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Sulle orme del Pellicano #3

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

Tutte la corrispondenza di quel periodo è contraddistinta da un profondo senso di amarezza,<br />

dovuto soprattutto al fatto di sentirsi “traditi” dalla nazione che gli Scaut servivano.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

Il LUPERCALE termina tutte le sue attività<br />

nel 1940 sotto la pressione <strong>del</strong>la polizia<br />

fascista. Si continuerà a festeggiare il San<br />

Giorgio in maniera epistolare, tutte le<br />

lettere cominciano con “Dalla deserta<br />

Rupe <strong>del</strong> Consiglio...”. Nel lavoro si dedica<br />

all’organizzazione industriale, con speciale<br />

riguardo alla meccanica di precisione e<br />

diventa dirigente d’azienda; deposita<br />

diversi brevetti industriali italiani ed esteri.<br />

Consegue i brevetti di Pilota Civile e di<br />

Volo a Vela.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

Nella lettera qui sopra, di<br />

Falco Nero da Udine ,tutti i<br />

riferimenti allo scautismo<br />

sono “criptati” per paura<br />

<strong>del</strong>la polizia politica.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

La rinascita<br />

Alla fine <strong>del</strong>la seconda guerra modiale tutti gli aderenti al<br />

LUPERCALE lavorarono per la rinascita <strong>del</strong> movimento.<br />

1945. Alla ripresa<br />

<strong>del</strong>le attività è Vice<br />

Delegato per l’Alta<br />

Italia e ricostituisce<br />

la Sezione <strong>del</strong><br />

C.N.G.E.I di Milano.<br />

1946. È Vice<br />

Commissario<br />

Regionale per il<br />

Veneto e poi per<br />

l’Emilia.<br />

1947. Fonda la<br />

Sezione di Pieve di<br />

Cadore. Capo <strong>del</strong><br />

Contingente C.N.G.E.I.<br />

al 6° Jamboree di<br />

Moisson (Francia) - il<br />

Jamboree <strong>del</strong>la Pace.<br />

È nominato Senior<br />

d’Italia.<br />

1948. È Commissario<br />

Regionale per<br />

l’Emilia Romagna.<br />

1949. È Commissario Regionale per la Lombardia, fonda la Sezione di Pavia, partecipa come Capo<br />

Contingente al Rover Moot di Skjak in Norvegia, il 24 Aprile 1949 è nominato Cavaliere <strong>del</strong>l’Ordine<br />

