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FRATRUM MINORUM - OFM

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ACTA ORDINIS<br />

<strong>FRATRUM</strong> <strong>MINORUM</strong><br />

VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA<br />

IUSSU ET AUCTORITATE<br />

Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />

TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS<br />

IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM<br />

IN LUCEM AEDITA<br />

Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).<br />

Peculiari prorsus laude dignum putavimus,<br />

dilecte Fili, consilium quo horum Actorum<br />

collectio atque editio suscepta est.<br />

(Ex Epist. LEONIS PP. XIII ad Min. Gen.)<br />

ROMA<br />

CURIA GENERALIS ORDINIS


Impaginazione e grafica: Ufficio Comunicazioni <strong>OFM</strong> – Roma<br />

Stampa: Tipografia Mancini s.a.s. – Tivoli (Roma) – 2007


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

1. Messaggio in occasione del XX Anniversario<br />

dell’Incontro Interreligioso<br />

di preghiera per la Pace<br />

Al Venerato Fratello<br />

Mons. Domenico Sorrentino Vescovo<br />

di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino<br />

Ricorre quest’anno il ventesimo anniversario<br />

dell’Incontro Interreligioso di Preghiera<br />

per la Pace voluto dal mio venerato<br />

predecessore Giovanni Paolo II, il 27 ottobre<br />

1986, in codesta Città di Assisi. A tale<br />

incontro, com’è noto, egli invitò non solo i<br />

cristiani delle varie confessioni, ma anche<br />

esponenti delle diverse religioni. L’iniziativa<br />

ebbe larga eco nell’opinione pubblica:<br />

costituì un messaggio vibrante a favore della<br />

pace e si rivelò un evento destinato a lasciare<br />

il segno nella storia del nostro tempo.<br />

Si comprende pertanto che il ricordo di<br />

quanto allora accadde continui a suscitare<br />

iniziative di riflessione e di impegno. Alcune<br />

sono state previste proprio ad Assisi, in<br />

occasione del ventesimo anniversario di<br />

quell’evento. Penso alla celebrazione organizzata,<br />

d’intesa con codesta Diocesi, dalla<br />

Comunità di S. Egidio, sulla scia di analoghi<br />

incontri da essa annualmente realizzati.<br />

Nei giorni stessi dell’anniversario si terrà<br />

poi un Convegno a cura dell’Istituto Teologico<br />

Assisano, e le Chiese particolari di codesta<br />

Regione si ritroveranno nell’Eucaristia<br />

concelebrata dai Vescovi dell’Umbria<br />

nella Basilica di San Francesco. Infine, il<br />

Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso<br />

curerà costì un incontro di dialogo,<br />

di preghiera e di formazione alla pace per<br />

giovani cattolici e di altre provenienze religiose.<br />

Queste iniziative, ciascuna col suo specifico<br />

taglio, pongono in evidenza il valore<br />

dell’intuizione avuta da Giovanni Paolo II e<br />

ne mostrano l’attualità alla luce degli stessi<br />

eventi occorsi in questo ventennio e della<br />

situazione in cui versa al presente l’umanità.<br />

La vicenda più significativa in questo<br />

arco di tempo è stata senza dubbio la caduta,<br />

nell’Est europeo, dei regimi di ispirazione<br />

comunista. Con essa è venuta meno la<br />

“guerra fredda”, che aveva generato una<br />

sorta di spartizione del mondo in sfere di influenza<br />

contrapposte, suscitando l’allestimento<br />

di terrificanti arsenali di armi e di<br />

eserciti pronti ad una guerra totale. Fu,<br />

quello, un momento di generale speranza di<br />

pace, che indusse molti a sognare un mondo<br />

diverso, in cui le relazioni tra i popoli si sarebbero<br />

sviluppate al riparo dall’incubo della<br />

guerra, e il processo di “globalizzazione”<br />

si sarebbe svolto all’insegna di un pacifico<br />

confronto tra popoli e culture nel quadro di<br />

un condiviso diritto internazionale, ispirato<br />

al rispetto delle esigenze della verità, della<br />

giustizia, della solidarietà. Purtroppo questo<br />

sogno di pace non si è avverato. Il terzo<br />

millennio si è anzi aperto con scenari di terrorismo<br />

e di violenza che non accennano a<br />

dissolversi. Il fatto poi che i confronti armati<br />

si svolgano oggi soprattutto sullo sfondo<br />

delle tensioni geo-politiche esistenti in<br />

molte regioni può favorire l’impressione<br />

che, non solo le diversità culturali, ma le<br />

stesse differenze religiose costituiscano<br />

motivi di instabilità o di minaccia per le<br />

prospettive di pace.<br />

Proprio sotto questo profilo, l’iniziativa<br />

promossa vent’anni or sono da Giovanni<br />

Paolo II assume il carattere di una puntuale<br />

profezia. Il suo invito ai leaders delle religioni<br />

mondiali per una corale testimonianza<br />

di pace servì a chiarire senza possibilità<br />

di equivoco che la religione non può<br />

che essere foriera di pace. Come ha insegnato<br />

il Concilio Vaticano II nella Dichiarazione<br />

Nostra aetate sulle relazioni della<br />

Chiesa con le religioni non cristiane, “non<br />

possiamo invocare Dio come Padre di tutti,<br />

se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli


382 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

verso alcuni uomini creati ad immagine di<br />

Dio” (n.5). Nonostante le differenze che<br />

caratterizzano i vari cammini religiosi, il riconoscimento<br />

dell’esistenza di Dio, a cui<br />

gli uomini possono pervenire anche solo<br />

partendo dall’esperienza del creato (cfr Rm<br />

1,20), non può non disporre i credenti a<br />

considerare gli altri esseri umani come fratelli.<br />

A nessuno è dunque lecito assumere il<br />

motivo della differenza religiosa come presupposto<br />

o pretesto di un atteggiamento<br />

bellicoso verso altri esseri umani.<br />

Si potrebbe obiettare che la storia conosce<br />

il triste fenomeno delle guerre di religione.<br />

Sappiamo però che simili manifestazioni<br />

di violenza non possono attribuirsi alla<br />

religione in quanto tale, ma ai limiti<br />

culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa<br />

nel tempo. Quando però il senso religioso<br />

raggiunge una sua maturità, genera<br />

nel credente la percezione che la fede in<br />

Dio, Creatore dell’universo e Padre di tutti,<br />

non può non promuovere tra gli uomini<br />

relazioni di universale fraternità. Di fatto,<br />

testimonianze dell’intimo legame esistente<br />

tra il rapporto con Dio e l’etica dell’amore<br />

si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose.<br />

Noi cristiani ci sentiamo in questo confermati<br />

ed ulteriormente illuminati dalla<br />

Parola di Dio. Già l’Antico Testamento<br />

manifesta l’amore di Dio per tutti i popoli,<br />

che Egli, nell’alleanza stretta con Noè, riunisce<br />

in un unico grande abbraccio simboleggiato<br />

dall’arco sulle nubi (Gn 9,13.<br />

14.16) e che in definitiva, secondo le parole<br />

dei profeti, intentde raccogliere in un’unica<br />

universale famiglia (cfr Is 2,2ss; 42,6;<br />

66,18-21; Ger 4,2; Sal 47). Nel Nuovo Testamento<br />

poi la rivelazione di questo universale<br />

disegno d’amore culmina nel mistero<br />

pasquale, in cui il Figlio di Dio incarnato,<br />

in uno sconvolgente atto di solidarietà<br />

salvifica, si offre in sacrificio sulla croce<br />

per l’intera umanità. Dio mostra così che la<br />

sua natura è l’Amore. È quanto ho inteso<br />

sottolineare nella mia prima Enciclica, che<br />

inizia appunto con le parole “Deus caritas<br />

est“ (1 Gv4,7). Questa affermazione della<br />

Scrittura non solo getta luce sul mistero di<br />

Dio, ma illumina anche i rapporti tra gli uomini,<br />

chiamati tutti a vivere secondo il comandamento<br />

dell’amore.<br />

L’incontro promosso ad Assisi dal Servo<br />

di Dio Giovanni Paolo II pose opportunamente<br />

l’accento sul valore della preghiera<br />

nella costruzione della pace. Siamo infatti<br />

consapevoli di quanto il cammino<br />

verso questo fondamentale bene sia difficile<br />

e talvolta umanamente disperato. La pace<br />

è un valore in cui confluiscono tante<br />

componenti. Per costruirla, sono certo importanti<br />

le vie di ordine culturale, politico,<br />

economico. In primo luogo però la pace va<br />

costruita nei cuori. Qui infatti si sviluppano<br />

sentimenti che possono alimentarla o, al<br />

contrario, minacciarla, indebolirla, soffocarla.<br />

Il cuore dell’uomo, peraltro, è il luogo<br />

degli interventi di Dio. Pertanto, accanto<br />

alla dimensione “orizzontale” dei rapporti<br />

con gli altri uomini, di fondamentale<br />

importanza si rivela, in questa materia, la<br />

dimensione “verticale” del rapporto di ciascuno<br />

con Dio, nel quale tutto ha il suo fondamento.<br />

È proprio questo che il Papa Giovanni<br />

Paolo II, con l’iniziativa del 1986, intese<br />

ricordare con forza al mondo. Egli<br />

chiese una preghiera autentica, che coinvolgesse<br />

l’intera esistenza. Volle per questo<br />

che fosse accompagnata dal digiuno ed<br />

espressa nel pellegrinaggio, simbolo del<br />

cammino verso l’incontro con Dio. E<br />

spiegò: “La preghiera comporta da parte<br />

nostra la conversione del cuore” (Insegnamenti<br />

di Giovanni Paolo II, 1986, vol. II,<br />

p.1253). Tra gli aspetti qualificanti dell’Incontro<br />

del 1986, è da sottolineare che questo<br />

valore della preghiera nella costruzione<br />

della pace fu testimoniato da esponenti di<br />

diverse tradizioni religiose, e ciò avvenne<br />

non a distanza, ma nel contesto di un incontro.<br />

In questo modo gli oranti delle varie<br />

religioni poterono mostrare, con il linguaggio<br />

della testimonianza, come la preghiera<br />

non divida ma unisca, e costituisca<br />

un elemento determinante per un’efficace<br />

pedagogia della pace, imperniata sull’amicizia,<br />

sull’accoglienza reciproca, sul dialogo<br />

tra uomini di diverse culture e religioni.<br />

Di questa pedagogia abbiamo più che mai<br />

bisogno, specialmente guardando alle nuove<br />

generazioni. Tanti giovani, nelle zone


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

383<br />

del 1986, e tale scelta non può non restare<br />

valida anche oggi. La convergenza dei diversi<br />

non deve dare l’impressione di un cedimento<br />

a quel relativismo che nega il senso<br />

stesso della verità e la possibilità di attingerla.<br />

Per la sua iniziativa audace e profetica,<br />

Giovanni Paolo II volle scegliere il suggestivo<br />

scenario di codesta Città di Assisi,<br />

universalmente nota per la figura di San<br />

Francesco. In effetti, il Poverello incarnò<br />

in modo esemplare la beatitudine proclamata<br />

da Gesù nel Vangelo: “Beati gli operatori<br />

di pace, perché saranno chiamati figli<br />

di Dio” (Mt 5, 9). La testimonianza che<br />

egliresenelsuotemponefaunnaturale<br />

punto di riferimento per quanti anche oggi<br />

coltivano l’ideale della pace, del rispetto<br />

della natura, del dialogo tra le persone, tra<br />

le religioni e le culture. È tuttavia importante<br />

ricordare, se non si vuole tradire il suo<br />

messaggio, che fu la scelta radicale di Cristo<br />

a fornirgli la chiave di comprensione<br />

della fraternità a cui tutti gli uomini sono<br />

chiamati, e a cui anche le creature inanimate<br />

- da “fratello sole” a “sorella luna” - in<br />

qualche modo partecipano. Mi piace pertanto<br />

ricordare che, in coincidenza con<br />

questo ventesimo anniversario dell’iniziativa<br />

di preghiera per la pace di Giovanni<br />

Paolo II, ricorre anche l’ottavo centenario<br />

della conversione di San Francesco. Le<br />

due commemorazioni si illuminano reciprocamente.<br />

Nelle parole a lui rivolte dal<br />

Crocifisso di San Damiano - “Va’, Francesco,<br />

ripara la mia casa…” -, nella sua scelta<br />

di radicale povertà, nel bacio al lebbroso<br />

in cui s’espresse la sua nuova capacità di<br />

vedere ed amare Cristo nei fratelli sofferenti,<br />

prendeva inizio quell’avventura umana<br />

e cristiana che continua ad affascinare<br />

tanti uomini del nostro tempo e rende codesta<br />

Città meta di innumerevoli pellegrini.<br />

Affido a Lei, venerato Fratello, Pastore<br />

di codesta Chiesa di Assisi-Nocera Umbra-<br />

Gualdo Tadino, il compito di portare queste<br />

mie riflessioni a conoscenza dei partecipanti<br />

alle varie celebrazioni previste per commemorare<br />

il ventesimo anniversario di<br />

quello storico evento che fu l’Incontro Indel<br />

mondo segnate da conflitti, sono educati<br />

a sentimenti di odio e di vendetta, entro<br />

contesti ideologici in cui si coltivano i semi<br />

di antichi rancori e si preparano gli animi<br />

a future violenze. Occorre abbattere tali<br />

steccati e favorire l’incontro. Sono lieto<br />

pertanto che le iniziative programmate<br />

quest’anno in Assisi vadano in questa direzione<br />

e che, in particolare, il Pontificio<br />

Consiglio per il Dialogo Interreligioso abbia<br />

pensato di farne una specifica applicazione<br />

per i giovani.<br />

Per non equivocare sul senso di quanto,<br />

nel 1986, Giovanni Paolo II volle realizzare,<br />

e che, con una sua stessa espressione, si<br />

suole qualificare come “spirito di Assisi”, è<br />

importante non dimenticare l’attenzione<br />

che allora fu posta perché l’incontro interreligioso<br />

di preghiera non si prestasse ad<br />

interpretazioni sincretistiche, fondate su<br />

una concezione relativistica. Proprio per<br />

questo, fin dalle prime battute, Giovanni<br />

Paolo II dichiarò: “Il fatto che noi siamo<br />

venuti qui non implica alcuna intenzione di<br />

ricercare un consenso religioso tra noi o di<br />

negoziare le nostre convinzioni di fede. Né<br />

significa che le religioni possono riconciliarsi<br />

sul piano di un comune impegno in<br />

un progetto terreno che le sorpasserebbe<br />

tutte. E neppure è una concessione al relativismo<br />

nelle credenze religiose...” (Insegnamenti,<br />

cit., p.1252). Desidero ribadire<br />

questo principio, che costituisce il presupposto<br />

di quel dialogo tra le religioni che<br />

quarant’anni or sono il Concilio Vaticano II<br />

auspicò nella Dichiarazione sulle relazioni<br />

della Chiesa con le religioni non cristiane<br />

(cfr Nostra aetate, 2). Colgo volentieri<br />

l’occasione per salutare gli esponenti delle<br />

altre religioni che prendono parte all’una o<br />

all’altra delle commemorazioni assisane.<br />

Come noi cristiani, anch’essi sanno che<br />

nella preghiera è possibile fare una speciale<br />

esperienza di Dio e trarne efficaci stimoli<br />

nella dedizione alla causa della pace. È<br />

doveroso tuttavia, anche in questo, evitare<br />

inopportune confusioni. Perciò, anche<br />

quando ci si ritrova insieme a pregare per la<br />

pace, occorre che la preghiera si svolga secondo<br />

quei cammini distinti che sono propri<br />

delle varie religioni. Fu questa la scelta


384 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

terreligioso del 27 ottobre 1986. Voglia recare<br />

a tutti anche il mio saluto affettuoso,<br />

partecipando loro la mia Benedizione, che<br />

accompagno con l’augurio e la preghiera<br />

del Poverello di Assisi: “Il Signore vi dia<br />

pace!”.<br />

Da Castel Gandolfo, 2 settembre 2006<br />

BENEDETTO XVI<br />

© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana<br />

2. Discours aux Ambassadeurs de 21<br />

pays à majorité musulmane près le<br />

Saint-Siège et à quelques représentants<br />

des Communautés musulmanes<br />

en Italie<br />

Salle des Suisses, Castelgandolfo<br />

Lundi 25 septembre 2006<br />

Monsieur le Cardinal,<br />

Mesdames et Messieurs les Ambassadeurs,<br />

Chers amis musulmans,<br />

Je suis heureux de vous accueillir pour<br />

cette rencontre que j’ai souhaitée afin de<br />

consolider les liens d’amitié et de solidarité<br />

entre le Saint-Siège et les communautés<br />

musulmanes du monde. Je remercie Monsieur<br />

le Cardinal Paul Poupard, Président<br />

du Conseil pontifical pour le Dialogue interreligieux,<br />

pour les paroles qu’il vient de<br />

m’adresser, ainsi que vous tous qui avez répondu<br />

à mon invitation.<br />

Les circonstances qui ont suscité notre<br />

rencontre sont bien connues. J’ai déjà eu<br />

l’occasion de m’y arrêter au cours de la semaine<br />

écoulée. Dans ce contexte particulier,<br />

je voudrais aujourd’hui redire toute<br />

l’estime et le profond respect que je porte<br />

aux croyants musulmans, rappelant les propos<br />

du Concile Vatican II qui sont pour l’Église<br />

catholique la Magna Charta du dialogue<br />

islamo-chrétien: «L’Église regarde<br />

aussi avec estime les musulmans, qui adorent<br />

le Dieu unique, vivant et subsistant, miséricordieux<br />

et tout-puissant, créateur du<br />

ciel et de la terre, qui a parlé aux hommes et<br />

aux décrets duquel, même s’ils sont cachés,<br />

ils s’efforcent de se soumettre de toute leur<br />

âme, comme s’est soumis à Dieu Abraham,<br />

à qui la foi islamique se réfère volontiers»<br />

(Déclaration Nostra aetate, n. 3). Me situant<br />

résolument dans cette perspective, dès le<br />

début de mon pontificat, j’ai eu l’occasion<br />

d’exprimer mon souhait de continuer d’établir<br />

des ponts d’amitié avec les adhérents de<br />

toutes les religions, manifestant particulièrement<br />

mon appréciation de la croissance<br />

du dialogue entre musulmans et chrétiens<br />

(cf. Discours aux représentants des Églises<br />

et Communautés chrétiennes, et aux autres<br />

traditions religieuses, 25 avril 2005). Comme<br />

je l’ai souligné à Cologne, l’an dernier,<br />

«le dialogue interreligieux et interculturel<br />

entre chrétiens et musulmans ne peut se réduire<br />

à un choix passager. Il est en effet une<br />

nécessité vitale, dont dépend en grande partie<br />

notre avenir» (Discours aux représentants<br />

de Communautés musulmanes, 20<br />

août 2005). Dans un monde marqué par le<br />

relativisme et excluant trop souvent la<br />

transcendance de l’universalité de la raison,<br />

nous avons impérativement besoin d’un<br />

dialogue authentique entre les religions et<br />

entre les cultures, capable de nous aider à<br />

surmonter ensemble toutes les tensions,<br />

dans un esprit de collaboration fructueuse.<br />

Poursuivant l’œuvre entreprise par mon<br />

prédécesseur, le Pape Jean-Paul II, je souhaite<br />

donc vivement que les relations<br />

confiantes qui se sont développées entre<br />

chrétiens et musulmans depuis de nombreuses<br />

années, non seulement se poursuivent,<br />

mais se développent dans un esprit de<br />

dialogue sincère et respectueux, fondé sur<br />

une connaissance réciproque toujours plus<br />

vraie qui, avec joie, reconnaît les valeurs religieuses<br />

que nous avons en commun et qui,<br />

avec loyauté, respecte les différences.<br />

Le dialogue interreligieux et interculturel<br />

est une nécessité pour bâtir ensemble le<br />

monde de paix et de fraternité ardemment<br />

souhaité par tous les hommes de bonne volonté.<br />

En ce domaine, nos contemporains<br />

attendent de nous un témoignage éloquent<br />

pour montrer à tous la valeur de la dimension<br />

religieuse de l’existence. Aussi, fidèles<br />

aux enseignements de leurs propres traditions<br />

religieuses, chrétiens et musulmans


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

385<br />

Celebriamo oggi l’ottantesima Giornata<br />

Missionaria Mondiale.<br />

Essa fu istituita dal Papa Pio XI, che diede<br />

un forte impulso alle missioni ad gentes,<br />

e nel Giubileo del 1925 promosse una grandiosa<br />

esposizione diventata poi l’attuale<br />

Collezione Etnologico-missionaria dei Musei<br />

Vaticani. Quest’anno, nel consueto Messaggio<br />

per tale ricorrenza, ho proposto come<br />

tema «La carità, anima della missione».<br />

In effetti, la missione, se non è animata dall’amore,<br />

si riduce ad attività filantropica e<br />

sociale. Per i cristiani, invece, valgono le<br />

parole dell’apostolo Paolo: «L’amore del<br />

Cristo ci spinge» (2Cor 5, 14). La carità che<br />

mosse il Padre a mandare il suo Figlio nel<br />

mondo, e il Figlio ad offrirsi per noi fino alla<br />

morte di croce, quella stessa carità è stata<br />

riversata dallo Spirito Santo nel cuore dei<br />

credenti. Ogni battezzato, come tralcio unito<br />

alla vite, può così cooperare alla missione<br />

di Gesù, che si riassume in questo: recare<br />

ad ogni persona la buona notizia che<br />

“Dio è amore” e, proprio per questo, vuole<br />

salvare il mondo.<br />

La missione parte dal cuore: quando ci si<br />

ferma a pregare davanti al Crocifisso, con<br />

lo sguardo rivolto a quel costato trafitto,<br />

non si può non sperimentare dentro di sé la<br />

gioia di sapersi amati e il desiderio di amare<br />

e di farsi strumenti di misericordia e di ridoivent-ils<br />

apprendre à travailler ensemble,<br />

comme cela arrive déjà en diverses expériences<br />

communes, pour se garder de toute<br />

forme d’intolérance et s’opposer à toute<br />

manifestation de violence; et nous, Autorités<br />

religieuses et Responsables politiques,<br />

nous devons les guider et les encourager en<br />

ce sens. En effet, «même si, au cours des<br />

siècles, de nombreuses dissensions et inimitiés<br />

sont nées entre chrétiens et musulmans,<br />

le saint Concile les exhorte tous à oublier<br />

le passé et à pratiquer sincèrement la<br />

compréhension mutuelle, ainsi qu’à protéger<br />

et à promouvoir ensemble, pour tous les<br />

hommes, la justice sociale, les biens de la<br />

morale, la paix et la liberté» (Déclaration<br />

Nostra aetate, n. 3). Les leçons du passé<br />

doivent donc nous aider à rechercher des<br />

voies de réconciliation, afin de vivre dans le<br />

respect de l’identité et de la liberté de chacun,<br />

en vue d’une collaboration fructueuse<br />

au service de l’humanité tout entière. Comme<br />

le déclarait le Pape Jean-Paul II dans<br />

son discours mémorable aux jeunes, à Casablanca<br />

au Maroc, «le respect et le dialogue<br />

requièrent la réciprocité dans tous les<br />

domaines, surtout en ce qui concerne les libertés<br />

fondamentales et plus particulièrement<br />

la liberté religieuse. Ils favorisent la<br />

paix et l’entente entre les peuples» (n. 5).<br />

Chers amis, je suis profondément<br />

convaincu que, dans la situation que<br />

connaît le monde aujourd’hui, il est impératif<br />

que chrétiens et musulmans s’engagent<br />

ensemble pour faire face aux nombreux défis<br />

qui se présentent à l’humanité, notamment<br />

pour ce qui concerne la défense et la<br />

promotion de la dignité de l’être humain<br />

ainsi que des droits qui en découlent. Alors<br />

que grandissent les menaces contre l’homme<br />

et contre la paix, en reconnaissant le caractère<br />

central de la personne, et, en travaillant<br />

avec persévérance pour que sa vie<br />

soit toujours respectée, chrétiens et musulmans<br />

manifestent leur obéissance au Créateur,<br />

qui veut que tous vivent dans la dignité<br />

qu’il leur a donnée.<br />

Chers amis, je souhaite de tout cœur que<br />

Dieu miséricordieux guide nos pas sur les<br />

chemins d’une compréhension réciproque<br />

toujours plus vraie. Au moment où pour les<br />

musulmans commence la démarche spirituelle<br />

du mois de Ramadan, je leur adresse<br />

à tous mes vœux cordiaux, souhaitant que le<br />

Tout-Puissant leur accorde une vie sereine<br />

et paisible. Que le Dieu de la paix vous<br />

comble de l’abondance de ses Bénédictions,<br />

ainsi que les communautés que vous<br />

représentez!<br />

PAPE BENOÎT XVI<br />

© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana<br />

3. Va’, ripara la mia casa<br />

Piazza San Pietro, Angelus, 22 ottobre 2006<br />

Cari fratelli e sorelle!


386 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

conciliazione. Così accadde, proprio 800<br />

anni or sono, al giovane Francesco di Assisi,<br />

nella chiesetta di San Damiano, che era<br />

allora diroccata. Dall’alto della Croce, custodita<br />

ora nella Basilica di Santa Chiara,<br />

Francesco sentì Gesù dirgli: «Va’, ripara la<br />

mia casa che, come vedi, è tutta in rovina».<br />

Quella “casa” era prima di tutto la sua stessa<br />

vita, da “riparare” mediante una vera<br />

conversione; era la Chiesa, non quella fatta<br />

di mattoni, ma di persone vive, bisognosa<br />

sempre di purificazione; era anche l’umanità<br />

tutta, nella quale Dio ama abitare. La<br />

missione parte sempre da un cuore trasformato<br />

dall’amore di Dio, come testimoniano<br />

innumerevoli storie di santi e di martiri, che<br />

con modalità differenti hanno speso la vita<br />

al servizio del Vangelo.<br />

La missione è dunque un cantiere nel<br />

quale c’è posto per tutti: per chi si impegna<br />

a realizzare nella propria famiglia il Regno<br />

di Dio; per chi vive con spirito cristiano il<br />

lavoro professionale; per chi si consacra totalmente<br />

al Signore; per chi segue Gesù<br />

Buon Pastore nel ministero ordinato al Popolo<br />

di Dio; per chi, in modo specifico, parte<br />

per annunciare Cristo a quanti ancora<br />

non lo conoscono. Ci aiuti Maria Santissima<br />

a vivere con rinnovato slancio,<br />

ciascuno nella situazione in cui la Provvidenza<br />

lo ha posto, la gioia e il coraggio della<br />

missione.<br />

BENEDETTO XVI<br />

4. Laudato si’, mi’Signore, per sora nostra<br />

morte corporale<br />

Piazza San Pietro, Angelus, 5 novembre 2006<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

in questi giorni, che seguono la commemorazione<br />

liturgica dei fedeli defunti, si celebra<br />

in molte parrocchie l’ottavario dei defunti.<br />

Un’occasione propizia per ricordare<br />

nella preghiera i nostri cari e meditare sulla<br />

realtà della morte, che la cosiddetta “civiltà<br />

del benessere” cerca spesso di rimuovere<br />

dalla coscienza della gente, tutta presa dalle<br />

preoccupazioni della vita quotidiana. Il<br />

morire, in realtà, fa parte del vivere, e questo<br />

non solo alla fine, ma, a ben vedere, in<br />

ogni istante. Nonostante tutte le distrazioni,<br />

però, la perdita di una persona cara ci fa riscoprire<br />

il “problema”, facendoci sentire la<br />

morte come una presenza radicalmente<br />

ostile e contraria alla nostra naturale vocazione<br />

alla vita e alla felicità.<br />

Gesù ha rivoluzionato il senso della morte.<br />

Lo ha fatto con il suo insegnamento, ma<br />

soprattutto affrontando Lui stesso la morte.<br />

«Morendo ha distrutto la morte», ripete la<br />

Liturgia nel tempo pasquale. «Con lo Spirito<br />

che non poteva morire - scrive un Padre<br />

della Chiesa - Cristo ha ucciso la morte che<br />

uccideva l’uomo» (Melitone di Sardi, Sulla<br />

Pasqua, 66). Il Figlio di Dio ha voluto in<br />

questo modo condividere sino in fondo la<br />

nostra condizione umana, per riaprirla alla<br />

speranza. In ultima analisi, Egli è nato per<br />

poter morire, e così liberare noi dalla schiavitù<br />

della morte. Dice la Lettera agli Ebrei:<br />

«Egli ha provato la morte a vantaggio di tutti»<br />

(Eb 2, 9). Da allora, la morte non è più la<br />

stessa: è stata privata, per così dire, del suo<br />

“veleno”. L’amore di Dio, operante in Gesù,<br />

ha dato infatti un senso nuovo all’intera esistenza<br />

dell’uomo, e così ne ha trasformato<br />

anche il morire. Se in Cristo la vita umana è<br />

«passaggio da questo mondo al Padre» (Gv<br />

13, 1), l’ora della morte è il momento in cui<br />

questo si attua in modo concreto e definitivo.<br />

Chi si impegna a vivere come Lui, viene<br />

liberato dalla paura della morte, che non<br />

mostra più il ghigno beffardo di una nemica<br />

ma, come scrive san Francesco nel Cantico<br />

delle creature, il volto amico di una “sorella”,<br />

per la quale si può anche benedire il Signore:<br />

«Laudato si’, mi’ Signore, per sora<br />

nostra morte corporale». Della morte del<br />

corpo non c’è da aver paura, ci ricorda la fede,<br />

perché, sia che viviamo, sia che moriamo,<br />

siamo del Signore. E con San Paolo sappiamo<br />

che, anche sciolti dal corpo, siamo<br />

con Cristo, il cui corpo risorto, che riceviamo<br />

nell’Eucaristia, è la nostra abitazione<br />

eterna e indistruttibile. La vera morte, che<br />

invece bisogna temere, è quella dell’anima,<br />

che l’Apocalisse chiama “seconda morte”<br />

(cfr Ap 20, 14-15; 21, 8). Infatti chi muore in


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

387<br />

lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn<br />

1,27). Perché creato ad immagine di Dio,<br />

l’individuo umano ha la dignità di persona;<br />

non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno,<br />

capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente<br />

donarsi e di entrare in comunione<br />

con altre persone. Al tempo stesso, egli è<br />

chiamato, per grazia, ad un’alleanza con il<br />

suo Creatore, a offrirgli una risposta di fede<br />

e di amore che nessun altro può dare al posto<br />

suo (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica,<br />

357). In questa mirabile prospettiva, si<br />

comprende il compito affidato all’essere<br />

umano di maturare se stesso nella capacità<br />

d’amore e di far progredire il mondo, rinnovandolo<br />

nella giustizia e nella pace. Con<br />

un’efficace sintesi sant’Agostino insegna:<br />

«Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha<br />

voluto salvarci senza di noi» (Sermo 169,<br />

11,13: PL 38,923). È pertanto doveroso per<br />

tutti gli esseri umani coltivare la consapevolezza<br />

del duplice aspetto di dono e di<br />

compito.<br />

3. Anche la pace è insieme un dono e un<br />

compito. Se è vero che la pace tra gli individui<br />

ed i popoli – la capacità di vivere gli uni<br />

accanto agli altri tessendo rapporti di giustizia<br />

e di solidarietà –rappresenta un impegno<br />

che non conosce sosta, è anche vero, lo è<br />

anzi di più, che la pace è dono di Dio. La<br />

pace è, infatti, una caratteristica dell’agire<br />

divino, che si manifesta sia nella creazione<br />

di un universo ordinato e armonioso come<br />

anche nella redenzione dell’umanità bisognosa<br />

di essere recuperata dal disordine del<br />

peccato. Creazione e redenzione offrono<br />

dunque la chiave di lettura che introduce alla<br />

comprensione del senso della nostra esistenza<br />

sulla terra. Il mio venerato predecessore<br />

Giovanni Paolo II, rivolgendosi all’Assemblea<br />

Generale delle Nazioni Unite<br />

il 5 ottobre 1995, ebbe a dire che noi «non viviamo<br />

in un mondo irrazionale o privo di<br />

senso [...] vi è una logica morale che illumina<br />

l’esistenza umana e rende possibile il<br />

dialogo tra gli uomini e tra i popoli» (N. 3).<br />

La trascendente “grammatica”, vale a dire<br />

l’insieme di regole dell’agire individuale e<br />

del reciproco rapportarsi delle persone secondo<br />

giustizia e solidarietà, è iscritta nelle<br />

coscienze, nelle quali si rispecchia il propeccato<br />

mortale, senza pentimento, chiuso<br />

nell’orgoglioso rifiuto dell’amore di Dio, si<br />

autoesclude dal regno della vita.<br />

Per intercessione di Maria Santissima e<br />

di San Giuseppe, invochiamo dal Signore la<br />

grazia di prepararci serenamente a partire<br />

da questo mondo, quando Egli vorrà chiamarci,<br />

nella speranza di poter dimorare<br />

eternamente con Lui, in compagnia dei santi<br />

e dei nostri cari defunti.<br />

BENEDETTO XVI<br />

5. Messaggio per la celebrazione della<br />

giornata mondiale della pace del 1°<br />

gennaio 2007<br />

La persona umana, cuore della pace<br />

1. All’inizio del nuovo anno, vorrei far<br />

giungere ai Governanti e ai Responsabili<br />

delle Nazioni, come anche a tutti gli uomini<br />

e le donne di buona volontà, il mio augurio<br />

di pace. Lo rivolgo, in particolare, a<br />

quanti sono nel dolore e nella sofferenza, a<br />

chi vive minacciato dalla violenza e dalla<br />

forza delle armi o, calpestato nella sua dignità,<br />

attende il proprio riscatto umano e sociale.<br />

Lo rivolgo ai bambini, che con la loro<br />

innocenza arricchiscono l’umanità di bontà<br />

e di speranza e, con il loro dolore, ci stimolano<br />

a farci tutti operatori di giustizia e di<br />

pace. Proprio pensando ai bambini, specialmente<br />

a quelli il cui futuro è compromesso<br />

dallo sfruttamento e dalla cattiveria di adulti<br />

senza scrupoli, ho voluto che in occasione<br />

della Giornata Mondiale della Pace la<br />

comune attenzione si concentrasse sul tema:<br />

Persona umana, cuore della pace. Sono<br />

infatti convinto che rispettando la persona<br />

si promuove la pace, e costruendo la pace<br />

si pongono le premesse per un autentico<br />

umanesimo integrale. È così che si prepara<br />

un futuro sereno per le nuove generazioni.<br />

La persona umana e la pace: dono e<br />

compito<br />

2. Afferma la Sacra Scrittura: «Dio creò<br />

l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio


388 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

getto sapiente di Dio. Come recentemente<br />

ho voluto riaffermare, «noi crediamo che<br />

all’origine c’è il Verbo eterno, la Ragione e<br />

non l’Irrazionalità» (Omelia all’Islinger<br />

Feld di Regensburg, 12 settembre 2006). La<br />

pace è quindi anche un compito che impegna<br />

ciascuno ad una risposta personale coerente<br />

col piano divino. Il criterio cui deve<br />

ispirarsi tale risposta non può che essere il<br />

rispetto della “grammatica” scritta nel<br />

cuore dell’uomo dal divino suo Creatore.<br />

In tale prospettiva, le norme del diritto<br />

naturale non vanno considerate come direttive<br />

che si impongono dall’esterno, quasi<br />

coartando la libertà dell’uomo. Al contrario,<br />

esse vanno accolte come una chiamata a<br />

realizzare fedelmente l’universale progetto<br />

divino iscritto nella natura dell’essere umano.<br />

Guidati da tali norme, i popoli – all’interno<br />

delle rispettive culture – possono così<br />

avvicinarsi al mistero più grande, che è il<br />

mistero di Dio. Il riconoscimento e il rispetto<br />

della legge naturale pertanto costituiscono<br />

anche oggi la grande base per il dialogo<br />

tra i credenti delle diverse religioni e tra i<br />

credenti e gli stessi non credenti. È questo<br />

un grande punto di incontro e, quindi, un<br />

fondamentale presupposto per un’autentica<br />

pace.<br />

Il diritto alla vita e alla libertà religiosa<br />

4. Il dovere del rispetto per la dignità di<br />

ogni essere umano, nella cui natura si rispecchia<br />

l’immagine del Creatore, comporta<br />

come conseguenza che della persona non<br />

si possa disporre a piacimento. Chi gode di<br />

maggiore potere politico, tecnologico, economico,<br />

non può avvalersene per violare i<br />

diritti degli altri meno fortunati. È infatti sul<br />

rispetto dei diritti di tutti che si fonda la pace.<br />

Consapevole di ciò, la Chiesa si fa paladina<br />

dei diritti fondamentali di ogni persona.<br />

In particolare, essa rivendica il rispetto della<br />

vita edellalibertà religiosa di ciascuno. Il<br />

rispetto del diritto alla vita in ogni sua fase<br />

stabilisce un punto fermo di decisiva importanza:<br />

la vita è un dono di cui il soggetto non<br />

ha la completa disponibilità. Ugualmente,<br />

l’affermazione del diritto alla libertà religiosa<br />

pone l’essere umano in rapporto con un<br />

Principio trascendente che lo sottrae all’arbitrio<br />

dell’uomo. Il diritto alla vita e alla libera<br />

espressione della propria fede in Dio<br />

non è in potere dell’uomo. La pace ha bisogno<br />

che si stabilisca un chiaro confine tra<br />

ciò che è disponibile e ciò che non lo è: saranno<br />

così evitate intromissioni inaccettabili<br />

in quel patrimonio di valori che è proprio<br />

dell’uomo in quanto tale.<br />

5. Per quanto concerne il diritto alla vita,<br />

è doveroso denunciare lo scempio che di essa<br />

si fa nella nostra società: accanto alle vittime<br />

dei conflitti armati, del terrorismo e di<br />

svariate forme di violenza, ci sono le morti<br />

silenziose provocate dalla fame, dall’aborto,<br />

dalla sperimentazione sugli embrioni e<br />

dall’eutanasia. Come non vedere in tutto<br />

questo un attentato alla pace?<br />

L’aborto e la sperimentazione sugli embrioni<br />

costituiscono la diretta negazione<br />

dell’atteggiamento di accoglienza verso<br />

l’altro che è indispensabile per instaurare<br />

durevoli rapporti di pace. Per quanto riguarda<br />

poi la libera espressione della propria<br />

fede, un altro preoccupante sintomo di<br />

mancanza di pace nel mondo è rappresentato<br />

dalle difficoltà che tanto i cristiani quanto<br />

i seguaci di altre religioni incontrano<br />

spesso nel professare pubblicamente e liberamente<br />

le proprie convinzioni religiose.<br />

Parlando in particolare dei cristiani, debbo<br />

rilevare con dolore che essi non soltanto sono<br />

a volte impediti; in alcuni Stati vengono<br />

addirittura perseguitati, ed anche di recente<br />

si sono dovuti registrare tragici episodi di<br />

efferata violenza. Vi sono regimi che impongono<br />

a tutti un’unica religione, mentre<br />

regimi indifferenti alimentano non una persecuzione<br />

violenta, ma un sistematico dileggio<br />

culturale nei confronti delle credenze<br />

religiose. In ogni caso, non viene rispettato<br />

un diritto umano fondamentale, con<br />

gravi ripercussioni sulla convivenza pacifica.<br />

Ciò non può che promuovere una mentalità<br />

e una cultura negative per la pace.<br />

L’uguaglianza di natura di tutte le persone<br />

6. All’origine di non poche tensioni che<br />

minacciano la pace sono sicuramente le<br />

tante ingiuste disuguaglianze ancora tragi-


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

389<br />

camente presenti nel mondo. Tra esse particolarmente<br />

insidiose sono, da una parte, le<br />

disuguaglianze nell’accesso a beni essenziali,<br />

come il cibo, l’acqua, la casa, la salute;<br />

dall’altra, le persistenti disuguaglianze<br />

tra uomo e donna nell’esercizio dei diritti<br />

umani fondamentali.<br />

Costituisce un elemento di primaria importanza<br />

per la costruzione della pace il riconoscimento<br />

dell’essenziale uguaglianza<br />

tra le persone umane, che scaturisce dalla<br />

loro comune trascendente dignità. L’uguaglianza<br />

a questo livello è quindi un bene di<br />

tutti inscritto in quella “grammatica” naturale,<br />

desumibile dal progetto divino della<br />

creazione; un bene che non può essere disatteso<br />

o vilipeso senza provocare pesanti<br />

ripercussioni da cui è messa a rischio la pace.<br />

Le gravissime carenze di cui soffrono<br />

molte popolazioni, specialmente del Continente<br />

africano, sono all’origine di violente<br />

rivendicazioni e costituiscono pertanto una<br />

tremenda ferita inferta alla pace.<br />

7. Anche la non sufficiente considerazione<br />

per la condizione femminile introduce<br />

fattori di instabilità nell’assetto sociale.<br />

Penso allo sfruttamento di donne trattate<br />

come oggetti e alle tante forme di mancanza<br />

di rispetto per la loro dignità; penso anche<br />

— in contesto diverso — alle visioni<br />

antropologiche persistenti in alcune culture,<br />

che riservano alla donna una collocazione<br />

ancora fortemente sottomessa all’arbitrio<br />

dell’uomo, con conseguenze lesive per la<br />

sua dignità di persona e per l’esercizio delle<br />

stesse libertà fondamentali. Non ci si può<br />

illudere che la pace sia assicurata finché<br />

non siano superate anche queste forme di<br />

discriminazione, che ledono la dignità personale,<br />

inscritta dal Creatore in ogni essere<br />

umano (cfr. Congregazione per la dottrina<br />

della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa<br />

Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e<br />

della donna nella Chiesa e nel mondo, 31<br />

maggio 2004).<br />

L’«ecologia della pace»<br />

8. Scrive Giovanni Paolo II nella Lettera<br />

enciclica Centesimus annus: «Non solo la<br />

terra è stata data da Dio all’uomo, che deve<br />

usarla rispettando l’intenzione originaria di<br />

bene, secondo la quale gli è stata donata; ma<br />

l’uomo è stato donato a se stesso da Dio e<br />

deve, perciò, rispettare la struttura naturale e<br />

morale, di cui è stato dotato» (N. 38). È rispondendo<br />

a questa consegna, a lui affidata<br />

dal Creatore, che l’uomo, insieme ai suoi simili,<br />

può dar vita a un mondo di pace. Accanto<br />

all’ecologia della natura c’è dunque<br />

un’ecologia che potremmo dire “umana”, la<br />

quale a sua volta richiede un”‘ecologia sociale”.<br />

E ciò comporta che l’umanità, se ha a<br />

cuore la pace, debba tenere sempre più presenti<br />

le connessioni esistenti tra l’ecologia<br />

naturale, ossia il rispetto della natura, e l’ecologia<br />

umana. L’esperienza dimostra che<br />

ogni atteggiamento irrispettoso verso l’ambiente<br />

reca danni alla convivenza umana, e<br />

viceversa. Sempre più chiaramente emerge<br />

un nesso inscindibile tra la pace con il creato<br />

e la pace tra gli uomini. L’una e l’altra<br />

presuppongono la pace con Dio. La poesiapreghiera<br />

di San Francesco, nota anche come<br />

«Cantico di Frate Sole», costituisce un<br />

mirabile esempio – sempre attuale – di questa<br />

multiforme ecologia della pace.<br />

9. Ci aiuta a comprendere quanto sia<br />

stretto questo nesso tra l’una ecologia e l’altra<br />

il problema ogni giorno più grave dei<br />

rifornimenti energetici. In questi anni nuove<br />

Nazioni sono entrate con slancio nella<br />

produzione industriale, incrementando i bisogni<br />

energetici. Ciò sta provocando una<br />

corsa alle risorse disponibili che non ha<br />

confronti con situazioni precedenti. Nel<br />

frattempo, in alcune regioni del pianeta si<br />

vivono ancora condizioni di grande arretratezza,<br />

in cui lo sviluppo è praticamente inceppato<br />

anche a motivo del rialzo dei prezzi<br />

dell’energia. Che ne sarà di quelle popolazioni?<br />

Quale genere di sviluppo o di<br />

non-sviluppo sarà loro imposto dalla scarsità<br />

di rifornimenti energetici? Quali ingiustizie<br />

e antagonismi provocherà la corsa alle<br />

fonti di energia? E come reagiranno gli<br />

esclusi da questa corsa? Sono domande che<br />

pongono in evidenza come il rispetto della<br />

natura sia strettamente legato alla necessità<br />

di tessere tra gli uomini e tra le Nazioni rapporti<br />

attenti alla dignità della persona e capaci<br />

di soddisfare ai suoi autentici bisogni.


390 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

La distruzione dell’ambiente, un suo uso<br />

improprio o egoistico e l’accaparramento<br />

violento delle risorse della terra generano<br />

lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché<br />

sono frutto di un concetto disumano di<br />

sviluppo. Uno sviluppo infatti che si limitasse<br />

all’aspetto tecnico-economico, trascurando<br />

la dimensione morale-religiosa, non<br />

sarebbe uno sviluppo umano integrale e finirebbe,<br />

in quanto unilaterale, per incentivare<br />

le capacità distruttive dell’uomo.<br />

Visioni riduttive dell’uomo<br />

10. Urge pertanto, pur nel quadro delle<br />

attuali difficoltà e tensioni internazionali,<br />

impegnarsi per dar vita ad un’ecologia<br />

umana che favorisca la crescita dell’«albero<br />

della pace». Per tentare una simile impresa<br />

è necessario lasciarsi guidare da una<br />

visione della persona non viziata da pregiudizi<br />

ideologici e culturali o da interessi politici<br />

ed economici, che incitino all’odio e<br />

alla violenza. È comprensibile che le visioni<br />

dell’uomo varino nelle diverse culture.<br />

Ciò che invece non si può ammettere è che<br />

vengano coltivate concezioni antropologiche<br />

che rechino in se stesse il germe della<br />

contrapposizione e della violenza. Ugualmente<br />

inaccettabili sono concezioni di Dio<br />

che stimolino all’insofferenza verso i propri<br />

simili e al ricorso alla violenza nei loro confronti.<br />

È questo un punto da ribadire con<br />

chiarezza: una guerra innomediDionon è<br />

mai accettabile! Quando una certa concezione<br />

di Dio è all’origine di fatti criminosi,<br />

è segno che tale concezione si è già trasformata<br />

in ideologia.<br />

11. Oggi, però, la pace non è messa in<br />

questione solo dal conflitto tra le visioni riduttive<br />

dell’uomo, ossia tra le ideologie. Lo<br />

è anche dall’indifferenza per ciò che costituisce<br />

la vera natura dell’uomo. Molti contemporanei<br />

negano, infatti, l’esistenza di<br />

una specifica natura umana e rendono così<br />

possibili le più stravaganti interpretazioni<br />

dei costitutivi essenziali dell’essere umano.<br />

Anche qui è necessaria la chiarezza: una visione<br />

«debole» della persona, che lasci spazio<br />

ad ogni anche eccentrica concezione,<br />

solo apparentemente favorisce la pace. In<br />

realtà impedisce il dialogo autentico ed apre<br />

la strada all’intervento di imposizioni autoritarie,<br />

finendo così per lasciare la persona<br />

stessa indifesa e, conseguentemente, facile<br />

preda dell’oppressione e della violenza.<br />

Diritti umani e Organizzazioni internazionali<br />

12. Una pace vera e stabile presuppone il<br />

rispetto dei diritti dell’uomo. Se però questi<br />

diritti si fondano su una concezione debole<br />

della persona, come non ne risulteranno anch’essi<br />

indeboliti? Si rende qui evidente la<br />

profonda insufficienza di una concezione<br />

relativistica della persona, quando si tratta<br />

di giustificarne e difenderne i diritti. L’aporia<br />

in tal caso è palese: i diritti vengono proposti<br />

come assoluti, ma il fondamento che<br />

per essi si adduce è solo relativo. C’è da<br />

meravigliarsi se, di fronte alle esigenze<br />

“scomode” poste dall’uno o dall’altro diritto,<br />

possa insorgere qualcuno a contestarlo o<br />

a deciderne l’accantonamento? Solo se radicati<br />

in oggettive istanze della natura donata<br />

all’uomo dal Creatore, i diritti a lui attribuiti<br />

possono essere affermati senza timore<br />

di smentita. Va da sé, peraltro, che i<br />

diritti dell’uomo implicano a suo carico dei<br />

doveri. Bene sentenziava, al riguardo, il<br />

mahatma Gandhi: «Il Gange dei diritti discende<br />

dall’Himalaia dei doveri». È solo facendo<br />

chiarezza su questi presupposti di<br />

fondo che i diritti umani, oggi sottoposti a<br />

continui attacchi, possono essere adeguatamente<br />

difesi. Senza tale chiarezza, si finisce<br />

per utilizzare la stessa espressione, ‘diritti<br />

umani’appunto, sottintendendo soggetti assai<br />

diversi fra loro: per alcuni, la persona<br />

umana contraddistinta da dignità permanente<br />

e da diritti validi sempre, dovunque e<br />

per chiunque; per altri, una persona dalla dignità<br />

cangiante e dai diritti sempre negoziabili:<br />

nei contenuti, nel tempo e nello spazio.<br />

13. Alla tutela dei diritti umani fanno costante<br />

riferimento gli Organismi internazionali<br />

e, in particolare, l’Organizzazione delle<br />

Nazioni Unite, che con la Dichiarazione<br />

Universale del 1948 si è prefissata, quale<br />

compito fondamentale, la promozione dei<br />

diritti dell’uomo. A tale Dichiarazione si


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

391<br />

guarda come ad una sorta di impegno morale<br />

assunto dall’umanità intera. Ciò ha una<br />

sua profonda verità soprattutto se i diritti<br />

descritti nella Dichiarazione sono considerati<br />

come aventi fondamento non semplicemente<br />

nella decisione dell’assemblea che li<br />

ha approvati, ma nella natura stessa dell’uomo<br />

e nella sua inalienabile dignità di<br />

persona creata da Dio. È importante, pertanto,<br />

che gli Organismi internazionali non<br />

perdano di vista il fondamento naturale dei<br />

diritti dell’uomo. Ciò li sottrarrà al rischio,<br />

purtroppo sempre latente, di scivolare verso<br />

una loro interpretazione solo positivistica.<br />

Se ciò accadesse, gli Organismi internazionali<br />

risulterebbero carenti dell’autorevolezza<br />

necessaria per svolgere il ruolo di<br />

difensori dei diritti fondamentali della persona<br />

e dei popoli, principale giustificazione<br />

del loro stesso esistere ed operare.<br />

Diritto internazionale umanitario e diritto<br />

interno degli Stati<br />

14. A partire dalla consapevolezza che<br />

esistono diritti umani inalienabili connessi<br />

con la comune natura degli uomini, è stato<br />

elaborato un diritto internazionale umanitario,<br />

alla cui osservanza gli Stati sono impegnati<br />

anche in caso di guerra. Ciò purtroppo<br />

non ha trovato coerente attuazione, a prescindere<br />

dal passato, in alcune situazioni di<br />

guerra verificatesi di recente. Così, ad esempio,<br />

è avvenuto nel conflitto che mesi fa ha<br />

avuto per teatro il Libano del Sud, dove<br />

l’obbligo di proteggere e aiutare le vittime<br />

innocenti e di non coinvolgere la popolazione<br />

civile è stato in gran parte disatteso. La<br />

dolorosa vicenda del Libano e la nuova configurazione<br />

dei conflitti, soprattutto da<br />

quando la minaccia terroristica ha posto in<br />

atto inedite modalità di violenza, richiedono<br />

che la comunità internazionale ribadisca il<br />

diritto internazionale umanitario e lo applichi<br />

a tutte le odierne situazioni di conflitto<br />

armato, comprese quelle non previste dal diritto<br />

internazionale in vigore. Inoltre, la piaga<br />

del terrorismo postula un’approfondita<br />

riflessione sui limiti etici che sono inerenti<br />

all’utilizzo degli strumenti odierni di tutela<br />

della sicurezza nazionale. Sempre più spes-<br />

so, in effetti, i conflitti non vengono dichiarati,<br />

soprattutto quando li scatenano gruppi<br />

terroristici decisi a raggiungere con qualunque<br />

mezzo i loro scopi. Dinanzi agli sconvolgenti<br />

scenari di questi ultimi anni, gli<br />

Stati non possono non avvertire la necessità<br />

di darsi delle regole più chiare, capaci di<br />

contrastare efficacemente la drammatica deriva<br />

a cui stiamo assistendo. La guerra rappresenta<br />

sempre un insuccesso per la comunità<br />

internazionale ed una grave perdita di<br />

umanità. Quando, nonostante tutto, ad essa<br />

si arriva, occorre almeno salvaguardare i<br />

principi essenziali di umanità e i valori fondanti<br />

di ogni civile convivenza, stabilendo<br />

norme di comportamento che ne limitino il<br />

più possibile i danni e tendano ad alleviare<br />

le sofferenze dei civili e di tutte le vittime<br />

dei conflitti(A tale riguardo, il Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica ha dettato criteri<br />

molto severi e precisi: cfr. nn. 2307-2317).<br />

15. Altro elemento che suscita grande inquietudine<br />

è la volontà, manifestata di recente<br />

da alcuni Stati, di dotarsi di armi nucleari.<br />

Ne è risultato ulteriormente accentuato<br />

il diffuso clima di incertezza e di<br />

paura per una possibile catastrofe atomica.<br />

Ciò riporta gli animi indietro nel tempo, alle<br />

ansie logoranti del periodo della cosiddetta<br />

«guerra fredda». Dopo di allora si sperava<br />

che il pericolo atomico fosse definitivamente<br />

scongiurato e che l’umanità<br />

potesse finalmente tirare un durevole sospiro<br />

di sollievo. Quanto appare attuale, a questo<br />

proposito, il monito del Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II: «Ogni azione bellica che indiscriminatamente<br />

mira alla distruzione di<br />

intere città o di vaste regioni con i loro abitanti<br />

è un crimine contro Dio e contro l’uomo,<br />

che deve essere condannato con fermezza<br />

e senza esitazione» (Cost. past. Gaudium<br />

et spes, 80). Purtroppo ombre<br />

minacciose continuano ad addensarsi all’orizzonte<br />

dell’umanità. La via per assicurare<br />

un futuro di pace per tutti è rappresentata<br />

non solo da accordi internazionali per la<br />

non proliferazione delle armi nucleari, ma<br />

anche dall’impegno di perseguire con determinazione<br />

la loro diminuzione e il loro<br />

definitivo smantellamento. Niente si lasci<br />

di intentato per arrivare, con la trattativa, al


392 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

conseguimento di tali obiettivi! È in gioco<br />

il destino dell’intera famiglia umana!<br />

La Chiesa a tutela della trascendenza<br />

della persona umana<br />

16. Desidero, infine, rivolgere un pressante<br />

appello al Popolo di Dio, perché ogni<br />

cristiano si senta impegnato ad essere infaticabile<br />

operatore di pace e strenuo difensore<br />

della dignità della persona umana e dei<br />

suoi inalienabili diritti. Grato al Signore per<br />

averlo chiamato ad appartenere alla sua<br />

Chiesa che, nel mondo, è «segno e tutela<br />

della trascendenza della persona umana»<br />

(Conc. Vat. II, ibid. n. 76), il cristiano non si<br />

stancherà di implorare da Lui il fondamentale<br />

bene della pace che tanta rilevanza ha<br />

nella vita di ciascuno. Egli inoltre sentirà la<br />

fierezza di servire con generosa dedizione<br />

la causa della pace, andando incontro ai fratelli,<br />

specialmente a coloro che, oltre a patire<br />

povertà e privazioni, sono anche privi di<br />

tale prezioso bene. Gesù ci ha rivelato che<br />

«Dioèamore»(1Gv 4,8) e che la vocazione<br />

più grande di ogni persona è l’amore. In<br />

Cristo noi possiamo trovare le ragioni supreme<br />

per farci fermi paladini della dignità<br />

umana e coraggiosi costruttori di pace.<br />

17. Non venga quindi mai meno il contributo<br />

di ogni credente alla promozione di<br />

un vero umanesimo integrale, secondogli<br />

insegnamenti delle Lettere encicliche Populorum<br />

progressio e Sollicitudo rei socialis,<br />

delle quali ci apprestiamo a celebrare<br />

proprio quest’anno il 40 o eil20 o anniversario.<br />

Alla Regina della Pace, Madre di Gesù<br />

Cristo «nostra pace» (Ef 2,14), affido la<br />

mia insistente preghiera per l’intera umanità<br />

all’inizio dell’anno 2007, a cui guardiamo<br />

– pur tra pericoli e problemi – con<br />

cuore colmo di speranza. Sia Maria a mostrarci<br />

nel Figlio suo la Via della pace, ed illumini<br />

i nostri occhi, perché sappiano riconoscere<br />

il suo Volto nel volto di ogni persona<br />

umana, cuore della pace!<br />

Dal Vaticano, 8 Dicembre 2006.<br />

BENEDETTO XVI<br />

[L’Osservatore Romano, 13 dicembre 2006)<br />

6. Messaggio ai Cattolici del Medio<br />

Oriente<br />

Dal Vaticano, 21 dicembre 2006<br />

Ai Venerati Fratelli nell’Episcopato<br />

e nel Sacerdozio<br />

Ai carissimi fratelli e sorelle cattolici<br />

della Regione Medio Orientale<br />

Immersi nella luce del Natale, contempliamo<br />

la presenza del Verbo che ha posto<br />

la sua tenda in mezzo a noi. Egli è «la luce<br />

che brilla nelle tenebre» e che ci «ha dato il<br />

potere di divenire figli di Dio» (cfr Gv<br />

1,5.12). In questo tempo così significativo<br />

per la fede cristiana, desidero rivolgere uno<br />

speciale pensiero a voi, fratelli e sorelle cattolici,<br />

che vivete nelle regioni del Medio<br />

Oriente: mi sento spiritualmente presente in<br />

ogni vostra Chiesa particolare, anche la più<br />

piccola, per condividere con voi l’ansia e la<br />

speranza con cui attendete il Signore Gesù,<br />

Principe della pace. A tutti giunga l’augurio<br />

biblico, fatto proprio anche da san Francesco<br />

d’Assisi: il Signore vi dia pace.<br />

Mi rivolgo con affetto alle Comunità che<br />

sono e si sentono “piccolo gregge” sia per il<br />

ridotto numero di fratelli e sorelle (cfr Lc<br />

12,32), sia perché immerse in società composte<br />

in larga maggioranza di credenti di altre<br />

religioni, sia per le circostanze presenti<br />

che vedono alcune delle Nazioni d’appartenenzainseridisagiedifficoltà.Pensosoprattutto<br />

ai Paesi segnati da forti tensioni e<br />

spesso sottoposti a manifestazioni di efferata<br />

violenza che, oltre a causare grandi distruzioni,<br />

colpiscono senza pietà persone<br />

inermi e innocenti. Le notizie quotidiane<br />

che giungono dal Medio Oriente non fanno<br />

che mostrare un crescendo di situazioni<br />

drammatiche, quasi senza via di uscita. Sono<br />

vicende che in quanti ne sono coinvolti<br />

suscitano naturalmente recriminazione e<br />

rabbia e predispongono gli animi a propositi<br />

di rivalsa e di vendetta.<br />

Sappiamo che questi non sono sentimenti<br />

cristiani; cedere ad essi rende interiormente<br />

duri e astiosi, ben lontani da quella<br />

“mitezza ed umiltà” di cui Cristo Gesù ci si<br />

è proposto come modello (cfr Mt 11,29). Si<br />

perderebbe così l’occasione di offrire un


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

393<br />

contributo propriamente cristiano alla soluzione<br />

dei gravissimi problemi di questo nostro<br />

tempo. Non sarebbe davvero saggio,<br />

soprattutto in questo momento, spendere<br />

tempo ad interrogarsi su chi abbia sofferto<br />

di più o voler presentare il conto dei torti ricevuti,<br />

elencando le ragioni che militano a<br />

favore della propria tesi. Ciò è stato fatto<br />

spesso nel passato, con risultati a dir poco<br />

deludenti. La sofferenza in fondo accomuna<br />

tutti, e quando uno soffre deve sentire<br />

anzitutto il desiderio di capire quanto possa<br />

soffrire l’altro che si trova in una situazione<br />

analoga. Il dialogo paziente e umile, fatto di<br />

ascolto reciproco e teso alla comprensione<br />

dell’altrui situazione ha già portato buoni<br />

frutti in molti Paesi precedentemente devastati<br />

dalla violenza e dalle vendette. Un po’<br />

più di fiducia nell’umanità dell’altro, soprattutto<br />

se sofferente, non può che dare validi<br />

risultati. Questa interiore disposizione<br />

viene oggi invocata autorevolmente da tante<br />

parti.<br />

Alle comunità cattoliche dei vostri Paesi<br />

penso costantemente ed anche con più acuta<br />

preoccupazione nel periodo natalizio.<br />

Verso le vostre terre ci porta la stella vista<br />

dai Magi, la stella che li guidò all’incontro<br />

col Bambino e con Maria sua Madre (cfr Mt<br />

2,11). In terra d’Oriente Gesù offrì la sua vita<br />

per fare «dei due un popolo solo, abbattendo<br />

il muro di separazione [che è] l’inimicizia»<br />

(Ef 2,14). Lì Egli disse ai discepoli:<br />

«Andate in tutto il mondo e predicate il<br />

Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15). Lì si<br />

ricorse per la prima volta alla qualifica di<br />

cristiani per designare i discepoli del Maestro<br />

(cfr At 11,26). Lì nacque e si sviluppò<br />

la Chiesa dei grandi Padri e fiorirono diverse<br />

e ricche tradizioni spirituali e liturgiche.<br />

A voi, cari fratelli e sorelle, eredi di tali<br />

tradizioni, esprimo con affetto la mia personale<br />

vicinanza nella situazione di umana insicurezza,<br />

di sofferenza quotidiana, di paura<br />

e di speranza che state vivendo. Alle vostre<br />

comunità ripeto, innanzitutto, le parole<br />

del Redentore: «Non temere, piccolo gregge,<br />

perché al Padre vostro è piaciuto di darvi<br />

il Regno» (Lc 12,32). Potete contare sulla<br />

mia piena solidarietà nelle attuali circostanze.<br />

Sono certo di potermi fare portavoce<br />

anche della condivisione della Chiesa universale.<br />

Ogni fedele cattolico del Medio<br />

Oriente, insieme con la sua comunità d’appartenenza,<br />

non si senta pertanto solo o abbandonato.<br />

Le vostre Chiese sono accompagnate<br />

nel loro difficile cammino dalla<br />

preghiera e dal sostegno caritativo delle<br />

Chiese particolari del mondo intero, sull’esempio<br />

e secondo lo spirito della Chiesa nascente<br />

(cfr At 11,29-30).<br />

Nelle presenti circostanze, segnate da<br />

poche luci e da troppe ombre, è per me motivo<br />

di consolazione e di speranza sapere<br />

che le comunità cristiane del Medio Oriente,<br />

le cui intense sofferenze mi sono ben<br />

presenti, continuano ad essere comunità viventi<br />

e attive, decise a testimoniare la loro<br />

fede con la loro specifica identità nelle società<br />

che le circondano. Esse desiderano di<br />

poter contribuire in maniera costruttiva ad<br />

alleviare gli urgenti bisogni delle loro rispettive<br />

società e dell’intera regione. Nella<br />

sua prima Lettera, scrivendo a comunità<br />

piuttosto povere ed emarginate, che non<br />

contavano molto nella società di allora ed<br />

erano anche perseguitate, san Pietro non<br />

esitava a dire che la loro situazione difficile<br />

doveva essere considerata come “grazia”<br />

(cfr 1,7-11). Di fatto, non è forse una grazia<br />

poter partecipare alle sofferenze di Cristo,<br />

unendosi all’azione con cui Egli ha preso su<br />

di sé i nostri peccati per espiarli? Le comunità<br />

cattoliche, che spesso vivono situazioni<br />

difficili, siano consapevoli della forza<br />

potente che promana dalla loro sofferenza<br />

accettata con amore. È sofferenza che può<br />

cambiare il cuore dell’altro e il cuore del<br />

mondo. Incoraggio pertanto ciascuno a proseguire<br />

con perseveranza nel proprio cammino,<br />

sorretto dalla consapevolezza del<br />

“prezzo”concuiCristoloharedento(cfr<br />

1Cor 6,20). Certo, la risposta alla propria<br />

vocazione cristiana è tanto più ardua per i<br />

membri di quelle comunità che sono minoranza<br />

e spesso numericamente poco significanti<br />

nelle società in cui si trovano immerse.<br />

Tuttavia «la luce può essere flebile in<br />

una casa - scrissero i vostri Patriarchi nella<br />

loro Lettera Pastorale della Pasqua 1992 -,<br />

ma rischiara tutta la casa. Il sale è elemento<br />

minimale negli alimenti, ma è esso che dà


394 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

loro il sapore. Il lievito è molto poco nella<br />

pasta, ma è quello che la fa lievitare e la prepara<br />

a divenire pane». Faccio mie queste<br />

parole ed incoraggio i Pastori cattolici a<br />

perseverare nel loro ministero, coltivando<br />

l’unità tra loro e restando sempre vicini al<br />

loro gregge. Sappiano che il Papa condivide<br />

le ansie, le speranze e le esortazioni espresse<br />

nelle loro annuali Lettere, come pure nel<br />

quotidiano espletamento dei loro sacri doveri.<br />

Egli li incoraggia nel loro sforzo di sostenere<br />

e rafforzare nella fede, nella speranza<br />

e nella carità il gregge loro affidato. La<br />

presenza delle loro comunità nei diversi<br />

Paesi della regione costituisce, tra l’altro,<br />

un elemento che può grandemente favorire<br />

l’ecumenismo.<br />

Da lungo tempo si osserva come molti<br />

cristiani stiano lasciando il Medio Oriente,<br />

così che i Luoghi Santi rischiano di trasformarsi<br />

in zone archeologiche, prive di vita<br />

ecclesiale. Certo, situazioni geopolitiche pericolose,<br />

conflitti culturali, interessi economici<br />

e strategici, nonché aggressività che si<br />

cerca di giustificare attribuendo loro una<br />

matrice sociale o religiosa, rendono difficile<br />

la sopravvivenza delle minoranze e perciò<br />

molti cristiani sono portati a cedere alla tentazione<br />

di emigrare. Spesso il male può essere<br />

in qualche modo irreparabile. Non si dimentichi<br />

tuttavia che anche il semplice stare<br />

vicini e vivere insieme una sofferenza comune<br />

agisce come balsamo sulle ferite e dispone<br />

a pensieri e opere di riconciliazione e<br />

di pace. Ne nasce un dialogo familiare e fraterno,<br />

che con il tempo e con la grazia dello<br />

Spirito, potrà trasformarsi in dialogo a livello<br />

più ampio: culturale, sociale e anche politico.<br />

Il credente peraltro sa di poter contare<br />

su una speranza che non delude, perché si<br />

fonda sulla presenza del Risorto. Da Lui viene<br />

l’impegno nella fede e l’operosità nella<br />

carità (cfr 1Ts 1,3). Nelle difficoltà anche<br />

più dolorose, la speranza cristiana attesta<br />

che la rassegnazione passiva e il pessimismo<br />

sono il vero grande pericolo che insidia la risposta<br />

alla vocazione che scaturisce dal Battesimo.<br />

Ne possono derivare sfiducia, paura,<br />

autocommiserazione, fatalismo e fuga.<br />

Nell’ora presente, ai cristiani è chiesto di<br />

essere coraggiosi e determinati con la forza<br />

dello Spirito di Cristo, sapendo di poter<br />

contare sulla vicinanza dei loro fratelli nella<br />

fede, sparsi nel mondo. San Paolo, scrivendo<br />

ai Romani, dichiara apertamente che<br />

non c’è paragone tra le sofferenze che sopportiamo<br />

quaggiù e la gloria che ci attende<br />

(cfr 8,18). Parimenti san Pietro nella sua<br />

prima Lettera ci ricorda che noi cristiani,<br />

pur se afflitti da varie prove, abbiamo una<br />

speranza più grande che ci riempie il cuore<br />

di gioia (cfr 1,6). Ancora san Paolo nella seconda<br />

Lettera ai Corinzi afferma con convinzione<br />

che il «Dio di ogni consolazione…<br />

ci consola in ogni nostra tribolazione, affinché<br />

possiamo anche noi consolare quelli<br />

che si trovano in qualsiasi genere di afflizione»<br />

(1,3-4). Sappiamo bene che la consolazione<br />

promessa dallo Spirito Santo non<br />

è fatta semplicemente di parole buone, ma<br />

si traduce in un allargamento della mente e<br />

del cuore, così da poter vedere la propria situazione<br />

nel quadro più grande dell’intera<br />

creazione sottoposta alle doglie del parto in<br />

attesa della rivelazione dei figli di Dio (cfr<br />

Rm 8,19-25). In questa prospettiva, ciascuno<br />

può giungere a pensare più alle sofferenze<br />

dell’altro che alle proprie, più a quelle<br />

comuni che a quelle private, e a preoccuparsi<br />

di fare qualcosa perché l’altro o gli altri<br />

comprendano che le loro sofferenze sono<br />

capite e accolte e che si desidera, per<br />

quanto è possibile, di porre ad esse rimedio.<br />

Attraverso di voi, carissimi, intendo rivolgermi<br />

anche ai vostri concittadini, uomini<br />

e donne delle diverse confessioni cristiane,<br />

delle diverse religioni e a tutti coloro<br />

che cercano con onestà la pace, la giustizia,<br />

la solidarietà, mediante l’ascolto reciproco<br />

e il dialogo sincero. A tutti dico: perseverate<br />

con coraggio e fiducia! A quanti hanno la<br />

responsabilità di guidare gli eventi, poi,<br />

chiedo sensibilità, attenzione e vicinanza<br />

concreta che superi calcoli e strategie, affinché<br />

si edifichino società più giuste e più<br />

pacifiche, nel rispetto vero di ogni essere<br />

umano.<br />

Come vi è noto, carissimi fratelli e sorelle,<br />

spero vivamente che la Provvidenza faccia<br />

sì che le circostanze permettano un mio<br />

pellegrinaggio nella Terra resa santa dagli<br />

avvenimenti della Storia della Salvezza.


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

395<br />

Spero così di poter pregare a Gerusalemme<br />

«patria del cuore di tutti i discendenti spirituali<br />

di Abramo, che la sentono immensamente<br />

cara» (Giovanni Paolo II, Redemptionis<br />

anno, AAS LXXVI, 1984, 625). Sono<br />

infatti convinto che essa può assurgere “a<br />

simbolo di incontro, di unione e di pace per<br />

tutta la famiglia umana” (ibid., p. 629). In attesa<br />

dell’avveramento di questo desiderio,<br />

vi incoraggio a proseguire sulla via della fiducia,<br />

compiendo gesti di amicizia e di buona<br />

volontà. Alludo sia ai gesti semplici e<br />

quotidiani, già da tempo praticati nelle vostre<br />

regioni da molta gente umile che ha<br />

sempre trattato con riguardo tutte le persone,<br />

sia ai gesti in qualche modo eroici, ispirati<br />

dall’autentico rispetto per la dignità<br />

umana, nel tentativo di trovare vie di uscita<br />

a situazioni di grave conflittualità. La pace è<br />

un bene così grande ed urgente da giustificare<br />

sacrifici anche grandi da parte di tutti.<br />

Come scriveva il mio venerato Predecessore,<br />

il Papa Giovanni Paolo II, «non c’è<br />

pace senza giustizia». È perciò necessario<br />

che si riconoscano ed onorino i diritti di ciascuno.<br />

Giovanni Paolo II però aggiungeva:<br />

“non c’è giustizia senza perdono”. Normalmente<br />

senza transigere su passati errori non<br />

si può arrivare ad un accordo che consenta<br />

di riaprire il dialogo in vista di future collaborazioni.<br />

Il perdono, nel caso, è condizione<br />

indispensabile per essere liberi di progettare<br />

un nuovo futuro. Dal perdono con-<br />

cesso ed accolto possono nascere e svilupparsi<br />

tante opere di solidarietà, nella linea di<br />

quelle che già esistono ampiamente nelle<br />

vostre regioni per iniziativa sia della Chiesa<br />

che dei governi e delle istanze non governative.<br />

Il canto degli Angeli sulla capanna di<br />

Betlemme – «pace in terra agli uomini che<br />

Dio ama» – assume in questi giorni tutta la<br />

sua pregnanza e produce fin da ora quei<br />

frutti che si avranno in pienezza nella vita<br />

eterna. Il mio auspicio è che il tempo di Natale<br />

segni un termine o almeno un sollievo<br />

per tante sofferenze e dia a tante famiglie<br />

quel supplemento di speranza che è necessario<br />

per perseverare nell’arduo compito di<br />

promuovere la pace in un mondo ancora<br />

tanto lacerato e diviso. Carissimi, siate certi<br />

che in questo cammino vi accompagna la<br />

fervente preghiera del Papa e di tutta la<br />

Chiesa. L’intercessione e l’esempio di tanti<br />

Martiri e Santi, che nelle vostre terre hanno<br />

reso coraggiosa testimonianza a Cristo, vi<br />

sostengano e vi rafforzino nella vostra fede.<br />

E la Santa Famiglia di Nazareth vegli sui<br />

vostri buoni propositi e sui vostri impegni.<br />

Con tali sentimenti, di vivo cuore imparto<br />

a ciascuno di voi una speciale Benedizione<br />

Apostolica, pegno del mio affetto e del<br />

mio costante ricordo.<br />

BENEDETTO XVI


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

1. Lettera per il XX anniversario dello<br />

“spirito di Assisi”<br />

Carissimi Fratelli,<br />

il Signore vi dia Pace!<br />

Venti anni or sono il servo di Dio Giovanni<br />

Paolo II prese l’iniziativa di convocare<br />

ad Assisi i rappresentanti delle varie<br />

confessioni cristiane e delle diverse religioni<br />

per implorare dall’unico Dio di tutti<br />

gli uomini il dono della pace, per riaffermare<br />

insieme il comune anelito a vivere in<br />

armonia e per comprendere, di fronte al Signore,<br />

come essere operatori di pace nel<br />

pensiero, nel cuore e nell’azione. Quel 27<br />

ottobre 1986 «costituì un messaggio vibrante<br />

a favore della pace e si rivelò un<br />

evento destinato a lasciare il segno nella<br />

storia» (Benedetto XVI, Messaggio in occasione<br />

del XX anniversario dell’Incontro<br />

Interreligioso di preghiera per la pace di<br />

Assisi, 2 settembre 2006). Tanto più che<br />

Giovanni Paolo II, ogni qualvolta atti terroristici,<br />

guerre, disperazione, ingiustizie,<br />

sospetti ed incomprensioni hanno rischiato<br />

di compromettere seriamente il destino<br />

dell’umanità, ha riproposto ai credenti ed<br />

agli uomini di buona volontà di farsi pellegrini<br />

ad Assisi o ha invitato in moltissime<br />

circostanze ad ispirarsi, per la costruzioni<br />

di un mondo più giusto e solidale, allo<br />

«spirito di Assisi».<br />

Perché Assisi? Nell’ultimo pellegrinaggio<br />

del 24 gennaio 2004, e non solo nell’ultimo,<br />

lo stesso Giovanni Paolo II rispondeva:<br />

«Ci incontriamo ad Assisi dove tutto<br />

parla di un singolare profeta della pace,<br />

chiamato Francesco». E la testimonianza<br />

che Francesco «rese nel suo tempo – conferma<br />

Benedetto XVI nel Messaggio citato<br />

– ne fa un naturale punto di riferimento per<br />

quanti oggi coltivano l’ideale della pace,<br />

del rispetto della natura, del dialogo tra le<br />

persone, tra le religioni e le culture». Punto<br />

di riferimento e di stimolo per tutti coloro<br />

che hanno a cuore il futuro della famiglia<br />

umana e della “casa” dell’uomo, in modo<br />

particolare per noi francescani che siamo<br />

stati generati dallo «spirito di Assisi» e siamo<br />

seguaci del Poverello, che ha incarnato<br />

«in modo esemplare la beatitudine proclamata<br />

da Gesù nel Vangelo: “Beati gli operatori<br />

di pace, perché saranno chiamati figli di<br />

Dio”» (Messaggio...).<br />

Che cosa vuol dire per noi oggi che Francesco<br />

è il punto di riferimento e, soprattutto,<br />

come possiamo noi, figli di Francesco, essere<br />

ancora, dovunque viviamo, autentici testimoni<br />

di pace e che cosa lasciamo “vedere”<br />

della sua affascinante avventura umana<br />

ed evangelica? Provvidenzialmente il ricordo<br />

del ventesimo anniversario dell’iniziativa<br />

audace e profetica di Giovanni Paolo II<br />

coincide, come ha sottolineato Benedetto<br />

XVI nel Messaggio per il ventesimo anniversario<br />

dell’iniziativa di preghiera per la<br />

pace, con la celebrazione, in atto nella nostra<br />

Fraternità, dell’VIII Centenario della conversione<br />

di Francesco, provocata dal dialogo<br />

con il Crocifisso di San Damiano: «Signore,<br />

che cosa vuoi che io faccia?» e «Va’,<br />

Francesco, ripara la mia casa». Scoperto il<br />

senso delle parole del Crocifisso, il Poverello<br />

si fa promotore di pace con lettere circolari<br />

o private, con l’annuncio del Regno di<br />

Dio e del dono divino della pace (cf 1Cel<br />

10), diventando così l’«angelo della vera pace»<br />

(LegM, Prologo 1).<br />

Per capire il perché eilcome noi Francescani<br />

dobbiamo essere «”sentinelle” docili<br />

e coraggiose della vera pace, fondata nella<br />

giustizia e nel perdono, nella verità e nella<br />

misericordia» (Giovanni Paolo II, Discorso<br />

ad Assisi, 24 gennaio 2002), dobbiamo «fissare<br />

lo sguardo sul mistero dalla croce,albero<br />

di salvezza irrorato dal sangue redentore<br />

di Cristo» (l.c.; cfancheDeus caritas<br />

est, 12). Sì, il fascino di Francesco scaturisce<br />

dal suo lasciarsi trasformare dalla logi-


398 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ca della croce, così da apprendere un nuovo<br />

“linguaggio”, quello dell’amore, del perdono<br />

e del bene.<br />

Il 2006 è per la nostra Fraternità l’anno<br />

della conversione, provocata dalla contemplazione<br />

del Crocifisso di San Damiano. Mi<br />

permetto, allora, di suggerirvi un itinerario<br />

concreto di conversione per scommettere<br />

sull’amore, sul valore della fraternità, «a<br />

cui tutti gli uomini sono chiamati, e a cui<br />

anche le creature inanimate – da “fratello<br />

sole” a “sorella luna” – in qualche modo<br />

partecipano» (Benedetto XVI, Messaggio...).<br />

Si tratta di vivere e di promuovere,<br />

all’interno delle nostre Fraternità e nelle relazioni<br />

con chi il Signore pone sulla nostra<br />

strada, i valori del Decalogo di Assisi, inviato<br />

da Giovanni Paolo II ai Capi di stato e<br />

di Governo, frutto dell’eccezionale giornata<br />

di preghiera vissuta in Assisi il 24 gennaio<br />

2002 (cf Acta Ordinis, I, 2002, 6-7), tenendo<br />

sempre dinanzi ai nostri occhi la testimonianza<br />

esemplare di Francesco di<br />

Assisi, il quale ci esorta ad «essere pacifici<br />

e modesti, mansueti ed umili», ci ricorda la<br />

nostra vocazione: «curare le ferite, fasciare<br />

le fratture, richiamare gli smarriti», ci invita<br />

a rivolgerci all’«Altissimo, glorioso<br />

Dio», perché ci doni la capacità di discernere<br />

e di fare sempre la sua volontà.<br />

Roma, 8 settembre 2006<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

2. Omelia per la Festa delle Stigmate di<br />

san Francesco<br />

Santuario della Verna, 17 settembre 2006<br />

Questa sarà la nostra Regola<br />

Gal 6,14-1; Gal 2; Fil 1; Lc 9, 23-26<br />

Cari fratelli e sorelle, la Parola che abbiamo<br />

appena ascoltato ci apre alla comprensione<br />

della festa che oggi celebriamo in<br />

questo santuario, tanto caro a tutti noi che<br />

amiamo Francesco. Il brano di Vangelo che<br />

è stato proclamato, infatti, è all’inizio della<br />

vicenda spirituale di del Poverello d’Assisi.<br />

«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi<br />

se stesso, prenda la sua croce ogni<br />

giorno e mi segua» ci ha detto oggi il Signore.<br />

Al sentire queste stesse parole Francesco<br />

e i suoi compagni, quando ancora non<br />

capivano come sarebbe dovuta essere la loro<br />

vita, quando il futuro era ancora incerto e<br />

tanta era la confusione nella testa, compresero<br />

ciò che il Signore chiedeva loro ed<br />

esclamarono: «Ecco quello che bramavamo<br />

di fare, ecco quello che cercavamo! … Questa<br />

sarà la nostra regola» (AnPer 11).<br />

Da quel giorno la vita di Francesco e dei<br />

suoi primi Fratelli cambiò radicalmente. La<br />

Parola ascoltata era come una chiara risposta<br />

alla domanda sul loro futuro. Finalmente<br />

avevano compreso la direzione verso cui<br />

andare. La loro vita voleva essere proprio<br />

un seguire le orme del Signore Gesù Cristo:<br />

«Se qualcuno vuol venire dietro a me», questo<br />

era ciò che quei giovani di Assisi avevano<br />

capito di voler fare. Ma come è possibile<br />

seguire le orme del Figlio di Dio? Non è<br />

forse questa molte volte anche la nostra domanda,<br />

quando ascoltiamo il Vangelo? Crediamo<br />

alla parola che ascoltiamo, ma come<br />

si fa a viverla? Lo vorremmo, è una parola<br />

che ci affascina, capiamo che in essa c’è la<br />

verità e il bene, ma ci sentiamo tanto poveri<br />

e limitati di fronte alle sue esigenze. Come<br />

può un uomo fare tutto quello che il<br />

Vangelo chiede? Forse questa era anche la<br />

domandacheFrancescoeisuoicompagni<br />

si facevano in quei giorni ad Assisi ottocento<br />

anni fa.<br />

Ma la risposta è lo stesso Gesù a darla:<br />

«rinnega te stesso». È come se il Signore,<br />

dando conferma ai nostri dubbi, dicesse:<br />

«Come puoi pretendere tu, uomo, di seguirmi<br />

contando sulle tue sole forze? Non potrai<br />

mai farcela da solo, anzi, finché confidi solo<br />

in te stesso, sei destinato al fallimento. Devi<br />

rinnegare te stesso, devi dimenticarti, farti<br />

da parte, cioè convertirti». Una Parola sconvolgente<br />

questa. Una parola che sovverte i<br />

piani dell’uomo di oggi, come quelli dell’uomo<br />

di ottocento anni fa o di duemila anni<br />

fa. Eppure questa parola aprì gli occhi e il<br />

cuore del giovane Francesco. Lui, che viveva<br />

in un tempo di grandi cambiamenti, dove<br />

la classe emergente era quella dei mercanti,


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

399<br />

È consuetudine che, nella ricorrenza della<br />

festa del padre san Francesco, noi, Frati<br />

del Definitorio generale, condividiamo con<br />

i Frati dell’Ordine una riflessione sulla nostra<br />

vita e missione. Quest’anno la solennità<br />

del serafico padre cade in un tempo speciale<br />

per tutta la Fraternità universale, a motivo<br />

del Capitolo generale straordinario e dell’itinerario<br />

spirituale che ci sta conducendo<br />

alla celebrazione dell’ottavo Centenario<br />

dell’Ordine.<br />

Il Capitolo generale, che terminerà il 1<br />

ottobre, risponde al nostro forte bisogno di<br />

discernimento e ci metterà in ascolto del Sidi<br />

coloro, cioè, che non ricevevano più il potere<br />

dall’alto, come i nobili, ma diventavano<br />

potenti grazie alle loro capacità, ascoltando<br />

il Vangelo, capisce che nella sequela di Cristo<br />

questa logica deve essere letteralmente<br />

ribaltata. In questo capovolgimento di prospettiva,<br />

in questo rinnegamento, Francesco<br />

si converte, cambia cioè il suo modo di interpretare<br />

la realtà, perché d’ora in poi la<br />

guarderà a partire dal Vangelo.<br />

Chi vuole seguire il Signore, infatti, non<br />

può contare sulle sue forze. Anzi, dirà Francesco<br />

alla luce di questa Parola, è necessario<br />

diventare piccoli, «minori». Nascono<br />

così i Frati Minori, la cui regola di vita è il<br />

Vangelo. Uomini che vogliono vivere come<br />

fratelli, perché uno solo è il Padre che è nei<br />

cieli, e come Minori, perché il regno di Dio<br />

appartiene ai piccoli, ai poveri, a tutti coloro<br />

che non confidano nella loro forza e ricchezza,<br />

perché sanno che la salvezza può<br />

essere solo un dono assolutamente gratuito<br />

di Dio e, poi, «che giova all’uomo guadagnare<br />

il mondo intero, se poi si perde o rovina<br />

se stesso?».<br />

Ma il farsi da parte, il rinnegarsi non è<br />

per annullarsi o annientarsi, bensì per far<br />

spazio alla potente azione di Dio che, abitandoci<br />

con lo Spirito, ci conforma a Cristo.<br />

È un cammino lungo anche per san Francesco,<br />

eppure questo sarà il solo desiderio che<br />

occuperà tutti i giorni della sua vita. Andare<br />

ogni giorno incontro all’uomo malato,<br />

povero, peccatore, emarginato, ladro o brigante,<br />

e accoglierlo come un fratello; offrire<br />

a tutti perdono e misericordia; superare le<br />

divisioni di razza e religione; essere disposto<br />

a morire per amore, come Gesù ha fatto<br />

con noi; tutto questo è accogliere la croce<br />

ogni giorno, come Cristo l’ha accolta.<br />

Ecco allora che questa parola del Signore<br />

ci viene riproposta dalla liturgia proprio<br />

oggi che celebriamo l’impressione delle<br />

stimmate di san Francesco. Qui, su questo<br />

monte, finalmente il bruciante desiderio di<br />

Francesco si realizza definitivamente. Quella<br />

croce a cui di giorno in giorno si era interiormente<br />

conformato, accogliendola e rinnegando<br />

se stesso, diventa nella sua carne<br />

un segno visibile del cammino di conversione<br />

di tutta la sua vita. Ma il segno delle stim-<br />

mate interroga anche noi oggi. Prima di tutto<br />

noi Frati Minori, riuniti in questi giorni<br />

nel Capitolo generale straordinario ad Assisi,<br />

per riflettere sulla nostra vocazione, ma<br />

interroga anche tutti coloro che sono ancora<br />

oggi affascinati dalla testimonianza che san<br />

Francesco ha lasciato. Lui che, come Paolo,<br />

aveva saputo fare della croce il suo unico<br />

vanto, con Paolo ci ripete che ciò che conta<br />

è essere nuova creatura. Non possiamo allora<br />

dirci cristiani e francescani se non ci mettiamo<br />

almeno in questa prospettiva, che è<br />

stata la prospettiva del Poverello d’Assisi:<br />

diventare nuove creature in Cristo.<br />

La festa di oggi allora è una chiamata a<br />

tornare alle radici della nostra fede, una riscoperta<br />

del nostro battesimo, un ritrovare<br />

la gioia della salvezza e insieme un invito a<br />

non scoraggiarci, a rispondere generosamente<br />

a questa continua chiamata alla conversione,<br />

ad accogliere il Vangelo – come<br />

amava dire Francesco – sine glossa, cioè<br />

nella sua interezza, a lasciare, cioè, che il<br />

Signore cambi il segno della nostra vita.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

3. Lettera per la festa di san Francesco<br />

2006<br />

Vivano sempre come Minori<br />

Cari Fratelli,<br />

il Signore vi dia pace!


400 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

gnore e dei fratelli per rispondere all’interrogativo:<br />

Signore cosa vuoi che io faccia?<br />

Cosa dobbiamo fare?<br />

Tra le varie risposte che questo discernimento<br />

consegna all’Ordine per un rinnovato<br />

progetto di vita, una si staglia in modo<br />

singolare ed è la risposta già contenuta nel<br />

programma per il centenario: dobbiamo tradurre<br />

in opere sante ciò che abbiamo accolto<br />

dall’ascolto orante del Vangelo di Cristo.<br />

Signore, cosa vuoi che io faccia? La risposta<br />

che l’Ordine ha maturato in un anno<br />

dedicato in particolar modo al discernimento<br />

è che dobbiamo metterci in cammino con<br />

la ferma decisione di vivere come Cristo, di<br />

vivere il Vangelo con passione, come Francesco.<br />

Continuando la riflessione sulle Priorità,<br />

che il Capitolo generale ci ha affidato,<br />

e cercando di riflettere con voi su come le<br />

stiamo vivendo, dopo aver riflettuto sullo<br />

spirito di orazione e devozione e sulla vita<br />

in fraternità, in questa lettera desideriamo<br />

condividere qualche pensiero sulla minorità,<br />

in chiave di povertà e di solidarietà. Di<br />

fatto un aspetto del Vangelo che Francesco<br />

ha voluto vivere come priorità è indubbiamente<br />

la minorità e noi, su questo tratto così<br />

qualificante l’esperienza del Poverello,<br />

desideriamo intrattenerci con voi, Fratelli,<br />

che formate la Fraternità universale.<br />

La minorità infatti è la qualifica che ci<br />

caratterizza e distingue a partire dal nostro<br />

nome: Frati Minori. È stata l’intuizione di<br />

Francesco ad individuare la minorità come<br />

opzione di vita e come stato sociale per vivere<br />

radicalmente il Vangelo e per farsi fratello<br />

di tutti. L’esperienza del Poverello,<br />

inoltre, ci ha trasmesso una straordinaria libertà,<br />

che egli ha saputo mantenere nelle relazioni<br />

con le persone e nell’uso delle cose.<br />

In Francesco la minorità aveva certamente<br />

anche una precisa connotazione di<br />

scelta sociale. Nel mondo medievale, la società<br />

era divisa tra “maggiori” e “minori”,<br />

“signori” e “servi”. I maggiori avevano il<br />

potere sociale, politico, economico, culturale<br />

e religioso. Tra questi c’erano i nobili, i<br />

re, i borghesi, i mercanti e i prelati. Invece<br />

tra i minori si contavano i poveri, i servi<br />

della gleba, i malati e quelli che oggi chiamiamo<br />

gli esclusi. Francesco, che apparteneva<br />

al gruppo dei maggiori, dopo la sua<br />

conversione cambia “stato sociale” e si fa<br />

minore.<br />

Ma con la scelta di farsi minore, Francesco<br />

risponde soprattutto alla vocazione proveniente<br />

dal Signore e perciò la minorità,<br />

voluta da Francesco, assume anche un significato<br />

teologico che fa riferimento al Signore<br />

Gesù. Il concetto sociologico acquista<br />

in Francesco un senso teologico. Progressivamente<br />

scopre che Dio è “l’unico<br />

Signore” della vita, di tutte le creature, cioè<br />

“l’unico Maggiore”. Di fatto Francesco in<br />

diversi passaggi della sua vita afferma che<br />

Dio è il suo Signore, tanto che è Lui stesso,<br />

l’Altissimo, a rivelargli quello che doveva<br />

fare. Questa scoperta sul piano della fede<br />

crea nella vita un altro modo di relazionarsi<br />

con Dio, con gli uomini, le donne e con tutte<br />

le creature. Cadono le vecchie forme<br />

d’appropriazione, di dominazione, di sottomissione<br />

e di sfruttamento; emergono relazioni<br />

più fraterne, giuste, libere, relazioni<br />

improntate all’uguaglianza e al rispetto. In<br />

questo contesto molti concetti che regolano<br />

le relazioni umane vengono messi in crisi;<br />

il concetto d’autorità, per esempio, riacquista<br />

il suo valore evangelico di servizio umile,<br />

generoso e gioioso.<br />

Determinante per un’opzione decisa per<br />

la minorità, in Francesco, è la scoperta che<br />

in Gesù Dio si fa minore. Egli, il Signore e<br />

creatore di tutte le cose, l’onnipotente, nell’incarnazione<br />

sceglie di farsi uomo e, tra<br />

gli uomini, sceglie la condizione più umile,<br />

più bassa, più povera. La minorità è il tratto<br />

di Dio che Francesco coglie con preferenza<br />

e con maggior evidenza dalla sua conoscenza<br />

di Gesù Cristo. Dalla nascita alla croce,<br />

per Francesco, tutto parla della povertà e<br />

dell’umiltà di Cristo. E, a questo riguardo,<br />

un’immagine particolare a cui egli fa riferimento<br />

parlando delle relazioni tra i Frati,<br />

particolarmente del servizio dell’autorità, è<br />

l’immagine di Gesù che lava i piedi.<br />

Altro nome della minorità è la povertà.<br />

La povertà nella nostra forma vitae è facilmente<br />

intesa come vivere senza nulla. Ma<br />

non si può vivere senza nulla. Solo gli angeli<br />

vivono senza niente. A noi è chiesto di


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

401<br />

vivere senza nulla di proprio. Francesco<br />

sceglie la povertà, per sé e per i suoi Frati,<br />

non per andare contro corrente in una società<br />

che ha di mira il benessere ad ogni costo,<br />

ma per imitare Cristo povero. Egli è attratto<br />

dall’altissima povertà del Signore e<br />

della sua Madre poverella, sceglie di vivere<br />

radicalmente questa priorità evangelica e la<br />

incarna fedelmente nel suo mondo, nel vissuto<br />

quotidiano. Dalla povertà derivano uno<br />

stile di vita semplice, il rifiuto dell’uso del<br />

denaro, che era espressione di ricchezza riservata<br />

a pochi, la grazia del lavoro con le<br />

proprie mani e la gioia di mendicare per dipendere<br />

dalla generosità altrui. La povertà,<br />

così intesa, crea relazioni nuove, non solo<br />

tra i Frati e la gente, ma anche all’interno<br />

della stessa Fraternità. Avviene infatti che<br />

nella vita fraterna ognuno deve manifestare<br />

all’altro le proprie necessità e ogni fratello<br />

deve farsi carico delle esigenze altrui: poiché,<br />

se una madre nutre e ama il suo figlio<br />

carnale, quanto più premurosamente uno<br />

deve amare e nutrire il suo fratello spirituale!<br />

Soprattutto negli ultimi decenni l’Ordine<br />

ha sviluppato il concetto di povertà intesa<br />

come solidarietà. Francesco di fatto ci insegna<br />

a vivere la povertà assumendo la solidarietà<br />

come forma abituale di condivisione<br />

con i fratelli. La sua insistenza sulla<br />

restituzione al Signore di tutti i beni ricevuti,<br />

trova nella solidarietà un primo modo per<br />

restituire ciò che non è di nostra proprietà<br />

ma che ci viene elargito da Colui che è<br />

provvidenza e nostro bene a sazietà. Francesco<br />

insiste sull’importanza di “restituire”<br />

al Signore e ai Frati tutti i doni che abbiamo<br />

ricevuto e chi non lo fa è un ladro (perché si<br />

appropria di ciò che non è suo). Allora la<br />

cosa più importante è condividere i beni che<br />

il Signore ci ha consegnato. Non basta “non<br />

avere” o “avere poco”. Le Costituzioni generali<br />

ci chiedono di vivere il valore della<br />

solidarietà, della riconciliazione, della giustizia,<br />

predicandoli con i fatti. Nello spirito<br />

di una vita radicalmente evangelica, poiché<br />

gran parte dell’umanità vive tuttora in povertà,<br />

ingiustizia, oppressione, i Frati Minori<br />

si adoperino per una società giusta, libera,<br />

pacifica.<br />

Sono passati tre anni da quando, come<br />

Definitorio, con le Priorità 2003-2009 abbiamo<br />

chiesto espressamente che le nostre<br />

Fraternità stabiliscano la quantità di denaro<br />

con cui dimostrare solidarietà ai più bisognosi.<br />

Riteniamo opportuno e coerente<br />

esortarvi a celebrare la prossima festa di san<br />

Francesco caratterizzandola proprio a partire<br />

dalla minorità e povertà, che troverebbero<br />

nell’adempimento di questa priorità un<br />

segno di autenticità. Le Province e le Fraternità<br />

locali, dunque, sollecitate dalla ricorrenza<br />

del nostro fondatore, determinino<br />

concretamente cosa possono elargire in favore<br />

di coloro a cui abbiamo promesso la<br />

nostra solidarietà. Con questo spirito, per<br />

venire incontro a situazioni di emergenza,<br />

l’Ordine ha istituito un proprio fondo di solidarietà:<br />

il “Fondo san Francesco”.<br />

Povertà è anche solidarietà verso il creato.<br />

Tutte le creature sono viste in una prospettiva<br />

nuova, diversa; esse svelano un valore<br />

proprio, tipico, valgono in se stesse per<br />

il fatto che esistono e non sono più considerate<br />

solo come mezzo da sfruttare. Tutto ha<br />

una dignità, perché espressione di Dio creatore.<br />

Con questo sguardo rinnovato sulle<br />

creature matura spontaneamente il concetto<br />

di fratellanza universale, preludio dell’umanità<br />

nuova.<br />

Il cammino verso l’ottavo Centenario<br />

prevede per l’Ordine dei passi coraggiosi e<br />

coerenti in questo ambito. Ci domandiamo<br />

se nelle nostre Province abbiamo già definito<br />

un programma di recupero di una vita sobria,<br />

di uno stile di vita che ci distingua dal<br />

mondo, che tende in modo sfrenato al benessere,<br />

alla comodità ad ogni costo, allo<br />

spreco.<br />

Per il prossimo anno 2007 viene proposto<br />

di orientarci con impegno nuovo a forme<br />

credibili di solidarietà. Vorremmo ribadire,<br />

cari Fratelli, l’importanza di questo<br />

momento che può e deve costituire un efficace<br />

rinnovamento. L’impegno della solidarietà,<br />

che viene domandato alle Province<br />

e ai Capitoli locali, deve essere nuovo, comunitario<br />

e pubblico. Avremo il coraggio di<br />

tradurre in opere sante queste belle intuizioni?<br />

Si vorrebbe, poi, che il prossimo anno<br />

vedesse le nostre Fraternità fare scelte


402 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

concrete per la giustizia, la pace e l’integrità<br />

del creato.<br />

Sempre in merito alla povertà non possiamo<br />

tacere che entro l’anno 2009 dovremo<br />

pervenire a forme concrete di espropriazione<br />

e di restituzione dei nostri beni ai poveri,<br />

che sono i nostri maestri e padroni.<br />

Concretamente si fa riferimento ai nostri<br />

spazi superflui, ai nostri ambienti, ai nostri<br />

mezzi. Siamo ben consapevoli che per maturare<br />

scelte così radicali di espropriazione,<br />

non possiamo attendere ancora anni, ma dovremmo<br />

attivarci ora. Riteniamo che anche<br />

questo concreto impegno sia un segnale<br />

credibile per dimostrare che osiamo ancora<br />

vivere da minori.<br />

Fratelli, in questa lettera ci siamo soffermati<br />

a ricordare forme di condivisione e di<br />

solidarietà che esprimono la volontà di rinnovamento<br />

dell’Ordine circa la minorità.<br />

Ma non possiamo dimenticare che questa<br />

nostra forma di vita è conseguenza dell’aver<br />

scelto Cristo. Infatti è l’amore di Cristo che<br />

ci spinge ad essere minori, poveri, solidali.<br />

Per meglio rispondere a questo amore ci<br />

riuniremo in Capitolo generale nelle settimane<br />

che precedono la festa del serafico padre.<br />

Siamo certi che sarà un tempo di grazia<br />

per l’Ordine e per questo vi esortiamo a sostenere<br />

tale evento con il ricordo orante.<br />

San Francesco vi confermi dentro e fuori<br />

la sua santa benedizione.<br />

I vostri fratelli del Definitorio generale<br />

Roma, 2 agosto 2006 - Festa della Porziuncola<br />

FR.AMARAL BERNARDO AMARAL,(Def. Gen.)<br />

FR.AMBROGIO NGUYEN VAN SI,(Def. Gen.)<br />

FR.FINIAN MCGINN,(Def. Gen.)<br />

FR.JAKAB VÁRNAI,(Def. Gen.)<br />

FR.M.J.VALLECILLO MARTÍN,(Def. Gen.)<br />

FR.SIME SAMAC,(Def. Gen.)<br />

FR.MARIO FAVRETTO,(Def. Gen.)<br />

FR.LUIS G. CABRERA HERRERA,(Def. Gen.)<br />

FR.JUAN I. MURO ARÉCHIGA,(Def. Gen.)<br />

FR.FRANCESCO BRAVI, <strong>OFM</strong> (Def. Gen.)<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO,(Min. Gen.)<br />

FR.SANDRO OVEREND RIGILLO, (Seg. Gen.)<br />

Prot. N. 097078<br />

4. Giornata commemorativa di san Giovanni<br />

da Capestrano nel 550° della<br />

sua morte<br />

Capestrano, 28 ottobre 2006<br />

1. Saluto<br />

Carissimi, il Signore vi dia pace!<br />

Cinquecentocinquanta anni fa, nella città<br />

di Ilok in Croazia, moriva Giovanni da Capestrano.<br />

E noi oggi, proprio nella sua città<br />

natale, vogliamo fare memoria di questa<br />

grande figura, ricordandolo come uomo di<br />

Chiesa, come riformatore dell’Ordine serafico,<br />

come apostolo e missionario del Vangelo,<br />

e come uomo di cultura.<br />

Perché uomo di Chiesa, il Capestrano<br />

godette della fiducia dei papi e dei pastori<br />

d’allora. Martino V lo nominò inquisitore<br />

dei Fraticelli, ribelli ed anarchici contro<br />

l’ordine morale e sociale, specie nell’Italia<br />

centrale. Il patriarca di Venezia, Lorenzo<br />

Giustiniani, lo nominò inquisitore della sua<br />

diocesi. Sempre come uomo di Chiesa, Giovanni<br />

da Capestrano, nel Concilio ecumenico<br />

di Firenze si schierò a favore del primato<br />

del Vescovo di Roma, negato dal conciliabolo<br />

di Basilea, lavorò instancabilmente<br />

in favore dell’unione dei Greci con la Chiesa<br />

latina e persuase il duca Filippo Maria<br />

Visconti a non riconoscere l’antipapa Felice<br />

V (Amedeo di Savoia). Sempre sotto questo<br />

aspetto di uomo di Chiesa dobbiamo giudicare<br />

la sua predicazione della crociata contro<br />

i turchi e anche la vicenda della battaglia<br />

di Belgrado, dal 14 al 22 luglio 1456, che si<br />

concluse con la vittoria dei crociati.<br />

Come riformatore dell’Ordine francescano,<br />

il Capestrano, insieme a san Bernardino<br />

da Siena e a san Giacomo della Marca,<br />

lavorò coraggiosamente in favore del movimento<br />

dell’Osservanza, meritando la nomina<br />

di Vicario generale degli Osservanti cismontani.<br />

Dalla Verna, da dove diede avvio<br />

all’incarico, scrisse la prima circolare, vera<br />

norma di vita per i suoi Frati. Il suo lavoro<br />

in favore dell’Osservanza non si svolse soltanto<br />

in Europa, ma anche in Terra Santa,<br />

dove elesse un nuovo Custode e un nuovo<br />

Sindaco apostolico. In questo contesto si


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

403<br />

Carissimo Fr. Virgilio, Ministro della<br />

Provincia degli Abruzzi, carissimi Ministri<br />

Provinciali della COMPI, autorità civili di<br />

Capestrano, carissimi Confratelli, particolarmente<br />

voi che siete venuti da lontano, carissimi<br />

ragazzi di Mondo X, carissimi abitanti<br />

di Capestrano, il Signore vi dia pace.<br />

Cinquecentocinquanta anni fa, il 23 ottobre<br />

1456, moriva a Ilok, in Croazia, Giovanni<br />

da Capestrano, nato proprio in questa<br />

città nel 1386. Oggi noi, suoi confratelli, insieme<br />

a voi, abitanti di Capestrano, suoi<br />

concittadini, vogliamo ricordare questo illustre<br />

figlio di Francesco d’Assisi, che entrò<br />

nell’Ordine dei Frati Minori nel convento<br />

di Monteripido, presso Perugia, e divenne<br />

una grande figura della Chiesa e della<br />

società del suo tempo. Giovanni da Capestrano<br />

fu, infatti, uomo di fiducia di diversi<br />

pontefici, in particolare di Martino V, di Mideve<br />

ricordare anche la sua difesa svolta<br />

con grande sucesso a Roma in favore del<br />

suo grande amico San Bernardino da Siena,<br />

accusato di idolatria perché faceva adorare<br />

il Nome di Gesù (JHS) impresso sulle famose<br />

tavolette.<br />

In quanto apostolo e missionario del<br />

Vangelo, Giovanni da Capestrano percorse<br />

non solo tutta la peninsola italiana: L’Aquila,<br />

Lanciano, Bologna, Venezia, Verona,<br />

Trento, Firenze, Sicilia, Milano, Padova,<br />

Ferrara…, ma la Carinzia, l’Austria, l’Ungheria,<br />

la Transilvania, la Polonia, la Turingia,<br />

la Moravia, la Boemia…, furono pulpiti<br />

dai quali il Capestrano predicò il Vangelo<br />

e la dottrina della Chiesa. A noi sono pervenute<br />

le prediche tenute a Vienna, Ratisbona,<br />

Amberga, Norimberga, Bamberga, Breslavia,<br />

Erford, Hall, Lipsia, Bratislavia e<br />

Bohemia. La sua eloquenza sembrò superare<br />

quella dei grandi predicatori dell’epoca:<br />

Bernardino da Siena, Alberto da Sarteano,<br />

Giacomo della Marca, Roberto Caracciolo<br />

da Lecce. La folla degli uditori era tanta che<br />

spesso, non bastando le chiese ad accoglierla,<br />

lo costringeva a parlare nelle piazze e nei<br />

campi, ma anche allora gli auditori volendolo<br />

ascoltare e vedere, salivano sui tetti e<br />

sugli alberi. Un aspetto importante della sua<br />

predicazione è stato la promozione della pace<br />

e la riconciliazione tra i popoli e le genti.<br />

Grazie alle sue prediche si sono pacificate<br />

Lanciano con Ortona, in guerra tra loro a<br />

causa del conteso porto di S. Vito a Mare;<br />

Sulmona, con i suoi fuorusciti e esiliati politici;<br />

e Trento dove pacificò il principe-vescovo<br />

con la città. Grazie alla sua mediazione<br />

presso Alfonso d’Aragonia a Napoli è<br />

stata risparmiata L’Aquila da una seconda<br />

distruzione.<br />

Finalmente Giovanni da Capestrano è<br />

stato un uomo di cultura. La sua grande produzione<br />

letteraria lo dimostra: nove trattati<br />

di dogmatica, quattordici di morale, sei di<br />

diritto canonico, dieci di carattere francescano,<br />

compresa la vita di san Bernardino,<br />

molte lettere ed innumerevoli sermoni.<br />

Visto in questa prospettiva non esito a<br />

dire che Giovanni da Capestrano è molto attuale,<br />

particolarmente per noi Frati Minori,<br />

chiamati a vivere il Vangelo nella Chiesa e<br />

con la Chiesa, in una fraternità in missione<br />

e in dialogo con il mondo, rafforzandoci<br />

nella convinzione della necessità di una<br />

“rifondazione” autentica dell’Ordine, e del<br />

bisogno di una formazione intellettuale sistematica<br />

e profonda che, partendo del nostro<br />

patrimonio culturale, dia risposte adeguate<br />

alle grandi sfide della cultura di oggi,<br />

come ci ha chiesto l’ultimo Capitolo generale<br />

straordinario.<br />

Sono convito che questa “Giornata commemorativa”<br />

di San Giovanni da Capestramo,<br />

particolarmente grazie agli interventi<br />

dei professori Remo Guidi e Marco Bartoli,<br />

che ringrazio fin d’adesso per la loro presenza,<br />

ci aiuterà a conoscere di più questa<br />

grande figura, a capirla meglio, per amarla e<br />

renderlo attuale nel suo messaggio di autentico<br />

testimone del Vangelo e del carisma<br />

francescano.<br />

Ben venuti, particolarmente a quanti arrivano<br />

da lontano, e buona giornata.<br />

FR.JOSE RODRIGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

2. Omelia<br />

Annunciatori del Vangelo<br />

Sap 10, 10-14; Sal 33; Lc 9, 1-6


404 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

nistri generali e di regnanti; fu un celebre<br />

giurista; fu, insieme a San Bernardino da<br />

SienaeaSanGiacomodellaMarca,l’anima<br />

della Riforma Osservante del nostro Ordine;<br />

e si distinse come insigne predicatore<br />

in tutta l’Europa.<br />

Ancora giovane, Giovanni, come Francesco,<br />

conobbe la tristezza della prigionia,<br />

che fu per lui causa di una profonda crisi religiosa.<br />

In quella situazione si avverò nella<br />

sua vita quanto abbiamo ascoltato nella prima<br />

lettura e nel salmo responsoriale: il Signore<br />

lo ascoltò e gli si fece vicino mentre<br />

aveva “il cuore ferito” (cf Sal 33), “scese<br />

con lui nella prigione, non lo abbandonò<br />

mentre era in catene” (Sap 10, 14), ma, al<br />

contrario, lo salvò, perché aveva il cuore affranto,<br />

e “lo condusse per diritti sentieri, gli<br />

mostrò il regno di Dio e gli diede la conoscenza<br />

della cose sante” (Sap 10, 10). Guidato<br />

dalla luce del Signore, dopo aver avuto<br />

una visione del padre san Francesco,<br />

Giovanni entrò nell’Ordine dei Frati Minori<br />

e da allora si donò interamente al Signore,<br />

all’Ordine francescano, alla Chiesa, dedicandosi<br />

alla diffusione del Regno, per la<br />

cui causa non esitò a rinunciare per due volte<br />

all’episcopato, prima a Chieti e poi a l’Aquila.<br />

Chiamato e inviato, come gli apostoli, a<br />

continuare la stessa opera di Gesù (cf Lc<br />

9,1), dotato di grande eloquenza, Giovanni<br />

predicava nei villaggi e nelle città la modestianelvestireenelparlare,lapaceelariconciliazione<br />

tra le città, il primato del papa<br />

di Roma, senza tralasciare di alzare la voce<br />

contro ogni forma di abuso sociale, come<br />

l’usura. In questo modo portava il Regno di<br />

Dio nel cuore di quanti lo ascoltavano. Giovanni,<br />

ascoltatore attento della Parola, lasciò<br />

che questa gli scendesse dalle orecchie<br />

nel cuore e da qui risalisse sulle labbra e<br />

mettesse in moto i suoi piedi, lasciandosi<br />

così trasformare in pellegrino che, per le<br />

strade d’Europa, annunciava a tutti la Buona<br />

Novella. E fu sempre per questa Parola,<br />

ascoltata e accolta, e dalla quale si fece guidare<br />

che, come dice il libro della Sapienza,<br />

le sue fatiche ebbero successo e i frutti del<br />

suo lavoro furono moltiplicati (cf Sap<br />

10,10).<br />

Allo stesso modo quando da apostolo divenne<br />

soldato, il Signore “lo custodì dai nemici,<br />

lo protesse da chi lo insidiava”, assegnandogli<br />

“la vittoria in una lotta dura”<br />

(Sap 10, 12), come quella di Belgrado.<br />

Cari fratelli e sorelle anche noi, sacerdoti<br />

e laici, riuniti oggi qui per ricordare il figlio<br />

più illustre di questa terra abruzzese,<br />

siamo chiamati a rispondere, con l’ardore e<br />

la generosità di Giovanni da Capestrano, alla<br />

chiamata del Signore che ci ha convocati<br />

e ci invia a proclamare il regno di Dio. Non<br />

importa se siamo religiosi o laici, la nostra<br />

vocazione e missione in quanto battezzati è<br />

questa: passare dalla contemplazione al pellegrinaggio<br />

nel mondo, andare per le vie<br />

delle nostre città e dei nostri villaggi, dove<br />

lavoriamo, studiamo o semplicemente condividiamo<br />

la vita con gli altri, per portare<br />

ovunque il Vangelo di Cristo. Il mondo di<br />

oggi, cari fratelli e sorelle, ha tanto bisogno<br />

di uomini e donne che con la “potenza e<br />

l’autorità” donataci dal Cristo (Lc 9, 1), vadano<br />

incontro ai loro fratelli e alle loro sorelle<br />

per curare la più grande della malattie,<br />

quella di non conoscere la Buona Novella,<br />

che è Cristo. Il cuore degli uomini e delle<br />

donne del nostro tempo, con il loro bisogno<br />

di amore, di essere amati e di amare a loro<br />

volta, è un terreno assai favorevole per comunicare<br />

la nostra fede, per essere anche<br />

noi “testimoni di Gesù risorto”, come ci ha<br />

invitato a fare il IV Congreso Nazionale<br />

della Chiesa italiana, celebrato a Verona recentemente.<br />

Ma, alla luce del Vangelo proclamato,<br />

dobbiamo ricordare sempre che l’importante<br />

non è cosa dire. Non possiamo neppure<br />

dire come Mosè: “Non so parlare”. Il cosa<br />

dire non dipende da noi. Il Signore stesso<br />

metterà sulle nostre labbra quello che dobbiamo<br />

dire. L’importante è come siamo, per<br />

non contraddire con la vita quello che annunciamo<br />

con la bocca. Quello che dobbiamo<br />

tener presente è che la nostra vita è la<br />

cassa di risonanza di ciò che diciamo.<br />

Il brano ascoltato può essere considerato<br />

come la nostra carta d’identità da inviati, da<br />

apostoli, e come tali dobbiamo assomigliare<br />

a chi ci invia. È vero che la Parola è viva<br />

ed efficace per se stessa, ma noi abbiamo il


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

405<br />

ta una giornata celebrativa, per ricordare il<br />

550° anniversario della morte di san Giovanni<br />

da Capestrano, avvenuta ad Ilok il 23<br />

ottobre del 1456, con una celebrazione eucaristica<br />

e due Relazioni su «Giovanni da<br />

Capestrano un uomo deciso per una riforma<br />

necessaria» (Remo Guidi) e «Giovanni da<br />

Capestrano e i Papi del suo tempo a partire<br />

dai documenti conservati nelle biblioteca<br />

del convento di Capestrano» (Marco Bartoli).<br />

Come annunciato nel Comunicato del<br />

Definitorio generale del 24 luglio 2006, vi<br />

hanno partecipato il Definitorio generale, i<br />

Ministri provinciali d’Italia e i Frati delle<br />

Entità che hanno avuto a che fare con l’attività<br />

del Capestrano. Precedentemente a Budapest,<br />

Ungheria, nei giorni 7 e 8 settembre<br />

2006, e a Graz, Austria, il 20 ottobre 2006,<br />

si sono tenuti un Convegno Internazionale<br />

e un Simposio in onore del Capestrano.<br />

Gli avvenimenti di Budapest e di Graz, la<br />

partecipazione alla celebrazioni in onore di<br />

Giovanni da Capestrano nel suo paese natale<br />

mi hanno spinto a scrivervi, cari Fratelli,<br />

questa Lettera per invitarvi a celebrare con<br />

entusiasmo questo anniversario, secondo<br />

modalità ritenute le più idonee, nella consapevolezza<br />

che una più approfondita e personale<br />

conoscenza di questo illustre figlio di<br />

san Francesco, porterà a scoprire i suoi valori,<br />

ad apprezzare il suoi insegnamenti e a<br />

“rileggere” la sua testimonianza, così da<br />

trarne sostegno, motivazione, luce e forza<br />

per «favorire la rifondazione dell’Ordine, in<br />

vista di nuovi inizi, di una nuova vita».<br />

Raccontarci una grande pagina della nostra<br />

storia, scritta dal Signore attraverso la<br />

vita e l’attività di un nostro Fratello, non è<br />

forse un’opportunità per incoraggiarci a<br />

scrivere una nuova pagina della storia, questa<br />

volta scritta da noi, mossi dallo stesso<br />

Spirito che ha chiamato Francesco, san<br />

Giovanni da Capestrano e chiama oggi noi<br />

a porci a servizio del Vangelo del Signore<br />

nostro Gesù Cristo e dei nostri fratelli?<br />

Sì, questa è stata l’esperienza che abbiamo<br />

vissuto ad Assisi durante il Capitolo generale<br />

straordinario, in vista della celebrazione<br />

dell’VIII centenario della fondazione<br />

del nostro Ordine. È all’interno di tale esperienza<br />

che intendo soffermarmi su san Giotragico<br />

potere di offuscare o vanificare l’annuncio.<br />

Se, infatti, non abbiamo il potere di<br />

renderlo credibile, possiamo tuttavia renderlo<br />

non credibile. Questa è, cari fratelli, la<br />

nostra grande responsabilità. Non potendo<br />

dare la vita, poiché solo Dio può donarla,<br />

siamo però in grado di dare la morte a ciò<br />

che vive. È necessario, quindi, che la fede<br />

che professiamo, quando recitiamo il “credo”,<br />

diventi vita per ciascuno di noi. Siamo<br />

chiamati a compiere, in questo senso, un<br />

grande e, al tempo stesso, capillare sforzo,<br />

perché ognuno di noi si trasformi in un “testimone”<br />

capace e sempre pronto ad assumere<br />

l’impegno di rendere conto a tutti della<br />

speranza che lo anima (cf 1Pt 3, 15), che,<br />

cioè, Cristo Gesù è morto e risorto.<br />

Cari fratelli e sorelle il mondo e la Chiesa<br />

stessa hanno bisogno di noi, di tutti noi,<br />

di cristiani maturi e responsabili, capaci,<br />

come ha affermato il Papa a Verona, di<br />

“rendere visibile il grande “sì” della fede”,<br />

e di testimoniare che “in un modo che cambia,<br />

il Vangelo non muta. La Buona Notizia<br />

resta sempre la stessa: Cristo è morto e risorto<br />

per la nostra salvezza”. Soltanto in<br />

questo modo saremo capaci di “restituire –<br />

come chiedeva Benedetto XVI, sempre a<br />

Verona – piena cittadinanza alla fede cristiana”.<br />

Questa è stata la passione di Giovanni<br />

da Capestrano. Questa, cari fratelli è<br />

sorelle, deve essere la nostra passione. San<br />

Giovanni da Capestrano ci ottenga dal Signore<br />

questa grazia.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

5. Lettera per il 550° anniversario della<br />

morte di san Giovanni da Capestrano<br />

San Giovanni da Capestrano<br />

Un uomo di grandi passioni<br />

Cari Fratelli,<br />

il Signore vi dia Pace!<br />

Nel Convento S. Francesco di Capestrano,<br />

in Abruzzo, il 28 ottobre 2006 si è tenu-


406 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

vanni da Capestrano. Non ho l’intenzione<br />

né la possibilità di addentrarmi nella sua<br />

personalità così complessa, problematica e,<br />

allo stesso tempo, fascinosa. Non mi propongo<br />

di descrivere la sua intensa e varia attività<br />

da mozzafiato, poiché la letteratura a<br />

tale proposito è assai abbondante. Desidero<br />

solo sottolineare o richiamare come il Capestranese<br />

ha vissuto la «regola e vita», che<br />

aveva professato, e come, fedele a tale proposito,<br />

con la vita e la parola sia riuscito ad<br />

incidere così profondamente sugli avvenimenti<br />

più rilevanti della storia della Chiesa<br />

e dell’Europa di quel tempo.<br />

Si tratta di fare memoria di san Giovani<br />

da Capestrano non per incantarci di fronte<br />

ad un medaglione di famiglia, ma per individuare<br />

nella sua esperienza evangelicofrancescana<br />

suggerimenti, indicazioni e sfide<br />

per qualificare evangelicamente la nostra<br />

vita e missione, così da ripresentare con freschezza<br />

il volto affascinante di Francesco<br />

alla Chiesa e al mondo di oggi.<br />

Da “maggiore” a “minore”<br />

Giovanni da Capestrano fu penitente austero,<br />

grande riformatore, consigliere acuto,<br />

legislatore sapiente, scrittore fecondo, infaticabile<br />

predicatore del Vangelo, difensore<br />

della Sede Apostolica e del Papato, uomo di<br />

preghiera e di azione, apostolo dell’Europa,<br />

convinto assertore dei diritti dei più deboli,<br />

formatore di coscienze, infaticabile apostolo<br />

di pace; fu acclamato come «stella Bohemorum»,<br />

«lux Germaniae», «clara fax Hungariae»<br />

e «decus Polonorum».<br />

Ma qual è la chiave di lettura del suo<br />

“successo” o per interpretare la sua biografia,<br />

il suo linguaggio e la sua azione? Giudice<br />

affermato ed uomo “politico” molto<br />

apprezzato, Giovanni conobbe la durezza<br />

del carcere, che fu per lui causa di una<br />

profonda crisi religiosa. Dopo una tenace<br />

lotta interiore ed una testarda resistenza alla<br />

voce di san Francesco, che lo invitava ad<br />

entrare nell’Ordine, decise di abbandonare<br />

il mondo e di seguire solo il Signore, come<br />

confidò più tardi ad un amico. Il 4 ottobre<br />

1415 iniziò il noviziato a Monte Ripido, durante<br />

il quale procedette in modo impetuoso<br />

sulla via della minorità, secondo l’esemplarità<br />

del Poverello di Assisi, immagine eloquente<br />

della kenosis del Cristo (cf 2Lf 4ss).<br />

E che cosa avviene – si domanda san Francesco–inchisièespropriatodituttoper<br />

«offrirsi nudo alle braccia del Crocifisso»?<br />

Risponde lo stesso Francesco: «Ne uscirebbe<br />

come un leone liberato dalle catene,<br />

pronto a tutto, e la linfa spirituale assorbita<br />

in principio aumenterebbe in lui con un progresso<br />

continuo. Alla fine gli si potrebbe affidare<br />

con sicurezza il ministero della parola,<br />

certi che riverserebbe sugli altri il fervore<br />

che lo brucia» (2Cel 194). Subito il<br />

«leone liberato e pronto a tutto», ha messo il<br />

suo fervore a servizio dell’Ordine e della<br />

Chiesa.<br />

È stimolante ripensare all’itinerario della<br />

conversione di Giovanni da Capestrano<br />

nell’VIII centenario dell’incontro di Francesco<br />

di Assisi con il Crocifisso di San Damiano.<br />

Tale incontro diede inizio alla tuttora<br />

affascinante avventura umana e cristiana<br />

del Poverello; ha scandito le riflessioni e le<br />

attività dell’Ordine durante il 2006; è stato<br />

un punto di riferimento essenziale per il Capitolo<br />

generale straordinario, conclusosi da<br />

poco, per capire che cosa vuole il Signore<br />

oggi da chi ha scelto di seguire il Vangelo,<br />

secondo il proposito di vita vissuto e proposto<br />

da san Francesco.<br />

La Regola a servizio della Chiesa<br />

Appena ordinato sacerdote, Giovanni da<br />

Capestrano assunse questo impegno: «Anche<br />

se non ne porto l’ultima responsabilità,<br />

sono deciso di porre, fino all’ultimo respiro<br />

della mia vita, tutte le mie forze in difesa<br />

del gregge di Cristo».<br />

Questa passione per il «gregge di Cristo»<br />

lo portò ad avere una devozione senza<br />

limiti verso chi aveva la principale responsabilità<br />

del gregge, il Papa, al servizio del<br />

quale mise tutta la sua vita e le sue energie,<br />

come risulta da una sua lettera-confessione<br />

a san Bernardino: «Sono un vecchio debole,<br />

malaticcio... Non ne posso più... Ma se il<br />

Papa dispone altrimenti, non mi ricuso, anche<br />

se dovessi trascinarmi mezzo morto,<br />

ovvero dovessi attraversare siepi di spine,


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

407<br />

toccarlo, prendere pezzi delle sue vesti e rivolgergli<br />

suppliche per essere guariti, nonostante<br />

portasse loro le reliquie di san Bernardino,<br />

neo canonizzato!<br />

In tal modo la predicazione itinerante,<br />

caratteristica dei francescani del sec. XIII<br />

ed entrata in crisi agli inizi del 1400, fu ripresa<br />

da Bernardino da Siena e portata<br />

avanti da Giovanni da Capestrano, dandole<br />

un’impronta tutta personale: non è solo il<br />

momento dell’annuncio del Vangelo, ma<br />

anche delle confessioni, della formazione<br />

delle coscienze, della visita degli ammalati.<br />

Soprattutto è l’occasione per la composizione<br />

di discordie e il ristabilimento della<br />

pace: il «tractare pacem», «pacem reformare»,<br />

«bonam pacem conficere» costituisce il<br />

cuore della predicazione del Capestrano. In<br />

breve, nell’attività apostolica di Giovanni<br />

da Capestrano possiamo vedere realizzato<br />

quanto il Signore chiedeva ai suoi nell’inviarli<br />

ad annunciare il regno di Dio (cf Lc<br />

9,1ss; 10,1ss).<br />

Si tratta dello stesso zelo per la salvezza<br />

dei fratelli del Poverello di Assisi, che «non<br />

si riteneva amico di Cristo, se non amava le<br />

anime che Egli ha amato» (2Cel 172) e dello<br />

stesso “stile”: ottenuta l’approvazione da<br />

parte del Papa, Francesco, «andando per<br />

città e villaggi, cominciò a predicare dappertutto»<br />

(3Comp 54). Tale passione per la<br />

salus animarum deve abitare i nostri cuori e<br />

il nostro andare, dal momento che la nostra<br />

ragion d’essere nella Chiesa e nel mondo, è<br />

vivere e proclamare la Buona Notizia ad<br />

ogni essere umano, soprattutto nei luoghi di<br />

frontiera, preferendo l’itineranza evangelica<br />

secondo la sensibilità di Francesco e la<br />

testimonianza di Giovanni da Capestrano.<br />

«Voi che siete “i frati del popolo” – ci esortò<br />

Giovanni Paolo II nel 1982 – andate nel<br />

cuore delle masse... Andate incontro agli<br />

uomini e alle donne del nostro tempo».<br />

Il legame tra la nostra identità e il nostro<br />

operare – siamo una Fraternità-in-missione<br />

–, continuamente richiamato dai recenti documenti<br />

dell’Ordine, esige anche che il nostro<br />

zelo per la salus animarum si concretizzi<br />

in un modo francescano di vivere e di<br />

annunciare il Vangelo, come sinteticamente<br />

viene detto nel Documento del Capitolo: esfuoco<br />

ed acqua». Questa incondizionata fiducia<br />

nel ministero petrino, l’aveva anche<br />

per vivere da Frate Minore. Nelle Costitutionis<br />

Martinianae, infatti, san Giovanni<br />

Capestrano raccomandava ai Frati l’obbedienza<br />

alla Chiesa, secondo la volontà di<br />

Francesco nella Regola, come ebbe modo<br />

di ricordare polemicamente ad un confratello:<br />

«sembra che tu non voglia far servire la<br />

Regola alla Chiesa, ma la Chiesa alla Regola.<br />

Il nostro serafico Padre S. Francesco,<br />

proprio nella sua Regola afferma il contrario.<br />

Non la Chiesa deriva dalla nostra Regola,<br />

ma la Regola dalla Chiesa».<br />

Tornando ai “luoghi” della nostra memoria<br />

e delle nostre origini per celebrare il<br />

Capitolo generale straordinario, noi Frati<br />

Minori abbiamo voluto rinnovare l’impegno<br />

ad osservare «il santo Vangelo del Signore<br />

nostro Gesù Cristo... stabili nella fede<br />

cattolica... e sempre sudditi e soggetti ai<br />

piedi della santa Chiesa» (Rb 12,3; cf Test<br />

34; Il Signore ci parla lungo il cammino,<br />

Spc, 8.14). Se è vero, infatti, che «Francesco<br />

è una chiave per comprendere Pietro e<br />

la Chiesa», come ha detto Benedetto XVI al<br />

Vescovo di Assisi e a me nell’Udienza concessami<br />

il 26 gennaio 2006, è anche vero<br />

che l’esperienza evangelica di Francesco è<br />

comprensibile a partire dall’accoglienza del<br />

suo progetto di vita da parte della Chiesa, in<br />

quanto dono dello Spirito alla Chiesa e per<br />

la Chiesa.<br />

La vita a servizio del “gregge di Cristo”<br />

«Io dormo due ore e anche una sola –<br />

dirà in una predica a Vienna –. Vorrei ora<br />

piuttosto dormire che predicare, ma io non<br />

appartengo più a me, ma a voi». Non appartenendo<br />

più a se stesso, ma al «gregge di<br />

Cristo», Giovanni riversò tutto il suo fervore<br />

nell’annuncio del Vangelo, non solo in<br />

Italia, ma anche oltre le alpi, toccando la<br />

Carinzia, l’Austria, l’Ungheria, la Transilvania,<br />

la Polonia, la Turingia, la Moravia, la<br />

Boemia. Un fervore, quello del Capestrano,<br />

entusiasticamente ricambiato, poiché gli<br />

uditori delle sue prediche erano così tanti da<br />

costringerlo a parlare nelle piazze e nei<br />

campi. Non solo, la gente voleva vederlo,


408 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

sere e presentarsi come «Fratelli minori di<br />

ogni uomo e donna, seguendo lo stile con<br />

cui Francesco invia i suoi Frati nel mondo:<br />

“non facciano liti o dispute, ma siano soggetti<br />

ad ogni creatura umana per amore di<br />

Dio”. Questo tipo di relazione caratterizzata<br />

dalla minorità verso ogni umana creatura,<br />

comporta delle conseguenze per la nostra<br />

missione: tra i laici, nella relazione con<br />

la donna, nel nostro modo di vivere nella<br />

Chiesa, nel necessario dialogo interreligioso,<br />

nel nostro rapporto con la creazione, insomma<br />

in tutta la nostra missione come minori<br />

tra i minori della terra» (Spc 30; cf anche<br />

26-38.58).<br />

Gli studi a servizio del rinnovamento<br />

Il fervore che lo bruciava, Giovanni da<br />

Capestrano l’ha riversato anche a vantaggio<br />

dell’Ordine, portando avanti con coraggio e<br />

tenacia un’incisiva azione di rinnovamento,<br />

assieme ai santi Bernardino da Siena, Giacomo<br />

della Marca e ai beati Alberto da Sarteano<br />

e Marco Fantuzzi da Bologna. La<br />

riforma dell’Ordine è avvenuta attraverso la<br />

promozione della fedeltà alla Regola di san<br />

Francesco, come dimostrano le Costitutiones<br />

Eugenianae, scritte alla Verna nel 1443,<br />

eilCommento alla Regola di san Francesco;<br />

anche con l’attualizzazione dell’ideale<br />

di Francesco per rispondere alle numerose<br />

ed impegnative sfide che man mano gli avvenimenti<br />

ecclesiali, politici e sociali gli<br />

presentavano.<br />

Una molla forte, però, del suo impegno<br />

per portare avanti il rinnovamento dell’Ordine<br />

fu la convinzione che gli studi, come<br />

«ricerca della sapienza», fossero uno strumento<br />

formidabile del Frate Minore non solo<br />

per dare dignità ed efficacia al ministero,<br />

ma anche come ponte per incontrare la cultura<br />

dell’epoca. Tale convinzione il Capestranese<br />

l’ha manifestata esplicitamente<br />

nella Lettera all’Ordine, 4 febbraio 1444,<br />

sulla «Necessità di promuovere gli studi tra<br />

i Frati Minori». Nella sua appassionata perorazione<br />

a favore degli studi, Giovanni da<br />

Capestrano, nel tentativo di infrangere le resistenze<br />

dei Frati nei confronti degli studi,<br />

usa espressioni molto forti: «Nessuno è<br />

messaggero di Dio se non annuncia la verità;<br />

e non può annunciare la verità chi non<br />

la conosce; e non può conoscerla se non<br />

l’ha appresa». I Frati, esorta il Santo: «devono<br />

trovare il tempo per dedicarsi alle lettere<br />

e alle scienze... per non tentare Iddio<br />

con una vana presunzione...». Dichiara senza<br />

mezzi termini: «O ignoranza, madre stolta<br />

e cieca di tutti gli errori...». Distinguendo<br />

tra «scienza» e «abuso della scienza», Giovanni<br />

da Capestrano afferma che la vera<br />

scienza conduce alla sapienza, «che viene<br />

dall’alto ed è... madre di ogni bene e maestra<br />

di ogni verità».<br />

In vista della “ri-fondazione” del nostro<br />

Ordine, scopo del nostro itinerario di preparazione<br />

alle celebrazioni della grazia delle<br />

origini, le espressioni citate del Capestrano<br />

sono di un’attualità sorprendente. Non dice<br />

la stessa cosa, seppure con altre parole, il n.<br />

12 del Documento del Capitolo generale<br />

straordinario? Anche ai nostri giorni, c’è bisogno<br />

di recuperare le nostre grandi tradizioni<br />

filosofiche, teologiche, mistiche ed artistiche<br />

del nostro patrimonio francescano<br />

«come sostegno della nostra missione di annunciare<br />

il Vangelo con le parole e con le<br />

opere nel cuore della cultura contemporanea»<br />

(Spc 13; cf 12.56; Il sapore della Parola,<br />

Roma 2005).<br />

Conclusione<br />

Il Capitolo generale straordinario si è<br />

concluso ad Assisi il 1 ottobre 2006, ma non<br />

nelle Fraternità provinciali e locali e nella<br />

vita dei singoli Frati. Resta aperto, grazie al<br />

Documento Il Signore ci parla lungo il<br />

cammino, che continua a chiederci: «Signore,<br />

che cosa vuoi che facciamo?», offrendoci<br />

delle motivazioni e delle indicazioni per<br />

intraprendere nuovi cammini e per rimanere<br />

fedeli alla grazia delle origini.<br />

Ma tra le origini e noi non c’è il vuoto: ci<br />

sono nomi, volti, esperienze, testimonianze<br />

che ci trasmettono la fedeltà agli impegni<br />

assunti nel giorno della professione da tanti<br />

nostri Fratelli e Sorelle che ci hanno preceduti.<br />

Tra questi volti c’è Giovanni da Capestrano,<br />

che, nel 550° anniversario della sua


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

409<br />

morte, ci offre la sua santità, la sua fedeltà<br />

alle origini e al suo tempo, il suo amore per<br />

lo studio, il suo impegno per la pace e la sua<br />

predicazione itinerante come provocazioni<br />

per noi che oggi, con lucidità e audacia, vogliamo<br />

servire il Vangelo, secondo la forma<br />

vitae di Francesco di Assisi, affinché sia per<br />

noi e per tutti ancora Vangelo!<br />

Roma, 8 novembre 2006<br />

Memoria del beato Giovanni Duns Scoto<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

Prot. 097384<br />

6. Convocazione del Capitolo delle<br />

Stuoie delle Case dipendenti dal Ministro<br />

generale<br />

Carissimi Fratelli,<br />

il Signore vi dia Pace!<br />

In preparazione all’VIII Centenario di<br />

fondazione del nostro Ordine il Definitorio<br />

generale, nel progetto La grazia delle origini,<br />

chiedeva che, dopo la celebrazione del<br />

Capitolo generale straordinario, tutte le Entità<br />

dell’Ordine celebrassero un Capitolo<br />

delle Stuoie, per attuare gli orientamenti offerti<br />

dal Capitolo generale.<br />

In questo contesto il Definitorio ha deciso<br />

di celebrare un Capitolo delle Stuoie delle<br />

Case dipendenti dal Ministro generale,<br />

preparato da un’apposita Commissione.<br />

Pertanto, con la presente<br />

CONVOCO<br />

tutti i Frati delle Case in Roma e i Rappresentanti<br />

delle altre Case dipendenti dal Ministro<br />

generale (Istanbul, Bruxelles e Waterford)<br />

al Capitolo delle Stuoie, che si celebrerà<br />

a Roma dal 16 al 18 marzo 2007,<br />

secondo il programma e le indicazioni qui<br />

contenute.<br />

Il Capitolo delle Stuoie costituirà una<br />

grande opportunità per crescere nella fraternità,<br />

condividendo le gioie e le difficoltà<br />

dell’essere Frati Minori, come ci esorta a<br />

fare il Documento del Capitolo generale<br />

straordinario.<br />

Certo di una numerosa partecipazione,<br />

vi abbraccio e vi saluto fraternamente.<br />

Roma, 13 novembre 2006<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

Prot. 097387<br />

7. Exposición del Ministro general en el<br />

Encuentro de Visitadores<br />

Roma, Curia general, 13 de noviembre del 2006<br />

La visita canónica:<br />

un tiempo para discernir y evaluar<br />

Mi exposición comprenderá dos partes.<br />

Ante todo hablaré de los objetivos de la Visita<br />

Canónica y del papel del Visitador,<br />

mientras que en la segunda parte indicaré<br />

los grandes temas que se han de tener presentes<br />

en la Visita, partiendo de dos acontecimientos<br />

que centran nuestra atención en<br />

estos momentos, después de la celebración<br />

del Capítulo general extraordinario.<br />

I. La Visita canónica y la figura del Visitador<br />

en la mente de san Francisco y en nuestra<br />

legislación<br />

La Visita canónica está regulada por el<br />

Código de Derecho Canónico (cf. CIC 628),<br />

por nuestras Constituciones generales (cf.<br />

CCGG 213) y Estatutos generales (cf.<br />

EEGG 155), por los Estatutos para la Visita<br />

Canónica y Presidencia del Capítulo provincial<br />

(EVC), así como por otros documentos<br />

de la Iglesia. Según estos documentos, es<br />

al Ministro a quien corresponde realizar la<br />

Visita Canónica, personalmente o por medio<br />

de Delegados (cf. EVC 1). La Visita puede<br />

ser ordinaria o extraordinaria, general o<br />

provincial, total o parcial (EVC 2, 1-2). En<br />

vuestro caso la Visita es ordinaria, pues se<br />

realiza en el momento establecido; es general,<br />

pues es convocada por el Ministro general;<br />

y es total, pues es a todos los hermanos<br />

de la Entidad y a todas sus casas.


