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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PARMA - IPASVI - La Spezia

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A riportarmi con i piedi per terra, confermandomi che certi stereotipi sono duri a morire e che per<br />

gli infermieri ci sarà ancora molto da lavorare per promuovere una nuova immagine della<br />

professione, ci ha pensato la campagna pubblicitaria per la nuova linea di abbigliamento di Matteo<br />

Cambi (l'ex di Guru, delle cui vicende personali non intendo trattare in questa sede).<br />

Una camera d'ospedale con il bianco che domina, una figura femminile in un camice () che<br />

evidenzia le curve quanto basta ed ecco servito in una nuova veste un piatto oramai cotto in tutte le<br />

salse: il vecchio stereotipo dell'infermiera sexy, più svestita che vestita, e in questo caso pure con<br />

un'aria un po' maledetta (pupazzo, tatuaggi e allusioni varie fanno il resto). Di fronte a questa<br />

immagine mi sono dapprima chiesto come si potesse pubblicizzare in questo modo una nuova linea<br />

di capi d'abbigliamento; poi, non trovando immediatamente una risposta e concludendo che le vie<br />

della pubblicità, come quelle del Signore, sono probabilmente infinite, mi sono reso conto una volta<br />

di più che è ancora lunga la strada che gli infermieri devono compiere per un pieno riconoscimento<br />

sociale, del proprio ruolo, della propria figura, della professione in generale. Con questo lavoro<br />

spero di poter dare il mio piccolo contributo alla causa.<br />

Per chiudere tuttavia con una nota positiva, mi pare significativo segnalare un paio di iniziative a<br />

favore della professione. <strong>La</strong> prima viene da un ospedale della Liguria, dove è stato introdotto un<br />

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