di San Giorgio.<br />

1950. Frequenta la Scuola Capi Francese "Cappy" a Tlemcen in Algeria dove ottiene il brevetto di<br />

Lupettista.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

1951. Insegna alla Scuola Capi<br />

G.N.G.E.I. di Sori (GE) collabora con il<br />

Direttore Antonio Viezzoli facendo<br />

parte <strong>del</strong>la leggendaria "Pattuglia<br />

Gigliucci". Il 24 Aprile 1951 ottiene la<br />

nomina a Collare <strong>del</strong>l’Ordine di San<br />

Giorgio.<br />

1952. È Vice Capo Scaut <strong>del</strong> C.N.G.E.I.<br />

1953. Frequenta 216° Corso Capi di<br />

Gilwell, dove ottiene il Brevetto di<br />

"Woord Badge" (brevetto N° 14.727<br />

<strong>del</strong> 23 Marzo 1954). Capo Contingente<br />

al Rover Moot di Kandesterg in<br />

Svizzera. Partecipa alla Conferenza<br />

Internazionale di Scautismo a Vaduz<br />

nel Liechtenstein. Insegna alla Scuola<br />

Capi di Opicina.<br />

1954. Il 18 Giugno ottiene il Brevetto<br />

di “Deputy Camp Chief” - primo per il<br />

C.N.G.E.I. in Italia da: J. Thurman e<br />

D.C. Spry (brevetto N° 1652). Il conseguimento<br />

<strong>del</strong> brevetto pone la Scuola<br />

Capi <strong>del</strong> C.N.G.E.I. nelle condizioni di<br />

rilasciare Brevetti Internazionali<br />

seguendo la numerazione di Gilwell.<br />

È nominato Commissario Centrale<br />

alla Branca Rover <strong>del</strong> C.N.G.E.I., branca<br />

che rifonda,<br />

dandogli nuovo impulso e metodo.<br />

Nel 1956 Marzot è<br />

Capo sottocampo Rover al 3°<br />

Campo Nazionale <strong>del</strong> C.N.G.E.I a<br />

Rasiglia (Umbria).<br />

Sotto la sua guida nasce la rivista<br />

di branca rover “Veglie”.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

1957. Partecipa alla Conferenza<br />

Internazionale di Scautismo a<br />

Cambridge.<br />

1958. Portatore di grandi esperienze,<br />

gran conoscitore <strong>del</strong>le problematiche<br />

internazionali è nominato<br />

Commissario Internazionale <strong>del</strong><br />

C.N.G.E.I.<br />

1959. Partecipa al triunvirato con<br />

Pirotta e Tagliati per assicurare la<br />

continuità nella direzione <strong>del</strong><br />

C.N.G.E.I. dopo le dimissioni da Capo<br />

Scaut di Cesare Rossi.<br />

1960. Il 25 Febbraio è nominato Capo<br />

Scaut <strong>del</strong> C.N.G.E.I.<br />

1961-1962. È Membro <strong>del</strong> Comitato<br />

Europeo <strong>del</strong>lo Scautismo Mondiale.<br />

1962. Maggio, dimissioni da Capo<br />

Scaut CNGEI.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

1965. Dopo anni di riflessione<br />

e preparazione l’otto giugno<br />

con Rogito <strong>del</strong> Notaio<br />

Misurale N° 16665<br />

Repertorio N° 215322 registrato<br />

il 22 giugno 1965<br />

fonda l’Assoraider -<br />

Associazione Italiana di<br />

Scautismo Raider con sede<br />

in Roma Via Urali, 15. I soci<br />

fondatori sono: Ing. Aldo<br />

Marzot (Presidente); Sig.na<br />

Caterina Baldi, Dr. Ruggero<br />

Cocorda, Sig. Guido Cafiero,<br />

Maggiore Gino Mancinetti<br />

(Consiglieri). Primo<br />

Presidente d’Onore è<br />

l’Onorevole Luigi Durand De<br />

La Penne.<br />

L’ASSORAIDER<br />

Aldo Marzot, anche alla luce <strong>del</strong>le sue esperienze lavorative e<br />

degli studi sulle professionalità future compiuti per conto<br />

<strong>del</strong>l’Ufficio Mondiale di Ginevra, intuì che la quarta branca non<br />

sarebbe dovuta essere un pezzo dopo o un pezzo prima <strong>del</strong>la<br />

branca esploratori o <strong>del</strong>la branca rover.<br />

Egli pensò che ai fini <strong>del</strong>l’effettivo ed indolore ingresso dei<br />

giovani nella vita, nella società, nel mondo <strong>del</strong> lavoro occorresse<br />