410 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Aun cuando la Visita que vais a realizar,<br />

por ser Visita canónica, tiene connotaciones<br />

jurídicas particulares, sin embargo, también<br />

esta Visita ha de realizarse dentro del espíritu<br />

que Francisco indica para la visita a los<br />

hermanos.<br />

1. La Visita Canónica en la mente de san<br />

Francisco<br />

San Francisco consideraba la visita a los<br />

hermanos como una de sus principales obligaciones.<br />

Y, cuando ya no podía visitarlos a<br />

causa de la “enfermedad y debilidad” de su<br />

cuerpo (2CtaF 3), optó por escribir cartas y<br />

enviar mensajeros para seguir sirviéndoles<br />

y suministrándoles “las odoríferas palabras”<br />

de su Señor (2CtaF 2).<br />

Consciente de la importancia de tales visitas<br />

y de tal servicio o ministerio, escribe<br />

en la Primera Regla: “Todos los hermanos<br />

que son constituidos Ministros y siervos de<br />

los otros hermanos, distribuyan a éstos en<br />

las provincias y en los lugares donde estén,<br />

visítenlos frecuentemente y amonéstenlos y<br />

anímenlos espiritualmente” (1R 4, 2). Esta<br />

misma advertencia se encuentra en la Segunda<br />

Regla, con algunos matices que me<br />

parecen importantes: “Los hermanos que<br />

son Ministros y siervos de los otros visiten<br />

y amonesten a sus hermanos, y corríjanlos<br />

humilde y caritativamente” (2R 10, 1).<br />

Del contexto en que se encuentran estos<br />

textos podemos sacar algunas indicaciones<br />

importantes sobre el tiempo, los objetivos y<br />

el modo de realizar la visita a los hermanos,<br />

tal como la quería San Francisco.<br />

En cuanto al tiempo, la Visita debe ser lo<br />

más frecuente posible. Es importante notar<br />

como en la Primera Regla se dice que los<br />

Ministros y siervos visiten “frecuentemente<br />

a los hermanos”. Esta anotación temporal<br />

desaparece en la Segunda Regla, probablemente<br />

porque el número de los hermanos<br />

aumentaba considerablemente y la Orden<br />

tenía cada día una mayor expansión geográfica.<br />

Pero, a pesar de dicha omisión, nada<br />

nos autoriza a pensar que el pensamiento de<br />

Francisco cambiara. En la vida de Francisco<br />

es clara la importancia dada a la persona,<br />

lo que implica, por parte de los Ministros y<br />

siervos, ser siempre cercanos a los hermanos,<br />

y visitarlos con frecuencia.<br />

El objetivo de la visita es doble: uno positivo<br />

y otro negativo. Este doble objetivo<br />

Francisco lo expresa con los verbos y expresiones<br />

siguientes: servir, suministrar las<br />

odoríferas palabras de mi Señor, animar,<br />

amonestar, corregir.<br />

Es importante subrayar que el primer objetivo<br />

de la visita es evangelizar a los hermanos,<br />

comunicándoles “las palabras de<br />

nuestro Señor Jesucristo, que es el Verbo<br />

del Padre, y las palabras del Espíritu Santo,<br />

que son espíritu y vida (Jn 6, 64)” (2CtaF<br />

3). Ahora bien, teniendo en cuenta el texto<br />

de Pablo (cf. 2 Cor 2, 14-15) sobre el que se<br />

basa el de Francisco, el Ministro, o el hermano<br />

que visita a los otros hermanos, está<br />

llamado a revelar la presencia de Cristo entre<br />

los hermanos, siendo él mismo buen olor<br />

de Cristo, para conseguir de los demás otro<br />

tanto. La visita a los hermanos es, pues, en<br />

primer lugar un medio privilegiado para<br />

evangelizar, en la medida en que el Ministro<br />

o Visitador se deje evangelizar.<br />

Este mismo aspecto de la Visita, que hemos<br />

llamado positivo, aparece en el término<br />

animar, usado también en este contexto<br />

por Francisco. En la Visita, los Ministros y<br />

siervos han de animar, es decir: han de comunicar<br />

aliento, a fin que los hermanos vivan<br />

según el espíritu (cf 1R 5, 7), en obediencia<br />

a la voluntad del Señor (cf SalVir<br />

15). En otras palabras, la visita ha de impulsar<br />

a los hermanos al crecimiento en la<br />

vida del espíritu, y “estimularlos a progresar<br />

en todo, de lo bueno a lo mejor (CCGG<br />

213)” (EVC 3).<br />

Pero dado que Francisco es muy consciente<br />

de la presencia del pecado en la fraternidad,<br />

no puede dejar de señalar otros<br />

objetivos de la visita, que buscan la conversión<br />

del hermano: amonestar y corregir.Ni<br />

el Ministro ni su mensajero, el Visitador,<br />

pueden ser indiferentes ante el pecado del<br />

hermano, sino que han de amonestar y corregir<br />

a los hermanos que hayan pecado (cf.<br />

CCGG 213).<br />

Finalmente, Francisco es muy claro sobre<br />

el modo de realizar el servicio de visitar<br />

a los hermanos. El Ministro y siervo, o


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

411<br />

Mientras dura la Visita el Visitador es<br />

delegado del Ministro general o provincial<br />

(cf. EVC 2, 2), y “representa al Ministro y<br />

actúa en su nombre” (EVC 8, 1). Por tanto,<br />

el Visitador goza de “potestad delegada”<br />

(cf. EVC art. 11) y tiene el derecho de ordenar,<br />

dirigir, ejecutar y corregir, según el derecho<br />

común y propio, todo lo que considere<br />

necesario “para utilidad de los hermanos<br />

y de las Provincias” (EVC 11, 2). Sin embargo<br />

no puede interferir en los asuntos ordinarios<br />

de gobierno (EVC 12, 1), ya que<br />

durante la Visita no se altera la potestad ordinaria<br />

del Ministro provincial o del Guardián<br />

(cf. EVC 12, 2). La autoridad del Visitador,<br />

si es también Presidente del Capítulo,<br />

como en vuestro caso, “termina treinta días<br />

después de la conclusión del Congreso capitular”<br />

(EVC 17).<br />

En cuanto a los deberes del Visitador,<br />

-además de preparar con esmero la Visita<br />

y el Capítulo, en estrecha colaboración<br />

con el Ministro provincial y el Definitorio<br />

de la Provincia-, pienso que se pueden sintetizar<br />

en las siguientes palabras: evaluar<br />

rectamente, cerciorarse, controlar, averiguar<br />

atentamente, confortar, proponer<br />

amonestar y corregir. Para ello debe asumir<br />

su servicio con solicitud, tomándose el<br />

tiempo necesario, sin prisas (cf. EVC 14),<br />

para poder preguntar a los hermanos con<br />

caridad y benignidad, escucharles con familiaridad<br />

(cf EVC 22, 3) y discernir con serenidad,<br />

teniendo en cuenta el bien de los<br />

hermanos (cf EVC 9, 1; 11, 2). En cuanto a<br />

su comportamiento los EVC recuerdan que<br />

cuando corrija debe hacerlo humilde y caritativamente<br />

(EVC 3, 1) y, en todo momento<br />

debe actuar con benignidad, familiaridad<br />

(EVC 3, 1), prudencia y mucha discreción<br />

(obligación al secreto) (cf EVC 11,2;33),<br />

comportándose siempre con sencillez en el<br />

trato con los hermanos y en el uso de las coquien<br />

realice en su nombre la visita a los<br />

hermanos, ha de usar con ellos ternura y vigor;<br />

caridad y, a la vez, claridad. Así lo manifiesta<br />

claramente Francisco cuando afirma<br />

que el Ministro o Visitador ha de realizar<br />

su servicio con humildad, sin soberbia o<br />

vanagloria (cf. 2R 10, 7), sin “turbarse o airarse<br />

por el pecado o el mal del hermano”<br />

(1R 5, 7), con familiaridad y benignidad (cf.<br />

2R 10, 5), y siempre movido por la caridad<br />

y el amor al hermano (cf. Adm 11, 2; 25);<br />

pero, al mismo tiempo, está llamado a realizar<br />

este servicio “diligentemente” (2R 5, 5),<br />

amonestando y corrigiendo cuando sea necesario<br />

(cf. 1R 10, 1), recordando que tendremos<br />

que rendir cuentas al Señor si un<br />

hermano se pierde por nuestro silencio (cf.<br />

1R 4, 6).<br />

2. La Visita en los Estatutos para la Visita<br />

Canónica<br />

Según los Estatutos para la Visita Canónica<br />

y la presidencia del Capítulo provincial,<br />

en consonancia con las indicaciones<br />

que nos vienen dadas por Francisco mismo,<br />

la Visita es un momento de evaluación de la<br />

actividad del gobierno provincial o custodial,<br />

y de la vida de las Entidades y de los<br />

hermanos (cf EVC 1); es decir, la Visita tiene<br />

como primer objetivo “hacer verdad”<br />

–verificar-, las actividades y la vida de los<br />

hermanos, particularmente la vida fraterna<br />

(cf EVC 26), a la luz de las prioridades de<br />

la vida franciscana (cf. EVC 26-32).<br />

Esta evaluación concretamente comporta:<br />

confortar, amonestar, y cuando fuese necesario,<br />

corregir a los hermanos; conocer<br />

las condiciones de vida de los hermanos,<br />

personal y económica, y sus iniciativas más<br />

importantes, estimulándolas si se juzgan<br />

buenas; promover la formación inicial y<br />

permanente en las siguientes dimensiones:<br />

científica, ministerial y profesional; estimular<br />

la participación activa de los hermanos<br />

en las actividades de la Orden, lo que supone<br />

desarrollar el sentido de pertenencia a la<br />

misma; procurar que los hermanos observen<br />

lo que prescriben nuestras leyes y las de<br />

la Iglesia; y estimularlos a pasar de lo bueno<br />

a lo mejor (EVC 3, 1). De lo dicho, bien<br />

se puede deducir que nada de lo que se refiera<br />

a la vida de los hermanos en su triple<br />

dimensión: humana, cristiana y franciscana,<br />

y a las actividades de los mismos, ha de<br />

considerarse ajeno a la Visita.<br />

3. Autoridad y deberes del Visitador


412 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

sas” (EVC 14, 1). Para poder ser lo más imparcial<br />

posible en su “juicio”, el Visitador<br />

“procure conocer el fundamento de lo que<br />

escucha y qué pruebas lo apoyan” (EVC 22,<br />

3)<br />

II. La Visita canónica a la luz del Capítulo<br />

general extraordinario<br />

Acabamos de celebrar un Capítulo que<br />

desde su convocatoria ha querido ser un<br />

Capítulo abierto, en cuanto que ahora toca<br />

a las Provincias y demás Entidades el poner<br />

en práctica las orientaciones que el Capítulo<br />

general extraordinario nos ha ofrecido.<br />

La celebración de los capítulos electivos<br />

que van a celebrar las Entidades que visitaréis<br />

pueden ser una ocasión verdaderamente<br />

propicia para que el Capítulo general extraordinario<br />

continúe, y que cuanto en él se<br />

ha vivido y experimentado sea revivido en<br />

cada uno de los Capítulos que se celebrarán<br />

durante el año 2007.<br />

Deseo, pues, que las llamadas que nos hizo<br />

el Capítulo, y las orientaciones prácticas<br />

que de él salieron, sean tenidas muy en cuenta<br />

durante la Visita y en la celebración de los<br />

Capítulos provinciales y custodiales. Para<br />

ello ofrezco una breve síntesis de las llamadas<br />

que, a mi juicio, el Espíritu nos lanzó en<br />

ese acontecimiento de gracia que hemos vivido<br />

en la segunda quincena de septiembre y<br />

en los primeros días de octubre.<br />

1. Llamadas del Capítulo<br />

1. Vida de fe<br />

Nuestra vocación y misión son inseparables<br />

de la fe: “la vida de la fe es la fuente absoluta<br />

de nuestra alegría y de nuestra esperanza,<br />

de nuestro seguimiento de Jesucristo,<br />

de nuestro testimonio en el mundo” (El<br />

Señor nos habla en el Camino =Shc 18).<br />

Ya lo hacía notar en mi Informe al Capítulo,<br />

Con lucidez y audacia (=Cla), cuando<br />

afirmaba: “Es el momento de ejercitarnos<br />

en la fe, de movernos desde la fe, de vivir de<br />

la fe”. Sólo la fe, en efecto, logrará ponernos<br />

en camino, pues sólo desde ella podremos<br />

“asumir el Evangelio como Buena Noticia,<br />

pasar a la otra orilla, vivir el presente<br />

con audacia y osadía evangélicas. Sin fe,<br />

nada de esto es posible. Sin fe, el peligro de<br />

instalarnos, de repetirnos, de anular los sueños<br />

más profundos, de perder, poco a poco,<br />

la alegría que brota de la pasión en la vivencia<br />

de nuestra vocación y misión, es más<br />

que una posibilidad” (cf. Cla 8). Por otra<br />

parte, el trabajo de los capitulares sobre mi<br />

Informe subrayó con fuerza la necesidad de<br />

la fe para superar la crisis en que parece estar<br />

la vida religiosa en general y la nuestra<br />

en particular. En este contexto se hizo notar<br />

como la verdadera crisis que vivimos es crisis<br />

de fe, que luego se transforma también<br />

en crisis de autenticidad.<br />

Si la fe es esencial para comprender<br />

nuestra vida y misión, no es extraño que el<br />

Capítulo afirme que las relaciones fundamentales<br />

de nuestra vida, con el mundo,<br />

con Dios, con los hermanos, son construídas<br />

desde la fe (cf. Shc 15). La fe, “en una<br />

circularidad permanente” con la vida, nos<br />

permite una interpretación adecuada de la<br />

propia existencia y de la existencia de los<br />

demás, con todo lo que ello comporta: las<br />

experiencias de cada uno, el contacto humano<br />

con la realidad dolorosa y esperanzadora<br />

de cada persona, de cada pueblo y con<br />

la naturaleza (cf. Shc 11).<br />

En relación con uno mismo, la fe es la<br />

que permite que el Señor entre en nuestras<br />

vidas, como entró en la vida de la Samaritana<br />

(cf. Shc 17), y nos reconcilie con nuestra<br />

propia historia, curándonos “de nuestras enfermedades,<br />

de los lastres heredados” (Shc<br />

18). La fe es la que permite al Señor conducirnos,<br />

“cada vez más profundamente”, hacia<br />

un manantial que saciará definitivamente<br />

nuestra sed (cf. Shc 17). Y una vez saciada<br />

la sed que nos atormenta, la fe nos<br />

permite responder a la misión a la que el Señor<br />

nos envía (cf Shc 18), empujándonos a<br />

ser apóstoles para los demás. Y la historia se<br />

repite: La sed saciada, como en el caso de la<br />

Samaritana, es ahora nuestro mensaje (cf.<br />

Shc 17).<br />

En relación con los demás, afirma el documento<br />

final del Capítulo, la fe en el Dios,<br />

Uno y Trino, es lo que nos hace salir de nosotros<br />

mismos para ir al encuentro de los<br />

otros, para “entregar y entregarnos gratuita-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

413<br />

2. Construir fraternidad<br />

La fraternidad, con todo lo que ella implica,<br />

ha acaparado gran parte de la atención<br />

de los hermanos capitulares. El Capítulo<br />

reconoció la fraternidad como uno de<br />

los dones que el Señor nos hace, y que nosotros<br />

estamos llamados a acoger con gratitud<br />

y celebrar con gozo (cf Shc 27); pero<br />

también insistió en que la fraternidad es una<br />

realidad que hemos de construir (cf Shc 27)<br />

y cuidar diariamente. En este contexto, El<br />

Señornoshablaenelcamino,afirma:“El<br />

recíproco intercambio de experiencias nos<br />

ha convencido que nuestra fraternidad necesita<br />

de una delicada atención de nuestra<br />

parte” (Shc 31).<br />

¿Por qué este cuidado? El documento final<br />

del Capítulo, sin caer en la casuística,<br />

llama la atención sobre tres factores que deberían<br />

atraer nuestra atención al tratar de la<br />

fraternidad: las divisiones, la tentación de<br />

pararnos en el camino, y la tentación de huir<br />

de la fraternidad.<br />

Sobre las divisiones el documento final<br />

empieza constatando que “vivimos en un<br />

mundo herido por la fragmentación y las divisiones”,<br />

para poner luego el dedo en la<br />

llaga al afirmar: “Estas divisiones no son algo<br />

ajeno a nuestra propia vida fraterna”<br />

(Shc 31; Cla 46). La tentación de huir de la<br />

fraternidad causada, muchas veces, por las<br />

“situaciones y conflictos que han herido<br />

nuestra confianza mutua” (Shc 16) -con una<br />

fuerte presencia del individualismo en<br />

nuestra vida y misión, y la falta de fe horizontal<br />

o confianza en los hermanos -, ha simente”<br />

(Shc 22).Lafe,“lafeenunDios<br />

que es Padre de todos” es la que nos permite<br />

reconocer al otro como hermano (cf. Shc<br />

26), y en cada hermano, “en la diversidad<br />

de personalidades, reconocer un don entregado<br />

a nuestras vidas para entrar en relación<br />

de amor gratuito, desinteresado, con él”<br />

(Shc 23).<br />

Finalmente, en relación con la realidad<br />

que nos rodea, la fe nos permite tener una<br />

mirada nueva sobre ella (cf Shc 19). La fe<br />

no nos oculta la dramática realidad y el dolor<br />

de nuestra gente, el sufrimiento de “rostros<br />

y nombres concretos ligados a nuestras<br />

vidas cotidianas, rostros y nombres amados”,<br />

que luchan contra “las fuerzas culturales,<br />

sociales y políticas que buscan imponerse”,<br />

obstaculizando no sólo la fe, “sino<br />

también la confianza fundamental en los<br />

otros”; “pueblos enteros que todavía reclaman<br />

los derechos básicos de alimento, techo,<br />

educación y trabajo; pueblos enteros<br />

que se ven obligados a emigrar sin la promesa<br />

de un verdadero cambio para sus vidas”.<br />

La fe no nos oculta ni nos ahorra nada<br />

de eso, pero nos hace ver esa realidad desde<br />

otra óptica y, sobre todo, nos lleva a compartir<br />

su misma suerte (cf. Shc 5). La fe no<br />

nos ahorra las preguntas existenciales que,<br />

ante el dolor de la humanidad y el caos de<br />

nuestro tiempo, se plantean muchos de<br />

nuestros contemporáneos (cf Shc 6), pero<br />

nos permite vivir la realidad desde una perspectiva<br />

nueva: “desde una relación profunda<br />

con Dios, con su Palabra, en una comunión<br />

entrañable con la Iglesia” (cf. Shc 14).<br />

Pero la fe de la que habla el Documento<br />

final del Capítulo, como toda fe que es auténtica,<br />

“implica todo lo que somos, nuestra<br />

historia, nuestro cuerpo, nuestra mente,<br />

nuestras emociones, introduciendo a toda la<br />

persona en una obediencia a la Palabra, cargada<br />

de futuro” (Shc 18). Consciente que<br />

una fe así no se alcanza de una vez por todas,<br />

El Señor nos habla en el camino,habla<br />

de la necesidad de dar a la persona un “equipamiento<br />

básico” en el campo de la fe (cf.<br />

Shc 16), proporcionar una adecuada “educación<br />

en la fe” (Shc 27), durante la formación<br />

inicial como permanente; habla de la<br />

“urgencia” de “la personalización de la fe”<br />

(Shc 16). E intentando provocar una profunda<br />

reflexión, el documento final del Capítulo<br />

nos lanza una pregunta que es bueno<br />

que nos “atormente” y nos “persiga”: ¿Tendremos<br />

esa fe, esa fe que nos lleva a ver la<br />

propia realidad, la realidad de los demás y<br />

de la historia, desde una óptica nueva? (cf.<br />

Shc 27).<br />

No tengáis miedo, queridos hermanos<br />

Visitadores, en llevar al hermano a preguntarse<br />

sobre su fe. Recordad que durante<br />

la Visita “os ha sido confiado el cuidado de<br />

las almas de los hermanos (cf 1R 4, 6))<br />

(EVC 3, 2).


414 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

do denunciada en muchas ocasiones (cf.<br />

Shc 15; Cla 49). Finalmente la tentación de<br />

pararnos apareció en el Capítulo como algo<br />

más que una tentación meramente hipotética.<br />

En diversas ocasiones se constató entre<br />

los hermanos la presencia del caminar<br />

monótono y rutinario, la falta de esperanza<br />

en el futuro, la resignación, el pesimismo y<br />

el desencanto. Todo ello, como tuve ocasión<br />

de denunciar en mi Informe al Capítulo,<br />

y como bien reconocieron los capitulares,<br />

son síntomas bien palpables de la crisis<br />

que estamos viviendo y manifestación de la<br />

misma (cf. Cla 20).<br />

Para salir al paso de estas situaciones,<br />

que ponen en peligro el crecimiento de la<br />

vida fraterna, el documento final del Capítulo<br />

señala algunos medios que me parece<br />

muy oportuno y fundamental tener presentes<br />

durante la Visita Canónica.<br />

Contra las divisiones en el seno de nuestra<br />

fraternidad, el Capítulo invita a cultivar<br />

entre nosotros “ritos de perdón mutuo y caminos<br />

de comunión” (Shc 31), “procesos de<br />

reconciliación y de recuperación en fraternidad”<br />

(Shc 51), invita a desarrollar “una<br />

cultura de acompañamiento fraterno, de corrección,<br />

de perdón y de reconciliación”<br />

(Shc 53). Pero, sobre todo, el documento final<br />

del Capítulo, insiste en la necesidad del<br />

diálogo profundo y auténtico, así como en<br />

la necesidad de crear “espacios comunes de<br />

diálogo, compartiendo nuestras historias,<br />

celebraciones y fiestas” (Shc 50).<br />

En el campo del diálogo, El Señor nos<br />

habla en el camino, comienza por ponernos<br />

en guardia contra una posible ilusión: pensar<br />

que podemos dialogar con el mundo, si<br />

no hay un diálogo con Dios: “No podemos<br />

hablar con el mundo si no somos capaces de<br />

entablar un diálogo entre nosotros mismos<br />

en el calor de la verdad y de la fe, si no somos<br />

capaces de dialogar íntimamente con el<br />

Dios que se revela” (Shc 36). Pero, al mismo<br />

tiempo, el documento final del Capítulo<br />

deja igualmente claro que sólo una fe/confianza<br />

en los demás, nos permitirá un real<br />

accesoalafeenelDiosdelavida(cf.Shc<br />

16). Ambas, la fe en Dios y la fe/confianza<br />

en los demás “están íntimamente relacionadas<br />

entre sí” (cf. Shc 15).<br />

Por otra parte, conscientes de que nuestras<br />

crisis en la fraternidad se deben en gran<br />

parte a la dificultad de comunicarnos (cf.<br />

Cla 42) y de hablar juntos, de manera justa<br />

y verdadera, sin reservas y con total confianza<br />

-enelcalordelaverdadydelafe-, a<br />

partir de nuestras pobrezas, el documento<br />

El Señor nos habla en el camino, pide,en<br />

repetidas ocasiones, apostar decididamente<br />

por una comunicación profunda y auténtica,<br />

que toque nuestra historia vocacional y nos<br />

permita profundizar juntos, nuestro seguimiento<br />

de Cristo y nuestra fe en Dios (cf.<br />

Shc 50-51), llegando así, a tener “una experiencia<br />

más profunda del gozo de nuestra<br />

vocación” (Shc 53); pide que nos acerquemos<br />

y caminemos con el “otro”, que pronunciemos<br />

una palabra auténtica que venga<br />

del corazón, y, con un lenguaje renovado<br />

desde lo esencial, que comuniquemos la<br />

verdad de nuestro ser: ofreciendo lo que<br />

uno es, lo que uno tiene, “su verdad sin restricciones”,<br />

como hizo la Samaritana con<br />

Jesús (cf. Shc 17). Finalmente, El Señor nos<br />

habla en el camino, pide que fortalezcamos<br />

la práctica del diálogo, que creemos espacios<br />

comunes de diálogo y comunión, momentos<br />

y modos diversos de intercambio<br />

mutuo, momentos para compartir y celebrar<br />

la vida en todas sus dimensiones (cf.<br />

Shc 11. 32. 50), y que evaluemos continuamente<br />

las formas en las que nos comunicamos<br />

(cf. Shc 50).<br />

Sólo una comunicación así podrá lograr<br />

que recuperemos la fe/confianza en los<br />

otros, permitiéndonos fiarnos unos de otros,<br />

acogernos unos a otros, estimularnos recíprocamente,<br />

corregirnos cuando sea necesario,<br />

y amarnos en todo momento (cf. Shc<br />

15). Sólo una comunicación así nos permitirá<br />

restaurar la fe básica y fundamental en<br />

el otro, cuando la hayamos perdido, y reconstruir<br />

el tejido fundamental de la confianza<br />

mutua (cf. Shc 16), construyendo una<br />

verdadera fraternidad en la que todos nos<br />

sintamos solidarios de la “suerte” de los demás,<br />

hasta hacer de nuestras comunidades,<br />

espacios, como dicen nuestras Constituciones<br />

Generales, dentro de los cuales se puedan<br />

alcanzar una verdadera madurez humana<br />

y cristiana (cf. CCGG 39).


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

415<br />

Contra la tentación de huir de la fraternidad,<br />

el Capítulo, nos recordó que ningún<br />

camino fraterno, aun el más tortuoso, es<br />

inútil. Nos recordó que sólo quien acepta,<br />

con humildad y en comunión con los demás,<br />

las “heridas” de la vida fraterna podrá<br />

mantenerse joven y con la mirada dirigida<br />

hacia lo esencial. Nos recordó que para acoger<br />

el camino de Emaús de los otros es necesario<br />

medirse desde el comienzo con la<br />

verdad del propio caminar y, sobre todo,<br />

convertir el corazón, la mirada y la mentalidad<br />

ante el otro. Nos recordó, en fin, que la<br />

vida fraterna comporta aceptar y compartir<br />

nuestra propia humanidad, por herida que<br />

esté, pues sólo quien es capaz de hacer verdad<br />

en sí mismo, podrá acoger al otro con<br />

sus límites y debilidades. El satisfecho de sí<br />

mismo nunca podrá ser un hermano.<br />

Pero todo será posible si fomentamos en<br />

nosotros y entre nosotros el deseo de estar<br />

con él, a lo largo de todo el camino; si le<br />

permitimos entrar en nuestro espacio vital y<br />

quedarse con nosotros, entregándole todo lo<br />

que somos y tenemos, como Dios se ofrece<br />

a nuestra humanidad (cf. Shc 17); si mantenemos<br />

viva la “nostalgia” de su presencia,<br />

y si, como él, nos hacemos peregrinos y forasteros,<br />

en los caminos de la humanidad<br />

herida (cf. Shc 55).<br />

Contra la tentación de pararnos a la vera<br />

del camino, el Capítulo fue todo él una<br />

llamada a continuar el camino de renovación/refundación<br />

emprendido por la Orden<br />

en estos últimos años, sintiéndonos constantemente<br />

“mendicantes de sentido” –los<br />

tiempos actuales son más tiempos de preguntas<br />

que de respuestas (cf. Cla 121)-, en<br />

profunda comunión con el rostro de los pobres<br />

que “tienen la fuerza de orientarnos en<br />

nuestras búsquedas”(Shc 5).<br />

En un momento como el nuestro de cambio<br />

de época, puede que nuestros ojos, como<br />

los de los discípulos de Emaús (cf. Lc<br />

24, 16), estén cerrados y no veamos, con la<br />

claridad que desearíamos, cómo responder<br />

a los signos de los tiempos, a través de los<br />

cuales el Espíritu nos sigue interpelando<br />

constantemente (cf. Sdp 6). Puede que, cargados<br />

como estamos de tantos interrogantes<br />

aparentemente sin respuesta, fatigados por<br />

tantos cansancios acumulados y llenos de<br />

incertidumbres ante nuestro futuro (cf. Shc<br />

7), nuestra decepción sea tan grande como<br />

la de Cleofás y su compañero, hasta llegar a<br />

confesar, como ellos, nuestra profunda frustración:<br />

“nosotros esperábamos” (cf. Lc 24,<br />

21). En cualquier caso lo importante es ponernos<br />

en camino, nos recuerda el Capítulo,<br />

confiando en que el Señor camina con nosotros<br />

y guía nuestros pasos, aunque de momento<br />

no estemos en condiciones de reconocerlo,<br />

mientras seguimos implorando “al<br />

alto y glorioso Dios que ilumine las tinieblas<br />

que nublan el corazón del mundo y las<br />

tinieblas del nuestro propio” (Shc 8; cf. Or-<br />

SD, 1ss ). Sólo el mantenernos en camino<br />

podrá asegurarnos “una mejor comprensión<br />

de la propia vocación” (Shc 10).<br />

Lo más importante en estos momentos<br />

es que nos sintamos “hermanos en camino”<br />

y “que nos presentemos a los demás con la<br />

verdad de nuestra búsqueda, con la verdad<br />

de nuestras preguntas, con la verdad de<br />

nuestros miedos e incertidumbres” (Cla<br />

121). Sólo poniéndonos en camino, y con la<br />

confianza puesta en el Señor de la historia,<br />

nos iremos “desvistiendo poco a poco del<br />

desencanto, así como del pragmatismo superficial,<br />

y de los fáciles idealismos, para<br />

habitar en la tensión esperanzadora del Reino,<br />

atmósfera fecunda del seguimiento”<br />

(Shc 9).<br />

A este respecto, la necesidad de mantenernos<br />

en camino, es muy significativo que<br />

el documento final del Capítulo tenga como<br />

título El Señor nos habla en el camino, y<br />

que los términos más repetidos en él son los<br />

que hacen referencia a: caminar, buscar,<br />

evaluar y discernir. También me parece altamente<br />

significativo que el mismo documento<br />

final reconozca que “el pasaje bíblico<br />

de los discípulos de Emaús nos ha guiado<br />

como paradigma del viaje que queremos<br />

emprender en los distintos caminos de<br />

nuestro mundo” (Shc 8). Nuestra condición<br />

de “forasteros y peregrinos” nos lleva a sentirnos<br />

siempre en camino, conscientes, como<br />

dice el poeta “que se hace camino al andar”.<br />

Después de ponernos en guardia contra<br />

algunas actitudes que, de darse, mortificarí-


416 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

an seriamente la vida fraterna, el documento<br />

final del Capítulo nos presenta otros medios<br />

que pueden ayudar a prevenir los problemas<br />

a los que hicimos referencia, y a potenciar<br />

la comunión en la vida fraterna.<br />

Según el Capítulo, los medios principales<br />

son los siguientes:<br />

– la atención a la madurez psíquica de los<br />

hermanos, “porque muchos problemas<br />

en las relaciones fraternas remiten a nuestra<br />

fragilidad humana” (cf Shc 31);<br />

– el “acompañamiento y cuidado materno”<br />

(Shc 32), particularmente en los<br />

“primeros diez años” después de la profesión<br />

solemne (Shc 53), y en el momento<br />

del envejecimiento (Shc 55); momentos<br />

particularmente delicados en los que<br />

se requiere una especial ayuda en el camino<br />

y la perseverancia vocacionales;<br />

– la “educación en la fe” (Shc 27), desde el<br />

momento en que “la relación fraterna no<br />

nace primariamente de nuestra buena<br />

voluntad o de nuestra virtud, sino del<br />

don de Dios”, que para acogerlo necesita<br />

de la fe en un “único Padre que nos<br />

convoca a la hermandad”(Shc 26; cf. Cla<br />

54);<br />

– el Capítulo local. Éste, es presentado como<br />

“un buen instrumento para compartir<br />

la fe y la fraternidad” (Shc 31),uninstrumento<br />

adecuado para el diálogo, la<br />

escucha y el conocimiento y la práctica<br />

de nuestra vocación (Shc 53), y, en cuanto<br />

tal , un buen instrumento para un discernimiento<br />

en la vida de la comunidad<br />

y el crecimiento de ésta (Shc 52; cf. Cla<br />

40);<br />

– nuevas formas de encuentro y de celebración<br />

de la vida. El Capítulo, consciente<br />

de la necesidad de “compartir<br />

juntos las alegrías y las dificultades de<br />

ser hermanos” (Shc 31), nos invita a la<br />

creatividad, a imaginar “nuevas formas<br />

de encuentro que expresen y celebren el<br />

gozo de nuestra vocación” (Shc 53).<br />

Consciente, también, de que la celebración<br />

de la vida en todas sus dimensiones<br />

es imprescindible para cuidar y potenciar<br />

la vida fraterna, nos pide que busquemos<br />

y cultivemos “momentos y modos<br />

diversos” que nos permitan dicha celebración<br />

(cf. Shc 32). La metodología<br />

de Emaús es, sin duda, uno de los métodos<br />

propuestos, y más recomendados<br />

por el Capítulo, para compartir y celebrar<br />

la vida, en cuanto es “escuela de fraternidad”<br />

(Shc 51), “camino y método”<br />

que nos debe guiar en el futuro (Shc 39;<br />

cf. 40-47);<br />

– finalmente, el documento final del Capítulo<br />

insiste, particularmente en las orientaciones<br />

prácticas, en la necesidad de la<br />

formación permanente, como instrumento<br />

privilegiado para cuidar, construir<br />

y potenciar la comunión de vida en fraternidad<br />

(cf. Shc 16. 53. 54. 56. 57. 59).<br />

Indicando estas mediaciones para cuidar<br />

nuestra vida fraterna, el Capítulo recoge algunos<br />

medios indicados ya por Francisco y<br />

otros indicaos más recientemente por la<br />

misma Iglesia y por la misma Orden. Sobre<br />

la necesidad del perdón mutuo, Francisco lo<br />

expresa en repetidas ocasiones, pero con<br />

más fuerza, si cabe, en la Carta a un Ministro<br />

(v. 9-12). Sobre el cuidado materno, es<br />

bien conocido como Francisco privilegia la<br />

imagen de la madre para caracterizar la calidad<br />

de las relaciones entre hermanos (cf.<br />

2R 6, 7-8). La atención a la madurez psíquica<br />

sabemos cuanto sea necesaria, pues su<br />

falta dificulta, y no poco, la vida fraterna<br />

(cf. RFF 106. 188). Finalmente señalando<br />

la importancia del acompañamiento durante<br />

toda la vida, pero especialmente de los<br />

ancianos y de los más jóvenes (cf. Shc 54-<br />

55), el Capítulo se sitúa en perfecta sintonía<br />

con nuestra Ratio Formationis que señala el<br />

acompañamiento como “piedra angular” de<br />

la pedagogía franciscana (cf. RFF 92-104).<br />

En todo este proceso, El Señor nos habla<br />

en el camino no olvida el papel importante<br />

que desempeñan los Ministros y Guardianes<br />

(cf. Shc 51), por lo cual pide, que las experiencias<br />

y las actividades de formación<br />

permanente sean elaboradas de forma que<br />

“estimulen a quienes están en puestos de<br />

animación en el ámbito local y provincial”,<br />

para que puedan acompañar adecuadamente<br />

a los hermanos “durante toda su vida”,<br />

particularmente en lo relacionado con el<br />

cuidadodesuvocación(cf.Shc 54). Tampoco<br />

olvida a los formadores, para los cua-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

417<br />

res y trabajos que refuercen la prioridad de<br />

la fraternidad como signo y la igualdad de<br />

laicos y clérigos en la misión” (Shc 60; cf.<br />

53). También insiste en la necesidad de que<br />

la formación para la misión, inicial y permanente,<br />

asegure este principio, de tal modo<br />

que “se haga visible la igualdad entre<br />

hermanos laicos y clérigos” (Shc 60).<br />

Fraternidades internacionales e interculturales,<br />

signo de la riqueza de nuestra<br />

común Fraternidad, que no sólo hemos de<br />

custodiar, sino también favorecer y potenciar<br />

en todas sus expresiones. Sólo así podremos<br />

ser signos creíbles en un mundo<br />

profundamente dividido.<br />

Para potenciar la vivencia de fraternidades<br />

internacionales e interculturales el Capítulo<br />

recordó que hemos de potenciar, en<br />

primer lugar, el sentido de pertenencia a la<br />

Fraternidad universal, superando provincialismos<br />

y particularismos (Shc 57). Por otra<br />

parte, dado que el sentido de pertenencia a<br />

la Fraternidad universal y la “superación de<br />

barreras”, de la que tanto se habló durante<br />

el Capítulo, han de considerarse parte integral<br />

del crecimiento en fraternidad, es necesario<br />

que esta dimensión entre de lleno en la<br />

formación inicial y permanente, creando estructuras<br />

comunes que favorezcan estrategias<br />

de cooperación entre las distintas Entidades<br />

y entre diversas culturas (cf Shc 57).<br />

Fraternidad en estrecha relación con la<br />

Familia franciscana. Nuestra vocación y misión<br />

hemos de vivirla en la complementariedad.<br />

La colaboración, especialmente a niveles<br />

locales, es un imperativo para cada uno<br />

de nosotros. Es, pues, de desear que la celebración<br />

del VIII Centenario de la fundación<br />

de nuestra Orden y del nacimiento del carisma<br />

franciscano favorezca la colaboración<br />

entre todos/as los seguidores de Francisco.<br />

De este Capitulo general extraordinario<br />

estoy convencido que la fraternidad, como<br />

elemento fundante y fundamental de nuestra<br />

vida, ha salido reforzada y clarificada.<br />

Al igual que la comunión de vida en fraternidad<br />

configuró la vida y misión de Francisco<br />

y de sus primeros compañeros, así<br />

también la vida en fraternidad ha de configurar<br />

nuestra vida y misión, de tal modo<br />

que ya no podemos hablar de vida francisles<br />

pide se desarrollen “iniciativas provinciales,<br />

interprovinciales y de Conferencias”,<br />

que les entrenen en la “dimensión humana<br />

y especialmente franciscana de nuestra<br />

vocación” (Shc 54).<br />

3. Características<br />

de nuestras fraternidades<br />

El Capítulo, además de hacer una fuerte<br />

llamada a construir la fraternidad, dio algunas<br />

indicaciones importantes a la hora de<br />

poner manos a la obra, y señaló las siguientes<br />

características que deberán distinguir<br />

nuestras fraternidades. En concreto, el Capítulo<br />

habló de la necesidad de seguir creciendo<br />

en fraternidades de iguales, en fraternidades<br />

internacionales e interculturales,<br />

y en fraternidades en estrecha relación con<br />

la familia franciscana.<br />

Fraternidad de iguales, formada por<br />

hermanos clérigos y hermanos laicos, con<br />

los mismos derechos y las mismas obligaciones.<br />

El Capítulo, en diversas ocasiones y<br />

a través de voces que nos llegaron desde<br />

distintas “regiones” y situaciones, ha subrayado<br />

la importancia de este valor de nuestra<br />

forma de vida para poder ser realmente<br />

“signum fraternitatis”, pidiendo que se haga<br />

todo lo posible para que, a todos los efectos,<br />

venga reconocida jurídicamente dicha<br />

igualdad. El documento capitular se hace<br />

eco, y justamente, de esta petición cuando<br />

afirma: “Sentimos la necesidad de subrayar<br />

la igualdad de todos los hermanos que tienen<br />

la misma vocación de ser Hermano Menor,<br />

respetando, al mismo tiempo, los distintos<br />

dones y valores de la vocación ministerial<br />

de los hermanos” (Shc 60).<br />

Para asegurar el principio que ya aparece<br />

en las Constituciones de que “todos los<br />

hermanos, en virtud de la profesión, son enteramente<br />

iguales, por lo que se refiere a derechos<br />

y obligaciones religiosas” (CCGG 3,<br />

1), y que yo recordé en mi Informe al Capítulo<br />

(cf. Cla 99), El Señor nos habla en el<br />

camino, llama nuestra atención sobre la necesidad<br />

de revisar nuestras actividades de<br />

evangelización, de tal modo que nuestra<br />

evangelización, “superando las estructuras<br />

que se centran principalmente en el ministerio<br />

sacerdotal” se dirija “hacia otros luga-


418 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

cana sin la comunión de vida en fraternidad,<br />

ya no podemos hablar de misión franciscana<br />

sin pensarla y vivirla como misión desde<br />

y en fraternidad.<br />

Todos estos aspectos han de ser tenidos<br />

muy en cuenta a la hora de evaluar “la vida<br />

de la Provincia, de las Entidades y de las<br />

Casas de la Orden, así como la vida de los<br />

hermanos” (EVC 1), pues de ello depende,<br />

en gran parte, la significatividad de la vida<br />

de los hermanos.<br />

4. En el mundo y en la Iglesia,<br />

como menores y siendo solidarios<br />

con los menores<br />

Para los seguidores de Francisco la “minoridad”<br />

no es algo opcional, sino una dimensión<br />

esencial de nuestra vida, un elemento<br />

que califica nuestra fraternidad. Afirma<br />

el documento final del Capítulo: “No es<br />

suficiente decir que somos hermanos, somos<br />

Hermanos Menores” (Shc 28). A este<br />

punto el documento final nos pone en guardia<br />

contra dos peligros: Uno que ve la “minoridad”<br />

como una simple opción social, el<br />

otro que ve la “minoridad” sólo como una<br />

opción espiritual.<br />

El Señor nos habla en el camino, enrelación<br />

con la minoridad, recuerda, en primer<br />

lugar, que la minoridad para Francisco<br />

no es una simple categoría sociológica. El<br />

Poverello tomó el término “menor” del<br />

Evangelio (cf. Shc 28). Y tanto para él como<br />

para nosotros, en cuanto Hermanos Menores,<br />

el “paradigma de la minoridad no es<br />

otro que el de Cristo” (Shc 29). Nuestra opción<br />

por ser “menores” nace pues de la contemplación<br />

de Cristo Jesús que “no consideró<br />

un tesoro celoso su condición divina,<br />

sino que se despojó de su rango, asumiendo<br />

la condición de siervo” (Flp 2, 6-11).<br />

Sin embargo, esta dimensión cristológica<br />

no impide, ni mucho menos, -nos recuerda<br />

también el documento final-, que la minoridad<br />

se exprese en categorías sociales. A<br />

este respecto El Señor nos habla en el camino<br />

añade: “La minoridad es la forma concreta<br />

que cualifica nuestra relación fraterna<br />

y la práctica de nuestros ministerios”, ordenados<br />

o no, pues “todos somos Hermanos<br />

Menores” (Shc 28).<br />

La minoridad, por tanto, debe marcar<br />

nuestro estilo de vida, “ad intra”, con los<br />

hermanos de la fraternidad, y nuestra misión,<br />

“ad extra, con toda humana criatura.<br />

Así lo afirma claramente el documento final<br />

del Capítulo: La minoridad “marca no sólo<br />

nuestra relación entre los frailes, sino de<br />

una manera más amplia, con toda humana<br />

criatura. Nos sentimos y somos realmente<br />

Hermanos Menores de todo hombre y mujer,<br />

de acuerdo con el estilo con el que Francisco<br />

envía a sus hermanos por el mundo:<br />

no promuevan disputas ni controversias, sino<br />

que estén sometidos a toda humana criatura<br />

por Dios (1R 16, 6)”, con las implicaciones<br />

concretas que se siguen para nuestra<br />

misión “entre los laicos, en relación con la<br />

mujer, en nuestra manera de vivir en la Iglesia,<br />

en el necesario diálogo interreligioso,<br />

en nuestra relación con la creación, en fin,<br />

en toda nuestra misión como menores entre<br />

los menores de la tierra” (Shc 30).<br />

Por otra parte, la voz de los “menores” y,<br />

por tanto, de los “sin voz”, se hizo muy presente<br />

en el aula capitular. El documento capitular<br />

recoge esa presencia, y nos invita a<br />

caminar con ellos, haciendo nuestras sus<br />

alegrías y sus penas (cf. Shc 5). Esto exige,<br />

no sólo escucharles y defender sus derechos,<br />

sino ser solidarios con ellos y compartir<br />

su misma vida. Es en este contexto en<br />

el que se entienden las palabras del documento<br />

final del Capítulo: “Nuestra opción<br />

fundamental hoy –leemos en El Señor nos<br />

habla en el camino-, es la de vivir el Evangelio<br />

como menores entre los menores”<br />

(Shc 33).<br />

De este modo, la minoridad que inició<br />

con la contemplación de Cristo que se hace<br />

“menor” y “el contacto con la realidad dolorosa<br />

y esperanzadora de cada persona”<br />

(cf. Shc 11), termina necesariamente con<br />

una opción de vida y misión: “menores entre<br />

los menores de la tierra” (Shc 30).<br />

Al invitar a pasar de la contemplación a<br />

la vida, o si queremos de la “ortodoxia” a la<br />

“ortopraxis”, el documento capitular es coherente<br />

con un principio que sienta como<br />

punto de partida: “Ante todo la vida”, la experiencia,<br />

el contacto humano con la realidad<br />

(cf. Shc 10- 11). “La teoría ilumina la


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

419<br />

nos invita a la “lucidez y audacia” para llevar<br />

a cabo “una seria revisión de nuestra<br />

misión [...], y ensayar caminos inéditos de<br />

presencia y testimonio” (Shc 33), buscando<br />

nuevas formas de evangelización (cf. Cla<br />

74) más en consonancia con cuanto exige<br />

nuestra vida de Hermanos Menores.<br />

Todo ello exige, como nos recuerda el<br />

Capítulo, “un permanente discernimiento y<br />

una evaluación constante de nuestra vida”<br />

(Shc 35), una “revisión crítica continua [...]<br />

de nuestros actuales ministerios” (Shc 58),<br />

de tal modo que podamos “reencontrar el<br />

centro de nuestra misión”, y desde ahí podamos<br />

“abrazar la liminalidad” y “habitar la<br />

marginalidad” (cf. Shc 33), creando nuevos<br />

espacios y asumiendo riesgos “que den un<br />

testimonio fehaciente de la realidad de<br />

nuestra vocación y misión”, como “Fraternidad-en-misión<br />

al servicio de la Iglesia y<br />

del mundo” (Shc 58).<br />

A este punto todo esto está exigiendo de<br />

nosotros “un proyecto de evangelización<br />

con clara identidad franciscana”. Lo recordé<br />

y pedí en el Capítulo (cf. Cla 79), y lo recuerda<br />

y pide también el documento final<br />

del Capítulo (cf. Shc 34). Un Proyecto que<br />

una e integre vocación, vida fraterna y misión,<br />

desde la minoridad, pues, como recuerda<br />

El Señor nos habla en el camino,“la<br />

vida de fe en comunidad es nuestro principal<br />

signo en el mundo” (Shc 34; cf. 49; Cla<br />

75). Nuestro empeño por conseguir esta<br />

unidad entre vocación, vida fraterna y misión,<br />

está exigiendo estrategias de “cooperación”<br />

y de “intercambio” entre las Entidades”<br />

(Shc 57).<br />

Con ello el documento final del Capítulo<br />

nos está pidiendo que prestemos mucha<br />

atención a la fragmentación que con frecuencia<br />

caracteriza nuestras vidas, y, al<br />

mismo tiempo, afirma que en la aplicación<br />

de las “orientaciones” que nos llegan del<br />

Capítulo, nos jugamos la unidad de nuestra<br />

vocación, nuestra vida en fraternidad y<br />

nuestra misión. Es decir, nos jugamos nuestro<br />

presente y nuestro futuro.<br />

Por otra parte, nuestra evangelización y<br />

misión ha de hacerse siempre en un clima<br />

de colaboración entre nuestras Entidades<br />

(cf. Shc 59), y en colaboración con los laivida,<br />

pero no puede nunca sustituirla” (Shc<br />

10). Ninguna teoría, por hermosa que sea,<br />

podrá ahorrarnos la necesidad de pasar por<br />

el camino de la experiencia, de la cercanía a<br />

la realidad histórica, a la escucha de la Palabra<br />

y su traducción inmediata a la vida,<br />

como hizo Francisco, quien, “después de<br />

escuchar el Evangelio, no tarde en cambiar<br />

su forma de vestir. Necesita practicar la palabra<br />

escuchada, aunque sea de modo parcial<br />

y material” (Shc 11). Habiendo escuchado<br />

la voz de los “menores” (cf. Shc 5),<br />

ahora nuestra minoridad ha de ser vivida y<br />

expresada a través de la comunión con los<br />

menores, “los pobres y crucificados de esta<br />

tierra”, “representantes” del Cristo pobre y<br />

crucificado (cf. Shc 9), a quien hemos prometido<br />

seguir.<br />

En la Visita se ha de tener muy presente<br />

la vivencia de la minoridad y pobreza,<br />

no sólo en sus aspectos de austeridad y pobreza,<br />

sino también en cuanto comunión<br />

afectiva y efectiva con los “menores” de la<br />

tierra. ¿Dónde estamos? ¿Con quiénes estamos?<br />

¿Con quiénes nos identifican? Todas<br />

estas preguntas hemos de ponérnoslas los<br />

hermanos. La Visita, con el capítulo que le<br />

sigue, son una buena ocasión para dar una<br />

respuesta a dichas preguntas y tomar las opciones<br />

en la dirección justa.<br />

5. Renovar la evangelización en sus<br />

formas y estructuras<br />

El tema de la misión fue otro de los<br />

temas importantes en este Capítulo. No podía<br />

ser menos pues todos reconocemos en la<br />

misión un elemento integrante de la vocación<br />

franciscana desde sus orígenes. Hablar<br />

de evangelización es, por tanto, hablar de<br />

nuestra vocación y de nuestra razón de ser<br />

en la Iglesia y en el mundo. Al mismo tiempo<br />

todos somos conscientes de que el mayor<br />

reto del tercer milenio es la evangelización<br />

en todas sus formas, y todos sentimos,<br />

al mismo tiempo, la urgencia de refundarla<br />

y renovarla en sus formas y estructuras.<br />

El Capítulo no oculta esta necesidad. Por<br />

este motivo El Señor nos habla en el camino,<br />

teniendo en cuenta que “nos encontramos<br />

inmersos en un cambio de época, con<br />

nuevos paradigmas y categorías” (Shc 33),


420 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

cos y los obispos, “para proteger y reforzar<br />

la dimensión específicamente franciscana<br />

de nuestra vocación al servicio de la Iglesia<br />

y del mundo” (Shc 58).<br />

La evangelización -“llenar la tierra con<br />

el Evangelio de Cristo” (1Cel 97)-, en estos<br />

momentos, sin embargo, pasa necesariamente<br />

por el diálogo: “La misión adquiere<br />

hoy la forma de diálogo [...], como presencia<br />

en medios fronterizos y conflictivos, como<br />

acción en los nuevos areópagos, como<br />

actividad intelectual y cultural, y como intercambio<br />

de experiencia interreligiosas”<br />

(Shc 36).<br />

En un mundo, como el nuestro, en el que<br />

la globalización, la postmodernidad, y el pluralismo<br />

religioso han multiplicado las fronteras,<br />

nosotros, en cuanto seguidores de Jesús<br />

y a ejemplo de Francisco, estamos llamados<br />

a ir al encuentro del “otro”, a “pasar a la<br />

otra orilla”, a ser cruzadores de fronteras (cf.<br />

Shc 36), ya sean fronteras geográfica, sociales,<br />

culturales, políticas o religiosas, y, desde<br />

la lógica del don y una espiritualidad que en<br />

el Capítulo ha sido llamada espiritualidad de<br />

presencia, kenosis, armonía y totalidad-integridad,<br />

sin excluir a ninguno y abrazando a<br />

todos, estamos llamados a trabajar por una<br />

sociedad sin fronteras ni excluidos. Todo esto<br />

presupone la “fe en Dios”, pero también<br />

“una notable confianza humana”, y una<br />

constante actitud de aprendizaje frente al<br />

otro, “sin dejarnos encerrar en las fronteras<br />

creadas por las ideologías de turno”, pues sólo<br />

así podremos transformarnos “en un faro<br />

de esperanza, en una oferta generosa de fe y<br />

de comunión” (Shc 37).<br />

Para que este diálogo sea posible, el Capítulo<br />

general extraordinario recordó la necesidad<br />

de “entender, asumir y practicar los<br />

principios de la inculturación y de la interculturalidad”<br />

(Shc 38; cf. 57), como consecuencia<br />

del reconocimiento de la realidad<br />

carismática, plural y diversa de nuestra misión.<br />

Al mismo tiempo, sin embargo, queremos<br />

y hemos de trabajar por mantener una<br />

profunda unidad que nace y se alimenta en<br />

la medida en que fundamentemos nuestras<br />

vidas “en el Evangelio de nuestro Señor Jesucristo,<br />

en obediencia, sin propio y en castidad”<br />

(Shc 38). Es en el seguimiento de<br />

Cristo donde recobraremos la unidad de una<br />

Fraternidad-en-misión, y es desde él que<br />

obtendremos las fuerzas necesarias para enfrentarnos<br />

a las dificultades propias de la<br />

misión: “Sólo siguiendo las huellas de<br />

nuestro Señor Jesucristo, de su vida, pasión,<br />

muerte y resurrección, encontraremos la<br />

fuerza y la lucidez para afrontar, en una<br />

perspectiva del don, la realidad personal,<br />

comunitaria y social, marcadas siempre por<br />

la finitud y el pecado” (Shc 24). Sin olvidar<br />

que conocer, actualizar y transmitir el patrimonio<br />

filosófico y teológico de nuestros<br />

maestros, puede ser un instrumento muy<br />

válido, dada su actualidad, para cualificar<br />

nuestro diálogo/misión con el mundo (cf.<br />

Shc 12. 56).<br />

2. Las orientaciones prácticas<br />

Como ya he dicho, el Capítulo ha querido<br />

siempre ser un “Capítulo abierto”. Por<br />

este motivo, en la segunda parte del documento<br />

final, El Señor nos habla en el camino,<br />

encontramos “orientaciones prácticas”<br />

cuyo objetivo es el de ofrecernos “senderos<br />

para el futuro”. Estas orientaciones tocan<br />

aspectos muy concretos de nuestra vida: fe<br />

y relaciones fraternas (cf. Shc 50-51), cuidado<br />

de nuestra vocación (cf Shc 52-56), interdependencia,<br />

internacionalidad e interculturalidad<br />

(cf Shc 57), fraternidad-en-misión<br />

(Shc 58-60). Toca ahora a cada Entidad<br />

llevar a la vida concreta de los hermanos dichas<br />

“orientaciones prácticas”, conscientes<br />

de que en ello nos jugamos el sentido profundo<br />

del Capítulo y su fruto.<br />

Sin embargo, como bien reconoce el documento<br />

El Señor nos habla en el camino,<br />

no se trata de aplicarlas todas al mismo<br />

tiempo, ni tampoco de aplicarlas uniformemente<br />

en toda la Orden. No todas las Entidades<br />

han hecho el mismo camino, ni todas<br />

viven las mismas situaciones. Formando todos<br />

una fraternidad (cf CCGG 1, 1), somos<br />

diversos, y esta diversidad, “que caracteriza<br />

nuestra Orden” (Shc 49/2.) ha de ser respetada,<br />

en cuanto “es noticia de un Dios<br />

siempre fecundo” (Shc 4). Por tanto, la<br />

puestaenprácticadeestasorientaciones<br />

“deberá revestir formas diferentes y diver-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

421<br />

sos grados de aplicación en las distintas regionesdelaOrden”(Shc<br />

49/2). Toca, pues,<br />

a cada Entidad discernir aquellas que considere<br />

más adecuadas para su crecimiento, teniendo<br />

en cuenta que hay “formas múltiples”<br />

para desarrollar las reflexiones y<br />

orientaciones del documento final (Shc 46).<br />

Vosotros, en cuanto Visitadores, debéis<br />

ayudar a las Entidades que vais a visitar, a<br />

discernir, partiendo de su propia situación<br />

y considerando “cuidadosamente su propio<br />

crecimiento” (Shc 49/3), cuáles de las<br />

“orientaciones” propuestas por el Capítulo<br />

han de ser tenidas mayormente en cuenta,<br />

para continuar escribiendo una renovada<br />

historia de fidelidad a Dios y al hombre.<br />

Es ésta una misión que considero muy<br />

importante en vuestro servicio como Visitadores:<br />

Hacer todo lo posible para que las<br />

Entidades visitadas entren en clima de discernimiento<br />

y que con la debida seriedad se<br />

pregunten: ”Señor, ¿qué quieres que haga?”,<br />

“Hermanos ¿qué hemos de hacer?”.<br />

Si logramos que nuestras Entidades entren<br />

en este clima de discernimiento, estoy seguro<br />

que ayudaremos a curar la nostalgia de<br />

unos; el cansancio, la desilusión y el escepticismo<br />

de otros, y a todos ayudaremos a<br />

optar por una fidelidad creativa, tal como<br />

nos pide la Iglesia (VC 37) y la Orden. La<br />

nuestra, hemos de recordarlo muchas veces<br />

y recordárselo a los hermanos, es la hora de<br />

la siembra, es la hora del discerminiento y<br />

de la fidelidad creativa. Asumir todo esto,<br />

aun en medio de la fatiga y, a veces, del desconcierto,<br />

es apostar por el presente que<br />

tendrá futuro.<br />

Conclusión<br />

El capítulo que acabamos de celebrar ha<br />

sido una fuerte y apremiante llamada a vivir<br />

nuestra vida en profundidad, una llamada a<br />

la conversión, a vivir de la fe y desde la fe, a<br />

volver al Evangelio para volver a Cristo, a<br />

revivir la experiencia fundación de nuestra<br />

Fraternidad, con el fin de reidentificar y reapropiarnos<br />

de la intuición original de Francisco.<br />

Ha sido un fuerte aldabonazo a mejorar<br />

nuestra comunicación, particularmente a<br />

niveles de fe y de vivencia vocacional, a<br />

“volvernos” los unos hacia los otros, a derribar<br />

barreras y prejuicios, a acogernos desde<br />

la escucha recíproca, a superar provincialismos,<br />

etnocentrismos, castas y regionalismos,<br />

a ensanchar el corazón a la dimensión<br />

del mundo. El Capítulo nos ha hecho una<br />

llamada urgente a no dejarnos atenazar por<br />

la crisis y el miedo, a no encerrarnos en nosotros<br />

mismos, a no reducir nuestras presencias<br />

al confortable y seguro espacio de nuestros<br />

conventos, sino a salir, a descentrarnos<br />

para re-centrarnos, a des-localizarnos para<br />

re-localizarnos, a des-arraigarnos y reimplarnarnos,<br />

a sentirnos itinerantes hacia la liminaridad,<br />

la frontera, la periferia, hacia los<br />

“claustros olvidados”, habitados por los “leprosos”<br />

de hoy. En todo momento, nos recordó<br />

el capítulo, los hermanos hemos de<br />

estar atentos a no dar culto a los ídolos del<br />

activismo y la eficiencia, para poder mantener<br />

el talante profético de nuestra vida. En<br />

este contexto el Capítulo nos hizo una fuerte<br />

llamada a des-centrarnos de lo urgente para<br />

volver a lo esencial, y dar calidad evangélica<br />

a nuestra vida. Todo esto pasa por una<br />

opción clara por la formación permanente.<br />

Ella es la que puede nutrir una verdadera y<br />

profunda fidelidad creativa.<br />

La Visita canónica que estáis llamados a<br />

realizar ha de tener en cuenta todas estas<br />

llamadas del Capítulo, así como sus propuestas.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general<br />

8. Conclusione dell’Incontro con i Visitatori<br />

e Festa di santa Elisabetta<br />

d’Ungheria<br />

17 novembre 2006<br />

Le due passioni di<br />

Elisabetta d’Ungheria<br />

Sir, 26, 1-4. 13-21; Mt 25, 31-40<br />

Cari Fratelli,<br />

Il Signore vi dia pace!<br />

Oggi, in coincidenza con la chiusura di<br />

questo incontro, inizia ufficialmente l’VIII


422 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Centenario della nascita di santa Elisabetta,<br />

principessa di Ungheria, Gran Contessa di<br />

Turingia e penitente francescana. Questo<br />

giubileo, che tocca molto da vicino i Fratelli<br />

e le Sorelle del TOR e dell’OFS, che si<br />

onorano di averla come patrona, deve essere<br />

convenientemente celebrato da quanti<br />

fanno parte della grande Famiglia Francescana,<br />

dal momento che santa Elisabetta, a<br />

tutti i diritti, è una delle sue glorie.<br />

Dinanzi a questa celebrazione giubilare,<br />

in profonda comunione con tutta la Famiglia<br />

Francescana, particolarmente con i Fratelli e<br />

le Sorelle del TOR e dell’OFS, è logico domandarsi:<br />

Che messaggio offre oggi a noi,<br />

Frati Minori, la figura di santa Elisabetta?<br />

Cosa può dire ai francescani di oggi una<br />

donna avvolta dalla penombra di un passato<br />

remoto e da un mondo pieno di leggende?<br />

Cosa può dirci questa donna dalla quale ci<br />

separano tanti anni e tante altre cose?<br />

Il suo messaggio, e ciò che ne fa una figura<br />

davvero attuale, scaturisce e prende<br />

forza dalle sue due grandi passioni: quella<br />

per Cristo e quella per i poveri. Due passioni<br />

che la pongono in perfetta sintonia spirituale<br />

e carismatica con Francesco, al quale<br />

senza dubbio si ispirò, e con Chiara, cioè<br />

con due cuori conquistati da Cristo e dai poveri,<br />

nei quali scoprirono Cristo. Tutta la vita<br />

di santa Elisabetta, inclusa l’estrema penitenza,<br />

può essere compresa solo alla luce<br />

di queste due passioni.<br />

La passione per Cristo portò Elisabetta<br />

ad assumere il Vangelo come forma di vita<br />

e a viverlo nel più genuino stile di Francesco:<br />

semplicemente, sine glossa, intuttii<br />

suoi aspetti spirituali e concreti. Questa sua<br />

intenzione trovò espressione nei suoi atteggiamenti<br />

esistenziali più profondi, come il<br />

riconoscimento della signoria assoluta di<br />

Dio; l’esigenza di spogliarsi di tutto e di farsi<br />

piccola come una bambina per entrare nel<br />

regno del Padre; l’adempimento, fino alle<br />

sue ultime conseguenze, del comandamento<br />

nuovo dell’amore.<br />

Elisabetta non lasciò nulla di scritto, ma<br />

diversi momenti della sua vita possono essere<br />

compresi solo partendo da una comprensione<br />

letterale del Vangelo. Seppe realizzare<br />

il programma di vita proposto da<br />

Gesù nel Vangelo:<br />

– chi vorrà salvare la propria vita, la perderà;<br />

chi perderà la propria vita per causa<br />

mia e del vangelo, la salverà. (Mc 8,<br />

35 e Lc 17, 33).<br />

– Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi<br />

se stesso, prenda la sua croce e mi<br />

segua (Mc 8, 34).<br />

– Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello<br />

che possiedi, dallo ai poveri e avrai un<br />

tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi (Mt<br />

19,21).<br />

– Chi ama il padre o la madre più di me<br />

non è degno di me; chi ama il figlio o la<br />

figlia più di me non è degno di me (Mt<br />

10,37).<br />

La sua passione per Cristo si manifestava<br />

e si alimentava attraverso una comunione<br />

profonda fatta di una vita di preghiera intensa,<br />

continua, che a volte sfociava nell’estasi.<br />

La coscienza costante della presenza<br />

del Signore era la fonte della sua forza, della<br />

sua gioia e del suo impegno per i poveri.<br />

Anche l’incontro di Cristo nei poveri, però,<br />

animava la sua fede e la sua preghiera, perché<br />

in questo incontro era portata ad “identificarsi”<br />

con loro. Non c’è da meravigliarsi<br />

di questo, dal momento che il suo pellegrinaggio<br />

incontro a Dio era scandito da<br />

passi decisi di distacco fino alla spogliazione<br />

totale, come Cristo sulla croce. Alla fine<br />

non le rimase nulla, se non la tunica grigia<br />

della penitenza, che volle conservare come<br />

simbolo e sudario.<br />

La sua passione per Cristo, che da ricco<br />

si fece povero, la portò a seguirlo radicalmente<br />

e a trovarlo e servirlo nei suoi “rappresentanti,<br />

i poveri e crocifissi della terra”,<br />

come li chiama il documento del nostro Capitolo<br />

straordinario (Spc 9). Elisabetta serviva<br />

personalmente gli emarginati, i poveri<br />

e gli infermi. Come Francesco si prendeva<br />

cura dei lebbrosi, rifiuto della società. Giorno<br />

dopo giorno, ora dopo ora, povero dopo<br />

povero, visse e trovò la misericordia di Dio<br />

nel fiume di dolore e miseria da cui era avvolta.<br />

Negli sventurati Elisabetta vedeva la<br />

persona di Cristo (Mt 25,40). Questo le diede<br />

forza per vincere la sua naturale ripugnanza,<br />

al punto da arrivare a baciare le ferite<br />

purulente dei lebbrosi.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

423<br />

Forgiata nella fucina evangelica di Francesco<br />

d’Assisi, come il Poverello e come<br />

Chiara, sua “pianticella”, Elisabetta abbandonò<br />

le vane glorie e le ambizioni mondane,<br />

il frastuono della corte, le comodità, le<br />

ricchezze, gli abiti di lusso... uscì dal suo<br />

castello e pose la sua tenda tra i disprezzati<br />

eiferitiperservirli.<br />

La santità consiste nell’amare come Gesù<br />

amò. Amare Dio e il prossimo, sono due<br />

comandamenti che non si possono separare.<br />

Passione per Cristo e per i poveri, sono<br />

due passioni che vanno necessariamente<br />

insieme. Ma tutto ciò non è follia? Sì, è la<br />

follia dell’amore, che non conosce limiti; è<br />

la follia della santità; e quella di Elisabetta<br />

è un’autentica follia! Nella sua vita brilla<br />

con particolare splendore la supremazia<br />

della carità. La sua persona è un canto all’amore,<br />

plasmato nel servizio e nell’abnegazione,<br />

dedito nel seminare il bene, come<br />

l’amore di ogni «donna virtuosa», della<br />

quale ci parlava la prima lettura (cf Sir<br />

26,1-3). Questo amore, che fece sgorgare<br />

in lei un’ardente forza interiore, caratteristica<br />

di una «moglie brava» (cf Sir 26,2),<br />

come fu Elisabetta, la portò a irradiare<br />

gioia e serenità, anche nella tribolazione,<br />

nella solitudine e nel dolore. Così, fedele<br />

alla sua missione – «Dobbiamo rendere gli<br />

uomini felici», diceva alle sue sorelle e ancelle<br />

– Elisabetta rallegrava il cuore di<br />

quanti le si avvicinavano (cf Sir 26,13). Il<br />

fondo della sua anima era abitato dal regno<br />

della pace.<br />

Elisabetta passò per questa vita come<br />

una meteora luminosa e portatrice di speranza.<br />

Illuminò l’oscurità di molte anime.<br />

Portò gioia ai cuori afflitti. Nessuno potrà<br />

contare le lacrime che asciugò, le ferite che<br />

sanò, l’amore che risvegliò.<br />

In questo momento in cui il nostro Ordine<br />

è impegnato in un profondo rinnovamento<br />

che ci porta a seguire più da vicino e<br />

più radicalmente Cristo e mentre il Capitolo<br />

generale straordinario ci ha invitato più<br />

volte ad essere minori con i minori della<br />

terra, Elisabetta ci si presenta non solo come<br />

una donna profondamente evangelica,<br />

ma anche come un modello da seguire nella<br />

sua passione per Cristo e per i poveri.<br />

Ricordiamo, durante questo anno giubilare,<br />

la personalità tanto singolare di Elisabetta,<br />

perché, attraverso la conoscenza e<br />

l’ammirazione di questa figura, tutti seguiamo<br />

Cristo e, sulle orme di Francesco, Chiara<br />

ed Elisabetta, ci convertiamo in strumenti<br />

di pace e letizia e impariamo a versare un<br />

po’ di balsamo sulle ferite di chi vive nel<br />

nostro ambiente, a umanizzare le vicende<br />

che viviamo, ad asciugare un po’di lacrime.<br />

Apriamo i nostri cuori dove non è presente<br />

la misericordia del Padre. L’impegno di<br />

santa Elisabetta stimoli il nostro. Il suo<br />

esempio e la sua intercessione illumineranno<br />

il nostro cammino verso il Padre, fonte<br />

di ogni amore: il bene, tutto il bene, il sommo<br />

bene; la quiete e la gioia.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general<br />

9. Carta de la CFF con motivo del VIII<br />

Centenario del nacimiento de santa<br />

Isabel princesa de Hungría, gran<br />

Condesa de Turingia, penitente franciscana<br />

Roma, 17 de Noviembre de 2006<br />

Fiesta de Santa Isabel<br />

Hemos creído en el amor<br />

A todas las hermanas y hermanos de la<br />

familia franciscana, de manera especial, a<br />

todos las hermanas y hermanos de la Tercera<br />

Orden Regular y de la Orden Franciscana<br />

Seglar, que se honran en tener a Sta. Isabel<br />

como patrona: la misericordia de Dios inunde<br />

vuestros corazones.<br />

1. VIII centenario, 1207-2007<br />

El próximo año 2007, celebraremos el<br />

VIII centenario del nacimiento de santa Isabel,<br />

princesa de Hungría, gran condesa de<br />

Turingia y penitente franciscana. Este año<br />

jubilar se abrirá el 17 de noviembre de<br />

2006, fiesta de santa Isabel, y se cerrará el<br />

mismo día de 2007.<br />

La Tercera Orden Franciscana la honra<br />

como patrona y toda la familia franciscana


424 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

la cuenta entre sus glorias. Queremos aprovechar<br />

esta ocasión única para presentar su<br />

figura excepcional de entrega a Dios Padre,<br />

en el seguimiento de Cristo y en la disolución<br />

de todo su ser en el Dios-Amor.<br />

El papa Benedicto XVI, en la encíclica<br />

programática de su pontificado, Deus caritas<br />

est, nos ha recordado cuál es la opción<br />

fundamental del cristiano expresada con estas<br />

palabras: Hemos creído en el amor de<br />

Dios. Ojalá nuestra fe salga fortalecida en<br />

este encuentro jubilar con santa Isabel que<br />

creyó profundamente en el amor.<br />

En la vida de santa Isabel se manifiestan<br />

actitudes que reflejan literalmente el evangelio<br />

de Jesucristo: el reconocimiento del<br />

señorío absoluto de Dios; la exigencia de<br />

despojarse de todo y hacerse pequeña como<br />

un niño para entrar en el reino del Padre; el<br />

cumplimiento, hasta sus últimas consecuencias,<br />

del mandamiento nuevo del amor.<br />

Se vació de sí misma hasta hacerse asequible<br />

a todos los menesterosos. Descubrió<br />

la presencia de Jesús en los pobres, en los<br />

rechazados por la sociedad, en los hambrientos<br />

y enfermos (Mt 25). Todo el empeño<br />

de su vida consistió en vivir la misericordia<br />

de Dios-Amor y hacerla presente en<br />

medio de los pobres.<br />

Isabel buscó el seguimiento radical de<br />

Cristo que, siendo rico se hizo pobre, en el<br />

más genuino estilo de Francisco. Abandonó<br />

las ficciones y ambiciones del mundo, el<br />

boato de su corte, las comodidades, las riquezas,<br />

los atuendos de lujo... Bajó de su<br />

castillo y puso su tienda entre los despreciados<br />

y heridos para servirles. Fue la primera<br />

santa franciscana canonizada, forjada en la<br />

fragua evangélica de Francisco.<br />

Es cierto que la efemérides que celebramos<br />

se pierde en la penumbra de un pasado<br />

remoto, envuelta en leyendas, pero estamos<br />

convencidos de que, si en este año jubilar<br />

nos encontramos con la santa y su obra, más<br />

allá de la leyenda, saldremos enriquecidos<br />

en nuestro ser y en nuestro obrar.<br />

2. Leyenda y vida de Isabel<br />

Su vida ha sido entretejida de leyendas,<br />

fruto de la veneración, de la admiración y<br />

de la fantasía, que plasman facetas importantes<br />

de su personalidad. Pero nos interesa<br />

más la historia que se esconde detrás de las<br />

leyendas. Queremos conocer su personalidad,<br />

su genio, su santidad única y provocativa.<br />

Las leyendas que envuelven su persona<br />

son los colores vivos de su imagen, son<br />

la metáfora de los hechos; no las podemos<br />

tampoco desechar.<br />

¿Quién fue Isabel? Una princesa de<br />

Hungría que nació en 1207, hija del rey Andrés<br />

II y de Gertrudis de Andechs-Merano.<br />

Según la tradición húngara, nació en el castillo<br />

de Sárospatak, uno de los preferidos<br />

por la familia real, al norte de Hungría. Como<br />

fecha, la tradición suele indicar el 7 de<br />

julio. Nos queda seguro sólo el año.<br />

Siguiendo los usos vigentes entre la nobleza<br />

medieval, Isabel fue prometida como<br />

esposa a un príncipe alemán de Turingia. A<br />

los cuatro años (1211), fue confiada a la delegación<br />

germana que fue a recogerla en<br />

Presburgo, entonces la plaza fuerte más occidental<br />

del reino de Hungría.<br />

Fue educada en la corte de Turingia, junto<br />

a los otros hijos de la familia condal y<br />

junto al que sería su esposo, como era costumbre<br />

entonces. Se casó a los catorce años<br />

con Luis IV, landgrave o gran conde de Turingia.<br />

Tuvo tres hijos. Enviudó a los veinte<br />

años. Murió a los 24, en 1231. Fue canonizada<br />

por Gregorio IX en 1235. Un récord de<br />

vida densa y crucificada, para escalar la<br />

santidad más elevada y ser propuesta como<br />

ejemplo imperecedero de abnegación y entrega.<br />

Hay un malentendido arraigado entre en<br />

pueblo cristiano, debido a las leyendas y<br />

biografías populares poco rigurosas, que<br />

sostienen que Isabel fue reina de Hungría.<br />

Pues bien, jamás fue reina ni de Hungría ni<br />

de Turingia, sino princesa de Hungría y<br />

gran condesa o landgrave de Turingia, en<br />

Alemania. Tradicionalmente se representa a<br />

Isabel con una corona que usaba no como<br />

reina, sino como princesa o gran condesa.<br />

3. Esposa y madre<br />

Las compañeras y sirvientas de Isabel<br />

nos cuentan que su peregrinación hacia


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

425<br />

Dios empezó en la tierna infancia: sus juegos,<br />

sus ilusiones, sus oraciones apuntan<br />

desde su primeros años hacia un más allá.<br />

En 1221, a los14 años, se casó con el<br />

landgrave Luis IV de Turingia. Luis e Isabel<br />

habían crecido juntos y se trataban como<br />

hermanos. La boda tuvo lugar en la iglesia<br />

de san Jorge de Eisenach.<br />

Hasta 1227, Isabel fue ejemplar esposa,<br />

madre y landgrave o gran condesa de Turingia,<br />

una de las mujeres de más alta alcurnia<br />

del imperio.<br />

Las relaciones matrimoniales entre ellos<br />

no fueron según el estilo común de la época,<br />

de ordinario marcadas por razones políticas<br />

o de conveniencia, sino de afecto auténtico,<br />

conyugal y fraterno.<br />

De casada, Isabel dedicaba mucho tiempo<br />

a la oración en las altas horas de la noche,<br />

en la misma cámara matrimonial. Sabía<br />

que se debía a Luis totalmente, pero había<br />

oído ya la invitación del “otro esposo”:<br />

“sígueme”. De este amor con dos vertientes<br />

manaba, sin embargo, un profundo gozo y<br />

plena satisfacción, no el conflicto de una escisión<br />

interior. Dios era el valor supremo e<br />

incondicional que alentaba todos los otros<br />

amores al esposo, a los hijos, a los pobres.<br />

El milagro de las rosas que ha tejido la<br />

leyenda, no expresa bien estas relaciones<br />

matrimoniales. Cuando Isabel se vio sorprendida<br />

por su esposo con la falda cargada<br />

de panes, no tenía motivo alguno para esconder<br />

sus propósitos misericordiosos al<br />

marido. No tenía razón de ser que aquellos<br />

panes se convirtieran en rosas. Dios no hace<br />

milagros inútiles.<br />

Isabel tuvo tres hijos: Germán, el heredero<br />

del trono, Sofía y Gertrudis; ésta última<br />

nació cuando ya había muerto su esposo<br />

(1227), víctima de la peste, como cruzado<br />

camino de Tierra Santa. Ella contaba solamente<br />

20 años.<br />

Con la muerte de Luis, murió también la<br />

gran condesa y se acentuó la hermana penitente.<br />

Se discute entre los biógrafos si fue<br />

echada del castillo de Wartburgo o se marchó.<br />

Su respuesta a la soledad y al abandono<br />

fue el canto de agradecimiento que pidió<br />

entonar en la capilla de los Franciscanos, el<br />

Te Deum.<br />

4. Isabel, penitente franciscana<br />

Isabel de Hungría es la figura femenina<br />

que más genuinamente encarna el espíritu<br />

penitencial de Francisco. Se ha discutido si<br />

fue o no terciaria franciscana. Hemos de<br />

puntualizar que en los años de Isabel no se<br />

usaba todavía el término terciaria. Pero había<br />

ya numerosos penitentes franciscanos;<br />

muchos hombres y mujeres del pueblo seguían<br />

la vida penitencial marcada por san<br />

Francisco y predicada por sus frailes.<br />

Los hermanos menores llegaron a Eisenach,<br />

la capital de Turingia, a finales de<br />

1224 o inicios del 25, en cuyo castillo de<br />

Wartburgo residía la corte del gran ducado,<br />

presidida por Luis e Isabel.<br />

La predicación de los frailes menores entre<br />

el pueblo, la que habían aprendido de<br />

Francisco de Asís, era la vida de la penitencia,<br />

es decir, el abandono de la vida mundana,<br />

la práctica de la oración, de la mortificación<br />

y el ejercicio de las obras de misericordia.<br />

Este estilo de vida lo describe Francisco<br />

en la carta a todos los fieles penitentes.<br />

Un tal fray Rodrigo la introdujo en la vida<br />

penitencial que caló en su alma abonada<br />

ya para los valores del espíritu. Los testimonios<br />

de su franciscanismo, que aparecen<br />

en las fuentes isabelinas, son innegables:<br />

• Consta que Isabel cedió a los frailes<br />

franciscanos una capilla en Eisenach.<br />

• También hilaba lana para los frailes menores.<br />

• Cuando fue echada de su castillo, sola y<br />

abandonada, acudió a los Franciscanos<br />

para que cantaran un Te Deum en acción<br />

de gracias a Dios.<br />

• El Viernes Santo, 24 de marzo de 1228,<br />

puestas las manos sobre el altar desnudo,<br />

hizo profesión pública en la capilla franciscana.<br />

Asumió el hábito gris de penitente<br />

como signo externo.<br />

• Las cuatro sirvientas, interrogadas en el<br />

proceso de canonización, también tomaron<br />

este hábito gris. Esta “túnica vil”,<br />

con la que Isabel quiso ser sepultada, expresaba<br />

la profesión religiosa que le<br />

había conferido una nueva identidad.<br />

• El hospital que fundó en Marburgo<br />

(1229) lo puso bajo la protección de san


426 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Francisco, canonizado pocos meses antes.<br />

• El autor anónimo cisterciense de Zwettl<br />

(1236), afirmó que, “vistió el hábito gris<br />

de los frailes Menores”.<br />

El empeño demostrado por Isabel en vivir<br />

la pobreza, regalarlo todo y dedicarse a<br />

la mendicidad, ¿no eran las exigencias de<br />

Francisco a sus seguidores?<br />

Éstos testimonios vienen corroborados<br />

por otras fuentes, que ilustran la vida penitencial<br />

de Isabel; tales como las reglas y<br />

otros documentos franciscanos; el Memoriale<br />

propositi o regla antigua de los penitentes<br />

y las semejanzas o conformidades<br />

entre Isabel y Francisco.<br />

5. Las dos profesiones de Isabel<br />

En las fuentes biográficas encontramos<br />

dos profesiones de Isabel y dos maneras de<br />

profesar usadas entonces. Con la primera<br />

entró en la orden de la penitencia, todavía<br />

en vida de su esposo. Con sus manos en las<br />

del visitador Conrado de Marburgo, prometió<br />

obediencia y continencia.<br />

Conrado era un predicador de la cruzada,<br />

pobre y austero, probablemente sacerdote secular.<br />

Isabel, con el consentimiento de Luis,<br />

lo tomó personalmente porque era pobre.<br />

Los visitadores no tenían que ser necesariamente<br />

Franciscanos. San Francisco en la<br />

regla no bulada (1221) ordena que “ninguna<br />

mujer en absoluto sea recibida a la obediencia<br />

por algún hermano, sino que, una vez<br />

aconsejada espiritualmente, haga penitencia<br />

donde quiera” (cap. XII).<br />

Con Isabel profesaron además tres de su<br />

sirvientas o compañeras que formaron una<br />

pequeña fraternidad de oración y vida ascética<br />

bajo su superior-visitador Conrado.<br />

Después de la muerte de su esposo, ellas<br />

la acompañaron en su destierro del castillo<br />

hacia el reino de los pobres. Fueron su<br />

aliento en las horas amargas de soledad y<br />

abandono. Con ella emitieron una segunda<br />

profesión pública, el Viernes Santo de<br />

1228, y se consolidó una comunidad religiosa.<br />

Sus sirvientas recibieron como ella el<br />

hábito gris y se empeñaron en el mismo<br />

propósito de esparcir la misericordia de<br />

Dios; comían y trabajaban juntas, salían<br />

juntas a visitar las casas de los pobres y les<br />

mandaba llevar alimentos para repartir a los<br />

necesitados. Al regresar, las instaba a orar.<br />

Se trataba de una vida religiosa plena,<br />

para mujeres profesas, sin clausura estricta<br />

y dedicadas a una labor social: servicio a<br />

los pobres, marginados, enfermos, peregrinos...<br />

era un estilo de vida consagrada en el<br />

mundo.<br />

Pero la aprobación canónica de un tal estilo<br />

de vida comunitaria femenina, sin clausura<br />

estricta, tuvo que esperar siglos para<br />

ser reconocido por la Iglesia. La vida monacal<br />

era entonces la única forma canónica<br />

admitida por la Iglesia, para las comunidades<br />

religiosas de mujeres.<br />

Isabel, sin embargo, supo coordinar ambas<br />

actitudes, la de la intimidad con Dios y<br />

el servicio activo a los pobres: “Mariam induit,<br />

Martham non exuit”; se revistió de<br />

MaríaperonosedespojódeMarta.<br />

Hoy día las congregaciones femeninas<br />

TOR son unas 400 con unas cien mil religiosas<br />

profesas, que siguen las huellas de<br />

Isabel en la vida activa y contemplativa, y<br />

pueden llamarse sus herederas.<br />

6. Princesa y penitente misericordiosa<br />

La breve vida de Isabel está saturada de<br />

servicio amoroso, de gozo y de sufrimiento.<br />

Su prodigalidad y trato con los indigentes<br />

provocaba escándalo en la corte de Wartburgo;<br />

no encajaba en su medio. Muchos vasallos<br />

la tenían como una loca. Aquí encontró<br />

una de sus grandes cruces: crucificada entre<br />

la sociedad a la que pertenecía y la de aquellos<br />

que desconocían la misericordia.<br />

Ejerciendo la plenitud de su poder, cuando<br />

era todavía la gran condesa, en ausencia<br />

de su marido, tuvo que afrontar las calamidades<br />

de una carestía general que asoló el<br />

país. No dudó en vaciar los graneros del<br />

condado para socorrer a los menesterosos.<br />

Isabel servía personalmente a los abatidos,<br />

a los pobres y enfermos. Cuidó leprosos,<br />

la escoria de la sociedad, como Francisco.<br />

Día a día, hora a hora, pobre a pobre,<br />

vivió y gastó la misericordia de Dios en el<br />

río de dolor y de miseria que la envolvía.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

427<br />

En los desventurados, Isabel veía la persona<br />

de Cristo (Mt. 25,40). Esto le dio fuerza<br />

para vencer su repugnancia natural, tanto<br />

que llegó hasta a besar las heridas purulentas<br />

de los leprosos.<br />

Pero Isabel usó no sólo del corazón, sino<br />

también de la inteligencia en su obra asistencial.<br />

Sabía que la caridad institucionalizada<br />

es más efectiva y duradera. En vida de<br />

su marido, contribuyó en la erección de<br />

hospitales en Eisenach y Gotha. Luego<br />

construyó el de Marburgo, la obra predilecta<br />

de su viudedad. Para atenderlo fundó una<br />

fraternidad religiosa con sus amigas y sirvientas.<br />

Trabajaba con sus propias manos: en la<br />

cocina, preparando la comida; en el servicio<br />

de los indigentes hospitalizados; fregaba los<br />

platos y alejaba las sirvientas, cuando éstas<br />

se lo querían impedir. Aprendió a hilar lana<br />

y a coser vestidos para los pobres y ganarse<br />

el sustento.<br />

7. Isabel contemplativa y santa<br />

La santidad aparece en la historia de la<br />

Iglesia como una locura, la locura de la<br />

cruz. Y la de Isabel es una auténtica locura.<br />

En su vida brilla con singular esplendor la<br />

supremacía de la caridad. Su persona es un<br />

canto al amor, plasmado en servicio y abnegación,<br />

volcado a sembrar el bien.<br />

Se propuso vivir el Evangelio sencillamente,<br />

sin glosa, diría Francisco, en todos<br />

los aspectos, espiritual y material. Ella no<br />

dejó nada escrito, pero numerosos pasajes<br />

de su vida sólo pueden entenderse desde<br />

una comprensión literal del evangelio. Hizo<br />

realidad el programa de vida propuesto por<br />

Jesús en el Evangelio:<br />

• El que pretenda guardar su vida, la perderá;<br />

y el que la pierda por amor a mí o al<br />

Evangelio, la recobrará (Lc 17, 33; Mc 8,<br />

35).<br />

• Si alguno quiere venir en pos de mí, niéguese<br />

a sí mismo, tome su cruz y sígame<br />

(Mc 8, 34-35).<br />

• Si quieres ser perfecto ve, vende los que<br />

tienes, dáselo a los pobres y sígueme (Mt<br />

19,21).<br />

• El que ama a su padre, madre e hijos más<br />

que a mí, no puede ser digno de mí (Mt<br />

10,37).<br />

La ardiente fuerza interior de Isabel brotaba<br />

de su contacto con Dios. Su oración era<br />

intensa, continua, a veces, hasta el arrobamiento.<br />

La conciencia constante de la presencia<br />

del Señor era la fuente de su fortaleza<br />

y alegría, y de su compromiso con los<br />

pobres. Pero también el encuentro de Cristoenlospobresestimulabasufeysuplegaria.<br />

Su peregrinación hacia Dios está jalonada<br />

por pasos decididos de desprendimiento<br />

hasta llegar al despojo total como Cristo en<br />

la cruz. Al final no le quedó nada más que la<br />

túnica gris y pobre de penitencia que quiso<br />

conservar como símbolo y mortaja.<br />

Isabel irradiaba gozo y serenidad. El fondo<br />

de su alma era el reino de la paz. Hizo realidad<br />

la perfecta alegría enseñada por<br />

Francisco en la tribulación, en la soledad y<br />

en el dolor. “Hemos de hacer los hombres<br />

felices”, les decía a sus sirvientas-hermanas.<br />

8. Conclusión<br />

Isabel pasó por esta vida como un meteoro<br />

luminoso y esperanzador. Encendió luces<br />

en la oscuridad de muchas almas. Llevó<br />

el gozo a los corazones afligidos. Nadie podrá<br />

contar las lágrimas que secó, las heridas<br />

que cicatrizó, el amor que despertó.<br />

Su santidad fue una novedad rica en matices<br />

y eminentes virtudes. Ya no fueron las<br />

mártires o las vírgenes las que tuvieron acceso<br />

al honor de los altares, sino también las<br />

esposas, las madres y las viudas.<br />

Isabel recorrió el camino del amor cristiano<br />

como seglar, esposa y madre pero,<br />

después de la segunda profesión, fue una<br />

mujer plenamente consagrada a Dios y al<br />

alivio de la miseria humana.<br />

La Orden Tercera de san Francisco, la regular<br />

y la secular, se proponen avivar la memoria<br />

de su santa patrona en el octavo centenario<br />

de su nacimiento y proponerla como<br />

luz y ejemplo del compromiso evangélico.<br />

La familia franciscana quiere honrar la primera<br />

mujer que alcanzó la santidad siguiendo<br />

las huellas de Cristo según la “forma vitae”<br />

de Francisco.


428 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Si evocamos su nacimiento, su personalidad<br />

singular y su sensibilidad, es para que,<br />

a través del conocimiento y de la admiración,<br />

nos convirtamos en instrumentos de<br />

paz, aprendamos a verter un poco de bálsamo<br />

en las heridas de nuestro entorno, a humanizar<br />

nuestra circunstancia, a secar algunas<br />

lágrimas. Derramemos corazón donde<br />

no campea la misericordia del Padre. El<br />

compromiso que vivió Isabel estimule<br />

nuestro compromiso. Su ejemplo e intercesión<br />

iluminarán nuestro camino hacia el Padre,<br />

fuente de todo amor:<br />

el Bien, todo bien, sumo bien; la quietud<br />

y el gozo.<br />

FR.MAURO JÖHRI<br />

Minister generalis <strong>OFM</strong>Cap<br />

Praeses CFF<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />

Minister generalis <strong>OFM</strong><br />

FR.JOACHIM GIERMEK<br />

Minister generalis <strong>OFM</strong>Conv<br />

FR.ILIJA ŽIVKOVIč<br />

Minister generalis TOR<br />

ENCARNACIÓN DEL POZO<br />

Minister generalis OFS<br />

SR.ANISIA SCHNEIDER<br />

Praeses CFI-TOR<br />

Fuentes Principales<br />

1. Conrado de Marburgo, Epistola, también llamada<br />

Summa Vitae, síntesis biográfica.<br />

2. Dicta quatuor ancillarum [Declaraciones de las<br />

cuatro doncellas].<br />

3. Cesáreo de Heisterbach, cisterciense, Vita sancte<br />

Elysabeth lantgravie, [Vida de Santa Isabel<br />

gran condesa] 1236.<br />

4. Anónimo de Zwettl, cisterciense, Vita Sanctae<br />

Elisabeth, Landgravie Thuringiae [Vida de santa<br />

Isabel gran condesa de Turingia] 1236.<br />

5. Crónica de Reinhardsbrun, el monasterio benedictino.<br />

6. Anónimo Franciscano, Vita beate Elisabeth,[Vida<br />

de santa Isabel], de finales del s. XIII.<br />

7. Dietrich de Apolda, dominico, Vita S. Elisabeth,<br />

entre 1289 y 1291.<br />

10. Convegno dei Commissari di Terra<br />

Santa<br />

1. Omelia<br />

Jerusalén, 19 de noviembre de 2006<br />

¡Hemos visto al Señor!<br />

Joel 3, 1-5; Sal 103, 1ss; Jn 20, 19-23<br />

Queridos hermanos:<br />

El Señor os dé la paz.<br />

“¡Qué alegría cuando me dijeron vamos<br />

a la casa del Señor, ya están pisando nuestros<br />

pies tus umbrales Jerusalén” (Sal 122,<br />

1-2). La alegría que sentía el peregrino del<br />

viejo Israel cuando por primera vez divisaba<br />

la ciudad santa de Jerusalén, es la misma<br />

alegría que sentimos todos nosotros cada<br />

vez que volvemos a Jerusalén, pues es como<br />

volver a casa, ya que, como dice el salmista,<br />

también de nosotros se puede decir:<br />

Todos hemos nacido en ella.<br />

Esta alegría es todavía mayor cuando tenemos<br />

la gracia de celebrar la Eucaristía<br />

aquí, en el monte Sión, en el Cenáculo, lugar<br />

santo entre los lugares santos. Cómo no<br />

sentir una profunda alegría cuando estamos<br />

en el lugar donde todavía hoy resuenan las<br />

palabras de Jesús en la última Cena: “Tomad<br />

y comed, tomad y bebed, esto es mi<br />

cuerpo, esta es mi sangre” (cf. Mt 26, 26-<br />

28), palabras con las cuales quedó instituida<br />

la Eucaristía, de la que nosotros somos ministros?<br />

¿Cómo no temblar al escuchar<br />

aquí, todavía hoy, el eco de aquellas otras<br />

palabra “haced esto en memoria mía” (1Cor<br />

11, 24-25), con las cuales queda instituido<br />

el sacramente del Orden, que nosotros, por<br />

pura gracia, hemos recibido? ¿Cómo esconder<br />

la alegría que experimentamos al escuchar<br />

las palabras del Señor: “A quienes perdonéis<br />

los pecados les quedan perdonados...”<br />

(Jn 20, 23), siendo que nosotros, en<br />

cuanto sacerdotes y por pura misericordia,<br />

hemos recibido tal poder? ¿Cómo no sentirnos<br />

confortados por la presencia del Espíritu<br />

Santo, que aquí descendió sobre los<br />

Apóstoles en oración con María (cf Hch 1,<br />

14; 2, 1-4) y que es alma de la misión de la<br />

Iglesia (cf AG 4), en la cual nosotros cola-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

429<br />

boramos directamente? Sí, queridos hermanos:<br />

grande es la alegría y profunda la emoción<br />

que sentimos al pisar este lugar santo,<br />

testigo de los últimos momentos de la vida<br />

terrena de Jesús, testigo de la presencia del<br />

Resucitado en medio de sus discípulos, testigo<br />

de la irrupción del Espíritu Santo sobre<br />

la Iglesia, testigo del primer envío, de la primera<br />

misión apostólica.<br />

Pero para nosotros franciscanos este lugar<br />

santo, el Cenáculo, tiene, si cabe, un<br />

significado todavía mayor que para los<br />

otros cristianos que llegan aquí de todo el<br />

mundo. Aquí, donde comenzó la Iglesia,<br />

aquí, donde nació la misión de la Iglesia (cf<br />

Jn 20, 20-21), aquí, nació nuestra misión en<br />

Tierra Santa, nació la Custodia de Tierra<br />

Santa, siendo todavía hoy el lugar de referencia<br />

de todos los que de un modo u otro<br />

pertenecemos y trabajamos por la “perla”<br />

de las misiones franciscanas. ¡Cómo no ver<br />

en esta coincidencia geográfica un signo de<br />

la providencia del Señor! Quiera el buen<br />

Dios que un día, no muy lejano, este lugar<br />

santo vuelva a sus legítimos propietarios:<br />

los Hermanos Menores, custodios de Tierra<br />

Santa en nombre de la Iglesia católica.<br />

Quiera el Señor que un día, no muy lejano,<br />

el claustro del antiguo convento franciscano,<br />

todavía en pie a pocos metros de donde<br />

nos encontramos, pueda ser de nuevo cobijo<br />

de los hijos del Poverello, de tal forma<br />

que su presencia en este lugar santos sea<br />

continuidad de aquella otra presencia que<br />

los hermanos mantuvieron en este lugar durante<br />

siglos, hasta que fueron injustamente<br />

obligados a dejarlo.<br />

Pero más allá de los recuerdos históricos<br />

que evoca este lugar, más allá de las emociones<br />

que este lugar despierta en todos nosotros,<br />

hemos de escuchar el mensaje que,<br />

después de más de veinte siglos, sigue todavía<br />

presente en este lugar y sigue siendo<br />

muy actual para cuantos intentamos seguir<br />

de cerca las pisadas de nuestro Señor Jesucristo<br />

y, particularmente, para cuantos hemos<br />

profesado el Evangelio como nuestra<br />

Regla y vida (2R 1, 1).<br />

Para mejor percibir y adecuadamente<br />

acoger dicho mensaje, creo que es necesario<br />

prestar atención a algunas de las pala-<br />

bras de los textos a los que hemos hecho referencia<br />

anteriormente.<br />

“Tomad y comed, tomad y bebed”, nos<br />

dice Jesús. Estas palabras nos interpelan sobre<br />

el lugar que ocupa la Eucaristía en nuestras<br />

vidas. El camino que estamos llamados<br />

a recorrer, en comunión con nuestros hermanos<br />

y con la Iglesia y de la mano de los<br />

“menores de la tierra”, que tienen “la fuerza<br />

de orientarnos en nuestras búsquedas”,<br />

como nos recuerda el documento final del<br />

último Capítulo general extraordinario,<br />

(Shc 5), es un camino largo y, en muchos<br />

casos, lleno de dificultades. Como Elías, camino<br />

del Horeb, corremos el riesgo de sentir<br />

miedo, o incluso de desfallecer ante tales<br />

dificultades (cf 1R 19, 3-5). Si en aquella<br />

ocasión el Señor dice a Elías: “Levántate y<br />

come, porque el camino es demasiado largo<br />

para ti” (1R 19, 7), hoy y siempre, Jesús nos<br />

dice a cada uno de nosotros: “Toma y come,<br />

tomaybebe”.Élnoessólocompañerode<br />

viaje (cf Lc 24, 13-36), es también nuestro<br />

alimento y viático (cf Jn 6, 32ss). Él no sólo<br />

sació el hambre de los que le seguían (Jn<br />

6, 1ss), sino que hoy, como ayer, sigue saciando<br />

de comida a los hambrientos (cf Sal<br />

103, 27- 28). La Eucaristía es fuerza para<br />

continuar el camino, bebida para saciar la<br />

sed que tantas veces nos atormente, vida para<br />

tener la vida en plenitud, que ardientemente<br />

deseamos.<br />

“Como el Padre me envió, así os envío<br />

yo”. Y los Apóstoles salieron. Las puertas<br />

cerradasseabrierondeparenpar,yatodas<br />

partes llegó el anuncio del Evangelio. Y los<br />

Hermanos Menores, movidos por inspiración<br />

divina (2R 12, 1) también salieron dejando<br />

patria, familia y cultura propias, y llegaron<br />

a oriente y a occidente, al norte y al<br />

sur, llevando a los cuatro puntos cardinales<br />

–como se indica en la llamada “Cruz de Tierra<br />

Santa” o “Cruz de Jerusalén”, símbolo<br />

de los franciscanos en esta tierra-, la presencia<br />

salvífica de la cruz de Cristo.<br />

Nosotros al servicio de la “perla” de las<br />

misiones franciscanas ¿cómo realizamos<br />

hoy este mandato? ¿Cómo no ponernos en<br />

camino, hasta los confines de la tierra, nosotros<br />

que como los discípulos hemos recibido<br />

el Espíritu? (cf Jn 20, 22). ¿Cómo no


430 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ser profetas, con la vida y con la palabra, y<br />

cómo no intuir un futuro distinto, nosotros<br />

sobre los cuales el Señor ha efuso el Espíritu?<br />

(cf Jo 3, 1).Todos, por vocación, formamos<br />

parte de una fraternidad-en-misión, todos<br />

somos misioneros, enviados para dar<br />

testimonio, “con la palabra y con las obras,<br />

y hacer conocer a todos que no hay otro<br />

Omnipotente sino él” (CtaO 9).Todos somos<br />

enviados para anunciar, como profetas,<br />

el Evangelio, y ser instrumentos privilegiados<br />

de reconciliación y de perdón. ¿Cómo<br />

ejercemos este sagrado ministerio?<br />

Muchas serán, queridos hermanos, las<br />

dificultades que podremos encontrar en el<br />

camino. Pero no estamos solos. El Señor<br />

camina con nosotros y se hace presente en<br />

medio de nosotros para infundir en nuestros<br />

corazones desanimados, como en el caso de<br />

los discípulos, la paz (cf Jn 20, 21. 26), y<br />

para comunicarnos su Espíritu, que nos empuja<br />

a la misión y nos da la valentía, la parresia,<br />

de proclamar a todos: “¡HEMOS VI-<br />

STO AL SEÑOR!” (Jn 20, 24).<br />

EnvíatuEspíritu,Señor,yrepueblala<br />

faz de la tierra.<br />

Envía tu Espíritu, Señor, sobre nosotros<br />

y saldremos a los caminos<br />

y a las plazas anunciando la Buena Noticia.<br />

Envía tu Espíritu, Señor, sobre nosotros,<br />

y nuestro miedo y cobardía serán vencidos.<br />

Envía tu Espíritu, Señor, y seremos criaturas<br />

nuevas.<br />

Envía tu Espíritu, Señor...<br />

2. Discorso<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general<br />

Gerusalemme, 20 novembre 2006<br />

A servizio della “Perla” delle Missioni<br />

Sono passati quasi 800 anni da quando<br />

Francesco, nel 1219, arrivò in questa regione.<br />

Da allora la nostra presenza in questa<br />

terra – chiamata con ragione “il quinto Vangelo”,<br />

per essere stata benedetta dalla presenza<br />

del Figlio dell’Altissimo e della sua<br />

santissima Madre e per essere stata bagnata<br />

dal sangue del Redentore – è stata costante<br />

nonostante le molte difficoltà e le persecuzioni<br />

di ogni tipo.<br />

Un po’di storia<br />

Il Capitolo generale dell’Ordine del<br />

1217 organizzò la Fraternità in 11 Province<br />

e affidò quella della Siria – chiamata anche<br />

di Terra Santa, dellaTerra Promessa e Ultramarina<br />

– a Frate Elia. Nel 1218, o forse<br />

anteriormente, i primi Francescani giunsero<br />

ad Acri (cf 2Vitry, 3). Tra il 1217 e il<br />

1291 la Provincia di Terra Santa, oggi Custodia<br />

di Terra Santa, arrivò a contare almeno<br />

dodici Case: Acri, Antiochia, Sidone,<br />

Tripoli, Tiro, Gerusalemme, Giaffa, Damietta,<br />

Nicosia, Limassol, Famagusta e<br />

Pafo. Con la caduta del regno d’occidente i<br />

Conventi furono devastati e «la maggioranza<br />

dei Minori – dice il Wadding – furono<br />

cinti con la palma del martirio» (L. WAD-<br />

DING, Annales, 1291,1). Non solo i nostri<br />

Frati, ma anche le Clarisse, scrissero allora<br />

una delle pagine più gloriose della loro storia:<br />

per non essere violentate, si mutilarono<br />

da sole, venendo poi decapitate.<br />

Pochi anni dopo, da Cipro, i nostri Frati<br />

tornarono a Gerusalemme, probabilmente<br />

prima del 1309. Tra il 1322 e il 1327 noi<br />

Francescani eravamo già al Santo Sepolcro<br />

e nel 1333 siamo entrati in possesso del Cenacolo.<br />

Nel 1241, il 21 novembre, la Santa<br />

Sede eresse canonicamente la Custodia di<br />

Terra Santa. Nel Capitolo generale di Losanna<br />

(1414) il Guardiano del Monte Sion<br />

divenne il Custode di Terra Santa, benché<br />

continui a conservare quel titolo.<br />

Dal loro arrivo, sull’esempio di Francesco<br />

d’Assisi, «santo della povertà, della<br />

mansuetudine e della pace» (GIOVANNI PAO-<br />

LO II, Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi<br />

legati alla storia della salvezza, 4,inEnchiridion<br />

Vaticanum, 18, 1212), noi Francescani,<br />

qui conosciuti come “Frati della corda”,<br />

abbiamo interpretato – insieme ai fratelli<br />

della Chiesa orientale – in nome della<br />

Chiesa Cattolica, «il modo genuinamente


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

431<br />

evangelico, il legittimo desiderio cristiano<br />

di custodire i luoghi dove sono le radici cristiane»<br />

(Ib.), cosa che Giovanni Paolo II<br />

non esita a considerare un fatto del tutto<br />

provvidenziale. Grazie alla nostra presenza<br />

noi Francescani siamo stati i grandi artefici<br />

della storia cristiana in Terra Santa, sia per<br />

quello che riguarda il recupero dei Luoghi<br />

Santi, come per la cura delle comunità cattoliche<br />

presenti nella terra di Gesù e la promozione<br />

dei pellegrinaggi in Terra Santa,<br />

provenienti da tutto il mondo.<br />

I Sommi Pontefici hanno sempre dimostrato<br />

una grande stima per la missione ininterrotta<br />

e provvidenziale dei Francescani in<br />

Terra Santa dal secolo XIII ai nostri giorni.<br />

L’Ordine, giustamente, la considera come<br />

la “perla” delle sue missioni. Io, come Ministro<br />

generale e a nome di tutto l’Ordine,<br />

ricordando i miei anni trascorsi in Terra<br />

Santa e, quindi, conoscendo direttamente il<br />

lavoro che qui viene fatto, desidero ringraziare<br />

tanti Frati di ieri e di oggi, giunti a<br />

questa Custodia dai luoghi più diversi della<br />

geografia francescana, per il servizio di<br />

“animazione cristiana”(Ib.), spesso in situazioni<br />

molto difficili e a volte eroiche fino al<br />

martirio. Noi Francescani, lo diciamo senza<br />

vantarci, ma in onore della verità storica,<br />

crediamo di aver risposto, e di rispondere<br />

oggi, con fedeltà alla fiducia che la Chiesa a<br />

risposto in noi. Mentre ringraziamo la Santa<br />

Sede per questa fiducia, riaffermiamo la<br />

nostra ferma volontà di continuare a dare<br />

«esempio di fedeltà nell’incarico ricevuto»<br />

(cf GIOVANNI PAOLO II, Lettera al Ministro<br />

generale in occasione del 650° della Bolla<br />

“Gratias agimus”, inA<strong>OFM</strong> III [1992]<br />

139-140), offrendo ai fedeli di questi Luoghi<br />

e a quanti in essi si recheranno in devoto<br />

pellegrinaggio, una testimonianza di<br />

amore e di adesione a Cristo, Redentore<br />

dell’uomo.<br />

L’VIII centenario di fondazione dell’Ordine<br />

Il giorno 28 ottobre 2006, con una solenne<br />

veglia di preghiera svoltasi nella Basilica<br />

di Santa Chiara e nella chiesa di San Damiano,<br />

e il giorno seguente, con una solen-<br />

ne celebrazione eucaristica alla Porziuncola,<br />

iniziavamo, in un clima di orazione e di<br />

profonda gioia, il cammino di preparazione<br />

che ci porterà, con la grazia di Dio, alla celebrazione,<br />

nel 2009, dell’VIII Centenario<br />

di fondazione del nostro Ordine.<br />

Nella mia lettera a tutto l’Ordine, La<br />

grazia delle origini, dell’8 dicembre 2004,<br />

esponevo il programma delle celebrazioni<br />

giubilari, previste in tre tappe. La prima tappa,<br />

l’anno 2006, è stata tutta dedicata al discernimento<br />

ed ha avuto come tema: Ascoltiamo<br />

per cambiare vita! La seconda tappa,<br />

che inizieremo tra breve e che durerà per<br />

tutto l’anno 2007, ha per tema: Il coraggio<br />

di vivere il Vangelo! Sarà dedicato al Progetto<br />

di vita che, per noi, promana dal Vangelo<br />

e dalla Regola e oggigiorno trova forma<br />

nelle Costituzioni e nelle Priorità dell’Ordine.<br />

La terza tappa, il cui motto è<br />

Restituiamo tutto al Signore con le parole e<br />

la vita! e che sarà affrontato negli anni<br />

2008-2009, richiede di essere una pubblica<br />

celebrazione della nostra vocazione di Frati<br />

Minori ed è centrato sulla formula della<br />

professione.<br />

Sempre secondo il programma previsto<br />

ne La grazia delle origini il cammino di<br />

preparazione dell’VIII Centenario di fondazione<br />

del nostro Ordine procedeva da una<br />

domanda da cui era iniziato il cammino di<br />

conversione del padre e fratello Francesco<br />

nel 1206: «Signore, che vuoi che io faccia?»<br />

(3Comp 6). Alla luce di questa domanda<br />

abbiamo voluto rileggere la nostra<br />

identità – vita e missione – agli inizi del terzo<br />

millennio, per continuare ad essere fedeli<br />

all’uomo e al Vangelo vivo nella Chiesa,<br />

conformemente all’intuizione di Francesco.<br />

Abbiamo voluto, anche, rileggere il nostro<br />

essere Fraternità-in-missione secondo ciò<br />

che è specifico della vocazione e missione<br />

del Frate Minore.<br />

Il cammino iniziato nel 2006 continua<br />

ora nel fare memoria della decisione coraggiosa<br />

di Francesco di vivere il Vangelo sine<br />

glossa:«Questovoglio,questochiedo,questo<br />

bramo di fare con tutto il cuore!» (1Cel<br />

22). Con ciò vogliamo mettere il Vangelo e<br />

la forma di vita di Francesco, che abbiamo<br />

professato e che affonda le sue radici nello


432 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

stesso Vangelo, al centro della nostra attenzione<br />

e della nostra vita e missione.<br />

Questo cammino celebrativo si concluderà<br />

nello stupore e nel ringraziamento a<br />

Dio per il dono che ci ha fatto con la vocazione<br />

francescana. Terminerà con la festa,<br />

la festa della vocazione. Con ciò vogliamo<br />

dire al mondo che siamo felici dell’eredità<br />

che ci è toccata, quella di essere Frati Minori,<br />

e che la consideriamo veramente una<br />

“bella eredità”. Potremo, però, fare festa solo<br />

se saremo disposti a “restituire” con le<br />

parole e con la vita ciò che dal Signore abbiamo<br />

ricevuto, cioè, tutto. Per questo rinnoveremo,<br />

con nuovo vigore ed entusiasmo,<br />

la professione che un giorno, più o<br />

meno lontano, abbiamo fatto.<br />

In questo modo la celebrazione dell’VIII<br />

Centenario ci si presenta come una triplice<br />

chiamata: alla conversione, cioè a nascere di<br />

nuovo (cf Gv 3,3), a riappropriarci del Vangelo<br />

come nostra Regola e vita (cf Rb 1,1) e,<br />

da qui, a celebrare il dono della vocazione. Si<br />

tratta, alla fine, di «riproporre con coraggio<br />

l’intraprendenza, l’inventiva e la santità» di<br />

Francesco per dare «risposta ai segni dei tempi<br />

emergenti nel mondo di oggi» (VC 37).<br />

Noi, Frati Minori, ma non solo noi, riconosciamo<br />

che il Vangelo continua ad essere<br />

buona notizia, come lo fu per Francesco, e riconosciamo<br />

anche che la forma di vita che<br />

visse e ci ha trasmesso Francesco è pienamente<br />

attuale. Per questo desideriamo riprodurre<br />

nella nostra vita i valori evangelici che<br />

visse Francesco, ma, allo stesso tempo, siamo<br />

coscienti che questi valori hanno bisogno<br />

di essere interpretati e attualizzati alla luce<br />

delle esigenze del momento presente, perché<br />

continuino ad essere “visibili” e significativi”<br />

per gli uomini e le donne di oggi.<br />

Con la celebrazione della grazia delle<br />

origini non vogliamo semplicemente tornare<br />

ai valori vissuti da Francesco, anche se<br />

sarebbe molto necessario, laddove ci siamo<br />

allontanati da essi, ma desideriamo, e lo desideriamo<br />

molto ardentemente, mettere il<br />

vino nuovo in otri nuovi, così che a domande<br />

nuove diamo risposte nuove. È in questo<br />

senso che parliamo di rifondazione della<br />

nostra vita e missione. In questo contesto<br />

credo di non sbagliare se affermo che la domanda<br />

più urgente per noi non sia cosa fece<br />

Francesco al suo tempo, ma cosa farebbe<br />

Francesco oggi, nelle circostanze che ciascuno<br />

di noi si trova a vivere.<br />

Alcune provocazioni della celebrazione<br />

giubilare<br />

Sono molte le provocazioni che ci vengono<br />

dal fare memoria della ottocentenaria<br />

storia del nostro Ordine, così ricca e complessa.<br />

Penso, però, che potrebbero essere<br />

sintetizzate tutte in quanto proposto Giovanni<br />

Paolo II all’inizio del terzo millennio:<br />

«fare memoria grata del passato, vivere con<br />

passione il presente, aprirci con fiducia al<br />

futuro» (NMI 1).<br />

Questo era il programma che Giovanni<br />

Paolo II proponeva a tutta la Chiesa all’inizio<br />

del terzo millennio (cf NMI 1). La nostra<br />

storia, anche la storia della Custodia di Terra<br />

Santa, letta con gli occhi della fede, è una<br />

storia di grazia, rivelazione stupefacente di<br />

un Dio che non smette di operare meraviglie<br />

nei Fratelli e attraverso di loro, rendendo<br />

possibile la generosità della dedizione e<br />

manifestando la gloria della sua grazia nelle<br />

nostre manifeste fragilità. Abbiamo bisogno<br />

di conoscere questa storia, riconciliarci<br />

con essa, anche nei suoi aspetti più negativi,<br />

per poterla assumere come nostra e trasmetterla<br />

alle generazioni future. Non possiamo,<br />

e nemmeno vogliamo, rinunciare a questa<br />

storia che, prima che nostra, è la storia del<br />

Signore in noi e attraverso di noi. Per questo<br />

i nostri cuori si aprono alla gratitudine<br />

dell’«Altissimo, onnipotente e bon Signore»<br />

(Cant 19), il «Padre delle misericordie»<br />

(TestsC 2), per le meraviglie che ha realizzato<br />

attraverso tanti Frati che ci hanno preceduto<br />

lungo questi ottocento anni.<br />

Allo stesso tempo non vogliamo, né possiamo,<br />

accontentarci di magnificare le opere<br />

dei nostri antenati; perché «è grande vergogna<br />

per noi, servi di Dio, che i santi hanno<br />

compiuto le opere e noi vogliamo<br />

ricevere gloria e onore con il solo raccontarle»<br />

(Am 6). Per questo motivo desideriamo<br />

ispirarci alle opere dei nostri predecessori<br />

per fare la parte che ci spetta (cf Sdp 3).<br />

Vogliamo seguire l’invito di Giovanni Pao-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

433<br />

lo II, di guardare al futuro, nel quale lo Spirito<br />

ci proietta per fare con noi ancora cose<br />

grandi, poiché riconosciamo che non abbiamo<br />

«solo una gloriosa storia da ricordare<br />

e da raccontare, ma una grande storia da<br />

costruire» (VC 110). Vogliamo «aprirci con<br />

fiducia al futuro» (NMI 1).<br />

Per questo non possiamo fermarci a<br />

“guardare il cielo”. Posto che il futuro dipende<br />

dalle scelte che facciamo nel presente<br />

e da come viviamo “qui e ora”, dobbiamo<br />

«vivere con passione il presente» (NMI 1).<br />

1. Mettersi in cammino<br />

Da molte parti ci giunge, come un invito<br />

pressante e costante, comune a tutta la vita<br />

religiosa, la chiamata a metterci in cammino,<br />

a continuare la via di rinnovamentorifondazione<br />

intrapreso dall’Ordine in questi<br />

ultimi anni, sentendoci continuamente<br />

«mendicantidisenso»–itempiattualisono<br />

tempi più di domande che di risposte – in<br />

profonda comunione con il volto dei poveri<br />

che «ci danno la forza di orientarci nella nostra<br />

ricerca» (Cla 121; Spc 5).<br />

In un momento di cambiamento come il<br />

nostro può capitare che i nostri occhi, come<br />

quelli dei discepoli di Emmaus (cf Lc<br />

24,16), siano chiusi e non vedano, con la<br />

chiarezza che vorremmo, come rispondere<br />

ai segni dei tempi, attraverso i quali lo Spirito<br />

continua ad interpellarci (cf Sdp 6). Può<br />

accadere che, carichi come siamo di tanti interrogativi<br />

senza risposte, affaticati da tante<br />

stanchezze accumulate e pieni di incertezze<br />

di fronte al nostro futuro (Spc 7), la nostra<br />

delusione sia grande come quella di Cleofa e<br />

del suo compagno, fino ad arrivare a confessare<br />

come loro la nostra grande frustrazione:<br />

«noi speravamo» (cf Lc 24,21). In ogni caso<br />

l’importante è mettersi in cammino, come ci<br />

ricorda il Capitolo, avendo fiducia che il Signore<br />

cammina con noi e guida i nostri passi,<br />

anche quando non siamo in grado di riconoscerlo,<br />

mentre continuiamo a implorare<br />

«l’alto e glorioso Dio, perché illumini le tenebre<br />

che oscurano il cuore del mondo e<br />

quelle del nostro cuore» (Spc 8).Soloilcontinuare<br />

a camminare potrà, infatti, assicurarci<br />

una migliore comprensione della nostra<br />

vocazione (cf Spc 10).<br />

La cosa più importante in questi momenti<br />

è di sentirci «Frati in cammino» e di<br />

presentarsi «agli altri con la verità della nostra<br />

ricerca, delle nostre domande, delle nostre<br />

paure e incertezze» (Cla 121). Solo<br />

mettendosi in cammino e riponendo la nostra<br />

fiducia nel Signore della storia ci potremo<br />

«liberare poco a poco dalla rassegnazione,<br />

ma anche dai facili idealismi e dal pragmatismo<br />

superficiale, così da abitare la<br />

tensione verso il Regno, nell’atmosfera feconda<br />

della sequela» (Spc 9).<br />

Riguardo alla necessità di continuare a<br />

camminare, è molto significativo che il Documento<br />

del Capitolo sia intitolato Il Signore<br />

ci parla lungo il cammino,echeitermini<br />

più ripetuti in essi siano quelli che fanno<br />

riferimento al camminare, alla ricerca, alla<br />

valutazione e al discernimento. Mi sembra<br />

anche molto significativo che lo stesso Documento<br />

riconosca che «il brano biblico dei<br />

discepoli di Emmaus (cf Lc 24,13-36) ci ha<br />

guidati,comeunparadigmadelviaggioche<br />

vogliamo intraprendere sulle diverse strade<br />

del nostro mondo» (Spc 8).Lanostracondizione<br />

di “forestieri e pellegrini” ci porta a<br />

sentirci sempre in cammino, coscienti, come<br />

dice il poeta, “che la strada si fa camminando”.<br />

2. Assumere un atteggiamento<br />

di conversione<br />

Tutto ciò esige, prima di tutto, di assumere<br />

un atteggiamento di conversione, l’urgenza<br />

del «nascere di nuovo» (Gv 3,3) e di<br />

tornare al primo amore, quello della nostra<br />

gioventù. Il Capitolo generale da poco conclusosi<br />

è stato una forte e pressante chiamata<br />

a vivere la nostra vita in con maggiore<br />

profondità, a vivere di fede e a partire dalla<br />

fede, a tornare al Vangelo per tornare a Cristo,<br />

a rivivere l’esperienza fondante della<br />

nostra Fraternità, al fine di identificare nuovamente<br />

e di riappropriarci della intuizione<br />

originaria di Francesco. Questo tempo di<br />

grazia che stiamo vivendo, e particolarmente<br />

il Capitolo generale straordinario nel suo<br />

Documento Il Signore ci parla lungo il<br />

cammino, sta chiedendo a tutti noi di centrarci<br />

sull’essenziale, di concentrarci sulle<br />

priorità della nostra forma vitae e, da qui, di


434 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

decentrarci per andare tra la gente e vivere<br />

in mezzo ad essa come minori.<br />

Vivere il presente con passione in atteggiamento<br />

di conversione esige di sentire<br />

l’urgenza «di non addomesticare le parole<br />

profetiche del Vangelo per adattarle ad un<br />

comodo stile di vita» (Sdp 2). Esige di<br />

ascoltare la voce del Signore negli avvenimenti<br />

della storia e cogliere la sua presenza<br />

sempre attiva in mezzo a noi (cf Sdp 6), poiché<br />

siamo pienamente convinti che solo così<br />

potremo dare senso pieno alle nostre vite<br />

e contribuire a «far sorgere una nuova epoca»<br />

e a «nutrire, mediante l’offerta liberatrice<br />

del Vangelo, il nostro mondo diviso,<br />

disuguale e affamato di senso» (Sdp 2).<br />

Come Francesco abbiamo bisogno di fare<br />

una sosta nel cammino, di fare moratorium,<br />

di entrare nella “grotta”, appartarci un<br />

poco dal tumulto del mondo, entrare in noi<br />

stessi e cercare nell’intimità del cuore (cf<br />

1Cel 6). Solo allora ascolteremo la voce del<br />

Signore che, come al Poverello, ci domanda:<br />

«Frati Minori, dove state andando? Chi<br />

può esservi più utile, il padrone o il servo?<br />

Tornate sui vostri passi» (cf 3Comp 6).<br />

“Tornare”, sub, convertirsi. Abbiamo bisogno<br />

di convertirci, cioè di credere al Vangelo<br />

(cf Mc 1,15) come una buona notizia,<br />

bella come la grazia e ardente come l’amore.<br />

Credere al Vangelo che trasforma chi lo<br />

accoglie con cuore di bambino (cf Mt<br />

11,25), con cuore da povero (cf Lc 1,38),<br />

chi lo accoglie nella sua immediatezza, freschezza,<br />

radicalità, come fece Francesco.<br />

Accogliere il Vangelo che trasforma chi,<br />

partendo dalla propria debolezza e povertà,<br />

ha il coraggio di viverlo. Abbiamo bisogno<br />

di tornare al Vangelo per metterci davanti<br />

ad esso liberi e indifesi, per lasciarci illuminare<br />

e interrogare. Solo così la nostra vita<br />

recupererà il sapore, la gioventù e la poesia<br />

delle origini. Solo così essa “scandalizzerà”<br />

e metterà in discussione i nostri contemporanei,<br />

come accadde per la vita di Francesco<br />

e dei suoi primi compagni.<br />

3. Intraprendere un cammino<br />

di discernimento<br />

Da questa prospettiva il Centenario ci<br />

chiama anche ad intraprendere il cammino<br />

del discernimento evangelico: «Esaminate<br />

ogni cosa – ascoltiamo nel testo di Paolo –<br />

e tenete ciò che è buono» (1Ts 5,21); un<br />

cammino di discernimento per ri-fondare la<br />

nostra vita e missione sugli elementi essenziali<br />

della nostra forma di vita.<br />

Il Centenario e, soprattutto, il Capitolo<br />

generale straordinario, sono una chiamata<br />

ad iniziare «un discernimento permanente e<br />

di una valutazione costante della nostra vita»<br />

(Spc 35). Il nostro è un tempo di discernimento,<br />

diceva la mia Relazione al Capitolo.<br />

Nulla di ciò che facciamo o viviamo può<br />

sfuggire a questo discernimento. Vi sono<br />

però due aspetti della nostra vita che devono<br />

essere particolarmente valutati: la vita in<br />

fraternità e la missione-evangelizzazione.<br />

La vita in fraternità. Coscienti che una<br />

cosa è la vita in comune e un’altra cosa, ben<br />

diversa anche se la suppone, la vita di comunione<br />

in fraternità, coscienti anche che la<br />

vita in fraternità è un dono che dobbiamo<br />

accogliere e celebrare ma insieme un compito<br />

mai terminato, dobbiamo porre una cura<br />

particolare nel potenziare la vita in fraternità,<br />

come ci chiede anche il documento<br />

Il Signore ci parla lungo il cammino (cf 31-<br />

32). Questa cura passa, anzitutto, attraverso<br />

il prestare attenzione ad alcune tentazioni in<br />

cui facilmente possiamo cadere. La tentazione<br />

di convertire la diversità, che deve essere<br />

rispettata in quanto «notizia di un Dio<br />

sempre fecondo» (Spc 4), in motivo di divisione.<br />

Contro questa tentazione il Capitolo<br />

ci chiede di aumentare il senso di appartenenza<br />

ad un Fraternità che, per essere presente<br />

in tutto il mondo, è internazionale e<br />

interculturale. È necessario, pertanto, superare<br />

i provincialismi e i particolarismi (cf<br />

Spc 57) e favorire strategie di cooperazione<br />

tra le diverse Entità e culture (cf Spc 57),<br />

per «comprendere, assumere e praticare i<br />

principi dell’inculturazione e dell’interculturalità»<br />

(Spc 38). Sempre per superare le<br />

divisioni, che «non sono estranee alla nostra<br />

stessa vita fraterna» (Spc 31), ci viene chiesto<br />

di sviluppare una cultura «dell’accompagnamento<br />

fraterno, della correzione, del<br />

perdono e della riconciliazione» (Spc 53),<br />

di fare «gesti di perdono reciproco» e «cammini<br />

di comunione» (Spc 31), di iniziare


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

435<br />

«processi di riconciliazione e di guarigione<br />

della Fraternità» (Spc 51). Ci viene chiesto,<br />

soprattutto, di scommettere su di un dialogo<br />

profondo, senza riserve e in totale fiducia,<br />

«alla luce della verità e della fede» (Spc<br />

36), di scommettere, a partire dalla nostra<br />

povertà, su di un dialogo che porta a pronunciare<br />

parole autentiche, che vengano dal<br />

cuore, perché, con un linguaggio rinnovato,<br />

che muova dall’essenziale, possiamo comunicare<br />

ciò che siamo, sentiamo e a cui teniamo<br />

«senza finzioni» (Spc 17). Un dialogo,<br />

dunque, che permetta di accogliersi reciprocamente,<br />

di stimolarsi l’un l’altro, di<br />

correggersi quando necessario, e di amarsi<br />

in ogni momento ( cf Spc 50). Vi è poi la<br />

tentazione di fuggire dalla Fraternità a causa<br />

«di situazioni e di conflitti che hanno ferito<br />

anzitutto la fiducia reciproca» (cf Spc<br />

16), assieme alla presenza di un forte individualismo<br />

nella nostra vita e missione e la<br />

mancanza di fede orizzontale e di fiducia<br />

nei Fratelli. Contro questa tentazione il Capitolo<br />

ha rivolto una forte appello a ricostruire<br />

«la fede primaria e fondamentale»<br />

nei Fratelli, a ricostituire «questo tessuto<br />

fondamentale di fiducia reciproca», per<br />

sentirci solidali gli uni con gli altri.<br />

La missione-evangelizzazione. Inrapporto<br />

alla missione-evangelizzazione siamo<br />

chiamati a “rifondarla” e rinnovarla nelle<br />

sue forme e strutture. In questo cambiamento<br />

d’epoca ci sono paradigmi diversi e<br />

categorie completamente nuove. Il Documento<br />

del Capitolo ce lo ricorda (Spc 33).<br />

Questo ci obbliga alla “lucidità e audacia”<br />

per giungere ad una «seria revisione della<br />

nostra missione e … iniziare cammini inediti<br />

di presenza e di testimonianza» (Spc<br />

33), che siano più in consonanza con quanto<br />

esige la nostra vita di Frati Minori. Il momento<br />

presente ci obbliga ad una «valutazione<br />

dei nostri ministeri attuali» (Spc 58),<br />

così da poter «ritornare al centro della nostra<br />

missione» e, da qui, abbracciare «i luoghi<br />

di frontiera e la marginalità» (Spc 33)<br />

con presenze «negli ambienti di frontiera e<br />

di conflitto» (Spc 36), creando nuovi spazi e<br />

assumendo rischi che diano testimonianze<br />

degne di fede della realtà della nostra vocazione<br />

e missione, in quanto Fraternità-in-<br />

missione «a servizio della Chiesa e del<br />

mondo» (Spc 58).<br />

Sempre in rapporto con la missioneevangelizzazione<br />

siamo chiamati ad elaborare<br />

un Progetto di evangelizzazione che<br />

unifichi ed integri vocazione, vita di fraternità<br />

e missione a partire dalla minorità. Solo<br />

la sete saziata, come nel caso della Samaritana<br />

– ci ricorda ancora il Documento<br />

del Capitolo – diventa messaggio (cf Spc<br />

17). Posto che l’evangelizzazione-missione<br />

in questi momenti passa necessariamente<br />

attraverso il dialogo, siamo chiamati, inoltre,<br />

ad attraversare le frontiere (cf Spc 36) e,<br />

in questa logica del dono (cf Spc 19-22), e<br />

in una spiritualità di presenza, kénosis, armonia<br />

e totalità-integrità, senza escludere<br />

nessuno e abbracciando tutti, andare all’incontro<br />

dell’altro, in un atteggiamento costante<br />

di apprendimento di fronte all’altro,<br />

senza «lasciarci rinchiudere dalle barriere<br />

create dall’ideologia dominante», poiché<br />

solo così potremo trasformarci in «un’offerta<br />

generosa di fede e comunione», in «un<br />

faro di speranza» (Spc 37). In questo contesto<br />

è anche importante ricordare che il Centenario,<br />

in generale, e il Capitolo, in particolare,<br />

ci chiedono di prestare molta attenzione<br />

a non rendere culto agli idoli<br />

dell’attivismo e dell’efficienza, così da<br />

mantenere l’aspetto profetico della nostra<br />

vita; di de-centrarci da ciò che è urgente,<br />

per tornare all’essenziale e qualificare<br />

evangelicamente la nostra vita.<br />

Il Capitolo è stato anche un energico richiamo<br />

a migliorare la nostra comunicazione,<br />

soprattutto a livello della fede e dell’identità<br />

vocazionale, a “convertirci” gli uni<br />

agli altri, a demolire barriere e pregiudizi,<br />

ad accoglierci partendo dall’ascolto reciproco,<br />

a superare provincialismi, etnocentrismi,<br />

caste e regionalismi, ad allargare il<br />

cuore ad una dimensione mondiale. Il Capitolo<br />

ci ha rivolto una chiamata urgente a<br />

non lasciarci paralizzare dalla crisi e dalla<br />

paura, a non rinchiuderci in noi stessi, a non<br />

ridurre le nostre presenza allo spazio comodo<br />

e sicuro dei nostri conventi, ma ad uscire,<br />

a de-centrarci per ri-centrarci, a de-localizzarci<br />

per ri-localizzarci, a de-radicarci, a<br />

ri-impiantarci, a sentirci itineranti verso la


436 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

marginalità, la frontiera, la periferia, verso i<br />

“chiostri dimenticati” abitati dai lebbrosi di<br />

oggi.<br />

Vivendo così questo VIII Centenario<br />

non correremo il rischio di celebrarci, ma<br />

vivremo questa occasione come un momento<br />

di grazia, come una memoria viva e provocante.<br />

Di fronte a queste chiamate quale sarà la<br />

risposta dei Frati della Custodia di Terra<br />

Santa? Cosa sono disposti a fare per la propria<br />

vocazione, per la vita in fraternità e per<br />

la missione? Credo che sia urgente entrare<br />

in questo clima di conversione e in questa<br />

atmosfera di discernimento su ciò che i Frati<br />

fanno e su come vivono. Per l’amore che<br />

ho per voi, permettetemi di dirvi con franchezza<br />

che non basta rispettare lo “status<br />

quo”. I tempi ci spingono a cercare risposte<br />

nuove a nuove domande. La stuazione sociale<br />

e religiosa in cui vivete, l’arrivo in<br />

questa terra di altri Istituti e movimenti religiosi<br />

che fino a poco tempo fa non avevano<br />

presenze in Terra Santa… Tutto ciò cosa ci<br />

chiede?<br />

I Commissari di Terra Santa<br />

La stabilità della Custodia, la necessità<br />

di intensificare le opere per la salvaguardia<br />

dei Luoghi Santi, l’esigenza di provvedere<br />

al mantenimento di quanti svolgevano il<br />

proprio servizio a favore della Custodia, il<br />

desiderio di realizzare l’azione missionaria<br />

e le opere di carità, oltre all’opportunità di<br />

sensibilizzare l’Occidente cristiano alle<br />

problematiche legate alle Chiese d’Oriente,<br />

furono le cause e i motivi per cui sorse una<br />

struttura che si preoccupasse delle relazioni<br />

tra la Custodia e l’Occidente. Sono i Commissari<br />

di Terra Santa, una specie di rappresentanza<br />

ufficiale della Custodia presenti<br />

in circa cinquanta Paesi.<br />

L’origine dei Commissari di Terra Santa<br />

è molto antica ed è legata soprattutto alla<br />

raccolta di fondi per la Custodia. Di fatto,<br />

partendo dalla constatazione che né la vita<br />

dei Frati né la conservazione dei Luoghi<br />

Santi erano possibili senza l’elemosina dei<br />

Principi cristiani, i primi Statuti della Custodia<br />

(1377) stabilivano che il Custode si<br />

servisse di uno o due laici per l’amministrazione<br />

delle elemosina. Presto, però, si vide<br />

che ciò non bastava e si constatò la necessità<br />

di creare la figura dei Commissari di<br />

Terra Santa, cosa che fu fatta con la Bolla<br />

His quae di papa Martino V (24 febbraio<br />

1421), con il compito raccogliere l’elemosina<br />

tra i cristiani. Poco per volta il ruolo dei<br />

Commissari si specificò fino all’attuale legislazione<br />

dell’Ordine che parla della Custodia<br />

e dei Commissari di Terra Santa nelle<br />

Costituzioni generali (artt 122-125) e negli<br />

Statuti generali (artt 69-73).<br />

Nei secoli i Commissari sono stati una<br />

specie di ambasciata che, spesso, avevano<br />

un carattere politico, soprattutto nell’opera<br />

di coscientizzazione, e talvolta di pressione,<br />

sui governi cristiani, per risolvere i problemi<br />

tra i cattolici e gli ortodossi riguardo ai<br />

Luoghi Santi, senza dimenticare la potenza<br />

mandataria, specialmente gli ottomani.<br />

Oggi, secondo gli Statuti generali (art.<br />

73,2), i doveri dei Commissari sono:<br />

1. Promuovere, nel loro territorio, la conoscenza,<br />

l’interesse e la devozione verso i<br />

Luoghi Santi, non solo tra i secolari, ma<br />

anche tra i Frati, servendosi di mezzi<br />

adeguati, come i mezzi di comunicazione.<br />

2. Organizzare pellegrinaggi ai Luoghi<br />

Santi.<br />

3. Raccogliere aiuti economici per i Luoghi<br />

Santi.<br />

A questi doveri se ne può ben aggiungere<br />

un altro: promuovere le vocazioni per la<br />

Terra Santa, sia a livello di candidati come<br />

tra gli stessi Frati.<br />

Credo che il primo dovere del Commissario<br />

– promuovere la conoscenza, l’interesse<br />

e la devozione verso i Luoghi Santi –<br />

sia fondamentale. Se non si risponde a questo,<br />

tutti gli altri, prima o poi, verranno meno.<br />

Ho l’impressione che, soprattutto tra i<br />

Frati, e, a volte, anche tra gli stessi Commissari,<br />

la conoscenza, la devozione e l’interesse<br />

verso i Luoghi Santi siano molto diminuiti.<br />

Questo può essere uno dei motivi,<br />

non di certo il solo, perché sta anche diminuendo<br />

il numero dei missionari che vengono<br />

da altri Paesi e quello delle entrate economiche<br />

per la Custodia.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

437<br />

Questo vi pone, come Commissari di<br />

Terra Santa, di fronte ad una grande sfida.<br />

Dovete essere creativi nel cercare strumenti<br />

per far conoscere ai Frati, ai Vescovi e agli<br />

altri cattolici delle vostre rispettive circoscrizioni,<br />

il lavoro che svolgono i Frati della<br />

Custodia nei vari campi in cui sono impegnati:<br />

la cura dei 49 santuari affidati alla custodia<br />

dei Francescani; il lavoro pastorale in<br />

favore dei cattolici, non solo latini, della<br />

Chiesa locale, soprattutto attraverso le 29<br />

parrocchie a noi affidate; il lavoro pastorale<br />

in favore dei cattolici provenienti da altri<br />

continenti, soprattutto di quelli che vengono<br />

dalle Filippine, dall’America Latina, dall’Europa<br />

dell’Est e dall’Africa; le opere sociali<br />

che realizza la Custodia, in particolare<br />

per offrire abitazioni alla gente con poche risorse<br />

economiche (350 case); il lavoro che<br />

la Custodia realizza nei 16 Collegi che gestisce,<br />

frequentati da più di 10.000 alunni,<br />

non solo cattolici; il lavoro editoriale che<br />

svolge grazie a Franciscan Printig Press; l’animazione<br />

spirituale dei pellegrini, ai quali<br />

offre la possibilità di accoglienza nelle 5<br />

“Casa Nova” al momento aperte; il lavoro<br />

culturale, scientifico e di insegnamento che<br />

realizza attraverso lo Studium Biblicum<br />

Franciscanum; l’attività ecumenica, soprattutto<br />

grazie al Franciscan Pilgrims Office; e<br />

il lavoro scientifico-cultuarale svolto dal<br />

Centro di Studi Orientali del Cairo.<br />

Come ho detto questo lavoro esige da<br />

voi creatività e presenza nei mezzi di comunicazione.<br />

La Custodia deve offrirvi materiale<br />

adatto, ma poi tocca a voi saperne approfittare.<br />

E, dal momento che andare in televisione<br />

o sui periodici non sempre è<br />

facile, perché non fare una buona pagina<br />

web dei Commissari di una stessa Conferenza?<br />

Il vostro secondo dovere è di organizzare<br />

pellegrinaggi. Questo è un ottimo strumento<br />

non solo per favorire e potenziare la<br />

conoscenza della Terra Santa, ma anche un<br />

mezzo privilegiato di evangelizzazione. La<br />

mia esperienza mi dice che un pellegrinaggio<br />

in Terra Santa ben preparato e ben guidato<br />

segna i pellegrini. Qui conviene ricordare<br />

che non è solo questione di trovare<br />

candidati per formare un gruppo, ma di ani-<br />

mare spiritualmente il gruppo, cosa che dovrebbe<br />

essere riservata al Commissario, o<br />

assicurare che venga fatto da una persona,<br />

se possibile un Frate, competente. Non potete<br />

essere solo delle agenzie per turismo religioso.<br />

Raccogliere aiuti è importante, poiché<br />

senza di essi sarà molto difficile che la nostra<br />

presenza in Terra Santa possa rispondere<br />

ai fini che le assegnano le nostre Costituzioni:<br />

«avere cura dei luoghi santi, promuovere<br />

in essi il culto divino, favorire la pietà<br />

dei pellegrini, assolvervi il compito dell’evangelizzazione,<br />

esercitare l’attività pastorale<br />

secondo la spiritualità dell’Ordine, intraprendere<br />

e coltivare le attività apostoliche»<br />

(123,1). Ma su questo aspetto dobbiamo<br />

essere molto trasparenti, tanto con la<br />

Custodia come con le rispettive Province e,<br />

se necessario, con i Vescovi nelle cui diocesi<br />

raccogliamo le elemosina. La mancanza<br />

di trasparenza suscita sospetti e diffidenza<br />

e, alla fine, tutti ci rimetteremo. Credo,<br />

quindi, necessario che la contabilità dei<br />

Commissariati di Terra Santa sia analizzata<br />

durante la Visita canonica della rispettiva<br />

Provincia e la Provincia la conosca, benché<br />

questo comporti un cambiamento negli Statuti<br />

della Custodia.<br />

Da ultimo, vi chiedo di provare a suscitare<br />

nuove vocazioni per la Terra Santa. Vi<br />

è un calo numerico delle vocazioni degli altri<br />

Paesi, un calo numerico dei missionari<br />

che arrivano ogni anno. In questi tre anni di<br />

servizio come Ministro generale ho dato 30<br />

nuove obbedienze. Non sono sufficienti.<br />

Dobbiamo lavorare tutti per aumentarle e<br />

qualificarle, poiché le necessità aumentano<br />

e ogni giorno c’è bisogno di una più qualificata<br />

preparazione.<br />

Conclusione<br />

La Custodia di Terra Santa è stata, e vuole<br />

continuare ad essere, una presenza ponte<br />

tra Oriente e Occidente, tra le Chiese orientali<br />

e la Chiesa cattolica e latina. È stata, e<br />

vuole continuare ad essere, una presenza<br />

culturale importante per il Medio Oriente a<br />

nome della Chiesa cattolica. Nuovi sono i<br />

compiti a cui ci troviamo di fronte oggi, noi


438 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Francescani, in questa terra da noi così<br />

amata. Non possiamo limitarci ad essere<br />

spettatori passivi di un cambiamento che<br />

avviene sempre più rapidamente. In molte<br />

occasioni, lungo quasi otto secoli di presenza<br />

nella terra di Gesù, siamo stati attori di<br />

storia in questa terra. Perché non continuare<br />

ad esserlo?<br />

Voglia la Provvidenza, che ci ha condotti<br />

in questa terra, continuare a mostrarci le<br />

nuove strade che siamo chiamati a percorrere,<br />

per rispondere adeguatamente ai segni<br />

dei tempi e dei luoghi. E vogliate, anche voi<br />

Frati – anche voi Commissari di Terra Santa<br />

– che con tanta dedizione e sacrificio lavorate<br />

in questa amata porzione dell’Ordine<br />

dei Frati Minori, entrare in un clima di<br />

conversione e discernimento, mantenendovi<br />

sempre in cammino, per poter così offrire<br />

risposte nuove alle nuove domande che<br />

oggi ci si presentano.<br />

3. Saludo<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

Queridos hermanos:<br />

Jerusalén, 22 de noviembre de 2006<br />

Teniendo que regresar a Roma a causa<br />

de otros compromisos propios de mi servicio<br />

a la Orden, deseo, de nuevo, dirigiros la<br />

palabra antes de dejar este II Congreso Internacional<br />

de Comisarios de Tierra Santa.<br />

Esta palabra quiere ser, al mismo tiempo,<br />

una palabra de gratitud y una palabra<br />

que nos ayude a mirar hacia el futuro.<br />

Gracias al “Padre de las misericordias”<br />

por permitirme “volver a casa”, volver a<br />

Tierra Santa. A pesar de haber vivido aquí<br />

cinco años y de haber vuelto muchas veces<br />

más, sin embargo, es simpre una novedad<br />

para mi: una experiencia nueva, una emoción<br />

nueva, un encuentro “nuevo” con el<br />

Señor. Esta vez, os confieso, que he sentido<br />

mucha emoción al entrar en la “Sala superior”,<br />

la sala del Cenáculo, en la “Tumba<br />

vacía” donde estuvo enterrado el Señor, y<br />

en la “Casa de María”, en Nazaret. No os<br />

podéis imaginar el bien que me hace volver<br />

a esta tierra que me vió crecer como franciscano,<br />

en Nazaret hice mi profesión solenme<br />

el primero de enero del 1975, y que<br />

me vio nacer como sacerdote, pues aquí en<br />

Jerusalén me ordené el 29 de junio de 1977.<br />

Gracias, también, al Hno. Custodio y a<br />

los organizadores de este II Congreso Internacional<br />

de Comisarios de Tierra Santa,<br />

particularmente al Vicario custodial, por<br />

haberme invitado a participar en él. Felicito<br />

a la Custodia por haber organizado este<br />

Congreso y ojalá no haya que esperar tantos<br />

años, como nos separan del Congreso de<br />

Nazaret, para hacer el III Congreso de Comisarios.<br />

Propongo que cada seis años se<br />

repita esta experiencia.<br />

Gracias, hermanos Comisarios por vuestro<br />

servicio, tan generoso y abnegado, en favor<br />

de Tierra Santa. Sin vosotros la Custodia<br />

no podría llevar adelante todas las actividades<br />

pastorales y las obras sociales que realiza.<br />

Y los “menores” y necesitados, que al fin<br />

y al cabo, y como es lógico, son los privilegiados<br />

de tales actividades y obras, se verían<br />

privados de esa ayuda hoy tan necesaria.<br />

Gracias, principalmente, a los hermanos<br />

cuestuantes, no sólo por las limosnas que recogen,<br />

sino también y principalmente por su<br />

cercanía a la gente. De este modo llevan la<br />

presencia de Francisco y de Tierra Santa, y<br />

en último término la presencia de Cristo, en<br />

medio de la gente, particularmente de la gente<br />

sencilla. Vuestro trabajo, queridos hermanos,<br />

es precioso, y vuestra presencia, muchas<br />

veces, es verdaderamente evangélica.<br />

Queridos hermanos de la Custodia: Gracias<br />

por vuestra fidelidad al servicio que la<br />

Iglesia y la Orden os ha encomendado:<br />

«Custodiar los lugares santos, promover en<br />

ellos el culto divino, favorecer la piedad de<br />

los peregrinos, desempeñar el ministerio de<br />

la evangelización, ejercer la actividad pastoral<br />

conforme a la espiritualidad de la Orden,<br />

erigir y atender obras de apostolado»<br />

(CCGG 123, 1).<br />

Gracias por todo ello, pero, puesto que<br />

hemos de pasar de lo bueno a lo mejor,permitidme<br />

que os pida cuanto sigue:<br />

• Sed creativos hoy como lo fueron los<br />

hermanos que nos han precedido a lo lar-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

