06.01.2015 Views

L'HAIKU E I GIOVANI ESPLORAZIONE DI UNA ... - Cascina Macondo

L'HAIKU E I GIOVANI ESPLORAZIONE DI UNA ... - Cascina Macondo

L'HAIKU E I GIOVANI ESPLORAZIONE DI UNA ... - Cascina Macondo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Cascina</strong> <strong>Macondo</strong> - Centro Nazionale per la Promozione della Lettura Creativa ad Alta Voce e Poetica Haiku-<br />

Borgata Madonna della Rovere, 4 – 10020 Riva Presso Chieri – TO - Italy - tel 011/9468397<br />

www.cascinamacondo.com - info@cascinamacondo.com<br />

Haiku Poesia del Futuro - Seconda Conferenza Italiana Haiku<br />

domenica 28 giugno 2009, Circolo dei Lettori, Torino - Italy<br />

L’HAIKU E I <strong>GIOVANI</strong><br />

<strong>ESPLORAZIONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>UNA</strong> <strong>DI</strong>DATTICA DELL’HAIKU<br />

di Pietro Tartamella<br />

premessa n° 1 - “ …un bravo scrittore…”<br />

Abbiamo sentito dire un milione di volte che per diventare un bravo scrittore non bisogna stancarsi mai di<br />

leggere e rileggere libri scritti da bravi autori.<br />

Per quanto riguarda l’haiku dovremmo apportare una piccola modifica a questo pensiero e dire che: “per<br />

diventare un bravo scrittore di haiku non bisogna stancarsi mai di leggere e rileggere i buoni haiku scritti<br />

dai bambini”.<br />

Se riconosciamo sinceramente, e convintamente, l’importanza di leggere con attenzione gli haiku scritti dai<br />

bambini e dall’handicap, stiamo asserendo tre concetti davvero importanti:<br />

1°) riconosciamo ai bambini il ruolo inaspettato di essere nostri maestri<br />

2°) riconosciamo il mondo infantile come portatore di una “abilità” che molto può insegnare all’adulto,<br />

inducendoci ad “ascoltare” seriamente i bambini e il loro mondo.<br />

3°) ristabiliamo una relazione seria e dimenticata, una sorta di “continuità ciclica educativa” con il mondo<br />

infantile, facendolo di nuovo abitare con dignità e importanza nella nostra coscienza.<br />

premessa n° 2 - “… i bambini nostri maestri…”<br />

Ma se i bambini possono essere nostri maestri di haiku, qual è il senso di “insegnare” loro l’haiku<br />

Lo insegnamo per tre motivi:<br />

1°) perché i bambini lo devono prima scoprire e conoscere, per poterne scrivere e diventare nostri maestri<br />

2°) perché la pratica dell’haiku li educa a mille valori e a mille attitudini<br />

3°) perché la pratica dell’haiku può aiutare i bambini a non perdere alcune loro specifiche qualità<br />

In tanti anni di esperienza come insegnante di haiku nelle scuole posso affermare che in prima media, all’età<br />

quindi di circa 12 anni, condizionati dalla cultura dominante, dai valori dei mass-media, dai problemi tipici<br />

dell’adolescenza, dalla muta vocale, dai valori della scuola che non “educa” (tira fuori), ma “riempie” di<br />

nozioni, i bambini hanno già perduto gran parte della loro spontaneità e della loro creatività; il loro pensiero<br />

è già artificioso, contorto, impoverito.<br />

Possiamo riassumere dunque in due filoni le motivazioni che ci inducono a insegnare la poetica haiku ai<br />

bambini:<br />

- l’haiku è una via praticabile per giungere alla scoperta e all’appropriazione di alcune attitudini particolari;<br />

l’haiku diventa la pratica per allenarsi in quelle attitudini<br />

- l’haiku è una via al mantenimento, alla conservazione di attitudini già naturali nel bambino<br />

1


premessa n° 3 - “… contrari all’haiku…”<br />

Noi oggi siamo qui riuniti, perché siamo persone attratte in qualche modo, anche se con sfumature diverse,<br />

dalla poetica haiku. Sostenere che insegnare l’haiku ai bambini è una cosa buona, probabilmente incontrerà<br />

l’approvazione e il convincimento di tutti.<br />

Ma questo convincimento non deve trarci in inganno.<br />

In molti anni di esperienza come insegnante di haiku nelle scuole, posso sostenere che molti sono gli<br />

insegnanti ideologicamente contrari all’insegnamento dell’haiku ai bambini.<br />

Le maestre che insegnano l’haiku sono da considerare veramente degli apri-pista che affrontano difficoltà,<br />

boicottaggi, negligenze, indifferenza; ma sono consapevoli di portare avanti una battaglia perché, se c’è un<br />

mondo parallelo che ostacola l’haiku, di sottile battaglia appunto si tratta.<br />

Quali le motivazioni degli insegnanti contrari all’insegnamento dell’haiku nelle scuole<br />

1) fanno fatica a considerare l’Haiku come letteratura. Lo ritengono per lo più un giochetto.<br />

2) l’haiku è così breve che non riescono a concepirlo come “opera”, ma solo come cosa fuggevole,<br />

leggera, di poca consistenza, senza “volume”.<br />

3) fanno fatica a concepire l’imperfezione (il ribaltamento semantico) come “arte”.<br />

4) sostengono genericamente che l’haiku è difficile per i bambini (ma noi sappiamo che l’haiku è<br />

in realtà difficile per gli adulti).<br />

5) le troppe regole dell’haiku (le sillabe, il kigo, il ribaltamento semantico…) vengono percepite<br />

come qualcosa che imprigiona la libertà del bambino, una gabbia troppo stretta per loro.<br />

6) la concisione che l’haiku richiede viene percepita in contrapposizione al proprio ruolo di<br />

insegnante che fa lo sforzo di migliorare e ampliare nel bambino la conoscenza del lessico:<br />

mentre l’insegnante “aggiunge parole” , l’haiku impone di “togliere parole”.<br />

