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scarica la rassegna stampa completa del 20 Luglio 2013

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pressunE<br />

S°Ierld CAS<br />

Direttore Responsabile: Roberto Napoletano<br />

<strong>20</strong>/07/<strong>20</strong>13<br />

Periodicità: Quotidiano<br />

Tiratura: 331.753<br />

Diffusione: 262.360<br />

Dove oneHemo megHe e dove pegffie<br />

Le città italiane non sono Detroit<br />

ma l'Italia non è <strong>la</strong> California<br />

di Gianni Trovati<br />

e città italiane non sono Detroit, e<br />

questo è un bene perché nemmeno i<br />

casi più p<strong>la</strong>teali di deindustrializza-<br />

__azione hanno spopo<strong>la</strong>to interi quartieri<br />

a tempo di record come accaduto nel<strong>la</strong><br />

città <strong>del</strong> Michigan. L'Italia, però, non è nemmeno<br />

<strong>la</strong> California, che in tre anni è passata<br />

dall'orlo <strong>del</strong> fallimento a un bi<strong>la</strong>ncio muscoloso<br />

in cui si discute su come utilizzare il<br />

surplus. Tra i conti pubblici statunitensi e <strong>la</strong><br />

nostra finanza locale, <strong>la</strong> differenza fondamentale<br />

è nel ritmo.<br />

La Detroit italiana, ovviamente, è Torino,<br />

che nel Novecento è cresciuta intorno all'automobile<br />

e ha vissuto sul<strong>la</strong> propria pelle <strong>la</strong><br />

crisi, mondiale e italiana, <strong>del</strong>le quattro ruote.<br />

Nessun quartiere, però, si è svuotato, le entrate<br />

fiscali non sono crol<strong>la</strong>te e i contraccolpi<br />

sul<strong>la</strong> finanza pubblica sono nati soprattutto<br />

dallo sforzo di riconvertire una tranquil<strong>la</strong><br />

e un po' grigia città industriale <strong>del</strong> Nord<br />

Ovest in una vivace capitale <strong>del</strong> terziario e<br />

degli eventi. Le Olimpiadi invernali <strong>del</strong> <strong>20</strong>06<br />

sono il simbolo di questo sforzo, ma intorno<br />

a loro è fiorita una ridda di interventi urbanistici<br />

che hanno trasformato <strong>la</strong> città, male hanno<br />

anche rega<strong>la</strong>to un debito record da quasi<br />

4mi<strong>la</strong> euro ad abitante: un passivo che ipoteca<br />

il futuro, perché gonfia le spese di ammortamento<br />

e schiaccia <strong>la</strong> possibilità di fare nuovi<br />

investimenti. Nel <strong>20</strong>04, anno record, Pa<strong>la</strong>zzo<br />

di Città ha investito 1,4 miliardi di euro,<br />

nel <strong>20</strong>12 non è andato oltre i 210 milioni, il<br />

4o% in meno <strong>del</strong>l'anno prima.<br />

I dissesti dei Comuni italiani comunque<br />

abitano altrove, e vivono di vizi storici, stratificati<br />

nel tempo, e assomigliano più a una<br />

pioggia lenta ma incessante che alle tempeste<br />

finanziarie di questi anni. Illuminante<br />

per capire i ritmi diversi che percorrono <strong>la</strong><br />

finanza pubblica sulle due sponde <strong>del</strong>l'oceano<br />

è <strong>la</strong> storia <strong>del</strong> dissesto eterno di Napoli,<br />

che dichiarò fallimento il 24 aprile <strong>del</strong> 1993 e<br />

ne rimase invischiato per 12 anni: ma ne uscì<br />

davvero Non <strong>del</strong> tutto, perché dopo anni di<br />

conti scricchio<strong>la</strong>nti e aiuti statali <strong>la</strong> Giunta<br />