439<br />

• Conoced Tierra Santa, amad Tierra Santa,<br />

testimoniad el amor a la tierra de Jesús,<br />

entre los cristianos y, de un modo<br />

especial, entre los frailes, sacerdotes y<br />

obispos, recordando siempre que, como<br />

nos dice el documento final del Capítulo<br />

general extraordinario, el Señor nos habla<br />

en el camino. Sólo “la sed saciada se<br />

transforma en mensaje” (Shc 17).<br />

• Sed, también vosotros, creativos en la<br />

búsqueda de medios para acercar Tierra<br />

Santa a los cristianos de hoy. No somos<br />

agencias de turismo religioso, como en<br />

repetidas ocasiones hemos afirmado en<br />

estos días de Congreso. No podemos ni<br />

queremos competir con ellas. Pero, seguramente,<br />

mucho podríamos aprender<br />

de algunas de ellas sin perder el sabor<br />

franciscano que debe impregnar toda<br />

nuestra actividad. También la actividad<br />

de los Comisarios de Tierra Santa.<br />

• Recordar siempre que sois Hermanos<br />

Menores y que vuestra mejor credencial<br />

de presentación es la de que os vean como<br />

tales. Esto os exige trabajar en plena<br />

comunión con la fraternidad provincial,<br />

de modo que vuestra actividad no sea<br />

considerada como una actividad extra<br />

provincial. Es ejemplar la obra de algunos<br />

Comisarios, como Fr. José Areso,<br />

del Colegio Apostólico de Olited, Fr. Sebastián<br />

Vehil, de la Provincia de Cataluña<br />

y Fr. Federico Janssonne, de la Provincia<br />

de San Luis, en Francia, los cuales<br />

además de restaurar sus respectivas<br />

Comisarías restauraron juntamente sus<br />

Provincias.<br />

• Mantened una comunicación constante y<br />

“familiar” con la Custodia, y una relación<br />

cordial con los obispos y párrocos.<br />

Recordad siempre que sois el principal<br />

lazo de unión que tiene la Custodia con<br />

las Iglesias particulares y, por supuesto,<br />

con las Provincias de la Orden. Por otra<br />

parte colaborad unos con otros. Ello<br />

traerá muchas ventajas para todos.<br />

• En cuanto a la gestión económica sed<br />

plenamente transparentes, y, al mismo<br />

tiempo, sed plenamente conscientes de<br />

que el dinero que recogéis es casi siempre<br />

dinero de los pobres, y es siempre digo<br />

de los casi ocho siglos de permanencia<br />

en esta tierra. Sólo así daréis respuestas<br />

evangélicas y franciscanas a los signos<br />

de los tiempos.<br />

• Desde una actitud de discernimiento serenoyserioalavez,nodudéisenllevara<br />

cabo una “revisión crítica de vuestros ministerios”<br />

(Shc 58); no dudéis en llevar a<br />

cabo una seria revisión de vuestra misión,<br />

y de ensayar caminos inéditos de presencia<br />

y de testimonio (cf. Shc 33), de acuerdo<br />

con lo que nos piden hoy las nuevas situaciones<br />

que estamos viviendo.<br />

• Sentiros contentos, y sanamente orgullosos,<br />

de la riqueza que supone formar parte<br />

de una Entidad, como la Custodia, caracterizada<br />

por la internacionalidad y la<br />

interculturalidad, notas que no sólo<br />

habéis de conservar celosamente, sino<br />

potenciar incluso, pues la diversidad que<br />

suponen la internacionalidad y la interculturalidad<br />

es “la alegre noticia de un<br />

Dios siempre fecundo” (Shc 4).<br />

• Por otra parte, la situación social y religiosa<br />

en que vivís exigen de vosotros una<br />

opción clara por el diálogo ecuménico,<br />

interreligioso e intercultural. Sed puentes<br />

en esta sociedad que sólo parece dispuesta<br />

a construir muros. Sed, a ejemplo de<br />

Francisco, artífices de paz y de comunión<br />

en esta tierra llena de contradicciones y<br />

dominada por el ruido de las armas.<br />

• Finalmente, sentiros parte de la Fraternidad<br />

universal y, en cuanto tales, uniros a<br />

la celebración de la gracia de los orígenes,<br />

y apostad fuertemente por entrar en<br />

el camino de la “refundación”, pues sólo<br />

así esta realidad que todos amamos, la<br />

Custodia de Tierra Santa, podrá mantenerse<br />

joven, y nuestra presencia en la<br />

tierra de Jesús podrá seguir siendo significativa<br />

y suscitará no sólo admiración,<br />

sino también ganas de colaboración directa<br />

en ella.<br />

Queridos hermanos Comisarios: Como<br />

os dije el primer día: creo en vuestro trabajo<br />

–yo mismo fui Comisario bastantes años<br />

en mi Provincia de origen, la Provincia de<br />

Santiago de Compostela-, pero precisamente<br />

por ello siento necesidad de deciros cuanto<br />

sigue:


440 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

nero para los pobres de la Iglesia madre<br />

de Tierra Santa.<br />

• No tengáis miedo, también vosotros, a hacer<br />

una evaluación seria de vuestra “misión”<br />

al servicio de Tierra Santa. Una evaluación<br />

que os lleve a definir mejor vuestro<br />

servicio, la identidad del Comisario, y<br />

os lleve también a renovar los métodos<br />

que utilizáis para cumplir dicha misión.<br />

Queridos hermanos: He venido a Jerusalén<br />

en esta ocasión para manifestar públicamente<br />

el aprecio de la Orden por la misión<br />

que aquí realizan los hermanos de la Custodia<br />

y el aprecio por el trabajo de los Comisarios.<br />

Pero he venido, también, para reafirmar,<br />

una vez más y con más fuerza si cabe,<br />

que Tierra Santa forma parte de los “proyectos<br />

misioneros” de la Orden, que la Orden<br />

no sólo no quiere mantener su presencia<br />

en esta tierra, sino que la quiere potenciar<br />

y cualificar. Ayer mismo firmé en el<br />

Santo Sepulcro una carta a toda la Orden pidiendo<br />

hermanos que vengan a prestar el<br />

servicio de confesores en los principales<br />

santuarios. Estoy aquí para decir, con mi<br />

presencia y con mis palabras, que Tierra<br />

Santa sigue siendo para la Orden la “perla”<br />

de las misiones franciscanas y recordar el<br />

compromiso que toda entidad tiene para<br />

con esta misión, el compromiso de hacer todo<br />

lo posible para enviar a Tierra Santa al<br />

menos un hermano misionero.<br />

Sobre los hermanos de la Custodia de<br />

Tierra Santa y sobre todos lo que participáis<br />

en este Congreso, invoco e imparto la bendición<br />

del Seráfico Padre San Francisco.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general<br />

11. Lettera della Conferenza della Famiglia<br />

Francescana in preparazione all’VIII<br />

Centenario di approvazione<br />

della Regola<br />

Roma, 29 novembre 2006,<br />

Festa di tutti i Santi Francescani<br />

Vivere secondo il Vangelo<br />

La Famiglia Francescana – Primo, Secondo<br />

e Terzo Ordine, nella loro diversità e<br />

nelle loro differenti forme, gli Istituti secolari<br />

e gli altri movimenti che si riferiscono a<br />

Francesco – si prepara a celebrare nel 2009<br />

un evento storico particolare. Non è questione<br />

di commemorare una figura, Francesco,<br />

Chiara o qualcun altro, ma di richiamare<br />

alla nostra memoria l’origine del carisma<br />

francescano. Sono 8 secoli in effetti, nell’anno<br />

2009, che una dozzina di uomini si<br />

presentarono a papa Innocenzo III per domandargli<br />

di riconoscere e di approvare il<br />

loro progetto di vita evangelica. Una ventina<br />

d’anni più tardi (1226) l’ispiratore e la<br />

guida di questo gruppo, Francesco d’Assisi,<br />

descrive così, nel suo Testamento, ciò<br />

che successe allora: «E dopo che il Signore<br />

mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che<br />

cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi<br />

rivelò che dovevo vivere secondo la forma<br />

del santo Vangelo. Ed io con poche parole e<br />

semplicemente la feci scrivere, e il signor<br />

Papa me la confermò». Gli uomini raccolti<br />

attorno a Francesco si domandavano cosa<br />

fare,senzachenessunofosseingradodiindicarlo,<br />

ed ecco che Dio stesso li chiama<br />

con la sua Parola a vivere il santo Vangelo<br />

di Cristo. Convinti che quella era la loro vocazione,<br />

vollero sottomettere la loro decisione<br />

al discernimento e all’approvazione<br />

della Chiesa rappresentata dal papa di Roma.<br />

Prudente e dapprima orale, questa non<br />

mancò. Il testo presentato al papa – la protoregola:<br />

programma e descrizione di una<br />

vita più che un regolamento – è stato ripreso,<br />

precisato, arricchito lungo gli anni, dapprima<br />

sotto la forma della Regola non bollata<br />

nelle sue diverse versioni, poi definitivamente<br />

confermato con uno scritto<br />

pontificio (Regola bollata 1223) e ricordato<br />

da Francesco nel suo Testamento (1226).<br />

Benché il testo riguardasse in primo luogo<br />

il gruppo dei frati, come si vedrà in seguito,<br />

esso restava aperto a tutti gli stati della vita<br />

cristiana.<br />

Il cuore della vocazione:<br />

la vita secondo il Vangelo<br />

Quando si tratta di presentare globalmente<br />

la Regola, d’indicarne in breve il<br />

contenuto centrale, di darne un titolo, è


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

441<br />

di tutte le nostre ricerche e di tutti i nostri<br />

passi. Ed insieme ci dona, poi, la conoscenza<br />

di noi stessi, «la più degna delle creature»<br />

(3LAg 21), immagine e somiglianza,<br />

nella sua intimità e nel suo corpo, di Dio e<br />

del suo Cristo, di grande elevatezza e, paradossalmente,<br />

limitata, povera, piccola, peccatrice,<br />

e a causa di ciò chiamata alla «penitenza»<br />

– conversione al Vangelo –, mai conclusa,<br />

sempre da ricominciare. L’amore del<br />

prossimo chiunque sia, «amico o nemico,<br />

ladro o brigante, cristiano o no», è, con l’amore<br />

per Dio e in parità con lui, un altro<br />

tratto evangelico radicale. Amore che deve<br />

essere concreto, efficace, fatto di umile servizio,<br />

segnato dall’attenzione «materna»,<br />

escludendo tutte le forme di dominio. Ciò<br />

consente la creazione di una vera «fraternità»,<br />

il nome che Francesco dà al primo<br />

gruppo di fratelli. Dapprima realizzata tra i<br />

fratelli, deve rimanere aperta ed estendersi<br />

a tutti gli uomini ed insieme a tutti gli esseri<br />

ed elementi del mondo.<br />

Sono questi, a grandi tratti, gli elementi<br />

base attinti nel Vangelo, che Francesco ha<br />

proposto come cammino di vita. Riconoscendoli<br />

come propri e approvando la Regola,<br />

otto secoli fa, la Chiesa ha dato origine<br />

al movimento francescano. Sono questi i<br />

valori che siamo chiamati a vivere all’inizio<br />

del terzo millennio con le nostre ricchezze<br />

e debolezze. Di fronte ad un mondo tecnologico<br />

ed informatico, alle sue crisi: guerre<br />

striscianti, terrorismo, povertà, globalizzazione,<br />

la fede cristiana è esposta a tutte le<br />

domande e sfide su Dio, sul suo entrare nella<br />

storia con la persona di Gesù, sulla diversità<br />

delle religioni e del loro rapporto, sulla<br />

natura dell’essere dell’uomo e sul senso da<br />

dare alla vita e alla morte. Questa situazione<br />

di crisi è allo stesso tempo una grande<br />

sfida perché la Chiesa viva la nuova evangelizzazione<br />

e perché la Famiglia Francescana<br />

viva la propria identità, consapevole<br />

che il suo posto e la sua incidenza sono resi<br />

fragili e contestati. La nostra Famiglia Francescana<br />

è indebolita, in particolare nel mondo<br />

europeo, a causa della sua diminuzione<br />

numerica, delle incertezze sulla nostra identità<br />

e con la tentazione di ripiegarsi e di scoraggiarsi.<br />

Tuttavia la stessa identità francesempre<br />

la parola «Vangelo» che appare in<br />

evidenza: «Vivere secondo la forma del<br />

santo Vangelo» (Test 14); «Questa è la vita<br />

del Vangelo di Gesù Cristo» (Rnb Prol 2);<br />

«la Regola e la vita dei Frati Minori è questa:<br />

osservare il santo Vangelo di Nostro Signore<br />

Gesù Cristo» (Rb 1,1). Alcuni anni<br />

più tardi (1253), quando Chiara adatta la<br />

Regola di Francesco alla vita delle Sorelle<br />

Povere, utilizzerà le stesse espressioni (RsC<br />

1,1). Nella Lettera ai fedeli che presenta un<br />

programma di vita, Francesco domanda di<br />

osservare «i precetti e i consigli» proposti<br />

da Cristo nel suo Vangelo. Si capisce che il<br />

termine «Vangelo» indica il cuore della vocazione<br />

francescana, è la chiave che apre<br />

l’accesso all’immenso spazio della «buona<br />

novella» di Dio e di Gesù. Ma quale contenuto<br />

Francesco dà a questo vocabolo e come<br />

noi oggi possiamo e dobbiamo comprenderlo<br />

e metterlo in pratica?<br />

Quando noi leggiamo le Regole, tenendo<br />

conto dell’insieme dei testi di Francesco,<br />

constatiamo che il Vangelo non è solo prendere<br />

sul serio le esigenze di una vita fraterna,<br />

vissuta in una povertà radicale – rinuncia<br />

alla proprietà collettiva o personale, al<br />

denaro, ricorso all’elemosina –, ma è soprattutto<br />

assumere la visione di autorità che<br />

Francesco propone – maestri che si fanno<br />

servi, il lavare i piedi – con il suo invito a<br />

farsi «minori», piccoli, sottomessi a tutte le<br />

creature, fratelli di tutti gli uomini. Qui per<br />

Francesco sta il cuore del messaggio evangelico.<br />

Quindi più che la «povertà, l’umiltà e il<br />

santo Vangelo di Gesù Cristo» (Rb 12,4;<br />

RsC 12,4), i frati nel loro comportamento<br />

prendono come modello l’umiltà di Dio, del<br />

Verbo del Padre, santo e glorioso, che ha<br />

preso carne dalla nostra umanità e fragilità e<br />

ha scelto la povertà (cf 2Lf 4-5). Noi scopriamo,<br />

pertanto, che la visione di Francesco<br />

ci rivela il volto di Dio e quello dell’uomo<br />

precisamente tali come li offre il Vangelo.<br />

Questa «buona e gioiosa novella» ci porta<br />

in effetti, in primo luogo, la rivelazione<br />

del mistero di Dio-Trinità, che per il suo<br />

santo amore ci ha aperto l’accesso alla sua<br />

vita di comunione e diviene la prima meta


442 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

scana rimane una sfida per il mondo! È il<br />

nostro riferirsi al Vangelo, di cui la Regola è<br />

come il condensato, che solamente può aiutarci<br />

a rispondere con fiducia, fantasia e coraggio<br />

alle molte e molteplici sfide.<br />

Vangelo per tutti<br />

La celebrazione dell’VIII centenario<br />

dell’approvazione della Regola primitiva –<br />

la «protoregola» – coinvolge evidentemente<br />

in primo luogo i frati del Primo Ordine,<br />

che con la loro professione s’impegnano a<br />

metterla a fondamento della loro vita personale<br />

e comunitaria. Ma il nocciolo di questo<br />

testo – il suo riferimento al Vangelo è di fatto<br />

la sua permanente ricchezza – si indirizza<br />

a tutti i cristiani e in special modo ai figli<br />

di Francesco. L’appello a vivere radicalmente<br />

il messaggio di Gesù, le sue promesse<br />

e le sue esigenze, che Francesco e i suoi<br />

compagni hanno inteso e seguito, resta d’attualità<br />

per tutti i tempi e per tutti gli stati di<br />

vita.<br />

Infatti, appena qualche anno dopo, nel<br />

1212, Chiara d’Assisi ne fu toccata e più<br />

tardi (1252), per dare origine all’Ordine<br />

delle Sorelle Povere, riprenderà in quasi tutta<br />

la sua integrità la Regola di Francesco.<br />

D’altra parte, assai presto, individui e gruppi,<br />

uomini e donne, vivendo nel loro stato di<br />

vita – famiglia, professione – furono attratti<br />

dalla proposta evangelica francescana,<br />

come ci testimoniano alcuni scritti che<br />

Francesco indirizzò loro: le due Lettere ai<br />

fedeli, così come il contenuto del capitolo<br />

23 della Regola non bollata, che costituiscono<br />

la base ed il riferimento spirituale, da<br />

cui deriverà con il tempo il Terzo Ordine<br />

Francescano. Ai nostri giorni la Famiglia<br />

Francescana si compone ancora di questi tre<br />

rami: i Frati Minori, distribuiti nelle tre obbedienze;<br />

le Sorelle Povere – Clarisse; il<br />

gruppo, il più numeroso, chiamato «Terzo<br />

Ordine», nella sua componente religiosa,<br />

sorelle e fratelli del TOR e nella sua componente<br />

secolare, l’OFS. A questi dobbiamo<br />

aggiungere i membri degli Istituti secolari<br />

francescani nati nel secolo scorso. Tutti<br />

si riferiscono esplicitamente all’ispirazione<br />

evangelica di Francesco e recepiscono i<br />

suoi testi spirituali come base per la loro legislazione.<br />

Segno dell’irraggiamento della<br />

proposta evangelica francescana è l’esistere<br />

al di fuori della comunione con la Chiesa<br />

cattolica, dentro le Chiese anglicana e luterana,<br />

di comunità di uomini e di donne che<br />

si richiamano e sono di ispirazione francescana.<br />

A di là di questa famiglia dai contorni<br />

giuridici definiti, molti uomini e donne si<br />

interessano al carisma francescano, lo studiano,<br />

vi si ispirano: sono tutti gli amici di<br />

Francesco.<br />

Il soffio che Francesco e i suoi frati hanno<br />

fatto alzare, continua ad animare la<br />

Chiesa e tocca tutti i cristiani e «tutti gli uomini<br />

di buona volontà». Così questo centenario<br />

li riguarda tutti.<br />

Tre passi per preparare il Centenario<br />

Siano invitati tutti ed immediatamente<br />

all’azione di grazia per il dono che Dio ha<br />

fatto, a noi e alla sua Chiesa, chiamando i<br />

cristiani, per l’intercessione di Francesco e<br />

dei suoi compagni, ad accogliere la totalità<br />

del Vangelo di Gesù Cristo per un nuovo vivere.<br />

Questo richiamo – la grazia dell’origine<br />

– non ha cessato di risuonare, d’essere<br />

inteso, di esprimersi dentro la vita, ed ecco<br />

dopo otto secoli, raggiunge una folla innumerevole<br />

di uomini e di donne di ogni condizione<br />

e stato di vita. Tanti uomini e donne,<br />

illustri o sconosciuti, hanno portato frutti di<br />

santità, di saggezza, di scienza, di vicinanza<br />

ai poveri, di servizio alla Chiesa e all’umanità,<br />

di testimonianza con il sangue. Allargandosi<br />

ed arricchendosi nel corso dei secoli<br />

con varietà di apporti, la corrente spirituale<br />

francescana, come un fiume di vita,<br />

non ha mai cessato di irrigare noi e la Chiesa<br />

stessa. Oggi, in questa svolta del terzo<br />

millennio, grazie ad una migliore conoscenza<br />

degli scritti di Francesco, ad una visione<br />

più precisa e più ampia di quello che<br />

è il centro del suo progetto originario, il suo<br />

messaggio è a noi proposto come stimolo,<br />

incoraggiamento, pane per il cammino.<br />

A questa gioiosa azione di grazia occorre<br />

tuttavia unire l’umile riconoscenza della<br />

distanza tra la proposta evangelica e il modo<br />

con la quale è stata vissuta nel corso del-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

443<br />

Dal Vescovo di Assisi, Mons. Domenico<br />

Sorrentino, ho appreso oggi, Solennità dell’Immacolata<br />

Concezione, della Visita pastorale<br />

che Lei farà alla Città di Assisi e alla<br />

Comunità diocesana il 17 giugno 2007.<br />

Immagino già la gioia di quella Chiesa<br />

locale per l’importante evento e per lo stimolo<br />

che riceverà dalla Sua presenza e dalla<br />

Sua parola per vivere il programma spirituale<br />

e pastorale che si è proposto, a partire<br />

dall’VIII centenario della conversione di<br />

san Francesco (ottobre 2006-ottobre 2007).<br />

Santità, la notizia, però, mi coinvolge e<br />

coinvolge non solo le nostre Fraternità che<br />

vivono ed operano in quella Diocesi, ma anla<br />

nostra lunga e tumultuosa storia. Malgrado<br />

lo sforzo permanente di riprese e di<br />

«riforme», il nostro movimento non è ancora<br />

all’altezza delle esigenze del Vangelo. Se<br />

non abbiamo né da accusare né da condannare<br />

i nostri padri, dobbiamo riconoscere<br />

davanti alla Chiesa e al mondo che la nostra<br />

storia e la nostra eredità porta con sé delle<br />

ombre, e questo per il passato e per il presente.<br />

Questo doppio movimento – azione di<br />

grazie come richiamo a vivere il Vangelo e<br />

la purificazione della memoria come riconoscenza<br />

delle ombre della nostra famiglia<br />

– deve portarci ad affrontare la sfida della<br />

rifondazione. L’esperienza di otto secoli ci<br />

insegna che, come Francesco, abbiamo<br />

sempre da riprendere di nuovo il nostro itinerario<br />

di penitenza evangelica che è conversione,<br />

da mettere in atto con gesti concreti<br />

per incarnare con la vita, personale e<br />

comunitaria di ogni giorno, qualche cosa<br />

della novità e della giovinezza del Vangelo.<br />

Dal primo secolo della nostra storia non abbiamo<br />

cessato di «rinascere» (cf Gv 3,3),<br />

come è testimoniato ancora oggi dai nostri<br />

differenti rami e dalle centinaia dei nostri<br />

Istituti. Ed è per questo che dobbiamo raggiungere<br />

le radici, le «fondamenta», vale a<br />

dire, scoprire con meraviglia la «forza di<br />

Dio», il Vangelo (Rm 1,16), la buona novella<br />

dell’Amore di Dio per noi e della comunione<br />

con Lui che a noi si offre. Solo su tale<br />

fondamento si può costruire un edificio<br />

solido, una vera comunità in missione nella<br />

Chiesa e nel mondo. Questo momento di<br />

grazia – kairos – che viviamo nel presente,<br />

ci mette alla prova rivelandoci le nostre debolezze,<br />

ma invitandoci soprattutto a contare<br />

sulla potenza di Dio.<br />

Conclusione<br />

Questa nostra Lettera vuole essere un<br />

primo annuncio. Lo facciamo con tre anni<br />

di anticipo per affermare che l’evento che ci<br />

apprestiamo a celebrare ci riguarda tutti:<br />

non possiamo viverlo ognuno per conto<br />

proprio! È anche un invito ad entrare da subito<br />

nel rendimento di grazie per il dono che<br />

Dio ha fatto alla Chiesa e al mondo, da<br />

quando il progetto di Francesco e dei suoi<br />

frati di vivere «secondo il Vangelo di Gesù<br />

Cristo» fu approvato nel 1209 da papa Innocenzo<br />

III. Noi abbiamo a distanza di otto<br />

secoli la grazia di essere gli eredi di questo<br />

progetto e il serio impegno di esserne i continuatori.<br />

Fratelli e Sorelle,<br />

«restituiamo al Signore Dio Altissimo<br />

e sommo tutti i beni<br />

ericonosciamochetuttiibenisonosuoi,<br />

e di tutti rendiamo grazie a Lui,<br />

dal quale procede ogni bene»<br />

(Rnb 17,17).<br />

FR.MAURO JÖHRI<br />

Minister generalis <strong>OFM</strong>Cap<br />

Praeses CFF<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />

Minister generalis <strong>OFM</strong><br />

FR.JOACHIM GIERMEK<br />

Minister generalis <strong>OFM</strong>Conv<br />

FR.ILIJA ŽIVKOVIč<br />

Minister generalis TOR<br />

ENCARNACIÓN DEL POZO<br />

Minister generalis OFS<br />

SR.ANISIA SCHNEIDER<br />

Praeses CFI-TOR<br />

12. Lettera di ringraziamento al Papa per<br />

la Visita pastorale in Assisi<br />

Santità,<br />

il Signore Le dia Pace!


444 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

che la nostra Fraternità universale. Assisi,<br />

infatti, è la città di Francesco. Ad Assisi siamo<br />

nati e da Assisi il serafico Padre ci ha inviato<br />

«a due a due» nel mondo per annunciare<br />

la «pace e la penitenza». Inoltre il suo<br />

“pellegrinaggio” ad Assisi avviene mentre<br />

il nostro Ordine è in cammino verso l’VIII<br />

centenario della sua fondazione (1209-<br />

2009) e il nostro itinerario ha avuto come<br />

punto di partenza il colloquio di Francesco<br />

con il Crocifisso di San Damiano, colloquio<br />

che Sua Santità, più volte, ha posto come<br />

chiave di lettura per capire l’avventura<br />

umana ed evangelica del Poverello.<br />

Con queste brevi e semplici parole, allora,<br />

mi permetta di esprimerLe la gioia e la<br />

gratitudine mia e dell’Ordine dei Frati Minori<br />

per questo ulteriore dono, che diventa<br />

punto di riferimento per la nostra vocazione<br />

e missione nella Chiesa e nel modo di<br />

oggi.<br />

Mentre Le assicuro la nostra preghiera<br />

per la Sua persona e per la Sua missione e<br />

Le formulo i più sentiti auguri per le prossime<br />

feste natalizie, invoco per me e tutti i<br />

miei Frati la Sua Benedizione apostolica.<br />

Roma, 8 dicembre 2006,<br />

Solennità dell’Immacolata Concezione<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

Prot. 097466<br />

___________________<br />

A Sua Santità Benedetto XVI<br />

Città del Vaticano<br />

13. Lettera in occasione della solennità<br />

della Nascita di nostro Signore Gesù<br />

Cristo 2006<br />

Gesù Cristo, dono del Padre<br />

«In novissimis his diebus<br />

Deus locutus est nobis in Filio»<br />

(Eb 1,2)<br />

A tutti i fratelli e le sorelle,<br />

pace e bene!<br />

La gloria di Dio, che risplendette sui pastori<br />

nella notte santa della nascita di nostro<br />

Signore Gesù Cristo, avvolge ora tutti gli<br />

uomini redenti, perché Dio, luce e fonte di<br />

luce, è presente nella comunità dei fedeli<br />

che ascoltano con fede e accolgono con<br />

amore la sua Parola.<br />

Si rallegri il cielo e gioisca la terra perché<br />

la nostra notte, l’oscura e amara notte<br />

dell’ingiustizia e dell’oppressione, della<br />

menzogna e della violenza, del peccato e<br />

della morte, ora, per la nascita di un bimbo,<br />

è diventata per noi notte di Dio, radiante di<br />

luce, ricolma di dolcezza. Quella che era la<br />

nostra notte, si è trasformata, per la nascita<br />

di Gesù, in notte santa, notte di grazia e consolazione,<br />

notte di perdono e di vita, notte<br />

di gloria per Dio in cielo, notte di pace sulla<br />

terra per gli uomini amati dal Signore.<br />

Con voi, cari fratelli e sorelle, mi inginocchio<br />

oggi davanti a Cristo Gesù, di cui<br />

celebriamo la nascita; per tutti chiedo la<br />

grazia di contemplare il mistero della Parola<br />

che era presso Dio, la Parola per la quale<br />

tutto è stato creato, la Parola che era luce<br />

vera che illumina ogni uomo, la Parola che<br />

era Dio e che si fece uomo e pose la sua tenda<br />

in mezzo a noi.<br />

Dio ci parla nella creazione<br />

La Sacra Scrittura descrive così il dialogo<br />

di Dio con l’uomo nel mistero della creazione:<br />

«Poi il Signore Dio piantò un giardino<br />

in Eden... e vi collocò l’uomo che aveva<br />

plasmato... Il Signore Dio prese l’uomo e lo<br />

pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse<br />

e lo custodisse» (Gen 2, 8.15). Dio<br />

crea per mezzo della sua Parola e parla per<br />

mezzo della sua creazione.<br />

Dio piantò un giardino in Eden… e questo<br />

giardino è la parola con cui Dio parla al<br />

cuore dell’uomo. Fin dall’inizio della rivelazione<br />

la parola di Dio assume per l’uomo<br />

la forma della grazia, della sollecitudine,<br />

del dono, del regalo: il Signore si fa incontro<br />

all’uomo e gli offre, dichiarazione d’amore<br />

e segno di alleanza, l’intera creazione.<br />

Il racconto biblico che parla del giardino<br />

dell’Eden, in cui Dio pone l’uomo perché lo<br />

coltivi e lo custodisca, descrive in realtà la<br />

gioia dell’incontro tra Dio creatore e l’uomo,<br />

sua creatura, gioia che si mantiene in-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

445<br />

Beati i puri di cuore, perché avranno occhi<br />

puri per vedere Dio e sperimenteranno,<br />

come frate Francesco, la dolcezza di contemplare<br />

nelle creature la sapienza del<br />

Creatore, la sua potenza e la sua bontà. Ancora<br />

di più, come Francesco, avranno occhi<br />

limpidi per vedere i vermi e ricordarsi di<br />

Cristo, per ricordarsi di Cristo e avere grandissimo<br />

affetto per i vermi; avranno occhi<br />

limpidi per contemplare la bellezza dei fiori<br />

e volgere il cuore alla bellezza di quel fiore<br />

che, spuntando luminoso dalla radice di<br />

Jesse, diede vita con il suo profumo a migliaia<br />

e migliaia di morti; avranno occhi<br />

limpidi per invitare tutte le creature all’ategra<br />

finché l’uomo percepisce nel giardino<br />

la voce dell’amore che glielo consegna;<br />

gioia che cesserà quando l’uomo si appropria<br />

del giardino e dei suoi beni e smette di<br />

ascoltare in esso la voce del suo Creatore.<br />

All’aurora del mondo Dio, da cui tutto<br />

procede e che tutto dona, ci ha fatto vedere<br />

la sua grazia, ci ha fatto conoscere la sua<br />

bontà. All’aurora del mondo l’uomo, a cui<br />

viene offerto il dono di Dio perché lo coltivi<br />

e lo custodisca, perché ascolti e si ricordi,<br />

perché ricordando ami, si è appropriato di<br />

quanto aveva ricevuto e, così, ha smesso di<br />

ascoltare il messaggio d’amore che risuonava<br />

nel giardino di Dio; appropriandosi del<br />

dono di Dio, l’uomo mutò la parola in silenzio,<br />

l’amore rivelato in amore dimenticato,<br />

il paradiso in deserto, la gioia in afflizione,<br />

la fiducia in vergogna, la vita in morte.<br />

La Parola era nel mondo, ma il mondo<br />

non la riconobbe! (cf Gv 1,10).<br />

Dio ci ha detto tutto, tutto si è donato, nel<br />

suo Figlio<br />

Ora, negli ultimi tempi, Dio viene incontro<br />

all’uomo e, come segno di alleanza e misura<br />

del suo amore senza misura, gli offre il<br />

suo Figlio (cf Gal 4, 4). Mentre il silenzio<br />

avvolgeva ogni cosa e la notte era a metà<br />

del suo corso, «la Parola si fece carne e pose<br />

la sua tenda in mezzo a noi; e noi vedemmo<br />

la sua gloria» (Gv 1,14).<br />

Ora, dal momento che la Parola si è fatta<br />

carne, la rivelazione di Dio giunge a pienezza,<br />

le promesse di salvezza si compiono, la<br />

profezia, che riempiva di speranza il futuro<br />

del popolo di Dio, si fa vangelo che riempie<br />

di grazia il suo presente. Ora, nella pienezza<br />

deitempi,laparolaincuiDiosidiceall’uomo<br />

è Cristo Gesù, il «Figlio dell’Altissimo»,<br />

il Messia, il Signore, il dono di Dio, «il dono<br />

per eccellenza che sgorga dall’amore del<br />

Padre», come ci ricorda il documento del<br />

Capitolo generale straordinario Il Signore ci<br />

parla lungo il cammino (Spc 20): «Un bambino<br />

è nato per noi, ci è stato dato un figlio»<br />

(Is 9, 5; cf. Gv 3, 16). «Se conoscessi il dono<br />

di Dio…»(Gv 4, 10).<br />

In questo dono Dio si consegna totalmente<br />

a noi, perché «nel darci, come ci ha<br />

dato, suo Figlio, che è una Parola sua, poiché<br />

non ne ha altre, ci disse tutto insieme e<br />

in una sola volta in questa sola Parola e non<br />

ha altro da aggiungere» (San Giovanni della<br />

Croce). La bellezza, bontà e verità della<br />

creazione, l’eloquenza, lo splendore e la<br />

grandezza dell’universo, l’amore da cui<br />

procede tutta la creazione e nel quale si sostiene,<br />

tutto questo ce lo ha dato il Padre del<br />

cielo nel darci, come ci ha dato, suo Figlio.<br />

E perché non temessimo la voce della divinità,<br />

la Parola di Dio giunge a noi nel pianto<br />

di un bambino; perché non fossimo terrorizzati<br />

dalla presenza del sacro, la parola di<br />

Dio giunge a noi nel sorriso di un bambino;<br />

perché, noi peccatori, non fuggissimo di<br />

fronte al fuoco della divina santità, la Parola<br />

di Dio giunge a noi nello sguardo di un<br />

bambino.<br />

«O Signore nostro Dio, quanto è grande<br />

il tuo nome su tutta la terra!» (Sal 8,2) È<br />

meraviglioso, cari fratelli e sorelle, che il<br />

Padre del cielo ci abbia rivelato tutto dandoci<br />

suo Figlio; meravigliosa è la bellezza<br />

del dono che nel mistero della nascita di<br />

Cristo ci viene offerta, e ancora più meravigliosa<br />

è l’umiltà con cui il Figlio di Dio bussa<br />

alla nostra porta perché lo accogliamo; è<br />

meraviglioso poter contemplare la grandezza<br />

di Dio nella piccolezza di un bambino e<br />

vedere, in questo bambino, la fragilità umana<br />

unita per sempre alla natura divina.<br />

Con frate Francesco alla scuola di Dio<br />

nel mistero della creazione


446 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

more divino e a una gioiosa fedeltà (cf 1Cel<br />

80-81).<br />

Frate Francesco, che liberato da ogni<br />

possesso per grazia dell’Altissimo, vide la<br />

creazione intera trasformarsi in messaggera<br />

dell’amore divino, ha mostrato a noi, che<br />

abbracciamo la sua forma di vita, il cammino<br />

perché potessimo anche noi ascoltare la<br />

voce del Signore e vedere la sua gloria in<br />

tutte le sue creature.<br />

«I frati non si approprino di nulla, né casa,<br />

né luogo, né alcun’altra cosa» (Rb 6, 1).<br />

Sono veramente puri di cuore coloro che,<br />

espropriandosi delle cose terrene, cercano<br />

quelle celesti e non smettono mai di adorare<br />

e contemplare il Signore Dio, vivo e vero<br />

(cf Am 16). Al contrario si priva della luce<br />

necessaria per vedere il suo Signore, colui<br />

che si appropria della sua volontà e si<br />

inorgoglisce per il bene che il Signore dice<br />

o fa in lui (cf Am 2). «I frati, ricordando di<br />

essere stati creati ad immagine del diletto<br />

Figlio di Dio, lodino il Padre, il Figlio e lo<br />

Spirito Santo con tutte le sue creature, restituiscano<br />

tutti i beni all’altissimo Signore<br />

Dio, e di tutto Gli rendano grazie» (CCGG<br />

20,1). I Frati di nulla si approprino e torneranno<br />

a sentire Dio nella creazione!<br />

Con frate Francesco alla scuola di Dio<br />

nel mistero dell’incarnazione<br />

Beati i puri di cuore! Perché essi sono,<br />

anche a Betlemme, quelli che hanno occhi<br />

limpidi per vedere Dio: la Vergine Maria, il<br />

suo sposo Giuseppe, i pastori, Simeone…<br />

Lei, «la Vergine poverella», l’umile serva<br />

del Signore; Giuseppe, il patriarca che nella<br />

notte fa strada perché nasca Dio; i pastori,<br />

guardiani che nella notte vegliano a turno,<br />

misterioso gregge di stelle, le speranze<br />

di Israele; Simeone, occhi di anziano appagato,<br />

che lo Spirito di Dio illumina con tutta<br />

la luce dell’universo.<br />

Solo i poveri sono liberi per avvicinarsi a<br />

Cristo povero; solo loro entrano nell’umile<br />

dimora della santa famiglia, senza vergognarsi<br />

della penuria che circondava la Vergine<br />

poverella nel giorno della nascita di<br />

Cristo (cf 2Cel 200); solo loro, in questo<br />

giorno, sono capaci di lacrime e gioia, di tenerezza<br />

e festa, di privazioni e dolcezza; solo<br />

a loro si avvicinano gli angeli; solo a loro<br />

viene annunciata la pace.<br />

Chiamati a riconoscere Cristo tra i poveri,<br />

dobbiamo andare nel mondo «come servi<br />

e soggetti a tutti, pacifici e umili di cuore»<br />

(CCGG 64), abbracciando «la vita e la<br />

condizione sociale dei piccoli, vivendo<br />

sempre tra di loro come minori» (CCGG<br />

66,1), vivendo «felici in mezzo alla gente<br />

disprezzata, tra i deboli e i poveri, con i malati,<br />

i lebbrosi e i mendicanti lungo la via»<br />

(Spc 8), “perché nulla, in noi, ostacoli l’epifania<br />

dell’altro», come ci chiede il documento<br />

del Capitolo generale straordinario<br />

2006 (Spc 28; cf 29-30). Così facendo prenderemo<br />

teneramente tra le nostre braccia<br />

Dio che, piccolo e povero, si è fatto nostro<br />

Salvatore! E sarà Natale per noi e per quelli<br />

che incontreremo.<br />

Conclusione<br />

Se dobbiamo essere per il mondo in cui<br />

viviamo una parola in cui è Dio a parlare,<br />

impegniamoci, fratelli e sorelle, a partire<br />

dalla logica del dono (cf Spc 19-25), per essere<br />

un regalo di Dio per tutti. Anche la nostra<br />

vita, la “parola” più autentica che nessun<br />

altra può sostituire, deve prendere la<br />

forma del meraviglioso dono di Dio: «Nulla<br />

ci appartiene, tutto è un dono ricevuto,<br />

destinato ad essere condiviso e restituito»<br />

(Spc 19).<br />

Se veramente desideriamo che in noi risplenda<br />

Cristo con la sua luce, anche il dono<br />

della nostra vita deve essere sempre umile,<br />

piccolo, “minore”, avvolto nelle candide<br />

fasce della povertà e di «una minorità assunta<br />

personalmente» (Spc 29), posto nel<br />

presepio della semplicità e della carità, perché<br />

si avvicinino a noi e in noi scoprano<br />

Cristo gli umili, i piccoli, i “minori” della<br />

terra. Il Capitolo generale straordinario, nel<br />

suo documento, ci chiede: «Abbiamo la lucidità<br />

e l’audacia necessarie per vivere la<br />

buona novella della minorità?» (Spc 30).<br />

Solo se la risposta sarà positiva potremo celebrare<br />

veramente il Natale e potremo «riconoscerci<br />

come segni, umili e semplici, di<br />

quella stella che continua a brillare in mez-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

447<br />

zo alla notte dei popoli, guidando tutti verso<br />

la centralità della vita» (Spc 9), Cristo,<br />

luce di tutti i popoli.<br />

Che la luce di Cristo ci illumini tutti. Cristo,<br />

nostra benedizione, ci raggiunga tutti.<br />

Che ciascuno sia per il mondo un messaggio<br />

di amore e di pace. Buon Natale!<br />

Roma, 8 dicembre 2006,<br />

Solennità dell’Immacolata Concezione<br />

Prot. 097354<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />

Ministro generale


1. Partecipantes<br />

CAPITULUM GENERALE<br />

EXTRAORDINARIUM<br />

– E Curia generali<br />

Fr. José Rodríguez Carballo, Minister<br />

generalis, Hispania; Fr. Francesco Bravi,<br />

Vicarius generalis, Italia; Fr. Juan Ignacio<br />

Muro Aréchiga, Definitor generalis, Mexico;<br />

Fr. Mario Favretto, Definitor generalis,<br />

Italia; Fr. Miguel Vallecillo Martin, Definitor<br />

generalis, Hispania; Fr. Ambrosius Nguyen<br />

Van Si, Definitor generalis, Vietnam;<br />

Fr. Amaral Bernardo Amaral, Definitor generalis,<br />

Mozambicum; Fr. Jakab Várnai,<br />

Definitor generalis, Hungaria; Fr. Finian<br />

McGinn, Definitor generalis, USA; Fr. Luis<br />

Gerardo Cabrera Herrera, Definitor generalis,<br />

Ecuador; Fr. Sandro Overend Rigillo,<br />

Secretarius generalis, Melita; Fr. Massimo<br />

Fusarelli, Secretarius Form. et Studiis, Italia;<br />

Fr. Nestor Ignacio Schwerz, Secretarius<br />

Evang., Brasilia.<br />

– Ex-ministri generales<br />

Fr. John Vaughn, Ex-Minister generalis,<br />

USA; Fr. Hermann Schalück, Ex-Minister<br />

generalis, Germania; Fr. Giacomo Bini, Exminister<br />

generalis, Curia generalis Italia.<br />

– Ministri Provinciales et Custodes<br />

Fr. Joseph Amin, Prov. S. Familiae,<br />

Aegyptus (105); Fr. Walter Heras Segarra,<br />

Prov. S. Francisci De Quito, Aequatoria<br />

(001); Fr. Vumile Nogemane, Prov. Nostrae<br />

Dominae Reginae Pacis, Africa Australis<br />

(102); Fr. Sebastian Unsner, Prov. S. Francisci,<br />

Africa et Madagascaria (106); Fr. Richard<br />

Dzierzenga, Prov. Verbi Incarnati,<br />

Africa Occidentalis (113); Fr. Gazmend Tinaj,<br />

Prov. Annuntiationis B.M.V., Albania<br />

(002); Fr. Ernesto Palma Henriquez, Prov.<br />

Nostra Domina De Guadalupe, America<br />

Centr. et Panama (091); Fr. Julio César Bunader,<br />

Prov. Assumptionis B.M.V. (B.A,<br />

Rdplata), Argentina (004); Fr. Luis Antonio<br />

Scozzina, Prov. S. Michaëlis (Rosario), Ar-<br />

gentina (092); Fr. Ramiro De La Serna,<br />

Prov. S. Francisci Solano (Rio Cuarto), Argentina<br />

(106); Fr. Stephen Bliss, Prov.<br />

Sancti Spiritus et Cust. S. Ant., Australia<br />

(005); Fr. Anton Bruck, Prov. S. Bernardini<br />

Senensis, Austria (006); Fr. Rupert<br />

Schwarzl, Prov. B. Engelberti Kolland, Austria<br />

(103); Fr. Robert Van Laer, Prov. S. Joseph<br />

Sponsi B.M.V., Belgium (008); Fr.<br />

Martín Kilian Sappl Seibold, Prov. Missionaria<br />

S. Antonii, Bolivia (098); Fr. Mijo<br />

Dzolan, Prov. Bosnae Arg. S. Crucis, Bosnia<br />

(062); Fr. Slavko Soldo, Prov. Assumptionis<br />

B.M.V. et Cust. S. Fam., Bosnia<br />

(066); Fr. Marconi Lins De Araújo, Prov. S.<br />

Antonii Patavini (Recife), Brasilia (010);<br />

Fr. Luciano Brod, Prov. S. Crucis (Belo Horizonte),<br />

Brasilia (011); Fr. Ireneu Gassen,<br />

Prov. S. Francisci (Porto Alegre), Brasilia<br />

(012); Fr. Augusto Koenig, Prov. Immaculatae<br />

Conceptionis (Sao Paulo), Brasilia<br />

(013); Fr. Fernando Inacio Peixoto De Castro,<br />

Prov. Ss. Nominis Iesu (Anápolis),<br />

Brasilia (108); Fr. Heriberto Rembecki,<br />

Prov. Assumptionis B.M.V. (Bacabal), Brasilia<br />

(109); Fr. Erivan Messias Da Silva,<br />

Cust. Aut. N. D. VII Gaudiorum (Campo<br />

Grande), Brasilia (A01); Fr. João Schwieters,<br />

Cust. Aut. S. Benedicti Amazonensis<br />

(Santarém), Brasilia (A05); Fr. Michael<br />

Copps, Prov. Immaculatae Conceptionis,<br />

Britannia Magna (003); Fr. Pierre Brunette,<br />

Prov. S. Joseph Sponsi B.M.V. et Cust. S.<br />

Jos.Am. Peru, Canada (014); Fr. Bob<br />

Mokry, Prov. Christi Regis (Edmonton),<br />

Canada (096); Fr. Jan Maria Vianney Dohnal,<br />

Prov. Bohemiae et Moraviae S. Venceslai,<br />

Cecha Respublica (015); Fr. Rogelio<br />

Wouters, Prov. Ss. Trinitatis (et Cust. S. Jsp<br />

Colmb), Chilia (017); Fr. Francisco Leonardo<br />

Gómez Vergez, Prov. S. Fidei (Bogotá),<br />

Columbia (018); Fr. Edgar Santos Ballesteros,<br />

Prov. S. Pauli Apostoli (S. Rosa De Cabal),<br />

Columbia (094); Fr. Paolo Sang-Seon<br />

Oh, Prov. Ss. Martyrum Coreanorum, Co-


450 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

rea (093); Fr. Zeljko Zeleznjak, Prov. Ss.<br />

Cyrilli et Methodii, Croatia (063); Fr. Josip<br />

Sopta, Prov. S. Hieronymi, Croatia (064);<br />

Fr. Zeljko Tolic, Prov. Ss. Redemptoris,<br />

Croatia (065); Fr. Henri Namur, Prov. B.<br />

Pacifici (Par.), Francogallia (099); Fr. Roger<br />

Marchal, Prov. Trium Sociorum (Str.),<br />

Francogallia/Belgium (100); Fr. Max Wagner,<br />

Prov. S. Antonii Patavini (Mün.,<br />

Bav.), Germania (024); Fr. Franz Leo Barden,<br />

Prov. Ss. Trium Regum (Düss., Col.),<br />

Germania (025); Fr. Norbert Plogmann,<br />

Prov. S. Crucis (Hann., Sax.), Germania<br />

(026); Fr. Helmut Schlegel, Prov. Thuringiae<br />

S. Elisabeth (Fulda), Germania (027);<br />

Fr. Paul Zahner, Cust. Aut. Christi Regis,<br />

Helvetia (A02); Fr. Caoimhín O’laoide,<br />

Prov. Hiberniae et Cust. Bon.Past, Hibernia<br />

(028); Fr. Francisco García Rodríguez,<br />

Prov. Baetica (Sevilla), Hispania (029); Fr.<br />

José Maria Arregi Guridi, Prov. Franciscana<br />

De Arantzazu et 2 Cust.(S.Seb.), Hispania<br />

(030); Fr. Saturnino Vidal Abellán, Prov.<br />

Carthaginensis (Murcia), Hispania (031);<br />

Fr. Pedro Ruano Santateresa, Prov. S. Gregorii<br />

Magni (Madrid), Hispania (032); Fr.<br />

Francesc Vilà I Virgili, Prov. S. Salvatoris a<br />

Horta (Barcelona), Hispania (033); Fr. Severino<br />

Calderon Martinez, Prov. N.D. a Regula<br />

- Granatensis (Cadíz), Hispania (034);<br />

Fr. Amado González González, Prov. S. Iacobi<br />

a Compostella et Cust. Imc.Conc., Hispania<br />

(035); Fr. José Antonio Jordá Tomás,<br />

Prov. Valentiae et Aragoniae S. Ioseph<br />

(Val.), Hispania (036); Fr. Gergely Magyar,<br />

Prov. Nostrae Dominae Hungarorum, Hungaria<br />

(114); Fr. Paul Miki (Yoshitaka) Murakami,<br />

Prov. Ss. Martyrum Iaponensiuim,<br />

Iaponia (039); Fr. Arok Sundar, Prov. S.<br />

Thomae Apostoli, India (040); Fr. Paskalis<br />

Bruno Syukur, Prov. S. Michaëlis<br />

Archangeli et Cust. S. Fr., Indonesia (041);<br />

Fr. Virgilio Di Virgilio, Prov. S. Bernardini<br />

Senensis (L’aquila, Abr.), Italia (042); Fr.<br />

Pietro Carfagna, Prov. S. Michaëlis<br />

Archangeli (Foggia, Apul.), Italia (043); Fr.<br />

Bruno Bartolini, Prov. Christi Regis (Bo),<br />

Italia (045); Fr. Antonio Martella, Prov. Ss.<br />

VII Martyrum (Catanzaro, Clbr.), Italia<br />

(046); Fr. Alberto Tosini, Prov. Ss. Cordis<br />

Mariae (Ge, Lig.), Italia (047); Fr. Agostino<br />

Buccoliero, Prov. Assumptionis B.M.V.<br />

(Lecce), Italia (048); Fr. Roberto Ferrari,<br />

Prov. S. Caroli Borromaei (Mi), Italia<br />

(049); Fr. Luigi Ortaglio, Prov. Ss. Cordis<br />

Iesu (Na)et Cust. Ss.C.I. Bras., Italia (050);<br />

Fr. Gabriele Trivellin, Prov. S. Bonaventurae<br />

(To, Piem.), Italia (051); Fr. Ferdinando<br />

Campana, Prov. S. Iacobi De Marchia (Jesi,<br />

Picena), Italia (052); Fr. Marino Porcelli,<br />

Prov. Ss. Petri et Pauli (Rm, Palestr.), Italia<br />

(053); Fr. Manlio Di Franco, Prov. Immaculatae<br />

Conceptionis (Baronissi, Sal-Luc),<br />

Italia (054); Fr. Franco Pepe, Prov. S. Mariae<br />

Gratiarum (Benevento, Sam-Hir), Italia<br />

(055); Fr. Mario Solinas, Prov. S. Mariae<br />

Gratiarum (Cagliari, Sard.), Italia (056); Fr.<br />

Massimo Reschiglian, Prov. Seraphica S.<br />

Francisci (Assisi), Italia (057); Fr. Carmelo<br />

Finocchiaro, Prov. Ss. Nominis Iesu (Palermo,<br />

Sic.), Italia (058); Fr. Germano Pellegrini,<br />

Prov. S. Vigilii (Trento), Italia (059);<br />

Fr. Fiorenzo Locatelli, Prov. S. Francisci<br />

Stigmatizati (Fi, Tosc.), Italia (060); Fr.<br />

Bruno Miele, Prov. S. Antonii Patavini<br />

(Ve), Italia (061); Fr. Benediktas Jurcys,<br />

Prov. S. Casimiri, Lituania (110); Fr. Isidro<br />

Pereira Lamelas, Prov. Ss. Martyrum Marochiensium,<br />

Lusitania (080); Fr. Jesús Aguirre<br />

García, Foederatio Franciscana Marochiensis,<br />

Marochium (F); Fr. Paul Galea,<br />

Prov. S. Pauli Apostoli, Melita (068); Fr.<br />

Manuel Anaut Espinoza, Prov. S. Evangelii<br />

(Mexico), Mexicum (069); Fr. José Antonio<br />

González Porres, Prov. Ss. Francisci et Iacobi<br />

(Zapopan), Mexicum (070); Fr. Eulalio<br />

Gómez Martínez, Prov. Ss. Petri et Pauli<br />

(Celaya), Mexicum (071); Fr. Juan Maria<br />

Huerta Muro, Prov. B. Juniperi Serra<br />

(Tijuana), Mexicum (101); Fr. Lorenzo Valdivia<br />

Covarrubias, Prov. S. Philippi a Jesu<br />

(Chetumal), Mexicum (112); Fr. Lucas F.<br />

Gololombe, Cust. Aut. Franciscana S. Clarae<br />

De Mozambico, Mozambicum (A06);<br />

Fr. Jan Van Den Eijnden, Prov. Ss. Martyrum<br />

Gorcomiensium, Nederlandia (Olanda)<br />

(072); Fr. Samson Shukardin, Cust. Aut.<br />

S. Ioannis Baptistae, Pakistan (A03); Fr.<br />

Eduardo Armenta, Cust. Aut. S. Francisci<br />

Assisiensis, Papua Nuova Guinea (A04);<br />

Fr. José Garcia Palacios, Prov. S. Francisci<br />

Solano et Cust.F.Sol.Hisp. (Lima), Peruvia


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

451<br />

(073); Fr. Emilio Erasmo Carpio Ponce,<br />

Prov. Ss. Xii Apostolorum (Lima), Peruvia<br />

(074); Fr. Arturo Daquilanea, Prov. S. Petri<br />

Baptistae, Philippinae (075); Fr. Ezdrasz<br />

Biesok, Prov. Assumptionis B.M.V. (Katowice),<br />

Polonia (076); Fr. Waclaw Chomik,<br />

Prov. S. Hedvigis (Wroc Aw), Polonia<br />

(077); Fr. Czeslaw Gniecki, Prov. Immaculatae<br />

Conceptionis (Kraków), Polonia<br />

(078); Fr. Nikodem Gdyk, Prov. S. Mariae<br />

Angelorum (Kraków), Polonia (079); Fr.<br />

Adrian Arnold Buchcik, Prov. S. Francisci<br />

(Pozna ), Polonia (097); Fr. Leó Páll, Prov.<br />

S. Stephani Regis - Transilvaniae, Romania<br />

(081); Fr. Juraj Andrej Mihály, Prov. Slovachiae<br />

Ss. Salvatoris, Slovakia (016); Fr.<br />

Viktor Papez, Prov. S. Crucis, Slovenia<br />

(067); Fr. Thaddeus Kao Cheng-Chai, Prov.<br />

B.M.V. Reginae Sinarum, Taivania (095);<br />

Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custodia Terrae<br />

Sanctae, Terra Sancta (090); Fr. Leslie<br />

Hoppe, Prov. Assumptionis B.M.V. (Franklin),<br />

U.S.A. (082); Fr. Melvin Jurisic, Prov.<br />

S. Barbarae (Oakland), U.S.A. (083); Fr.<br />

John Doctor, Prov. Ss. Cordis Iesu (St.<br />

Louis), U.S.A. (084); Fr. Robert Campagna,<br />

Prov. Immaculatae Conceptionis<br />

(New York), U.S.A. (085); Fr. Fred Link,<br />

Prov. S. Ioannis Baptistae (Cincinnati),<br />

U.S.A. (086); Fr. John O´Connor, Prov. Ss.<br />

Nominis Iesu (New York), U.S.A. (087);<br />

Fr. Larry Dunham, Prov. Nostrae Domina<br />

De Guadalupe (Albuquerque), U.S.A.<br />

(088); Fr. Herkulan Malchuk, Prov. S.<br />

Michaëlis Archangeli, Ucraina (104); Fr.<br />

Phi Khanh Vuong Dinh Khoi, Prov. S.<br />

Francisci, Vietnam (089); Fr. Alex Ilunga<br />

Mikombe, Prov. S. Benedicti Africani, Rep.<br />

Dem. du Congo (111); Fr. Liam Mccarthy,<br />

Cust. Boni Pastoris (Dip. Hibernia), Zimbabua<br />

(C01); Fr. Michael D’Cruz, Cust. S.<br />

Antonii (Dip. Australia), Singapura, Malaesia<br />

et Bruneium (C02); Fr. Valmir Ramos,<br />

Cust. Ss. Cordis Iesu (Dip. Napoli)<br />

(Garça), Brasilia (C09); Fr. Dario Angel<br />

Carrero Morales, Cust. De Caribe (Dip.,<br />

Aranzatzu) et Peritus, Caribe (C10); Fr.<br />

Ferdinand Sahadun, Cust. S. Francisci Heraldi<br />

Pacis (Dip. Indonesia), Indonesia - Papua<br />

Occidentalis (C13); Fr. Dionisio<br />

Fernández Fernández, Cust. S. Francisci<br />

Solano (Dip. Fr.Sol. Peru) (Mad.), Hispania<br />

(C14); Fr. Pedro Simón Samudio Mareco,<br />

Cust. Paraquariae Luis Bolaños (Dip. Cantabria,<br />

Arantz), Paraguaia (C23); Fr. Salomón<br />

Pusma Guerrero, Cust. Ss. Nominis<br />

Iesu (Dip. XII Apost. Perù), Peruvia (C24);<br />

Fr. Jorge Querzola Rodríguez, Cust. S. Joseph<br />

Amazoniensis (Dip. Montréal, Can.)<br />

(Lima), Peruvia (C25); Fr. Marko Puljic,<br />

Cust. S. Familiae (Dip. Prov. Assunz. Mostar)<br />

(Chicago), U.S.A. (C28); Fr. Alex Antonio<br />

Arias, Cust. Immaculatae Conceptionis<br />

(Dip. Compostela), Venetiola (Venezuela)<br />

(C33); Fr. João Dias Vicente, Cust. S.<br />

Francisci (Dip Ven.), Guinea Bissau.<br />

– Fratres Laici e Conferentiis<br />

Fr. Ashley Tillek, Conf. Africana, Africa<br />

Meridionalis; Fr. Andrew Brophy, Conf.<br />

Anglofona (Esc), USA; Fr. Paias Teke,<br />

Conf. Asia Meridionale E Oceania (Saaoc),<br />

Papua Nova Guinea; Fr. Felix Byeong-Ryol<br />

Choi, Conf. Asia Orientale (Eac), Corea; Fr.<br />

Cesar Efrain Santrich Bermudez, Conf. Bolivariana,<br />

Columbia; Fr. Adelmo Francisco<br />

Gomes Da Silva, Conf. Brasiliana, Brasilia;<br />

Fr. Antonio Mancuello, Conf. Cono Sur,<br />

Argentina; Fr. Nikolas Segurola Echaniz,<br />

Conf. Ispano-Portoghese (Confres), Hispania;<br />

Fr. Maurizio Conti, Conf. Italiana<br />

(Compi), Italia; Fr. Sergio Fallas, Conf.<br />

Messico et America Centrale, Nicaragua;<br />

Fr. Sebastian-Jozef Tomèík, Conf. Nord<br />

Slavica, Slovakia; Fr. Marijan Cvitak,<br />

Conf. Sud Slavica, Slovenia; Fr. Fer Van<br />

Der Reijken, Conf. Europea - Cotaf, Nederlandia.<br />

– Secretariatus capituli<br />

Fr. Thaddée Matura, Peritus, Gallia; Fr.<br />

Joseph Chinnici, Peritus, USA; Fr. Cesare<br />

Vaiani, Peritus, Italia; Fr. Miran Spelic, Secretarius,<br />

Slovenia; Fr. Gianpaolo Masotti,<br />

Vicesecretarius, Italia; Fr. Andres Rañoa,<br />

Vicesecretarius, Philippinae; Fr. Renato Beretta,<br />

Secretariatus-Economus, Italia; Fr.<br />

Miguel De La Mata Merayo, Secretariatus-<br />

Verbalista, Hispania; Fr. Michael Moore,<br />

Secretariatus-Verbalista, Argentina; Fr.<br />

Matteo Marcheselli, Secretariatus-Verbalista,<br />

Italia; Fr. Vittorio Viola, Liturgia, Italia;


452 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Fr. Stefano Recchia, Secretarius Ministri<br />

Generalis, Curia generalis, Italia; Fr. John<br />

Abela, Secretariatus-Comunicatio, Curia<br />

generalis, Melita; Fr. Gianfranco Pinto<br />

Ostuni, Secretariatus-Comunicatio, Curia<br />

generalis, Italia; Fr. Carlo Bertagnin, Secretariatus-Artes,<br />

Italia; Fr. Peter Michael, Secretariatus-Film,<br />

Curia generalis, Singapura;<br />

Fr. Sean Collins, Secretariatus-Interpres,<br />

Hibernia; Fr. Rubén Tierrablanca, Secretariatus-Interpres,<br />

Mexicum; Fr. Raul Hernandez,<br />

Secretariatus-Interpres, Mexicum;<br />

Fr. Paul Thomas Iorio, Secretariatus-Interpres,<br />

Italia ; Fr. Bill Short, Secretariatus-Interpres,<br />

USA; Fr. Alessandro Caspoli, Secretariatus-Interpres,<br />

Italia; Fr. Cesare Orduña,<br />

Secretariatus-Translator, Curia<br />

generalis, Argentina; Fr. Enrique Iglesias<br />

Hidalgo, Secretariatus-Translator, Hispania;<br />

Fr. Philippe Yates, Secretariatus-Translator,<br />

Anglia; Fr. Patrick Hudson, Secretariatus-Translator,<br />

Curia generalis, Hibernia;<br />

Fr. Paolo Canali, Secretariatus-Translator,<br />

Italia; Fr. Gianfrancesco Sisto, Secretariatus-Translator,<br />

Italia.<br />

2. Homelia de apertura del Capítulo general<br />

extraordinario<br />

Santuario del Alverna, 15 septiembre 2006<br />

Subir, estar, bajar<br />

Deut. 5, 2-5; Sal 86; Lc 9, 28-36<br />

Queridos hermanos capitulares, queridos<br />

hermanos y hermanas, queridos amigos:<br />

El Señor os dé la paz.<br />

Con esta celebración eucarística damos<br />

inicio al Capítulo general extraordinario,<br />

con el que la Orden de los Hermanos Menores<br />

se prepara para la celebración del VIII<br />

Centenario de su fundación. Y lo iniciamos<br />

aquí: en el monte Alverna, lugar en el que el<br />

amante, Francisco, se funde en un abrazo de<br />

profunda y total identificación con el amado,<br />

Cristo; lugar en el que el “crucificado<br />

del Alverna” se transforma en icono viviente<br />

del Crucificado, por cuya muerte en cruz<br />

todos hemos sido redimidos.<br />

Hemos llegado a este “calvario franciscano”<br />

hermanos provenientes de todos los<br />

Continentes y de más de más de 100 países<br />

diversos, de distintas culturas y de distintas<br />

lenguas, manifestando, de este modo, la<br />

universalidad de nuestra Orden. Hemos llegado<br />

como peregrinos, sabedores de no tener<br />

en la tierra una morada fija y conscientes<br />

de la necesidad de sentirnos siempre en<br />

camino, anhelando alcanzar un día, por pura<br />

gracia, la meta a la que hemos sido llamados:<br />

Vivir el Evangelio de nuestro Señor<br />

Jesucristo. Hemos llegado aquí sabedores<br />

de que nuestra vocación es la de ser buscadores<br />

del Absoluto, del “altísimo, omnipotente<br />

y buen Señor”(Cant, 1), al que, como<br />

Francisco, confesamos como el “todo” en<br />

nuestras vidas: la belleza, ante la cual se<br />

marchita toda otra hermosura; la riqueza,la<br />

única que puede saciarnos a saciedad; la<br />

bondad ylamisericordia, las únicas que<br />

sostienen nuestra debilidad; el amor,lacaridad,<br />

lo único que justifica nuestras opciones<br />

más radicales; el bien, todo el bien, el<br />

sumo bien, al cual restituimos con la vida y<br />

con las palabras, todo lo bueno que, por pura<br />

bondad suya, podemos hacer (cf AlDA).<br />

Hemos llegado con una pregunta en nuestro<br />

corazón, la pregunta de Francisco: “Señor,<br />

¿qué quieres que haga?” (TC 6), y con el<br />

deseo de preguntarnos juntos, como la comunidad<br />

de los primeros cristianos: “Hermanos<br />

¿qué hemos de hacer?”<br />

Sí, al iniciar este Capítulo general extraordinario<br />

nos confesamos peregrinos y<br />

buscadores de Dios, siguiendo la ruta trazada<br />

por Francisco, convencidos de que sólo<br />

la búsqueda de Dios dará sentido pleno a<br />

nuestras vidas, tantas veces fragmentadas,<br />

y que esa búsqueda es la única razón absoluta<br />

y sin reservas que hace de cualquier<br />

otra motivación de la vida, por plausible y<br />

determinante que sea, algo secundario<br />

frente a nuestra búsqueda del Misterio que<br />

ya nos habita, antes aún de que le hayamos<br />

descubierto. Convencidos de que la búsqueda<br />

apasionada de Dios, la inmersión en<br />

él, es el único proyecto de vida que no tolera<br />

nada mayor que él. Convencidos de que<br />

el deseo vivo de buscar a Dios y sólo a Dios<br />

asegura a la vida una perenne juventud, y


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

453<br />

corazón del peregrino y que le mueve a<br />

mantenerse siempre en camino.<br />

Subir, estar y bajar, tres momentos inseparables<br />

en la vida de todo peregrino, de todo<br />

buscador de Dios, de todo apóstol, tal y<br />

como hemos escuchado en el Evangelio<br />

proclamado en esta liturgia.<br />

El camino de la búsqueda de Dios inicia<br />

con la subida. Y para subir hay que vencer<br />

la pereza, el cansancio, la resignación, hay<br />

que anhelar ir más allá. Para subir es necesario<br />

aligerar el equipaje, hay que liberarse<br />

de tantas cosas inútiles y superfluas, hay<br />

que quedarse con lo esencial, de lo contrario<br />

se corre el riesgo de desfallecer antes de<br />

alcanzar la meta. Para subir hay que tener el<br />

corazón en la cima. Cuentan los maestros<br />

Zen que una anciana fue en peregrinación a<br />

un santuario situado en una cima muy alta,<br />

enplenaestacióndelluvias.Decaminose<br />

detuvo en una posada para pasar la noche. A<br />

la mañana siguiente el posadero le dijo: No<br />

podrá trepar por el resbaladizo barro de la<br />

montaña con este tiempo. Es imposible.La<br />

anciana le replicó: Será muy fácil. Mi corazón<br />

lleva allí muchos años. Ahora sólo es<br />

cuestión de llevar mi cuerpo.<br />

Se sube para estar. Estar a solas con él,<br />

sin prisas, sin preocupaciones que distraigan<br />

nuestro corazón inquieto por descansar<br />

en él; sin barreras que nos impidan presentarnos<br />

ante él como somos. Estar a solas con<br />

él, para nutrirnos para el viaje que nos espera.<br />

Estar a solas con él, para poder iluminar<br />

nuestro camino y el camino de quien peregrina<br />

con nosotros. Estar con él, para saciar<br />

nuestra sed de absoluto y de plenitud.<br />

Estar, para luego bajar. No basta haberle<br />

encontrado, como no basta que sigamos<br />

buscándole en solitario. Por eso es necesario<br />

bajar. Bajar, para ir la encuentro de tantos<br />

hombres y mujeres necesitados de<br />

Aquel con quien nosotros hemos estado y al<br />

que nosotros seguimos buscando. Bajar, para<br />

llevar el mundo a Dios y para poner a<br />

Dios en el corazón del mundo. Bajar, para<br />

que otros suban, estén y vuelvan a bajar.<br />

Ese es, queridos hermanos capitulares, el<br />

camino que queremos hacer durante estos<br />

días de encuentro capitular. Hemos sido<br />

convocados para buscar juntos al Señor, pade<br />

que sólo ese deseo insaciable es lo único<br />

que nos puede dar la fuerza necesaria<br />

para reiniciar el camino cada mañana; el<br />

único anhelo por el que cualquier renuncia<br />

resulta aceptable y comprensiva; la única<br />

razón que puede justificar plenamente<br />

nuestra opción de vida evangélica en obediencia,<br />

sin propio y en castidad (cf 2R<br />

1,1). Convencidos de que la única cosa que<br />

puede sostener, alimentar y justificar nuestra<br />

vida es la búsqueda de Dios, siempre y<br />

en cualquier circunstancia.<br />

No somos religiosos sólo porque un día<br />

hemos profesado observar la Regla y vida<br />

de los Hermanos Menores. Tampoco es lo<br />

que hacemos los que nos convierte en religiosos.<br />

Lo que realmente hace religiosa<br />

nuestra vida es la búsqueda incansable de<br />

Dios, y lo que hace religiosa nuestra actividad<br />

es esa misma búsqueda de Dios “nunca<br />

bastante”. Llamados como hemos sido a<br />

mantener el fuego y avivar las llamas en un<br />

mundo que parece se muere de frío; llamados<br />

a ser faros que iluminen la noche por la<br />

que atraviesa la humanidad; llamados a<br />

conservar viva, para nuestra generación y<br />

para las generaciones que nos seguirán, la<br />

voz de Dios..., hemos de mantener viva la<br />

búsqueda de Dios. Sin un compromiso<br />

constantemente renovado con esa búsqueda,<br />

no encenderemos ningún fuego, no iluminaremos<br />

ninguna situación necesitada de<br />

luz, no seremos verdaderos Hermanos Menores.<br />

Francisco se nos presenta como modelo<br />

en esa búsqueda y esta santa montaña es<br />

testigo privilegiado de tal búsqueda. Al Alverna<br />

Francisco venía a menudo para reavivar<br />

en su corazón la llama, nunca venida a<br />

menos, de la búsqueda de Dios. Al Alverna<br />

venimos todos aquellos que, como Francisco,<br />

deseamos ardientemente encontrarnos<br />

con el Señor. El Alverna para los buscadores<br />

de Dios es meta, por ser lugar de encuentro.<br />

Y al tiempo que es meta, es también<br />

inicio, siempre por ser lugar de encuentro.<br />

Al Alverna se viene para volver, se<br />

sube para bajar y se baja para subir otra vez,<br />

en un constante deseo de encuentro con el<br />

amor que no es amado, como gritaba el Poverello.<br />

Tal es la necesidad que anida en el


454 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ra conocer y cumplir su santa y veraz voluntad.<br />

Sentimos sed de vida y vida en<br />

abundancia. Por eso, abiertos a la acción del<br />

Espíritu, dejándonos empujar por su fuerza,<br />

nos hemos puesto en camino, dispuestos a<br />

subir hacia la cima, como Elías que sube al<br />

Horeb, para encontrarse con el Señor (cf.<br />

1Re 19, 1ss) o como Moisés en la cima del<br />

Sinaí, para conocer su voluntad, (cf Ex 24,<br />

12ss) y hacer de intermediario entre el Señor<br />

y el pueblo (cf Dt 5, 5). Hemos subido<br />

para estar con aquel que primero descendió<br />

para encontrarse con nosotros y escucharle<br />

(cf Lc 9, 38). Subir y estar, para luego bajar,<br />

como los discípulos después de la transfiguración,<br />

y convertirnos así en buena noticia<br />

para los hombres y mujeres nuestros<br />

hermanos, en todos los “claustros olvidados<br />

y abandonados”, allí donde se encuentre un<br />

hombre y una mujer necesitados de esperanza,<br />

necesitados de luz, necesitados de<br />

amor. Pero para ello sentimos la urgencia de<br />

“nacer de nuevo” (Jn 3, 3), sentimos la necesidad<br />

de convertirnos y de volver a lo<br />

esencial de nuestra espiritualidad. Sentimos<br />

la necesidad de estar a solas con él, permitiendo<br />

que su palabra nos quemen por dentro,<br />

como a los discípulos de Emaús (cf Lc<br />

24, 32), y su luz ilumine nuestra mente y<br />

nuestro corazón; sentimos la necesidad de<br />

que sea él mismo el que nos transforme en<br />

iconos suyos, como lo hizo con Francisco,<br />

nuestro padre y hermano. Sólo así podremos<br />

renovar la alianza que el Señor hizo<br />

con cada uno de nosotros (cf Dt 5, 3) y a la<br />

cual nosotros hemos dicho “SÏ” el día de<br />

nuestra profesión. Sólo así podremos, también<br />

nosotros, cantar: “Todas mis fuentes<br />

estánentía”(cfSal 86, 7).<br />

Al iniciar nuestro Capítulo general extraordinario<br />

oramos:<br />

Ven Espíritu Santo,<br />

ilumina con tu luz<br />

las tinieblas de nuestro corazón.<br />

Ven Espíritu Santo,<br />

mueve con tu fuerza<br />

nuestra débil voluntad.<br />

Ven Espíritu Santo,<br />

transforma con tu gracia<br />

nuestra mediocridad<br />

Ven Espíritu Santo,<br />

cambia nuestro miedo y haznos valientes<br />

testigos del Evangelio.<br />

Padre Francisco,<br />

vela constantemente<br />

por estos hijos tuyos.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro General<br />

3. Discorso di apertura del Capitolo generale<br />

straordinario<br />

Santa Maria degli Angeli, 16 settembre 2006<br />

Signore, che vuoi che io faccia?<br />

Cari Frati capitolari,<br />

il Signore vi dia pace!<br />

A nome del nostro padre e fratello Francesco<br />

vi accolgo qui, alla Porziuncola, nella<br />

casa della nostra Madre e, quindi, casa di<br />

tutti i Frati Minori, suoi figli. Benvenuti.<br />

Spero e desidero che tutti possano sentirsi a<br />

casaetrafratelliechetranoiregniquello<br />

spirito di familiarità che frate Francesco desiderava<br />

ardentemente regnasse tra i Frati,<br />

così che ciascuno possa manifestare agli altri<br />

le proprie necessità (cf Rb 6,7-8) e in<br />

questi giorni si possa lavorare in profonda<br />

comunione e armonia.<br />

All’inizio del Capitolo generale straordinario<br />

sento anche che il oggi il Signore si fa<br />

presente nel nostro cammino – come si fece<br />

presente nel cammino di Francesco nel lontano<br />

1205 – per chiederci: «Frati Minori,<br />

dove state andando? Chi può esservi più<br />

utile: il padrone o il servo? Tornate sui vostri<br />

passi» (cf 3Comp 6).<br />

1. Entrare in noi stessi per ascoltare il Signore<br />

Penso che anche noi, come allora Francesco,<br />

dobbiamo riflettere con attenzione,<br />

dobbiamo entrare in noi stessi, per rispondere<br />

a queste domande che, ben lungi dall’essere<br />

astratte e teoriche, sono profondamente<br />

esistenziali e molto concrete.


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

455<br />

Come Francesco, anche noi abbiamo bisogno<br />

di cercare «nell’intimità del cuore»<br />

(1Cel 6). La luce viene da dentro, dal più<br />

profondo, dall’intimo del cuore. Come<br />

Francesco dobbiamo entrare nel nostro cuore,<br />

guidati dal cuore di Dio, ed entrare in<br />

quello di Dio passando per il nostro.<br />

Sento, cari Frati capitolari e della Fraternità<br />

universale, che il Capitolo, che oggi<br />

iniziamo, deve essere un momento propizio<br />

per entrare nella grotta, come fece Francesco<br />

800 anni fa, per un incontro profondo<br />

con la nostra realtà e per un incontro con il<br />

Signore. Penso che questo Capitolo possa e<br />

debba essere un momento forte per entrare<br />

nella grotta e lì, «alla periferia della città»,<br />

lontani dalle preoccupazioni quotidiane, lasciarsi<br />

«abbracciare interiormente dal fuoco<br />

divino» e «pieni di fervore», pregare il<br />

Padre nel segreto del cuore, perché ci manifesti<br />

il suo progetto sulla Fraternità universale<br />

e su ogni Frate, e ci insegni a fare il suo<br />

santo e verace comandamento.<br />

Questa pausa o moratorium ci può portare<br />

a vivere un’esperienza profonda e fondante;<br />

può essere un vero “terremoto esistenziale”,<br />

motivato dall’incontro con il Signore,<br />

a partire dalla nostra realtà più<br />

profonda, come individui e come Fraternità,<br />

senza che tutto ciò ci risparmi la fatica,<br />

e insieme la grazia, di continuare a domandarci:<br />

«Signore, cosa vuoi che io faccia?»<br />

(3Comp 6). E, come Francesco, anche noi,<br />

prima di ascoltare una risposta diretta alla<br />

nostra domanda, ascolteremo un’altra volta:<br />

«Chi può esservi più utile: il padrone o il<br />

servo?». Ritornate, convertitevi… È questa<br />

la domanda incalzante e l’imperativo fondamentale<br />

che ci vengono oggi dal Signore<br />

all’inizio di questo Capitolo generale<br />

straordinario.<br />

2. Ascoltarci l’un l’altro<br />

Penso, cari Fratelli, che il Capitolo generale<br />

straordinario debba, poi, essere un momento<br />

propizio per ascoltarci l’un l’altro,<br />

per condividere fraternamente il bene che il<br />

Signore sta compiendo in noi e nei nostri<br />

fratelli, coscienti che il Signore si manifesta<br />

anche attraverso gli altri. Ascoltare il Si-<br />

gnore e ascoltarci l’un l’altro, perché, in un<br />

atteggiamento di discernimento sereno e liberi<br />

dalle nostre paure, la luce del Signore<br />

illumini il profondo della nostra mente e del<br />

nostro cuore.<br />

3. Discernere la volontà di Dio<br />

«Signore, cosa vuoi che io faccia?». La<br />

nostra mente molte volte è disorientata.<br />

Vogliamo vedere, sapere, conoscere il futuro,<br />

avere certezze e punti di riferimento<br />

sicuri. Domande su domande. Idee su idee.<br />

E la battaglia tra l’alba e il tramonto, tra il<br />

caos e un nuovo inizio, tra l’intuizione di<br />

qualcosa di nuovo che sta per nascere e il<br />

disorientamento al momento di fare scelte,<br />

si fa dura. La luce e le tenebre sembrano<br />

abbracciarsi, la pace e l’angoscia sembrano<br />

fondersi. Sentiamo il bisogno li liberarci<br />

dai vecchi lacci dell’individualismo,<br />

della stanchezza, della routine, della rassegnazione.<br />

Desideriamo la libertà, ma non<br />

sappiamo come muoverci. Abbiamo bisogno<br />

di convertirci, di nascere di nuovo.<br />

Abbiamo bisogno di capire la volontà di<br />

Dio, di tornare all’essenziale, di scoprire<br />

ciò che nella nostra forma di vita è “originale”,<br />

di trovare il tesoro nascosto, la perla<br />

preziosa della nostra vocazione e missione.<br />

Forse è arrivata l’ora, cari Fratelli,<br />

non tanto di fare, ma di lasciarsi fare; non<br />

tanto di capire, ma di acconsentire; non<br />

tanto di essere protagonisti, ma di lasciare<br />

che qualcun Altro lo sia.<br />

4. In cammino<br />

Iniziamo oggi questo Capitolo generale<br />

straordinario. Desidero e chiedo al Signore<br />

che sia veramente un momento di grazia, un<br />

kairós, per tutto l’Ordine. Desidero e chiedo<br />

al Signore e a voi, cari Fratelli capitolari<br />

e della Fraternità universale, che questi<br />

giorni trascorrano in un clima di preghiera<br />

personale e fraterna, in un clima di ascolto<br />

reciproco. Solo così potremo rispondere alle<br />

domande che ci fa il Signore e ascoltare<br />

la risposta del Signore alle nostre domande.<br />

Solo così, se abbiamo il coraggio di entrare<br />

nella grotta e di ascoltarci attentamente a


456 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

vicenda, la Fraternità universale, dopo 800<br />

anni di agitata ma insieme bella e grande<br />

storia, potrà entrare di nuovo nel seno materno<br />

– simbolizzato dalla grotta – e nascere<br />

di nuovo (cf Gv 3,3), per gustare la grazia<br />

delle origini, dando un nuovo splendore<br />

alla forma di vita che visse e ci ha trasmesso<br />

Francesco.<br />

Che la Vergine fatta Chiesa e il Poverello<br />

Francesco ci ottengano questa grazia dal<br />

Signore.<br />

Con queste parole dichiaro ufficialmente<br />

aperto il Capitolo generale straordinario<br />

2006, rinnovando il mio cordiale e fraterno<br />

benvenuto a tutti voi, miei cari Fratelli. Paceebene.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro General<br />

4. Homily of the Minister General<br />

Fontecolombo, 29.09.2006<br />

Follow me<br />

Jos 24, 14-28; Ps 94; Jn 21, 15-19<br />

Dear Brothers:<br />

May the Lord give you peace!<br />

We are in one of the important places in<br />

the life of Francis and, consequently, important<br />

for us also. Among the various<br />

events of the life of St. Francis recorded in<br />

Fonte Colombo, that of the Rule is outstanding.<br />

It was not in vain that this place<br />

has been called “the sanctuary of the Rule”.<br />

Our pilgrimage to this place today is a good<br />

occasion for reflecting on the Rule which<br />

we have professed; a good occasion to<br />

place ourselves before it as Friars Minor,<br />

with an attitude we could call “existential”,<br />

up to the point that it becomes for us the<br />

most immediate concretisation of the<br />

gospel demands of the discipleship of Jesus<br />

Christ, since we find in it, without room for<br />

doubt, the key elements which must inspire<br />

and orient our daily life: the spirit of prayer<br />

and devotion, minority, fraternity, work,<br />

service, belonging to the Church, evangelisation<br />

and the life of penance. The Rule, in<br />

this sense, continues to be the norm of life<br />

which should orient our life.<br />

The readings chosen for this celebration<br />

can certainly help us to give its existential<br />

and inspirational character back to the Rule<br />

by situating it in a context of a covenant.<br />

The first reading, in fact, presents the renewal<br />

of the covenant of Sinai in the time of<br />

Joshua (cf. Jos 24, 14-28). It was not the only<br />

time that Israel renewed the covenant established<br />

between God and His people. It<br />

always did so at crucial times in its history<br />

and this, the entrance of the people into the<br />

promised land, is certainly one of the most<br />

important moments in the history of the<br />

people of God. Thanks to these renewals<br />

the covenant was kept as a directive idea in<br />

all the religious reforms of the people of<br />

God. There is no real spiritual renewal of Israel,<br />

as the prophets constantly recall, if it is<br />

not through obedience, personal and institutional,<br />

to the clauses of the covenant.<br />

This covenant between the Lord and His<br />

people must be understood not only as a series<br />

of norms of a juridical nature, which<br />

must be scrupulously observed, but as a<br />

question of love (cf. Ezk 16, 6-14). And thus<br />

it is deduced from some images which Sacred<br />

Scripture uses to speak about the<br />

covenant, the image of matrimony being<br />

outstanding among them (cf. Hos 3, 14ff).<br />

According to this image, the Lord and Israel<br />

are spouses. The relationships between<br />

them has to be based on love; a gratuitous<br />

love, since it is born of the pure initiative of<br />

God, who claims and demands, on His part,<br />

a response of love, which is translated into<br />

obedience to His commandments.<br />

The Rule, for us, is like the “law of the<br />

covenant” established between the Lord,<br />

who calls us to follow Him, and each one of<br />

us, who has responded to this call. The most<br />

ancient franciscan tradition understood it in<br />

this way when it considered this place to be<br />

“The Franciscan Sinai” and Francis to be<br />

the new Moses (cf. LegPer 113; LegMj 4,<br />

11). In our case, as in the history of Israel,<br />

the initiative for the covenant of God with<br />

us comes from the Lord, and only from the<br />

Lord: “You did not choose me, no, I chose<br />

you” (Jn 15, 16), “He summoned those He


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

457<br />

wanted” (Mk 3, 13). It is a call motivated<br />

only by the love which the Lord has for<br />

each one of us: “Jesus looked steadily at<br />

Him and loved him”(Mk 10, 21). It is a call<br />

which will find an adequate response in the<br />

unconditional love for the Lord: “... do you<br />

love me?” (Jn 21, 15. 16. 17).<br />

Dear Brothers: our Order, like the whole<br />

consecrated life and the Church itself, is<br />

living an important moment in its history, a<br />

particularly “delicate and difficult” moment<br />

of “tensions and trials”, but it does<br />

not cease to be a moment full of possibilities<br />

and hope. While the Church invites us<br />

to commit ourselves “with a new impetus”<br />

(cf. VC 13), the word of God which we<br />

have heard in the first reading invites us to<br />

choose whom we wish to serve, the gods or<br />

the Lord (cf. Jos 24, 15); it invites us to<br />

turn our hearts to the Lord in order to serve<br />

Him and to obey His voice (cf. Jos 24, 23.<br />

24), to recognise ourselves as His people<br />

and the sheep of His flock and to confess<br />

Him as our God and Lord (cf. Ps 94, 7).<br />

We, who, one day, like Israel, chose to<br />

serve the Lord (cf. Jos 24, 22), are asked<br />

not to renege Him (Jos 24, 27) today, not to<br />

harden our hearts (cf. Ps 94, 8), but rather,<br />

by remembering the wonders the Lord<br />

worked in our lives (cf. Jos 24, 17-18) to<br />

renew our firm will to follow Him (cf. Jos<br />

24, 28), to leave to one side the other gods<br />

in order to serve the Lord “with integrity<br />

and loyalty” (cf. Jos 24, 14. 23), or, in the<br />

words from the Gospel we have proclaimed,<br />

we are asked, like Peter, to love<br />

Him: do you love me? the Lord asks each<br />

one of us today (cf. Jn 21, 15.16.17). Faced<br />

by all this, it is not enough to promise fidelity,<br />

as Peter did before denying the Master<br />

(cf. Jn 13, 37), rather is it necessary to<br />

be really disposed to giving our life for Jesus<br />

as He did for us (cf. Jn 15, 13). That is<br />

the love asked of us: To be disposed to giving<br />

our life for Jesus in the everyday and, if<br />

necessary, through martyrdom, as many of<br />

our Friars have given during these 800<br />

years of the history of our Order. At this<br />

historical moment which we are living, we<br />

are asked to remain –and how difficult it is<br />

today, when everything seems to be transi-<br />

tory!- in the love of the Lord, keeping what<br />

we have promised on the day of our profession<br />

(cf. Jn 15, 10). But to do this, the<br />

scrupulous observance of certain prescriptions<br />

is not enough, it is necessary for the<br />

observance of the Rule and Constitutions<br />

(cf. GGCC 42 §2) to be accompanied at all<br />

times by an unconditional commitment to<br />

the Lord, since through our profession we<br />

no longer belong to ourselves, but belong<br />

to the Lord: we are reserved to the Lord (cf.<br />

Hos 3, 3).<br />

Dear Brothers: Listening to the text from<br />

the Book of Joshua and this beautiful page<br />

of the Gospel of John, I cannot but remember<br />

what the Lord asked of Francis at the<br />

beginning of his conversion: to choose between<br />

the servant and the Lord. Today, in<br />

this so significant place, in the light of the<br />

texts just heard, we are asked to renew our<br />

covenant with the Lord by assuming the<br />

Rule as the inspirational source of our life<br />

and mission. We can no longer postpone our<br />

option. If we want a young Order, with<br />

eight hundred years of history, if we want<br />

our life to say something to the men and<br />

women of today and our mission to be really<br />

fruitful, despite our denials – undoubtedly<br />

more numerous than those of Peter –, we<br />

have to make a clear option for the Lord by<br />

really assuming the Rule as our form of life<br />

on both the personal and fraternity levels.<br />

Looking at our personal and institutional<br />

life we see how our sin is intermingled<br />

with the grace of the Lord and the faithfulness<br />

of Him who called us to follow Him<br />

with our multiple idolatries and prostitutions,<br />

to use the language of the prophets in<br />

the context of the covenant. Today, on the<br />

basis of the sad experience of our infidelities<br />

and from the depths of our heart, we<br />

wish to say, with the humility and repentanceofPeter:“Lord,<br />

you know everything;<br />

you know I love you” (Jn 21, 17). Let us,<br />

one with the people of Israel, respond:: “We<br />

will serve the Lord”, and, with our Brother<br />

and Father Francis let us leave the servant<br />

definitively in order to serve the Lord. Only<br />

thus will the Lord renew His call and His<br />

invitation, as He did with Peter: FOLLOW<br />

ME (Jn 21, 19).


458 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Lord: Draw us to You,<br />

lead us into the desert<br />

and speak to us in our heart,<br />

give us the grace<br />

to be able to return to you<br />

and to seek you sincerely<br />

and, having found you,<br />

be able to follow you with all our heart<br />

in the day to day of our existence.<br />

Fiat, fiat. Amen, amen.<br />

BR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Minister General<br />

5. Alocución final<br />

S. Maria degli Angeli, 1 ottobre 2006<br />

Ensancha el espacio de tu tienda<br />

Queridos hermanos<br />

Ministros y custodios:<br />

El Señor os dé la paz.<br />

Con el favor del Señor hemos llegado al<br />

final de este Capítulo general extraordinario<br />

convocado para prepararnos a la celebración,<br />

en el 2009, del VIII Centenario de<br />

la fundación de nuestra Orden. Un Centenario<br />

que queremos vivir, como nos invitaba<br />

el Instrumento de trabajo de esta Capítulo,<br />

“en la acción de gracias y en la alegría”.<br />

Acción de gracias porque hace ahora<br />

800 años el Altísimo concedió a Francisco<br />

la gracia de comenzar a hacer penitencia (cf<br />

Test 1) y de vivir el “vita evangeli Iesu Christi”<br />

(1R prol.). Acción de gracias porque el<br />

Señor nos ha llamado a cada uno de nosotros<br />

a compartir la misma vocación y misión<br />

del Poverello.<br />

Alegría porque el Señor ha sido grande<br />

con nosotros y nos concede la gracia de poder<br />

contemplar y poder narrar una grande<br />

historia de amor y de gracia, realizada por<br />

el Señor a través de los hermanos y hermanas<br />

que nos han precedido. Alegría porque a<br />

cada uno de nosotros el Señor nos ofrece<br />

hoy la oportunidad de continuar escribiendo,<br />

en el momento presente, la misma historia<br />

de gracia y de amor, cuyo protagonista<br />

es él mismo.<br />

Gracias<br />

En este momento deseo, ante todo, dar<br />

gracias al Señor por habernos regalado esta<br />

ocasión de estar juntos, de reflexionar juntos,<br />

de orar juntos y, juntos, celebrar el don<br />

de nuestra vocación franciscana ¡Bendito<br />

sea el Señor que nos ha llamado! ¡Bendito<br />

sea el Señor que, desde los diversos rincones<br />

de la tierra nos ha convocado para este<br />

acontecimiento de gracia! ¡Bendito sea el<br />

Señor. Grande es su bondad y su misericordia<br />

con nosotros!<br />

Gracias también hermanos capitulares<br />

por vuestro trabajo hecho de escucha, de reflexión,<br />

de compartir, y de oración. Estoy<br />

seguro que todos saldremos de este Capítulo<br />

más enriquecidos de cuando hemos venido.<br />

Cuando cada uno de nosotros se abre al<br />

Espíritu del Señor y su santa operación,<br />

cuando cada uno de nosotros comparte con<br />

los otros, con familiaridad y libertad, sin<br />

prejuicios y sin complejos de tener respuestas<br />

a todas las preguntas, cuando cada uno<br />

de nosotros se abre a la parte de verdad que<br />

el Señor depositó en el corazón del hermano,<br />

entonces se da el milagro del recíproco<br />

enriquecimiento: uno se enriquece, dando,<br />

y al mismo tiempo enriquece, dándose, y<br />

todos se vuelven más conscientes de la necesidad<br />

que cada uno de nosotros tiene del<br />

otro para ser más nosotros mismos, para ser<br />

más Hermanos Menores.<br />

Gracias a cuantos han hecho posible que<br />

el Capítulo general extraordinario que hoy<br />

concluimos se desarrollase en un clima de<br />

gran fraternidad y de intenso trabajo. Gracias<br />

al Definitorio general por haber acogido<br />

con entusiasmo la idea de celebrarlo y<br />

por haberlo preparado con esmero, junto<br />

con la comisión “forma vitae”. Gracias a los<br />

miembros de la comisión preparatoria, al<br />

Secretario y a los miembros de la Secretaría<br />

del Capítulo, a los actuarios, a los intérpretes<br />

y traductores, a los miembros de la comisión<br />

litúrgica, a los miembros de la comisión<br />

de comunicaciones y al ecónomo<br />

del Capítulo. Gracias a la comisión para el<br />

documento final, por su trabajo y su buen<br />

hacer. Gracias a la Provincia de San Francisco<br />

Estigmatizado de Toscana, a la Provincia<br />

Seráfica de Umbría y a la Provincia


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

459<br />

de los SS. Pedro y Pablo de Roma, por habernos<br />

acogido en los Santuarios del Alverna,<br />

de Asís y del Valle Santo de Rieti y por<br />

su generosidad. Gracias a la Provincia de<br />

San Carlos, en Lombardía, por habernos<br />

ofrecido los materiales de cancelería. Gracias,<br />

también, al personal de la Domus pacis<br />

que nos han hecho sentir a casa.<br />

Haciendo camino juntos<br />

Hemos concluido el Capítulo general extraordinario,<br />

“verdadero momento de gracia<br />

para favorecer la refundación de la Orden,<br />

en vistas a nuevos inicios, a una nueva<br />

vida” (IL 3). Motivados por el icono de los<br />

discípulos de Emaús también nosotros hemos<br />

hecho camino juntos. Hemos orado<br />

juntos, hemos compartido nuestra fe y<br />

nuestra historia vocacional, y, sobre todo,<br />

hemos escuchado al Señor a través de su<br />

Palabra, y a Francisco, que sigue hablándonos<br />

en sus escritos, particularmente en el<br />

“texto abierto” de la Regla, y a través de los<br />

lugares en los que tomó forma concreta de<br />

vida lo que hoy reconocemos y celebramos<br />

como “la gracia de los orígenes”. También<br />

estuvieron presentes en nuestro Capítulo<br />

los otros miembros de la Familia Franciscana<br />

-particularmente las Hermanas Clarisas,<br />

con su oración y sacrificio-, y, gracias a la<br />

voz de muchos hermanos, entre nosotros se<br />

hizo presente la voz de “los pobres y débiles,<br />

los enfermos y leprosos, y los mendigos<br />

que hacen a la vera del camino” (1R 9, 2).<br />

Y, por supuesto, con nosotros han estado<br />

presentes todos los hermanos de nuestras<br />

Provincias y Custodias. Nos hemos sentido<br />

en plena comunión con la Iglesia local, gracias<br />

a la presencia del obispo de Asís, Monseñor<br />

Domenico Sorrentino, y con la Iglesia<br />

universal, gracias al telegrama y la bendición<br />

que el “señor papa”, Benedicto XVI,<br />

ha tenido a bien enviarnos. A todos los sentimos<br />

compañeros de camino y con todos<br />

queremos hacer camino.<br />

Nuestra forma de vida<br />

La reflexión capitular se centró en la forma<br />

de vida evangélica inspirada por el Altísimo<br />

a Francisco. Una forma de vida que<br />

cada uno de nosotros ha prometido obser-<br />

var fielmente, todos los días de su vida. Una<br />

forma de vida que propone el Evangelio como<br />

corazón del proyecto franciscano y como<br />

regula et vita (2R 1, 2) de todos aquellos<br />

que, movidos por el espíritu del Señor, se<br />

sienten llamados a asumir esta forma de vida,<br />

acogen el mensaje de Jesús en su totalidad<br />

y desean ardientemente permanecer<br />

fieles a las palabras, vida y doctrina y al<br />

santo Evangelio de Jesucristo. Una forma<br />

de vida que pone al centro la persona misma<br />

de Jesús y que, si es observada fielmente,<br />

nos ofrece la posibilidad de compartir su<br />

propia vida (cf 1R 27;23).Unaformadevida,<br />

en fin, que nos empuja a hacer una profunda<br />

experiencia de Dios, en el conocimiento<br />

y aceptación de uno mismo, y en el<br />

amor hacia todos.<br />

Frente a esa revelación, laprimerarespuesta<br />

a dar es, en palabras de la hermana<br />

Clara, la de conocer nuestra vocación (cf<br />

TesC 4; 1Cor 1, 26). Sí hermanos, necesitamos<br />

hacer memoria constantemente, día a<br />

día, de aquel momento de gracia en el cual<br />

nos hemos dado cuenta que el Señor nos<br />

amaba con amor de predilección (cf Mc 10 ,<br />

21), y de cuando, a su invitación a seguirlo,<br />

hemos respondido con la generosidad del<br />

profeta: Aquí estoy (cf Is 6, 8), te seguiré con<br />

todo mi corazón, con toda mi alma, con todas<br />

mis fuerzas (cf Dt 6, 4). Grande es el don<br />

que hemos recibido del Señor cuando nos<br />

llamó a vivir el Evangelio según la forma de<br />

vida que nos dejó Francisco, y por el cual estamos<br />

obligados mayormente a dar gracias,<br />

con la palabra y la vida, al Padre de las misericordias<br />

(cf TestCl 2). Y con el conocimiento<br />

de nuestra vocación nos sentimos<br />

llamados también a actualizar el propósito<br />

de vida que hemos abrazado (cf 2CtaCl 11),<br />

para que, con andar apresurado y con paso<br />

ligero (2CtaCl 12), sin dejarnos envolver<br />

por tiniebla alguna (3CtaCl 11), podamos<br />

avanzar con mayor seguridad en el camino<br />

de los mandatos del Señor (2CtaCl 15).<br />

Como primer instrumento para hacer<br />

constante memoria de nuestra vocación y<br />

actualizar nuestro propósito de vida propongo<br />

leer cada día, en actitud de revisión<br />

de vida, la fórmula de la profesión, renovándola<br />

en nuestro corazón.


460 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Esta actualización ha de hacerse teniendo<br />

presente lo que el Espíritu nos dice y pide<br />

en estos momentos. El Capítulo que acabamos<br />

de celebrar ha sido un tiempo de gracia,<br />

un tiempo propicio para la escucha.<br />

Durante él, en la escucha atenta de la Palabra<br />

y de los hermanos, hemos experimentado,<br />

como Francisco, la visita del Señor con<br />

la dulzura de su gracia (cf LM II,1),yala<br />

pregunta Señor, ¿qué quieres que haga?,el<br />

Señor no permaneció sordo. Nos habló en la<br />

oración silenciosa, nos habló por aquellos<br />

que nos iluminaron con sus reflexiones, nos<br />

habló en el compartir fraterno.<br />

Personalmente a lo largo de este Capítulo<br />

me he sentido muchas veces interpelado<br />

y llamado a la conversión, a hacer un camino<br />

para pasar de lo bueno a lo mejor,aseguir<br />

creciendo en mi entrega al Señor y a los<br />

hermanos, para mejor seguir a Cristo. Creo<br />

también que el Espíritu nos ha ido indicando<br />

algunos aspectos que nos ayudan a clarificar,<br />

aún más, nuestra identidad de Hermanos<br />

Menores hoy. Sin pretender ser completo,<br />

ni mucho menos, al final de este<br />

Capítulo deseo compartir con vosotros algunos<br />

de estos aspectos que más fuertemente<br />

resonaron en el aula capitular y, seguramente,<br />

también en nuestros corazones.<br />

Pongámonos en camino<br />

El Capítulo que hoy clausuramos ha sido<br />

una fuerte y apremiante llamada a vivir<br />

nuestra vida en profundidad, una llamada a<br />

la conversión, a vivir de la fe y desde la fe,<br />

a volver al Evangelio, para volver a Cristo,<br />

a revivir la experiencia fundacional de<br />

nuestra Fraternidad, con el fin de reidentificar<br />

y reapropiarnos de la intuición original<br />

de Francisco. Ha sido un fuerte aldabonazo<br />

a mejorar nuestra comunicación, particularmente<br />

a niveles de fe y de vivencia vocacional,<br />

a “volvernos” los unos hacia los<br />

otros, a derribar barreras y prejuicios, a acogernos<br />

desde la escucha recíproca, a superar<br />

provincialismos, etnocentrismos, castas<br />

y regionalismos, a ensanchar el corazón a la<br />

dimensión del mundo. El Capítulo nos ha<br />

hecho una llamada urgente a no dejarnos<br />

atenazar por la crisis y el miedo, a no encerrarnos<br />

en nosotros mismos, a no reducir<br />

nuestras presencias al confortable y seguro<br />

espacio de nuestros conventos, sino a salir,<br />

a des-centrarnos para re-centrearnos, a deslocalizarnos<br />

para re-localizarnos, a desarraigarnos<br />

y re-implantarnos, a sentirnos<br />

itinerantes hacia la liminaridad, la frontera,<br />

la periferia, hacia los “claustros olvidados,<br />

habitados por los “leprosos” de hoy. En todo<br />

momento, nos recuerda el Capítulo, los<br />

hermanos hemos de prestar atención a no<br />

dar culto a los ídolos del activismo y la eficiencia<br />

para poder mantener el talante profético<br />

de nuestra vida. En este contexto el<br />

Capítulo nos llama a des-centrarnos de lo<br />

urgente para volver a lo esencial y dar calidad<br />

evangélica a nuestra vida.<br />

Todo esto, queridos hermanos, tiene mucho<br />

que ver con la Formación permanente.<br />

En el Capítulo hablamos más de la Formación<br />

inicial que de la permanente, pero no<br />

podemos olvidar que ésta es prioritaria sobre<br />

aquella, en cuanto que es necesaria para<br />

nutrir la “fidelidad creativa”. Tampoco se<br />

puede olvidar que la Formación permanente<br />

es el “humus” de la Formación inicial, en<br />

cuanto ésta consiste en trasmitir una forma<br />

de vida y no tanto unos conceptos.<br />

Pido pues a todas las Entidades que hagan<br />

un Proyecto de formación permanente<br />

que abarque todos los aspectos de la vida<br />

franciscana: la vocación, la fraternidad/<br />

minoridad y la evangelización.<br />

Somos una Fraternidad<br />

A mi modo de ver, de este Capítulo sale<br />

más reforzada la convicción de que somos<br />

una Fraternidad. Pienso que el Espíritu en<br />

este Capítulo nos ha llamado a todos y en<br />

repetidas ocasiones a seguir creciendo en<br />

fraternidad, a construir fraternidad, a responder<br />

a nuestra vocación de hermanos.<br />

La fraternidad, se repitió muchas veces<br />

durante el Capítulo, es uno de los elementos<br />

fundantes y esenciales de nuestra vocación<br />

y misión. Y así como la fraternidad configuró<br />

la vida y la misión de Francisco y de<br />

sus primeros compañeros, así también la<br />

comunión de vida en fraternidad debe configurar<br />

nuestra vida y misión. Ya no podemos<br />

hablar de vida franciscana sin vida en<br />

fraternidad. Ya no podemos hablar de mi-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

461<br />

manos tomen el tiempo necesario para<br />

aprender a dar tiempo a Dios (vacare Deo)<br />

y para cuidar la calidad de vida. Es esta<br />

una responsabilidad que no podemos delegar<br />

o de la cual no podemos abdicar. Alos<br />

formadores ruego que desde las primeras<br />

etapas de la formación inicial se cuide la<br />

calidad de la oración, de tal modo que ésta<br />

sea un momento de verdadero encuentro<br />

con el Señor.<br />

La vida en fraternidad a la que hemos sido<br />

llamados, a ejemplo de la fraternidad vivida<br />

por Francisco y sus primeros compañeros,<br />

es una fraternidad de iguales,formada<br />

por hermanos clérigos y por hermanos<br />

laicos, con los mismos derechos y obligaciones<br />

(CCGG 3, 1; 41). El Capítulo, en diversas<br />

ocasiones y a través de voces que nos<br />

llegaron de distintas situaciones y “regiones”,<br />

ha subrayado la importancia de este<br />

valor de nuestra forma de vida para poder<br />

ser realmente signum fraternitatis, pidiendo<br />

que se haga todo lo posible para que, a todos<br />

los efectos, venga reconocida jurídicamente<br />

dicha igualdad.<br />

No todo depende de nosotros, pero sí<br />

mucho está en nuestras manos, por eso:<br />

Mientras, en estrecha colaboración con<br />

los otros hermanos de la Primera Orden,<br />

renovaremos la petición a la Santa Sede de<br />

que nuestra Orden sea reconocida como<br />

“Instituto mixto”, según lo que prevé la<br />

Exhortación postsinodal Vita consecrata, al<br />

mismo tiempo hemos de centrar nuestros<br />

esfuerzos en dos aspectos: La formación<br />

básica común para clérigos y laicos, teniendo<br />

en cuenta las condiciones personales<br />

de cada hermano, tal y como está previsto<br />

por nuestras Constituciones y nuestra<br />

Ratio Formationis, y en la revisión de nuestra<br />

pastoral, hasta ahora fundamentalmente<br />

clerical, de tal forma que en ella tengan<br />

el lugar que les corresponde los hermanos<br />

laicos.<br />

En el Capítulo hemos participado hermanos,<br />

provenientes de casi todos los países, lo<br />

que evidencia que somos una fraternidad internacional<br />

e intercultural. Esta es una de<br />

las grandes riquezas de nuestra Fraternidad<br />

que no sólo hemos de custodiar, sino también<br />

favorecer y potenciar en todas sus exsión<br />

franciscana sin pensarla y vivirla en<br />

fraternidad.<br />

Pero el Capítulo, además de ratificar<br />

cuanto acabamos de decir, calificó nuestra<br />

fraternidad con algunos rasgos que creo importante<br />

recordar: fraternidad de creyentes,<br />

fraternidad de iguales, fraternidad internacional<br />

e intercultural, fraternidad vivida en<br />

la complementariedad, fraternidad en diálogo<br />

y misión, fraternidad en camino.<br />

Como fraternidad de creyentes, al centro<br />

de nuestra vida y misión debe colocarse<br />

Cristo, y como “familia unida en Cristo”, la<br />

vida fraterna debe ser alimentada y promovida<br />

con una profunda vida de fe. Como dije<br />

en mi Informe al Capítulo, “el progreso en<br />

la vida fraterna en comunidad va de la mano<br />

del camino de fe de cada hermano y del camino<br />

de fe de la fraternidad”. En repetidas<br />

ocasiones hemos hablado de la crisis de fe<br />

por la que atraviesa la vida religiosa en general<br />

y nosotros, como parte de ella. Tal vez<br />

por ello, la centralidad de la fe en nuestra vida,<br />

así como la necesidad de interrogarnos<br />

sobre nuestra propia fe, y la necesidad de renovarla<br />

y nutrirla constantemente, ha sido<br />

un tema central en este Capítulo. Como central<br />

ha sido el tema y la práctica de la oración<br />

personal y fraterna. Y es que si nuestra vida<br />

sólo se puede entender como experiencia de<br />

fe, a nadie se le oculta que fe y oración son<br />

realidades inseparables. Queridos hermanos:<br />

volviendo a vuestras Entidades trasmitid<br />

la rica experiencia que hemos vivido en<br />

estos días, pero trasmitid, particularmente,<br />

esa inquietud que el Espíritu ha depositado<br />

en nuestros corazones: la necesidad de crecer<br />

en la fe, personal y comunitariamente, y<br />

la necesidad y belleza de comunicar y compartir<br />

en fraternidad nuestras experiencia de<br />

fe. Trasmitid la necesidad de mantenernos<br />

siempre en actitud de búsqueda<br />

Para ello considero importante, como<br />

mediación, que los proyectos de vida de<br />

nuestras fraternidades aseguren los medios<br />

y los tiempos para la oración personal y comunitaria<br />

y creen espacios para compartir<br />

nuestra fe con los hermanos con los que<br />

convivimos en el día a día.<br />

A los hermanos Ministros y guardianes<br />

pido que sean vigilantes, a fin que los her-


462 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

presiones. Sólo así seremos realmente signos<br />

ante un mundo cada vez más dividido.<br />

Para potenciar la vivencia de la fraternidad<br />

internacional e intercultural hemos de<br />

cultivar y desarrollar el sentido de pertenencia<br />

a la Fraternidad universal, superando<br />

provincialismos y particularismos. Por<br />

otra parte dado que el sentido de pertenencia<br />

a la fraternidad universal y la “superación<br />

de barreras” han de considerarse parte<br />

integral del crecimiento en fraternidad, es<br />

necesario que esta dimensión entre de lleno<br />

en la formación inicial y permanente.<br />

Para ello considero importante que se<br />

favorezca la erección de casas de formación<br />

comunes a varias Provincias, y se intensifiquen<br />

sesiones de formación permanente<br />

entre varias Entidades, especialmente<br />

para guardianes y formadores. También<br />

considero importante organizar encuentros<br />

de carácter interprovincial o internacionales<br />

para nuestros jóvenes hermanos, así como<br />

el favorecer el estudio de las lenguas,<br />

como medio de comunicación entre hermanos<br />

de distintas regiones.<br />

Como he afirmado en mi Informe al Capítulo,<br />

nuestra vocación de hermanos hemos<br />

de vivirla en la complementariedad.El<br />

Capítulo ha reforzado, todavía más, esta<br />

idea. La colaboración con la Familia Franciscana,<br />

especialmente a niveles locales, es<br />

un imperativo para cada uno de nosotros.<br />

Es, pues, de desear que la celebración<br />

del VIII Centenario de la fundación de<br />

nuestra Orden y del nacimiento del carisma<br />

franciscano favorezca y potencie la colaboración<br />

entre todos/as los seguidores/as de<br />

Francisco. En el campo de la colaboración,<br />

por mucho que hagamos, siempre nos quedaremos<br />

cortos.<br />

Hemos sido llamados para ser enviados.<br />

Somos una fraternidad en diálogo/misión.<br />

Somos para la misión, somos los “frailes<br />

del pueblo”. Como hicieron los hermanos a<br />

lo largo de estos 800 años de historia, también<br />

nosotros hemos de salir, para ir al encuentro<br />

de los demás, superando fronteras,<br />

de tal forma que el “radicalmente otro” se<br />

vuelva el “radicalmente cercano”.<br />

Para ello considero fundamental, entre<br />

otras actitudes, una formación intelectual<br />

sólida que nos permita entablar un diálogo<br />

fecundo con la cultura actual y el abrirnos<br />

a la misión “ad gentes”.<br />

La fraternidad es don, es gracia, decimos<br />

siempre y con razón, pero es también tarea.<br />

La fraternidad ideal y perfecta no existe.<br />

“Nuestro tiempo es de edificación y de<br />

construcción continuas”(VFC 26). Nuestra<br />

fraternidad es una fraternidad en camino.<br />

Somos, por vocación, constructores de fraternidad.<br />

A la luz de la experiencia de los discípulos<br />

de Emaús, en cuanto fraternidad en camino,<br />

hemos sentido la necesidad de crecer<br />

en la comunicación. Una comunicación que<br />

nos lleve a dar nombre a lo que estamos viviendo,<br />

a hacernos solidarios de la suerte de<br />

los demás, a confiar a los otros nuestra pobreza,<br />

a narrar la propia vida, la intimidad<br />

de nuestro corazón, sin reservas y con total<br />

confianza.<br />

Es necesario, es urgente, crear ambientes<br />

en nuestras Fraternidades donde sea posible<br />

una comunicación más profunda, nacida<br />

desde la verdad de nuestro ser, hecha de palabras<br />

y de gestos auténticos que vengan del<br />

corazón, hecha con un lenguaje renovado<br />

desde lo esencial.<br />

Como instrumentos privilegiados para<br />

crear entre nosotros una cultura de la comunicación,<br />

para crecer en la comunicación<br />

y con ella crecer en fraternidad, pido<br />

que se preste particular atención a la celebración<br />

de los capítulos locales y a otros<br />

encuentros, como los Capítulos de las Esteras<br />

que el Definitorio sugirió se celebrasen<br />

en todas las Entidades como continuación<br />

de este Capítulo General Extraordinario,<br />

en los que sea posible narrar nuestra propia<br />

historia humana y vocacional. El<br />

proyecto de vida fraterno debe contemplar<br />

estos espacios de comunicación fraterna.<br />

Para crecer en fraternidad es imprescindible<br />

una formación humana adecuada. Se<br />

hace necesario, por tanto, prestar particular<br />

atención a esta dimensión propiciando que<br />

en nuestras fraternidades se vivan las virtudes<br />

humanas, tales como: la familiaridad, la<br />

amabilidad, la sinceridad, la confianza mutua,<br />

la capacidad de diálogo, el sentido del<br />

humor...


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

463<br />

Lo dicho anteriormente debe ser motivo<br />

de constante evaluación en nuestros encuentros<br />

comunitarios.<br />

De los signos de los tiempos<br />

al tiempo de los signos<br />

Durante el Capítulo se pidieron en repetidas<br />

ocasiones “signos concretos” de nuestro<br />

ser Fraternidad universal. En este sentido<br />

deseo hacer dos llamadas a todos vosotros,<br />

queridos hermanos Ministros y<br />

Custodios, y, en vosotros, a todos los hermanos<br />

de la Orden. Lo hago en el contexto<br />

de la celebración de “La gracia de los orígenes”,<br />

que encontrará su momento culminante<br />

en la celebración del VIII Centenario<br />

de la fundación de nuestra Orden.<br />

Siento que es urgente reforzar con personal<br />

adecuado nuestros Proyectos misioneros<br />

y nuestros Centros de Estudios. Al mismo<br />

tiempo siento la urgencia de crear “fraternidades<br />

significativas”. Para ello<br />

necesitamos hermanos. Por otra parte hay<br />

Entidades que, a causa de su situación económica,<br />

no pueden hacer frente por mucho<br />

tiempo a las exigencias del cuidado de los<br />

hermanos enfermos, de la formación y de la<br />

evangelización. Lo mismo se puede decir<br />

de algunas actividades de la Curia General<br />

en favor de la cultura en la Orden. Para todo<br />

ello son necesarios medios económicos.<br />

Mi petición es ésta: Como signo de solidaridad<br />

en estos años en que celebramos<br />

“La gracia de los orígenes”, cada Provincia<br />

ponga a disposición del Ministro General<br />

un hermano para los Proyectos misioneros<br />

de la Orden, los Centros de estudios y las<br />

“fraternidades significativas”. Por otra parte,<br />

cada Entidad colabore, según sus posibilidades,<br />

con el “Fondo de solidaridad” que<br />

tiene la Curia general y con el cual socorre<br />

las necesidades más urgentes de las<br />

Entidades pobres, y los distintos proyectos<br />

de la Orden en el ámbito intelectual.<br />

Todo para todos<br />

Antes de terminar siento el deber de<br />

agradecer públicamente al Señor el que me<br />

haya llamado a formar parte de esta gran familia<br />

de hermanos, y a los hermanos el que,<br />

hace tres años, hayáis depositado vuestra<br />

confianza en mi persona, llamándome a servir<br />

la Fraternidad universal como Ministro<br />

y siervo. Debo confesar que durante este<br />

período con mucha frecuencia me he sentido<br />

sorprendido por la bondad y la misericordia<br />

del Señor y por el afecto que recibo<br />

de parte de los hermanos en todo el mundo.<br />

Todo esto me obliga no sólo a seguir dando<br />

lo mejor de mi mismo al Señor y a los hermanos,<br />

sino también a darme totalmente.<br />

Soy consciente de que no me pertenezco,<br />

por eso hoy reitero mi firme propósito de<br />

seguir entregándome totalmente y sin reservas<br />

al Señor y a mis hermanos. Pero dado<br />

que estoy muy lejos de ello, por mi debilidad<br />

y mediocridad, pido perdón al Señor y<br />

comprensión a todos vosotros, mis queridos<br />

hermanos.<br />

En este contexto siento la necesidad de<br />

agradeceros, queridos hermanos Ministros<br />

y Custodios, el que durante el Capítulo hayáis<br />

sido muchos los que compartisteis conmigo<br />

vuestros gozos y vuestras tristezas.<br />

Gracias. Me siento muy cercano a vosotros.<br />

No estáis solos. El Señor nos acompaña, se<br />

hace compañero de viaje y parte para nosotros<br />

el pan.<br />

Id hermanos con la bendición del Señor<br />

El Capítulo está apunto de concluir.<br />

Queridos hermanos Ministros y Custodios:<br />

• Id y a los hermanos cansados invitadles a<br />

ponerse en camino, mostrándoles, con<br />

vuestro paso ligero (cf Lc 1, 39), la belleza<br />

de sentirse en camino hacia la meta,<br />

recordándoles la necesidad, de nutrirse<br />

adecuadamente para no desfallecer(cf<br />

1R 19, 7).<br />

• Idyaloshermanostristesanunciadles el<br />

evangelio de la pascua. Que las lágrimas<br />

no le impidan ver al resucitado (cf Jn 20,<br />

11ss). Id y a los hermanos que hayan pecado<br />

anunciadles el evangelio de la misericordia.<br />

• Id y a los hermanos que están mirando<br />

hacia tras y tal vez piensan en abandonar<br />

anunciadles el evangelio de la fidelidad<br />

de Dios, y llevadles y acompañadles al<br />

desierto para que allí puedan escuchar de<br />

nuevo la voz del “primer amor” y pue-


464 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

dan entregarse a él con el ardor con que<br />

lo hicieron en “los días de su juventud”<br />

(cf. Os 2, 16-17).<br />

• Idyalasfraternidadesdivididasanunciadles<br />

el evangelio de la vida fraternoa,<br />

de la comunión y de la belleza y hermosura<br />

que se gusta cuando los hermanos<br />

viven unidos.<br />

• Id y a los hermanos jóvenes anunciadles<br />

el evangelio de la radicalidad evangélica,<br />

de la secuela radical de Jesús, y a los<br />

hermanos ancianos anunciadles el evangelio<br />

de la donación total y sin reservas,<br />

el evangelio de entrega incondicional.<br />

• Id y a los hermanos, a los muchos hermanos<br />

que viven con gozo y radicalidad<br />

de vida las exigencias de su vocación,<br />

anunciadles que son “amados del Señor”<br />

(2 Ts2, 13) y exhortadles a mantenerse<br />

firmes siempre, a no desfallecer en su<br />

empeño.<br />

• Idyaloshermanosqueencontréisanunciadles<br />

que son agraciados del Dios<br />

amor, anunciadles que para Dios nada<br />

hay imposible y que por lo tanto también<br />

para ellos vale lo dicho por Pablo: “Todo<br />

lo puedo en aquel que me conforta”.<br />

• Id y haced de vuestras vidas un anuncio<br />

constante de la Buena Noticia que es Jesús.<br />

Id y saludad de parte del Ministro y<br />

del Definitorio genera la todos los hermanos.<br />

Id y que el Señor os acompañe<br />

siempre y haga fructificar vuestros<br />

esfuerzos.<br />

El Capítulo concluye yalavezsigue<br />

abierto, pues toca ahora llevar a los hermanos<br />

cuanto aquí hemos vivido y reflexionado.<br />

Sed creativos también en buscar los medios<br />

para transmitirles esta rica experiencia.<br />

Que el Señor nos dé su fuerza para poner<br />

por obra cuanto nos ha inspirado en estos<br />

días de gracia. En el Señor Jesús y en el padre<br />

San Francisco os abrazo a todos, y, en<br />

vosotros, abrazo a todos los hermanos de la<br />

Orden.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general<br />

6. Omelia a conclusione del Capitolo<br />

S. Maria degli Angeli, 1 ottobre 2006<br />

Che siano perfetti nell’unità<br />

Num 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Gv 17,20-26<br />

Carissimi Fratelli,<br />

il Signore vi dia pace!<br />

Con la grazia del Signore siamo giunti<br />

alla fine di questo Capitolo generale straordinario<br />

2006. Sono stati giorni di inteso lavoro,<br />

ma, soprattutto, giorni in cui il Signore<br />

ci ha benedetto con la presenza del suo<br />

Spirito e con la gioia di avvicinarci un po’<br />

di più alla grazia delle origini. Lostesso<br />

Spirito ha reso possibile che celebrassimo,<br />

come famiglia, il dono della nostra comune<br />

vocazione: la vocazione ad essere ogni<br />

giorno di più e meglio Frati Minori.<br />

Così il Capitolo che oggi chiudiamo è<br />

stato una nuova chiamata a prendere coscienza<br />

di ciò che siamo e di ciò che abbiamo<br />

promesso di “osservare fedelmente”<br />

quando abbiamo abbracciato, con la nostra<br />

professione, la forma di vita che l’Altissimo<br />

rivelò a Francesco e che egli visse e ci trasmise.<br />

Allo stesso tempo, avendo illuminato<br />

la nostra realtà, il Capitolo è stato una<br />

chiamata a convertirci, a «nascere di nuovo»<br />

(Gv 3,3) a livello personale e istituzionale,<br />

a tornare all’essenziale della nostra<br />

forma di vita e in questo modo «nutrire –<br />

dal di dentro –, mediante l’offerta liberatrice<br />

del Vangelo, il nostro mondo … come fecero<br />

nel loro tempo Francesco e Chiara<br />

d’Assisi» (Sdp 2).<br />

In questo contesto il Signore ci viene<br />

nuovamente incontro con la sua Parola che,<br />

ancora una volta, ci si presenta come lampada<br />

per i nostri passi e per il nostro cammino<br />

(cf Sal 118,105) e che in questa occasione<br />

richiama la nostra attenzione sulla necessità<br />

di essere uno, come il Padre e il<br />

Figlio sono uno (cf Gv 17,22).<br />

Il grande desiderio e, insieme, la grande<br />

preoccupazione di Gesù, prima di «passare<br />

da questo mondo la Padre» (Gv 13,1) sembra<br />

essere proprio quella dell’unità-comunione,<br />

non solo dei primi discepoli, ma di<br />

quanti crederanno in Lui per la loro parola


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

465<br />

(cf Gv 17,20): «Che siano una cosa sola …<br />

che siano perfetti nell’unità» (Gv<br />

17,21.22.23) ripete insistentemente Gesù<br />

nella sua preghiera sacerdotale al Padre. E<br />

l’importanza di questa unità-comunione<br />

viene dal fatto che da essa dipende, almeno<br />

in gran parte, la fede di molti nella missione<br />

del Figlio (cf Gv 17,21.23). Così, quella che<br />

all’inizio poteva sembrare solo una vocazione<br />

ad intra della comunità dei credenti,<br />

si trasforma nella sua grande missione. Una<br />

vocazione-missione mai portata a termine,<br />

poiché il livello e la meta, che ci si presenta,<br />

sono semplicemente irraggiungibili:<br />

«siano come noi una cosa sola», «siano perfetti<br />

nell’unità». Già uniti, ma sempre desiderando<br />

e lavorando per essere ogni volta<br />

più uniti.<br />

Come può essere?<br />

Mantenere questa tensione tra il già e<br />

non ancora della comunità-comunione, che<br />

già viviamo ma alla quale anche aspiriamo,<br />

sarà possibile solo se avremo chiaro che<br />

questa nasce da un’iniziativa di Dio, la cui<br />

essenza, come ben mette in evidenza il Vangelo<br />

proclamato, è di donarsi, comunicarsi,<br />

amare. Il vero fondamento di una moltitudine<br />

di credenti, che abbia un cuore e un’anima<br />

sola (cf At 4,32), il vero fondamento<br />

della nostra fraternità francescana, non sta<br />

nella nostra indigenza, che ci fa sentire bisognosi<br />

degli altri per realizzare meglio un<br />

determinato compito, ma nell’amore di<br />

Dio: «li hai amati come ami me … perché<br />

l’amore con il quale mi hai amato sia in essi»<br />

(Gv 17,23.26). Le radici ultime della nostra<br />

comunione, dell’unità degli uni con gli<br />

altri, affondano nel mistero di Dio che, essendo<br />

Trinità, è vera comunità-fraternità di<br />

amore. Questo lo riconoscono chiaramente<br />

le nostre Costituzioni, quando mettono a<br />

fondamento della nostra vita fraterna la<br />

«carità di Dio diffusa nei loro cuori per<br />

mezzo dello Spirito Santo» (CCGG 39).<br />

Solo questa coscienza ci manterrà lungo il<br />

cammino nella tenace ricerca dell’unità-comunione.<br />

E solo così la nostra unità-comunione,<br />

la nostra vita fraterna, sarà un’immagine<br />

– benché sempre pallida – della fraternità<br />

trinitaria dove tutti sono uno, tutto è di<br />

tutti, ognuno si capisce attraverso gli altri e<br />

tutti sono per e presso gli altri.<br />

Posto che l’unità-comunione tra noi è insieme<br />

vocazione e missione, per mantenere<br />

questa tensione tra il cammino iniziato e la<br />

meta, per arrivare nel campo della unità-comunione,<br />

è necessaria la chiara coscienza di<br />

avere una missione comune: la missione di<br />

testimoniare, con la parola e la vita, l’amore<br />

del Padre per l’umanità, manifestato nella<br />

persona del Figlio, in modo da far «conoscere<br />

a tutti che non c’è nessuno onnipotente<br />

eccetto lui» (LOrd 9). L’unità comunione<br />

che desideriamo e vogliamo vivere nel seno<br />

delle nostre Fraternità deve portarci, allora,<br />

ad essere molto più che un gruppo di amici<br />

che hanno in comune più o meno la stessa<br />

sensibilità, le stesse scelte e reazioni e possono<br />

facilmente incontrarsi per condividere<br />

quello che hanno in comune. Dobbiamo ripeterlo<br />

ancora una volta: non siamo un<br />

semplice gruppo di amici e nemmeno un<br />

gruppo a cui è stato affidato un compito,<br />

siamo una Fraternità di Frati convocati dal<br />

Signore, per una missione compresa in fraternità<br />

e in accordo con la nostra forma di<br />

vita. Una Fraternità di Frati che «forniti di<br />

carattere, cultura, costumi, talenti, attitudini<br />

e qualità diversi» (CCGG 40), desiderando<br />

ardentemente di essere uno, come il Padre e<br />

il Figlio sono uno, si impegnano a «promuovere<br />

maggiormente l’unione fraterna»<br />

(CCGG 42,1) e, in questo modo, arrivare ad<br />

essere icone visibili della fraternità trinitaria.<br />

L’unità chiesta da Gesù per i suoi discepoli,<br />

che noi cerchiamo di vivere nelle nostre<br />

Fraternità, deve integrare la nostra esistenza<br />

con quella degli altri che non abbiamo<br />

scelto noi, ma che il Signore ci ha<br />

donato, così come confessa riconoscente<br />

Francesco alla fine della sua vita: «il Signore<br />

mi diede dei fratelli» (Test 14). Gli altri,<br />

così come sono, sono un dono per me e persino<br />

un dono necessario nel progetto vocazionale<br />

che il Signore mi ha assegnato, fino<br />

ad arrivare a capire che ormai non possiamo<br />

realizzarci secondo il progetto di Dio se non<br />

con gli altri.<br />

Cari Fratelli, la parola di Dio che abbiamo<br />

ascoltato ci presenta una grande sfida:


466 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

lavorare instancabilmente per arrivare ad<br />

una unità-comunione che sia segno-riconoscimento<br />

dell’unità del Figlio con il Padre.<br />

La parola di Dio che abbiamo ascoltato<br />

ci chiama ad essere costruttori di un’autentica<br />

vita fraterna in cui ci sia una vita<br />

ogni giorno più umana, un ambiente ogni<br />

giorno più gradevole e accogliente, una famiglia<br />

in cui ogni giorno si viva più evangelicamente.<br />

Questo esige di superare una carente comunicazione<br />

interpersonale e crescere nella<br />

sincerità, intimità e trasparenza. Esige di<br />

passare da una vita in comune, segnata molte<br />

volte dall’uniformità, ad una comunione<br />

di vita, segnata da una forte unità, da un ragionevole<br />

e legittimo pluralismo. Esige di<br />

relativizzare la Fraternità locale per aprirsi<br />

alla Fraternità universale e interculturale,<br />

evitando di bloccarsi, di trasformarsi in una<br />

cellula chiusa e morta. Sono convinto che<br />

l’Ordine abbia bisogno di crescere in questa<br />

unità, in una Fraternità con orizzonti più<br />

evangelici, più aperti, più universali. Solo<br />

così l’Ordine in quanto tale offrirà una testimonianza<br />

profetica credibile, solo così i<br />

Frati saranno profezia vivente (cf Num<br />

11,25-29), in questo mondo che ha più bisogno<br />

che mai di una vera unità-comunione<br />

(cf Gc 5,1-6).<br />

E mentre continuiamo a rendere grazie<br />

al Signore per il dono dei Fratelli, facciamo<br />

nostra la preghiera sacerdotale di Gesù:<br />

Signore, fa’ che siamo uno, come tu e il<br />

Padre siete uno. Che relativizziamo le nostre<br />

differenze e ci sentiamo membri di una<br />

Fraternità universale in cui tutti siamo, di<br />

nome e di fatto, Frati e Minori; una Fraternità<br />

universale in cui tutti impariamo a dare<br />

e sentiamo la necessità di ricevere; una Fraternità<br />

senza pregiudizi degli uni nei confronti<br />

degli altri, in cui ciascuno sia stimolo<br />

di speranza, pace e gioia per gli altri e tutti,<br />

uniti dal vincolo dell’amore, raggiungiamo<br />

la piena maturità umana, cristiana e religiosa.<br />

Signore, fa’ che siamo uno, che siamo<br />

perfetti nell’unità.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

7. Documento del Capitolo generale<br />

straordinario<br />

Il Signore ci parla lungo il cammino<br />

PRESENTAZIONE<br />

Fratelli carissimi,<br />

il Signore vi dia Pace!<br />

Il Capitolo generale straordinario, iniziato<br />

al Santuario della Verna il 15 settembre e<br />

proseguito a S. Maria degli Angeli, si è concluso<br />

il 1 ottobre 2006 presso la Porziuncola.<br />

È stato una tappa importante nella prospettiva<br />

della celebrazione dell’VIII centenario<br />

dell’approvazione da parte di<br />

Innocenzo III della nostra Regola e vita e,<br />

quindi, della fondazione del nostro Ordine.<br />

Mossi da «divina ispirazione», noi Frati<br />

Minori siamo ritornati ad Assisi per confrontarci<br />

con le nostre origini allo scopo di<br />

rispondere alla domanda: «Signore, che cosa<br />

vuoi che facciamo, come Frati Minori,<br />

oggi?». Ogni Frate ed ogni Entità può trovare<br />

la risposta nel Documento finale, Il Signore<br />

ci parla lungo il cammino, che è «un<br />

ricordo, un’esperienza, un cammino, un<br />

mandato, un invito che continua a risuonare»<br />

(n. 3), come aiuto, sostegno, incoraggiamento<br />

ad attualizzare il nostro carisma<br />

nel momento presente che il Signore, Padre<br />

delle misericordie, ci concede di vivere.<br />

Il Documento, che oggi ho il piacere di<br />

presentare a ciascuno di voi, dopo l’approvazione<br />

del Definitorio generale, è costituito<br />

da due parti. Nella prima, che possiamo<br />

definire “ispirazionale”, vuole offrire motivazioni,<br />

sostegno, luce, guida per i cammini<br />

che il Signore ci invita a percorre, nel<br />

momento attuale, con «audacia e lucidità».<br />

Nella seconda parte, il Documento presenta<br />

metodologie, suggerimenti e indicazioni,<br />

affinché la Fraternità universale e le Fraternità<br />

locali, percorrendo la stessa strada, pur<br />

con modalità e stili diversi, abbiano l’opportunità<br />

di incarnare nella vita quotidiana<br />

quanto la frequentazione dell’«altare della<br />

memoria e delle nostre origini» (n. 7) ci ha<br />

permesso di capire o di intuire.


