New Tabloid n°5 - Ordine dei Giornalisti
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L’inchiesta<br />
Il protagonista italiano<br />
“Mamma!” mia<br />
arriva Gubitosa<br />
attivo da 97 anni, a Krokodil, costola<br />
della Pravda e piegato alle logiche<br />
dell’Unione Sovietica antisemita,<br />
passando per i marxisti statunitensi<br />
di The Masses, prima, e The <strong>New</strong><br />
Masses, poi, il graphic journalism<br />
inizia il suo cammino non solo con<br />
singole vignette ma anche con vere<br />
e proprie inchieste illustrate. Primi<br />
passi che subirono un forte rallentamento<br />
tra le due guerre quando<br />
lo sviluppo del gag cartooning e,<br />
ancora una volta, della fotografia<br />
conoscono un maggiore apprezzamento<br />
da parte <strong>dei</strong> lettori.<br />
• A destra “Peace with war measure”<br />
di Thomas Nast per Haper’s Weekly.<br />
Sotto “Join or Die” che risale al 1754<br />
(9 maggio) per la Pensylvania Gazette.<br />
• Una caricatura di Carlo Gubitosa e,<br />
a sinistra, uno degli ultimi numeri della<br />
rivista che dirige “Mamma!”, giunta al<br />
terzo anno di vita.<br />
Lo svago impegnato<br />
del dopoguerra<br />
Ma sono i due dopoguerra a dare<br />
nuovo impulso al fenomeno con le<br />
“strisce”, sempre con un input che,<br />
partendo dagli Stati Uniti, si espanse<br />
in tutto il mondo. Nel 1934 Li’l Abner<br />
di Al Capp e, nel 1943 Pogo di<br />
Walt Kelly, furono fondamentali per<br />
questa nuova generazione di fumettisti.<br />
Nonostante non si possa definire<br />
vero “giornalismo a fumetti”, mancando<br />
la presa diretta sugli eventi, è<br />
però vero che i buoni bifolchi di Dogpatch<br />
e il microcosmo della palude di<br />
“Se ci leggi è giornalismo, se<br />
ci quereli è satira”, più che un<br />
sottotitolo è una dichiarazione<br />
sulla libertà di stampa in Italia<br />
quella che Carlo Gubitosa,<br />
direttore del periodico su<br />
abbonamento Mamma!, ha<br />
scelto per la sua rivista arrivata,<br />
non senza qualche difficoltà, al<br />
suo terzo anno di vita.<br />
Nato dalla tradizione di<br />
giornalismo e satira a fumetti<br />
italiana come Paparazzin o<br />
Emme, Mamma! vuole essere<br />
un progetto senza “padroni e<br />
padrini”.<br />
“La satira – sostiene Gubitosa<br />
- è da sempre il linguaggio<br />
<strong>dei</strong> più deboli, di chi non<br />
ha i mezzi economici per<br />
difendersi dalle querele che<br />
imbavagliano l’informazione,<br />
e ci permette di esercitare la<br />
presunzione di colpevolezza<br />
sulla nostra classe politica e<br />
imprenditoriale”.<br />
A chi chiede se non sia<br />
un azzardo puntare sulla<br />
carta stampata nell’era del<br />
digitale risponde che “c’è<br />
una percezione sbagliata<br />
del fenomeno. Con le nuove<br />
tecnologie la microeditoria<br />
è accessibile a tutti, è il<br />
vecchio modello <strong>dei</strong> giganti<br />
ad essere in crisi mentre le<br />
piccole realtà si muovono<br />
più agilmente. L’estinzione<br />
non è un fenomeno causato<br />
da problemi del sistema, ma<br />
dall’incapacità di adattamento<br />
<strong>dei</strong> vecchi dinosauri”.<br />
Il sito www.mamma.am<br />
funziona come una vera e<br />
propria agenzia di stampa<br />
satirica quotidiana, con<br />
rivista cartacea annessa. Un<br />
progetto aperto ai contributi<br />
esterni e basato sul sostegno<br />
<strong>dei</strong> lettori.<br />
<strong>Tabloid</strong> 5 / 2012<br />
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