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Dedalo n.27 - Assimpredil Ance

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Milano Rivista bimestrale di <strong>Assimpredil</strong> <strong>Ance</strong>_Numero Ventisette_Settembre Ottobre 2011 quinto bimestrebasso costo+buona qualità=alta politicaDEDALO


Il Distretto Culturale Evoluto di Monza e Brianzagrazie alla partnership con <strong>Assimpredil</strong> <strong>Ance</strong>propone percorsi formativi sul temadella conservazione preventiva e programmataIl Distretto Culturale Evoluto di Monza e Brianza è un progettotriennale che la Provincia di Monza e della Brianza ha avviato conl’intento di promuovere forme di sviluppo territoriale attraversola valorizzazione del patrimonio culturale. Agente aggregantedell’intero processo è la cultura, intesa nella sua duplice declinazionedi patrimonio materiale ed immateriale. Dal 2011 al 2013,munidi Bellusco, Biassono, Cesano Maderno e Sulbiate - sarannocultura, alla formazione e allo sviluppo di idee imprenditoriali.I quattro interventi costituiranno un modello di buone pratiche daassumere come riferimento per i successivi restauri, in quanto sarannol’applicazione concreta dell’approccio metodologico dellaconservazione preventiva e programmata.“Tradizione, innovazione e formazione sono i pilastri su cui ilSistema MB sta puntando per dare nuovo slancio all’ economialocale. Il Distretto Culturale Evoluto parte da questo presuppostoper accelerare lo sviluppo della Brianza, e lo fa con il suo immensopatrimonio culturale che è una delle ricchezze del territorio conpotenzialità enormi, oggi ancora non completamente espresse -spiega il Presidente Dario Allevi - Ci proponiamo, con il DistrettoFondazione Cariplo - di creare un ponte tra il sistema economicoe quello culturale mettendo in relazione, per la prima volta, pubblicoe privato. <strong>Assimpredil</strong> <strong>Ance</strong> è uno dei partner coinvolti nelprogetto e, insieme all’Agenzia Formativa della Provincia, stiamoproponendo nuovi percorsi di aggiornamento e formazione suitemi della conservazione e tutela dei beni storici con un approcciocompletamente nuovo alla gestione ed alla valorizzazione deibeni culturali in relazione alla loro fruizione”.In questi cantieri saranno sperimentate nuove metodologie di progettazione,che verranno divulgate sul territorio attraverso dei corsiLa conservazione intesa come processo ed “assicurata medianteuna coerente, coordinata e programmata attività di studio, preven-mentecaratterizzata da meccanismi di integrazione orizzontale trai soggetti chiamati a partecipare. I corsi, organizzati da <strong>Assimpredil</strong><strong>Ance</strong> e dall’Agenzia Formazione Orientamento Lavoro dellaProvincia di Monza e della Brianza, tengono presente questa necessitàdi integrazione e si rivolgono contemporaneamente a tutti iprofessionisti che partecipano a vario titolo all’intervento, partendodai funzionari delle pubbliche amministrazioni per arrivare airestauro ed ai loro dipendenti. “La partecipazione di <strong>Assimpredil</strong><strong>Ance</strong> al progetto del Distretto - sottolinea il Presidente ClaudioDe Albertis – risponde a una duplice esigenza: da un lato quelladi creare un’occasione di confronto tra il mondo imprenditoriale,dei professionisti e la pubblica amministrazione e dall’altrodelle costruzioni. La conservazione del patrimonio storico attivadiversi punti di vista e le problematiche connesse in una sede comune,per creare un linguaggio universalmente riconosciuto tra idiversi attori del processo.” I corsi saranno attivati già a partire dalmese di novembre 2011, per poi concludersi nella primavera delprossimo anno. Il Distretto Culturale Evoluto di Monza e Brianzarientra nel progetto Distretti culturali, promosso e realizzato daFondazione Cariplo per promuovere la valorizzazione del patrimonioculturale in una logica di sviluppo del territorio.Per informazioni sui corsi e sulle modalità di partecipazione:www.provincia.mb/distrettoculturale - mail: dce@provincia.mb.itwww.assimpredilance.it - mail: assimpredilmonza@assimpredilance.it


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servizivincolo aeroportualevincolo idrogeologicopozziparchi urbaniaree standardvincoli ambientaliPIIB2ambiti ditrasformazioneurbanaIscriviti ad e-Mappingassociandoti ad<strong>Assimpredil</strong> <strong>Ance</strong>per informazioni:tel. 02.88.12.95.46fax. 02.88.12.95.84mapping@assimpredilance.it


DEDALODirettore:Cecilia Bolognesidirettore@aiededalo.itRedazione:redazione@aiededalo.itComitato di redazione:Claudio De AlbertisGloria DomenighiniGiuseppe EspositoRoberto MangiavacchiArt directors:Contemporary GraphicsPubblicità:dedalo@aiededalo.itPrestampa e Stampa:CALEIDOGRAFTariffa R.O.C.:Poste Italiane SpASpedizione in abbonamentopostale – D.L. 353/2003(conv.in L. 27/02/04 n. 46)Art. 1, comma 1, DCB MilanoDirettore responsabile:Cecilia BolognesiRegistrazione n. 4 del 5/1/1985anno ventisettesimo numero 27quinto bimestre 2011Per le immagini di cui,nonostante le ricerche eseguite,non è stato possibile rintracciare gli aventidiritto, l’Editore si dichiara disponibilead assolvere i propri doveri.DEDALONumero Ventisette_Settembre | Ottobre 2011Rivista bimestrale di <strong>Assimpredil</strong> <strong>Ance</strong>ASSOCIAZIONE IMPRESE EDILI E COMPLEMENTARIDELLE PROVINCE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAAUTORE TITOLO FOTO/ILLUSTRAZIONICecilia Bolognesi Un potenziale dinamico 012Claudio De Albertis Housing sociale: Christa Lachenmaier, Köln 013la sfida delle alte prestazionia bassi costianderroth architecten Berlino, 45 alloggi Simon Menges 016ASTOC Architects Colonia, 18 blocchi Christa Lachenmaier, Köln 020and Plannerszigzag arquitectura Mieres, 131 abitazioni Roland Halbe 024Dick van Gameren architecten Amsterdam, 170 unità Marcel van der Burg - Primabeeld 030Riccardo Ronchi Figino, Social Housing Milano 034Giordana FerriB22 Convenzionata ed agevolata B22 040Alessandro Maggioni L’abitare normale MM Render 042Parigi, Quartiere Massena 044In copertina:Dettaglio di facciata del blocco Adel distretto Slotervaart ad Amsterdam, pag. 30.Foto di Marcel van der Burg - PrimabeeldHousing Contest/Repertorioedito da Edilstampa<strong>Dedalo</strong>Rivista bimestrale edita daASSIMPREDIL ANCEVia San Maurilio 21,20123 Milanotel. 02 8812951fax 02 8056802www.assimpredilance.itPresidente:Claudio De AlbertisDirettore generale:Gloria DomenighiniVicedirettore generale:Andrea Lavoratoquesto avviso in libreria riceverete uno sconto del 15% sul prezzo di copertina del volume.www.edilstampa.ance.itPresentando