7) l’haiku di un bambino che ha raccontato con tante parole la sua esperienza a tutta la classe, se la<br />

classe, collaborando, lo aiuta a trasformare il suo racconto in un haiku, quell’haiku viene<br />

percepito dall’insegnante come “non scritto da quel bambino”. La sua mente pensa in termini di<br />

“proprietà dell’haiku”, pensa al binomio “autore=haiku”; pensa più all’autore che all’haiku.<br />

8) forse una preoccupazione inconfessata dell’insegnante è il conteggio delle sillabe, che richiede<br />

una rivisitazione delle regole grammaticali e delle molte regole metriche.<br />

9) l’insegnante medio italiano ritiene che concetti come “crasi”, “sinalefe”, “episinalefe”,<br />

“anasinalefe”, “anfibologia”, “dàttilo” etc… siano troppo difficili per i bambini.<br />

10) gli insegnanti che si oppongono all’insegnamento dell’haiku nelle scuole hanno ascoltato solo<br />

le proprie motivazioni. Ciò che essi fanno fatica ad ascoltare e a vedere (eppure è sotto i loro<br />

occhi) è il grande piacere che i bambini dimostrano di provare quando si cimentano con<br />

l’haiku, che sembra proprio fatto apposta per loro!<br />

<strong>UNA</strong> <strong>DI</strong>DATTICA DELL’HAIKU<br />

Vorrei illustrare un percorso ideale di didattica dell’haiku, immaginando di svolgerlo in 12 incontri di due<br />

ore ciascuno, in una classe di 25 bambini, adatto anche alla prima elementare.<br />

Esplorando le implicazioni positive dell’haiku si possono trovare argomentazioni utili da contrapporre a<br />

coloro che rifuggono l’haiku, o lo ostacolano, o lo ritengono inadatto ai bambini.<br />

1°-2° incontro: sillabe e ritmi<br />

Nei primi due incontri del percorso esploriamo le sillabe col tamburo, le parole tronche, le parole piane, le<br />

parole sdrucciole; la sillaba atona, la sillaba tonica; il ritmo jambico (cit-tà), il trocheo (cà-sa), il dàttilo (fùlmi-ne),<br />

il molosso (pal-ló-ne), l’anapesto (can-te-rò). Esercizi di voce e canto, suoni armonici, blues,<br />

giocando e ballando. USO DEL DJEMBE’.<br />

2


3°-4° incontro: osservazione obiettiva - verità parziale del punto di vista<br />

Si mette al centro della classe un oggetto e ciascuno descrive quello che può osservare dal suo punto di vista.<br />

Esercizi volti a far comprendere ai bambini come ciascuno di loro è possessore solo di una “porzione di<br />

verità”, e che “ascoltare davvero” significa riconoscere le porzioni di verità che tutti gli altri possiedono, e<br />

che è questo contributo a consentire l’avvicinamento ad una “verità” più ampia. I bambini si allenano ad<br />

osservare i dettagli, a tenere separata la realtà dall’immaginazione, a passare dalla realtà all’immaginazione<br />

in modo consapevole e sciolto.<br />

5° incontro: geografia - storia - scienze<br />

Cartina geografica del Giappone, le città, i monti, accenni di storia, foto di piante, fiori, l’Imperatore, i<br />

Samurai, i contadini… musica, teatro, origami, bonsai, il Tanka…<br />

6° incontro: struttura dell’haiku – ascolto attentissimo di haiku – commento degli haiku letti<br />

Vengono spiegate le 5-7-5 sillabe, il kigo, il ribaltamento semantico. Si ascoltano alcuni haiku, si rileggono<br />

più volte e si commentano mostrando come gli autori hanno utilizzato il ribaltamento semantico.<br />

7°-8°-9° incontro: i ragazzi scrivono il loro primo haiku<br />

A turno i bambini raccontano ai compagni il ricordo di una esperienza che li ha colpiti, emozionati, coinvolti<br />

emotivamente. Tutta la classe aiuta il compagno a trovare il suo haiku. Strada facendo si scoprono i<br />

fenomeni metrici (crasi, anasinalfefe, episinalefe, etc). E’ il lavoro del “togliere parole”, di trovarne altre<br />

migliori, di capire cosa generano le parole nella nostra immaginazione. Lavoro linguistico, psicolinguistico,<br />

esplorazione del lessico, della sintassi, della grammatica, delle sillabe.<br />

10° incontro: gli stati d’animo fondamentali: Sabi, Wabi, Aware, Yughen<br />

rileggendo gli haiku dei ragazzi e quelli di autori famosi si cerca di comprendere i quattro stati d’animo<br />

fondamentali che ricorrono nell’haiku e lo caratterizzano. Differenza tra Haiku, Senryu, Haikai, Haibun,<br />

Raccolta Tawani…<br />

11° incontro: la lettura Zikan<br />

i bambini si esercitano in una lettura particolare che li immerge in una dimensione di grande attenzione e<br />

spiritualità. Ogni haiku viene letto tre volte in modo diverso, mettendo in risalto:<br />

1) le lunghe pause di silenzio alla fine di ogni verso (stile Sizuka Na = senza rumore-silenzio)<br />

2) la struttura sillabica, mostrando con la voce anche i fenomeni metrici (stile Tanzi Suru = esporre le<br />

sillabe)<br />

3) stile Wabi Sabi: delicate intonazioni e colorazioni vocali legano tutte le parole, cercando di far emergere i<br />

ribaltamenti semantici e i diversi significati contenuti nell’haiku.<br />

12° incontro – lettura pubblica ad alta voce degli haiku<br />

a conclusione dell’esperienza, ora che tutti i bambini hanno prodotto il loro primo haiku, all’ultimo incontro<br />

si invitano in classe genitori e parenti, per l’ascolto della lettura rituale degli haiku in modalità Zikan<br />

(lentezza, chiarezza verbale, silenzio, ascolto…). La lettura è accompagnata da strumenti musicali e suoni<br />

