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Untitled - Il Portale Regionale della Cultura

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trasto con l’imponenza dell’immagine architettonica,<br />

una distribuzione funzionale all’interno<br />

estremamente semplice, caratteristica del sistema<br />

produttivo preindustriale: il corpo principale, dove<br />

veniva canalizzata l’acqua per azionare le macchine,<br />

ospitava gli impianti per sminuzzare gli<br />

stracci, le vasche per la macerazione e le strutture<br />

per la collatura; le due ali servivano come magazzino<br />

per la materia prima, gli stracci, appunto,<br />

e per la lisciatura dei fogli; i piani superiori, ben<br />

ventilati, erano utilizzati per ospitare i setacci per<br />

la creazione dei fogli e gli stenditoi per l’asciugatura.<br />

La fabbrica fabrianese, attiva per oltre due<br />

secoli, ha subito certamente degli ampliamenti,<br />

riconoscibili dalla forma architettonica dei vari edifici:<br />

l’edificio principale, del tutto simile al modello<br />

settecentesco, presenta però, in una foto dei primi<br />

del Novecento, oltre al corpo longitudinale che<br />

unisce le due ali laterali, un corpo aggettante<br />

lungo il corpo principale, ed una serie di edifici<br />

esterni, uno dei quali di dimensioni notevoli.<br />

Oggi la struttura principale ha perso gli annessi<br />

suddetti, riavvicinandosi al modello francese:<br />

interessanti un edificio dalle forme moderniste<br />

posto ad uno degli estremi del corpo longitudinale<br />

principale ed un secondo, liberty, all’esterno dell’ingresso<br />

principale; sono scomparse, invece, le<br />

numerose ciminiere, una delle quali a pianta<br />

quadrata, che, nella foto dei primi del secolo, rivelavano<br />

chiaramente l’identità produttiva del<br />

complesso. Da ricordare, inoltre, che lo stabilimento<br />

fu praticamente distrutto dall'incendio del<br />

1871, e subito ricostruito.<br />

Singolare, infine, il fatto che la foto storica già<br />

ricordata mostri come l’edificio centrale presentasse,<br />

come oggi, una scansione regolare di aperture<br />

su tre livelli, ma, mentre allora esse erano di<br />

forma rettangolare e particolarmente semplici,<br />

oggi invece, sono costituite da aperture ad arco<br />

ribassato, al pianterreno, e da bifore ai due piani<br />

superiori; il carattere di serialità del prospetto principale,<br />

inoltre, è accentuato nella forma attuale da<br />

una successione ad intervalli uguali di lesene.<br />

Oggi l'impianto è utilizzato solo in parte, come<br />

deposito materiali e uffici; al pianterreno dell'edificio<br />

degli uffici viene ospitato lo splendido Archivio<br />

delle Cartiere Miliani, dove vengono esposte<br />

antiche lastre in cera e in bronzo con cui venivano<br />

prodotte le filigrane, insieme a documenti storici<br />

sull'attività dei Miliani negli oltre due secoli di vita.<br />

La cartiera di Ascoli Piceno deve l'attuale<br />

sistemazione al restauro voluto da Papa Giulio II<br />

<strong>della</strong> Rovere, nel 1512, come si legge nell'incisione<br />

in facciata, anche se probabilmente già nel

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