Untitled - Il Portale Regionale della Cultura
Untitled - Il Portale Regionale della Cultura
Untitled - Il Portale Regionale della Cultura
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
50<br />
69<br />
trasto con l’imponenza dell’immagine architettonica,<br />
una distribuzione funzionale all’interno<br />
estremamente semplice, caratteristica del sistema<br />
produttivo preindustriale: il corpo principale, dove<br />
veniva canalizzata l’acqua per azionare le macchine,<br />
ospitava gli impianti per sminuzzare gli<br />
stracci, le vasche per la macerazione e le strutture<br />
per la collatura; le due ali servivano come magazzino<br />
per la materia prima, gli stracci, appunto,<br />
e per la lisciatura dei fogli; i piani superiori, ben<br />
ventilati, erano utilizzati per ospitare i setacci per<br />
la creazione dei fogli e gli stenditoi per l’asciugatura.<br />
La fabbrica fabrianese, attiva per oltre due<br />
secoli, ha subito certamente degli ampliamenti,<br />
riconoscibili dalla forma architettonica dei vari edifici:<br />
l’edificio principale, del tutto simile al modello<br />
settecentesco, presenta però, in una foto dei primi<br />
del Novecento, oltre al corpo longitudinale che<br />
unisce le due ali laterali, un corpo aggettante<br />
lungo il corpo principale, ed una serie di edifici<br />
esterni, uno dei quali di dimensioni notevoli.<br />
Oggi la struttura principale ha perso gli annessi<br />
suddetti, riavvicinandosi al modello francese:<br />
interessanti un edificio dalle forme moderniste<br />
posto ad uno degli estremi del corpo longitudinale<br />
principale ed un secondo, liberty, all’esterno dell’ingresso<br />
principale; sono scomparse, invece, le<br />
numerose ciminiere, una delle quali a pianta<br />
quadrata, che, nella foto dei primi del secolo, rivelavano<br />
chiaramente l’identità produttiva del<br />
complesso. Da ricordare, inoltre, che lo stabilimento<br />
fu praticamente distrutto dall'incendio del<br />
1871, e subito ricostruito.<br />
Singolare, infine, il fatto che la foto storica già<br />
ricordata mostri come l’edificio centrale presentasse,<br />
come oggi, una scansione regolare di aperture<br />
su tre livelli, ma, mentre allora esse erano di<br />
forma rettangolare e particolarmente semplici,<br />
oggi invece, sono costituite da aperture ad arco<br />
ribassato, al pianterreno, e da bifore ai due piani<br />
superiori; il carattere di serialità del prospetto principale,<br />
inoltre, è accentuato nella forma attuale da<br />
una successione ad intervalli uguali di lesene.<br />
Oggi l'impianto è utilizzato solo in parte, come<br />
deposito materiali e uffici; al pianterreno dell'edificio<br />
degli uffici viene ospitato lo splendido Archivio<br />
delle Cartiere Miliani, dove vengono esposte<br />
antiche lastre in cera e in bronzo con cui venivano<br />
prodotte le filigrane, insieme a documenti storici<br />
sull'attività dei Miliani negli oltre due secoli di vita.<br />
La cartiera di Ascoli Piceno deve l'attuale<br />
sistemazione al restauro voluto da Papa Giulio II<br />
<strong>della</strong> Rovere, nel 1512, come si legge nell'incisione<br />
in facciata, anche se probabilmente già nel