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Standard italiani per la cura del diabete mellito - AMD

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LA CURA DEL DIABETE 35<br />

temente introdotta l’insulina detemir; anche <strong>per</strong> questa insulina<br />

i primi studi sembrano dimostrare una riduzione <strong>del</strong> rischio di<br />

ipoglicemia notturna in confronto con NPH (9,10). Sebbene il<br />

costo di questi analoghi sia su<strong>per</strong>iore rispetto al<strong>la</strong> NPH, un modesto<br />

miglioramento <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia (11), ma soprattutto<br />

il calcolo <strong>del</strong> rapporto costo/beneficio (che includa anche<br />

<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong>le ipoglicemie e il conseguente miglioramento<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> qualità <strong>del</strong><strong>la</strong> vita) depone a favore <strong>del</strong> loro utilizzo (12).<br />

Lo studio control<strong>la</strong>to DAFNE dimostra che un corso di educazione<br />

che combini un trattamento insulinico intensivo con libertà<br />

alimentare e algoritmi di autogestione <strong>del</strong><strong>la</strong> terapia insulinica<br />

migliora <strong>la</strong> qualità <strong>del</strong><strong>la</strong> vita e il compenso glicemico senza<br />

aumentare il numero di ipoglicemie gravi o il rischio cardiovasco<strong>la</strong>re<br />

(13).<br />

Nel <strong>diabete</strong> tipo 1, in pazienti che <strong>per</strong> vari motivi non riescono<br />

a mantenere un buon controllo metabolico, l’uso <strong>del</strong><strong>la</strong> terapia<br />

CSII (Continuos Subcutaneous Insulin Infusion) può rappresentare<br />

una valida alternativa (14-16). I principali vantaggi nell’utilizzo<br />

<strong>del</strong> microinfusore rispetto al<strong>la</strong> terapia multiiniettiva basata sull’utilizzo<br />

di NPH derivano da un miglioramento <strong>del</strong> controllo<br />

glicemico espresso in termini di riduzione <strong>del</strong>l’emoglobina glicata<br />

e <strong>del</strong><strong>la</strong> variabilità glicemica, da una riduzione degli episodi ipoglicemici<br />

e dal<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione dei pazienti di un miglioramento nel<strong>la</strong><br />

qualità di vita (15). Da una recente indagine condotta in Italia<br />

si rileva che il microinfusore è utilizzato da 2702 pazienti di cui<br />

il 97% diabetici tipo 1; questo numero non raggiunge su sca<strong>la</strong> nazionale<br />

il 5% <strong>del</strong><strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di diabetici tipo 1 con una crescita<br />

di 1,8 volte in 39 mesi rispetto al<strong>la</strong> precedente indagine (17).<br />

Recentemente è stata introdotta l’insulina somministrabile <strong>per</strong><br />

via ina<strong>la</strong>toria (18) efficace anche nel <strong>diabete</strong> di tipo 1 (19). Il<br />

NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) <strong>del</strong><br />

NHS britannico ne ha tuttavia sconsigliato l’utilizzo se non in<br />

rari casi e <strong>per</strong> non più di 6 mesi (20).<br />

2. Diabete tipo 2<br />

RACCOMANDAZIONI<br />

Perseguire lo stretto controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia al fine<br />

di ridurre il rischio di complicanze croniche. (Livello<br />

di prova I, forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione A)<br />

In presenza di valori di HbA 1c su<strong>per</strong>iori all’obiettivo<br />

glicemico è necessario mettere tempestivamente in<br />

atto le opportune variazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> terapia finalizzate a<br />

raggiungere rapidamente e mantenere nel tempo il<br />

buon controllo glicemico. (Livello di prova VI, Forza<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione B)<br />

In presenza di sovrappeso (BMI >25 kg/m 2 ) il farmaco<br />

di prima scelta è <strong>la</strong> metformina. (Livello di prova I,<br />

Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione B)<br />

Secretagoghi, metformina, glitazonici, insulina sono<br />

parimenti efficaci nel ridurre l’emoglobina glicosi <strong>la</strong>ta.<br />

(Livello di prova I, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione A)<br />

In molti pazienti, non in buon controllo in monoterapia,<br />

è indispensabile associare due o più farmaci<br />

ipoglicemizzanti orali. (Livello di prova I, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

raccomandazione A)<br />

Quando il controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia non è soddisfacente,<br />

anche in politerapia, è indispensabile iniziare<br />

<strong>la</strong> terapia insulinica mono- o multiiniettiva. (Livello di<br />

prova I, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione A)<br />

Tenere in considerazione <strong>la</strong> possibile scarsa adesione<br />

al<strong>la</strong> terapia prescritta. (Livello di prova I, Forza<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione A)<br />