(ciotola tibetana, anelli tibetani, dongu, soffietto di Florian, Pentatonico, bastone della pioggia, canto<br />

armonico). Momento pubblico di condivisione carico tensione emotiva.<br />

VALENZE <strong>DI</strong>DATTICHE ED EDUCATIVE DELL’HAIKU<br />

62 buoni motivi in ordine alfabetico<br />

per insegnare l’haiku nelle scuole, ai bambini, agli adolescenti<br />

1) arte nell’imperfezione<br />

è qui che i bambini sono maestri! Le loro piccole imperfezioni linguistiche e grammaticali<br />

producono ribaltamenti semantici di straordinaria bellezza e semplicità, in grado di mostrarci<br />

come l’imperfezione può essere trasformata in arte e come può svelare a volte immagini<br />

poetiche potenti. Avere consapevolezza dell’imperfezione può aiutare i bambini a non<br />

desiderare di coltivare l’immortalità o l’onnipotenza, e a conservare le loro virtù naturali:<br />

spontaneità, freschezza, semplicità, immediatezza.<br />

3


2) ascolto<br />

allenamento a “vedere” quali “immagini” si formano nella mente ascoltando una sequenza di<br />

“parole”, e come si trasforma l’immagine mentale cambiando anche solo un articolo nel testo.<br />

3) assenza di giudizio<br />

partire con la mente vuota pronta a cogliere ciò che mi trovo davanti (concretamente o nella<br />

memoria) e andare verso il “centro dell’esperienza” passando in mezzo a tutti i trabocchetti<br />

della mente che tendono a velare la realtà.<br />

4) bellezza<br />

cogliere nella semplicità, nell’imperfezione, nell’immagine dell’haiku, il senso della bellezza, il<br />

senso dell’arte, e provarne piacere. Cogliere nell’autore la bravura con cui ha risolto un<br />

problema di forma, come ha disposto le sue parole all’interno dei tre versi dell’haiku,<br />

apparentemente una gabbia, ma che invece sollecita una sfida e fa dell’haiku un gioco serio e<br />

importante.<br />

5) capacità di abbandonarsi<br />

è lo sforzo di farsi permeare dal ricordo di un evento, dall’osservazione profonda e osmotica<br />

della realtà, cercando di svuotare la mente da ogni pensiero, di cogliere solo quello che osservo<br />

e la relazione reciproca, vigile per poter percepire il momento in cui potrebbe scattare e farsi<br />

strada un “pre-giudizio”.<br />

6) collaborazione<br />

entrare in sintonia con la classe e i compagni, riconoscere l’aiuto che gli altri dànno. Il valore<br />

della solidarietà. Sentire quando un haiku è “ben riuscito”, e capire che l’haiku è più importante<br />

dell’autore e che quindi, come un gioco, può essere fatto in gruppo.<br />

7) compassione<br />

nella grande congerie di fatti e di esperienze della nostra vita, l’haiku ci insegna a “fotografare”<br />

l’attimo significativo che si staglia da un quotidiano diventato immancabilmente routine, dietro<br />

cui si cela una bellezza e una profondità originaria che resta invisibile alla nostra coscienza.<br />

L’arte dell’haiku ci riporta a questa “presenza”, all’attenzione necessaria che consente di<br />

cogliere il trascorrere del tempo fatto di mille “avvenimenti”, piccoli e grandi. La<br />

consapevolezza di questo tempo che scorre, dell’alternarsi delle stagioni, del nostro essere<br />

immersi in questo fluire cosmico e ineluttabile, ci riconsegna il sentimento della compassione.<br />

8) compiacimento<br />

l’haiku non gradisce il compiacimento, il crogiolarsi in immagini ricercate, in metafore ardite,<br />

in contorcimenti mentali. L’haiku è essenza e semplicità. Questa regola è per il bambino una<br />

campanella d’allarme e di riflessione, che lo induce ad essere vigile, a controllare e riconoscere<br />

quando il suo narcisismo lo fa cadere nel compiacimento. In questo modo l’haiku diventa una<br />

scuola di vita che restituisce al bambino, come un’eco, le onde emotive che si muovono in lui.<br />

9) concisione<br />

allenamento a riconoscere il superfluo e l’orpello, a rinunciarvi senza rimpianto, a concentrarsi<br />

sull’attimo che l’haiku deve fermare. Allenamento ad entrare in profondità nello strumento<br />

“lingua” per capire quando ci sono ripetizioni inutili, ridondanze, cose già dette che innacquano<br />

o banalizzano l’haiku.<br />

10) condivisione<br />

il lavorare con il contributo dei compagni crea un senso di appartenenza, un senso di comunità<br />

che lavora insieme per raggiungere uno scopo: creare un bell’haiku. Il piacere, una volta<br />

approdati all’haiku, viene condiviso da tutti e, in fine, anche con i genitori e i parenti<br />

nell’incontro finale.<br />

11) contemplazione<br />

osservando un ricordo, o la realtà, permeati da una emozione, ci si allena ad entrare nello<br />

svuotamento mentale, nel non giudizio, e quindi a godere di un momento contemplativo. Anche<br />

quando si ascoltano gli haiku degli altri compagni.<br />

4


12) dislessia<br />

l’haiku, che richiede concentrazione, spiritualità, essenzialità, lentezza, ritualità nella lettura,<br />

procura un rilassamento e una calma che i bambini dislessici scoprono e apprezzano<br />

particolarmente, in quanto “sentono” che la pratica dell’haiku li allontana dalle tensioni di<br />

prestazione e dalla sensazione di inadeguatezza. Relativamente alla lettura, migliora<br />

notevolmente il loro approccio, e il loro piacere, corroborato da piccole, ma intime<br />

soddisfazioni, che rafforzano l’autostima.<br />

13) distacco - familiarità e consapevolezza<br />

non è facile per i bambini affrontare il distacco. Ma è sorprendente notare come in breve tempo,<br />

guidati dalle regole precise dell’haiku, distratti e attratti dal desiderio di applicarle, distratti e<br />

attratti dal piacere e dalla sfida del gioco matematico delle sillabe, essi affrontano il distacco<br />

con coraggio, consapevolezza, maturità insospettata. E’ commovente vedere un bambino che di<br />

fronte al ricordo di una esperienza vissuta con il papà, la mamma, i fratellini, la nonna, dovendo<br />

togliere molte parole, perché tutte non ci stanno nelle 17 sillabe dell’haiku, si mette a<br />