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

467<br />

Carissimi Fratelli, il Documento Il Signore<br />

ci parla lungo il cammino, fa sì che il<br />

Capitolo generale straordinario continui in<br />

ogni Frate ed in ogni Entità. Che il Signore<br />

e il nostro padre Francesco ci sostengano<br />

sulla via, da percorre secondo la metodologia<br />

dell’icona biblica dei discepoli di Emmaus,<br />

per discernere come migliorare la nostra<br />

vita e la nostra missione, così da essere<br />

«segni, umili e semplici, di quella stella che<br />

continua a brillare in mezzo alla notte dei<br />

popoli, guidando tutti verso la centralità<br />

della vita» (n.9).<br />

Roma, 1 novembre 2006<br />

Festa di tutti i Santi<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale<br />

Prot. 097353<br />

PREMESSA<br />

1. Il Capitolo generale straordinario del<br />

2006 si inserisce nell’ampia prospettiva di<br />

celebrare gli 800 anni dalla fondazione dell’Ordine<br />

dei Frati Minori, che ricorderemo<br />

nel 2009. Questo documento non è una voce<br />

isolata: è pensato per essere letto alla luce<br />

della celebrazione della grazia delle origini,<br />

cioè alla luce di un processo che cerca<br />

di attualizzare il nostro carisma di fronte alle<br />

sfide di un cambiamento epocale. In questo<br />

contesto, non bisogna dimenticare che il<br />

Vangelo e la nostra Regola e vita1, presentata<br />

da Francesco a Papa Innocenzo III e<br />

confermata da Onorio III, sono stati i nostri<br />

principali punti di riferimento. Nel documento<br />

si trovano sempre presenti le riflessioni<br />

che ci hanno accompagnato sino ad<br />

ora2, soprattutto la Relazione del Ministro<br />

generale al Capitolo, Con lucidità e audacia,<br />

rilettura audace e lucida del Vangelo e<br />

delle nostre fonti originarie.<br />

2. Sono ancora fortemente presenti nella<br />

memoria le esperienze di fede che abbiamo<br />

condiviso tra noi in questi giorni, come pure<br />

il pellegrinaggio ai luoghi che conservano<br />

il fascino originario del nostro carisma<br />

(Assisi, Verna, Greccio e Fontecolombo), la<br />

comunione con i Fratelli e le Sorelle che<br />

condividono il nostro stesso carisma e l’incontro<br />

pieno di gioia con le sorelle Clarisse;<br />

sono esperienze che nessuna parola può<br />

compiutamente restituire.<br />

3. Il Signore ci parla lungo il cammino<br />

non è solo un titolo, è l’icona di Emmaus<br />

che ci ha accompagnati nel corso del Capitolo.<br />

Abbiamo imparato ad esprimere le nostre<br />

paure con libertà nel contesto della fede<br />

condivisa e ad interrogare il nostro stile di<br />

vita. Il nostro cuore si è aperto al mistero<br />

dell’altro quale luogo di salvezza. Abbiamo<br />

accolto la sorpresa della forza interiore che<br />

scaturisce dalla Pasqua, che ci fa ritornare<br />

ai fratelli con rinnovata fiducia. Il Signore<br />

ci parla lungo il cammino è un ricordo,<br />

un’esperienza, un cammino, un mandato,<br />

un invito che continua a risuonare. Emmaus<br />

è il cammino, antico e sempre nuovo, che<br />

vogliamo compiere con ciascuno dei nostri<br />

fratelli.<br />

Mendicanti di senso<br />

4. In occasione del nostro incontro, Fratelli<br />

di tutti i continenti riuniti alla Porziuncola,<br />

la prima impressione che ci ha colpito<br />

è la bellezza particolare di ogni popolo, tutta<br />

la sua ricchezza e splendore. Abbiamo<br />

potuto constatare che, pur tra le notevoli<br />

differenze e nonostante le distanze geografiche,<br />

i nostri popoli non vivono isolati, ma<br />

legati dal complesso tessuto della interculturalità,<br />

della interreligiosità e della intercomunicazione<br />

immediata che caratterizzano,<br />

insieme ad altri fattori, la nostra società<br />

globalizzata. Abbiamo riconosciuto, grazie<br />

ai contributi in tante lingue diverse dei Fratelli<br />

e ai collegamenti infiniti e inaspettati<br />

che si vivono in questo cambiamento epocale,<br />

il dono della diversità, la notizia di un<br />

Dio sempre fecondo.<br />

5. Questa gioia di fronte alla progressiva<br />

crescita di vicinanza dei paesi del nostro<br />

mondo, non ha potuto, evidentemente, nascondere<br />

ai nostri occhi il dolore che ancora<br />

lo abita. Non sono solo immagini, e non<br />

si tratta solo di un’umanità astratta, ma sono<br />

volti e nomi concreti legati alla nostra vita<br />

quotidiana, volti e nomi cari che non ci


468 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

lasciano mai e ci danno la forza di orientarci<br />

nella nostra ricerca. Ci riferiamo alle sofferenze<br />

reali che condividiamo con la nostra<br />

gente: la sofferenza che deriva da un<br />

fondamentalismo militante che impedisce<br />

una prassi plurale della fede e del pensiero;<br />

ci riferiamo al dolore che nasce nel vedere<br />

interi popoli ancora in attesa del riconoscimento<br />

dei diritti fondamentali del cibo, di<br />

un tetto, di una educazione e del lavoro, come<br />

pure intere popolazioni costrette ad emigrare<br />

senza avere la promessa che la loro vita<br />

cambierà davvero. Abbiamo condiviso le<br />

nostre riflessioni sulle forze culturali, sociali<br />

e politiche che cercano di imporsi nella<br />

nostra vita e rendono difficile non solo la<br />

fede, ma anche la fiducia fondamentale negli<br />

altri. Certamente esiste una lotta spietata<br />

per ottenere influenza e potere sul nostro<br />

mondo, un desiderio di dominio sull’altro<br />

attraverso la forza delle idee, della tecnologia,<br />

degli scambi economici e delle armi.<br />

Sentiamo il peso di una società globalizzata<br />

che pretende di autoregolarsi facendo a<br />

meno di criteri etici, come se si trattasse di<br />

un dio assoluto. Ci ferisce profondamente<br />

la distruzione spietata e progressiva della<br />

natura, casa comune di tutti.<br />

6. Il contatto diretto con il dolore e il<br />

non-senso, con la crisi e il caos del nostro<br />

tempo, ha indotto molti nostri contemporanei<br />

a interrogarsi sul senso della storia, dell’esistenza,<br />

della vita, a mettere in questione<br />

la veracità della speranza, infine a interrogarsi<br />

di nuovo su tutto. Come Frati<br />

Minori, noi non ci sentiamo distanti da queste<br />

domande3, ma ci riconosciamo, insieme<br />

a tutti, mendicanti di senso.<br />

La visita della speranza<br />

7. Nei momenti di grave crisi, il popolo<br />

di Israele faceva memoria di quanto il<br />

Dio creatore e liberatore aveva operato con<br />

potenza nella sua storia, per trovare la forza<br />

necessaria a riprendere il cammino con coraggio.<br />

Come Israele, anche noi, Frati Minori,<br />

mossi da divina ispirazione4, siamo<br />

tornati ad Assisi, altare prediletto della nostra<br />

memoria e delle nostre origini, carichi<br />

di interrogativi, di stanchezza accumulata,<br />

di incertezze riguardo al futuro dell’umanità,<br />

della Chiesa e dell’Ordine.<br />

8. Tornando al più piccolo dei luoghi<br />

dell’Ordine (la Porziuncola), ci siamo sentiti<br />

tutti accolti comodamente dall’abbraccio<br />

fraterno di Francesco, con le nostre<br />

identità particolari, con le nostre luci e le<br />

nostre ombre. È lui che ci ha consegnato la<br />

sua esperienza e i suoi testi fondamentali<br />

come libri aperti e non ancora terminati, che<br />

vannocompletatiattraversolanostrafedeltà<br />

a Dio e al mondo, «sempre sudditi e<br />

soggetti ai piedi della santa Chiesa»5. Insieme<br />

a Francesco, col nostro Ministro generale,<br />

noi Frati abbiamo implorato l’alto e<br />

glorioso Dio perché illumini le tenebre che<br />

oscurano il cuore del mondo e quelle del<br />

nostro cuore; perché ci doni una fede retta,<br />

una speranza certa e una carità perfetta6.<br />

Ancora una volta, Francesco ci ha invitati a<br />

vivere felici in mezzo alla gente disprezzata,<br />

tra i deboli e i poveri, con i malati, i lebbrosi<br />

e i mendicanti lungo la via7. Abbiamo<br />

sperimentato la benedizione di Francesco,<br />

la sua cura per noi, simile a quella offerta a<br />

frate Leone, suo fedele compagno di strada.<br />

Il Signore ci ha mostrato il suo volto, secondo<br />

il desiderio di Francesco8. Ilbrano<br />

biblico dei discepoli di Emmaus9 ci ha guidati,<br />

come un paradigma del viaggio che<br />

vogliamo intraprendere sulle diverse strade<br />

del nostro mondo.<br />

9. L’Ordine, attraverso il ritorno alle origini<br />

e la condivisione del racconto delle nostre<br />

vite, è stato visitato dalla speranza: non<br />

una speranza qualsiasi, ma quella che si radica<br />

in Cristo povero e crocifisso10 e nei<br />

suoi rappresentanti, i poveri e i crocifissi<br />

della nostra terra11. Quando uniamo esperienzialmente<br />

il Vangelo di Cristo con la vita<br />

in tutto il suo spessore, ci sentiamo liberare<br />

poco a poco dalla rassegnazione, ma<br />

anche dai facili idealismi e dal pragmatismo<br />

superficiale, così da abitare la tensione verso<br />

il Regno, nell’atmosfera feconda della<br />

sequela. Il Dio rivelato a Francesco, e a noi<br />

oggi, non si è mostrato indifferente o distante<br />

dal dolore umano, ma, al contrario, si<br />

è rivelato come «creatore, redentore, consolatore<br />

e salvatore nostro»12. Egliera,èe<br />

sarà «ogni bene, sommo bene, tutto il be-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

469<br />

ne»13, gioia e sicurezza dell’universo intero.<br />

Questa speranza guida la nostra vita nell’impegno<br />

per la giustizia, la pace e il bene<br />

là dove siamo presenti. Ci commuove riconoscerci<br />

come segni, umili e semplici, di<br />

quella stella che continua a brillare in mezzo<br />

alla notte dei popoli, guidando tutti verso<br />

la centralità della vita14.<br />

ALLA LUCE DEL DONO<br />

«Il Signore diede a me…»<br />

(Test 1.4.6.14. 39)<br />

Prima di tutto la vita<br />

10. L’esperienza cha abbiamo vissuto insieme<br />

ci ha confermato che la caratteristica<br />

propria del camminare francescano è quella<br />

di partire dalla vita: la pratica è importante,<br />

come pure il mantenerci in cammino per<br />

comprendere meglio la propria vocazione.<br />

La teoria illumina la vita, ma non può mai<br />

sostituirla.<br />

11. Francesco, dopo aver ascoltato il<br />

Vangelo, si affretta a cambiare il suo modo<br />

di vestire15: egli ha bisogno di mettere in<br />

pratica la parola ascoltata, anche se in modo<br />

parziale e materiale. Questo ci insegna che<br />

per giungere ad una comprensione autenticamente<br />

spirituale, e non solo intellettuale,<br />

occorre camminare sulla via dell’esperienza:<br />

vicinanza alla realtà storica, ascolto attento<br />

della Parola e sua immediata traduzione<br />

nella vita16. La stessa dinamica si ripete a<br />

San Damiano, quando il crocifisso lo invita<br />

a riparare la Chiesa17; Francesco si mette<br />

subito al lavoro per restaurare cappelle abbandonate18,<br />

non perché abbia inteso male<br />

il messaggio, come pensiamo di solito, ma<br />

proprio perché per capire il senso profondo<br />

delle parole rivolte a lui, ha bisogno di entrare<br />

nel terreno dell’esperienza, del fare insieme<br />

ad altri. Nelle Ammonizioni emerge<br />

con forza questa sapienza del discernimento<br />

francescano: «Sono vivificati dallo spirito<br />

della divina lettera coloro che ogni scienza<br />

che sanno e desiderano sapere non l’attribuiscono<br />

al proprio io, ma la restituiscono,<br />

con la parola e con l’esempio,all’altissimo<br />

Signore Dio, al quale appartiene<br />

ogni bene»19. Al primo posto sta sempre la<br />

vita, l’esperienza, il contatto umano con la<br />

realtà di dolore e di speranza di ogni persona<br />

e di ogni popolo e con la creazione intera;<br />

solo dopo viene l’interpretazione della<br />

vita alla luce della fede, in una permanente<br />

circolarità. Riusciremo a camminare insieme<br />

in questa direzione?<br />

Alla luce di questo principio del primato<br />

della prassi, una raccomandazione è più<br />

volte risuonata in questo Capitolo: dare<br />

maggior forza alla pratica del dialogo e<br />

creare altre nuove modalità concrete, adeguate<br />

alla specificità di ogni cultura e alle<br />

sue particolari necessità.<br />

Regola e vita<br />

12. In questi giorni è emerso con chiarezza<br />

il fatto che la specifica tradizione<br />

spirituale e intellettuale francescana, radicata<br />

nell’esperienza delle prime comunità<br />

inserite nelle città e nelle Università, indirizza<br />

verso il cammino dell’azione. Francesco<br />

insegna a «cercare lo Spirito del Signore<br />

e la sua santa operazione»20.Lastessa<br />

Regola è stata costantemente interpretata,<br />

praticamente e teoricamente, non<br />

solo in relazione a Francesco, ma anche all’esperienza<br />

viva dei fratelli, della società<br />

e della Chiesa. Noi Frati non abbiamo<br />

semplicemente una Regola, ma una Regola<br />

e vita21. I nostri maestri in teologia Alessandro<br />

di Hales, Bonaventura, Pietro di<br />

Giovanni Olivi, Duns Scoto e Guglielmo<br />

di Occam tra gli altri, hanno ampiamente<br />

insegnato che lo studio scientifico della<br />

Parola di Dio ha come scopo la trasformazione<br />

della vita, e come vertice non un elevato<br />

livello intellettuale, ma uno scambio<br />

di amore con Dio, con noi stessi e con il<br />

nostro prossimo, soprattutto con i reietti di<br />

questo mondo22. Secondo la tradizione<br />

francescana, la teologia si caratterizza non<br />

come scienza, ma come sapienza23. Una<br />

sapienza che fa assaporare l’incontro come<br />

uno strumento per la trasformazione del<br />

mondo. Conosciamo questa tradizione? Le<br />

nostre istituzioni la sostengono? Conosciamo<br />

gli studi critici sulle Fonti francescane<br />

che sono stati pubblicati negli ultimi<br />

cinquant’anni?


470 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

13. In questo Capitolo ci siamo interrogati<br />

sulla necessità di recuperare criticamente<br />

le grandi tradizioni filosofiche, teologiche,<br />

mistiche e artistiche del nostro patrimonio<br />

francescano, come sostegno della<br />

nostra missione di annunciare il Vangelo<br />

con le parole e con le opere nel cuore della<br />

cultura contemporanea24. Constatiamo che<br />

senza la conoscenza delle nostre fonti - anzitutto<br />

degli Scritti di San Francesco - e della<br />

nostra tradizione corriamo il rischio di essere<br />

facile preda del fondamentalismo e<br />

delle tendenze emotive del presente, di<br />

smarrire il nostro contributo specifico, con<br />

interpretazioni scorrette che lo rendono funzionale<br />

ad altri “padroni” del pensiero e dell’azione.<br />

In questa prospettiva, riconosciamo<br />

che per attualizzare adeguatamente il<br />

nostro patrimonio è necessario non svincolarlo<br />

dai contesti e dalla linfa vitale del tempo<br />

in cui si è sviluppato, ma neppure dal<br />

contesto attuale.<br />

Il dono della fede<br />

14. Per interpretare la vita non è sufficiente<br />

la vicinanza alla realtà, c’è bisogno<br />

di guardarla con occhi di fede, cioè viverla<br />

a partire da una relazione profonda con Dio<br />

e con la sua Parola in stretta comunione con<br />

la Chiesa25. Come fece Bernardo, il primo<br />

compagno, in questo Capitolo anche noi abbiamo<br />

di nuovo chiesto a Francesco: cosa<br />

dobbiamo fare? E lui ci ha ripetuto: andiamo<br />

in chiesa, prendiamo il libro dei Vangeli<br />

e chiediamo consiglio a Cristo26. «Torniamo<br />

al Vangelo e la nostra vita riavrà la poesia,<br />

la bellezza e l’incanto delle origini…<br />

Liberiamo il Vangelo e il Vangelo libererà<br />

noi»27. La chiave ermeneutica per avvicinarci<br />

al Vangelo è proprio la sua forza liberatrice<br />

da tutte le nostre schiavitù.<br />

15. Ci chiediamo se questo necessario ritorno<br />

al Vangelo e alla sua potenza risanatrice<br />

e liberatrice non sia impedito, nelle nostre<br />

vite, dalla mancanza di una fede (fiducia)<br />

di fondo, più orizzontale, in noi stessi e<br />

negli altri. Il dinamismo della fede ci segna<br />

fin dall’origine: a partire dalla nascita siamo<br />

accolti da una madre, o da qualcuno che<br />

si prende cura di noi, a cui ci affidiamo, come<br />

pure altri si affideranno a noi, accogliendoci,<br />

stimolandoci, correggendoci,<br />

amandoci. Le relazioni essenziali della nostra<br />

vita, con il mondo, con Dio e con i fratelli,<br />

si edificano con il materiale offerto da<br />

questa fede primaria e fondamentale. Quando<br />

parliamo di fede, parliamo dunque di<br />

una duplice relazione: orizzontale, tra le<br />

persone, e verticale, con Dio, in due dimensioni<br />

strettamente collegate.<br />

16. Nel corso di questo Capitolo abbiamo<br />

preso coscienza di situazioni e di conflitti<br />

che hanno ferito anzitutto la fiducia reciproca<br />

tra gli esseri umani. Come Frati Minori<br />

ci sentiamo chiamati a ricostruire<br />

questa fede primaria e fondamentale senza<br />

la quale è difficile giungere alla fede nel<br />

Dio della vita, al riconoscimento dell’altro<br />

come fratello. Per essere strumenti di ricostruzione<br />

di questo tessuto fondamentale di<br />

fiducia reciproca, avvertiamo l’urgenza di<br />

una formazione permanente ed iniziale che<br />

si faccia carico della struttura fondamentale<br />

della persona e della personalizzazione<br />

della fede28. Siamo comunque convinti che<br />

quando parliamo di fede ci troviamo di<br />

fronte a un dono, ad un’azione dello Spirito<br />

in noi, che proprio per questo supera ogni<br />

determinismo umano: «la fede non nasce<br />

nel cuore degli uomini dalle discussioni, ma<br />

per opera dello Spirito santo che concede i<br />

suoi doni a ciascuno come vuole»29.<br />

17. Il racconto della Samaritana30 ci ha<br />

offerto l’immagine di una fede in relazione<br />

con Dio e con gli altri. La donna cresce nel<br />

suo cammino di incontro con la Parola verso<br />

una fede più profonda, sino a diventare<br />

annunciatrice per altri. Il suo processo di<br />

conversione inizia quando Gesù consente<br />

che ella, una straniera, una donna con la<br />

propria storia di conflitti e di relazioni, offra<br />

a lui ciò che lei è, ciò che ha, la sua verità<br />

senza finzioni. Così Dio si offre alla nostra<br />

umanità! A partire da questo momento<br />

la conduce, sempre più in profondità, verso<br />

una fonte che sazierà per sempre la sua sete.<br />

Questa sete dissetata adesso è il suo messaggio.<br />

18. La fede è la porta attraverso cui il Signore<br />

entra in contatto con noi, ci guarisce<br />

dalle nostre infermità31, dai limiti che abbia-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

471<br />

mo ereditato, ci riconcilia e ci mostra il fondamento<br />

delle cose sperate32, eciinvia.La<br />

fede riguarda tutto ciò che noi siamo, la nostra<br />

storia, il nostro corpo, la nostra mente,<br />

le nostre emozioni, così che l’intera persona<br />

è guidata all’obbedienza alla Parola33 carica<br />

di futuro. La vita nella fede è la vera sorgente<br />

della nostra letizia e della nostra speranza34,<br />

della nostra sequela di Gesù Cristo e<br />

della nostra testimonianza al mondo.<br />

La logica del dono<br />

19. Vogliamo proporre una modalità<br />

sempre nuova per osservare, a partire dalla<br />

fede, l’intera realtà: l’universo prende origine<br />

dal dono gratuito di Dio35. Come Frati ci<br />

sentiamo chiamati a trasmettere, più che la<br />

legge del prezzo, dell’interscambio o del<br />

profitto, che si impongono in questo nostro<br />

tempo, una logica del dono. Questa visione<br />

era già stata concessa a Francesco: «Tutti<br />

amiamo con tutto il cuore, con tutta l’anima,<br />

con tutta la mente, con tutta la capacità e la<br />

fortezza, con tutta l’intelligenza, con tutte le<br />

forze, con tutto lo slancio, con tutto l’affetto,<br />

tutti i sentimenti più profondi, tutti i desideri<br />

e la volontà, il Signore Iddio, il quale a tutti<br />

noi ha dato e dà tutto il corpo, tutta l’anima<br />

e tutta la vita; che ci ha creati, redenti, e<br />

ci salverà per sua sola misericordia; Lui che<br />

ogni bene fece e fa a noi»36. Nulla ci appartiene,<br />

tutto è un dono ricevuto, destinato ad<br />

essere condiviso e restituito.<br />

20. La visione cristiana della Trinità riconosce<br />

in Dio stesso la perfezione della logica<br />

del dono: Dio che è Padre si dona eternamente<br />

al Figlio nello Spirito santo e lo<br />

Spirito santo viene eternamente donato dal<br />

Padre e dal Figlio. L’unità della Trinità è<br />

un’unità d’amore. Dio è amore, e solo amore,<br />

in quanto la sua stessa vita è un eterno<br />

dono di sé37. Nella nostra adesione a Gesù<br />

riconosciamo la manifestazione storica del<br />

dinamismo del dono. Gesù, il dono per eccellenza<br />

che sgorga dall’amore del Padre,<br />

ha donato se stesso38, ha donato la sua vita39,<br />

ha donato il suo corpo nel mistero della<br />

croce40. Gesù non cessa, nella sua vita, di<br />

donarci la sua parola41, ilpanedivita42, la<br />

pace43,loSpirito44 elavitaeterna45.<br />

21. In maniera speciale Gesù ci fa dono<br />

di sua madre46, sua perfetta discepola. Seguendo<br />

la logica del dono, anche Maria viene<br />

costituita «Vergine fatta Chiesa»: «Ave,<br />

Signora, santa regina, santa Madre di Dio,<br />

Maria… eletta dal santissimo Padre celeste,<br />

consacrata col suo santissimo Figlio diletto<br />

e con lo Spirito santo Paraclito»47.<br />

22. Noi stessi, immagine del Creatore, ci<br />

riconosciamo come destinatari di questo<br />

dono di Dio: non siamo noi i padroni della<br />

nostra vita, ma costantemente la riceviamo<br />

come un dono dall’alto. Abbiamo la capacità<br />

di donarci gratuitamente agli altri tramite<br />

un movimento simile all’incessante<br />

dono di sé da parte di Dio. È questa l’esperienza<br />

celebrata in ogni Eucaristia48: riceviamo<br />

da Dio il dono di suo Figlio, entriamo<br />

in intima relazione con Lui e siamo inviati<br />

dallo Spirito al mondo come<br />

prolungamento del suo amore. Come dice<br />

la Gaudium et spes49, nessuno «può raggiungere<br />

la propria pienezza se non nel dono<br />

sincero di se stesso». È il Dio uno e trino<br />

che ci conduce fuori da noi stessi verso l’incontro<br />

dell’altro, del diverso da noi; anche<br />

se il nostro movimento di uscita da noi stessi<br />

rimane diverso da quello di Dio, poiché<br />

Dio crea dal nulla con il suo dono, mentre<br />

noi possiamo solo restituire i beni che da<br />

Dio abbiamo ricevuto50.<br />

23. Illuminati dalla fede in un Dio trino,<br />

riconosciamo che ogni fratello, nella diversità<br />

della sua personalità, è un dono affidato<br />

alla nostra vita perché entriamo in una relazione<br />

di amore gratuito e disinteressato<br />

con lui51. Il segno più evidente della fedeltà<br />

al Signore sarà, quindi, l’amore che ci unisce<br />

gli uni agli altri52. Francesco scrive nel<br />

Testamento di Siena ai Fratelli dell’Ordine<br />

del suo tempo e ai Frati «che vi entreranno<br />

sino alla fine del mondo»: «in segno di ricordo<br />

della mia benedizione e del mio testamento,<br />

sempre si amino tra loro»53.<br />

24. Solo se seguiremo le orme del nostro<br />

Signore Gesù Cristo, della sua vita, passione,<br />

morte e resurrezione, troveremo la forza<br />

e la lucidità per affrontare secondo la logica<br />

del dono la realtà personale, comunitaria e<br />

sociale, sempre segnata dal limite e dal peccato.


472 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

25. Nell’Ufficio della Passione, Francesco<br />

fa suoi i sentimenti di Cristo che si fece<br />

povero per arricchirci con la sua povertà54.<br />

Solo a partire dalla adesione a Cristo potremo<br />

dirci l’un l’altro, come Chiara adAgnese:<br />

«ti vedo abbracciare con l’umiltà, la forza<br />

della fede e le braccia della povertà il tesoro<br />

incomparabile, nascosto nel campo del mondo<br />

e dei cuori umani;e…ticonsiderocollaboratrice<br />

di Dio stesso e colei che rialza le<br />

membra cadenti del suo corpo ineffabile»55.<br />

FRATERNITÀ E MISSIONE<br />

ALLA LUCE DEL DONO<br />

«In qualunque casa entreranno dicano<br />

prima di tutto:Pace a questa casa»<br />

(Rb 3,13)<br />

Il dono dei fratelli<br />

26. Il fatto di riconoscerci come fratelli<br />

nasce dalla fede in un Dio che è padre di tutti.<br />

A partire da questa fede potrò riconoscere<br />

l’altro e dire, come Francesco: «il Signore<br />

mi diede dei fratelli»56. La relazione fraterna<br />

non nasce anzitutto dalla nostra buona<br />

volontà o dalle nostre virtù, ma dal dono di<br />

Dio57. Anche per noi rimane vero l’ammonimento<br />

di Gesù: «Mia madre e i miei fratelli<br />

sono coloro che ascoltano la Parola di<br />

Dio e la mettono in pratica»58. Anche le nostre<br />

Fraternità nascono dal riconoscimento<br />

di Dio come nostro unico Padre che ci chiama<br />

ad essere fratelli. Ogni Fraternità, nell’armonia<br />

delle individualità, è una lieta novella<br />

del legame familiare che unisce tutti<br />

gli esseri creati alla luce di Cristo.<br />

27. Questa verità, che ci è stata rivelata,<br />

ha inevitabilmente delle conseguenze pratiche:<br />

il dono del fratello costituisce, allo<br />

stesso tempo, un compito a livello di discernimento<br />

vocazionale, di educazione alla<br />

fede e del nostro stile di tessere relazioni<br />

e di servire nell’Ordine, nella Chiesa e nel<br />

mondo. Abbiamo una fede che ci consente<br />

di vedere in ogni volto una richiesta di fraternità?<br />

Celebriamo con gioia il dono di<br />

ogni fratello? Viviamo l’edificazione della<br />

fraternità come uno dei nostri impegni fondamentali?<br />

Approfondire queste intuizioni<br />

apre un buon cammino verso il futuro.<br />

Fratelli minori di ogni creatura<br />

28. Non basta dire che siamo fratelli, siamo<br />

Fratelli minori59. La minorità costituisce<br />

la forma concreta che qualifica la nostra<br />

relazione fraterna e la pratica dei nostri ministeri,<br />

soprattutto di quello ordinato60.Alcuni<br />

esercitano il proprio ministero come<br />

ministri ordinati, altri come laici, ma tutti<br />

siamo Frati Minori. «Per cui scongiuro nella<br />

carità che è Dio - implora il nostro fratello<br />

Francesco - tutti i miei frati occupati nella<br />

predicazione, nell’orazione, nel lavoro,<br />

sia chierici che laici, che cerchino di umiliarsi<br />

in tutte le cose»61. L’aggettivo “minore”,<br />

che Francesco ricava dal Vangelo62, è<br />

un aggettivo di relazione: si è minori in relazione<br />

a qualcun altro. La minorità è una<br />

scommessa formulata in prima persona perché<br />

nulla, in noi, ostacoli l’epifania dell’altro.<br />

È il nostro modo di “toglierci i sandali”<br />

di fronte al mistero dell’altro nel quale il<br />

Mistero ha la sua epifania63.<br />

29. Il paradigma della minorità è Cristo<br />

che «non considerò un tesoro geloso la sua<br />

uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso,<br />

assumendo la condizione di servo...»64.<br />

Questa identità di minori di fronte ad ogni<br />

creatura ci pone davanti una permanente<br />

esigenza morale che ha radici molto antiche:<br />

«i Frati… devono rivedersi volentieri e<br />

con gioia di spirito e onorarsi scambievolmente<br />

senza mormorazioni»65.EFrancesco<br />

non ha timore di insistere: «Siano modesti,<br />

mostrando ogni mansuetudine verso tutti<br />

gli uomini; non giudichino, non condannino;<br />

e come dice il Signore non guardino i<br />

più piccoli peccati degli altri, ma pensino<br />

piuttosto ai loro nell’amarezza della loro<br />

anima»66. La nostra tradizione è consistente<br />

e abbondante nel proteggere la dignità dell’altro<br />

a partire da una minorità assunta personalmente<br />

come sentiero di salvezza comunitaria.<br />

30. La relazione fraterna caratterizza non<br />

solo le relazioni tra i Frati, ma, in modo ancor<br />

più ampio, quelle con ogni creatura<br />

umana. Ci sentiamo e siamo realmente Fratelli<br />

minori di ogni uomo e donna, seguendo<br />

lo stile con cui Francesco invia i suoi<br />

Frati nel mondo: «non facciano liti o dispu-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

473<br />

te, ma siano soggetti ad ogni creatura umana<br />

per amore di Dio».67 Questo tipo di relazione<br />

caratterizzata dalla minorità verso<br />

ogni umana creatura, comporta delle conseguenze<br />

per la nostra missione: tra i laici,<br />

nella relazione con la donna, nel nostro modo<br />

di vivere nella Chiesa, nel necessario<br />

dialogo interreligioso, nel nostro rapporto<br />

con la creazione, insomma in tutta la nostra<br />

missione come minori tra i minori della terra68.<br />

Abbiamo la lucidità e l’audacia necessarie<br />

per vivere la buona novella della minorità?<br />

La cura della vita fraterna<br />

31. Lo scambio di esperienze ci ha persuaso<br />

che la nostra Fraternità ha bisogno di<br />

una cura particolare da parte nostra. È davvero<br />

una priorità per la nostra vita, soprattutto<br />

oggi in un mondo lacerato dalla frammentazione<br />

e dalle divisioni. Le divisioni<br />

non sono estranee alla nostra stessa vita fraterna,<br />

per cui la cura della Fraternità ha<br />

spesso bisogno di incarnarsi in gesti di perdono<br />

reciproco e in cammini di comunione69.<br />

In quasi tutti i nostri incontri ci ripetiamo<br />

che dobbiamo prestare maggiore attenzione<br />

alla maturità umana dei Fratelli,<br />

poiché molti problemi nelle relazioni fraterne<br />

sono legati alla nostra fragilità umana70.<br />

32. Si è insistito specialmente sulla necessità<br />

di aiutare i GuardianieiMinistrinel<br />

servizio di animazione della Fraternità. Il<br />

Capitolo locale è già uno strumento valido<br />

in nostro possesso per condividere la fede e<br />

la fraternità71. Cresce il bisogno di trovare<br />

nuovi momenti e modalità diverse di scambio<br />

reciproco, per condividere e celebrare la<br />

vita in tutte le sue dimensioni72. Lavitain<br />

fraternità esige un accompagnamento e una<br />

cura materna, non solo nella formazione<br />

iniziale, ma per tutta la vita.<br />

La vita come missione<br />

33. La nostra opzione fondamentale, oggi,<br />

consiste nel vivere il Vangelo come minori<br />

tra i minori, ma con la coscienza di essere<br />

immersi in un cambiamento epocale,<br />

che offre nuovi paradigmi e categorie che<br />

implicano una seria revisione della nostra<br />

missione e il coraggio di iniziare cammini<br />

inediti di presenza e di testimonianza. Abbiamo<br />

colto la necessità di ritornare al centro<br />

della nostra missione e di prendere decisioni<br />

di cambiamento che ci aiutino ad abbandonare<br />

alcune situazioni sociali ed<br />

ecclesiali per scegliere con maggior decisione<br />

i luoghi di frontiera e la marginalità,<br />

come peculiarità della nostra identità francescana.<br />

Sia nella società che nella Chiesa<br />

siamo chiamati ad essere minori.<br />

34. La relazione del Ministro generale ha<br />

insistito sull’idea di elaborare un progetto<br />

di evangelizzazione specificamente francescano,<br />

non solo personalmente, ma a partire<br />

dalla fraternità, poiché la vita di fede in<br />

comunità (nella preghiera, in fraternità e da<br />

minori) è la nostra prima testimonianza per<br />

il mondo73. Abbiamo riconosciuto che tutto<br />

l’Ordine deve sentirsi coinvolto con premura<br />

speciale nell’impegno di rafforzare e sostenere<br />

i progetti missionari che stanno nascendo,<br />

in modo da garantirne il futuro74.<br />

35. Molti dei nuovi orientamenti per la<br />

missione sono già stati presentati nel documento<br />

Riempire la terra del Vangelo di Cristo<br />

(1996), nel documento finale dell’ultimo<br />

Capitolo generale, Il Signore ti dia pace<br />

(2003) e nel Sussidio Un nuovo mondo è<br />

possibile (2004) preparato dall’Ufficio di<br />

GPIC, in cui si parla di conversione ecologica<br />

e giustizia ambientale, di non-violenza<br />

attiva,diattenzioneairifugiati,aisenzaterra,<br />

ai migranti, alle minoranze etniche, oltre<br />

che di un uso etico delle fonti finanziarie,<br />

sempre in chiave francescana. Le nuove sfide<br />

ci pongono di fronte, oggi più che mai,<br />

alla necessità di un discernimento permanente<br />

e di una valutazione costante della nostra<br />

vita e delle nostre scelte pratiche, all’interno<br />

della nostra Fraternità e nel dialogo<br />

costante con i laici75.<br />

Dialogo e inculturazione<br />

36. La missione assume oggi il volto<br />

del dialogo76. L’atteggiamento dialogante<br />

e la pratica del dialogo si esprimono, anzitutto,<br />

all’interno della nostra vita fraterna:<br />

non potremo parlare con il mondo se non


474 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

saremo capaci di intavolare un dialogo tra<br />

di noi, alla luce della verità e della fede, e<br />

se non siamo capaci di dialogare intimamente<br />

con il Dio che si rivela. In questo<br />

Capitolo abbiamo parlato di quattro modalità<br />

per incarnare il dialogo: la presenza<br />

negli ambienti di frontiera e di conflitto;<br />

l’intervento nei nuovi areopaghi; l’attività<br />

intellettuale e culturale; lo scambio di<br />

esperienze religiose. Il francescano è da<br />

sempre uno che attraversa le frontiere, per<br />

il desiderio di fraternità che conduce a riconoscere<br />

tutti come figli dello stesso Padre.<br />

Ci sembra utile tornare allo Spirito di<br />

Assisi77 e al documento del Capitolo generale<br />

2003, Il Signore ti dia pace78, che presenta<br />

vie concrete che possono aprirci al<br />

futuro: il dialogo come via alla pace, l’itineranza<br />

come sorella della pace e la santità<br />

in fraternità.<br />

37. Francesco ci ha lasciato un segno di<br />

relazione che oggi ha assunto una attualità<br />

insospettata: il suo dialogo con il Sultano,<br />

proprio in un contesto di grave tensione come<br />

il nostro. Francesco era motivato soprattutto<br />

dalla fede in Dio, ma allo stesso<br />

tempo manifesta anche una notevole fiducia<br />

umana e un atteggiamento di ascolto di<br />

fronte al Sultano79. Senza negare le reali<br />

difficoltà, a volte davvero gravi, che ogni<br />

dialogo comporta, dobbiamo fare in modo,<br />

come Francesco, di non lasciarci rinchiudere<br />

dalle barriere create dall’ideologia dominante.<br />

È un segno profondamente apprezzato<br />

da tutti la presenza semplice e perseverante<br />

di fratelli in zone del mondo in cui le<br />

difficoltà sono realmente estreme, tali da<br />

mettere in pericolo ogni libertà. Chiediamo<br />

al Signore la forza di attraversare le frontiere<br />

per essere, con semplicità e libertà, un faro<br />

di speranza, un’offerta generosa di fede e<br />

comunione.<br />

38. Da un lato, la missione dell’Ordine è<br />

sempre carismatica, e quindi plurale e diversa,<br />

poiché nasce dal dono proprio ad<br />

ogni fratello, rivestito di forza dall’alto, e<br />

dalle differenti realtà e contesti, con le loro<br />

caratteristiche proprie. La Fraternità perfetta,<br />

secondo Francesco e anche per noi oggi,<br />

è quella che accoglie in sé i doni di ogni fratello<br />

e li pone al servizio del Regno80. Questa<br />

diversità ci pone di fronte alla necessità<br />

di comprendere, assumere e praticare i principi<br />

dell’inculturazione e dell’interculturalità81.<br />

D’altro lato, la nostra missione è anche<br />

uniforme, nel senso che si modella sull’esempio<br />

di Cristo che per noi si è fatto<br />

povero e sulla sua opzione radicale per i poveri<br />

e gli esclusi82. Il riconoscimento di questa<br />

unità ci aiuta a prendere coscienza della<br />

necessità di fondare la nostra vita sul Vangelo<br />

del nostro Signore Gesù Cristo in povertà,<br />

obbedienza e castità83. Questa duplice<br />

caratteristica ci terrà sempre in una sana<br />

tensione evangelica, propizia alla sequela.<br />

Torniamo ancora una volta alla centralità<br />

dell’esperienza di Dio, in Cristo Gesù e grazie<br />

all’azione dello Spirito, come cammino<br />

di autentica trasformazione della nostra vita<br />

e missione.<br />

LA METODOLOGIA DI EMMAUS<br />

Avere lo Spirito del Signore<br />

e la sua santa operazione<br />

(Rb 10,8)<br />

39. Prima di tutto la vita: ma la vita scoperta<br />

attraverso la qualità della nostra sequela<br />

di Cristo, nello scambio che realizziamo<br />

tra noi e con ciascuna delle persone con<br />

cui lavoriamo. Questa è la strada e il metodo<br />

che ci condurrà verso il futuro.<br />

40. Abbiamo anche constatato che sin<br />

dalle nostre origini, sin dal principio del<br />

cammino comune, Francesco e i Fratelli<br />

hanno scoperto la presenza di Cristo Risorto<br />

attraverso la pratica di una metodologia<br />

di preghiera e di incontro. Itineranti<br />

che si appoggiavano non solo sulle mura<br />

del monastero o sull’orario per sentirsi<br />

uniti, i Frati entravano in uno «spazio di<br />

obbedienza»84, rimanendo «soggetti ad<br />

ogni umana creatura»85. Crearono uno spazio<br />

comune condividendo ciò che succedeva<br />

«lungo il cammino». Questo sacrum<br />

commercium di fede e di riflessione sul<br />

Vangelo, questo modo di vivere uniti le loro<br />

vite, era parte integrante dell’identità<br />

dei primi Frati.<br />

41. Il Celano ci racconta che anche dopo<br />

l’approvazione della Forma vitae da parte<br />

di Innocenzo III, tra i Frati sorgevano mol-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

475<br />

te domande: «Lungo il cammino parlavano<br />

tra di loro dei molti e ammirevoli doni che<br />

Dio clementissimo aveva loro concesso: di<br />

come il Vicario di Cristo, signore e padre di<br />

tutta la cristianità, li avesse ricevuti con<br />

amorevolezza; di come avrebbero potuto<br />

mettere in pratica le sue raccomandazioni e<br />

i suoi consigli; di come avrebbero potuto<br />

osservare con sincerità la Regola che avevano<br />

ricevuto per conservarla indefettibilmente;<br />

di come avrebbero condotto una vita<br />

santa e religiosa davanti all’Altissimo;<br />

infine, di come le loro vite e comportamenti,<br />

sempre crescendo nelle sante virtù, sarebbero<br />

serviti come esempi per il prossimo»86.<br />

42. La Regola e vita fece in modo che la<br />

dinamica dell’interrogarsi e del discernimento<br />

fraterno diventassero centrali nel<br />

processo di crescita istituzionale e di conversione<br />

personale e fraterna: «e ovunque<br />

sono e si incontreranno i frati, si mostrino<br />

familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno<br />

manifesti con fiducia all’altro le sue necessità…»87.<br />

43. La storia degli ottocento anni della<br />

nostra Regola e la sua interazione con il Testamento<br />

e con l’interpretazione della Chiesa<br />

mostrano che la grazia delle nostre origini<br />

ci impone un imperativo metodologico:<br />

siamo in grado di scoprire la presenza del<br />

Signore in mezzo a noi come via, verità e<br />

vita88 solo quando, a partire dalla fede, riusciamo<br />

a dare ascolto a quanti vivono attorno<br />

a noi e quando riusciamo ad esprimere<br />

ciò che ci abita dentro.<br />

44. In questo momento della nostra storia,<br />

mentre ricordiamo la grazia delle origini<br />

nel mezzo delle trasformazioni radicali di<br />

questo mondo, capiamo che la sfida che abbiamo<br />

di fronte è quella di andare all’essenziale:<br />

riuscire a condividere ad un livello<br />

più profondamente umano e cristiano. Ciò<br />

che dobbiamo mettere in pratica in tutte le<br />

nostre Province, Conferenze e anche a livello<br />

di Ordine, è la stessa metodologia del<br />

racconto di Emmaus: i discepoli, che iniziano<br />

il cammino come mendicanti di senso,<br />

rompono il silenzio per aprire il dialogo.<br />

Imparano a interpretare la propria vita e le<br />

proprie esperienze a partire dalle Scritture,<br />

mentre il Signore illumina il loro cuore.<br />

Fanno una sosta nel cammino per chiedere<br />

a Gesù di rimanere con loro. Nella sua misericordia,<br />

Egli entra nel loro “spazio vitale”<br />

e rimane con loro. Quello che succede<br />

dopo è pura comunione fraterna: «Quando<br />

fu a tavola con loro, prese il pane, disse la<br />

benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora<br />

si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero»89.<br />

In seguito ritornano dai loro compagni<br />

e fanno esperienza di condivisione, prima<br />

attraverso l’ascolto attento e, poi,<br />

narrando la vittoria della vita sulla morte,<br />

manifestatasi definitivamente nella resurrezione<br />

di Cristo.<br />

45. Il cammino così delineato è semplice<br />

ed essenziale, come tutte le cose importanti:<br />

riunirsi; parlare di ciò che ci è successo;<br />

condividere il Vangelo, rileggere la<br />

Regola; pregare e lodare Dio “per tutti i<br />

suoi doni”; celebrare la comunione fraterna;<br />

tornare ai Frati delle nostre Fraternità,<br />

ai nostri fratelli e sorelle del mondo intero<br />

con la buona notizia che ha trasformato le<br />

nostre vite.<br />

46. Questo documento rimane aperto a<br />

tutti i Fratelli e a tutti quanti condividono il<br />

carisma o l’utopia francescana. Vorremmo<br />

che fosse uno strumento nel cammino di riconoscimento<br />

e di celebrazione della grazia<br />

delle nostre origini, l’evento che polarizzerà<br />

la nostra riflessione nei prossimi tre anni90.<br />

Tenendo presente la ricchezza della nostra<br />

diversità, riconosciamo che ci saranno<br />

forme diverse per continuare queste riflessioni<br />

sulla nostra identità, per programmare<br />

iniziative nel campo della missione e, soprattutto,<br />

per individuare nuove forme pratiche<br />

di condivisione della fede e del discernimento.<br />

Aggiungiamo, infine, degli orientamenti<br />

che hanno lo scopo di illuminare il<br />

cammino di ricerca per una concretizzazione<br />

storica del nostro carisma.<br />

47. Incoraggiamo i nostri Fratelli ad accogliere<br />

questo documento e a leggerlo come<br />

il racconto di Emmaus che noi stessi abbiamo<br />

vissuto durante questo Capitolo; forse<br />

può aiutare anche te nell’aprire una<br />

strada verso il futuro. Continueremo insieme<br />

a chiederci: «Cosa vuole da noi il Signore?».


476 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Guardate fratelli l’umiltà di Dio<br />

E aprite davanti a Lui i vostri cuori…<br />

Nulla di voi tenete per voi,<br />

perché totalmente vi accolga Colui che<br />

a voi si dona totalmente91.<br />

SENTIERI PER IL FUTURO<br />

Orientamenti pratici<br />

48. Durante l’esperienza vissuta in questo<br />

Capitolo, abbiamo parlato dell’importanza<br />

della pratica e del mutuo discernimento<br />

come mezzi per sviluppare il nostro<br />

cammino futuro nella vocazione come una<br />

fraternità in missione. Seguendo queste<br />

tracce, vogliamo guardare al 2009 ed offrire,<br />

per i prossimi tre anni, alcune metodologie,<br />

suggerimenti e indicazioni per poter incarnare<br />

le intuizioni e percezioni che noi<br />

stessi abbiamo identificato nel corso del nostro<br />

Capitolo generale straordinario.<br />

49. Per quanto possibile, e nel rispetto<br />

della diversità, che è una caratteristica del<br />

nostro Ordine, vogliamo intraprendere progetti<br />

che unifichino ed integrino la nostra vocazione,<br />

fraternità e missione in un unico<br />

tessuto formato dai fili della testimonianza<br />

personale, comunitaria ed istituzionale. Partendo<br />

da tale prospettiva dell’integrazione,<br />

queste direttive e orientamenti non sono isolati<br />

l’uno dall’altro, ma devono crescere in<br />

armonia tra loro. In questa prospettiva, praticata<br />

per quanto possibile, chiediamo ad ogni<br />

Entità di considerare i seguenti principi:<br />

1. L’elemento più significativo emerso in<br />

questo Capitolo è la metodologia di Emmaus.<br />

Riteniamo questo processo di dialogo<br />

e di discernimento come la prima<br />

delle nostre priorità. Questo processo deve<br />

toccare sia la nostra vita umana che la<br />

nostra vita di fede, entrambe condivise<br />

tra fratelli che seguono le orme del Signore<br />

Gesù Cristo. Questa metodologia<br />

di Emmaus ha come scopo di aiutarci a<br />

superare l’individualismo e l’isolamento<br />

che spesso caratterizzano la nostra vita e<br />

il nostro lavoro. Allo stesso tempo, e in<br />

maniera ancor più importante, è concepita<br />

per poter tornare a situarci spiritualmente<br />

nel contesto dell’esperienza di<br />

Dio nella vita, nella preghiera e nel lavoro.<br />

Questa metodologia può essere applicata<br />

ai diversi ambiti della nostra vita:<br />

nella formazione permanente e iniziale,<br />

nella vita fraterna a tutti i livelli dell’Ordine,<br />

nel lavoro e nei ministeri che condividiamo<br />

con i laici. Il suo processo e la<br />

sua logica sono stati spiegati nel documento<br />

Il Signore ci parla lungo il cammino.<br />

Chiediamo ad ogni Entità di riflettere<br />

sulla “metodologia di Emmaus” come<br />

una pietra angolare per la nostra<br />

crescita di Frati Minori e di metterla in<br />

pratica.<br />

2. Abbiamo sottolineato l’importanza del<br />

metodo di condividere la fede. Ogni Entità<br />

ha già i suoi programmi ed attività:<br />

sarà quindi necessario verificare come<br />

usare i suggerimenti che offriamo e adattarli<br />

alle possibilità e alle situazioni di<br />

ciascuno. Il riconoscimento delle nostre<br />

diversità è stato un segno distintivo di<br />

questo Capitolo e la capacità di inculturare<br />

la nostra identità di Frati Minori<br />

comporta che le indicazioni pratiche offerte<br />

dovranno assumere diverse forme e<br />

gradi di applicazione nelle varie Entità<br />

dell’Ordine. Non vogliamo aggiungere<br />

un altro peso ai programmi già esistenti<br />

nelle Province; desideriamo, piuttosto,<br />

offrire suggerimenti per la nostra crescita.<br />

Tra le molte linee di sviluppo qui proposte,<br />

chiediamo ad ogni Entità di scoprire<br />

quali sono le più utili per la propria<br />

crescita, così da metterle in pratica.<br />

3. Al fine di continuare il nostro itinerario<br />

di preparazione al centenario di fondazione<br />

nel 2009, chiediamo ad ogni Entità<br />

e Conferenza di valutare attentamente la<br />

propria crescita nelle aree elencate, se ritenute<br />

attuabili nelle loro situazioni.<br />

Queste aree, a loro volta, ci aiuteranno a<br />

intraprendere processi di auto-consapevolezza<br />

e a valutare i progressi fatti nella<br />

celebrazione dell’ottavo centenario.<br />

Dal bene al meglio nella fede e nelle relazioni<br />

fraterne<br />

50. La riscoperta del celebrare e incoraggiare<br />

legami di fiducia tra noi, è essenziale


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

477<br />

per la nostra crescita umana come Frati Minori.<br />

Ciò può realizzarsi con la creazione di<br />

spazi comuni di dialogo, condividendo le<br />

nostre storie, celebrazioni e feste. Questo<br />

comporterà anche una continua valutazione<br />

delle forme in cui noi comunichiamo, ad<br />

esempio, nei seguenti ambiti:<br />

• di che cosa parliamo? Ci sono argomenti<br />

che evitiamo?<br />

• Come parliamo dei nostri fratelli, in loro<br />

presenza o assenza?<br />

• Parliamo in maniera superficiale, oppure<br />

ci troviamo a nostro agio nel condividere<br />

più profondamente la nostra vocazione?<br />

• Come, praticamente, celebriamo il dono<br />

del fratello? Il dono della nostra fede? Il<br />

dono della nostra vocazione?<br />

51. Abbiamo bisogno di condividere insieme<br />

la gioia e le difficoltà dell’essere Fratelli<br />

e di riflettere sulla nostra vocazione<br />

personale sviluppando, a livello locale, provinciale<br />

e di Conferenza, la “metodologia<br />

di Emmaus”, ed altri mezzi che permettono<br />

di approfondire insieme la nostra sequela di<br />

Cristo e la nostra fede in Dio. Questa metodologia<br />

ci aiuterà, negli incontri a livello locale,<br />

provinciale e di Conferenza, a diventare<br />

scuole di fraternità, di preghiera e di<br />

conversione, in dialogo con la Parola di<br />

Dio, nella celebrazione dell’Eucaristia, nelle<br />

relazioni umane e nella nostra vita. Ministri<br />

e Guardiani rivestono un ruolo importante<br />

in questo processo. Questo metodo di<br />

relazione dovrebbe entrare a far parte della<br />

nostra identità di Frati Minori. Tutto ciò lo<br />

potremmo mettere a fuoco, ad esempio:<br />

• nei tempi della formazione permanente e<br />

iniziale;<br />

• all’ingresso di un nuovo Fratello in Fraternità;<br />

• nei Capitoli locali celebrati regolarmente;<br />

• in occasione degli anniversari;<br />

• quando ci riuniamo con i laici nei luoghi<br />

del nostro ministero;<br />

• durante i pellegrinaggi nei luoghi di interesse<br />

vocazionale;<br />

• quando celebriamo i Capitoli provinciali;<br />

• nei tempi di valutazione dei nostri mini-<br />

steri e nelle situazioni in cui bisogna dare<br />

una risposta di fronte alla cultura che<br />

cambia e alla società che ci circonda;<br />

• a livello di Conferenze e tra le diverse<br />

Conferenze dell’Ordine;<br />

• nelle assemblee particolari, come in questo<br />

Capitolo, che prepara quello del<br />

2009;<br />

• nei processi di riconciliazione e di guarigione<br />

della Fraternità.<br />

Dal bene al meglio nella cura della nostra<br />

vocazione<br />

52. Al fine di condividere le gioie e le<br />

lotte della nostra vocazione, abbiamo bisogno<br />

di sviluppare nuovi strumenti per la<br />

promozione vocazionale, il discernimento e<br />

l’animazione che dovrebbero aiutarci a:<br />

• collaborare con gli altri membri della Famiglia<br />

Francescana, per sviluppare programmi<br />

vocazionali;<br />

• coinvolgere Frati che offrano testimonianza<br />

della loro vita in fraternità e delle<br />

loro esperienze d’evangelizzazione;<br />

• promuovere un maggior impegno con le<br />

famiglie e i giovani;<br />

• unire in maniera più efficace la vita dei<br />

Frati nell’Ordine con la vita delle famiglie<br />

che ci sostengono;<br />

• sottolineare il discernimento sulla vita in<br />

fraternità come elemento chiave della<br />

nostra scelta vocazionale.<br />

53. Al fine di crescere nella nostra vocazione,<br />

per dare una testimonianza migliore<br />

alla nostra vita di fratelli e per giungere a<br />

sperimentare, in maniera più profonda la<br />

gioia della nostra chiamata, abbiamo bisogno<br />

di elaborare programmi di formazione<br />

permanente e iniziale che:<br />

• promuovano e rafforzino i Capitoli locali<br />

nel dialogo, nell’ascolto e nel favorire<br />

la conoscenza e la pratica della nostra<br />

vocazione in tutte le sue dimensioni, locale,<br />

interculturale e internazionale;<br />

• favoriscano nuove forme di condivisione<br />

fraterna;<br />

• promuovano verifiche regolari del nostro<br />

agire e modelli di comportamento<br />

per la cura della nostra crescita vocazionale,<br />

della condivisione di fede, della


478 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

preghiera, della celebrazione eucaristica,<br />

del sacramento della riconciliazione e<br />

della nostra vita di fraternità in missione;<br />

• sviluppino, a livello provinciale e locale,<br />

una cultura dell’accompagnamento fraterno,<br />

della correzione, del perdono e<br />

della riconciliazione mediante pratiche<br />

specifiche di solidarietà comune;<br />

• indichino metodologie che ci aiutino a<br />

fare discernimento nella nostra vita nel<br />

momento attuale della nostra vocazione;<br />

• creino ed elaborino esperienze educative<br />

permanenti che permettano alla nostra<br />

vocazione di crescere;<br />

• inventino nuove forme di incontro per<br />

esprimere e celebrare la gioia della nostra<br />

vocazione;<br />

• aiutino a mettere in comune il nostro<br />

cammino vocazionale ed il nostro lavoro<br />

comune;<br />

• sviluppino iniziative che incoraggino la<br />

riflessione personale e fraterna: periodi<br />

sabbatici, ritiri e programmi condivisi di<br />

formazione permanente;<br />

• promuovano, tra i Frati, incontri annuali<br />

sullabasediareediinteresse;<br />

• testimonino, in tutte le nostre attività,<br />

una vita fraterna che mostri l’uguaglianza<br />

tra Frati laici e sacerdoti;<br />

• prevedano metodologie di accompagnamento<br />

ed incontri capaci di sostenere i<br />

Frati professi solenni nei primi dieci anni<br />

del loro cammino vocazionale.<br />

54. È necessario elaborare esperienze e<br />

attività di formazione permanente per stimolare<br />

quanti occupano posti di animazione,<br />

sia a livello locale che provinciale. Queste<br />

proposte testimoniano la nostra crescita<br />

nell’accompagnamento dei Fratelli, sia nel<br />

cammino della vita che nell’adempimento<br />

dei loro compiti, che comportano la cura<br />

della nostra vocazione:<br />

• a livello provinciale, interprovinciale e<br />

di Conferenza si devono promuovere<br />

iniziative adatte a formare formatori nelle<br />

dimensioni umana e soprattutto francescana<br />

della nostra vocazione;<br />

• a livello provinciale, interprovinciale e<br />

di Conferenza vanno proposte attività<br />

utili a sostenere il ministero dei Guardiani<br />

e dei Ministri provinciali.<br />

55. In questo momento della nostra storia,<br />

in cui molti dei nostri Frati sono in età<br />

avanzata, abbiamo bisogno di sviluppare<br />

programmi pedagogici che li aiutino nel loro<br />

invecchiamento, incoraggino la loro presenza<br />

in Fraternità, li accompagnino nella<br />

malattia e li rafforzino nella loro perseveranza.<br />

56. Sentiamo la necessità di rivitalizzare<br />

il patrimonio intellettuale dell’Ordine attraverso<br />

vari mezzi:<br />

• la promozione dei vari Centri di studio<br />

dell’Ordine, accettando la sfida di elaborare<br />

programmi che aiutino i Frati nelle<br />

aree della formazione permanente intellettuale<br />

e tecnica;<br />

• la promozione degli studi delle scienze<br />

umane, della filosofia, teologia e spiritualità,inmododarafforzareilcontributo<br />

francescano all’evangelizzazione e<br />

missione;<br />

• la scelta di integrare la filosofia, teologia<br />

e spiritualità francescane, con tutte le loro<br />

implicazioni per la nostra missione, in<br />

tutti i livelli della formazione e nei diversi<br />

programmi di studio dei Frati.<br />

Dal bene al meglio nell’interdipendenza,<br />

internazionalità e interculturalità<br />

57. A livello di Conferenze e di Ordine,<br />

abbiamo bisogno di accentuare programmi<br />

condivisi che servano ad incoraggiare il nostro<br />

senso di appartenenza a una Fraternità<br />

interdipendente, interculturale e internazionale.<br />

Questa solidarietà universale nella vocazione,<br />

nella fraternità e nella missione dovrebbe<br />

includere:<br />

• attività di condivisione della fede e mutuo<br />

sostegno nella nostra vocazione a livello<br />

interprovinciale e di Conferenza;<br />

• la cooperazione da parte dei Moderatori<br />

di Formazione permanente delle Conferenze<br />

nella elaborazione di programmi<br />

di formazione.<br />

• lo sviluppo continuo di programmi per la<br />

formazione iniziale a livello interprovinciale.<br />

• il sostegno a programmi che integrano i<br />

valori della missione e dell’evangelizza-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

479<br />

nità nelle quali ci sia un numero sufficiente<br />

di Frati, necessario per vivere una<br />

vita fraterna;<br />

• la possibile pubblicazione, a livello dell’Ordine,<br />

di un piano formativo che<br />

identifichi le dimensioni religiose e francescane<br />

della nostra formazione al sacerdozio<br />

ministeriale e le sue implicazioni<br />

per la nostra missione;<br />

• l’impegno ad elaborare, a livello dell’Ordine,<br />

degli orientamenti per il nostro<br />

servizio ai vescovi e alla Chiesa locale,<br />

al fine di preservare e rafforzare lo specifico<br />

della dimensione vocazionale<br />

francescana a servizio della Chiesa e del<br />

mondo;<br />

• un’elaborazione teologica competente<br />

sulle implicanze ecclesiologiche della<br />

nostra identità francescana come fraternità<br />

in missione a servizio della Chiesa e<br />

del mondo;<br />

• la creazione di nuovi luoghi e opere di<br />

evangelizzazione che comportino la collaborazione<br />

con i laici, il nostro servizio<br />

di Frati Minori verso coloro con i quali<br />

lavoriamo e la nostra chiamata a stare<br />

con i poveri;<br />

• la promozione, nella formazione permanente<br />

e iniziale, di programmi che considerano<br />

il lavoro manuale come una grazia,<br />

come segno e strumento della nostra<br />

vocazione;<br />

• la condivisione, tra noi, di efficaci strategie<br />

di evangelizzazione per le zone di secolarizzazione<br />

e per il dialogo interreligioso.<br />

59. In tutti i nostri programmi di formazione,<br />

permanente e iniziale, abbiamo bisogno<br />

di approfondire un senso più profondo<br />

dell’evangelizzazione e di rafforzare il valore<br />

e la pratica della collaborazione tra le<br />

Entità. Alcuni strumenti per rafforzare il<br />

senso della missione potrebbero essere: la<br />

promozione di esperienze missionarie nella<br />

formazione iniziale; l’orientamento alla<br />

esperienza e alla educazione ai diversi metodi<br />

di dialogo interreligioso; lo sviluppo, a<br />

livello interprovinciale, di iniziative comuni<br />

per la preparazione alla professione solenne,<br />

la focalizzazione del nostro interesse<br />

sulla missione negli incontri interprovinciazione<br />

in maniera esperienziale, come<br />

quelli di Terra Santa, di Assisi e di altri<br />

luoghi d’evangelizzazione. Programmi<br />

che includono la condivisione dei nostri<br />

bisogni reciproci, delle nostre risorse, di<br />

personale e di iniziative missionarie. Tra<br />

gli altri, si possono menzionare i seguenti<br />

esempi: programmi per l’apprendimento<br />

delle lingue offerti ad altri Fratelli<br />

dell’Ordine e la promozione della condivisione<br />

delle risorse umane e materiali<br />

collaborando nei progetti dell’Ordine;<br />

• sviluppare le strategie di cooperazione e<br />

di scambio tra le nostre Entità, considerandole<br />

opportunità per crescere nell’unità<br />

tra la nostra vocazione, la fraternità<br />

elamissione.<br />

Dal bene al meglio nella nostra vocazione,<br />

come una fraternità in missione<br />

58. Abbiamo bisogno di impegnarci in<br />

un esame critico e in una continua valutazione<br />

delle nostre attività ministeriali in<br />

modo da creare nuovi spazi ed esperienze<br />

che diano testimonianze concrete alla realtà<br />

della nostra vocazione e missione nella<br />

Chiesa. Questo richiederà inevitabilmente<br />

la valutazione dei nostri ministeri attuali, in<br />

modo da determinare in che maniera rispecchiano<br />

la nostra vocazione profetica di religiosi<br />

e la nostra identità specifica di Frati<br />

Minori. La questione pressante della necessità<br />

di condividere le risorse e della ristrutturazione<br />

cui bisogna dedicarsi in alcune<br />

aree dell’Ordine ci spinge a sviluppare modalità<br />

di accompagnamento che rispondano<br />

ai rapidi cambiamenti e alle difficoltà legate<br />

alla stessa ristrutturazione. Ecco, di seguito,<br />

alcuni elementi che ci possono servire<br />

da guida in questo processo:<br />

• programmi specifici di valutazione, discernimento,<br />

ristrutturazione e aiuto a livello<br />

provinciale, interprovinciale, di<br />

Conferenze e di Ordine;<br />

• valutazione dei luoghi dei nostri ministeri<br />

e delle nostre Fraternità, soprattutto<br />

mediante la verifica della possibilità di<br />

tempi di preghiera e di condivisione della<br />

fede, nostre dimensioni specifiche;<br />

• l’impegno e la pratica per creare Frater-


480 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

li, particolarmente in quelli che si occupano<br />

di formazione permanente.<br />

60. Occorre sottolineare l’uguaglianza<br />

tra tutti i Frati che condividono la stessa vocazione<br />

ad essere Frati Minori, sempre rispettando<br />

i diversi doni e valori che provengono<br />

dalla chiamata al ministero di alcuni<br />

Fratelli. Questo implicherà:<br />

• lo sviluppo di iniziative provinciali e interprovinciali<br />

che promuovano la nostra<br />

vocazione, superando quelle strutture<br />

che si concentrano principalmente sul<br />

ministero sacerdotale e muovendoci verso<br />

altri luoghi e servizi che rafforzino la<br />

priorità del segno della fraternità e l’uguaglianza<br />

di laici e chierici in missione.<br />

Le vite dei poveri e degli emarginati, sono<br />

luoghi privilegiati per offrire questa<br />

testimonianza;<br />

• la promozione di nuove forme di missione<br />

che diano maggiore testimonianza al<br />

nostro essere fraternità di uguali, mediante<br />

lo sviluppo di iniziative e missioni<br />

che incoraggino la testimonianza dei<br />

nostri fratelli laici;<br />

• la valorizzazione nella pratica e l’unificazione<br />

degli sforzi, perché nella formazione<br />

permanente e iniziale alla missione<br />

emerga l’uguaglianza tra Frati laici e<br />

chierici.<br />

Scrittura<br />

2Cor<br />

Eb<br />

Es<br />

Fil<br />

Gal<br />

Lc<br />

Mc<br />

Mt<br />

1Pt<br />

1Tm<br />

ABBREVIAZIONI<br />

Seconda ai Corinzi<br />

Lettera agli Ebrei<br />

Esodo<br />

Lettera ai Filippesi<br />

Lettera ai Galati<br />

Vangelo secondo Luca<br />

Vangelo secondo Marco<br />

Vangelo secondo Matteo<br />

Prima Pietro<br />

Prima Timoteo<br />

Scritti di san Francesco d’Assisi<br />

Am Ammonizioni<br />

BfL Benedizione a frate Leone<br />

1Lf Lettera ai fedeli (1ª redazione)<br />

2Lf Lettera ai fedeli (2ª redazione)<br />

Lora Lodi per ogni ora<br />

LOrd Lettera a tutto l’Ordine<br />

Pater Parafrasi del «Padre nostro»<br />

PCr Preghiera davanti al Crocifisso<br />

Rb<br />

Rnb<br />

SalV<br />

Salvir<br />

Test<br />

UffPass<br />

Altre<br />

CCGG<br />

1Cel<br />

2Cel<br />

GS<br />

3Lag<br />

LegM<br />

RsC<br />

Spec<br />

Regola bollata<br />

Regola non bollata<br />

Saluto alla beata Vergine Maria<br />

Saluto alle virtù<br />

Testamento<br />

Ufficio della Passione del Signore<br />

Costituzioni generali dell’Ordine dei<br />

Frati Minori.<br />

Tommaso da Celano, Vita prima di<br />

san Francesco.<br />

Tommaso da Celano, Vita seconda di<br />

san Francesco.<br />

Concilio Vaticano II, Gaudium et spes,<br />

Costituzione pastorale sulla Chiesa<br />

nel mondo contemporaneo.<br />

Terza lettera si santa Chiara ad Agnese<br />

di Praga.<br />

San Bonaventura, Leggenda maggiore.<br />

Regola di santa Chiara di Assisi.<br />

Specchio di perfezione.<br />

NOTE<br />

1 «Libro della vita, speranza di salvezza, midollo<br />

del Vangelo, cammino di perfezione, chiave del<br />

Paradiso, patto di eterna alleanza» (2Cel 208).<br />

2 La vocazione dell’Ordine oggi, Madrid 1973; Il<br />

Signore vi dia pace, Roma 2003; La grazia delle<br />

origini, Roma 2004; Strumento di lavoro per il<br />

Capitolo generale straordinario, Roma 2006.<br />

3 JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Con lucidità e audacia,<br />

n. 121.<br />

4 Cfr Rnb 2,1; RsC 2,1.<br />

5 Rb 12,4.<br />

6 Cfr PCr 1.<br />

7 Cfr Rnb 9,2; Test 1-2; 1Cel 17.<br />

8 Cfr BfL 1.<br />

9 Lc 24,13-36.<br />

10 Cfr 2Cel 105.<br />

11 Cfr Mt 25,31-46.<br />

12 Pater 1.<br />

13 Lora 11; cfr Rnb 17, 17-18.<br />

14 Cfr Mt 2,1-3.<br />

15 Cfr 1Cel 22.<br />

16 Cfr Lc 6, 46-49.<br />

17 Cfr LegM II, 1.<br />

18 Cfr LegM II, 7.8.<br />

19 Am 7,3-4.<br />

20 Rb 10,8.<br />

21 Rb 1,1.<br />

22 Cfr CCGG 128.<br />

23 BONAVENTURA, Proemii Quaestio 3 del Liber I<br />

del Commento alle Sentenze;D.SCOTO, Ordinatio,<br />

Prologus, ParsV,De theologia quatenus<br />

scientia practica pp. 151-237.


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

481<br />

24 Cfr CCGG 166,2.<br />

25 Cfr Rb 12,4.<br />

26 2Cel 15.<br />

27 J. RODRÍGUEZ CARBALLO, Con lucidità e audacia,<br />

Roma 2006, n. 5.<br />

28 Cfr Id n. 115.<br />

29 CCGG 99.<br />

30 Cfr Gv 4,1-42.<br />

31 Cfr Lc 5, 17-26; 1Pt 1, 5-9.<br />

32 Cfr Eb 11,1.<br />

33 BONAVENTURA, Distinctio XXV, Articulus II,<br />

Quaestio III del Liber III del Commento alle<br />

Sentenze.<br />

34 Cfr Il Signore ti dia pace, nn. 22-27.<br />

35 Cfr CCGG 20,2.<br />

36 Rnb 23,8.<br />

37 Cfr BENEDETTO XVI, Deus caritas est.<br />

38 Cfr Gal 1,4; 1Tm 2,6.<br />

39 Cfr Mc 10,45.<br />

40 Cfr Mt 26,26.<br />

41 Cfr Gv 17, 7.14.<br />

42 Cfr Gv 6, 35.51.<br />

43 Cfr Gv 14,27.<br />

44 Cfr Gv 3,34.<br />

45 Cfr Gv 10,28.<br />

46 Cfr Gv 19, 26-27.<br />

47 SalV 1.<br />

48 Cfr Am 1; LOrd 28-29.<br />

49 GS 24.<br />

50 Cfr CCGG 20,1.<br />

51 Cfr Test 14.<br />

52 Cfr Gv 13, 35; Gv 11, 36.<br />

53 Testamento di Siena 3.<br />

54 Cfr UffPass; 2Lf 5-13; 2Cor 8,9.<br />

55 3LAg 7-8.<br />

56 Test 14.<br />

57 Cfr CCGG 40.<br />

58 Lc 8, 21; Cfr Mt 12, 50; 1Lf 7.<br />

59 Rb 1,1; Cfr Rnb 6,3.<br />

60 Cfr CCGG 164.<br />

61 Rnb 17,5.<br />

62 Cfr Mt 20,25-27; Lc 22,26; citati in Rnb 5,9-12.<br />

63 Cfr Es 3,5.<br />

64 Fil 2,6-11.<br />

65 Rnb 7,15.<br />

66 Rnb 11,9-12.<br />

67 Rnb 16,6.<br />

68 Cfr CCGG 97.<br />

69 Cfr Rnb 5, 7-8; 20; Rb 10; CCGG 33,1.<br />

70 Cfr CCGG 127,2.<br />

71 Cfr CCGG 241.<br />

72 Cfr CCGG 42.<br />

73 J. RODRÍGUEZ CARBALLO, Con lucidità e audacia,<br />

n. 79; Cfr. CC.GG. 87,2; 89,1.<br />

74 Id n. 76.<br />

75 Cfr CCGG 1,2.<br />

76 Cfr CCGG 93; H. SCHALÜCK, Riempire la terra<br />

del Vangelo di Cristo, Roma 1996, III-2.<br />

77 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Messaggio al Ministro<br />

generale dei Frati Minori, 1 agosto 1999; BENE-<br />

DETTO XVI, Messaggio per il XX Anniversario<br />

dell’Incontro di preghiera per la pace,2settembre<br />

2006; JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Lettera<br />

all’Ordine per il XX anniversario dello “spirito<br />

di Assisi”, 8 settembre 2006.<br />

78 Cfr Il Signore ti dia pace, nn. 28-36, 42-45 .<br />

79 Cfr 1Cel 57; LegM 9,7-9.<br />

80 Cfr Spec 85.<br />

81 Cfr CCGG 94.<br />

82 Cfr CCGG 84.<br />

83 Rb 1,1.<br />

84 Cfr Rb 2,11; Rnb 5,16.<br />

85 Rnb 16,6; Cfr Salvir 16, Test 19.<br />

86 1Cel 34.<br />

87 Rb 6,7- 8.<br />

88 Gv 14, 5-6; Cfr Am 1,1.<br />

89 Lc 24,30-31.<br />

90 Strumento di lavoro per il Capitolo generale<br />

straordinario, 2.3.<br />

91 LOrd 28-29.<br />

8. Il Capitolo è ancora aperto!<br />

NOS VISITA LA ESPERANZA<br />

Ecos del Capítulo general extraordinario<br />

Del 14 de septiembre al 1 de octubre del<br />

2006 se celebró el Capítulo general extraordinario<br />

de la Orden de los Hermanos<br />

Menores. El Capítulo se inició en el monte<br />

Alverna y se desarrolló en Santa María de<br />

los Ángeles, junto a la Porciúncula (Asís).<br />

En él participaron 185 hermanos provenientes<br />

de todo el mundo, de los cuales 154<br />

con voz y voto. Entre los participantes se<br />

encontraban los tres Ministros generales<br />

precedentes: Fr. John Vaughn, Fr. Hermann<br />

Schalück y Fr. Giacomo Bini. El último Capítulo<br />

general extraordinario se había celebrado<br />

hace ahora exactamente 35 años en<br />

Medellín (Colombia), en 1971.<br />

El Capítulo «se sitúa en el amplio marco<br />

de la preparación de los 800 años de la fundación<br />

de la Orden de los Hermanos Menores»<br />

(El Señor nos habla en el camino, Shc,<br />

1), acontecimiento que tuvo lugar en el<br />

1209, con la aprobación de la llamada Protorregla<br />

por parte de la Sede Apostólica (cf<br />

Test 14). Más concretamente, este Capítulo<br />

general extraordinario ha sido pensado como<br />

el momento más importante de la primera<br />

etapa del proyecto La gracia de los


482 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

orígenes, que convocó a toda la Orden de<br />

los Hermanos Menores bajo el lema escuchemos<br />

para cambiar, y que gira todo él en<br />

torno a la pregunta que se hizo Francisco<br />

delante del Crucifijo de San Damián: «Señor,<br />

¿qué quieres que haga?» (Tres Compañeros<br />

6). El inicio de esta primera etapa<br />

tuvo lugar en Santa María de los Ángeles<br />

(Asís), el 29 de octubre de 2005, con una<br />

solemne celebración eucarística.<br />

Si el Capítulo, a juzgar por el sentir de la<br />

mayoría de los participantes, fue un verdadero<br />

momento de gracia en el que hemos sido<br />

visitados por la esperanza, -«no por<br />

cualquier esperanza, sino por aquella fundada<br />

en Cristo pobre y crucificado, y en sus<br />

representantes, los pobres y crucificados de<br />

esta tierra» (Shc 9)-, en vistas a reemprender<br />

el camino hacia adelante, en vistas a<br />

nuevos inicios, a una vida nueva, yafavorecer<br />

de este modo la refundación de la Orden;<br />

el documento final del Capítulo, El<br />

Señor nos habla en el camino, quiere ser<br />

«un recuerdo, una experiencia, un envío,<br />

una invitación siempre abierta» (Shc 3).<br />

Así pues, ni el Capítulo en cuanto tal, ni<br />

el documento final del mismo, pueden ser<br />

vistos como “un canto en solitario”, sino a<br />

la luz de la celebración de la gracia de los<br />

orígenes y, por tanto, «a la luz de un proceso<br />

que busca la actualización de nuestro carisma<br />

a tono con los desafíos de un cambio<br />

de época» (Shc 1).<br />

1. El desarrollo del Capítulo<br />

1. Estructura del Capítulo<br />

La celebración del Capítulo se estructuró<br />

en dos partes. La primera, centrada en la<br />

escucha de algunas voces que nos llegaban<br />

de afuera de nuestra Fraternidad, tenía como<br />

objetivo el hacernos sensibles a las llamadas<br />

que nos vienen de nuestra historia,<br />

de la Iglesia, de nuestra Regla, de nuestro<br />

patrimonio filosófico/teológico, de la vida<br />

religiosa, y del mundo contemporáneo. La<br />

segunda, centrada en la reflexión sobre los<br />

grandes temas de nuestra forma vitae,tenía<br />

como objetivo el poder ofrecernos algunas<br />

orientaciones para el próximo futuro.<br />

En la primera parte escuchamos al sacerdote<br />

Felice Accrocca, que nos habló de las<br />

diversas interpretaciones de la Regla franciscana,<br />

y de las “tensiones” vividas al interno<br />

de la Fraternidad a lo largo de estos<br />

800 años de historia; al profesor Dario Antiseri,<br />

quien, partiendo de nuestro patrimonio<br />

filosófico teológico, señaló algunas de<br />

las respuestas que estamos llamados a dar<br />

en el momento actual, teniendo en cuenta<br />

los retos que nos plantea nuestra cultura; a<br />

Sor Cristiana Mégarbané, Superiora general<br />

de las FMM, la cual, desde la experiencia<br />

de su propio Instituto, nos habló del<br />

mundo de las relaciones; al teólogo Peter<br />

Phan, quien nos situó ante los desafíos que<br />

nosplanteaeldiálogoylamisiónenel<br />

mundo actual; finalmente escuchamos a Fr.<br />

Claudius Bohl, <strong>OFM</strong>, Maestro de novicios,<br />

el cual nos ofrecía una lectura/meditación<br />

de nuestra Regla, subrayando que se trata<br />

de un “texto abierto” que exige de todos los<br />

Hermanos Menores una observancia espiritual<br />

del mismo; un “libro abierto e inacabado”,<br />

que se completa en nuestra fidelidad<br />

a Dios y al mundo, en profunda comunión<br />

con la Iglesia (cf Shc 8).<br />

En la segunda parte las reflexiones estuvieron<br />

centradas en los temas de la vocación,<br />

la fraternidad y la misión, y fueron desarrolladas,<br />

respectivamente, por Fr. Vumile<br />

Nogamane, Ministro provincial de la<br />

Provincia de Sud África, Fr. Pierre Brunette,<br />

Ministro provincial de la Provincia de<br />

San José de Canadá, y Fr. Manuel Anaut,<br />

Ministro provincial de la Provincia del Santo<br />

Evangelio de México. El texto guía para<br />

estas reflexiones fue el de los discípulos de<br />

Emaús (Lc 24, 13- 35).<br />

Mi informe al Capítulo, Con lucidez y<br />

audacia (Cla), señaló el paso de la primera<br />

a la segunda parte. En él pretendía, de forma<br />

sintética y a la luz de las Prioridades de<br />

la Orden para este sexenio (cf Seguidores<br />

de Cristo por un mundo fraterno, Proridades<br />

<strong>OFM</strong> 2003-2006, Roma 2004), presentar<br />

el camino que nuestra Fraternidad está<br />

recorriendo en estos momentos, con sus luces<br />

y con sus sombras (cf Instrumentum laboris<br />

Capituli generalis extraordinarii,<br />

2.3), indicando algunas pistas para pasar<br />

de lo bueno a lo mejor. Señalando luces y


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

483<br />

sombra y haciendo algunas propuestas para<br />

el futuro, lo que he intentado, como reconoce<br />

el documento final del Capítulo, ha sido<br />

hacer una «relectura audaz y lúcida del<br />

Evangelio y de nuestras fuentes fundacionales»<br />

(Shc 1).<br />

El documento El Señor nos habla en el<br />

camino recoge una buena parte de la experiencia<br />

vivida durante el Capítulo y muchas<br />

de las reflexiones que se llevaron a cabo en<br />

él (cf Shc 2), señalando, al mismo tiempo,<br />

Orientaciones prácticas, que quieren iluminar<br />

el camino de búsqueda de la concreción<br />

histórica de nuestro carisma (cf Shc 46), sobretodo<br />

en vista a una adecuada celebración<br />

jubilar del VIII Centenario de la fundación<br />

de nuestra Orden, en el 2009 (cf Shc<br />

1.46,48.49/3).<br />

Toda la experiencia capitular se nutrió de<br />

momentos prolongados de oración personal<br />

y comunitaria; de amplios espacios que permitieron<br />

a los hermanos compartir en profundidad<br />

su historia vocacional. También<br />

cabe señalar el encuentro de los capitulares<br />

con los hermanos y hermanas de la Familia<br />

Franciscana, particularmente con las hermanas<br />

Clarisas, así como la peregrinación a<br />

los principales lugares franciscanos que,<br />

después de 800 años, conservan todavía<br />

hoy, “el aroma original de nuestro carisma”:<br />

el monte Alverna, Asís y Valle de Rieti. Todo<br />

ello favoreció la vivencia de «experiencias<br />

que ninguna palabra podrá sustituir»<br />

(Shc 2).<br />

2. Un “Capítulo abierto”<br />

Desde un principio, el Capítulo general<br />

extraordinario se pensó como “un Capítulo<br />

abierto”. Por tanto, el Capítulo, que hemos<br />

clausurado oficialmente el 1 de octubre, está<br />

llamado a continuar en cada una de nuestras<br />

Entidades. Toca a cada una de ellas, en<br />

efecto, poner en práctica las orientaciones<br />

prácticas que deberán marcar nuestro futuro<br />

y que son propuestas por el documento<br />

final. En esta puesta en práctica nos jugamos<br />

el sentido profundo del Capítulo y sus<br />

frutos.<br />

Al hablar de poner en práctica las orientaciones<br />

que nos dejó el Capítulo, los Capitulares<br />

no quieren decir, ni mucho menos,<br />

que haya que aplicarlas todas al mismo<br />

tiempo, ni tampoco uniformemente en toda<br />

la Orden, pues, como justamente afirma El<br />

Señor nos habla en el camino, «el reconocimiento<br />

de nuestra diversidad ha sido un hito<br />

de este Capítulo» (Shc 49/2). Esta diversidad<br />

ha de ser respetada a la hora de poner<br />

en práctica las orientaciones capitulares, ya<br />

que tanto la diversidad, que «caracteriza<br />

nuestra Orden» (Shc 49), como «la capacidad<br />

de inculturación de nuestra identidad de<br />

Hermanos Menores» (Shc 49/2), están exigiendo<br />

«formas múltiples» (Shc 48) y «diversos<br />

grados de aplicación en las distintas<br />

regiones de la Orden» de dichas orientaciones<br />

(cf Shc 49/2). Corresponde, por tanto, a<br />

cada Entidad «opesar cómo poner en práctica<br />

las sugerencias dadas aquí» [documento<br />

final], teniendo en cuenta «sus propias circunstancias<br />

y posibilidades», y, en vista de<br />

su crecimiento, elegir aquellas que considere<br />

«más adecuadas» para alcanzar tal fin<br />

(Shc 49/2).<br />

Esto no quiere decir que las Entidades<br />

sean libres de poner en práctica o no las<br />

orientaciones prácticas del documento capitular.<br />

El Señor nos habla en el camino reconoce<br />

que las orientaciones prácticas nos<br />

«permitirán tomar conciencia de nuestra situación<br />

y poder evaluar nuestro proceso<br />

para celebrar nuestros 800 años de fundación»<br />

(Shc 49/3). Por este motivo, en la segunda<br />

parte del documento del Capítulo no<br />

sólo se exponen “con firmeza” dichas<br />

orientaciones (Shc 48), sino que se recomienda<br />

vivamente el ponerlas en práctica<br />

(cf Shc 49/1, 49/2). Lo que sí se quiere es<br />

evitar que los hermanos se sientan cargados<br />

con más programas (cf Shc 49/2), de<br />

ahí que el documento final, después de afirmar<br />

que se trata de «sugerencias para nuestro<br />

crecimiento», invite al discernimiento<br />

para ver cuáles son más adecuadas a dicho<br />

fin (cf Shc 49/2).<br />

Es, por tanto, la hora del discernimiento<br />

(Cla, 154), a través del cual cada Entidad<br />

debe tomar conciencia de su propia situación<br />

y considerar cuidadosamente su propio<br />

crecimiento como «fraternidad-en-misión»<br />

(Shc 48). Es también la hora de la creatividad,<br />

a nivel personal e institucional, para


484 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

continuar escribiendo una renovada historia<br />

de fidelidad a Dios y al hombre. Recordando<br />

siempre que lo que el Capítulo nos pide<br />

es que emprendamos «proyectos que unan<br />

e integren nuestra vocación, nuestra fraternidad<br />

y nuestra misión en un único tejido<br />

formado por los hilos del testimonio personal,<br />

común e institucional», y que desde la<br />

perspectiva de la integración, las «instrucciones<br />

y orientaciones no están aisladas las<br />

unas de las otras, sino que necesitan crecer<br />

conjuntamente en armonía» (Shc 49). De<br />

este modo evitaremos la fragmentación,<br />

que con frecuencia caracteriza nuestras vidas<br />

y daña nuestro testimonio.<br />

3. La metodología de Emaús, camino y<br />

método para el futuro<br />

Como ya dijimos, el icono bíblico de los<br />

discípulos de Emaús ha estado muy presente<br />

en todo el Capítulo, no sólo como marco<br />

dentro del cual se colocaron las reflexiones<br />

en torno a la vocación, fraternidad y misión,<br />

sino también porque fue el texto base propuesto<br />

para la oración personal y fraterna de<br />

los capitulares, particularmente durante la<br />

segunda semana. De este modo, bien podemos<br />

decir que el relato de la experiencia de<br />

los discípulos de Emaús nos acompañó,<br />

orientó y guió durante toda la celebración<br />

del Capítulo (cf Shc 3), tornándose para nosotros<br />

en «el paradigma del viaje que queremos<br />

emprender en los distintos caminos<br />

de nuestro mundo» (Shc 8), afectando «tanto<br />

a nuestra vida humana como a nuestra vida<br />

de fe que compartimos como Hermanos<br />

Menores que siguen las huellas de nuestro<br />

Señor Jesucristo» (Shc 49/1).<br />

A través de la meditación de la Palabra,<br />

«el Señor nos ha manifestado su rostro»<br />

(Shc 8) y pudimos reconocer nuestra itinerancia<br />

fraterna y la presencia del Señor en<br />

medio de nosotros, con su Palabra y al partir<br />

el pan. Las Escrituras, y particularmente<br />

el texto de los discípulos de Emaús, nos<br />

ayudaron a dejarnos visitar por la esperanza<br />

y a retomar con fuerza el camino de Jerusalén:<br />

camino de comunión y de misión;<br />

«camino antiguo y siempre nuevo, que deseamos<br />

recorrer con cada uno de los hermanos»<br />

(Shc 3), mostrándonos la belleza de<br />

nuestra vocación y misión, desde la lógica<br />

del don (cf Shc 19-25). Siempre a la luz de<br />

la Palabra de Dios, hemos podido verificar<br />

nuestros miedos y nuestras resistencias, y<br />

hemos podido, también, «cuestionarnos por<br />

el talante de nuestra vida» (Shc 3). Llamados<br />

como Israel a recurrir a la memoria «de<br />

la obra maravillosa del Dios liberador y creador<br />

de la historia», hemos sido convocados<br />

en Asís, «altar predilecto de nuestra memoria»<br />

(Shc 7), para reemprender con fuerza<br />

el camino hacia delante, sintiéndonos felices<br />

de vivir en medio de la gente despreciada,<br />

de los pobres y débiles, de los mendigos<br />

y leprosos, que están a la vera del camino<br />

(Shc 8). La escucha y el compartir de<br />

la Palabra permitieron, finalmente, que<br />

«nuestro corazón se haya abierto al misterio<br />

del otro como espacio de salvación», y<br />

que pudiéramos «en el contexto de la fe<br />

compartida, expresar nuestros temores con<br />

libertad». De este modo, empujados por la<br />

«fuerza interior que brota de la Pascu», hemos<br />

podido revivir, con generosidad, entusiasmo<br />

y pasión, nuestra forma vitae,y«retornar<br />

a los hermanos con renovada ilusión»<br />

(Shc 3).<br />

Fue tan fuerte y rica esta experiencia que<br />

el documento final del Capítulo, El Señor<br />

nos habla en el camino, reconoce en dicha<br />

metodología -con todo lo que presupone de<br />

oración y encuentro, de cuestionamiento,<br />

discernimiento y llamada a la conversión<br />

(cf Shc 42)-, como la «primera prioridad»<br />

(Shc 49/1), «el elemento más importante»<br />

que ha surgido durante el Capítulo (Shc<br />

49/1), y definiéndola como: verdadera «escuela<br />

de fraternidad» (Shc 51); «piedra angular<br />

para nuestro crecimiento como Hermanos<br />

Menores» (Shc 49/1); el modelo para<br />

reflexionar sobre nuestra identidad y para<br />

discernir nuevas iniciativas de misión; método<br />

que nos ayudará «a superar el individualismo<br />

y el aislamiento que a menudo caracterizan<br />

nuestras vidas y nuestras obras»<br />

(Shc 49/1, cf Cla 49); dinámica central «para<br />

el proceso de crecimiento institucional, y<br />

conversión personal y fraterna» (Shc 42); el<br />

instrumento adecuado para reconocer y celebrar<br />

la gracia de los orígenes (cf Shc<br />

43.44).


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

485<br />

Motivados por esa experiencia de gracia,<br />

los capitulares, en el documento final, no<br />

dudan en presentar la metodología de Emaús<br />

como «el camino o el método que nos<br />

guiará hacia el futuro» (Shc 399, pidiendo<br />

que se ponga en práctica «en todas nuestras<br />

Provincias, Conferencias e incluso a nivel<br />

de la misma Orden» (Shc 44), como medio<br />

para «compartir juntos las alegrías y las dificultades<br />

de ser hermanos y reflexionar sobre<br />

nuestra vocación personal», instrumento<br />

para «profundizar juntos nuestro seguimiento<br />

de Cristo y nuestra fe en Dios» (Shc<br />

51), y metodología que nos permitirá quebrar<br />

el silencio que nos habita para instaurar<br />

el diálogo entre nosotros y con el mundo,<br />

aprendiendo, al mismo tiempo, a interpretar<br />

nuestras vidas a partir de las<br />

Escrituras, mientras el Señor ilumina nuestro<br />

corazón (cf Shc 44).<br />

2. Nos habló mientras íbamos de camino<br />

El Capítulo sentó como principio que<br />

«lo más propio del caminar franciscano es<br />

partir de la vida» (Shc 10). Fieles a este<br />

principio, los Capitulares en nuestras reflexiones<br />

hemos partido siempre de la vida, y<br />

en las orientaciones que nos dimos para el<br />

futuro hemos mirado siempre a la vida. En<br />

este sentido, al mismo tiempo que podemos<br />

decir que el Capítulo ha sido una fuerte experiencia<br />

de la presencia del Señor en nuestro<br />

camino, también podemos decir, sin lugar<br />

a duda, que el Capítulo ha sido una ayuda<br />

extraordinaria para tocar de cerca<br />

nuestra realidad, personal y fraterna, en la<br />

que hemos descubierto muchos signos de<br />

vida y constatado el largo camino recorrido<br />

en estos últimos 30 años; pero en la que hemos<br />

también tomado conciencia del largo<br />

tramo del camino que nos queda por recorrer,<br />

y de las muchas llamadas a la conversión,<br />

parapasar de lo bueno, que ciertamente<br />

existe en nuestras vidas, alomejor,<br />

que es la meta que hemos de prefijarnos en<br />

nuestra vida y misión.<br />

Con Francisco hemos orado insistentemente<br />

al Señor para que iluminase las tinieblas<br />

de nuestro corazón, y como él, también<br />

le hemos preguntado más de una vez «Se-<br />

ñor, ¿qué quieres que haga?» (cf Shc 8.14).<br />

Y el Señor no fue sordo a nuestras súplicas<br />

y con fuerza nos hizo sentir, una vez más, su<br />

apremiante llamada: Volved al Evangelio,<br />

fundamentad vuestras vidas en el Evangelio<br />

(cf Shc 38). Sólo así, en efecto, nuestras vidas,<br />

como yo mismo dije en el Informe al<br />

Capítulo, y como luego repitió el documento<br />

final, «recobrará la belleza, la poesía y el<br />

encanto de los orígenes». Sólo así seremos<br />

liberados de todas nuestras esclavitudes (cf<br />

Shc 14; Cla 5). Colocad la experiencia de<br />

Dios en el centro de vuestra vida y misión<br />

–nos repitió el Señor-, pues sólo ella podrá<br />

transformarlas, sólo así podréis refundarlas<br />

(cf Shc 38).<br />

Y junto con esta llamada, que sin duda es<br />

la principal, el Espíritu, de mil maneras, nos<br />

ha dicho: Hermanos Menores: Poneos en camino,<br />

y desde la fe y la lógica del don, construid<br />

fraternidad, en comunión con los menores<br />

de la tierra y en diálogo con el mundo.<br />

1. Poneos en camino<br />

Caminar es la condición de todo peregrinoyforasteroy,<br />

en cuanto tales (cf 2R 6, 2),<br />

es la condición de todos los Hermanos Menores.<br />

Caminar es lo que se nos pide si queremos<br />

«crecer en la vida evangélica y en el<br />

seguimiento de Cristo» (La fromación permanente<br />

en la Ordene de los Hermanos Menores,<br />

Roma 1995, 38), en «fidelidad creativa»<br />

(cf Vita consecrata 37). Caminar es lo<br />

que queremos con la celebración de la gracia<br />

de los orígenes: caminar, ir a las raíces,<br />

a los fundamentos de nuestro carisma, y, al<br />

mismo tiempo, caminar al encuentro con<br />

los hombres y mujeres de hoy, para dar una<br />

respuesta evangélica y franciscana a sus<br />

preguntas “sobre el sentido de la historia, de<br />

la existencia y de la vida”, preguntas que<br />

son también las nuestras (cf Shc 6).<br />

El Capítulo, consciente de que en momentos<br />

de crisis, como los que está atravesando<br />

actualmente la vida religiosa en general<br />

y la vida franciscana en particular, la<br />

tentación de “sentarnos a la vera del camino”,<br />

con rostro de resignados a ver lo que<br />

pasa, es más que hipotética; consciente<br />

también de que el caminar monótono y rutinario,<br />

la falta de esperanza en el futuro, la


486 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

resignación, el pesimismo y el desencanto,<br />

son realidades presentes en más de una Entidad<br />

y en no pocos hermanos, síntomas<br />

bien claros de la crisis que estamos viviendo<br />

y manifestación de la misma (cf Cla 20),<br />

no duda en invitarnos con fuerza a ponernos<br />

en camino, «en permanente discernimiento»<br />

y en «una evaluación constante de nuestra<br />

vida» (Shc 35). Nos invita y nos pide el<br />

que nos sintamos «mendicantes de sentido»,<br />

en profunda comunión con nuestros<br />

contemporáneos (cf Shc 6), y particularmente<br />

con los pobres, que «tienen la fuerza<br />

de orientarnos en nuestras búsquedas» (Shc<br />

5), como único medio para vencer la parálisis<br />

y superar la catalepsia que tantas veces<br />

nos impide mirar hacia adelante y poner los<br />

ojos en el futuro hacia el cual nos empuja el<br />

Espíritu (cf Vita consecrata 110). Nos invita<br />

y nos pide que nos preguntemos siempre:<br />

«Qué nos pide hoy el Señor» (cf Shc 47).<br />

Puede que en tiempos marcados por<br />

cambios tan vertiginosos como los nuestros<br />

no tengamos muy claro hacia dónde vamos.<br />

Yo mismo lo dejaba entrever en mi Informe<br />

al Capítulo cuando hablaba de que los tiempos<br />

actuales son más bien tiempos de preguntas<br />

que de respuestas (cf Cla 121). En<br />

un momento como el nuestro de cambio de<br />

época, puede que nuestros ojos, como los<br />

de los discípulos de Emaús (cf Lc 24, 16),<br />

estén cerrados y no veamos, con la claridad<br />

que desearíamos, cómo responder a los signos<br />

de los tiempos, a través de los cuales el<br />

Espíritu nos sigue interpelando constantemente<br />

(cf El Señor te dé la paz, Sdp, Doc.<br />

del Capítolo generale 2003). Puede que,<br />

cargados como estamos de tantos interrogantes<br />

aparentemente sin respuesta, fatigados<br />

por tantos cansancios acumulados y llenos<br />

de incertidumbres ante nuestro futuro<br />

(cf Shc 7), nuestra decepción sea tan grande<br />

como la de Cleofás y su compañero, hasta<br />

llegar a confesar como ellos nuestra profunda<br />

frustración: «nosotros esperábamos» (cf<br />

Lc 24, 21).<br />

En cualquier caso, mientras seguimos<br />

implorando «al alto y glorioso Dios que ilumine<br />

las tinieblas que nublan el corazón del<br />

mundo y las tinieblas del nuestro propio»<br />

(Shc 8; cf OrSD 1ss), lo importante es ponernos<br />

en camino, confiando en que el Señor<br />

camina con nosotros y guía nuestros pasos,<br />

aunque de momento no estemos en<br />

condiciones de reconocerlo. Lo importante,<br />

en estos momentos de incertidumbre y de<br />

prueba, es que nos sintamos “hermanos en<br />

camino”, “compañeros de camino”, y «que<br />

nos presentamos a los demás con la verdad<br />

de nuestra búsqueda, con la verdad de nuestras<br />

preguntas, con la verdad de nuestros<br />

miedos e incertidumbres» (Cla 121). Sólo<br />

poniéndonos en camino y con la confianza<br />

puesta en el Señor de la historia, conjugando<br />

a nivel de experiencia «el Evangelio de<br />

Jesucristo con la vida misma en todo su espesor»,<br />

nos iremos «desvistiendo poco a<br />

poco del desencanto, así como del pragmatismo<br />

superficial y de los fáciles idealismos,<br />

para habitar en la tensión del Reino, atmósfera<br />

fecunda del seguimiento» (Shc 9). Sólo<br />

manteniéndonos en camino podremos tener<br />

«una mejor comprensión de la propia<br />

vocación» (Shc 10).<br />

A este respecto, es muy significativo que<br />

el documento capitular tenga como título El<br />

Señor nos habla en el camino, y que los términos<br />

más repetidos en él son los que hacen<br />

referencia a caminar, buscar, y discernir.<br />

También me parece altamente significativo<br />

que el mismo documento final reconozca<br />

que «el pasaje bíblico de los discípulos de<br />

Emaús nos ha guiado como paradigma del<br />

viaje que queremos emprender en los distintos<br />

caminos de nuestro mundo» (Shc 8).<br />

Como ellos, también nosotros nos sentimos<br />

en camino, “mendicantes de sentido”. Como<br />

ellos anhelamos la presencia del Señor<br />

como compañero de viaje para poder comprender<br />

las Escrituras y los signos de los<br />

tiempos.<br />

2. Desde la fe y la lógica del don<br />

Nuestra vocación y misión, lo mismo que<br />

una profunda renovación (refundación) de<br />

nuestra vida, son incomprensibles y, por tanto,<br />

inseparables de la fe. Lo reconoce con<br />

fuerza el documento El Señor nos habla en<br />

el camino: «La vida de la fe es la fuente absoluta<br />

de nuestra alegría y de nuestra esperanza,<br />

de nuestro seguimiento de Jesucristo,<br />

de nuestro testimonio al mundo» (Shc 18).


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

487<br />

No podría ser de otro modo, ya que «las<br />

relaciones fundamentales de nuestra vida:<br />

con el mundo, con Dios y con nuestros hermanos,<br />

son construidas desde la fe» (Shc<br />

16; cf Shc 15). La fe, de hecho, “en una circularidad<br />

permanente” con la vida, nos permite<br />

una interpretación adecuada de la propia<br />

existencia y de la existencia de los demás,<br />

con todo lo que ello comporta: las<br />

experiencias de cada uno, el contacto humano<br />

con la realidad dolorosa y esperanzadora<br />

de cada persona, de cada pueblo y con<br />

la naturaleza (cf Shc 11).<br />

En relación con uno mismo, la fe es la<br />

que permite que el Señor entre en nuestras<br />

vidas, como entró en la vida de la Samaritana<br />

(cf Shc 17), y nos reconcilie con nuestra<br />

propia historia, curándonos «de nuestras<br />

enfermedades, de los lastres heredados»<br />

(Shc 18). La fe es la que permite al Señor<br />

conducirnos, «cada vez más profundamente»,<br />

hacia un manantial que saciará definitivamente<br />

nuestra sed (cf Shc 17); y la que<br />

nos permite responder a la misión a la que<br />

el Señor nos envía (cf Shc 18), empujándonos<br />

a ser apóstoles para los demás. Y la historia<br />

se repite: La sed saciada, como en el<br />

caso de la Samaritana, será entonces nuestro<br />

mensaje (cf Shc 17).<br />

En relación con los demás, afirma el documento<br />

final del Capítulo, la fe en el Dios,<br />

Uno y Trino, es lo que nos hace salir de nosotros<br />

mismos para ir al encuentro de los<br />

otros, “del distinto”, para «entregar y entregarnos<br />

gratuitamente», desde la lógica del<br />

don (Shc 22). Por este mismo motivo, a la<br />

base del reconocimiento del otro como hermano<br />

está una opción de fe: «El hecho de<br />

reconocernos como hermanos nace de la fe<br />

en un Dios que es Padre de todos. Desde la<br />

fe reconoceré al otro y podré decir como<br />

Francisco: El Señor me dio hermanos»(Shc<br />

26). Y sólo desde la fe, «en la diversidad de<br />

personalidade», podremos «reconocer un<br />

don entregado a nuestras vidas para entrar<br />

en relación de amor gratuito y desinteresado»<br />

(Shc 23) con el hermano, con el “otro”.<br />

No hay fraternidad sin confianza en los demás,<br />

pero, para nosotros, esta confianza/fe<br />

en los demás se afianza en la fe en Dios,<br />

Uno y Trino. De ahí que no podamos sepa-<br />

rar una de la otra, ya que ambas «están íntimamente<br />

relacionadas entre sí» (cf Shc 15).<br />

Finalmente, en relación con la realidad<br />

que nos rodea, la fe nos permite tener una<br />

mirada nueva sobre ella (cf Shc 19).Lafe<br />

no nos oculta la dramática realidad y el dolor<br />

de nuestras gentes, el sufrimiento de<br />

“rostros y nombres concretos ligados a<br />

nuestras vidas cotidianas, rostros y nombres<br />

amados”, que luchan contra «las fuerzas<br />

culturales, sociales y políticas que buscan<br />

imponerse», obstaculizando no sólo la fe,<br />

«sino también la confianza fundamental en<br />

los otros»; «pueblos enteros que todavía reclaman<br />

los derechos básicos de alimento,<br />

techo, educación y trabajo; pueblos enteros<br />

que se ven obligados a emigrar sin la promesa<br />

de un verdadero cambio para sus vidas».<br />

La fe no nos oculta ni nos ahorra nada<br />

de eso, pero nos hace ver esa realidad desde<br />

otra óptica y, sobre todo, nos lleva a compartir<br />

su misma suerte (cf Shc 5).Lafeno<br />

nos ahorra las preguntas existenciales que,<br />

ante el dolor de la humanidad y el caos de<br />

nuestro tiempo se plantean muchos de nuestros<br />

contemporáneos cf Shc 6), pero, «desde<br />

una relación profunda con Dios, con su Palabra,<br />

en una comunión entrañable con la<br />

Iglesia» (cf Shc 14), se nos permite vivir la<br />

realidad desde una perspectiva nueva.<br />

Pero la fe de la que habla el documento<br />

final del Capítulo, como toda fe que es auténtica,<br />

«implica todo lo que somos, nuestra<br />

historia, nuestro cuerpo, nuestra mente,<br />

nuestras emociones, introduciendo a toda la<br />

persona en una obediencia a la Palabra, cargada<br />

de futuro» (Shc 18). Consciente que<br />

una fe así no se alcanza de una vez por todas,<br />

El Señor nos habla en el camino, nos<br />

pone delante de la necesidad de dar a la persona<br />

un “equipamiento básico” en el campo<br />

de la fe, de proporcionarle una adecuada<br />

«educación en la fe» (Shc 27), tanto durante<br />

la formación inicial como permanente;<br />

habla de la “urgencia” de «la personalización<br />

de la fe» (Shc 16). E intentando provocar<br />

una profunda reflexión, el documento<br />

final del Capítulo nos lanza una pregunta<br />

que es bueno que nos “atormente” y nos<br />

“persiga” a todos y en todo momento: ¿Tendremos<br />

esa fe, esa fe que nos lleva a ver la


488 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

propia realidad, la realidad de los demás y<br />

de la historia, desde una óptica nueva? (cf<br />

Shc 27).<br />

Esta fe nos llevará necesariamente a vivir<br />

en la lógica del don. Partiendo de «la<br />

perfecta lógica del don» que se da en Dios:<br />

El Padre que nos dio y nos da al Hijo, el Hijo<br />

que se dio sin reserva alguna y que, de<br />

manera especial, nos dona a su Madre, nosotros,<br />

Hermanos Menores, no podemos<br />

menos de vivir desde esa misma lógica, sintiéndonos<br />

nosotros mismos don (cf Shc 20-<br />

22), lo que nos permitirá «entregarnos gratuitamente<br />

a los otros a través de un movimiento<br />

del don que es similar al constante<br />

entregarse de Dios» (Shc 22). Esta lógica<br />

lleva a una “mirada nueva” que hará posible<br />

ver en cada hermano «un don entregado a<br />

nuestras vidas para entrar en relación de<br />

amor gratuito, desinteresado, con él» (Shc<br />

23). En la “lógica del don” la diversidad se<br />

torna riqueza, y el pecado del hermano en<br />

ocasión para entregarnos sincera y gratuitamente<br />

a los demás y prolongar así el amor<br />

de Dios (Shc 22). De este modo, el bien recibido<br />

–somos don del Señor-, será bien<br />

compartido y restituido cf Shc 19), tal y como<br />

lo deseaba Francisco.<br />

Es pues el momento de caminar desde la<br />

fe, como los grandes modelos de fe: Abrahán,<br />

María de Nazaret, Jesús, Francisco....<br />

Ya lo hacía notar en mi Informe al Capítulo<br />

cuando afirmaba: «Es el momento de ejercitarnos<br />

en la fe, de movernos desde la fe,<br />

de vivir de la fe». Sólo la fe, en efecto, logrará<br />

ponernos en camino, pues sólo desde<br />

ella podremos «asumir el Evangelio como<br />

Buena Noticia, pasar a la otra orilla, vivir el<br />

presente con audacia y osadía evangélicas.<br />

Sin fe, nada de esto es posible. Sin fe, el peligro<br />

de instalarnos, de repetirnos, de anular<br />

los sueños más profundos, de perder, poco<br />

a poco, la alegría que brota de la pasión en<br />

la vivencia de nuestra vocación y misión, es<br />

más que una posibilidad» (Cla 8). Por otra<br />

parte, en el trabajo en grupos linguísticos<br />

sobre mi Informe, los capitulares no dudaron<br />

en afirmar que la verdadera crisis que<br />

vivimos es crisis de fe, que luego se transforma<br />

también en crisis de autenticidad. Al<br />

mismo tiempo se subrayó la necesidad de la<br />

fe para superar la crisis por la que está pasando<br />

la vida religiosa en general y la nuestra<br />

en particular.<br />

Es también el momento de recuperar el<br />

gozo de la gratuidad y de la entrega sin reservas<br />

y sin cálculos egoístas. Para lo cual<br />

es necesario ejercitarnos en la contemplación<br />

del Dios que se hace don (cf Shc 20),<br />

pues sólo desde dicha contemplación encontraremos<br />

«la fuerza y la lucidez para<br />

afrontar, en una perspectiva del don, la realidad<br />

personal, comunitaria y social, marcadas<br />

siempre por la finitud y el pecado» (Shc<br />

24), y podremos «trasmitir, más allá de la<br />

ley de precio, del intercambio, de la ventaja,<br />

que se impone en nuestro tiempo, una lógica<br />

del don» (Shc 19).<br />

Subrayando la necesidad de la fe y la lógica<br />

del don, como presupuestos para construir<br />

fraternidad, el Capítulo nos recuerda<br />

que por vocación somos, ante todo, creyentes,<br />

y que nuestra misión pasa, necesariamente,<br />

por la entrega, la donación y la “restitución”.<br />

3. Cuidad la vida fraterna<br />

El tema de la fraternidad ha sido, sin duda<br />

alguna, el tema más presente en todo el<br />

Capítulo. Ello muestra, ciertamente, que la<br />

Orden ha tomado conciencia de que la fraternidad<br />

es un elemento fundamental y fundante<br />

de nuestra vida y misión. Al igual que<br />

la comunión de vida en fraternidad configuró<br />

la vida y misión de Francisco y de sus<br />

primeros compañeros, así también la vida<br />

en fraternidad ha de configurar nuestra vida<br />

y misión, de tal modo que ya no podemos<br />

hablar de vida franciscana sin la comunión<br />

de vida en fraternidad, y ya no podemos hablar<br />

de misión franciscana sin pensarla y vivirla<br />

como misión desde y en fraternidad:<br />

Somos una fraternidad y, en cuanto tal, somos<br />

enviados en misión para anunciar al<br />

mundo la palabra del Señor (cf CCGG 1,1.<br />

38ss.87,2). Al mismo tiempo, sin embargo,<br />

dicha insistencia indica, también, que todavía<br />

estamos en déficit en relación con la vida<br />

de fraternidad, y que si mucho es el camino<br />

recorrido, mucho es también el camino<br />

que nos queda por recorrer (cf Cla<br />

37-55).


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

489<br />

Del Capítulo general extraordinario sale,<br />

pues, más reforzada la convicción de que<br />

formamos una fraternidad, de que somos<br />

fraternidad; pero, al mismo tiempo, durante<br />

la celebración del Capítulo extraordinario<br />

hemos escuchado con fuerza la llamada del<br />

Espíritu a cuidar de la vida fraterna, a seguir<br />

creciendo en fraternidad, a construir fraternidad,<br />

a responder mejor a nuestra vocación<br />

de hermanos. La fraternidad, que es ciertamente<br />

un don que hemos de acoger con gratitud<br />

y celebrar con gozo, es al mismo tiempo<br />

una tarea, «una de nuestras tareas fundamentales»<br />

(cf Shc 27). Por tal motivo,<br />

nuestra vocación, se repitió muchas veces<br />

durante el Capítulo y yo mismo lo afirmé en<br />

mi Informe, es la de construir fraternidad.<br />

Llamados por gracia a vivir en fraternidad,<br />

somos llamados, igualmente, a ser<br />

constructores de fraternidad y no sólo sus<br />

consumidores (cf Cla 55). Mucho y fecundo,<br />

como hemos dicho, es el camino que hemos<br />

hecho en el terreno de la comunión de<br />

vida en fraternidad, pero largo es también el<br />

tramo de camino que nos queda por recorrer.<br />

Formamos parte de una fraternidad llamada<br />

a crecer constantemente. Nuestro camino<br />

de fraternidad es un camino iniciado<br />

pero ciertamente no concluido.<br />

Es también un camino hermoso, pero nada<br />

fácil. En este contexto, el Capítulo, consciente<br />

de las dificultades por las que atraviesa<br />

la vida fraterna, en su documento final,<br />

aludiendo al compartir fraterno que se<br />

llevó a cabo durante su celebración, afirma:<br />

«El recíproco intercambio de experiencias<br />

nos ha convencido que nuestra fraternidad<br />

necesita de una delicada atención de nuestra<br />

parte» (Shc 31).<br />

¿Por qué esta “delicada atención” a la vida<br />

fraterna? Dos son las principales dificultades<br />

con las que tropezamos, según el documento<br />

El Señor nos habla en el camino,a<br />

la hora de avanzar en la construcción de la<br />

vida fraterna: las divisiones y la falta de<br />

confianza mutua entre los hermanos.<br />

1. Las divisiones<br />

Vivimos en un mundo «herido por la<br />

fragmentación y las divisiones». Y lo que<br />

podría parecer algo extraño a quienes he-<br />

mos abrazado la fraternidad como un elemento<br />

constitutivo de nuestra forma de vida,<br />

sin embargo, no lo es. El Señor nos hablaenelcaminoes<br />

claro al respecto cuando<br />

afirma que «estas divisiones no son algo<br />

ajeno a nuestra propia vida fraterna» (Shc<br />

31).<br />

La construcción de la fraternidad pasa<br />

entonces, en primer lugar, por superar las<br />

divisiones, causa, muchas veces, de la dispersión,<br />

y de la tentación de separarnos de<br />

la experiencia comunitaria, para refugiarnos<br />

en la propia seguridad cotidiana que,<br />

antes o después, es fuente de individualismo.<br />

En efecto, después de algunos o muchos<br />

años de vida en fraternidad, las injusticias<br />

o los conflictos en el seno de la misma,<br />

la presencia del pecado en la vida de los<br />

hermanos o en la propia, el cansancio y las<br />

dificultades propias del camino, pueden<br />

producir en nosotros, como en los discípulos<br />

de Emaús, desconcierto, frustración,<br />

–«nosotros esperábamos...»-, y entonces es<br />

fácil sucumbir a la tentación de escapar y<br />

tomar distancia de la fraternidad y transformarnos,<br />

como Cleofás y su compañero, en<br />

cómplices de un desconcierto demasiado<br />

fácil de llevar.<br />

Esta tentación muchas veces se nutre de<br />

la conciencia del abismo que existe entre lo<br />

que cada uno de nosotros vive y lo que queremos<br />

vivir juntos, abismo entre nuestro caminar<br />

y aquello a lo que nos dirigimos juntos.<br />

Otras veces, dicha tentación es alimentada<br />

por los sentimientos de extrañeza ante<br />

la diversidad que experimentamos entre nosotros<br />

y que frecuentemente molestan y nos<br />

hieren más que el rigor mismo del camino.<br />

Casi siempre, sin embargo, las divisiones<br />

son manifestación de una visión demasiado<br />

horizontal, y muy poco teologal, de la fraternidad.<br />

En tales casos es necesario recordar, en<br />

primer lugar, que la vida fraterna en comunidad<br />

no es “opcional” para los hermanos.<br />

La comunión de vida en fraternidad es<br />

nuestro “signo” ante el mundo, «una buena<br />

noticia de la familiareidad de todos los seres<br />

creados a la luz de Cristo» (Shc 26), y<br />

por ello no podemos “renunciar” a ella ante<br />

la primera dificultad. Hace falta también


490 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ver la diversidad y la pluralidad, no como<br />

una amenaza a mi individualidad, sino como<br />

una riqueza, «alegre noticia de un Dios<br />

siempre fecundo» (Shc 4), que hace nuevas<br />

todas las cosas y, por supuesto, distintos todos<br />

los seres; y que «la fraternidad perfecta<br />

es para Francisco, y también para nosotros<br />

hoy, aquella que reúne en sí los dones de cada<br />

hermanos, puestos al servicio del Reino»<br />

(Shc 38). Por otra parte, es urgente recuperar<br />

el sentido teologal de la fraternidad. Desde<br />

el momento en que «la relación fraterna<br />

no nace primariamente de nuestra buena voluntad<br />

o de nuestra virtud, sino del don de<br />

Dios», es necesaria una visión de fe en un<br />

«único Padre que nos convoca a la hermandad»<br />

(Shc 26; cf Cla 54), desde la riqueza de<br />

nuestras diferencias y de nuestra diversidad.<br />

Se hace urgente, por tanto, una «educación<br />

en la fe» (Shc 27), si queremos cuidar y crecer<br />

en nuestras relaciones fraternas.<br />

2. La falta de confianza mutua<br />

La falta de confianza – «fe horizontal»,<br />

«fe básica y fundamental», de la que habla<br />

el documento final del Capítulo (cf Shc 15-<br />

16)-, hiere de muerte la vida fraterna, reduciéndola,<br />

en el mejor de los casos, a una<br />

simple vida en común. Esta falta de confianza<br />

es causada y a la vez se nutre, en la<br />

mayoría de los casos, de experiencias negativas<br />

causadas por la presencia del pecado<br />

entre nosotros ( cf Shc 16).<br />

Consciente de que la verdadera fraternidad<br />

se establece «al precio de la reconciliación»<br />

(Vita fraterna en comunidad, 26, Roma<br />

1994), pues la fraternidad perfecta no<br />

existe todavía, consciente, también, de la<br />

necesidad de «restaurar la fe básica y fundamental»<br />

de unos con otros y de la necesidad<br />

de «ser instrumentos de reconstrucción<br />

de este tejido fundamental de confianza<br />

mutua» (Shc 16), El Señor nos habla en el<br />

camino nos pide caminar hacia la fraternidad<br />

que sabe vivir el perdón y el amor (cf<br />

Vita fraterna..., 26). Para ello nos pide desarrollar<br />

«una cultura de acompañamiento<br />

fraterno, de corrección, de perdón y de reconciliación»<br />

(Shc 53), y, siempre que sea<br />

necesario, recurrir a «ritos de perdón mutuo»,<br />

y a la búsqueda constante de «caminos<br />

de comunión» (Shc 31), que nos lleven<br />

a recuperar situaciones y conflictos que han<br />

herido nuestra confianza recíproca.<br />

3. Otras mediaciones para cuidar la<br />

vida fraterna<br />

– Una comunicación profunda<br />

La mayor dificultad, sin embargo, en la<br />

construcción de la fraternidad parece estar<br />

en la falta de una comunicación profunda<br />

entre nosotros y en la dificultad de hablar<br />

juntos, de manera justa y verdadera, sin reservas<br />

y con total confianza, a partir de<br />

nuestras pobrezas (cf Cla 42). Es por ello<br />

que, a la hora de cuidar la vida fraterna, el<br />

documento capitular nos pide, en repetidas<br />

ocasiones, que apostemos decididamente<br />

por una comunicación tal que nos permita<br />

acercarnos al “otro” y caminar el “distinto”;<br />

una comunicación que toque nuestra historia<br />

vocacional, una comunicación que venga<br />

del corazón y con un lenguaje renovado<br />

que parta de los esencial, nos permita hacer<br />

partícipes a los demás de la verdad de nuestro<br />

ser, “sin restricciones”, como hizo la Samaritana<br />

con Jesús (cf Shc 17),y,deeste<br />

modo, podamos profundizar, en compañía<br />

unos de otros, en nuestro seguimiento de<br />

Cristo y en nuestra fe en Dios (cf Shc 50-<br />

51), para llegar a tener «una experiencia<br />

más profunda del gozo de nuestra vocación»<br />

(Shc 53).<br />

El Capítulo, consciente de la necesidad<br />

de «compartir juntos las alegrías y las dificultades<br />

de ser hermanos» (Shc 31), nos invita<br />

a la creatividad, a imaginar «nuevas<br />

formas de encuentro que expresen y celebren<br />

el gozo de nuestra vocación» (Shc 53).<br />

Consciente, también, de que la celebración<br />

de la vida en todas sus dimensiones es imprescindible<br />

(cf Shc 11.32.50) para cuidar y<br />

potenciar la vida fraterna, nos pide que busquemos<br />

y cultivemos “momentos y modos<br />

diversos” que nos permitan dicha celebración<br />

(cf Shc 32), según «la especificidad de<br />

cada cultura y sus necesidades particulares»<br />

(Shc 11). La metodología de Emaús es, como<br />

ya hemos dicho, uno de los métodos<br />

propuestos, y más recomendados por el Capítulo,<br />

para compartir y celebrar la vida.


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

491<br />

En este contexto me parece importante<br />

señalar que el documento capitular, consciente<br />

de la unidad indisoluble que debe<br />

existir entre vocación, vida fraterna y misión<br />

en la opción de vida de todo Hermano<br />

Menor, saliendo al paso de posibles fragmentaciones,<br />

nos recuerda que el diálogo<br />

con el mundo comporta, ante todo, un diálogo<br />

íntimo con el Dios que se revela y un<br />

diálogo al interior de la misma vida fraterna:<br />

«No podemos hablar con el mundo si<br />

no somos capaces de entablar un diálogo<br />

entre nosotros mismos en el calor de la<br />

verdad y de la fe, si no somos capaces de<br />

dialogar íntimamente con el Dios que se<br />

revela» (Shc 36).<br />

Todo esto nos está pidiendo que evaluemos<br />

continuamente las modos y formas en<br />

que nos comunicamos (cf Shc 50), recordando<br />

siempre que sólo una comunicación<br />

profunda y auténtica podrá lograr que recuperemos<br />

la fe/confianza en los otros, permitiéndonos<br />

fiarnos unos de otros, acogernos<br />

unos a otros, estimularnos recíprocamente,<br />

corregirnos cuando sea necesario, y amarnos<br />

en todo momento (cf Shc 15). Sólo una<br />

comunicación profunda y auténtica nos permitirá<br />

reconstruir el tejido fundamental de<br />

la confianza mutua (cf I 16) , construyendo<br />

una verdadera fraternidad en la que, superadas<br />

las divisones, todos nos sintamos solidarios<br />

de la “suerte” de los demás, hasta hacer<br />

de nuestras comunidades, espacios, como<br />

dicen nuestras Constituciones Generales,<br />

dentro de los cuales se puedan alcanzar<br />

una verdadera madurez humana y cristiana<br />

(cf CCGG 39).<br />

Pero todo será posible si fomentamos en<br />

nosotros y entre nosotros el deseo de estar<br />

con él, a lo largo de todo el camino; si le<br />

permitimos entrar en nuestro espacio vital y<br />

quedarse con nosotros; si mantenemos viva<br />

la “nostalgia” de su presencia, y si, como él,<br />

nos hacemos peregrinos y forasteros, en los<br />

caminos de la humanidad herida (cf Shc<br />

5.6).<br />

– La madurez psíquica de los hermanos<br />

El Señor nos habla en el camino subraya<br />

que se ha de prestar especial atención a la<br />

madurez psíquica, «porque muchos proble-<br />

mas en las relaciones fraternas remiten a<br />

nuestra fragilidad humana» (Shc 31). La experiencia<br />

nos dice cuánto de verdad hay en<br />

estas palabras del documento capitular. Por<br />

ese mismo motivo ya la Ratio Formationis<br />

<strong>OFM</strong> nos recuerda la atención que se debe<br />

prestar a la madurez psíquica desde las primeras<br />

etapas de formación (cf RFF<br />

106.188).<br />

– Un adecuado acompañamiento<br />

El documento capitular insiste en la necesidad<br />

del «acompañamiento y cuidado<br />

materno» (Shc 32), particularmente en los<br />

«primeros diez años» después de la profesión<br />

solemne (cf Shc 53), y en el momento<br />

del envejecimiento (cf Shc 54); momentos<br />

particularmente delicados en los que se requiere<br />

una especial ayuda en el camino y la<br />

perseverancia vocacionales. De este modo<br />

el Capítulo se sitúa en perfecta sintonía con<br />

cuanto pide Francisco (cf 2R 6, 7-8) y con<br />

cuanto afirma nuestra Ratio Formationis al<br />

señalar el acompañamiento como “la piedra<br />

angular” de la pedagogía franciscana (cf<br />

RFF 92.104).<br />

– El Capítulo local<br />

El Señor nos habla en el camino presenta<br />

el capítulo local como «un buen instrumento<br />

para compartir la fe y la fraternidad»<br />

(Shc 31), un instrumento adecuado para el<br />

diálogo, la escucha y el conocimiento y la<br />

práctica de nuestra vocación (cf Shc 53), y,<br />

en cuanto tal, un buen instrumento para un<br />

discernimiento en la vida de la comunidad<br />

y el crecimiento de ésta (cf Shc 52; Cla 40).<br />

– La formación permanente<br />

Finalmente, el documento final del Capítulo<br />

insiste, particularmente en las orientaciones<br />

prácticas, en la necesidad de la<br />

formación permanente, como instrumento<br />

privilegiado para cuidar, construir y potenciar<br />

la comunión de vida en fraternidad (cf<br />

Shc 16.53.54.56.57.59). No podía ser de<br />

otro modo, teniendo presente que la formación<br />

es camino de conversión en todas las<br />

dimensiones de la persona, tal y como justamente<br />

subraya repetidas veces nuestra<br />

Ratio Formationis (cf RFF 62-91).


