scarica atti - Assimpredil Ance
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iabilità di ruoli e di modalità di relazione<br />
che ormai tutte le persone<br />
hanno nei confronti delle aziende,<br />
ecco credo che per un imprenditore<br />
sia importante rivolgersi a qualcuno<br />
capace di gestire questa complessità.<br />
CDA<br />
Secondo me questo è uno dei temi<br />
centrali. Ho sempre pensato che in<br />
un’azienda che lavora su commessa<br />
e sul prodotto come noi è molto<br />
più semplice rispetto a un’azienda<br />
di servizi definire i modelli e<br />
quindi gli incentivi e infine i risultati.<br />
In realtà devo dire che data la<br />
complessità delle figure è veramente<br />
difficile, uno dei problemi sostanziali<br />
è che non crei amalgama ma<br />
solo scontento.<br />
EM<br />
Credo che all’interno di un’azienda<br />
l’elemento retributivo sia sicuramente<br />
importante perché permette<br />
la serenità di ogni collaboratore<br />
all’interno di una società; io però ritengo<br />
che ogni azienda debba elaborare<br />
al suo interno una strategia<br />
culturale e una strategia di valori,<br />
non vorrei definirla filo rosso ma<br />
piuttosto una catena di acciaio che<br />
lega le persone all’interno dell’azienda<br />
ed è ovviamente un talento<br />
che l’imprenditore deve essere<br />
capace di mettere all’interno della<br />
sua azienda. Una strategia culturale<br />
è una strategia legata al taglio<br />
che l’imprenditore dà alla sua azienda,<br />
nel nostro settore magari ci sono<br />
imprese che lavorano con grandi<br />
architetti, che vendono prodotti<br />
di grande qualità, poter dire “io sono<br />
all’interno dell’impresa di costruzione<br />
che realizza prodotti di<br />
alto livello per clienti esigenti” secondo<br />
me crea un senso di appartenenza<br />
che è un elemento molto<br />
importante perché crea soddisfazione<br />
nelle persone che lavorano in<br />
gruppo all’interno di quell’azienda.<br />
Credo poi che i valori siano assolutamente<br />
importanti, quando si fa<br />
Ritengo che ogni azienda debba elaborare al suo<br />
interno una strategia culturale e una strategia di<br />
valori, non vorrei definirla filo rosso ma<br />
piuttosto una catena di acciaio che lega le<br />
persone all’interno dell’azienda<br />
la famosa selezione del personale<br />
trovare ragazzi che hanno una preparazione<br />
adeguata ma che sono<br />
anche portatori di sani valori è molto<br />
importante. È fondamentale che<br />
il Politecnico così come l’Università<br />
Bocconi siano realtà capaci di fornire<br />
una serie di nozioni tecniche<br />
di grandissima qualità, ma forse<br />
l’Università dovrebbe anche spiegare<br />
a questi futuri manager, che<br />
un giorno andranno a occuparsi di<br />
opere pubbliche oppure di gestione<br />
di aziende, che devono riflettere<br />
bene su quello che vanno a fare,<br />
che quando un dipendente pubblico<br />
prende in mano un piano urbanistico<br />
va a realizzare qualcosa di<br />
molto importante nei confronti della<br />
collettività; quindi io credo che<br />
se ci sono dei valori, va spiegato anche<br />
che realizzare un’opera pubblica<br />
significa benessere per la collettività,<br />
mi sembra che l’aspetto etico<br />
sia importante. Quando arrivano<br />
ragazzi di questo tipo c’è una grande<br />
positività all’interno dell’impresa,<br />
io personalmente ne tengo molto<br />
conto.<br />
Va spiegato anche che<br />
realizzare un’opera<br />
pubblica significa<br />
benessere per la<br />
collettività, mi sembra<br />
che l’aspetto etico sia<br />
importante<br />
LM<br />
Parto dalla domanda più vecchia e<br />
poi torno alla nuova. La più vecchia<br />
era il problema del tirocinio: abbiamo<br />
tentato di portare gli studenti<br />
a fine corso nelle imprese e questo<br />
con le imprese edili è risultato molto<br />
molto difficile, per non parlare<br />
della possibilità di portarli in cantiere.Tutto<br />
ciò viene visto come un impiccio,<br />
detto in termini molto semplici,<br />
mentre in altre realtà – vedi i<br />
nostri amici elettronici ed informatici,<br />
è molto diverso, ad esempio IBM<br />
ha un ufficio apposta per gestire i<br />
tirocinanti e ne prende mille l’anno.<br />
Quindi non solo organizza una<br />
forza lavoro importante e la utilizza<br />
bene, ma di fatto fa una preselezione<br />
del personale. Bisogna quindi<br />
trovare un modo, tra impresa e<br />
Università, per riuscire a far fare veramente<br />
i tirocini formativi che in<br />
realtà non si limitino ai quindici<br />
giorni o al mese. Probabilmente sarebbe<br />
meglio eliminare gli esami di<br />
Stato che forse non servono a niente<br />
e far fare un anno di tirocinio<br />
post laurea prima di abilitare alla<br />
professione, per esempio organizzando<br />
gli studi professionali, le imprese<br />
stesse, per poter avere quella<br />
formazione reale sul campo che<br />
serve. Noi riusciamo fino a un certo<br />
punto, in certi settori i nostri laureati<br />
riescono a essere quasi operativi,<br />
in altri no.<br />
Dal punto di vista della metodica<br />
di formazione, secondo me, è importante<br />
anche il modo di porsi dei<br />
docenti nei confronti dei discenti;<br />
per esempio è molto formativo, sia<br />
dal punto di vista deontologico, sia<br />
dal punto di vista della cultura del<br />
lavoro, quando si sta sviluppando<br />
una relazione alla lavagna e si perde<br />
qualche termine per strada, fermarsi<br />
e dire: ”Ragazzi, è così che mi<br />
seguite? non vedete che qui ho sbagliato,<br />
nessuno mi corregge?” Cioè<br />
che evidenziare che non ci sono posizioni<br />
di casta che vanno difese a<br />
ogni costo (il docente in quanto tale<br />
non saglia mai), ma che invece<br />
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