ripercorrere pensieroso la sua esperienza, cercando di cogliere “che cosa” davvero lo ha<br />

emozionato o colpito, cercando di cogliere “l’attimo” che vorrebbe trasferire nel suo haiku… e<br />

alla fine “accetta di rinunciare” alla mamma, o al papà, o ai fratellini, o alla nonna, consapevole<br />

che se vuole scrivere un haiku, deve farlo.<br />

14) eco interiore<br />

l’intenso ascolto degli haiku e lo sforzo di vedere gli effetti e la meccanica dei ribaltamenti<br />

semantici, produce stimoli senso-motori e psicolinguistici che fanno sperimentare al bambino la<br />

sensazione di una “eco interiore” che le immagini mentali producono.<br />

15) essenzialità<br />

che è diversa dalla concisione. L’essenzialità riguarda il contenuto e mira a rimuovere dalla<br />

mente le cose che “sembrano importanti”, ma che in realtà “nascondono” il centro di una<br />

emozione o di una esperienza.<br />

16) esplorazione della diversità<br />

in una classe molte sono le presenze di bambini stranieri. Il racconto che ogni bambino fa ai<br />

compagni della propria esperienza e del proprio ricordo viene socializzato, reso “pubblico”.<br />

Dovendo raccontare un “attimo della propria vita” che in qualche modo li ha colpiti, si assite ad<br />

una carrellata di “attimi” narrati da ciascun bimbo, anche da quelli stranieri. I bambini scoprono<br />

con sorpresa quante cose hanno in comune con gli altri bambini, pur se hanno lingua, cultura,<br />

pelle diversa. Si rendono conto di come sono spesso simili gli “attimi” che ci hanno colpito. Le<br />

storie vengono poi, con la collaborazione di tutti, trasformate in haiku, ridotte all’essenziale,<br />

cercando di capire quali sono le parole importanti che bisogna lasciare, e quali quelle a cui si<br />

può e si deve rinunciare.<br />

17) fotografia<br />

Fabrizio Virgili definisce l’Haiku: “un attimo di vita che si fa verso”. Poiché la vita è tempo che<br />

scorre, un “attimo” è qualcosa di questa vita corrente che viene fermato sulla pagina. Equivale<br />

ad uno “scatto”. Uno scatto “fotografico”. Ma non è solo “documentazione”. L’attimo fermato<br />

con l’haiku, permeato di Sabi, o Wabi, o Aware, o Yughen, diventa poesia, visione universale,<br />

diventa arte. Il bambino che pratica l’haiku allena il suo sguardo proprio come fa il fotografo<br />

che impara a cogliere nel flusso del tempo e degli eventi quotidiani gli attimi significativi che<br />

contengono bellezza e poesia. Un vero allenamento ad osservare la realtà da punti di vista nuovi.<br />

18) haiku: che cosa è, che cosa non è<br />

l’haiku non è una definizione , non è un insegnamento morale, non è un pensiero filosofico, non<br />

è una immagine astratta, non è un gioco di parole, non è un gioco di rime, non è un aforisma,<br />

non è una massima, non é una sentenza, non è un proverbio, non è un pensiero, non è un’idea.<br />

L’haiku non si prefigge di “stupire” con metafore bizzarre o ardite. L’haiku è concentrazione, è<br />

un vero e proprio poema racchiuso in 17 sillabe, è un poema lirico, è pura concretezza, è una<br />

poesia di “cose” di “fatti”, è nuda realtà, semplice realtà, non è un mezzo, ma il fine, non fa<br />

parte del poema, è il poema. L’Haiku fotografa nella sua semplicità ed essenzialità un<br />

particolare realmente vissuto, visto, osservato, della nostra vita, della natura, di una esperienza.<br />

Il bambino naviga in mezzo a tutti questi concetti e si pone domande e si interroga e, nello sforzo di<br />

capire e di applicare, semplicemente lo accompagniamo nella sua crescita.<br />

5


19) handicap<br />

i bambini con handicap, o con disabilità, o dislessici, o con deficit comportamentale o di<br />

apprendimento, riuscendo anche loro ad esprimersi con l’haiku, vengono ripresi in<br />

considerazione dai compagni di classe che riconoscono la loro bravura di poeti e le loro qualità<br />

che non avevano visto prima.<br />

20) illuminazione - piccola esplosione di luce<br />

l’illuminazione è una esperienza molto familiare ai bambini che stanno crescendo, perché il<br />

mondo è per loro ancora tutto da scoprire. I loro giorni trascorrono con continue illuminazioni<br />

man mano che comprendono le cose e ne diventano consapevoli e le fanno proprie. Haiku vuol<br />

dire “piccola esplosione di luce”. Grazie alle mille regole dell’haiku e ai suoi mille paletti,<br />

grazie a questa “gabbia” che è il componimento haiku con confini molto delimitati (il conteggio<br />

delle sillabe, i fenomeni metrici, i diversi tipi di ribaltamento semantico, il kigo, il non<br />

giudicare, il non compiacersi, la semplicità, il qui e ora…) i bambini vivono e sperimentano<br />

continue “illuminazioni”, comprese quelle che derivano dall’aver compreso e decodificato gli<br />

haiku che ascoltano.<br />

21) interculturalità<br />

l’haiku, di origine giapponese, mette in risalto un’altra parte del mondo, un paese orientale<br />

diverso e lontano. I bambini riprendono in considerazione, con un punto di vista nuovo, e con<br />

valenza culturale, l’importanza di qualcos’altro che essi hanno a portata di mano: i compagni di<br />

classe che provengono da altri paesi. Le diverse ricchezze e differeze culturali vengono<br />

rivisitate, messe in risalto, esplicitate, socializzate, condivise.<br />

22) io e la natura<br />

l’haiku richiedendo il kigo (la stagione) ci allena a restare in osservazione, a cogliere il<br />

cambiamento della natura, il tempo che passa, l’attimo significativo che possiamo fermare e<br />

raccontare, e ci tiene all’erta, senza dramma né panico o paura, sulla consapevolezza che la<br />

