Valutazione ambientale strategica - Comune di Arezzo

More documents

Recommendations

Info

Arezzo ha provveduto ad attuare e, dove ritenuto opportuno, aggiustare quanto dimensionato dalla Provincia di Arezzo per l’ambito territoriale comunale. In considerazione del fatto che il “Dimensionamento” adottato dalla Prov. di Arezzo fa riferimento ai volumi previsti dalla Regione Toscana per gli “Inerti di Pregio” e “Non di Pregio” solo fino al 2012, e che la provincia coerentemente con questi ha individuato le aree estrattive sufficienti a garantire la produzione di aggregati per il periodo definito a livello regionale, l’amministrazione comunale ha provveduto alla perimetrazione di dettaglio delle aree da destinare ad attività estrattiva individuate nella Carta delle prescrizioni localizzative delle Aree Estrattive. L’attività di definizione del quadro di riferimento territoriale, rispetto al quale saranno valutate le scelte e gli obiettivi della variante di adeguamento al PAERP, assume come presupposto conoscitivo i risultati dell’analisi condotta per la redazione del P.S. della Comune di Arezzo. In linea con quanto sopra esposto, gli elementi strutturanti del territorio, individuati nell'ambito del Piano Strutturale, vengono fatti propri all'interno dell’atto di adeguamento del PAERP quali elementi condizionanti delle scelte e come indicatori dello stato dell'ambiente in relazione all'attività estrattiva, sia in essere che futura. Il Piano Strutturale, in tal senso, diviene il quadro di riferimento per il costante aggiornamento del rapporto sullo stato attuale dell'ambiente e contemporaneamente per la verifica del rispetto dei principi di tutela ambientale e territoriale dallo stesso Piano individuati. 1. DEFINIZIONE DEGLI OBBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI DAL REGOLAMENTO URBANISTICO – ATTO DI ADEGUAMENTO DEL S.U. AL P.A.E.R.P Nell’ambito della definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, l’atto di adeguamento del PAERP, si confronta con le direttive e le indicazioni in materia ambientale, stabilite a diversi livelli istituzionali. Il principio ispiratore è costituito dallo sviluppo sostenibile dell’attività di cava, nel rispetto di quelle che sono le componenti strutturanti, fisiche ed antropiche, del territorio comunale: in tale ottica l’obiettivo perseguito è rappresentato dal conseguimento del minore impatto sul territorio nel rispetto dello sviluppo sociale ed imprenditoriale. L’attuazione del principio di Sostenibilità comporta il riconoscimento, in via preliminare, di quelli che sono gli elementi che racchiudono l’identità del territorio e del paesaggio aretino; elementi per i quali è necessario portare avanti logiche di valorizzazione, tese a contenere l’inevitabile impatto indotto su di essi dall’introduzione di nuovi bacini di cava. 3 RAPPORTO AMBIENTALE
Al di là di queste considerazioni generali è opportuno tener presente che, nella definizione delle scelte e degli obiettivi della pianificazione comunale dell’attività estrattiva, è stato necessario confrontarsi con alcune problematiche specifiche del territorio aretino. Le problematiche a cui si fa riferimento sono da ricondursi essenzialmente ad un uso equilibrato della risorsa ed alla difficoltà di avviare interventi di recupero oltre che efficaci azioni per il riutilizzo dei residui recuperabili e lo smaltimento ed il trattamento dei rifiuti pericolosi, generati dall’attività di escavazione. Le criticità evidenziate, in relazione soprattutto allo sviluppo sostenibile, sono state affrontate anche sulla scorta dei principi che hanno condotto alla stesura della L.R.T. n. 1/2005, principi ai quali la variante di adeguamento al PAERP fa esplicito riferimento. Una problematica specifica, legata all’attività estrattiva è costituita dalla gestione dei materiali di risulta provenienti dall’attività di scavo; gli effetti di tali elementi