492 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

– El papel de los ministros,<br />

guardianes y formadores<br />

En todo este proceso, El Señor nos habla<br />

en el camino no olvida el papel importante<br />

que desempeñan los Ministros y Guardianes<br />

(cf Shc 51), por lo que pide que las experiencias<br />

y las actividades de formación<br />

permanente tienen que ser elaboradas de<br />

forma que «estimulen a quienes están en<br />

puestos de animación en el ámbito local y<br />

provincial» para que puedan acompañar<br />

adecuadamente a los hermanos «durante toda<br />

su vida», particularmente en lo relacionado<br />

con el cuidado de su vocación (cf Shc<br />

54). Tampoco olvida a los formadores, para<br />

los cuales pide se desarrollen «iniciativas<br />

provinciales e interprovinciales y de Conferencias»<br />

que les entrenen en la «dimensión<br />

humana y especialmente franciscana de<br />

nuestra vocación» (Shc 54).<br />

4. Hacia fraternidades de iguales, internacionales<br />

e interculturales<br />

El documento del Capítulo además de<br />

invitarnos a cuidar la vida fraterna y señalar<br />

los medios que hemos indicado para tal cuidado,<br />

añade, también, algunas indicaciones<br />

importantes a la hora de construir verdadera<br />

fraternidad y que, en cierto modo, han de<br />

caracterizar nuestras comunidades en el futuro.<br />

En concreto, el Capítulo habló de la<br />

necesidad de seguir creciendo en fraternidades<br />

de iguales, y en fraternidades internacionales<br />

e interculturales.<br />

– Fraternidad de iguales<br />

Una fraternidad formada por hermanos<br />

clérigos y hermanos laicos, con los mismos<br />

derechos y las mismas obligaciones. El Capítulo,<br />

en diversas ocasiones y a través de<br />

voces que nos llegaron de distintas situaciones<br />

y “regiones”, ha subrayado la importancia<br />

de este valor de nuestra forma de vida<br />

para poder ser realmente “signum fraternitatis”,<br />

pidiendo que se haga todo lo posible<br />

para que, a todos los efectos, venga reconocida<br />

jurídicamente dicha igualdad. El documento<br />

capitular se hace eco, y justamente,<br />

de esta petición cuando afirma: “Debemos<br />

poner énfasis en la igualdad de todos los<br />

hermanos que tienen la misma vocación de<br />

ser un Hermano Menor, respetando, al mismo<br />

tiempo, los distintos dones y valores de<br />

la vocación ministerial de los hermanos”.<br />

Para ello El Señor nos habla en el camino<br />

llama la atención sobre la necesidad de revisar<br />

nuestras actividades de evangelización<br />

de tal modo que nuestra evangelización”<br />

refuerce la prioridad de la fraternidad<br />

como signo y la igualdad de laicos y clérigos<br />

en la misión”, y que la formación, inicial<br />

y permanente, asegure dicha igualdad<br />

(cf Shc 60).<br />

– Fraternidades internacionales<br />

e interculturales<br />

La internacionalidad y la interculturalidad<br />

son consideradas por el Capítulo como<br />

signo de la riqueza de nuestra Orden, que<br />

no sólo hemos de custodiar, sino también<br />

de favorecer y potenciar en todas se expresiones,<br />

pues sólo así podremos ser signos<br />

creíbles en un mundo profundamente dividido.<br />

Para avanzar en esta dirección el Capítulo<br />

recordó que hemos de potenciar, en primer<br />

lugar, el sentido de pertenencia a la<br />

Fraternidad universal, superando provincialismos<br />

y particularismos (cf Shc 57). Por<br />

otra parte, dado que el sentido de pertenencia<br />

a la Fraternidad universal y la «superación<br />

de barreras», de la que tanto se habló<br />

durante el Capítulo, han de considerarse<br />

parte integral del crecimiento en fraternidad,<br />

es necesario que esta dimensión entre<br />

de lleno en la formación inicial y permanente,<br />

creando estructuras comunes que favorezcan<br />

estrategias de cooperación entre<br />

las distintas Entidades y entre diversas culturas<br />

(cf Shc 54.57.59).<br />

Todos estos aspectos han de ser tenidos<br />

muy en cuenta a la hora de evaluar la vida<br />

de las Entidades y de las Casas de la Orden,<br />

así como la vida misma de los hermanos,<br />

pues de ello depende, en gran parte, la significatividad<br />

de nuestra vida.<br />

5. Como menores, en comunión con los<br />

menores<br />

Para los seguidores de Francisco la “minoridad”,<br />

como antes hemos dicho de la fraternidad,<br />

no es algo opcional, sino una di-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

493<br />

acuerdo con el estilo con el que Francisco<br />

envía a sus hermanos por el mundo: no promuevan<br />

disputas ni controversias, sino que<br />

estén sometidos a toda humana criatura<br />

por Dios (1R 16, 6), con las implicaciones<br />

concretas que se siguen para nuestra misión<br />

«entre los laicos, en relación con la mujer,<br />

en nuestra manera de vivir en la Iglesia, en<br />

el necesario diálogo interreligioso, en nuestra<br />

relación con la creación, en fin, en toda<br />

nuestra misión como menores entre los menores<br />

de la tierra» (Shc 30).<br />

Por otra parte, la voz de los “menores” y,<br />

por tanto, de los “sin voz”, se hizo muy presente<br />

en el aula capitular. El documento del<br />

Capítulo recoge esa presencia y nos invita a<br />

caminar con ellos, haciendo nuestras sus<br />

alegrías y también su dolor (cf Shc 5). Esto<br />

exige no sólo escucharles y defender sus derechos,<br />

sino también ser solidarios con ellos<br />

y compartir su misma vida. Es en este contexto<br />

en el que se entienden las palabras del<br />

documento El Señor nos habla en el camino:<br />

«Nuestra opción fundamental hoy es la<br />

de vivir el Evangelio como menores entre<br />

los menores» (Shc 31).<br />

De este modo, la minoridad que inició<br />

con la contemplación de Cristo que se hace<br />

“menor” y «el contacto con la realidad dolorosa<br />

y esperanzadora de cada persona» (cf<br />

Shc 11), termina necesariamente con una<br />

opción de vida y misión bien concretas:<br />

«menores entre los menores de la tierra»<br />

(Shc 30).<br />

Al invitar a pasar de la contemplación a<br />

la vida, o si queremos de la “ortodoxia” a la<br />

“ortopraxis”, el documento capitular es coherente<br />

con un principio que sienta como<br />

punto de partida: “Ante todo la vida”, la experiencia,<br />

el contacto humano con la realidad<br />

(cf Shc 10-11). «La teoría ilumina la vida,<br />

pero no puede nunca sustituirla» (Shc<br />

10). Ninguna teoría, por hermosa que sea,<br />

podrá ahorrarnos la necesidad de pasar por<br />

el camino de la experiencia, de la cercanía a<br />

la realidad histórica, a la escucha de la Palabra<br />

y su traducción inmediata a la vida,<br />

como hizo Francisco, quien, «después de<br />

escuchar el Evangelio, no tarde en cambiar<br />

su forma de vestir. Necesita practicar la palabra<br />

escuchada, aunque sea de modo parmensión<br />

esencial de nuestra vida, un elemento<br />

que califica nuestra fraternidad. Afirma<br />

el documento final del Capítulo: «No es<br />

suficiente decir que somos hermanos, somos<br />

Hermanos Menores»(Shc 28).<br />

A este punto el documento final nos pone<br />

en guardia contra dos peligros: Uno que<br />

ve la “minoridad” como una simple opción<br />

social, el otro que ve la “minoridad” en su<br />

dimensión puramente espiritual.<br />

Es por ello que El Señor nos habla en el<br />

camino recuerda, en primer lugar, que la minoridad<br />

para Francisco no es una simple categoría<br />

sociológica. El Poverello tomó el término<br />

“menor” del Evangelio (cf Shc 28). Y<br />

tanto para él como para nosotros, en cuanto<br />

Hermanos Menores, el «paradigma de la minoridad<br />

no es otro que el de Cristo» (Shc 29).<br />

Nuestra opción por ser “menores” nace pues<br />

de la contemplación de Cristo Jesús que «no<br />

consideró un tesoro celoso su condición divina,<br />

sino que se despojó de su rango, asumiendo<br />

la condición de siervo» (Fil 2, 6-11).<br />

Sin embargo, esta dimensión cristológica<br />

no impide, ni mucho menos, -nos recuerda<br />

también el documento final-, que la minoridad<br />

se exprese en un concreto estilo de<br />

vida con claras repercusiones sociales. A este<br />

respecto El Señor nos habla en el camino<br />

añade: «La minoridad es la forma concreta<br />

que cualifica nuestra relación fraterna y la<br />

práctica de nuestros ministerios», ordenados<br />

o no, pues «todos somos Hermanos Menores»<br />

(Shc 28).<br />

Si «la minoridad es una apuesta personalmente<br />

asumida para que nada en nosotros<br />

interrumpa la epifanía del otro»; si la<br />

minoridad «es nuestra manera de descalzarnos<br />

constantemente ante el misterio del otro<br />

en quien el Misterio hace su epifanía» (Shc<br />

28); entonces la minoridad deberá marcar<br />

nuestro estilo de vida, “ad intra”, con los<br />

hermanos de la fraternidad, y nuestra misión<br />

“ad extra”, con toda humana criatura.<br />

Así lo afirma claramente el documento del<br />

Capítulo: La minoridad «marca no sólo<br />

nuestra relación entre los frailes, sino de<br />

una manera más amplia, con toda humana<br />

criatura» (Shc 30).<br />

Nos sentimos y somos realmente Hermanos<br />

Menores de todo hombre y mujer, de


494 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

cial y material» (Shc 11). Habiendo escuchado<br />

la voz de los “menores” (cf Shc 5),<br />

ahora nuestra minoridad ha de ser vivida y<br />

expresada a través de la comunión con los<br />

menores, “los pobres y crucificados de esta<br />

tierra”, “representantes” del Cristo pobre y<br />

crucificado (cf Shc 9), a quien hemos prometido<br />

seguir.<br />

A la luz de estas afirmaciones, en la evaluación<br />

que estamos llamados a hacer de<br />

nuestra vida y misión, hemos de tener muy<br />

presente nuestra afectiva y efectiva con los<br />

“menores” de la tierra. ¿Dónde estamos?<br />

¿Con quiénes estamos? ¿Con quiénes nos<br />

identifican? Todas estas preguntas hemos<br />

de ponérnoslas los hermanos. Es la hora de<br />

tomar opciones justas en la dirección justa:<br />

nuestra comunión con los menores.<br />

6. Cruzando barreras para dialogar con<br />

el mundo<br />

El tema de la misión fue otro de los temas<br />

importantes en este Capítulo. No podía<br />

ser de otra manera, pues todos reconocemos<br />

en la misión un elemento integrante<br />

de la vocación franciscana desde sus<br />

orígenes. En cuanto Hermanos Menores,<br />

sentimos que nuestra misión, como la de<br />

Francisco, es «llenar la tierra con el Evangelio<br />

de Cristo» (1Cel 97). Hablar de<br />

evangelización es, por tanto, hablar de<br />

nuestra vocación y de nuestra razón de ser<br />

en la Iglesia y en el mundo. Por otra parte<br />

todos somos conscientes que el mayor reto<br />

del tercer milenio para la Iglesia es la<br />

evangelización, de ahí la urgencia que sentimos<br />

de refundarla y renovarla en sus formas<br />

y estructuras.<br />

El Capítulo no oculta esta necesidad, antes<br />

bien, El Señor nos habla en el camino,<br />

teniendo en cuenta que «nos encontramos<br />

inmersos en un cambio de época, con nuevos<br />

paradigmas y categorías», nos invita a<br />

la “lucidez y audacia” para llevar a cabo<br />

«una seria revisión de nuestra misión [...], y<br />

ensayar caminos inéditos de presencia y<br />

testimonio» (Shc 33), buscando nuevas formas<br />

de evangelización (cf Cla 74) que den<br />

un “testimonio fehaciente de la realidad de<br />

nuestra vocación y misión”, como «Fraternidad-en-misión<br />

al servicio de la Iglesia y<br />

del mundo» (Shc 58). En el contexto en que<br />

nos ha tocado vivir, es urgente «un permanente<br />

discernimiento y una evaluación<br />

constante de nuestra vida» (Shc 35) , una<br />

«revisión crítica continua [...] de nuestros<br />

actuales ministerios» (Shc 58), de tal modo<br />

que podamos «reencontrar el centro de<br />

nuestra misión», y desde ahí podamos<br />

«abrazar la liminalidad» y «habitar la marginalidad»<br />

(Shc 33).<br />

Todo esto está exigiendo de nosotros<br />

«un proyecto de evangelización con clara<br />

identidad franciscana». Lo recordé y pedí<br />

en el Capítulo (cf Cla 79), y lo recuerda y<br />

pide también el documento final del Capítulo<br />

(cf Shc 34). Un Proyecto que proteja y<br />

refuerce «la dimensión específicamente<br />

franciscana de nuestra vocación al servicio<br />

de la Iglesia y del mundo» (Shc 58). Un<br />

Proyecto que prevea estrategias de “cooperación”<br />

y de “intercambio” entre las Entidades<br />

(cf Shc 57.59) y que nos permita trabajar<br />

con los obispos y la Iglesia local (cf<br />

Shc 58) y «en diálogo constante con los laicos»<br />

(Shc 35). Un Proyecto que una e integre<br />

vocación, vida fraterna y misión, desde<br />

la minoridad, pues, como recuerda El<br />

Señor nos habla en el camino, «la vida de<br />

fe en comunidad es nuestro principal signo<br />

en el mundo» (Shc 34; cf Shc 49; Cla 75), y<br />

nos permita, de este modo, combatir la<br />

fragmentación que con frecuencia caracteriza<br />

nuestras vida y misión. Esta unidad,<br />

nos recuerda el Capítulo, se sostiene y alimenta<br />

en la medida en que fundamentemos<br />

nuestras vidas «en el Evangelio de nuestro<br />

Señor Jesucristo, en obediencia, sin propio<br />

y en castidad», pues sólo la centralidad de<br />

«la experiencia de Dios en Cristo Jesús por<br />

la acción del Espíritu», podrá transformar<br />

nuestra vida y misión (Shc 38). Es en el seguimiento<br />

de Cristo, en efecto, donde recobraremos<br />

la unidad de una Fraternidad-enmisión,<br />

y es de él de donde sacaremos las<br />

fuerzas necesarias para enfrentarnos a las<br />

dificultades propias de la misión: «Sólo siguiendo<br />

las huellas de nuestro Señor Jesucristo,desuvida,pasión,muerteyresurrección,<br />

encontraremos la fuerza y la lucidez<br />

para afrontar, en una perspectiva del<br />

don, la realidad personal, comunitaria y so-


CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM<br />

495<br />

cial, marcadas siempre por la finitud y el<br />

pecado» (Shc 24).<br />

La evangelización - «llenar la tierra con<br />

el Evangelio de Cristo» (1Cel 97)-, en estos<br />

momentos, sin embargo, pasa necesariamente<br />

por el diálogo: «La misión adquiere<br />

hoy la forma de diálogo [...], como presencia<br />

en medios fronterizos y conflictivos, como<br />

acción en los nuevos areópagos, como<br />

actividad intelectual y cultural, y como intercambio<br />

de experiencias interreligiosas»<br />

(Shc 36).<br />

En este contexto, es necesario recordar<br />

que en un mundo, como el nuestro, en el<br />

que la globalización, la postmodernidad, y<br />

el pluralismo religioso han multiplicado<br />

las fronteras, nosotros, en cuanto seguidores<br />

de Jesús y a ejemplo de Francisco, estamos<br />

llamados a ir al encuentro del<br />

“otro”, a “pasar a la otra orilla”, a ser cruzadores<br />

de fronteras (cf Shc 36), ya sean<br />

fronteras geográfica, sociales, culturales,<br />

políticas o religiosas, y, desde la lógica del<br />

don y una espiritualidad que en el Capítulo<br />

ha sido llamada espiritualidad de presencia,<br />

kenosis, armonía y totalidad-integridad,<br />

sin excluir a ninguno y abrazando<br />

a todos, estamos llamados a trabajar por<br />

una sociedad sin fronteras ni excluidos (cf<br />

Shc 35). Todo esto presupone la «fe en<br />

Dios», pero también «una notable confianza<br />

humana», y una constante actitud de<br />

aprendizaje frente al otro, «sin dejarnos<br />

encerrar en las fronteras creadas por las<br />

ideologías de turno», pues sólo así podremos<br />

transformarnos «en un faro de esperanza,<br />

en una oferta generosa de fe y de comunión»<br />

(Shc 37).<br />

Para que este diálogo sea posible, el Capítulo<br />

general extraordinario recordó la necesidad<br />

de «entender, asumir y practicar los<br />

principios de la inculturación y de la interculturalidad»<br />

(Shc 38; cf Shc 57), como<br />

consecuencia del reconocimiento de la realidad<br />

carismática, plural y diversa de nuestra<br />

misión. El documento capitular recordó,<br />

también, la necesidad de conocer, actualizar<br />

y transmitir el patrimonio filosófico y teológico<br />

de nuestros maestros, sin desvincularlo<br />

del contexto en que surgieron y de los<br />

desafíos actuales. El Señor nos habla en el<br />

camino se hace eco de una llamada fuerte a<br />

«recuperar con espíritu crítico las grandes<br />

tradiciones filosóficas, teológicas, místicas<br />

y artísticas de nuestro patrimonio franciscano,<br />

como sostén de nuestra misión de predicar<br />

el Evangelio de palabra y de obra, en<br />

medio de la cultura contemporánea». Al<br />

mismo tiempo, nos pone en guardia contra<br />

el «riesgo de ser presa fácil del fundamentalismo<br />

y de las tendencias emotivistas del<br />

presente», así como de perder «nuestro<br />

aporte específico» al anuncio del Evangelio<br />

(Shc 13).<br />

Conclusión<br />

El Capítulo que acabamos de celebrar ha<br />

sido una fuerte y apremiante llamada a vivir<br />

nuestra vida en profundidad, una llamada a<br />

la conversión, a vivir de la fe y desde la fe,<br />

a volver al Evangelio para volver a Cristo, a<br />

revivir la experiencia fundacional de nuestra<br />

Fraternidad, con el fin de reidentificar y<br />

reapropiarnos de la intuición original de<br />

Francisco.<br />

El Capítulo ha sido un fuerte aldabonazo<br />

a mejorar nuestra comunicación, particularmente<br />

a niveles de fe y de vivencia vocacional,<br />

a “volvernos” los unos hacia los<br />

otros, a derribar barreras y prejuicios, a acogernos<br />

desde la escucha recíproca, a superar<br />

provincialismos, etnocentrismos, castas<br />

y regionalismos, a ensanchar el corazón a la<br />

dimensión del mundo.<br />

El Capítulo nos ha hecho una llamada<br />

urgente a no dejarnos atenazar por la crisis<br />

y el miedo, a no encerrarnos en nosotros<br />

mismos, a no reducir nuestras presencias al<br />

confortable y seguro espacio de nuestros<br />

conventos, sino a salir, a descentrarnos para<br />

re-centrarnos, a des-localizarnos para relocalizarnos,<br />

a des-arraigarnos y reimplantarnos,<br />

a sentirnos itinerantes hacia la liminaridad,<br />

la frontera, la periferia, hacia los<br />

«claustros olvidados», habitados por los<br />

«leprosos» de hoy (cf Sdp 37).<br />

En todo momento, nos recordó el capítulo,<br />

los hermanos hemos de estar atentos a no<br />

dar culto a los ídolos del activismo y la eficiencia<br />

para poder mantener el talante profético<br />

de nuestra vida. En este contexto, el


496 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Capítulo nos hizo una fuerte llamada a descentrarnos<br />

de lo urgente para volver a lo<br />

esencial y dar calidad evangélica a nuestra<br />

vida. Todo esto pasa por una opción clara<br />

por la formación permanente. Ella es la que<br />

puede nutrir una verdadera y profunda fidelidad<br />

creativa.<br />

La Orden de los Hermanos Menores,<br />

¿tendrá la lucidez y audacia para ponerse en<br />

camino en esta dirección? La esperanza,<br />

por la que hemos sido visitados durante la<br />

celebración del Capítulo, así como el gran<br />

número de hermanos que ya lo están haciendo,<br />

nos mueve al optimismo.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general


E SECRETARIA GENERALI<br />

1. Gubernii Prov. Annunciationis BMV<br />

in Albania electio<br />

Il Definitorio generale, nella sessione del<br />

4 settembre 2006, sotto la presidenza di RO-<br />

DRÍGUEZ CARBALLO FR. JOSÉ, Ministro generale,<br />

a norma dell’art. 163 §2 degli<br />

SSGG, ha eletto, per un triennio, “ad instar<br />

Gubernii regularis”, della nostra Provicia<br />

dell’Annunciazione della BMV in Albania:<br />

il Ministro provinciale:<br />

TINAJ FR.GASMEND<br />

il Vicario provinciale:<br />

DEJA FR.LEONARD<br />

i Definitori provinciali:<br />

BELLOTTO FR.SILVIO<br />

JAKU FR.LANDI<br />

KAMENCI FR.ANDJELKO<br />

PËRLALA FR.FRAN.<br />

In virtù del presente Decreto confermo<br />

queste elezioni, conferendo ai singoli eletti<br />

tutti i diritti e le facoltà previsti dalle CCGG<br />

e dagli SSGG dell’Ordine.<br />

Questo Decreto entra in vigore dal giorno<br />

della proclamazione, fatta dal Visitatore<br />

generale Blanco Rodríguez Fr. Manuel, durante<br />

il Capitolo della Provincia 2006.<br />

Roma, Curia Generale <strong>OFM</strong>, 5 settembre 2006<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />

Ministro generale<br />

FR.SANDRO OVEREND RIGILLO<br />

Segretario generale<br />

Prot. 097182/372-S06<br />

2. Capitulum Intermedium Prov. S.<br />

Francisci de Quito in Aequatoria<br />

El día 18 de agosto de 2006, el Capítulo<br />

intermedio de la Provincia de San Francisco<br />

de Quito, en Ecuador, presidido por HERAS<br />

SEGARRA FR.WALTER, Ministro provincial,<br />

celebrado conforme a Derecho, en el San-<br />

tuario de “Nuestra Señora de la Nube”, en<br />

la ciudad de Azogues, eligió legítimamente<br />

a los cinco Definidores provinciales:<br />

BONILLA FR.ÁUREO PATRICIO<br />

ECHEVERRÍA FR.ERNESTO<br />

MOSQUERA FR.JESÚS<br />

ORTEGA FR.MARIO LIROY<br />

VILLACRÉS FR.GERARDO.<br />

El Definitorio General, en su Sesión ordinaria<br />

del 7 de septiembre de 2006, después<br />

de examinar las Actas auténticas, aprobó<br />

esta elección.<br />

Prot. 097217/418-S06<br />

3. Capitulum Prov. S. Benedicti Africani<br />

in Re Publ. de Congo<br />

Nel Capitolo della nostra Provincia di<br />

San Benedetto l’Africano, nella Repubblica<br />

Democratica del Congo, celebrato regolarmente<br />

secondo le disposizioni del Diritto,<br />

nel Monastero di Kiswishi, Lubumbashi,<br />

tra il 4 e il 13 agosto 2006, sotto la presidenza<br />

di OTTAVI FR.BRUNO, Visitatore Generale,<br />

sono stati eletti:<br />

per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />

ILUNGA MIKOMBE FR.ALEX<br />

per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />

MURHABALE BARHAYIKA FR.ANDRÉ<br />

per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />

BARHIGOMBWA MIGABO FR.BAVON<br />

KUSY FR.THADDÉE<br />

PUNGA MAVUNDA FR.FLORIBERT<br />

TSHIAM KASONG FR.EDMOND.<br />

Queste elezioni sono state ratificare dal<br />

Definitorio generale il 13 settembre 2006.<br />

Prot. 097235/097-M06<br />

4. Fund. “Stigmate di San Francesco” in<br />

Bielorussia electio<br />

BIESOK FR. EZDRASZ, Ministro provinciale<br />

della nostra Minoritica Provincia del-


498 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

l’Assunzione BMV in Polonia, con lettera<br />

del 29 agosto 2006 (Prot. 290/A–1/06), comunica<br />

che il Definitorio provinciale ha<br />

eletto, fino al prossimo Capitolo provinciale<br />

(2007), il Governo della Fondazione delle<br />

Stigmate di San Francesco in Bielorussia,<br />

dipendente dalla detta Provincia, composto<br />

da:<br />

Presidente:<br />

ROMANOWICZ FR.ALEKSY<br />

Consiglieri:<br />

KUCZMIK FR.PTOLOMEUSZ<br />

TOMALA FR.SOBIESłAW<br />

WOJTAłA FR.NATANAEL.<br />

Queste elezioni sono state ratificate dal<br />

Definitorio generale il 27 ottobre 2006.<br />

Prot. 097261/450-S06<br />

5. Electio extra Capitulum Prov. Siciliae<br />

Ss. Nominis Iesu in Italia<br />

Nel Congresso Definitoriale della nostra<br />

Provincia del Ss.mo Nome di Gesù in<br />

Italia, regolarmente celebrato, sotto la presidenzadiFINOCCHIARO<br />

FR.CARMELO,Ministro<br />

provinciale, secondo le disposizioni<br />

del Diritto, il 2 settembre 2006, è stato<br />

eletto extra-capitolo, come Definitore provinciale:<br />

FERRARO FR.VENANZIO<br />

ufficio vacante per la rinuncia del suo predecessore<br />

Bruccoleri Fr.Vincenzo.<br />

Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio<br />

generale il 27 ottobre 2006.<br />

Prot. 097328/473-S06<br />

6. Fund. “Tutti i Santi dell’Ordine Serafico”<br />

in Ucraina electio<br />

BIESOK FR. EZDRASZ, Ministro provinciale<br />

della nostra Minoritica Provincia dell’Assunzione<br />

BMV in Polonia, con lettera<br />

del 29 agosto 2006 (Prot. 290/A–1/06), comunica<br />

che il Definitorio provinciale ha<br />

eletto, fino al prossimo Capitolo provinciale<br />

(2007), il Governo della Fondazione Bizantina<br />

di Tutti i Santi dell’Ordine Serafico<br />

in Ucraina, dipendente dalla detta Provincia,<br />

composto da:<br />

Presidente:<br />

PIECHOTA FR.JAN KANTY<br />

Consiglieri:<br />

HOLLEK FR.KOSMA<br />

KOLOCZEK FR.LONGIN<br />

KOSARYEV FR.IVAN.<br />

Queste elezioni sono state ratficate dal<br />

Definitorio generale il 27 ottobre 2006.<br />

Prot. 097260/449-S06<br />

7. Ministri provincialis Prov. S. Petri<br />

Baptistae in Philippinia electio<br />

In the General Assembly of our Province<br />

of the “San Pedro Bautista”, in Philippines,<br />

regularly celebrated according to the norms<br />

of Cannon Law and held on the 27th October<br />

2006, in the House of the Our Lady of<br />

the Angels Seminary, in Quezon City,<br />

presided by the Visitator General, MASCA-<br />

RENHAS BR. LOuis, a member of the Custody<br />

of “St. John the Baptist”, in Pakistan,<br />

was elected:<br />

for the office of Minister Provincial<br />

OBICO BR.BALTAZAR<br />

according to the Art. 60,1 of the Provincial<br />

Statutes.<br />

The General Definitorium, during its<br />

session of the 7th of November 2006, carefully<br />

examined and approved the election.<br />

Prot. 097346/484-S06<br />

8. Capitulum Prov. Ss. Nominis Iesu in<br />

Brasilia<br />

El día 18 de octubre de 2006, en el Capítulo<br />

de nuestra Provincia del Santísimo<br />

Nombre de Jesús, en Brasil, celebrado regularmente<br />

según las disposiciones del Derecho<br />

en la Sala Capitular del Seminario<br />

Regina Minorum, en Anápolis–GO, bajo la<br />

Presidencia del Visitador General, SCHEIDT<br />

FR.GUIDO MOACIR, fueron elegidos:<br />

para el Oficio de Ministro Provincial:<br />

CARVALHO DO COUTO FR.WANDERLEY


E SECRETARIA GENERALI<br />

499<br />

para el Oficio de Vicario Provincial:<br />

OSBORNE FR.PAULO J.<br />

para el Oficio de Definidores Provinciales:<br />

DA SILVA FR.CARLOS ANTONIO<br />

DE SOUZA FR.PAULO SÉRGIO<br />

FERNANDES FR.MARCOS AURÉLIO<br />

RODRIGUES DE MENEZES FR.LONGUINHO.<br />

El Definitorio General, en la Sesión ordinaria<br />

celebrada el 16 de noviembre de<br />

2006, tras un minucioso examen de las Actas<br />

aprobó dichas elecciones.<br />

Prot. 097390 / 498-S06<br />

9. Capitulum Intermedium Prov. S.<br />

Thomae Apostoli in India<br />

In the Provincial Chapter of our<br />

Province of “St. Thomas the Apostle”, in<br />

India, regularly celebrated according to the<br />

norms of Cannon Law and held on the 31th<br />

October 2006, in the House of St. Anthony’s<br />

Friary, Bangalore, presided by the<br />

General Delegate, COLLINS BR. SEÁN, the<br />

following friars were elected or the office of<br />

Provincial Definitors:<br />

MANICKAM BR.AMALADASS<br />

MATHIAS BR.GABRIEL<br />

PAMPLANY BR.BABU JOSE<br />

REDDY BR.SLEEVA.<br />

The General Definitorium, during its<br />

session of the 11th of December 2006,<br />

carefully examined and approved the elections.<br />

Prot. 097445/539-S06<br />

10. Capitulum Prov. Bononiensis Christi<br />

Regis in Italia<br />

Nel Capitolo della Provincia di Cristo<br />

Re in Italia, celebrato regolarmente secondo<br />

le disposizioni del Diritto, presso il santuario<br />

“Beata Vergine della Consolazione”<br />

a Bedonia (PR), sotto la presidenza di LO-<br />

CATELLI FR. FIORENZO, Visitatore generale,<br />

sono stati eletti nei giorni 27- 29 giugno<br />

2006:<br />

per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />

BARTOLINI FR.BRUNO<br />

per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />

MARCHESI FR.FRANCESCO<br />

per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />

CASPOLI FR.ALESSANDRO<br />

FERRARI FR.GIUSEPPE<br />

GALESINI FR.MAURO<br />

SORACCHI FR.GILBERTO.<br />

Queste elezioni sono state ratificate dal<br />

Definitorio generale l’11 dicembre 2006.<br />

Prot. 097229/515-S06<br />

11. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />

S. Antonii Patavini in Germania<br />

Nel Congresso Definitoriale della Nostra<br />

Minoritica Provincia di S. Antonio di<br />

Padova in Germania, riunito nella Casa di<br />

Füssen, regolarmente celebrato sotto la presidenza<br />

di WAGNER FR.MAXIMILIAN,Ministro<br />

provinciale, secondo le disposizioni del<br />

Diritto, il giorno 21 novembre 2006, è stato<br />

eletto extra-capitolo:<br />

SCHEIFELE FR.CLAUS,<br />

come Vicario provinciale, ufficio vacante<br />

per la rinuncia del suo predecessore.<br />

Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio<br />

generale l’11 dicembre 2006.<br />

Prot. 097444/538-S06<br />

12. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />

S. Antonii Patavini in Germania<br />

Nel Congresso Definitoriale della Nostra<br />

Minoritica Provincia di S. Antonio di<br />

Padova in Germania, riunito nella Casa di


500 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Füssen, regolarmente celebrato sotto la<br />

presidenza di WAGNER FR. MAXIMILIAN,<br />

Ministro provinciale, secondo le disposizioni<br />

del Diritto, il giorno 21 novembre<br />

2006, è stato eletto, extra-capitolo,<br />

FISCHER FR.BENNO<br />

come Definitore provinciale, ufficio vacante<br />

per l’elezione del suo predecessore,<br />

Scheifele Fr. Claus, a Vicario Provinciale.<br />

Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio<br />

generale l’11 dicembre 2006.<br />

Prot. 097444/538-S06<br />

13. Electio extra Capitulum Prov. Hiberniae<br />

The General Definitory, during its session<br />

of the 11th of December 2006, examined<br />

and approved the Acts of the extra-capitular<br />

elections by the Definitory of The<br />

Franciscan Province of Ireland, held during<br />

an Extraordinary Session in Friary of<br />

“La Verna”, Gormanston, Co. Meath, on<br />

the 16th of November 2006, under the<br />

presidency of O’LAOIDE BR. CAOIMHIN,<br />

ofm., Minister Provincial of the said<br />

Province, and ratified, in accordance with<br />

the prescriptions of art. 189 of the General<br />

Statutes of the Order the election of<br />

MCKENNA BR.HUGH to the office of Vicar<br />

Provincial, in place of COLLINS BR. SEÁN,<br />

who was recently appointed Secretary<br />

General of the Order.<br />

I, by means of this DECREE declare the<br />

above-mentioned election valid and effective<br />

in accordance with art. 205 of the General<br />

Statutes of the Order.<br />

Given in Rome, at the General Curia of<br />

the Order of Friars Minor, on the 12th of December<br />

2006.<br />

Prot. 097419/517-S06<br />

14. Visitatores generales<br />

– DUBIGEON FR.BENOÎT, Prov. B. Pacifici,<br />

in Gallia, pro Prov. Trium Sociorum, in<br />

Gallia/Belgio: 07.09.2006; prot.<br />

096588/126-S06.<br />

– MAZZUCO FILHO FR.VITÓRIO, Prov. Immaculatae<br />

Conceptionis BMV, in Brasilia,<br />

pro Cust. Aut. S. Benedicti in Amazonia,<br />

in Brasilia: 07.09.2006; prot.<br />

097106/347-S06.<br />

– FERRARI FR. GIUSEPPE, Prov. Bononiensis<br />

Christi Regis, in Italia, pro Cust. Ss.<br />

Cordis Iesu, in Brasilia, dep. a Prov. Napolitana<br />

Ss. Cordis Iesu, in Italia:<br />

13.09.2006; prot. 096699/297-S06.<br />

– ROSATI FR. GIANCARLO, Prov. Seraphicae<br />

S. Francisci Assisiensis, in Italia, pro<br />

Prov. S. Francisci Solano, in Argentina:<br />

06.10.2006; prot. 097250/437-S06.<br />

–RAMOS FR.VALMIR, Cust S. Cordis Iesu, in<br />

Brasilia, Vis. Gen. Assistens pro Fund. S.<br />

Mariae Gratiarum, dep. a Prov. Samnito-<br />

Hirpinae S. Mariae Gratiarum, in Italia:<br />

06.10.2006; prot. 097019/308-S06.<br />

– WILLIAMS FR.PETER, Prov. Immaculatae<br />

Conceptionis BMV, in Britannia Magna,<br />

pro Prov. B. Pacifici, in Gallia:<br />

06102006; prot. 096645/152-S06.<br />

– SCHAUERTE FR.ANTONIO, Prov. Assumptionis<br />

BMV, in Brasilia, pro Prov. S.<br />

Francisci Assisiensis, in Brasilia:<br />

06.10.2006; prot. 097156/389-S06.<br />

– PÉREZ SIMÓN FR.LUIS, Prov. Castellanae<br />

S. Gregorii Magni, in Hispania, pro<br />

Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, in<br />

Portugallia: 13.11.2006; prot.<br />

097364/494-S06.<br />

– SYUKUR FR. PASKALIS BRUNO, Prov. S.<br />

Michaëlis Arcangeli, in Indonesia, pro<br />

Cust. Aut. S. Ioannis Bapistae, in Pakistania:<br />

17.11.2006; prot.<br />

097223/422/S06.


E SECRETARIA GENERALI<br />

501<br />

– JOLY FR.DOMINIQUE, Prov. Trium Sociorum,<br />

in Gallia/Belgio, pro Prov. S. Ioseph<br />

Sponsi BMV, in Canada:<br />

20.12.2006; prot 097508/558/S-06.<br />

– DOYLE FR. MATHIAS,Prov.Ss.Nominis<br />

Iesu, USA, Delegatus gen. pro Prov. S.<br />

Thomae Apostoli in India: 20.12.2006;<br />

prot. 097515.<br />

– MCGINN FR. FINIAN, Prov. S. Barbarae<br />

(USA) et Def. gen., è stato nominato<br />

“Delegato dell’Ordine dei Frati Minori<br />

presso i Francescani di tutte le Chiese”:<br />

20.12.2006; prot. 097436/532-S06.<br />

15. Domus suppressae<br />

– Convento de San Francisco, Montevideo,<br />

Uruguay: 08.11.2006; prot.<br />

097284/103-06.<br />

– Collegio Internazionale di Terra Santa,<br />

Casalotti, Roma, Italia: 08.11.2006; prot.<br />

097284/103-06.<br />

– Couvent de St. Antoine de Padoue, Tiro,<br />

Libano: 08.11.2006; prot. 097284/103-<br />

06.<br />

– Terra Santa Hospice, Deir Minas, Libano:<br />

08.11.2006; prot. 097284/103-06.<br />

– Marosvásárhely, Targu Mures, Romania:<br />

08.11.2006; prot. 097289/457-06.<br />

– Vajdahunyad, Hunedoara, Romania:<br />

08.11.2006; prot. 097289/457-06.<br />

– San Giovanni Battista, Benevento, Italia:<br />

13.11.2006; prot. 097362/492-06.<br />

– Santo Spirito, Castel Baronia (AV), Italia:<br />

13.11.2006; prot. 097362/492-06.<br />

– San Carlo da Sezze, Lacedonia (AV),<br />

Italia: 13.11.2006; prot. 097362/492-<br />

06.<br />

16. Notitiae particulares<br />

1. Nomine<br />

– Curia generale <strong>OFM</strong><br />

Uffici/Segreterie<br />

• ROZANSKY FR.JOSEPH, Prov. ss. Nominis<br />

Iesu, USA, è stato nominato Direttore<br />

dell’Ufficio “Giustizia, Pace ed Integrità<br />

del Creato”: 07.09.2006; prot. 097226.<br />

• CABRERA LUIS GERARDO, Definitore generale,<br />

è stato nominato Intermediario<br />

fra l’Ufficio “Giustizia, Pace ed Integrità<br />

del Creato” e il Definitorio generale:<br />

07.09.2006; prot. 097228.<br />

• FELIPE TAPIA FR.VICENTE EMILIO, Prov.<br />

Castellanae S. Gregorii Magni, Spagna,<br />

è stato nominato Assistente dell’Ufficio<br />

“Giustia, Pace ed Integrità del Creato:<br />

07.09.2006; prot. 097227.<br />

• ARELLANO SUÁREZ FR. FRANCISCO JA-<br />

VIER, Prov. Baeticae, Spagna, è stato nominato,<br />

a partire dal 1 ottobre 2006, Segretario<br />

personale del Ministro generale:<br />

08.09.2006; prot. 097230.<br />

• BAHčIčFR.ROBERT, Prov. S. Crucis, Slovenia,<br />

è stato nominato Responsabile<br />

dell’Ufficio “Automazione”, a partire<br />

dal 15 settembre 2006, e di “Fraternitas”,<br />

a partire dal 1 ottobre 2006: 24.07.2006;<br />

prot. 097121.<br />

• KUZHIPARAMBIL FR.JOY PRAKASH,Prov.<br />

S. Thomae Apostoli, India, è stato nominato,<br />

a partire dal 1 ottobre 2006, Vice<br />

Delegato generale “Pro Monialibus”:<br />

24.07.2006; prot. 097120.<br />

• COLLINS FR. SEAN, Prov. Hiberniae, Irlanda,<br />

è stato nominato Segretario generale<br />

e Notaio dell’Ordine, a partire dall’8<br />

gennaio 2007: 09.11.2006; prot.<br />

097386/S06.<br />

• ARELLANO DELGADO FR. MACEDONIO,<br />

Prov. Ss. Petri et Pauli de Michocán,


502 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Messico, è stato nominato Vice Postulatore<br />

generale dell’Ordine, a partire dal<br />

10 gennaio 2007: 13.11.2006; prot.<br />

097408.<br />

Casa Generale<br />

• FLORES GUERRERO JOSÉ ANGEL, Prov.<br />

Ss. Petri et Pauli de Michoacan, Messico,<br />

è stato nominato Economo locale<br />

della Fraternità di S. Maria Mediatrice:<br />

07.09.2006; prot. 097225.<br />

• CALIFANO FR. GIOVANGIUSEPPE, Prov.<br />

Seraphicae S. Francisci Assisiensi, Italia,<br />

è stato eletto Vicario locale della Fraternità<br />

di S. Maria Mdiatrice:<br />

13.09.2006; prot. 097252.<br />

• Il Definitorio generale ha nominato<br />

Membri del Discretorio della Fraternità<br />

di S. Maria Mediatrice i seguenti Frati:<br />

FR. FLORES GUERRERO JOSÉ ANGEL,<br />

Prov. Ss. Petri et Pauli (Messico), FR.<br />

FRANCISCO MANUEL ROMERO GARCÍA,<br />

Prov. Ss. Petri et Pauli (Messico), FR.<br />

STEFANO RECCHIA, Prov. S. Caroli Borromaei<br />

(Italia), FR. ERNEST SIEKIERKA,<br />

S. Francisci Assisiensis (Polonia) e FR.<br />

JOSEPH ROZANSKY, Prov. Ss. Nominis Iesu<br />

(USA): 13.09.2006; prot. 097253.<br />

– Bruxelles:<br />

Nostra Signora delle Nazioni<br />

• ISABEL FR. LAWRENCE DAMIEN, Prov.S.<br />

Benedicti Africani, Rep. Dem. del Congo,<br />

è stato nominato “Coordinatore per<br />

la formazione dei Missionari”:<br />

15.11.2006; prot. 097410/M06.<br />

• NGUYEN GIA THINH FR.JEAN-FRANÇOIS,<br />

Prov. S. Francisci, Viet Nam, è stato nominato<br />

Guardiano ed Economo della<br />

Fraternità “Notre Dame des Nations” :<br />

16.11.2006; prot. 097370/125-M06.<br />

– Collegio S. Isidoro in Roma<br />

FR.FINIAN MCGINN, Definitorre generale,<br />

e FR. GABRIEL GARCIA, Vice Economo<br />

generale, sono stati nominati membri della<br />

Commissione congiunta per il Collegio S.<br />

Isidoro in Roma. I membri della Prov.<br />

dell’Irlanda sono FR.CAOIMHÍN ÓLAOIDE e<br />

FR. LUIS BRENNAN: 11.11.2006; prot.<br />

097389.<br />

2. The annual contributions to the General<br />

Curia<br />

DECREE<br />

In compliance with that requested by the<br />

General Chapter of 2003 (cf. Acta Capituli<br />

Generalis Ordinarii Ordinis Fratrum Minorum,<br />

Romae 2004, p. 502, QV 164), having<br />

heard the opinion of the International<br />

Commission for the revision of the method<br />

of fixing the annual contributions to the<br />

General Curia on the part of the Entities and<br />

having obtained the positive opinion of the<br />

Council of the Presidents of the Conferences<br />

during the meeting held at the General<br />

Curia in Rome on the 12th May 2006,<br />

IPROMULGATE<br />

the new order of subdivisions of the Entities<br />

into different contribution bands on<br />

the basis of which the annual contributions<br />

of solidarity to be lodged to the General Curia<br />

are calculated.<br />

The bands will have the following characteristics:<br />

they will be 7 (seven) in number<br />

and will take the per capita GNI of the previous<br />

year as their parameters of reference.<br />

The bands will be at intervals of 5,000.00<br />

dollars of the per capita GNI. The countries<br />

with more than 30,000.00 dollars will form<br />

the first band.<br />

The said system will come into force on<br />

the 1st January 2007, will remain in force<br />

until new dispositions are decided upon and<br />

will be updated annually.<br />

Rome, 9th November 2006.<br />

BR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Minister General<br />

BR.SANDRO OVEREND RIGILLO, <strong>OFM</strong><br />

Secretary General<br />

Prot. n. 097376


E SECRETARIA GENERALI<br />

503<br />

3. Candidati a Ministro provinciale<br />

Decreto<br />

Dopo aver consultato il Definitorio Generale<br />

e ottenuto il suo parere favorevole<br />

nella sessione del 16 novembre 2006, con il<br />

presente decreto ordiniamo che nella designazione<br />

dei candidati a Ministro provinciale,<br />

per la pubblicazione dei nomi approvati<br />

dal Definitorio generale (cf. SSGG art.<br />

173 §3) si osservi quanto segue:<br />

1. I nomi dei candidati approvati dal Definitorio<br />

Generale, secondo il numero indicato<br />

dagli Statuti particolari, saranno<br />

comunicati al Presidente del Capitolo<br />

dalla Segreteria Generale in ordine alfabetico.<br />

2. Gli Statuti particolari stabiliscono se<br />

pubblicare o meno il numero dei voti ri-<br />

portati dai candidati approvati. Comunque<br />

sia, vengano pubblicati soltanto i voti<br />

ricevuti dai candidati approvati.<br />

3. Il Presidente del Capitolo comunichi per<br />

iscritto alla Provincia i candidati approvati<br />

secondo le modalità indicate dagli<br />

Statuti Particolari.<br />

Queste norme entrano in vigore il 01 Dicembre<br />

2006. Nonostante qualsiasi cosa in<br />

contrario.<br />

Roma, Curia Generale <strong>OFM</strong>,<br />

16 Novembre 2006<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro Generale<br />

FR.SANDRO OVEREND RIGILLO, <strong>OFM</strong><br />

Segretario Generale


E SECRETARIATU<br />

PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />

1. Convocatoria al Congreso Internacional<br />

de Moderadores de Formación<br />

Permanente<br />

Roma, 8 de septiembre 2006<br />

Natividad de la B. V. María<br />

Queridos Hermanos Ministros<br />

y Custodios:<br />

¡El Señor os dé la paz!<br />

En estos años nuestra Orden realizó un<br />

importante camino para recalificar los itinerarios<br />

de la Formación permanente e inicial.<br />

Hoy somos conscientes de los pasos que todavía<br />

debemos dar, sobre todo en el campo<br />

de la Formación Permanente, lo que forma<br />

parte del desafío más grande para una renovación<br />

profunda y duradera.<br />

Es desde este espíritu, que el Capítulo<br />

General del 2003 pidió al Secretario General<br />

para la Formación y los Estudios, convocar<br />

durante el sexenio a «todos los Encargados<br />

de la formación permanente para<br />

encuentros formativos» (Sdp, propuesta 7).<br />

El mismo Capítulo pidió a las Entidades<br />

que redacten y pongan en marcha «un proyecto<br />

de formación permanente que abarque<br />

toda la existencia de la persona y ponga<br />

especial atención a la formación de los<br />

guardianes [...] al acompañamiento de los<br />

hermanos después de su profesión solemne<br />

[...] desde los cinco hasta los diez años»<br />

(Sdp, propuesta 32).<br />

La prioridad de la Formación Permanente<br />

y las dificultades de promoverla, para que<br />

resulte verdaderamente incisiva en la vida<br />

personal y fraterna, animó al Definitorio general<br />

a impulsar un encuentro internacional<br />

para interrogarnos precisamente sobre estos<br />

difíciles temas.<br />

Por tal motivo, considerando muy importante<br />

la evaluación y la promoción de la<br />

Formación Permanente en la Orden, con la<br />

presente<br />

CONVOCO<br />

a todos los Moderadores de Formación Permanente<br />

de la Orden a participar en el Congreso<br />

Internacional de Moderadores de<br />

Formación Permanente, que se celebrará<br />

en S. María de los Ángeles, Asís, desde el<br />

13 hasta el 28 de octubre 2007.<br />

El camino para la preparación del Congreso<br />

ya se ha iniciado con el envío de un cuestionario<br />

a los Moderadores y a las Conferencias.<br />

El Secretario General, con la ayuda<br />

de una Comisión Internacional para la Formación<br />

y los Estudios, y de algunos expertos,<br />

hará una lectura e interpretación de los<br />

datos que recibirá, para preparar la celebración<br />

del próximo Consejo Internacional de<br />

Formación y Estudios, que se centrará precisamente<br />

sobre estos mismos temas.<br />

De esta forma se realizará un Instrumentum<br />

laboris para prepararse al Congreso. El objetivo<br />

principal no es el de reafirmar la importancia<br />

de la Formación Permanente,<br />

siendo algo ya consolidado, sino más bien<br />

el de estudiar las mediaciones metodológicas<br />

y pedagógicas con las que se la propone<br />

y actúa. Con este objetivo, la metodología<br />

misma del Congreso, intentará ser un modelo<br />

de dinámica diferente para la comunicación<br />

y la elaboración.<br />

En el Congreso se desea, en segundo lugar,<br />

actualizar el Documento «La Formación<br />

Permanente en la Orden de Hermanos Menores»<br />

de 1995, que tanto influyó en el camino<br />

de nuestras Entidades.<br />

En este próximo Encuentro, se hablarán solamente<br />

los tres idiomas oficiales de la Orden,<br />

italiano, inglés y español, de acuerdo a<br />

lo decidido por el Capítulo General del<br />

2003.<br />

Desde estas observaciones, se puede entender<br />

bien la importancia de la cita que tenemos,<br />

la cual será vivida al comienzo del segundo<br />

año de preparación a la celebración<br />

del VIII Centenario de la aprobación de


506 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

nuestra forma vitae. Ese año estará dedicado<br />

a la centralidad del Evangelio, y a la urgencia<br />

de proyectar de manera nueva nuestra<br />

vida de Hermanos-contemplativos-en<br />

misión. La Formación Permanente no quiere<br />

ser otra cosa que un espacio vital continuo,<br />

en el que se pueda realizar esta fundamental<br />

exigencia.<br />

Deseo vivamente que la preparación y la<br />

celebración de este IIº Congreso constituya<br />

una etapa significativa en el camino de búsqueda<br />

y de profundización de la Formación<br />

Permanente como humus de toda la formación,<br />

y por lo tanto una auténtica recuperación<br />

de nuestra forma vitae para este nuevo<br />

e inédito tiempo.<br />

Os saludo fraternalmente deseándoles todo<br />

Bien en el Señor.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO <strong>OFM</strong><br />

Ministro General<br />

Prot. 097224 (253/06)<br />

_________<br />

A los Ministros provinciales<br />

y a los Custodios<br />

EN SUS SEDES<br />

2. Discorso all’apertura dell’anno accademico<br />

2006-2007<br />

Roma, Pontificia Università Antonianum.<br />

17 ottobre 2006<br />

Attualità della tradizione<br />

intellettuale francescana<br />

Magnifico Rettore, Vicario generale<br />

<strong>OFM</strong>Cap., Preside della Facoltà S. Bonaventura<br />

(Seraphicum), Rapresentanti delle<br />

Università Pontificie, Professori e Officiali,<br />

Studentesse e Studenti tutti,<br />

il Signore vi dia pace!<br />

All’inizio di ciascun anno accademico ci<br />

riuniamo per inaugurare un tempo nuovo di<br />

ricerca e di studio nella nostra Pontificia<br />

Università Antonianum. Invochiamo la grazia<br />

del Signore – perché «se il Signore non<br />

costruisce la casa invano faticano i costruttori»<br />

(Sl 126,1) – e guardiamo insieme con<br />

fiducia e responsabilità al nuovo anno che<br />

ci sta davanti.<br />

Questo tempo dedicato alla nobile arte<br />

del pensare e del pensare insieme «...va visto<br />

sempre come una grazia che si riceve<br />

dal Signore» (Ratio Studiorum <strong>OFM</strong>,Roma<br />

2001, 10).<br />

Una grazia che viene dalla presenza illuminante<br />

di Dio in noi, secondo la concezione<br />

di san Bonaventura. È a partire da Cristo,<br />

infatti, che il Dottore Serafico guarda e legge<br />

la storia dell’uomo e dell’universo intero.<br />

È rispondendo a Lui con la scienza pratica<br />

della vita che l’uomo assume anche lo<br />

studio come impegno (cfr RS 9). Risposta al<br />

dono ricevuto lo studio, che ha come frutto<br />

quel gaudium de veritate di cui parla<br />

sant’Agostino (cfr Confessiones, 10.23.33).<br />

Il Capitolo generale straordinario, chiuso<br />

appena due settimane fa alla Porziuncola, ha<br />

richiamato con forza la contemporaneità<br />

della nostra tradizione culturale francescana,<br />

della quale nell’intervento odierno desidero<br />

presentare alcuni elementi di attualità.<br />

Un pensiero è attuale quando è capace di<br />

incontrare e animare le nostre domande di<br />

senso, rivelando così una particolare vicinanza<br />

alla radice di ciò che è umano. Un<br />

classico dunque è un contemporaneo del futuro.<br />

La particolare attualità del pensiero francescano<br />

mi pare sia data dalla risorsa di<br />

umanità che è racchiusa nella nostra tradizione.<br />

Se ci chiediamo il perché del fascino<br />

che san Francesco esercita anche sui nostri<br />

contemporanei, sarà difficile negare che in<br />

larga parte è dovuto alla sua capacità di parlare<br />

all’uomo, visto alla luce della sua vocazione<br />

ultima: «Considera, o uomo, in quale<br />

sublime condizione ti ha posto il Signore<br />

Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine<br />

del suo Figlio diletto secondo il corpo e a<br />

similitudine di lui secondo lo spirito» (SAN<br />

FRANCESCO, Ammonizioni V,1). In questo<br />

senso gli fa eco santa Chiara: «... è ormai<br />

chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è<br />

la più degna di tutte le creature, è resa dalla<br />

grazia di Dio più grande del cielo» (S. CHIA-<br />

RA, Terza Lettera ad Agnese di Praga, 21).<br />

Questa visione positiva non è ingenua:<br />

tiene conto infatti della situazione di estre-


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />

507<br />

ma debolezza della creatura umana. San<br />

Francesco sa descrivere questo stato con<br />

tratti di estremo e lucido realismo: «E siamo<br />

fermamente convinti che non appartengono<br />

a noi se non i vizi e i peccati» (Regola<br />

non bollata, XVII,7). Tale creatura,<br />

mistero di luce e di ombra al tempo stesso,<br />

va avvicinata con misericordia e compassione,<br />

rispettando e abbracciando le sue ferite,<br />

luogo di luce e di salvezza.<br />

Una particolare attenzione all’uomo ritorna<br />

nelle varie correnti della nostra tradizione,<br />

dando forma ad un vero e proprio<br />

umanesimo francescano.<br />

Una prima conseguenza è il forte senso<br />

dell’individualità e quindi della diversità,<br />

ben radicato nella nostra tradizione. Ciò che<br />

veramente esiste è l’individuo e non l’essenza.<br />

Il primato di Dio Amore costituisce<br />

l’ordo caritatis e permette alle infinite diversità<br />

individuali di restare in relazione tra<br />

loro senza disperdersi e girare su se stesse.<br />

In questo senso è l’amore a darci ragione<br />

della profonda unità del genere umano e<br />

della creazione e non tanto l’intelletto visto<br />

come ordinatore della realtà. Per il beato<br />

Giovanni Duns Scoto, infatti, l’amore è appetitus<br />

rationalis.<br />

In un tempo caratterizzato da un’enfasi<br />

straordinaria posta sull’individuo e altrettanto<br />

dal sospetto di chi vede attentata la<br />

sua assoluta libertà e di chi è altrettanto<br />

preoccupato per i rischi del cosiddetto individualismo,<br />

la nostra tradizione illumina il<br />

valore permanente della soggettività umana,<br />

delle diversità chiamate ad entrare in relazione<br />

tra loro. Il pensiero francescano ci<br />

può aiutare nel proporre le ragioni della fede<br />

in dialogo con chi mette al centro l’individuo,<br />

leggendolo come essere in relazione<br />

e non chiuso in se stesso. La nostra tradizione<br />

può aprire ancora la riflessione morale<br />

all’importanza del soggetto e della sua libertà,<br />

promossa dalla liberalità di un Dio<br />

che vuole e può salvare tutti secondo il suo<br />

imperscrutabile disegno di amore, che comanda<br />

anzitutto l’adorazione per Lui solo,<br />

unico Signore e assoluto.<br />

Secondo il pensiero dell’Occam solo<br />

l’essere singolo è ontologicamente reale e<br />

nessuna entità collettiva (priva di esistenza<br />

in quanto tale) ha il diritto di subordinarlo:<br />

ne segue che ciascun individuo si erge come<br />

essere autonomo dotato di un reale potere<br />

su se stesso (cfr DARIO ANTISERI, Filosofia<br />

contemporanea, riconquista della<br />

contingenza e attualità del pensiero francescano,<br />

intervento al Capitolo generale<br />

straordinario <strong>OFM</strong> 2006). La lotta di Occam<br />

contro il collettivismo e a favore dell’individualismo<br />

è stata una lotta per il recupero<br />

della libertà degli uomini, la difesa<br />

della loro iniziativa, il sostegno della loro<br />

autonomia nelle realtà temporali.<br />

Coniugare individuo e comunità, individualismo<br />

e persona in relazione può diventare<br />

veramente una sfida feconda per la nostra<br />

maniera francescana di pensare. Si dimostra<br />

quanto mai attuale in un tempo in<br />

cui la persona umana va difesa contro le varie<br />

forme di massificazione e di mortificazione<br />

della libertà personale.<br />

Il pensiero francescano mentre difende<br />

l’individuo ne esalta la libertà, contro ogni<br />

forma di necessitarismo. Secondo Scoto<br />

Dio è libero e creando ha voluto gli enti particolari<br />

nella loro individualità, e non le loro<br />

nature o essenze. Questa visione riduce<br />

le pretese di qualsiasi realtà terrestre che<br />

voglia proporsi come assoluta, fino ad elevarsi<br />

a vero e proprio assoluto: la drammatica<br />

storia del secolo appena trascorso dimostra<br />

le conseguenze di tali assoluti.<br />

Nella tradizione francescana occupa un<br />

posto speciale la convinzione che il pensiero<br />

umano resta insufficiente ad illuminare<br />

da solo il reale. In particolare è san Bonaventura<br />

ad esprimere questa visione: «Abbia<br />

pure l’uomo la conoscenza della natura<br />

e la metafisica che si eleva fino alle sostanze<br />

più alte, e poniamo che l’uomo, arrivato<br />

qui, si fermi: è impossibile che non cada in<br />

errore, se non è aiutato dalla luce della fede<br />

e non crede che Dio è uno e trino, potentissimo<br />

e ottimo fino all’estremo della bontà<br />

[…]. Perciò questa scienza precipitò e<br />

oscurò i filosofi [pagani] poiché non avevano<br />

la luce della fede […]. La scienza filosofica<br />

è via ad altre scienze, ma chi vuol fermarsi<br />

ad essa, cade nelle tenebre» (S. BO-<br />

NAVENTURA, Collationes de donis Spiritus<br />

Sancti, col. IV, 12).


508 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Bonaventura coglie nel mondo il signum,<br />

l’orma di Dio: è contrario ad una ragione<br />

che ritiene il mondo una realtà totalmente<br />

profana e con leggi autonome e autosufficienti.<br />

Il sapere filosofico umano, pur<br />

con tutta la sua grandezza e profondità, non<br />

può restare fermo in se stesso e ancor meno<br />

farsi misura del reale. Bonaventura indica<br />

chiaramente la dignità della ragione umana<br />

che è ampliata dalla tensione del finito all’infinito,<br />

dell’uomo a Dio. Ricordo a questo<br />

proposito le illuminanti parole di Benedetto<br />

XVI: «L’occidente, da molto tempo, è<br />

minacciato da questa avversione contro gli<br />

interrogativi fondamentali della sua ragione,<br />

e così potrebbe subire solo un grande<br />

danno. Il coraggio di aprirsi all’ampiezza<br />

della ragione, non il rifiuto della sua grandezza<br />

– è questo il programma con cui una<br />

teologia impegnata nella riflessione sulla<br />

fede biblica, entra nella disputa del tempo<br />

presente [...] È a questo grande logos, a questa<br />

vastità della ragione, che invitiamo nel<br />

dialogo delle culture i nostri interlocutori.<br />

Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il<br />

grande compito dell’università» (BENEDET-<br />

TO XVI, Fede, ragione e università. Ricordi<br />

e riflessioni, Discorso all’Università di<br />

Regensburg, 12 settembre 2006).<br />

Altri due punti di particolare attualità<br />

della tradizione francescana.<br />

Il primo è il contributo del francescanesimo<br />

al sapere empirico della natura con<br />

Roberto Grossatesta e Ruggero Bacone.<br />

L’attualità del primo punto è evidente. Dinanzi<br />

alle possibilità in particolare della ricerca<br />

bio-medica la persona umana rischia<br />

di diventare sempre più mezzo e non fine:<br />

non è più così chiaro che tutto ciò è tecnicamente<br />

possibile non è anche eticamente lecito.<br />

Le straordinarie scoperte della scienza<br />

denunciano la povertà di un corrispondente<br />

sviluppo etico Come possiamo contribuire<br />

a questo dibattito così centrale oggi a partire<br />

dalla nostra tradizione?<br />

Il secondo punto è costituito dallo sviluppo<br />

della pratica dell’altissima povertà<br />

nel mondo francescano insieme alla riflessione<br />

sull’uso appropriato dei beni terreni<br />

da parte dei cristiani, e quindi sulla circolazione<br />

del denaro, sulla formazione dei prezzi,<br />

sui contratti, sulla moralità dell’investimento<br />

socialmente produttivo, sulla figura<br />

del mercante. Da Pietro Giovanni Olivi, ad<br />

Alessandro di Alessandria fino a san Bernardino<br />

c’è tutto un filo rosso dell’attenzione<br />

dei francescani a questo ambito così delicato<br />

del vivere civile tale da dimostrare<br />

come i nostri fratelli si siano sempre considerati<br />

cittadini a pieno titolo della città degli<br />

uomini e del suo tormentato cammino nella<br />

storia.<br />

Tutto il discorso che ho cercato di svolgere<br />

sinora testimonia che si serve il Vangelo<br />

servendo l’uomo. Era il mio punto di partenza.<br />

Il valore e la passione per tutto ciò<br />

che è umano sembra essere ciò che rende<br />

sempre attuale e affascinante la persona e il<br />

messaggio di san Francesco e dei suoi seguaci<br />

in tutti i tempi.<br />

Mi sembra allora che la tradizione francescana,<br />

debitamente studiata e proposta<br />

come sorgente di ispirazione, può aiutare il<br />

nostro pensiero ad abitare questo tempo<br />

senza dogmatismi e scevri da posizioni di<br />

scontro con chi ha altre visioni del mondo,<br />

bensì animati da immensa simpatia per il<br />

mondo, capaci di dialogare con l’uomo di<br />

oggi e di valorizzare ciò che ci unisce (cfr<br />

RS 16,74). Questo atteggiamento fondamentalmente<br />

positivo non ci fa chiudere gli<br />

occhi sulla forza del male e sui rischi di una<br />

ragione lasciata a se stessa. Però ci fa guardare<br />

l’uomo e il mondo all’interno del disegno<br />

di amore e di bene di Dio, che nella sua<br />

infinita trascendenza e libertà, ama tutte le<br />

sue creature senza distinzioni e tutte le vuole<br />

salvare, partecipando loro la sua divina<br />

gioia di esistere. Questo sguardo in prospettiva<br />

permette al francescano e a colui che si<br />

ispira a tale tradizione di amare tutti senza<br />

barriere, di incontrare ciascuno nella sua<br />

particolare originalità, di non giudicare nessuno<br />

prima di averlo conosciuto e incontrato.<br />

Tradizione intellettuale e spirituale, attitudine<br />

del pensiero e del cuore qui si fondono<br />

per animare quel particolare umanesimo<br />

che il movimento francescano ha saputo<br />

mantenere desto e attuale nel corso di questi<br />

ultimi otto secoli.<br />

Mi auguro vivamente che la vita e l’attività<br />

di questa nostra Pontificia Università


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />

509<br />

sappiano proseguire sulla strada aperta dalla<br />

perenne attualità della nostra tradizione<br />

intellettuale francescana. A questo fine rinnovo<br />

il mio invito a tutti i professori e studenti<br />

perché si impari sempre di più – con<br />

francescana umiltà e intelligenza – a pensareearicercareinsiemelaVeritàeilBene.<br />

La Chiesa tutta ha urgente bisogno di<br />

vedere che anche la pratica dello studio appartiene<br />

all’interezza della vocazione cristiana<br />

e all’incontro con le tante culture che<br />

oggi popolano il nostro mondo. Fate vedere<br />

a noi tutti che è possibile cercare insieme<br />

la verità e approfondirla per il bene dell’uomo<br />

di oggi.<br />

Mi auguro ancora che le Facoltà e gli<br />

Istituti dell’Università, in relazione feconda<br />

con il Collegio S. Bonaventura dei Frati<br />

Editori di Quaracchi e la Commissione Scotista,<br />

possano procedere in modo interdisciplinare<br />

per approfondire la nostra tradizione<br />

di pensiero e contribuire così a caratterizzare<br />

sempre più nel solco del pensiero francescano<br />

questo Centro di studi del nostro Ordine,<br />

che vuole diventare sempre più un<br />

centro propulsore di pensiero e di incontro<br />

anche per tanti che, pur senza un riferimento<br />

istituzionale alla nostra Famiglia, guardano<br />

con interesse e simpatia al suo patrimonio<br />

integrale.<br />

Buon anno accademico a voi tutti in nomine<br />

Domini!<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro Generale e Gran Cancelliere P.U.A.<br />

3. Vista a Centroamérica<br />

Desde el 26 hasta el 29 de octubre Fr.<br />

Massimo Fusarelli, Secretario general para<br />

la Formación y los Estudios, participó al<br />

Congreso anual de los formandos de la Provincia<br />

«Nuestra Señora de Guadalupe».<br />

Después visitó todas las Casas de Formación<br />

y los candidatos residentes en Guatemala<br />

y el Salvador. Además compartió momentos<br />

de diálogo y de profundización con<br />

los formadores, tanto en el Secretariado<br />

Provincial como en las distintas casas. El<br />

Congreso de formandos reunió casi un cen-<br />

tenar de hermanos, entre formadores y algunos<br />

de los 27 postulantes. Participaron<br />

también todos los novicios y 47 profesos<br />

temporales. El tema fue «La vocación del<br />

Hermano Menor Hoy». Los jóvenes prepararon<br />

el tema en las distintas casas de formación,<br />

respondiendo a un esquema de reflexión<br />

que constituyó el núcleo del trabajo.<br />

Fr. Massimo presentó la situación de la formación<br />

en la Orden y el Capítulo general<br />

extraordinario. Los formandos elaboraron<br />

una evaluación de la formación, y algunas<br />

propuestas para la Provincia. El Secretario<br />

general valoró especialmente la capacidad<br />

de diálogo y de confrontación entre todos,<br />

además de la cualidad de las propuestas y<br />

de la participación.<br />

Fr. Massimo encontró sobre todo en el<br />

Secretariado Provincial para la Formación<br />

y los Estudios, una realidad bien consolidada,<br />

que trabaja bien, con un buen estilo de<br />

colaboración y de diálogo.<br />

En la visita a la Casa del Noviciado, se<br />

encontró con los novicios y el Coetus Formatorum.<br />

En ella constató un buen programa<br />

de formación, atento a la dimensión humana,<br />

franciscana y haciendo una fuerte<br />

propuesta de vida concreta.<br />

La etapa de la Profesión temporal está<br />

organizada en seis años, y se lleva a cabo en<br />

dos numerosas fraternidades (Cristo Rey -<br />

Guatemala- con 25 filósofos y Planes Renderos<br />

-San Salvador- con 10 Teólogos), y en<br />

algunas Fraternidades insertas más pequeñas<br />

(dos en Mezquital -ubicada en la capital<br />

de Guatemala-, y otras dos en el Salvador).<br />

En cada una de estas Fraternidades insertas<br />

hay al menos tres formadores profesos solemnes,<br />

y un buen programa de vida fraterna<br />

y de misión. La Provincia en los últimos<br />

años evaluó y corrigió el estilo de vida en<br />

estas casas, para que no falten en ellas los<br />

elementos esenciales de nuestra vida.<br />

Visitó además la Casa de Santiago De<br />

María, en la que seis neoprofesos solemnes<br />

escriben sus tesis de bachillerato, y siguen<br />

un programa de formación a los ministerios<br />

ordenados. Es una etapa nueva, y por lo tanto<br />

una nueva experiencia de formación.<br />

En el ámbito de la Formación Permanente,<br />

pudo constatar el empeño con el que


510 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

la Provincia asumió el camino hacia el VIII<br />

Centenario, como un itinerario de renovación<br />

y de formación continua. Durante este<br />

año todas las Fraternidades locales están viviendo<br />

a nivel regional, al menos tres días<br />

de eremitorio, para reanimar la dimensión<br />

contemplativa. Todos los hermanos han vivido<br />

ya esta experiencia.<br />

4. Discorso del Ministro generale in occasione<br />

della Festa del beato Giovanni<br />

Duns Scoto<br />

Roma, Pontificia Università Antonianum<br />

08 novembre 2006<br />

Cristo “summum opus Dei”<br />

nella visione di Duns Scoto<br />

Anche quest’anno ci siamo ritrovati per<br />

celebrare insieme una delle figure più illustri<br />

della nostra storia. Desidero qui ringraziare<br />

ciascuno di voi, perché con la sua presenza<br />

testimonia quanto il pensiero di Giovanni<br />

Duns Scoto sia ancora vivo dopo tanti<br />

secoli. Tra tutti, però, credo che un ringraziamento<br />

particolare sia dovuto a quanti negli<br />

anni, con tenacia e passione, si sono dedicati<br />

all’approfondimento dell’opera del<br />

Dottor Sottile, nonostante le note difficoltà<br />

che essa presentava. È soprattutto grazie all’impegno<br />

di questi studiosi se oggi possiamo<br />

apprezzarne la ricchezza e l’attualità.<br />

Permettetemi, infine, di dire un grazie particolare<br />

all’instancabile lavoro dei Frati della<br />

Commissione Scotista, che negli ultimi anni<br />

sembrano aver moltiplicato i loro sforzi e,<br />

tra poco, ci consegneranno un altro volume<br />

dell’Opera Omnia, il X, con il quale ci restituiscono<br />

nella sua integrità quello che probabilmente<br />

è il cuore del pensiero di questo<br />

grande teologo e filosofo francescano.<br />

Nei volumi IX e X dell’Opera omnia del<br />

Beato Giovanni Duns Scoto, infatti, l’uno<br />

uscito agli inizi del presente anno e l’altro<br />

di prossima pubblicazione, che contengono<br />

il libro III dell’Ordinatio, DunsScoto–a<br />

parte altri temi connessi – viene a completare<br />

la sua visione globale di Dio e del creato,<br />

più volte espressa, nei suoi vari aspetti,<br />

in libri anteriori, non solo dell’Ordinatio,<br />

ma anche della Lectura edellaReportatio,<br />

cioè nei suoi precedenti insegnamenti di<br />

Oxford e di Parigi.<br />

Permettetemi di soffermarmi un istante<br />

su questo tema, per gioire, e per condividere<br />

con voi la mia gioia, nel constatare come<br />

Duns Scoto abbia saputo, con la sua introspezione,<br />

comprendere e dare un granitico<br />

fondamento teologico allo spirito, all’ideale<br />

e elle intuizioni mistiche di S. Francesco<br />

d’Assisi.<br />

La realtà cosmica e umana – riflette<br />

Duns Scoto – per poco che sia da noi osservata,<br />

ci appare caratterizzata dalla contingenza.<br />

Ciò con cui siamo a contatto, ciò che<br />

noi stessi siamo concretamente, è ontologicamente<br />

contingente, cioè esiste di fatto,<br />

ma è privo di necessità. Questa maniera di<br />

esistere — nostra e delle cose — non è secondaria<br />

e marginale, ma primaria e costitutiva.<br />

La contingenza ci si impone spontaneamente<br />

ed è intuitivamente colta dall’intelletto.<br />

Non ci resta che prenderne atto e<br />

affermarla: “Accipiendum est tamquam per<br />

se notum quod sit contingentia in entibus<br />

(Lectura I d. 39 n. 40 [XVII 491]).<br />

Ma proprio la consapevolezza di questa<br />

contingenza del cosmo e dell’uomo che fa<br />

appello ad una maniera di esistere opposta,<br />

cioè non contingente ma necessaria.<br />

L’essere quindi, per Scoto, è bipolare:<br />

contingente e necessario. Il primo è da noi<br />

conosciuto immediatamente, mentre il secondo<br />

è da noi scoperto attraverso il primo<br />

e, ovviamente, il contingente dipende e deriva<br />

dal necessario. Ma come?<br />

È dalla Rivelazione che noi apprendiamo<br />

che tutto il contingente proviene dalla<br />

libera elezione dell’Ente necessario, cioè da<br />

Dio, ma ci sono anche tanti motivi razionalmente<br />

cogenti per comprendere questo Ente<br />

come la volontà sovrana da cui procede<br />

tutto il reale.<br />

È, dunque, da questa volontà – la cui indole<br />

costitutiva è l’amore, che si esprime<br />

come comunicazione liberale e gratuita –<br />

che prende avvio la storia, intesa non semplicemente<br />

come seguito di avvenimenti<br />

isolati, senza altro legame che la cronologia,<br />

ma come progetto coerente e razionalmente<br />

perfetto.


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />

511<br />

Si tratta di un disegno unitario, che diventa<br />

“storia della salvezza”, intesa come<br />

partecipazione alla gloria di Dio e tributo di<br />

amore verso di Lui: è un processo globale,<br />

che coinvolge Dio, il Cristo, gli angeli,<br />

l’uomo e l’universo intero (cf Ordinatio III<br />

d. 7 q. 3 [IX 284-291]).<br />

Si tratta di un piano meraviglioso, divino,<br />

che il Dottore Sottile, ha studiato e contemplato<br />

con passione e straordinaria acutezza<br />

d’ingegno.<br />

In questo progetto, il Cristo, il “capolavoro”<br />

di Dio, è posto al centro di tutto: attorno<br />

a lui gravita l’intero universo.<br />

Un più approfondito esame dei testi paolini<br />

e giovannei, quale oggi è in atto nella<br />

teologia biblica, e una conoscenza via via<br />

più vasta del pensiero dei Padri, rendono<br />

sempre più attuale e più gravida di positive<br />

e ricche conseguenze la dottrina di Scoto,<br />

sia in campo filosofico che teologico e mistico.<br />

La predestinazione è il punto focale, il<br />

fondamento di tutto il sistema teologico e<br />

filosofico di Duns Scoto, predestinazione<br />

naturalmente – come la concepisce lui – in<br />

relazione all’origine di tutte le opere di Dio<br />

ad extra.<br />

Secondo Scoto, infatti la predestinazione<br />

è il fondamento di tutte le opere di Dio<br />

ad extra ed essa comporta due attività: una<br />

eterna, che si riferisce all’intenzione, al progetto<br />

di Dio; l’altra temporale, che riguarda<br />

la realizzazione del piano previsto e deciso.<br />

L’amore è l’intenzione suprema e primaria<br />

di tutto ciò che Dio ha voluto ad extra.<br />

La predestinazione di Cristo e degli eletti,<br />

l’elevazione all’ordine soprannaturale, la<br />

creazione, la rivelazione, tutto è voluto e<br />

decretato da Dio per amore e in vista dell’amore.<br />

Dio ama se stesso di un amore sovranamente<br />

puro, liberale e disinteressato, e in<br />

questo consiste la sua beatitudine infinita.<br />

Essendo amore, egli agisce per amore. Giustamente<br />

nel libro del profeta Isaia Dio dichiara:<br />

«Io per 1a mia gloria ho creato e plasmato»<br />

(Is 43,7). Tutto quello che Dio fa, lo<br />

fa per la sua gloria.<br />

Dioama,eamandosuscitaversodisé<br />

l’amore delle creature. Tutta l’attività divina,<br />

per Scoto, si sviluppa nella dinamica<br />

dell’amore, perché Dio è formalmente carità;<br />

tutto ciò che Dio causa ad extra, lo causa<br />

ordinatissimamente e per amore (cf Ordinatio<br />

III d. 32). Ma la volontà d’amore di<br />

Dio per le creature non può terminare alle<br />

creature stesse: l’amore deve ritornare da<br />

esse a Dio, come termine e fine.<br />

A fondamento di questa sua sintesi Scoto<br />

pone il principio seguente:<br />

«Colui che in primo luogo ama se stesso<br />

in modo ordinato (e di conseguenza non disordinatamente,<br />

cioè senza gelosia e invidia),<br />

in secondo luogo vuole avere altri coamatori,<br />

vuole cioè che altri abbiano in se<br />

stessi il suo amore, il che significa predestinarli,<br />

se vuole che essi abbiano un tale bene<br />

come sbocco finale ed eterno della loro vita...»<br />

(Ordinatio III d. 32 n. 21). La prima<br />

predestinazione dunque è al “co-amore di<br />

Dio”, alla condilezione, ad essere co-amatori<br />

con Dio.<br />

Questo testo, preso integralmente, è importantissimo<br />

per impostare quella che si<br />

chiama la “storia della salvezza” nel piano<br />

cristocentrico di Scoto. Si potrebbe meglio<br />

dire “storia della cristificazione”, poiché<br />

Dio finalizza sin dal primo atto della sua<br />

volontà ad extra tutti gli esseri razionali –<br />

angeli e uomini – per la partecipazione alla<br />

sua vita divina, quali condiligentes (coamanti,<br />

co-amatori), rendendoli conformi<br />

all’immagine del Figlio suo.<br />

Dio, dunque, rationabilissime et ordinatissime<br />

volens, dispone tutto l’ordine attuale,<br />

conosciuto e amato ab aeterno, secondo una<br />

gerarchia in cui gli esseri della creazione sono<br />

voluti e disposti secondo un ordine che da<br />

Cristo, discende verso gli angeli, gli uomini,<br />

gli esseri animati, fino a quelli inanimati.<br />

L’esistenza di Cristo, perciò, non è occasionata<br />

da nulla, ma è occasione di esistenza<br />

per tutto il resto.<br />

Dio, infatti, ha voluto prima di tutto il fine<br />

supremo, che è la sua gloria. Questa si<br />

esprime nella comunicazione della sua vita<br />

divina all’anima di Cristo, perché, mediante<br />

1a comunicazione della suprema grazia<br />

(l’unione ipostatica), il Cristo – uomo-Dio,<br />

e quindi summum opus Dei (il capolavoro<br />

di Dio) – fosse il supremo co-amante e glorificatore<br />

del Padre.


512 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Il principio secondo cui Dio vult habere<br />

alios condiligentes (vuole avere altri coamatori<br />

con Lui) è applicato da Duns Scoto<br />

innanzi tutto a Cristo, secondo l’assioma<br />

per cui: «chiunque ama in modo ordinato,<br />

vuole prima di tutto il fine, e poi più immediatamente<br />

ciò che è più prossimo al fine»<br />

(Rep. III A d. 3 q. 3). E così «Dio ama se<br />

stesso per se stesso, e perciò ama di più<br />

quell’essere che gli è più prossimo in quell’ordine»<br />

(Rep. II d. 29 q. 1 n. 8 [ed. Vivès<br />

XXIII l45a]).<br />

Ora è cosa molto evidente che Dio ama<br />

di più la creatura che più lo può riamare. Il<br />

più immediato, il più vicino al fine voluto<br />

da Dio è Cristo, anzi la sua anima. Scoto ne<br />

parla con accenti commossi: «Nel parlare di<br />

Cristo, preferisco eccedere piuttosto che<br />

mancare nella lode a Lui dovuta, se per<br />

ignoranza dovessi cadere in uno dei due<br />

estremi» (Ordinatio III d. 13 n. 53 [IX<br />

406]).<br />

Fra tutti i condiligentes Dio ne vuole almeno<br />

uno che, nel mondo finito, lo ami non<br />

in modo limitato, come tutti noi uomini,<br />

bensì in modo infinito. Un essere dunque<br />

che unisca l’infinità della natura di Dio con<br />

la finitezza della creatura. Questo essere è<br />

l’esultanza dell’ingegnoso amore di Dio, il<br />

cuore del cosmo, l’uomo-Dio Cristo Gesù,<br />

il summum opus Dei, l’opera più alta di Dio,<br />

la cima, il Re, il cuore di tutti i cuori, che<br />

racchiude in sé tutti i tesori della sapienza e<br />

della conoscenza, dove abita la pienezza<br />

della divinità, dove il Padre si compiace,<br />

dalla cui grazia noi tutti abbiamo ricevuto;<br />

l’anelito di tutta la creazione dall’inizio del<br />

mondo.<br />

Senza l’incarnazione del Verbo, nessuna<br />

creatura, angelica o umana, potrebbe realizzare<br />

questo volere di Dio in una maniera<br />

soddisfacente. Difatti l’amore che possono<br />

rendere gli angeli e gli uomini, non è che finito,<br />

e non potrebbe di conseguenza eguagliare<br />

l’amore dell’Uomo assunto dal Verbo,ilsolocapacedirendereaDiounamore<br />

dal di fuori uguale all’amore ricevuto da<br />

Dio.<br />

Così Cristo è posto come l’alpha di tutto<br />

l’ordine contingente, in ragione del suo immenso<br />

amore, perché potest Deum summe<br />

diligere, e la sua glorificazione è la condizione<br />

richiesta per la predestinazione al coamore.<br />

Cristo, dunque, fu predestinato alla<br />

massima gloria possibile per una creatura e<br />

ciò avvenne prima della previsione del peccato<br />

(Ord. IIId.7n. 61 [IX 287]). L’incarnazione<br />

è, allora, la condizione previa per la<br />

glorificazione<br />

Conseguentemente, la volontà di Dio fa<br />

seguire alla predestinazione di Cristo il decreto<br />

riguardante, sempre in Cristo, tutto<br />

l’ordine attuale: l’ordine della grazia e quello<br />

della natura, cioè gli angeli, gli uomini e<br />

tutto l’universo.<br />

Questi pensieri, così familiari a Scoto,<br />

costituiscono la sintesi serafica del Dottore<br />

Sottile e sono la chiave di volta di tutto il<br />

suo sistema filosofico, teologico, ascetico e<br />

mistico.<br />

Egli afferma, infatti, che dapprima Dio<br />

ama fin dall’eternità tutto ciò che può essere<br />

oggetto di amore e che tale atto di amore<br />

è unico e comune alle tre persone della Trinità.<br />

Quindi, nella sua libertà sovrana, ama<br />

gli esseri in un certo ordine. Per primo ama<br />

se stesso; poi vuole che altri lo amino ed è<br />

in questo momento del volere divino si situa<br />

la predestinazione. Ma, con lo stesso<br />

amore, Dio può donare tutto ciò che è necessario<br />

per amarlo, e conseguentemente<br />

egli lo può realizzare nell’uomo.<br />

Questo è proprio il fine supremo e la ragione<br />

della Rivelazione. Dio ci ha dato la<br />

sua Parola non per fornirci l’occasione di<br />

imbastire dotte speculazioni intellettualistiche,<br />

ma per guidarci verso di lui mediante<br />

un amore puro, retto e perfetto (cf Ord.<br />

prol).<br />

Dunque in tutte le opere di Dio ad extra,<br />

1’amore è la prima intenzione del volere divino.<br />

Il principio vult Deus alios condiligentes<br />

è la spiegazione di tutto l’ordine attuale<br />

della gloria, della grazia e della natura,<br />

ivi inclusa la stessa predestinazione del<br />

Verbo incarnato. Tutte le relazioni di Dio<br />

col mondo sono rapporti d’amore (Ord. III<br />

d. 17 q. 1 n. 8 [XV 360]).<br />

Quanto abbiamo delineato, è solo un<br />

aspetto della sintesi di Scoto che prosegue<br />

oltre nel delineare il piano di Dio, per vede-


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />

513<br />

re come includervi il peccato, la redenzione<br />

e la riprovazione.<br />

Nel corso della storia, infatti, alcuni teologi<br />

avevano pensato che Dio fosse diventato<br />

uomo solo per liberarci dal peccato. Il<br />

fatto che il Cristo ci abbia redento, è stato<br />

identificato tout court come il motivo dell’incarnazione.<br />

Ma un conto è dire che il Cristo si è incarnato<br />

per noi uomini e per la nostra salvezza<br />

e un conto è affermare che Egli non si<br />

è incarnato che per salvarci. È quest’ultima<br />

interpretazione che Duns Scoto respinge, e<br />

con lui anche san Tommaso che, nella sua<br />

Summa dice chiaramente: «Potuisset enim,<br />

etiam peccato non exsistente, Deus incarnari»<br />

(Summa theol. IIIq.1a.3).<br />

Scoto argomenta la sua posizione a partire<br />

dalla concezione biblica: poiché Cristo<br />

è il vertice della creazione, non può essere<br />

occasionato dal capriccio dell’uomo, perché<br />

sarebbe un degradarlo. Il peccato non<br />

ha mutato il piano di Dio, bensì Dio, previsto<br />

il peccato, ha semplicemente procrastinato<br />

la glorificazione umana del Cristo.<br />

In nessun modo dunque Cristo è stato<br />

creato per il peccato di Adamo, ma è avvenuto<br />

esattamente il contrario. Gli angeli, gli<br />

uomini, tutte le creature sono stati creati per<br />

il Cristo. Il creato raggiunge in lui la sua<br />

perfezione e in lui ritrova il suo centro di<br />

unità organica. Verso di lui convergono il<br />

mondo angelico, il mondo umano e la creazione<br />

inferiore. E così la molteplicità si raccoglie<br />

in una armonica unità e si compone<br />

in un ordinamento finalistico, che fa capo al<br />

Cristo e per lui a Dio. Il Cristo ricapitola in<br />

sé tutta la creazione e tutta la riporta a Dio.<br />

Tutti gli uomini, perciò, sono chiamati a<br />

divenire “cristiformi”: cioè a stringere una<br />

relazione filiale-salvifica con Dio, in Gesù<br />

e per mezzo di Gesù. “La vocazione ultima<br />

dell’uomo è effettivamente una sola, quella<br />

divina” (GS n. 22).<br />

Nel piano di Dio, Cristo è al primo posto.<br />

La visione scotista della realtà e della storia<br />

non ammette che l’evento storico dell’incarnazione<br />

sia un fatto “casuale”, che cioè<br />

poteva avvenire o non avvenire; non è un<br />

fatto accidentale, ma essenziale, che dà ragione<br />

di tutti gli esseri razionali spirituali<br />

voluti come “condiligentes” mediante la<br />

predestinazione del Cristo.<br />

Per questo il peccato originale non ha distrutto<br />

né sconvolto il piano di Dio, poiché<br />

il rapporto ontologico di ogni uomo con<br />

Cristo, prototipo dell’umanità e suo Capo, è<br />

rimasto, come è rimasta la finalizzazione<br />

soprannaturale di ogni singolo individuo,<br />

indipendentemente dalle modificazioni introdotte<br />

dal peccato originale e dalle sue<br />

conseguenze. Il peccato stesso, o più precisamente<br />

la previsione della caduta dei nostri<br />

progenitori, rientra nel piano di Dio.<br />

Tutte le creature sono create per l’uomo-<br />

Dio. Tutte furono predestinate per lui e in<br />

vista di lui. L’incarnazione non è una posteriore<br />

correzione della creazione; ma la creazione<br />

della terra, degli uomini e degli angeli<br />

è per l’incarnazione.<br />

Giustamente Paolo VI, nella sua Lettera<br />

Apostolica Alma parens (14.07.1966), afferma<br />

che Duns Scoto «asserendo l’eccellenza<br />

della carità sopra ogni scienza, l’universale<br />

primato di Cristo, capolavoro di<br />

Dio, glorificatore della SS. Trinità e Redentore<br />

del genere umano, Re nell’ordine naturale<br />

e soprannaturale, al cui lato splende di<br />

originale bellezza la Vergine Immacolata,<br />

Regina dell’Universo, fa svettare le idee sovrane<br />

della Rivelazione evangelica, particolarmente<br />

ciò che Giovanni Evangelista e<br />

S. Paolo Apostolo videro nel piano divino<br />

della salvezza sovrastare in grado così eminente».<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro generale e Gran Cancelliere<br />

5. Course for Formators of the African<br />

Conference<br />

In accordance with the decision taken by<br />

the Ministers and Custodes of the African<br />

Conference on the proposal of the Secretaries<br />

for Formation and Studies gathered in<br />

Lusaka (Zambia) from the 3rd to the 7th August<br />

2004 at the invitation of the General<br />

Secretariat, a Course for the Formators of<br />

the new African Conference was held at the<br />

“La Verna” Retreat Centre (South Africa)


514 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

from the 20th November to the 2nd December<br />

2006.<br />

22 Formators, representing all the Entities<br />

of the Conference, took part. Also present<br />

were Br. Amaral Bernardo A., Br. Massimo<br />

Fusarelli and Br. Peter Williams, in his<br />

capacity as Secretary of the Conference.<br />

The standard of participation was very<br />

high, thanks to the fraternal atmosphere, the<br />

hospitality shown and the desire of everyone<br />

to learn. The topic was personalised accompaniment<br />

in the African culture. The<br />

Secretaries for F+S of the Entities met to<br />

plan the future and to nominate Br. Vincente<br />

Zwungu, Vicar and Secretary of the<br />

South African Province, as their candidate<br />

for the office of Secretary of the Conference<br />

to be presented to the Ministers for appointment.<br />

The Course gave some guidelines for<br />

formation and accompaniment in Africa.<br />

Both the participation and the rhythm of<br />

very intense work during the whole course<br />

encouraged exchange, listening and fraternity:<br />

a sign that all the Friars seem to have<br />

accepted everything positively.<br />

Some elements which emerged from the<br />

sharing and listening:<br />

– The local African formators are growing<br />

in number and need specific training.<br />

– Franciscan formation must grow and integrate<br />

the whole process of formation,<br />

especially during the time of temporary<br />

profession, so as to encourage the inculturation<br />

of the charism into the many<br />

African cultures. Personal accompaniment<br />

in Africa is screened by a traditional<br />

vision which gives great importance<br />

to initiation and to the wisdom and<br />

authority of adults and the old. We understood<br />

that the common process of accompaniment<br />

between formators and<br />

those being formed should be balanced<br />

by clear structures of life and formation,<br />

within which education to freedom and<br />

responsibility can grow.<br />

In conclusion, the course was a true and<br />

proper grace for the Conference and the entire<br />

Order, in which the presence of and the<br />

sensitivity towards this Continent, so rich<br />

and sorely tried, especially through international<br />

indifference and forgetfulness, is<br />

growing. Care and love for Africa will be,<br />

for us, a real and true prophecy, especially<br />

in closely accompanying the growth and<br />

slow maturation of the Entities.<br />

BR.MASSIMO FUSARELLI, <strong>OFM</strong>,<br />

Secretary General for Formation and Studies<br />

6. Notitiae particulares<br />

• Con Decreto del 25 ottobre 2006 [Prot.<br />

097325 (277/06)], il Ministro generale e<br />

Gran Cancelliere della PUA ha nominato<br />

Bibliotecario della Pontificia Università<br />

Antonianum ad complendum triennum<br />

FR. NAZARIUSZ POPIELARSKI, ofm,<br />

della Provincia dell’ «Immacolata Concezione<br />

della BVM» in Polonia.<br />

• Con Decreto del 17 novembre 2006<br />

[Prot. 097404 (289/06)], il Ministro generale<br />

ha nominato Guardiano della Fraternità<br />

Internazionale “S. Antonio” in<br />

Roma FR. FERNANDO CAMPAGNA, della<br />

Provincia dell’«Immacolata Concezione<br />

della BVM» in Italia.<br />

• Con Decreto dell’8 novembre 2006<br />

[Prot. 097343 (279/06)] il Ministro generale,<br />

su richiesta della Segreteria Generale<br />

per la Formazione e gli Studi, ha<br />

nominato FR.DRAGAN NIMAC, ofm, della<br />

Provincia del «SS. Redentore» in<br />

Croazia e attualmente Vice Rettore ed<br />

Economo della Fraternità Internazionale<br />

«Ven. Fr. Gabriele M. Allegra», ASSI-<br />

STENTE della Segreteria Generale per la<br />

Formazione e gli Studi per un servizio a<br />

tempo ridotto, specialmente nel campo<br />

dell’amministrazione.


E SECRETARIATU PRO<br />

EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

1. Primo incontro del Ministro e Definitorio<br />

generale con i Vicariati apostolici<br />

1. Cronaca<br />

Per la prima volta nella storia recente<br />

dell’Ordine dei Frati Minori il Ministro generale,<br />

con il suo Definitorio, ha organizzato<br />

e celebrato un incontro con i Vicari Apostolici,<br />

le Prefetture e Prelature Apostoliche,<br />

affidati dalla Santa Sede all’Ordine e<br />

con i Ministri provinciali delle Province che<br />

ne sono le accompagnatrici dirette.<br />

Gli scopi principali della riunione erano<br />

di conoscere e condividere la situazione<br />

odierna – a livello giuridico, economico e<br />

del personale – nei Vicariati, Prefetture e<br />

Prelature Apostolici affidati all’Ordine; di<br />

riflettere sui rapporti reciproci in considerazione<br />

dei maggiori problemi e difficoltà attuali;<br />

e di individuare e decidere alcune linee<br />

di collaborazione tra l’Ordine, le Province<br />

e i Vicariati, le Prefetture e le<br />

Prelature Apostolici.<br />

L’incontro si è svolto nella Curia generale<br />

dei Frati Minori in Roma nei giorni 8 e 9<br />

settembre 2006. Vi hanno partecipato i Vescovi<br />

degli 11 Vicariati Apostolici, di una<br />

Prefettura e di una Prelatura Apostolica, e 8<br />

Ministri provinciali che hanno la cura dei<br />

medesimi Vicariati, Prefetture e Prelatura.<br />

Alla riunione è stato presente anche tutto il<br />

Definitorio generale, il personale del Segretariato<br />

generale per l’evangelizzazione e i<br />

Direttori di due organismi francescani di<br />

aiuto alle missioni.<br />

L’incontro è stato preceduto da una inchiesta<br />

che è stata fatta presso i Vescovi e i<br />

Ministri provinciali sullo stato generale di<br />

ogni Vicariato, Prefettura e Prelatura, e più<br />

in particolare sulla situazione giuridica di<br />

ogni suddetta circoscrizione ecclesiastica in<br />

relazione alla Provincia o all’Ordine, sulla<br />

situazione del personale “missionario”, sulla<br />

risorse finanziarie e sui più importanti<br />

aspetti o problemi da prendere in considerazione.<br />

Tutto ciò dal punto di vista del Vescovo<br />

e dal punto di vista del Ministro provinciale<br />

interessato.<br />

Dopo il saluto del Ministro generale,<br />

l’incontro è iniziato con una Conferenza di<br />

P. Julio Garcia Martin, cmf, su «La figura<br />

giuridica e pastorale dei Vicariati Apostolici,<br />

Prefetture Apostoliche e Prelature territoriali».<br />

Il relatore, dopo aver situato le circoscrizioni<br />

ecclesiastiche speciali nel quadro<br />

generale della legislazione canonica, ha<br />

presentato la natura missionaria di tali circoscrizioni<br />

con una menzione particolare<br />

alla “commissio”. In una seconda parte ha<br />

approfondito le norme sul governo della<br />

missione in riferimento all’autorità del Superiore<br />

ecclesiastico, che è il Vescovo, e del<br />

Superiore religioso, che è il Ministro provinciale.<br />

Per ultimo il relatore ha preso in<br />

esame la competenza di ciascuna delle due<br />

autorità sulle opere e sulle persone. La Conferenza<br />

ha chiarito vari aspetti giuridici importanti,<br />

permettendo ai partecipanti di entrare<br />

nella medesima visione e conoscenza<br />

del pensiero e delle norme della Chiesa.<br />

Sono poi stati presentati due altri brevi<br />

contributi. Uno sulla visione francescana<br />

della missione e in particolare sullo stile<br />

francescano che i missionari dovrebbero vivere<br />

anche nelle circoscrizioni ecclesiastiche<br />

speciali. L’altro contributo presentava<br />

la sintesi dell’inchiesta mettendo in risalto<br />

la problematica attuale e le sfide per il futuro.<br />

Il pomeriggio del primo giorno è stato riservato<br />

ai lavori in piccoli gruppi per gli approfondimenti<br />

e per la ricerca di possibili risposte.<br />

All’inizio del secondo giorno è stata presentata<br />

la riflessione che il Definitorio generale<br />

fece nel 1994 sul medesimo tema dei


516 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Vicariati Apostolici, offrendo alcune raccomandazioni<br />

per il futuro. A ciò ha fatto seguito<br />

ancora lavori in piccoli gruppi per approfondire<br />

e trovare qualche linea di collaborazione<br />

sulle Convenzioni da fare tra le<br />

Entità dell’Ordine e i Vicariati, le Prefetture<br />

e le Prelature Apostoliche, sul reclutamento<br />

e la preparazione del personale missionario,<br />

e sul sostegno finanziario in uno<br />

spirito di solidarietà.<br />

L’incontro si è concluso con la redazione<br />

e approvazione di alcuni orientamenti e<br />

impegni per il futuro in riferimento alle<br />

Convenzioni da fare, alla Formazione dei<br />

missionari e delle nuove vocazioni locali, al<br />

reclutamento di nuovo personale missionario<br />

e alla costituzione di un “Fondo comune”<br />

a vari livelli.<br />

Se all’inizio della programmazione tanti<br />

aspetti apparivano ancora oscuri, l’incontro<br />

ha portato luce sulla situazione concreta e<br />

sulle possibilità di collaborazione che sono<br />

state scoperte e accolte con favore da tutti i<br />

partecipanti. La riunione ha avuto un esito<br />

inaspettatamente positivo ed è stato preso<br />

l’impegno di convocare un’altra riunione simile<br />

per la fine del 2008, per valutare il cammino<br />

fatto sulla via della collaborazione e ridare<br />

un ulteriore impulso per il futuro.<br />

2. Saludo del Ministro general<br />

1. Queridos hermanos de los vicariatos,<br />

Prefecturas y Prelaturas apostólicas, queridos<br />

hermanos Ministros y demás hermanos<br />

aquí presentes:<br />

Bienvenidos a esta vuestra Casa de Santa<br />

María Mediatrice, nuestra Curia general.<br />

Bienvenidos a este I Encuentro del Definitorio<br />

general con los responsables de nuestros<br />

Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas. Os<br />

ruego que os sintáis en casa y entre hermanos<br />

y que, como dice nuestro Padre San<br />

Francisco en la Regla, familiarmente nos<br />

manifestéis vuestras necesidades para poder<br />

satisfacerlas, en la medida de lo posible.<br />

En vosotros saludo a todos los Hermanos<br />

Menores que trabajan en esos “territorios de<br />

misión”, caracterizados todos ellos por ser<br />

“regiones” pobres, tanto desde el punto de<br />

vista económico como cultural y de clero,<br />

pero ricos, tantas veces, en humanidad y en<br />

fe. Usando palabras del documento del último<br />

Capítulo general de la Orden no dudaría<br />

en definir dichas circunscripciones eclesiásticas<br />

como «claustros abandonados»,<br />

pero siempre “habitados” por la presencia<br />

del Señor y bendecidos por el «Altísimo,<br />

omnipotente y buen Señor». Deseo que estos<br />

días que estaremos juntos sean evangélicamente<br />

fructíferos para todos nosotros y<br />

particularmente para todos los hermanos<br />

que trabajan en los Vicariatos y para las comunidades<br />

cristianas a ellos confiadas.<br />

2. Y después del saludo deseo manifestaros<br />

la inmensa gratitud de toda la Orden y,<br />

seguramente, de la Iglesia. A mi convocatoria<br />

habéis acudido los responsables de los<br />

13 Vicariatos Apostólicos confiados a los<br />

Orden, en los que trabajan 12 obispos y 108<br />

hermanos franciscanos, junto a un obispo y<br />

45 sacerdotes diocesanos. Gracias por venir<br />

y gracias, particularmente por lo que sois y<br />

hacéis en favor de la Iglesia pobre de los territorios<br />

en que vivís. Vuestra presencia en<br />

los Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas confiadas<br />

por la Iglesia a nuestra Orden, y la<br />

presencia de los hermanos que os acompañan<br />

en la obra de evangelización, es preciosa.<br />

El Ministro y el Definitorio general se<br />

sienten cerca de vosotros y de vuestros fieles.<br />

La Iglesia y la Orden os son gratos<br />

3. Vuestra presencia aquí nos recuerda,<br />

ante todo, que los Hermanos Menores somos<br />

una Orden misionera cuyos miembros<br />

estamos llamados a «llenar la tierra con el<br />

Evangelio de Cristo» (1C 97), con nuestra<br />

palabra y, particularmente, con nuestra vida.<br />

Que no se enfríe en nosotros la pasión y<br />

el ardor por el Evangelio, antes bien que la<br />

Buena Noticia, como en el caso de Francisco,<br />

nos transforme en “evangelio viviente”,<br />

para creyentes y no creyentes.<br />

4. Vuestra presencia aquí nos recuerda<br />

también que nuestro “claustro es el mundo”,<br />

no sólo porque provenís de distintos<br />

países –Bolivia, Colombia, Ecuador, Libia,<br />

México y Siria-, sino porque muchos de vosotros<br />

sirven al Evangelio en países y regiones<br />

muy lejanas de las regiones y países que<br />

os vieron nacer. Y es que la pasión por el<br />

Evangelio rompe cualquier barrera: barre-


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

517<br />

cesarias para implantar el Evangelio, y testimoniar<br />

con la vida –muchas veces con el<br />

martirio- el Evangelio anunciado. Creo que<br />

estas cuatro actitudes existenciales –salir,<br />

encontrarse, edificar y testimoniar-, siguen<br />

siendo muy válidas todavía hoy para la Orden.<br />

En el contexto de la celebración del<br />

VIII Centenario de la fundación de la Orden,<br />

y muy particularmente durante este<br />

año en que recordamos los 800 años de la<br />

conversión de Francisco, también el Señor<br />

nos dice a nosotros: «Id y restaurad mi Iglesia».<br />

Ni la Orden en cuanto tal, ni cada uno<br />

de nosotros, podemos ser sordos a esta llamada<br />

apremiante del Señor. Escuchar esta<br />

llamada se hace necesario para mantener el<br />

dinamismo carismático que siempre ha caracterizado<br />

la Orden de los Hermanos Menores.<br />

8. A vosotros, queridos hermanos Obispos<br />

y a cuantos trabajan en los territorios de<br />

misión, mientras os agradezco la respuesta<br />

generosa que han dado a esta llamada del<br />

Señor, también os pido que las estructuras<br />

de evangelización no os aparten de los pobres,<br />

y que nunca ofusquen la belleza del<br />

Evangelio. Nuestra gran tentación es la de<br />

levantar muros/estructuras. Fue también la<br />

de Francisco al escuchar la invitación del<br />

Señor en San Damián. Y es que esto es más<br />

fácil que abrir los corazones a la gracia del<br />

Evangelio. Ciertas estructuras físicas son<br />

absolutamente necesarias, pero no podemos<br />

nunca olvidar que nuestro primer objetivo<br />

es iluminar con la luz del Evangelio la vida<br />

de las gentes a las que hemos sido enviados.<br />

9. A todos los Hermanos Menores –obispos<br />

y demás hermanos- que trabajan en los<br />

Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas les pido,<br />

también, que nunca olviden su primera<br />

llamada: La llamada a ser Hermanos Menores.<br />

Estoy plenamente convencidos que esa<br />

es la gran aportación que podéis dar a los<br />

pueblos y a la Iglesia local en la que habéis<br />

sido llamados a trabajar por la difusión del<br />

Evangelio. La Orden desea continuar su<br />

presencia y potenciarla, en la medida de lo<br />

posible, en los Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas<br />

a ella confiados, pero desea que sea<br />

una presencia franciscana, es decir: una presencia<br />

en la que se puedan vivir con normaras<br />

de origen, barreras culturales y barreras<br />

lingüísticas, como bien muestra nuestra historia<br />

de 800 años.<br />

5. Vuestra presencia aquí nos recuerda,<br />

finalmente nuestra opción por los pobres.<br />

Vosotros sois representantes de la iglesia de<br />

los pobres. Visitando recientemente uno de<br />

nuestros Vicariatos en Bolivia he podido<br />

constatar la pobreza de medios con que<br />

contáis para vuestro trabajo y la pobreza de<br />

las personas a las que servís. Pero también<br />

he podido constatar el amor que el pueblo<br />

os tiene. Y es que el darse no puede quedar<br />

sin respuesta. Estoy seguro que vosotros<br />

dais mucho a los pueblos donde vivís y trabajáis.<br />

Es más, sé que os dais sin reserva,<br />

pero estoy igualmente seguro de que vosotros<br />

recibís más de lo que dais. ¡Así son los<br />

pobres de generosos!<br />

6. Por falta de medios y particularmente<br />

de personal, la Orden, como la Iglesia misma,<br />

preocupada por satisfacer las propias<br />

necesidades, corre el riesgo de introvertirse,<br />

de cerrarse en sí misma. La escasez de hermanos<br />

en los Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas<br />

-108 en total- y la edad avanzada<br />

de muchos de ellos, nos recuerda que en estos<br />

momentos hemos de trabajar intensamente<br />

para superar la tendencia egocéntrica<br />

de repliegue. Desde aquí hago una llamada<br />

a todas las Entidades de la Orden a ser<br />

generosas con las misiones, tanto con personal<br />

como, según las posibilidades, también<br />

con medios. Pido, particularmente a<br />

las “Entidades jóvenes”, a las cuales el Señor<br />

bendice con vocaciones, que pasen de<br />

una mentalidad de ser “sujetos pasivos de<br />

misión” a “sujetos activos de misión”. Es la<br />

hora de la “Iglesia joven”, es la hora de las<br />

“Entidades jóvenes”. Por motivos de fidelidad<br />

a su carisma, la Orden no puede cerrarse<br />

a la “misión ad gentes”, no puede desentenderse<br />

de la Iglesia pobre.<br />

7. Mirando a nuestra historia, ocho veces<br />

centenaria, bien podemos decir que nuestra<br />

misión se caracteriza por salir de la propia<br />

tierra (somos peregrinos y extranjeros, sin<br />

morada fija), encontrarse con gente de otras<br />

culturas (somos los frailes del pueblo), edificar<br />

estructuras simples, conformes a nuestra<br />

condición de menores y pobres, pero ne-


518 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

lidad las prioridades de la forma de vida que<br />

hemos abrazado por la profesión. Sin eso no<br />

tendría sentido alguno nuestra presencia en<br />

los “territorios de misión”, como, por supuesto,<br />

en ningún otro territorio.<br />

10. Antes de terminar este saludo inicial,<br />

deseo expresar mi personal agradecimiento<br />

y el agradecimiento de toda la Orden a las<br />

Provincias a las que les han sido confiados<br />

los Vicariatos, Prelaturas y Prefecturas por<br />

todo lo que hacen para ayudar a dichas estructuras<br />

misionarias. También quiero agradecer<br />

a Fransican Missions de los EEUU,<br />

representada aquí por Fr. Sereno Baiardi y<br />

la Sra. Jully, y a Misión Central Franciscana<br />

en Alemania, representada aquí por Fr.<br />

Stefano Ottembreit, por gran apoyo a nuestras<br />

misiones. Gracias también a la Oficina<br />

de Desarrollo de la Curia, cuyo nuevo Director<br />

es Fr. Moisés Gutiérrez, así como a<br />

Fr. Nestor Schwerz y Fr. Vincenzo Brocanelli,<br />

de la Secretaría general de la Curia para<br />

la Evangelización, por su trabajo en favor<br />

la evangelización y de de las misiones. Un<br />

agradecimiento muy especial a las Provincias<br />

que, desde su pobreza, siguen enviando<br />

hermanos y medios a los Vicariatos, Prelaturas<br />

y Prefecturas confiadas a la Orden.<br />

Gracias, de modo muy particular a la Iglesia<br />

por seguir confiando en nosotros.<br />

Que el Espíritu guíe el trabajo de estos<br />

días. Bienvenidos y buen trabajo.<br />

FR.JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />

Ministro general<br />

3. Situazione dei<br />

Vicariati/Prefetture/Prelature<br />

1. Statistica<br />

– Vic. Beni (Bolivia): Provincia francescana,<br />

Sant’Antonio; Vescovo titolare, Julio<br />

M. E. Montoya ofm; Frati Minori, 12;<br />

Preti diocesani, 7; Gesuiti, 7.<br />

– Vic. De Camiri (Bolivia): Provincia<br />

francescana, Sant’Antonio; Vescovo titolare,<br />

Leonardo Bernacchi ofm; Frati<br />

Minori, 13.<br />

– V. Nuflo (Bolivia): Provincia francescana,<br />

Sant’Antonio; Vescovo titolare, Bonifácio<br />

A. Reimann Panic ofm; Frati Minori,<br />

14; Preti diocesani, 4.<br />

– Vic. Requena (Perù): Provincia francescana,<br />

S. Francesco Solano; Vescovo titolare,<br />

Juan Oliver, ofm; Frati Minori: 8;<br />

Preti diocesani: 2; Parrocchie/Centri<br />

missionari: 8.<br />

– Vic. San José Amazonas (Perù): Provincia<br />

francescana, S. Giuseppe (Canada);<br />

Vescovo titolare, Alberto Campos ofm;<br />

Frati Minori, 8; Preti diocesani, 5.<br />

– Vic. San Ramon (Perù): Provincia francescana,<br />

S. Francesco Solano; Vescovo<br />

titolare, Gerardo A. Zerdin B. ofm; Frati<br />

Minori, 13; Preti diocesani, 12.<br />

– Vic. de Zamora (Ecuador): Provincia<br />

francescana, S. Francesco di Quito; Vescovo<br />

titolare, Fausto G. Través ofm;<br />

Frati Minori, 7.<br />

– Vic. de Guapi (Colombia): Provincia<br />

francescana, Santa Fe; Vescovo titolare,<br />

Ernáan J. Alvarado, diocesano; Frati Minori,<br />

3; Preti diocesani, 7.<br />

– Vic. Tripoli (Libia): Provincia francescana,<br />

S. Paolo (Malta); Vecovo titolare,<br />

Giovanni Martinelli ofm; Frati Minori,<br />

3; Preti diocesani, 3.<br />

– Vic. Bengasi (Libia): Provincia francescana,<br />

S. Paolo (Malta); Vescovo diocesano,<br />

Silvestro Magro ofm; Frati Minori, 4.<br />

– Vic. Aleppo (Siria): Provincia francescana,<br />

Custodia di Terra Santa; Vescovo titolare,<br />

Giuseppe Nazzaro ofm; Frati Minori<br />

13.<br />

– Pref. Galápagos (Ecuador): Provincia<br />

francescana, S. Francesco di Quito; Vescovo<br />

titolare, Manuel Valarezo Luzuriaga<br />

ofm; Frati Minori, 3; Preti diocesani,<br />

8.<br />

– Prel. Nayar (Messico): Provincia francescana,<br />

Ss. Francesco e Giacomo; Vescovo<br />

titolare, José Antonio Pérez ofm; Frati<br />

Minori, 16; Preti diocesani 11.<br />

2. Situazione giuridica<br />

1. I rapporti giuridici tra Provincia e Vicariati/Prefetture/Prelature<br />

– Sono regolati da una convenzione scritta:<br />

• la Prefettura Apostolica di Galápagos<br />

con la Provincia di San Francesco di<br />

Quito (24 luglio 1998), però il Vescovo<br />

Mons. Manuel Valarezo dice che


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

519<br />

non esiste una convenzione con la<br />

Provincia;<br />

• il Vicariato Apostolico di San José di<br />

Amazzonia con la Provincia di San<br />

Giuseppe in Canada (da molti anni); i<br />

due Vicariati di Tripoli e di Bengasi in<br />

Libia con la Curia generale, che ne ha<br />

affidato la cura alla Provincia francescana<br />

di Malta;<br />

• tra la Prelatura territoriale di Jesús<br />

María, El Nayar, e la Provincia Ss.<br />

Francesco e Giacomo in Messico esiste<br />

una convenzione che si rinnova<br />

ogni sei anni, ma negli ultimi due anni<br />

non è stata rinnovata.<br />

– Non sono regolati da alcuna convenzione<br />

scritta:<br />

• i Vicariati di San Ramón e di Requena<br />

(Perù) non hanno alcuna convenzione<br />

con la Provincia di San Francesco Solano;<br />

e nemmeno i Vicariati in Bolivia<br />

di Beni, Camiri e Nuflo de Chávez;<br />

• per il Vicariato di Guapi in Colombia<br />

esiste il decreto di costituzione, ma<br />

non una Convenzione con la Provincia<br />

di Santa Fedede, che ne fece richiesta<br />

nel 1953;<br />

• per il Vicariato Apostolico di Aleppo<br />

(Siria) non vi è alcuna convenzione<br />

con la Terra Santa o con l’Ordine dei<br />

Frati Minori.<br />

Osservazioni<br />

L’Ordine ha affidato alle Province locali<br />

la cura dei Vicariati o Prefetture o Prelature<br />

Ap. Nella maggior parte dei casi non esiste<br />

alcuna Convenzione scritta che regola i rapporti<br />

(personale, economia, proprietà) tra il<br />

Vicariato e la Provincia. Tale mancanza di<br />

normativa genera confusione e incertezza<br />

sulle responsabilità riguardanti il personale<br />

e la gestione economica.<br />

2. La condizione giuridica dei Frati<br />

• Nel Vicariato di Zamora, nella Prefettura<br />

di Galápagos e nella Prelatura de Jesús<br />

Maria del Nayar in Messico, i Frati<br />

appartengono alla Provincia, sono designati<br />

dal Congresso Capitolare e sono<br />

soggetti al Ministro provinciale, eccetto<br />

nella pastorale per la quale dipendono<br />

dal Vescovo.<br />

• In Perù la Provincia di San Francesco<br />

Solano ha 10 frati nel Vicariato di San<br />

Ramón, distribuiti in due Guardianati, e<br />

nessunoinquellodiRequena,eiFrati<br />

che vengono da altre Province per i due<br />

Vicariati non hanno alcun legame giuridico<br />

con la stessa Provincia.<br />

• Secondo la Convenzione nel Vicariato di<br />

San José di Amazzonia i Frati dipendono<br />

dal Vescovo per la pastorale, dal Ministro<br />

provinciale per la vita religiosa e le nomine<br />

vengono fatte di comune accordo.<br />

• In Colombia i Frati della Provincia Santa<br />

Fede, che lavorano nel Vicariato di<br />

Guapi, sono nella casa regolare San Antonio<br />

de Padua e dipendono in tutto dal<br />

Ministro provinciale.<br />

• In Bolivia, nel Vicariato di Chavez e Beni,<br />

i Frati appartengono alla Provincia e<br />

sono nominati dal Ministro provinciale<br />

mentre per la pastorale dipendono dal<br />

Vescovo; nei Vicariati di Beni e Camiri<br />

vi sono anche Frati che non si sono integrati<br />

nella Provincia (sono come ospiti)<br />

e che lavorano con un accordo tra i Vescovi<br />

e le loro Province madri.<br />

• In Libia i Frati dipendono dal Ministro<br />

provinciale di Malta.<br />

• Nel Vicariato di Aleppo (Siria) i Frati appartengono<br />

alla Custodia di Terra Santa<br />

e sono nominati dal Custode.<br />

Osservazioni<br />

La situazione giuridica dei Frati che lavorano<br />

nei Vicariati non è uniforme, e ciò<br />

dipende anche dalla mancanza di Convenzioni<br />

scritte.<br />

Vi è poi la particolare situazione giuridica<br />

dei missionari che vengono da altre Province,<br />

specialmente nord-americane o europee,<br />

i quali sono usciti dalle loro Province<br />

madri e non sono inseriti nelle Province locali.<br />

3. Il personale<br />

1. Preti diocesani<br />

• A Galápagos (Ecuador) il Vescovo ha già<br />

8 Preti diocesani e cerca di avere il clero<br />

proprio e il seminario (attualmente con 4<br />

seminaristi).


520 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

• Nel Vicariato San José di Amazzonia vi<br />

sono 5 Preti diocesani, ma non c’è il seminario.<br />

• Nel Vicariato di Requena vi sono 2 Sacerdoti<br />

diocesani, ma senza seminario<br />

diocesano.<br />

• Nel Vicariato di San Ramon (Perù) vi sono<br />

6 Preti diocesani locali e 6 Preti “Fidei<br />

donum”, ed esiste anche il seminario<br />

minore. Il Vicariato ha attualmente 14<br />

seminaristi in formazione.<br />

• Nel Vicariato di Chávez in Bolivia vi sono<br />

3 Sacerdoti diocesani boliviani e uno<br />

tedesco. Sempre in Bolivia, nel Vicariato<br />

del Beni vi sono 7 Sacerdoti diocesanie3Gesuiti,eilseminariopropedeutico.<br />

• Nel Vicariato di Guapi (Colombia) sono<br />

incardinati 7 Preti; non c’è il seminario,<br />

ma vi sono 10 seminaristi che si formano<br />

nel seminario di Cali.<br />

• Nel Vicariato di Tripoli in Libia vi è un<br />

Prete diocesano di origine sudanese, un<br />

Sacerdote “Fidei donum” di Malta e un<br />

altro di Padova.<br />

• Nel Vicariato di Bengasi lavora anche un<br />

Sacerdote Salesiano.<br />

• La Prelatura de Jesús María del Nayar<br />

(Messico) ha 11 Sacerdoti diocesani, 15<br />

seminaristi e il seminario minore in<br />

Huajicou.<br />

2. Frati Minori<br />

• In Zamora (Ecuador) vi lavorano 7 Frati<br />

in due Fraternità.<br />

• In Galápagos (Ecuador) si lavorano 3<br />

Frati<br />

• In San Ramón (Perù) lavorano 12 Frati,<br />

di cui 10 della Provincia di San Francesco<br />

Solano, 1 di Valenzia in Spagna e 1<br />

dei Ss. Cirillo e Metodio in Croazia.<br />

• In Requena (Peru) lavorano 8 Frati appartenenti<br />

ad altre Province: 4 alla Provincia<br />

di Valenzia (Spagna), 2 alla Provincia<br />

di Granada (Spagna) e 2 alla Provincia<br />

di Santa Barbara (USA).<br />

• Nel Vicariato di San José di Amazzonia<br />

la Provincia di San Giuseppe in Canada<br />

ha 6 Frati di origine diversae2altriFrati<br />

nella casa di Iquitos (situata nella diocesi<br />

adiacente)<br />

• Nel Vicariato di Guapi in Colombia lavorano<br />

tre Frati della Provincia di Santa<br />

Fede, però in alcuni periodi vi si aggiungono<br />

i NovizieiProfessitemporanei.<br />

• Nel Vicariato di Chavez lavorano 15<br />

Frati Minori della Provincia boliviana, e<br />

12 nel Vicariato del Beni.<br />

• Nella Prelatura del Nayar (Messico) vi<br />

sono 16 Frati di cui 10 vivono insieme in<br />

due Fraternità e 6 vivono soli.<br />

• In Libia c’è soltanto il Vescovo francescano<br />

a Bengasi, originario della Provincia<br />

di Malta. Gli altri Frati vengono da varie<br />

Province dell’Ordine, vivono in due<br />

Fraternità–unaperVicariato–edipendono<br />

dal Ministro provinciale di Malta.<br />

• Nel Vicariato di Aleppo (Siria) lavorano<br />

13 Frati. Non vi è seminario.<br />

3. Difficoltà riguardanti il personale<br />

• La Provincia di San Francesco a Quito<br />

ha difficoltà di avere altri Frati disponibili<br />

per il Vicariato di Zamora e per la<br />

Prefettura di Galápagos.<br />

• La Provincia di San Francesco Solano<br />

non ha il personale sufficiente per provvedere<br />

ai bisogni dei due Vicariati.<br />

• Il Vicariato di Requena in Perù ha 8 Centri<br />

missionari sparsi in una vastissima regione,<br />

con due Sacerdoti diocesani e 8<br />

Frati Minori.<br />

• La Provincia di San Giuseppe in Canada<br />

non può più inviare Frati nel Vicariato, a<br />

causa dell’invecchiamento; la Custodia<br />

locale di San José dovrebbe avere qualche<br />

Frate disponibile fra qualche anno.<br />

• La Provincia di Santa Fede in Colombia<br />

ha difficoltà ad inviare altri Frati nel Vicariato<br />

di Guapi.<br />

• Il Vicariato di Chavez in Bolivia ha tre<br />

parrocchie con diverse comunità senza il<br />

Sacerdote.<br />

• La Provincia San Antonio di Bolivia sta<br />

inviando Frati giovani, ma non sono sufficienti,<br />

e inoltre vi è la difficoltà che nei<br />

Vicariati esistono “Fraternità regionali”<br />

ma non locali, e che a volte i Vescovi rimuovono<br />

alcuni Frati senza consultare il<br />

Ministro provinciale.<br />

• Per i due Vicariati in Libia, la Provincia<br />

di Malta non ha Frati disponibili e trova-


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

521<br />

re Frati da altre Province non è facile. In<br />

particolare a Tripoli c’è bisogno di un<br />

Frate di lingua italiana e a Bengasi di un<br />

Frate di lingua araba.<br />

• Il Vicariato di Galápagos ha bisogno di<br />

comunità di suore per la pastorale.<br />

In sintesi, si può dire che le difficoltà riguardanti<br />

il personale sono soprattutto le<br />

seguenti:<br />

– In primo luogo manca il numero di<br />

missionari, c’è bisogno di altro personale<br />

che non è facile avere.<br />

– Manca una preparazione dei missionari<br />

che vanno in questi territori di<br />

missione, e spesso i missionari non<br />

imparano la lingua locale indigena.<br />

– Un’altra difficoltà è rappresentata<br />

dall’età avanzata di alcuni missionari<br />

con conseguenti malattie.<br />

4. Situazione finanziaria<br />

1. Le risorse locali<br />

In genere le risorse locali sono minime e<br />

molto rare.<br />

I missionari che sono nei Vicariati del<br />

Perù hanno 25 $USA al mese dallo Stato,<br />

ma ciò è insufficiente, e va diminuendo. La<br />

popolazione locale è molto povera e può<br />

dare ben poco ai missionari.<br />

A Tripoli e a Bengasi (Libia) le offerte<br />

locali sono più o meno sufficienti per il sostentamento<br />

quotidiano del clero.<br />

2. Le risorse esterne<br />

I Vicariati che sono in Perù (Requena,<br />

San Ramón, San José di Amazzonia) e in<br />

Colombia vivono per il 90 % con gli aiuti<br />

che vengono da fuori. La maggiore quantità<br />

viene dalle Pontificie Opere Missionarie,<br />

dall’Infanzia Missionaria, oppure da Franciscan<br />

Missions (Waterford), e dagli organismi<br />

tedeschi (Adeveniat, Missionzentrale,<br />

altro).<br />

Il Vicariato di Chavez dipende per il 90<br />

% dalla Procura della Provincia di Baviera.<br />

Il resto dalla Congregazione per l’Evangelizzazione<br />

dei popoli. I Sacerdoti europei<br />

hanno i loro benefattori. Ma l’autofinanziamento<br />

per ora sembra impossibile.<br />

Il Vicariato di Galápagos è aiutato dalle<br />

Pontificie Opere Missionarie, da Adveniat,<br />

dalla Chiesa di Monaco e da Franciscan<br />

Missions di Waterford.<br />

Per Tripoli e Bengasi (Libia) aiuti esterni<br />

arrivano dalla Congregazione per l’Evangelizzazione<br />

dei Popoli e da organismi<br />

di solidarietà.<br />

Per il Vicariato diAleppo (Siria) arriva un<br />

aiuto annuo di 30.000 $USA dalla Congregazione<br />

per le Chiese Orientali, e nulla più.<br />

3. Il sostegno economico delle Province<br />

La Provincia di San Francesco a Quito,<br />

economicamente, non sostiene nulla; si interessa<br />

solo dei Frati che lavorano nel Vicariato<br />

o nella Prefettura.<br />

La Provincia di San Francesco Solano<br />

(Perù) non ha nessun fondo economico per<br />

i due Vicariati, però ospita i missionari in<br />

una casa a Lima e le spese sono ripartite al<br />

50% tra la Provincia e i Vicariati.<br />

La Provincia di San Giuseppe in Canada<br />

invia regolarmente sussidi al Vicariato di<br />

san José di Amazzonia (nel 2006: 82.000<br />

$CAN); e ogni missionario ha un conto personale<br />

nella Procura di Montréal. Però il<br />

sussidio diminuirà ogni anno del 20 %.<br />

La Provincia di Santa Fede in Colombia<br />

sostiene i tre Frati che lavorano nel Vicariato<br />

di Guapi con 2.800 $USA al mese.<br />

In Bolivia, i Vicariati sono mantenuti<br />

dalle Province madri (Toscana, Cantabria,<br />

Baviera); la Provincia locale sta cercando<br />

qualche forma di sostegno secondo le possibilità.<br />

La Provincia dei Ss. Francesco e Giacomo<br />

in Messico dà 78 mila pesos mensili alla<br />

Prelatura di cui 3 mila pesos mensili a<br />

ciascun Frate missionario e il resto al Vescovo.<br />

Osservazioni<br />

I Vicariati sono economicamente dipendenti<br />

per la quasi totalità, ed è impossibile<br />

pensare ad una autosufficienza locale.<br />

Il sostegno economico può venire da tre<br />

tipi di fonti: dalle Congregazioni romane<br />

oppure dalle Province locali oppure dagli<br />

Organismi di solidarietà e dai benefattori.<br />

Il sostegno che i missionari ricevono<br />

mensilmente è molto diverso da Vicariato a<br />

Vicariato.


522 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

5. Le difficoltà più consistenti<br />

1. La configurazione giuridica<br />

La non conoscenza degli elementi giuridici<br />

impedisce spesso di arrivare a redigere<br />

una Convenzione scritta per regolare i rapporti<br />

tra le parti.<br />

La mancanza di una Convenzione lascia<br />

nell’incertezza e nella confusione, dando<br />

così adito ad azioni non sempre corrette.<br />

La medesima chiarezza giuridica è necessaria<br />

per i missionari che arrivano da altre<br />

Province dell’Ordine, i quali hanno lasciato<br />

la Provincia di origine, ma non partecipano<br />

alla vita della Provincia locale e non<br />

informano sulle donazioni economiche che<br />

ricevono. E qui ci si chiede qual è effettivamente<br />

l’appartenenza all’Ordine di tanti<br />

Frati che vivono da soli.<br />

Nel medesimo quadro giuridico è importante<br />

la chiarezza sulle proprietà del Vicariato<br />

e quelle della Provincia.<br />

La poca chiarezza giuridica a volte danneggia<br />

o impedisce la collaborazione aperta<br />

tra il Vescovo e i Frati che lavorano nel<br />

Vicariato.<br />

Bisogna insistere sullo “Ius Commissionis”<br />

oppure sulla Convenzione bilaterale?<br />

2. Il supporto economico.<br />

I Vicariati, le Prefetture e la Prelatura vivono,<br />

per la quasi totalità, grazie agli aiuti<br />

che vengono dall’esterno: dalle Congregazioni<br />

romane, dalle Province o dai benefattori<br />

e organismi. Per le Province donatrici<br />

vi è il problema che non possono continuare<br />

ad inviare la somma del passato e devono<br />

diminuire progressivamente i loro aiuti.<br />

Dalla parte dei Vicariati vi è chi riceve<br />

molto e chi riceve poco: in alcuni casi i missionari<br />

ricevono fino a 400 $USA al mese,<br />

in altri 300 $USA oppure 100 $USA mensili,<br />

e in altri ancora molto meno o nulla.<br />

A livello pastorale, l’insicurezza economica<br />

impedisce tra l’altro di poter far fronte<br />

alle necessità dei catechisti e alla formazione<br />

degli animatori e rende difficile continuare<br />

opere di aiuto umanitario, come collegi<br />

per bambini poveri, case per anziani o<br />

malati. I bisogni più urgenti sono il mantenimento<br />

dei seminaristi, degli agenti pastorali<br />

e la realizzazione dei progetti pastorali.<br />

Il problema principale è quello del coordinamento<br />

delle economie indipendenti e<br />

l’altro, più ampio, di una economia di solidarietà<br />

che assicuri una equa distribuzione<br />

delle risorse tra i diversi Vicariati, tra i Frati<br />

e il clero diocesano all’interno dei Vicariati.<br />

3. Mancanza di personale<br />

Il personale è ovunque insufficiente e si<br />

riscontra la difficoltà di trovare nuovi missionari.<br />

Spesso i Frati delle Province non sono<br />

motivati ad andare nei Vicariati. Ed anche<br />

molti Frati missionari sono dispersi, vivono<br />

isolati, altri si invecchiano. Da questa<br />

difficoltà consegue che spesso i Vicariati<br />

non riescono a seguire tutta la popolazione e<br />

che il bisogno di avere una vita in fraternità<br />

rimane un desiderio. L’assenza del Sacerdote<br />

favorisce la proliferazione delle Sètte che<br />

si installano soprattutto nei luoghi che restano<br />

scoperti dalla presenza missionaria.<br />

E inoltre è necessario preparare i nuovi<br />

missionari e fare in modo che essi imparino<br />

la lingua locale indigena, per una migliore<br />

comunicazione e per arrivare a capire meglio<br />

la cultura indigena.<br />

4. Difficoltà pastorali<br />

Certe condizioni geografiche e ambientali<br />

rendono difficile una buona azione pastorale<br />

ed evangelizzatrice, come per esempio<br />

la difficoltà nelle comunicazioni telefoniche<br />

oppure viarie (terrestri) e la mancanza<br />

di un servizio postale efficiente.<br />

A volte anche la comunicazione tra i<br />

missionari e il Vescovo non è la migliore,<br />

con la conseguenza che si segue poco o<br />

niente il piano pastorale del Vicariato e della<br />

Prefettura o Prelatura.<br />

La mancanza di conoscenza della lingue<br />

e delle culture locali rende più difficile una<br />

buona “inculturazione” del Vangelo.<br />

In genere, si nota nella popolazione una<br />

scarsa formazione religiosa, una separazione<br />

tra la fede e la vita e una debole coscienza<br />

ecclesiale.<br />

5. Difficoltà particolari<br />

Riuscire ad avere l’assistenza sociale e<br />

sanitaria per i Preti diocesani locali.


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

523<br />

Il clima e le condizioni difficili in diverse<br />

zone dell’Amazonia non permettono a<br />

tutti di restarvi.<br />

La grande povertà di alcuni popoli indigeni,<br />

che generano problemi di tipo assistenziale,<br />

morale, sociale, culturale. Cui si<br />

aggiunge a volte la violenza terroristica, il<br />

narcotraffico, la crescita rapida della popolazione,<br />

la presenza di Sètte ostili.<br />

Alcuni Vescovi, formati e cresciuti nella<br />

vita francescana, soffrono a causa della solitudine<br />

oppure non hanno nemmeno una<br />

casa appropriata al loro ministero. Il vescovo<br />

di Aleppo non riesce a trovare un’altra<br />

casa, ora cadente e proprietà di un musulmano.<br />

FR.VINCENZO BROCANELLI<br />

4. La visione francescana della missione<br />

1. Le circoscrizioni ecclesiastiche speciali<br />

sono vere “missioni ad gentes”<br />

Secondo i più recenti documenti della<br />

Chiesa, la missio ad gentes «si caratterizza<br />

come opera di annunzio del Cristo e del suo<br />

Vangelo, di edificazione della chiesa locale,<br />

di promozione dei valori del Regno» (RM<br />

34) ed esiste quando:<br />

• in una regione o in un gruppo sociologico<br />

o etnico il Cristianesimo non è ancora<br />

o non è più conosciuto – come in certe<br />

regioni dell’America Latina o dell’Australia,<br />

oppure in certi gruppi<br />

nell’Europa laicizzata - e si chiede anzitutto<br />

il primo annuncio del Vangelo (prima<br />

evangelizatio);<br />

• in una regione dove non esiste ancora o<br />

non potrà mai esistere la Chiesa cattolica<br />

locale (es. Marocco, aree occupate totalmente<br />

da una religione non cristiana),<br />

mentre esistono comunità cattoliche locali<br />

formate solo da fedeli stranieri (missio<br />

praesentiae et solidaritatis);<br />

• in una regione dove la Chiesa locale «ancora<br />

non è stata radicata»” (CIC 786),<br />

non è pienamente costituita ed ha bisogno<br />

di personale e di mezzi adeguati (cf<br />

RM 33-34): (aedificatio ecclesiae).<br />

«Il vicariato apostolico, o la prefettura<br />

apostolica, è una determinata porzione del<br />

popolo di Dio che, per circostanze peculiari,<br />

non è ancora stata costituita come diocesi<br />

ed è affidata alla cura pastorale di un Vicario<br />

apostolico o di un Prefetto apostolico»<br />

(CIC 371,1). Si tratta di una circoscrizione<br />

ecclesiastica “speciale” che corrisponde alla<br />

terza forma di “missio ad gentes”: «l’impianto<br />

della chiesa nei popoli o gruppi nei<br />

quali ancora non ha messo radici» (AG 6)<br />

ciascuno nella fase o condizione propria<br />

che può essere ancora di inizio oppure di<br />

giovinezza, o anche di crescita verso la stabilità.<br />

È importante che questa coscienza “missionaria”<br />

sia viva e chiara non solo nei Vescovi,<br />

ma anche nelle Province che hanno<br />

ricevuto il ruolo di accompagnare e sostenere<br />

i Vicariati o le Prefetture e nei Frati<br />

Minori che vi offrono il loro servizio. Poiché<br />

l’aspetto “istituzionale-ecclesiastico”<br />

potrebbe prevalere e non fare più sentire<br />

queste strutture come luoghi di “missione”.<br />

2. I Vicariati, Prefetture, Prelature vivono<br />

in situazioni particolari di missione<br />

I Vicariati, le Prefetture e la Prelatura affidati<br />

alle cure del nostro Ordine vivono la<br />

missione con i poveri: sono al servizio di<br />

popolazioni emarginate, piccole numericamente,<br />

povere materialmente e culturalmente;<br />

oppure di piccole comunità cristiane<br />

formate da stranieri o clandestini (spec. nei<br />

Paesi musulmani).<br />

Qui il nostro carisma francescano può<br />

realizzarsi nella sua dimensione più specifica<br />

che è quella della “opzione per i poveri”,<br />

della solidarietà, della vicinanza, o meglio,<br />

dell’inserimento tra la gente semplice. Qui<br />

la missione deve coniugare la promozione<br />

umana con l’annuncio del Vangelo, la testimonianza<br />

di vita con il popolo e – per quanto<br />

è possibile – come il popolo, con la Parola<br />

di vita e di speranza.<br />

In secondo luogo alcuni Vicariati (Libia<br />

e Siria) sono presenti in contesti arabi e musulmani<br />

con difficoltà e caratteristiche particolari.<br />

Qui si vive la prima originaria forma<br />

della missione francescana, che è quella<br />

della pura presenza e della testimonianza di<br />

vita, e si lavora per tenere vivo il dialogo interreligioso<br />

e interculturale.