nostra vita va verso lo spegnimento.<br />

23) io e l’altro<br />

con la pratica dell’haiku cambia l’atteggiamento mentale. Ci si allena ad osservare gli altri con<br />

occhio nuovo. Insegnando a non giudicare l’haiku ci fa comprendere la verità parziale posseduta<br />

da ogni essere umano e ci fa comprendere come il “ punto di vista” di ciascuno è davvero una<br />

concreta ricchezza.<br />

24) internazionalità<br />

la presenza di etnie diverse all’interno della classe, unita all’informazione che <strong>Cascina</strong> <strong>Macondo</strong><br />

organizza ogni anno un Concorso Internazionale di Poesia Haiku a cui partecipano adulti e<br />

bambini di ogni parte del mondo, produce nel bambino una sorta di visione “globale”<br />

dell’interculturalità che mostra il mondo come affratellato, anche se solo intorno ad una cosa<br />

piccola come l’haiku.<br />

25) lateralizzazione - coodinazione muscolare-vocale<br />

gli esercizi col tamburo e le percussioni, mano destra, mano sinistra, suono alto, suono medio,<br />

suono basso, orlo del tamburo, centro del tamburo, voce, canto ritmico, la ricerca delle parole<br />

sdrùcciole contenute nel nostro corpo, l’esplorazione del punto di vista e delle porzioni di<br />

“verità” possedute da ciascun bambino in relazione allo spazio tridimensionale, alla distanza,<br />

all’angolazione, diventano pratica senso-motoria per la lateralizzazione, la cordinazione<br />

muscolare, l’equilibrio.<br />

26) lettura ad alta voce<br />

leggere gli haiku in modo rituale significa riconoscere che l’haiku è concentrazione,<br />

contemplazione, silenzio e, nel contempo, significa restituire alla parola il suo valore di<br />

sacralità. Significa ribadire l’importanza dell’ascolto e del punto di vista degli altri esseri umani.<br />

La lettura “Zikan” è una particolare modalità di leggere gli haiku che riassume i valori suddetti<br />

(ogni haiku viene letto tre volte: modalità Sizuka Na (senza rumore-silenzio), modalità Tanzi<br />

Suru (esporre le sillabe), modalità Wabi Sabi (intonazioni vocali che legano il tutto).<br />

6


27) lettura - pluralità dei percorsi - assunzione di responsabilità<br />

leggendo haiku di altri autori, compresi quelli scritti dai suoi compagni di classe, il bambino<br />

esplora diverse libertà di lettura, ponendo autonomamente pause, silenzi, intonazioni che<br />

nell’haiku non sono indicate. La bellezza di un haiku, e la sua comprensione, richiedono<br />

un’assunzione di responsabilità. Alcuni haiku sembrano brutti a prima vista: la loro bellezza si<br />

svela se si scopre la modalità e il respiro giusto con cui leggerli.<br />

28) lingua giapponese<br />

citando termini giapponesi, parlando degli on-ji (equivalente della sillaba italiana), dell’accento<br />

tonico (che i giapponesi non hanno), si danno informazioni su come può essere la struttura di<br />

un’altra lingua stimolando l’interesse per il linguaggio come strumento di comunicazione.<br />

29) materie curriculari: geografia - storia - geometria - matematica - musica - scienze<br />

educazione all’immagine<br />

nel percorso haiku i bambini affrontano in modo inedito i temi delle materie curriculari con<br />

stimoli all’approfondimento e connessioni interdisciplinari.<br />

30) obiettività<br />

praticare l’obiettività non è facile. Anche provare il piacere dell’obiettività è un’arte. La pratica<br />

dell’haiku può aiutare il bambino a vedere le cose per quello che sono, e a riconoscere i<br />

momenti in cui il “mondo fuori di noi” viene cambiato o ricoperto dai veli delle nostre paure,<br />

preoccupazioni, desideri, che finiscono spesso per ingannarci.<br />

31) osservazione<br />

l’haiku che ferma sulla carta “un attimo” che accade qui e ora abitua il bambino a guardare il<br />

dettaglio, le cose minute del presente apparentemente insignificanti, e a riconoscerne la<br />

bellezza.<br />

32) percezione del confine - suo riconoscimento – sua accettazione<br />

proprio perché l’haiku ha tante regole esso risulta alla fine una specie di “gabbia”. Il bambino<br />

prova il piacere di restare in quella “gabbia”. Utilizzando tecnicamente il conteggio delle sillabe<br />

e le possibilità della metrica impara ad esprimersi con poco, mettendo alla prova la sua<br />

percezione, la sua logica, la sua matematica, la sua creatività.<br />

“Gabbia” è un termine che usiamo solo perché lo usano i detrattori dell’haiku che con esso<br />

intendono dire “prigione”, “contenitore” entro cui si trovano a disagio. Ad essi ci rivolgiamo<br />

quando sosteniamo che il termine “gabbia” ha una connotazione negativa e non è propriamente<br />

adatto. Il termine giusto sarebbe “confine” a indicare che l’haiku è un “territorio”, un<br />

“universo” entro cui ci si può muovere, ma sino a quei confini. L’idea del “confine” è percepita<br />

con molta chiarezza dal bambino che, praticandola, si allena alla concretezza della realtà,<br />

all’accettazione e al rispetto delle regole, al rifiuto della prevaricazione.<br />

33) percezione - intuizione<br />

praticando l’haiku (scriverne e leggerne) la mente si allena a cogliere quel piacere sottile che<br />

deriva dal rimbalzo delle immagini nella nostra mente, da quell’attimo di “vuoto” che si prova<br />

prima di aver “compreso” l’haiku, da quella sensazione di “indefinito”, di “incompiuto”, di<br />

“non comprensione totale” che alcuni haiku producono. Tutto questo stimola la percezione,<br />

l’intuizione, l’immaginazione.<br />

34) permeanza<br />

abbandono totale, svuotamento mentale, sorta di illuminazione, assenza di giudizio così totale,<br />

da sentirsi completamente “permeato” dalla cosa che si sta vivendo o osservando tanto da<br />

sentirsi un tuttuno con essa, e a volte sentire di essere quella stessa cosa.<br />

