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fotogrammetria 1 - Circe

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Il metodo fotogrammetrico<br />

DEFINIZIONI<br />

La <strong>fotogrammetria</strong> è la scienza che consente di ottenere<br />

informazioni affidabili di oggetti fisici e dell’ambiente<br />

circostante mediante processi di registrazione, misura e<br />

interpretazione delle immagini fotografiche e digitali<br />

formate dall’energia elettromagnetica radiante e da altri<br />

fenomeni fisici. [Manual of Photgrammety, ASPRS, 1980]<br />

La <strong>fotogrammetria</strong> è la scienza che consente di estrarre<br />

informazioni da immagini e di presentarle all’utente in<br />

modo efficace. [PE&RS, 1999]<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 1<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 2<br />

APPLICAZIONI<br />

Rilevamento di oggetti di qualsiasi forma e<br />

dimensione che necessitano di un elevato<br />

numero di punti per una descrizione di forma<br />

completa<br />

Produzione di cartografia numerica mediante raccolta di<br />

misure e di informazioni da immagini aeree e satellitari<br />

Rilevamento di oggetti difficilmente o del tutto inaccessibili<br />

Rilevamento di oggetti accessibili per un limitato intervallo di tempo<br />

Rilevamento di organismi viventi<br />

Rilevamento di oggetti piccoli<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 3<br />

PRINCIPIO DELLA FOTOGRAMMETRIA<br />

Negativo<br />

Positivo<br />

P ' 1<br />

P ' 2<br />

PP<br />

O<br />

P ' 1<br />

PP<br />

P '<br />

2<br />

P2<br />

P 1<br />

Asse di presa<br />

La tecnica<br />

fotogrammetrica nasce<br />

con la definizione della<br />

prospettiva centrale.<br />

c<br />

c<br />

c = 99.16<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 4<br />

FC<br />

η<br />

PP<br />

P '<br />

La prospettiva centrale è<br />

un procedimento<br />

geometrico che<br />

trasforma una realtà 3D<br />

in una realtà 2D<br />

ξ<br />

PRINCIPIO DELLA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

PRINCIPIO DELLA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

c<br />

Z<br />

O<br />

B<br />

O<br />

1 2<br />

η<br />

1<br />

ξ<br />

1<br />

P 2<br />

P3<br />

η<br />

2<br />

ξ<br />

2<br />

Utilizzando due<br />

prospettive<br />

centrali di uno<br />

stesso punto<br />

oggetto, è<br />

possibile<br />

ricostruire la<br />

posizione spaziale<br />

del punto stesso.<br />

c<br />

Z<br />

O<br />

B<br />

O<br />

1 2<br />

η<br />

1<br />

ξ<br />

1<br />

P 2<br />

P3<br />

η<br />

2<br />

ξ<br />

2<br />

Y<br />

P1<br />

P 4<br />

X<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 5<br />

Y<br />

P1<br />

P 4<br />

X<br />

STREREOSCOPIA<br />

L’occhio umano e<br />

la macchina fotografica<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 6<br />

1


La misura della posizione<br />

di un punto avviene per<br />

intersezione in avanti.<br />

b = base di presa<br />

d = distanza dell’oggetto<br />

Effetto stereoscopico<br />

CENNI STORICI (1)<br />

1. I PRECURSORI DELLA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

L’inizio della storia della<br />

<strong>fotogrammetria</strong> può essere<br />

considerata coincidente con l’opera<br />

di Leonardo da Vinci (1452-1519): 1519): i<br />

suoi studi di geometria, ottica,<br />

meccanica e la sua fervida<br />

intuizione consentirono di<br />

dimostrare graficamente nel 1492 i<br />

principi della proiezione ottica. A lui<br />

si devono anche la progettazione<br />

dei primi strumenti per la<br />

costruzione delle lenti.<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 7<br />