524 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

3. Un impegno missionario per la “aedificatio<br />

Ecclesiae”<br />

Tali realtà specificamente missionarie ci<br />

chiedono di rinnovare il nostro impegno,<br />

ma secondo una visione rinnovata delle<br />

missioni. Dopo il Concilio Vaticano II e in<br />

seguito alla rapida evoluzione della società<br />

mondiale molti cambiamenti sono avvenuti<br />

anche nella percezione della missione della<br />

Chiesa e dell’Ordine. Per cui oggi l’impegno<br />

per le missioni in genere, e nei Vicariati<br />

apostolici e Prefetture apostoliche in particolare,<br />

diventa una responsabilità comune,<br />

di tutta la Fraternità sia provinciale sia<br />

universale, essendo la missione non più<br />

un’attività riservata a pochi (i missionari),<br />

ma una ragione d’essere di tutti. Ordine,<br />

Province e Vescovi di tali circoscrizioni ecclesiastiche<br />

speciali sono chiamati e inviati,<br />

per evangelizzare popoli emarginati e per<br />

costituire la Chiesa locale, sapendo che la<br />

forma attuale (Vicariato o Prefettura o Prelatura)<br />

è di natura transitoria ed è orientata a<br />

svilupparsi fino a divenire Diocesi ordinarie.<br />

In questa prospettiva è, quindi, molto<br />

importante promuovere la formazione del<br />

clero diocesano locale e di creare le strutture<br />

indispensabili per la vita di una Diocesi.<br />

4. Lo stile francescano nei Vicariati e<br />

nelle Prefetture<br />

Essendo stata affidata al nostro Ordine<br />

l’attività missionaria in queste realtà particolari,<br />

questa si svolgerà secondo lo spirito<br />

e lo stile del nostro carisma.<br />

La missione francescana si vive in fraternità.<br />

Francesco non manda mai un fratello<br />

solo per il mondo. La fraternità e la comunione<br />

sono il punto di partenza e il cuore<br />

della missione francescana. Noi siamo<br />

una “fraternità-in-missione” e «la testimonianza<br />

della fraternità è il nostro modo originale<br />

di evangelizzare» (Capitolo generale<br />

1991, L’Evangelizzazione oggi). Ciò vuol<br />

dire che nessun missionario vive più da solo,<br />

ma appartiene ad una Fraternità, fa riferimento<br />

ad un progetto missionario della<br />

Fraternità, opera nello spirito e in nome della<br />

Fraternità.<br />

I missionari francescani vivono “in mezzo”<br />

alla gente, di cui condividono lo stile di<br />

vita, le fatiche e le speranze. Del popolo al<br />

quale sono inviati i missionari imparano la<br />

lingua propria, anche se la maggior parte<br />

delle persone conosce ad esempio lo spagnolo,<br />

non solo per poter comunicare meglio<br />

ma anche per poter entrare nella cultura<br />

e nella mentalità della gente. Ed anzi,<br />

«cooperano volentieri nel favorire un processo<br />

di inculturazione» che permetta al popolo<br />

«di vivere e di celebrare la propria fede<br />

con modalità congeniali alla propria indole»<br />

(CCGG 92,2).<br />

I Frati missionari operano per il Regno di<br />

Dio e annunciano l’amore infinito e universale<br />

del Padre. Per costruire il Regno i missionari<br />

lavorano per la dignità delle persone,<br />

per la giustizia e per la riconciliazione,<br />

per formare le coscienze ai valori del Regno,<br />

per edificare una fraternità universale.<br />

Il missionario francescano cura in particolare<br />

la qualità delle relazioni inter-personali,<br />

anche prima delle opere, poiché il Frate<br />

Minore è un uomo in relazione e perché<br />

la missione comincia con le relazioni evangeliche,<br />

in semplicità e fraternità. In questo<br />

senso il missionario francescano è sempre<br />

colui che favorisce incontri con tutti e costruisce<br />

ponti di collegamento e di collaborazione.<br />

La missione del francescano è soprattutto<br />

“antropologica”, si rivolge cioè alla persona<br />

umana, accolta e valorizzata per quello<br />

che è, con il suo bagaglio umano culturale<br />

e religioso, andando oltre alla concezione<br />

meramente “territoriale” della missione.<br />

Lo stile francescano della missione mette<br />

in primo piano la “proclamazione silenziosa”(cfCCGG<br />

89,1) o testimonianza della<br />

vita, in cui il missionario che vive e segue<br />

il Cristo lo “mostra” agli altri vivente in se<br />

stesso, senza voler “dimostrare” con argomenti<br />

la verità del Regno di Dio. E poi,<br />

quando il Signore permetterà la “proclamazione<br />

esplicita”(cfCCGG 89,2), il missionario<br />

annuncia l’amore di Dio “invitando”<br />

(senza costrizioni) le persone ad avvicinarsi<br />

al Dio della misericordia, della riconciliazione,<br />

della pace e della grazia.<br />

Il Frate missionario opera per la costruzione<br />

della Chiesa locale, collaborando con<br />

il Vescovo, inserendosi nel suo progetto pa-


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

525<br />

storale e lavorando anche per la nascita di<br />

un clero locale (implantatio Ecclesiae).<br />

Tuttavia egli lavora anche per la “implantatio<br />

Ordinis”, facendo conoscere Francesco<br />

e Chiara, suscitando, accogliendo e accompagnando<br />

le vocazioni locali, contribuendo<br />

così alla nascita di un francescanesimo autoctono,<br />

dono dello Spirito alla Chiesa locale.<br />

Il francescano che si fa minore con i<br />

semplici e con i piccoli, si affida ai mezzi<br />

semplici, e anche poveri, per la sua missione,<br />

poiché egli sa che i mezzi umani sono<br />

impotenti per diffondere il Regno che Dio<br />

solo può dare, e sa pure che il Signore vuole<br />

scegliersi lui stesso i mezzi più deboli, affinché<br />

sia manifesto che è Lui che agisce<br />

nel cuore delle persone.<br />

Per il francescano qualsiasi opera o istituzione<br />

è un luogo e un mezzo per la missione<br />

evangelica (e non per la propria autorealizzazione)<br />

e per la crescita della coscienza<br />

e della responsabilità del popolo.<br />

Così, più concretamente, il missionario<br />

francescano impianta strutture semplici<br />

(Chiese, Episcopi, case per catechisti o per<br />

missionari…), costruite con la partecipazione<br />

della popolazione locale e che possono<br />

essere mantenute in futuro con le forze e<br />

le possibilità locali.<br />

Egli, il missionario, avvia e sostiene opere<br />

umanitarie (scuole, centri sanitari, case di<br />

accoglienza…), ma di piccole dimensioni,<br />

poiché permettono di restare più facilmente<br />

vicino al popolo e al servizio dei poveri, e<br />

danno anche la possibilità di poterle sostenere<br />

senza grandi aiuti dall’estero. Le grandi<br />

opere in contrasto con il contesto socioeconomico<br />

deformano l’immagine della<br />

missione evangelica, creano facilmente dipendenza<br />

e costituiscono il maggior ostacolo<br />

ad una autentica promozione umana.<br />

Per vivere bene tutto ciò, è importante<br />

che in ciascuno degli attori (Vescovi, Provinciali,<br />

missionari) si rinnovi il senso di<br />

appartenenza alla medesima Chiesa e alla<br />

stessa Famiglia francescana.<br />

Ed infine siamo sempre più coscienti che<br />

anche per i missionari che vanno nei Vicariati<br />

o Prefetture o Prelatura (come per quelli<br />

che vanno in altre missioni dell’Ordine) è<br />

importante una buona preparazione previa<br />

immediata (sull’esempio di quella data a<br />

Bruxelles), attraverso la quale il nuovo missionario<br />

è introdotto nella visione francescana<br />

della missione e nella vita di un fraternità<br />

multiculturale, e viene equipaggiato<br />

degli strumenti necessari (inculturazione,<br />

dialogo, giustizia e pace, promozione umana,<br />

ecc.).<br />

5. Una rinnovata collaborazione missionaria.<br />

Come soddisfare al mandato della Chiesa<br />

nelle circoscrizioni ecclesiastiche missionarie?<br />

Lo spirito di servizio e di solidarietà sono<br />

il punto di partenza per poter sviluppare<br />

e migliorare la collaborazione missionaria.<br />

Servizio e solidarietà che devono essere<br />

coltivate e rinnovate periodicamente.<br />

Concretamente, la collaborazione missionaria<br />

nelle circoscrizioni ecclesiastiche<br />

speciali affidate all’Ordine riguarda due<br />

aspetti principali (cf S. Congregazione per<br />

l’Evangelizzazione dei popoli, Relationes<br />

in territoriis , Roma 1969, n.14-15):<br />

• Collaborazione nel rispetto dei diritti e<br />

dei doveri del Vescovo da una parte e<br />

dell’Ordine francescano dall’altra. Al<br />

Vescovo va tutto il rispetto per la sua<br />

“potestà propria, ordinaria e immediata”<br />

e tutta la collaborazione in quanto “capo<br />

e centro unitario dell’apostolato”; all’Ordine<br />

è riservato il diritto di conservare<br />

il proprio carisma, “la propria fisionomia<br />

spirituale e la debita autonomia”,<br />

“la possibilità di fondare case ‘ad normam<br />

iuris’ e di promuovere vocazioni”,<br />

e anche il dovere dell’ “invio di personale<br />

e di congrui aiuti”.<br />

• Collaborazione nell’economia e nei beni<br />

temporali, distinguendo i beni che appartengono<br />

a persone morali, dipendenti<br />

direttamente dall’Ordinario, dai beni che<br />

appartengono a persone morali, dipendenti<br />

dall’Ordine, e sempre rispettando<br />

la volontà dei donatori. A questa collaborazione<br />

va aggiunta la solidarietà di<br />

condivisione che assicuri una distribuzione<br />

equa delle risorse economiche tra i<br />

missionari, tra questi e il clero locale, e


526 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

tra i vari Vicariati. Ricordiamoci che il<br />

denaro è per la missione.<br />

• La stipulazione di contratti o convenzioni<br />

particolari. Tutto ciò deve essere regolato<br />

da una convenzione scritta da stipularsi<br />

tra i Vescovi e le Province o la Curia<br />

generale dei Frati minori, come<br />

richiesto dal Concilio (AG 32), dalla S.<br />

Congregazione per l’evangelizzazione<br />

dei popoli (Relationes in territoriis, 16)<br />

e dalle nostre Costituzioni generali (art<br />

120,1).<br />

Conclusione<br />

La cura delle circoscrizioni missionarie<br />

speciali affidate al nostro Ordine si iscrivono<br />

nella prospettiva generale che è così ben<br />

descritta nelle Costituzioni generali (art<br />

116, 1-2):<br />

«L’intera nostra fraternità è missionaria<br />

e partecipa della missione della Chiesa, secondo<br />

l’esempio di san Francesco e la sua<br />

volontà espressa nella Regola. Pertanto<br />

ogni frate, consapevole della propria responsabilità,<br />

si assuma la sua parte nell’opera<br />

missionaria. I frati si premurino di<br />

adattare l’Ordine all’indole di ciascun popolo<br />

e di impiantarlo, fin dall’inizio, in ogni<br />

parte del mondo, e curino che venga inserito<br />

nelle Chiese particolari!».<br />

5. Orientaciones y Acuerdos<br />

FR.VINCENZO BROCANELLI<br />

Los días 8-9 de septiembre del año 2006,<br />

en la Curia general de la <strong>OFM</strong> de Roma, se<br />

celebró el I Encuentro del Ministro general<br />

y del Definitorio general con los Vicarios,<br />

Prefectos y Prelados (=VPA) de los 13 Vicariatos/Prefecturas<br />

y Prelaturas (=VPP)<br />

que la Santa Sede confió a la Orden de los<br />

Hermanos Menores. Al Encuentro, convocado<br />

por el Ministro General de la Orden,<br />

Fr. José Rodríguez Carballo, con el beneplácito<br />

de la Congregación para la Evangelización<br />

de los Pueblos, asistieron los 11 Vicarios<br />

Apostólicos, 1 Prefecto Apostólico y<br />

1 Prelado Apostólico, todos los miembros<br />

del Definitorio general <strong>OFM</strong>, así como los<br />

7 Ministros provinciales de las Entidades a<br />

las que la Orden confió la responsabilidad<br />

directa de dichos territorios misionales, los<br />

miembros del Secretariado general de la<br />

Orden para la Evangelización, y otros invitados.<br />

El Encuentro tenía los siguientes objetivos<br />

fundamentales: conocer la situación real<br />

de los VPP –situación jurídica, de personal<br />

y económica-, y señalar alguna vía de<br />

solución a las dificultades que se plantean<br />

en dichas circunscripciones eclesiásticas,<br />

en las que en estos momentos viven y trabajan<br />

116 Hermanos Menores, junto a otros<br />

sacerdotes diocesanos, religiosos, religiosas<br />

de diversos Institutos. El encuentro<br />

transcurrió en un clima de gran fraternidad.<br />

Los participantes han manifestado, en<br />

repetidas ocasiones, el reconocimiento de la<br />

Orden a la Sede Apostólica por la confianza<br />

que supone haberle confiado estos territorios<br />

de misión, y el reconocimiento a todos<br />

los Hermanos O.F.M. y al clero diocesano,<br />

a los religiosos, a las religiosas y a los laicos<br />

que trabaja en los VPP confiados a la<br />

Orden.<br />

Orientaciones<br />

Al final del encuentro se propusieron las<br />

siguientes orientaciones:<br />

1. La Orden considera los VPP a ella confiados<br />

como verdaderas misiones franciscanas,<br />

al mismo nivel de cualquier otro<br />

proyecto misionero de la Orden. Por este<br />

motivo la Curia general y las Provincias,<br />

particularmente a las que le ha sido confiado<br />

directamente uno de estos territorios<br />

misioneros, renuevan su responsabilidad<br />

hacia ellos, y, en la medida de sus<br />

posibilidades, renuevan también su<br />

apoyo y su colaboración con dichos<br />

VPP.<br />

2. Los VPP se presentan como ambientes<br />

privilegiados para la misión franciscana,<br />

pues en ellos se viven situaciones muy<br />

en sintonía con el carisma franciscano,<br />

presentando las siguientes características<br />

principales:<br />

• La mayor parte de los VPP confiados<br />

a la Orden son misiones al servicio de<br />

poblaciones indígenas marginadas,


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

527<br />

estén de acuerdo con nuestra condición<br />

de pobres y menores.<br />

5. Creemos que es fundamental que entre<br />

los VPA, los misioneros y las Provincias<br />

a las cuales se les confiaron directamente<br />

los VPP, se desarrolle un diálogo fraterno<br />

y de estrecha colaboración.<br />

6. Es necesario llegar a la firma de un contrato<br />

entre los VPP y las Provincias a las<br />

que les han sido confiados. Dicho contrato<br />

debe ser ratificado por el Ministro<br />

general y su Definitorio.<br />

7. El contrato ha de ser elaborado en clima<br />

fraterno y en proceso de discernimiento<br />

de las necesidades reales de los VPP y<br />

las posibilidades de las Provincias respectivas.<br />

En él vengan contemplados<br />

los derechos y las obligaciones de ambas<br />

partes, las formas de colaboración, la solidaridad<br />

en personal y en medios económicos,<br />

la vida pastoral y espiritual.<br />

8. Para el crecimiento de los VPP es necesario<br />

cultivar y formar adecuadamente<br />

nuevas vocaciones. Para ello los VPP fomenten<br />

el Cuidado Pastoral de las vocaciones<br />

para la vida diocesana y para la<br />

vida religiosa. Las Provincias que tienen<br />

encomendado uno o varios VPP promuevan<br />

las vocaciones para estos territorios<br />

de misiones, sin olvidar los otros<br />

proyectos misioneros de la Orden. En<br />

cualquier caso préstese especial atención<br />

al discernimiento y al acompañamiento<br />

vocacional, liberándoles de la tentación<br />

del número y de la eficacia.<br />

9. Consideramos fundamental dar una formación<br />

adecuada para la misión, tanto a<br />

los que ya se encuentran en los territorios<br />

de misión como a los nuevos. Para<br />

ello se vea la posibilidad de abrir una fraternidad<br />

con capacidad para acoger misioneros<br />

para los VPP y formarles en la<br />

visión franciscana de la misión.<br />

10. Para una mayor solidaridad económica<br />

entre los VPP es importante:<br />

• Educar a una economía franciscana<br />

que sea transparente y solidaria a la<br />

vez, en los Hermanos de un mismo<br />

Vicariato.<br />

• Crear un “fondo común” para lo VPP<br />

en las Provincias que tienen la respobres<br />

y pequeñas, numéricamente<br />

hablando. En este contexto bien podemos<br />

afirmar que la misión de estos<br />

VPP son para los pobres y con los pobres.<br />

Es una opción por la “Iglesia pobre”.<br />

• Algunos de nuestros Vicariatos realizan<br />

su misión, a veces no exenta de<br />

conflictos, en un ambiente de<br />

mayoría musulmana, o en contacto<br />

permanente con otras Iglesias cristianas.<br />

Este contexto se revela particularmente<br />

adecuado para desarrollar el<br />

diálogo ecuménico, interreligioso e<br />

intercultural.<br />

3. En cuanto a estos últimos, los Vicariatos<br />

y otras presencias en contexto musulmán,<br />

sentimos la necesidad de señalar<br />

cuanto sigue:<br />

• la Orden anima e invita a los Hermanos<br />

a valorar y estar presentes en dichos<br />

territorios de misión.<br />

• Conscientes del desafío que representa<br />

hoy el Islám en el mundo, los Hermanos<br />

deben estar preparados espiritual<br />

y culturalmente par vivir esta herencia<br />

de Francisco en sintonía con la<br />

Iglesia de hoy.<br />

• En el discernimiento de los candidatos<br />

para la misión en dichos territorios,<br />

ténganse en cuenta las urgencias<br />

pastorales de las distintas Iglesias<br />

particulares, tanto para una inserción<br />

cultural árabe-cristiano, como para<br />

una servicio en diversos sectores de la<br />

vida social (cárceles, hospitales,<br />

escuelas...).<br />

4. El Hermano Menor está llamado a vivir<br />

las exigencias fundamentales de su vocación<br />

en cualquier situación en que se<br />

encuentre. Por ello en los VPP su misión<br />

ha de vivirse según las Prioridades de la<br />

Orden y el estilo franciscano: misión en<br />

fraternidad y con la fraternidad, inserción<br />

en el pueblo, inculturación, testimonio<br />

de vida y proclamación explícita<br />

del Evangelio (cuando ello es posible y<br />

querido por el Señor), trabajo por la “implantatio<br />

Ecclesiae” y por la “implantatio<br />

Ordinis”, erección de obras socio-humanitarias<br />

sencillas, y con medios que


528 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ponsabilidad de dichos territorios misioneros.<br />

• Este “fondo común” se forme principalmente<br />

con las ayudas que lleguen<br />

de las “Provincias madres” y de otras<br />

Entidades.<br />

• Formar y conformar un grupo de Hermanos<br />

especiazados en esta área, para<br />

un seguimiento y monitoreo. La<br />

Curia ayude con un hermano, según<br />

sus posibilidades, para formar y gestionar<br />

este fondo.<br />

11. La Curia general, a través del Secretariado<br />

general para la Evangelización,<br />

Franciscan Missions de los EEUU y<br />

otras instituciones de la Orden, intentará,<br />

en la medida de lo posible, continuar y<br />

potenciar su solidaridad con los VPP encomendados<br />

a la Orden, particularmente<br />

en el campo de la formación y las necesidades<br />

sanitarias de los Hermanos que<br />

trabajan en ellos.<br />

Acuerdos<br />

1. El Ministro general escriba una carta a<br />

toda la Orden pidiendo solidaridad de<br />

personal y de medios con los VPP.<br />

2. Celebrar otro encuentro a finales 2008,<br />

evaluando la posibilidad de invitar a<br />

otros obispos franciscanos.<br />

3. En dicho encuentro, entre otros asuntos,<br />

se evaluará el camino recorrido en estos<br />

campos:<br />

Contratos<br />

• Elaboración de los contratos entre los<br />

VPP y las Provincias responsables de<br />

dichos territorios misioneros.<br />

Formación<br />

• Formación de los actuales misioneros:<br />

Actividades concretas de formación<br />

permanente realizadas en este<br />

campo durante estos dos años.<br />

• Formación de nuevos misioneros en<br />

relación con cuanto se propone en el<br />

n. 9 de las Orientaciones precedentes.<br />

• Formación de las vocaciones autóctonas<br />

según el n. 8 de las Orientaciones<br />

precedentes.<br />

Personal<br />

• ¿Cómo se hizo la animación misional<br />

en las Provincias encargadas de los<br />

VPP para suscitar entre los Hermanos<br />

nuevas vocaciones misioneras para<br />

los VPP?<br />

• ¿Cómo se potenció la colaboración a<br />

nivel de personal de otras Provincias<br />

con los VPP?<br />

Economía<br />

• ¿Qué pasos se dieron en relación al<br />

“fondo común”, según el n. 10 de las<br />

Orientaciones precedentes?<br />

4. Que la Curia general, a través de los Definidores<br />

de zona y del Secretariado general<br />

para la Evangelización, acompañe<br />

la puesta en práctica de estos acuerdos.<br />

Roma, 9 de septiembre de 2006<br />

2. Bruxelles – Terza sessione di formazione<br />

missionaria interfamilaire<br />

La terza sessione di formazione interfamilare<br />

per i missionari “ad gentes” si è conclusa<br />

il sabato 25 novembre 2006, nella<br />

Fraternità “Notre Dame des Nations” a<br />

Bruxelles.<br />

Alla preparazione hanno partecipato 14<br />

missionari francescani di lingua inglese: 5<br />

Frati Minori per le missioni di Myanmar,<br />

Tailandia, Kenya e Zimbabwe; 5 Frati Cappuccini<br />

per India, Uganda; 4 Frati Conventuali<br />

per Kenya, Turchia, Kazakstan e Cina.<br />

Lo scopo fondamentale della formazione<br />

è di introdurre i missionari alla vita di<br />

fraternità multiculturale, accompagnarli<br />

nell’approfondimento della loro vocazione<br />

missionaria, prepararli ad una comune visione<br />

francescana della missione e dar loro<br />

gli strumenti necessari per poter accostare<br />

culture diverse e mettersi al servizio di altre<br />

chiese sorelle.<br />

Nella valutazione finale tutti i partecipanti<br />

e gli accompagnatori hanno messo in<br />

rilievo il valore positivo dell’esperienza di<br />

Bruxelles. Condividere per tre mesi la stes-


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

529<br />

sa vita nella medesima casa ha fatto cadere<br />

certi pregiudizi degli uni sugli altri, ha aperto<br />

gli spiriti e gli orizzonti anche culturali, e<br />

ha fatto sentire tutti come un’unica famiglia<br />

nel nome dello stesso Francesco di Assisi e<br />

per le medesima causa che è la costruzione<br />

del Regno di Dio su questa terra.<br />

A conclusione si è avuta una solenne celebrazione<br />

presieduta del Ministro generale<br />

Fr. José Carballo. Durante la Messa è stato<br />

celebrato l’invio alla missione, espresso dai<br />

rappresentanti di ciascun Ordine, i quali<br />

hanno anche consegnato a ciascuno il testo<br />

della Regola bollata e il Crocifisso di San<br />

Damiano come segno dell’impegno a partire<br />

e a vivere il Vangelo che si vuole portare<br />

agli altri.<br />

La preparazione immediata dei missionari<br />

francescani appare sempre di più come<br />

un’esigenza imprescindibile e continuerà<br />

con una sessione in lingua francese che si<br />

terrà nei primi mesi di ogni anno.<br />

3. I Francescani con i lebbrosi in Cina<br />

«Qui si può fare qualsiasi attività religiosa,<br />

purché non appaia pubblicamente».<br />

In questi termini sintetizza la condizione<br />

della Chiesa in Cina un amico che ha un’esperienza<br />

decennale in questo grande Paese<br />

asiatico. Il governo controlla tutta la vita<br />

della Chiesa. La cosiddetta Chiesa ufficiale,<br />

che si è iscritta all’Associazione patriottica<br />

della Chiesa cattolica in Cina ed è riconosciuta<br />

legalmente, non può svolgere alcuna<br />

attività religiosa all’esterno delle<br />

chiese. La Chiesa “underground”, che non<br />

si è manifestata e non si è iscritta, è considerata<br />

illegale e deve vivere in totale clandestinità,<br />

specialmente dove l’Associazione<br />

patriottica è organizzata. I sacerdoti e religiosi<br />

stranieri possono restare in Cina solo<br />

per un lavoro professionale riconosciuto,<br />

senza manifestare la loro identità religiosa,<br />

pena l’immediata espulsione. Quindi pubblicamente<br />

nessuno può fare opera di evangelizzazione.<br />

Sembra che lo scopo ultimo<br />

della politica del governo sia quello di sospingere<br />

sempre di più la religione nell’ambito<br />

della vita personale e privata, per to-<br />

glierle ogni sostegno teologico e istituzionale<br />

fino a far morire la Chiesa di asfissia.<br />

Viaggiando nelle città e nelle campagne<br />

non si vedono segni o luoghi di culto. E ciò<br />

fa pensare che quello cinese sia diventato<br />

un popolo senza religione.<br />

Esiste tuttavia ancora una possibilità di<br />

vivere e testimoniare il Vangelo attraverso<br />

le opere sociali e umanitarie. Il governo cinese<br />

accetta e apprezza le organizzazioni<br />

che s’impegnano in attività socio-umanitarie,<br />

come le cliniche, le scuole nelle campagne<br />

o i progetti di sviluppo agricolo. In queste<br />

istituzioni possono inserirsi le suore e i<br />

religiosi come normali impiegati od operai,<br />

senza mai svelare la loro identità specifica.<br />

Il loro servizio, guidato da una motivazione<br />

puramente evangelica e spesso anche gratuito,<br />

è sempre molto apprezzato e diventa<br />

una testimonianza silenziosa di qualcos’altro<br />

che va al di là del lavoro svolto.<br />

Un felice esempio di questa “via cinese”<br />

della missione è il lebbrosario della misericordia<br />

a Shangluo, nella provincia dello<br />

Shanxi. In questo luogo situato in mezzo ai<br />

monti, lontano dalle abitazioni delle famiglie,<br />

vi è oggi una grande struttura che è diventata<br />

in breve tempo il miglior lebbrosario<br />

della regione e un modello per tutta la<br />

Cina.<br />

Qui lavora Fr. Luigino Belloli, di origine<br />

lombarda e già da un decennio in Cina. Oggi<br />

è il Guardiano della piccola Fraternità<br />

che gestisce il lebbrosario di Shangluo ed<br />

insieme ai due confratelli coreani si è dichiarato<br />

ufficialmente come francescano e<br />

come tale è accettato dalle autorità civili.<br />

Gli è però interdetto di fare qualsiasi tipo di<br />

attività religiosa o di proselitismo. In realtà<br />

Fr. Luigino, oltre a guidare e animare la piccola<br />

comunità, è incaricato del “fundrising”,<br />

ossia di cercare i fondi per mantenere<br />

e far funzionare il lebbrosario. In un breve<br />

dialogo con lui, ho altre preziose<br />

informazioni.<br />

– Quando è iniziato il lebbrosario di Shangluo?<br />

Il lebbrosario esisteva già in una forma<br />

molto semplice, con pochi servizi e con personale<br />

coreano. Nel 1990 Fr. Stefano, anche


530 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

lui coreano, ha sviluppato la cooperazione<br />

tra Cina e Corea, si è inserito nel quadro<br />

della collaborazione ufficiale tra i due Paesi<br />

ed ha ricostruito interamente il lebbrosario<br />

con criteri più moderni. Poi a Fr. Stefano<br />

si sono aggiunti Fr. Raimondo, coreano,<br />

e recentemente sono arrivato anch’io, costituendo<br />

così una piccola Fraternità all’interno<br />

del medesimo lebbrosario.<br />

– Quanta gente ospita il lebbrosario e<br />

quanto personale vi lavora?<br />

Oltre ai noi frati, vi sono tre suore francescane<br />

coreane, qualche suora clandestina<br />

cinese, un piccolo gruppo di 5 volontari e<br />

qualche impiegato inviato dal governo. I<br />

pazienti sono attualmente 72, con in più 5<br />

altri malati di lebbra che sono ancora contagiosi<br />

e perciò alloggiati e curati a parte.<br />

– La lebbra è una malattia ancora molto<br />

diffusa in Cina?<br />

La lebbra è un problema serio in Cina. A<br />

Pechino esiste un ufficio del governo centrale<br />

per i lebbrosi, poiché la malattia è molto<br />

più diffusa di quanto si vuol far credere.<br />

Solo nella Provincia di Guizhou, al sud, vi<br />

sono 60.000 malati di lebbra ufficialmente<br />

dichiarati, ma ve ne sono molti di più. In<br />

ogni provincia della Cina esistono lebbrosari<br />

più o meno organizzati ed efficienti.<br />

Solo un Padre gesuita di Macao ha costruito<br />

o rinnovato 200 lebbrosari nel sud della<br />

Cina.<br />

– Come si regge economicamente il vostro<br />

lebbrosario?<br />

Il lebbrosario di Shangluo è sostenuto da<br />

alcune fondazioni cattoliche coreane, da altre<br />

associazioni occidentali, dall’Ordine dei<br />

Frati Minori e per il 15/20 % dal governo<br />

che fornisce tre dottori stabili.<br />

– Accanto all’attuale lebbrosario è stata<br />

costruita una nuova struttura prevista<br />

per la cura dei malati di Aids, ma non è<br />

ancora funzionante. Qual è la diffusione<br />

dell’Aids in Cina?<br />

L’epidemia di Aids è ancora praticamente<br />

al di fuori di ogni controllo delle autorità.<br />

La malattia si è già diffusa in maniera impressionante,<br />

tanto che è impossibile stabilirne<br />

una statistica. I pochi centri di cura esistenti<br />

sono visti con sospetto e con timore.<br />

L’intervento delle autorità civili in questo<br />

settore è ancora molto scarso.<br />

– E voi francescani, frati e suore, come vivete<br />

questo servizio in favore dei lebbrosi?<br />

Noi ci sentiamo come in una grande famiglia.<br />

I nostri malati ci amano molto, ci<br />

considerano loro amicieipiùanzianicome<br />

loro figli. E poi il servizio che offriamo rappresenta<br />

un esempio per i cattolici e per i cinesi,<br />

i quali ammirano gli stranieri che si<br />

prendono cura dei loro lebbrosi. Il nostro<br />

servizio rappresenta anche una novità, poiché<br />

nella Chiesa in Cina non è permesso<br />

avere opere sociali. Pur non potendo svolgere<br />

alcuna attività religiosa e pastorale<br />

pubblica ed esplicita, il servizio e l’esempio<br />

che cerchiamo di offrire con libertà e gratuità<br />

trasmette il messaggio evangelico dell’amore<br />

del prossimo.<br />

I primi “luoghi” dell’evangelizzazione<br />

sono i bisogni primari dell’uomo, come la<br />

vita e la salute. Tali luoghi si trasformano in<br />

“appelli” che s’incontrano ovunque e attraversano<br />

ogni cultura. La risposta a tali appelli<br />

e bisogni universali dell’uomo apre lo<br />

spazio alla missione “per contagio”. E il<br />

primo bisogno, la prima risposta, la prima<br />

missione è quella dell’amore.<br />

FR.VINCENZO BROCANELLI


E POSTULATIONE GENERALI<br />

1. Litterae Apostolicae. Venerabili Dei<br />

Servae Eurosiae Fabris Barban Beatorum<br />

honores decernuntur<br />

BENEDICTUS PP. XVI<br />

Ad perpetuam rei memoriam. «Mulier se<br />

ipsa invenire nequit nisi aliis amorem donando»<br />

(IOANNES PAULUS II, Epistula Apostolica<br />

Mulieris dignitatem, 30).<br />

Venerabilis Dei Serva Eurosia Fabris, in<br />

humilitate ac simplicitate Franciscali, in<br />

Spiritu Sancto amavit (cfr Rom 5,5) omnes<br />

homines, quos Providentia posuit eius in<br />

terrestri itinere: maritum videlicet, fìlios<br />

plurimosque indigentes. Ita Divini Redemptoris<br />

vestigia secuta est atque operam<br />

dedit adiutricem Regno Dei in orbe terrarum<br />

propagando.<br />

Fidelis haec Evangelii testis orta est die<br />

xxvii mensis Septembris anno MDCCCLXVI<br />

in pago Quinto Vicentino de quadam christiana<br />

familia, quae breve post tempus Marolam<br />

transmigravit. Litterarum ludum primis<br />

annis frequentavit, at deinde necesse<br />

fuit ei in agris et domi auxiliari in operibus<br />

explendis. In adolescentia assidue legitabat<br />

libros Historiae Sacrae et docuit catechismum<br />

in paroecia.<br />

Viginti annos nata operam praestare coepit<br />

apud Carolum Barban, proximum domi,<br />

qui viduus erat duabus cum filiabus. Amanter<br />

sese iis dicavit et impertivit puellis aequam<br />

institutionem religiosam. Die v mensis<br />

Maii anno MDCCCLXXXVI nuptias iniit<br />

cum Carolo Barban, etiam ut melius pergeret<br />

iam inceptum caritatis servitium. Ex hoc<br />

coniugio, mundo et fecundo, novem fìlii<br />

sunt nati. Serva Dei diligenter munera explevit<br />

matris et sponsae, maritum fìdeliter<br />

amans eumque adiuvans ut indolis contineret<br />

impulsus, filios educans verbo ac exemplo<br />

eosque consilians prudenter in vocationis<br />

discrimine.Tres eorum demum facti<br />

sunt sacerdotes. Insuper in domo sua alios<br />

quoque accepit pueros indigentes, praebens<br />

iis maternos affectus eosque educans in fide<br />

christiana. Ut familiae contribueret sustentationi,<br />

opus navabat sartricis.<br />

Anno MCMXX nomen dedit Tertio Ordini<br />

Franciscali eiusque sedulo vixit spiritalia<br />

consilia. In quotidianis officiis explendis<br />

viam invenit ut ascenderet ad usque altiores<br />

gradus evangelicae perfectionis utque virtutes<br />

exerceret christianas. Nam verbo et<br />

exemplo testata est fidem eamque iis communicavit<br />

quibus occurrebat. Solas veras divitias<br />

aestimabat Deum amare, et revera<br />

amavit Eum cunctis viribus suis, in Eum firmiter<br />

credidit, Eius voluntati adhaesit Eiusque<br />

«Sanctam Legem» observavit. Paradisi<br />

spes ei vim dedit plurimas aggrediendi difficultates<br />

et dolores. In tribulationibus fidenter<br />

se Patri caelesti committebat, quem constanter<br />

in oratione invocabat, saepe preces repetens<br />

et iaculatorias. Spiritalitatem suam aluit<br />

devotione in Sanctissimam Trinitatem, lesu<br />

Passionem, Eucharistiam et Virginem Mariam,<br />

cuius Sanctuarium in Monte Berico<br />

frequenter peregrina petebat. Oboediens et<br />

docilis fuit erga Ecclesiae Magisterium atque<br />

singularem habuit reverentiam et aestimationem<br />

in Domini ministros.<br />

Ferventer se dicavit catechesi tradendae<br />

et scholam consutionis, domi institutam, in<br />

vitae scholam commutavit pro tot puellis<br />

quas materne conducebat in vias Domini.<br />

Singularem curam habuit de orphanis deque<br />

personis afflictis moeroribus primi belli<br />

mundialis. Cum horrorem habuisset peccati,<br />

admonebat errantes et offerebat Domino<br />

preces et oblationes pro eorum conversione.<br />

Murmurationem effugiebat atque instrumentum<br />

fuit pacis et concordiae. Prudentia<br />

consilia sapientesque cohortationes praebuit<br />

suis filiis omnibusque a se auxilium petentibus,<br />

qui eius altam agnoscebant moralem rationem.<br />

lusta erat cum omnibus, modesta in<br />

vestimentis ac suo corpori tantum stricte necessarium<br />

concedebat.


532 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Doctrinam sequens sancti Francisci Assisiensis<br />

vixit in honesta decoraque paupertate<br />

seque contentam dicebat pauperem esse<br />

sicut Dominum Iesum. Numquam honores<br />

vel laudes cupiebat, sed humilis fuit ita<br />

ut se appellaret «pauperem peccatricem».<br />

In autumno anni MCMXXXI dolorosa infirmitate<br />

est affecta, quam forti animo et sine<br />

querela sustinuit. Insequenti anno mortua<br />

est die VIII mensis Ianuarii, et, antequam<br />

spiritum exhalaret, animam suam Domino<br />

commendavit, praemium sperans aeternum.<br />

Propter diffusam famam sanctitatis, anno<br />

MCMLXXV Episcopus Patavinus auctoritate<br />

sibi a Sancta Sede concessa beatificationis<br />

et canonizationis Causam incohavit<br />

cum celebratione Processus Cognitionalis.<br />

Rebus a iure requisitis rite peractis, coram<br />

Venerabili Decessore Nostro Ioanne Paulo<br />

II promulgatum est Decretum de virtutibus<br />

heroicis Venerabilis Servae Dei die VII mensis<br />

Iulii anno MMIII, ac deinde Decretum de<br />

miraculo eiusdem intercessioni adscripto<br />

die XXII mensis Iunii anno MMIV. Ideostatuimus<br />

ut ritus beatificationis Vicentiae<br />

ageretur die VI mensis Novembris anno<br />

MMV.<br />

Hodie igitur Vicentiae de mandato Nostro<br />

Venerabilis Frater Noster Iosephus<br />

S.R.E. Cardinalis Saraiva Martins, Praefectus<br />

Congregationis de Causis Sanctorum,<br />

textum Litterarum Apostolicarum legit,<br />

quibus Nos in Beatorum numerum adscribimus<br />

Venerabilem Servam Eurosiam Fabris<br />

Barban:<br />

Nos, vota Fratris Nostri Caesaris Nosiglia,<br />

Archiepiscopi Episcopi Vicentini, necnon<br />

plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu<br />

multorumque christifidelium explentes,<br />

de Congregationis de Causis<br />

Sanctorum consulto, auctoritate Nostra<br />

Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis<br />

Serva Dei Eurosia Fabris Barban Beatae<br />

nomine in posterum appelletur, eiusque festum<br />

die nona lanuarii in locis et modis iure<br />

statutis quotannis celebrari possit. In nomine<br />

Patris et Filii et Spiritus Sancti.<br />

Quod autem decrevimus, volumus et<br />

nunc et in posterum tempus vim habere,<br />

contrariis rebus minime quibuslibet officientibus.<br />

Datum Romae, apud Sanctum Petrum,<br />

sub anulo Piscatoris, die VI mensis Novembris,<br />

anno MMV, Pontificatus Nostri primo.<br />

De mandato Summi Pontificis<br />

+ANGELUS CARD.SODANO<br />

Secretarius Status<br />

2. Decretum super miraculo Ven. SD<br />

Mariae Caelinae a Praesentatione<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

BURDIGALENSIS. Beatificationis et<br />

Canonizationis Ven. Servae Dei MARIAE<br />

CAELINAE A PRAESENTATIONE (in saec.:<br />

Ioannae Germanae Castang) monialis professae<br />

II Ordinis Sancti Francisci (1878-<br />

1897).<br />

Venerabilis Serva Dei Maria Caelina a<br />

Praesentatione (in saec.: Ioanna Germana<br />

Castang), in pago, qui Nojals vulgo audit, in<br />

Gallia meridiana, die 24 mensis Maii anno<br />

1878, nata est. Infantili paralysi correpta,<br />

laevi pedis usu destituta est. Anno 1896 Secundum<br />

Ordinem S. Francisci postulans ingressa<br />

est in Burdigalensi Claralium virginum<br />

monasterio “Ave Maria” nuncupato,<br />

ibique ipsa virtutum, quibus praedita erat,<br />

excellentiam in infirmitate ostendit. Sacra<br />

votorum professione “in articulo mortis”<br />

emissa, pie in Domino requievit die 30<br />

mensis Maii anno 1897.<br />

Praeclaram hanc Dei Famulam Pius XII<br />

Pontifex Maximus theologales et cardinales<br />

iisque adnexas virtutes heroicum in gradu<br />

exercuisse declaravit die 22 mensis Ianuarii<br />

anno 1957.<br />

Eius autem beatificationem prospiciens,<br />

Postulatio Causae sanationem, quae divinitus,<br />

ipsa Dei Famula deprecante, patrata<br />

ferebatur, huic Congregationi de Causis<br />

Sanctorum subiecit iudicandam. Quod factum<br />

pertinet ad Claudium Ary Martin decem<br />

annorum puerum, qui, die 7 mensis<br />

Martii anno 1945, magnis doloribus abdominalibus<br />

affectus est, vomitu febrique,<br />

quae quidem subsequenti die aucta est, concurrentibus.<br />

Quamvis vero diagnosis edita


E POSTULATIONE GENERALI<br />

533<br />

esset de colicae appendicis inflammatione,<br />

chirurgica sectio in aliud tempus dilata est,<br />

quippe timentibus medicis ne pituita, qua<br />

puer laborabat, ipsos pulmones ingravescens<br />

afficere posset. Nihilominus die 12<br />

mensis Martii, cum dolores acriores repente<br />

facti essent, aegrotus excisorio experimento,<br />

nulla interposita mora, subiectus est.<br />

Tum vero purulenta peritonites ubique diffusa,<br />

e colica appendice perforata, quae tamen<br />

asportata non est, exoriens, in lucem<br />

prolata est. Peritonaeo salutari infusione<br />

abluto purgatio apposita est, penicillino medicamento,<br />

quod tamen iam tum suppeditabatur,<br />

minime adhibito.<br />

Interea status clinicus, febri una cum intestinorum<br />

subocclusione manente, gravis<br />

erat; ceterum abdominalis pathologia absque<br />

antibiotica therapia melioris valetudinis<br />

prospectui minus favebat. Die itaque 25<br />

mensis Martii excisorio experimento altero<br />

opus fuit, utpote cum in regione caeco-parietali,<br />

in qua nova purulentiae sedes exarserat,<br />

stercorea fistula increvisset. Tunc vero,<br />

morbi gravitatis intuitu, prognosis facta<br />

est infausta, ita ut puer piissimus ante chirurgicam<br />

sectionem alteram Infirmorum<br />

Unctione illineretur. Subsequentibus diebus<br />

aegrotantis condiciones ultra ingravescebant:<br />

medio autem mense Aprili fistulae<br />

duae insuper increverunt. Claudius Ary nullis<br />

prorsus cibis alebatur; praeterea, inferioribus<br />

artubus turgescentibus, ulceribusque<br />

decubitalibus exorientibus, status cachecticus<br />

inceperat, adversus quem unum<br />

morphinum therapiae causa, nempe ad cruciatus<br />

mitigandos, adhiberi potuerat. Attenta<br />

igitur artis infirmitate, fideles ad opem<br />

divinam confugerunt. Nam, auctore P. Aloisio<br />

Thiébaux, abbate Belliaquensi, qui in<br />

eodem valetudinario degebat, invocata est<br />

intercessio Servae Dei Mariae Caelinae a<br />

Praesentatione, cuius reliquiae aegrotanti<br />

impositae sunt die 21 mensis Maii anno<br />

1945. Precationibus itaque ab ipso abbate et<br />

a puero una cum suis aliisque peractis, die<br />

23 mensis Maii, praeter medicorum opinionem,<br />

aegroti valetudo in melius prorsus<br />

vergere visa est: nam fluens e purgatione<br />

eiectamentum regredi, fistulae ipsae ad<br />

coëundum proclives esse, decoctionis orga-<br />

norum motus de integro recreari. Die autem<br />

24 mensis Maii puer cibum sumere valuit,<br />

dieque 15 mensis Iunii anno 1945, sanitate<br />

iam recepta, valetudinario dimissus est.<br />

Quo de casu, statim Dei Famulae intercessioni<br />

adscripto, anno 1946 in Catalaunensi<br />

Curia Processus Apostolicus confectus<br />

est, cuius validitatem iuridicam Dicasterium<br />

hoc ratam habuit per decretum die 20<br />

mensis Februarii anno 2004 latum. ConsiliumveroMedicorum,insessionedie27<br />

mensis Ianuarii anno 2005 gesta, pronuntiavit<br />

sanationem celerem, perfectam, stabilem<br />

nec ullis prorsus reliquatis obnoxiam<br />

fuisse; praeterea rationem, qua anatomica et<br />

functionalis pathologiae restitutio facta est,<br />

nullatenus, quod ad artem attinet, explicari<br />

posse. Inde post Peculiarem Consultorum<br />

Theologorum Congressum die 24 mensis<br />

Ianuarii anno 2006 habitum, Cardinalium<br />

Patrum ac Episcoporum, Exc.mo D.no Laurentio<br />

Chiarinelli, Viterbiensi Episcopo,<br />

Causae Ponente, die 14 mensis Novembris<br />

eiusdem anni Sessio Ordinaria facta est.<br />

Et in utroque Coetu, sive Consultorum<br />

sive Cardinalium et Episcoporum, posito<br />

dubio an de miraculo divinitus patrato constaret,<br />

responsum affirmativum prolatum<br />

est.<br />

Facta demum de hisce omnibus rebus<br />

Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />

Cardinalem Praefectum accurata<br />

relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />

de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />

habens, hodierno die declaravit: Constare<br />

de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />

Ven. Servae Dei Mariae Caelinae a<br />

Praesentatione (in saec.: Ioannae Germanae<br />

Castang), Monialis Professae II Ordinis<br />

Sancti Francisci, videlicet de celeri,<br />

perfecta ac stabili sanatione pueri Claudii<br />

Ary Martin ab “appendicite acuta gangrenosa<br />

perforata, con conseguente peritonite<br />

purulenta, prima circoscritta e poi diffusa,<br />

con crisi subocclusive e formazione di tre<br />

fistole entero-cutanee, con grave compromissione<br />

dello stato generale del bambino<br />

(di anni 10) per insufficienza multiorgano”.<br />

Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />

in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />

Summus Pontifex referri mandavit.


534 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />

A. D. 2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

3. Decretum super virtutibus SD Mamerti<br />

Esquiú<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

CORDUBENSIS in ARGENTINA. Beatificationis<br />

et Canonizationis Servi Dei MA-<br />

MERTI ESQUIÚ episcopi cordubensis in Argentina<br />

ex Ordine Fratrum Minorum<br />

(1826-1883)<br />

«Intra historiam adsunt sancti veri lucis<br />

portatores, quandoquidem viri ac feminae<br />

fidei sunt, spei et caritatis» (BENEDICTUS<br />

XVI, Litt. Encycl. Deus caritas est, 40).<br />

Erga Deum et populum amore ductus,<br />

episcopus Mamertus Esquiú actuosas habuit<br />

partes tam in vita Ecclesiae quam apud<br />

incolas nationis Argentinae, quippe qui animabus<br />

et institutionibus patriae suae lumen<br />

Evangelii et caritatis Christi, unius Redemptoris<br />

hominis, tulerit.<br />

Hic fervens Regni Dei aedificator in oppido<br />

vulgo Piedra Blanca, ex dioecesi Catamarcensi,<br />

in Argentina, die 11 mensis Maii<br />

anno 1826 natus est e familia religiosis moribus<br />

bene instructa, quae docuit eum Domini<br />

vias percurrere et Sanctum Franciscum<br />

Assisiensem vestigiis sequi. Decem annos<br />

natus, qua alumnus ingressus est conventum<br />

franciscalem Catamarcae. Anno 1842 apud<br />

Ordinem Fratrum Minorum religiosa vota<br />

nuncupavit, et anno 1848 sacro presbyteratus<br />

ordine est insignitus. In theologicarum disciplinarum<br />

magisterium, in praedicationem<br />

nec non in ministerium confessionum spiritualisque<br />

moderaminis vires impendit. Egregias<br />

ob dotes in arte oratoria, viginti septem<br />

aetatis annos agens, in scaenam vitae politicae<br />

pro iuveni republica Argentina evectus<br />

est, suscipiens, etsi invitus, varia politica munia,<br />

quae tamen minime impediverunt eum<br />

quominus actuositatem pergeret sibi a superioribus<br />

concreditam.<br />

Consilio perfectiorem franciscanam vitae<br />

formam amplectendi compulsus, Catamarcam<br />

reliquit ac se contulit in Paranam, postea<br />

in Boliviam, ad urbes prius Tarija, deinde<br />

Sucrepolim, ubi amplam explicavit operam<br />

culturalem: condidit enim et moderatus est<br />

ephemeridem cui titulus “El Cruzado”; bibliothecam<br />

ditavit domus quo hospitio excipiebatur;<br />

apud archidioecesim Sucrensem<br />

examinator exstitit prosynodalis et praeceptor<br />

seminarii metropolitani; vigorem addidit<br />

Confraternitati Sanctissimi Sacramenti et Immaculati<br />

Cordis Mariae. Anno 1872 nominationem<br />

renuntiavit archiepiscopi Sedis Bonaërensis.<br />

Aliquot transegit annos in Peruvia,<br />

Aequatore, Bolivia et Terra Sancta. In Argentinam<br />

regressus anno 1878, politica resumpsit<br />

officia donec anno 1880, Summo<br />

Pontifici Leoni XIII obsequens, accipere<br />

coactus est nominationem episcopi dioecesanae<br />

sedis Cordubensis in Argentina.<br />

Quamvis missio eius brevis exstiterit, fervore<br />

tamen apostolico, pastoralibus operibus et<br />

sacrificiis in animarum utilitatem est ditata.<br />

Assidue ac firmiter Evangelium et doctrinam<br />

christianam nuntiavit; spiritalem populi<br />

vitam aluit et iura libertatemque Ecclesiae<br />

defendit. Fatigantia oppetivit itinera ob<br />

pastorales dioecesis visitationes. Gregem<br />

suum sanctitate vitae aedificavit ac testimonio<br />

christianarum virtutum, quas alacriter,<br />

diligenter et humiliter exercuit, intendens in<br />

omnibus Dei exsequi voluntatem. Fides illuminavit<br />

iter eius ad sanctitatem suumque<br />

pastorale ministerium. Firmiter credidit in<br />

divinam revelationem et in Ecclesiae magisterium,<br />

et tam verbo quam scriptis cognitionem<br />

et amorem Dei Ecclesiaeque diffundere<br />

contendit. Ut Domino complaceret,<br />

peccatum omnibus utens viribus vitavit,<br />

proprios defectus corripuit, Sancti Francisci<br />

Regulam melius in dies observavit atque<br />

munera sacerdotalia et episcopalia pastorali<br />

adimplevit caritate. Religiosum fovit spiritum<br />

inter sodales franciscanos, ac populum<br />

suae dioecesis pane verbi Dei et sacramentis<br />

assidue nutrivit. Pauperibus<br />

inserviit, ad humiles accessit, patientibus<br />

solamen tulit, omnibus bonorum operum


E POSTULATIONE GENERALI<br />

535<br />

viam monstravit, erga importunas et hostiles<br />

personas patiens se gessit; paterno, affabili<br />

mitique animo proximum excepit. Pacem<br />

promovit et iustitiam, ovem perditam<br />

quaesivit ut eam ad iustam viam revocaret.<br />

In Deo firmiter speravit. Prae difficultatibus,<br />

tribulationibus, laboribus intrepidus<br />

exstitit; in temporalibus bonis utendis pauperem<br />

se praebuit; superioribus oboedivit;<br />

in consiliis capiendis et in modis sese gerendi<br />

prudentiam exercuit; castitatem et<br />

temperantiam servavit. Sive amicitiam cum<br />

Domino sive apostolatum aluit meditatione<br />

Sacrarum Scripturarum, liturgia, precatione,<br />

eucharistico ac mariali cultu nec non<br />

ipsis pastoralibus operibus, quae fuerunt illi<br />

veluti praestans instrumentum ut Christo<br />

Bono animarum Pastori se conformaret. Et<br />

accidit ut, in animarum servitio, cum pastorali<br />

causa dioecesim Cordubensem in Argentina<br />

inviseret, soror mors in oppido Posta<br />

del Suncho die 10 mensis Ianuarii anno<br />

1883 obviam prodiderit illi.<br />

Sanctimoniae fama, qua Dei Servus vivens<br />

fruebatur, sequentibus quoque annis<br />

post obitum perrexit. Inter annos 1923-<br />

1924 Episcopus Catamarcensis fecit investigationem<br />

quae, post Causam beatificationis<br />

et canonizationis rite inchoatam, confluxit<br />

in Acta Processus Informativi,<br />

instructi annis 1930-1945 apud Curiam<br />

Cordubensem in Argentina. Anno 1963<br />

Congregatio edidit Decretum super revisione<br />

scriptorum. Apud eandem Curiam Cordubensem<br />

inter annos 1963-1964 peractus<br />

est Processus Suppletivus Additionalis. Die<br />

13 mensis Aprilis anno 1978 Decretum super<br />

Causae Introductione est vulgatum.<br />

Deinde Causa commissa est Officio Historico-Hagiographico<br />

huius Congregationis,<br />

cuius pensum elaboratum die 16 mensis<br />

Novembris anno 2004 examini subiectum<br />

est Consultorum Historicorum positivo<br />

cum exitu. Antea tamen, nempe die 1 mensis<br />

Martii anno 2002 approbata erat validitas<br />

iuridica Processuum Ordinariorum, Processus<br />

Suppletivi et Inquisitionis dioecesanae<br />

Suppletivae. Die 3 mensis Februarii<br />

huius anni 2006, latis quidem suffragiis positivis,<br />

habitus est Congressus Peculiaris<br />

Consultorum Theologorum. Patres Cardi-<br />

nales et Episcopi, in Sessione Ordinaria<br />

congregati die 17 sequentis mensis Octobris,<br />

Ponente Causae Exc.mo D.no Petro<br />

Georgio Nesti, C.P., Archiepiscopo emerito<br />

Camerinensi-Sancti Severini in Piceno,<br />

agnoverunt Servum Dei heroico in gradu<br />

theologalium, cardinalium eisque adnexarum<br />

virtutum fastigium attigisse.<br />

Facta demum de hisce omnibus rebus<br />

Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />

Cardinalem Praefectum accurata<br />

relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis<br />

de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />

habens, hodierno die declaravit: Constare<br />

de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate<br />

tum in Deum tum in proximum, necnon<br />

de cardinalibus Prudentia, Iustitia,<br />

Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis,<br />

in gradu heroico, Servi Dei Mamerti<br />

Esquiú, ex Ordine Fratrum Minorum, Episcopi<br />

Cordubensis in Argentina, in casu et<br />

ad effectum de quo agitur.<br />

Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />

in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />

Summus Pontifex referri mandavit.<br />

Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />

A. D. 2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

4. Decretum super miraculo Beati Antonii<br />

Galvão de França<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

SANCTI PAULI IN BRASILIA. Canonizationis<br />

Beati Antonii a Sancta Anna (in<br />

Saec.: ANTONII GALVÃO DE FRANÇA) Sacerdotis<br />

Professi Ordinis Fratrum Minorum<br />

Alcantarinorum (seu Discalceatorum) Fundatoris<br />

Monasterii Sororum Conceptionistarum<br />

(1739-1822)<br />

Beatus Antonius a Sancta Anna (in saec.:<br />

Antonius Galvão de França) in loco Paulinae,<br />

quem appellant Guaratingueta, in Brasilia,<br />

natus est anno 1739. Ordinem Fratrum


536 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Minorum Alcantarinorum (seu Discalceatorum)<br />

ingressus, anno 1761 religiosa vota<br />

nuncupavit, subsequenti anno sacrum presbyteralem<br />

ordinem suscepit. Varia ipse in<br />

Ordinis gremio munera obivit, in quibus<br />

etiam sui conventus aedituus fuit. Regni<br />

Dei studiosissimus, alacriter ac fecunde in<br />

actuosam pacis caritatisque operam Paulopoli<br />

incubuit. Idem praeterea condidit Monasterium<br />

Sororum Conceptionistarum,<br />

quibus etiam magister fuit. Pie requievit die<br />

23 mensis Decembris, anno 1822.<br />

Eum Ioannes Paulus II, Summus Pontifex,<br />

Beatorum caelitum honoribus insignivit<br />

die 25 mensi Octobris anno 1998.<br />

Eius vero canonizationem prospiciens,<br />

Postulatio Causae sanationem, quae ipso<br />

Beato deprecante a Deo patrata ferebatur,<br />

huic Congregationi subiecit iudicandam. Qui<br />

quidem casus pertinet ad Alexandram Grossi<br />

de Almeida mulierem ac Entium de Almeida<br />

Gallafassi puerum eius, Brasiliae incolas.<br />

Dicta mulier spontaneos abortus annis<br />

1993 et 1994 passa est, cum uterus eius bicornis<br />

seu didelphus esset. Nam prae huiuscemodi<br />

uteri deformitate, quae chirurgica<br />

dumtaxat medicina corrigi potuerat, nulla<br />

prorsus graviditas ad exitum perduci poterat,<br />

quippe quia fetus haud satis spatii ad crescendum<br />

et innascendum haberet. Haec quidem<br />

erat mulieris condicio, cum ipsa, mense<br />

Maio anno 1999, aliam graviditatem suscepit.<br />

Echographia autem, quae mense Iunio<br />

facta est, duo cornua utero increvisse denuntiavit.<br />

Graviditas vero in dextera uteri caverna,<br />

quae paulo maior laeva, procedebat. Subsequenti<br />

autem mense Augusto, obstetriciae<br />

gynaecologiae perita doctor, quae Alexandram<br />

mulierem curabat, tertio ei graviditatis<br />

mense vertente, praecautionis causa uteri<br />

cervicem circulo cinxit, scilicet ad adversum<br />

praegnationis exitum vitandum. Graviditas<br />

enim pluribus de causis periculosissima fore<br />

iudicabatur. Graviditatis cursus usque ad tricesimam<br />

alteram hebdomada recte processit,<br />

licet prognosis de praecoci interruptione edita<br />

esset. Membranis autem immature abscissis<br />

atque oligohydramnio medici, praesentibus<br />

fetalis laboris indiciis, impulsi sunt ad<br />

sectionem caesaream exsequendam. Quae<br />

quidem facta est die 11 mensis Decembris,<br />

statu puerperae, quae erumpente sanguine<br />

mori potuerat, minime ingravescente. Puer<br />

vero sanus editus est. Spiratoriae difficultates<br />

et morbus, quarta iam phasi hyalinas<br />

membranas afficiens, celeriter sanata sunt,<br />

ita ut infans e valetudinario, in quo natus<br />

erat, die 19 mensis Decembris dimitti posset.<br />

Universae huius rei favorabilis exitus<br />

adscriptus est intercessioni Beati Antonii a<br />

Sancta Anna, quem inde a mense Iunio<br />

exeunte, anno 1999, Alexandra mulier ipsa<br />

variis novendialibus supplicationibus invocaverat.<br />

Quo de casu apud Curiam Sancti Pauli in<br />

Brasilia anno 2004 Inquisitio dioecesana<br />

est instructa cuius validitatem iuridicam Dicasterium<br />

hoc confirmavit per Decretum<br />

die 26 mensis Novembris, eodem anno, latum.<br />

Consilium vero Medicorum, in Sessione<br />

die 18 mensis Ianuarii anno 2006 facta,<br />

necnon in iis, quae postea subtiliter explicata<br />

sunt, has, quae sequuntur, decretorias definitiones<br />

edidit: «Diagnosis posita est de<br />

innata uteri deformatione III-IV classis ex<br />

descriptione ab Americana Societate de<br />

Fertilitate (AFS) facta, eaque chirurgica<br />

medicina haud correcta, in aegrota sese plures<br />

spontaneos abortus perpessam exhibenti,<br />

favorabili quidem cum exitu praegnationis<br />

pro puerpera et fetu, magna fetus immaturitate<br />

contempta. Prognosis edita est<br />

adversa, cum pro graviditate, quam periculosissimam<br />

fore iudicatum est, tum pro vitalitate<br />

fetus immaturi, qui in ipso partu<br />

MCMXCV grammata pondo erat. Therapia<br />

puerperae pathologiae minus apta, eadem<br />

vero gravi respiratoriae pathologiae et immaturitati<br />

fetus apta evasit. Quod autem ad<br />

casus decursum eiusque rationem attinet, -<br />

Status parentis minime gravior factus est<br />

per graviditatem, quae gravi innata uteri<br />

deformatione processit; - Spiratoria pathologia,<br />

qua valde immaturus fetus afficiebatur,<br />

postumis effectibus prorsus absentibus<br />

remissa est; - Universus eventus, quod ad<br />

scientiam pertinet, ex huiusce temporis artis<br />

cognitionibus explicari non potest». Qui<br />

porro casus perpensus est primum a Consultoribus<br />

Theologis, nempe in Peculiaribus<br />

Congressibus, quorum alter die 4 mensis<br />

Aprilis anno 2006, alter vero subsequenti


E POSTULATIONE GENERALI<br />

537<br />

die 13 mensis Iulii habitus est, deinde etiam<br />

a Patribus Cardinalibus et Episcopis, in Ordinaria<br />

Sessione quae die 12 mensis Decembris,<br />

eodem anno, Exc.mo D. Lino Fumagalli,<br />

Episcopo Sabinensi-Mandelensi,<br />

Causae Ponente, facta est. Et in utroque<br />

Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium<br />

et Episcoporum, posito dubio an de miraculo<br />

divinitus patrato constaret, responsum affirmativum<br />

prolatum est.<br />

Facta demum de hisce omnibus rebus<br />

Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />

Cardinalem Praefectum accurata<br />

relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />

de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />

habens, hodierno die declaravit: Constare<br />

de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />

Beati Antonii a Sancta Anna (in saec.:<br />

Antonii Galvão de França), Sacerdotis professi<br />

Ordinis Fratrum Minorum Alcantarinorum<br />

(seu Discalceatorum), Fundatoris<br />

Monasterii Sororum Conceptionistarum,<br />

videlicet de “scampato pericolo per totale<br />

assenza di complicanze a carico della madre<br />

e del bambino, data la condizione patologica<br />

esistente” id est “malformazione<br />

uterina congenita di classe 3-4 secondo la<br />

classificazione della Società Americana di<br />

Fertilità (AFS), non corretta chirurgicamente,<br />

in paziente con storia clinica di poliabortività<br />

spontanea, con esito gestazionale<br />

materno-fetale favorevole”.<br />

Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />

in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />

Summus Pontifex referri mandavit.<br />

Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />

A. D. 2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

5. Decretum super miraculo Beati Simonis<br />

de Lipnica<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

CRACOVIENSIS. Canonizationis Beati<br />

Simonis de Lipnica Sacerdotis Professi<br />

Ordinis Fratrum Minorum (1439 ca.-<br />

1482)<br />

Beatus Simon in loco vulgo Lipnica, Polonia<br />

in meridionali, circa annum 1439 est<br />

ortus. Professionem nuncupavit religiosam<br />

in Ordine Fratrum Minorum et, forsitan anno<br />

1460, sacerdos est ordinatus. Varia exercuit<br />

officia atque studiose et efficaciter<br />

praedicationi se dedit, quam ob rem “praedicator<br />

ferventissimus” appellabatur. Usque<br />

ad finem suae exsistentiae pro animarum<br />

salute adlaboravit. Peste infectis assistens,<br />

ipse morbum contraxit, qui eum ad mortem<br />

duxit die 18 mensis Iulii anno 1482.<br />

Summus Pontifex Innocentius XI, die 24<br />

mensis Februarii anno 1685, cultum confirmavit<br />

quo Beatus “ab immemorabili tempore”<br />

gaudebat. Die 19 mensis Decembris anno<br />

2005 Benedictus XVI edixit eundem Beatum<br />

heroico in modo virtutes exercuisse.<br />

Volens nunc ad Beati canonizationem<br />

pervenire, Postulatio Causae, examini huius<br />

Congregationis de Causis Sanctorum coniectam<br />

miram subiecit sanationem Mariae<br />

Piątek, quae die 24 mensis Iunii anno 1943<br />

Cracoviae interventum subiit appendectomiae.<br />

Decem transactis diebus (die scilicet<br />

3 mensis Iulii) signa cuiusdam occlusionis<br />

arteriosae de improviso apparuerunt, quam<br />

celeriter gangraena secuta est primorum<br />

trium digitorum dexteri pedis atque regionis<br />

calcanei. De quadam agebatur embolia<br />

arteriae tibialis dexterae. Patientis condicio<br />

sequenti die 7 Augusti in peius ruit ob praesentiam<br />

cuiusdam emboliae arteriae cerebralis,<br />

quae dexteram adtulit hemiplegiam,<br />

vocis amissionem, statum soporiferum patientis<br />

atque febrim. Prognosis fuit valde<br />

cauta quoad vitam et quoad valetudinem ita<br />

ut condiciones aegrotae letalem praeviderent<br />

exitum. Interea, multae personae divinum<br />

coeperunt invocare auxilium, intercedente<br />

Beato Simone de Lipnica. Ipsa infirma,<br />

valetudinarium ingrediens, libellum<br />

precationum ad Beatum Simonem secum<br />

tulit, ad quem fiduciose et instanter decurrebat.<br />

Fecit etiam ut Missae apud eius sepulcrum<br />

Cracoviae celebrarentur. Orantes<br />

inopinato habuerunt certitudinem se auscultatos<br />

fuisse. Condicio infirmae, revera, die


538 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

12 mensis Septembris anno 1943 palam in<br />

melius vertit ob gangraenae regressionem<br />

dexteri pedis lacunarumque neurologicarum<br />

quae hactenus aderant. Infirma vocem<br />

iterum acquisivit et mobilitatem atque<br />

faventibus condicionibus generalibus die<br />

17 mensis Decembris anno 1943 ex valetudinario<br />

est dimissa.<br />

De sanatione, mira statim considerata,<br />

Processus Apostolicus anno 1950 apud<br />

Curiam Cracoviensem est instructus, cuius<br />

iuridica validitas ab hac Congregatione per<br />

decretum diei 7 mensis Novembris anno<br />

2003 est approbata. Consilium Medicorum<br />

huius Dicasterii, in sessione die 14 mensis<br />

Aprilis anno 2005 habita, recognovit sanationem<br />

celerrimam perfectamque tum laesionum<br />

gangraenae dexteri pedis, tum lacunarum<br />

neurologicarum, sine amissionibus<br />

anatomicis in regionibus morbo<br />

thromboembolico affectis et, tandem, ex<br />

scientiae legibus inexplicabilem fuisse.<br />

Die 21 mensis Februarii anno 2006 Congressus<br />

habitus est Peculiaris Consultorum<br />

Theologorum. Die 3 sequentis mensis Octobris<br />

Ordinaria Sessio habita est Patrum<br />

Cardinalium et Episcoporum, Causae Ponente<br />

Em.mo Domino Iuliano Cardinali<br />

Herranz. Et in utroque Coetu, sive Consultorum<br />

sive Cardinalium et Episcoporum,<br />

posito dubio an de miraculo divinitus patrato<br />

constaret, responsum affirmativum<br />

prolatum est.<br />

Facta demum de hisce omnibus rebus<br />

Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />

Cardinalem Praefectum accurata<br />

relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />

de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />

habens, hodierno die declaravit: Constare<br />

de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />

Beati Simonis de Lipnica, Sacerdotis<br />

professi Ordinis Fratrum Minorum, videlicet<br />

de celerrima ac perfecta sanatione Mariae<br />

Piątek a “malattia tromboembolica<br />

post-chirurgica con gangrena del piede destro<br />

ed infarto cerebrale, manifestatosi con<br />

emiplegia destra ed afasia completa in soggetto<br />

gracile e denutrito”.<br />

Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />

in acta Congregationis de Causis Sanctorum<br />

Summus Pontifex referri mandavit.<br />

Datum Romae, die 16 mensis Decembris<br />

A. D. 2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

6. Iuridica validitas Inquisitionis super<br />

miro in Causa SD F. A. Marcucci declaratur<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 1083-16/05<br />

ASCULANA IN PICENO. Beatifìcationis<br />

et Canonizationis Servi Dei Francisci<br />

Antonii Marcucci Episcopi Montis Alti e<br />

Tertio Ordine Sancti Francisci Fundatoris<br />

Congregationis Operariarum Piarum ab<br />

Immaculata Conceptione.<br />

In Ordinario Congressu, die 19 mensis Iunii<br />

huius anni 2006 celebrato, haec Congregatio<br />

de Causis Sanctorum sequens dubium<br />

disceptavit, nimirum: «An constet de validitate<br />

Inquisitionis Dioecesanae, in Urbe peractae,<br />

super asserta mira sanatione dominae<br />

Simonidis Frignani, intercessioni Servi<br />

Dei Francisci Antonii Marcucci, Episcopi<br />

Montis Alti, e Tertio Ordine Sancti Francisci<br />

et Fundatoris Congregationis Operariarum<br />

Piarum ab Immaculata Conceptione, tributa:<br />

testes sint rite recteque examinati et iura<br />

producta legitime compulsata in casu et ad<br />

effectum de quo agitur».<br />

Haec Congregatio, attento voto ex officio<br />

redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:<br />

AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem<br />

Inquisitionis in casu et ad effectum de<br />

quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis<br />

non obstantibus quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 19 mensis Iunii A.D. 2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

MICHAËL DI RUBERTO<br />

Subsecretarius


E POSTULATIONE GENERALI<br />

539<br />

7. Ponens in Causa SD Mamerti Esquiú<br />

nominatur<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 541-48/06<br />

CORDUBENSIS IN ARGENTINA. Beatifìcationis<br />

et Canonizationis Servi Dei Mamerti<br />

Esquiú Episcopi Cordubensis in Argentina<br />

ex Ordine Fratrum Minorum.<br />

Cum Causa Beatifìcationis et Canonizationis<br />

Servi Dei Mamerti Esquiú, Episcopi<br />

Cordubensis in Argentina ex Ordine Fratrum<br />

Minorum, suo indigeat Ponente,<br />

Rev.dus Pater Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator<br />

Generalis eiusdem Ordinis, ab hac<br />

Congregatione de Causis Sanctorum petit<br />

ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis,<br />

Ponentem eiusdem Servi Dei Causae<br />

eligere ac deputare benigne dignetur.<br />

Haec Congregatio, attentis expositis,<br />

precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum<br />

Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum<br />

em. Camerinensem - Sancti<br />

Severini in Piceno, Ponentem Causae Beatifìcationis<br />

et Canonizationis praefati Servi<br />

Dei Mamerti Esquiú, omnibus cum iuribus<br />

et facultatibus necessariis et opportunis,<br />

elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus<br />

quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 9 mensis Septembris A.D. 2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

8. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />

super miro aperiendi in Causa Ven.<br />

SD Seraphinae Gregoris<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 1529-15/06<br />

VENETIARUM. Beatifìcationis et Canonizationis<br />

Venerabilis Servae Dei Se-<br />

raphinae (In saeculo: Victoriae Gregoris)<br />

Religiosae professae Instituti Sororum<br />

Franciscalium a Christo Rege.<br />

Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator<br />

Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab<br />

hac Congregatione de Causis Sanctorum<br />

petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae<br />

Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam<br />

Victoriensem Venetorum peractae,<br />

super asserta mira sanatione Sororis Salomes<br />

losephinae Ferraro, per intercessionem<br />

Venerabilis Servae Dei Seraphinae (in saeculo:<br />

Victoriae Gregoris), Religiosae professae<br />

Instituti Sororum Franciscalium a<br />

Christo Rege, obtenta, clausum sigillisque<br />

munitum in actis eiusdem Congregationis<br />

asservatum, aperiri possit.<br />

Haec porro Congregatio, attentis expositis,<br />

pro gratia iuxta preces benigne annuit<br />

servatis de cetero omnibus de iure servandis.<br />

Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />

DatumRomae,exaedibuseiusdemCongregationis,<br />

die 15 mensis Septembris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

9. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />

super virtutibus SD Humilitatis Patlán<br />

aperiendi<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 2109-4/06<br />

MEXICANA. Beatifìcationis et Canonizationis<br />

Servae Dei HUMILITATIS (In saeculo:<br />

Mariae Patlan Sanchez) Sororis professae<br />

Instituti Sororum Franciscalium ab Immaculata<br />

Conceptione.<br />

Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator<br />

Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab<br />

hac Congregatione de Causis Sanctorum<br />

petit ut Transumptum Inquisitionis Dioece-


540 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

sanae, apud Curiam ecclesiasticam Mexicanam<br />

peractae, super vita et virtutibus necnon<br />

fama sanctitatis Servae Dei Humilitatis<br />

(in saeculo: Mariae Patlán Sanchez), Sororis<br />

professae Instituti Sororum Franciscalium<br />

ab Immaculata Conceptione, clausum<br />

sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis<br />

asservatum, aperiri possit.<br />

Haec porro Congregatio, attentis expositis,<br />

pro gratia iuxta preces benigne annuit:<br />

servatis de cetero omnibus de iure servandis.<br />

Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 11 mensis Octobris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

10. Facultas Transumptum Inq. Dioecesanae<br />

suppletivae in Causa SD Aloisiae<br />

Velotti aperiendi<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 235-9/06<br />

NEAPOLITANA. Beatificationis et Canonizationis<br />

Servae Dei Mariae Aloisiae a<br />

Sanctissimo Sacramento (In saeculo: Mariae<br />

Velotti) e Tertio Ordine Sancti Francisci<br />

Fundatricis Sororum Adoratricum<br />

Sanctae Crucis.<br />

Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator<br />

Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab<br />

hac Congregatione de Causis Sanctorum<br />

petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae<br />

Suppletivae, apud Curiam Ecclesiasticam<br />

Neapolitanam peractae, super vita et<br />

virtutibus necnon fama sanctitatis Servae<br />

Dei Mariae Aloisiae a Sanctissimo Sacramento<br />

(in saeculo: Mariae Velotti) e Tertio<br />

Ordine Sancti Francisci, Fundatricis Sororum<br />

Adoratricum Sanctae Crucis, clausum<br />

sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis<br />

asservatum, aperiri possit.<br />

Haec Congregatio, attentis expositis, pro<br />

gratia iuxta preces benigne annuit: servatis<br />

de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis<br />

non obstantibus quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 25 mensis Octobris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

11. Iuridica validitas Inquisitionis super<br />

vita et virtutibus in Causa SD Clarae<br />

Ricci declaratur<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 2497-4/04<br />

ALEXANDRINA STATIELLORUM.<br />

Beatifìcationis et Canonizationis Servae<br />

Dei Clarae (In saeculo: Catharinae Ricci)<br />

Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium<br />

v.d. “Angeline”.<br />

In Ordinario Congressu, die 17 mensis<br />

Novembris huius anni 2006 celebrato, haec<br />

Congregatio de Causis Sanctorum sequens<br />

dubium disceptavit, nimirum: «An constet<br />

de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud<br />

Curiam ecclesiastìcam Alexandrinam Statiellorum<br />

peractae, super vita et virtutibus<br />

necnon fama sanctitatis Servae Dei Clarae<br />

(in saeculo: Catharinae Ricci), Fundatricis<br />

Congregationis Sororum Franciscalium v.d.<br />

“Angeline”: testes sint rite recteque examinatì<br />

et iura producta legitime compulsata in<br />

casu et ad effectum de quo agitur».<br />

Haec Congregatio, attento voto ex officio<br />

redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:<br />

AFFIRMATIVE, seu constare de validitate<br />

eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum<br />

de quo agitur, sanatis de iure<br />

sanandis, et ad mentem. Mens autem est ut<br />

Positio super Virtutibus eiusdem Servae<br />

Dei methodologia historica parari et coetui<br />

Consultorum historicorum huius Congregationis<br />

subici debeat. Contrariis non obstantibus<br />

quibuslibet.


E POSTULATIONE GENERALI<br />

541<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 17 mensis Novembris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

12. Tertius peritus medicus benigne conceditur<br />

in Causa Ven. SD Maximi Rinaldi<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 1741-21/06<br />

REATINA. Beatificationis et Canonizationis<br />

Venerabilis Servi Dei Maximi Rinaldi<br />

Episcopi Reatini e Congregatione Missionariorum<br />

a Sancto Carolo.<br />

Instante Rev.mo P. Luca De Rosa,<br />

O.F.M., Postulatore legitime constituto in<br />

Causa Beatificationis et Canonizationis Venerabilis<br />

Servi Dei Maximi Rinaldi, Episcopi<br />

Reatini, e Congregatione Missionariorum<br />

a Sancto Carolo, haec Congregatio<br />

de Causis Sanctorum, attentis peculiaribus<br />

in supplici libello expositis adiunctis, benigne<br />

indulget ut asserta mira sanatio domini<br />

Francisci Vincenti Mareri, intercessioni<br />

praefati Venerabilis Servi Dei tributa, examini<br />

tertii periti ex officio subici possit.<br />

Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 17 mensis Novembris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

13. Iuridica validitas Inquisitionis dioec.<br />

super miro declaratur in Causa Ven.<br />

SD Francisci Paleari<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 976-32/06<br />

TAURINEN. Beatificationis et Canonizationis<br />

Venerabilis Servi Dei Francisci<br />

Paleari Sacerdotis Dioecesani ex Instituto<br />

v.d. “Cottolengo “.<br />

In Ordinario Congressu, die 30 mensis<br />

Novembris huius anni 2006 celebrato, haec<br />

Congregatio de Causis Sanctorum sequens<br />

dubium disceptavit, nimirum: «An constet<br />

de validitate Inquisitionis Dioecesanae,<br />

apud Curiam ecclesiasticam Taurinensem<br />

peractae, super asserta mira sanatione infantis<br />

Silvii Cuizza, intercessioni Venerabilis<br />

Servi Dei Francisci Paleari, Sacerdotis<br />

Dioecesani ex Instituto v.d. “Cottolengo”,<br />

tributa: testes sint rite recteque examinati et<br />

iura producta legitime compulsata in casu<br />

et ad effectum de quo agitur».<br />

Haec Congregatio, attento voto ex officio<br />

redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:<br />

AFFIRMATIVE, seu constare de validitate<br />

eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum<br />

de quo agitur, sanatis de iure<br />

sanandis. Contrariis non óbstantibus quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 30 mensis Novembris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

14. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />

dioecesanae super vita et virutibus<br />

aperiendi in Causa SD Rosae Staltari<br />

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />

Prot. N. 2378-4/06<br />

LOCREN.-HIERACEN. Beatifìcationis<br />

et Canonizationis Servae Dei ROSAE STAL-<br />

TARI Religiosae professae Congregationis<br />

Filiarum a Maria Ss.ma Corredemptrice.<br />

Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M, Postulator<br />

legitime constitutus in Causa Bea-


542 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

tifìcationis et Canonizationis Servae Dei<br />

Rosae Staltari, Religiosae professae Congregationis<br />

Filiarum a Maria Ss.ma Corredemptrice,<br />

ab hac Congregatione de Causis<br />

Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis<br />

Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam<br />

Locrensem-Hieracensem peractae,<br />

super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis<br />

eiusdem Servae Dei, clausum sigillisque<br />

munitum in actis eiusdem Congregationis<br />

asservatum, aperiri possit.<br />

Haec porro Congregatio, attentis expositis,<br />

pro gratia iuxta preces benigne annuit:<br />

servatis de cetero omnibus de iure servandis.<br />

Contrariis non obstantibus quibuslibet.<br />

Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,<br />

die 1 mensis Decembris A.D.<br />

2006.<br />

IOSEPHUS CARD.SARAIVA MARTINS<br />

Praefectus<br />

†EDUARDUS NOWAK<br />

Archiep. tit. Lunensis a Secretis<br />

15. Notitiae particulares<br />

1. Promulgatio decretorum<br />

Il 16 dicembre 2006, il Santo Padre Benedetto<br />

XVI ha ricevuto in Udienza privata<br />

Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. José Saraiva<br />

Martins, Prefetto della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza<br />

il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione<br />

a promulgare i Decreti riguardanti:<br />

• un miracolo, attribuito all’intercessione<br />

del Beato Simone da Lipnica, Sacerdote<br />

professo dell’Ordine dei Frati Minori,<br />

nato attorno al 1439 a Lipnica (Polonia)<br />

e morto il 18 luglio 1482 a Cracovia (Polonia);<br />

• un miracolo, attribuito all’intercessione<br />

del Beato Antonio di Sant’Anna (al secolo:<br />

Antonio Galvão de França), Sacerdote<br />

professo dell’Ordine dei Frati Minori,<br />

Fondatore del Monastero delle Suore<br />

Concezioniste, nato nel 1739 a Guaratinguetá<br />

(Brasile) e morto il 23 dicembre<br />

1822 a San Paolo (Brasile);<br />

• un miracolo, attribuito all’intercessione<br />

della Venerabile Serva di Dio Maria Celina<br />

della Presentazione (al secolo: Giovanna<br />

Germana Castang), Monaca professa<br />

del Second’Ordine di San Francesco,<br />

nata il 24 maggio 1878 a Nojals<br />

(Francia) e morta il 30 maggio 1897 a<br />

Bordeaux (Francia);<br />

• le virtù eroiche del Servo di Dio<br />

Mamerto Esquiú, dell’Ordine dei Frati Minori,<br />

Vescovo di Cordoba in Argentina, nato<br />

l’11 maggio 1826 a San José de Pedra<br />

Blanca (Argentina) e morto il 10 gennaio<br />

1883 a Posta del Suncho (Argentina).<br />

2. Congregationes Ordinariae super miris<br />

Il 3 ottobre 2006, radunati in Congregazione<br />

Ordinaria nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />

i Padri Cardinali e Vescovi membri<br />

della Congregazione delle Cause dei Santi,<br />

udita la relazione del Ponente della Causa,<br />

il Signor Cardinale Giuliano Herranz, con<br />

unanime voto favorevole riconobbero il carattere<br />

miracoloso della guarigione della Signora<br />

Maria Piatek, avvenuta nel 1943 ed<br />

attribuita all’intercessione del Beato Simone<br />

da Lipnica (1439-1482), sacerdote<br />

<strong>OFM</strong>, e valida ai fini della sua canonizzazione.<br />

In data 14 novembre 2006, in una successiva<br />

Congregazione Ordinaria, gli stessi<br />

Padri, udita la relazione del Ponente della<br />

Causa, Sua Eccellenza Mons. Lorenzo<br />

Chiarinelli, Vescovo di Viterbo, votarono a<br />

favore della presunta guarigione miracolosa<br />

del piccolo Ary Martin, avvenuta in Francia<br />

nel 1945, ed attribuita all’intercessione della<br />

Venerabile Serva di Dio Maria Celina<br />

della Presentazione (1878-1897), monaca<br />

professa dell’Ordine di S. Chiara (Clarisse),<br />

considerandola valida ai fini della sua beatificazione.<br />

3. Gongregatio Ordinaria super virtutibus<br />

Martedì 17 ottobre 2006, i Padri Cardinali<br />

e Vascovi membri della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi, radunati in Congre-


E POSTULATIONE GENERALI<br />

543<br />

Il 14 ottobre 2006 a Valencia, in Spagna,<br />

l’Arcivescovo Metropolita Mons. Augustin<br />

Garcia-Gasco Vicente ha introdotto la Causa<br />

di beatificazione del Servo di Dio Humilde<br />

Soria Pons, religioso professo dell’Ordine<br />

dei Frati Minori (Provincia di Valencia),<br />

nato ad Oliva (Valencia) nel 1844 e<br />

morto a Benissa nel 1905.<br />

Il 31 ottobre 2006 a Cordoba in Argentina,<br />

l’Ordinario diocesano Mons. Carlos José<br />

Nañez, ha avviato l’Inchiesta diocesana<br />

su una presunta guarigione miracolosa attribuita<br />

all’intercessione della Beata Transito<br />

Cabanillas, Fondatrice delle Suore Francescane<br />

Missionarie d’Argentina, beatificata<br />

nel 2002.<br />

Ad Acri (Cosenza) in Italia, il 23 novembre<br />

2006, l’Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano,<br />

Mons. Salvatore Nunnari,<br />

ha dato inizio ad una Inchiesta suppletiva<br />

sulla fama di santità della Serva di Dio Maria<br />

Teresa De Vincenti (1872-1936), Fondatrice<br />

delle Suore Piccole Operaie dei SS.<br />

Cuori.<br />

Nella Basilica di S. Antonio di Padova<br />

ad Afragola (Napoli), il 1 dicembre 2006<br />

l’Arcivescovo Metropolita di Napoli, il Sig.<br />

Cardinale Crescenzio Sepe, ha dato solenne<br />

avvio alla duplice Inchiesta diocesana sulla<br />

vita e le virtù dei Servi di Dio Sosio Del<br />

Prete (1885-1952), sacerdote professo dei<br />

Frati Minori (Provincia napoletana), e Antonietta<br />

Giugliano (1909-1960), Fondatori<br />

dell’Istituto delle Suore Francescane “Piccole<br />

Ancelle di Cristo Re”.<br />

Espletate le pratiche preliminari, il 29 dicembre<br />

2006, Mons. Teodoro de Faria, Vescovo<br />

di Funchal (isola di Madeira) in Portogallo,<br />

ha introdotto presso la sua Curia ecgazione<br />

Ordinaria, dopo di aver ascoltato la<br />

relazione dell’Ecco.mo Ponente della causa,<br />

Mons. Silvano Nesti, Arcivescovo emerito<br />

di Camerino-S. Severino Marche, con<br />

unanime voto favorevole giudicarono eroiche<br />

le singole virtù praticate dal Servo di<br />

Dio Mamerto Esquiú (1826-1883), dell’Ordine<br />

dei Frati Minori, vescovo di Cordoba<br />

in Argentina.<br />

4. Congressus peculiaris super miro<br />

Il 1 dicembre 2006, presente il Promotore<br />

generale della Fede, che fungeva da Presidente,<br />

i Consultori Teologi della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi, con unanime<br />

voto favorevole (7/7) ravvisarono nella<br />

guarigione della Dott. Mirna Jazime Correa,<br />

avvenuta nel 2003 a Cartagena in Colombia<br />

ed attribuita all’intercessione della<br />

Beata Maria Bernarda Bütler (1848-1924),<br />

Fondatrice della Congregazione delle Suore<br />

Missionarie Francescane di Maria Ausiliatrice,<br />

un miracolo valido ai fini della canonizzazione<br />

della stessa Beata.<br />

5. Absolutio plurimarum Inquisitionum<br />

Il 12 settembre 2006, a Chieti in Italia,<br />

l’Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto,<br />

Mons. Bruno Forte, dichiarò conclusa l’Inchiesta<br />

diocesana su una presunta guarigione<br />

miracolosa, avvenuta nel 1934 ed attribuita<br />

all’intercessione della Serva di Dio Maria<br />

Giuseppa di Gesù Bambino (Barbara Micarelli),<br />

Fondatrice delle Suore Francescane<br />

Missionarie di Gesù Bambino, nata a Sulmona<br />

nel 1845 e morta ad Assisi nel 1909.<br />

Il giorno 8 settembre 2006 a Città del<br />

Messico, l’Em.mo Ordinario Diocesano, il<br />

Sig. Cardinale Norberto Rivera Carrera, dichiarò<br />

conclusa l’Inchiesta diocesana sulla<br />

vita e le virtù della Serva di Dio Umiltà (nel<br />

secolo: Maria Patlán Sanchez), Religiosa<br />

professa dell’Istituto delle Suore Francescane<br />

dell’Immacolata Concezione (1895-<br />

1970).<br />

A Locri in Italia, il 14 ottobre 2006,<br />

Mons. Giancarlo Bregantini, vescovo di<br />

Locri-Gerace, dichiarò conclusa l’Inchiesta<br />

diocesana sulla vita e le virtù della Serva di<br />

Dio Rosa Staltari (1951-1974), religiosa<br />

professa dell’Istituto di M. Corredentrice.<br />

Gli “Atti” delle tre Inchieste, debitamente<br />

sigillati, furono consegnati alla Cancelleria<br />

della Congregazione delle Cause dei<br />

Santi in Roma.<br />

6. Causae noviter introductae


544 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

clesistica la Causa di beatificazione e canonizzazione<br />

della Serva di Dio Virginia Brites<br />

da Paixăo, religiosa professa dell’Ordine<br />

di S. Chiara (Clarisse), nata a Madeira il<br />

24 ottobre 1860 e morta nel Monastero de<br />

Camara de Lobos il 17 gennaio 1929.<br />

FR.LUCA M. DE ROSA, <strong>OFM</strong>


EX OFFICIO OFS<br />

1. Indicazioni sulla formazione dei Religiosi<br />

alla conoscenza e assistenza<br />

dell’OFS e della GiFra<br />

Introduzione<br />

La Conferenza degli Assistenti spirituali<br />

generali (CAS) ha rielaborato le «Indicazioni<br />

per la formazione dei Religiosi alla<br />

conoscenza e assistenza dell’OFS e della<br />

GiFra», così che possano rispondere al sentito<br />

bisogno dei francescani, Religiosi e Secolari,<br />

di prepararsi meglio a «camminare<br />

assieme nelle vie del Signore».<br />

Tra tutti i francescani esiste, e deve sempre<br />

più svilupparsi, una reciproca conoscenza<br />

e comunione vitale richiesta dall’appartenenza<br />

alla stessa Famiglia spirituale.<br />

Le varie componenti «possono e devono<br />

unire le loro forze, in atteggiamento di collaborazione<br />

e di scambio di doni, per partecipare<br />

più efficacemente alla missione ecclesiale»<br />

(VC 54). Questo scambio di doni<br />

«non raramente porta inattesi e fecondi approfondimenti<br />

di alcuni aspetti del carisma,<br />

ridestandone un’interpretazione più spirituale<br />

e spingendo a trarne indicazioni per<br />

nuovi dinamismi apostolici» (VC 55).<br />

La Regola eleCostituzioni dell’OFS, a<br />

più riprese, ribadiscono il principio dell’appartenenza<br />

alla medesima Famiglia spirituale,<br />

alla comunione vitale e reciproca e al<br />

dovere della cura pastorale e dell’assistenza<br />

spirituale da parte del Primo Ordine<br />

(<strong>OFM</strong>, <strong>OFM</strong>Conv, <strong>OFM</strong>Cap) e del Terzo<br />

Ordine Regolare (TOR).<br />

L’ultimo capitolo della Regola dell’Ordine<br />

Francescano Secolare esprime lo stretto<br />

legame che esiste tra l’OFS, il Primo Ordine<br />

e il Terzo Ordine Regolare: «In segno<br />

concreto di comunione e di corresponsabilità,<br />

i Consigli ai diversi livelli, secondo le<br />

Costituzioni, chiederanno Religiosi idonei e<br />

preparati per l’assistenza spirituale ai Superiori<br />

delle quattro Famiglie religiose france-<br />

scane, alle quali da secoli è collegata la Fraternità<br />

Secolare» (Regola OFS 26).<br />

La sfida lanciata al Primo Ordine ed al<br />

TOR, quella di offrire «Religiosi idonei e<br />

preparati» per l’assistenza spirituale, è importante.<br />

Non è giusto né nei confronti dei<br />

Religiosi né nei confronti dei nostri Fratelli<br />

e delle nostre Sorelle Secolari assegnare<br />

Frati al ministero dell’assistenza spirituale<br />

senza che abbiano avuta la dovuta formazione.<br />

Tra OFS, Primo Ordine e TOR esiste, infatti<br />

un triplice, sostanziale rapporto:<br />

1. Origine comune. L’origine comune si<br />

basa sulla persona e sul carisma di san<br />

Francesco d’Assisi, fondatore del carisma<br />

francescano.<br />

2. Condivisione del comune carisma. La<br />

Regola dell’OFS parla di «comunione<br />

vitale e reciproca» che deve esistere tra i<br />

secolari e tutti i rami della Famiglia francescana,<br />

per rendere presente, in forme e<br />

modi diversi, il carisma del comune Serafico<br />

Padre nella vita e nella missione<br />

della Chiesa (cf Regola OFS 26).<br />

3. Assistenza spirituale e pastorale. In forza<br />

di questa “comunione”, secondo una<br />

tradizione secolare, ai superiori del Primo<br />

Ordine e del TOR, spetta assicurare<br />

l’assistenza spirituale tramite «Religiosi<br />

idonei e preparati» e mediante la visita<br />

pastorale alle Fraternità dell’OFS (cf Regola<br />

OFS 26).<br />

Orientamenti<br />

dei Capitoli generali dell’OFS<br />

L’Ordine Francescano Secolare – impegnato<br />

a rinnovare la propria vita, la propria<br />

formazione, l’organizzazione delle Fraternità<br />

– deve contare su di un’assistenza spirituale<br />

aggiornata e dinamicamente coordinata<br />

con le altre componenti della Famiglia<br />

Francescana nella sua unica missione. «Le<br />

persone consacrate ricorderanno, pertanto,


546 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

di dover essere innanzitutto guide esperte di<br />

vita spirituale, e coltiveranno in questa prospettiva<br />

il talento più prezioso: lo spirito»<br />

(VC 55).<br />

Il Capitolo generale OFS di Fatima<br />

(1990) così si esprimeva: «Per quanto riguarda<br />

il ruolo proprio di animazione degli<br />

Assistenti spirituali è necessaria una formazione,<br />

cioè una preparazione particolare dei<br />

Frati riguardo all’OFS. Questa preparazione<br />

deve essere cosciente e incorporata nel<br />

programma di formazione – iniziale e permanente<br />

– di tutti i Frati. Anche se non tutti<br />

sono, o saranno, Assistenti spirituali è certamente<br />

necessario che tutti conoscano, capiscano<br />

e affermino il ruolo veramente essenziale<br />

dell’OFS per la realizzazione della<br />

loro stessa vocazione personale» (Capitolo<br />

generale OFS, Fatima 1990, in “Bollettino<br />

CIOFS, XII, n. 2, 1990, p. 6).<br />

Il Capitolo generale OFS di Roma (1996)<br />

nelle sue conclusioni dice ancora: «La Presidenza<br />

del CIOFS, in collaborazione con i<br />

Consigli nazionali, cercherà i tempi ed i modi<br />

per ... stimolare una più profonda formazione<br />

di tutti i Frati riguardo all’OFS, affinché<br />

possano aiutare i fratelli a vivere meglio<br />

la loro forma di vita» (cf Statuto per l’assisitenza,<br />

art. 5.4; Cost. OFS, art. 95.3).<br />

Il Capitolo generale OFS del 2002, tenuto<br />

ancora a Roma, ribadisce «l’importanza<br />

di dare attuazione piena al dettato della Regola<br />

circa l’idoneità e la preparazione degli<br />

Assistenti, sia Religiosi che laici, auspicando<br />

un significativo inserimento di opportuni<br />

temi storici, teologici e spirituali nei programmi<br />

di formazione iniziali e permanenti<br />

dei Religiosi, delle Religiose e dei<br />

Secolari» (cf Atti del Capitolo, p. 210).<br />

Impegno dei Superiori maggiori<br />

Gli Ordini Religiosi francescani, a cui<br />

compete l’altius moderamen, non solo hanno<br />

recepito ed evidenziato il principio della<br />

«comunione vitale e reciproca» nella loro<br />

legislazione, ma continuamente, con Lettere<br />

ed interventi vari, i Ministri generali e<br />

provinciali, esortano i Frati a conoscere<br />

sempre più e sempre meglio l’OFS e la Gi-<br />

Fra, esigendo una adeguata preparazione<br />

per gli Assistenti spirituali.<br />

La Conferenza dei Ministri generali, anzi,<br />

ha approvato lo Statuto per l’assistenza<br />

spirituale e pastorale all’OFS (Roma,<br />

2002), che regola la cura spirituale e pastorale<br />

nei confronti dei Francescani secolari e<br />

che tutti i Frati dovrebbero conoscere.<br />

Per questo motivo anche le presenti “Indicazioni”<br />

sono state preparate come un aiuto<br />

per essere utilizzate, possibilmente, nei<br />

vari “Piani di formazione”, ai fini della conoscenza<br />

dell’OFS e della GiFra all’interno<br />

della Famiglia Francescana, per conoscere<br />

meglio la loro missione specifica nella Chiesa<br />

e nel mondo, e per una preparazione sistematica<br />

di coloro che sono chiamati al servizio<br />

dell’assistenza spirituale.<br />

1. Programmi dell’insegnamento sull’OFS-GiFra<br />

1. Nella formazione iniziale<br />

A. Postulandato<br />

• Francesco, fondatore di Tre Ordini.<br />

• Storia:<br />

1. Introduzione generale sulla Famiglia<br />

Francescana.<br />

2. Primo Ordine dei Frati Minori (<strong>OFM</strong>,<br />

<strong>OFM</strong>Conv, <strong>OFM</strong>Cap).<br />

3. Secondo Ordine, l’Ordine di S. Chiara.<br />

4. Terzo Ordine dei “Fratelli e sorelle<br />

della Penitenza”:<br />

– Ordine Francescano Secolare e<br />

Gioventù Francescana.<br />

– Terz’Ordine Regolare, maschile e<br />

femminile.<br />

5. Altri movimenti francescani: Istituti<br />

Secolari, ecc.<br />

• Esperienza:<br />

1. Contatti con una Fraternità OFS e Gi-<br />

Fra.<br />

2. Visita di Francescani secolari alla casa<br />

di formazione.<br />

3. Visita dei postulanti alle Fraternità secolari.<br />

4. Celebrazione delle principali feste<br />

francescane insieme.<br />

B. Noviziato<br />

• Riprendere in maniera più approfondita


EX OFFICIO OFS<br />

547<br />

2. Nella formazione permanente<br />

Realizzare la comunione reciproca, in<br />

forza del comune carisma e come segno di<br />

testimonianza nella Chiesa, secondo le indicazioni<br />

delle Costituzioni generali e degli<br />

Statuti generali del Primo Ordine e del TOR<br />

e delle Costituzioni generali dell’OFS:<br />

• programmare e celebrare insieme le<br />

principali liturgie, specie nelle festività<br />

francescane, e fare esperienze comunitarie<br />

di preghiera;<br />

• progettare e realizzare insieme attività<br />

pastorali, caritative e sociali con iniziative<br />

“coraggiose” secondo le necessità dei<br />

tempi e dei luoghi;<br />

• studiare insieme, Frati e Secolari, i documenti<br />

sulla teologia del laicato;<br />

• organizzare incontri comuni, assemblee,<br />

capitoli spirituali, esercizi spirituali;<br />

• negli incontri di formazione e nella celebrazione<br />

di Capitoli, programmare moquello<br />

che è stato fatto durante il postulandato.<br />

• Nel discorso generale sulla chiamata<br />

universale alla santità e sulla vocazione<br />

religiosa, parlare anche della vocazione<br />

secolare francescana vista nella condivisione<br />

del comune carisma, in comunione<br />

vitale e reciproca, nella missione della<br />

Chiesa: «Va e ripara...».<br />

• Nel trattare la storia della Famiglia Francescana<br />

si parli dei Penitenti e delle origini<br />

del Terz’Ordine.<br />

• Lettura delle Regole del Primo, Secondo<br />

e Terzo Ordine (Regula Bullata, 1223;<br />

Regola di S. Chiara, 1253 e Regola dell’Ordine<br />

di S. Chiara, detta “urbaniana”,<br />

1263; la Seraphicus Patriarcha di Paolo<br />

VI del 1978 per l’OFS e la Franciscanum<br />

vitae propositum di Giovanni Paolo<br />

II, 1982, per il TOR).<br />

• Introduzione allo Statuto per l’assistenza<br />

spirituale e pastorlae all’OFS.<br />

• Esperienze: partecipare ad alcune riunioni<br />

di Fraternità, momenti di preghiera,<br />

celebrazioni nelle varie fasi della vita<br />

della Fraternità dell’OFS.<br />

C. Post-noviziato<br />

• Storia della Famiglia francescana, incluso<br />

l’OFS, nelle sue linee essenziali attraverso<br />

i secoli; presenza, sviluppo nel<br />

proprio Paese; rapporti con il Primo Ordine<br />

e TOR; nascita di nuovi Ordini e<br />

Congregazioni dall’OFS.<br />

• Natura, identità, struttura e organizzazione<br />

dell’OFS secondo la nuova Regola<br />

eleCostituzioni generali dell’OFS,<br />

sottolineando la sua indole secolare e la<br />

sua unità.<br />

• Natura, identità, struttura e organizzazione<br />

della GiFra secondo le Costituzioni<br />

generali dell’OFS.<br />

• Mettere l’accento sulla visione della<br />

Chiesa come popolo di Dio e di comunione<br />

(LG, GS, Documento del Sinodo<br />

1985).<br />

• Approfondire il ruolo dei fedeli laici, la<br />

corresponsabilità e collaborazione tra<br />

chierici e laici, Religiosi e Secolari nella<br />

missione della Chiesa (Evangelii nuntiandi,<br />

Christifideles laici, Lettera dei Ministri<br />

generali sui fedeli laici francescani).<br />

• Nello studio della dottrina sociale della<br />

Chiesa (dalla Rerum novarum in poi)<br />

prestare attenzione specifica ai doveri e<br />

alle responsabilità dei laici.<br />

• Approfondire l’indole dell’assistenza<br />

spirituale e pastorale all’OFS e alla Gi-<br />

Fra, la sua collegialità e l’identità dell’Assistente,<br />

mediante una lettura attenta<br />

dello Statuto per l’assistenza spirituale<br />

e pastorale all’OFS.<br />

• Lettura: Regula non Bullata (1221), Memoriale<br />

propositi (1221), Supra Montem<br />

di Niccolò IV (1289), Misericors Dei Filius<br />

di Leone XIII (1883) e la Seraphicus<br />

Patriarcha di Paolo VI del 1978.<br />

• Fare esperienze pastorali d’insieme, guidate<br />

dall’Assistente spirituale, e partecipare<br />

a riunioni di Fraternità, momenti di<br />

preghiera, celebrazioni nelle varie fasi<br />

della vita della Fraternità dell’OFS e della<br />

GiFra.<br />

Giova ricordare che quanto proposto in<br />

questo paragrafo non deve essere inteso come<br />

un’aggiunta di altre materie al programma,<br />

ma tende a complementare, anche nelle<br />

dimensioni indicate, le materie del curriculum<br />

vigente come: storia, spiritualità,<br />

ecclesiologia, dottrina sociale, ecc.


548 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

menti di presenza dei secolari anche con<br />

un messaggio o testimonianza.<br />

2. Formazione degli Assistenti spirituali<br />

È necessario che i nuovi Assistenti abbiano<br />

la possibilità di prepararsi per il loro<br />

compito specifico.<br />

Non pare superfluo avere una scuola di<br />

preparazione specifica nella Entità di appartenenza<br />

o al livello Regionale, Nazionale<br />

o Internazionale. Gli argomenti da<br />

trattare saranno quelli indicati in precedenza<br />

sotto la voce “formazione iniziale”,<br />

oppure:<br />

• Storia e fonti dell’OFS.<br />

• Visione sull’identità specifica dell’OFS.<br />

• Ecclesiologia e l’OFS.<br />

• Spiritualità francescana secolare.<br />

• Valori francescani dell’OFS.<br />

• Il Francescano secolare nella Chiesa e<br />

nella società.<br />

• OFS, Gioventù Francescana e Araldini.<br />

• Formazione dei Frati riguardo all’OFS e<br />

alla GiFra.<br />

• Aspetti pratici dell’assistenza all’OFS e<br />

alla GiFra.<br />

• Membri che vogliono aderire ad una<br />

Fraternità OFS e Amici di S. Francesco.<br />

Aggiornamento<br />

Per l’aggiornamento continuo degli Assistenti<br />

si suggeriscono:<br />

• Corsi di formazione/informazione annuali<br />

sull’assistenza, sulle varie problematiche,<br />

su quanto avviene nell’OFS e<br />

nella GiFra.<br />

• Lettura delle riviste e di organi di informazione<br />

dei vari Ordini riguardanti<br />

l’OFS, la GiFra e l’assistenza in campo<br />

Nazionale e Internazionale.<br />

• Conoscenza e scambio di programmi e<br />

di iniziative tra Assistenti generali, nazionali,<br />

regionali e locali.<br />

3. Responsabili o Agenti<br />

1. Ministri generali e Provinciali<br />

• Promuovano l’interesse dei propri Frati<br />

nei confronti dell’OFS e della GiFra, la<br />

comunione tra i Religiosi ed i Francescani<br />

secolari.<br />

• Curino la formazione dei formatori e<br />

l’interessamento di tutti i Religiosi nei<br />

riguardi dell’OFS-GiFra.<br />

• Provvedano perché l’OFS-GiFra abbia<br />

spazio nei programmi di formazione,<br />

iniziale e permanente, dei Religiosi.<br />

• Nelle visite alle Fraternità dei Frati e nei<br />

Capitoli si informino sull’OFS-GiFra e<br />

sulla qualità dell’assistenza.<br />

2. Assistenti spirituali<br />

• Siano i primi a promuovere, organizzare<br />

e animare corsi e incontri formativi,<br />

d’intesa con i Superiori maggiori e i Responsabili<br />

della formazione.<br />

• Segnalino formatori, Religiosi e laici,<br />

adatti per questa particolare formazione<br />

dei Frati a tutti i livelli.<br />

• Curino momenti di esperienze guidate,<br />

specialmente con i Frati di voti temporanei.<br />

• Cerchino, nelle visite pastorali, di avere<br />

contatti con le Case di formazione dei<br />

Religiosi e diano informazioni sulla vita<br />

e l’impegno dei Francescani secolari<br />

nella Chiesa e nella società.<br />

3. Formatori dei Religiosi<br />

• Sappiano mostrare ai giovani Religiosi<br />

«la bellezza della sequela del Signore ed<br />

il valore del carisma» (VC 66) condiviso<br />

con l’OFS e la GiFra;<br />

• Offrano «opportunità di crescita nell’adesione<br />

al carisma e alla missione» della<br />

Famiglia Francescana (Ib.);<br />

• Siano «esperti nel cammino della ricerca<br />

di Dio», intrapresa insieme con i Francescani<br />

secolari, «per essere in grado di accompagnare<br />

anche altri in questo itinerario»<br />

(Ib.).<br />

4. Indicazioni metodologiche<br />

1. Metodo esperienziale<br />

Usare, a tutti i livelli, una metodologia<br />

esperienziale: integrare i programmi formativi<br />

con esperienze concrete seguite da riflessioni<br />

guidate sulle esperienze fatte.


EX OFFICIO OFS<br />

549<br />

2. Collaborazione - Da parte dei formatori<br />

• Il servizio di formazione sia svolto in<br />

équipe.<br />

• Ne facciano parte formatori e responsabili<br />

dell’OFS e delle altre componenti<br />

della Famiglia francescana.<br />

• Si favorisca un interscambio di idee e<br />

materiale didattico tra formatori della<br />

stessa area linguistica ed anche con quelli<br />

di altre aree.<br />

3. Collaborazione - Da parte dei formandi<br />

Momenti comuni, ai vari livelli, con i<br />

formandi delle altre componenti della Famiglia<br />

Francescana.<br />

4. Formazione a distanza<br />

• Si faccia uso anche dei metodi di formazione<br />

a distanza, mediante corsi per corrispondenza<br />

o reti di discussione e di approfondimento<br />

fatto insieme.<br />

• Si utilizzino i moderni mezzi di comunicazione,<br />

che offrono nuove possibilità di<br />

formarsi o di collaborare nella formazione<br />

attraverso la posta elettronica e l’Internet.<br />

5. Materiale didattico<br />

• Sia cura degli Assistenti spirituali nazionali<br />

e/o regionali raccogliere e aggiornare<br />

continuamente il materiale specifico<br />

per la formazione degli Assistenti sull’OFS-GiFra<br />

come: Fonti, documenti,<br />

testi del Magistero, Statuto per l’assistenza,<br />

manuali, dispense, tracce di storia,<br />

riviste, pubblicazioni varie, posters,<br />

depliants, video, musicassette, pagine<br />

sull’Internet, ecc...<br />

• Il materiale sia messo a disposizione degli<br />

educatori e dei Frati.<br />

• Eventualmente vengano preparati tutti i<br />

sussidi necessari, non esistenti o difficilmente<br />

reperibili.<br />

• Vi sia una fraterna collaborazione tra le<br />

diverse aree linguistiche, ma anche con<br />

altre aree geografiche, specialmente con<br />

quelle che hanno più difficoltà a reperire<br />

il materiale ed a provvedere alle traduzioni.<br />

Conclusione<br />

Le Costituzioni del Primo Ordine e del<br />

TOR indicano chiaramente che la piena<br />

espressione del carisma francescano<br />

richiede un rapporto dinamico dei Frati con<br />

i Francescani secolari. Per esempio, l’articolo<br />

95.1 delle Costituzioni dei Frati Cappuccini<br />

afferma quanto segue: «Nell’ambito<br />

della Famiglia francescana, un posto particolare<br />

occupa la Fraternità o Ordine<br />

Francescano Secolare, che ne condivide e ne<br />

promuove il genuino spirito e che deve essere<br />

considerato necessario alla pienezza del<br />

carisma francescano». Questo articolo ed altri<br />

passaggi similari nella legislazione degli<br />

altri Ordini sottolineano il principio della<br />

«comunione vitale e reciproca», che si trova<br />

nella Regola dell’Ordine Francescano Secolare<br />

(cf. Art. 60 delle Costituzioni del<br />

<strong>OFM</strong>; Art. 114,2 delle Costituzioni del<br />

<strong>OFM</strong>Conv; Art. 157 delle Costituzioni del<br />

TOR e Capitolo 1 della Regola OFS).Èragionevole<br />

dire che l’assistenza spirituale,<br />

che i Frati offrono all’OFS e alla GiFra,<br />

svolge un ruolo cruciale nel promuovere l’espressione<br />

della pienezza del carisma<br />

francescano. Spetta a tutti i Frati assicurare<br />

che questa assistenza sia la migliore che può<br />

essere offerta sia per l’OFS e la GiFra come<br />

per la natura stessa dei loro propri Ordini.<br />

2. Colombia - Seminario per Assistenti<br />

spirituali OFS<br />

Dal 3 al 6 settembre 2006, a Chinauta, si<br />

sono riuniti numerosi Frati per partecipare al<br />

1º Corso di formazione per Assistenti spirituali<br />

dell’OFS della Colombia. Con Lettera<br />

del 30 agosto 2006, Fr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>-<br />

Conv, si era rivolto, a nome della CAS, ai<br />

partecipanti ricordando loro quali sono le<br />

fondamenta del nostro servizio come Assistenti<br />

spirituali e quale sia la missione che la<br />

Chiesa stessa ci ha affidato. Da notare che<br />

María Consuelo Nuñez (Chelito), OFS, Consigliere<br />

internazionale per la lingua spagnola,<br />

ha presentato uno dei temi previsti. Fr.<br />

Martín, infine, ha augurato a tutti un felice e<br />

fecondo svolgimento del Corso.


550 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

3. USA - Capitolo elettivo nazionale<br />

Il Capitolo elettivo nazionale degli Stati<br />

Uniti d’America è stato celebrato dal 24 al<br />

29 ottobre al Anthony Retreat Center in<br />

Marathon, Wisconsin. David Bouchard<br />

(Canada), Consigliere internazionale dell’OFS,<br />

delegato dalla Ministra generale,<br />

Encarnación del Pozo, ha presieduto le elezioni.<br />

Come rappresentante della CAS era<br />

presente Michael J. Higgins, TOR, Assistente<br />

generale. Ad animare la Fraternità<br />

per i prossimi tre anni sono stati eletti: J. Patrick<br />

Mendés, Ministro nazionale; Tom Bello,<br />

Viceministro; Sarah Mulholland, Segretario;<br />

Pat Brandwein-Ball, 1° consigliere;<br />

Mike Carsten, 2° consigliere; Clare Mc-<br />

Cluggage, 3° consigliere; Anne Mulqueen,<br />

Consigliere internazionale; Tom Bello, sostituto<br />

del Consigliere internazionale. Sarah<br />

Mulholland è anche Segretario della Conferenza<br />

degli Assistenti nazionali degli Stati<br />

Uniti.<br />

4. Croazia - In memoria di Fr. Kornelije<br />

Šojat, <strong>OFM</strong>, Assistente nazionale<br />

dell’OFS<br />

Domenica, 12 novembre 2006, presso<br />

la chiesa di S. Francesco a Zagabria in<br />

Croazia, è deceduto Fr. Kornelije Šojat,<br />

<strong>OFM</strong>, Assistente nazionale dell’OFS di<br />

Croazia. Aveva 69 anni. Per tanti anni al<br />

servizio dell’OFS croato, Fr. Kornelije è<br />

stato un vero testimone dell’amore verso i<br />

Francescani secolari, sempre disponibile,<br />

impegnato nel campo della formazione e<br />

nelle questioni organizzative e giuridiche.<br />

Ringraziamo il Signore per la sua vita e<br />

per il suo instancabile servizio ai Francescani<br />

secolari e a tutta la Famiglia francescana.<br />

Riposi in pace!<br />

5. Roma - Apertura dell’anno giubilare<br />

di santa Elisabetta<br />

Con una solenne Concelebrazione eucaristica,<br />

alle ore 18 di venerdì 17 novembre<br />

2006, presso la Basilica dei Ss. Cosma e<br />

Damiano in Roma, ha preso ufficialmente<br />

l’avvio l’Ottavo centenario della nascita di<br />

santa Elisabetta d’Ungheria e di Turingia<br />

(1207-2007), Patrona dell’Ordine Francescano<br />

Secolare e del Terz’Ordine Regolare.<br />

Alla concelebrazione, presieduta dal Card.<br />

Peter Erdö, Arcivescovo di Estergom e Primate<br />

d’Ungheria, hanno partecipato Mons.<br />

Gianfranco Agostino Gardin, Segretario<br />

della Congregazione per gli Istituti di vita<br />

consacrata e le Società di vita apostolica,<br />

Mons. Csaba Ternyák, Segretario della<br />

Congregazione per il Clero, i Ministri generali<br />

del 1° Ordine e del TOR, Vicari e Definitori<br />

generali, Ministri provinciali e tanti<br />

sacerdoti.<br />

A nome dell’OFS erano presenti Encarnación<br />

del Pozo, Ministra generale dell’OFS,<br />

gli Assistenti generali, Rosa Galimberti,<br />

Ministra nazionale d’Italia, gli Assistenti<br />

nazionali, gli Assistenti spirituali<br />

delle varie Fraternità dell’OFS e della Gi-<br />

Fra e numerosi Francescani secolari. All’inaugurazione<br />

dell’anno giubilare hanno<br />

partecipato anche il Ministro nazionale dell’OFS<br />

di Ungheria, Paczolay Balázs, e Tibor<br />

Kauser, Consigliere internazionale, il<br />

Vicepresidente del Parlamento ungherese,<br />

l’Ambasciatore d’Ungheria presso la Santa<br />

Sede.<br />

Hanno allietato la celebrazione con il loro<br />

servizio canoro, due Cori: la Cappella<br />

Costantiniana dei Ss. Apostoli in Roma e il<br />

Coro di Sant’Efrem di Budapest.<br />

Nell’omeliailCardinaleharicordatola<br />

straordinaria figura di santa Elisabetta sottolineando,<br />

tra l’atro, il suo grande amore<br />

per Dio e per i poveri. Ha ricordato, inoltre,<br />

che la Santa ha offerto anche una splendida<br />

testimonianza di amore coniugale e materno,<br />

diventando così “messaggio” attuale per<br />

le famiglie del nostro tempo. Al termine<br />

della celebrazione il Cardinale, su iniziativa<br />

dei Francescani secolari dell’Italia, ha<br />

consegnato una reliquia di santa Elisabetta,<br />

che verrà portata in pellegrinaggio nelle<br />

Fraternità dell’OFS e della GiFra durante<br />

l’anno giubilare, per promuovere la devozione<br />

e stimolare una conoscenza più<br />

profonda di questa santa cosi attraente e attuale.


EX OFFICIO OFS<br />

551<br />

6. Incontro di preghiera nella chiesa di<br />

S. Maria Mediatrice<br />

L’11 dicembre 2006, alle ore 21, si è tenuto,<br />

presso la chiesa di S. Maria Mediatrice<br />

(Curia generale <strong>OFM</strong>), un incontro di<br />

preghiera in occasione della “peregrinatio”<br />

della reliquia di santa Elisabettta d’Ungheria.<br />

La reliquia era stata consegnata all’OFS<br />

italiano dal Card. Peter Erdö, Primate<br />

d’Ungheria, il 17 novembre 2006, durante<br />

la celebrazione di apertura dell’VIII<br />

Centenario della nascita della Santa, avvenuta<br />

nella Basilica dei Ss. Cosma e Damiano<br />

in Roma.<br />

Promosso dalle Fraternità dell’OFS della<br />

zona, l’incontro ha visto riuniti numerosi<br />

membri dell’OFS, della GiFra e i Frati della<br />

Curia generale per rendere omaggio alla<br />

Patrona dell’OFS e per farsi discepoli del<br />

suo grande amore per il Cristo e per i poveri,<br />

come ha sottolineato il Ministro generale<br />

nel suo saluto iniziale.<br />

7. Polonia - Visita Fraterna e Pastorale<br />

Dal 17 al 19 novembre si è tenuta nella<br />

storica città di Varsavia la Visita Fraterna e<br />

Pastorale alla Fraternità dell’OFS della Polonia.<br />

Secondo il programma previsto i Visitatori<br />

Wilhelmina Visser-Pelsma (Willy),<br />

OFS, Consigliere internazionale per la lingua<br />

tedesca, e Fr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>Conv,<br />

Assistente generale OFS, hanno incontrato<br />

tutti i membri del Consiglio nazionale, revisionato<br />

i libri, chiariti i punti concernenti il<br />

Questionario informativo e quello valutativo<br />

(circa 22 pagine). Inoltre si sono incontrati<br />

anche con la Presidente nazionale della<br />

GiFra e con i Ministri delle 16 regioni che<br />

compongono l’OFS della Polonia.<br />

8. Polonia - Seminario per Assistenti<br />

spirituali OFS<br />

Ancora una volta a Varsavia, durante i<br />

giorni 20 - 22 novembre, si è svolto un Seminario<br />

a cui hanno partecipato più di 50<br />

Assistenti spirituali regionali e locali della<br />

Polonia, Bielorussia e Ucraina. Il Seminario<br />

è stato organizzato dalla Ministra nazionale<br />

OFS, Joanna Berłowska e dagli Assistenti<br />

nazionali dell’OFS: Bolesław Kanach,<br />

<strong>OFM</strong>Cap, Alojzy Pańczak, <strong>OFM</strong>, e<br />

Marian Jarząbek <strong>OFM</strong>Conv. Le diverse<br />

conferenze sono state tenute dagli Assistenti<br />

generali dell’OFS in questo ordine: Fr.<br />

Michael Higgins, TOR, «Documenti dell’OFS<br />

nella conoscenza degli Assistenti<br />

spirituali»; Fr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>Conv,<br />

«Assistenza collegiale all’OFS»; Fr. Samy<br />

Irudaya, <strong>OFM</strong>Cap, «Ruolo dell’Assistente<br />

spirituale nel Consiglio della Fraternità locale»;<br />

e Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>, «Gioventù<br />

francescana e assistenza spirituale». Il lavoro<br />

nei gruppi, il dibattito e la tavola rotonda<br />

sono stati i momenti più vivaci del Seminario.


EX OFFICIO PRO “JUSTITIA, PACE<br />

ATQUE INTEGRITATE CREATI”<br />

JPIC letter to animators<br />

November 13, 2006 - JPIC Office - Rome, Italy<br />

Dear JPIC Animators,<br />

Peace and All Good! We hope that all is<br />

well with you and your work.<br />

Not too long ago, we wrote to you requesting<br />

that all levels of JPIC in the Order<br />

participate in an evaluation of our work. We<br />

also sent a four page document presenting<br />

the proposals and decisions we have adopted<br />

over the last three years, which will serve<br />

as the basis for our evaluation. As we reflected<br />

on this document, we came to the<br />

conclusion that it was too complicated for<br />

our purposes, and that it would be difficult<br />

to use. So we are writing again to clarify the<br />

process of evaluation, and to simplify it.<br />

Animators, of course, are free to work on<br />

any issue that is important locally, regionally,<br />

nationally or globally. But of all the issues<br />

that we can deal with, Chapter 2003<br />

chose five areas that would be especially<br />

important for the six years following the<br />

Chapter. We ask that our evaluations at all<br />

levels of the Order be based on the five<br />

JPIC decisions that were accepted at the<br />

Chapter and which were highlighted once<br />

again in the final document of the Extraordinary<br />

General Chapter recently concluded<br />

in Assisi. We also ask that you evaluate<br />

your collaboration with other groups in this<br />

work, especially with the popular organizations<br />

of the people and the ecclesial organizations<br />

of your region.<br />

As a reminder, we present here below<br />

the Chapter decisions. They appear as numbers<br />

39-41 in the proposals section of the<br />

Chapter booklet. They read:<br />

39. The General Chapter requests that, during<br />

the six-year period 2003-2009 and<br />

with the help of the Office of JPIC, all<br />

the Entities of the Order should:<br />

a. Examine our style of life and its<br />

impact on creation, take on more<br />

responsible behaviour with regard<br />

to the environment and defend the<br />

justice of the environment;<br />

b. Promote a non-violent but active<br />

style of life and pay particular attention<br />

to the resolution of conflicts;<br />

c. Pay special attention to refugees,<br />

migrants, ethnic minorities, landless<br />

people and fugitives.<br />

40. The General Chapter requests that, during<br />

the three-year period 2003-2006,<br />

the Council for Economic Affairs, on<br />

the general and provincial levels,<br />

should draw up guidelines for the responsible<br />

use of its resources.<br />

41. The General Chapter requests that<br />

courses dedicated to JPIC, in which<br />

special attention is paid to the topics of<br />

creation and non-violence be established<br />

at the PAA of Rome and recommends<br />

that similar courses be give in<br />

all the Franciscan Institutes of Higher<br />

Education.<br />

(Please note that 39.a should refer to “environmental<br />

justice,” and not “the justice<br />

of the environment;” and 39.b to “active<br />

non-violence,” and not to “a nonviolent<br />

but active style of life.”)<br />

We ask that in your own Entity you promote<br />

an evaluation of these Chapter decisions:<br />

* Has your Entity begun to implement<br />

them, or not?<br />

* If yes, please describe the programs<br />

or projects. How might they be<br />

strengthened?<br />

* Is it possible to begin work on<br />

another one of the Chapter decisions?<br />

For the Entities that have not begun to<br />

implement the decisions, however, the JPIC<br />

work for the next three years cannot simply<br />

be conducting this process of evaluation.<br />

Rather, we ask that you begin implementation<br />

of one concrete action or project, based


554 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

on one or more of the Chapter decisions,<br />

which will be part of your JPIC work over<br />

the next three years. Be very detailed in<br />

planning this action, deciding who will be<br />

responsible, where it will happen, the dates<br />

when it will happen, etc.. After the next<br />

three years, we will again ask you to evaluate<br />

the work that has been done.<br />

The evaluation carried out in each Entity<br />

will be PART of our preparation for General<br />

Chapter 2009. With this in mind, we<br />

ask that you send your written evaluation to<br />

theRomeJPICofficebytheendofMay<br />

2007 (if finished earlier, please send it as<br />

soon as it is ready). The evaluation of each<br />

Entity will also be used to prepare a conference<br />

report for the continental JPIC meetings<br />

that will be held beginning in the second<br />

half of 2007. Conference reports<br />

should include a composite presentation of<br />

the evaluations, a report on the state of JPIC<br />

in the conference, and an overview of the<br />

socio-politico-religious situations of each<br />

conference. All of this information will be<br />

shared at the continental meetings, and then<br />

it will be used to prepare our JPIC contribution<br />

to the next General Chapter. We will<br />

take seriously the comments made at the International<br />

Congress and at the International<br />

Council meeting, both held in Uberlandia,<br />

Brazil. Participants stated that we have<br />

more than enough WRITTEN about our<br />

JPIC work, we must now work to put our<br />

words into ACTION!<br />

One other issue that might be interesting<br />

to include in the evaluation is how we are<br />

dealing with the call of the Order to celebrate<br />

the 800th anniversary of its founding.<br />

In the booklet The Grace of Our Origins,<br />

the Minister General has asked us to consider<br />

“concrete forms of expropriation and<br />

the restitution of our goods to the poor…”<br />

Have we reflected on how we might promote<br />

use of our time, talent and resources in<br />

our work with the poor? What concrete action<br />

of restitution might my Entity practice<br />

during this anniversary of our Order? If<br />

possible, include this reflection in the evaluation<br />

as well.<br />

We hope that this letter clarifies the<br />

process of evaluation that is being proposed.<br />

We ask that each Entity begin to consider<br />

how it will implement the process, and<br />

that each conference be aware that it needs<br />

to prepare a general report for the upcoming<br />

continental meetings. If you have any questions<br />

or doubts, please feel free to be in<br />

touch.<br />

You can use either of our e-mails:<br />

jrozanskyofm@yahoo.com,<br />

or<br />

vfelipe@ofm.org.<br />

We look forward to hearing from you.<br />

May God continue to bless you and your<br />

work!<br />

VICENTE FELIPE, <strong>OFM</strong><br />

JOE ROZANSKY, <strong>OFM</strong>


EX OFFICIO IURIDICO<br />

Activitas Officii Iuridici<br />

una cum Comm. Iuridica<br />

(Nov. 2005-Dec. 2006)<br />

1. Emendatio Statutorum Particularium<br />

(Prov. vel Cust. Aut. et aliarum Entitatum)<br />

25 Novembris 2005<br />

1. Hiberniae Provincia (Gormanston),<br />

Prot.096228<br />

26 Januarii 2006<br />

2. Sanctae Fidei Prov., Columbia,<br />

Prot. 096295<br />

3. SS. Nominis Jesu Prov., Italia,<br />

Prot. 096323<br />

4. SS. Petri et Pauli Prov., Mexicum,<br />

Prot. 096340<br />

5. S.M. Gratiarum Prov. Samn.-<br />

Hirp., Italia, Prot. 096348<br />

6. West-Slavicae Conferentiae, Prot.<br />

096376<br />

7. Imm. Conc. B.M.V. Prov., Anglia,<br />

Prot. 096389<br />

9 Martii 2006<br />

8. Imm. Conc. B.M.V., Polonia, Prot.<br />

096453<br />

9. Nostrae Dom. Pacis Prov., Africa<br />

Mer., Prot. 096462<br />

10. S. Jacobi de M. Prov. Picena, Italia,<br />

Prot. 096430<br />

11. Assump. B.M.V. Prov. Lyc., Italia,<br />

Prot. 096317<br />

19 Maii 2006<br />

12. Statuta Visit. Canonicae, Prot.<br />

096367<br />

13. SS. Martyrum Corean. Prov., Prot.<br />

096569<br />

14. S. Michaelis Arc. Prov., Indonesia,<br />

Prot. 096626<br />

15. S. Gregorii M. Prov., Hispania,<br />

Prot. 096743<br />

16. SS. Cordis Jesu Prov., Italia, Prot.<br />

096746<br />

17. Sanct. 12 Apostol. Prov., Peruvia,<br />

Prot. 096747<br />

18. Stat. Pec. Domus Novit. interprovincialis<br />

Conferentiae “Cono<br />

Sur”, Prot. 097291<br />

23 Iunii 2006<br />

19. N. D. de Guadalupe Prov., AC-Panama,<br />

Prot. 096544<br />

20. N.D. de Regula Prov., Hispania,<br />

Prot. 096893<br />

21. S. Hedvigis Prov., Polonia, Prot.<br />

096933<br />

13 Octobris 2006<br />

22. SS. Cyrilli et Meth. Prov., Croatia,<br />

Prot. 096309<br />

23. Magnae Dom. Hungarorum Prov.,<br />

Prot. 097056<br />

24. B. Iuniperi Serra Prov., Mexicum,<br />

Prot. 097066<br />

25. Prov. Franc. de Arantzazu, Hispania,<br />

Prot. 097108<br />

26. S. Francisci Ass. Prov., Polonia,<br />

Prot. 097144<br />

27. S. Francisci Prov., Madagascar,<br />

Prot. 097183<br />

28. S. Francisci Stigmat. Prov., Italia,<br />

Prot. 097194<br />

23 Novembris 2006<br />

29. S. Gregorii M. Prov., Hispania,<br />

Prot. 096743/bis<br />

30. SS. Trinitatis Prov., Chilia, Prot.<br />

097287<br />

31. S. Barbarae Prov., S.F.A.S., Prot.<br />

097300<br />

32. S. Venceslai Prov., Bohem.-Moravia,<br />

Prot. 097391<br />

33. Hiberniae Prov. (Gormanston),<br />

Prot. 096228/bis


556 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

2. Responsum ad dubia, etc.<br />

Plurium dubiorum solutionem Fratribus<br />

undique expetentibus responsum datum est,<br />

aliorumque interim porrectae quaestiones<br />

pertractatae sunt, ac particularium casuum<br />

sub secreto examen peractum est.<br />

De activitate eiusdem Officii Iuridici<br />

necnon Commissionis Iuridicae, Sept.<br />

2003-Oct. 2004 in A<strong>OFM</strong>, CXXIII, Fasc.<br />

III, p.361; Nov. 2004-Dec. 2005 in A<strong>OFM</strong>,<br />

CXXV, Fasc. I, pp.147-148.<br />

Romae, Dec. 2006<br />

FR.FRANCESCO ANTONELLI


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

1. De itineribus Ministri Generalis<br />

1. Visit to the Province of St. Mary, Queen<br />

of China, in Taiwan/Hong Kong<br />

6th to 8th October 2006<br />

The Minister General, Br. José Rodríguez<br />

Carballo, <strong>OFM</strong>, accompanied by<br />

the Definitor Geneneral Br. Ambrogio<br />

Nguyen Van Si, <strong>OFM</strong>, arrived in Taipei by<br />

Cathay Pacific at mid-day of the 6th October.<br />

A meeting of the Minister with the Friars<br />

of the Province was held in the Provincial<br />

House at Taishan in the afternoon.<br />

The Minister especially wished to inform<br />

the Friars of the recent Extraordinary General<br />

Chapter in Assisi as a time of grace and<br />

fraternal communion. He presented the main<br />

topics, and their importance for our identity<br />

and franciscan life, which the Friars had discussed,<br />

evaluated and underlined.<br />

– The Friar Minor is identified as a man of<br />

faith, as a man who places all his trust in<br />

the Lord, as a man who responds to the<br />

daily call: “Lord what do you want me to<br />

do?” Faith in the Lord animates his<br />

whole life: fraternal life, work, service<br />

and the daily encounter with the Lord…<br />

– The Friar Minor lives in fraternity: the<br />

place of fraternal love, of constant conversion<br />

in being familiar with the other,<br />

in believing that fraternal love is the primary<br />

means of witness and mission.<br />

– The fraternity is a communion of equal<br />

brothers who share their process of conversion<br />

to Christ through an equality<br />

which is expressed in the access of all<br />

Friars to a human, theologically Christian<br />

and franciscan spiritual formation;<br />

an equality also expressed in the financial<br />

life which has to be transparent, austere<br />

and in solidarity with others.<br />

– The Friar Minor continues to respond to<br />

the call of Evangelisation and “ad<br />

gentes” Mission. Our Order expresses<br />

the life of missions in fraternity, which is<br />

open to the demands of international and<br />

inter-cultural living.<br />

The Minister General then gave plenty<br />

of time for questions by the Friars, which<br />

were concentrated on the following aspects:<br />

• The importance of giving witness to<br />

Christ through the quality of our fraternal<br />

life, whether in Taiwan or in Hong Kong.<br />

Our fraternal help in formation and periodical<br />

contacts with our confreres in<br />

mainland China. Keeping in mind the social<br />

and political context in China, our<br />

confreres should be able to trust us and we<br />

should be able to express our care for<br />

them. Hong Kong is a fundamental location<br />

for maintaining contact and friendship<br />

with them and for promoting, through<br />

the Studium Biblicum, the knowledge and<br />

spread of the Word of God.<br />

• The beatification of Br. Gabriele Allegra<br />

continues to be promoted by our Order<br />

before the Holy See, even during the recent<br />

meeting of the Minister General<br />

with the Secretary of State.<br />

• The attention of every Friar has to be<br />

given to the care of vocations to the franciscanlife,totheimplantatio<br />

Ecclesiae<br />

and to the implantatio Ordinis in a respectful<br />

discernment of those who approach<br />

our way of life. We, first of all,<br />

must live the essential elements of the<br />

franciscan life as only in this way can we<br />

have the right to seek vocations. Among<br />

the causes of defection from the consecrated<br />

life the Minister underlined, in a<br />

special way, the crisis of faith and of our<br />

trust in the life of fraternal love. Another<br />

aspect not to be underestimated is that of<br />

our affectivity, which feels the effect of<br />

the lack of communion with the Friars.<br />

• Our service in parishes as Friars Minor<br />

could have been, in the past, the reason<br />

for living “alone”, detached from the fraternity.<br />

It can no longer be this way as our


558 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

awareness of the evangelising fraternity<br />

forces us to build our mission on the basis<br />

of fraternal love. This is the way of our<br />

very identity. Our mission is expressed<br />

through contemplation (prayer life), life<br />

in fraternity and service in minority.<br />

• St. Francis calls us once again to radicalism<br />

in living the Gospel. The Gospel<br />

must be alive in us, we must live it with<br />

passion, only then can we present it to<br />

others.<br />

The Minister General, at the conclusion<br />

of the meeting, said: “I am a weak and<br />

mediocre Friar Minor, I am in the process of<br />

conversion, of becoming, a Friar Minor.<br />

Francis said that he had Friars Minor only<br />

after he had heard the news of the five martyrs<br />

in Morocco. I am not frightened by the<br />

weakness and mediocrity of the Friars, but<br />

rather frightened by those who justify their<br />

mediocrity and do not try to advance along<br />

the path of conversion. I ask all you Friars<br />

to get into the process of becoming Friars<br />

Minor, to allow yourselves to be questioned<br />

by the Gospel because the Gospel sets us<br />

free, loosens us from our slaveries and raises<br />

us up with Him”.<br />

In the evening, after supper, Br. Ambrose<br />

and all the Definitory of the Province had a<br />

meeting with the Minister General. The<br />

Minister listened to our sharing and encouraged<br />

us to continue in our commitment to:<br />

• evaluate and discern all activities (the<br />

pastoral service in parishes in particular)<br />

in order to have a re-structuring that<br />

would facilitate fraternal life;<br />

• take care of vocations through a commitment<br />

to work with young people;<br />

• be in solidarity with the other poorer<br />

<strong>OFM</strong> Entities of Asia, to be open to welcoming<br />

and taking care of an international<br />

fraternity in Taiwan;<br />

• intensify the occasions of meetings<br />

among the Friars in order to promote fraternal<br />

life and mutual trust;<br />

• continue the experience of the meetings<br />

of the young Friars with less than tenyears<br />

of solemn profession;<br />

• offer, at the Studium Biblicum in HK, the<br />

precious service for the reading and<br />

study of the Word of God, which requires<br />

cooperation and coordination of<br />

the various activities.<br />

In the morning of the 7th October, the<br />

Minister General met with the brothers and<br />

sisters of the SFO from all over the island,<br />

about 150 people. Br. José underlined two<br />

fundamental aspects of the spirit which animates<br />

the SFO fraternity:<br />

• the constant commitment to a human<br />

and spiritual formation in order to face<br />

up to the challenges of our culture: and<br />

• the commitment to a social service<br />

which meets the demands of those who<br />

are weak and “left aside” in the society<br />

of Taiwan.<br />

There was then a meeting with representatives<br />

of 4 Congregations of Franciscan<br />

Sisters: FMM, The Franciscan Sisters of<br />

Our Lady of Sorrows, the Franciscan Sisters<br />

of the Child Jesus and the Franciscan<br />

Sisters of Mercy of Luxemburg. The main<br />

topic was development in the relationship<br />

of a renewed encounter with the Lord Jesus,<br />

falling in love with Him in order to rediscover<br />

His constant and faithful love. This<br />

implies seeking the essential and expressing<br />

a quality of religious life which always<br />

refers to Him, the Supreme Love.<br />

Our passion for Christ Jesus pushes us<br />

into compassion for the men and women of<br />

today.<br />

Themealatmid-daywassharedbythe<br />

Friars, the Sisters and the SFO. Peace and<br />

Good! The Minister General and Br. Ambrose<br />

Nguyen left Taiwan for Hong Kong at<br />

about 4 pm.<br />

BR.CLAUDIO PECORARO, <strong>OFM</strong><br />

2. Visit to Hong Kong and China<br />

7th to 13th October 2006<br />

Met at the airport of Hong Kong by Br.<br />

Placido, Provincial Definitor, and Br.<br />

Williams, Novice Master, in the evening of<br />

the 7th October, the Minister General and<br />

Br. Ambrose immediately went to the<br />

Studium Biblicum of Hong Kong.<br />

On the 8th October, the Minister, Br. Ambrose,<br />

Br. Joseph Ha (Delegate General for


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

559<br />

the China Project), Br. Williams and the 3<br />

novices went to an island close to Hong<br />

Kong where there is a small monastery of<br />

Philippino Poor Clares. The Minister met<br />

the community of 5 Sisters and had lunch<br />

with them.<br />

The Minister returned to the Studium<br />

Biblicum in the afternoon for a meeting<br />

with the Friars of Hong Kong (7 solemnly<br />

professed and 3 novices). As in Taiwan, the<br />

Minister concentrated on the experience of<br />

the Extraordinary General Chapter in Assisi.<br />

He spoke about the fundamental aspects<br />

of our life highlighted by the Chapter:<br />

Vocation – Fraternity – Mission. These dimensions<br />

are interconnected and were experienced<br />

in a context of Faith/Conversion.<br />

The Minister then depicted the conditions<br />

of a franciscan fraternity (a fraternity of believers,<br />

equality, international and inter-cultural<br />

living, collaboration will the entire<br />

Franciscan Family in a spirit of complementarity<br />

and in continuous dialogue with<br />

the world and, finally, a fraternity in motion).<br />

In the dialogue with the Friars, the<br />

Minister spoke about the integration of the<br />

personal life project with the fraternal life<br />

project, distinguishing the personal project<br />

from an individualist project, and exhorted<br />

the Friars to avoid individualism, which destroys<br />

fraternity. The meeting with the Friars<br />

of Hong Kong continued with a fraternal<br />

meal in the Chinese style.<br />

The 10th to 13th October 2006. Accompanied<br />

by Br. Joseph, Delegate General for<br />

the China Project, and the Definitor General<br />

for Asia, the Minister crossed the Hong<br />

Kong-Chinese border. He went, flying<br />

Southern Airlines from the airport of Shenzhen<br />

(China), to Xi’an, a famous old city,<br />

where he visited the volunteer Friars. The<br />

volunteer Friars live in two apartments in a<br />

central area of the city and carry out different<br />

activities. The morning after the visit,<br />

the Minister, on a schedule bus, travelled to<br />

a village lying a long way from Xi’an to visit<br />

the Friars of the Chinese Custody. The<br />

Friars welcomed the Minister with joy and<br />

simplicity. Despite their poverty, they succeeded<br />

in building two small rooms, totally<br />

new and well appointed, to receive the Min-<br />

ister. Following a short visit to the old convent,<br />

the novitiate and the garden, the Minister<br />

spent time with the Definitory of the<br />

Custody, listening carefully to the Friars<br />

and exhorting them to live the franciscan<br />

charism faithfully and to open up to new<br />

ways with courage. He spoke to them about<br />

formation, finances and projects which<br />

could be carried out for the good of the Custody<br />

and of the Order. The Minister met the<br />

entire community of the Custody after<br />

lunch. The Minister returned to Xi’an by<br />

bus at about 5 o’clock in the afternoon.<br />

Accompanied by Br. Luigino, the Minister<br />

went to visit the Friars who work in the<br />

leper colony of Shanglou and lunched with<br />

the volunteers of the colony on the 11th October.<br />

It was a long and tiring journey<br />

through mountains and country-side. The<br />

final day in China was dedicated to a meeting<br />

with the volunteer Friars (10), who<br />

came to Xi’an from every part of China,<br />

from Beijing to Shanglou, for the occasion.<br />

The Minister shared the experience of the<br />

recent General Chapter in Assisi with the<br />

Friars. He encouraged them to live in fraternity,<br />

with courage and trust in the Lord.<br />

In the afternoon he visited the places where<br />

the Friars work and blessed the recently<br />

purchased apartments. In the evening he<br />

shared a fraternal meal with all the Friars in<br />

a Chinese restaurant, at which, surprisingly,<br />

two Friars of the Chinese Official Church,<br />

who came from afar, were present. At 8<br />

o’clock the next morning, the Minister, Br.<br />

Ambrose and Br. Joseph left China to return<br />

to Hong Kong where they met, at 9.00 pm,<br />

the Franciscan Family (Franciscan Sisters<br />

and SFO) in the parish of St. Bonaventure.<br />

The Minister left Hong Kong to return to<br />

Rome at 10.00 pm on the 13th October.<br />

Praised be the Lord!<br />

BR.AMBROSE<br />

3. Visit to the Province of India<br />

30th October – 1st November 2006<br />

The Minister General, accompanied by<br />

Br. Ambrose, Definitor General, flew via


560 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Frankfurt on a Lufthansa flight to Bangalore<br />