◆ COMMENTO<br />

Evidenze fondamentali<br />

Esistono alcune evidenze cliniche fondamentali che ogni medico<br />

dovrebbe seguire nel proprio approccio prescrittivo e che<br />

vengono qui di seguito elencate.<br />

Lo stretto controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia riduce il rischio di insorgenza<br />

e/o <strong>la</strong> progressione <strong>del</strong><strong>la</strong> retinopatia (21,22) e <strong>del</strong><strong>la</strong> nefropatia diabetica<br />

(21,22) anche nel <strong>diabete</strong> tipo 2 (23). Nel c<strong>la</strong>ssico studio<br />

UKPDS, gli endpoint re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> microangiopatia diabetica (inclusa<br />

<strong>la</strong> retinopatia e <strong>la</strong> nefropatia) si riducevano <strong>del</strong> 37% <strong>per</strong> ogni<br />

punto <strong>per</strong>centuale di riduzione <strong>del</strong>l’HbA 1c , senza alcuna soglia minima<br />

(24). L’assenza di soglia suggerisce che qualsiasi riduzione<br />

<strong>del</strong>l’HbA 1c è in grado di ridurre il rischio di complicanze microvasco<strong>la</strong>ri.<br />

Le evidenze sulle complicanze macrovasco<strong>la</strong>ri sono,<br />

purtroppo, meno forti; tuttavia, <strong>la</strong> riduzione di ogni punto <strong>per</strong>centuale<br />

<strong>del</strong>l’HbA 1c comportava <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> 14% <strong>del</strong> rischio<br />

di infarto <strong>del</strong> miocardio, <strong>del</strong> 12% di ictus cerebri, <strong>del</strong> 16% di scompenso<br />

cardiaco e <strong>del</strong> 21% <strong>del</strong>le morti legate al <strong>diabete</strong> (24).<br />

Lo stretto controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia comporta un aumento <strong>del</strong><br />

rischio di ipoglicemia. Nell’UKPDS il gruppo trattato intensivamente<br />

riportava episodi di ipoglicemia nello 1-2% dei casi (21).<br />

Lo stretto controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia comporta un aumento <strong>del</strong><br />

peso corporeo, più evidente con <strong>la</strong> terapia insulinica che con <strong>la</strong><br />

terapia orale (21). Nell’UKPDS, i pazienti assegnati al<strong>la</strong> terapia<br />

intensiva dimostravano un maggiore aumento di peso in 10<br />

anni (3,1 kg), ulteriormente accresciuto in quelli trattati con insulina<br />

(4,0 kg), questo, tuttavia, non avviene con <strong>la</strong> metformina<br />

(25,26,27).<br />

L’adesione al<strong>la</strong> terapia è troppo spesso scarsa (più spesso con<br />

<strong>la</strong> metformina) e, in generale, i farmaci assunti una so<strong>la</strong> volta al<br />

giorno migliorano l’adesione al<strong>la</strong> terapia (28,29,30,31).<br />

Dopo alcuni anni, <strong>la</strong> politerapia è spesso inevitabile.<br />

Nell’UKPDS, dopo tre anni circa <strong>la</strong> metà dei pazienti aveva bisogno<br />

di un secondo farmaco <strong>per</strong> il controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia e, dopo<br />

9 anni, il 75% dei pazienti con HbA 1c pari a 7% era in politerapia.<br />

(32,33).<br />

Non esistono evidenze che un farmaco o una terapia sia preferibile<br />

ad altri, con <strong>la</strong> so<strong>la</strong> esclusione <strong>del</strong><strong>la</strong> metformina nei pazienti<br />

diabetici in sovrappeso (34); <strong>per</strong>tanto, le evidenze re<strong>la</strong>tive<br />

ai singoli farmaci o eventualmente alle c<strong>la</strong>ssi saranno riportate<br />

singo<strong>la</strong>rmente.<br />

Biguanidi<br />

Nei diabetici in sovrappeso o obesi (con indice di massa corporea<br />

maggiore di 25,0 kg/m²), il farmaco di prima scelta è <strong>la</strong><br />

metformina (32-34). Nell’UKPDS, infatti, <strong>la</strong> metformina ha<br />

determinato, a parità di controllo glicemico, un minor rischio di<br />

complicanze, accompagnato da un ridotto numero di ipoglicemie<br />

e assenza di aumento di peso. Tale evidenza è preceduta e con-

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