(b = 1/3,1/4 della distanza d dall’oggetto)<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 8<br />

oculus artificialis<br />

CENNI STORICI (2)<br />

CENNI STORICI (3)<br />

Il pittore tedesco<br />

Arbrecht Dürer (1471-<br />

1528) produsse nel 1525<br />

una macchina in grado di<br />

generare prospettive<br />

centrali di oggetti<br />

tridimensionali.<br />

Questo strumento<br />

include un apparato utile<br />

alla produzione di<br />

prospettive centrali di<br />

uno stesso oggetto con<br />

centri di proiezione e<br />

piani distinti (disegni<br />

stereoscopici).<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 9<br />

Nel 1600 l’astronomo<br />

tedesco Johannes<br />

Kepler (1571-1630)<br />

fornisce una precisa<br />

definizione del<br />

termine<br />

STEREOSCOPIA e il<br />

pittore fiorentino<br />

Jacopo Chimenti<br />

produce quella che<br />

può essere<br />

considerata la prima<br />

coppia stereoscopica<br />

di disegni (Museo<br />

Wicar - Lille -<br />

Francia).<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 10<br />

CENNI STORICI (4)<br />

Le prospettive prodotte con gli strumenti prima ricordati<br />

avevano molte limitazioni nei riguardi della correttezza<br />

geometrica e della riproduzione fedele dei dettagli<br />

dell’oggetto.<br />

L’introduzione della camera obscura rappresentò un notevole<br />

passo avanti nella produzione di prospettive di oggetti<br />

tridimensionali<br />

La camera obscura (descritta da uno studente arabo all’inizio<br />

dell’XI secolo) fu inizialmente una vera e propria stanza con un<br />

piccolo foro praticato su una parete. La luce passante attraverso<br />

questo foro produceva sulla parete opposta una prospettiva dello<br />

spazio esterno alla camera. La modesta quantità di luce e gli<br />

effetti di diffrazione ai bordi del foro generavano immagini<br />

sfuocate<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 11<br />

CENNI STORICI (5)<br />

Numerosi sforzi furono fatti per<br />

trasformare la camera obscura in<br />

uno strumento trasportabile<br />

inserendo nel foro sistemi ottici<br />

inventati per aumentare la<br />

quantità di luce penetrante.<br />

Giovanni i Battista t Porta nel 1558<br />

raccomandava l’uso di questo<br />

strumento ai giovani artisti per la<br />

produzione di prospettive reali.<br />

In seguito la camera obscura fu<br />

dotata di specchi in grado di<br />

riflettere l’immagine su un piano<br />

orizzontale sul quale si poteva<br />

posizionare più comodamente il<br />

foglio da disegno.<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 12<br />

2


CENNI STORICI (6)<br />

Nel 1804 il fisico Wollaston inventò la<br />

camera lucida consistente in un prisma<br />

ottico a quattro facce montato ad una<br />

opportuna distanza da un piano<br />

orizzontale.<br />

L’immagine dell’oggetto tridimensionale<br />

veniva proiettata dal prisma sul piano<br />

consentendo il tracciamento manuale della<br />

prospettiva.<br />

Lo stesso Wollaston nel 1812 migliorò la<br />

camera obscura introducendo sistemi ottici<br />

più efficaci di quelli fino ad allora utilizzati.<br />

Si deve a Edward Bausch l’introduzione<br />

dell’uso del diaframma a diametro<br />

variabile.<br />

Una camera oscura reflex da disegno degli inizi dell'800. Lo specchio interno deviava la<br />

proiezione di 45 gradi verso la parte superiore, dove Fotogrammetria veniva steso il foglio - da Lezione disegno. 1E'<br />

13<br />

lo stesso principio in base al quale funzionano oggi le moderne macchine fotografiche<br />

reflex.<br />

Il concetto dei disegni<br />

stereoscopici fu utilizzato per<br />

un rilevamento dal fisico<br />

svizzero F. Kapeller nel 1726<br />

che produsse una mappa<br />

topografica del Monte Pilato sul<br />

Lago di Lucerna.<br />

CENNI STORICI (7)<br />

L’ammiraglio francese<br />

Beautemps-Beaupré compilò<br />

mappe topografiche a partire da<br />

coppie stereoscopiche di<br />

prospettive utilizzando le<br />

formulazioni matematiche fornite<br />

dal Henry Lambert (1728-1777) 1777)<br />

nel trattato “La prospettiva<br />

libera” del 1759.<br />

Questo trattato esplica il concetto della prospettiva centrale e della<br />

intersezione spaziale di coppie di raggi omologhi (raggi provenienti<br />

dalle due immagini prospettiche di uno stesso punto oggetto):<br />

esso descrive i fondamenti geometrici della tecnica che 100 anni<br />

più tardi assumerà il nome di FOTOGRAMMETRIA<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 14<br />

