francescana 75 e di sacerdozio 68.<br />
* 11 novembre 2006: PASTRÁN GONZÁLEZ<br />
FR. FRANCISCO TEODORO, nato a San<br />
Ramón, Nicaragua, della Prov. Dominae<br />
Nostrae de Guadalupe, America Centrale<br />
e Panama. Dopo la specializzazione in<br />
Teologia Spirituale, conseguita presso<br />
l’Antonianum, in Roma, è stato Maestro<br />
degli Studenti di Filosofia a San Bonaventura,<br />
Guatemala, più volte Definitore<br />
provinciale, ha insegnato anche nel Seminario<br />
Arcidiocesano di Managua. Ultimamente<br />
è stato Guardiano e Vicario<br />
parrocchiale nel Convento di Nuestra<br />
Señora de Fátima. Ritornando da Darío,<br />
da una riunione degli Economi, è stato<br />
assalito e poi assassinato. È morto all’età<br />
di anni 46, di vita francescana 23 e di sacerdozio<br />
16.<br />
* BURGOS AGUADO FR. FÉLIX, natoaSan<br />
Sebastián, della Prov. Castellanae S. Grgorii<br />
Magni, Spagna. Svolse in varie<br />
Fraternità l’attività di cuoco, oltre ad altri<br />
servizi domestici. Ha lavorato anche<br />
per rendere possibile il ritorno dei Frati<br />
Minori a Toledo nel 1954. Dal 1995 fino<br />
alla morte visse nell’Infermeria provinciale,<br />
subendo, a causa del diabete l’amputazione<br />
dei piedi. Sue caratteristiche<br />
sono state l’abnegazione, l’allegria e la<br />
forza d’animo. È morto presso l’Hospital<br />
de la Princesa in Madrid all’età di anni<br />
82 e di vita francescana 59.<br />
* 12 novembre 2006: CERA FR. ROMANO,<br />
GIUSEPPE, nato a Pianezze del Lago (VI),<br />
della Prov. Venetae S. Antonii Patavini,<br />
Italia. Umile e laborioso, si rese disponi-<br />
bile a piantare e spiantare la “tenda” da<br />
una fraternità all’altra, ogni volta che gli<br />
veniva chiesta l’obbedienza. Visse una<br />
lunga e ricca storia di servizio, nella fede<br />
e nella coscienza di restituire a Dio e ai<br />
fratelli tanti beni ricevuti. Anche i lunghi<br />
anni trascorsi a Saccolongo non furono<br />
inoperosi. Finché le mani glielo permisero<br />
confezionò tantissime corone del rosario,<br />
che donava con gioia come mezzo di<br />
apostolato e di preghiera. Rosari che attraverso<br />
i missionari hanno raggiunto anche<br />
terre lontane. È morto nel Convento<br />
Sacro Cuore in Saccolongo all’età di anni<br />
86 e di vita francescana 67.<br />
* 13 novembre 2006: MARTÍNEZ MOÑUX<br />
FR. ANGEL, nato a Soria, della Prov.<br />
Franciscanae de Arantzazu, Spagna. Dopo<br />
aver ottenuto il Dottorato in Teologia<br />
Dogmatica presso l’Antonianum in Roma,<br />
ha vissuto nella Fraternità di Soria,<br />
dedicandosi al Collegio San José e ad altri<br />
Collegi dei Religiosi della città. È stato<br />
anche animatore della GiFra, Direttore<br />
della Scuola di Teologia per i Laici.<br />
Scrisse molti volumi su Sor María de Jesús<br />
de Ágreda. È morto a Soria all’età di<br />
anni 71, di vita francescana 52 e di sacerdozio<br />
44.<br />
* 15 novembre 2006: WOLTER FR.ALLAN,<br />
BERNARD, nato a Peoria, Illinois, della<br />
Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. Fu riconosciuto<br />
a livello internazionale come studioso<br />
di Duns Scoto, avendo pubblicato<br />
numerosi libri ed articoli su Duns Scoto,<br />
avendo tenuto lezioni in diverse Università<br />
e avendo partecipato a Simposi in<br />
tutto il mondo. Prestò il suo servizio<br />
presso la Catholic University in Washington,<br />
D.C., e alla St. Bonaventure<br />
University, dove è stata istituita una Cattedra<br />
in suo onore. È morto presso St.<br />
John’s Hospital in Springfield all’età di<br />
anni 93, di vita francescana 72 e di sacerdozio<br />
66.
600 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
nia. Per 49 anni a servizio della Terra<br />
Santa, è morto a Washington, USA, all’età<br />
di anni 91, di vita francescana 70 e<br />
di sacerdozio 63<br />
* 19 novembre 2006: DOMÉNECH PUIG FR.<br />
JUAN MARÍA,JOSÉ,natoaSanJuliándel<br />
Llor, della Prov. Valentiae et Aragoniae<br />
S. Ioseph, Spagna. Dopo l’ordinazione<br />
fu destinato a Zaragoza, dove svolse tutta<br />
la sua attività pastorale e di docente,<br />
con semplicità francescana e vicinanza<br />
con tutte le persone. È morto a Zaragoza<br />
all’età di anni 76, di vita francescana 55<br />
e di sacerdozio 51.<br />
* 26 novembre 2006: HEIDLAGE FR. BEN-<br />
NO, HERMAN, nato Ondelburg, della<br />
Prov. S. Ioannis Baptistae, USA. Svolse<br />
un ministero assai vario: Professore,<br />
Parroco, Maestro dei Novizi, Predicatore<br />
di Esercizi, godendo sempre in Provincia<br />
della stima e del rispetto di tutti. È<br />
morto presso University of Cincinnati<br />
Medical Center all’età di anni 85, di vita<br />
francescana 66 e di sacerdozio 58.<br />
* 27 novembre 2006: WELLINK FR. BA-<br />
RONTIUS, EVERHARDUS, nato a Bergh,<br />
della Prov. Ss. Martyrum Gocomiensium,<br />
Olanda. Svolse l’attività di Parroco<br />
in Olanda e in Germania. È morto a<br />
Emmerich-Praest, Germania, all’età di<br />
anni 95, di vita francescana 72 e di sacerdozio<br />
65.<br />
* 27 novembre 2006: FIERRO FR. ONORIO,<br />
LUIGI, nato a Napoli, della Prov. Saminto-<br />
Hirpiniae S. Mariae Gratiarum, Italia. Reiterato<br />
Guardiano, fu assegnato a più riprese<br />
dall’obbedienza alle Fraternità di Montesarchio,<br />
Montecalvo Irpino, Taurano,<br />
Airola, Benevento “Le Grazie”; Economo<br />
provinciale dal 1968 al 1972 e Vice Assistente<br />
Nazionale dell’OFS ed Assistente<br />
Nazionale della Gioventù Francescana dal<br />
1972 al 1980; dal febbraio del 2005 risiedeva<br />
presso la Casa di riposo “Villa del<br />
Carpine” di Visciano (NA). È morto ad<br />
Avellino all’età di anni 80, di vita francescana<br />
61 e di sacerdozio 53.<br />
* 1 dicembre 2006: CIPOLLA FR. RUGGIE-<br />
RO,MARIO, nato a Torino, della Prov. Pedemontanae<br />
S. Bonaventurae, Itala. Fu<br />
prima a Bardonecchia e poi, dal 1940, a<br />
Torino, ricoprendo vari incarichi ed esercitando<br />
per 50 anni l’ufficio di Cappellano<br />
delle Carceri, dedicando il suo apostolatodicaritàelasuaoperapastorale<br />
all’impegno mirato a restituire alla società<br />
uomini redenti. Pochi giorni dopo<br />
l’ingresso in carcere ha dovuto assistere<br />
il suo primo condannato a morte. Ha<br />
avuto l’occasione di incontrare molti uomini<br />
politici antifascisti e figure di spicco<br />
della Resistenza. Dopo la liberazione<br />
ha confortato, con lo stesso spirito cristiano,<br />
i fascisti condannati a morte. Sono<br />
stati settantacinque i suoi assistiti davanti<br />
al plotone di esecuzione, fino a<br />
quella che è stata – il 4 marzo 1947 –<br />
l’ultima esecuzione capitale in Italia.<br />
Trasferitosi a Saluzzo (CN) nel 1994, ha<br />
trascorso gli ultimi anni nell’Infermeria<br />
provinciale di Torino. È morto presso la<br />
Casa di Cura Cottolengo in Torino all’età<br />
di anni 95, di vita francescana 75 e<br />
di sacerdozio 69.<br />
* 12 dicembre 2006: DORRESTEIJN FR.MI-<br />
CHAËL,ANTONIUS, nato a Bassum, della<br />
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />
Olanda. È morto all’età di anni 79, di vita<br />
francescana 55 e di sacerdozio 50.<br />
* 15 dicembre 2006: TETTEROO FR.PHILIP-<br />
PUS, THOMAS, natoaDelft,dellaProv.<br />
Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda.<br />
È stato missionario per 50 anni in Papua<br />
(Indonesia). È morto a Warmond all’età<br />
di anni 94, di vita francescana 77 e di sacerdozio<br />
70.<br />
* 17 dicembre 2006: STEEN FR. CHARLES,<br />
JOSEPH, nato a Buffalo, NY, della Prov.<br />
Ss. Nominis Iesu, USA. Fu Missionario:<br />
1965-70, Apolo, Bolivia (ministero pastorale);<br />
1970-83, Sorata, Bolivia (ministero<br />
pastorale; insegnante di filosofia;<br />
promotore vocazionale); 1983-84, La<br />
Paz, Bolivia, Parroco; 1988-89, Nairobi,<br />
Kenya; 1989-91, Bukoba, Tanzania;
NECROLOGIA<br />
601<br />
1991-2000, St. Pius X Parish, Waterkloff,<br />
South Africa. Rientrato negli USA<br />
nel 2000 si dedicò al ministero della Parola<br />
e fu quindi nominato Vicario episcopale<br />
per gli ispanici e Direttore dell’Ufficio<br />
per la pastorale diocesana degli<br />
ispanici. È morto a Elma, NY, all’età di<br />
anni 68, di vita francescana 48 e di sacerdozio<br />
42.<br />
* 22 dicembre 2006: IOCCO FR. GIANCAR-<br />
LO, GABRIELE, nato ad Orsogna, della<br />
Prov. Seraphicae S. Francisci Assisiensis.<br />
Italia. Frate faceto, dotato di vena<br />
poetica che spesso si esprimeva con poesieinrimabaciata.Peroltre25anniè<br />
stato Assistente dell’OFS e per 20 promotore<br />
delle vocazioni religiose. L’esperienza<br />
che più l’ha segnato è stata quella<br />
di Parroco di S. Giovanni Battista a Città<br />
di Castello (15 anni). È morto nell’Infermeria<br />
provinciale in S. Maria degli Angeli<br />
all’età di anni 79, di vita francescana<br />
61 e di sacerdozio 55.<br />
* 25 dicembre 2006: VINCENZI FR.EMILIO,<br />
ANTONIO, nato a Cave (RM), della Prov.<br />
Romanae Ss. Petri et Pauli, Italia. Compiuti<br />
gli studi teologici, nel 1965 frequenta<br />
la Facoltà di Pastorale nella sezione<br />
di Catechetica presso la Pontifica<br />
Università Lateranense. Sin dall’inizio si<br />
è messo a servizio del popolo di Dio<br />
principalmente nell’attività parrocchiale.<br />
Persona umile, sempre pronto a rispondere<br />
con fedeltà alla vita evangelica,<br />
si dilettava a scrivere poesie. È morto<br />
nell’Infermeria provinciale “Regina<br />
Apostolrum” in Roma all’età di anni 82,<br />
di vita francescana 65 e di sacerdozio 57.<br />
* 27 dicembre 2006: ZAMBOTTI FR. BEN-<br />
VENUTO, BARTOLO, nato a Manerbio<br />
(BS), della Prov. Mediolanensis S. Caroli<br />
Borromaei, Italia. Religioso semplice<br />
e cordiale, in tutti i conventi dove lo destinò<br />
l’obbedienza svolse con dedizione<br />
l’ufficio di questuante, dimostrando con<br />
la gente che incontrava la sua schiettezza,<br />
la sua profonda devozione, il suo sagace<br />
umorismo. Sempre vicino alle persone<br />
semplici della campagna e dei paesi,<br />
è stato una presenza amica nel lavoro,<br />
nella malattia e nel lutto. È morto a Sabbioncello<br />
di Merate all’età di anni 76 e di<br />
vita francescana 47.<br />
* 31 dicembre 2006: GREITZKE FR. REGI-<br />
NALD, LEO, nato a Tarnau, della Prov.<br />
Saxoniae S. Crucis, Germania. È morto<br />
a Dortmund all’età di anni 93, di vita<br />
francescana 70 e di sacerdozio 60.