35) pregnanza semantica<br />

la pratica dell’haiku sviluppa conoscenza delle parole, dei vuoti, dei silenzi, delle imperfezioni,<br />

del potere evocativo dei suoni, dell’essenzialità. Un haiku con sole diciassette sillabe è in grado<br />

di riversare nel lettore o nell’ascoltatore moltissimi contenuti (Basho direbbe “un poema<br />

intero”). Il bambino comprende tutta la molteplicità dei contenuti semantici veicolati con i<br />

cambiamenti di tono, di pausa, di ritmo, di silenzio, di sospensione… La sua conoscenza dello<br />

strumento “lingua” e dello strumento “voce” si affina, ed egli entra, con la pratica e<br />

l’allenamento, sempre più in profondità.<br />

7


36) presente<br />

il componimento haiku predilige le cose raccontate al “presente”. Rifuggendo dai modi futuri e<br />

passati, il bambino elabora un atteggiamento mentale che guarda le cose qui e ora.<br />

37) profondità<br />

il bambino con molta serietà comprende e “sente” quando un haiku contiene il Sabi (il grande<br />

silenzio, il distacco), il Wabi (l’inatteso, il risveglio dell’attenione portato da qualcosa che si<br />

profila alla nostra coscienza all’improvviso), lo Aware (la nostalgia, la transitorietà, il tempo<br />

che passa, la caducità delle cose), lo Yughen (il mistero, l’inafferrabile, la bellezza indecifrabile<br />

che avvolge le cose, anche le più piccole). La pratica dell’haiku lo conduce in questa profondità<br />

che egli già possiede, lo aiuta ad esplorarla meglio, lo aiuta a conservare questa sua capacità di<br />

esplorare la profondità.<br />

38) pulizia formale<br />

è ancora l’esplorazione del “confine”, l’aspetto tecnico e sillabico, la comprensione del “cosa”<br />

rende l’haiku scorrevole, pulito, essenziale, e “cosa” invece lo sporca, lo innacqua, lo inquina,<br />

lo indebolisce, lo svuota di forza e di pregnanza semantica. Ancora conoscenza dello strumento<br />

lingua, delle sue possibilità, dei suoi difetti, dei suoi limiti. Ancora la sfida e il mettersi in gioco<br />

per superare gli ostacoli formali con gli strumenti dell’artigiano.<br />

39) punto di vista<br />

l’haiku richiede uno sforzo. Non è facile scrivere haiku, non è facile leggerli, non è facile<br />

ascoltarli. Richiede sempre uno sforzo, un’attenzione, una concentrazione, una sincera<br />

disponibilità all’ascolto, un azzeramento dei pre-giudizi. Richiede di disporsi con umiltà<br />

all’ascolto profondo di un punto di vista di un altro essere umano. Un punto di vista molto<br />

particolare, trattandosi di “un attimo” fermato sulla carta.<br />

40) qui e ora<br />

capire che l’abbandono, la mente vuota, la contemplazione, il silenzio, l’ascolto profondo, ci<br />

fanno essere “qui e ora” aprendoci all’esperienza di sentirsi parte del mondo, goccia<br />

dell’universo.<br />

41) ragionamento analitico - ragionamento sintetico<br />

man mano che il bambino, cimentandosi con l’haiku, conosce le regole metriche della<br />

sillabificazione, nel tentativo di approdare ad un componimento di 17 sillabe (5-7-5) la sua<br />

mente entra in un lavoro di logica-creativa e di logica-matematica che stimolano<br />

contemporaneamente il ragionamento analitico (quello che esplora a ritroso verso il passato) e<br />

il ragionamento sintetico (quello che esplora in avanti verso il futuro).<br />

42) relazione<br />

in una classe il lavoro di comporre haiku con l’aiuto e il contributo di tutti i compagni genera<br />

un’atmosfera di solidarietà e di condivisione, amalgama il gruppo, attutisce le “differenze” e fa<br />

scoprire talenti che si pensava di non possedere. La relazione con i compagni si fa più matura.<br />

Leggendo nuovi haiku si impara ad entrare in relazione con i punti di vista degli autori, si<br />

impara non solo a rispettarli, ma ad ascoltarli, a farne tesoro.<br />

43) respiro<br />

allenarsi a riconoscere i pre-giudizi e ad osservare il mondo per quello che è, aiuta ad entrare in<br />

relazione con il proprio respiro e, in modo più consapevole, con il mistero e la bellezza della<br />

vita.<br />

44) ribaltamento semantico<br />

è la nozione più difficile dell’haiku, la più difficile da spiegare, la più difficile da attuare. E’ la<br />

scoperta importante di Matsuo Basho, la caratteristica fondamentale dell’haiku. Un ribaltamento<br />

semantico, peculiarità psico-linguistica del linguaggio umano, fa accadere qualcosa di “strano”<br />

nella nostra mente, come se smuovesse dei neuroni, come se facesse rimbalzare “qualcosa” nel<br />

cervello. L’haiku allena la mente dei bambini a questi rimbalzi, e la conserva elastica, perché è<br />

una qualità particolare dei bambini produrre ribaltamenti semantici in modo naturale, qualità<br />

che perdono spesso nell’adolescenza già condizionati dalla cultura e dalle sovrastrutture.<br />

8


45) ricerca linguistica<br />

il lavoro con l’haiku mette in moto una ricerca linguistica, sintattica, semantica, molto raffinata<br />

svelando al bambino i cambiamenti sottili delle immagini che le parole formano nella nostra<br />

mente. Territorio di indagine affascinante: una virgola (pausa) che cambia il senso della frase,<br />

un articolo determinativo, invece di un articolo indeterminativo, che svuota o amplia il<br />

significato, l’aggiunta o meno di una congiunzione che sposta i significati verso altre<br />

interpretazioni, l’uso di un aggettivo, di un verbo, i sinonimi che si svelano non più sinonimi,<br />

perché modificano, anche se di poco, l’immagine nella mente.<br />

46) riconoscimento del pre-giudizio<br />

nell’haiku non bisogna giudicare, ma solo osservare ciò che accade. E’ un’altra caratteristica<br />

dell’haiku. E’ difficile resistere alla pulsione del giudicare. Anche per i bambini è difficile.<br />