di criticità sono in genere amplificati anche dalla scarsa chiarezza del quadro normativo di riferimento e dalla mancanza di una definizione univoca e precisa di cosa debba intendersi con il termine “rifiuto”. Qualunque considerazione sul tema della gestione dei materiali di scavo parte dal presupposto che per terre e rocce da scavo si deve intendere un materiale originato dall'attività di scavo di terreni vergini, dove sono assenti, frammenti o frazioni di materiali inerti di origine antropica. Esiste dunque una diffusa ed oggettiva difficoltà ad operare, senza coinvolgere materiali inerti di origine antropica, che contrasta con la normativa che, considerandoli rifiuti, ne vieta in assoluto la presenza nei materiali di scavo. Le operazioni di scavo dovrebbero, quindi, essere realizzate facendo in modo da attuare modalità operative di cantiere tali da gestire separatamente le terre e rocce e i rifiuti inerti da demolizione. Qualora questi fossero presenti in quantità significative il materiale deve necessariamente essere considerato un rifiuto e come tale essere soggetto a smaltimento e/o recupero a meno che, come confermato dalla giurisprudenza nell’interpretazione data all’articolo 14 del Decreto Legge 138/2002, tali materiali non siano interamente riutilizzati in loco. La normativa nazionale, attualmente in vigore, ha recepito le direttive comunitarie in materia di gestione dei rifiuti provenienti dall’attività di escavazione. Di eseguito si riporta un estratto dell’articolo 186 del D.Lgs. 4/2008, all’interno del quale è stabilito che: 1. Le terre e rocce da scavo, anche di gallerie, ottenute quali sottoprodotti, possono essere utilizzate per reinterri, riempimenti, rimodellazioni e rilevati purché: a) siano impiegate direttamente nell'ambito di opere o interventi preventivamente individuati e definiti; b) sin dalla fase della produzione vi sia certezza dell'integrale utilizzo; 4 RAPPORTO AMBIENTALE
Page 1 and 2: Piano Regolatore Generale 2003 Rego
Page 3 and 4: Piano Regolatore Generale 2003 -Sin
Page 5 and 6: VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA P
Page 7 and 8: livelli decisionali o altrimenti ac
Page 9 and 10: adattare i perimetri all’effettiv
Page 11 and 12: Piano Regolatore Generale 2003 -Rap
Page 13: RAPPORTO AMBIENTALE Premessa L’at
Page 17 and 18: 2. STRUTTURA DELL’ATTO DI ADEGUAM
Page 19 and 20: Promuovere idonei sistemi per la tr
Page 21 and 22: All'interno della “carta delle ar
Page 23 and 24: 2.4 Individuazione del sistema di a
Page 25 and 26: certificati; 6 favorire ed incentiv
Page 27 and 28: dovranno fare riferimento specifico
Page 29 and 30: comunale. La coerenza del l’atto
Page 31 and 32: localizzative e che all’interno d
Page 33 and 34: 1 attività di cava 2 recupero dell
Page 35 and 36: COERENZA DELL’ATTO DI ADEGUAMENTO
Page 37 and 38: imodellamento finale del terreno e
Page 39 and 40: 4.1. Metodologia e riferimenti per
Page 41 and 42: LE VARIANTI DEI TIPI DI PAESAGGIO A
Page 43 and 44: coloniche; opposizione che non è m
Page 45 and 46: dell’attività estrattiva in aree
Page 47 and 48: sui pozzi comunali, data la diffusi
Page 49 and 50: Questa diversa intensità e localiz
Page 51 and 52: molto utile per verificare l’anda
Page 53 and 54: Giacimenti situati in ambiti paesag
Page 55 and 56: 3) Deterioramento della pavimentazi
Page 57 and 58: Estensione delle aree estrattive ri
Page 59 and 60: Percentuale Aree estrattive/classi
Page 61 and 62: stata assolutamente insufficiente a
Page 63 and 64: La percentuale di aggregato da recu
Page 65 and 66:
Tab. 3 COMPONENTE SISTEMICA STATO A
Page 67 and 68:
TAB.5 Pianure (C-G) Elementi di val
Page 69 and 70:
irreversibile, reversibile a breve
Page 71 and 72:
Valuta l’impatto delle attività
Page 73 and 74:
1 valutare l'efficacia delle azioni
show all

Valutazione ambientale strategica - Comune di Arezzo

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?