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trasmissione del calore<br />
no del Dipartimento di Energetica<br />
dell’Università di Pi sa,<br />
il cui scopo pr<strong>in</strong>cipale è quello<br />
di ottenere una drastica<br />
riduzione di scala degli apparati<br />
a PTPT f<strong>in</strong>ora studiati, per<br />
poi valutarne comportamento<br />
termico e potenzialità di raffreddamento<br />
quando applicati<br />
a componenti m<strong>in</strong>iaturizzati<br />
[11], [12], [13]. Lo scopo<br />
della presente <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sperimentale<br />
è quello di caratterizzare<br />
il funzionamento di un<br />
prototipo di PTPT di ridotte<br />
dimensioni che utilizza FC72<br />
come fluido di lavoro, al<br />
variare dei pr<strong>in</strong>cipali parametri<br />
ope rativi e valutare la<br />
sua attitud<strong>in</strong>e ad essere im -<br />
piegato nel controllo termico<br />
di apparati di piccola scala.<br />
L’articolo si divide <strong>in</strong> due parti.<br />
Nella prima viene illustrato<br />
il prototipo studiato, l’attività<br />
sperimentale svolta e la caratterizzazione<br />
teo-rica delle<br />
prestazioni termiche aspettate.<br />
Nella seconda par te <strong>in</strong>vece,<br />
vengono presentati i risultati<br />
di tale attività sperimentale<br />
e le prestazioni termiche<br />
rilevate del dispositivo, con<br />
riferimento ad un possibile<br />
impiego nel settore del raffreddamento<br />
della componentistica<br />
elettronica.<br />
FIGURA 1 - Genealogia dei pr<strong>in</strong>cipali circuiti bifase impiegati come sistemi di controllo termico<br />
Descrizione dell’apparato sperimentale<br />
L’apparato completo, oggetto dell’analisi sperimentale è schematizzato<br />
<strong>in</strong> Figura 2. Esso risulta composto dal prototipo PTPT di piccole dimensioni<br />
e da tutta la strumentazione necessaria alla conduzione delle prove<br />
ed dei rilievi sperimentali. Le scelte progettuali relative alla struttura<br />
realizzata sono state tutte guidate dall’esigenza di avere caratteristiche<br />
tecniche utili per l’impiego del PTPT come dispositivo di controllo termico<br />
per apparati elettronici di piccola scala.<br />
Il prototipo realizzato opera <strong>in</strong> controgravità con le modalità classificabili<br />
tra le macch<strong>in</strong>e dette “ad annullamento del salto di pressione” [10],<br />
la fase di ritorno del fluido refrigerante avviene dunque per annullamento<br />
del salto di pressione tra evaporatore ed accumulatore, ottenuto<br />
mettendo <strong>in</strong> comunicazione i due serbatoi attraverso l’apertura delle due<br />
elettrovalvole H (figura 2). È opportuno notare che, una volta annullato<br />
il salto di pressione, la sp<strong>in</strong>ta che movimenta il liquido viene generata<br />
dall’accelerazione gravitazionale, per effetto delle differenti quote dei<br />
due serbatoi. Dunque, <strong>in</strong> assenza di tale campo di forza, per ottenere<br />
il ritorno del condensato <strong>in</strong> un PTPT così configurato, sarebbe necessario<br />
sostituire l’azione della forza peso con una differente forza (ad esempio<br />
una forza di tipo capillare ottenuta <strong>in</strong>serendo una matrice porosa<br />
nella l<strong>in</strong>ea del ritorno del liquido). L’<strong>in</strong>gombro del prototipo realizzato<br />
è tale da poter essere <strong>in</strong>serito all’<strong>in</strong>terno di un case middle tower (dimensioni<br />
340x180x320 mm) di un comune personal computer. L’evapora -<br />
tore è costituito da un serbatoio di allum<strong>in</strong>io AISI 316S, di forma assialsimmetrica<br />
e con un volume di circa 0.25 l. Il componente da raffreddare<br />
viene simulato da una termoresistenza, disposta su di un piano<br />
orizzontale e posta a contatto con la parte <strong>in</strong>feriore dell’evaporatore,<br />
Figura 2. <strong>La</strong> parte <strong>in</strong>feriore dell’evaporatore, che separa fisicamente la<br />
termoresistenza dal fluido vettore, è realizzata con una massa di rame<br />
(def<strong>in</strong>ita nel lavoro come dissipatore).<br />
<strong>La</strong> scelta del rame è stata fatta grazie alla sua elevata conducibilità termica,<br />
visto che deve trasferire il calore dalla termoresistenza al fluido.<br />
Il condensatore è il componente nel quale, se correttamente dimensionato,<br />
viene dissipata la quasi totalità della potenza termica fornita dalla<br />
termoresistenza al fluido vettore. Esso può essere posizionato <strong>in</strong>differentemente<br />
a quote superiori o <strong>in</strong>feriori all’evaporatore. Il condensatore<br />
è costituito da un parallelepipedo <strong>in</strong> allum<strong>in</strong>io le cui dimensioni risultano<br />
80x70x40 (WxLxH) mm e possiede una superficie alettata attraverso<br />
la quale fluisce un flusso d’aria movimentato da un ventilatore. Sul<br />
lato opposto del parallelepipedo, rispetto alla superficie alettata, è stata<br />
<strong>in</strong>vece ricavata una serpent<strong>in</strong>a a sezione quadrata 4x4 mm, attraverso<br />
la quale fluisce il fluido vettore. <strong>La</strong> lunghezza complessiva della<br />
serpent<strong>in</strong>a è di circa 500 mm. Grazie all’utilizzo di una superficie <strong>in</strong><br />
policarbonato Lexan, che sigilla la serpent<strong>in</strong>a, è possibile osservare il<br />
tipo di moto all’<strong>in</strong>terno del condensatore. Il terzo organo che costituisce<br />
<strong>La</strong> <strong>Termotecnica</strong> • Aprile 2009<br />
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