ANNO 13 - NUMERO 41 Primavera 2008 - Okinawa goju-ryu

Tora Kan Dojo Anno 13° n. 41
Rubrica a cura di Alessandro Hakuyu Romagnoli
Gentilissimo Esperto, al termine di un intenso allenamento di karatemi compaiono delle macchie rosse
nella parte alta della fronte, proprio al centro: a cosa pensa sia dovuto
N.B. Forse le è utile sapere che pratico lo stile della Grunge Bianca
(Odelio)
Caro Odelio,
lo stile da lei praticato di certo non aiuta, ad ogni modo certe irritazioni possono avere diverse cause, si provi lei
a verificare quali tra le seguenti potrebbe riguardarla.
- Chimica
Un uso smodato, ad esempio, di detergenti (specialmente se con principio attivo all’uranio) prima
dell’allenamento, potrebbe rivelarsi una pessima scelta strategica, anche perché magari quel
cattivo odore che sente probabilmente proviene dai piedi per cui è del tutto inutile che si sfreghi con cotanto
impegno il viso;
- Fisiche (Ustioni)
Tenga un diario degli esercizi che compie, in maniera dettagliata, poiché s’è notato che ripetuti suriasci
(immagino conosca la terminologia tecnica o tennica che dir si voglia) eseguiti con la parte sbagliata del corpo
sono sconsigliati sin dall’antichità [Vedasi l’opera “A jacozzuì donato non guardar le nocche” del XIII sec.].
Le cito dunque a tale proposito alcune parti con cui assolutamente bisognerebbe evitare di praticare lo zuriasci:
nuca, glutei, perineo, l’obi degli orecchii, e per l’appunto l’obi frontali.
- Microbiche
Vale a dire non vi grattate dove non si conviene quando non sapete che fare e poi colti dall’imbarazzo sfregarvi
il viso come a simulare timidezza o pensieri gravi.
- Parassitarie
Questa causa suggerisce di non indugiare ancora nell’esser mantenuti dai vostri genitori ché altrimenti quando
chiedete la paghetta al babbo, egli continuerà a poggiarvela con colpo secco sulla vostra bella fronte di studentello
spensierato.
Questi sono solo alcuni suggerimenti che le offro ma altre cause ancora potrebbero esservi per certe dermatiti.
A tale proposito La invito comunque a gurdarsi dagli Uché..vvoi (termine che definisce il compagno con cui si
praticano gli esercizi).
Infatti, come si narra nell’ormai fin troppo noto e abusato volumetto per iniziati all’arte marziale, dal titolo sobrio
“Sarà, ma a me mi dòle il fegato lo stesso” del II sec. dell’Era di Buddha meno quattro lustri dell’Era di
Cristo, si evince una santa lezione, direi addirittura fondamentale per chi si addentra nel fantasmagorico mondo
del kara-te!-bella-mia.
“… Quando il VetustoEMaiStanco Maestro ci ebbe sfinito il fiato con esercizi d’ogni genere, tipo preparazione
della parete da riverniciare; dissotterrare i plichi segreti dalla buca sotto il quinto tata-ta-tami a sinistra dello
showman per risotterrarli sotto il primo tata-ta-tami alla destra dello showman; pigliare a cacato-fuma-come
sugli alluci l’ultimo allievo in grado; sverniciare le pietre su cui il MaiTroppoVenerato Maestro si applicava
(Continua a pagina 29)
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