editorialeUn potenziale dinamicoCasa a basso costo: un prodotto che manca, qualcosa di cui abbiamo bisogno. Una richiesta che nonriguarda solo la produzione dell’oggetto in sé, il manufatto fisico, ma che implica, con la sua buonarealizzazione, la risoluzione di tutti i problemi che una fetta di mercato non ancora appagata potrebbeinnescare all’interno di una società. Una fetta di mercato nuova, all’oggi inascoltata, ma cresciuta nel tempoa dismisura ed ancora in aumento. Un classico potenziale dinamico offerto dalla trasformazione sociale,una possibile leva di sviluppo per Milano come per altre metropoli o, al contrario, per alcuni, di faticosotraino verso il basso. Sarebbe meglio quindi occuparsi di questo potenziale con intelligente disincanto. Ilmeccanismo di crescita esponenziale di questa domanda è alla luce del giorno: da una parte l’incrementodei prezzi del mercato, dall’altra la riduzione del potere di acquisto dei nuclei familiari, nel mezzo il bisognodi comprare a prezzi contenuti da parte di soggetti che non ce la fanno. La domanda di edilizia a bassocosto cresce, ma cambia anche la connotazione sociale del gruppo richiedente: ceti medio bassi, non i piùsvantaggiati come coloro che fruivano di Edilizia Residenziale Pubblica, ma un gruppo allargato che includeanche forze nuove, consistenti, verso il quale si deve orientare la risposta. In genere, almeno nei casi stranieririportati in questo numero di <strong>Dedalo</strong> l’obiettivo rimanda consapevolmente alla creazione di contesti socialimisti, ricchi di relazioni umane significative. Quando oggi si dice casa a basso costo dunque, si sa che ci siriferisce ad interventi che devono affrontare anche l’aspetto immateriale dell’immobile, legato al sociale, allascelta dell’abitare urbano, che implica necessariamente un’offerta abitativa sostenibile. La necessità di questonuovo prodotto, perché di innovazione di prodotto qui è proprio necessario parlare, viene di solito percepitanei contesti urbani di grande scala o comunque laddove l’evoluzione delle dinamiche sociali ha dato risultatipiù variegati nei termini di crescita delle coppie a basso reddito, ma anche anziani, studenti fuori sede, nucleifamiliari monoparentali, monoreddito, a basso reddito, immigrati… Un potenziale dinamico dunque chegià il Piano casa dell’agosto 2008 aveva cercato di favorire introducendo contenuti di novità: il rispetto dicriteri di efficienza energetica, di riduzione di emissioni inquinanti, di coinvolgimento di capitali pubbliciprivatiper la costruzione di prodotti edilizi per le categorie sociali svantaggiate. Poi con il Dpcm attuativodel Piano nazionale si è andati avanti introducendo finalmente la possibilità di utilizzo di fondi immobiliaricome strumento per valorizzare ed incrementare l’offerta abitativa sul territorio. Fondi che possono esserecostituiti mediante la partecipazione di soggetti pubblici-privati ed articolarsi in un sistema a rilevanza locale,favorendo la partecipazione di soggetti misti per la valorizzazione e l’incremento dell’offerta abitativa. Iprimi passi per la risoluzione della questione. A Milano il potenziale dell’edilizia a basso costo è enorme ecertamente va sostenuto da contenuti ideativi e progettuali non comuni, ma che solo in una città storicamenteaccogliente come questa nei confronti delle fasce di popolazione in movimento può trovare soluzioniesemplari scardinando qualsiasi tipo di pianificazione dalla più dirigista alla più liberista. Amsterdam, Berlino,Amburgo, Barcellona: i temi sul tavolo in queste città nell’affrontare questo tema sono una regia pubblicoprivata, il rapporto negoziale sempre, la costituzione di agenzie per la formazione di tavoli partecipati comestrumenti snelli di concertazione delle politiche, la costituzione di società miste. Intere parti di città sonostate costruite con risultati che noi sogniamo in termini di qualità, qualità di vita, servizi e sostenibilità.Non enclave depauperanti, ma parti di città dove la casa a basso costo ha innescato dinamiche di sviluppoconcrete, che hanno reso le città nuovamente attrattive richiamando giovani ed energie nuove in nucleiche ormai faticavano sulla loro propria esistenza. Parti di città cresciute in un liberismo consapevolmentecondiviso che non mortifica nessuna delle parti. Non esiste un linguaggio ed un tema depauperante per lacasa a basso costo, non si tratta più di social housing inteso come categoria squalificante nei confronti di unapresunta città _da vetrina_. Si tratta di un tema di nuova impostazione, qualcosa che si costruisce insieme, sianel nome di un’attrattività degli investimenti che degli abitanti con forze nuove.Cecilia Bolognesi


dal PresidenteHousing sociale:la sfida delle alte prestazioni a bassi costiI..l tema della casa come infrastruttura sociale è divenuto strategiconelle politiche di welfare di molti stati europei a cui hanno fatto seguitoazioni volte a ricercare soluzioni diversificate, in particolareper dare risposte al fabbisogno abitativo di crescenti fasce di popolazione.L’elemento nuovo, emerso prepotentemente come effetto della crisi economica,è il radicale cambio della domanda e la necessità di ripensare alprodotto edilizio sotto il profilo della qualità e dei costi. Se è vero, infatti,che la crisi ha fatto esplodere un problema economico, portando molte famiglienella condizione di non poter più far fronte alle spese preventivateper la propria abitazione, è anche vero che nel futuro la domanda saràsempre più selettiva e, per tutte le fasce di prezzo, la qualità sarà uno deifattori discriminati nelle scelte di acquisto. Un fenomeno diffuso a livelloglobale e crescente nelle aree metropolitane, che registrano una positivatendenza nei trend di nuova residenza pur in presenza di valori immobiliaridifficilmente accessibili alle fasce di popolazione che vi vorrebberorisiedere per lavoro e per studio. In tale contesto, l’housing sociale è unostrumento di incontro tra domanda e offerta, in particolare per la quotadi alloggi a canone moderato destinati alle fasce più sensibili e disagiate.Ma le esperienze di housing sociale sono anche importanti cantieri disperimentazione per la realizzazione di edifici di elevata qualità e a costiridotti. Un binomio, qualità/costi, che costituirà la vera sfida innovativadel nostro settore per il futuro. Dal confronto internazionale emergonostrategie profondamente diverse in materia di sostegno all’alloggio: dapolitiche di intervento prevalentemente pubblico a crescenti esperienze dipartenariato pubblico privato. In linea generale, comunque, a fronte distrategie di spesa pubblica elevate, sempre meno praticabili, la tendenzaè alla riduzione degli investimenti pubblici per la casa rispetto al PIL.012_013


Occorre, quindi, ricercare nuovi percorsi di lavoro in grado di coniugarel’interesse sociale con quello degli investitori privati, occorre sviluppareun modello che sappia rendere sostenibili la componente di costo (moderato)e la capacità delle nostre imprese di realizzare un prodotto in grado disoddisfare il maggior numero di potenziali clienti. Lo sforzo e l’impegnodevono, però, essere corali e per ottenere un risultato vantaggioso è necessarioche siano sostenuti da un quadro normativo di riferimento adeguato.Penso, ad esempio, alla legge urbanistica regionale (L.12/2005)che ha introdotto il principio secondo cui l’edilizia sociale è da intendersicome servizio al cittadino, ed in particolare al piano dei servizi che deveessere redatto dalle Amministrazioni Comunali con l’obiettivo di assicurareuna dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche o di interessepubblico, comprese le aree destinate all’edilizia residenziale pubblica.Sul prezzo finale del prodotto edilizio il valore del terreno, in particolarenelle aree metropolitane, rimane la variabile su cui incidere prioritariamenteper abbattere il costo complessivo. E’ indispensabile, pertanto, chele Pubbliche Amministrazioni sperimentino nuovi modelli di partenariatopubblico – privato per l’housing sociale, innovando i modi in cuipuò concretizzarsi il loro apporto. Si tratta, ad esempio, di consentireProgetto di edilizia a basso costo a Colonia.Ristrutturazione e trasformazionedi un quartiere sociale ad opera di ASTOCArchitects and Planners.Foto di Christa Lachenmaier, Köln


al capitale privato di trovare interesse nell’investimento da un lato conuna rapida attuazione del programma e dall’altra definendo premialitàche incentivino la riqualificazione energetica dell’esistente a fronte divantaggi volumetrici trasferibili su interventi di housing sociale. Servono,indiscutibilmente, volontà di raggiungere l’obiettivo, investimentiprogettuali importanti su tutto il processo, risorse ideative fresche nellaconcezione ed utilizzo del sociale in specifici progetti urbani. Ma è anchecompito della filiera delle costruzioni contribuire a innovare sul frontedella progettazione e costruzione di case, l’attenzione sul prodotto casadeve costituire il punto d’incontro dell’attività d’impresa e deve favorireil rilancio delle costruzioni sia nel mercato pubblico che privato. Infatti,il manufatto edilizio deve essere concepito e progettato come un prodottoindustriale a 360 gradi, ossia con una data di fabbricazione, una datadi scadenza, un costo di gestione, utilizzo e manutenzione, un’attenzioneal ciclo di vita (vero perno della sostenibilità), una trasparente esplicitazionedei componenti, un’estrema chiarezza sulle prestazioni e un’offertadi adeguate garanzie. Solo in questo modo, l’industria delle costruzionipotrà realizzare un prodotto diverso, molto meno costoso ed estremamentepiù funzionale. Proprio al fine di fornire un valido contributo che soddisfil’esigenza del mercato e valorizzi il prodotto casa, <strong>Assimpredil</strong> <strong>Ance</strong>,in collaborazione con FederlegnoArredo, Ordine degli Architetti della Provinciadi Milano e IN/ARCH Lombardia, insieme all’Assessorato alloSviluppo del Territorio del Comune di Milano, ha sostenuto e promossoil Bando europeo per la formazione di un Repertorio di progetti per edificiresidenziali ad alte prestazioni e basso costo, denominato HousingContest. Il repertorio dei progetti è un innovativo contributo degli attoridella filiera delle costruzioni, a prescindere dai pensieri legati alle renditeo ai suoli. Imprese e progettisti hanno lavorato insieme per sconfiggerel’inerzia che c’è sul tema della casa di qualità a basso costo, dimostrandonei fatti che le idee migliori non sono necessariamente le più costose edaprendo una nuova stagione all’edilizia a basso costo di nuova concezionee qualità. I risultati confermano la vitalità del settore nella ricercae sperimentazione di crescenti livelli di innovazioni nel prodotto e la richiestapressante di un rinnovamento da parte di tutti; negli oltre 130progetti inseriti nel repertorio emerge l’esigenza di un nuovo approccioanche normativo che operi la sostituzione di regole farraginose che stannoaffaticando senza motivo le nuove costruzioni. Sono convinto che,una volta sciolti i nodi e grazie al lavoro di tutti i soggetti coinvolti, sipotrà dare una risposta concreta al grave problema della scarsità di abitazionisia in affitto, a canone sociale destinate alle fasce più deboli dellapopolazione, sia in vendita, con forme di accesso al mercato come quelledel patto di futura vendita.014_015Claudio De Albertis