Spesso giudichiamo senza che ce ne accorgiamo. Analizzando gli haiku scritti con i bambini<br />

possiamo individuare quelle particelle grammaticali, anche minime, che denunciano un<br />

giudizio. Per i bambini nasce uno stimolo a guardare meglio le parole e a riconoscere quelle che<br />

sono portatrici di giudizio. Essi allora si rendono conto di quando un “pre-giudizio” ha steso un<br />

velo sull’oggetto o sulla esperienza che stiamno osservando e, di conseguenza, non riusciamo a<br />

coglierne la sua autonoma essenza.<br />

47) rinuncia<br />

la rinuncia è diversa dal distacco. Il distacco ha maggiori connotazioni emotive ed affettive. La<br />

rinuncia è un allenamento al non possesso, un fine lavoro di cesello. Il bambino impara a<br />

scalpellare il marmo del suo desiderio di conservare tutto, esercitando la rinuncia ogni volta<br />

che deve scegliere, tra le molte parole a disposizione, quelle più funzionali, più semplici, più<br />

adatte ad entrare nel suo haiku. Lavoro importante che lo libera dalla prigionia delle<br />

sovrastrutture mentali e lo allena all’essenzialità.<br />

48) ritmo sillabico<br />

il gioco delle sillabe e dei ritmi apre la strada al piacere della lingua, all’ascolto del suono delle<br />

parole, riconfermandole strumento magico in bocca agli uomini. Allena la sensibilità musicale e<br />

l’importanza della lingua come strumento di comunicazione.<br />

49) scorrevolezza<br />

il testo dell’haiku deve essere semplice e scorrevole. Ricercando la semplicità e la scorrevolezza<br />

il bambino comprende i meccanismi del linguaggio che contorcono la mente ed il pensiero,<br />

affina l’ascolto, si allena alla precisione e all’efficacia, alla comprensione degli effetti<br />

psicolinguistici e sonori, alla comprensione della sintassi e della grammatica.<br />

50) semplicità<br />

è nella virtù della semplicità, sia concettuale che di pensiero, sia formale, ma anche in senso<br />

etico e morale, che il bambino esprime il suo talento. Essendo la semplicità una caratteristica<br />

fondamentale dell’haiku il bambino sente il componimento come “adatto a lui” e viene<br />

stimolato nel desiderio di cimentarsi e confrontarsi. Praticando l’haiku forse il bambino<br />

conserverà la virtù della semplicità che negli adulti è raro ritrovare.<br />

51) senza titolo<br />

i bambini hanno il pre-concetto che tutte le “opere scritte” (racconti, fiabe, favole, novelle,<br />

canzoni, libri, film…) debbano avere un titolo. Quindi anche l’haiku. Trovarsi di fronte ad un<br />

“prodotto letterario” che non ha titolo, li mette inizialmente in crisi. Quando comprendono che<br />

con il titolo l’haiku non sarebbe più formato da 17 sillabe, allora superano la sensazione di<br />

disagio. Ma continuando a lavorare con l’haiku un’altra cosa importante comprendono: il titolo<br />

è qualcosa che “preannuncia” un qualcos’altro che segue. Rinunciare ad avere un “avviso” di<br />

ciò che contiene l’haiku è un allenamento mentale che li aiuta a capire e ad accettare il fatto che<br />

anche le cose della vita spesso accadono senza nessun preavviso. Li aiuta ad entrare nel “qui e<br />

ora”.<br />

9


52) socializzazione<br />

in classe i bambini raccontano le proprie esperienze che desiderano trasformare in haiku. I<br />

racconti li svelano, mettendo a nudo cose che li accomunano, tristezze e gioie. Il gioco stesso<br />

dell’haiku, la lettura ad alta voce, il tentativo di cogliere “la verità” della loro emozione,<br />

aumentano la condivisone, la partecipazione, l’ascolto, la collaborazione, la solidarietà, la<br />

socializzazione. Le tensioni derivanti dalle personalità in contrapposizione e dalle dinamiche<br />

socio-culturali vanno quietandosi man mano. La classe progredisce verso un positivo e<br />

affettuoso spirito di gruppo.<br />

53) spiritualità<br />

per la sua origine legata allo zen, per la sua origine giapponese, per la sua origine orientale, per<br />

il suo venire dai luoghi dove nasce il sole, per i suoi stessi contenuti, per il legame con le<br />

stagioni, per le sue regole, per il suo essere piccolo, per la sua essenzialità, l’haiku apre<br />

immancabilmente la mente alla “spiritualità” che i bambini accarezzano e sanno cogliere, e che<br />

possiedono già. La pratica dell’haiku può aiutarli a conservare la loro comprensione della<br />

spiritualità, prima che il mondo rovinato degli adulti li possa allontanare.<br />

54) stato d’animo AWARE - riconoscimento della transitorietà, della caducità delle cose<br />

la consapevolezza che il tempo trascorre inesorabile, che si vive e che si muore, che siamo<br />

puntini nell’universo, può farci meglio comprendere il valore della comunione, della solidarietà,<br />

del percorre insieme ad altri il nostro cammino verso la fine. E’ un pre-concetto dell’adulto<br />

pensare che queste cose il bambino non possa capirle. La pratica dell’haiku affina<br />

l’atteggiamento mentale della comprensione di tutte le vite. Il bambino avrà meno paure e meno<br />

angosce, perché più profonda e veritiera diventa la sua conoscenza del mondo.<br />

