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PPV<br />

La questione è difficile da generalizzare,<br />

nel senso che dipende molto<br />

dalla tematica che affronti e dal<br />

tipo di committenza che hai davanti;<br />

non c’è il minimo dubbio che l’immagine<br />

di tanti anni fa, in cui il processo<br />

del costruire poteva essere<br />

schematizzato con l’architetto “demiurgo”,<br />

l’ingegnere che, se c’era,<br />

era in qualche misura limitato alle<br />

soluzioni tecniche e l’impresa che<br />

costruiva, è uno schema oggi abbondantemente<br />

superato: ci sono<br />

fasi nel processo del costruire, come<br />

quella del progetto urbanistico, della<br />

formazione del Feasibility e del<br />

Business Plan o quella del progetto<br />

esecutivo, in cui si ricompone una<br />

quantità di competenze specialistiche<br />

e volta a volta c’è qualcuno che<br />

apporta un contributo che risulta<br />

prevalente rispetto agli altri, in relazione<br />

agli obiettivi generali del<br />

progetto. Ma torno a sottolineare<br />

il ruolo determinante del Project<br />

Manager per la gestione di questa<br />

complessità.<br />

CDA<br />

Chiederei al professor Mazzarella<br />

come il Politecnico si sta attrezzando<br />

per affrontare queste complessità,<br />

ho visto ultimamente che coniugate<br />

in parte i corsi di Laurea<br />

edilizia con quelli di carattere gestionale,<br />

mi sembra che ci sia un<br />

percorso sotto questo punto di vista<br />

ormai avviato.<br />

Livio Mazzarella<br />

In effetti, una scommessa è stata<br />

fatta: nel ’92 il Politecnico di Milano<br />

ha avviato un corso di Laurea<br />

che ormai si è consolidato con le ultime<br />

riforme, la Laurea triennale si<br />

chiama adesso Ingegneria dell’Edilizia,<br />

mentre la Laurea magistrale<br />

biennale si chiama Ingegneria dei<br />

Sistemi Edilizi, fino a quest’anno in<br />

corso era Ingegneria Edile.<br />

Nel ’92, quando nacque Ingegneria<br />

Edile-Architettura, che è altra cosa,<br />

il Politecnico decise di seguire a suo<br />

7<br />

rischio una strada diversificata cercando<br />

di capire il mercato del lavoro.<br />

Si inventò la figura di quello che<br />

poi abbiamo chiamato l’Ingegnere<br />

Edile, partendo prima di tutto dalla<br />

presunzione che l’ingegnere debba<br />

essere una persona d’ingegno e<br />

quindi debba basarsi su questo<br />

principio <strong>atti</strong>vo per affrontare e risolvere<br />

i problemi caratteristici dell’ingegneria<br />

che, come è noto, sono<br />

innumerevoli: tecnologici, economici,<br />

gestionali, legislativi e normativi.<br />

Abbiamo cercato di verificare<br />

l’obiettivo da raggiungere e poi<br />

il percorso più adatto per formare<br />

la figura perché i problemi sono di<br />

natura progettuale, operativa, organizzativa<br />

e gestionale; in più, come<br />

si accennava, il problema della<br />

sostenibilità energetico-ambientale<br />

oggi incide in maniera significativa<br />

perché necessita di competenze<br />

specifiche.<br />

A suo tempo abbiamo fatto una<br />

analisi sui campi di <strong>atti</strong>vità e sulle<br />

figure interessate: ingegnere progettista,<br />

gestore del progetto, construction<br />

manager, gestore dei processi<br />

di costruzione, estimativo, dei<br />

servizi, della sicurezza, più tutte le<br />

<strong>atti</strong>vità professionali; questo ci ha<br />

fatto identificare anche una serie<br />

di sbocchi professionali molteplici<br />

che vanno dalla classica professione<br />

dell’ingegnere civile che una volta<br />

si dedicava alle costruzioni, agli<br />

studi professionali di architettura<br />

e di ingegneria, studi di consulenza<br />

della tecnologia, della sicurezza,<br />

della termotecnica, del controllo di<br />

qualità, alle società d’ingegneria, le<br />

imprese di costruzioni e di manutenzione<br />

e di amministrazione, gli uffici<br />

tecnici, le società di gestione dei<br />

patrimoni edilizi, società di servizi<br />

per il controllo di qualità e il settore<br />

della libera professione. Si è quindi<br />

cercato di costruire un primo e<br />

un secondo livello molto integrati fra<br />

di loro, non abbiamo ritenuto oggi<br />

matura la possibilità di avere un<br />

laureato triennale che avesse poi<br />

effettivamente uno sbocco professionale,<br />

quindi si è cercato di mantenere<br />

la solida base degli ingegneri<br />

di una volta, cioè una forte preparazione<br />

scientifica di base multidisciplinare<br />

che serve anche a formare<br />

una mentalità. Adesso con la riforma<br />

tanti hanno cercato di fare<br />

dei corsi di laurea troppo specialistici<br />

perdendo la interdisciplinarità,<br />

tuttavia, visto che il settore d’ingegneria<br />

edile è un settore in cui<br />

l’edificio è ormai un sistema multiforme<br />

con tante tecnologie diverse,<br />

non si possono avere competenze<br />

mirate esclusivamente a una specifica<br />

preparazione ma occorre una<br />

base interdisciplinare ovviamente<br />

da integrare con insegnamenti specifici<br />

nel settore dell’edilizia, per poi<br />

trovare nel secondo livello invece<br />

orientamenti che permettono una<br />

maggiore specializzazione.<br />

La formazione è organizzata in tre<br />

livelli: alla fine del primo livello, dopo<br />

tre anni, si esce con la Laurea; il<br />

secondo livello, biennale, chiamato<br />

Laurea Magistrale approfondisce la<br />

formazione attraverso orientamenti<br />

in specifici settori; dopo di che se<br />

si vuole c’è il terzo livello, il Dottorato<br />

di Ricerca, ambito formativo<br />

non molto riconosciuto dall’industria<br />

e dall’imprenditoria italiane.<br />

Al primo livello abbiamo discipline<br />

di base come matematica, geometria,<br />

fisica generale e chimica generale,<br />

ma anche fisica degli edifici,<br />

che porta a capire i principi alla base<br />

delle prestazioni termiche degli<br />

edifici, o chimica e fisica dei materiali,<br />

che affronta i materiali innovativi,<br />

i cementi, le miscele particolari<br />

e così via. Il secondo livello, che<br />

è un approfondimento delle discipline<br />

scientifiche tradizionali e<br />

scientifiche edilizie, propone degli<br />

orientamenti professionalizzanti<br />

(progettazione, gestione dei sistemi<br />

edilizi e territoriali, recupero,<br />

strutture) ma sempre attenendosi<br />

ai principi della progettazione architettonica,<br />

funzionale e tecnologica<br />

chiamata progettazione in maniera<br />

sintetica. Cosa s’intende con

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