De Magistris ha "scoperto" un buco da 85o<br />

milioni nei conti <strong>20</strong>11, e si è impegnata in un<br />

piano di rientro che impegna <strong>la</strong> città per i<br />

prossimi 10 anni. Sul<strong>la</strong> stessa strada <strong>del</strong> programma<br />

di riequilibrio decennale si sono avviate<br />

Reggio Ca<strong>la</strong>bria, Catania, Messina, Cosenza<br />

e Foggia, e simile potrebbe essere il<br />

destino di Palermo.<br />

Ma che cosa succede quando il sindaco alza<br />

bandiera bianca, oppure si impegna nel<br />

LA NOSTRA FLNANZA LOCALE<br />

I dissesti dei Comuni vivono<br />

di vizi storici e assomigliano<br />

più a una pioggia lenta<br />

ma incessante che alle temperie<br />

finanziarie di questi anni<br />

piano di rientro per evitare il "fallimento" ufficiale,<br />

<strong>la</strong> caduta degli organi politici e l'arrivo<br />

dei commissari. Almeno sul<strong>la</strong> carta, <strong>la</strong> cura<br />

è assai meno drastica rispetto a quel<strong>la</strong> messa<br />

in campo nei casi a stelle e strisce, e questo<br />

aiuta a spiegare i tempi più lunghi che caratterizzano<br />

le storie <strong>del</strong><strong>la</strong> finanza pubblica italiana.<br />

Le aliquote dei tributi locali e le tariffe dei<br />

servizi, dal trasporto sco<strong>la</strong>stico agli asili nido,<br />

schizzano ai massimi di legge, e lì devono<br />

restare fino a quando i bi<strong>la</strong>nci non tornano in<br />

equilibrio e i debiti rientrano sotto i livelli di<br />

guardia. Ma non si licenzia nessuno, non si<br />

chiudono uffici, non si creano drammi sociali.<br />

Almeno, appunto, sul<strong>la</strong> carta.<br />

Per avere <strong>del</strong> problema un'impressione<br />

meno edulcorata bisogna tornare in Piemonte,<br />

ad Alessandria, uscita dal suo tranquillo<br />

tran tran dopo aver scoperto un maxibuco<br />

nei conti fiorito in anni di bi<strong>la</strong>nci costruiti<br />

più su maquil<strong>la</strong>ge contabili che su entrate<br />

e risparmi reali. I primi a capire le conseguenze<br />

degli artifici scoperti dal<strong>la</strong> Corte<br />

dei conti nel<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> vecchia giunta<br />

sono stati i <strong>la</strong>voratori di alcune cooperative<br />

sociali collegate al Comune, che hanno cominciato<br />

a ricevere gli stipendi a singhiozzo.<br />

Ma il fenomeno si è presto esteso ai dipendenti<br />

comunali, e oggi si è trasformato<br />

in un dramma di prospettive: <strong>la</strong> cura <strong>del</strong> rigore<br />

ha trasformato il Comune in una sorta di<br />

dependance piemontese di Grecia o Portogallo,<br />

dove si discute che cosa tagliare, quali<br />

servizi ridurre, e dietro a ogni ipotesi ci sono<br />

posti di <strong>la</strong>voro che saltano.<br />

Ma per arrivare a questi estremi spesso <strong>la</strong><br />

dichiarazione formale di dissesto non serve.<br />

A Catania in una tiepida serata <strong>del</strong> settembre<br />

<strong>20</strong>08 si sono spente le luci, a causa dei debiti<br />

che il Comune aveva accumu<strong>la</strong>to con l'Enel.<br />

A Reggio Ca<strong>la</strong>bria qualche mese fa si sono<br />

formate ai bordi <strong>del</strong>le strade file di chilometri<br />

di sacchetti di spazzatura, visibili fin<br />

dall'aereo anche nelle campagne immediatamente<br />

fuori città, perché i dipendenti <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

società partecipata che raccoglie i rifiuti si sono<br />

fermati perché non ricevevano più lo stipendio.<br />

A Palermo i dipendenti <strong>del</strong><strong>la</strong> Gesip,<br />

maxi-partecipata che dopo aver assunto zmi<strong>la</strong><br />

persone ha visto saltare i propri conti, sono<br />

arrivati a occupare <strong>la</strong> cattedrale per disperazione.<br />

Ma casi come questi, nelle pieghe<br />

dei bi<strong>la</strong>nci pubblici di casa nostra, sono figli<br />

di "ordinaria" ma<strong>la</strong>gestione, e non serve una<br />

tempesta finanziaria a scatenarli.<br />

gianni trovati@ilsole24ore.com<br />

RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

Pagina 11<br />

Pagina 15 di 29<br />

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress <strong>20</strong>12-<strong>20</strong>15

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