CENNI STORICI (8)<br />

Nello stesso anno, 1759, Schultze (chimico di<br />

Norimberga) osservò che il nitrato d’argento si<br />

scuriva se esposto alla luce solare.<br />

fissarle<br />

Nello stesso periodo Giovanni Battista Beccaria<br />

riportò risultati di precedenti osservazioni del<br />

medesimo effetto sul cloruro d’argento.<br />

Storicamente si riconosce al francese Niépce la<br />

dimostrazione (1816) che esponendo in una camera<br />

obscura fogli di carta ricoperti di cloruro d’argento<br />

successivamente fissati con un bagno di acido<br />

nitrico si possono ottenere immagini negative: egli<br />

chiamò questa tecnica eliografia.<br />

Successivamente lo stesso Niépce dimostrò che<br />

utilizzando fogli di bitume si potevano ottenere<br />

immagini positive.<br />

Da questo momento cominciò l’estenuante ricerca<br />

dei chimici tedesci, francesi e inglesi per scoprire<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 15<br />

come registrare in modo permanente l’immagine<br />

prodotta da un sistema ottico<br />

Johann Heinrich Schulze realizza immagini a<br />

contatto utilizzando l'annerimento di una mistura<br />

di gesso e sali di nitrati d'argento sotto l'azione<br />

della luce. Esse non sono stabili perché non sa<br />

CENNI STORICI (9)<br />

Nello stesso periodo l’inglese Fox Talbot riuscì a<br />

produrre con la sua camera obscura alcuni<br />

negativi, mentre Arago e Niepce annunciavano la<br />

scoperta del metodo di riproduzione eliografico.<br />

Nel 1837 Louis Daguerre presenta all’Accademia<br />

delle Arti e delle Scienze di Francia le prime<br />

immagini positive su lastra metallica (i<br />

dagherrotipi). Il suo metodo fu presto acquisito,<br />

migliorato e diffuso in tutta Europa.<br />

Immediatamente si pensa alla produzione di<br />

fotografie aeree: dopo i primi esperimenti di<br />

fotografia aerea realizzati da Nadar nel 1858 si<br />

assiste ad una vera e propria esplosione nello<br />

studio, progettazione e realizzazione di camere<br />

idonee all’acquisizione di immagini fotografiche da<br />

aeromobili (mongolfiere, dirigibili e infine, con la<br />

fine della prima guerra mondiale, da aerei).<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 16<br />

CENNI STORICI (9)<br />

CENNI STORICI (10)<br />

Vista di Costantinopoli 1876<br />

È universalmente accettato il fatto che la prima restituzione<br />

fotogrammetrica fu eseguita dal colonnello francese Aimé<br />

Laussedat per il rilevamento architettonico e per la compilazione di<br />

una mappa topografica della città di Parigi utilizzando fotografie<br />

riprese dai tetti degli edifici nel 1864.<br />

Gli studi eseguiti e i notevoli contributi originali alla nuova tecnica<br />

di rilievo gli valsero il titolo di “padre della <strong>fotogrammetria</strong>”.<br />

Dalla seconda metà del XIX secolo la ricerca si volse alla<br />

progettazione di strumenti idonei alla restituzione di fotogrammi<br />

aerei e terrestri basati su soluzioni di tipo ottico e meccanico<br />

(restitutori analogici): Scheimpflug, Von Orel, Pulfrich, Von Gruber,<br />

Wild, Nistri, Santoni, Hotine, Deville non sono che alcuni tra i più<br />

famosi studiosi che consentirono lo sviluppo della tecnica<br />

fotogrammetrica in questo periodo.<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 17<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 18<br />

3


CENNI STORICI (11)<br />

Nel 1958, Helava presenta il prototipo di un restitutore<br />

fotogrammetrico analitico nel quale tutti i problemi di<br />

orientamento e restituzione vengono risolti da un calcolatore<br />

collegato ad uno strumento (lo stereocomparatore) per<br />

l’individuazione e la misura delle coordinate dei punti omologhi.<br />

L’avvento di potenti mezzi di calcolo aprono un periodo di intensa<br />

attività nel mondo della ricerca: il restitutore analitico presentato<br />

da Helava viene affiancato nel 1972 da un nuovo strumento<br />

ideato da Inghilleri, vengono messi a punto i programmi di<br />

compensazione delle triangolazioni fotogrammetriche e vengono<br />

realizzati gli ortoproiettori analitici.<br />

Nel 1981 Sarjakoski dimostra la possibilità di produrre e utilizzare<br />

le immagini digitali per scopi fotogrammetrici. Ha così inizio<br />

l’attuale periodo di evoluzione della tecnica fotogrammetrica che<br />

vede la possibilità di raggiungere la completa automazione<br />

dell’intero processo di rilevamento.<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 19<br />