zanderroth architectenFoto di Simon MengesBerlinogermaniaIl progettoIl progetto Big Yard vuole esserela concretizzazione della casaideale per famiglie a Berlino:un intervento urbanoresidenziale, case individuali,un ampio giardino, tetti verdi,viste ampie, ingresso direttodalla strada alle case e parcheggi.Il sito Prenzlauer Bergera in passato occupatoda un capannone industrialedegli anni 20 e l’intornoè caratterizzato dalla presenzadi isolati residenziali a più pianidella fine del secolo scorso.45alloggiIl luogoLa proprietà è circondatada mura alte 22 m su due latie mezzo. La facciata sulla stradaè rivolta a nord, su di un latoè presente una chiesa di un certointeresse. Per rispondere alledifficili condizioni, sono statesviluppate tre differenti tipologiecon caratteristiche moltopeculiari. Il lato della costruzioneche da sulla strada è alto solo4 piani per evitare l’eccessivoombreggiamento delle case sullato giardino e del giardino stesso,il quale, per poter usufruire dipiù luce, è stato creato al primopiano, sopra il garage.Al di sopra ci sono gli attici,tre piani di cui quello superiorecon doppio affaccio.Scelta dei materialiLa facciata sulla strada è rivestitadi pannelli prefabbricatiin cemento grigio scuromovimentata dai box dellefinestre, in larice bordatidi alluminio; sul cortile internola finitura è più leggerae sormontata dagli attici rivestitidi alluminio.CostruzioneI 45 appartamenti si distinguonoin tre tipologie.23 Townhouses: hanno ingressoprincipale separato sulla strada eparcheggio posteriore. Con unalarghezza di 3,65 m i quattro pianisono organizzati con funzionidiverse ad ogni livello, unsoggiorno con cucina di 4,20 m,accesso diretto al giardino, unaterrazza visualmente schermatae un tetto con prato.Nome del progetto:BIGyard Zelterstraße 5 in BerlinLocalità:Zelterstraße 5, 10405 PrenzlauerBerg, Berlino GermaniaRealizzazione:Inizio lavori 12/2008Fine lavori 10/2010Committente:joint venture dei proprietari72 partner - coordinateda SmartHomingProgettista:zanderroth architecten,Christian Roth, Sascha ZanderSLP superficie generaledell’intervento:9.100 mq da destinare100 % a residenzaSuperficie generale lotto:3.350 mqNumero totale degli appartamenti:45Costo di costruzione totale:15 milioni circaTipologia degli utilizzatori:famiglie, persone anziane, immigrati,residenti temporanei (studenti)


10 Garden housesL’accesso diretto dal giardinoregala luce all’interno e ingressoindividuale posteriore.Hanno locali di ampia metratura,balconi e logge.12 PenthousesSono sopra le garden houses,sono a tre piani con doppioaffaccio all’ultimo. Dalle terrazzeschermate hanno accesso direttoalle terrazze su tetto con vistasulla città.Comunità - privacy - cittàI vantaggi della casa singolauniti alla densità della residenza,danno un nuovo significatoal concetto di comunità.Lo sviluppo riflette precisamentequesta commistione di comunitàe privacy. Gli edifici hanno diverseentrate permettendo ingressiindipendenti, mentre i percorsiche portano al cortile, al garage,alla strada ecc si intersecanoripetutamente. Le dimensionidel progetto hanno consentitouna serie di servizi comuni.Rilevanti il giardino di 1.300 mqche non è suddiviso in giardiniindividuali, la terrazza comunedi 250 mq con vista su Berlinoe cucina, la sauna e quattroappartamenti per ospiti.Il giardino libero dalle autoe gli accessi separati ma chetuttavia si intersecano l’un l’altroconferiscono al complessoun carattere di piccolo paese.Le case che danno sulla stradahanno una vetrata con portache permette anche di insediarepiccoli esercizi commerciali.L’impresaIl progetto è stato realizzatoda una joint venture, coordinatada SmatHoming in qualitàdi supervisore dei 72 partner nellacostruzione dell’edificio, ciascunosotto autonoma responsabilità.Non essendoci stato l’interventodi alcun sviluppatore i prezzi almetro quadro sono risultati moltoal di sotto dei livelli di mercato.Dal layout degli alloggialle piastrelle dei bagni,i 72 proprietari hanno potutosoddisfare le proprie esigenzeper gli interni. Ogni cosache riguardasse la comunità,come la facciata, la coperturae il progetto del giardino,è stata progettata da architetticoordinati dal gruppo.A sinistra:Panoramica sull’intervento a Prenzlauer Berg,vista sulle penthousesIn alto:L’interno di una delle gardenhouses016_017


Sezione longitudinale sulle gardenhousesSezione trasversale sull’intervento:townhouses, giardino, gardenhousesPlanimetria generale dell’intervento pianta piano terraSezione longitudinale sulle townhouses


Progetto Big Yard a BerlinoA destra:Cortile interno tra le townhouses e le greenhousesSotto:Fronte sulla stradaInterno di una delle penthousesPenthouseGardenhouseTownhouse018_019


Nome del progetto:Housing Complex Buchheimer WegLocalità:Colonia, GermaniaRealizzazione:Prima fase:2007-2009Seconda fase:2008-2011Terza fase:2009-2012Committente:GAG Immobilien AG, ColoniaProgettista:ASTOC Architectsand Planners, ColoniaProgettista del paesaggio:jbbug johannes böttger büro urbanegestalt landschaftsarchitekten,ColoniaStrutture:AWD Ingenieure, ColoniaImpianti termici:Building Services /HLSIngenieurbüro Leo Langen, ColoniaImpianti elettrici:Ingenieurbüro Peter Schuricht,ErftstadtDirezione lavori:Meuterarchitekturbüro, ColoniaSLP superficie generaledell’intervento:51.600 mqNumero totale degli appartamenti:434 (tutti privi di barrierearchitettoniche)Tipologia e dimensioni appartamenti:da 42 a 95 mq, da 1 a 4 localiCosto di costruzione:1.198,66 /mqCosto totale di costruzione:21.081.000 Inclusi costi di progettazioneClassificazione energetica:Edificio conforme agli standardenergetici KfW-60(vigenti in Germaniaper le nuove costruzioni)


In ogni città tedesca sono presenti complessi residenziali obsoletispesso risalenti agli anni 50 edificati in linea su aree che giàallora non erano in grado di offrire molto di più che lotti a bassocosto costruibili e spazi aperti non strutturati. Lo sviluppo lineare suarterie periferiche (ribbon develpoment) poteva avere alcuni aspettipositivi dal punto di vista economico, ma in termini di sviluppourbano la sua debolezza divenne palese piuttosto presto: non creavie, luoghi riconoscibili o spazi verdi. Oggi a due generazioni dallaloro costruzione, sono molti i complessi di questo tipo che devonoessere rinnovati: una buona opportunità per ripensarne i concepte renderli idonei al contesto odierno. Il complesso residenzialeBucheimer Weg nel quartiere di Ostheim a Colonia esemplifica moltobene questa realtà. Ostheim è un ambito di Colonia svantaggiato;in esso l’intervento residenziale Buchheimer Weg riqualifica l’interoquartiere e rinnova il paesaggio urbano. Il complesso preesistente,costruito negli anni 50, era formato da una tipica disposizione inlinea lungo un viale di accesso alla città. A cinquant’anni di distanzadalla realizzazione, gli edifici erano in condizioni critiche e unaristrutturazione, che avrebbe dovuto includere il rifacimento degliimpianti termici e dell’isolamento, non era proponibile, dovendoconsiderare che vi era anche la necessità di mantenere i canoni diaffitto invariati. Inoltre il committente doveva risolvere una serie dicriticità tipiche di questo genere di residenze: gli spazi aperti comunirichiedevano una riprogettazione per rispondere alle esigenzedegli utenti senza snaturare il carattere originale del complesso.La proposta di ASTOC Architects and Planners, vincitore delconcorso di progettazione, si basa su di un procedimento progettualeapparentemente banale, ma che procede da un ragionamentoimpostato sulla scala urbana del quartiere. Il progetto introduce unapiega nel mezzo delle palazzine, facendo sì che due palazzine vadanol’una verso l’altra mentre altre due si allontanino l’una dall’altra. Inquesto modo gli edifici nel loro insieme creano dei cortili senza chela continuità dello spazio aperto venga interrotta, gli spazi vengonodefiniti e acquistano una nuova qualità, risultano raccolti purrimanendo aperti, senza che sorgano i problemi creati dagli isolatiperimetrali. I cortili privati e semipubblici si alternano consentendoa residenti e visitatori una piena fruizione. E’ stato inoltre possibileincrementare la densità del complesso (la slp è stata aumentata piùdel 70%) senza lederne le qualità spaziali ed il carattere originale.Sono state previste due tipologie di edificio a sostituire i blocchidemoliti e sono stati costruiti in tre fasi 18 edifici, per un totale di 434appartamenti. Le tipologie di appartamento variano per dimensionida uno a quattro locali ed hanno superficie da 42 a 95 mq. Tutti gliappartamenti sono liberi da barriere architettoniche e nel pianodi sviluppo delle residenze sono stati introdotti anche esempi dialloggi in cohousing e appartamenti per categorie protette La terzafase prevede anche un centro diurno per bambini, un caffé per gliinquilini, una casa per persone con disabilità e diversi uffici. Il verdee i giochi, le aree comuni e i giardini degli appartamenti del pianoterra sono separati gli uni dagli altri da siepi di varia altezza. Gli alberiesistenti sono stati in gran parte conservati. Le cromie dell’interventosono basate su molteplici tonalità di verde ed enfatizzano la plasticitàdei volumi. Il colore muta in corrispondenza della piega della facciatae varia a seconda dell’orientamento. Il committente ha gestitol’immobile in modo tale che gli inquilini esistenti non dovesserocercare un altro alloggio durante i lavori.Colonia 18 blocchiASTOC Architects and Plannerser, KölngermaniaNella pagina accanto:Le pieghe introdotte negli edifici nell’interventodi trasformazione creano dei cortili apertiNel centro:Due planimetrie: a sinistra dello statodi fatto del quartiere, a destra l’interventodi ristrutturazione e trasformazioneSotto:Vista dall’alto del complesso020_021