(now called Bangaluru) to participate<br />

in the Provincial Chapter and to meet the<br />

Friars of the Province of India. It was the<br />

first visit of the Minister to India. Waiting<br />

for them at the airport were the Minister<br />

Provincial, Br. Arok Sundar, and the Delegate<br />

General for India, Br. Sean Collins.<br />

They finally arrived at the Provincial’s<br />

house at about 2.00 o’clock in the morning<br />

of the 31st October.<br />

There was an official reception at 10.30,<br />

to which, in addition to the Chapter Members,<br />

Friars, Students and novices from all<br />

over India came. There were more than 100<br />

present. The reception was very festive and<br />

fraternal. The welcome to the Minister and<br />

Definitor was carried out in a typical Indian<br />

manner, with dance and garlands, tambourines<br />

and incense. The cortege went<br />

from the small convent courtyard to the<br />

well arranged meeting hall where the Minister<br />

addressed a message to the Province.<br />

In his discourse, the Minister touched on<br />

fundamental aspects of the franciscan life:<br />

the life of faith, formation, fraternity and<br />

minority, authority as a service and finances.<br />

He encouraged the Friars to undertake<br />

a process of renewal without delay. He<br />

also thanked the Delegate General, Br. Sean<br />

Collins, for the work done, wisely and competently,<br />

and also the Province of Ireland<br />

which had generously permitted its Vicar<br />

Provincial to carry out the service of Delegate<br />

for India for almost a year. A fraternal<br />

dialogue between the Minister and the Assembly<br />

followed.<br />

In the afternoon, while the Chapter<br />

Members proceeded with the election of the<br />

Provincial Definitory, the Minister General<br />

met the students, formators and other<br />

solemnly professed Friars. The dialogue<br />

was open and fraternal. There were many<br />

questions from the young Friars, for whom<br />

the Minister has a special concern. The<br />

meeting ended with a well inculturated Eucharist<br />

presided by the Minister.<br />

At 6.00 the following morning, the 1st<br />

November, the Feast of All Saints, the Minister<br />

presided at the Eucharistic celebration<br />

in the parish. The Mass was in English and<br />

the Church was full as many members of the<br />

Franciscan Family (Sisters and SFO), in addition<br />

to the parishioners, had come. It was a<br />

beautiful liturgy with great participation.After<br />

the Mass, at about 9 o’clock, the Minister<br />

met the new Definitory of the Province for a<br />

very open, useful and fraternal dialogue. The<br />

Minister emphasised the importance of the<br />

role of a Provincial Definitory in the administration<br />

and animation of a Province. He exhorted<br />

the Friars of the Provincial Definitory<br />

to live always in unity and to work as a team.<br />

He also exhorted them to undertake courageously<br />

the work of restructuring the<br />

Province in collaboration with the new Delegate<br />

General and also exhorted the Definitory<br />

to take particular care of formation and<br />

of the financial aspect of the Province. In the<br />

afternoon of the 1st November, the Minister<br />

met the Chapter Members and had a dialogue<br />

on many aspects of the franciscan life<br />

and projects of the Order. The Chapter Members<br />

dialogued serenely with the Minister<br />

and listened to his words. The meeting ended<br />

with a short and beautiful cultural presentation,<br />

with typical Indian dance. Br. José<br />

and Br.Ambrose left India at mid-night to return<br />

to Rome via Frankfurt. Praised be the<br />

Lord!<br />

BR.AMBROSE<br />

4. Visita a la Provincia de San Pedro y San<br />

Pablo de Michoacán de México<br />

Celaya, 18-20.10.2006<br />

18 de octubre<br />

En punto de las 13:00 horas, llegó a tierras<br />

acambarenses el Ministro general de la<br />

Orden de Frailes Menores, fray José Rodríguez<br />

Carballo. Los frailes, reunidos para el<br />

Capítulo Provincial extraordinario sobre la<br />

Formación, dieron la bienvenida al sucesor<br />

del pobrecillo de Asís en la explanada del<br />

templo parroquial de San Francisco, donde<br />

también ya se encontraba reunida una buena<br />

cantidad de personas: hermanas de la Segunda<br />

Orden, franciscanos seglares, niños<br />

del colegio de franciscanas y algunos vecinos<br />

de esta población.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

561<br />

Minutos antes del arribo del Ministro general<br />

se percibía ya un ambiente de júbilo.<br />

Cuando se dio aviso de que la comitiva estaba<br />

por llegar al templo parroquial, las<br />

campanas doblaron con singular algarabía y<br />

los cohetes anunciaron el acontecimiento.<br />

De inmediato se formó una doble valla,<br />

compuesta por frailes y niños, para que<br />

nuestro ilustre visitante pudiera ingresar al<br />

recinto parroquial.<br />

Cuando fray José arribó a la explanada,<br />

los presentes lo recibieron con un estruendoso<br />

aplauso y con sonoros “¡viva!”. El Ministro<br />

general, visiblemente emocionado, bajó<br />

del vehículo y empezó a caminar por entre la<br />

multitud; a su paso fue saludando de mano a<br />

todos los que extendían la suya en señal de<br />

bienvenida. En la puerta del templo, fray Daniel<br />

Martínez, Guardián de la fraternidad de<br />

Santa María de Gracia, dio inicio al rito de<br />

recepción de nuestro Ministro general.<br />

Una vez en el interior del templo, después<br />

de hacer un momento de oración frente<br />

al Sagrario, fray José se dirigió a la sede<br />

para continuar con el rito iniciado por el<br />

hermano Guardián. Momentos después,<br />

fray Eulalio Gómez Martínez, Ministro provincial<br />

de la Provincia de san Pedro y san<br />

Pablo de Michoacán, dirigió un breve saludo.<br />

Destacó que al darle la bienvenida se le<br />

da a “la voz de Francisco para nuestra situación,<br />

a la voz de la Orden franciscana, que<br />

deseamos incida en nuestro modo de ser<br />

franciscanos, a la voz de la historia viva de<br />

800 años de franciscanismo”. A la vez agradeció<br />

“su interés hacia nosotros, por venir a<br />

animarnos a ser franciscanos en y para esta<br />

época, por querer conocernos más en directo,<br />

mediante el diálogo que fuertemente desea<br />

entablar con nosotros, aunque sabemos<br />

que nos conoce en parte por nuestros frailes<br />

que residen temporalmente en Roma, por el<br />

informe de nuestro último Visitador general<br />

y por otros cauces indirectos”.<br />

Cuando hubo terminado el saludo del<br />

Ministro provincial, fue el turno del Presidente<br />

municipal para expresar a fray José el<br />

beneplácito por esta visita y lo declaró<br />

“huésped distinguido”.<br />

El Ministro general, conmovido, agradeció<br />

todas las muestras de cariño que estaba<br />

recibiendo desde su llegada a esta porción<br />

del estado de Guanajuato. En su mensaje hizo<br />

un reconocimiento a la “buena gente de<br />

esta región que, desde los inicios de la presencia<br />

de los franciscanos que evangelizaron<br />

América” han dado muestras de cariño<br />

a los hijos del gran hermano menor, Francisco<br />

de Asís. “Quisiera ser verdaderamente<br />

Francisco, en estos momentos, para abrazar<br />

a cada uno de ustedes y hacerme cercano<br />

en sus sufrimientos y enfermedades”.<br />

Acto seguido impartió a los presentes la<br />

bendición seráfica.<br />

Inmediatamente después el Ministro general<br />

fue conducido al convento para departir<br />

con los hermanos capitulares en la comida.<br />

Estuvieron presentes en el ágape fraterno,<br />

además, algunas hermanas Clarisas, los<br />

Postulantes de esta Provincia, algunos hermanos<br />

franciscanos seglares, una comitiva,<br />

la autoridad municipal y otros invitados.<br />

Por la tarde, según se tenía previsto en la<br />

agenda, fray José tuvo una intervención en<br />

la Sesión Plenaria de dicho Capítulo. Ahí<br />

compartió algunas reflexiones sobre “la<br />

formación en tiempos de refundación”;<br />

concretamente participó algunos principios<br />

básicos de la formación, presentó una serie<br />

de retos a la formación de los religiosos y<br />

brindó algunas pistas pedagógicas para enfrentar<br />

el reto de colocar la formación del<br />

hermano menor a la altura de las circunstancias<br />

actuales.<br />

Al término de su participación, los hermanos<br />

capitulares entablaron un diálogo<br />

fraterno con el Ministro, que en todo momento<br />

se mostró muy abierto a las cuestiones<br />

que le fueron planteadas, sobre todo<br />

asumió el papel de Padre de la fraternidad<br />

de los menores, aconsejando e impulsando<br />

a vivir el proceso formativo como camino<br />

de conversión.<br />

A las 19:00 horas nos dispusimos a la celebración<br />

de la Eucaristía. Para tal efecto se<br />

preparó la explanada, antiguamente el atrio<br />

parroquial, frente al templo del Hospital.<br />

Una multitud se encontraba reunida para<br />

participar de la Santa Misa con el Ministro<br />

general, quien concelebró con la mayoría<br />

de los hermanos sacerdotes que se encuentran<br />

en Capítulo. Los fuegos artificiales y


562 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

una danza procesional en la presentación de<br />

los dones imprimieron un toque de singularidad<br />

a la celebración.<br />

Una cena, estilo kermés, con antojitos<br />

mexicanos le fue preparada a nuestro ilustre<br />

visitante. La convivencia estuvo animada<br />

por un grupo de danza folclórica que interpretó<br />

piezas representativas de los estados<br />

de Michoacán y Guanajuato.<br />

A la mañana siguiente, 19 de octubre,<br />

antes de partir rumbo a El Pueblito, Querétaro,<br />

fray José Rodríguez Carballo, pasó a<br />

despedirse de los hermanos capitulares que<br />

ya se disponían al rezo del Oficio de Lectura<br />

y Laudes.<br />

19 de octubre<br />

Talycomoestabamarcadoenelprograma<br />

para esta visita del Ministro general a<br />

nuestra Provincia de San Pedro y San Pablo<br />

de Michoacán, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />

ofm, arribó el 19 de Octubre a las 10:00 de<br />

la mañana, a nuestra casa noviciado y Santuario<br />

de la Santísima Virgen de El Pueblito,<br />

donde lo esperábamos los frailes profesos,<br />

los novicios, la Corporación de inditas<br />

del Santuario, una banda de viento y muchas<br />

personas más de la comunidad; y todos<br />

con gozo y emoción, porque estaba por llegar<br />

a nuestra casa, el sucesor de nuestro Seráfico<br />

Padre San Francisco de Asís, proveniente<br />

de la Curia de Roma.<br />

Le acompañaban Fr. Luis Gerardo Cabrera,<br />

ofm –ecuatoriano- y Fr. Juan Ignacio<br />

Muro. ofm –mexicano-, Definidores generales.<br />

Se le recibió con aplausos y música<br />

propia del lugar, con la banda de viento; ya<br />

lo esperaba el Rector del Santuario de El<br />

Pueblito, Fr. Hugo Córdova Padilla, ofm, el<br />

Presidente del municipio de Corregidora, el<br />

Sr. Germán Borja y el resto de los hermanos<br />

ahí congregados.<br />

En la puerta del Santuario lo esperaba Fr.<br />

Hugo Córdova con un hermoso crucifijo,<br />

ante el cual el Ministro general, con gran reverencia,<br />

se arrodilló y lo besó. Los novicios<br />

iniciaron la entrada solemne con la<br />

Cruz procesional y ceroferarios; hecha la<br />

respectiva reverencia al altar, se dirigió a la<br />

capilla del Santísimo, donde por unos minutos<br />

se arrodilló -junto con sus dos acompañantes-<br />

ante nuestro Señor Sacramentado,<br />

expuesto como todos los jueves.<br />

Luego de este momento y haber dicho<br />

nuestra muy conocida oración franciscana<br />

de «Te adoramos Santísimo Señor Jesucristo<br />

aquí y en todas las iglesias que hay en todo<br />

el mundo y te bendecimos pues por tu<br />

santa cruz redimiste al mundo», se puso de<br />

pie la procesión volvió al cuerpo del Santuario.<br />

Estando él en la sede, le dio la bienvenida<br />

el Rector del Santuario con una breve explicación<br />

de la cultura y la tradición de estas<br />

tierras y del Santuario. Respondiendo, el<br />

Ministro general dijo alegremente que es la<br />

segunda vez que está en este lugar y que le<br />

llenaba de alegría el recibimiento y la historia<br />

que encierra nuestra santísima Virgen de<br />

El Pueblito, agradeció a los frailes presentes,<br />

al Presidente municipal, novicios y pueblo<br />

de Dios ahí congregados; también a los<br />

agentes de seguridad que lo habían acompañado<br />

desde Acámbaro.<br />

Luego terminando con una oración de<br />

acción de gracias, nos impartió la bendición.<br />

Después de un breve descanso en una<br />

habitación del convento, bajó al salón Juan<br />

Pablo II, para tener una reunión con los hermanos<br />

profesos –en número de 38- y presentarles<br />

a grandes rasgos los puntos clave<br />

sobre el pasado Capitulo General efectuado<br />

el pasado mes en la Porciúncula en Asís.<br />

Al terminar esta reunión, a las 12:30 del<br />

medio día, fue la Solemne concelebración<br />

Eucarística, en la cual se dieron cita, además<br />

de los hermanos profesos y novicios,<br />

un gran número de personas que deseaban<br />

vivir con nosotros esta fiesta y alegría por<br />

tan noble visita.<br />

La homilía fue tan llena de amor y lucidez<br />

a las verdades de Dios, que no pude otra<br />

cosa más que agradecer y alabar a Dios por<br />

la manera en la cual ilumina a nuestro Ministro<br />

general para explicarnos de manera<br />

sencilla, y muy mariana con sentido eclesial,<br />

lo que es un Sí definitivo (Fiat) al llamado<br />

de Dios y cómo, la misma Virgen,<br />

desde todos los tiempos es un claro ejemplo<br />

de cómo se le da a Dios un sí total, con convicción<br />

y con amor ante todo. Moviendo los<br />

corazones y ayudándonos a acercarnos más


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

563<br />

al Todopoderoso, con una expresión de<br />

amor y una cercanía total a sus hermanos,<br />

nos habló por más de 30 minutos, que parecieron<br />

cortos. Experimentamos esa paz que<br />

sólo el Todopoderoso puede dar a sus hijos,<br />

utilizando como instrumento a este nuestro<br />

Hermano mayor de la Orden. ¡Loado seas<br />

mi Señor!<br />

Al terminar, el Ministro general pidió a<br />

los fotógrafos que nos haga una foto en la<br />

fuente del claustro, para luego pasar al comedor<br />

donde ya estaba todo listo para el<br />

ágape fraterno, pero antes fue entrevistado<br />

por un periodista local, llamando la atención<br />

con una de las preguntas -cito textualmente-<br />

: ¿Cuál es la postura del franciscanismo en<br />

el mundo actual?, a la que él contesto: «No<br />

a la guerra, amor a la naturaleza y, ante todo,<br />

al prójimo, todo hacerlo por amor y ser<br />

otros Cristos pobres y crucificados».<br />

Al terminar la comida, en la cual se sentía<br />

un clima de familiaridad para con nuestro<br />

Ministro general y sus Definidores, él se<br />

levantó, salió por un momento y regresó<br />

con un regalo para cada hermano profeso:<br />

un pequeño ejemplar de la Regla de los<br />

Hermanos Menores, con una introducción<br />

hecha por él mismo, en la cual exhorta a vivirla<br />

de una manera más auténtica en la vida<br />

de cada uno; mencionó que a los novicios<br />

la regalaría cuando profesáramos, pero<br />

al formarnos para despedirlo, también nos<br />

entregó un ejemplar a cada uno.<br />

No nos despedimos, ya que nos veríamos<br />

una hora más tarde en San Francisco de<br />

Querétaro con los demás hermanos de las<br />

casas de formación inicial. Luego de tomarse<br />

una foto con todos los novicios, subió a<br />

descansar un poco para, a las 3:40, salir de<br />

la casa del Noviciado de Santa María de El<br />

Pueblito rumbo al Templo y casa de San<br />

Francisco de Querétaro, donde lo aguardaban<br />

los hermanos de formación inicial de la<br />

Provincia para un encuentro con él.<br />

A su llegada al Templo y casa de San<br />

Francisco de Querétaro, los hermanos del<br />

“Pío Mariano” de Celaya, los Postulantes<br />

de Acámbaro, los Novicios del Santuario de<br />

Nuestra Señora de El Pueblito, los frailes<br />

estudiantes de Filosofía en la Santa Cruz,<br />

estudiantes de teología de El Paso Texas y<br />

algunos laicos de la OFS, lo esperábamos<br />

en la puerta principal con una gran pancarta<br />

que decía “Bienvenido Hermano”. Nuestro<br />

Ministro general entró después de algunos<br />

“vivas” muy mexicanos. El hermano<br />

Guardián,Fr.IgnaciodelaCruzMorales,lo<br />

condujo hacia el Cristo donde por un momento<br />

hizo oración y, luego, hacia la capilla<br />

del Smo. Señor Sacramentado, junto con<br />

sus dos acompañantes; terminamos ese momento<br />

de adoración con el «Te adoramos<br />

Santísimo Señor Jesucristo aquí y en todas<br />

las iglesias…». Pasamos al presbiterio; él<br />

ya en la sede, recibe la bienvenida por parte<br />

del Guardián con emotivas, afectuosas y<br />

respetuosas palabras. A ella respondió nuestro<br />

Hermano: ¡con gusto estoy con ustedes !<br />

este lugar me recuerda a una tierra muy<br />

amada por mí; al saber que me encuentro<br />

en Santiago de Querétaro este nombre y este<br />

lugar me transporta a Santiago de Compostela<br />

en España, en donde pasé largos<br />

años felices de mí vida y de mí vocación,<br />

por lo que me lleva a decirles que me siento<br />

como en casa…<br />

Al terminar, pasamos a la antesacristía<br />

donde nuestro Ministro provincial, Fr. Eulalio<br />

Gómez Martínez, lo aguardaba, así como<br />

también el Vicario general de Querétaro,<br />

Mons. Salvador Espinosa, para develar<br />

una placa conmemorativa de su visita. Allí<br />

nos pidió muy encarecidamente que oráramos<br />

siempre por él y por su Definitorio, que<br />

cada vez que viéramos esa placa recordáramos<br />

que el nos pidió una oración por su ministerio<br />

como Ministro general de la Orden;<br />

aceptamos con alegría ese compromiso de<br />

oración. Observamos también la alegría de<br />

nuestro Ministro provincial por la oportunidad<br />

que se nos concedía de vivir como formandos<br />

esta experiencia; nos llamó la atención<br />

su respetuosa y discreta presencia,<br />

dando bien su lugar al Ministro general.<br />

Luego pasamos al salón de conferencias<br />

del templo de San Francisco para escuchar<br />

a Fr. José y dialogar con él. Estuvo acompañado<br />

por nuestro Ministro provincial Fr.<br />

Eulalio y por los dos Definidores generales<br />

Fr. Luis Gerardo y Fr. Juan Ignacio.<br />

Fr. Javier Gordillo (estudiante de Filosofía)<br />

le dio la bienvenida en nombre de los


564 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ahí presentes. Inmediatamente después el<br />

Ministro general comenzó, en un ambiente<br />

de confianza y diálogo fraterno, a decirnos<br />

que venía con un anhelo grande de platicar<br />

con nosotros, que hablaría un poco y que<br />

luego nos quería escuchar. He aquí lo más<br />

relevante:<br />

Comenzó diciéndonos de una manera<br />

convincente que cada uno de nosotros ya<br />

somos el presente de nuestra provincia y recalcó<br />

que de la formación depende la vida<br />

consagrada futura. Además nos dio tres preguntas<br />

básicas que debemos hacernos cada<br />

uno de nosotros en el transcurso de los años<br />

de formación: ¿Quién soy yo? ¿Qué quiero<br />

ser? ¿Qué quiere Dios de mí? y que si vamos<br />

contestándolas de manera constante y<br />

no dando por supuesto nada (ni siquiera la<br />

fe), lograremos una seguridad en nuestra vida<br />

que nada ni nadie podrá hacer tambalear,<br />

ya que estamos en el momento propicio para<br />

vivir desde la fe, apoyándonos por supuesto<br />

en los siguientes medios que nos<br />

permiten cumplir con esto: El silencio, la<br />

autodisciplina, la oración, el acompañamiento<br />

vocacional (debemos dejarnos<br />

acompañar).<br />

Nos expresó también que está convencido<br />

que la formación hoy, tiene que ser más<br />

exigente que nunca, que el formando está<br />

para estudiar, para formarse totalmente, que<br />

por eso los ya profesos nos daban de comer,<br />

que luego nos tocaría alimentar a los futuros<br />

formandos, pero que en este momento<br />

nos dedicáramos a lo nuestro, y cito: «el que<br />

no trabaje que no coma», pues es estar quitando<br />

la comida a los pobres… Y Jesucristo<br />

es terriblemente exigente y divinamente humano;<br />

basta con analizar Juan 8.<br />

Dijo también que se quiere una Orden<br />

renovada en formación intelectual y formación<br />

personal, no olvidando que el estudio<br />

siempre es en función de la vocación a la<br />

que hemos sido llamados, ya que no podemos<br />

seguir trabajando con slogans. Luego,<br />

que aunque en nuestros tiempos es difícil el<br />

silencio y la oración, hay que responder a<br />

las exigencias de nuestro mundo; por lo tanto,<br />

si 12 hombres lograron revolucionar el<br />

mundo llevando a Cristo, hoy los miles de<br />

frailes franciscanos ¿qué están haciendo<br />

por el mundo actual?<br />

Luego de estas reflexiones y recomendaciones<br />

siguió un momento de preguntas que<br />

el Ministro contestó muy atenta y certeramente,<br />

reflejando ser un hombre preparado<br />

y transmitiendo su conocimiento en el tema<br />

de la formación, ya que parte de su pastoral<br />

como fraile menor a lo largo de 16 años los<br />

ha dedicado a la formación: 12 como Maestro<br />

de Novicios, 3 Maestro de profesos solemnes<br />

y 1 en el Postulantado y, luego, como<br />

Secretario de formación de la Orden.<br />

Al terminar tuvimos un momento de<br />

convivencia y pasamos al templo para cantar<br />

las Vísperas propias de la fiesta de San<br />

Pedro de Alcántara. Luego, nos invitó a tomarnos<br />

una foto con él en las gradas del<br />

presbiterio, lo cual fue un gesto más de cercanía<br />

y confianza de su parte.<br />

Más tarde, salimos hacia el Templo y casa<br />

de la Santa Cruz, para disfrutar una cena<br />

mexicana que se preparó como agradecimiento<br />

por el tiempo que nos dedicó, por visitar<br />

nuestra Provincia, la que se vio muy<br />

beneficiada con sus palabras y testimonio,<br />

y para decirle un “hasta luego” antes de su<br />

viaje a Cuba. Cena y visita nos dejaron muy<br />

buen sabor de boca.<br />

Dios siga bendiciendo e iluminando a<br />

nuestro Ministro general, Fr. José Rodríguez<br />

Carballo, ofmyasuDefinitorio,para<br />

hacer realidad todo lo que nos expresó, en<br />

este momento en que la Iglesia nos llama a<br />

la “Fidelidad creativa” y en que la Orden<br />

desea ardientemente volver a lo esencial: el<br />

Evangelio.<br />

20 de octubre<br />

El viernes 20 de octubre nos gozamos en<br />

el Señor por la visita de nuestro hermano<br />

José Rodríguez Carballo, Ministro general<br />

de la <strong>OFM</strong>.<br />

La cita fue en el Colegio México de Celaya<br />

Gto. Se experimentó una buena participación<br />

por parte de la federación de hermanas<br />

Clarisas, la presencia de las hermanas<br />

concepcionistas, así como también<br />

Clarisas capuchinas.<br />

Cuando el reloj marcaba las 9:35 am hizo<br />

acto de presencia en el lugar previamente<br />

preparado por parte de los maestros y


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

565<br />

alumnos del Colegio. Se le brindó un fuerte<br />

y caluroso ambiente de bienvenida, donde<br />

todos los presentes tanto maestros, alumnos,<br />

y visitantes dieron muestras de cariño.<br />

Mientras la banda del lugar tocaba, las<br />

hermanas aplaudían y los demás agitaban<br />

banderillas. Nuestro Hermano hizo un recorrido<br />

breve por el patio de la escuela en el<br />

que se le pidió a hacer un alto para firmar el<br />

libro de invitados especiales, y posteriormente<br />

tomar el lugar de honor y desde ahí<br />

disfrutar de un hermoso festival lleno de<br />

sentido de fiesta con colorido muy a la mexicana.<br />

Aquí se sintió el candor de los alumnos.<br />

Después, el Ministro general dirigió un<br />

mensaje a los alumnos, y les dijo que no se<br />

contenten con adquirir conocimientos, sino<br />

también el hábito de la disciplina; y a los<br />

maestros, que no se limiten en ser solo profesores.<br />

A las 10: 35 a.m. el Ministro general pasó<br />

al salón donde le esperaban las hermanas<br />

de vida contemplativa; le dirigieron unas<br />

palabras de bienvenida las hermanas representantes<br />

de las diferentes Federaciones:<br />

Concepcionistas, Capuchinas y Clarisas del<br />

centro (Federación “Santa Clara”, que están<br />

en el perímetro geográfico de la Provincia<br />

de San Pedro y San Pablo). Todas le expresaron<br />

la alegría por estar él entre ellas y le<br />

desearon una muy feliz estancia.<br />

Inició su mensaje con un saludo de Paz y<br />

Bien. Y luego dijo: queridas hermanas,<br />

siento una profunda emoción al estar con<br />

ustedes ¡Que bonito es para Francisco,<br />

Clara y Beatriz estar juntos! Estamos y<br />

queremos estar siempre unidos. Dirigiendo<br />

su mirada a las hermanas Concepcionistas,<br />

les expresó: agradezco sobre todo el que<br />

encuentren sus raíces en la Orden franciscana<br />

defended con orgullo este apellido.<br />

Después, citando la carta de santa Clara<br />

a Inés dijo: Coloca en el sitio que le corresponde<br />

el corazón, los ojos, el alma, toda la<br />

persona, en aquel que es el centro de toda<br />

alma contemplativa, la mirada siempre<br />

puesta en Dios. Transfórmate toda entera<br />

en imagen de la divinidad.<br />

La contemplación, afirmó, no se confunde<br />

con los rezos; es un autoengaño pensar<br />

que rezar mucho es contemplar; es inútil<br />

pasar horas ante el Santísimo y tener rencor<br />

en el corazón; el árbol bueno produce<br />

frutos buenos y por sus frutos los conocerán.<br />

Preguntando ¿cuál es el nivel de vida<br />

contemplativa?, comentó: que los demás<br />

nos digan como es nuestra vida contemplativa.<br />

La contemplación es sentarse y poner<br />

el corazón en Dios, en el trabajo, recreo y<br />

servicio al hermano; la contemplación ocupa<br />

toda la persona, no solamente las rodillas;<br />

es viajar a la interioridad más profunda;<br />

Le miramos en profundidad y nos miramos<br />

en profundidad, cada día cada hora en<br />

todo tiempo. De tal manera que yo también<br />

sea espejo.<br />

Habló de tres virtudes para las contemplativas:<br />

Libertad, humildad y entrega por<br />

amor.<br />

Prosiguió: un alma contemplativa jamás<br />

será contemplativa si no está enamorada; y<br />

si no esta enamorada, mejor deje el monasterio;<br />

pero para no dejar el monasterio es<br />

sumamente importante enamorase de Dios;<br />

aquí es donde encuentra sentido la clausura;<br />

la clausura tiene sentido hoy si está motivada<br />

por el amor; no tiene sentido vivir en<br />

cuatro paredes si no se ama; no confundan<br />

los medios con el fin. También comunicó<br />

que él ora por las hermanas diariamente;<br />

que son una de sus cuatro intenciones constantes,<br />

y que les ama en Cristo; también las<br />

hermanas le expresaron su amor y oraciones<br />

en Cristo.<br />

Después de una sección de preguntas de<br />

parte de las hermanas, cada monasterio le<br />

hizo un regalo, presentado por la Abadesa o,<br />

en su lugar, por una representante. El Ministro<br />

general se despidió diciendo: Besándoles<br />

los pies les pido en caridad su oración.<br />

Y leyó la exhortación cantada de Francisco<br />

a Clara.<br />

Cuando el Ministro terminó, todas las hermanas<br />

se tomaron la foto del recuerdo. Luego<br />

continuó con la Eucaristía, en la que una vez<br />

más les animó a vivir la vida contemplativa<br />

con el corazón plenamente enamorado, y<br />

agradecer, como Clara, porque Dios les pensó,<br />

les creó y les llamó. Luego recordó las palabras<br />

del Papa Juan Pablo II, diciéndoles que


566 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

deben “recordar el pasado con gratitud, vivir<br />

el presente con pasión, y abrirnos con<br />

confianza al futuro.”(cf.NMI 1).<br />

Terminada la Eucaristía, los hermanos<br />

junto con las hermanas disfrutaron de unos<br />

ricos chiles en nogada. También se hizo presente<br />

la música con la voz especial del momento:<br />

nuestro querido hermano Fernando<br />

Mendoza, ofm (Guardián de la Fraternidad<br />

de la Purísima Concepción, en Celaya). Cabe<br />

señalar que en esta hora contamos con la<br />

grata presencia del Arzobispo de Morelia, a<br />

quien el Ministro general agradeció su presencia<br />

con nosotros.<br />

Después de unos momentos de gran fraternidad<br />

en que el Ministro general se dirigió<br />

a cada mesa caminando, se despidió dando a<br />

los presentes una vez más su bendición.<br />

Por la tarde el Ministro general visitó a<br />

las hermanas y hermanos de la OFS. Fue un<br />

gozo el que hayamos tenido la oportunidad<br />

de encontrar, conocer y escuchar al Ministro<br />

general de la <strong>OFM</strong>, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />

como también dialogar y compartir<br />

los alimentos con él, sabiendo que representa<br />

para nosotros a San Francisco mismo,<br />

siendo también Asistente general de nuestra<br />

Orden laical.Agradecemos a la Provincia de<br />

S. Pedro y S. Pablo de Michoacán el que nos<br />

haya abierto la posibilidad de esta gracia.<br />

El Templo, que es la sede de la Imagen de<br />

la Inmaculada Concepción, Reina y Patrona<br />

de la ciudad desde su fundación en 1570, estaba<br />

totalmente lleno con más de 2.000 franciscanos<br />

laicos; era impresionante ver no sólo<br />

la asistencia, sino el gusto y la fe con que<br />

recibíamos al Ministro general. Él mismo estaba<br />

impactado por ello. A la entrada del<br />

Tempo, yo, como Ministro regional de la<br />

OFS, di la bienvenida a Fr. José Rodríguez<br />

Carballo e iniciamos la procesión de entrada,<br />

precedidos por la Cruz procesional, mientras<br />

todos entonábamos con particular entusiasmo<br />

el Himno “Las huellas del Caudillo enamorado”.<br />

Delante del altar principal estaba la mesa<br />

del Presidium en la que acompañaron al Ministro<br />

general el Ministro provincial, Fr. Eulalio<br />

Gómez Martínez, Fr. Fernando Mendoza<br />

Laguna, Guardián de la Casa, y los dos<br />

Definidores generales, Fr. Luis Gerardo Cabrera<br />

y Fr. Juan Ignacio Muro. Tuvimos una<br />

sencilla celebración de la Palabra para explicitar<br />

el marco de fe en que vivimos este<br />

acontecimiento, apoyados por el Coro y el<br />

Equipo de Liturgia de este Templo.<br />

Luego vino el momento del mensaje y el<br />

diálogo con nosotros por parte del Ministro<br />

general. Me encargué de la labor de moderación<br />

del Encuentro y del diálogo. De su<br />

mensaje, podemos resaltar lo siguiente:<br />

• Que nos manifestemos siempre como<br />

una Familia espiritual que el Espíritu<br />

Santo ha suscitado para el servicio de la<br />

Iglesia.<br />

• La importancia de la formación, con un<br />

énfasis en la formación humana y cristiana<br />

de acuerdo al Evangelio. Que tengamos<br />

como libros de cabecera la Biblia<br />

y nuestra Regla, para leerla y vivirla cada<br />

día.<br />

• Que participemos en la Evangelización,<br />

sobre todo con el testimonio de vida, al<br />

estilo de nuestro P. San Francisco.<br />

• Que estemos atentos a las necesidades<br />

de la Sociedad, sobre todo las de los más<br />

pobres y necesitados.<br />

• Que vivamos nuestra Autonomía como<br />

Orden, sin menoscabo de la comunión<br />

con la Primera Orden, los Párrocos y los<br />

Obispos.<br />

Después de su exposición siguió el diálogo.<br />

Más que preguntas, los hermanos y<br />

hermanas hicieron diversos comentarios;<br />

nos dejó huella la actitud de cariño, gusto y<br />

paciencia con que los recibió el Ministro<br />

general. En algún momento expresó su gusto<br />

de ver muchos jóvenes entre la OFS y les<br />

animó a que no tuvieran miedo.<br />

Luego de un buen espacio de tiempo dedicado<br />

al diálogo, nos detuvimos para descansar<br />

y cantar el Cántico de las criaturas,<br />

en la versión popular de Cesáreo Gabaráin.<br />

Hecho lo cual, como Ministro regional OFS<br />

de esta región “anfitriona” San Pedro y San<br />

Pablo, me permití presentar a los miembros<br />

de mi Consejo (Guanajuato, sobre todo),<br />

como también de las otras regiones (“San<br />

Antonio de Padua” de Michoacán, “San Felipe<br />

de Jesús” de Chihuahua y “San María<br />

de El Pueblito” de Querétaro). Terminado<br />

este Encuentro en el Templo, pasamos al


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

567<br />

gran patio de este Convento (mientras, el<br />

Ministro general y los dos Definidores,<br />

guiados por Fr. Eulalio Gómez, conocieron<br />

el muy importante y ordenado Archivo histórico<br />

que tiene esta Provincia).<br />

En el patio tuvimos la cena con un estilo<br />

muy mexicano, amenizado con un excelente<br />

conjunto de Mariachi, que tanto gustan al Fr.<br />

José Rodríguez Carballo. Hasta Fr. Eulalio<br />

se lanzó a cantar con el Mariachi la canción<br />

“Camino de Guanajuato”. Por decenas, los<br />

hermanos y hermanas de la OFS se acercaron<br />

al Ministro general para pedirle oraciones,<br />

autógrafos sobre fotografía de él o para<br />

que alguien los fotografiara con él. Fue admirable<br />

la aquiescencia, condescendencia y<br />

paciencia de Fr. José ante tal avalancha de<br />

personas que no lo dejaban cenar con calma<br />

(ocurrió como en el Evangelio: eran tantos<br />

los que iban y venían, que no les dejaban<br />

tiempo ni para comer). Todo ello contribuyó<br />

a que en todos los laicos quedara afectuosamente<br />

muy marcado el significado de fe que<br />

tiene para nosotros un Ministro general.<br />

Como estaba previsto, llegó el Sr. Obispo<br />

diocesano D. Lázaro Pérez Jiménez para<br />

saludar al Ministro general. Con facilidad<br />

para la comunicación cercana, departieron<br />

por una buena media hora de varios temas<br />

referentes a los frailes en el mundo y en esta<br />

Diócesis.<br />

Para finalizar y ya visiblemente fatigado,<br />

el Ministro general nos impartió con gusto<br />

la bendición de San Francisco.<br />

Sencillamente nos hizo muy bien su presencia<br />

y, además, nos pareció verle muy<br />

contento de convivir con nosotros. Le damos<br />

por ello las gracias y le decimos que<br />

vuelva otras veces más.<br />

FR GILBERTO HERNÁNDEZ GARCÍA, <strong>OFM</strong><br />

FR FRANCISCO JAVIER CHÁVEZ SOTO, <strong>OFM</strong><br />

SOR LYLLETTE, OSC<br />

HNO.MANUEL LULE VILLA GÓMEZ, OFS<br />

5. Visita a los Hermanos de Cuba<br />

Habana, 21-24.10.2006<br />

Fr. José Rodríguez Carballo, ofm, Ministro<br />

general, junto con el suscrito, del 21<br />

al 24 de octubre, visitó a los hermanos de<br />

Cuba, pertenecientes a la Custodia del Caribe,<br />

Santa María de la Esperanza.<br />

La presencia franciscana en Cuba está<br />

conformada por los siguientes hermanos:<br />

En la Fraternidad de Guanobacoa, Fr. Aguedo<br />

García Blanco, 72 años, sacerdote, cubano;<br />

Fr. Frank Miki Ulloa, 34 años, hermano<br />

laico, cubano; Fr. Esteban Melians Figueredo,<br />

66 años, sacerdote, cubano; Fr. Francisco<br />

Candelario Preciado, 29 años, hermano<br />

laico, mexicano; Fr. Samuel Franco, 62<br />

años, sacerdote, mexicano. En la Fraternidad<br />

Miramar; en San Antonio, Fr. Hilario<br />

Ignacio Sautié, 88 años, sacerdote, cubano;<br />

Fr. Pedro Ángel García Chasco, 64 años, sacerdote,<br />

español; y en Santa Cruz, Fr. Frank<br />

José Dumois, 77 años, sacerdote, cubano, y<br />

Fr. Roberto Campos, 53 años, diácono, mexicano.<br />

En la Fraternidad de Remedios, Fr.<br />

Félix Padrón, 65 años, sacerdote, cubano; y<br />

Fr. Juan Martín, sacerdote, mexicano. En<br />

República Dominicana, Fr. Luis Pernas Rodríguez<br />

estudia filosofía, profeso temporal,<br />

30 años. Total 12 hermanos.<br />

21 de octubre<br />

La visita del Ministro general se inició<br />

con la emotiva y cordial bienvenida de los<br />

hermanos en el Aeropuerto de la Habana, a<br />

las 17 horas. Allí se dieron cita los hermanos<br />

Fr. Aguedo García, Fr. Samuel Franco,<br />

Fr. Miki Ulloa, Fr. Pedro Ángel García<br />

Chasco y Fr. José María Arregui, Ministro<br />

provincial, de Aranzazu. Durante el recorrido,<br />

tuvimos la oportunidad de intercambiar<br />

las primeras impresiones sobre la situación<br />

de los hermanos en el contexto social y político<br />

en el que viven. Después de un breve<br />

descanso, los hermanos compartieron la cena<br />

y se continuó dialogando sobre algunos<br />

tópicos muy interesantes de la vida de los<br />

hermanos.<br />

22 de octubre<br />

En la mañana, el Ministro general presidió<br />

la Eucaristía, en la que participó gran<br />

parte de la población con la que trabajan<br />

pastoralmente los hermanos. También se hicieron<br />

presentes muchos hermanos de la<br />

OFS y algunos estudiantes de medicina de


568 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

las más diversas regiones de América Latina<br />

y de otros lugares del mundo. La eucaristía<br />

fue concelebrada por los hermanos de<br />

la Casa de Guanobacoa y estuvo animada<br />

por el coro de la OFS. El Ministro general,<br />

en su homilía, invitó a los fieles a mantenerse<br />

fieles a la vocación cristiana tanto en<br />

los momentos favorables como en los adversos<br />

de la vida, conscientes de que es el<br />

Señor quien anima y sostiene la vida de cada<br />

uno.<br />

Por la tarde, luego de compartir el alimento<br />

del medio día, el Ministro general visitó<br />

a los hermanos que habitan en la Casa<br />

de San Antonio: a Fr. Hilario Ignacio Sautié,<br />

un hermano enfermo que está en silla de<br />

ruedas y a quien le impartió la bendición de<br />

San Francisco; y a Fr. Pedro Ángel García<br />

Chasco, que lleva adelante el servicio pastoral<br />

y la animación de los hermanos de esa<br />

región. Luego se trasladó a la Casa de Santa<br />

Cruz; allí encontró y saludó a los hermanos:<br />

Fr. Frank José Dumos y a Fr. Roberto<br />

Campos. Con cada uno de ellos, dialogó<br />

brevemente y les animó a continuar adelante<br />

en la labor emprendida comprometiéndoles<br />

a la vez sus oraciones diarias.<br />

La jornada se concluyó con la visita al<br />

centro histórico de la Habana, en donde se<br />

pudo apreciar, entre otras obras monumentales<br />

del siglo pasado, el majestuoso convento<br />

de San Francisco, cuna de cultura y<br />

de espiritualidad de muchas generaciones, y<br />

que el Gobierno cubano actualmente está<br />

restaurando. Se confía en que los hermanos,<br />

en cuanto sea posible, puedan regresar al<br />

mencionado convento para continuar con<br />

su obra de evangelización que tanto necesita<br />

este pueblo del Caribe.<br />

23 de octubre<br />

La visita se reinició con la oración de<br />

Laudes, preparada con esmero por parte de<br />

los hermanos de la Casa. Luego del desayuno,<br />

se llevó a cabo el encuentro con todos<br />

los hermanos, a excepción de los que, por<br />

razones de salud, estudio o por dificultades<br />

en los trámites legales, se vieron impedidos<br />

de asistir. Se sintió mucho la ausencia del<br />

Fr. Ángel Dario Carrero, el nuevo Custodio,<br />

quien no pudo viajar debido a que las autoridades<br />

correspondientes no le facilitaron<br />

los trámites legales necesarios. Se espera<br />

que muy pronto lo haga para beneficio de<br />

los hermanos de Cuba y de toda la Custodia.<br />

Después del saludo fraterno y del sincero<br />

agradecimiento por parte de Fr. José María<br />

Arregui, Ministro provincial, el Ministro<br />

general se dirigió a los hermanos para agradecerles<br />

por su presencia significativa en<br />

Cuba. También puso de relieve el enorme<br />

aporte moral y económico que ofrece la<br />

Provincia de Aranzazu para el sostenimiento<br />

de los hermanos. Concluyó este momento<br />

introductivo alentándoles a mantener viva<br />

su vocación en medio de las adversidades<br />

cotidianas que comporta este estilo de<br />

vida y, de una manera especial, en este momento<br />

histórico en que viven.<br />

Inmediatamente, les compartió algunas<br />

impresiones vividas en el Capitulo general<br />

extraordinario. Entre los puntos más importantes,<br />

señaló su estructura metodológica<br />

que estuvo centrada en la escucha “de los<br />

otros”, para lo cual se invitó a un profesor<br />

laico, a un teólogo y a una religiosa; y, en la<br />

segunda semana, en la reflexión de los tres<br />

núcleos básicos e inseparables de la vida<br />

franciscana: vocación, fraternidad y misión,<br />

encomendada a tres hermanos capitulares.<br />

En este mismo contexto, recalcó que su informe<br />

al Capítulo general recogió los elementos<br />

positivos, las llamadas a la conversión<br />

y las pistas para pasar de lo bueno a lo<br />

mejor; y que, como fruto de estas dos semanas<br />

de encuentro, vivido en un clima de oración,<br />

reflexión y convivencia fraterna, se<br />

elaboró el documento final, intitulado El<br />

Señor nos habla en el camino.<br />

Centrándose en el mensaje del mencionado<br />

documento, indicó la importancia de<br />

la metodología de Emaús, tanto en el desarrollo<br />

del Capítulo como también para la<br />

animación de la Orden. La experiencia de<br />

los discípulos de Emaús, recalcó, estuvo<br />

presente en todos los momentos de oración,<br />

encuentro y discernimiento. De este modo,<br />

la metodología, puntualizó, se convierte e<br />

un modelo de conversión o crecimiento personal<br />

y fraterno y en un instrumento para<br />

recordar y celebrar la gracia de los orígenes.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

569<br />

La palabra y la eucaristía, en este contexto,<br />

aseveró, constituyen los dos grandes ejes<br />

para descubrir al resucitado y, de este modo,<br />

superar todo desaliento, pasividad, fatalismo...<br />

y, a la vez, revestirse de esperanza<br />

para seguir anunciando su presencia salvadora<br />

en la iglesia y en el mundo. Una presencia<br />

que no permite caer en la tentación<br />

tanto del “detenerse” en la tristeza, en la resignación,<br />

en el desencanto; como tampoco<br />

en la del “distanciarse” de los hermanos para<br />

vivir fácilmente en el individualismo. Por<br />

estas razones, invitó a “reconstruir” la confianza<br />

mutua, que haga posible el compartir<br />

de las dificultades, alegrías y tristezas,<br />

esperanzas y frustraciones cotidianas; una<br />

tarea que es posible gracias al esfuerzo diario<br />

por lograr una comunicación auténtica y<br />

profunda entre los hermanos. Solamente<br />

una sólida confianza recíproca, insistió,<br />

ayudará a desvanecer las sombras de la<br />

“sospecha” y de la zozobra constante que<br />

pueden generarse entre los hermanos y con<br />

la gente más cercana. También es importante,<br />

recalcó, “curar” las heridas fraternas, para<br />

lo cual “el perdón” es muy necesario.<br />

Dentro de este proceso, la formación permanente<br />

sigue siendo un elemento esencial;<br />

lo cual exige una organización mínima en<br />

todas las Fraternidades. Ventajosamente,<br />

dijo, en la Provincia ya existe una práctica<br />

del encuentro semanal que también la Custodia<br />

y, de una manera especial, los hermanos<br />

en Cuba deberían adecuarla a su realidad.<br />

Concluyó este compartir indicando la<br />

igualdad fundamental de los hermanos clérigos<br />

y laicos, la internacionalidad e interculturalidad<br />

de las fraternidades y el trabajo<br />

complementario con la familia franciscana,<br />

especialmente con la OFS. Valores que<br />

están centrados en la fe en Jesucristo y que<br />

nos abren al diálogo con el mundo social y<br />

cultural en el que vivimos.<br />

Terminada esta breve presentación del<br />

documento final del Capítulo general extraordinario,<br />

se dio paso a un diálogo con los<br />

hermanos. Entre los principales temas, aparecieron<br />

el de la pastoral vocacional, que es<br />

necesario retomarlo con más fuerza y esperanza,<br />

teniendo presente por supuesto la experiencia<br />

anterior no tan alentadora. Junto<br />

con el tema de las vocaciones, lógicamente,<br />

surgió el de la formación inicial que podría<br />

resolverse con la ayuda de la Conferencia<br />

Nuestra Señora de Guadalupe. Con los hermanos<br />

que vengan, se podría conformar un<br />

equipo e iniciar un serio proceso de discernimiento<br />

y acompañamiento personalizado,<br />

encarnado en la realidad social, religiosa y<br />

cultural de Cuba. Pero para ello, enfatizó, es<br />

necesario instaurar unas condiciones mínimas<br />

de vida franciscana, que permitan recuperar<br />

y fortalecer las relaciones fraternas,<br />

crear un clima de esperanza, generar un ambiente<br />

formativo, acoger, discernir y acompañar<br />

las vocaciones, conservar las actuales<br />

presencias y preparar el futuro. En este camino,<br />

por supuesto, sigue siendo imprescindible<br />

el aporte moral y económico de la<br />

Provincia de Aranzazu hasta que la Custodia<br />

pueda autofinanciarse.<br />

Este encuentro concluyó con la celebración<br />

de la eucaristía recordando a San Juan<br />

de Capistrano, quien se destacó por su formación<br />

intelectual, el amor a la Iglesia y su<br />

celo por la predicación de la Palabra.<br />

Después de compartir el pan, los hermanos<br />

se reunieron para escuchar algunas informaciones<br />

de la Orden. El Ministro general<br />

compartió los diversos proyectos misioneros<br />

que la Orden está llevando adelante<br />

en las distintas áreas geográficas, especialmente<br />

de Asia y África. También les dio a<br />

conocer los diversos encuentros internacionales<br />

y continentales organizados para este<br />

trienio. Asimismo, les puso al tanto de los<br />

subsidios elaborados para la animación de<br />

los hermanos en el campo de la formación y<br />

de la evangelización. Concluyó su informe<br />

indicando las serias dificultades por las que<br />

atraviesa la Curia general en materia económica<br />

y los esfuerzos que se están realizando<br />

para al menos aliviar en parte este aspecto<br />

tan importante de la administración.<br />

Después de un breve receso, el Ministro<br />

pudo visitar a algunas familias de la OFS y<br />

de la parroquia en la que viven los hermanos.<br />

Fue una oportunidad para conocer más<br />

directamente la realidad social, económica<br />

y religiosa en que viven. Les agradeció por<br />

su cercanía a los hermanos y su colaboración<br />

siempre generosa e incondicional.


570 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Aprovechó esta oportunidad para alentarles<br />

a continuar fieles a su vocación cristiana y<br />

franciscana. Este día se concluyó con la visita<br />

de Mons. Arturo González, Obispo de<br />

Santa Clara, quien, además de expresar su<br />

gratitud a los hermanos por su presencia en<br />

su vida vocacional y en el trabajo pastoral,<br />

manifestó su compromiso de seguir colaborando<br />

con ellos.<br />

24 de octubre<br />

Después de celebrar la liturgia de las horas,<br />

con el rezo de Laudes, y de compartir el<br />

pan del desayuno, el Ministro general, junto<br />

con algunos hermanos, visitó al Señor<br />

Cardenal y Arzobispo de la Habana, Mons.<br />

Jaime Ortega Alamino. Durante el diálogo,<br />

el Señor Cardenal puso en evidencia la bondad<br />

y la entrega de los hermanos en el servicio<br />

evangelizador que llevan a cabo en los<br />

distintos lugares a ellos encomendados, no<br />

obstante su edad avanzada, enfermedad y<br />

su escaso número; por lo cual agradeció, en<br />

la persona del Ministro general y de su comitiva,<br />

a todos los hermanos e hizo votos<br />

para que la presencia franciscana sea reforzada<br />

en Cuba. En la conversación también<br />

mencionó el tema de las vocaciones e insistió<br />

en la necesidad de una buena formación<br />

humana y cristiana que garantice la perseverancia<br />

de los vocacionados. El Ministro<br />

general, por su parte, le agradeció, en nombre<br />

de toda la Orden, por su acogida y su<br />

apoyo moral y espiritual a los hermanos; y<br />

se comprometió a seguir buscando todos los<br />

medios posibles para que la presencia franciscana<br />

sea más significativa tanto en calidad<br />

como en número de hermanos.<br />

Por la tarde, el Ministro general visitó<br />

oficialmente a la Dra. Caridad Diego, Presidente<br />

de Asuntos Religiosos, del Comité<br />

Central del Partido Comunista de Cuba. En<br />

un ambiente de mucha cordialidad, la representante<br />

del Gobierno cubano manifestó<br />

su satisfacción por la presencia de los hermanos<br />

y comprometió su colaboración para<br />

seguir facilitando los trámites legales que<br />

permitan a los hermanos, sobre todo extranjeros,<br />

a continuar con su servicio evangelizador.<br />

También compartió que actualmente<br />

el Gobierno cubano pasó de una etapa de<br />

“resistencia” a la de un “mejoramiento”, razón<br />

por la cual está muy empeñado por los<br />

temas, entre otros, de vivienda, salud y<br />

transporte, orientados especialmente a los<br />

que menos poseen en la sociedad. El Ministro<br />

general, igualmente, manifestó su agradecimiento,<br />

en la persona de la Doctora Caridad<br />

Diego, al Gobierno cubano por los esfuerzos<br />

que realiza en el campo legal para<br />

que los hermanos puedan obtener su estadía<br />

temporal o permanente, como también por<br />

el respeto a las iniciativas de los hermanos<br />

en el cumplimiento de su misión evangelizadora.<br />

El encuentro se concluyó con la ratificación<br />

de continuar estrechando los lazos<br />

de colaboración entre las autoridades<br />

civilesyloshermanosmenoresenvistaa<br />

un mejoramiento sustancial de la sociedad<br />

cubana desde el trabajo pastoral de los mismos.<br />

Terminados estos encuentros, tanto fraternos<br />

como protocolarios, los hermanos<br />

manifestaron su enorme satisfacción y gratitud<br />

por la presencia y las palabras de<br />

aliento del Ministro general y se comprometieron<br />

a seguir trabajando, no obstante<br />

las dificultades, con mayor entusiasmo y<br />

esperanza para que la presencia franciscana<br />

en Cuba se refuerce y crezca cada día más y<br />

más. Para lo cual, lógicamente, señalaron,<br />

es importante el interés y el apoyo moral,<br />

espiritual y económico de todos los hermanos<br />

de la Orden y, de una manera muy especial,<br />

de la Provincia de Aranzazu, como<br />

también de la Conferencia Santa María de<br />

Guadalupe.<br />

FR.LUIS CABRERA, <strong>OFM</strong><br />

6. Visita a Tierra Santa<br />

Jerusalén, 19-22.11.2006<br />

Del 19 al 22 de noviembre del 2006, el<br />

Ministros General, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />

ofm, estuvo en Tierra Santa para participar<br />

al II Congreso Internacional de Comisarios<br />

de Tierra Santa. Es la tercera vez<br />

que visita el país de Jesús desde su elección<br />

como Ministro general, mostrando de este<br />

modo su gran amor por la Tierra Santa.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

571<br />

El 19 llegó al aeropuerto de Tel Aviv<br />

muy de madrugada, a las 0,15. Allí le esperaban<br />

algunos hermanos que le acompañaron<br />

hasta Jerusalén, donde se hospedó. Después<br />

de algunas horas de descanso, el mismo<br />

día por la mañana visitó la fraternidad<br />

franciscana del Monte Sión, celebrando la<br />

EucaristíaenlaCapilladelaFraternidad.<br />

Posteriormente visitó el Cenáculo y el antiguo<br />

convento franciscano.<br />

Después de la comida en el Convento de<br />

San Salvador, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />

se trasladó a Belén para orar en la Gruta de<br />

la Natividad, saludar a la fraternidad y encontrarse<br />

con los Hermanos Novicios y sus<br />

formadores, a los que les habló de los objetivos<br />

del noviciado. De vuelta a Jerusalén, a<br />

las 18,30 tuvo un encuentro con los profesos<br />

temporales del “Seminario Internacional<br />

de San Salvador” y con sus formadores.<br />

Durante el encuentro el Ministro general<br />

comentó el documento final del Capítulo<br />

general extraordinario.<br />

El día 20, a primera hora, Fr. José celebró<br />

en el Colegio Español “Ntra. Sra. del<br />

Pilar”, en Jerusalén, desayunando con las<br />

Hermanas Hijas del Calvario. A las 10.00,<br />

en el Cenáculo, presidió la Eucaristía de<br />

apertura del Congreso de Comisarios. En la<br />

homilía comentó los textos de la Misa Votiva<br />

del Espíritu Santo y aprovechó la ocasión<br />

para reclamar la vuelta del Cenáculo a<br />

los Hermanos Menores, sus legítimos propietarios.<br />

Ya por la tarde, el Ministro General<br />

participó en la Procesión del Santo Sepulcro<br />

y saludó a la fraternidad de aquel<br />

Santuario de la Resurrección. A las 18.00<br />

presidió, en la Sala de la Inmaculada, en el<br />

Convento de San Salvador, la apertura del<br />

Congreso de Comisarios. En dicho acto,<br />

además de Fr. José, también tomaron la palabra<br />

el Custodio de Tierra Santa, el Vicario<br />

y el Nuncio Apostólico. En la apertura participaron<br />

los scouts de la Parroquia de San<br />

Salvador y el coro “Magnificat”.<br />

El día 21, muy de madrugada, el P. General<br />

celebró la Eucaristía en el Santo Sepulcro,<br />

luego tuvo su intervención oficial en<br />

el Congreso de Comisarios. En su intervención,<br />

con el título “Al servicio de la perla de<br />

las Misiones Franciscanas”, el Ministro ge-<br />

neral habló del Capítulo general y la Custodia<br />

de Tierra Santa, así como del papel del<br />

Comisario. Por la tarde tuvo un diálogo<br />

abierto con la asamblea y luego un encuentro<br />

con los Profesores de la Facultad de<br />

Ciencias Bíblicas y Arqueología de la Flagelación.<br />

Allí presidió la celebración de<br />

Vísperas y luego compartió con la fraternidad<br />

la cena.<br />

El día 22, después de concelebrar con el<br />

Nuncio en Israel y con todos los Comisarios,<br />

la Eucaristía en el Santo Sepulcro, Fr.<br />

José visitó las fraternidades de Nazaret y<br />

del Monte Tabor y dedicó un amplio espaciodetiempoalaoraciónpersonalendichos<br />

santuarios. En el Tabor también tuvo la<br />

oportunidad de encontrarse con la “Comunidad<br />

Mundo X”. Ya de vuelta, en Jerusalén,<br />

el P. Carballo, visitó, en la Residencia<br />

que los Jesuitas tienen en aquella ciudad, a<br />

su ex profesor, el Cardenal Martini, con el<br />

que mantuvo un largo diálogo. Después de<br />

cenar participó en la recreación con todos<br />

los Comisarios en los salones de la Parroquia<br />

de San Salvador.<br />

El 23 asistió a los actos del Congreso. Al<br />

final de las sesiones de trabajo el Ministro<br />

general, dirigió un mensaje a los congresistas,<br />

invitándoles a la creatividad para reavivar<br />

su misión en favor de la Misión de Tierra<br />

Santa. Después, con todos los Comisarios,<br />

partió para Betfagé donde pudieron<br />

ver terminado la “Aldea San Francisco” en<br />

la que la Custodia ha construido 70 viviendas<br />

para los cristianos de Jerusalén. El último<br />

acto oficial en el que participó Fr. José<br />

Rodríguez Carballo fue la Eucaristía presidida<br />

por el Patriarca de Jerusalén en la Basílica<br />

de Getsemaní. Después de comer con<br />

la fraternidad de aquel Santuario, Fr. José<br />

salió para el aeropuerto de Getsemaní.<br />

La visita de Fr. José R. Carballo, nuestro<br />

Ministro, ha sido breve en tiempo, pero<br />

con un significado muy profundo para<br />

cuantos vivimos en Tierra Santa. Ha sido,<br />

como dijo el Custodio en el saludo final,<br />

“la enésima manifestación de su gran amor<br />

por la Custodia”, donde Fr. José transcurrió5añosdesuformaciónfranciscanay<br />

bíblica. A todos nos quedó la impresión de<br />

encontrarnos ante un hermano que nos co-


572 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

noce y nos ama y, precisamente por eso,<br />

nos habla muy claro.<br />

FR.ENRIQUE BERMEJO, <strong>OFM</strong><br />

7. Visita del Ministro General a tres Entidades<br />

del Brasil<br />

29.11-6.12.2006<br />

Del 29 de noviembre al 6 de diciembre<br />

del 2006 el Ministro General, Fray José Rodríguez<br />

Carballo, acompañado del definidor<br />

general Fray Juan Ignacio Muro, visitó<br />

tres entidades del Brasil: la Provincia de la<br />

Santa Cruz, la Provincia del Santísimo<br />

Nombre de Jesús y la Custodia del Sagrado<br />

Corazón. La visita se desarrolló de la siguiente<br />

manera:<br />

Provincia de la Santa Cruz, en el Estado<br />

de Minas Geráis<br />

Día29denoviembre<br />

A las 10,45 hrs, llegamos al aeropuerto<br />

de Belo Horizonte donde fuimos recibidos<br />

por Fr. Fabio L’Amour, ex guardián de la<br />

fraternidad de S. Francisco de las Llagas.<br />

Nos trasladamos a la casa de la fraternidad<br />

y a la hora del almuerzo el Ministro fue saludado<br />

por los miembros de la fraternidad y<br />

el nuevo gobierno provincial.<br />

A las 16,00 horas el mismo Fr. Fabio nos<br />

llevó al monasterio “Santa Clara” de las<br />

hermanas clarisas en Belo Horizonte, donde<br />

el Ministro general tuvo un encuentro y<br />

diálogo con las hermanas. De ahí volvimos<br />

a la casa de la fraternidad y a las 19,00 horas<br />

el Ministro general presidió la Eucaristía<br />

en el templo parroquial. Hubo gran asistencia<br />

de fieles, de modo particular, de los<br />

miembros de la OFS y algunas religiosas<br />

franciscanas. Durante la Eucaristía cinco<br />

hermanos de la OFS emitieron su profesión.<br />

Día 30 de noviembre<br />

Durante la mañana nos trasladamos a la<br />

ciudad de Divinópolis, donde a partir de las<br />

9,30 horas el Ministro general tuvo un encuentro<br />

con los hermanos de la Provincia<br />

durante toda la mañana.<br />

A partir de las 15,00 horas tuvo el encuentro<br />

con los hermanos en formación inicial<br />

y los formadores. Es de notar que en este<br />

convento mora el hermano más anciano<br />

de la Provincia: Fray Antonio da Silva Rocha,<br />

que cumplió 100 años oficialmente,<br />

aunque es probable que tenga más años. El<br />

Ministro general lo visitó y estuvo charlando<br />

un momento con él. Por la noche regresamos<br />

a Belo Horizonte.<br />

Día1dediciembre<br />

Celebramos la Eucaristía con la fraternidad<br />

a las 7,00 horas. Allí el Ministro general<br />

aprovechó para animar a los hermanos ancianos<br />

y para agradecer a la fraternidad sus<br />

atenciones. Esto porque en la curia provincial<br />

tienen también a hermanos ancianos que<br />

requieren de cuidados especiales. Luego, a<br />

partir de las 8,30 horas, tuvo un encuentro y<br />

diálogo con el Definitorio provincial.<br />

Almorzamos a las 11,30 horas y luego<br />

Fray Fabio nos llevó al aeropuerto para trasladarnos<br />

a la siguiente entidad.<br />

Provincia del Santísimo Nombre de Jesús,<br />

en los estados de Goiás y Tocantíns<br />

Llegamos al aeropuerto de Goiania a las<br />

18,00 horas, donde fuimos recibidos por el<br />

nuevo Ministro provincial, Fr Wanderley<br />

Carvalho do Couto y el hermano párroco de<br />

Anápolis. Inmediatamente nos trasladamos<br />

a la ciudad de Anápolis, a la fraternidad de<br />

la curia provincial. El viaje duró un ahora y<br />

media, de modo que esa noche, el programa<br />

sólo consisitió en una recreación con la fraternidad.<br />

El hermano guardián trajo pizza<br />

para todos y estuvimos conociéndonos y<br />

charlando.<br />

Día2dediciembre<br />

A las 6,30 horas el Ministro general presidiólaEucaristíaenelmonasteriodelas<br />

hermanas clarisas. Después, ellas nos ofrecieron<br />

el desayuno en el refectorio del monasterio.<br />

Durante el mismo, el Ministro dialogó<br />

con las hermanas y respondió a las muchas<br />

preguntas que le hacían las hermanas<br />

más jóvenes. Es un monasterio con mucha<br />

vitalidad y con hermanas jóvenes.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

573<br />

Dejamos el Monasterio aproximadamente<br />

a las 8,30, y a las 9,00 horas se realizó<br />

el encuentro del Ministro general con la<br />

mayoría de los hermanos de la Provincia.<br />

Por la tarde, a las 14,30 horas se llevó a<br />

cabo el diálogo del Ministro general con el<br />

Definitorio provincial. Duró aproximadamente<br />

dos horas. Inmediatamente después<br />

partimos para Goiania, donde hacia las<br />

18,30 se tuvo el encuentro con los hermanos<br />

en formación inicial y con los formadores.<br />

Esa noche dormimos en esa fraternidad.<br />

Día3dediciembre<br />

A las 06,30, habiendo tomado un desayuno<br />

ligero, partimos para la ciudad de Catalao.<br />

En esta ciudad está la casa noviciado<br />

en la que participan tres Entidades: la Provincia<br />

del Santísimo Nombre, la Custodia<br />

de las 7 Alegrias de Nuestra Señora, y la<br />

Custodia del Sagrado Corazón, dependiente<br />

de la Provincia de Nápoles.<br />

Llegamos a la casa del noviciado alrededor<br />

de las 9,30 horas, y a las 10,00 dimos inicio<br />

al encuentro con los hermanos novicios.<br />

Luego del almuerzo, a las 14,30 horas,<br />

se tuvo el encuentro con los Ministros del<br />

noviciado interprovincial. A las 17,30 celebramos<br />

las vísperas y luego nos trasladamos<br />

todos a la ciudad. Allí, en la Parroquia<br />

y convento “Madre de Dios”, celebramos la<br />

Eucaristía con gran asistencia de fieles.<br />

Luego de la Eucaristía tuvimos una cena<br />

festiva en el Colegio parroquial, propiedad<br />

también de la Provincia. Por la noche regresamos<br />

a la casa noviciado.<br />

Custodia del Sagrado Corazón de Jesús,<br />

en el occidente del estado de San Pablo<br />

Día 4 de diciembre<br />

A las 06,00 rezamos las laudes y luego<br />

tuvimos el desayuno con la fraternidad. Hacia<br />

las 7,00 partimos con Fray Valmir Ramos,<br />

el Custodio, Fray Marcio Pereira (vice<br />

maestro del noviciado interprovincial) y<br />

Fray Sergio Ferreira para visitar la siguiente<br />

entidad: la Custodia del Sagrado Corazón<br />

de Jesús.<br />

Hacia las 12,00 horas llegamos a la ciudad<br />

de Franca y fuimos directamente al<br />

convento de Nuestra Señora de los Ángeles.<br />

Un convento amplio y agradable que alberga<br />

a los hermanos en la primera etapa de<br />

profesión temporal. Allí nos esperaban,<br />

además de los hermanos, el Sr. Obispo de la<br />

ciudad, Don Fray Caetano Ferrari, <strong>OFM</strong> y<br />

el Ministro provincial de la Provincia de<br />

Nápoles, Fray Luigi Ortaglio. Almorzamos<br />

con ellos y con la fraternidad. Fray Luigi, el<br />

Ministro provincial, nos acompañaría durante<br />

toda la visita y participaría también en<br />

los encuentros.<br />

A las 15,00, se realizó el encuentro con<br />

el Consejo de formación de la Provincia.<br />

Luego a las 17,00 horas, el encuentro y diálogo<br />

con el Consejo de la Custodia.<br />

A las 18,30 nos trasladamos da la ciudad,<br />

a la parroquia “San Judas Tadeo”, donde el<br />

Ministro general presidió la Eucaristía en la<br />

que participaron los fieles en general y de<br />

modo particular la familia franciscana y los<br />

laicos que colaboran con los hermanos. Al<br />

final de la Eucaristía se tuvo una cena fraterna<br />

con todos los laicos de la Parroquia<br />

que quisieron participar. Estuvo también<br />

presente el Sr. Obispo don Fray Caetano.<br />

Día5dediciembre<br />

Hacia las 8,00 horas partimos en coche<br />

para la ciudad de Bebedouro. Llegamos<br />

cerca de las 10,00 y luego de saludar brevemente<br />

a los hermanos de la fraterniad, pasamos<br />

a visitar dos de las obras sociales más<br />

importantes de la Provincia: el “Educandario”<br />

y la “Casa Santa Clara”. En el Educandario,<br />

los directores y el personal que allí<br />

trabaja nos presentaron la historia, y los objetivos<br />

de esta bella obra social. Los alumnos<br />

nos presentaron diversos números culturales<br />

que habían preparado. En la Casa<br />

Santa Clara convivimos unos minutos con<br />

los niños que son atendidos allí. El gobierno<br />

encomienda por uno o más años estos niños<br />

al cuidado y atención del personal de<br />

esta Casa.<br />

Luego de almorzar con la fraterniad de<br />

Bebedouro, partimos para la ciudad de Marília.<br />

En esta ciudad está la fraternidad donde<br />

los profesos temporales estudian la teología.<br />

Allí, a las 15,30 horas tuvimos el encuentro<br />

con todos los hermanos de la Provincia.


574 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

A las 19,30 horas, el Ministro general<br />

presidió la Eucaristía solemene durante la<br />

cual, dos hermanos, Fray Rodrigo Ferrerira<br />

y Fray Steeven Tavares emitieron su profesión<br />

solemne en manos del Ministro general.<br />

Fue una Eucaristía muy solemne y animada.<br />

Participaron casi todos los hermanos<br />

de la Custodia, además de un gran número<br />

de fieles, familiares, amigos y colaboradores<br />

de la fraternidad y de los hermanos que<br />

profesaron.<br />

Día 6 de diciembre<br />

Luego de la oración de Laudes y del desayuno,<br />

hacia las 8,00 horas, el Ministro tuvo<br />

un encuentro y diálogo con los hermanos<br />

en formación inicial de la Custodia.<br />

A las 10,00 horas nos despedimos de la<br />

fraternidad y nos trasladamos al Monasterio<br />

“María Inmaculada” de las hermanas clarisas.<br />

Las hermanas nos recibieron con mucho<br />

cariño y atenciones. Nos hicieron visitar<br />

el monasterio y luego hubo un buen espacion<br />

para el diálogo con el Ministro<br />

general. Al final, llenos de regalos de las<br />

hermanas, tuvimos que marcharnos para el<br />

aeropuerto. Iríamos a Sao Paulo y de allí, a<br />

Roma. Como había tiempo suficiente, Fray<br />

Walter Carvalho, secretario de la Provincia<br />

de la Inmaculada Concepción, fué por nosotros<br />

al aeropuerto de vuelos nacionales,<br />

nos llevó a almorzar a la curia provincial y<br />

luego nos llevó al aeropuerto internacional<br />

de donde partimos de regreso a Roma.<br />

FR.IGNACIO MURO<br />

8. Encuentro con los Hermanos de la Provincia<br />

de Portugal<br />

9 de diciembre de 2006<br />

Con los ecos que nos ha dejado la reciente<br />

celebración del Capítulo General Extraordinario,<br />

dentro del itinerario celebrativo del<br />

VIII Centenario de la Fundación de nuestra<br />

Orden, se pensó en la oportunidad de tener<br />

una jornada de estudio y de encuentro fraterno<br />

para presentar el Documento final del<br />

Capítulo. Tanto más justificada por cuanto<br />

la Provincia se prepara, en esta circunstancia<br />

coyuntural que está viviendo, para celebrar<br />

su Capítulo provincial electivo.<br />

Con la presencia del Definidor general de<br />

la Conferencia, Fr. Miguel Vallecillo Martín,<br />

que había llegado el día anterior a Lisboa,<br />

el Ministro general fue recibido en el<br />

aeropuerto, el día 9 de diciembre, a las 9.30,<br />

por el Ministro provincial y varios hermanos.<br />

Acto seguido nos dirigimos al convento<br />

de Leiría, casa central de la Provincia y<br />

muy apta para este tipo de encuentros, tanto<br />

por su capacidad como por su ubicación en<br />

la geografía portuguesa. Un numeroso grupo<br />

de hermanos, unos 80, contando novicios<br />

y postulantes, esperaban al Ministro general<br />

y sus acompañantes. Tras el saludo general,<br />

que manifestaba la expectación y el afecto<br />

que los hermanos tienen al sucesor del P.<br />

San Francisco, iniciamos la jornada con una<br />

oración, ayudada por un power-point que<br />

nos fue mostrando imágenes y mensajes, en<br />

torno a las ideas básicas que conforman el<br />

itinerario marcado en el Proyecto “La gracia<br />

de los orígenes”.<br />

Las palabras cálidas y fraternas de bienvenida<br />

del Ministro provincial, Fr. Isidro P.<br />

Lamelas, abrieron el acto y dieron el tono de<br />

apertura y receptividad, alegría fraterna e interés<br />

con el que habría de discurrir toda la<br />

jornada formativa. Seguidamente tomó la<br />

palabra el Ministro general que expuso la finalidad<br />

del reciente Capítulo General Extraordinario,<br />

enmarcado en el Proyecto del jubileo<br />

de la fundación de la Orden y del nacimiento<br />

del carisma franciscano. La<br />

disertación del Ministro general se extendió<br />

largo y tendido sobre la presentación del<br />

Documento final del Capítulo. Comentó las<br />

ideas de fondo que para una refundación de<br />

nuestra vida franciscana el documento contiene.<br />

El tema de la fe experiencial y sus<br />

consecuencias en la autenticidad de vida; las<br />

características de nuestro ser de franciscanos,<br />

como son la fraternidad y la minoridad,<br />

deben modelar nuestra vida, nuestras relaciones<br />

con Dios y con los demás; nuestra actitud<br />

de servicio, de situarnos entre los más<br />

pobres y débiles es el modo de estar como<br />

menores entre los hombres; el saber cruzar<br />

fronteras para ir al encuentro de los más necesitados;<br />

el vivir con la lógica del don es el


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

575<br />

reto que nos pone el franciscanismo del futuro;<br />

y, por último, el poner en práctica la<br />

metodología de Emaús, que aborde el tema<br />

de la relación, principalmente en la vida fraterna,<br />

se convierte en una urgencia absolutamente<br />

prioritaria que supere individualismos<br />

y posibilite la presencia del Señor, que<br />

ilumine nuestra realidad y que, tras compartir<br />

la vida y la Eucaristía, surja con fuerza la<br />

mesa fraterna y la misión ilusionada con la<br />

fuerza de la Resurrección.<br />

Con su intervención, se agotó el tiempo<br />

de la mañana y nos aproximamos a la una<br />

del día, en que estaba programada la comida<br />

fraterna, Después vino la foto de grupo<br />

con un tiempo de descanso.<br />

A primeras horas de la tarde nos volvimos<br />

a reunir. En este momento, el Definidor<br />

general tomó la palabra para exponer algunas<br />

ideas sobre el post-capítulo, que es el<br />

reto más preocupante que tenemos en el futuro<br />

próximo, pues todo depende de su recepción,<br />

y cual es el trabajo que se debe desarrollar<br />

en las Entidades para aproximar el<br />

Documento final a todos los hermanos.<br />

Consideró las actitudes con las que hay que<br />

situarse frente al documento, lo que se debe<br />

valorar en él y cómo convertirlo en un instrumento<br />

de formación permanente.<br />

Sin solución de continuidad se pasó a un<br />

animado diálogo con el Ministro que aclaró<br />

muchos aspectos derivados de su intervención,<br />

ampliado a otros temas relacionados<br />

con la vida y misión de la Orden.<br />

La Eucaristía constituyó el momento<br />

cumbre de este intenso y hermoso día de comunión<br />

fraterna. La concelebración, sencilla<br />

y familiar, iluminó toda la temática que<br />

se había tratado en el encuentro y trató de reforzar<br />

los lazos fraternos y la fidelidad a la<br />

vocación recibida. Resaltaré principalmente<br />

el emocionante rito del perdón y la paz, la<br />

renovación de la Profesión religiosa en manos<br />

del Ministro general y la entrega de la<br />

Regla a todos los hermanos, la reflexión en<br />

la postcomunión con ayuda de música e<br />

imágenes de la vida del P. S. Francisco, resaltando<br />

las características de la vocación<br />

del hermano menor, siguiendo las huellas de<br />

su fundador, en nuestro mundo actual. Después<br />

de la acción de gracias, la entrega de la<br />

imagen de la Santísima Virgen al Ministro<br />

general y de San Antonio al Definidor general,<br />

fueron muestras del aprecio de los hermanos<br />

portugueses a la Orden, acordes con<br />

el tiempo litúrgico delAdviento en el que estamos<br />

y con el signo del más ilustre hermano<br />

menor lusitano que, además de ser de Padua<br />

por glorificación lo es antes de Lisboa<br />

por naturaleza. Ambos correspondieron con<br />

palabras de gratitud y felicitación por la inminente<br />

celebración de la Navidad.<br />

Al término de la Eucaristía hubo un<br />

tiempo de receso para el descanso y las despedidas<br />

consiguientes de los hermanos, que<br />

debían volver a sus lugares de destino para<br />

las tareas pastorales del fin de semana.<br />

El último acto oficial de este intenso día<br />

consistió en la reunión del Ministro general<br />

y del Definidor general con el Definitorio<br />

provincial. En un diálogo abierto, sincero y<br />

fraterno se analizó la situación actual de la<br />

Provincia y se abordó principalmente el horizonte<br />

de futuro que, ciertamente, ofrece.<br />

Después de la cena nos despedimos de la<br />

fraternidad de Leiría, con la sensación de<br />

haber vivido una hermosa experiencia de<br />

fraternidad y de estar presentes en el devenir<br />

de la vida de los hermanos con la cercanía<br />

y el servicio. En nuestro viaje de vuelta<br />

a Lisboa, aunque ya era tarde, no podíamos<br />

pasar de largo sin acercarnos a Fátima, que<br />

queda a muy pocos kilómetros de Leiría. La<br />

presencia de María en ese lugar santo, y la<br />

circunstancia de que era sábado, nos convirtió<br />

en peregrinos, aunque fuese por poco<br />

tiempo, en su casa. Nos dio tiempo para llegar<br />

a una parte del rezo del Santo Rosario y<br />

a la procesión. El recogimiento y el numeroso<br />

público que se reunió para honrar a la<br />

Virgen, a pesar del intenso frío, nos animó<br />

también a nosotros a elevar una plegaria a la<br />

que es Mediadora de todas las gracias. Reconfortados<br />

con este último consuelo, llegamos<br />

muy entrada la noche a Lisboa. Al<br />

alba del día siguiente emprendimos el viaje<br />

de vuelta a Roma. En el momento de dar fin<br />

a esta crónica, queremos dejar constancia<br />

de nuestra gratitud, una vez más, al Ministro<br />

provincial y a todos los hermanos de la<br />

Provincia de los Santos Mártires de Marruecos<br />

de Portugal, por su fraterna acogida


576 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

y las numerosas atenciones de las que fuimos<br />

objeto.<br />

FR.MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, <strong>OFM</strong><br />

9. Natale a ChiancianoeaCetonaconil<br />

Ministro Generale<br />

25 dicembre 2006<br />

Non è la prima volta, ma è sempre un<br />

evento gioioso e commovente la celebrazione<br />

del Natale nel convento S. Francesco,<br />

a Cetona, con la comunità di Mondo X e il<br />

Ministro generale. Nel pomeriggio del giorno<br />

di Natale, Fr. José, con una rappresentanza<br />

del Definitorio e della Curia, si è recato<br />

a Cetona per incontrare i giovani delle<br />

comunità di Mondo X e celebrare il Natale<br />

con loro, con i collaboratori, con numerosi<br />

amici e con il fondatore di questa realtà, Fr.<br />

Eligio Gelmini.<br />

Strada facendo, il desiderio di salutare<br />

alcuni Frati ha condotto il Ministro generale<br />

a Chianciano per fare visita alla Fraternità<br />

che custodisce il santuario di Sant’Antonio,<br />

e che appartiene ora alla Provincia<br />

polacca di san Francesco. Dopo il saluto<br />

fraterno e accogliente, e dopo aver ammirato<br />

il maestoso presepe allestito dagli stessi<br />

Frati, Fr. José ha ripreso la strada per Cetona.<br />

Giunto al convento S. Francesco, dopo<br />

l’accoglienza calorosa del Ministro, è seguita<br />

la visita al presepe: incantevole e distribuito<br />

su un’ampia area accanto alla chiesa.<br />

In tutto il convento, sia all’interno come<br />

all’esterno, nella chiesa preparata a festa,<br />

ovunque, si poteva ammirare e apprezzare<br />

la cura e la ricercatezza con cui la comunità<br />

ha preparato gli ambienti per accogliere gli<br />

ospiti. La Messa poi, in queste circostanze,<br />

è il momento culminante della festa. Quest’anno<br />

vi ha partecipato anche il Vescovo<br />

locale: il nostro Frate, Mons. Rodolfo Cetoloni.<br />

La chiesa era gremita e la celebrazione,<br />

animata dai giovani della comunità, attraverso<br />

le parole di Fr. Eligio ha assunto un<br />

carattere di forte intimità e di profonda comunione<br />

della presenza del Signore. Fr. Josè<br />

si è rivolto ai ragazzi convenuti dalle varie<br />

comunità sparse in Italia e ricordando la<br />

loro scelta di passare dalla morte alla vita, li<br />

ha ringraziati per la forte testimonianza che<br />

stanno donando accogliendo generosamente<br />

la fatica, il sacrificio e questo tempo di recupero,<br />

per gustare la vita in pienezza.<br />

Alla celebrazione in chiesa ha fatto seguito<br />

la cena festosa con lo scambio degli auguri<br />

e dei doni. È stato un momento davvero<br />

commovente in cui i ragazzi hanno manifestato<br />

la propria riconoscenza a Fr. Eligio e ai<br />

collaboratori per quanto viene operato con<br />

amore e pazienza durante tutto l’anno.<br />

Non è mancato ovviamente il ricordo e il<br />

dono per il Ministro generale: un magnifico<br />

presepe lavorato a mano. Fr. José nell’accettare<br />

il dono ha espresso tutta l’ammirazione<br />

e l’affetto che prova per questa realtà<br />

che ama e che, per quanto gli è possibile,<br />

cerca di accompagnare personalmente e paternamente.<br />

È stata anche menzionata la nuova realtà<br />

avviata da Mondo X in Terra Santa: da qualche<br />

mese, infatti, una nuova comunità si è<br />

stabilita al Monte Tabor e già sta operando<br />

molto bene. Non sono mancati il ricordo di<br />

amici, che ci hanno lasciato, il riferimento e<br />

il grazie per quanto Mondo X sta donando all’Ordine,<br />

facendosi carico delle cure e dell’assistenza<br />

dei nostri Frati malati e bisognosi<br />

di speciali terapie. Insomma nulla è stato<br />

trascurato per trasformare questo momento<br />

natalizio in un incontro di famiglia, per renderlo<br />

spazio di condivisione, per capire ancor<br />

meglio che è proprio l’umanità più bisognosa<br />

e più umiliata quella preferita e assunta<br />

dal nostro Dio con il Natale di Gesù.<br />

FR.MARIO FAVRETTO<br />

2. Incontro dei Ministri generali del 1°<br />

Ordine e del TOR e della CFF<br />

S. Maria degli Angeli, 3.10.2006<br />

La mattina del 3 ottobre, presso il Centro<br />

di Spiritualità “Barbara Micarelli” delle<br />

Suore Francescane Missionarie di Gesù<br />

Bambino in S. Maria degli Angeli (PG), si è<br />

riunita la Conferenza dei Ministri generali<br />

del Primo Ordine e del TOR.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

577<br />

La riunione è iniziata con il benvenuto<br />

nella Conferenza a Fr. Mauro Jöhri, nuovo<br />

Ministro generale <strong>OFM</strong>Cap, che ha preso il<br />

posto di Fr. John Corriveau, <strong>OFM</strong>Cap. Fr.<br />

Joachim Giermek, Ministro generale <strong>OFM</strong>-<br />

Conv e Presidente di turno della Conferenza,<br />

ha espresso riconoscenza per la preziosa<br />

presenza e l’attiva collaborazione di Fr.<br />

John in questi anni in cui ha partecipato alla<br />

vita della Conferenza e ha pregato Fr.<br />

Mauro di portargli il vivo ringraziamento<br />

da parte di tutti.<br />

L’incontro fraterno è stato l’occasione<br />

per condividere le ricche esperienze vissute<br />

nei due Capitoli generali che si erano da pochi<br />

giorni conclusi, quello elettivo dei Frati<br />

Minori Cappuccini e quello straordinario<br />

dei Frati Minori. Il primo si è occupato primariamente<br />

della revisione delle Costituzioni<br />

generali dell’Ordine, mentre nel secondo<br />

i Frati si sono fermati a riflettere sull’identità<br />

del Frate Minore oggi. Fr. José<br />

Rodríguez Carballo, Ministro generale<br />

<strong>OFM</strong>, ha poi comunicato l’avvio, durante<br />

questo Anno Accademico, di un nuovo Master<br />

per Formatori all’interno dell’Istituto di<br />

Spiritualità della Pontificia Università Antonianum,<br />

che avrà come primaria finalità<br />

la formazione dei formatori francescani. Riguardo<br />

alla Casa “Notre Dame des Nations”<br />

di Bruxelles, dove vengono preparati per la<br />

missione ad gentes i Frati della Conferenza,<br />

Fr. Joachim vi si recherà nel prossimo mese<br />

di novembre, mentre Fr. Mauro si augura di<br />

poterci andare durante il prossimo Corso,<br />

che sarà organizzato per i Frati di lingua<br />

francese. Da parte di tutti viene espresso<br />

l’auspicio di poter organizzare in un prossimo<br />

futuro una visita comune dei Ministri.<br />

Da ultimo Fr. Ilija Živkovic, Ministro<br />

generale TOR, riferisce sulla sua partecipazione,<br />

a nome della Conferenza, all’incontro<br />

ecumenico dei Francescani appartenenti<br />

alle diverse Chiese cristiane, svoltosi dal<br />

28 agosto al 3 settembre 2006, presso il<br />

Centro di Studi Francescano di Canterbury,<br />

e che ha avuto per tema “Dalla Regola alla<br />

vita”.<br />

L’incontro si è concluso con l’elezione<br />

di Fr. Mauro a Presidente di turno e con<br />

l’appuntamento per la prossima riunione<br />

che si terrà il lunedì santo, 2 aprile 2007,<br />

presso la Curia generale dei Frati Minori<br />

Conventuali.<br />

Dopo una breve pausa, alle ore 10,30, si<br />

è riunita la Conferenza della Famiglia Francescana<br />

(CFF) che, oltre ai quattro Ministri<br />

generali, vede la partecipazione della Ministra<br />

generale dell’OFS, Encarnación Del<br />

Pozo, e della Presidente della Conferenza<br />

Francescana Internazionale delle Sorelle e<br />

dei Fratelli del TOR, Sr. Anísia Schneider.<br />

Durante la riunione sono state definitivamente<br />

approvate la lettera di preparazione<br />

all’VIII Centenario di approvazione della<br />

prima Regola francescana, che si celebrerà<br />

nel 2009, e quella per l’VIII Centenario della<br />

nascita di S. Elisabetta d’Ungheria. Le<br />

lettere, tradotte in diverse lingue, saranno<br />

pubblicate rispettivamente il prossimo 29<br />

novembre, Festa di tutti i Santi Francescani,<br />

e il prossimo 17 novembre, festa di S.<br />

Elisabetta.<br />

Al termine della mattinata è stato ricevuto<br />

il nuovo Presidente del Consiglio d’Amministrazione<br />

di Franciscans International<br />

(FI), Fr. John Celichowski, <strong>OFM</strong>Cap, che<br />

era accompagnato da Attilio Galimbrerti,<br />

OFS, Segretario del Consiglio, resosi disponibile<br />

per la traduzione simultanea, e da<br />

Fr. John Quigley, <strong>OFM</strong>, Direttore esecutivo<br />

di FI. È stata questa l’occasione per ascoltare<br />

l’intenso lavoro svolto da FI presso l’O-<br />

NU durante quest’anno e i numerosi progetti<br />

in cantiere per il futuro.<br />

L’incontro si è fraternamente concluso<br />

con il pranzo offerto dalle Suore che ospitavano<br />

la Conferenza e con lo scambio degli<br />

auguri per la festa del padre san Francesco.<br />

FR.STEFANO RECCHIA<br />

3. Visita del Vicario generale alla Fondazione<br />

Francescana in Russia<br />

Nei giorni 6-11 ottobre il Vicario generale,<br />

Fr. Francesco Bravi, accompagnato dal<br />

Definitore generale Fr. Mario Favretto, ha<br />

fatto visita ai Frati della Fondazione Russa<br />

nella Fraternità di S. Pietroburgo. La Fraternità<br />

attualmente è composta di quattro


578 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Professi solenni, tra cui il presidente della<br />

Fondazione: Fr. James Edmiston, e da due<br />

Professi temporanei. Negli stessi giorni era<br />

presente Fr. Corrado Trabucchi da Novosibirsk.<br />

La visita aveva lo scopo di incontrare i<br />

Frati, conoscere almeno in parte la realtà in<br />

cui si sta muovendo il progetto Russia e valutare<br />

alcune scelte per il futuro. Per favorire<br />

tutto ciò, la Fraternità aveva predisposto<br />

un programma che comprendeva momenti<br />

di incontro, di preghiera, di condivisione e<br />

anche alcune visite a persone e luoghi in cui<br />

i Frati operano.<br />

Momenti intensi e significativi per la<br />

condivisione della missione dei nostri Fratelli<br />

sono stati: un ritiro comunitario con<br />

una riflessione offerta da Fr. Mario sul tema:<br />

«L’Ordine osa vivere il vangelo oggi»,<br />

una relazione di Fr. Francesco per comunicare<br />

lo svolgimento eitemidelCapitolo<br />

generale straordinario, le risonanze negli<br />

incontri comunitari, i colloqui personali.<br />

Interessanti sono stati i vari incontri avvenuti<br />

durante la permanenza. Anzitutto ha<br />

sorpreso la cordiale accoglienza ricevuta dal<br />

parroco della cattedrale ortodossa della Trinità.<br />

Piacevole e fraterna è stata pure l’accoglienza<br />

di un altro parroco ortodosso con cui<br />

collaborano i nostri Frati, il parroco della<br />

“Cerminskaia”, una sorta di chiesa santuario<br />

con annesso un centro di ospitalità e di servizi<br />

sociali per bambini e per famiglie. Anche<br />

l’incontro con i fedeli della parrocchia<br />

S. Cuore e con vari amici collaboratori dei<br />

Frati è stato un buon momento per conoscere<br />

l’ambiente in cui si muovono i nostri Frati<br />

e per recepire la grande ammirazione da<br />

parte della gente per san Francesco.<br />

A questo proposito, il programma della<br />

visita comprendeva pure l’inaugurazione, da<br />

parte del Vicario generale, della mostra: «san<br />

Francesco nella memoria dell’umanità». Si<br />

tratta della prima esposizione di opere a carattere<br />

francescano, create da vari pittori locali.<br />

Con i discorsi di circostanza, Fr. Francesco<br />

ha inaugurato la mostra tagliando il<br />

tradizionale nastro. Numerosa è stata la partecipazione<br />

all’evento e grande la soddisfazione<br />

particolarmente del promotore e curatore<br />

della mostra: Fr. Fiorenzo Reati.<br />

Una nota di speciale interesse riguarda le<br />

celebrazioni svolte in questi giorni. Domenica<br />

8 ottobre tutti i Frati hanno partecipato<br />

all’Eucaristia nella chiesa parrocchiale del<br />

Sacro Cuore. La presenza dei fedeli era numerosa;<br />

vi era anche un monaco ortodosso,<br />

P. Veniamin, che da tempo condivide con i<br />

nostri Frati l’insegnamento, varie iniziative<br />

e la devozione per san Francesco. Nella celebrazione<br />

presieduta da Fr. James, presidente<br />

della Fondazione, Fr. Francesco Bravi<br />

ha tenuto l’omelia con l’aiuto di un interprete.<br />

Subito dopo il Vicario generale ha<br />

consegnato ad ogni Frate presente il crocifisso<br />

di S. Damiano, segno espressivo per<br />

indicare la conclusione del cammino di formazione<br />

svolto durante l’anno passato, primo<br />

anno di preparazione al centenario, anno<br />

dedicato al discernimento.<br />

Altro momento rilevante è stata la celebrazione<br />

eucaristica conclusiva che si è<br />

svolta nella cappella della Casa, presieduta<br />

da Fr. Francesco, e nella quale è stato consegnato<br />

ad ogni Frate il Vangelo e la Regola.<br />

Questa consegna richiama la seconda<br />

tappa del percorso verso il centenario della<br />

fondazione dell’Ordine e, per i Frati della<br />

Fondazione, segna l’inizio di un nuovo anno<br />

di impegno e di formazione permanente<br />

e iniziale. Nella stessa celebrazione è avvenuto<br />

il rinnovo della Professione da parte di<br />

tutti i presenti.<br />

Nei momenti liberi il Guardiano, Fr. Stefano,<br />

si è premurato per una visita ai monumenti<br />

più importanti della splendida città.<br />

Non è mancata una cena conclusiva in un<br />

locale tipico per far conoscere e apprezzare<br />

agli ospiti qualche tradizione russa.<br />

La visita, benché limitata a un territorio,<br />

è stata un momento favorevole per conoscere<br />

meglio sia la vita della Fondazione<br />

con le prospettive e i problemi, sia la vita e<br />

il cammino dell’Ordine. La condivisione<br />

effettuata è stata molto buona, ha fatto bene<br />

ad ognuno, ha accresciuto l’ammirazione<br />

verso questi Frati che stanno operando in<br />

una realtà ancora nuova, da esplorare e in<br />

un territorio eccessivamente grande. Riguardo<br />

ai nostri Fratelli che vivono in Russia<br />

va ricordato che la prossimità con il Governo<br />

dell’Ordine, con le Entità e con i Fra-


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

579<br />

ti in generale, rimane un valido sostegno<br />

che non dovremo far mancare.<br />

FR.MARIO FAVRETTO<br />

4. Assemblea Compi e nuovo Presidente<br />

della Conferenza<br />

Assisi, Casa Leonori, 22-28.10.2006<br />

Nei giorni 22-28 ottobre 2006 si è tenuta<br />

ad Assisi presso la Casa Leonori la periodica<br />

Assemblea della Conferenza dei Ministri<br />

provinciali d’Italia e Albania. L’Assemblea<br />

ha svolto un intenso programma che comprendeva<br />

la verifica dell’animazione e delle<br />

attività della Conferenza e il rinnovo del<br />

Consiglio di Presidenza: ha dedicato abbondante<br />

tempo alla condivisione da parte<br />

dei Ministri circa la vita, i problemi e i progetti<br />

nelle varie Province; ha accolto le comunicazioni<br />

del governo dell’Ordine dal<br />

Definitore generale, Fr. Mario Favretto; ha<br />

preso in esame la relazione triennale del<br />

Presidente, Fr. Luigi Ortaglio; ha, quindi,<br />

proceduto all’elezione del nuovo Presidente<br />

della Conferenza e del nuovo Consiglio.<br />

Fr. Marino Porcelli, Ministro della Provincia<br />

Romana, è stato eletto Presidente della<br />

Conferenza dei Ministri provinciali d’Italia<br />

e Albania. Dopo aver eletto l’intero Consiglio<br />

di Presidenza e scelto il nuovo Segretario<br />

e un nuovo economo, l’Assemblea si è<br />

dedicata ad alcuni temi di formazione. Anzitutto<br />

è stato dato spazio alla riflessione su<br />

quanto emerso nell’Assemblea della Chiesa<br />

italiana, tenuta a Verona nello stesso mese.<br />

Qualche Ministro Provinciale, avendo<br />

partecipato al Convegno ecclesiale italiano,<br />

ha condiviso con i presenti le proprie impressioni<br />

e valutazioni. Fr. Marino ha presentato<br />

una proposta di riflessione sul tema<br />

del Convegno ecclesiale in riferimento alla<br />

Evangelizzazione e al prossimo nostro<br />

Convegno Internazionale: Dal Convegno<br />

ecclesiale di Verona alla vita nelle Province<br />

ofm. Una giornata è stata dedicata all’approfondimento<br />

di questo tema con la partecipazione<br />

del Vescovo di Assisi, Mons. Domenico<br />

Sorrentino, che ha proposto ai Ministri<br />

provinciali una riflessione sulla<br />

Vocazione ecclesiale dei Frati Minori in<br />

Italia. Il Vescovo poi ha presieduto l’Eucaristia<br />

con i Provinciali italiani e nella celebrazione<br />

ha condiviso e sottolineato il ruolo<br />

singolare di Assisi e dei Francescani nella<br />

realtà ecclesiale italiana, insistendo tra<br />

l’altro sulla straordinaria ricorrenza degli<br />

800 anni della conversione di Francesco e<br />

dell’incontro con il Cristo a S. Damiano.<br />

Una unità di lavoro è stata dedicata anche<br />

alla valutazione del Capitolo generale<br />

straordinario dell’Ordine, recentemente celebrato.<br />

Ogni Ministro provinciale ha condiviso<br />

la sua valutazione circa lo svolgimento<br />

e i contenuti del Capitolo. Ognuno<br />

ha esposto le proprie impressioni sull’esperienza<br />

vissuta al Capitolo e la ricaduta di<br />

quanto trattato nella vita dei Frati e delle<br />

Province. Ogni Ministro ha, poi, comunicato<br />

le iniziative che intende adottare nella<br />

propria Provincia per dare continuità al Capitolo<br />

generale celebrato. La valutazione<br />

emersa è stata positiva e ha raccolto varie<br />

considerazioni che sono state presentate al<br />

Ministro generale.<br />

Ampio spazio dell’Assemblea è stato dedicato<br />

alle relazioni e ai programmi futuri<br />

per quanto concerne i vari settori della vita<br />

e dell’animazione della Conferenza. Considerevole<br />

attenzione è stata riservata alla relazione<br />

sulla vita della Fondazione missionaria<br />

Notre Dame d’Afrique in Congo Brazzaville;<br />

fr. Massimo Reschiglian ha<br />

presentato lo stato della missione dopo la<br />

recente visita col Presidente della Compi.<br />

Ci si è occupati inoltre della gestione della<br />

casa Leonori, sede della Compi, del Cenacolo<br />

Francescano e di impegnativi interventi<br />

di ristrutturazione, della rivista Missioni<br />

Francescane dopo un anno di nuova gestione<br />

col proposito di rilanciare questo organo<br />

informativo e divulgativo sulle Missioni<br />

dell’Ordine nel mondo.<br />

Nell’ultimo giorno dell’Assemblea, sabato<br />

28, tutti i Ministri provinciali si sono<br />

trasferiti da Assisi a Capestrano per partecipare<br />

alla celebrazione del 550° anniversario<br />

della morte di S. Giovanni da Capestrano.<br />

FR.MARIO FAVRETTO


580 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

5. 550° anniversario della morte di san<br />

Giovanni da Capestrano<br />

Capestrano, 28 ottobre 2006<br />

Il 23 ottobre di quest’anno ricorreva il<br />

550° anniversario della morte di san Giovanni<br />

e la ricorrenza non poteva passare<br />

senza una speciale memoria da parte dell’Ordine.<br />

Perciò il Ministro generale col suo<br />

Definitorio ha programmato una giornata<br />

commemorativa nella cittadina natale del<br />

santo.<br />

Il giorno 28 ottobre sono convenuti a<br />

Capestrano lo stesso Ministro Generale, il<br />

Definitorio, parte dei Frati della Curia generale,<br />

numerosi Frati della locale Provincia<br />

abruzzese di S. Bernardino con il Ministro<br />

provinciale. Per la circostanza straordinaria<br />

hanno partecipato tutti i Ministri<br />

provinciali d’Italia, una rappresentanza di<br />

Frati della Provincia Ungherese “N. D. Ungarorum”<br />

e dei Frati dall’Austria con il Vicario<br />

provinciale, un Delegato della Prov.<br />

S. Croce in Germania. L’appuntamento iniziale<br />

della giornata era al Castello di Capestrano,<br />

ospiti del sindaco e dei rappresentanti<br />

della giunta comunale, dove si è tenuta<br />

la commemorazione della figura di san<br />

Giovanni. Ha esordito il Ministro generale<br />

ricordando con brevi parole la statura spirituale<br />

e civile di Giovanni e l’alta considerazione<br />

di lui da parte della Chiesa del suo<br />

tempo. Quindi ha preso la parola il prof.<br />

Remo Guidi, esperto del periodo rinascimentale,<br />

che ha contestualizzato la figura e<br />

l’opera di rinnovamento del Capestrano<br />

nella situazione ecclesiale e politica del suo<br />

tempo. La relazione da lui tenuta ha sviluppato<br />

il tema: Giovanni da Capestrano, un<br />

uomo deciso per una riforma necessaria.<br />

Un’altra relazione è stata offerta dal prof.<br />

Marco Bartoli che ha descritto l’attività e il<br />

modo di operare del Capestrano a partire<br />

dai documenti e dai codici conservati nella<br />

biblioteca del convento di Capestrano:<br />

Giovanni da Capestrano e i Papi del suo<br />

tempo. A partire dai documenti conservati<br />

nella biblioteca del convento di Capestrano.<br />

Il prof. Bartoli, oltre ad illustrare ai presenti<br />

i vari volumi trasportati e utilizzati da<br />

S. Giovanni, ha anche descritto parte del<br />

prezioso patrimonio documentale conservato<br />

a Capestrano. Il Ministro provinciale<br />

ha presentato alcune recenti pubblicazioni<br />

su S. Giovanni, sponsorizzate dal comune<br />

di Capestrano e dalla Provincia nostra d’Abruzzo.<br />

Terminata questa prima parte commemorativa,<br />

tutti si sono portati al convento di<br />

S. Giovanni anzitutto per visitare la mostra<br />

allestita per la ricorrenza, poi per il pranzo e<br />

la celebrazione pomeridiana. Ad accogliere<br />

in Convento i partecipanti, oltre alla Fraternità<br />

locale, c’era la nuova comunità dei giovani<br />

di Mondo X che opera per liberare dalla<br />

tossicodipendenza; la comunità è stata<br />

avviata da pochi mesi in questo luogo per<br />

opera del fondatore e nostro frate, Fr. Eligio<br />

Gelmini. L’accoglienza in convento, il<br />

pranzo preparato dai giovani, la condivisione<br />

della preghiera, sono stati un’ulteriore<br />

occasione per manifestare il legame e l’affetto<br />

della realtà di Mondo X con il nostro<br />

Ordine e il Ministro generale ha voluto ricordarlo<br />

pubblicamente.<br />

Nel pomeriggio si è celebrata solennemente<br />

l’Eucaristia nella chiesa di S. Giovanni.<br />

La celebrazione è stata presieduta da<br />

Fr. José, Ministro generale, e numerosi erano<br />

i concelebranti. Nutrita è stata la partecipazione<br />

della gente di Capestrano ed apprezzata<br />

l’animazione della Corale parrocchiale<br />

che ha reso ancor più festosa e<br />

solenne la celebrazione eucaristica. Il Ministro<br />

generale ha richiamato l’attualità di san<br />

Giovanni e della sua opera di rinnovamento;<br />

quindi con calore e passione ha raccomandato<br />

ai Frati e ai fedeli di essere fieri di<br />

questa grande figura di francescano, ma anche<br />

di raccoglierne l’eredità diventando<br />

prosecutori oggi della sua santità.<br />

FR.MARIO FAVRETTO<br />

6. Incontro con i Visitatori generali<br />

Roma, Curia generale, 13-17.11.2006<br />

Dal 13 al 17 novembre si è tenuto, presso<br />

la Curia generale, l’incontro annuale del<br />

Ministro e Definitorio generale con i Visitatori,<br />

provenienti da tredici Nazioni.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

581<br />

Partecipanti<br />

Definitorio generale<br />

Fr. José Rodríguez Carballo, Min. Gen.;<br />

Fr. Francesco Bravi, Vic. Gen. et Proc.<br />

Gen.; Fr. Finian McGinn, Def. Gen.; Fr. Šime<br />

Samac, Def. Gen.; Fr. Miguel J. Vallecillo<br />

Martín, Def. Gen.; Fr. Ambrogio<br />

Nguyen Van Si , Def. Gen.; Fr. Amaral Bernardo<br />

Amaral, Def. Gen.; Fr. Mario Favretto,<br />

Def. Gen.; Fr. Luis Gerardo Cabrera<br />

Herrera, Def. Gen.; Fr. Juan Ignacio Muro<br />

Aréchiga, Def. Gen.; Fr. Jakab Várnai, Def.<br />

Gen.; Fr. Sandro Overend Rigillo, Sec.<br />

Gen.<br />

Visitatori generali<br />

Fr. Paul Zahner, Cust. Aut. Christi Regis<br />

(Helvetia), pro Prov. Thuringiae S. Elisabeth<br />

(Germania); Fr. Eduardo Metz, Prov.<br />

S. Crucis (Brasilia), pro Prov. SS. Martyrum<br />

Gorcomiensium (Nederlandia); Fr.<br />

John Puodziunas, Prov. Assumptionis<br />

B.M.V. (USA), pro Prov. S. Casimiri (Lituania);<br />

Fr. Donato Sardella, Prov. Apuliae<br />

S. Michaëlis Archangeli (Italia), pro Prov.<br />

Samnito-Hirpina S. M. Gratiarum (Italia);<br />

Fr. Giuseppe Ferrari, Prov. Bononiensis Christi<br />

Regis (Italia), pro Prov. Neapolitana<br />

Ss. Cordis Iesu (Italia) et Cust. Ss. Cordis<br />

Iesu (Brasilia) dep. a Prov. Neapolitana; Fr.<br />

Francesco De Feo, Prov. Samnito-Hirpina<br />

S.M. Gratiarum (Italia), pro Prov. Calabriae<br />

SS. VII Martyrum (Italia); Fr. Theo Vergeer,<br />

Prov. SS. Martyrum Gorcomiensium<br />

(Nederlandia), pro Prov. S. Michaëlis Archangeli<br />

(Indonesia); Fr. Oscar Ante, Prov.<br />

S. Petri Baptistae (Philippinae), pro Prov. S.<br />

Francisci Assisiensis (Vietnamia); Fr. Baltazar<br />

Obico, Prov. S. Petri Baptistae (Philippinae),<br />

pro Prov. Sanctorum Martyrum<br />

Iaponiae (Iaponia); Fr. Stanisław Mazgaj,<br />

Prov. Sanctae Mariae Angelorum (Polonia),<br />

pro Prov. S. Michaëlis Archangeli (Ucraina);<br />

Fr. José Pereira Das Neves, Prov. SS.<br />

Martyrum Marochiensium (Lusitania ), pro<br />

Prov. Baetica Franciscana (Hispania); Fr.<br />

Isauro U. Covili Linfati, Prov. SS. Trinitatis<br />

(Chilia), pro Prov. S. Francisci Solano (Peruvia);<br />

Fr. Thomas Nairn, Prov. SS. Cordis<br />

Iesu (USA), pro Prov. Sancti Spiritus (Au-<br />

stralia, Nova Zelandia); Fr. Sime Samac,<br />

Def. Gen., Prov. S. Redemptoris (Croatia),<br />

pro Prov. Assumptionis B.M.V. (Bosna et<br />

Hercegovina); Fr. Finian McGinn, Def.<br />

Gen. Assistens, Prov. S. Sanctae Barbarae<br />

(USA), pro Cust. S. Familiae (USA) dep. a<br />

Prov. Assumptionis B.M.V. (Bosna et Hercegovina);<br />

Fr. Pedro Ruiz Verdú, Prov.<br />

Carthagensis Franciscana (Hispania), pro<br />

Prov. Cataloniae S. Salvatoris ab Horta (Hispania);<br />

Fr. José Kohler, Prov. Trium Sociorum<br />

(Gallia/Belgium), pro Prov. Verbi Incarnati<br />

(Togum, Africa Occidentalis ); Fr.<br />

Benoît Dubigeon, Prov. B. Pacifici (Gallia),<br />

pro Prov. Trium Sociorum (Gallia, Belgium);<br />

Fr. Giancarlo Rosati, Prov. Seraphicae<br />

S. Francisci Assisiensis (Italia), pro<br />

Prov. S. Francisci Solano (Argentina); Fr.<br />

Antonio Schauerte, Prov. Assumptionis<br />

BMV (Brasilia), pro Prov. S. Francisci<br />

(Brasilia).<br />

Interpreti<br />

Fr. Patrick Hudson (inglese), Fr. Cesar<br />

Javier Orduña (spagnolo), Fr. Stefano Lovato<br />

(italiano).<br />

Assistenti<br />

Fr. Philippe Schillings (Verbalista), Fr.<br />

Simone Lopata (Assistente computer), Fr.<br />

Samuele Portka (Assistente in Aula).<br />

Segreteria<br />

Fr. Sandro Overend Rigillo (Sec. gen.),<br />

Fr. Ernest Karol Siekierka (Vice Sec. gen.),<br />

Fr. Francisco Manuel Romero García (Vice<br />

Sec. gen.).<br />

Agenda<br />

L’incontro è iniziato il giorno 13 novembre<br />

alle ore 9 nell’Aula Duns Scoto. Dopo il<br />

saluto di benvenuto e l’autopresentazione<br />

dei partecipanti il Ministro generale ha tenuto<br />

la sua Relazione su: «La Visita canonica:<br />

un tempo per discernere e valutare». Descritte<br />

la Visita canonica e la figura del Visitatore<br />

secondo il pensiero di Francesco e<br />

della nostra legislazione, Fr. José R. Carballo<br />

si è soffermato a lungo sul Documento<br />

del Capitolo generale straordinario, «Il


582 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Signore ci parla lungo la via», sottolineandone<br />

prima la «chiamate» rivolte all’Ordine<br />

e poi gli orientamenti pratici per guidare<br />

il cammino delle Entità e delle Fraternità:<br />

chiamate ed orientamenti che possono illuminare<br />

il servizio che il Visitatore generale<br />

si appresta a svolgere a favore dei singoli<br />

Frati e Fraternità provinciali. Nella Sessione<br />

pomeridiana c’è stato, prima, il lavoro in<br />

gruppi linguistici, per approfondire la Relazione<br />

del Ministro, e, poi, in Assemblea per<br />

condividere quanto emerso nei gruppi.<br />

Tutto il secondo giorno è stato dedicato<br />

alla riflessione sulla Visita e sul ruolo del<br />

Visitatore attraverso il contributo di alcune<br />

Relazioni («Il Visitatore generale e la Visita,<br />

Fr. L. Cabrera; «Il ruolo del Visitatore<br />

nel Capitolo e nel Congresso capitolare»,<br />

Fr. J. Várnai), con il sussidio di una scheda<br />

riassuntiva (Fr. F. McGinn), con il lavoro in<br />

gruppi e, infine, con l’approfondimento e la<br />

condivisione in Assemblea.<br />

La mattinata del terzo giorno, 15 novembre,<br />

è stata lasciata libera per permettere ai<br />

singoli Visitatori di poter incontrare il Ministro<br />

e/o i Definitori generali. Nel pomeriggio<br />

si sono avute varie comunicazioni sul Capitolo<br />

generale (Fr. F. Bravi), sul progetto provinciale<br />

di vita e sul secondo anno di preparazione<br />

all’VIII Centenario (Fr. M. Vallecillo),<br />

sull’Ufficio delle Comunicazioni (Fr. J.<br />

Abela) e sull’economia (Fr. G. Lati).<br />

Il giorno 16 novembre è stato dedicato a<br />

varie tematiche presentate dai diversi Segretariati<br />

ed Uffici della Curia (Formazione<br />

e Studi, GPIC, Evangelizzazione e Missione,<br />

Fund-raising), con la possibilità di approfondire<br />

i contenuti delle riflessioni proposte<br />

attraverso il lavoro in gruppi e la condivisione<br />

in Assemblea.<br />

Nella mattinata dell’ultimo giorno, 17<br />

novembre, si è avuta l’opportunità di porre<br />

domande di natura giuridica e pratica. Hanno<br />

risposto alle domande Fr. F. Antonelli<br />

(Ufficio giuridico), Fr. F. Bravi e Fr. V. Menegatti<br />

(Procura generale). Nel pomeriggio<br />

si è avuta ancora un’Assemblea per il dialogo<br />

e la verifica di quanto avvenuto nei giorni<br />

precedenti. Terminato l’incontro in Aula<br />

ci si è recati in chiesa per la Celebrazione<br />

eucaristica conclusiva, presieduta da Fr. José,<br />

al termine della quale il Ministro generale<br />

ha dato il “mandato” ai Visitatori, donando<br />

loro una pergamena con la benedizione<br />

di san Francesco. Questa celebrazione,<br />

però, merita una particolare menzione,<br />

poiché è avvenuta il 17 novembre 2006, inizio<br />

della celebrazione dell’VIII Centenario<br />

della nascita di santa Elisabetta d’Ungheria,<br />

Patrona dell’OFS. Infatti, il Ministro ha dedicato<br />

l’omelia a questa testimone straordinaria<br />

dell’amore verso Dio e il prossimo,<br />

sull’esempio di san Francesco, e al termine<br />

della Messa ci si è recati all’altare di santa<br />

Elisabetta per renderle omaggio. Erano presenti<br />

anche alcuni membri dell’OFS.<br />

7. Diario di viaggio in Cina<br />

FR.LUIGI PERUGINI<br />

La Cina appare sempre di più sul palcoscenico<br />

internazionale e molti coltivano almeno<br />

il desiderio di poter entrare in questo<br />

Paese immenso, prendere contatto con questo<br />

popolo che rappresenta il terzo dell’intera<br />

umanità, poter penetrare almeno un poco<br />

in questo mondo orientale affascinante e<br />

misterioso insieme. È con questi sentimenti<br />

che anch’io sono partito per la grande Cina,<br />

non senza una certa emozione, che veniva<br />

accresciuta dalla possibilità di incontrare<br />

tante persone conosciute e ivi residenti.<br />

Il primo contatto l’ho avuto nella regione<br />

autonoma di Hong Kong, dove di colpo<br />

mi sono trovato in mezzo ad una foresta di<br />

grattacieli, in uno scenario quasi da film di<br />

fantascienza. Qui, si direbbe che la normalità<br />

non esiste, non una casa a misura d’uomo,<br />

non uno spazio orizzontale al di fuori<br />

delle grandi arterie stradali. Si è già in Cina,<br />

ma non la Cina che ci si attende.<br />

Il viaggio continua verso la Cina continentale,<br />

la “vera” Cina. Il Visto si ottiene<br />

molto facilmente nella stessa Hong Kong.<br />

Arrivati con il Bus alla frontiera, che distingue<br />

le due parti, prima di entrare, bisogna<br />

sbrigare velocemente alcune formalità e sottostare<br />

a pochi controlli. Nella prima città<br />

che s’incontra, Shenzhen, nulla di nuovo.<br />

Anch’essa è modernissima e in grande svi-


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

583<br />

luppo. In realtà ogni città cinese importante<br />

vive un grande fervore di lavori di modernizzazione.<br />

Ovunque nascono rapidamente<br />

nuovi grattacieli, nuovi quartieri, infrastrutture<br />

nuove. La Cina sta vivendo un vero<br />

boom economico e di benessere che sta interessando<br />

diverse classi sociali, con le dovute<br />

proporzioni. Chi mi accompagna mi dice<br />

che quella Banca così organizzata oggi,<br />

qualche anno fa non era che una sala con pochi<br />

mezzi tecnici e molta confusione; in quel<br />

quartiere nuovo c’erano solo case piccole e<br />

vecchie; in quella piazza grande e ben ornata<br />

non c’era che fango e sporcizia; quel terminal<br />

dell’aeroporto solo un anno fa non<br />

esisteva. E così tanti altri esempi di questo<br />

genere, che mi mostrano come il progresso<br />

in Cina stia veramente galoppando. Vi è<br />

però il rischio molto concreto che tale rapido<br />

sviluppo provochi nuovi e grandi squilibri.<br />

Nelle campagne vivono 800 milioni di<br />

persone, di cui almeno 300 milioni vivono<br />

ancora sotto la soglia della povertà. Il movimento<br />

di una massa tale di gente potrebbe<br />

presto destabilizzare tutto il sistema.<br />

Arrivo a casa del mio amico in una città<br />

del centro nord e noto in un angolo una tendina<br />

che chiude solo a metà. Chiedo cosa<br />

c’è dietro. Mi risponde che vi era una cameretta<br />

la quale è stata adibita a cappella<br />

con piccoli e semplici oggetti liturgici.<br />

«Quellatenda–mispiega–èilmodotradizionale<br />

cinese di riparare un ambiente dagli<br />

occhi dei visitatori e qui noi dobbiamo essere<br />

prudenti. Quando viene il proprietario<br />

o un operaio per qualche lavoro, non vogliamo<br />

che vedano il nostro luogo di preghiera<br />

e a volte togliamo anche tutti gli oggetti,<br />

perché se scoprono gli oggetti e i libri<br />

cristiani possono sospettare di noi e denunciarci<br />

alle autorità civili».<br />

Dietro il progresso esteriore comincio a<br />

scoprire un’altra realtà meno positiva. Il governo<br />

controlla in maniera molto stretta e<br />

capillare i membri della Chiesa cattolica. I<br />

religiosi e sacerdoti stranieri possono restare<br />

in Cina solo con un Visto di lavoro ufficiale,<br />

nascondendo assolutamente la loro<br />

identità religiosa.<br />

«In quella cappella “domestica” preghiamo<br />

e celebriamo sempre con le porte<br />

chiuse e le tende tirate, per non generare sospetti<br />

nei co-inquilini». E il mio amico non<br />

invita mai nessuno in casa per un incontro o<br />

una riunione. Una frequentazione assidua di<br />

estranei potrebbe far sospettare i vicini di<br />

casa e le guardie che sono all’ingresso del<br />

piccolo quartiere protetto. Gli incontri e le<br />

riunioni si fanno sempre in luoghi pubblici<br />

o nei ristoranti, avendo l’avvertenza di cambiare<br />

spesso il luogo dell’appuntamento. Di<br />

più, prima di arrivare a “svelarsi” e incontrare<br />

un altro, è necessario un tempo lungo<br />

di accostamento, di conoscenza reciproca,<br />

di verifica sull’attendibilità dell’altro e sulla<br />

serietà della persona. Il mio amico ha atteso<br />

8 anni prima di incontrare e farsi riconoscere<br />

da una suora, che oggi è la sua più<br />

fedele amica e collaboratrice. La paura del<br />

sospetto e della denuncia, con le relative<br />

conseguenze, impongono la massima prudenza<br />

nei rapporti interpersonali in Cina.<br />

Il giorno dopo sono accompagnato in<br />

una comunità “undeground”, che cioè non<br />

si è iscritta all’Associazione patriottica della<br />

Chiesa cattolica in Cina e che di conseguenza<br />

è considerata illegale ed è costretta a<br />

vivere in clandestinità. Dopo alcune ore di<br />

viaggio in auto, arriviamo in una campagna,<br />

dove appare un grande caseggiato mezzo<br />

nascosto da una corona di alberi. Ci accolgono<br />

con molta ospitalità e con grande<br />

gioia. Essendo stranieri, noi siamo sempre<br />

bene accolti, mentre invece qualcuno della<br />

Chiesa ufficiale non sarebbe nemmeno ricevuto,<br />

poiché dicono che costui non ha “la<br />

comunione sacramentale” in quanto non in<br />

comunione con la Chiesa di Roma e perciò<br />

fuori della cattolicità. A questa interpretazione<br />

teologica, che non sembra sempre<br />

giustificata in quanto oggi almeno l’80 %<br />

dei vescovi sono riconosciuti dal Papa, si<br />

aggiunge la reazione degli stessi cristiani,<br />

almeno di quelli più rigidi, i quali rifiutano<br />

anche i loro sacerdoti se questi osano partecipare<br />

all’Eucaristia celebrata dai sacerdoti<br />

della Chiesa ufficiale. Una Congregazione<br />

di suore, ad esempio, ha un gruppo “underground”<br />

e un altro gruppo iscritto alla Chiesa<br />

ufficiale: tra le due comunità non vi è relazione<br />

né comunione, salvo qualche rarissima<br />

comunicazione puramente formale.


584 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Nella comunità dove siamo visitiamo la<br />

casa e parliamo con i religiosi della loro vita<br />

e della loro formazione. Tutto è molto<br />

semplice e povero. Tra di noi parliamo liberamente,<br />

ma siamo coscienti di essere in<br />

una casa quasi segreta. Eppure questi religiosi<br />

sono conosciuti dalla gente circostante,<br />

che anzi li aiuta e li protegge in qualche<br />

maniera. Tra la comunità e le famiglie si è<br />

instaurata una buona relazione di solidarietà<br />

e di aiuto reciproco. Anche le autorità civili<br />

locali li conoscono e li tollerano, poiché in<br />

quella zona fino ad oggi non è stata costituita<br />

l’Associazione patriottica della Chiesa<br />

cattolica. Dove invece questa struttura esiste,<br />

chi non si è iscritto è considerato fuori<br />

legge, illegale, e perciò ricercato, represso,<br />

imprigionato. Così, un’altra comunità “undeground”<br />

che ho potuto incontrare durante<br />

il mio viaggio è costretta a cambiare casa<br />

almeno ogni sei mesi, a cambiare il numero<br />

del telefono cellulare ogni mese, i membri<br />

si nascondono in piccoli gruppi nelle famiglie<br />

cristiane più conosciute, e praticamente<br />

vivono nascosti per la maggior parte dell’anno.<br />

Approfittano di questo nascondimento<br />

“forzato” per dedicarsi alla formazione<br />

dei più giovani.<br />

Una seconda visita la facciamo ad un lebbrosario,<br />

che è riconosciuto dal governo e<br />

gestito da alcuni religiosi, anch’essi dichiaratisi<br />

tali e accettati dalle autorità civili. Prima<br />

di arrivarci dobbiamo attraversare tutta<br />

una catena di montagne per arrivare in fondo<br />

ad una valle chiusa dai monti, completamente<br />

isolati e lontani dai luoghi abitati. Qui, separati<br />

da tutti, sono accolti e curati i lebbrosi.<br />

Vi sono una ottantina di questi malati, giovani<br />

e anziani, ancora con la malattia viva e<br />

anche contagiosa. La struttura è la migliore<br />

della regione e un modello di lebbrosario per<br />

tutta la Cina. I religiosi che lo gestiscono sono<br />

riconosciuti e accettati come tali, ma non<br />

possono assolutamente svolgere nessuna attività<br />

religiosa nel lebbrosario. Nella casa<br />

dove alloggiano hanno adattato una stanza a<br />

cappella, ma un giorno il rappresentante del<br />

governo, che controlla ogni loro movimento,<br />

è andato a prendere la lista dei libri di liturgia<br />

e di meditazione per verificare il loro<br />

contenuto. Tra il personale vi sono anche alcuni<br />

volontari laici, anch’essi cattolici, con<br />

un margine più ampio di movimento, ma<br />

sempre costretti a ritrovarsi per la preghiera<br />

o per la formazione solo in una stanza della<br />

casa loro riservata e senza altre persone<br />

estranee.<br />

Il lavoro di queste persone è una testimonianza<br />

silenziosa dell’amore di Dio per i<br />

poveri e i malati. In Cina l’evangelizzazione<br />

esplicita non è permessa, però questa è<br />

possibile indirettamente attraverso le opere<br />

sociali e umanitarie. Il governo accetta e apprezza<br />

chi lavora per il bene della società,<br />

nelle cliniche, nei lebbrosari, nelle scuole di<br />

campagna, negli asili. E in queste istituzioni<br />

ciascuno può inserirsi come ordinario<br />

impiegato od operaio, mantenendo segreta<br />

la propria identità religiosa cristiana. Nel lavoro<br />

in favore dei poveri e dei malati si può<br />

dare una grande testimonianza evangelica<br />

lasciando a quando e come Dio vuole la<br />

possibilità di esprimere con la parola quanto<br />

si offre con la vita e con l’esempio.<br />

Il mio viaggio continua verso una diocesi<br />

di campagna. Con fatica, già due settimane<br />

prima, ci procurano i biglietti per il treno.<br />

Alla stazione di partenza una folla immensa<br />

aspetta nella grande sala con valigie, sacchi,<br />

pacchi, e ogni altro genere di mercanzia. Il<br />

personale della stazione cerca di tenere un<br />

po’di ordine, organizzando file di passeggeri.<br />

Noi abbiamo la carrozza e il sedile prenotati,<br />

ma all’arrivo davanti al vagone questo è<br />

già quasi pieno e davanti alla porta con noi<br />

vi è una lunga fila di nuovi passeggeri. Con<br />

l’aiuto del personale che guida con i megafoni<br />

e di una certa pressione fisica riusciamo<br />

finalmente ad entrare. Il vagone è stracolmo<br />

di gente e i nostri posti sono occupati.<br />

Una persona locale ci apre il cammino e<br />

fa sloggiare con un sorriso chi occupava i<br />

posti a noi assegnati. Finalmente ci sediamo,<br />

quasi accovacciati, e restiamo così immobili<br />

lungo tutto il viaggio che dura tutta la notte.<br />

In Cina i viaggi lunghi in treno si fanno<br />

sempre di notte, così all’arrivo si ha subito<br />

un nuovo giorno a disposizione. È stata l’unica<br />

volta che mi sono appisolato restando<br />

seduto. Al mattino, sceso dal treno, ho dovuto<br />

fare un po’di esercizi cinesi per riprendere<br />

la funzione degli arti inferiori.


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

585<br />

All’uscita dalla stazione ci sono già alcune<br />

persone che ci attendono e ci portano<br />

subito al vicino ristorante. Qui ci offrono<br />

una sostanziosa colazione cinese. Durante il<br />

mio viaggio una sola volta ho mangiato in<br />

casa. Non ho mai frequentato tanti ristoranti<br />

come in Cina. Poiché è nei ristoranti che<br />

in genere ci si incontra e si parla, per garantire<br />

meglio l’anonimato.<br />

Siamo in una piccola cittadina, dove il<br />

vescovo attuale, ormai anziano, ha passato<br />

una ventina di anni in carcere e solo da pochissimo<br />

tempo ha potuto assumere le sue<br />

funzioni episcopali. È una persona molto<br />

semplice e affabile, orgoglioso oggi di avere<br />

una chiesa e accanto una comunità di<br />

suore che lui stesso ha fondato. Egli si è<br />

iscritto alla Chiesa ufficiale ma è anche riconosciuto<br />

dal Vaticano, con il quale coltiva<br />

relazioni regolari.<br />

La superiora della comunità religiosa ci<br />

accompagna a visitare il luogo dove visse e<br />

morì la Beata Assunta Pallotta, suora italiana<br />

francescana missionaria di Maria, dalla<br />

quale la giovane congregazione voluta dal<br />

vescovo ha preso il nome. Il luogo della<br />

Beata Assunta è pieno di ricordi e di testimonianze.<br />

Accanto vi è ancora un grande<br />

convento francescano in cui sono stati formati<br />

alcuni frati ancora viventi. Vicino vi è<br />

un santuario della Madonna dei sette dolori,<br />

sulla cima di un monte, al quale si arriva facendo<br />

la Via Crucis. Sulla sommità ci attende<br />

un grande arco che rappresenta la porta<br />

del cielo, e poi dietro , al centro di una grande<br />

spianata, una costruzione rotonda e solenne<br />

che riprende la forma del tempio del<br />

cielo che è a Pechino. Anche la Chiesa dedicata<br />

alla Madonna è tutta in stile cinese.<br />

Tutto ciò mi rimanda con la memoria all’antica<br />

diatriba tra gesuiti e francescani riguardo<br />

ai riti cinesi e mi fa riflettere sulla<br />

possibilità di inculturare la Chiesa e il Vangelo<br />

in Cina. Diversi tentativi sono stati fatti<br />

lungo i secoli. Questo santuario ne è un<br />

raro esempio. Un’operazione d’inculturazione<br />

in profondità sarà possibile quando ci<br />

sarà la libertà di religione e di culto. Poiché,<br />

mi assicura il solito amico che mi è sempre<br />

accanto, l’antica cultura cinese ha assunto i<br />

valori fondamentali dell’uomo e l’anima ci-<br />

nese è molto vicina allo spirito del Vangelo,<br />

e specialmente allo spirito francescano.<br />

Dopo un’altra notte in treno, ma meno<br />

tragica della prima, arrivo a Pechino, la<br />

grande metropoli di circa 16 milioni di abitanti<br />

e capitale dell’immensa Cina. Anche<br />

qui il visitatore è colpito dallo sviluppo e<br />

dalla modernizzazione rapida della città.<br />

Però lasciando Pechino con l’aereo si vede<br />

ai margini della città una grande “bidonville”.<br />

I contrasti sono forti e si stanno accentuando.<br />

Più aumentano i grattacieli, più aumentano<br />

le povertà.<br />

A Pechino ho la possibilità di visitare i<br />

luoghi-simbolo della Cina: la città proibita<br />

dell’epoca imperiale, il tempio del cielo riservato<br />

agli antichi sacrifici, la piazza Tienammen,<br />

tristemente famosa per la repressione<br />

maoista della gioventù studentesca.<br />

A Pechino incontro anche altre persone<br />

che lavorano per la Chiesa in Cina, con<br />

grande convinzione e dedizione. Stanno<br />

sviluppando soprattutto la “via socio-umanitaria”<br />

per rendere presente nella società il<br />

fermento evangelico, che lentamente e discretamente<br />

potrà fermentare e rinnovare<br />

anche la società cinese.<br />

Questo è un momento favorevole per la<br />

Chiesa in Cina, afferma il mio amico alla fine<br />

del mio viaggio. La sua affermazione mi<br />

sorprende un poco, dopo tutte le difficoltà<br />

che ho potuto notare nella vita delle comunità<br />

cristiane e religiose. Ma forse il mio<br />

amico ha ragione. L’apertura al mercato internazionale,<br />

il fenomeno della globalizzazione<br />

che non può essere bloccato nemmeno<br />

in Cina, l’occasione dei prossimi giochi<br />

olimpici nel 2008 che faranno entrare nuovi<br />

rapporti e nuove idee, tutto questo fa pensare<br />

che un’apertura ci sarà anche nell’ambito<br />

della religione e per la Chiesa. Tanti segni<br />

e tanti fermenti sono già presenti.<br />

Aspettano solo il momento della loro piena<br />

manifestazione.<br />

8. Notitiae particulares<br />

– MONS. FERNANDO ANTÔNIO FIGUEIRE-<br />

DO, <strong>OFM</strong>, Vescovo di S. Amaro (Brasile),<br />

è stato nominato da Benedetto XVI


586 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Membro del Consiglio Speciale per<br />

l’America.<br />

(L’Osservatore Romano, 15 ottobre 2006)<br />

– CARD.CLÁUDIO HUMMES, <strong>OFM</strong>, Arcivescovo<br />

di San Paolo (Brasile), è stato nominato<br />

da Benedetto XVI Prefetto della<br />

Congregazione per il Clero in sostituzione<br />

del Card. Darío Castrillón Hoyos, che<br />

ha presentato la sua rinuncia per ragioni<br />

d’età.<br />

(L’Osservatore Romano, 1 novembre 2006)<br />

Breve biografia<br />

Il Cardinale Cláudio Hummes è nato a<br />

Montenegro (nel sud del Brasile), diocesi di<br />

Porto Alegre, l’8 agosto 1934 da Pedro<br />

Adão Hummes e Maria Frank Hummes.<br />

Entrato nell’Ordine dei Frati Minori, nella<br />

Provincia di San Francesco (Porto Alegre,<br />

Brasile) il 1 febbraio 1952, emise la professione<br />

solenne il 2 febbraio 1956 e fu ordinato<br />

sacerdote il 3 agosto 1958. Dopo gli<br />

studi nel Seminario Serafico “São Francisco<br />

de Assis”, a Taquari (1944-1951), ha<br />

frequentato il corso di filosofia presso il<br />

Convento San Bonaventura di Daltro Filho,<br />

e quello di teologia nel Convento S. Antonio,<br />

a Divinópolis, MG (1953-1958). Dopo<br />

l’ordinazione sacerdotale ha conseguito la<br />

laurea in filosofia a Roma, presso l’Antonianum<br />

(1959-1963); a Ginevra (Svizzera)<br />

ha fatto il corso di specializzazione in ecumenismo<br />

presso l’Institut Oecuménique de<br />

Bossey (1968). Tornato in Provincia, venne<br />

impegnato nell’insegnamento della filosofia<br />

a Daltro Filho dal 1963 al 1968; in seguito<br />

gli fu affidata la direzione della Facoltà<br />

di Filosofia di Viamão e la cattedra alla<br />

Pontificia Università Cattolica di Porto<br />

Alegre (1972-1975).<br />

Dal 1965 al 1968 ha lavorato per la Conferenza<br />

Episcopale Brasiliana come esperto<br />

per il settore ecumenico. Eletto Ministro<br />

provinciale della sua Provincia, è stato anche<br />

Presidente dell’Unione delle Conferenze<br />

Francescane di America Latina<br />

(UCLAF) dal 1973 al 1974.<br />

Il 22 marzo 1975 è stato nominato Vescovo<br />

Coadiutore di Santo André, nei pressi<br />

di São Paulo, e ha ricevuto l’ordinazione<br />

episcopale a Porto Alegre il 22 maggio successivo.<br />

Il 29 dicembre di quel medesimo<br />

anno ha assunto, come Vescovo diocesano,<br />

il governo pastorale della diocesi. Il 29<br />

maggio 1996 è stato promosso alla sede<br />

metropolitana di Fortaleza. Il 15 aprile 1998<br />

è stato nominato da Giovanni Paolo II Arcivescovo<br />

metropolita di São Paulo, succedendo<br />

al Cardinale francescano Paulo Evaristo<br />

Arns.<br />

In quei 25 anni di episcopato è stato<br />

membro della Commissione Episcopale<br />

della Pastorale della CNBB a Brasilia: per<br />

l’ecumenismo, i laici e la pastorale operaia<br />

dal 1979 al 1983 e per la famiglia e la cultura<br />

dal 1995 al 1998. È stato anche consulente<br />

nazionale per la Pastorale Operaia dal<br />

1979 al 1990. Nei 21 anni trascorsi a Santo<br />

André ha difeso gli operai, ha sostenuto i<br />

sindacati e ha partecipato a scioperi quale<br />

Vescovo responsabile della Pastorale Operaia<br />

in tutto il Brasile. Nei due anni trascorsi<br />

a Fortaleza è stato responsabile per la famiglia<br />

e la cultura nella Conferenza dei Vescovi<br />

del Brasile a Brasilia. È stato, anche,<br />

uno degli artefici del 2° Incontro Mondiale<br />

delle Famiglie con il Papa, tenutosi a Rio de<br />

Janeiro nel 1997.<br />

Da Giovanni Paolo II è stato creato Cardinale<br />

nel Concistoro del 21 febbraio 2001,<br />

del Titolo di Sant’Antonio da Padova in Via<br />

Merulana, Roma. Nel 2002 è stato invitato<br />

da Giovani Paolo II a predicare gli esercizi<br />

spirituali per il Papa e la Curia romana, meditando<br />

su come essere discepoli di Cristo.<br />

Rendendo nota la sua nomina, la “Radio<br />

Vaticana” ha sottolineato il suo impegno a<br />

favore del dialogo ecumenico, della promozione<br />

dei laici, della pastorale operaia e della<br />

formazione dei sacerdoti. Importante è<br />

stato il ruolo che ha svolto nel campo della<br />

comunicazione di massa, perché la Chiesa<br />

parli con la città, avvicinando i cattolici e<br />

portando il Vangelo nelle famiglie.<br />

Il Card. Hummes è membro: delle Congregazioni<br />

per il Culto Divino e la Disciplina<br />

dei Sacramenti, per la Dottrina della Fede,<br />

per i Vescovi; dei Pontifici Consigli per<br />

i Laici, per il Dialogo Inter-religioso, per la<br />

Famiglia, per la Cultura, “Cor Unum”; del-


AD CHRONICAM ORDINIS<br />

587<br />

la Pontificia Commissione per l’America<br />

Latina; del Consiglio di Cardinali per lo studio<br />

dei problemi organizzativi ed economici<br />

della Santa Sede.<br />

– FR.JORGE HERBAS BALDERRAMA, <strong>OFM</strong>,<br />

è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo<br />

Coadiutore della Prelatura di Aiquile<br />

(Bolivia).<br />

(L’Osservatore Romano, 30 dicembre 2006)<br />

Brevi note biografiche<br />

Fr.JorgeènatoaMizque(Bolivia)il1<br />

giugno 1963. È entrato nel Noviziato della<br />

Prov. S. Antonio in Bolivia il 2 febbraio<br />

1985, ha emesso la professione temporanea<br />

il 3 febbraio 1986, quella solenne il 12 agosto<br />

1989 ed è stato ordinato sacerdote il 27<br />

dicembre 1990.<br />

Ha compiuto gli studi di base a Mizque e<br />

in Aiquile, quelli di filosofia e teologia nell’Istituto<br />

Superiore di Studi Teologici<br />

(ISET) in Cochabamba. Successivamente<br />

ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico<br />

presso l’Università Pontifica Antonianum<br />

di Roma.<br />

Ha svolto le seguenti attività: Parroco<br />

della Parrocchia “Sant’Anna” in Sucre<br />

(1991-1999), Maestro dei Professi temporanei<br />

in Cochabamba (1999-2005); Consultore<br />

giuridico della Provincia (1999-<br />

2002); Definitore provinciale (1999-<br />

2005); Segretario per la Formazione e gli<br />

Studi (1999-2005); Presidente del Tribunale<br />

Ecclesiastico di Prima Istanza dell’Arcidiocesi<br />

di Cochabamba; Membro del<br />

Consiglio presbiterale e del Collegio dei<br />

Consultori dell’Arcidiocesi di Cochabamba;<br />

Vicario parrocchiale della Parrocchia<br />

“Madre della Divina Provvidenza” in Cochabamba.<br />

Alcuni dati statistici della Prelatura di<br />

Aiquile: superficie, 23.325; popolazione,<br />

230.000 (cattolici: 200.000); sacerdoti, 27;<br />

religiosi, 86.