55) stato d’animo SABI - riconoscimento del grande silenzio, della solitudine, del distacco<br />

i giapponesi definiscono l’haiku “una letteratura delle riunioni” o “la letteratura delle riunioni e<br />

dello spirito solitario”. Il lavoro in classe assomiglia ad una Kessha giapponese, uno di quei<br />

circoli dove gli scrittori di haiku si confrontano seguiti da un maestro. E i bambini capiscono il<br />

valore del silenzio, il valore della solitudine. E ne hanno meno paura. E quando negli haiku<br />

emergono il Sabi, il Wabi, l’Aware, lo Yughen, essi comprendono quanto è grande l’universo,<br />

quanto piccoli siano gli uomini, quanto grandi siano i bambini. Un’ atmosfera di compassione,<br />

di immota nostalgia, di indefinibile malinconia li avvolge, mentre magari fuori, sui vetri, scivola<br />

la pioggia o cade la neve.<br />

56) stato d’animo WABI - riconoscimento dell’inatteso che risveglia l’attenzione<br />

per il bambino è una esperienza comune. Egli vive ogni giorno lo stato d’animo WABI, perché<br />

per lui il mondo è stracolmo di cose nuove, ed ogni momento è una sorpresa e una meraviglia:<br />

dal leggere, al calcolo, alle scienze, alla tecnica, agli insetti, al disegno. Ritrovando lo stato<br />

d’animo WABI codificato nell’haiku egli riconosce le sue esperienze come universali, e non<br />

individuali come avrebbe potuto pensare. Questo “riconoscimento” lo arricchisce di<br />

consapevolezza e di compassione.<br />

57) stato d’animo YUGHEN - riconoscimento del mistero,<br />

della bellezza indecifrabile che avvolge le cose<br />

è il sentimento del mistero, della bellezza indecifrabile che avvolge le cose, anche le più<br />

piccole, è l’energia del mondo che palpita ovunque, è la meraviglia, lo stupore, lo splendore<br />

delle cose, è la sensazione dell’universale, della magia, della complessità della vita. È un po’<br />

come il “Grande Spirito”, il “Wakan-Tanka” (Grande Mistero)” degli Indiani d’America,<br />

presente in ogni cosa. Il bambino è il primo ad avere percezione di questo mistero. L’haiku lo<br />

aiuta a restare in questa percezione, a non perdere la sua capacità di stupirsi e di riconoscere la<br />

bellezza del creato.<br />

58) storia delle religioni<br />

parlando dello zen e della spiritualità si coglie l’occasione per una breve panoramica sulle<br />

religioni (Indiani d’America, Arabi, Ebrei, Cristiani…).<br />

10


59) svuotare la mente<br />

c’è una storiella, di un un uomo occidentale, ansioso di apprendere, che fa un lungo viaggio per<br />

andare a trovare un maestro zen. Gli chiede di insegnargli tutto sullo zen, perché non vede l’ora<br />

di essere un praticante. Il maestro, che lo ospita nella sua umile casa, gli propone di bere prima<br />

una tazza di tè. L’occidentale resta stupito di fronte alla sua tazza quando vede che il maestro<br />

continua a versargli il tè sino a farlo tracimare sul tavolo in copioso rivolo. “La tua mente è<br />

come questa tazza - gli dice il maestro - “come posso insegnarti lo zen se prima non la svuoti e<br />

non fai posto nella tua mente per accogliere quello che mi chiedi di insegnarti”. E’ il grande<br />

sforzo di abbandonare ogni pensiero pre-costituito, di non attribuire significati, di non giudicare,<br />

di non avere aspettative, lo sforzo di svuotare la mente. Solo così la mente e la coscienza<br />

possono accogliere ciò che accade intorno a noi nella sua pienezza e nella sua essenza. Solo<br />

così riusciremo a “vedere” gli altri e le cose per quello che realmente sono. L’haiku insegna<br />

questa attitudine al bambino.<br />

60) tradizione e modernità<br />

con l’haiku il bambino si trova di fronte al concetto di tradizione e modernità. Impara ad<br />

accettare, riconoscere, rispettare la tradizione, lasciando però libero uno spazio mentale per<br />

poter creare altra tradizione incidendo sulle origini, ma riconoscendone i valori importanti che<br />

conviene salvaguardare. Con l’haiku il bambino si trova sempre ad affrontare il concetto di<br />

“responsabilità”. Egli può comprendere il pensiero profondo di Matsuo Basho (1644/1694):<br />

“Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono”.<br />

61) umanesimo<br />

la pratica dell’haiku mantiene costantemente presente una concezione della vita permeata di<br />

spiritualità e umanesimo, dove l’uomo e la natura mirano ad essere in sintonia con semplicità e<br />

umiltà.<br />

62) umiltà<br />

con la ricerca della semplicità, dell’essenzialità, della profondità, con l’osservazione della<br />

natura, con la disciplina delle regole sillabiche, con lo sforzo di non giudicare, di guardare le<br />

cose per quello che realmente sono, con la ricerca della bellezza che alberga nelle piccole cose,<br />

l’haiku educa ad una dignitosa umiltà che diventa ricchezza e consapevolezza dell’esistere.<br />

CONCLUSIONI<br />

Molti dunque sono i contenuti e i valori che i bambini incontrano in un percorso haiku.<br />

Spesso l’adulto pensa che siano valori eccessivi e difficili per i bambini, ma questo solo perché gli adulti<br />

hanno difficoltà a considerare i bambini come nostri possibili veri maestri.<br />

I bambini hanno la sensibilità necessaria per affrontare ciò che la poetica haiku porta con sé.<br />

L’elenco delle motivazioni è frutto di una analisi che ha voluto esplorare nel dettaglio tutte le minute<br />

implicazioni della poetica haiku. Nella realtà concreta di una lezione i motivi esposti entrano in gioco e<br />

agiscono in modo complesso, spesso molti di essi in sincronia nello stesso momento.<br />

Naturalmente il percorso di 12 incontri è condotto con una modalità adatta all’età dei bambini, ed ogni<br />

lezione e informazione è improntata e condotta con le modalità della <strong>DI</strong>DATTICA TASSELLARE.<br />

Vorrete chiedermi ora che cos’è la <strong>DI</strong>DATTICA TASSELLARE .<br />

Avete ragione. Ma credo che il mio tempo a disposizione sia scaduto.<br />

Eventualmente ne parleremo in una prossima occasione.<br />

Pietro Tartamella<br />

<strong>Cascina</strong> <strong>Macondo</strong> - Haiku Poesia del Futuro - Seconda Conferenza Italiana Haiku<br />

domenica 28 giugno 2009, Circolo dei Lettori, Torino - Italy<br />

11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!