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Notiziario Aprile 2009 - Comune di Montecchio Emilia

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Iris Giglioli - Sindaco<br />

Il modello economico ad una svolta<br />

Le misure messe in campo dal <strong>Comune</strong> per fronteggiare la crisi<br />

EDITORIALE<br />

2<br />

La crisi finanziaria esplosa negli USA<br />

ormai <strong>di</strong>versi mesi fa si è propagata<br />

nel resto del mondo. Il suo innesco è<br />

riconducibile alla questione dei mutui<br />

subprime, cioè mutui immobiliari<br />

concessi <strong>di</strong> fatto senza garanzie e sui<br />

quali poi si sono innescate operazioni<br />

speculative con strumenti finanziari<br />

derivati, ma ormai i suoi effetti<br />

si riflettono in tutti gli ambiti della<br />

nostra società.<br />

La crisi dei mutui immobiliari, che<br />

ha fatto crollare il mercato azionario<br />

statunitense, portando con sé<br />

nella rovinosa scia le borse europee<br />

e quelle asiatiche è la <strong>di</strong>retta conseguenza<br />

della supremazia della finanza<br />

sull’economia reale, industriale,<br />

e <strong>di</strong> una mentalità, largamente alimentata<br />

anche dai mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

<strong>di</strong> massa, che temprata nel<br />

m i t o d e l g u a d a g n o f a c i l e e ve l o c e.<br />

La mancanza <strong>di</strong> regole certe ha<br />

consegnato il sistema finanziario e<br />

l’intera economia nelle mani della<br />

speculazione, in particolare quella in<br />

strumenti derivati.<br />

Siamo, insomma, assistendo al declino<br />

del modello economico che è<br />

stato alla base dello sviluppo delle<br />

nostre comunità negli ultimi decenni.<br />

Tutto ciò risulta aggravato dalla<br />

globalizzazione dei mercati e delle<br />

informazioni via internet, dalla permeabilità<br />

dei mercati nazionali.<br />

In tale preoccupante cornice i governi<br />

<strong>di</strong> tutti i Paesi lavorano cercando<br />

<strong>di</strong> arginare gli effetti <strong>di</strong> una crisi, che<br />

inevitabilmente si ripercuote sulla<br />

tenuta sociale delle nostre comunità.<br />

L’entità dei fenomeni a cui assistiamo<br />

rende assai arduo tale compito,<br />

e certe ritar<strong>di</strong> nel leggere gli sviluppi<br />

della situazione, certi provve<strong>di</strong>menti<br />

incongrui (ricor<strong>di</strong>amo che in prima<br />

istanza il nostro governo aveva in<strong>di</strong>viduato<br />

come parziale risposta al<br />

momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà la detassazione<br />

degli straor<strong>di</strong>nari) hanno ulteriormente<br />

complicato il cammino.<br />

Un ulteriore ostacolo è rappresentato<br />

dal fatto che non esistono, purtroppo,<br />

istituzioni pubbliche che possano<br />

regolare con severità gli andamenti<br />

dei mercati speculativi finanziari,<br />

comminando sanzioni, chiudendo<br />

società finanziarie e banche troppo<br />

ingorde; riportando insomma la libera<br />

circolazione dei beni immateriali,<br />

quali sono gli investimenti finanziari<br />

tipici ed atipici, sul binario del lecito<br />

e del legale.<br />

Oggi, infatti, viviamo con una economia<br />

schizofrenica, che si muove su<br />

due piani <strong>di</strong>varicanti che si allontano<br />

sempre più tra <strong>di</strong> loro. Da una parte,<br />

l’economia finanziaria che “gioca” attraverso<br />

le Borse <strong>di</strong> tutto il mondo<br />

in tempo reale utilizzando qualsiasi<br />

tipo <strong>di</strong> strumento <strong>di</strong> azzardo.<br />

Immense ricchezze, provenienti dai<br />

risparmi della gente che lavora o è<br />

in pensione ( e quin<strong>di</strong> danaro vero,<br />

reale!), vengono trasferite in prodotti<br />

altamente specializzati e a rischio incre<strong>di</strong>bile.<br />

A nulla valgono i dati reali<br />

che “sottostanno”, come si <strong>di</strong>ce tecni-<br />

camente, a questi titoli e investimenti<br />

“spazzatura”: si tratti <strong>di</strong> immobili<br />

comprati dai risparmiatori per abitarci<br />

o per investirci i propri sol<strong>di</strong>, magari<br />

delle liquidazioni, oppure dei fon<strong>di</strong><br />

pensionistici integrativi ( un pericolo<br />

che ora anche in Italia dovrà essere<br />

affrontato con regole e controlli più<br />

severi, dopo l’avvio della legge!).<br />

Sull’altro piano inclinato scivola l’economia<br />

concreta, che gli stessi attori<br />

finanziari snobbano sempre più, perché<br />

rende <strong>di</strong> meno e in tempi troppo<br />

lunghi. Ma anche perché occorre<br />

fare i conti con la concorrenza globalizzata,<br />

impiegare capitali nell’innovazione<br />

tecnologica e <strong>di</strong> prodotto,<br />

investire nei processi <strong>di</strong> produzione,<br />

commercio, marketing e, soprattutto,<br />

avere a che fare con la variabile umana,<br />

con coloro che lavorano nelle imprese<br />

a vari livelli.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> economia, che poi in<br />

realtà è quella che ci fa lavorare, vivere,<br />

guadagnare stipen<strong>di</strong>, spendere<br />

in beni <strong>di</strong> consumo, pagare le tasse<br />

e relazionare con il resto del mondo,<br />

questa economia reale non piace<br />

proprio più.<br />

L’abolizione delle ideologie ha <strong>di</strong><br />

certo portato forme <strong>di</strong> libertà e democrazia<br />

mai conosciute finora, ma<br />

ha anche impoverito l’idealità, la progettualità<br />

della politica cosiddetta<br />

“alta”. Ci vuole più stato regolatore,<br />

solidaristico e investitore per un’economia<br />

eco-compatibile, sostenibile<br />

anche ecologicamente, nel senso più<br />

ampio del termine.<br />

Ci vogliono, dunque, istituzioni sopranazionali<br />

che intervengano anche<br />

con sanzioni sulle storture dei mercati,<br />

senza far perdere danaro pubblico<br />

alle banche centrali. Sono necessarie<br />

politiche <strong>di</strong> investimento nelle

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