roberta lanfredini - scienzaefilosofia.it
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RECENSIONI&REPORTS recensione<br />
lavoro e minor consumo da una parte, maggiore autonomia e maggiore sicurezza<br />
esistenziali dall’altra, per tutti e per ognuno» (p. 64).<br />
Questo programma non intende ri‐stabilire una modal<strong>it</strong>à di rapporti sociali ed economici<br />
precap<strong>it</strong>alistici, non si richiama ai pregi di un’economia domestica né all’autarchia dei<br />
villaggi, ma – e questo sembra il contributo più interessante alla cr<strong>it</strong>ica sociale delle<br />
società contemporanee – a partire dalle trasformazioni (e crisi) interne del cap<strong>it</strong>ale, cerca<br />
di mostrare quali siano i margini di trasformazione del reale e di superamento del<br />
cap<strong>it</strong>alismo. «Il cap<strong>it</strong>alismo affonda da vent’anni in una crisi senza usc<strong>it</strong>a» che ha come<br />
proprie cause «la rivoluzione informatica, la smaterializzazione del lavoro e del cap<strong>it</strong>ale,<br />
l’impossibil<strong>it</strong>à crescente che ne risulta di misurare il “valore” dell’uno, dell’altro e delle<br />
merci» (p. 104). Il lavoro, all’interno del modo di produzione cap<strong>it</strong>alistico, è produttivo<br />
solamente quando valorizza un cap<strong>it</strong>ale; e può fare ciò soltanto nella misura in cui chi<br />
fornisce lavoro produttivo non consuma tutto il valore contenuto nel lavoro.<br />
Nell’organizzazione propria del postfordismo, lo sviluppo costante del settore dei servizi<br />
fa sì che sia sempre meno il lavoro capace di valorizzare e di accrescere il cap<strong>it</strong>ale, il<br />
quale, per valorizzarsi, diviene in misura sempre maggiore cap<strong>it</strong>ale finanziario. Il cap<strong>it</strong>ale<br />
finanziario crea – non produce – denaro gonfiando bolle speculative: «ogni bolla<br />
speculativa finisce, presto o tardi, per scoppiare e trasformare in deb<strong>it</strong>i gli attivi finanziari<br />
senza base reale […] l’esplosione di una bolla comporta normalmente dei fallimenti a<br />
catena – al lim<strong>it</strong>e, il crollo del sistema bancario mondiale» (p. 107).<br />
Ma il cap<strong>it</strong>alismo in crisi – come si è già detto – sta producendo da sé ciò che porterà alla<br />
sua estinzione: Gorz fa riferimento ai dig<strong>it</strong>al fabricators o fabbers (mezzi tra i più<br />
sviluppati dell’industria contemporanea) e alla loro portata economico‐pol<strong>it</strong>ica «come<br />
macchine che non sottomettono l’uomo alle loro esigenze, dunque non sono più un<br />
mezzo di dominio, e come robot che non si lim<strong>it</strong>ano ad automatizzare un processo di<br />
lavoro determinato» (p. 111). La creativ<strong>it</strong>à che può venir fuori da un utilizzo free di questi<br />
strumenti potrebbe condurre a un’economia non basata più sul lavoro produttivo e<br />
valorizzante ma sull’economia della gratu<strong>it</strong>à, ovvero «un’economia largamente<br />
demonetarizzata, che non si regge più sui cr<strong>it</strong>eri della redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à dell’economia<br />
d’impresa, ma sul cr<strong>it</strong>erio dell’“util<strong>it</strong>à”, della desiderabil<strong>it</strong>à delle produzioni» (p. 112). È<br />
un’«utopia concreta», come la definisce lo stesso Gorz, quella del superamento della<br />
nozione di lavoro produttivo e valorizzante, ma un’utopia che risulta necessaria nel<br />
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