INDEX NOMINUM<br />
PRO ANNO 2006 (CXXV)<br />
A<br />
Abasto Guido 155<br />
Abbruzzese Salvatore 341<br />
Abela John 87, 170, 452, 582<br />
Acero Salamanca Jorge Helí 202<br />
Achucarro Liceaga Iosephus 189<br />
Agirre Perez German 189<br />
Agirregabiria Bengoa Eulogio 192<br />
Agirretxe Azpillaga Eugenio 191<br />
Aguirre García Jesús 450<br />
Aguirre Jesus 59, 60<br />
Ahouanan Djro Paul-Siméon 176<br />
Ainsworth Godfrey 594<br />
Aisher Francis 594<br />
Akrap Róbert 284<br />
Albert Leander 284<br />
Albertini Gino 198<br />
Albizu Salegi Jose Luis 190<br />
Alessio II 142, 145<br />
Alfonsa dell’Immacolata (Beata) 85, 310<br />
Allegra Gabriele 287, 291-293<br />
Alonso de Frutos Dominicus 72<br />
Alustiza Jauregi Julián 191<br />
Alvarado Ernáan J. 518<br />
Álvarez Miguel 120, 125<br />
Álvarez Rodriguez Iosephus 73<br />
Amanzi Cristoforo 287<br />
Amaral Bernardo Amaral 56-61 passim, 169, 342,<br />
402, 449, 514, 581<br />
Amigo Carlos 329<br />
Amilton dos Santos João 41<br />
Amin Joseph 57, 59, 342, 449<br />
Anaut Espinoza Manuel 450, 482<br />
Andic Zdravko 280<br />
André Christophe 598<br />
Andreatta Ciro 65<br />
Angelini Giuseppe 356<br />
Angelo Bernardino 66<br />
Angelone Tommaso 367<br />
Angullo Pascual J. Benjamín 356<br />
Ante Oscar 286, 581<br />
Antic Antonio 85<br />
Antonelli Francesco 148, 170, 556, 582,<br />
Apumayta Bautista Juan 42<br />
Aramburu Urdampilleta José Maria 368<br />
Arango Velásquez Conrado 193<br />
Arellano Delgado Macedonio 501<br />
Arellano Suárez Francisco Javier 501<br />
Arias Alex Antonio 451<br />
Aristi Arin Huan Jose 190<br />
Arketa Bilbao Yosu 189<br />
Armenta Eduardo 450<br />
Arregi Guridi José Maria 33, 283, 342, 450<br />
Arregi Idigoras Bemito 190<br />
Arregui Ortiz de Zárate Félix 200<br />
Arroyo Punte Miguel Ángel 192<br />
Arteaga Abraham 155<br />
Artola Ibarguren Jesús María 283<br />
Auletta Giorgio 65<br />
Aussersdorfer Fridolin 194<br />
Aveta Eligio 193<br />
Azimonti Cesare 119. 125<br />
Azurmendi Larrínaga Iosephus 303<br />
B<br />
Bachmann Ferdinand 200<br />
Bahčič Robert 173, 284, 287, 501<br />
Bahlmann Johannes 499<br />
Baiardi Sereno 287<br />
Balázs Paczolay 550<br />
Bankovic Stefan 284<br />
Barbagallo Salvatore 50<br />
Barchetti Giuseppe 377<br />
Barden Franz Leo 450<br />
Barhigombwa Migabo Bavon 497<br />
Baril René 371<br />
Barrena Telletxa Hilario 191<br />
Barsi Balázs 238, 282, 335<br />
Bartoli Marco 403, 405<br />
Bartolini Bruno 499, 450<br />
Battaglia Vincenzo 341<br />
Battisti Tullio 595<br />
Baù Antonio 171<br />
Begonja Jakov 284<br />
Beier Junípero 372<br />
Beitia José Maria 332, 333<br />
Bello Tom 550<br />
Bellonci Leonardo 589<br />
Bellotto Silvio 497<br />
Belolli Luigino 529<br />
Benedetto XVI 3-7, 142, 208, 212, 214, 215,<br />
233, 241, 304, 306-309, 381-395 passim,<br />
398, 444, 531<br />
Benigar Alessio 310
604 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Benítez Marcelo 149<br />
Beretta Renato 451<br />
Berezecki Mateusz 376<br />
Berłowska Joanna 551<br />
Bermejo Enrique 572<br />
Bernacchi Leonardo 55, 154, 518<br />
Bertagnin Carlo 65, 452<br />
Bertin Maurice 159<br />
Bertrand Claude 199<br />
Bettoni Efrem 589<br />
Biain Iñurritegi Salvador 593<br />
Biesok Ezdrasz 342, 451, 497, 498<br />
Biffi Inos 356<br />
Bilbao Monasterio Luis Antonio 192<br />
Bilokapic Ante 284<br />
Bini Giacomo 31, 34, 66, 168, 232, 336, 341, 348<br />
Bisognin Davide 177<br />
Bitzer Martín 118, 549, 551<br />
Bitzer Martín Pablo 312, 315<br />
Blackowski Theodore 371<br />
Blanco Manuel 50<br />
Blanco Pérez Rafael 287<br />
Blanco Rodríguez Manuel 286, 338, 497<br />
Bliss Stephen 342, 449<br />
Bodewes Rorik 201<br />
Boegel Peter 42<br />
Bojte Mihál 237<br />
Bold Wit 283<br />
Bonilla Áureo Patricio 497<br />
Bonuso Alessandro 344, 345<br />
Border Linus 598<br />
Boschetto Alberto 65<br />
Bottini Claudio 291<br />
Boyen Feliciaan 598<br />
Bozanic Josip 163<br />
Bracci Silvano 177<br />
Bracone Vito N. 284<br />
Brady Severin 375<br />
Brandwein-Ball Pat 550<br />
Bravi Francesco 34, 65, 169, 170, 172, 174, 335,<br />
342, 370, 402, 449, 577, 581, 582<br />
Brennan Luis 502<br />
Brites da Paixão Virginia 544<br />
Brkan Jure 356<br />
Brocanelli Vincenzo 53-66 passim, 170, 172,<br />
297, 299, 302, 342, 518, 523, 526, 530, 589<br />
Brod Luciano 449<br />
Brogi Marco Dino 176<br />
Brophy Andrew 451<br />
Brown George 378<br />
Bruccoleri Vincenzo 498<br />
Bruck Anton 449<br />
Brumberger Reinaldo 153<br />
Brunette Pierre 55, 449, 482<br />
Brusset Jean-Luis 116<br />
Buccoliero Agostino 169, 450<br />
Buchcik Adrian 285, 451<br />
Buffon Giuseppe 589<br />
Bugho Calvin 122<br />
Bunader Julio César 43, 150, 449<br />
Buonanno Berardo 589<br />
Burgos Aguado Félix 599<br />
Burke John 198<br />
Bütler Maria Bernarda 543<br />
Byeong-Ryol Choi Felix 24, 451<br />
C<br />
Cabrera Herrera Luis Gerardo 55, 68, 120, 122, 124,<br />
125, 152, 154, 155, 169, 170, 297, 342, 349, 350,<br />
402, 449, 501, 562, 566, 570, 581, 582<br />
Cacciotti Alvaro 50, 341<br />
Cadderi Attilio Carlo 356<br />
Calderón Martínez Severino 278, 327, 450<br />
Califano Giovangiuseppe 502<br />
Calufetti Abele 589<br />
Campagna Fernando 514<br />
Campagna Robert 334, 451<br />
Campana Ferdinando 169, 340, 450, 589<br />
Campos Alberto 518<br />
Campos Camacho Ramon 193<br />
Campos Hernández Alberto 55<br />
Campos Roberto 567<br />
Camps Arnulf 197<br />
Camps Mezquida Rubén 181<br />
Canali Paolo 452<br />
Candelario Preciado Francisco 567<br />
Cappelletti Marino 192<br />
Carballo Sergio 149<br />
Carfagna Pietro 284, 450<br />
Carlés Gonzáles Franciscus 304<br />
Caroli Ernesto 356<br />
Carpio Ponce Emilio Erasmo 42, 451<br />
Carraro Anaclécio 499<br />
Carraro Leodir 489<br />
Carrascosa Santos Perfectus 73<br />
Carrero Morales Dario Ángel 451, 568<br />
Carsten Mike 550<br />
Cartagena William 155<br />
Carvalho do Couto Wanderley 498, 572<br />
Carvalho Eugénio da Cruz 190<br />
Carvalho Walter 574<br />
Casalini Nello 177<br />
Casamenti Silvestro 595<br />
Caspoli Alessandro 119, 452, 499<br />
Castagna (Impresa) 344, 345<br />
Castagna Marco 345<br />
Castillo Alejandro 122<br />
Castillo Zapata Felipe 193
INDEX NOMINUM<br />
605<br />
Castro Francisco 329<br />
Catenacci Fabio 65<br />
Cecchin Stefano 295<br />
Celichowski John 577<br />
Cella John 277<br />
Centola Michele 284<br />
Cera Romano 599<br />
Cetoloni Rodolfo 576<br />
Chambi Cruz Ernesto 42<br />
Chapel Silvius 201<br />
Chávez Soto Francisco Javier 567<br />
Chen Dominic 291<br />
Chiarinelli Lorenzo 65<br />
Chinnici Joseph 451<br />
Chiusano Luis 115<br />
Cho Augustin 115<br />
Chomik Waclaw 282, 451<br />
Chumillas Fernández Victor 72, 74<br />
Cipolla Ruggiero 600<br />
Cirillo di Smolensk 140-145 passim<br />
Clarac M. Luisa Angelica 84<br />
Clemens Josef 118<br />
Clemenza Antonino 170<br />
Collins James 198<br />
Collins Seán 43, 452, 499, 500, 501, 560<br />
Colombo Agnello 369<br />
Colombo Giovanni 369<br />
Colombotti Tarcisio 356<br />
Colomer Barber Rafael 42<br />
Colpani Cecilio 197<br />
Comunale Salvatore 597<br />
Concetti Gino 178<br />
Concetti Giuseppe 356<br />
Conti Maurizio 451<br />
Contini Andrea 283<br />
Convertino David 287<br />
Copps Michael 169, 449<br />
Córdova Padilla Hugo 562<br />
Corona Raimondo 177<br />
Corrado Andrea 65<br />
Correa Gino 285<br />
Corriveau John 117, 170, 174, 175, 341, 577<br />
Cortés Rodríguez Santiago 200<br />
Cortese Tarcisio 164<br />
Costa José Dinis 193<br />
Covili Linfati Isauro U. 286, 581<br />
Crepaldi Maria Aparecida 316<br />
Crisci Livio 283<br />
Crko Stipe 284<br />
Cubillo López Isidro 192<br />
Cuesta Cuesra José Antonio 596<br />
Cukovecki Michael 195<br />
Curo Vinko 280<br />
Cvitak Marijan 451<br />
D<br />
D’Alessandro Filippo 284<br />
D’Aquilanea Arturo 342<br />
Da Silva Carlos Antonio 499<br />
Da Silva Erivan Messias 449<br />
Da Silva Rocha Antonio 572<br />
Dąbrowski Klaret Antonín 285<br />
Dadic Zdravko 280<br />
Dannenfelser Lambert 598<br />
Daquilanea Arturo 451<br />
D’Cruz Michael 451<br />
De Almeida Marcos Antonio 41<br />
De Andrade José Carlos 315, 316<br />
De Angelis Sante 288<br />
De Araújo Marconi Lins 449<br />
De Feo Francesco 286, 581<br />
De Ilarduya de Troconiz J. M. Mtz. 283<br />
De La Mata Merayo Miguel 451<br />
De la Serna Ramiro 342, 449<br />
De Rosa Luca 81, 85, 310, 311, 541-544 passim<br />
De Sousa David 367<br />
De Souza Paulo Sérgio 499<br />
De Vega Pedraza Iosephus 72<br />
De Vincenti Maria Teresa 543<br />
De Vita Bernardino M. 594<br />
Deja Leonard 497<br />
Deklic Diego 284<br />
DelPozoB.Pietro72<br />
Del Pozo Encarnación 115, 312, 428, 443, 550, 577<br />
Delille Ernest 193<br />
Della Presentazione M. Celina 84<br />
Dentzman Robert Francis 201<br />
Devcic Ivan 164<br />
Di Fatta Giuseppe 284<br />
Di Franco Manlio 119, 151, 346, 450<br />
Di Pietri Michele 200<br />
Di Ruberto Michele 81, 82, 538<br />
Di Stefano Tito 50<br />
Di Virgilio Virgilio Felice 162, 403, 450, 589<br />
Dias Vicente João 451<br />
Díaz Hernández Carmelo 201<br />
Diego Caridad 570<br />
Dieguez Alejandro M. 177<br />
Díez Serna Valentinus 73<br />
Dignard Maurice 598<br />
Dijkstra Oswald 199<br />
Dipinto Vito 284<br />
Do Prado Antônio 598<br />
Doctor John 451<br />
Dohnal Ján M. Vianney 284, 449<br />
Doménech Puig Juan María 600<br />
Domínguez Ferrer Raimundo 283<br />
Domínguez Jorge 350<br />
Dominkovic Pavo 280
606 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Dorresteijn Michaël 600<br />
Doyle Mathias 501<br />
Drudi Atanasio 593<br />
Duarte Richard 58<br />
Dubigeon Benoît 500, 581<br />
Duda Bonaventura 311<br />
Duffy Regis 183, 194<br />
Dugas Anthony 372<br />
Dukic Tomislav 284<br />
Dulce Luis 125<br />
Dumois Frank José 567<br />
Dunham Larry 285<br />
Dunham Larry 451<br />
Dunn Edward 194, 285<br />
Duns Scoto Giovanni 234, 235, 292, 293, 294, 322<br />
Duynstee Salvinus 366<br />
Dzierzenga Richard 449<br />
Dzolan Mijo 278, 449<br />
E<br />
Echevarría Gorostiaga Aloisius 303<br />
Echevarría Gorostiaga Felix 84, 303, 304<br />