022_023Le aree comuni e i giardini privatidegli appartamenti del piano terra convivonoarmonicamente, separati gli uni dagli altrida siepi; l’intervento ha prestato attenzionealla conservazione del verde preesistente.


Sezioni trasversali su alcuni blocchi dell’isolatoProgetto:VIVAZZ, MIERES SOCIALHOUSINGCommittente:SEPES.Entidad PúblicaEmpresarial del Suelo.Ministerio de ViviendaLocalità:Mieres, Asturie, SpagnaAnno di costruzione:2010Progetto:zigzag arquitecturaBernardo Angelini, David CasinoStrutture:Jesus HierroImpianti:PGI group, DYA Engineers, AdoberImpresa:Vias y Construcciones(JO / E: C. Iglesias / L. García)SLP – superficie generaledell’intervento:residenza 13.490 mqcommerciale 410 mqgarage e cantine 3.940 mqTotale:17.840 mqNumero totaledegli appartamenti:131Costo di costruzione:595/mqCosto totale di costruzione:10.592.670 zigzag arquitecturaFoto di Roland HalbespagnaMieres 131 abitazionicrea uno spuntointeressante essendo collocatoL’interventonel mezzo di un fitto tessuto urbano.Questo offre la possibilità di viste limitatedei campi e dei prati dei pendii circostanti.Il nostro primo obiettivo è stato recuperarequesta duplice impronta del luogo,coniugando urbano e rurale nel progetto.Il rigido isolato urbano tradizionale è statorimodellato su altezze che variano da 3 a 7piani, rispettando pienamente il programmaresidenziale richiesto. La parte rimanentedel programma (cantine, garage e impianti)è stata destinata a uno spazio comuneinterrato. Abbiamo voluto che il costruitomorfologicamente si coniugassecon l’ambiente, creando dei cannocchialitra gli edifici che regalassero frammentidi paesaggio asturiano in lontananzae permettendo nello stesso tempo al solee all’aria di penetrare lo spazio interno.La piazzaUn’altra delle nostre priorità è stato aprirel’isolato, in maniera da evitare di tramutarelo spazio interno in un’area di serviziotrascurata, rendendolo invece un luogo diaggregazione per i residenti, degno di esserevisto. Gli ambienti diurni degli appartamentidanno sulla piazza, movimentando le facciate.L’accesso è stato ricavato spezzando l’isolatoin due degli angoli, creando una tensionespaziale diagonale. L’entrata agli appartamentipassa attraverso questo spazio intermedio,vivacizzandolo o e favorendo relazionidi vicinato. La piazza è stata progettata conuna leggera pendenza che assorbe la naturaleinclinazione del sito e collega tutti I livellidi accesso e le entrate principali.Le zone verdi sono lievemente in rilievo,dato che racchiudono spazi ad uso esclusivodegli appartamenti al piano terra che risultanocosì separati dalle zone di uso pubblico.Le facciateLa duplice natura del progetto si rispecchiain una duplice configurazione dei materiali.Da un lato il volto urbano si materializzain acciaio e rimanda all’immagine industrialee mineraria di Mieres, al suo passato motoreeconomico. All’interno dell’edificio abbiamoinvece ricercato delle suggestioni rurali, unritorno alla natura e alle origini del luogo,alla tradizionale veranda asturiana, all’uso dellegno che con il suo ritmo verticale ci ricordale foreste delle vicine montagne.La pelle di rivestimento serve da facciatae da copertura nello stesso tempo. E’ costruitacon pannelli di fogli di acciaio ondulatogrigio scuro. L’interno dell’edificio ha una


Sopra:Fronte su stradaSotto:Planimetrie di 4 tipologie di appartamentodoppia pelle, una trasparente formata daampie finestre che definiscono lo spazio degliappartamenti e un’altra composta da elementidi legno mobili che caratterizzano le terrazze,consentendo di controllare l’irradiazionesolare e di avere il grado di privacy desiderato.Le unità abitativeLe unità abitative condividono la visioneurbana e rurale del progetto. Hanno undoppio orientamento il che consente doppiaventilazione e sono organizzate attornoal nucleo centrale dei bagni che divide lazona notte dalla zona giorno. La zona giornoaffaccia sulla piazza ed ha ampie finestre persfruttare la luce solare preziosa nelle Asturie,mentre la zona notte, con aperture piùcontrollate e dotata di scuri, affaccia sulla città.Gli appartamenti sono stati creati sulla base dimoduli da 2.60 metri, ottenendocosì le diverse tipologie: una, due tre o quattrocamere da letto. La terrazza, alta un metro,si presenta come un’estensione spazialedell’appartamento. E’ concepita comeuna galleria esterna di legno che delimital’intero perimetro dell’edificio.Il riscaldamento avviene tramite pannelliradianti a pavimento, l’impiantoè centralizzato, con controllo individualedella distribuzione del calore. L’edificioè anche dotato di pannelli solari installatisul tetto che provvedono parzialmentealla produzione di acqua calda.024_025


Planimetria generale del complessodi Housing Sociale progettatoda zigzag arquitectura


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A sinistra:Dettaglio di facciata internaA destra nella foto:Nel progetto di zigzag arquitectura,l’interno dell’edificio ha una doppia pelle,una formata da ampie finestre e un’altracomposta da elementi verticali mobili in legno,che idealmente rimandano alle forestedel paesaggio asturiano


Dick van Gameren architectenFoto di Marcel van der Burg - PrimabeeldolandaAmsterdam 170 alloggiProgetto:Dickvan Gameren architectenDurata lavori:2007-2009Committente:Far West/De Principaal, AmsterdamContractor:BAM Woningbouw, AmsterdamStrutture:Strackee Bouwadviesburo, AmsterdamIngenere tecnico:Huygen Installatie Adviseurs,RotterdamNelle due foto:Il versante su strada progettatoanche in considerazione dell’elevatoinquinamento acustico provenientedalla trafficatissima arteria stradale A10Nella doppia successiva in sequenza:Planimetria generale, sezione trasversalee pianta tipo dell’edificio (piano primo)Block A è il primo di una serie di tre nuovi isolati che stanno per esserecostruiti nella parte nord del quartiere Delflandplein, distretto diSlotervaart (Amsterdam). Tra gli obiettivi dell’intervento la costruzionedi un isolato dalla forte identità architettonica, di alta densità e con unbuon mix funzionale che ne garantisca l’effetto città in qualsiasi ora delgiorno. La massima densità viene applicata ad un rinnovamento su largascala di tutto l’isolato: 170 alloggi in social housing, un centro polivalentediurno e spazi destinati al terziario sostituiranno l’edificio originale,completamente demolito insieme a tre linee di residenze di un numerolimitato di piani. All’interno del blocco si è ricercata la più ampia varietàdimensionale e tipologica degli alloggi, riferendosi ad un mix di utentiil più possibile composto, che rispecchiasse uno spaccato della societàreale, il più possibile variegato e ricco. La scelta è innanzitutto di ordinepolitico, appartenendo ad un progetto sociale che riconoscenella varietà delle categorie sociali una ricchezza da valorizzare.Ne deriva un progetto dalla più ampia varietà possibile di alloggidi tipologie e dimensioni, dai monolocali con spazi comuni per personebisognose di accudimento alle abitazioni con accesso indipendentespaziose agli ampi appartamenti di 5 locali. Ci si è così sottratti allatendenza diffusa a ridurre il programma di edilizia sociale ad una unicatipologia, l’appartamento di 90 mq. Conseguentemente è stato possibilericostruire numerosi tipi di residenza in questo isolato, e mantenerel’impronta originale del quartiere - un’equilibrata differenziazione tra leresidenze per persone anziane, giovani coppie e famiglie - ripristinandoloin una forma rinnovata. Tutto il blocco è provvisto nei piani interratidi un ampio parcheggio per i residenti, per coloro che usufruisconodegli spazi di terziario, per i frequentatori del centro diurno. Soprail parcheggio nel cuore del complesso è stato ricavato un ampio giardinointerno, nel quale sono stati oculatamente piantati anche alberidi notevoli dimensioni. L’inquinamento acustico, rilevante a causadella vicinanza della tangenziale di Amsterdam A 10, ha determinatoil progetto della facciata. Le due parti più elevate dell’isolato ad U hannoun versante che fronteggia molto da vicino l’arteria e risultano perciòparticolarmente chiuse. Il lato opposto, a ovest, è stato realizzatoin modo da essere il più aperto possibile. Linguisticamente il progettoha ricercato di percorrere la strada della tradizione innovando l’utilizzodel mattone, valorizzandone la posa della trama ed i differenti colori.Il risultato ottenuto sono grandi pannelli in cemento con mattoniinseriti, che rimandano all’originale tecnica di posa dei mattoni in uso aSlotervaart, ma allo stesso tempo cercano di interrompere la tradizionalemonotonia e ripetitività delle facciate prefabbricate tradizionali.L’elemento modulare e ridotto del mattone viene utilizzato per lacostruzione di un fuori scala inusitato, obbligando l’elemento costruttivoin moduli di dimensione riconoscibile nella trama della facciata. L’altezzadei pannelli, che coprono due piani, l’alternanza dei giunti verticali,le trame differenti, conferiscono alla costruzione un aspetto nuovo,più scultoreo e potente. La suggestione che ne risulta è di una seriedi tappeti appesi l’uno vicino all’altro e a tratti sovrapposti.030_031


