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Fabrizio Bonera - CAI Manerbio

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Trovatesi sole in un paese cosparso di cadaveri, le due donne cercarono rifugio<br />

altrove, dirigendosi verso Magasa. Qui furono respinte per paura del contagio, così<br />

esse dovettero proseguire dirigendosi verso Tignale. La fatica fu fatale ad una delle<br />

due donne che morì di stenti lungo il cammino, mentre l’altra giunse a Tignale, dove<br />

trovò buona accoglienza.<br />

Alla sua morte ella lasciò in eredità la terra che possedeva a Droane, subordinando il<br />

lascito all’osservanza di una clausola: ogni anno il 26 giugno – giorno di San Vigilio –<br />

doveva essere celebrata una messa in suo suffragio e al termine di essa andava<br />

distribuito un quintale di pane destinato a coloro che vi avevano assistito.<br />

Ancora oggi questa clausola viene rispettata e, nel giorno stabilito, il parroco sale alla<br />

chiesetta di San Vigilio a rinnovare il rito tradizionale.<br />

Il maestro Vito Zerbi conferma questa versione del racconto orale nel suo “Miti e<br />

leggende di Magasa e della Valvestino” e vi aggiunge la seguente nota storica sulla<br />

consuetudine che deriva dal legato:<br />

“Fin verso al 1814, incaricati del Comune di Tignale controllavano la disposizione<br />

testamentaria e soprintendevano alla regolare distribuzione del pane.<br />

Successivamente subentrò il Comune di Turano al quale compete ancora oggi. La<br />

messa venne celebrata dall’arciprete di Tignale fino al 1785, poi dal parroco di Turano:<br />

ancora oggi o lui o un suo delegato si reca in quel luogo solitario a soddisfare il pio<br />

desiderio della buona vecchietta. Per quanto riguarda la diffusione della peste in<br />

Droane, anni fa il defunto e compianto dott. Bonfreschi di Gargnano osservava allo<br />

scrivente che vari di questi casi erano facilmente epidemie di altra natura che oggi si<br />

potrebbero ben curare: spagnola, asiatica etc. E’ pure da tener presente che, in<br />

occasione della funzione religiosa il 26 giugno, sul colle di San Vigilio in Droane si<br />

benedice pure l’ossario dei morti per la peste: è posto sotto il pavimento della vecchia<br />

chiesa e sormontato da una croce di cemento”.<br />

FORNEL<br />

Sono una serie di casupole in stato di completo abbandono. In questo posto tanto<br />

isolato, senza strada, senza corrente elettrica e senza alcuna comodità, fino a circa<br />

quindici anni or sono risiedeva una famiglia. Per libera scelta: papà, mamma e tre figli<br />

piccoli. Da qui, al mattino, il papà accompagnava i figli più grandi a scuola; il primo<br />

tratto a piedi e poi a cavallo fino a raggiungere la strada provinciale per prendere<br />

l’autobus.<br />

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