Echeverría Ernesto 497<br />
Echeverry Hincapié Joaquín Arturo 589<br />
Echeverry Joaquín Arturo 60<br />
Edmiston James 27, 140, 144, 169, 578<br />
Edmiston Jim 348<br />
Egger Gottfried 285<br />
Egiguren Iraola José Ángel 65, 283<br />
Elías Jiulio M. 154<br />
Elorriaga Alfonso M. 153<br />
Elschot Seraphinus 376<br />
Erdö Peter 335, 550, 551<br />
Ermini Pani 589<br />
Errasti Mariano 356<br />
Esnaola Garmendia Anastasio 593<br />
Espinosa J. H. 50<br />
Espinosa Salvador 563<br />
Esquiú Mamerto 84, 534, 539, 542, 543<br />
Esteve Puig Pedro 85<br />
Etxebarria Bastegieta Victor 191<br />
Ezenarro Alvarez Agustin 190<br />
F<br />
Fabris Eurosia 531<br />
Facchinetti Vittorino 589<br />
Fajdek Bogdan 171<br />
Fallas Sergio 451<br />
Falque Jean 356<br />
Fanoko Kpodzro Philippe 189<br />
Fantaccini Paolo 376<br />
Farolfi Chiara 83<br />
Fässler Raphael 285<br />
Fattiroso Rosario 373<br />
Favretto Mario 119, 160-172 passim, 337-342 passim,<br />
346, 349, 402, 449, 576-581 passim<br />
Federici Alfredo 342<br />
Fejes Antal 238, 282, 335<br />
Felipe Tapia Vicente Emilio 501, 554<br />
Fernandes Marcos Aurélio 499<br />
Fernández Cubillos Héctor Alejandro 119, 177<br />
Fernández Fernández Dionisio 451<br />
Fernández Francisco 155<br />
Ferrari Caetano 573<br />
Ferrari Giuseppe 286, 337, 429, 500, 581<br />
Ferrari Roberto 119, 450<br />
Ferrario Paolo 283<br />
Ferraro Venanzio 498<br />
Ferreira Lessa Luiz Augusto 41<br />
Ferreira Sergio 573<br />
Fichera Maria Grazia 589<br />
Fiehe Gabriel 201<br />
Fierro Onorio 600<br />
Figueiredo Fernando Antônio 585<br />
Figueredo Esteban Melians 567<br />
Finn James 193<br />
Finocchiaro Carmelo 169, 450<br />
Fischer Benno 500<br />
Fišić Ladislav 589<br />
Flesch Maria Rosa 84, 304, 306, 310<br />
Flores Guerrero José Angel 502<br />
Fobes Peter 177<br />
Fong Franklin 42<br />
Forte Antonio 591, 595<br />
Forthomme Bernard 356<br />
Fortier Honorius 372<br />
Fouillet Thomas 200<br />
Franco Samuel 567<br />
Frank Suso 194<br />
Franssen Angelus 598<br />
Fratus Thomas 368<br />
Frühwirth Wolfgang 314<br />
Furikawa Ludovico 115<br />
Fusarelli Massimo 49, 50-51, 122-123, 170, 172,<br />
174, 386, 291-292, 295, 449, 509, 514<br />
G<br />
Gábor Tamás 238, 282, 335<br />
Gaeta Nicola 196<br />
Gaiardoni Renzo 200<br />
Galea Paul 55, 450<br />
Galesini Mauro 499<br />
Galimberti Attilio 116, 577<br />
Galimberti Rosa 550<br />
Galvão de França Antonio (Beato) 535<br />
Gamba Fidenzio 185<br />
Garcia Acosta A. Filemone 85<br />
García Aguedo 567
INDEX NOMINUM<br />
607<br />
García Aragón Leonardo 41<br />
García Blanco Aguedo 567<br />
García Chasco PedroÁngel 567, 568<br />
García Gabriel 119, 345, 502<br />
Garcia Gasco Vicente 82<br />
García Herrero Ángel 376<br />
Garcia José 55<br />
García Oro José 329<br />
Garcia Palacios José 450<br />
García Rodríguez Francisco 450<br />
Gardin Gianfranco Agostino 550<br />
Gassen Ireneu 119, 167, 315, 316, 342, 449<br />
Gavarrón Atienza José Luis 278<br />
Gavran Lovro 280<br />
Gdyk Nikodem 169, 451<br />
Gelmini Eligio 163, 576, 580<br />
Gemelli Agostino 177, 592<br />
Ghielmi Maria Pia 355<br />
Giacomel Ercolano 195<br />
Giacomello Antonio 171<br />
Giani Apollinare 371<br />
Giermek Joachim 117, 174, 312, 577, 428, 443<br />
Gil de Gómez Conrado 312<br />
Gillet Ernest 196<br />
Giordano Valeriano 182, 193<br />
Giovanni Paolo II 156, 209, 221, 233, 234, 309,<br />
310, 336, 381-389 passim, 395-399 passim,<br />
407, 430, 431, 432, 547<br />
Giovannini Fausto 193<br />
Giuntella Paolo 65<br />
Gniecki Czeslaw 169, 451<br />
Gobbi Marco 191<br />
Goh Lionel 293<br />
Gohly Jozafat 283<br />
Gololombe Lucas F. 169, 450<br />
Gomes Da Silva Adelmo Francisco 451<br />
Gomes de Figueiredo Wanderley 499<br />
Gómez Francisco 55, 342<br />
Gómez José 329<br />
Gómez Martínez Eulalio 169, 450, 561, 563, 566<br />
Gómez Vergez Francisco Leonardo 449<br />
Gómez-Pinto Piñero Felix 73<br />
González Amado 55, 329<br />
González Arturo 570<br />
González González Amado 450<br />
González González José 43, 278<br />
González Porres José Antonio 55, 349, 350, 450<br />
González Puig Speranza 84, 306-307<br />
Gonzalez Quimper José Luis 42<br />
González Rodríguez Anastasius 73<br />
Gonzalez Ubierna Valentinus 189<br />
Goovaerts Wulfran 595<br />
Gori Pacifico 372<br />
Grassi Massimo 283<br />
Gregoris Serafina 539<br />
Greitzke Reginald 601<br />
Grochla Dominik 283<br />
Gross Cludius 43<br />
Grubisic Veselko 284<br />
Gudelj Vinko 284<br />
Guidi Remo 403, 405<br />
Guitton Gérard 356<br />
Gunn Reginald 371<br />
Gutierrez Ávila David 42<br />
Gutiérrez José Luis 81<br />
Gutiérrez Moisés 518<br />
Gutierrez Rivas Moisés 287<br />
Gutmann Paul 194<br />
Gyung-ho Ki Francis 42<br />
H<br />
Ha Joseph 558<br />
Hakala Nikolaus 371<br />
Hamada Filippo 115<br />
Harlan Michael 184<br />
Hartmann Jorge 167<br />
Hechich Barnaba 235<br />
Hegedűs Kolos 238, 282, 335<br />
Heidlage Benno 600<br />
Heinze Markus 119<br />
Heras Segarra Walter 449, 497<br />
Heras Walter 55<br />
Herbas Balderrama Jorge 587<br />
Hernán Alvarado Solano 55<br />
Hernández García Gilberto 567<br />
Hernandez Raul 452<br />
Hernández-Ranera de Diego Angelus 72<br />
Hernansanz Chico Mikel 283<br />
Herranz Migueláñez Julio 43, 278<br />
Herrera Bermejo Fridericus 73<br />
Herrera Díaz Evencio 42<br />
Herrera Moreno Luis Alfonso 373<br />
Higgins Michael J. 118, 550, 551<br />
Hillesheim Pacífico 199<br />
Hinwood Bonaventure 43<br />
Hollek Kosma 498<br />
Holzleitner Miljenko 193<br />
Hopfgartner Willibald 285<br />
Hoppe Leslie J. 169, 278, 451<br />
Hoško Emanuel 163, 589<br />
Howaniec Henry 235, 236<br />
Hrgić Ljubo 589<br />
Huanca Octavio 155<br />
Huculak Benedykt 235<br />
Hudson Patrick 119, 452, 581<br />
Huerta Muro Juan Maria 42, 450<br />
Huijerjans Julius 371<br />
Hummes Cláudio 586
608 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
I<br />
Iandiorio Giuseppe 592<br />
Iglesias Hidalgo Enrique 452<br />
Ilidio Inácio 122<br />
Ilunga Mikombe Alex 451<br />
Iocco Giancarlo 601<br />
Iorio Paul Thomas 452<br />
Irudaya Samy 118, 551<br />
Isabel Lawrence Damien 502<br />
J<br />
Jacobs Constant 595<br />
Jagec Lucije 164<br />
Jaku Landi 497<br />
Janka Filemon T. 285<br />
Jarząbek Marian 551<br />
Jöhri Mauro 428, 443, 577<br />
Joly Dominique 501<br />
Jordá Tomás José Antonio 450<br />
Jorio Paul 65<br />
Joudiou Gabrielle 356<br />
Jouet Jacques 65<br />
Jukic Marko 280<br />
Juma José Emanuel 60<br />
Jurcys Benediktas 450<br />
Jürgens Johannes 374<br />
Jurisich Melvin 42, 342, 451<br />
Jurka Jeronym Frantisek 285<br />
K<br />
Kabamba Pierre 314<br />
Kain Clement 199<br />
Kaiser Tibor 314<br />
Kallarangatt Ioseph 81, 83, 308<br />
Kallenberg Felicianus 201<br />
Kaltbach Fabian 283<br />
Kamenci Andjelko 497<br />
Kanach Bolesław 551<br />
Kao Cheng-Chai Thaddeus 455<br />
Kealy Francis de Paul 197<br />
Kemphues Carl 196<br />
Khanyile Makhomba 43<br />
Kiemen Mathias 190<br />
Kiesler John 42<br />
Kijas Zdzislaw 341<br />
Kim Damian 115<br />
Kim Tobia 115<br />
Kish Emery 370<br />
Klaric Josip 284<br />
Kleine Emmeran 376<br />
Klucka Didak Robert 285<br />
Köenig Augusto 119<br />
Koenig Augusto 449<br />
Koeppl Crispin 196<br />
Kohler José 581<br />
Kolbe Massimiliano 115, 209<br />
Koloczek Longin 498<br />
Kolodziej Maynard 368<br />
Kondruziewicz Thadeusz 140<br />
Koren Matjia 164<br />
Korosak Bruno 355<br />
Kosaryev Ivan 498<br />
Koser Costantino 328, 365<br />
Kowal Serafin 377<br />
Kruidenberg Benitius 196<br />
Kruijdenberg Philotheus 197<br />
Kuczmik Ptolomeusz 498<br />
Kujundzic Karlo 371<br />
Kurutz Gregory 597<br />
Kustusz Gaudenty 593<br />
Kusy Thaddée 497<br />
Kuzhiparambil Joy Prakash 501<br />
Kwaśny Aleksander E. 285<br />
Kwon Hyacynta 115<br />
L<br />
Labarta Tanco Ricardo 190<br />
Lacey Julia 116<br />
Lago Marcello 195<br />
Lahaie Jean-Paul 375<br />
Lahera Remón Andrés 367<br />
Lama Manuel 332<br />
Lanza Paolo 65<br />
Lapierre Lucien 200<br />
Larrea Arrizabalaga Juan Ignacio 283<br />
Lati Giancarlo 170, 343, 344, 345<br />
Lattenero Emilio 368<br />
Lauzon Raymond 192<br />
Laverone Kenneth 42<br />
Layuno Bilbao Jose Maria 191<br />
Leenaerts Alfons 201<br />
Legonou Joseph-Marie 185, 199<br />
Lehmann Leonard 342<br />
Lennon Ted 119<br />
Lennon Teddy 59<br />
Lenz Hans 285<br />
Lerteri Mario 368<br />
Lessard Évarist 202<br />
Lete Madinabeitia Jose Maria 192<br />
Li Quadri C. Giancarlo 284<br />
Liberati Vincenzo 177<br />
Lima da Silva João de Deus 368<br />
Link Fred 451<br />
Lino Benedetto 315, 316<br />
Lins de Araújo Marconi 41<br />
Lippi Giovanna 589<br />
Lizak Stanislaw 191<br />
Ljubo Janko 280
INDEX NOMINUM<br />
609<br />
Locatelli Agnello 592<br />
Locatelli Fiorenzo 283, 450, 499<br />
Lockman James 42<br />
Loffreda Stanislao 177<br />
Lombardi Alessandro 283<br />
Lombardi Zaccaria 594<br />
Lopata Simone 581<br />
Lopetegui José Luis 312<br />
Lopez Quintana Pedro 308<br />
Lorscheider Aloísio 167<br />
Löster Karl 315<br />
Louro Agustín 312<br />
Lovato Stefano 581<br />
Lozano Tello Martinus 72<br />
Lucić Ljubo 589<br />
Lukovits Milán 238, 282, 335<br />
Luna Octavio 350<br />
Lutter Michaela 314, 315<br />
Luzuriaga Manuel Valarezo 55<br />
Lynch Conall 373<br />
M<br />
Madden Declan 375<br />
Magro Silvestro 518<br />
Magro Sylvester Carmel 27, 55<br />
Magyar Gergely 238, 282, 335, 450<br />
Majadas Málaga Andreas 73<br />
Majadas Málaga Vincentius 73<br />
Majnek Antal 335<br />
Malchuk Herkulan 451<br />
Malkiewicz Przemyslaw 373<br />
Malone Kieran 198<br />
Mancinelli Maria Letizia 589<br />
Mancuello Antonio 451<br />
Mandic Zoran 280<br />
Manickam Amaladass 499<br />
Manniello Mario 374<br />
Mannion Germain 195<br />
Manns Frederic 291<br />
Marchal Roger 450<br />
Marcheselli Matteo 451<br />
Marchesi Francesco 499<br />
Marcucci Antonio 538<br />
Margil Gesù 84<br />
Maria Celina della Presentazione 542<br />
Markowski Henryk 196<br />
Maroto Moreno Felix 73<br />
Martella Antonio 164, 450<br />
Martignetti Richard 171<br />
Martín Hernández José 43, 279<br />