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italiaUn render del progetto realizzatoda Stack! StudiosFigino Social Housing MilanoPolaris Investment SGR - Riccardo RonchiProject ManagerFondazione Housing Sociale - Giordana FerriResponsabile progettazione e ricercaProgetto: Il Borgo sostenibile - FiginoSocial HousingLocalità: Via Rasario ,Località Figino, Comune di MilanoImpresa costruttrice:In fase di gara di appaltoATI di progettazione:Renato Sarno Group s.r.l.Arch. Paolo FavoleArch. Enrico GarbinArch. Francesco MatucciARUP Italia SrlD&D s.r.l.Coordinamento generale:Renato Sarno Group s.r.l.Progetto architettonico:Renato Sarno Group s.r.l. - Lotto 1Arch. Renato Sarno, Enrico Gianni,Giacomo Penco, Proginvest s.r.l.Arch. Paolo Favole - Lotto 2Arch. Paolo Favole, Luca Compri,Roberto Mascazzini,Studio Castiglioni & Nardi AAArch. Francesco Matucci - Lotto 3/5Arch. Francesco Matucci,Andrea Giromini, Roberto Guidi,AEI Progetti s.r.l.Arch. Enrico Garbin - Lotto 4Arch. Enrico Garbin,DeD architettiStrutture e impianti:ARUP Italia s.r.l.SLP - superficie generaledell’intervento da destinarea residenza e a funzioni compatibili:26.500 mqSLP da destinare a serviziintegrativi per l’abitaree a servizi locali e urbani:2.878 mqST superficie territoriale:47.444 mqCosto di costruzione stimato:circa 1000 /mq.Numero totale degli appartamenti:Tipologia:Tipo A, 100 mq circa,94 appartamenti trilocali-quadrilocalicon 2 bagni;Tipo B, 75 mq circa,154 appartamenti trilocalicon 1-2 bagni o bilocali;Tipo C (50 mq circa)75 appartamenti monolocalio bilocali.Classificazione energetica:classe A per circa il 55% delle unitàabitative, classe B per le rimanenti


Il progetto dell’intervento di edilizia residenziale sperimentale inlocazione a canone sociale, calmierato e convenzionato, “Il Borgosostenibile - Figino Social Housing” è frutto di un concorso di ideebandito nel 2010. Per proporre un’offerta abitativa a condizionicalmierate, un’iniziativa di housing sociale parte quindi dalla ricercadi terreni o immobili a basso costo che consentano di contenerel’investimento iniziale preferendo per questo motivo, generalmente,opportunità d’intervento su aree pubbliche spesso comunali.Ciò comporta, come nel caso di Figino, l’opportunità di coinvolgeree mettere d’accordo diversi soggetti, pubblici e privati, al comune scopodi creare le condizioni necessarie a consentire la realizzazionedell’intervento. Nel mese di dicembre del 2008, attraverso unaprocedura di evidenza pubblica, è stata aggiudicata dal comune diMilano a Polaris l’area di Figino. L’aggiudicazione è avvenuta sulla basedi una proposta progettuale dell’intera iniziativa che riguardava piùaspetti tra i quali: il rapporto di partenariato con l’AmministrazioneComunale, l’integrazione tra servizi e residenza, la sostenibilità edefficienza energetica, l’articolazione dei canoni di locazione, le modalitàdi selezione degli inquilini e il piano finanziario. Polaris, con ilcoordinamento di FHS, ha indetto un Concorso Internazionale diprogettazione, nominando una Giuria internazionale per la valutazionedelle proposte progettuali; nel marzo 2010 si è conclusa la proceduraconcorsuale con l’assegnazione di un secondo premio ex-aequoa quattro gruppi di progettisti: Favole, Garbin, Matucci e Sarno.La Giuria ha invitato Polaris a sollecitare la formazione di un unicogruppo progettuale per lo sviluppo del masterplan definitivo e delprogetto esecutivo. In seguito alla definizione del masterplan, l’incaricodi progettazione è stato suddiviso in quattro lotti affidandone unoa ciascun gruppo di progettazione, con il coordinamento generale diRenato Sarno Group: a Renato Sarno Group il lotto 1, al Gruppo Favoleil lotto 2, al Gruppo Matucci il lotto 3 ed il landscaping, al GruppoGarbin il lotto 4. Solo oggi, alla luce del lavoro svolto dal gruppodi progettazione, è possibile costatare che l’esito di tale scelta, rispondeesattamente a ciò che s’intendeva ottenere: un intervento articolatoche riproduca quella sensazione di costruzione nel tempo che il borgorestituisce e che una sola mano difficilmente sarebbe stata in gradodi produrre. L’area d’intervento, situata nel territorio del Comunedi Milano in località Figino, ha una superficie territoriale di 47.444 mq.Le tematiche legate all’housing sociale hanno richiesto nella fasedi progettazione una particolare attenzione alla distribuzione spazialedelle varie funzioni/attività previste e alle loro relazioni, alle scelteformali e costruttive, al fine di ottenere luoghi con caratteristicheabitative, sociali e funzionali di qualità. La continuità con il contestorappresenta è stata attuata attraverso l’utilizzo prevalente della tipologiaa corte (come nucleo fondante del sistema insediativo) e la varietàedilizia e volumetrica (ottenuta anche grazie all’apporto di diversiprogettisti) permettendo così di ricreare la complessità propria deitessuti edificati storici come quello del vicino borgo. Il progetto prevedequindi la realizzazione di un mix funzionale: servizi integrativi perl’abitare - spazi, locali e dotazioni destinati in modo prevalente ai nuoviresidenti; funzioni compatibili con la residenza - servizi di caratterecommerciale o pubblico, piccole attività produttive o del terziario;residenze speciali - alloggi appositamente pensati per le mamme chepossono ospitare i bambini dei vicini, alloggi per famiglie che possonoospitare temporaneamente altre persone, alloggi studio, alloggi perdisabili e per gli anziani. Il numero totale degli appartamentiè di 323 e le tipologie residenziali previste sono: Tipo A (100 mq circa)94 appartamenti trilocali-quadrilocali con cucina abitabile e 2 bagni;Tipo B (75 mq circa) 154 appartamenti trilocali con cucina a vistae 1-2 bagni o bilocali con cucina abitabile; Tipo C (50 mq circa)75 appartamenti monolocali o bilocali con cucina a vista. Il 98% deglialloggi prevede balcone o loggia. La SLP da destinare a residenza e afunzioni compatibili con la residenza è pari a 26.500 mq mentre la SLPda destinare a servizi integrativi per l’abitare e a servizi locali e urbaniè pari a 2.878 mq; è prevista infine la realizzazione di spazi pubblici peruna superficie pari a 27.500 mq. Gli elementi fondanti e punti cardinedell’intervento sono così riassumibili: VERDE - presenza di un parcolineare che realizzi la continuità tra lo spazio pubblico dell’intervento,il verde agricolo e il sistema Bosco in Cittá; TESSUTO–PIAZZA -presenza prevalente di un tessuto edilizio basso e denso tipico del borgodella pianura lombarda, caratterizzato dalla presenza della nuovacentralità della “piazza urbana”; PERCORSI–PERMEABILITA’ -presenza di un sistema di percorsi che contribuisce a connettere l’aread’intervento con il borgo storico di Figino e con il sistema del verdecircostante; CORTE–TORRE - presenza di un tessuto ediliziocaratterizzato dalla significativa presenza di edifici con tipologia a cortee dalla presenza puntuale di un edificio a torre che ha lo scopodi qualificare il profilo volumetrico dell’intervento dialogando conil territorio. Particolare attenzione è stata data alla scelta delle finitureesterne degli edifici che s’ispirano alla tradizione dell’architetturalombarda e in particolare a quella dei borghi rurali; prevalentementele facciate sono finite ad intonaco o parzialmente rivestite in pietra. Perquanto concerne la viabilità e accessibilità all’area Via Rasario diverràl’asse principale di accesso all’intervento e di collegamento con il borgodi Figino connettendola direttamente a Via Silla; l’accessibilità pedonalea tutti gli edifici avverrà grazie al fitto sistema dei percorsi pedonali .Descrizione dei lotti d’intervento.Il Lotto 1 rappresenta la parte più pubblica del progetto, stabiliscei rapporti di relazione fisica e simbolica con l’esistente borgo di Figinoed è costituito dalla torre di 13 piani fuori terra, da due edificiche delimitano la piazza pubblica rispettivamente a nordest e a sude dal “Borgo Assistito” la cui progettazione è in attesa della definizionedel programma funzionale. Il Lotto 2 comprende otto edifici medio alti(da tre a cinque piani fuori terra) i cui blocchi, ad eccezione di un caso,si congiungono a livello dei piani terra e primo in modo da essereidentificati complessivamente in quattro blocchi; tutti gli edificisi ricompongono in un disegno urbanistico unitario che delimita al lorointerno una grande corte. Il Lotto 3 prevede un edificio postoin posizione nodale tra la piazza, l’accesso da Figino, la promenadepedonale e il sistema parco la cui configurazione volumetrica prendeforma dalle direzioni dei flussi e dall’eterogeneità degli spazi ai qualisi relaziona; l’edifico compreso fra la promenade pedonale e il parcosi configura come una corte permeabile composta da 4 blocchi. Il Lotto4 costituisce l’estremità ad est del comparto d’intervento. L’edificioposto sulla via Rasario è un volume in linea prevalentemente di 4 pianifuori terra; gli edifici posti a est, che delimitano la corte grande,prevedono uno sviluppo delle altezze come elemento di mediazionetra l’edificato urbano pre-esistente di via Rasario, le cascine minoridel borgo di Figino e la campagna circostante mentre gli edifici postia ovest delimitano la corte piccola che prevede 3 piani fuori-terra versoil parco lineare e 4 piani sul fronte della promenade. Il padiglione livingè collocato in prossimità del parco urbano e costituisce, insiemeall’Ecoclub, il sistema delle funzioni di socializzazione.Il disegno paesaggistico del parco e del sistema di spazi aperti(Landscaping) costituisce una trama diversificata,integrata e complementare alle strutture abitative.Tematiche inerenti la sostenibilità e la classe energetica degli alloggi.Le caratteristiche di “sostenibilità” per l’intervento di Figino SocialHousing sono state realizzate attraverso una progettazione integratache ha permesso di: ottimizzare il rapporto tra superficie disperdentee volume riscaldato degli edifici riducendo così le dispersioni termichedi circa il 30% rispetto a un edificio standard; sfruttare le risorsenaturali disponibili in sito attraverso l’utilizzo di pompe di caloregeotermiche ad acqua di falda; ridurre il funzionamento degli impiantial fine di recuperare l’energia per la produzione di acqua calda sanitariaper una quota pari al 20% in inverno e 100% in estate; utilizzareun sistema innovativo di ventilazione a recupero termodinamico;sfruttare l’acqua di falda di ritorno dagli impianti per coprire il 100%del fabbisogno idrico per l’irrigazione delle aree verdi e per l’utilizzonelle cassette WC di tutti gli alloggi; raggiungere la classe energeticaA per circa il 55% delle unità abitative e la classe B per le rimanenti. Ilcosto di costruzione a mq della superficie commerciale è stimatoin circa 1000 /mq.L’iniziativa di Figino è finanziata dal Fondo immobiliare etico “Abitare Sociale1”, nato per attuare il Progetto Housing Sociale promosso dalla FondazioneHousing Sociale (FHS) e dalla Fondazione Cariplo, insieme a primarie istituzionipubbliche e finanziarie del territorio lombardo.034_035