Negativo<br />

Positivo<br />

P ' 1<br />

P '<br />

2<br />

PP<br />

O<br />

P ' 1<br />

PP<br />

Terminologia<br />

P '<br />

2<br />

P2<br />

P 1<br />

Asse di presa<br />

c<br />

c<br />

c = 99.16<br />

FC<br />

η<br />

PP<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 20<br />

P '<br />

O = Centro di proiezione ( punto di presa)<br />

PP = Punto principale<br />

c = distanza principale<br />

FC = centro fiduciale<br />

ξ<br />

Terminologia<br />

Terminologia<br />

L’orientamento interno è l’insieme dei parametri utili a definire la<br />

geometria interna della camera da presa. I parametri dell’orientamento<br />

interno sono:<br />

ξ0, η0 = coordinate del punto principale nel sistema fiduciale<br />

c = distanza principale della camera<br />

Essi definiscono i la posizione i del centro di<br />

proiezione rispetto al sistema fiduciale<br />

definito sul piano del fotogramma.<br />

Definito l’orientamento interno è possibile<br />

tracciare la stella di direzioni formata dalle<br />

rette che uniscono i singoli punti immagine<br />

con il centro di proiezione.<br />

Il fotogramma può dunque essere visto come<br />

la registrazione delle direzioni azimutali e<br />

zenitali individuate da un teodolite avente il<br />

suo centro strumentale coincidente con il<br />

centro di proiezione<br />

Z<br />

Y<br />

X0<br />

Y0<br />

Z 0<br />

O (X 0,Y 0 ,Z 0)<br />

η<br />

c<br />

FC<br />

PN<br />

P '<br />

PP<br />

(ξ ,η )<br />

0 0<br />

(ξ,η)<br />

X<br />

ξ<br />

P (X,Y,Z)<br />

L’orientamento esterno è<br />

l’insieme dei parametri utili<br />

alla definizione dell’assetto<br />

spaziale della camera<br />

(fotogramma + punto<br />

principale internamente<br />

orientati) rispetto ad un<br />

sistema di riferimento<br />

tridimensionale.<br />

Essenzialmente definisce la<br />

posizione spaziale di un<br />

corpo rigido (la camera)<br />

nello spazio. Quindi è<br />

definito da 6 parametri: tre<br />

traslazioni e tre rotazioni.<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 21<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 22<br />

c<br />

Z<br />

O<br />

B<br />

O<br />

1 2<br />

η<br />

1<br />

ξ<br />

1<br />

Y<br />

P 2<br />

P1<br />

Terminologia<br />

P 4<br />

P3<br />

X<br />

η<br />

2<br />

ξ<br />

2<br />

Consideriamo deu fotografie<br />

che riprendono uno stesso<br />

oggetto.<br />

I raggi delle stelle proiettive<br />

che passano per le immagini<br />

di uno stesso punto (immagini<br />

omologhe) si intersecano<br />

nello spazio (se esiste<br />

l’orientamento esterno !!!).<br />

L’insieme dei punti di<br />

intersezione delle infinite<br />

coppie di raggi omologhi si<br />

chiama modello stereoscopico<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 23<br />

Fasi del processo fotogrammetrico<br />

⇒<br />

⇒<br />

⇒<br />

⇒<br />

⇒<br />

⇒<br />

Presa<br />

Appoggio<br />

Orientamento<br />

Restituzione<br />

Integrazione ed editing<br />

Vestizione (rappresentazione)<br />

Ogni fase del processo fotogrammetrico richiede una attenta<br />

fase di progettazione e una fase di verifica. Il procedimento è<br />

sequenziale:<br />

un errore in una fase condiziona negativamente tutte le<br />

fasi successive<br />

Fotogrammetria - Lezione 1 24<br />

4

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