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NECROLOGIA<br />

1. Mons. Antonio Forte <strong>OFM</strong><br />

Polla, Italia, 09.07.1928<br />

Nocera Superiore, Italia, 11.09.2006<br />

L’uomo non ha meriti da vantare se non<br />

il suo spazio di disponibilità al dono dello<br />

Spirito. E lo Spirito, quando vuole, gioca a<br />

sconvolgere le trame di una vita ordinaria<br />

ritmata dalla convinta risposta all’ideale<br />

francescano e dallo sforzo feriale di tradurlo<br />

nella propria vita. Del resto, Plutarco insegna,<br />

la grandezza di un uomo non si misura<br />

dalle grandi opere bensì dai piccoli gesti,<br />

parole, comportamenti quotidiani che<br />

ne esprimano la coerenza tra ideale e vita.<br />

A leggere nella vita di P. Antonio si rileva<br />

una costante: l’ideale francescano assunto<br />

con entusiasmo negli anni giovanili è divenuto<br />

sempre più il progetto di una vita di<br />

donazione a Cristo e ai fratelli.<br />

Fraterno, gioviale, alla mano con tutti, P.<br />

Antonio è stato il frate e il Pastore che, senza<br />

forzatura, superava le distanze sociali per<br />

farsi amico, o meglio fratello, del bambino<br />

o del giovane o dell’anziano, della vecchietta<br />

o della giovane, del contadino o dell’operaio<br />

o del professionista. Immediata la<br />

simpatia per lui in chiunque l’avesse incontrato.<br />

Anche da vescovo ha saputo custodire<br />

la sua naturale spontaneità senza mortificare<br />

la schiettezza del francescano.<br />

Era nato a Polla il 9 luglio 1928 in una<br />

famiglia semplice ma ricca di profonda fede.<br />

Il 29 settembre 1943, a Tramonti veste<br />

l’abito francescano iniziando l’anno di noviziato.<br />

Il 1° ottobre 1944 emette la professione<br />

temporanea e l’8 dicembre 1949 la<br />

professione solenne. Conclusa la sua formazione<br />

filosofico-teologica, il 25 febbraio<br />

1951, è ordinato presbitero.<br />

I Superiori, quasi ad orientarne la vita a<br />

servizio della formazione dei giovani, lo indirizzarono<br />

a Roma-Grottaferrata presso<br />

l’Istituto pedagogico dove conseguì la laurea<br />

in Pedagogia nel 1953. Rientrato in Pro-<br />

vincia nell’agosto dello stesso anno, fu vice-Rettore<br />

dei fratini a Bracigliano; nel<br />

1955, Maestro dei chierici a Nocera; nel<br />

1960, direttore spirituale dei chierici a Serino;<br />

nel 1962, ancora Maestro dei chierici a<br />

Nocera; nel 1968, di nuovo a Serino come<br />

Maestro dei chierici.<br />

La crisi delle vocazioni svuotò gli studentati<br />

della Provincia e si tentò un’esperienza<br />

di seminario interprovinciale del sud<br />

Italia e, dal 1969 al 1971, P. Antonio è al<br />

Monastero S. Chiara in Napoli ancora come<br />

Maestro dei chierici.<br />

Per circa un ventennio è stato il formatore,<br />

il frate che si imponeva per la coerenza<br />

della vita. Metodi pedagogici discutibili, a<br />

volte, specie nel periodo dei fermenti postconciliari,<br />

ma il riconoscimento dei formandi<br />

era unanime: la trasparenza della vita,<br />

l’onestà, il proporre ideali che per primo<br />

si sforzava di incarnare ne facevano il frate<br />

autentico, appassionato per quell’ideale<br />

francescano che riscontrava sempre più svilito.<br />

Non poche volte, nelle interminabili discussioni<br />

“intorno” al francescanesimo e alla<br />

vita religiosa, ripeteva: «è finita la razza<br />

dei frati!»; ma, indomito e incorreggibile<br />

ottimista, continuava a lavorare perché di<br />

quella “razza” non si perdesse la semente!<br />

Intanto all’interno della Provincia veniva<br />

chiamato ad assolvere anche altri uffici:<br />

Definitore provinciale (1962-68), Vicario<br />

provinciale (1968-74), Ministro provinciale<br />

(1974-80) e ancora Vicario provinciale<br />

(1980-86).<br />

Il Ministro Generale dell’Ordine, apprezzandone<br />

le qualità umane e francescane,<br />

gli affidò due volte l’incarico di Visitatore<br />

generale: nel 1973 per la Provincia S.<br />

Michele Arcangelo in Puglia e nel 1982 per<br />

la Provincia Sacro Cuore di Napoli.<br />

Il riconoscimento delle qualità di Padre<br />

Antonio non restò circoscritto all’Ordine<br />

dei Frati Minori: fu Vice Presidente della<br />

Conferenza Italiana dei Superiori Maggio-


592 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

ri, un organismo di coordinamento della vita<br />

religiosa italiana, e per tale incarico, fu<br />

designato membro della commissione mista<br />

Vescovi-Religiosi nella Conferenza Episcopale<br />

Italiana.<br />

Per diversi anni è stato Vice Assistente<br />

centrale dei Missionari e delle Missionarie<br />

dell’Opera della Regalità, istituto secolare<br />

fondato da P. Agostino Gemelli.<br />

L’impegno formativo di P. Antonio proseguì<br />

anche nella ricostruzione dopo il tormentato<br />

approdo a nuovi criteri formativi<br />

nella Chiesa e negli Istituti religiosi; fu Segretario<br />

provinciale per la formazione dal<br />

1980 al 1986 e responsabile della formazione<br />

permanente dal 1986 al 1988.<br />

II frate autorevole ed esemplare, non più<br />

giovanissimo, ancora emerse nella valutazione<br />

dei Superiori quando si iniziò la ricostruzione<br />

delle case formative in Provincia.<br />

Così, P. Antonio il 9 agosto del 1983, è designato<br />

Guardiano della casa di formazione<br />

per i professi temporanei a Santa Maria della<br />

Foce in Sarno. Nel 1986 è riconfermato<br />

nell’incarico e l’11 giugno del 1988, inaspettata,<br />

giunge la sua elezione a Vescovo<br />

di Ariano Irpino e Lacedonia.<br />

Viene ordinato Vescovo il 10 settembre<br />

1988 a Nocera Superiore dal Cardinale<br />

Gantin e il 25 settembre entra nella sua Diocesi<br />

di Ariano Irpino e Lacedonia. Il 20 febbraio<br />

del 1993 è trasferito alla Diocesi di<br />

Avellino in cui fa il suo ingresso il 27 marzo<br />

dello stesso anno e restandovi fino alla<br />

elezione del suo successore. Saluta la Diocesi<br />

di Avellino il 16 dicembre 2004 e il 15<br />

gennaio 2005 rientra in Provincia. Viene assegnato<br />

alla fraternità di Bracigliano ma,<br />

dopo poco, per meglio essere seguito nel<br />

decorso post-operatorio a causa di un intervento<br />

chirurgico subito al Cardarelli di Napoli,<br />

si trasferisce all’infermeria provinciale<br />

di S. Maria degli Angeli in Nocera Superiore.<br />

Qui, dopo circa un anno trascorso tra<br />

ricoveri, visite e ulteriori interventi chirurgici,<br />

sorella morte lo ha raggiunto per condurlo<br />

a ricevere la ricompensa dovuta al solerte<br />

operaio che ha risposto con fedeltà alla<br />

chiamata del Padre celeste.<br />

Gli uffici ricoperti, pur se prestigiosi,<br />

non modificarono la spontaneità di P. Antonio.<br />

La dignità episcopale contribuì ad<br />

ampliare la sua paternità ma non incise sulla<br />

sua semplicità di vita e di comportamento.<br />

L’episcopato fu solo un altro dei tanti<br />

“servizi” richiestogli che assolse con la<br />

semplicità di sempre. E se si pose l’interrogativo<br />

della sua scelta all’episcopato sicuramente<br />

si ricordò delle parole di Francesco<br />

di Assisi a Frate Masseo: «... perciò che<br />

quelli occhi santissimi non hanno veduto<br />

fra li peccatori nessuno più vile, né più insufficiente,<br />

né più grande peccatore di me;<br />

e però a fare quell’operazione maravigliosa,<br />

la quale egli intende di fare, non ha trovato<br />

più vile creatura sopra la terra; e perciò<br />

ha eletto me per confondere la nobiltà e<br />

la grandigia e la fortezza e bellezza e sapienza<br />

del mondo, acciò che si conosca<br />

ch’ogni virtù e ogni bene è da lui, e non<br />

dalla creatura, e nessuna persona si possa<br />

gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria,<br />

si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e<br />

gloria in eterno» (Fioretti,capX).<br />

2. Anno 2006 mortui sunt<br />

FR.GIUSEPPE IANDIORIO<br />

* 16 maggio 2006: LOCATELLI FR.AGNEL-<br />

LO, Trento, nato a Bergamo, della Prov.<br />

Bononiensis Christi Regis, Italia. Novello<br />

sacerdote si dedica alla predicazione,<br />

all’assistenza spirituale degli Scouts e<br />

all’insegnamento della Religione presso<br />

i conventi di Cortemaggiore, Modena S.<br />

Cataldo, Cesena, Predappio, l’Osservanza<br />

di Bologna, Faenza e a Imola. Nel<br />

1970 è a Bologna come membro del<br />

Centro Pastorale vocazionale. Dal 1973<br />

al 2005 risiede presso i conventi di: Brisighella,<br />

Busseto, Borgonovo, Mirandola<br />

e Piacenza fino all’inizio del 2005.<br />

L’ultimo anno della sua vita lo trascorre<br />

in Infermeria provinciale, aggredito, ormai,<br />

da un male incurabile. È morto a<br />

Bologna all’età di anni 90, di vita francescana<br />

62 e di sacerdozio 58.<br />

* 31 maggio 2006: RUBIO FERNANDEZ FR.<br />

FELIX, nato a Villacid de Campos, della


NECROLOGIA<br />

593<br />

Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna.<br />

Ordinato sacerdote, iniziò il suo lavoro<br />

di Professore nei Collegi di Soria e<br />

Zarautz. Aveva un talento particolare per<br />

le arti grafiche e per la musica (organista<br />

e cantore nei vari luoghi dove è stato).<br />

Visse 30 anni in Bolivia, dove fu Professore<br />

nei Seminari, Procuratore generale<br />

del Vicariato e Direttore Nazionale de<br />

O.M.P. Fu un Frate laborioso, esigente,<br />

generoso e allegro. È morto al San<br />

Fermín de los Navarros in Madrid all’età<br />

di anni 72, di vita francescana 56 e di sacerdozio<br />

49.<br />

* 21 giugno 2006: ESNAOLA GARMENDIA<br />

FR. ANASTASIO, nato a Azpeitia, della<br />

Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna.<br />

Dopo l’ordinazione sacerdotale fu<br />

destinato al Collegio di Zarautz, dove<br />

trascorse tutta la sua vita. Fu Professore<br />

nella Scuola Professionale Antoniana,<br />

molto apprezzato dagli alunni, impegnato<br />

nella pastorale, soprattutto nel Sacramento<br />

della penitenza. Specialista nella<br />

lingua basca, è stato collaboratore di Riviste,<br />

scrittore di libri e di novelle, traducendo<br />

anche in euskara le novelle degli<br />

autori più famosi. È morto a Zarautz all’età<br />

di anni 73, di vita francescana 54 e<br />

di sacerdozio 46.<br />

* 20 luglio 2006: BIAIN IÑURRITEGI FR.<br />

SALVADOR, nato a Oñati, della Prov.<br />

Franciscanae de Arantzazu, Spagna. Licenziato<br />

in Teologia all’Antonianum di<br />

Roma, divenne Lettore generale a Grottaferrata<br />

e si è diplomato nelle Lettere<br />

Classiche a Salamanca. Trascorse poi<br />

tutta la sua vita nel campo della formazione:<br />

i primi venti anni in Spagna<br />

(1958-1978) come Maestro dei Postulanti<br />

e dei Novizi, educatore e direttore<br />

spirituale nei Seminari della Provincia;<br />

gli altri venti anni in Paraguay, dove, oltre<br />

ad essere stato Segretario della Custodia,<br />

bibliotecario, archivista e cronista,<br />

continuò a lavorare nel campo della<br />

formazione È morto a Bilbao all’età di<br />

anni 75, di vita francescana 58 e di sacerdozio<br />

51.<br />

* 3 agosto 2006: DRUDI FR.ATANASIO,AN-<br />

TONIO, nato a Rimini, della Prov. Bononiensis<br />

Christi Regis, Italia. Dal 1950 al<br />

1953 frequenta l’Istituto Apostolico di S.<br />

Eloquenza di Frascati. Rientrato in Provincia<br />

partecipa alla “Fraternità volante”<br />

voluta e sostenuta dal card. Lercaro. Dal<br />

1959 al 1965 è Guardiano e parroco nella<br />

parrocchia di san Pierdamiani di Ravenna.<br />

Nel 1967 è presso la parrocchia di<br />

Santo Spirito in Ferrara dove rimarrà parroco<br />

sino al 1997. Più volte Guardiano e<br />

Definitore provinciale (1970-76; 1980-<br />

82; 1989-91). Nel 1997 passa nella Fraternità<br />

di postulato a Villa Verucchio. Nel<br />

2004 è trasferito presso l’Infermeria. È<br />

morto a Bologna all’età di anni 81, di vita<br />

francescana 66 e di sacerdozio 56.<br />

* 9 agosto 2006: OPRšAL FR. JAROSLAV,<br />

nato a Čekánov, della Prov. Bohemiae et<br />

Moraviae S. Venceslai, Rep. Ceca. Dopo<br />

la seconda Guerra Mondiale ha frequentato<br />

il ginnasio dei Gesuiti, chiuso dalle<br />

autorità comuniste. Successivamente ha<br />

lavorato nella Casa vinicola di Melník.<br />

Ottenuto il permesso per partecipare ad<br />

una gita nell’Europa occidentale, si è<br />

fermato a Roma per studiare teologia e<br />

diventare sacerdote presso il Collegio<br />

ceco “Nepomuceno”. Ordinato sacerdote,<br />

è entrato nell’Ordine dei Frati Minori<br />

nella Provincia toscana. È stato Cappellano<br />

nell’Ospedale ed ha prestato servizio<br />

presso il Santuario della Verna. Caduto<br />

il comunismo, nel 1990 è tornato in<br />

Cecoslavacchia, dove ha prestato servizio<br />

negli Ospedali e, verso la fine della<br />

vita, in una Cominità di Suore francescane.<br />

È morto a Praga all’età di anni 77, di<br />

vita francescana 31 e di sacerdozio 33.<br />

* 10 agosto 2006: KUSTUSZ FR. GAU-<br />

DENTY,ALFONS, nato a Wejherowo, della<br />

Prov. S. Francisci Assissiensis, Polonia.<br />

È stato Professore di dogmatica e di ecumenismo<br />

e Rettore della Casa di formazione<br />

di Katowice-Panewniki. Ha svolto<br />

il suo ministero a servizio, soprattutto,<br />

degli studenti del Centro Accademico di<br />

Katowice. È stato Coordinatore della


594 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Commissione “Giustizia, Pace ed Integrità<br />

del Creato” della Provincia. Ha<br />

pubblicato alcuni volumi e tanti articoli<br />

sulla Passione di Cristo e sul culto mariano,<br />

sulla storia della città e del Convento<br />

francescano di Wejherowo. È morto<br />

all’età di anni 72, di vita francescana<br />

53 e di sacerdozio 47.<br />

* 10 agosto 2006: LOMBARDI FR. ZACCA-<br />

RIA,DOMENICO, nato a S. Agata dei Goti<br />

(BN), della Prov. Samnito-Hirpinae S.<br />

Mariae Gratiarum, Italia. Assegnato dall’obbedienza<br />

alle Fraternità di Circello,<br />

Benevento “S. Giovanni Battista”, Montecalvo<br />

Irpino, Lacedonia e Vituliano,<br />

dal 1965 ha svolto il suo ministero presbiterale<br />

in Benevento “Le Grazie”<br />

diffondendo quotidianamente, con la visita<br />

alle famiglie e agli ammalati della<br />

città, la devozione e la consacrazione al<br />

Cuore Immacolato di Maria. È morto a<br />

Benevento all’età di anni 81, di vita francescana<br />

57 e di sacerdozio 51.<br />

* 12 agosto 2006: AISHER FR.FRANCIS,nato<br />

a Auckland, Nuova Zelanda, della<br />

Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto<br />

a Melbourne, Australia, all’età di anni 87<br />

e di vita francescana 50.<br />

* 15 agosto 2006: TESTA FR. CELSO, MI-<br />

CHELE, nato a San Vito Romano, della<br />

Prov. Romanae Ss. Petri et Pauli, Italia.<br />

Nove mesi dopo la sua Ordinazione presbiterale,<br />

nel 1938 andò in Argentina,<br />

nella Custodia di Salta. Fu nominato Vicario<br />

cooperatore nel Centro missionario<br />

di Tartagal (1939-1942). Fu il primo Parroco<br />

della missione di Jacuiba in Bolivia<br />

(1943-1947), inaugurò la nuova Parrocchia<br />

di Embarcación dove rimase fino al<br />

1953 e di nuovo Parroco a Tartagal fino<br />

al 1958. Nei due anni successivi prima<br />

aiutò la missione di Rio Caraparì e, poi,<br />

fu Cappellano dell’Ospedale di Jujuy.<br />

Dopo essere stato per qualche anno in<br />

Italia, è ritornato (1973), nella Custodia<br />

di Salta, dove ha prestato servizio per sei<br />

anni nella missione di Aguaray e nel<br />

convento di S. Francisco di Jujuy. Nel<br />

1987 è ritornato definitivamente in Italia,<br />

offrendo il suo servizio e la sua testimonianza<br />

nella Casa di formazione per i<br />

Professi temporanei in Frascati. Nel luglio<br />

del 2005 è stato trasferito nell’Infermeria<br />

provinciale di S. Sebastiano, in<br />

Roma. È morto presso la Clinica “Annunziatella”<br />

in Roma all’età di anni 92,<br />

divitafrancescana75edisacerdozio69.<br />

* 16 agosto 2006: SIEKANIEC FR. LADI-<br />

SLAS,JOHN,natoaSiouxCity,dellaProv.<br />

Ss. Cordis Iesu, USA. È morto presso il<br />

St. Anthony Hospital di St. Louis all’età<br />

di anni 92, di vita francescana 72 e di sacerdozio<br />

66.<br />

* 17 agosto 2006: TRYKAR FR. PROKOP,<br />

EDUARD, della Prov. Bohemiae et Moraviae<br />

S. Venceslai, Rep. Ceca. Ha studiato<br />

pedagogia nell’Università di Praga,<br />

senza poter ottenere la Laurea, a causa<br />

della persecuzione religiosa. Per molti<br />

anni ha lavorato come muratore. A circa<br />

50 anni è entrato nell’Ordine dei Frati<br />

Minori. Dopo aver compiuto gli studi filosofici<br />

e teologici, in clandestinità, è<br />

stato ordinato sacerdote, sempre in clandestinità.<br />

Continuando a fare il muratore,<br />

ha svolto un’evangelizzazione “silenziosa”<br />

nel quartiere dove è vissuto in<br />

grande povertà. Caduto il comunismo,<br />

nel 1990 gli è stata restituita la laurea in<br />

Pedagogia ed ha messo a servizio del lavoro<br />

pastorale, prima e dopo la clandestinità,<br />

la scienza pedagogica acquisita.<br />

È morto a Stará Boleslav all’età di anni<br />

76, di vita francescana 25 e di sacerdozio<br />

22.<br />

* 19 agosto 2006: AINSWORTH FR. GOD-<br />

FREY, nato in Wellington, Nuova Zelanda,<br />

della Prov. Sancti Spiritus, Australia.<br />

È morto a Sydney all’età di anni 84, di<br />

vita francescana 58 e di sacerdozio 52.<br />

* 26 agosto 2006: DE VITA FR.BERNARDI-<br />

NO M., ANTONIO, nato a Trebisacce, della<br />

Prov. Calabriae Ss. Septem Martyrum,<br />

Italia. È morto nell’Infermeria provinciale<br />

di S. Maria degli Angeli, Perugia,


NECROLOGIA<br />

595<br />

all’età di anni 81, di vita francescana 48<br />

e di sacerdozio 41.<br />

* 7 settembre 2006: BATTISTI FR. TULLIO,<br />

nato a Besenello, della Prov. Tridentinae<br />

S. Vigilii, Italia. Ha vissuto la vita francescana<br />

lavorando in varie Fraternità<br />

della Provincia, testimoniando la povertà<br />

e l’umiltà specie con la questua. Ha<br />

avuto sempre sete di conoscere la Parola<br />

di Dio specie dopo il Concilio e ha dimostrato<br />

in più di 24 anni di malattia in<br />

Infermeria la perfetta letizia nel sopportare<br />

dolori e debilitazione progressiva. È<br />

morto nell’Infermeria provinciale in<br />

Trento all’età di anni 85 e di vita francescana<br />

69.<br />

* 8 settembre 2006: GOOVAERTS FR.WUL-<br />

FRAN, KAREL, nato ad Hombeek, della<br />

Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Per<br />

19 anni è stato missionario nella Rep.<br />

Dem, del Congo, poi è stato a servizio di<br />

una Parrocchia in Belgio. È stato un Frate<br />

amabile e servizievole, dallo spirito<br />

aperto e dotato di una fede autentica. È<br />

morto ad Antwerpen all’età di anni 86, di<br />

vita francescana 66 e di sacerdozio 60.<br />

* 9 settembre 2006: JACOBS FR. CON-<br />

STANT, LAMBERT, nato a Maaseik, della<br />

Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Per<br />

54 anni missionario nella Rep. Dem. del<br />

Congo, dove è stato Insegnante, Cappellano<br />

dei militari e delle loro famiglie,<br />

Cappellano di un Ospedale e delle Suore,<br />

Parroco. Un uomo taciturno, ma pio,<br />

parco e con grande zelo apostolico. È<br />

morto a Maaseik all’età di anni 89, di vita<br />

francescana 69 e di sacerdozio 64.<br />

* 10 settembre 2006: OBERBERGER FR.<br />

GABRIELE, CARLO, nato a Valfloriana,<br />

della Prov. Tridentinae S. Vigilii, Italia. I<br />

primi trentanni di vita religiosa e<br />

sacerdotale li ha passati in vari conventi<br />

della Provincia e poi per quasi 40 anni<br />

nel convento di Mezzolombardo. Ha<br />

avuto la grazia di lavorare con le<br />

“proprie mani” , dedicandosi all’orto,<br />

alla campagna, al servizio ordinario<br />

della chiesa. Ha testimoniato semplicità,<br />

laboriosità e attenzione alle persone.<br />

Alla fine è andato serenamente incontro<br />

a sorella mortene, presso l’Infermeria<br />

provinciale in Trento, all’età di anni 91,<br />

di vita francescana 74 e di sacerdozio 70.<br />

* 10 settembre 2006: CASAMENTI FR. SIL-<br />

VESTRO, GIORGIO, nato a Rocca S. Casciano,<br />

della Prov. Bononiensis Christi<br />

Regis, Italia. Conseguiti la “Licenza in<br />

S. Teologia” presso il Pontificio Ateneo<br />

“Antonianum”, e il “Dottorato in S. Teologia<br />

Morale” presso l’“Accademia<br />

Alfonsiana”, si è dedicato all’insegnamento<br />

della Teologia Morale presso lo<br />

Studio teologico di Bologna fino al<br />

2003. Dal 1976 al 1982 è stato Segretario<br />

ed Economo provinciale, dal 1982 al<br />

1988 Definitore, più volte Guardiano<br />

della Fraternità di S. Antonio in Bologna,<br />

dal 1988 al 1994 Prefetto dello Studio<br />

Teologico “S. Antonio”. Nel 1992 è<br />

stato Visitatore generale della Provincia<br />

dell’Egitto. Nel 1994 è stato nominato<br />

Parroco di S. Antonio in Bologna. Nel<br />

2000 ha ricevuto l’incarico di Commissario<br />

di Terra Santa. È morto a Bologna<br />

all’età di anni 64, di vita francescana 48<br />

e di sacerdozio 39.<br />

* 11 settembre 2006: MONS.FORTE ANTO-<br />

NIO, <strong>OFM</strong>,natoaPolla,dellaProv.Salernitano.Lucanae<br />

Immaculatae Conceptionis<br />

BMV, Italia. È morto nell’Infermeria<br />

provinciale Convento S. Maria<br />

degli Angeli, Nocera Superiore, all’età<br />

di anni 78, di vita francescana 62, di sacerdozio<br />

55 e di episcopato 18.<br />

* 11 settembre 2006: OLIVA FR. RAIMON-<br />

DO,SALVATORE, nato a Nocera Inferiore,<br />

della Prov. Salernitano-Lucanae Immaculatae<br />

Conceptionis BMV, Italia. P.<br />

Raimondo Oliva è stato per 31 anni a<br />

servizio della Custodia di Terra Santa.<br />

Dopo aver conseguito, presso il Collegio<br />

S. Bonaventura di Grottaferrata (Roma),<br />

il titolo di Lettore generale di Teologia<br />

pastorale e di Sacra Eloquenza (1949-<br />

1952), si era dedicato alla predicazione


596 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

itinerante in Italia e per il mondo: ha infatti<br />

annunciato la Parola di Dio in Francia,<br />

Svizzera, Belgio, Olanda, Germania,<br />

Australia. Una volta in Terra Santa il<br />

suo impegno maggiore fu quello di guida<br />

dei pellegrini e lo svolgeva con generosità<br />

e autorevolezza. Confidava d’aver<br />

portato alla preghiera e alla commozione<br />

personaggi della politica o dell’arte.<br />

Con alcuni, come il critico d’arte Federico<br />

Zeri, era rimasto legato da profonda<br />

amicizia spirituale. Erano soprattutto i<br />

laici a intuire, dietro l’immagine severa,<br />

la ricchezza umana della sua fede. Il 16<br />

luglio 1994, il professore Antonio Condello,<br />

sindaco di Filogaso, un comune in<br />

provincia di Vibo Valentia in Calabria,<br />

gli conferì la cittadinanza onoraria del<br />

suo paese. È morto nell’Infermeria provinciale<br />

Convento S. Maria degli Angeli,<br />

Nocera Superiore, all’età di anni 82,<br />

di vita francescana 66, di sacerdozio 58.<br />

* 12 settembre 2006: ZURIARRAIN MUJIKA<br />

FR.VICENTE, nato a San Sebastian, della<br />

Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna.<br />

È stato Cappellano delle Monache,<br />

Cerimoniere nel Santuario di Arantzazu<br />

e Direttore della Biblioteca. Ha anche<br />

collaboratto nelle attività apostoliche.<br />

Per due anni ha lavorato nel Santuario di<br />

Copacabana in Bolivia. È morto a Arantzazu-Oñati<br />

all’età di anni 66, di vita<br />

francescana 51 e di sacerdozio 43.<br />

* 17 settembre 2006: VENDRAMIN FR.CRI-<br />

SPINO,GUIDO, nato ad Ospedaletto Euganeo,<br />

Padova, della Prov. Venetae S. Antonii<br />

Patavini, Italia. Svolse con dedizione,<br />

passione e competenza l’incarico di<br />

addetto alla Tipografia provinciale, rivelando<br />

in questo servizio il meglio di sé:<br />

diligenza, operosità, cordialità nella collaborazione<br />

e nelle relazioni con le persone.<br />

È morto presso l’Ospedale Civile<br />

di Padova all’età di anni 78 e di vita francescana<br />

61.<br />

* 17 settembre 2006: SCHÄFER FR.ODILO,<br />

nato a Witten, della Prov. Saxoniae S.<br />

Crucis, Germania. Si è laureato in Diritto<br />

Canonico nel 1951. Dal 1953 al 1960<br />

ha lavorato, come esperto di Diritto,<br />

presso la Congregazione per la Vita religiosa<br />

in Vaticano e in Curia generale<br />

<strong>OFM</strong>. Dal 1960 al 1964 ha insegnato Diritto<br />

Canonico nello Studio Teologico di<br />

Paderborn. Fino al 1978 è stato Segretario<br />

provinciale, Archivista e Cronista<br />

della Provincia. Si è occupato, poi, della<br />

cura pastorale dei pellegrini presso il<br />

santuario mariano di Werl ed è stato<br />

Cappellano di una Comunità di Suore a<br />

Daleiden. Dal 1997 si è ritirato, a causa<br />

della malattia, prima presso l’Infermeria<br />

di Warendorf e, poi, dall’agosto 2006<br />

presso Bruder-Jordan-Altenzentrum in<br />

Dortmund. È morto a Dortmund all’età<br />

di anni 90, di vita francescana 71 e di sacerdozio<br />

60.<br />

* 17 settembre 2006: CUESTA CUESRA FR.<br />

JOSÉ ANTONIO, nato a Villavieja de Yeltes,<br />

della Prov. Baeticae, Spagna. Religioso<br />

semplice ed umile, ha lavorato con<br />

dedizione ed impegno nei vari compiti<br />

pastorali che gli furono affidati. A causa<br />

delle limitazioni proprie dell’età, negli<br />

ultimi anni svolse un silenzioso lavoro<br />

apostolico con il singolare esempio della<br />

sua vita francescana. È morto nel Convento<br />

San Antonio de Padua, in Seviglia,<br />

all’età di anni 86, di vita francescana 78<br />

e di sacerdozio 62.<br />

* 22 settembre 2006: UBERTI FR. GIULIO,<br />

nato a Tocco Casauria, della Prov. Aprutiorum<br />

S. Bernardini Senensis, Italia. Ha<br />

svolto un fecondo apostolato, specialmente<br />

nei Conventi di Orsogna, Tocco,<br />

Pescara ed Ortona.Fu più volte Guardiano,<br />

Insegnante nelle Case di formazione<br />

della Provincia e nelle Scuole statali, assistente<br />

di Istituti religiosi e gruppi ecclesiali,<br />

appassionato animatore liturgico<br />

con il suono e il canto. È morto a Lanciano<br />

all’età di anni 85, di vita<br />

francescana 69 e di sacerdozio 60.<br />

* 22 settembre 2006: MCKEEVER FR.FRE-<br />

DERICK, JOHN, natoaNewYork,della<br />

Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Nel 1954,


NECROLOGIA<br />

597<br />

ha ottenuto la Laurea in Lettere e,<br />

nel1960, quella in Filosofia presso la St.<br />

Bonaventure University, dove è stato<br />

Professore Assistente di Filosofia dal<br />

1955 al 1963. Assegnato alla St. Stephen<br />

of Hungary Church, della East 82 nd<br />

Street in New York City, è stato Vicario<br />

parrocchiale dal 1963 al 1967 e Parroco<br />

e Guardiano dal 1967 al 1973. Inoltre è<br />

stato Parroco della St. Francis Xavier<br />

Church in Narrowsburg, N.Y., Vicario<br />

parrocchiale della Our Lady of the Holy<br />

Angels in Little Falls, N.J. Dal 1974 al<br />

1975, ha fatto parte della St. Elizabeth’s<br />

Friary in Wyckoff, N.J., e per un anno<br />

Collaboratore presso la Queen of Peach<br />

Parish in Greenwood Lake, N.J. Dal<br />

1976 al 1982, è stato Parroco nella St.<br />

Anthony Parish in Butler, N.J., e per un<br />

anno Vicario parrocchiale di Our Lady<br />

of the Holy Angels in Little Falls. Dal<br />

1983 al 1992, è stato Guardiano della<br />

Sacred Heart Friary in East Rutherford,<br />

N.J. Dal 992, ha fatto parte della St.<br />

Anthony Friary in Butler, N.J., dove è<br />

stato Guardiano dal 1998 al 2006. È<br />

morto a Valley Cottage all’età di anni 79,<br />

di vita francescana 57 e di sacerdozio 52.<br />

* 27 settembre 2006: SLABY FR.PAUL,CY-<br />

RIL, nato a Coaldale, della Prov. Ss. Nominis<br />

Iesu, USA.Nell’aprile del 1949,<br />

mentre era Assistente al St. Anthony Shrine<br />

in Boston, MA, si è ammalato gravemente.<br />

Dopo essere stato sottopotso a<br />

varie terapie, ha prestato il suo servizio<br />

per alcuni anni alla Holy Cross Parish,<br />

Callicoon, NY, e all’Holy Name College,<br />

Washington, DC. Dal 1996 al 1997,<br />

fece parte della St. Anthony Friary in<br />

Butler, NJ. e nel 1997 fu trsferito alla<br />

Holy Name Friary, Ringwood, dove rimase<br />

fino alla morte. È morto a<br />

Ringwood all’età di anni 86 e di vita<br />

francescana 65.<br />

* 29 settembre 2006: COMUNALE FR.SAL-<br />

VATORE,PASQUALE, nato ad Orta di Atella,<br />

Caserta, della Prov. Neapolitanae Ss.<br />

Cordis Iesu, Italia. Per 63 anni a servizio<br />

di Terra Santa come collettore. Frate la-<br />

borioso ed innamorato della terra del Signore,<br />

che ha saputo farla amare anche<br />

dai benefattori dei luoghi santi. È morto<br />

nell’Infermeria della Custodia di Terra<br />

Santa, Gerusalemme, all’età di anni 101<br />

e di vita francescana 73.<br />

* 29 settembre 2006: PAWLIK FR. SZCZE-<br />

PAN,ANTONJ, nato a Godziska, Prov. S.<br />

Mariae Angelorum, Polonia. È morto<br />

nell’Ospedale di Krakow all’età di anni<br />

62, di vita francescana 44 e di sacerdozio<br />

35.<br />

* 1 ottobre 2006: RICO ORTÍZ FR. JOSÉ<br />

IGNACIO, nato a San Antonio de Prado,<br />

della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto<br />

nella Casa San Pedro Bautista, Itagüí, all’età<br />

di anni 81 e di vita francescana 51.<br />

* 2 ottobre 2006: KURUTZ FR. GREGORY,<br />

ANDREW, nato a Chicago, della Prov. Assumptionis<br />

BMV, USA. Dedicò tutta la<br />

sua vita da Frate Minore al ministero<br />

parrocchiale. La sua personalità carismatica<br />

gli permise di toccare il cuore<br />

dei suoi parrocchiani. Fu un appassionato<br />

ministro della Parola. Prestò il suo servizio<br />

come Vice Parroco presso St. Mary<br />

of the Angels in Green Bay, Wisconsin e<br />

Resurrection in Wayne, Illinois. Fu quindi<br />

Parroco presso: Assumption Parish,<br />

Pulaski, Wisconsin; St. Francis of Assisi,<br />

Greenwood, Mississippi; St. Mary, Mio,<br />

Michigan; St. Pius, Hale, Michigan; e St.<br />

Francis of Assisi, Lewiston, Michigan. È<br />

morto a Lewiston all’età di anni 79 di vita<br />

francescana 59 e di sacerdozio 52.<br />

* 5 ottobre 2006: SCARPATO FR.ANDREA,<br />

SALVATORE, nato a Sorrento (NA), della<br />

Prov. Salernitano-Lucanae Immaculatae<br />

Conceptionis BMV, Italia. È morto nel<br />

Convento S. Francesco in Sorrento all’età<br />

di anni 78, di vita francescana 61 e<br />

di sacerdozio 53.<br />

* 7 ottobre 2006: WINDOLPH FR. JOSEPH,<br />

nato in Humphrey, Nebraska, della Prov.<br />

ss. Cordis Iesu, USA. È morto presso la<br />

Fretarnità di Our Lady of Angels in Villa


598 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

West Health, Sherman, all’età di anni 86,<br />

di vita francescana 63 e di sacerdozio 58.<br />

* 11 ottobre 2006: ROTELLINI FR. GIUSEP-<br />

PE, VINCENZO, nato a Paganica, della<br />

Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis,<br />

Italia. Ha dedicato gran parte della<br />

sua vita sacerdotale nella missione della<br />

Provincia in Panama. La sintesi della sua<br />

personalità è espressa molto bene da un<br />

libretto stampato in suo onore: «José Rotellini,<br />

el amigo de todos». È morto a<br />

Lanciano all’età di anni 86, di vita francescana<br />

68 e di sacerdozio 60.<br />

* 19 ottobre 2006: MOLINA ROLDAN FR.<br />

BERNARDO, nato a Yarumal, della Prov.<br />

S. Fidei, Colombia. È morto a Itagüí all’età<br />

di anni 85, di vita francescana 69 e<br />

di sacerdozio 62.<br />

* 20 ottobre 2006: BOYEN FR. FELICIAAN,<br />

DESIDERIURS, nato a Tienen, della Prov.<br />

S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Ha svolto<br />

il servizio di sarto e di portinaio in vari<br />

Conventi. È morto ad Antwerpen all’età<br />

di anni 86 e di vita francescana 64.<br />

* 22 ottobre 2006: DO PRADO FR. ANTÔ-<br />

NIO, nato a Divinópolis, della Prov. S.<br />

Crucis, Brasile. È morto nel Convento S.<br />

Antônio in Divinópolis all’età di anni<br />

68, di vita francescana 49 e di sacerdozio<br />

44.<br />

* 23 ottobre 2006: DIGNARD FR.MAURICE,<br />

nato a Clarke City, della Prov. S. Ioseph<br />

Sponsi BMV, Canada. Dopo essere stato<br />

Guardiano dell’Infermeria provinciale<br />

dal 1978 al 1981, ha esercitato il suo ministero<br />

come Cappellano del carcere di<br />

Montréal dal 1981 al 1987. In seguito è<br />

stato Parroco a St-Vincent-de-Paul in<br />

Ottawa dal 1987 al 1993 e Guardiano del<br />

Convento di Ottawa dal 1991 al 1993.<br />

Dal 1995 al 2006 è stato a servizio della<br />

Terra Santa, dove è stato Guardiano in<br />

varie Farternità (Nazareth, Getsemani e<br />

Beyrouth). È morto presso l’Hôpital Notre-Dame,<br />

Montréal, all’età di anni 76, di<br />

vita francescana 31, e di sacerdozio 26.<br />

* 25 ottobre 2006: FRANSSEN FR. ANGE-<br />

LUS,ALOYSIUS, nato a Maastricht, della<br />

Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />

Olanda. È stato Professore e Parroco. È<br />

morto a Kerkrade all’età di anni 75, di<br />

vita francescana 55 e di sacerdozio 48.<br />

* 30 ottobre 2006: DANNENFELSER FR.<br />

LAMBERT, RICHARD, nato a Cincinnati,<br />

della Prov. S. Ioannis Baptistae, USA. Si<br />

è dedicato al ministero parrocchiale in<br />

New Mexico, Kansas, Ohio e di nuovo<br />

in Kansas. È morto presso Bethesda<br />

Nord Hospital, Cincinnnati, all’età di anni<br />

92, di vita francescana 74 e di sacerdozio<br />

66.<br />

* 1 novembre 2006: BORDER FR. LINUS,<br />

WILLIAM, nato a Toledo, Illinois, della<br />

Prov. S. Ioannis Baptistae, USA. Dedicò<br />

la sua vita al servizio della Fraternità. Per<br />

28 anni ha gestito la lavenderia del “Dun<br />

Scotus College” in Detroit. In seguito ha<br />

deicato il suo tempo al ministero fraterno<br />

e alla cura dei Frati anziani nella Saint<br />

Francis Center Friary e nella Sanit Clement<br />

Friary. È morto presso Good Samaritan<br />

Hospital, Cincinnati, all’età di anni<br />

74 e di vita francescana 42.<br />

* 6 novembre 2006: O’FRIEL FR. LA SAL-<br />

LE, LAWRENCE, nato a Altoona, della<br />

Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Fu Vicario<br />

parrocchiale presso la St. Francis of Assisi<br />

Church sulla West 31st Street a New<br />

York City. Nel 1964, fu nominato Guardiano<br />

e Parroco della Saints Rita e Patrick<br />

Church in Buffalo, NY. Nel 1970, è<br />

entrato a far parte della Provincial Retreat<br />

Band, risiedendo prima presso la St.<br />

Bonaventure Parish, Paterson, N.J., poi,<br />

dal 1970 al 1975, presso la House of<br />

Prayer, St. Joseph Seminary, Callicoon,<br />

e dal 1975 al 2006, come Predicatore di<br />

Esercizi presso la St. Anthony Friary,<br />

Butler. È morto a Denville, NJ, all’età di<br />

anni 78, di vita francescana 57 e di sacerdozio<br />

52.<br />

* 9 novembre 2006: ANDRÉ FR. CHRI-<br />

STOPHE, ÉDOUARD, nato a Guertind, del-


NECROLOGIA<br />

599<br />

* 18 novembre 2006: PLECHTA FR. SABIN,<br />

PHILIP, nato a Lacko, Polonia, della Prov.<br />

Immaculatae Conceptionis BMV, Polola<br />

Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio.<br />

L’inizio del suo ministero è stato<br />

turbato dalla guerra. La sua vita può essere<br />

divisa in due periodi di circa<br />

trent’anni ciascuno: dal 1941 al 1969 in<br />

Marocco, dove è stato Cappellano militare,<br />

Parroco, Infermiere, molto vicino ai<br />

piccoli; dal 1970 al 2000 in Francia, dove<br />

è stato Cappellano di una Casa di riposo<br />

e di un Ospedale nella regione di<br />

Metz. È morto a Metz all’età di anni 93,<br />

di vita francescana 75 e di sacerdozio 68.<br />

* 11 novembre 2006: PASTRÁN GONZÁLEZ<br />

FR. FRANCISCO TEODORO, nato a San<br />

Ramón, Nicaragua, della Prov. Dominae<br />

Nostrae de Guadalupe, America Centrale<br />

e Panama. Dopo la specializzazione in<br />

Teologia Spirituale, conseguita presso<br />

l’Antonianum, in Roma, è stato Maestro<br />

degli Studenti di Filosofia a San Bonaventura,<br />

Guatemala, più volte Definitore<br />

provinciale, ha insegnato anche nel Seminario<br />

Arcidiocesano di Managua. Ultimamente<br />

è stato Guardiano e Vicario<br />

parrocchiale nel Convento di Nuestra<br />

Señora de Fátima. Ritornando da Darío,<br />

da una riunione degli Economi, è stato<br />

assalito e poi assassinato. È morto all’età<br />

di anni 46, di vita francescana 23 e di sacerdozio<br />

16.<br />

* BURGOS AGUADO FR. FÉLIX, natoaSan<br />

Sebastián, della Prov. Castellanae S. Grgorii<br />

Magni, Spagna. Svolse in varie<br />

Fraternità l’attività di cuoco, oltre ad altri<br />

servizi domestici. Ha lavorato anche<br />

per rendere possibile il ritorno dei Frati<br />

Minori a Toledo nel 1954. Dal 1995 fino<br />

alla morte visse nell’Infermeria provinciale,<br />

subendo, a causa del diabete l’amputazione<br />

dei piedi. Sue caratteristiche<br />

sono state l’abnegazione, l’allegria e la<br />

forza d’animo. È morto presso l’Hospital<br />

de la Princesa in Madrid all’età di anni<br />

82 e di vita francescana 59.<br />

* 12 novembre 2006: CERA FR. ROMANO,<br />

GIUSEPPE, nato a Pianezze del Lago (VI),<br />

della Prov. Venetae S. Antonii Patavini,<br />

Italia. Umile e laborioso, si rese disponi-<br />

bile a piantare e spiantare la “tenda” da<br />

una fraternità all’altra, ogni volta che gli<br />

veniva chiesta l’obbedienza. Visse una<br />

lunga e ricca storia di servizio, nella fede<br />

e nella coscienza di restituire a Dio e ai<br />

fratelli tanti beni ricevuti. Anche i lunghi<br />

anni trascorsi a Saccolongo non furono<br />

inoperosi. Finché le mani glielo permisero<br />

confezionò tantissime corone del rosario,<br />

che donava con gioia come mezzo di<br />

apostolato e di preghiera. Rosari che attraverso<br />

i missionari hanno raggiunto anche<br />

terre lontane. È morto nel Convento<br />

Sacro Cuore in Saccolongo all’età di anni<br />

86 e di vita francescana 67.<br />

* 13 novembre 2006: MARTÍNEZ MOÑUX<br />

FR. ANGEL, nato a Soria, della Prov.<br />

Franciscanae de Arantzazu, Spagna. Dopo<br />

aver ottenuto il Dottorato in Teologia<br />

Dogmatica presso l’Antonianum in Roma,<br />

ha vissuto nella Fraternità di Soria,<br />

dedicandosi al Collegio San José e ad altri<br />

Collegi dei Religiosi della città. È stato<br />

anche animatore della GiFra, Direttore<br />

della Scuola di Teologia per i Laici.<br />

Scrisse molti volumi su Sor María de Jesús<br />

de Ágreda. È morto a Soria all’età di<br />

anni 71, di vita francescana 52 e di sacerdozio<br />

44.<br />

* 15 novembre 2006: WOLTER FR.ALLAN,<br />

BERNARD, nato a Peoria, Illinois, della<br />

Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. Fu riconosciuto<br />

a livello internazionale come studioso<br />

di Duns Scoto, avendo pubblicato<br />

numerosi libri ed articoli su Duns Scoto,<br />

avendo tenuto lezioni in diverse Università<br />

e avendo partecipato a Simposi in<br />

tutto il mondo. Prestò il suo servizio<br />

presso la Catholic University in Washington,<br />

D.C., e alla St. Bonaventure<br />

University, dove è stata istituita una Cattedra<br />

in suo onore. È morto presso St.<br />

John’s Hospital in Springfield all’età di<br />

anni 93, di vita francescana 72 e di sacerdozio<br />

66.


600 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

nia. Per 49 anni a servizio della Terra<br />

Santa, è morto a Washington, USA, all’età<br />

di anni 91, di vita francescana 70 e<br />

di sacerdozio 63<br />

* 19 novembre 2006: DOMÉNECH PUIG FR.<br />

JUAN MARÍA,JOSÉ,natoaSanJuliándel<br />

Llor, della Prov. Valentiae et Aragoniae<br />

S. Ioseph, Spagna. Dopo l’ordinazione<br />

fu destinato a Zaragoza, dove svolse tutta<br />

la sua attività pastorale e di docente,<br />

con semplicità francescana e vicinanza<br />

con tutte le persone. È morto a Zaragoza<br />

all’età di anni 76, di vita francescana 55<br />

e di sacerdozio 51.<br />

* 26 novembre 2006: HEIDLAGE FR. BEN-<br />

NO, HERMAN, nato Ondelburg, della<br />

Prov. S. Ioannis Baptistae, USA. Svolse<br />

un ministero assai vario: Professore,<br />

Parroco, Maestro dei Novizi, Predicatore<br />

di Esercizi, godendo sempre in Provincia<br />

della stima e del rispetto di tutti. È<br />

morto presso University of Cincinnati<br />

Medical Center all’età di anni 85, di vita<br />

francescana 66 e di sacerdozio 58.<br />

* 27 novembre 2006: WELLINK FR. BA-<br />

RONTIUS, EVERHARDUS, nato a Bergh,<br />

della Prov. Ss. Martyrum Gocomiensium,<br />

Olanda. Svolse l’attività di Parroco<br />

in Olanda e in Germania. È morto a<br />

Emmerich-Praest, Germania, all’età di<br />

anni 95, di vita francescana 72 e di sacerdozio<br />

65.<br />

* 27 novembre 2006: FIERRO FR. ONORIO,<br />

LUIGI, nato a Napoli, della Prov. Saminto-<br />

Hirpiniae S. Mariae Gratiarum, Italia. Reiterato<br />

Guardiano, fu assegnato a più riprese<br />

dall’obbedienza alle Fraternità di Montesarchio,<br />

Montecalvo Irpino, Taurano,<br />

Airola, Benevento “Le Grazie”; Economo<br />

provinciale dal 1968 al 1972 e Vice Assistente<br />

Nazionale dell’OFS ed Assistente<br />

Nazionale della Gioventù Francescana dal<br />

1972 al 1980; dal febbraio del 2005 risiedeva<br />

presso la Casa di riposo “Villa del<br />

Carpine” di Visciano (NA). È morto ad<br />

Avellino all’età di anni 80, di vita francescana<br />

61 e di sacerdozio 53.<br />

* 1 dicembre 2006: CIPOLLA FR. RUGGIE-<br />

RO,MARIO, nato a Torino, della Prov. Pedemontanae<br />

S. Bonaventurae, Itala. Fu<br />

prima a Bardonecchia e poi, dal 1940, a<br />

Torino, ricoprendo vari incarichi ed esercitando<br />

per 50 anni l’ufficio di Cappellano<br />

delle Carceri, dedicando il suo apostolatodicaritàelasuaoperapastorale<br />

all’impegno mirato a restituire alla società<br />

uomini redenti. Pochi giorni dopo<br />

l’ingresso in carcere ha dovuto assistere<br />

il suo primo condannato a morte. Ha<br />

avuto l’occasione di incontrare molti uomini<br />

politici antifascisti e figure di spicco<br />

della Resistenza. Dopo la liberazione<br />

ha confortato, con lo stesso spirito cristiano,<br />

i fascisti condannati a morte. Sono<br />

stati settantacinque i suoi assistiti davanti<br />

al plotone di esecuzione, fino a<br />

quella che è stata – il 4 marzo 1947 –<br />

l’ultima esecuzione capitale in Italia.<br />

Trasferitosi a Saluzzo (CN) nel 1994, ha<br />

trascorso gli ultimi anni nell’Infermeria<br />

provinciale di Torino. È morto presso la<br />

Casa di Cura Cottolengo in Torino all’età<br />

di anni 95, di vita francescana 75 e<br />

di sacerdozio 69.<br />

* 12 dicembre 2006: DORRESTEIJN FR.MI-<br />

CHAËL,ANTONIUS, nato a Bassum, della<br />

Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />

Olanda. È morto all’età di anni 79, di vita<br />

francescana 55 e di sacerdozio 50.<br />

* 15 dicembre 2006: TETTEROO FR.PHILIP-<br />

PUS, THOMAS, natoaDelft,dellaProv.<br />

Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda.<br />

È stato missionario per 50 anni in Papua<br />

(Indonesia). È morto a Warmond all’età<br />

di anni 94, di vita francescana 77 e di sacerdozio<br />

70.<br />

* 17 dicembre 2006: STEEN FR. CHARLES,<br />

JOSEPH, nato a Buffalo, NY, della Prov.<br />

Ss. Nominis Iesu, USA. Fu Missionario:<br />

1965-70, Apolo, Bolivia (ministero pastorale);<br />

1970-83, Sorata, Bolivia (ministero<br />

pastorale; insegnante di filosofia;<br />

promotore vocazionale); 1983-84, La<br />

Paz, Bolivia, Parroco; 1988-89, Nairobi,<br />

Kenya; 1989-91, Bukoba, Tanzania;


NECROLOGIA<br />

601<br />

1991-2000, St. Pius X Parish, Waterkloff,<br />

South Africa. Rientrato negli USA<br />

nel 2000 si dedicò al ministero della Parola<br />

e fu quindi nominato Vicario episcopale<br />

per gli ispanici e Direttore dell’Ufficio<br />

per la pastorale diocesana degli<br />

ispanici. È morto a Elma, NY, all’età di<br />

anni 68, di vita francescana 48 e di sacerdozio<br />

42.<br />

* 22 dicembre 2006: IOCCO FR. GIANCAR-<br />

LO, GABRIELE, nato ad Orsogna, della<br />

Prov. Seraphicae S. Francisci Assisiensis.<br />

Italia. Frate faceto, dotato di vena<br />

poetica che spesso si esprimeva con poesieinrimabaciata.Peroltre25anniè<br />

stato Assistente dell’OFS e per 20 promotore<br />

delle vocazioni religiose. L’esperienza<br />

che più l’ha segnato è stata quella<br />

di Parroco di S. Giovanni Battista a Città<br />

di Castello (15 anni). È morto nell’Infermeria<br />

provinciale in S. Maria degli Angeli<br />

all’età di anni 79, di vita francescana<br />

61 e di sacerdozio 55.<br />

* 25 dicembre 2006: VINCENZI FR.EMILIO,<br />

ANTONIO, nato a Cave (RM), della Prov.<br />

Romanae Ss. Petri et Pauli, Italia. Compiuti<br />

gli studi teologici, nel 1965 frequenta<br />

la Facoltà di Pastorale nella sezione<br />

di Catechetica presso la Pontifica<br />

Università Lateranense. Sin dall’inizio si<br />

è messo a servizio del popolo di Dio<br />

principalmente nell’attività parrocchiale.<br />

Persona umile, sempre pronto a rispondere<br />

con fedeltà alla vita evangelica,<br />

si dilettava a scrivere poesie. È morto<br />

nell’Infermeria provinciale “Regina<br />

Apostolrum” in Roma all’età di anni 82,<br />

di vita francescana 65 e di sacerdozio 57.<br />

* 27 dicembre 2006: ZAMBOTTI FR. BEN-<br />

VENUTO, BARTOLO, nato a Manerbio<br />

(BS), della Prov. Mediolanensis S. Caroli<br />

Borromaei, Italia. Religioso semplice<br />

e cordiale, in tutti i conventi dove lo destinò<br />

l’obbedienza svolse con dedizione<br />

l’ufficio di questuante, dimostrando con<br />

la gente che incontrava la sua schiettezza,<br />

la sua profonda devozione, il suo sagace<br />

umorismo. Sempre vicino alle persone<br />

semplici della campagna e dei paesi,<br />

è stato una presenza amica nel lavoro,<br />

nella malattia e nel lutto. È morto a Sabbioncello<br />

di Merate all’età di anni 76 e di<br />

vita francescana 47.<br />

* 31 dicembre 2006: GREITZKE FR. REGI-<br />

NALD, LEO, nato a Tarnau, della Prov.<br />

Saxoniae S. Crucis, Germania. È morto<br />

a Dortmund all’età di anni 93, di vita<br />

francescana 70 e di sacerdozio 60.


INDEX NOMINUM<br />

PRO ANNO 2006 (CXXV)<br />

A<br />

Abasto Guido 155<br />

Abbruzzese Salvatore 341<br />

Abela John 87, 170, 452, 582<br />

Acero Salamanca Jorge Helí 202<br />

Achucarro Liceaga Iosephus 189<br />

Agirre Perez German 189<br />

Agirregabiria Bengoa Eulogio 192<br />

Agirretxe Azpillaga Eugenio 191<br />

Aguirre García Jesús 450<br />

Aguirre Jesus 59, 60<br />

Ahouanan Djro Paul-Siméon 176<br />

Ainsworth Godfrey 594<br />

Aisher Francis 594<br />

Akrap Róbert 284<br />

Albert Leander 284<br />

Albertini Gino 198<br />

Albizu Salegi Jose Luis 190<br />

Alessio II 142, 145<br />

Alfonsa dell’Immacolata (Beata) 85, 310<br />

Allegra Gabriele 287, 291-293<br />

Alonso de Frutos Dominicus 72<br />

Alustiza Jauregi Julián 191<br />

Alvarado Ernáan J. 518<br />

Álvarez Miguel 120, 125<br />

Álvarez Rodriguez Iosephus 73<br />

Amanzi Cristoforo 287<br />

Amaral Bernardo Amaral 56-61 passim, 169, 342,<br />

402, 449, 514, 581<br />

Amigo Carlos 329<br />

Amilton dos Santos João 41<br />

Amin Joseph 57, 59, 342, 449<br />

Anaut Espinoza Manuel 450, 482<br />

Andic Zdravko 280<br />

André Christophe 598<br />

Andreatta Ciro 65<br />

Angelini Giuseppe 356<br />

Angelo Bernardino 66<br />

Angelone Tommaso 367<br />

Angullo Pascual J. Benjamín 356<br />

Ante Oscar 286, 581<br />

Antic Antonio 85<br />

Antonelli Francesco 148, 170, 556, 582,<br />

Apumayta Bautista Juan 42<br />

Aramburu Urdampilleta José Maria 368<br />

Arango Velásquez Conrado 193<br />

Arellano Delgado Macedonio 501<br />

Arellano Suárez Francisco Javier 501<br />

Arias Alex Antonio 451<br />

Aristi Arin Huan Jose 190<br />

Arketa Bilbao Yosu 189<br />

Armenta Eduardo 450<br />

Arregi Guridi José Maria 33, 283, 342, 450<br />

Arregi Idigoras Bemito 190<br />

Arregui Ortiz de Zárate Félix 200<br />

Arroyo Punte Miguel Ángel 192<br />

Arteaga Abraham 155<br />

Artola Ibarguren Jesús María 283<br />

Auletta Giorgio 65<br />

Aussersdorfer Fridolin 194<br />

Aveta Eligio 193<br />

Azimonti Cesare 119. 125<br />

Azurmendi Larrínaga Iosephus 303<br />

B<br />

Bachmann Ferdinand 200<br />

Bahčič Robert 173, 284, 287, 501<br />

Bahlmann Johannes 499<br />

Baiardi Sereno 287<br />

Balázs Paczolay 550<br />

Bankovic Stefan 284<br />

Barbagallo Salvatore 50<br />

Barchetti Giuseppe 377<br />

Barden Franz Leo 450<br />

Barhigombwa Migabo Bavon 497<br />

Baril René 371<br />

Barrena Telletxa Hilario 191<br />

Barsi Balázs 238, 282, 335<br />

Bartoli Marco 403, 405<br />

Bartolini Bruno 499, 450<br />

Battaglia Vincenzo 341<br />

Battisti Tullio 595<br />

Baù Antonio 171<br />

Begonja Jakov 284<br />

Beier Junípero 372<br />

Beitia José Maria 332, 333<br />

Bello Tom 550<br />

Bellonci Leonardo 589<br />

Bellotto Silvio 497<br />

Belolli Luigino 529<br />

Benedetto XVI 3-7, 142, 208, 212, 214, 215,<br />

233, 241, 304, 306-309, 381-395 passim,<br />

398, 444, 531<br />

Benigar Alessio 310


604 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Benítez Marcelo 149<br />

Beretta Renato 451<br />

Berezecki Mateusz 376<br />

Berłowska Joanna 551<br />

Bermejo Enrique 572<br />

Bernacchi Leonardo 55, 154, 518<br />

Bertagnin Carlo 65, 452<br />

Bertin Maurice 159<br />

Bertrand Claude 199<br />

Bettoni Efrem 589<br />

Biain Iñurritegi Salvador 593<br />

Biesok Ezdrasz 342, 451, 497, 498<br />

Biffi Inos 356<br />

Bilbao Monasterio Luis Antonio 192<br />

Bilokapic Ante 284<br />

Bini Giacomo 31, 34, 66, 168, 232, 336, 341, 348<br />

Bisognin Davide 177<br />

Bitzer Martín 118, 549, 551<br />

Bitzer Martín Pablo 312, 315<br />

Blackowski Theodore 371<br />

Blanco Manuel 50<br />

Blanco Pérez Rafael 287<br />

Blanco Rodríguez Manuel 286, 338, 497<br />

Bliss Stephen 342, 449<br />

Bodewes Rorik 201<br />

Boegel Peter 42<br />

Bojte Mihál 237<br />

Bold Wit 283<br />

Bonilla Áureo Patricio 497<br />

Bonuso Alessandro 344, 345<br />

Border Linus 598<br />

Boschetto Alberto 65<br />

Bottini Claudio 291<br />

Boyen Feliciaan 598<br />

Bozanic Josip 163<br />

Bracci Silvano 177<br />

Bracone Vito N. 284<br />

Brady Severin 375<br />

Brandwein-Ball Pat 550<br />

Bravi Francesco 34, 65, 169, 170, 172, 174, 335,<br />

342, 370, 402, 449, 577, 581, 582<br />

Brennan Luis 502<br />

Brites da Paixão Virginia 544<br />

Brkan Jure 356<br />

Brocanelli Vincenzo 53-66 passim, 170, 172,<br />

297, 299, 302, 342, 518, 523, 526, 530, 589<br />

Brod Luciano 449<br />

Brogi Marco Dino 176<br />

Brophy Andrew 451<br />

Brown George 378<br />

Bruccoleri Vincenzo 498<br />

Bruck Anton 449<br />

Brumberger Reinaldo 153<br />

Brunette Pierre 55, 449, 482<br />

Brusset Jean-Luis 116<br />

Buccoliero Agostino 169, 450<br />

Buchcik Adrian 285, 451<br />

Buffon Giuseppe 589<br />

Bugho Calvin 122<br />

Bunader Julio César 43, 150, 449<br />

Buonanno Berardo 589<br />

Burgos Aguado Félix 599<br />

Burke John 198<br />

Bütler Maria Bernarda 543<br />

Byeong-Ryol Choi Felix 24, 451<br />

C<br />

Cabrera Herrera Luis Gerardo 55, 68, 120, 122, 124,<br />

125, 152, 154, 155, 169, 170, 297, 342, 349, 350,<br />

402, 449, 501, 562, 566, 570, 581, 582<br />

Cacciotti Alvaro 50, 341<br />

Cadderi Attilio Carlo 356<br />

Calderón Martínez Severino 278, 327, 450<br />

Califano Giovangiuseppe 502<br />

Calufetti Abele 589<br />

Campagna Fernando 514<br />

Campagna Robert 334, 451<br />

Campana Ferdinando 169, 340, 450, 589<br />

Campos Alberto 518<br />

Campos Camacho Ramon 193<br />

Campos Hernández Alberto 55<br />

Campos Roberto 567<br />

Camps Arnulf 197<br />

Camps Mezquida Rubén 181<br />

Canali Paolo 452<br />

Candelario Preciado Francisco 567<br />

Cappelletti Marino 192<br />

Carballo Sergio 149<br />

Carfagna Pietro 284, 450<br />

Carlés Gonzáles Franciscus 304<br />

Caroli Ernesto 356<br />

Carpio Ponce Emilio Erasmo 42, 451<br />

Carraro Anaclécio 499<br />

Carraro Leodir 489<br />

Carrascosa Santos Perfectus 73<br />

Carrero Morales Dario Ángel 451, 568<br />

Carsten Mike 550<br />

Cartagena William 155<br />

Carvalho do Couto Wanderley 498, 572<br />

Carvalho Eugénio da Cruz 190<br />

Carvalho Walter 574<br />

Casalini Nello 177<br />

Casamenti Silvestro 595<br />

Caspoli Alessandro 119, 452, 499<br />

Castagna (Impresa) 344, 345<br />

Castagna Marco 345<br />

Castillo Alejandro 122<br />

Castillo Zapata Felipe 193


INDEX NOMINUM<br />

605<br />

Castro Francisco 329<br />

Catenacci Fabio 65<br />

Cecchin Stefano 295<br />

Celichowski John 577<br />

Cella John 277<br />

Centola Michele 284<br />

Cera Romano 599<br />

Cetoloni Rodolfo 576<br />

Chambi Cruz Ernesto 42<br />

Chapel Silvius 201<br />

Chávez Soto Francisco Javier 567<br />

Chen Dominic 291<br />

Chiarinelli Lorenzo 65<br />

Chinnici Joseph 451<br />

Chiusano Luis 115<br />

Cho Augustin 115<br />

Chomik Waclaw 282, 451<br />

Chumillas Fernández Victor 72, 74<br />

Cipolla Ruggiero 600<br />

Cirillo di Smolensk 140-145 passim<br />

Clarac M. Luisa Angelica 84<br />

Clemens Josef 118<br />

Clemenza Antonino 170<br />

Collins James 198<br />

Collins Seán 43, 452, 499, 500, 501, 560<br />

Colombo Agnello 369<br />

Colombo Giovanni 369<br />

Colombotti Tarcisio 356<br />

Colomer Barber Rafael 42<br />

Colpani Cecilio 197<br />

Comunale Salvatore 597<br />

Concetti Gino 178<br />

Concetti Giuseppe 356<br />

Conti Maurizio 451<br />

Contini Andrea 283<br />

Convertino David 287<br />

Copps Michael 169, 449<br />

Córdova Padilla Hugo 562<br />

Corona Raimondo 177<br />

Corrado Andrea 65<br />

Correa Gino 285<br />

Corriveau John 117, 170, 174, 175, 341, 577<br />

Cortés Rodríguez Santiago 200<br />

Cortese Tarcisio 164<br />

Costa José Dinis 193<br />

Covili Linfati Isauro U. 286, 581<br />

Crepaldi Maria Aparecida 316<br />

Crisci Livio 283<br />

Crko Stipe 284<br />

Cubillo López Isidro 192<br />

Cuesta Cuesra José Antonio 596<br />

Cukovecki Michael 195<br />

Curo Vinko 280<br />

Cvitak Marijan 451<br />

D<br />

D’Alessandro Filippo 284<br />

D’Aquilanea Arturo 342<br />

Da Silva Carlos Antonio 499<br />

Da Silva Erivan Messias 449<br />

Da Silva Rocha Antonio 572<br />

Dąbrowski Klaret Antonín 285<br />

Dadic Zdravko 280<br />

Dannenfelser Lambert 598<br />

Daquilanea Arturo 451<br />

D’Cruz Michael 451<br />

De Almeida Marcos Antonio 41<br />

De Andrade José Carlos 315, 316<br />

De Angelis Sante 288<br />

De Araújo Marconi Lins 449<br />

De Feo Francesco 286, 581<br />

De Ilarduya de Troconiz J. M. Mtz. 283<br />

De La Mata Merayo Miguel 451<br />

De la Serna Ramiro 342, 449<br />

De Rosa Luca 81, 85, 310, 311, 541-544 passim<br />

De Sousa David 367<br />

De Souza Paulo Sérgio 499<br />

De Vega Pedraza Iosephus 72<br />

De Vincenti Maria Teresa 543<br />

De Vita Bernardino M. 594<br />

Deja Leonard 497<br />

Deklic Diego 284<br />

DelPozoB.Pietro72<br />

Del Pozo Encarnación 115, 312, 428, 443, 550, 577<br />

Delille Ernest 193<br />

Della Presentazione M. Celina 84<br />

Dentzman Robert Francis 201<br />

Devcic Ivan 164<br />

Di Fatta Giuseppe 284<br />

Di Franco Manlio 119, 151, 346, 450<br />

Di Pietri Michele 200<br />

Di Ruberto Michele 81, 82, 538<br />

Di Stefano Tito 50<br />

Di Virgilio Virgilio Felice 162, 403, 450, 589<br />

Dias Vicente João 451<br />

Díaz Hernández Carmelo 201<br />

Diego Caridad 570<br />

Dieguez Alejandro M. 177<br />

Díez Serna Valentinus 73<br />

Dignard Maurice 598<br />

Dijkstra Oswald 199<br />

Dipinto Vito 284<br />

Do Prado Antônio 598<br />

Doctor John 451<br />

Dohnal Ján M. Vianney 284, 449<br />

Doménech Puig Juan María 600<br />

Domínguez Ferrer Raimundo 283<br />

Domínguez Jorge 350<br />

Dominkovic Pavo 280


606 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Dorresteijn Michaël 600<br />

Doyle Mathias 501<br />

Drudi Atanasio 593<br />

Duarte Richard 58<br />

Dubigeon Benoît 500, 581<br />

Duda Bonaventura 311<br />

Duffy Regis 183, 194<br />

Dugas Anthony 372<br />

Dukic Tomislav 284<br />

Dulce Luis 125<br />

Dumois Frank José 567<br />

Dunham Larry 285<br />

Dunham Larry 451<br />

Dunn Edward 194, 285<br />

Duns Scoto Giovanni 234, 235, 292, 293, 294, 322<br />

Duynstee Salvinus 366<br />

Dzierzenga Richard 449<br />

Dzolan Mijo 278, 449<br />

E<br />

Echevarría Gorostiaga Aloisius 303<br />

Echevarría Gorostiaga Felix 84, 303, 304<br />

Echeverría Ernesto 497<br />

Echeverry Hincapié Joaquín Arturo 589<br />

Echeverry Joaquín Arturo 60<br />

Edmiston James 27, 140, 144, 169, 578<br />

Edmiston Jim 348<br />

Egger Gottfried 285<br />

Egiguren Iraola José Ángel 65, 283<br />

Elías Jiulio M. 154<br />

Elorriaga Alfonso M. 153<br />

Elschot Seraphinus 376<br />

Erdö Peter 335, 550, 551<br />

Ermini Pani 589<br />

Errasti Mariano 356<br />

Esnaola Garmendia Anastasio 593<br />

Espinosa J. H. 50<br />

Espinosa Salvador 563<br />

Esquiú Mamerto 84, 534, 539, 542, 543<br />

Esteve Puig Pedro 85<br />

Etxebarria Bastegieta Victor 191<br />

Ezenarro Alvarez Agustin 190<br />

F<br />

Fabris Eurosia 531<br />

Facchinetti Vittorino 589<br />

Fajdek Bogdan 171<br />

Fallas Sergio 451<br />

Falque Jean 356<br />

Fanoko Kpodzro Philippe 189<br />

Fantaccini Paolo 376<br />

Farolfi Chiara 83<br />

Fässler Raphael 285<br />

Fattiroso Rosario 373<br />

Favretto Mario 119, 160-172 passim, 337-342 passim,<br />

346, 349, 402, 449, 576-581 passim<br />

Federici Alfredo 342<br />

Fejes Antal 238, 282, 335<br />

Felipe Tapia Vicente Emilio 501, 554<br />

Fernandes Marcos Aurélio 499<br />

Fernández Cubillos Héctor Alejandro 119, 177<br />

Fernández Fernández Dionisio 451<br />

Fernández Francisco 155<br />

Ferrari Caetano 573<br />

Ferrari Giuseppe 286, 337, 429, 500, 581<br />

Ferrari Roberto 119, 450<br />

Ferrario Paolo 283<br />

Ferraro Venanzio 498<br />

Ferreira Lessa Luiz Augusto 41<br />

Ferreira Sergio 573<br />

Fichera Maria Grazia 589<br />

Fiehe Gabriel 201<br />

Fierro Onorio 600<br />

Figueiredo Fernando Antônio 585<br />

Figueredo Esteban Melians 567<br />

Finn James 193<br />

Finocchiaro Carmelo 169, 450<br />

Fischer Benno 500<br />

Fišić Ladislav 589<br />

Flesch Maria Rosa 84, 304, 306, 310<br />

Flores Guerrero José Angel 502<br />

Fobes Peter 177<br />

Fong Franklin 42<br />

Forte Antonio 591, 595<br />

Forthomme Bernard 356<br />

Fortier Honorius 372<br />

Fouillet Thomas 200<br />

Franco Samuel 567<br />

Frank Suso 194<br />

Franssen Angelus 598<br />

Fratus Thomas 368<br />

Frühwirth Wolfgang 314<br />

Furikawa Ludovico 115<br />

Fusarelli Massimo 49, 50-51, 122-123, 170, 172,<br />

174, 386, 291-292, 295, 449, 509, 514<br />

G<br />

Gábor Tamás 238, 282, 335<br />

Gaeta Nicola 196<br />

Gaiardoni Renzo 200<br />

Galea Paul 55, 450<br />

Galesini Mauro 499<br />

Galimberti Attilio 116, 577<br />

Galimberti Rosa 550<br />

Galvão de França Antonio (Beato) 535<br />

Gamba Fidenzio 185<br />

Garcia Acosta A. Filemone 85<br />

García Aguedo 567


INDEX NOMINUM<br />

607<br />

García Aragón Leonardo 41<br />

García Blanco Aguedo 567<br />

García Chasco PedroÁngel 567, 568<br />

García Gabriel 119, 345, 502<br />

Garcia Gasco Vicente 82<br />

García Herrero Ángel 376<br />

Garcia José 55<br />

García Oro José 329<br />

Garcia Palacios José 450<br />

García Rodríguez Francisco 450<br />

Gardin Gianfranco Agostino 550<br />

Gassen Ireneu 119, 167, 315, 316, 342, 449<br />

Gavarrón Atienza José Luis 278<br />

Gavran Lovro 280<br />

Gdyk Nikodem 169, 451<br />

Gelmini Eligio 163, 576, 580<br />

Gemelli Agostino 177, 592<br />

Ghielmi Maria Pia 355<br />

Giacomel Ercolano 195<br />

Giacomello Antonio 171<br />

Giani Apollinare 371<br />

Giermek Joachim 117, 174, 312, 577, 428, 443<br />

Gil de Gómez Conrado 312<br />

Gillet Ernest 196<br />

Giordano Valeriano 182, 193<br />

Giovanni Paolo II 156, 209, 221, 233, 234, 309,<br />

310, 336, 381-389 passim, 395-399 passim,<br />

407, 430, 431, 432, 547<br />

Giovannini Fausto 193<br />

Giuntella Paolo 65<br />

Gniecki Czeslaw 169, 451<br />

Gobbi Marco 191<br />

Goh Lionel 293<br />

Gohly Jozafat 283<br />

Gololombe Lucas F. 169, 450<br />

Gomes Da Silva Adelmo Francisco 451<br />

Gomes de Figueiredo Wanderley 499<br />

Gómez Francisco 55, 342<br />

Gómez José 329<br />

Gómez Martínez Eulalio 169, 450, 561, 563, 566<br />

Gómez Vergez Francisco Leonardo 449<br />

Gómez-Pinto Piñero Felix 73<br />

González Amado 55, 329<br />

González Arturo 570<br />

González González Amado 450<br />

González González José 43, 278<br />

González Porres José Antonio 55, 349, 350, 450<br />

González Puig Speranza 84, 306-307<br />

Gonzalez Quimper José Luis 42<br />

González Rodríguez Anastasius 73<br />

Gonzalez Ubierna Valentinus 189<br />

Goovaerts Wulfran 595<br />

Gori Pacifico 372<br />

Grassi Massimo 283<br />

Gregoris Serafina 539<br />

Greitzke Reginald 601<br />

Grochla Dominik 283<br />

Gross Cludius 43<br />

Grubisic Veselko 284<br />

Gudelj Vinko 284<br />

Guidi Remo 403, 405<br />

Guitton Gérard 356<br />

Gunn Reginald 371<br />

Gutierrez Ávila David 42<br />

Gutiérrez José Luis 81<br />

Gutiérrez Moisés 518<br />

Gutierrez Rivas Moisés 287<br />

Gutmann Paul 194<br />

Gyung-ho Ki Francis 42<br />

H<br />

Ha Joseph 558<br />

Hakala Nikolaus 371<br />

Hamada Filippo 115<br />

Harlan Michael 184<br />

Hartmann Jorge 167<br />

Hechich Barnaba 235<br />

Hegedűs Kolos 238, 282, 335<br />

Heidlage Benno 600<br />

Heinze Markus 119<br />

Heras Segarra Walter 449, 497<br />

Heras Walter 55<br />

Herbas Balderrama Jorge 587<br />

Hernán Alvarado Solano 55<br />

Hernández García Gilberto 567<br />

Hernandez Raul 452<br />

Hernández-Ranera de Diego Angelus 72<br />

Hernansanz Chico Mikel 283<br />

Herranz Migueláñez Julio 43, 278<br />

Herrera Bermejo Fridericus 73<br />

Herrera Díaz Evencio 42<br />

Herrera Moreno Luis Alfonso 373<br />

Higgins Michael J. 118, 550, 551<br />

Hillesheim Pacífico 199<br />

Hinwood Bonaventure 43<br />

Hollek Kosma 498<br />

Holzleitner Miljenko 193<br />

Hopfgartner Willibald 285<br />

Hoppe Leslie J. 169, 278, 451<br />

Hoško Emanuel 163, 589<br />

Howaniec Henry 235, 236<br />

Hrgić Ljubo 589<br />

Huanca Octavio 155<br />

Huculak Benedykt 235<br />

Hudson Patrick 119, 452, 581<br />

Huerta Muro Juan Maria 42, 450<br />

Huijerjans Julius 371<br />

Hummes Cláudio 586


608 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

I<br />

Iandiorio Giuseppe 592<br />

Iglesias Hidalgo Enrique 452<br />

Ilidio Inácio 122<br />

Ilunga Mikombe Alex 451<br />

Iocco Giancarlo 601<br />

Iorio Paul Thomas 452<br />

Irudaya Samy 118, 551<br />

Isabel Lawrence Damien 502<br />

J<br />

Jacobs Constant 595<br />

Jagec Lucije 164<br />

Jaku Landi 497<br />

Janka Filemon T. 285<br />

Jarząbek Marian 551<br />

Jöhri Mauro 428, 443, 577<br />

Joly Dominique 501<br />

Jordá Tomás José Antonio 450<br />

Jorio Paul 65<br />

Joudiou Gabrielle 356<br />

Jouet Jacques 65<br />

Jukic Marko 280<br />

Juma José Emanuel 60<br />

Jurcys Benediktas 450<br />

Jürgens Johannes 374<br />

Jurisich Melvin 42, 342, 451<br />

Jurka Jeronym Frantisek 285<br />

K<br />

Kabamba Pierre 314<br />

Kain Clement 199<br />

Kaiser Tibor 314<br />

Kallarangatt Ioseph 81, 83, 308<br />

Kallenberg Felicianus 201<br />

Kaltbach Fabian 283<br />

Kamenci Andjelko 497<br />

Kanach Bolesław 551<br />

Kao Cheng-Chai Thaddeus 455<br />

Kealy Francis de Paul 197<br />

Kemphues Carl 196<br />

Khanyile Makhomba 43<br />

Kiemen Mathias 190<br />

Kiesler John 42<br />

Kijas Zdzislaw 341<br />

Kim Damian 115<br />

Kim Tobia 115<br />

Kish Emery 370<br />

Klaric Josip 284<br />

Kleine Emmeran 376<br />

Klucka Didak Robert 285<br />

Köenig Augusto 119<br />

Koenig Augusto 449<br />

Koeppl Crispin 196<br />

Kohler José 581<br />

Kolbe Massimiliano 115, 209<br />

Koloczek Longin 498<br />

Kolodziej Maynard 368<br />

Kondruziewicz Thadeusz 140<br />

Koren Matjia 164<br />

Korosak Bruno 355<br />

Kosaryev Ivan 498<br />

Koser Costantino 328, 365<br />

Kowal Serafin 377<br />

Kruidenberg Benitius 196<br />

Kruijdenberg Philotheus 197<br />

Kuczmik Ptolomeusz 498<br />

Kujundzic Karlo 371<br />

Kurutz Gregory 597<br />

Kustusz Gaudenty 593<br />

Kusy Thaddée 497<br />

Kuzhiparambil Joy Prakash 501<br />

Kwaśny Aleksander E. 285<br />

Kwon Hyacynta 115<br />

L<br />

Labarta Tanco Ricardo 190<br />

Lacey Julia 116<br />

Lago Marcello 195<br />

Lahaie Jean-Paul 375<br />

Lahera Remón Andrés 367<br />

Lama Manuel 332<br />

Lanza Paolo 65<br />

Lapierre Lucien 200<br />

Larrea Arrizabalaga Juan Ignacio 283<br />

Lati Giancarlo 170, 343, 344, 345<br />

Lattenero Emilio 368<br />

Lauzon Raymond 192<br />

Laverone Kenneth 42<br />

Layuno Bilbao Jose Maria 191<br />

Leenaerts Alfons 201<br />

Legonou Joseph-Marie 185, 199<br />

Lehmann Leonard 342<br />

Lennon Ted 119<br />

Lennon Teddy 59<br />

Lenz Hans 285<br />

Lerteri Mario 368<br />

Lessard Évarist 202<br />

Lete Madinabeitia Jose Maria 192<br />

Li Quadri C. Giancarlo 284<br />

Liberati Vincenzo 177<br />

Lima da Silva João de Deus 368<br />

Link Fred 451<br />

Lino Benedetto 315, 316<br />

Lins de Araújo Marconi 41<br />

Lippi Giovanna 589<br />

Lizak Stanislaw 191<br />

Ljubo Janko 280


INDEX NOMINUM<br />

609<br />

Locatelli Agnello 592<br />

Locatelli Fiorenzo 283, 450, 499<br />

Lockman James 42<br />

Loffreda Stanislao 177<br />

Lombardi Alessandro 283<br />

Lombardi Zaccaria 594<br />

Lopata Simone 581<br />

Lopetegui José Luis 312<br />

Lopez Quintana Pedro 308<br />

Lorscheider Aloísio 167<br />

Löster Karl 315<br />

Louro Agustín 312<br />

Lovato Stefano 581<br />

Lozano Tello Martinus 72<br />

Lucić Ljubo 589<br />

Lukovits Milán 238, 282, 335<br />

Luna Octavio 350<br />

Lutter Michaela 314, 315<br />

Luzuriaga Manuel Valarezo 55<br />

Lynch Conall 373<br />

M<br />

Madden Declan 375<br />

Magro Silvestro 518<br />

Magro Sylvester Carmel 27, 55<br />

Magyar Gergely 238, 282, 335, 450<br />

Majadas Málaga Andreas 73<br />

Majadas Málaga Vincentius 73<br />

Majnek Antal 335<br />

Malchuk Herkulan 451<br />

Malkiewicz Przemyslaw 373<br />

Malone Kieran 198<br />

Mancinelli Maria Letizia 589<br />

Mancuello Antonio 451<br />

Mandic Zoran 280<br />

Manickam Amaladass 499<br />

Manniello Mario 374<br />

Mannion Germain 195<br />

Manns Frederic 291<br />

Marchal Roger 450<br />

Marcheselli Matteo 451<br />

Marchesi Francesco 499<br />

Marcucci Antonio 538<br />

Margil Gesù 84<br />

Maria Celina della Presentazione 542<br />

Markowski Henryk 196<br />

Maroto Moreno Felix 73<br />

Martella Antonio 164, 450<br />

Martignetti Richard 171<br />

Martín Hernández José 43, 279<br />

Martín Juan 567<br />

Martinelli Giovanni 518<br />

Martinelli Giovanni Innocenzo 27, 55<br />

Martinelli Paolo 341<br />

Martinez Charlie 285<br />

Martínez Daniel 561<br />

Martinez Izquierdo Marino 367<br />

Martínez Manjón Eugenio 356<br />

Martínez Moñux Angel 599<br />

Martínez Rafael 351<br />

Martorelli Giulio 65<br />

Mascarenhas Louis 498<br />

Mascarucci Giovanni 65<br />

Masotti Gianpaolo 451<br />

Massei Pompeo 177<br />

Maté Calzada Iacobus 73<br />

Mathias Gabriel 499<br />

Mathothu Kurian 308<br />

Matic Ivan 115-118 passim, 313, 315-316, 551<br />

Matosevic Matija 284<br />

Matura Thaddée 33, 65, 451<br />

Mayer Siegert 315<br />

Mayerl Erhard 314<br />

Mayo Antolín 313<br />

Mazgaj Stanilaw 286<br />

Mazgaj Stanisław 581<br />

Mazzeo Michele 50<br />

Mazzuco Filho Vitório 500<br />

McCabe Declan 375<br />

McCarthy Liam 451<br />

McCarthy Liam 59<br />

McClintock John 376<br />

McCluggage Clare 550<br />

McDonagh Roch 195<br />

McGinn Finian 145, 169, 286, 332, 334-335, 342,<br />

402, 449, 501, 502, 581<br />

McGrath Thomas 121<br />

McIntosh Jim 117<br />

McKeever Frederick 596<br />

McKenna Hugh 500<br />

McKillip Anthony 374<br />

McLellan Daniel 286<br />

Medina Gálvez Pedro 41<br />

Meisner Joachim 118<br />

Melone Mary D. 50<br />

Mendés J. Patrick 550<br />

Mendez-Guzman Oscar 42<br />

Menegatti Valentino 170<br />

Mennini Antonio 141<br />

Menor Vargas Neri 42<br />

Mercado Ervin 155<br />

Mercier Jean-Marc 198<br />

Merino Abad Emérito 177<br />

Merlo Grado Giovanni 357<br />

Mertens Aureel 373<br />

Messa Pietro 177<br />

Messias da Silva Erivan 169<br />

Mesters Carlos 121


610 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Metz Eduardo 44, 581<br />

Meyer Pacian 190<br />

Meza Cardona Ernesto 42<br />

Micarelli Barbara 543<br />

Michael Peter 172, 452<br />

Michalek Bruce 285<br />

Micheletti Tarcisio 372<br />

Michieli Norberto 369<br />

Miedema Arno 201<br />

Miele Bruno 450<br />

Miguel do Nascimento Roberto 499<br />

Mihaljevic Jozo 370<br />

Mihály Juraj Andrej 451<br />

Milán Lukovits 238<br />

Miller Bertin 285<br />

Millett Benignus 377<br />

Minchiatti Gabriele 377<br />

Miramontes Francisco 65<br />

Mirri Franco 283<br />

Mitchell Alban 196<br />

Moisii Róbert 284<br />

Mokry Bob 449<br />

Molina Roldan Bernardo 598<br />

Molloy Vivian 369<br />

Montanari Antonio 357<br />

Monti Alberto 285<br />

Montoya Julio M. E. 55, 518<br />

Moore Michael 451<br />

Morales Ignacio de la Cruz 563<br />

Morales Ríos Jorge Humberto 357<br />

Moreno Camuñas Rubén 43, 279<br />

Morittu Salvatore 161<br />

Mosquera Jesús 497<br />

Mota Rosalvo 315<br />

Mulholland Sarah 550<br />

Müller Ivo 351<br />

Muller Joao Inacio 42, 168<br />

Mulqueen Anne 550<br />

Muñoz Mauro 60<br />

Murakami Paul Miki 450<br />

Murguzur José 42<br />

Murhabale Barhayika André 497<br />

Muro Aréchiga Juan Ignacio 55, 68, 119, 124, 149-<br />

155.167-169 passim, 342, 349, 351, 402, 449,<br />

562, 566, 572, 574, 581<br />

N<br />

Nairn Thomas 286, 581<br />

Namur Henri 450<br />

Nam-yong Paek John 42<br />

Nardecchia Daniela 589<br />

Navío Colado Iulianus 72<br />

Nazzaro Giuseppe 55, 518<br />

Negroni Zaccaria 309<br />

Neitzert Jürgen 65<br />

Neri Francesco 341<br />

Nguyen Gia Thinh Jean-François 502<br />

Nguyen Van Hoa Paul 159<br />

Nguyen Van Si Ambrogio 166, 169, 172, 332, 334,<br />

342, 343, 402, 449, 557-560 passim, 581<br />

Nichel Silvestre 315<br />

Nicora Attilio 29<br />

Nimac Dragan 287, 514<br />

Nocolini Zani Matteo 292<br />

Nogemane Vumile 43, 57, 59, 449<br />

Nowak Edoardo 72-84 passim, 304-310 passim,<br />

534-542 passim<br />

Nowak Florentyn Cz. 285<br />

Nuñez (Chelito) María Consuelo 549<br />

Núñez Almadóvar Santos 374<br />

Núñez Azpilicueta Onofre 279<br />

Núñez María Consuelo 313<br />

Núñez Pedrero Julio 195<br />

O<br />

Ó Laoide Caoimhín 169, 174, 450, 500, 502<br />

O´Connor John 169, 451<br />

O’Conaire Francisco 122<br />

O’Friel La Salle 598<br />

Oberberger Gabriele 595<br />

Obico Balthasar 286<br />

Ocaña Etcheto Miguel 190<br />

Ogueta Domaica Basilio 367<br />

Oh Paolo 332<br />

Oliva Raimondo 595<br />

Oliver Alcón Francisco 43<br />

Oliver Juan 43, 518<br />

Oltra Perales Enrique 589<br />

Opršal Jaroslav 593<br />

Orbán Szabolcs 284<br />

Orduña Cesare 452, 581<br />

Orosz Lóránt 238, 282, 284, 335<br />

Orsi Luca 357<br />

Ortaglio Luigi 336, 342, 450, 573, 579<br />

Ortega Alamino Jaime 570<br />

Ortega Mario Liroy 497<br />

Ortíz Eugenio 149<br />

Osborne Paulo J. 499<br />

Otis Édouard 377<br />

Ottavi Bruno 497<br />

Ottenbreit Stefano 349<br />

Ovejero Gómez Marcellinus 72<br />

Overend Rigillo Sandro 41, 169, 280, 282, 342,<br />

402, 449, 497, 502, 503, 581<br />

Padrón Félix 587<br />

Pagano Sergio 177<br />

P


INDEX NOMINUM<br />

611<br />

Pagliari Andrea 195<br />

Pajak Cherubin 195<br />

Pala Camillo 199<br />

Palacios Jara Alejandro 42<br />

Paleari Francesco 83, 85, 541<br />

Páll Leó 284, 451<br />

Palma Henriquez Ernesto 449<br />

Pamplany Babu Jose 449<br />

Pańczak Alojzy 551<br />

Panic Bonifácio A. Reimann 518<br />

Panza Luca 65<br />

Paolo VI 234, 513, 547<br />

Parafox Miguel 120<br />

Parziale Mercurio 370<br />

Paskai László 335<br />

Pastrán González Francisco Teodoro 599<br />

Patlán Sanchez Maria 540<br />

Paulino de Souza Epifânio 199<br />

Pavone Agnese 166<br />

Pawlik Szczepan 597<br />

Pazzini Massimo 291<br />

Pecoraro Claudio 558<br />

Pedraza Carrillo Leocadio 42<br />

Peixoto De Castro Fernando Inacio 449<br />

Pell Georg 118<br />

Pellegrini Germano 450<br />

Pelufo Riccardo 82<br />

Pepe Franco 450<br />

Perantoni Pacifico M. 369<br />

Percan Josip 235<br />

Pereira Adelino 191<br />

Pereira das Neves José 286, 581<br />

Pereira Júnior Aluísio Alves 499<br />

Pereira Lamelas Isidro 450<br />

Pereira Marcio 573<br />

Peret Rodrigo 122<br />

Pérez Jiménez Lázaro 567<br />

Pérez José Antonio 55, 518<br />

Pérez Sanchez José Antonio 298<br />

Pérez Simón Luis 500<br />

Pérez Victor de la Pena 55<br />

Përlala Fran 497<br />

Perugini Luigi 87, 170, 172, 202, 243, 346, 378,<br />

582<br />

Peruhe Mikhael 123<br />

Pesce PierGiuseppe 285<br />

Pessoa Aurelio 152<br />

Peteiro Antonio 329<br />

Péter Arthur 284<br />

Phan Long Vu 160<br />

Phan Peter 482<br />

Phuoc Vinh 159<br />

Picciafuoco Umberto 590<br />

Picicco Agostino 177<br />

Piciocco Francesco 284<br />

Piechota Benigny Zbig 285<br />

Piechota Jan Kanty 498<br />

Pierucci Armando 290<br />

Pijpers Augustinus 377<br />

Pinto Ostuni Gianfranco 452<br />

Pizzaballa Pierbattista 164, 342<br />

Plechta Sabin 599<br />

Plogmann Norbert 450<br />

Pocha Ferhad 116<br />

Poletto Severino 85<br />

Polsi Franco 375<br />

Popielarski Nazariusz 514<br />

Porcelli Marino 119, 169, 450<br />

Pörnbacher Benedikt 369<br />

Porte Gabriel-Maria 202<br />

Portillo Mauricio 60<br />

Potolwana Mawethu 123<br />

Prieto del Pozo Benignus 72<br />

Pulcinelli Bernardino 201<br />

Pulizzotto Salvino 315<br />

Puljic Marko 451<br />

Punga Mavunda Floribert 497<br />

Puodziunas John 43, 581<br />

Pusma Guerrero Salomón 451<br />

Q<br />

Querzola Rodríguez Jorge 451<br />

Quigley John 116, 577<br />

R<br />

Ramón García Carlos 42<br />

Ramos Guzmán Pedro 287<br />

Ramos Valmir 451<br />

Ramos Xavi 115-118 passim, 313, 316<br />

Rañoa Andres 451<br />

Ravlic Bono194<br />

Re Stanislao 364, 376<br />

Reati Fiorenzo 578<br />

Rebéiro Ferreira de Sousa Francisco 41<br />

Recchia Stefano 175, 577<br />

Reckers Artur 198<br />

Reddy Sleeva 499<br />

Redondo Valentín 313<br />

Refatto Florindo 373<br />

Reimann Panic Bonifacio Antonio 55, 154<br />

Rembecki Heriberto 449<br />

Reschiglian Massimo 169, 176, 450, 597<br />

Ressel Marion 372<br />

Ribeiro Anastácio 41<br />

Ricci Clara 540<br />

Rico Ortíz José Ignacio 597<br />

Rinaldi Massimo 78, 81, 541<br />

Río Rojo Saturninus 73


612 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Rivera Carrera Norberto 543<br />

Rodé Franc<br />

Rodé Franc 207, 218, 341<br />

Rodrigo Antón Antonius 73<br />

Rodrigues de Menezes Longuinho 499<br />

Rodríguez Carballo José 9-32 passim, 41, 47, 49,<br />

51, 55, 60, 117, 119, 124, 135, 139, 149-176<br />

passim, 189, 217-249 passim, 277, 280, 282,<br />

290, 291, 294, 313, 327-344 passim, 349, 397-<br />

447 passim, 449, 454-497 passim, 502, 503,<br />

506, 513, 518, 526, 529, 557-577 passim, 581<br />

Rodríguez Cárdenas Fr. Fernando 42<br />

Rodríguez Carrillo César 42<br />

Rodríguez Mejías Juan José 279<br />

Rodríguez Simon Michael 304<br />

Romanowicz Aleksy 498<br />

Romero Francisco 287<br />

Romero García Francisco Manuel 502, 581<br />

Rondeau Anne-Sophie 178<br />

Rosat Adalberto 154<br />

Rosati Giancarlo 500, 581<br />

Rossi Leopoldo 197<br />

Rotellini Giuseppe 598<br />

Rozansky Joe 554<br />

Rozansky Joseph 119, 122, 125, 170, 501, 502<br />

Ruano Santateresa Pedro 43, 279, 450<br />

Rubio Fernandez Felix 592<br />

Ruigrok Cleophas 195<br />

Ruiz de Loizaga Saturnino 235<br />

Ruiz Orlando 334<br />

Ruiz Verdú Pedro 286, 581<br />

S<br />

Sáez de Ibarra Antonius 304<br />

Sahadun Ferdinand 451<br />

Saint-Jure Jean-Baptiste 357<br />

Saint-Yves Jacques 57<br />

Sainz Giménez José María 43, 279<br />

Sáiz Miguel Cristóbal 193<br />

Samac Sime 163, 164, 169, 173, 174, 286, 342,<br />

402, 581<br />

Samudio Mareco Pedro Simón 451<br />

Samuele Portka 581<br />

Samy Irudaya 314-315<br />

Sanchez Flavio 60<br />

Sánchez Hernández-Ranera Alfonsus 73<br />

Sândalo Angélico 316<br />

Sandoval Iñiguez Juan 351<br />

Sandri Leonardo 81<br />

Sanetti Rinaldo 190<br />

Sang-Seon Oh Paolo 42, 449<br />

Sannig João 41<br />

Santamaría Luis Gerardo 41<br />

Santos Ballesteros Edgar 449<br />

Santrich Bermudez Cesar Efrain 451<br />

Sappl Martín 152<br />

Sappl Seibold Martín Kilian 449<br />

Saraiva Martins Giuseppe 72-84 passim, 304-<br />

310 passim, 534-542 passim<br />

Saravia Tasayco Melchiora 82<br />

Sardella Donato 286, 581<br />

Sautié Hilario Ignacio 588<br />

Savone Antonio 283<br />

Scarpato Andrea 597<br />

Schäfer Odilo 596<br />

Schalück Hermann 33, 139, 168, 449, 481<br />

Schauerte Antonio 500, 581<br />

Schegel Gérard 376<br />

Scheidt Guido Moacir 498<br />

Scheifele Claus 499, 500<br />

Schillings Philippe 581<br />

Schillings Philippe 60<br />

Schlegel Helmut 450<br />

Schlepütz Hermann-Joseph 315<br />

Schmitt Carlos 194<br />

Schmitt Clément 201, 359<br />

Schmitz Lindolfo 198<br />

Schmucki Albert 285<br />

Schneider Anísia 174, 577<br />

Schneider Herbert 590<br />

Schoch Nikolaus 170<br />

Schoenmaeckers Falco 194<br />

Scholles Georg 314<br />

Schreiber Walter 41<br />

Schwarzl Rupert 590<br />

Schwerz Néstor 60-63, 68-69, 119, 123, 170, 349,<br />

350, 449<br />

Schwieters João 449<br />

Scozzina Luis Antonio 351, 449<br />

Sebastiani Marco 283<br />

Seghezzi Antonio 310<br />

Segieth Raphael 59<br />

Segovia Marín Luis Enrique 42<br />

Segurola Echaniz Nikolas 451<br />

Seijas José 329<br />

Semren Marko 357<br />

Sépinski Agostino 311<br />

Shakals Roland 140<br />

Shin Nicholas 334<br />

Short Bill 452<br />

Short William 43<br />

Shukardin Samson 169, 450<br />

Siekaniec Ladislas 594<br />

Siekierka Ernest 502, 581<br />

Sikiric Miron 280<br />

Simone da Lipnica (Beato) 84, 537, 542<br />

Simonelli Cristina 357<br />

Sinigoj Cornelio 373


INDEX NOMINUM<br />

613<br />

Sisto Gianfrancesco 119, 452<br />

Slaby Paul 597<br />

Smith Paul 43<br />

Sodano Angelo 532<br />

Soiński Borys J. 285<br />

Šojat Kornelije 550<br />

Soldo Slavko 174, 342, 449<br />

Solinas Mario 160, 450<br />

Sopta Josip 284, 450<br />

Soracchi Gilberto 499<br />

Soria Pons Umile 543<br />

Sorrentino Domenico 215, 336, 443, 579<br />

Sousa João Sardinha 191<br />

Spelic Miran 451<br />

Srádi Benjamin 284<br />

Sroczynski Angelo Mariano 368<br />

Staltari Rosa 541<br />

Steen Charles 600<br />

Stein Edith 211<br />

Stewart Robert 43<br />

Stojic Milienko 173<br />

Stoppa Maggiorino 285<br />

Storms Francis 199<br />

Stulic Anselmo 284<br />

Suess Paulo 60<br />

Sukup Jude 378<br />

Sundar Arok 450, 560<br />

Syukur Paskalis Bruno 450<br />

Szklarski Wlodzimierz 192<br />

T<br />

Tagliabue Pio153<br />

Takeda Fumihiko Francisco 115<br />

Talens Albiñana Angel 43<br />

Tamás Gábor 238<br />

Tapia Santamaría Benjamin 191<br />

Tedeschini Claudio 191<br />

Tedoldi Massimo 283<br />

Teixeira Celso 121<br />

Tejado Librado Raimundus 73<br />

Teke Paias 451<br />

Telletxea Etxebarria Ramón 190<br />

Teloni Alberto M. 196<br />

Ternyák Csaba 550<br />

Terradillos Ortega Victorino 43, 279<br />

Terrazas Silvio 152<br />

Testa Celso 594<br />

Testa Russell 122<br />

Tetteroo Philippus 600<br />

Thevarparampil Agostino 71, 81, 83, 308<br />

Thomann Carola 342<br />

Thumm Johannes 315<br />

Tierrablanca Rubén 172, 452<br />

Tillek Ashley 43, 57, 451<br />

Timmermans Willibald 376<br />

Timoney Bartholomew 374<br />

Timoszyk Bożysław W. 285<br />

Tinaj Gasmend 497<br />

Tini Berardo 197<br />

Tolic Zeljko 284, 450<br />

Tomala Sobiesław 498<br />

Tomèík Sebastian-Jozef 451<br />

Tomiri Giuseppe 284<br />

Torisky Duane 285<br />

Tosini Alberto 283, 366, 450<br />

Trabucchi Corrado 578<br />

Transito Cabanillas (Beata) 543<br />

Través Fausto G. 518<br />

Trávez Fausto Gabriel 55<br />

Trivellin Gabriele 285, 347, 450<br />

Trykar Prokop 594<br />

Tshiam Kasong Edmond 497<br />

U<br />

Uberti Giulio 596<br />

Udovicic Ivica 279<br />

Ulloa Frank Miki 567<br />

Unsner Sebastian 449<br />

Unzurrunzaga Eusébio 60<br />

Uribe Fernando 50<br />

Urionabarrenetxea Larrinaga Pedro M. 190<br />

V<br />

Vaca Roque 155<br />

Vaccai Mario 65, 283<br />

Vaiani Cesare 341, 357, 451<br />

VaineikisPaulus65<br />

Valarezo Luzuriaga Manuel 518<br />

Valdivia Covarrubias Lorenzo 169, 450<br />

Valer Dominik Daniel 285<br />

Vallarino Benigno 198<br />

Vallecillo Martín Miguel 62, 140, 169, 172,<br />

286, 327-329, 331, 342, 402, 449, 574,<br />

576, 581<br />

Van den Brom Fabianus 194, 366<br />

Van Den Eijden Jan 342, 450<br />

Van Der Reijken Fer 451<br />

Van Laer Robert 449<br />

Van Vlierberghe Polydoor 369<br />

Varano Battista 75, 76<br />

Varga Kapisztrán 282, 335<br />

Várnai Jakab 169, 179, 175, 176, 335, 336, 342,<br />

343, 402, 449<br />

Vasilj Kvirin 374<br />

Vásquez Wilson 155<br />

Vaughn John 499, 481, 581, 582<br />

Velandi Raffaele 369<br />

Velotti Luigia 540


614 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Vendramin Crispino 596<br />

Ventura Narváez Gerardo 355<br />

Vergeer Theo 286, 581<br />

Vetrali Tecle 140, 145<br />

Veverka Floribert 192<br />

Vidal Abellán Saturnino 41, 169, 450<br />

Vietmeier Alfonso 350<br />

Vilà I Virgili Francesc 450<br />

Villa Gómez Manuel Lule 567<br />

Villacrés Gerardo 497<br />

Villaronga Fontela Angel 190<br />

Vincenzi Emilio 602<br />

Viola Vittorio 451<br />

Visser-Pelsma Wilhelmina 315, 551<br />

Vithayathil Varkey 81, 308<br />

Vlasic Tomislav 164<br />

Volkaerts Laurentius 376<br />

Vrdoljak Bono 590<br />

Vrebac Pero 172<br />

Vuk Tomislav 162<br />

Vukoja Nikola 173<br />

Vuleta Boze 122<br />

Vuong Dinh Khoi Phi Khanh 451<br />

W<br />

Wagner Maximilian 153, 499, 450<br />

Walker Fabian 194, 367<br />

Walters Ronald 285<br />

Ward Bernardine 184, 196<br />

Warot Aloyzj 50<br />

Wawro Remigiusz 370<br />

Wellink Barontius 600<br />

Wenigwiesser Fritz 65<br />

Wettrich Leonhard 285<br />

Wilges Ireneo 167<br />

Williams Peter 57, 59, 500, 514<br />

Wilson Peter 43<br />

Windolph Joseph 597<br />

Wojtała Natanael 498<br />

Wolter Allan 599<br />

Wolter Martin 201<br />

Wouters Rogelio 169, 449<br />

Yates Philippe 452<br />

Z<br />

Zahner Paul 285, 581<br />

Zambotti Benvenuto 601<br />

Zanella Silvano 373<br />

Zappl Marin 55<br />

Zarragua Iturrízaga Michael 304<br />

Zatloukal Augustin Jirí 285<br />

Zatoka Jarolaw 283<br />

Zbieranski Roman 279<br />

Zeljeznak Zeljko 169, 174, 311, 450<br />

Zella Mauro 285<br />

Zerdin B. Gerardo A. 55, 518<br />

Živkovič Ilija 117, 174, 175, 428, 443, 577<br />

Zubieta Iragüen Sabin 368<br />

Zubizarreta Azkoitia Cándido 192<br />

Zubrzycki Demetriusz 367<br />

Zungu Vincent 43, 58<br />

Zurera Ribó Joaquín 279<br />

Zuriarrain Mujika Vicente 596<br />

Zuriarrain Urretabizkaia J. Teléforo 283<br />

Y


TABULA MATERIARUM<br />

PERIODICI «ACTA ORDINIS» <strong>FRATRUM</strong> <strong>MINORUM</strong><br />

(An. CXXV, IANUARII - DECEMBRIS 2006 – Fasc. I-III)<br />

EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />

Fasc. I<br />

1. Omelia per la conclusione della Settimana<br />

dipreghieraperl’unitàdeicristiani.............3<br />

2. Omelia in occasione della Giornata<br />

dellaVitaconsacrata ........................5<br />

Fasc. II<br />

1. Discorso ai Superiori e alle Superiore Generali,<br />

rappresentanti e responsabili della<br />

Vita Consacrata.....................................................207<br />

3. Discorso al campo di Auschwitz ..........................209<br />

4. Giornata di preghiera e di penitenza per<br />

la pace in Medio Oriente.......................................212<br />

1. Dichiarazione della Sala Stampa<br />

della Santa Sede. ......................212<br />

2. Rinnovato appello di Benedetto XVI<br />

all’Angelus .....................................................212<br />

3. Accorata invocazione durante la preghiera<br />

per il Medio Oriente .......................................213<br />

4. Si depongano la armi da ogni parte!..............214<br />

5. La pace è un impegno di tutti..........................214<br />

6. Prevalga la pace sulla violenza e sulla forza .215<br />

7. Affidiamo le ansie dell’umanità alla Regina<br />

della Pace.......................................................215<br />

5. Discorso nell’incontro con i sacerdoti<br />

della Diocesi di Albano.........................................215<br />

Fasc. III<br />

1. Messaggio in occasione del XX Anniversario<br />

dell’Incontro Interreligioso di preghiera per<br />

la Pace ...................................................................381<br />

2. Discours aux Ambassadeurs de 21 pays à<br />

majorité musulmane près le Saint-Siège et à<br />

quelques représentants des Communautés<br />

musulmanes en Italie.............................................384<br />

3. Va’, ripara la mia casa ..........................................385<br />

4. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra<br />

morte corporale .....................................................386<br />

5. Messaggio per la celebrazione della giornata<br />

mondiale della pace del 1° gennaio 2007..............387<br />

6. Messaggio ai Cattolici del Medio Oriente ............392<br />

EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />

Fasc. I<br />

1. Omelia in occasione dell’incontro<br />

con i nuovi Ministri e Custodi .................9<br />

2. Informe para el encuentro con los<br />

nuevosMinistrosyCustodios................11<br />

1. Haciendomemoriadenuestraidentidad.....11<br />

2. Perfildelministroycustodio..............13<br />

3. Actitudes y medios de animación y gobierno. . 15<br />

4. Conclusiones ..........................17<br />

3. Apertura delle celebrazioni delle Case<br />

dipendentidalMinistrogenerale..............18<br />

4. Omelia alla conclusione dell’Incontro<br />

deiMinistriedeiCustodi....................20<br />

5. Message aux Jeunes Franciscains<br />

etFranciscaines...........................22<br />

6. Saluto a Benedetto XVI in occasione<br />

dell’Udienza concessa al Ministro e<br />

al Definitorio generale ......................24<br />

7. Messaggio ai Frati della Fondazione<br />

inRussiaeKazakistan......................26<br />

8. Lettera ai Vescovi, ai Francescani,<br />

alleFrancescaneeaiCristianiinLibia .........27<br />

9. Lettera al Legato pontificio<br />

per le Basiliche di Assisi ....................28<br />

10. Lettera in occasione della Pasqua 2006 .........29<br />

Fasc. II<br />

1. Saluto in occasione della giornata di studio<br />

alla PUA ...............................................................217<br />

2. Relación a los Presidentes de las Conferencias<br />

de Ministros Provinciales .....................................218<br />

3. Omelia nella Festa della traslazione del<br />

Corpo di san Domenico ........................................223<br />

4. Informe a la Asamblea de Superiores Generales...224<br />

5. Saluto in occasione della presentazione<br />

del IX Volume dell’opera Omnia<br />

di Giovanni Duns Scoto .......................................234<br />

6. Lettera in occasione del 50° di sacerdozio di<br />

Mons. H. T. Howaniec <strong>OFM</strong>.................................235<br />

7. The Convocation of Chapter of Mats for young ...236<br />

8. Messaggio per l’erezione della nuova Provincia<br />

Magnæ Dominæ Hungarorum ..............................237<br />

9. Letter to the Ministers Provincial and Custodes<br />

regarding the Jubilee Fund ...................................240<br />

10. Omelia nella Festa del perdono d’Assisi...............240<br />

11. Messaggio in occasione della XXVI Marcia<br />

franescana ad Assisi..............................................242<br />

12. Carta del Ministro General de los Hermanos<br />

Menores a las Hermanas Pobres de Santa Clara ...244<br />

13. Carta del Ministro general de la <strong>OFM</strong> en el día<br />

de Sancta Beatriz de Silva a las Hermanas de<br />

laOrdendelaInmaculadaConcepción........246<br />

Fasc. III<br />

1. Lettera per il XX anniversario dello<br />

“spirito di Assisi” ..................................................397<br />

2. Omelia per la Festa delle Stigmate di san<br />

Francesco ..............................................................398<br />

3. Lettera per la festa di san Francesco 2006.............399<br />

4. Giornata commemorativa di san Giovanni<br />

da Capestrano nel 550 della sua morte..................402<br />

5. Lettera per il 550° anniversario della morte<br />

di san Giovanni da Capestrano..............................405<br />

6. Convocazione del Capitolo delle Stuoie delle<br />

Case dipendenti dal Ministro generale..................409<br />

7. Exposición en el Encuentro de Visitadores ...........409<br />

8. Conclusione dell’Incontro con i Visitatori e


616 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

Festa di santa Elisabetta d’Ungheria .....................421<br />

9. Carta de la CFF con motivo del VIII<br />

Centenario del nacimiento de santa Isabel<br />

princesa de Hungría, gran Condesa de Turingia,<br />

penitente franciscana.............................................423<br />

10. Convegno dei Commissari di Terra Santa .............428<br />

11. Lettera della Conferenza della Famiglia<br />

Francescana in preparazione all’VIII<br />

Centenario di approvazione della Regola..............440<br />

12. Lettera di ringraziamento al Papa per la Visita<br />

pastorale in Assisi..................................................443<br />

13. Lettera in occasione della solennità della<br />

Nascita di nostro Signore Gesù Cristo 2006 .........444<br />

CAPITULUM GENERALE<br />

EXTRAORDINARIUM<br />

Fasc. I<br />

• Strumento di lavoro per il Capitolo generale<br />

Straordinario .............................31<br />

Fasc. II<br />

1. Anno 2007: osiamo vivere il Vangelo...................251<br />

2. Presentación del Informe del Ministro al<br />

Capítulo General Extraordinario...........................256<br />

Fasc. III<br />

1. Partecipantes .........................................................449<br />

2. Homelia de apertura del Capítulo general<br />

extraordinario........................................................452<br />

3. Discorso di apertura del Capitolo generale<br />

straordinario..........................................................454<br />

4. Homily of the Minister General ............................456<br />

5. Alocución final......................................................458<br />

6. Omelia a conclusione del Capitolo .......................464<br />

7. Documento del Capítulo General Extraordinario..466<br />

8. Il Capitolo è ancora aperto!...................................481<br />

E SECRETARIA GENERALI<br />

Fasc. I<br />

1. Fund. Franc. Ss. Nominis Iesu in<br />

Centroamericaelectio......................41<br />

2. Provinciarum fusionis decretatio ..............41<br />

3. Capitulum Prov. S. Antonii Patavini in Brasilia. ..41<br />

4. Capitulum Prov. SS. XII Apostolorum in Peruvia . 42<br />

5. Capitulum Intermedium<br />

Prov.S.BarbaraeinS.F.A.S. ................42<br />

6. Capitulum Intermedium<br />

Prov. Ss. Martyrum Coreanorum in Corea. ......42<br />

7. CapitulumProv.B.JuniperiSerrainMexico ....42<br />

8. Capitulum Prov. Nostrae Dominae<br />

ReginaePacisinAfricaMeridionale ..........43<br />

9. Capitulum Prov. Castellanae<br />

S.GregoriiMagniinHispania ...............43<br />

10.Visitatoresgenerales.......................43<br />

11. Domus suppressae .........................44<br />

12.Notitiaeparticulares........................44<br />

Fasc. II<br />

1. Capitulum Prov. Castellanae S. Gregorii Magni<br />

in Hispania............................................................279<br />

2. Electio extra Capitulum Prov. Assumptionis<br />

BMV in USA .......................................................279<br />

3. Capitulum Intermedium Prov. Granatensis<br />

Nostrae Dominae a Regula in Hispania ................279<br />

4. Capitulum Prov. S. Crucis in<br />

Bosnia/Herzegovia ...............................................279<br />

5. Suppressio Prov. S. Ioannis a Capistrano<br />

in Hungaria ...........................................................280<br />

6. Suppressio Prov. S. Mariæ in Hungaria ................280<br />

7. Erectio Prov. “Magnæ Dominæ Hungarorum”<br />

in Hungaria ...........................................................280<br />

8. Electio Prov. “Magnæ Dominæ Hungarorum”<br />

in Hungaria ...........................................................282<br />

9. Capitulum Intermedium Prov. S. Hedvigis<br />

in Polonia..............................................................282<br />

10. Capitulum Prov. Franciscanae de Arantzazu<br />

in Hispania............................................................283<br />

11. Capitulum Prov. Tusciae S. Francisci<br />

Stigmatizati in Italia..............................................283<br />

12. Capitulum Prov. Liguriae Ss. Cordis Mariae<br />

in Italia..................................................................283<br />

13. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Redemptoris<br />

in Croatia ..............................................................283<br />

14. Capitulum Prov. Transilvaniae S. Stephani Regis<br />

in Romania ...........................................................284<br />

15. Capitulum Prov. Dalmatae S. Hieronymi<br />

in Croatia ..............................................................284<br />

16. Capitulum Prov. Apuliae S. Michaëlis Archangeli<br />

in Italia..................................................................284<br />

17. Capitulum Bohemiæ et Moraviæ S. Venceslai<br />

in Rep. Ceca..........................................................284<br />

18. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci<br />

Assisiensis in Polonia ..........................................285<br />

19. Capitulum Intermedium Prov. Pedemontanae<br />

S. Bonaventurae in Italia.......................................285<br />

20. Capitulum Prov. Nostrae Dominae de Guadalupe<br />

in USA ..................................................................285<br />

21. Capitulum Cust Aut. Christi Regis in Helvetia.....285<br />

22. Visitatores generales.............................................286<br />

23. Domus suppressae................................................287<br />

24. Notitiae particulares .............................................287<br />

Fasc. III<br />

1. Gubernii Prov. Annunciationis BMV<br />

in Albania electio ..................................................497<br />

2. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci<br />

de Quito in Aequatoria ..........................................497<br />

3. Capitulum Prov. S. Benedicti Africani<br />

in Re Publ. de Congo ............................................497<br />

4. Fund. “Stigmate di San Francesco”<br />

in Bielorussia electio.............................................497<br />

5. Electio extra Capitulum Prov. Siciliae<br />

Ss. Nominis Iesu in Italia ......................................498<br />

6. Fund. “Tutti i Santi dell’Ordine Serafico”<br />

in Ucraina electio ..................................................498<br />

7. Ministri provincialis Prov. S. Petri Baptistae<br />

in Philippinia electio .............................................498<br />

8. Capitulum Prov. Ss. Nominis Iesu in Brasilia .......498<br />

9. Capitulum Intermedium Prov. S. Thomae<br />

Apostoli in India....................................................499<br />

10. Capitulum Prov. Bononiensis Christi Regis<br />

n Italia ...................................................................499<br />

11. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />

S. Antonii Patavini in Germania............................499<br />

12. Electio extra Capitulum Prov. Bavariae<br />

S. Antonii Patavini in Germania ...........................499


TABULA MATERIARUM<br />

617<br />

13. Electio extra Capitulum Prov. Hiberniae...............500<br />

14. Visitatores generales..............................................500<br />

15. Domus suppressae .................................................501<br />

16. Notitiae particulares ..............................................501<br />

1. Nomine...........................................................501<br />

2. The annual contributions to the General<br />

Curia...............................................................502<br />

3. Candidati a Ministro provinciale....................503<br />

E SECRETARIATU<br />

PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />

Fasc. I<br />

1. Sabbatical periods in the Holy Land ...........47<br />

2. Nuevo reglamento para Becas de estudio .......47<br />

3.Cronaca ..................................49<br />

1. Visita alla Prov. “Immacolata Concezione<br />

dellaBMV”inBrasile...................49<br />

2. Visita alla Prov. “S. Famiglia” in Egitto. ....49<br />

3. Visita alla Prov. “Assunzione della BVM”<br />

in Polonia e alla Fond. “Tutti i Santi<br />

dell’Ordine” per i Frati greco-cattolici<br />

inUcraina............................50<br />

4. Notitiae particulares .........................50<br />

1. Pontificia Università Antonianum. .........50<br />

2. Casa di Noviziato/Olanda ................51<br />

3. Casa di Noviziato/Bosnia-Erzegovina. ......51<br />

4. Casa di Noviziato Interprovinciale<br />

inGermania...........................51<br />

Fasc. II<br />

1. Lettera del Ministro generale ai Ministri e Custodi<br />

sul passaggio del Collegio di Sant’Isidoro<br />

in Roma alle dipendenze della Curia generale . . 289<br />

2. Visita a México .....................................................290<br />

3. Emeriti Professoris nominatio...............................290<br />

4. 60th anniversary of the Franciscan Biblical<br />

Study in Hong Kong..............................................291<br />

5. Convocation to the International Council for<br />

Formation and Studies...........................................294<br />

6. Notitiae particulares ..............................................295<br />

1. Pontificia Università Antonianum ..................295<br />

2. Conferme di Ratio Formationis e Ratio<br />

Studiorum........................................................296<br />

3. Case di Noviziato............................................296<br />

4. Statuti peculiari ..............................................296<br />

Fasc. III<br />

1. Convocatoria al Congreso Internacional<br />

de Moderadores de Formación Permanente..........505<br />

2. Discorso all’apertura dell’anno accademico<br />

2006-2007 .............................................................506<br />

3. Vista a Centroamérica ..........................................509<br />

4. Discorso del Ministro generale in occasione<br />

della Festa del beato Giovanni Duns Scoto...........510<br />

5. Course for Formators of the African Conference..513<br />

6. Notitiae particulares..............................................514<br />

E SECRETARIATU<br />

PRO EVANGELIZZATIONE ET MISSIONE<br />

Fasc. I<br />

1. Incontro del Definitorio generale con i Vicariati,<br />

le Prefetture e le Prelature apostoliche affidati<br />

all’OrdinedeiFratiMinori ..................53<br />

2. Capitolo delle Stuoie della Fondazione<br />

S.FrancescoinRussiaeKazakhstan...........55<br />

3. Assemblea annuale della Conferenza Africana ...56<br />

4. Conselho Internacional para a Evangelização ...60<br />

5. Haiti. Una missione tra gli Afro-Americani. .....63<br />

6. Incontro/atelier sulle nuove Fraternità in missione . . 64<br />

7. II Congreso Internacional latino-americano<br />

de Educadores francescanos .................68<br />

Fasc. II<br />

1. Le missioni “ad gentes” in Messico ......................297<br />

2. I Frati Minori nell’arcipelago indonesiano ...........299<br />

Fasc. III<br />

1. Primo incontro del Ministro e Definitorio<br />

generale con i Vicariati apostolici .........................515<br />

1. Cronaca ..........................................................515<br />

2. Saludo del Ministro general............................516<br />

3. Situazione dei Vicariati/Prefetture/Prelature .518<br />

4. La visione francescana della missione ...........523<br />

5. Orientaciones y Acuerdos...............................526<br />

2. Bruxelles – Terza sessione di formazione<br />

missionaria interfamilaire .....................................528<br />

3. I Francescani con i lebbrosi in Cina ......................529<br />

E POSTULATIONE GENERALI<br />

Fasc. I<br />

1. Decretum super miraculo SD Augustini<br />

Thevarparampil...........................71<br />

2. Decretum super martyrio SSDD Victoris<br />

Chumillas Fernández et XXI Sociorum. ........72<br />

3. Decretum super virtutibus B. Simonis de Lipnica . 74<br />

4. Decretum super virtutibus B. Baptistae Varano ...75<br />

5. Decretum super virtutibus SD Maximi Rinaldi ...78<br />

6. Nominatio Relatoris in Causa SD<br />

Teresiae Enriquez .........................81<br />

7. Facultas exuvias Ven. SD Maximi<br />

Rinaldi recognoscendi ......................81<br />

8. Nuntium Secretariae Status de ritu beatificationis<br />

Ven. SD Augustini Thevarparampil ............81<br />

9. Facultas conceditur Causae SSDD Richardi<br />

Pelufo et Sociorum <strong>OFM</strong> alia Causa<br />

Servarum Dei OSC coniungendi ..............82<br />

10. Facultas Transumptum aperiendi in<br />

CausaSDMelchioraeSaraviaTasayco.........82<br />

11. Nominatio Relatoris in Causa SSDD<br />

Richardi Pelufo et Sociorum <strong>OFM</strong> ............82<br />

12. Facultas exuvias recognoscendi Ven.<br />

SD Augustini Thevarparampil ................83<br />

13. Validitas iuridica Inquisitionis super adserto<br />

miraculo in Causa SD M. Clarae<br />

S. Farolfi declaratur ........................83<br />

14. Facultas transumptum inquisitionis super miro<br />

aperiendi in Causa Ven. SD Francisci Paleari ....83<br />

15. Notitiae particulares. .......................84<br />

Fasc. II<br />

1. Decretum super martyrio Servorum Dei Felicis<br />

Echevarria Gorostiaga et VI Sociorum .................303<br />

2. Decretum super virtutibus SD Mariae Rosae<br />

Flesch....................................................................304


618 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

3. Decretum super virtutibus SD Spei González<br />

Puig Fundatricis ...................................................306<br />

4. Beatificazione del Ven. Servo di Dio Agostino<br />

Thevarparampil.....................................................308<br />

5. Facultas Transumptum inquisitionis dioec. super<br />

virtutibus aperiendi in Causa SD Zachariae<br />

Negroni.................................................................309<br />

6. Facultas Transumptum inquisitionis dioec.<br />

suppletivae super virtutibus aperiendi in<br />

Causa SD Antonii Seghezzi ..................................310<br />

7. Notitiae Particulares .............................................310<br />

Fasc. III<br />

1. Litterae Apostolicae. Venerabili Dei Servae<br />

Eurosiae Fabris Barban Beatorum honores<br />

decernuntur ...........................................................531<br />

2. Decretum super miraculo Ven. SD Mariae<br />

Caelinae a Praesentatione......................................532<br />

3. Decretum super virtutibus SD Mamerti Esquiú ....534<br />

4. Decretum super miraculo Beati Antonii<br />

Galvão de França ..................................................535<br />

5. Decretum super miraculo Beati Simonis<br />

de Lipnica..............................................................537<br />

6. Iuridica validitas Inquisitionis super miro<br />

in Causa SD F. A. Marcucci declaratur .................538<br />

7. Ponens in Causa SD Mamerti Esquiú nominatur ..539<br />

8. Facultas Transumptum Inquisitionis super<br />

miro aperiendi in Causa Ven. SD Seraphinae<br />

Gregoris ................................................................539<br />

9. Facultas Transumptum Inquisitionis super<br />

virtutibus SD Humilitatis Patlán aperiendi ...........539<br />

10. Facultas Transumptum Inq. Dioecesanae<br />

suppletivae in Causa SD Aloisiae Velotti<br />

aperiendi................................................................540<br />

11. Iuridica validitas Inquisitionis super vita et<br />

virtutibus in Causa SD Clarae Ricci declaratur.....540<br />

12. Tertius peritus medicus benigne conceditur<br />

in Causa Ven. SD Maximi Rinaldi ........................541<br />

13. Iuridica validitas Inquisitionis dioec. super<br />

miro declaratur in Causa Ven. SD Francisci<br />

Paleari ...................................................................541<br />

14. Facultas Transumptum Inquisitionis<br />

dioecesanae super vita et virutibus aperiendi<br />

in Causa SD Rosae Staltari ...................................541<br />

15. Notitiae particulares ..............................................542<br />

STATISTICA<br />

ORDINIS <strong>FRATRUM</strong> <strong>MINORUM</strong><br />

(31 Decembris 2005)<br />

Fasc. I<br />

I. Relatio de statu personali et locali Ordinis..............87<br />

II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel<br />

Cust. Aut. adscripti ...............................................91<br />

III. Fratres et domus secundum regiones .....................95<br />

IV. Status domum et presentia fratrum in<br />

singulis nationibus .................................................98<br />

V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta<br />

numerum fratrum et novitiorum...........................101<br />

VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..104<br />

VII. Inter 2005 et 2004 compoaratio ...........................108<br />

VIII.Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et<br />

ad Gradus Academicos.........................................111<br />

EX OFFICIO OFS<br />

Fasc. I<br />

1. Corea - Capitolo nazionale elettivo ...........115<br />

2. Giappone - Capitolo nazionale elettivo e<br />

incontriconl’OFS........................114<br />

3. Spagna – Incontro con i Promotori vocazionali . 114<br />

4. Svizzera–VisitaaFranciscansInternational....116<br />

5. Italia – Manuale per l’assistenza all’OFS<br />

eallaGiFra..............................116<br />

6. Italia - Incontro dei Responsabili delle<br />

Giornate Mondiali della Gioventù ...........118<br />

Fasc. II<br />

1. Roma: Corso Internazionale di formazione per<br />

i formatori OFS.....................................................313<br />

2. Spagna: Riunione della Presidenza CIOFS...........313<br />

3. Spagna - Capitolo nazionale elettivo ....................313<br />

4. R. D. del Congo - Costituita la Fraternità<br />

nazionale dell’OFS ..............................................313<br />

5. Austria - Visita e Capitolo nazionale ....................314<br />

6. Germania - Capitolo legislativo e Capitolo<br />

nazionale elettivo..................................................314<br />

7. Repubblica Ceca - Capitolo nazionale..................315<br />

8. Italia, Sicilia - 1 º Capitolo regionale<br />

delle Stuoie ...........................................................315<br />

9. Brasile - Visita e Capitolo nazionale<br />

dell’OFS ...............................................................315<br />

10. Brasile - I° Incontro internazionale<br />

della GiFra dell’America del Sud .........................316<br />

11. Italia - 4° Congresso Europeo della<br />

Gioventù francescana ...........................................316<br />

Fasc. III<br />

1. Indicazioni sulla formazione dei Religiosi<br />

alla conoscenza e assistenza dell’OFS e<br />

della GiFra ............................................................545<br />

2. Colombia - Seminario per Assistenti spirituali<br />

OFS .......................................................................549<br />

3. USA - Capitolo elettivo nazionale.........................549<br />

4. Croazia - In memoria di Fr. Kornelije Šojat,<br />

<strong>OFM</strong>, Assistente nazionale dell’OFS....................550<br />

5. Roma - Apertura dell’anno giubilare di santa<br />

Elisabetta...............................................................550<br />

6. Incontro di preghiera nella chiesa di S. Maria<br />

Mediatrice .............................................................550<br />

7. Polonia - Visita Fraterna e Pastorale .....................551<br />

8. Polonia - Seminario per Assistenti spirituali OFS.551<br />

EX OFFICIO<br />

PRO “JUSTITIA, PACE<br />

ATQUE INTEGRITATE CREATI”<br />

Fasc. I<br />

* Congreso internacional de “Justicia,<br />

Paz y Integridad de la Creación” .............119<br />

1. Crónica.............................119<br />

2. RelacióndelMinistrogeneral............125<br />

3. Documentofinale .....................135<br />

Fasc. II<br />

1. Sussidio.................................................................317<br />

2. Testi GPIC.............................................................318<br />

3. Statuti Peculiari.....................................................324


TABULA MATERIARUM<br />

619<br />

Fasc. III<br />

JPIC letter to animators ..............................................553<br />

E “SERVITIO PRO DIALOGO”<br />

Fasc. I<br />

1 Saluto del Ministro generale<br />

aSuaSantitàAlessioII ....................139<br />

2 Fr. J. R. Carballo in dialogo fraterno con<br />

i rappresentanti della Chiesa cattolica e<br />

della Chiesa ortodossa .....................139<br />

EX OFFICIO IURIDICO<br />

Fasc. I<br />

1. Activitas Officii Iuridici una cum Comm. Iuridica . 147<br />

Fasc. III<br />

1. Activitas Offici Iuridici una cum Comm.<br />

Iuridica (Nov.2005-Dec.2006) ..............................555<br />

AD CHRONICAM ORDINIS<br />

Fasc. I<br />

1. DeitineribusMinistriGeneralis .............149<br />

1. Visita a la Custodia Fray Luis Bolaños<br />

del Paraguay .........................149<br />

2. VisitaalasProvinciasdeArgentina.......150<br />

3. Visita alla Fondazione “Nostra Signora<br />

diFatima”inBrasile...................151<br />

4. Visita a la Provincia San Antonio en Bolivia. 152<br />

5. The Visit of the Minister General to the<br />

ProvinceofSaintFrancisinVietnam ......156<br />

6. Visita alla Provincia S. Maria delle Grazie<br />

in Sardegna ..........................160<br />

7. Visita alla Provincia S. Bernardino da Siena<br />

inAbruzzo...........................161<br />

8. Visita alla Provincia dei SS. Cirillo e<br />

MetodiodiZagrebinCroazia............163<br />

9. Visita alla Provincia dei SS. VII Martiri<br />

inCalabria ..........................164<br />

10. Visita a la Provincia de San Francisco<br />

enBrasil ............................167<br />

3. Incontro dei Ministri e Custodi<br />

conilDefinitoriogenerale..................170<br />

4. Inizio delle celebrazioni<br />

perl’VIIICentenariodiFondazione..........170<br />

5. Il Ministro generale in Udienza dal Santo Padre . 172<br />

6. Riunione della Conferenza Sud-Slavica .......173<br />

7. St. Isidore’s College passes to the General Curia 174<br />

8. Incontro della Conferenza<br />

dellaFamigliaFrancescana.................174<br />

9. Incontro con i “governi” delle Province <strong>OFM</strong><br />

inGermania.............................175<br />

10.Notitiaeparticulares.......................176<br />

Fasc. II<br />

1. De itineribus Ministri Generalis............................327<br />

1. Visita fraterna a la Provincia franciscana<br />

de Granada de Ntra. Sra. de Regla.................327<br />

2. Visita a la Provincia franciscana<br />

de Santiago de Compostela.............................328<br />

3. Centenario de la Restauración<br />

de los Franciscanos en Canarias....................331<br />

4. Visit of the Minister General to the “Province<br />

of the Holy Martyrs of Korea”........................332<br />

5. The Minister General attends the Chapter<br />

of Mats of the Prov. of the Immaculate<br />

Conception, USA.............................................334<br />

6. Il Ministro proclama eretta la nuova<br />

Provincia in Ungheria ....................................335<br />

7. Il Ministro partecipa all’incontro<br />

dei Novizi in Italia...........................................336<br />

8. Il Ministro partecipa al Capitolo delle<br />

Stuoie della Provincia di Venezia....................337<br />

9. Visita alla Provincia albanese<br />

“Zoja Nunciatë” .............................................338<br />

10. Il Ministro e il Definitorio generale<br />

nella Terra dei Fioretti....................................339<br />

11. XXVI Marcia francescana 2006 ......................340<br />

2. Giornata di studio alla PUA ..................................341<br />

3. Terzo incontro del Definitorio generale<br />

con i Presidenti delle Conferenze <strong>OFM</strong> ................342<br />

4. La Casa generale dei Frati Minori<br />

ha un “nuovo” volto ..............................................343<br />

1. Il significato dell’inaugurazione<br />

nelle parole del Ministro generale ..................344<br />

2. Presentazione “tecnica” dei lavori.................345<br />

5. Incontri dei Definitori delle Province italiane.......346<br />

1. Definitori delle Province del Sud Italia ..........346<br />

2. Definitori delle Province del Nord Italia ........347<br />

3. Definitori delle Province del Centro Italia .....348<br />

6. XIX Asamblea de las Conferencias<br />

Latino-Americanas Franciscanas ..........................349<br />

Fasc. III<br />

1. De itineribus Ministri Generalis ..............................557<br />

1. Visit to the Province of St. Mary, Queen of<br />

China, in Taiwan/Hong Kong .........................557<br />

2. Visit to Hong Kong and China ........................558<br />

3. Visit to the Province of India...........................559<br />

4. Visita a la Provincia de San Pedro y San<br />

Pablo de Michoacán de México......................560<br />

5. Visita a los Hermanos de Cuba.......................567<br />

6. Visita a Tierra Santa .......................................570<br />

7. Visita del Ministro General a tres<br />

Entidades del Brasil........................................572<br />

8. Encuentro con los Hermanos de la Provincia<br />

de Portugal .....................................................574<br />

9. Natale a Chianciano e a Cetona con il<br />

Ministro Generale...........................................576<br />

2. Incontro dei Ministri generali del 1° Ordine e<br />

del TOR e della CFF .............................................576<br />

3. Visita del Vicario generale alla Fondazione<br />

Francescana in Russia ...........................................577<br />

4. Assemblea Compi e nuovo Presidente della<br />

Conferenza............................................................579<br />

5. 550° anniversario della morte di san Giovanni<br />

da Capestrano........................................................580<br />

6. Incontro con i Visitatori generali...........................580<br />

7. Diario di viaggio in Cina.......................................582<br />

8. Notitiae particulares..............................................585<br />

BIBLIOGRAPHIA<br />

Fasc. I<br />

1. Libri...................................177<br />

2. Extracta................................178


620 AN. CXXV – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2006 – FASC. III<br />

3. Pubblicazioni del Direttore responsabile<br />

di“ActaOrdinis”.........................178<br />

Fasc. II<br />

1. Libri ......................................................................357<br />

Fasc. III<br />

1. Mons. Antonio Forte <strong>OFM</strong> ......................................591<br />

2. Anno 2006 mortui sunt ...........................................592<br />

Fasc. III<br />

1. Libri.........................................................................589<br />

NECROLOGIA<br />

Fasc. I<br />

1. Fray Rubén Camps Mezquida ...............181<br />

2. Fr. Valeriano Giordano. ....................182<br />

3. Fr. Regis Duffy ..........................183<br />

4. Fr. Bernardine Ward ......................184<br />

5. Fr. Joseph-Marie Legonou. .................185<br />

6. Anno 2004 mortui sunt ....................189<br />

7. Anno 2005 mortui sunt ....................184<br />

8. Anno 2006 mortui sunt ....................187<br />

Fasc. II<br />

1. Fr. Clément Schmitt..............................................359<br />

2. Fr. Stanislao Re .....................................................364<br />

3. Anno 2006 mortui sunt..........................................366<br />

CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA<br />

FR.JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.<br />

Fr. LUIGI PERUGINI Fr. GINO CONCETTI<br />

Director<br />

Director responsabilis<br />

Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965<br />

Impaginato dall’Ufficio Comunicazioni <strong>OFM</strong><br />

Stampato da<br />

TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S.<br />

in Tivoli - (RM)<br />

nel mese di gennaio dell’anno 2007

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