Planimetria generale dell’interventodi Social Housing a Figino, MilanoA destra: Vista dall’alto in un renderrealizzato da Stack! Studios


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Progetto di Social Housing a Figino: planimetrie tipo di alcuni edifici dei 4 lottiEdificio 2 lotto 3Edificio 1 lotto 3Edificio 3 lotto 2Edificio 2 lotto 2Edificio 1 lotto 2Edificio 4 lotto 1


Edificio 1 lotto 1 Edificio 2 lotto 1Lotto 4038_039


Nome del progetto:Cascina Merlata - Ediliziaresidenziale cooperativaLocalizzazione:Cascina Merlata, Milano, ItaliaStato: Concorso di progettazione,primo premioProgettista: B22 (Stefano Tropea,Mikel Martínez, Sergio Coll)Superficie area di progetto: 10.633 m2SLP Superficie lordadi pavimento residenziale: 19.510 m 2Numero totale appartamenti:310 (15 monolocali, 174 bilocali,95 trilocali, 26 quadrilocali)Classe energetica: progetto è impostatoper ottenere una certificazioneenergetica (Cened - RegioneLombardia) in classe A.Il progetto qui presentato è vincitoredel concorso internazionaledi progettazione AAAarchitetticercasi,dedicato a professionisti under 35,promosso da Confcooperative FederabitazioneLombardia, Legacoop Abitanti Lombardiae Cascina Merlata spa. La competizione,conclusa a luglio 2011, ha visto 121 gruppidi architetti italiani e stranieri cimentarsinella progettazione di un edificio residenzialecooperativo in edilizia convenzionata e agevolata.B22_Stefano Tropea,Mikel Martínez,Sergio CollitaliaConvenzionata e agevolata aRelazione di progettoL’area di progetto, situata almargine sud-orientale dei terreniinteressati dal ProgrammaIntegrato di Intervento di CascinaMerlata, è un punto di contattorilevante tra il nuovo quartieree una porzione di territorio dovesi sovrappongono tracce di cittàdi epoche differenti: la cascina,il Cimitero Maggiore, la “cittàpubblica” della seconda metàdel Novecento e infine alcunedelle più recenti realizzazionidi edilizia residenziale pubblicadi qualità. La scelta di unatipologia residenziale altaconsente di scomporre l’ingentevolumetria prevista in cinqueedifici di altezze diverse,raccordati tra loro da un suolopubblico comune. Mediantela rotazione delle giaciture, losfalsamento delle torri e la sceltadi materiali con qualità tattilie visuali differenti si genera unpaesaggio artificiale complessoe riconoscibile, e si garantisceuna ricercata permeabilitàvisuale tra l’asse di via Gallarate,il Cimitero Maggiore e il nuovoparco previsto nell’area adiacentealla cascina. La disposizione deivolumi e la differenziazione dellequote di calpestio garantisconodifferenti gradi di privatezzaall’interno del progetto,in un lotto confinante con spaziaperti nella quasi totalitàdel proprio perimetro. Il processodi progressiva scomposizionee apertura dell’isolato a corte,ipotizzato nel masterplan, vieneulteriormente esplorato: gli spaziaperti previsti all’internodel progetto sono marcati, e nondelimitati, dai volumi costruiti.Questa operazione consentedi valorizzare le relazioni visualitra parti del progettoe tra progetto e paesaggio(cascina, parco, città consolidata),pur in presenza di una nitidadifferenziazione tra ambitipubblici, comunitari, semi-privatie privati. Le funzioni comunitariee gli accessi alle abitazionisi collocano interamente su unsuolo artificiale, a cui si accedeattraverso una rampa collocatasul lato occidentale del sitodi progetto e da un accesso postoin corrispondenza dello spazioaperto pubblico prospicientevia Gallarate. Lo sfalsamentodi quota permette di eliminarele interferenze visuali presentitra il sito di progettoe il paesaggio circostante:dallo spazio aperto comunitariotra gli edifici è possibileinquadrare porzioni di paesaggiospecifiche - la cascina Merlata,il parco, il paesaggio urbano -a una quota lievemente più altarispetto al traffico veicolare e alparcheggio pertinenziale. Il pianoterra è interamente occupatoda funzioni di interesse pubblicoo comunitario, e da serviziintegrativi alla residenza: il centrodiurno per anziani delimita il latomeridionale del sito di progetto efunge da filtro tra via Gallarate ela corte aperta definita dalle torri.In corrispondenza delle rampedi accesso al parcheggioe alla corte, collocate in direzionedella cascina, il basamento di unadelle torri si amplia per accoglierei servizi collettivi destinatialla comunità degli abitanti:una sala riunioni, una stanza degliutensili per le attività di bricolagee una stanza dedicata allaraccolta dei materiali riciclabili.All’interno di ciascuna torresono previsti infine una serie dispazi destinati ai soli condomini:atrio di ingresso, parcheggioper biciclette e motorini e spazicomuni (living rooms) a doppiae tripla altezza collocati ai pianiintermedi. Il parcheggio per leauto si sviluppa due piani, unoparzialmente e l’altro totalmenteinterrato: l’articolazionedelle quote dei piani e delterreno consente l’illuminazionecon luce naturale e la ventilazionediretta del piano seminterratoattraverso grandi aperture rivoltea nord, in direzione del parco.In corrispondenza di ognunadelle cinque torri residenziali, neidue livelli destinati a parcheggio,si situano le cantine, anch’esseparzialmente illuminatecon luce naturale.Una membrana frangisole -composta di elementi modulari- avvolge la residenza, partidel suolo pubblico e i volumidei servizi collettivi consentendodi dare unitarietà al progetto e,allo stesso tempo, di controllarela luce naturale attenuandola pressione solare sulle facciatenei mesi estivi. Il materiale dellamembrana, che caratterizza glialzati degli edifici, si differenziain corrispondenza della torrepiù bassa - nel cui basamento sicollocano i servizi di comunità -adiacente alla rampa di accessoalla corte aperta comune.


