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orbite culturali - Gagarin Magazine

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Chissà perché mi aspettavo un edificio moderno,<br />

con vetrate, uffici, sale lucide e<br />

ordinate. M’avevano detto: «Guarda che<br />

è un museo conosciuto a livello internazionale,<br />

che collabora con le università, che promuove<br />

mostre laboratori libri. Ed ora è incredibilmente a<br />

rischio di chiusura…». Mi ero quindi immaginato<br />

la tipica «struttura» architettonicamente efficiente,<br />

razionale, funzionale (o «polifunzionale»,<br />

che riempie di più la bocca…). No, nulla di tutto<br />

questo.<br />

Il Centro Gioco Natura Creatività La Lucertola<br />

sta in una grande casa, coi muri grossi, circondata<br />

da una striscia di giardino a ridosso di<br />

una anonima cancellata. Una vecchia<br />

casa come quelle dei nonni,<br />

dall’aria familiare, come ce ne<br />

sono ovunque nelle periferie<br />

romagnole, tant’è che appena<br />

svoltato in via Conti, alle<br />

porte di Ravenna, avrei tirato<br />

dritto se non avessi scorto<br />

un piccolo parco giochi<br />

nel cortile del civico n°1.<br />

Il Centro è al primo piano. Vi si<br />

accede da una scala resa angusta<br />

dalle montagne di oggetti disposti<br />

ovunque, arrampicati sulle<br />

pareti, pendenti dal soffitto. Giochi semplici,<br />

artigianali, in legno o carta: non si vede ombra<br />

di plastica. Mi colpisce il senso di quotidiano<br />

disordine ordinato, come quello che c’era a<br />

casa mia quando mio figlio aveva 8 anni, dove<br />

il posto degli oggetti non è legato alla visibilità,<br />

ma alla loro fruibilità. «Strano – penso – per un<br />

museo».<br />

Roberto Papetti è impegnato in una fitta conversazione<br />

con alcune sue assistenti. Mi vede,<br />

All’inizio era un<br />

museo tradizionale,<br />

guardare e non toccare.<br />

Ora invece è uno spazio<br />

vivo, che si muove in<br />

continuazione<br />

mi saluta e scusandosi mi chiede d’aspettare.<br />

Mentre attendo, mi guardo attorno, confermando<br />

l’impressione avuta all’ingresso: giochi<br />

d’ogni genere sparsi ovunque. Ci sono scaffali<br />

sì, ma anche tavoli da lavoro, arnesi. Aleggia<br />

un’atmosfera da soffitta piena di roba, tutta da<br />

scoprire, o da laboratorio incasinato di un retrobottega.<br />

Papetti è un uomo dai lineamenti scarni e<br />

dall’espressione seria, concentrata. Comincia<br />

col raccontarmi la storia del Centro, uno dei<br />

primi nati in Italia, 28 anni fa, come Centro di<br />

ecologia per bambini, nell’ambito del Centro di<br />

educazione ambientale, voluto da illuminati<br />

amministratori comunali che credevano<br />

nella sperimentazione didattica<br />

e nella salvaguardia del<br />

territorio. Un luogo dove controbattere<br />

l’offensiva consumistica<br />

del giocattolo usa e<br />

getta che rende il bambino<br />

schiavo, viziato, pigro, incapace<br />

di crescere. Mi racconta<br />

del primo cantiere di costruzione<br />

di giocattoli ecologici<br />

dal quale nacque una mostra che<br />

riscosse grande successo a livello<br />

nazionale. Da qui, dal legame tra scienza<br />

e fantasia creativa, venne l’idea del Museo e<br />

dei Laboratori che oggi coinvolgono centinaia<br />

di classi nelle scuole di 12 Comuni della provincia<br />

ravennate.<br />

«All’inizio – dice Papetti – era un museo tradizionale,<br />

dove potevi guardare e non toccare.<br />

Non andava. Lo abbiamo trasformato in museo<br />

aperto: i bambini prendono quello che vogliono,<br />

giocano, lo arricchiscono di nuove opere. È un<br />

museo vivo, che si muove in continuazione».<br />

Papetti cita Canetti e illustra i percorsi educativi<br />

che nascono dall’osservazione del modo di<br />

giocare nella società di massa. Mi parla di ecologia<br />

della mente, citando Bateson, e dell’importanza<br />

didattica della strada. Poi mostra<br />

alcuni dei progetti avviati con Hera per creare<br />

con materiali riciclati. Quindi tira fuori un gioco<br />

indios trovato in Amazzonia identico al Rompicapo<br />

del Giogo in voga in Romagna secoli fa.<br />

E mi fa capire la cultura, la storia, il fascino che<br />

stanno dietro una semplice trottola, lanciandone<br />

alcune sul pavimento.<br />

Il Centro lavora principalmente con le scuole,<br />

ma realizza anche mostre itineranti, forma insegnanti,<br />

collabora con le università, produce<br />

libri e cura collane editoriali. È un punto d’eccellenza<br />

dell’innovazione pedagogica, tant’è<br />

che negli ultimi anni è stato oggetto di ben 5<br />

tesi di laurea.<br />

E tutto questo rischia di chiudere Perché Al<br />

piano terra c’è un asilo che il Comune ha deciso<br />

di trasferire in una «struttura» moderna ed efficiente,<br />

contemporaneamente Papetti è giunto<br />

all’età della pensione. Facile per l’ente pubblico<br />

fare uno più uno: si trasloca tutto. Così si può<br />

vendere la casa di via Costa. Ma gli operatori<br />

e gli utenti non ci stanno. Perché significa far<br />

perdere l’identità, il senso stesso del Centro.<br />

L’atmosfera che si respira qui fa parte integrante<br />

del suo progetto pedagogico, di museo vivo,<br />

aperto, di Centro di ecologia per bambini. A<br />

cambiare sede si compromette irreparabilmente<br />

questo progetto. Gli operatori hanno avviato<br />

una raccolta firme, mentre Papetti ha lanciato<br />

la controproposta: perché non dare il pianterreno<br />

al Centro che ha bisogno di allargarsi<br />

I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro de<br />

La Lucertola.<br />

6/10 gagarin n. 4<br />

musica arte gusto teatro libri shopping bimbi cinema<br />

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