Martín Juan 567<br />
Martinelli Giovanni 518<br />
Martinelli Giovanni Innocenzo 27, 55<br />
Martinelli Paolo 341<br />
Martinez Charlie 285<br />
Martínez Daniel 561<br />
Martinez Izquierdo Marino 367<br />
Martínez Manjón Eugenio 356<br />
Martínez Moñux Angel 599<br />
Martínez Rafael 351<br />
Martorelli Giulio 65<br />
Mascarenhas Louis 498<br />
Mascarucci Giovanni 65<br />
Masotti Gianpaolo 451<br />
Massei Pompeo 177<br />
Maté Calzada Iacobus 73<br />
Mathias Gabriel 499<br />
Mathothu Kurian 308<br />
Matic Ivan 115-118 passim, 313, 315-316, 551<br />
Matosevic Matija 284<br />
Matura Thaddée 33, 65, 451<br />
Mayer Siegert 315<br />
Mayerl Erhard 314<br />
Mayo Antolín 313<br />
Mazgaj Stanilaw 286<br />
Mazgaj Stanisław 581<br />
Mazzeo Michele 50<br />
Mazzuco Filho Vitório 500<br />
McCabe Declan 375<br />
McCarthy Liam 451<br />
McCarthy Liam 59<br />
McClintock John 376<br />
McCluggage Clare 550<br />
McDonagh Roch 195<br />
McGinn Finian 145, 169, 286, 332, 334-335, 342,<br />
402, 449, 501, 502, 581<br />
McGrath Thomas 121<br />
McIntosh Jim 117<br />
McKeever Frederick 596<br />
McKenna Hugh 500<br />
McKillip Anthony 374<br />
McLellan Daniel 286<br />
Medina Gálvez Pedro 41<br />
Meisner Joachim 118<br />
Melone Mary D. 50<br />
Mendés J. Patrick 550<br />
Mendez-Guzman Oscar 42<br />
Menegatti Valentino 170<br />
Mennini Antonio 141<br />
Menor Vargas Neri 42<br />
Mercado Ervin 155<br />
Mercier Jean-Marc 198<br />
Merino Abad Emérito 177<br />
Merlo Grado Giovanni 357<br />
Mertens Aureel 373<br />
Messa Pietro 177<br />
Messias da Silva Erivan 169<br />
Mesters Carlos 121
610 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Metz Eduardo 44, 581<br />
Meyer Pacian 190<br />
Meza Cardona Ernesto 42<br />
Micarelli Barbara 543<br />
Michael Peter 172, 452<br />
Michalek Bruce 285<br />
Micheletti Tarcisio 372<br />
Michieli Norberto 369<br />
Miedema Arno 201<br />
Miele Bruno 450<br />
Miguel do Nascimento Roberto 499<br />
Mihaljevic Jozo 370<br />
Mihály Juraj Andrej 451<br />
Milán Lukovits 238<br />
Miller Bertin 285<br />
Millett Benignus 377<br />
Minchiatti Gabriele 377<br />
Miramontes Francisco 65<br />
Mirri Franco 283<br />
Mitchell Alban 196<br />
Moisii Róbert 284<br />
Mokry Bob 449<br />
Molina Roldan Bernardo 598<br />
Molloy Vivian 369<br />
Montanari Antonio 357<br />
Monti Alberto 285<br />
Montoya Julio M. E. 55, 518<br />
Moore Michael 451<br />
Morales Ignacio de la Cruz 563<br />
Morales Ríos Jorge Humberto 357<br />
Moreno Camuñas Rubén 43, 279<br />
Morittu Salvatore 161<br />
Mosquera Jesús 497<br />
Mota Rosalvo 315<br />
Mulholland Sarah 550<br />
Müller Ivo 351<br />
Muller Joao Inacio 42, 168<br />
Mulqueen Anne 550<br />
Muñoz Mauro 60<br />
Murakami Paul Miki 450<br />
Murguzur José 42<br />
Murhabale Barhayika André 497<br />
Muro Aréchiga Juan Ignacio 55, 68, 119, 124, 149-<br />
155.167-169 passim, 342, 349, 351, 402, 449,<br />
562, 566, 572, 574, 581<br />
N<br />
Nairn Thomas 286, 581<br />
Namur Henri 450<br />
Nam-yong Paek John 42<br />
Nardecchia Daniela 589<br />
Navío Colado Iulianus 72<br />
Nazzaro Giuseppe 55, 518<br />
Negroni Zaccaria 309<br />
Neitzert Jürgen 65<br />
Neri Francesco 341<br />
Nguyen Gia Thinh Jean-François 502<br />
Nguyen Van Hoa Paul 159<br />
Nguyen Van Si Ambrogio 166, 169, 172, 332, 334,<br />
342, 343, 402, 449, 557-560 passim, 581<br />
Nichel Silvestre 315<br />
Nicora Attilio 29<br />
Nimac Dragan 287, 514<br />
Nocolini Zani Matteo 292<br />
Nogemane Vumile 43, 57, 59, 449<br />
Nowak Edoardo 72-84 passim, 304-310 passim,<br />
534-542 passim<br />
Nowak Florentyn Cz. 285<br />
Nuñez (Chelito) María Consuelo 549<br />
Núñez Almadóvar Santos 374<br />
Núñez Azpilicueta Onofre 279<br />
Núñez María Consuelo 313<br />
Núñez Pedrero Julio 195<br />
O<br />
Ó Laoide Caoimhín 169, 174, 450, 500, 502<br />
O´Connor John 169, 451<br />
O’Conaire Francisco 122<br />
O’Friel La Salle 598<br />
Oberberger Gabriele 595<br />
Obico Balthasar 286<br />
Ocaña Etcheto Miguel 190<br />
Ogueta Domaica Basilio 367<br />
Oh Paolo 332<br />
Oliva Raimondo 595<br />
Oliver Alcón Francisco 43<br />
Oliver Juan 43, 518<br />
Oltra Perales Enrique 589<br />
Opršal Jaroslav 593<br />
Orbán Szabolcs 284<br />
Orduña Cesare 452, 581<br />
Orosz Lóránt 238, 282, 284, 335<br />
Orsi Luca 357<br />
Ortaglio Luigi 336, 342, 450, 573, 579<br />
Ortega Alamino Jaime 570<br />
Ortega Mario Liroy 497<br />
Ortíz Eugenio 149<br />
Osborne Paulo J. 499<br />
Otis Édouard 377<br />
Ottavi Bruno 497<br />
Ottenbreit Stefano 349<br />
Ovejero Gómez Marcellinus 72<br />
Overend Rigillo Sandro 41, 169, 280, 282, 342,<br />
402, 449, 497, 502, 503, 581<br />
Padrón Félix 587<br />
Pagano Sergio 177<br />
P
INDEX NOMINUM<br />
611<br />
Pagliari Andrea 195<br />
Pajak Cherubin 195<br />
Pala Camillo 199<br />
Palacios Jara Alejandro 42<br />
Paleari Francesco 83, 85, 541<br />
Páll Leó 284, 451<br />
Palma Henriquez Ernesto 449<br />
Pamplany Babu Jose 449<br />
Pańczak Alojzy 551<br />
Panic Bonifácio A. Reimann 518<br />
Panza Luca 65<br />
Paolo VI 234, 513, 547<br />
Parafox Miguel 120<br />
Parziale Mercurio 370<br />
Paskai László 335<br />
Pastrán González Francisco Teodoro 599<br />
Patlán Sanchez Maria 540<br />
Paulino de Souza Epifânio 199<br />
Pavone Agnese 166<br />
Pawlik Szczepan 597<br />
Pazzini Massimo 291<br />
Pecoraro Claudio 558<br />
Pedraza Carrillo Leocadio 42<br />
Peixoto De Castro Fernando Inacio 449<br />
Pell Georg 118<br />
Pellegrini Germano 450<br />
Pelufo Riccardo 82<br />
Pepe Franco 450<br />
Perantoni Pacifico M. 369<br />
Percan Josip 235<br />
Pereira Adelino 191<br />
Pereira das Neves José 286, 581<br />
Pereira Júnior Aluísio Alves 499<br />
Pereira Lamelas Isidro 450<br />
Pereira Marcio 573<br />
Peret Rodrigo 122<br />
Pérez Jiménez Lázaro 567<br />
Pérez José Antonio 55, 518<br />
Pérez Sanchez José Antonio 298<br />
Pérez Simón Luis 500<br />
Pérez Victor de la Pena 55<br />
Përlala Fran 497<br />
Perugini Luigi 87, 170, 172, 202, 243, 346, 378,<br />
582<br />
Peruhe Mikhael 123<br />
Pesce PierGiuseppe 285<br />
Pessoa Aurelio 152<br />
Peteiro Antonio 329<br />
Péter Arthur 284<br />
Phan Long Vu 160<br />
Phan Peter 482<br />
Phuoc Vinh 159<br />
Picciafuoco Umberto 590<br />
Picicco Agostino 177<br />
Piciocco Francesco 284<br />
Piechota Benigny Zbig 285<br />
Piechota Jan Kanty 498<br />
Pierucci Armando 290<br />
Pijpers Augustinus 377<br />
Pinto Ostuni Gianfranco 452<br />
Pizzaballa Pierbattista 164, 342<br />
Plechta Sabin 599<br />
Plogmann Norbert 450<br />
Pocha Ferhad 116<br />
Poletto Severino 85<br />
Polsi Franco 375<br />
Popielarski Nazariusz 514<br />
Porcelli Marino 119, 169, 450<br />
Pörnbacher Benedikt 369<br />
Porte Gabriel-Maria 202<br />
Portillo Mauricio 60<br />
Potolwana Mawethu 123<br />
Prieto del Pozo Benignus 72<br />
Pulcinelli Bernardino 201<br />
Pulizzotto Salvino 315<br />
Puljic Marko 451<br />
Punga Mavunda Floribert 497<br />
Puodziunas John 43, 581<br />
Pusma Guerrero Salomón 451<br />
Q<br />
Querzola Rodríguez Jorge 451<br />
Quigley John 116, 577<br />
R<br />
Ramón García Carlos 42<br />
Ramos Guzmán Pedro 287<br />
Ramos Valmir 451<br />
Ramos Xavi 115-118 passim, 313, 316<br />
Rañoa Andres 451<br />
Ravlic Bono194<br />
Re Stanislao 364, 376<br />
Reati Fiorenzo 578<br />
Rebéiro Ferreira de Sousa Francisco 41<br />
Recchia Stefano 175, 577<br />
Reckers Artur 198<br />
Reddy Sleeva 499<br />
Redondo Valentín 313<br />
Refatto Florindo 373<br />
Reimann Panic Bonifacio Antonio 55, 154<br />
Rembecki Heriberto 449<br />
Reschiglian Massimo 169, 176, 450, 597<br />
Ressel Marion 372<br />
Ribeiro Anastácio 41<br />
Ricci Clara 540<br />
Rico Ortíz José Ignacio 597<br />
Rinaldi Massimo 78, 81, 541<br />
Río Rojo Saturninus 73
612 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Rivera Carrera Norberto 543<br />
Rodé Franc<br />
Rodé Franc 207, 218, 341<br />
Rodrigo Antón Antonius 73<br />
Rodrigues de Menezes Longuinho 499<br />
Rodríguez Carballo José 9-32 passim, 41, 47, 49,<br />
51, 55, 60, 117, 119, 124, 135, 139, 149-176<br />
passim, 189, 217-249 passim, 277, 280, 282,<br />
290, 291, 294, 313, 327-344 passim, 349, 397-<br />
447 passim, 449, 454-497 passim, 502, 503,<br />
506, 513, 518, 526, 529, 557-577 passim, 581<br />
Rodríguez Cárdenas Fr. Fernando 42<br />
Rodríguez Carrillo César 42<br />
Rodríguez Mejías Juan José 279<br />
Rodríguez Simon Michael 304<br />
Romanowicz Aleksy 498<br />
Romero Francisco 287<br />
Romero García Francisco Manuel 502, 581<br />
Rondeau Anne-Sophie 178<br />
Rosat Adalberto 154<br />
Rosati Giancarlo 500, 581<br />
Rossi Leopoldo 197<br />
Rotellini Giuseppe 598<br />
Rozansky Joe 554<br />
Rozansky Joseph 119, 122, 125, 170, 501, 502<br />
Ruano Santateresa Pedro 43, 279, 450<br />
Rubio Fernandez Felix 592<br />
Ruigrok Cleophas 195<br />
Ruiz de Loizaga Saturnino 235<br />
Ruiz Orlando 334<br />
Ruiz Verdú Pedro 286, 581<br />
S<br />
Sáez de Ibarra Antonius 304<br />
Sahadun Ferdinand 451<br />
Saint-Jure Jean-Baptiste 357<br />
Saint-Yves Jacques 57<br />
Sainz Giménez José María 43, 279<br />
Sáiz Miguel Cristóbal 193<br />
Samac Sime 163, 164, 169, 173, 174, 286, 342,<br />
402, 581<br />
Samudio Mareco Pedro Simón 451<br />
Samuele Portka 581<br />
Samy Irudaya 314-315<br />
Sanchez Flavio 60<br />
Sánchez Hernández-Ranera Alfonsus 73<br />
Sândalo Angélico 316<br />
Sandoval Iñiguez Juan 351<br />
Sandri Leonardo 81<br />
Sanetti Rinaldo 190<br />
Sang-Seon Oh Paolo 42, 449<br />
Sannig João 41<br />
Santamaría Luis Gerardo 41<br />
Santos Ballesteros Edgar 449<br />
Santrich Bermudez Cesar Efrain 451<br />
Sappl Martín 152<br />
Sappl Seibold Martín Kilian 449<br />
Saraiva Martins Giuseppe 72-84 passim, 304-<br />
310 passim, 534-542 passim<br />
Saravia Tasayco Melchiora 82<br />
Sardella Donato 286, 581<br />
Sautié Hilario Ignacio 588<br />
Savone Antonio 283<br />
Scarpato Andrea 597<br />
Schäfer Odilo 596<br />
Schalück Hermann 33, 139, 168, 449, 481<br />
Schauerte Antonio 500, 581<br />
Schegel Gérard 376<br />
Scheidt Guido Moacir 498<br />