Cascina MerlataModularitàLe cinque torri sono occupate,ai piani superiori al primo,esclusivamente da abitazionie da una living roomcondominiale per ciascunedificio, e si impostanosu un parcheggio la cui magliastrutturale coincide con il modulostrutturale a grandi luci (780 cm)- caratteristico di edificicon differenti destinazioni d’uso -ipotizzato per le stesse torri:ciò consente di prevederel’utilizzo di sistemi costruttiviparzialmente prefabbricatie il conseguente abbattimentodei costi di costruzione.Il sistema modulare con cuisi articolano gli alloggi (60 cm),riprende la scansione spazialedella struttura, e si manifestain modo esplicito negli elementicostituenti la membranafrangisole e nella disposizionedelle partizioni interneall’alloggio.FlessibilitàL’utilizzo di un sistema modularee la differenziazione tra spaziserventi e spazi serviti garantisceun elevato livello di flessibilità siain fase di redazionedel progetto (flessibilità diprogetto) sia durante l’eventualeciclo vitale dell’edificio(flessibilità permanente).La flessibilità di progetto rendepossibili molteplici combinazionitra tipologie differenti di alloggigarantendo un’adeguata mixitétipologica in ciascuna torre;allo stesso tempo dalle differentipossibilità di collocazione deiservizi lungo il perimetro delleabitazioni, derivano numerosepossibilità di configurazionedel layout e della distribuzioneinterna di ciascuna tipologia.La flessibilità permanenteimplica invece la possibilità,per gli abitanti dei singolialloggi, di modificarela configurazione del proprioappartamento nell’arco deltempo: ciò è reso possibile da unacompartimentazione ambiguadegli ambienti dei soggiornie delle camere, dalla possibilitàdi ricollocare le partizioni internesenza dover modificaregli impianti e infine da una logicaadditiva, ipotizzata in fasedi progetto, che permettedi incorporare parti degli alloggiadiacenti e delle loggenella propria unità.Leisure livingL’impianto planimetricodelle torri residenziali può esseredescritto come una sequenzadi fasce dall’esterno versol’interno, ciascuna con unafunzione specifica.La prima fascia, costituita dauna sequenza di cucine, bagni,logge e bay-windows, raccoglietutti gli spazi serventi della casache necessitano di installazionitecnologiche permanenti;dal punto di vista climaticofunziona inoltre da camerad’aria, garantendo prestazioniottimali dell’alloggio in terminidi controllo dell’oscillazionetermica all’interno dell’alloggio.La seconda fascia è costituitadall’alternanza di cameree soggiorni, e da una pareteattrezzata lungo la quale sicollocano armadi, arredi fissi espazi di ripostiglio. Infine la fasciapiù centrale della torre fungeinfine da nucleo di distribuzione.Tutti gli spazi destinati alla curadel corpo (cucine e bagni) sonocaratterizzati dalla possibilità diun contatto diretto con l’esterno,e da una relazione mediata -attraverso le logge -con il paesaggio circostantea garanzia di un livellodi privatezza elevato.Le camere e i soggiorni,illuminati attraverso loggee bay-windows, si convertonoinvece in ambienti volutamenteambigui e privi di installazioniimpiantistiche specifiche.Energia e costruzioneNell’approccio al temadell’efficienza energeticadell’edificio si sono preferite,in fase progettuale, soluzionia carattere geometrico rispettoa soluzioni ad alto contenutotecnologico. In particolareuna particolare attenzioneè stata dedicata allo studiodella disposizione delle torrie alle loro altezze per garantire,pur in presenza di una densitàconsistente, un adeguatosoleggiamento di tutte facciatedegli edifici. La presenzadi un sistema frangisole e lacollocazione delle zone umidein facciata permette di ridurrel’oscillazione termica nelle zonedi permanenza dell’alloggio(camere, soggiorni) garantendoallo stesso tempo illuminazionee ventilazione diretta di tuttii bagni e delle cucine.040_041


Alessandro MaggioniPresidente del Consiglio di Gestionedel Consorzio Cooperative Lavoratorie Presidente di Federabitazione Lombardia ConfcooperativeImmagini di MM RenderIn queste pagine:immagini del progettodi Housing Sociale in Via ZoiaProgettisti: Arch.Vincenzo Gaglio,Arch. Luca Mangoni, Prassicoop, Copratil commentoL’abitare normaleDa un po’ di annia questa parte non c’èconvegno, seminario, articolodi quotidiano o proposta posta di leggeche non piazzi le due parole magiche chepare possano risolvere il dilemma abitativocontemporaneo: housing sociale o socialhousing, che dir si voglia. In aggiunta si sentespiegare che si tratta di case destinate a tuttiquei soggetti non così poveri – fortuna loro– per poter accedere alle case popolari veree proprie e, di converso, non così ricchi –sfortuna loro – per potersi permettere unalloggio in affitto reperito dal libero mercato.E via con i soliti elenchi di categorieche dovrebbero essere interessate a questatipologia di alloggi: giovani coppie, famigliemonoreddito, lavoratori stranieri, eccetera,eccetera, eccetera. Ma, a opinione di chi scrive– opinione, come già detto su questa rivistain altra occasione, parziale – è giunto il tempodi provare a inquadrare con pragmaticachiarezza cosa è “social housing”, perchéserve, cosa serve perché si possa fare e farebene. Potremmo dire che il concetto di socialhousing come oggi è inteso si affermain concomitanza della contrazionedi stanziamenti pubblici in favore di interventidi edilizia economica e popolare,ossia con la fine delle risorse “Gescal”. Questacontrazione, unita a una riforma poco efficacedegli ex IACP (oggi ALER), ha favoritol’affermarsi dell’elaborazione politico -culturale di una proposta più articolatadi offerta abitativa, con la diffusione dell’idea- per l’appunto - di social housing. In questocontesto si è anche avuta la definizione di“alloggio sociale” da parte della CommissioneEuropea, recepito dal DM del 22 aprile 2008,il quale afferma, tra le altre cose, che “[…]Rientrano nella definizione di alloggio sociale,quegli alloggi realizzati o recuperatida operatori pubblici e privati con il ricorsoa contributi o agevolazioni pubbliche - qualiesenzioni fiscali, assegnazione di areeo immobili, fondi di garanzia, agevolazionidi tipo urbanistico - destinati alla locazionetemporanea per almeno otto anni e anche allaproprietà.” Al di là di ciò si ritiene opportunodeclinare una definizione di social housingche trovi riscontro da un lato in uncontenitore (le case e gli spazi) che non siasolo una “rimessa per la forza lavoro”, ma siaanche luogo della costruzione di relazionisociali positive e, dall’altro, in un costo diaccesso a questo bene che sia, per l’appunto,equo. In sintesi, a partire da esperienzeconcrete, riteniamo che si possa definiresociale un bilocale (65 mq commerciali), diottima qualità progettuale e di alta efficienzaenergetica, che costi alla gente 450 euro almese (ossia 70 /mq anno), comprensivi delposto auto/box. Allo stesso tempo riteniamoche possa essere definita sociale l’offertadi alloggi in proprietà o in diritto di superficieche non superino il costo di 2.000 /mqcommerciale, più un costo parametrico delbox che si aggira attorno ai 20.000 euro, ossial’edilizia convenzionata agevolata. Questo è ildato verso cui intendiamo orientare le nostreazioni e il riferimento concreto rispettoal quale sollecitiamo politiche efficaci, datoche trova riscontro oggettivo e fortementecondiviso nell’importante delibera 42 del2010 del Comune di Milano. Ma, qualcunopotrà dire, è proprio necessaria questatipologia di offerta? La risposta non può cheessere convintamente affermativa; oggi piùche mai. Dopo un periodo in cui l’offerta haorientato la domanda verso valori pocoaderenti alle condizioni reali sia dei redditidisponibili, sia della qualità urbana deicontesti, è tempo di cambiare prospettiva.Il vantaggio è duplice nel favorire talemercato “solidale” (anche nell’accezionedi “solido” e solvibile) della casa: vantaggiosociale in termini inclusivi e vantaggio socialein termini competitivi. Con il primo vantaggiosi intende la funzione più propriae probabilmente scontata del social housing,ossia la funzione preventiva rispetto al disagiodi chi povero non è ma rischia di diventarlo;e qui l’elenco dei soggetti è talmente notoe lungo che lo si dà per scontato. Il secondovantaggio è invece, per l’appunto, competitivoo – sia permesso un altro abuso terminologico– strategico. È nostra convinzione, infatti, cheper rendere attrattiva e vitale una città comeMilano che ogni giorno è invasa da centinaiadi migliaia di “cavallette” city users,sia fondamentale far sì che i cittadini più attivie vitali (studenti, giovani lavoratori,professionisti, giovani famiglie e altri) possanoabitare in città, vivere la città, prima chelavorarci, in quella stessa città. E, per fare ciò,le case devono essere belle e accessibilieconomicamente, poiché sennò è semprevista con favore la fuga nella cerchiaperiurbana – in cui la rendita fondiariae immobiliare (oggi grazie alla crisi inmaniera ancora più evidente) pesa meno –con l’annesso corollario di pendolarismo,