una branca che agevolasse tali obiettivi. Quindi una<br />

branca indipendente dalle altre che fosse l’anello di giunzione<br />

fra lo scautismo tradizionale ed uno scautismo più idoneo ai<br />

tempi. Uno scautismo che riuscisse a tenere il passo con la<br />

società degli uomini che aveva subito, nel novecento. un’accelerazione,<br />

in termini di progresso, che nessun secolo aveva<br />

mai registrato.<br />

La primissima idea fu quella<br />

di creare dei<br />

“Raider club”.<br />

Le branche giovanili non<br />

erano assolutamente<br />

previste.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

Egli pensò ad una branca composta<br />

da giovani impegnati in imprese difficili<br />

e fuori dal comune. Il cui campo di<br />

attività spaziasse dal campo scientifico<br />

al tecnico, dall’artistico al sociale<br />

senza tralasciare il mondo <strong>del</strong>lo spirito.<br />

Pensò ad una branca composta da<br />

giovani che si preparano con serietà e<br />

responsabilità a svolgere il proprio<br />

servizio di Uomo Scaut all’interno<br />

<strong>del</strong>la Società degli Uomini operando<br />

selettivamente sulle proprie inclinazioni,<br />

scegliendo al di fuori <strong>del</strong>l’assillo<br />

<strong>del</strong>la ricerca <strong>del</strong> posto di lavoro, una<br />

congegnale specializzazione o trasformando<br />

il proprio hobby in un produttivo<br />

apporto ad un apposito programma<br />

o impresa.<br />

La quarta branca, da sola, non poteva,<br />

però, risolvere il problema.<br />

Occorreva dare interesse ai più grandi<br />

dilatando sino ai trenta anni l’età di<br />

permanenza all’interno di essa. Ed<br />

occorreva, anche, ridurre le età dei<br />

lupi, degli scaut e dei rover per anticipare<br />

la naturale precocità <strong>del</strong>le generazioni<br />

rispetto alle precedenti.<br />

La quarta branca, il Raiderismo, pertanto,<br />

riesce a saldare, con caratteristiche<br />

proprie originali, il metodo<br />

scaut nell’ultimo periodo evolutivo<br />

<strong>del</strong> giovane concorrendo, nel contempo,<br />

a formare l’individuo maturo. A<br />

formare, al termine <strong>del</strong>la progressione<br />

evolutiva scaut, l’Uomo Libero che<br />

saprà inserirsi da protagonista nella<br />

Società degli Uomini.<br />

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<strong>Sulle</strong> <strong>orme</strong> <strong>del</strong> <strong>Pellicano</strong><br />

Il Raiderismo<br />

“ … da Raider, cioè partecipante ad un Raid. … “. Così Aldo Marzot<br />

presentava il Raiderismo. E per Raid non intendeva né la veloce e<br />

audace azione bellica, né la spregiudicata speculazione di titoli e<br />

valori. Anche se di entrambe, probabilmente, apprezzava le difficoltà,<br />

la preparazione, l’abilità, l’efficienza, la professionalità e la<br />

velocità. Per Raid intendeva la realizzazione di un’ Impresa non<br />

comune, dopo averla ideata, studiata ed organizzata. Un’Impresa<br />

imperniata sull’altruismo, sulla fratellanza e sull’utilità sociale. Una<br />

Impresa che per competenza, capacità e responsabilità può essere<br />

osata solo da pochi. Una sfida che non sa placarsi, che brucia con la<br />

passione. Una sfida per violare e frantumare i propri limiti. Per guardare<br />

sempre più in alto.<br />

E per Raid intendeva una organizzazione, un’entità, un gruppo di<br />

scaut che finalizza il raggiungimento di un obiettivo non facile comune<br />

a tutti i suoi aderenti. Una unità di scaut che si impegna al limite<br />

<strong>del</strong>le proprie capacità dopo<br />

essersi preparato e specializzato.<br />

Che sceglie i propri interessi<br />

in relazione alle inclinazioni<br />

dei suoi componenti spaziando<br />

dalle scienze alle tecniche,<br />

dalle arti allo spirito, dal<br />

lavoro allo sport ed al tempo<br />

libero. Che privilegia l’impegno<br />

nel sociale e nell’ambiente, la<br />

ricerca scientifica, il progresso<br />

e le innovazioni in ogni<br />

campo. Che sente il fascino<br />

<strong>del</strong>la sfida, <strong>del</strong>l’avventura. Che<br />

vuole affrontare, per approfondire<br />

il noto e scoprire l’ignoto.<br />

Il Raiderismo é, pertanto, una originale, esigente ed impegnativa<br />

forma di scautismo che prevede uno stile di vita improntato alla<br />

franchezza, alla generosità, all’amore incondizionato per la Libertà.<br />

E’ la naturale ed ovvia giunzione fra lo scaut ancora giovane e lo<br />

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