Scheifele Claus 499, 500<br />
Schillings Philippe 581<br />
Schillings Philippe 60<br />
Schlegel Helmut 450<br />
Schlepütz Hermann-Joseph 315<br />
Schmitt Carlos 194<br />
Schmitt Clément 201, 359<br />
Schmitz Lindolfo 198<br />
Schmucki Albert 285<br />
Schneider Anísia 174, 577<br />
Schneider Herbert 590<br />
Schoch Nikolaus 170<br />
Schoenmaeckers Falco 194<br />
Scholles Georg 314<br />
Schreiber Walter 41<br />
Schwarzl Rupert 590<br />
Schwerz Néstor 60-63, 68-69, 119, 123, 170, 349,<br />
350, 449<br />
Schwieters João 449<br />
Scozzina Luis Antonio 351, 449<br />
Sebastiani Marco 283<br />
Seghezzi Antonio 310<br />
Segieth Raphael 59<br />
Segovia Marín Luis Enrique 42<br />
Segurola Echaniz Nikolas 451<br />
Seijas José 329<br />
Semren Marko 357<br />
Sépinski Agostino 311<br />
Shakals Roland 140<br />
Shin Nicholas 334<br />
Short Bill 452<br />
Short William 43<br />
Shukardin Samson 169, 450<br />
Siekaniec Ladislas 594<br />
Siekierka Ernest 502, 581<br />
Sikiric Miron 280<br />
Simone da Lipnica (Beato) 84, 537, 542<br />
Simonelli Cristina 357<br />
Sinigoj Cornelio 373
INDEX NOMINUM<br />
613<br />
Sisto Gianfrancesco 119, 452<br />
Slaby Paul 597<br />
Smith Paul 43<br />
Sodano Angelo 532<br />
Soiński Borys J. 285<br />
Šojat Kornelije 550<br />
Soldo Slavko 174, 342, 449<br />
Solinas Mario 160, 450<br />
Sopta Josip 284, 450<br />
Soracchi Gilberto 499<br />
Soria Pons Umile 543<br />
Sorrentino Domenico 215, 336, 443, 579<br />
Sousa João Sardinha 191<br />
Spelic Miran 451<br />
Srádi Benjamin 284<br />
Sroczynski Angelo Mariano 368<br />
Staltari Rosa 541<br />
Steen Charles 600<br />
Stein Edith 211<br />
Stewart Robert 43<br />
Stojic Milienko 173<br />
Stoppa Maggiorino 285<br />
Storms Francis 199<br />
Stulic Anselmo 284<br />
Suess Paulo 60<br />
Sukup Jude 378<br />
Sundar Arok 450, 560<br />
Syukur Paskalis Bruno 450<br />
Szklarski Wlodzimierz 192<br />
T<br />
Tagliabue Pio153<br />
Takeda Fumihiko Francisco 115<br />
Talens Albiñana Angel 43<br />
Tamás Gábor 238<br />
Tapia Santamaría Benjamin 191<br />
Tedeschini Claudio 191<br />
Tedoldi Massimo 283<br />
Teixeira Celso 121<br />
Tejado Librado Raimundus 73<br />
Teke Paias 451<br />
Telletxea Etxebarria Ramón 190<br />
Teloni Alberto M. 196<br />
Ternyák Csaba 550<br />
Terradillos Ortega Victorino 43, 279<br />
Terrazas Silvio 152<br />
Testa Celso 594<br />
Testa Russell 122<br />
Tetteroo Philippus 600<br />
Thevarparampil Agostino 71, 81, 83, 308<br />
Thomann Carola 342<br />
Thumm Johannes 315<br />
Tierrablanca Rubén 172, 452<br />
Tillek Ashley 43, 57, 451<br />
Timmermans Willibald 376<br />
Timoney Bartholomew 374<br />
Timoszyk Bożysław W. 285<br />
Tinaj Gasmend 497<br />
Tini Berardo 197<br />
Tolic Zeljko 284, 450<br />
Tomala Sobiesław 498<br />
Tomèík Sebastian-Jozef 451<br />
Tomiri Giuseppe 284<br />
Torisky Duane 285<br />
Tosini Alberto 283, 366, 450<br />
Trabucchi Corrado 578<br />
Transito Cabanillas (Beata) 543<br />
Través Fausto G. 518<br />
Trávez Fausto Gabriel 55<br />
Trivellin Gabriele 285, 347, 450<br />
Trykar Prokop 594<br />
Tshiam Kasong Edmond 497<br />
U<br />
Uberti Giulio 596<br />
Udovicic Ivica 279<br />
Ulloa Frank Miki 567<br />
Unsner Sebastian 449<br />
Unzurrunzaga Eusébio 60<br />
Uribe Fernando 50<br />
Urionabarrenetxea Larrinaga Pedro M. 190<br />
V<br />
Vaca Roque 155<br />
Vaccai Mario 65, 283<br />
Vaiani Cesare 341, 357, 451<br />
VaineikisPaulus65<br />
Valarezo Luzuriaga Manuel 518<br />
Valdivia Covarrubias Lorenzo 169, 450<br />
Valer Dominik Daniel 285<br />
Vallarino Benigno 198<br />
Vallecillo Martín Miguel 62, 140, 169, 172,<br />
286, 327-329, 331, 342, 402, 449, 574,<br />
576, 581<br />
Van den Brom Fabianus 194, 366<br />
Van Den Eijden Jan 342, 450<br />
Van Der Reijken Fer 451<br />
Van Laer Robert 449<br />
Van Vlierberghe Polydoor 369<br />
Varano Battista 75, 76<br />
Varga Kapisztrán 282, 335<br />
Várnai Jakab 169, 179, 175, 176, 335, 336, 342,<br />
343, 402, 449<br />
Vasilj Kvirin 374<br />
Vásquez Wilson 155<br />
Vaughn John 499, 481, 581, 582<br />
Velandi Raffaele 369<br />
Velotti Luigia 540
614 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Vendramin Crispino 596<br />
Ventura Narváez Gerardo 355<br />
Vergeer Theo 286, 581<br />
Vetrali Tecle 140, 145<br />
Veverka Floribert 192<br />
Vidal Abellán Saturnino 41, 169, 450<br />
Vietmeier Alfonso 350<br />
Vilà I Virgili Francesc 450<br />
Villa Gómez Manuel Lule 567<br />
Villacrés Gerardo 497<br />
Villaronga Fontela Angel 190<br />
Vincenzi Emilio 602<br />
Viola Vittorio 451<br />
Visser-Pelsma Wilhelmina 315, 551<br />
Vithayathil Varkey 81, 308<br />
Vlasic Tomislav 164<br />
Volkaerts Laurentius 376<br />
Vrdoljak Bono 590<br />
Vrebac Pero 172<br />
Vuk Tomislav 162<br />
Vukoja Nikola 173<br />
Vuleta Boze 122<br />
Vuong Dinh Khoi Phi Khanh 451<br />
W<br />
Wagner Maximilian 153, 499, 450<br />
Walker Fabian 194, 367<br />
Walters Ronald 285<br />
Ward Bernardine 184, 196<br />
Warot Aloyzj 50<br />
Wawro Remigiusz 370<br />
Wellink Barontius 600<br />
Wenigwiesser Fritz 65<br />
Wettrich Leonhard 285<br />
Wilges Ireneo 167<br />
Williams Peter 57, 59, 500, 514<br />
Wilson Peter 43<br />
Windolph Joseph 597<br />
Wojtała Natanael 498<br />
Wolter Allan 599<br />
Wolter Martin 201<br />
Wouters Rogelio 169, 449<br />
Yates Philippe 452<br />
Z<br />
Zahner Paul 285, 581<br />
Zambotti Benvenuto 601<br />
Zanella Silvano 373<br />
Zappl Marin 55<br />
Zarragua Iturrízaga Michael 304<br />
Zatloukal Augustin Jirí 285<br />
Zatoka Jarolaw 283<br />
Zbieranski Roman 279<br />
Zeljeznak Zeljko 169, 174, 311, 450<br />
Zella Mauro 285<br />
Zerdin B. Gerardo A. 55, 518<br />
Živkovič Ilija 117, 174, 175, 428, 443, 577<br />
Zubieta Iragüen Sabin 368<br />
Zubizarreta Azkoitia Cándido 192<br />
Zubrzycki Demetriusz 367<br />
Zungu Vincent 43, 58<br />
Zurera Ribó Joaquín 279<br />
Zuriarrain Mujika Vicente 596<br />
Zuriarrain Urretabizkaia J. Teléforo 283<br />
Y
TABULA MATERIARUM<br />
PERIODICI «ACTA ORDINIS» <strong>FRATRUM</strong> <strong>MINORUM</strong><br />
(An. CXXV, IANUARII - DECEMBRIS 2006 – Fasc. I-III)<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
Fasc. I<br />
1. Omelia per la conclusione della Settimana<br />
dipreghieraperl’unitàdeicristiani.............3<br />
2. Omelia in occasione della Giornata<br />
dellaVitaconsacrata ........................5<br />
Fasc. II<br />
1. Discorso ai Superiori e alle Superiore Generali,<br />
rappresentanti e responsabili della<br />
Vita Consacrata.....................................................207<br />
3. Discorso al campo di Auschwitz ..........................209<br />
4. Giornata di preghiera e di penitenza per<br />
la pace in Medio Oriente.......................................212<br />
1. Dichiarazione della Sala Stampa<br />
della Santa Sede. ......................212<br />
2. Rinnovato appello di Benedetto XVI<br />
all’Angelus .....................................................212<br />
3. Accorata invocazione durante la preghiera<br />
per il Medio Oriente .......................................213<br />
4. Si depongano la armi da ogni parte!..............214<br />
5. La pace è un impegno di tutti..........................214<br />
6. Prevalga la pace sulla violenza e sulla forza .215<br />
7. Affidiamo le ansie dell’umanità alla Regina<br />
della Pace.......................................................215<br />
5. Discorso nell’incontro con i sacerdoti<br />
della Diocesi di Albano.........................................215<br />
Fasc. III<br />
1. Messaggio in occasione del XX Anniversario<br />
dell’Incontro Interreligioso di preghiera per<br />
la Pace ...................................................................381<br />
2. Discours aux Ambassadeurs de 21 pays à<br />
majorité musulmane près le Saint-Siège et à<br />
quelques représentants des Communautés<br />
musulmanes en Italie.............................................384<br />
3. Va’, ripara la mia casa ..........................................385<br />
4. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra<br />
morte corporale .....................................................386<br />
5. Messaggio per la celebrazione della giornata<br />
mondiale della pace del 1° gennaio 2007..............387<br />
6. Messaggio ai Cattolici del Medio Oriente ............392<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
Fasc. I<br />
1. Omelia in occasione dell’incontro<br />
con i nuovi Ministri e Custodi .................9<br />
2. Informe para el encuentro con los<br />
nuevosMinistrosyCustodios................11<br />
1. Haciendomemoriadenuestraidentidad.....11<br />
2. Perfildelministroycustodio..............13<br />
3. Actitudes y medios de animación y gobierno. . 15<br />
4. Conclusiones ..........................17<br />
3. Apertura delle celebrazioni delle Case<br />
dipendentidalMinistrogenerale..............18<br />
4. Omelia alla conclusione dell’Incontro<br />
deiMinistriedeiCustodi....................20<br />
5. Message aux Jeunes Franciscains<br />
etFranciscaines...........................22<br />
6. Saluto a Benedetto XVI in occasione<br />
dell’Udienza concessa al Ministro e<br />
al Definitorio generale ......................24<br />
7. Messaggio ai Frati della Fondazione<br />
inRussiaeKazakistan......................26<br />
8. Lettera ai Vescovi, ai Francescani,<br />
alleFrancescaneeaiCristianiinLibia .........27<br />
9. Lettera al Legato pontificio<br />
per le Basiliche di Assisi ....................28<br />
10. Lettera in occasione della Pasqua 2006 .........29<br />
Fasc. II<br />
1. Saluto in occasione della giornata di studio<br />
alla PUA ...............................................................217<br />
2. Relación a los Presidentes de las Conferencias<br />
de Ministros Provinciales .....................................218<br />
3. Omelia nella Festa della traslazione del<br />
Corpo di san Domenico ........................................223<br />
4. Informe a la Asamblea de Superiores Generales...224<br />