congestione di traffico, schizofreniaesistenziale e distruzione di territorio.Quindi, non solo ragioni di equità sociale ma,soprattutto, ragioni di competitivitàeconomica e di prospettiva realmentesostenibile. Cosa serve per fare ciò?È indubbio che il primo freno a efficacipolitiche per l’alloggio sociale di cui sopra si ètratteggiato il profilo è, inutile girarci attorno,la rendita fondiaria; il costo delle aree.Passano i decenni, restano i protagonisti.È indubbio, infatti, che l’onere del costo diprovvista dei terreni sia il più forte elementodi freno a innovative e inclusive politicheabitative. Ciò che serve, dunque, è unapproccio al governo del territorio che sappiaprendere il meglio dalle due tradizioniurbanistiche che in questi anni sono parsefronteggiarsi: quella di stampo dirigistapredittivoe quella di stampo liberistainduttivo.In sostanza, se la renditala si affronta ideologicamente attraversola riproposizione di vetuste logicheespropriative, si favorisce una reazionedurissima che blocca tutto; di converso se la silascia libera confidando nelle “evangeliche”virtù del mercato, si ottiene il medesimorisultato. Ciò che serve è una logica di veroe proprio governo del processo di formazionedella rendita in cui – in taluni ambiti –si riduca la sua incidenza, obbligandola proprietà fondiaria o gli attuatoridi programmi a reinvestirla “in situ”con le finalità di cui sopra. Allo stesso tempoè necessario chiedere agli sviluppatori/attuatori dei programmi maggiore coraggionel percorrere le strade della qualitàe dell’innovazione, prima del progetto edilizioo – meglio – urbano e poi del prodotto. Se èvero che la qualità costa più del basso livello,è invece totalmente falso l’assunto per il qualeuna progettazione innovativa, l’attenzioneagli spazi comuni pubblici o semipubblici,un alto standard dei manufatti sianol’elemento che chiude la possibilità di farebuone cose. Anzi, questi elementi sono deiveri e propri investimenti sulla buona riuscita,sul lungo periodo, di programmi edilizi cheabbiano l’ambizione di fare città, attraversoi capisaldi dell’urbanità di qualità e dellasocialità vera. In tal senso un piccolo esempioche potremmo definire “germinativo”è rappresentato dal progetto di via Zoia(www.zoiablog.com), il primo interventoavviato tra quelli del bando “8 aree”,promosso dalla precedente amministrazionecomunale. Si tratta di un piccolo intervento(91 alloggi in totale) che ha però in sé – anostro avviso – i semi di quello che potrebbeessere un intervento complementaretra pubblico e privato per realizzare buoniquartieri di social housing. Qui tutto è statoreso possibile dal fatto che il Comune, su areedi sua proprietà, abbia per l’appunto deciso digovernare la rendita, facendo dimostrare alsoggetto privato – nel nostro caso cooperativo– cosa si possa fare quando si liberano questerisorse. In sintesi il Comune, mettendoa disposizione l’area per costruire gli alloggida assegnare in diritto di superficie al costodi circa 350 /mq di slp, ha consentitoun notevole abbattimento del costo diprovvista dell’area (oggi il mercato milanese,spesso in maniera totalmente irrazionale,riconosce buono un prezzo, per un’areasimile, di 7/800 /mq di slp), potendo cosìcontare su un introito complessivo perla cessione del diritto di superficie pari a quasi 1.200.000, oltre a 550.000 in operedi urbanizzazione da anni attese dal quartiere.Dall’altro lato, chiedendo 1 euro per la partein affitto ha azzerato il peso della rendita,consentendo alle cooperative di investire 2.900.000 di risorse proprie(oltre a 950.000 di mutuo) per realizzare30 alloggi in affitto convenzionato alla cifrache si riportava in premessa, ossia 450 /meseper un bilocale. Oltre a ciò, essendoviun finanziamento regionale a fondo persodi circa 900.000 per realizzare alloggi inaffitto sociale puro, le due cooperative hannoscelto di fare questi 16 alloggi nella stessapalazzina di quelli in affitto, con la stessaaltissima qualità, senza distinzione di censoe provando a scommettere sulla gestionediretta anche di questa tipologia di affitto,spesso più problematica.Il tutto facendo un progetto di alta qualità,affidato a un giovane architettoe ad altri due architetti più esperti,e realizzando anche 300 mq di serviziinnovativi al piede dell’alloggio in affittocon un incubatore di impresa cooperativaper giovani. Il tutto remunerando il giustola costruzione del bene, dato che l’appaltoè stato assegnato a circa 1.000 /mqdi superficie complessiva. Insomma,un piccolo segno per dimostrare comele cose si possano non solo dire, ma anchefare. Basterebbe che tutti facessero bene,con linearità e competenza la propria parte.042_043


il casoParigi, Quartiere MassenaChristian de PortzamparcSi trattadi un nuovo distrettocollocato tra rue de Tolbiace rue Watt sulla sponda suddella Senna, a Parigi. Il progettoè frutto di un concorso del 1995,diviso in due fasi, ed è tutt’orain costruzione. L’impostazionegenerale del masterplan si basasu di una serie di blocchi apertiil cui corollario sono stradeluminose e di differente calibroche li attraversano percorrendoi giardini. L’ampiezza deiprogrammi, il mix socialee funzionale, la presenza diresidenze per utenti differenti,offrono l’opportunità a questobrano di città di fare coesisterel’ordinario con lo straordinario,il presente ed i germi del suofuturo nello stesso sito.Concetto generale del progetto:apertura dei blocchi per la percorribilitàdegli spazi interni pubblici, disegnodelle reti e del verde pubblico.Numero degli architetti coinvolti: 31Superfici costruite: 337.000 mqSuperficie costruita al piano terra:125.000 mqDensità media: 2,81Residenze: 67.200 mqNegozi: 36.900 mqUffici: 117.600 mqDestinazioni universitarie:110.000mqGiardini Pubblici: 12.000 mqCommittente: città di ParigiSviluppatore: Société d’EconomieMixte d’Aménagement de la Villede Paris (SEMAPA)Progettisti: Anthony Bechu, AtelierChristian de Portzamparc, BeckmannN’thépé, Bellecour & Barberot,Badia Berger, Bofill-Heckly, Bolze& Rodriguez, Frédéric Borel, Brenacet Gonzalez, Chaix & Morel, PierreCharbonnier, Arte Charpentier,François Chochon, Christian Devillers,Jean Guervilly, Epstein et Glaiman,Foster and Partners, Catherine Furet,Henri Gaudin, Edith Girard, AntoineGrumbach, Michel Macary, NicolasMichelin, Jean-Philippe Pargade,Gaëlle Peneau, Philtre, Rudy Ricciotti,Marc Rolinet, Francis Soler, AntoineStinco, Robert Turner.044


Nel prossimo numero:Il nuovo commercio.Il grande scatolone commercialeche punteggia ancora i marginidelle nostre città o il cuoredel nuovo quartiere si avvia,forse, verso una trasformazione.I colossi del commercio stannovalutando insediamentiche producano un migliorato effettocittà, invogliando ad un consumopiù vicino alla rassicurante via connegozi, tipica della nostra storia.Accanto a queste evoluzione ancoraalcuni casi di grande interessee forte provocazione, interi quartierio frammenti di paese interamentededicati allo shopping.Che voce ha il consumo nellacostruzione di nuovi insediamenti?Forse non sai che“Quando gli occhialinon bastano più”ci sono degli strumentiche ti possono aiutare.L’A.N.S.Associazione NazionaleSubvedenti Onlus, da 40 anniinforma e sostiene tutti coloroche hanno delle difficoltà visive.Presso la Sezione Ipovedentidella Biblioteca ComunaleValvassori Peroni,A.N.S. mette a disposizioneGRATUITAMENTE la suaAUSILIOTECA: circa 100 ausiliottici, elettronici ed informaticiquali ad esempio videoingranditorida tavolo, software ingrandentiper pc e cellulari.Associazione NazionaleSubvedenti - Onluswww.subvedenti.itInfo e appuntamenti02 70 63 28 50info@subvedenti.it

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