5. Saluto in occasione della presentazione<br />
del IX Volume dell’opera Omnia<br />
di Giovanni Duns Scoto .......................................234<br />
6. Lettera in occasione del 50° di sacerdozio di<br />
Mons. H. T. Howaniec <strong>OFM</strong>.................................235<br />
7. The Convocation of Chapter of Mats for young ...236<br />
8. Messaggio per l’erezione della nuova Provincia<br />
Magnæ Dominæ Hungarorum ..............................237<br />
9. Letter to the Ministers Provincial and Custodes<br />
regarding the Jubilee Fund ...................................240<br />
10. Omelia nella Festa del perdono d’Assisi...............240<br />
11. Messaggio in occasione della XXVI Marcia<br />
franescana ad Assisi..............................................242<br />
12. Carta del Ministro General de los Hermanos<br />
Menores a las Hermanas Pobres de Santa Clara ...244<br />
13. Carta del Ministro general de la <strong>OFM</strong> en el día<br />
de Sancta Beatriz de Silva a las Hermanas de<br />
laOrdendelaInmaculadaConcepción........246<br />
Fasc. III<br />
1. Lettera per il XX anniversario dello<br />
“spirito di Assisi” ..................................................397<br />
2. Omelia per la Festa delle Stigmate di san<br />
Francesco ..............................................................398<br />
3. Lettera per la festa di san Francesco 2006.............399<br />
4. Giornata commemorativa di san Giovanni<br />
da Capestrano nel 550 della sua morte..................402<br />
5. Lettera per il 550° anniversario della morte<br />
di san Giovanni da Capestrano..............................405<br />
6. Convocazione del Capitolo delle Stuoie delle<br />
Case dipendenti dal Ministro generale..................409<br />
7. Exposición en el Encuentro de Visitadores ...........409<br />
8. Conclusione dell’Incontro con i Visitatori e
616 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
Festa di santa Elisabetta d’Ungheria .....................421<br />
9. Carta de la CFF con motivo del VIII<br />
Centenario del nacimiento de santa Isabel<br />
princesa de Hungría, gran Condesa de Turingia,<br />
penitente franciscana.............................................423<br />
10. Convegno dei Commissari di Terra Santa .............428<br />
11. Lettera della Conferenza della Famiglia<br />
Francescana in preparazione all’VIII<br />
Centenario di approvazione della Regola..............440<br />
12. Lettera di ringraziamento al Papa per la Visita<br />
pastorale in Assisi..................................................443<br />
13. Lettera in occasione della solennità della<br />
Nascita di nostro Signore Gesù Cristo 2006 .........444<br />
CAPITULUM GENERALE<br />
EXTRAORDINARIUM<br />
Fasc. I<br />
• Strumento di lavoro per il Capitolo generale<br />
Straordinario .............................31<br />
Fasc. II<br />
1. Anno 2007: osiamo vivere il Vangelo...................251<br />
2. Presentación del Informe del Ministro al<br />
Capítulo General Extraordinario...........................256<br />
Fasc. III<br />
1. Partecipantes .........................................................449<br />
2. Homelia de apertura del Capítulo general<br />
extraordinario........................................................452<br />
3. Discorso di apertura del Capitolo generale<br />
straordinario..........................................................454<br />
4. Homily of the Minister General ............................456<br />
5. Alocución final......................................................458<br />
6. Omelia a conclusione del Capitolo .......................464<br />
7. Documento del Capítulo General Extraordinario..466<br />
8. Il Capitolo è ancora aperto!...................................481<br />
E SECRETARIA GENERALI<br />
Fasc. I<br />
1. Fund. Franc. Ss. Nominis Iesu in<br />
Centroamericaelectio......................41<br />
2. Provinciarum fusionis decretatio ..............41<br />
3. Capitulum Prov. S. Antonii Patavini in Brasilia. ..41<br />
4. Capitulum Prov. SS. XII Apostolorum in Peruvia . 42<br />
5. Capitulum Intermedium<br />
Prov.S.BarbaraeinS.F.A.S. ................42<br />
6. Capitulum Intermedium<br />
Prov. Ss. Martyrum Coreanorum in Corea. ......42<br />
7. CapitulumProv.B.JuniperiSerrainMexico ....42<br />
8. Capitulum Prov. Nostrae Dominae<br />
ReginaePacisinAfricaMeridionale ..........43<br />
9. Capitulum Prov. Castellanae<br />
S.GregoriiMagniinHispania ...............43<br />
10.Visitatoresgenerales.......................43<br />
11. Domus suppressae .........................44<br />
12.Notitiaeparticulares........................44<br />
Fasc. II<br />
1. Capitulum Prov. Castellanae S. Gregorii Magni<br />
in Hispania............................................................279<br />
2. Electio extra Capitulum Prov. Assumptionis<br />
BMV in USA .......................................................279<br />
3. Capitulum Intermedium Prov. Granatensis<br />
Nostrae Dominae a Regula in Hispania ................279<br />
4. Capitulum Prov. S. Crucis in<br />
Bosnia/Herzegovia ...............................................279<br />
5. Suppressio Prov. S. Ioannis a Capistrano<br />
in Hungaria ...........................................................280<br />
6. Suppressio Prov. S. Mariæ in Hungaria ................280<br />
7. Erectio Prov. “Magnæ Dominæ Hungarorum”<br />
in Hungaria ...........................................................280<br />
8. Electio Prov. “Magnæ Dominæ Hungarorum”<br />
in Hungaria ...........................................................282<br />
9. Capitulum Intermedium Prov. S. Hedvigis<br />
in Polonia..............................................................282<br />
10. Capitulum Prov. Franciscanae de Arantzazu<br />
in Hispania............................................................283<br />
11. Capitulum Prov. Tusciae S. Francisci<br />
Stigmatizati in Italia..............................................283<br />
12. Capitulum Prov. Liguriae Ss. Cordis Mariae<br />
in Italia..................................................................283<br />
13. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Redemptoris<br />
in Croatia ..............................................................283<br />
14. Capitulum Prov. Transilvaniae S. Stephani Regis<br />
in Romania ...........................................................284<br />
15. Capitulum Prov. Dalmatae S. Hieronymi<br />
in Croatia ..............................................................284<br />
16. Capitulum Prov. Apuliae S. Michaëlis Archangeli<br />
in Italia..................................................................284<br />
17. Capitulum Bohemiæ et Moraviæ S. Venceslai<br />
in Rep. Ceca..........................................................284<br />
18. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci<br />
Assisiensis in Polonia ..........................................285<br />
19. Capitulum Intermedium Prov. Pedemontanae<br />
S. Bonaventurae in Italia.......................................285<br />
20. Capitulum Prov. Nostrae Dominae de Guadalupe<br />
in USA ..................................................................285<br />
21. Capitulum Cust Aut. Christi Regis in Helvetia.....285<br />
22. Visitatores generales.............................................286<br />
23. Domus suppressae................................................287<br />
24. Notitiae particulares .............................................287<br />
Fasc. III<br />
1. Gubernii Prov. Annunciationis BMV<br />
in Albania electio ..................................................497<br />
2. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci<br />
de Quito in Aequatoria ..........................................497<br />
3. Capitulum Prov. S. Benedicti Africani<br />
in Re Publ. de Congo ............................................497<br />
4. Fund. “Stigmate di San Francesco”<br />
in Bielorussia electio.............................................497<br />
5. Electio extra Capitulum Prov. Siciliae<br />
Ss. Nominis Iesu in Italia ......................................498<br />
6. Fund. “Tutti i Santi dell’Ordine Serafico”<br />
in Ucraina electio ..................................................498<br />
7. Ministri provincialis Prov. S. Petri Baptistae<br />
in Philippinia electio .............................................498<br />
8. Capitulum Prov. Ss. Nominis Iesu in Brasilia .......498<br />
9. Capitulum Intermedium Prov. S. Thomae<br />
Apostoli in India....................................................499<br />
10. Capitulum Prov. Bononiensis Christi Regis<br />
n Italia ...................................................................499<br />
11. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />
S. Antonii Patavini in Germania............................499<br />
12. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />
S. Antonii Patavini in Germania ...........................499
TABULA MATERIARUM<br />
617<br />
13. Electio extra Capitulum Prov. Hiberniae...............500<br />
14. Visitatores generales..............................................500<br />
15. Domus suppressae .................................................501<br />
16. Notitiae particulares ..............................................501<br />
1. Nomine...........................................................501<br />
2. The annual contributions to the General<br />
Curia...............................................................502<br />
3. Candidati a Ministro provinciale....................503<br />
E SECRETARIATU<br />
PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
Fasc. I<br />
1. Sabbatical periods in the Holy Land ...........47<br />
2. Nuevo reglamento para Becas de estudio .......47<br />
3.Cronaca ..................................49<br />
1. Visita alla Prov. “Immacolata Concezione<br />
dellaBMV”inBrasile...................49<br />
2. Visita alla Prov. “S. Famiglia” in Egitto. ....49<br />
3. Visita alla Prov. “Assunzione della BVM”<br />
in Polonia e alla Fond. “Tutti i Santi<br />
dell’Ordine” per i Frati greco-cattolici<br />
inUcraina............................50<br />
4. Notitiae particulares .........................50<br />
1. Pontificia Università Antonianum. .........50<br />
2. Casa di Noviziato/Olanda ................51<br />
3. Casa di Noviziato/Bosnia-Erzegovina. ......51<br />
4. Casa di Noviziato Interprovinciale<br />
inGermania...........................51<br />
Fasc. II<br />
1. Lettera del Ministro generale ai Ministri e Custodi<br />
sul passaggio del Collegio di Sant’Isidoro<br />
in Roma alle dipendenze della Curia generale . . 289<br />
2. Visita a México .....................................................290<br />
3. Emeriti Professoris nominatio...............................290<br />
4. 60th anniversary of the Franciscan Biblical<br />
Study in Hong Kong..............................................291<br />
5. Convocation to the International Council for<br />
Formation and Studies...........................................294<br />
6. Notitiae particulares ..............................................295<br />
1. Pontificia Università Antonianum ..................295<br />
2. Conferme di Ratio Formationis e Ratio<br />
Studiorum........................................................296<br />
3. Case di Noviziato............................................296<br />
4. Statuti peculiari ..............................................296<br />
Fasc. III<br />
1. Convocatoria al Congreso Internacional<br />
de Moderadores de Formación Permanente..........505<br />
2. Discorso all’apertura dell’anno accademico<br />
2006-2007 .............................................................506<br />
3. Vista a Centroamérica ..........................................509<br />
4. Discorso del Ministro generale in occasione<br />
della Festa del beato Giovanni Duns Scoto...........510<br />
5. Course for Formators of the African Conference..513<br />
6. Notitiae particulares..............................................514<br />
E SECRETARIATU<br />
PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />
Fasc. I<br />
1. Incontro del Definitorio generale con i Vicariati,<br />
le Prefetture e le Prelature apostoliche affidati<br />
all’OrdinedeiFratiMinori ..................53<br />
2. Capitolo delle Stuoie della Fondazione<br />
S.FrancescoinRussiaeKazakhstan...........55<br />
3. Assemblea annuale della Conferenza Africana ...56<br />
4. Conselho Internacional para a Evangelização ...60<br />
5. Haiti. Una missione tra gli Afro-Americani. .....63<br />
6. Incontro/atelier sulle nuove Fraternità in missione . . 64<br />
7. II Congreso Internacional latino-americano<br />
de Educadores francescanos .................68<br />
Fasc. II<br />
1. Le missioni “ad gentes” in Messico ......................297<br />
2. I Frati Minori nell’arcipelago indonesiano ...........299<br />
Fasc. III<br />
1. Primo incontro del Ministro e Definitorio<br />
generale con i Vicariati apostolici .........................515<br />
1. Cronaca ..........................................................515<br />
2. Saludo del Ministro general............................516<br />
3. Situazione dei Vicariati/Prefetture/Prelature .518<br />
4. La visione francescana della missione ...........523<br />
5. Orientaciones y Acuerdos...............................526<br />
2. Bruxelles – Terza sessione di formazione<br />
missionaria interfamilaire .....................................528<br />
3. I Francescani con i lebbrosi in Cina ......................529<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
Fasc. I<br />
1. Decretum super miraculo SD Augustini<br />
Thevarparampil...........................71<br />
2. Decretum super martyrio SSDD Victoris<br />
Chumillas Fernández et XXI Sociorum. ........72<br />
3. Decretum super virtutibus B. Simonis de Lipnica . 74<br />
4. Decretum super virtutibus B. Baptistae Varano ...75<br />
5. Decretum super virtutibus SD Maximi Rinaldi ...78<br />
6. Nominatio Relatoris in Causa SD<br />
Teresiae Enriquez .........................81<br />
7. Facultas exuvias Ven. SD Maximi<br />
Rinaldi recognoscendi ......................81<br />
8. Nuntium Secretariae Status de ritu beatificationis<br />
Ven. SD Augustini Thevarparampil ............81<br />
9. Facultas conceditur Causae SSDD Richardi<br />
Pelufo et Sociorum <strong>OFM</strong> alia Causa<br />
Servarum Dei OSC coniungendi ..............82<br />
10. Facultas Transumptum aperiendi in<br />
CausaSDMelchioraeSaraviaTasayco.........82<br />
11. Nominatio Relatoris in Causa SSDD<br />
Richardi Pelufo et Sociorum <strong>OFM</strong> ............82<br />
12. Facultas exuvias recognoscendi Ven.<br />
SD Augustini Thevarparampil ................83<br />
13. Validitas iuridica Inquisitionis super adserto<br />
miraculo in Causa SD M. Clarae<br />
S. Farolfi declaratur ........................83<br />
14. Facultas transumptum inquisitionis super miro<br />
aperiendi in Causa Ven. SD Francisci Paleari ....83<br />
15. Notitiae particulares. .......................84<br />
Fasc. II<br />
1. Decretum super martyrio Servorum Dei Felicis<br />
Echevarria Gorostiaga et VI Sociorum .................303<br />
2. Decretum super virtutibus SD Mariae Rosae<br />
Flesch....................................................................304
618 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
3. Decretum super virtutibus SD Spei González<br />
Puig Fundatricis ...................................................306<br />
4. Beatificazione del Ven. Servo di Dio Agostino<br />
Thevarparampil.....................................................308<br />
5. Facultas Transumptum inquisitionis dioec. super<br />
virtutibus aperiendi in Causa SD Zachariae<br />
Negroni.................................................................309<br />
6. Facultas Transumptum inquisitionis dioec.<br />
suppletivae super virtutibus aperiendi in<br />
Causa SD Antonii Seghezzi ..................................310<br />
7. Notitiae Particulares .............................................310<br />
Fasc. III<br />
1. Litterae Apostolicae. Venerabili Dei Servae<br />
Eurosiae Fabris Barban Beatorum honores<br />
decernuntur ...........................................................531<br />
2. Decretum super miraculo Ven. SD Mariae<br />
Caelinae a Praesentatione......................................532<br />
3. Decretum super virtutibus SD Mamerti Esquiú ....534<br />
4. Decretum super miraculo Beati Antonii<br />
Galvão de França ..................................................535<br />
5. Decretum super miraculo Beati Simonis<br />
de Lipnica..............................................................537<br />
6. Iuridica validitas Inquisitionis super miro<br />
in Causa SD F. A. Marcucci declaratur .................538<br />
7. Ponens in Causa SD Mamerti Esquiú nominatur ..539<br />
8. Facultas Transumptum Inquisitionis super<br />
miro aperiendi in Causa Ven. SD Seraphinae<br />
Gregoris ................................................................539<br />
9. Facultas Transumptum Inquisitionis super<br />
virtutibus SD Humilitatis Patlán aperiendi ...........539<br />
10. Facultas Transumptum Inq. Dioecesanae<br />
suppletivae in Causa SD Aloisiae Velotti<br />
aperiendi................................................................540<br />
11. Iuridica validitas Inquisitionis super vita et<br />
virtutibus in Causa SD Clarae Ricci declaratur.....540<br />
12. Tertius peritus medicus benigne conceditur<br />
in Causa Ven. SD Maximi Rinaldi ........................541<br />
13. Iuridica validitas Inquisitionis dioec. super<br />
miro declaratur in Causa Ven. SD Francisci<br />
Paleari ...................................................................541<br />
14. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />
dioecesanae super vita et virutibus aperiendi<br />
in Causa SD Rosae Staltari ...................................541<br />
15. Notitiae particulares ..............................................542<br />
STATISTICA<br />
ORDINIS <strong>FRATRUM</strong> <strong>MINORUM</strong><br />
(31 Decembris 2005)<br />
Fasc. I<br />
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis..............87<br />
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel<br />
Cust. Aut. adscripti ...............................................91<br />
III. Fratres et domus secundum regiones .....................95<br />
IV. Status domum et presentia fratrum in<br />
singulis nationibus .................................................98<br />
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta<br />
numerum fratrum et novitiorum...........................101<br />
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..104<br />
VII. Inter 2005 et 2004 compoaratio ...........................108<br />
VIII.Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et<br />
ad Gradus Academicos.........................................111<br />
EX OFFICIO OFS<br />
Fasc. I<br />
1. Corea - Capitolo nazionale elettivo ...........115<br />
2. Giappone - Capitolo nazionale elettivo e<br />
incontriconl’OFS........................114<br />
3. Spagna – Incontro con i Promotori vocazionali . 114<br />
4. Svizzera–VisitaaFranciscansInternational....116<br />
5. Italia – Manuale per l’assistenza all’OFS<br />
eallaGiFra..............................116<br />
6. Italia - Incontro dei Responsabili delle<br />
Giornate Mondiali della Gioventù ...........118<br />
Fasc. II<br />
1. Roma: Corso Internazionale di formazione per<br />
i formatori OFS.....................................................313<br />
2. Spagna: Riunione della Presidenza CIOFS...........313<br />
3. Spagna - Capitolo nazionale elettivo ....................313<br />
4. R. D. del Congo - Costituita la Fraternità<br />
nazionale dell’OFS ..............................................313<br />
5. Austria - Visita e Capitolo nazionale ....................314<br />
6. Germania - Capitolo legislativo e Capitolo<br />
nazionale elettivo..................................................314<br />
7. Repubblica Ceca - Capitolo nazionale..................315<br />
8. Italia, Sicilia - 1 º Capitolo regionale<br />
delle Stuoie ...........................................................315<br />
9. Brasile - Visita e Capitolo nazionale<br />
dell’OFS ...............................................................315<br />
10. Brasile - I° Incontro internazionale<br />
della GiFra dell’America del Sud .........................316<br />
11. Italia - 4° Congresso Europeo della<br />
Gioventù francescana ...........................................316<br />
Fasc. III<br />
1. Indicazioni sulla formazione dei Religiosi<br />
alla conoscenza e assistenza dell’OFS e<br />
della GiFra ............................................................545<br />
2. Colombia - Seminario per Assistenti spirituali<br />
OFS .......................................................................549<br />
3. USA - Capitolo elettivo nazionale.........................549<br />
4. Croazia - In memoria di Fr. Kornelije Šojat,<br />
<strong>OFM</strong>, Assistente nazionale dell’OFS....................550<br />
5. Roma - Apertura dell’anno giubilare di santa<br />
Elisabetta...............................................................550<br />
6. Incontro di preghiera nella chiesa di S. Maria<br />
Mediatrice .............................................................550<br />
7. Polonia - Visita Fraterna e Pastorale .....................551<br />
8. Polonia - Seminario per Assistenti spirituali OFS.551<br />
EX OFFICIO<br />
PRO “JUSTITIA, PACE<br />
ATQUE INTEGRITATE CREATI”<br />
Fasc. I<br />
* Congreso internacional de “Justicia,<br />
Paz y Integridad de la Creación” .............119<br />
1. Crónica.............................119<br />
2. RelacióndelMinistrogeneral............125<br />
3. Documentofinale .....................135<br />
Fasc. II<br />
1. Sussidio.................................................................317<br />
2. Testi GPIC.............................................................318<br />
3. Statuti Peculiari.....................................................324
TABULA MATERIARUM<br />
619<br />
Fasc. III<br />
JPIC letter to animators ..............................................553<br />
E “SERVITIO PRO DIALOGO”<br />
Fasc. I<br />
1 Saluto del Ministro generale<br />
aSuaSantitàAlessioII ....................139<br />
2 Fr. J. R. Carballo in dialogo fraterno con<br />
i rappresentanti della Chiesa cattolica e<br />
della Chiesa ortodossa .....................139<br />
EX OFFICIO IURIDICO<br />
Fasc. I<br />
1. Activitas Officii Iuridici una cum Comm. Iuridica . 147<br />
Fasc. III<br />
1. Activitas Offici Iuridici una cum Comm.<br />
Iuridica (Nov.2005-Dec.2006) ..............................555<br />
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
Fasc. I<br />
1. DeitineribusMinistriGeneralis .............149<br />
1. Visita a la Custodia Fray Luis Bolaños<br />
del Paraguay .........................149<br />
2. VisitaalasProvinciasdeArgentina.......150<br />
3. Visita alla Fondazione “Nostra Signora<br />
diFatima”inBrasile...................151<br />
4. Visita a la Provincia San Antonio en Bolivia. 152<br />
5. The Visit of the Minister General to the<br />
ProvinceofSaintFrancisinVietnam ......156<br />
6. Visita alla Provincia S. Maria delle Grazie<br />
in Sardegna ..........................160<br />
7. Visita alla Provincia S. Bernardino da Siena<br />
inAbruzzo...........................161<br />
8. Visita alla Provincia dei SS. Cirillo e<br />
MetodiodiZagrebinCroazia............163<br />
9. Visita alla Provincia dei SS. VII Martiri<br />
inCalabria ..........................164<br />
10. Visita a la Provincia de San Francisco<br />
enBrasil ............................167<br />
3. Incontro dei Ministri e Custodi<br />
conilDefinitoriogenerale..................170<br />
4. Inizio delle celebrazioni<br />
perl’VIIICentenariodiFondazione..........170<br />
5. Il Ministro generale in Udienza dal Santo Padre . 172<br />
6. Riunione della Conferenza Sud-Slavica .......173<br />
7. St. Isidore’s College passes to the General Curia 174<br />
8. Incontro della Conferenza<br />
dellaFamigliaFrancescana.................174<br />
9. Incontro con i “governi” delle Province <strong>OFM</strong><br />
inGermania.............................175<br />
10.Notitiaeparticulares.......................176<br />
Fasc. II<br />
1. De itineribus Ministri Generalis............................327<br />
1. Visita fraterna a la Provincia franciscana<br />
de Granada de Ntra. Sra. de Regla.................327<br />
2. Visita a la Provincia franciscana<br />
de Santiago de Compostela.............................328<br />
3. Centenario de la Restauración<br />
de los Franciscanos en Canarias....................331<br />
4. Visit of the Minister General to the “Province<br />
of the Holy Martyrs of Korea”........................332<br />
5. The Minister General attends the Chapter<br />
of Mats of the Prov. of the Immaculate<br />
Conception, USA.............................................334<br />
6. Il Ministro proclama eretta la nuova<br />
Provincia in Ungheria ....................................335<br />
7. Il Ministro partecipa all’incontro<br />
dei Novizi in Italia...........................................336<br />
8. Il Ministro partecipa al Capitolo delle<br />
Stuoie della Provincia di Venezia....................337<br />
9. Visita alla Provincia albanese<br />
“Zoja Nunciatë” .............................................338<br />
10. Il Ministro e il Definitorio generale<br />
nella Terra dei Fioretti....................................339<br />
11. XXVI Marcia francescana 2006 ......................340<br />
2. Giornata di studio alla PUA ..................................341<br />
3. Terzo incontro del Definitorio generale<br />
con i Presidenti delle Conferenze <strong>OFM</strong> ................342<br />
4. La Casa generale dei Frati Minori<br />
ha un “nuovo” volto ..............................................343<br />
1. Il significato dell’inaugurazione<br />
nelle parole del Ministro generale ..................344<br />
2. Presentazione “tecnica” dei lavori.................345<br />
5. Incontri dei Definitori delle Province italiane.......346<br />
1. Definitori delle Province del Sud Italia ..........346<br />
2. Definitori delle Province del Nord Italia ........347<br />
3. Definitori delle Province del Centro Italia .....348<br />
6. XIX Asamblea de las Conferencias<br />
Latino-Americanas Franciscanas ..........................349<br />
Fasc. III<br />
1. De itineribus Ministri Generalis ..............................557<br />
1. Visit to the Province of St. Mary, Queen of<br />
China, in Taiwan/Hong Kong .........................557<br />
2. Visit to Hong Kong and China ........................558<br />
3. Visit to the Province of India...........................559<br />
4. Visita a la Provincia de San Pedro y San<br />
Pablo de Michoacán de México......................560<br />
5. Visita a los Hermanos de Cuba.......................567<br />
6. Visita a Tierra Santa .......................................570<br />
7. Visita del Ministro General a tres<br />
Entidades del Brasil........................................572<br />
8. Encuentro con los Hermanos de la Provincia<br />
de Portugal .....................................................574<br />
9. Natale a Chianciano e a Cetona con il<br />
Ministro Generale...........................................576<br />
2. Incontro dei Ministri generali del 1° Ordine e<br />
del TOR e della CFF .............................................576<br />
3. Visita del Vicario generale alla Fondazione<br />
Francescana in Russia ...........................................577<br />
4. Assemblea Compi e nuovo Presidente della<br />
Conferenza............................................................579<br />
5. 550° anniversario della morte di san Giovanni<br />
da Capestrano........................................................580<br />
6. Incontro con i Visitatori generali...........................580<br />
7. Diario di viaggio in Cina.......................................582<br />
8. Notitiae particulares..............................................585<br />
BIBLIOGRAPHIA<br />
Fasc. I<br />
1. Libri...................................177<br />
2. Extracta................................178
620 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />
3. Pubblicazioni del Direttore responsabile<br />
di“ActaOrdinis”.........................178<br />
Fasc. II<br />
1. Libri ......................................................................357<br />
Fasc. III<br />
1. Mons. Antonio Forte <strong>OFM</strong> ......................................591<br />
2. Anno 2006 mortui sunt ...........................................592<br />
Fasc. III<br />
1. Libri.........................................................................589<br />
NECROLOGIA<br />
Fasc. I<br />
1. Fray Rubén Camps Mezquida ...............181<br />
2. Fr. Valeriano Giordano. ....................182<br />
3. Fr. Regis Duffy ..........................183<br />
4. Fr. Bernardine Ward ......................184<br />
5. Fr. Joseph-Marie Legonou. .................185<br />
6. Anno 2004 mortui sunt ....................189<br />
7. Anno 2005 mortui sunt ....................184<br />
8. Anno 2006 mortui sunt ....................187<br />
Fasc. II<br />
1. Fr. Clément Schmitt..............................................359<br />
2. Fr. Stanislao Re .....................................................364<br />
3. Anno 2006 mortui sunt..........................................366<br />
CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA<br />
FR.JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.<br />
Fr. LUIGI PERUGINI Fr. GINO CONCETTI<br />
Director<br />
Director responsabilis<br />
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965<br />
Impaginato dall’Ufficio Comunicazioni <strong>OFM</strong><br />
Stampato da<br />
TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S.<br />
in Tivoli - (RM)<br />
nel mese di gennaio dell’anno 2007